Mestieri d'arte e design 12

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Eccellenze dal mondo

preparazione sia tecnica sia espressiva ha avuto un ruolo centrale la straordinaria esperienza del ricamo tradizionale giapponese. Cecilia ha conquistato con anni di studio e di esercizio il Decimo livello presso il Japanese Embroidery Center di Atlanta, depositario dell’arte millenaria del ricamo tradizionale, Nui do, o la Via del Ricamo: vero e proprio cammino di conoscenza del sé, percorso non solo tecnico e artistico ma anche spirituale e intellettuale. Cecilia vanta oggi l’ambita certificazione di insegnante. Viaggia regolarmente in Giappone per accrescere e ampliare le sue fonti iconografiche e il suo patrimonio tecnico, che comprende anche la padronanza del marouflage giapponese, che utilizza per il montaggio delle sue creazioni su carta washi e dell’ardua tecnica della foglia d’oro su tessuto,

paraventi, ma anche borse-gioiello glamour che le consente di dare alle sue opere meravigliosi effetti di luce. Al dominio delle più complesse e virtuosistiche tecniche abbina la profonda conoscenza dei procedimenti di tintura dei tessuti e dei filati con colori vegetali secondo le antiche prescrizioni, per poter ricostruire con filologico rigore alcune tecniche storiche. Nonostante la solida e multiforme preparazione nell’ambito del ricamo tradizionale, la ricerca di stili e forme contemporanee rappresenta per questa maestra d’arte un aspetto cruciale del suo lavoro, convinta com’è che per mantenere vitale un artigianato spesso negletto e considerato espressione di manufatti talvolta troppo domestici sia indispensabile renderlo contemporaneo e diffonderne il più possibile l’interesse presso un vasto pubblico. Accanto alla produzione, una parte significativa del suo lavoro è destinata all’attività didattica e divulgativa, attraverso mostre, dimostrazioni, conferenze e corsi. Realizzati con tenacia quasi tutti i suoi obiettivi, le resta un grande sogno: quello di veder nascere prima o poi una cattedra di Storia del ricamo presso qualche corso di laurea in design o moda. Perché, auspica, «il ricamo possa ritrovare una collocazione più visibile e più contemporanea, al pari di altre forme di artigianato artistico come la ceramica, il vetro, il mosaico, l’intarsio ligneo... Nella sua storia il ricamo ha molto viaggiato, più di quanto non si conosca, arricchendo e influenzando stili decorativi diversi e di aree geografiche distanti tra loro». Le piace ripetere che il ricamo è quasi sempre bellezza senza nome e senza volto, l’opera di mani ignote che hanno prodotto virtuosismi tecnici e manufatti raffinatissimi, ma che sono rimaste sconosciute... Nella quiete dei suoi monti, Cecilia Piacitelli Roger sogna il suo sogno e intanto ricama... e ricama, e ricama. E la prodigiosa bellezza che esce dalle sue mani amorevoli e sapienti esprime la sua anima, ha il suo volto, porta il suo nome.

Sopra, un ricamo tradizionale giapponese realizzato su seta «shioze» con fili di seta e fili metallici. L’effetto di naturalezza delle camelie è ottenuto con la tecnica «realistic effects». Il pannello è montato a kakejiku, dopo un marouflage del ricamo su carta washi. L’atelier si trova tra le montagne del Vaud, in Svizzera (10, Chemin de Rouge Pierre, Les Moulins; www.ceciliaroger.com). Lo descrive così: «La patina del tempo del suolo, del legno e delle vecchie tubature ricorda l’operare di altri artigiani prima di me».

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