Mestieri d'Arte & Design n°7

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N LA SENSUALITÀ COME FONTE DI ENERGIA In alto, «Picaresque», installazione realizzata per la mostra «Kama. Sesso e design», Triennale di Milano, 2012. Nella pagina a lato, un interno domestico allestito da Nigel Coates.

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Nigel Coates è un designer ormai noto al grande pubblico, che ha saputo farsi conoscere attraverso un percorso narrativo ricco e complesso fatto di disegni e di opere di design che si basano soprattutto sull’esperienza quotidiana delle persone. Nigel Coates guarda alla città come a un organismo vivente e considera l’esperienza e la cultura popolare al centro del fare architettura. Coates ha ideato e realizzato oggetti morbidi con riferimenti antropomorfi, allestito interni e mostre e progettato edifici in tutto il mondo; in Italia è conosciuto soprattutto per gli oggetti realizzati per Alessi, AV Mezzega, Ceramiche Bardelli, Fratelli Boffi, Poltronova, Slamp, Varaschin. DOMANDA: Nigel Coates, qual è stato il rapporto che ha avuto con il mondo dell’industria in Italia? RISPOSTA: Lungo, profondo e complesso. Dopo un periodo professionale in Giappone, alcuni amici italiani mi hanno chiesto di ideare una collezione di mobili. Si trattava di progettare per Poltronova, nota azienda vicino a Firenze. Abbiamo fatto dei pezzi bellissimi e ho capito quanto è importante per un’azienda italiana lavorare con orgoglio e coraggio. Nessuna mia proposta sembrava troppo difficile e ci siamo applicati molto per ottenere l’effetto voluto. Adesso collaboro con diverse aziende italiane e riscontro sempre un insieme di know-how che combina l’artigianalità con la produzione industriale. Trovo che le aziende italiane adottino i metodi giusti per risolvere

JOHN MAYBURY

La città è un organismo vivente, la cultura popolare deve essere al centro dell’architettura

ogni problema che si presenta nella fase di progettazione o produzione. Negli ultimi anni ho lavorato ancora di più con Poltronova, ed in particolare con procedimenti artigianali per realizzare dei pezzi limitati, edizioni piene di anima e movimento. D: In che modo ha saputo mantenere un atteggiamento artistico nelle sue opere e introdurre la componente artigianale? R: Chiaramente alcuni progetti nascono per uno scopo commerciale e quindi l’azienda ha un’idea precisa di come procedere e che cosa realizzare. Ma a volte l’obiettivo commerciale viene raggiunto in modo diverso, fuori dal normale, con più anima, e quindi grazie anche a una componente artistica. Io non sono però un artista, non realizzo personalmente il mio lavoro, ma come architetto collaboro con altri e quando c’è un pezzo speciale da realizzare, sto a stretto contatto con l’artigiano. Ad esempio per tutti i pezzi in legno che ho fatto con Poltronova, ho avuto a che fare con la stessa famiglia di falegnami. Loro capiscono benissimo il mio linguaggio e le mie richieste e riescono a sfruttare in modo esemplare le leggere curve e le venature tipiche del legno. D: Quali sono le sue opere che più si sono ispirate al mondo rurale e alla cultura contadina? R: La collezione originale per Poltronova era ispirata dalla mia esperienza della campagna toscana. Anni fa ho acquistato una casa nel Senese, che possiedo ancora. Lì c’erano attrezzature agricole fatte di legno, erano molto consumate, con deformazioni che

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