Mestieri d'Arte n°1

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Botteghe Storiche

dagli anni Trenta il laboratorio si specializza nella pittura su maiolica con riferimenti veristi, tardo liberty e déco

L’attuale bottega Ceramica Gatti ha una lunga storia caratterizzata dai vertici espressivi raggiunti con il pieno dominio delle tecniche più varie e difficili e dai dialoghi intessuti con esponenti del mondo dell’arte che a questo laboratorio hanno fatto, e continuano a fare, riferimento per opere che non poco hanno contribuito a far guadagnare alla ceramica un posto di rilievo nelle gallerie e nella manifestazioni d’arte più affermate. A ritroso: il capostipite. Nel giugno del 1928, Riccardo Gatti, classe 1886, apre una propria bottega dopo significative esperienze di lavoro e di studio. Ad attenderlo c’è una calda estate. Infatti, viene subito contattato da Giuseppe Fabbri, promotore e organizzatore di una produzione di ceramiche futuriste su disegni di Giacomo Balla, Mario Guido Dal Monte, Pippo Rizzo, Benedetta, Gerardo Dottori ed altri. Nel poco tempo a disposizione, la prima tappa sarà la Mostra Futurista dell’ottobre dello stesso anno a Faenza. Gatti esegue i bozzetti consegnatigli e si impegna in proposte personali con le quali partecipa, tra il 1928 e il 1929, alla Mostra d’Arte Futurista di Mantova e a quella dei Trentatrè Futuristi alla Galleria Pesaro a Milano. Anche per Gatti, come in tanti altri casi, l’adesione futurista è di breve periodo e già dai primi anni Trenta la produzione della bottega si divarica e si stabilizza in vari settori che

tore artistico dell’ENAPI, e con l’architetto Ennio Golfieri negli anni Sessanta. Dal 1972, anno della morte del fondatore, è il nipote e allievo Dante Servadei, unitamente al figlio Davide, a condurre operativamente e artisticamente una bottega che, con il viatico delle precedenti esperienze, registra sempre più significative accelerazioni verso una caratterizzante identità. Le tappe principali. Nel 1986, in occasione della mostra sul Futurismo allestita a Palazzo Grassi, vengono rieditati esemplari storici e successivamente, sempre a Venezia, vengono allacciati rapporti di lavoro con Paul Delvaux e Giuseppe Santomaso. Nel 1990 la bottega, in un clima locale particolarmente felice per la ceramica, esegue piccole serie d’autore in occasione dei mondiali di calcio, le opere di Ugo Nespolo per la personale sollecitata dalla Amministrazione Comunale e partecipa alla mostra L’apprendista stregone realizzando opere di Pablo Echaurren, Guido Strazza e Giuliano Della Casa. Nel programma di iniziative pubbliche seguono Enrico Baj (1991), Sebastian Matta (1992), Alberto Burri (1993) che lascia alla città il grande pannello Nero e Oro, Arman (1994) e Luis Cane (1995). Tutti artisti che si affidano alle capacità esecutive della bottega Gatti. Da queste date Davide Servadei inizia a muoversi in proprio nel mondo dell’arte e ne usciranno relazioni esclusive con Mimmo Paladino, Giosetta Fioroni e Luigi Ontani che con opere ceramiche organizzeranno importanti mostre personali. La bottega diviene un riconosciuto polo di riferimento per i tanti artisti che intendono dedicarsi alla ceramica magari a seguito delle sollecitazioni ricevute dalle esperienze qui accumulatesi nel tempo. Tra questi occorre citare Carla Accardi, Aldo Mondino, Ettore Sottsass, Dani Karavan, Agostino Bonalumi, Nicola De Maria, Sandro Chia, Alik Cavaliere, Salvo, Arnaldo Pomodoro, Mike Kelley, Tommaso Cascella, Ugo La Pietra e Giacinto Cerone. Tra i più giovani: Giovanni Ruggiero, Marzia Migliora, Mario Della Vedova, Vincenzo Cabiati e Antonio Riello. A fianco di queste collaborazioni, la bottega Gatti prosegue nello sviluppo delle tecniche che l’hanno resa famosa e nella progettazione di nuove serie oggettuali con l’apporto di Marta Servadei; nello spirito di costante ricerca che l’ha caratterizzata fin dalla sua fondazione.

Gio Ponti, Enrico Baj, Tommaso Cascella, Alberto Burri, Ettore Sottsass:

qui sono passati tutti i più grandi artisti dell’ultimo secolo, trovando sempre la materia delle loro visioni ARCOBALENO La Ceramica Gatti è una grande tavolozza creativa a disposizione della fantasia degli artisti che qui si rivolgono arrivando da tutto il mondo. www.ceramicagatti.it.

comprendono la riproduzione, la pittura su maiolica con riferimenti alternativamente veristi, tardo liberty o déco, una piccola plastica di gusto novecentista e una oggettistica d’uso con nuovi decori di successo quali «il melograno» e «la rondine». Sulle opere migliori la fanno da padroni i prediletti smalti a riflesso metallico che le rendono inconfondibili e fanno di Gatti un comprimario, assieme a Pietro Melandri, delle vicende moderne della ceramica faentina. Le collaborazioni, comunque, non si esauriscono e ne sono testimonianza i rapporti con Gio Ponti che contribuiranno all’accesso a varie edizioni della Triennale di Milano; con Carlo Corvi, con Giovanni Guerrini, diret-


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