Mestieri d'Arte & Design n°8

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Tra d i z i o n e e Te r r i t o r i o

bei borghi d’Italia) opera da anni grazie all’iniziativa di Ugo Cremonesi e Claudio D’Arpino. Ugo Cremonesi, dopo aver frequentato i Conservatori di Brescia e Trento ed essere stato musicista e insegnante di pianoforte, decide di «mettersi a bottega» e inizia a collaborare presso la storica azienda Pontificia Fabbrica d’Organi Inzoli Cav. Pacifico, sita in Crema e attiva dal 1867. È qui che incontra Claudio D’Arpino. Il loro percorso formativo li porta ad accumulare un’importante esperienza nella conoscenza delle varie parti che compongono lo strumento e delle tecniche di lavorazione: D’Arpino come specialista delle meccaniche, della manticeria e del restauro in generale e Cremonesi come tecnico per il restauro delle canne e accordatore. Nel 1997 decidono di aprire il loro laboratorio di restauro, dedicandosi principalmente agli strumenti storici. Il delicato e prezioso lavoro che Cremonesi e D’Arpino svolgono non è fatto solo di manualità ma anche di studio della storia degli strumenti, di meticolosità nei sopralluoghi

UNA LUNGA STORIA, DALLE PIRAMIDI ALLE ALPI L’invenzione dell’organo (strumento della famiglia degli aerofoni) è attribuita a Ctesibio di Alessandria (III secolo a.C.). Questo primo organo veniva chiamato «Hydraulis» ed era alimentato da aria compressa attraverso pompe manuali in recipienti contenenti acqua, aveva una

e di attenta manipolazione di ognuna delle centinaia e centinaia di parti di cui l’organo si compone, di certosina documentazione, archiviazione e registrazione dei dati attraverso rilievi e fotografie. Nulla è lasciato al caso, tutto è coordinato dalla regia di questi artigiani che mirabilmente ripristinano l’originale impianto fonico degli strumenti. «In media il lavoro di restauro dura da diversi mesi a un anno e anche oltre», afferma Ugo Cremonesi. «Ogni strumento deve essere smontato e ricomposto, dopo la ricostruzione o il restauro, in ogni minima parte. La nostra filosofi a di restauro è prettamente legata ai dettami delle Soprintendenze con cui lavoriamo assiduamente». I sistemi applicati da Bottega Organaria rispecchiano infatti fedelmente i canoni dettati dalle Soprintendenze, utilizzando tecniche tramandate dall’antica e celebrata tradizione organaria lombarda. Le parrocchie interessate al restauro dei propri organi devono infatti

presentare il progetto sviluppato dalla bottega presso l’ufficio Beni culturali e, una volta ottenuta l’approvazione, lo stesso progetto deve essere sottoposto alla valutazione della Direzione regionale prima di poter iniziare i lavori. «Nel laboratorio», continua Cremonesi, «è sempre rispettata la temperatura ottimale per la corretta manipolazione dei vari materiali, soprattutto delle colle animali a caldo, e per la conservazione delle diverse parti. Abbiamo anche un magazzino dove depositiamo gli strumenti smontati e nel quale vengono effettuate le prime operazioni di pulitura». Dal lavoro delle abili mani di Cremonesi e D’Arpino hanno ritrovato la loro sonorità originale numerosi strumenti storici di altissimo valore artistico e musicale: l’organo Chiappani Giovanni (1647) della chiesa di San Pietro Apostolo in Mezzana Casati (Lodi), gli organi settecenteschi di autore anonimo della chiesa parrocchiale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in Turano Lodigiano (Lodi) e della chiesa di San Vito

sola tastiera e non si evolse mai in un vero e proprio strumento musicale. Furono i Romani che, durante la conquista del territorio ellenico (circa 146 a.C.), lo portarono a Roma e ne fecero grandissimo uso nei teatri e nei circhi. In questo periodo venne mutato il funzionamento dell’organo rendendolo un vero e proprio strumento mediante la trasformazione della

Martire in Lequile (Lecce), l’organo Carolus Sanarica (1757) della cattedrale di Oria (Brindisi), l’organo Cavalli Giuseppe (1847-1848) della chiesa di San Giorgio Martire in Dresano (Milano), l’organo Serassi-Cavalli (1822-1896) della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo in Borghetto Lodigiano (Lodi), l’organo Bolognini Foglia (1700-1800) della chiesa in Mazzano (Brescia), solo per citare alcuni tra i più significativi esempi. Bottega Organaria è membro dell’Associazione Italiana Organari (Aio), che opera per il miglioramento e la promozione dell’arte organaria nel rispetto delle caratteristiche sia locali sia individuali. Caratteristiche che è necessario conoscere e difendere, come quotidianamente fanno gli artigiani che intorno a Crema dedicano il loro talento alla costruzione, alla protezione e al restauro dello strumento più complesso, suggestivo e maestoso della nostra tradizione (per ogni informazione www.bottegaorganariasoncino.it).

SINFONIE DI PRECISIONE A fianco, dal basso a sinistra in senso orario, Ugo Cremonesi durante una delle fasi di catalogazione delle canne; fase di rimontaggio dell’impianto fonico; organo Bolognini Foglia (1700-1800) della chiesa di Mazzano (Brescia); somiere restaurato.

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