Mestieri d'Arte & Design n°10

Page 63

Te s o r o n a z i o n a l e v i v e n te

63

ogni pezzo nasce dall’incontro fra uomo, fuoco e argilla C’è un’espressione in giapponese, wabi-sabi, che definisce una concezione estetica che ha radici profonde nell’Impero del Sol Levante. Secondo Richard R. Powell, si manifesta attraverso gli oggetti, alimentando il più autentico spirito nipponico: «niente è eterno, niente è compiuto, niente è perfetto». Una visione interpretata in modo autentico dalle ceramiche Bizen. Manufatti che appaiono semplici, essenziali, ma che racchiudono in sé un patrimonio di ricerca e saper fare. Nota anche come Imbe Yaki, cioè cotta a Imbe, il villaggio dove veniva praticata in origine, la ceramica Bizen si è sviluppata più di mille anni fa nell’area dell’omonima cittadina, nella Prefettura di Okayama. È la tecnica ceramica più antica del Giappone e il tipo di forno nella quale si prepara è uno dei «Sei antichi forni» del Paese. Il primo forno Bizen risale al XII secolo, nel tardo Periodo Heian. Verso la fine del ’500, con lo sviluppo della cerimonia del tè aumentò anche la domanda di ceramiche a essa destinate. La produzione crebbe e divenne più raffinata. I servizi da tè Bizen realizzati in questo periodo sono considerati veri capolavori da intenditori e maestri del tè, sia per il loro valore storico sia per la loro essenza wabi-sabi. La materia con la quale si realizzano le ceramiche Bizen non è cambiata nel corso dei secoli. La loro unicità è dovuta all’argilla, che esiste solo a Bizen, e al particolare procedimento di cottura Yakishime, che significa «mettere fuoco nell’argilla». La tecnica Bizen prevede infatti la cottura ad alta temperatura (tra 1.200 e 1.300 gradi) per un periodo di due settimane, senza smaltatura né decorazioni. In questo eccezionale contesto, numerosi grandi artigiani hanno creato vere opere d’arte nel corso dei secoli e, in anni recenti, cinque grandi maestri della tecnica Bizen sono stati nominati Tesori nazionali viventi. Jun Isezaki, il quinto, è stato insignito della carica di

Conservatore del Patrimonio culturale immateriale nel 2004 per aver aperto nuovi orizzonti alla ceramica Bizen. Isezaki è anche l’unico la cui fama è arrivata fino all’Europa e agli Stati Uniti. I più grandi musei del mondo collezionano ed espongono le sue opere, tra cui il British Museum di Londra, il Museum of Fine Arts di Boston e il Musée National de la Céramique a Sèvres. Jun Isezaki e suo fratello maggiore Mitsuru hanno ereditato l’arte dal padre, Yozan Isezaki, uno dei maggiori ceramisti Bizen del XX secolo. La Prefettura di Okayama ha nominato i tre maestri Proprietà culturale immateriale, come riconoscimento della loro straordinaria opera e per l’altruistica condivisione del loro sapere. Dopo la laurea in arte all’Università di Okayama, nel 1959, Isezaki e il fratello Mitsuru si sono dedicati alla ceramica e alla ricostruzione degli antichi forni noti come anagama. Risalente al Medioevo, questo tipo di forno è scavato come un tunnel nella terra sui fianchi delle colline. Dietro la sua abitazione Isezaki possiede ora tre forni anagama, lunghi 8, 10 e 15 metri. Ogni forno viene acceso due volte all’anno, e in essi Isezaki realizza circa 500 opere per volta. Ci vuole un mese solo per riempire il forno, accenderlo, farlo raffreddare ed estrarre gli oggetti. Isezaki sottolinea l’importanza del processo di accensione: per poter stabilire dove posizionare le ceramiche nel forno, è necessario calcolare accuratamente il percorso del fuoco, immaginando come e dove cadranno le ceneri. Anche un esperto come lui non può prevedere il risultato del suo lavoro: ogni pezzo nasce dall’incontro tra uomo, fuoco e argilla. Questa variabile è estremamente importante, perché i colori dell’argilla mutano col calore, conferendo a ogni oggetto una bellezza semplice e grezza, un’eleganza raffinata e genuina. Isezaki estrinseca la forza della ceramica Bizen nelle sue opere, e il forno tradizionale anagama

IL MELANCONICO CALORE DELLA MATERIA In alto, da sinistra, alcuni degli utensili usati dal maestro, come i pettini in legno; una fase della lavorazione dell’argilla, che richiede forza e applicazione. A fianco, l’opera «Fusetsu» (Neve sospinta dal vento) è realizzata usando la sezione di un tronco di pino come calco.

060-065_Isezaki_AOG.indd 63

17/11/14 16:01


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.