BRUNA VECCHI CULCASI DONNA E CAVALIERE

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si tolse la coppola e un po’ inchinandosi mi rispose: “Bene, bene.” si fermò un istante e poi tirò subito oltre, senza aggiungere altro. la gente sapeva chi ero, ma io non conoscevo i Valdericini. Facendo la conoscenza di quell’uomo avevo esteso il raggio della mia espansione nella società locale, con i miei nuovi concittadini. era una mia conquista”. “la sera, come era nostra abitudine, ci siamo raccontati come avevamo trascorso la giornata. mio marito mi chiese qualche particolare, ma io fui generica. non mi sembrava che fosse avvenuto qualcosa di eccezionale. allora lui mi ricordò il contadino con il somaro. Voleva sapere di più di quell’episodio che io avevo considerato insignificante. ho saputo così che qualche ora dopo avermi incontrato era andato da lui, con la coppola in mano, per scusarsi di avermi rivolto la parla: di avermi sconcicato. era mortificato e aveva insistito molto specificando che non era stato lui a rivolgermi la parola, e che lui aveva risposto soltanto per una questione di educazione. ci sorridemmo sopra. Dopo, però, ci ho riflettuto e ho apprezzato la sensibilità e la delicatezza di quell’uomo che aveva violato -secondo lui- la riservatezza di una donna. Di una straniera, poi.”

UN’ETICA DA FAVOLA

“Quando per la prima volta sono andata da Valderice a Trapani mi ha stupito estremamente la galanteria degli uomini. erano eleganti e compiti, garbati tra loro, addirittura deferenti con le signore. l’ho verificato incontrando la moglie di un 54


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