Mestieri d'Arte & Design n°10

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QUEL SOTTILE FILO ROSSO DELLA MANUALITÀ La componente umana rende ineguagliabili i mestieri d’arte, anche quando interviene la tecnologia più avanzata. E persino l’imperfezione si fa meraviglia Sfogliando il numero di Mestieri d ’Arte & Design che avete in mano, prima di dare il «visto si stampi», mi sono soffermato a osservare un dettaglio, forse scontato ma significativo. Devo premettere che fare il giornale è il mio diletto, vorrei dedicare tutto il mio tempo alla creazione delle pagine che daranno forma ai servizi delle mie riviste, anziché fare soprattutto l’editore. Vi chiederete dove si nasconda tutto questo piacere... Mettere insieme gli argomenti, infatti, è un’attività tutt’altro che banale, almeno se si vuole fare un prodotto di qualità: i servizi non sono un’accozzaglia di temi diversi tra loro, ma un unicum organico, le cui parti devono saper dialogare le une con le altre. Le fotografie, ma anche i titoli, gli occhielli, i sommari, gli articoli sono fotogrammi dello stesso film. Bisogna iniziare la sceneggiatura con lo stupore, poi liberare il racconto alternando ritmi e colori. Ebbene, c’è un fil rouge che tiene insieme ogni numero di Mestieri d’Arte & Design: la manualità. È vero, anche a me piace fare i giornali con le mani, ritagliare le fotografie per migliorare gli accostamenti, usare le squadre per verificare gli allineamenti... Ma avete notato anche voi quante volte compaiono le mani nei servizi di Mestieri d’Arte & Design? Mani che lavorano l’argilla. Mani che cuciono una scarpa. Mani che ricamano un tessuto. Mani che dipingono la porcellana. Perché i mestieri d’arte sono ineguagliabili proprio grazie alla componente umana, che qui si esprime più con le mani che con i volti.

antiche. Ricamo cinese, architettura ottomana, manoscritto indiano, pizzo francese: la perfezione tecnica di Vacheron Constantin si fonde all’incanto di queste lavorazioni composte ad arte. Un viaggio in un mondo di colori, pietre preziose, meccanismi e ispirazioni, senza eccessi né ostentazioni, solamente per il piacere di evocare e sedurre con le decorazioni, una rara capacità che è invece tipica della casa ginevrina, sin dalle origini.

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C’è una mano persino in copertina, anche se non si vede. È quella del maestro di Vacheron Constantin che applica foglie di pietre preziose e pistilli in oro su uno dei quadranti della nuova collezione della serie Métiers d’Art: Les Fabuleux Ornements, creati per celebrare i 260 anni della Maison. Segnatempo dedicati alle donne, vere e proprie sculture che evocano la dimensione della fiaba, del sogno, col tocco raffinato di consuetudini

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Ma la manualità è perfezione anche quando risulta imperfetta. Come ci insegna Jun Isezaki, maestro di ceramica Bizen, nominato Tesoro nazionale vivente, che maneggiando consuetudini antiche crea un universo di simbolismi affascinante proprio perché imperfetto. La sua tecnica è la più antica del Giappone essendosi sviluppata oltre mille anni fa nell’area dell’omonima cittadina e il forno nel quale si prepara la ceramica è uno dei «Sei antichi forni» del Paese. Ogni pezzo nasce dall’incontro fra uomo, fuoco e argilla, un connubio primordiale che rappresenta al meglio lo spirito nipponico wabi-sabi, ovvero «niente è eterno, niente è compiuto, niente è perfetto». E dove non arriva la manualità, corre in soccorso il cervello, in questo caso sinonimo di cultura. È ciò che dimostra lo straordinario lavoro dell’architetto Andrea Pacciani. Appassionato di torniture ornamentali, si è dovuto scontrare con la realtà: i torni con cui nei secoli passati venivano realizzati quegli straordinari manufatti, diletto degli zar di Russia e dei re di Francia, non esistono più. Come fare allora? Pacciani è riuscito a ricreare quella magia utilizzando avanzatissime tecnologie figlie della stampa 3D. Le immagini parlano da sé. E il bello è che il digitale in questo caso non soppianta il manuale, ma lo supporta per innalzare i manufatti a un livello superiore. Sì, manufatti. Perché la macchina lascia spazio all’artigiano che attraverso strumenti e tecniche senza tempo regala loro un’anima. Manualità 2.0 che non manca, però, di meraviglia.

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