Mestieri d'arte e design 12

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«Abbiamo cominciato dalla sedia leggera di Chiavari, un prodotto molto iconico sviluppato agli inizi dell’800 che altro non è che la mamma della Superleggera di Gio Ponti. Cinque anni fa era scomparsa ma, grazie al nostro lavoro, ora è ampiamente distribuita», dice Nespoli. Analogamente, Segno Italiano ha fatto rivivere il vetro verde di Empoli, una tecnica e una produzione che nessuno eseguiva più da 20 anni: «Facendo un grande lavoro di archivio abbiamo recuperato queste forme bellissime e messo insieme un team di artigiani che non soffiavano più». Diverso il caso della ceramica atestina, che è ancora attiva: «Senza interferire con il loro mercato, abbiamo ripreso delle produzioni che erano completamente morte ma che, secondo noi, sono molto attuali», conclude Nespoli. Tutta la produzione porta il marchio SI, «un certificato di qualità, come un Docg». Nel giro di pochi anni, Segno Italiano ha già realizzato una decina di collezioni, per un totale di oltre 600 articoli, che spaziano dalla cesteria sarda e toscana alle pentole dei ramaioli tridentini, ai coltelli di Scarperia, alla sedia pieghevole Tripolina, all’amaca di Monte Isola. Segno Italiano collabora anche su progetti in co-branding con lo stilista Antonio Marras, che da anni segue un percorso affine nell’ambito della moda. «Definite le collezioni, ci occupiamo del catalogo, delle foto, delle pubbliche relazioni, della presentazione ed elaboriamo il listino prezzi», dice Nespoli. Segno Italiano si fa infine carico della distribuzione, sia online (attraverso il proprio sito o di

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D Dal Centre du luxe di Parigi, nel 2015, Segno italiano ha ottenuto l’illustre premio come «Empreinte de l’année».

illustri partner quali wallpaper.com) sia in negozi che, per contesto e posizionamento, costituiscono una vetrina ideale, come la Rinascente a Milano, L’Éclaireur a Parigi e The Conran Shop a Londra. Ci sono anche progetti per aprire punti vendita Segno Italiano, dove il pubblico possa vivere i prodotti nel loro insieme. E poiché per la componente esperienziale è indispensabile, di tutte le collezioni vengono realizzati brevi video, «per spiegare qual è il valore aggiunto dato dalla ricerca, dalla tradizione e dalle persone». Sotto il marchio di Segno Italiano, nei prossimi mesi vedranno la luce progetti che includono una nuova collezione dedicata al peltro, che sarà presentata alla prossima edizione di Maison & Objet, un appartamento a Venezia sul tema dei vetri di Murano e degli stucchi veneziani, una villa sul lago di Lugano sul tema delle terrecotte marchigiane colorate in pasta, un nuovo progetto con Antonio Marras che sarà presentato al Salone del mobile 2016, progetti speciali dedicati agli intrecci su commissione di gallerie parigine e nuovi ristoranti. Unendo l’amore per la tradizione, la vocazione per il design e un approccio pragmatico al mercato, Segno Italiano ha saputo dare una veste contemporanea, ma filologicamente rigorosa, a prodotti e lavorazioni uniche che hanno conquistato alcune tra le più belle vetrine d’Europa e raggiunto importanti avamposti sia negli Stati Uniti sia in Giappone, mentre il quartier generale di via Palermo 8, a Milano, si è aggiudicato una menzione nella Milan City Guide pubblicata da Louis Vuitton.

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