Mestieri d'Arte & Design 11

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Maestri contemporanei

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Nel cuore dell’Emilia, tra i vigneti di Lambrusco, nasce la storia di passione e impresa di Terzo Dalia. Adagiato su una dolce collina nel comune di Scandiano, il suo atelier di assemblaggio di motori in miniatura è collocato in una vecchia stalla finemente restaurata, nel complesso agricolo dove risiede. La passione di Terzo per i motori e per il mito Ferrari nasce nell’infanzia: a 15 anni vide sfrecciare una Berlinetta color argento, che accese in lui il desiderio di possederne una. Diventato imprenditore nell’azienda familiare di ceramiche a Sassuolo, ha mantenuto la promessa fatta a se stesso: ha posseduto e guidato con estrema soddisfazione modelli Ferrari di grande prestigio, dalla 250 SWB California alla 275 Spider, dalla 365 BB alla 512 TR. Nel 1996, ceduta l’azienda, si crea l’occasione per realizzare un altro sogno: creare una miniatura perfetta in scala 1:3 di un motore Ferrari storico, rispettando ogni dettaglio e scegliendo i materiali utilizzati nell’originale. Con cura maniacale, un’idea precisa di come voleva risultasse questo «motore-scultura» e un piccolo team riunito ad hoc, Terzo Dalia inizia la creazione del suo primo modello, il motore 250 GT competizione creato negli anni 60 dall’ingegnere meccanico Gioachino Colombo. Domanda. Come nacque la sua prima miniatura, in scala e scomponibile, di un motore Ferrari? RISPOSTA. Avevo da poco cambiato stile di vita, e avendo più tempo a disposizione mi stavo cimentando nello studio del motore 250 GT competizione, 12 cilindri a V. Nel 1997 cadeva il mio 50° compleanno, in concomitanza con il 50° anniversario dalla creazione del marchio Ferrari: un’incredibile coincidenza! Un amico mi segnalò un concorso di modellismo internazionale indetto dalla Casa per i festeggiamenti: motivati da questa prospettiva, assieme a mio figlio riuscimmo a terminare il motore, e con nostra sorpresa vincemmo il primo premio con le speciali congratulazioni di Piero Ferrari. L’avvocato Montezemolo ci fece sapere di volerne uno. Così nacque la nostra attività tra artigianato e modellismo, studio scientifico, meccanica e manualità. D. Perché avete scelto Ferrari e questa scala? R. È la passione per la meccanica che mi ha spinto verso questa sfida e Ferrari da sempre rappresenta la più alta ingegneria del settore. La scala 1:3 è particolarmente complessa: richiede una miniatura di elementi difficili da realizzare e permette un’osservazione attenta di ogni dettaglio. Io poi mi chiamo Terzo: credo che anche questo abbia influito sulla mia scelta! I nostri motori sono così perfetti da rispecchiare l’eccellenza Ferrari, mettendo in risalto la bellezza dei singoli elementi, lucidati e splendenti. Sono sculture, oggetti da osservare con cura, smontare. Veri documenti tecnici, perfettamente conformi agli originali.

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D. Come viene realizzata una miniatura di un motore? R. Occorrono dai 10 ai 12 mesi, necessari per le ricerche tec-

niche, lo studio degli originali, la creazione degli stampi e dei modelli in legno, le prove di assemblaggio... Abbiamo spesso avuto a disposizione direttamente da Ferrari i disegni originali ma nulla può eguagliare lo studio del vero motore, che grazie al sostegno di amici collezionisti abbiamo sempre potuto fare. Questo mi ha permesso di verificare i dettagli, le proporzioni e i materiali man mano che il progetto si evolveva, per non incorrere in errori. Tutti i motori in miniatura, come i corrispettivi Ferrari, nascono da fusioni di alluminio «galsi-9» a terra con formatura a mano. Altre parti sono in acciaio inox ricavate al tornio e in alcuni casi abbiamo realizzato dettagli in ottone e rame. Per i motori più recenti abbiamo collaborato con fonderie che lavorano con fibra di carbonio. Per l’assemblaggio di un motore, interamente realizzato a mano, occorrono circa 30 giorni. Tutti gli elementi sono montati con viti, escludendo l’uso di collanti. Molti modelli hanno il meccanismo interno girevole manualmente, nel giusto ordine di accensione del motore originale. Ogni motore è realizzato in un numero limitato di pezzi, meno di un centinaio. Quando viene terminato l’ultimo multiplo vengono distrutti i calchi e gli utensili. D. In questa lunga fase di realizzazione, qual è il suo ruolo? R. È quello di ideatore, attento e meticoloso osservatore, mediatore e direttore artistico che dall’inizio del progetto alla conclusione verifica ogni dettaglio, ricerca i fornitori per ogni pezzo (se possibile gli stessi che hanno lavorato sul motore Ferrari) e le persone più adatte per risolvere le sfide tecniche che ogni progetto comporta. Non ho la manualità e la capacità di fresare, tornire o saldare, ma come un direttore d’orchestra sono dietro ogni gesto, e seguo personalmente ogni fase del processo. D. Come avete fatto a sviluppare e promuovere la vostra attività? R. Sin dalla creazione del primo modello, la stampa ha dedicato grande attenzione alla nostra realtà: più di 1.500 articoli in tutto il mondo! Inoltre, l’apprezzamento da parte dei clienti è il canale promozionale più importante: si tratta di collezionisti appassionati con cui abbiamo relazioni personali dirette, che spesso ci hanno inviato lettere di stima. Ricevere la prima lettera, scritta dall’avvocato Montezemolo nel 1997, è stata una delle mie più grandi emozioni. Nel tempo, le nostre creazioni continuano a crescere di valore: i pezzi esauriti vengono venduti e acquistati alle aste da collezionisti che arrivano a pagare quattro volte e più il prezzo di vendita iniziale. Infine, il riconoscimento che Ferrari ha dato alla nostra attività ha contribuito a renderci una realtà importante e stimata.

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