BRUNA VECCHI CULCASI DONNA E CAVALIERE

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l’aVVenTura siciliana

“arrivando in sicilia da sposata, ho cambiato regime di vita. non svolgevo alcun lavoro e uscivo occasionalmente. abitavo a casa di mio suocero. per celebrare l’antico culto della famiglia, a partire da quell’anno, e poi quasi per sempre ho convogliato tutta la parentela della mia nuova famiglia, in quella che era diventata la mia casa. per regalarci qualche ora di svago, mio marito mi portava al cinema e ci incontravamo con i suoi amici e le sue amiche nei fine settimana”. “Gran parte del tempo però la trascorrevo tra le mura domestiche. Questo all’epoca era l’uso dei Valdericini che io accettavo, ma che avrei voluto diverso; a Trapani non era così. in casa era sufficiente che dessi le direttive ad una donna sposata madre di figli che non lasciava affatto a desiderare. la nonna nicolina -era la madre di mia suocera- se la passava bene con me. mi diceva: tu mi piaci perché vai subito al fatto, niente chiacchiere e inutili giri di parole.” “mi sentivo osservata dalla gente, perché ero una donna diversa venuta da “sopra”, cioè dal nord italia. i miei vestiti erano di colori chiari, solari, diversi, mentre quelli delle signore locali erano scuri e moltissimi erano neri. saranno stati anche eleganti, ma stringevano il cuore.”

“la prima domestica fu Teresa e proveniva da castellammare del Golfo. era loquace, generosa e immediata, ma stentavo a capirla perché aveva un linguaggio tutto suo proprio. usava parole che non avevo sentito da nessuna parte. Forse era un 49


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