BRUNA VECCHI CULCASI DONNA E CAVALIERE

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sarebbe contro la più elementare logica. l’ingegno è spartutu, come dite in sicilia. ce l’hanno gli uomini come pure le donne, e ci sono differenze tra gli stessi uomini e le stesse donne. ci vorrebbe una misura unica per valutare i meriti e i demeriti degli uni e degli altri. la supremazia a tutti i costi degli uni sugli altri ha creato conflitti. l’aspirazione alla parità non si deve tradurre in odio o in inimicizia. in questo, talora, le donne hanno rischiato di superare il peggio degli uomini e in certi casi copiandone soltanto i difetti. mi pare che, comunque, si vada verso una saggia moderazione. per quello che io ho affrontato fino a questo momento, posso dire che io rispetto agli uomini non ritengo di essere né vittima, né aguzzino. ” Da cosa è stata ispirata?

“il lavoro è stato la mia fede che si realizzava su due fronti. Quello mio personale e della mia famiglia e quell’altro sociale-cristiano di contribuire a dare lavoro, reddito e possibilità di miglioramento del tenore di vita di tanta gente che mi ha collaborato e mi ha voluto bene. Tanti uomini e tante donne hanno identificato il proprio successo con il mio.” “sono molto sensibile e sento pietà per chi soffre. hanno la mia comprensione i bisognosi, gli incompresi e i deboli.”

“essere cristiana non mi ha dato la sensazione di essere più potente e migliore di quanti professano altre fedi. mi amareggia ogni forma di ostentazione. non trova la mia condivisione chi professa l’umiltà fatta di parole. nessuno, laico o sacerdote, è legittimato a farlo. certi sacerdoti esibiscono vestiario sartoriale. non l’ho trovato confacente con il mio senso della fede e con l’umiltà suprema della chiesa. sono particolari che inducono i fedeli a riflettere, a meditare. oggi, più che mai, ai quattro 119


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