Artigianato 47

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In questa pagina, dall’alto: sala da pranzo di modernariato, sul mobile a specchiera: portafoto, candele e centrotavola sudafricani, sul tavolo, impreziosito da un tappeto in damasco, pezzi da cucina in ceramica tunisina, alle pareti stampe di Mirò e Matisse; l’angolo riservato alle ceramiche siciliane: la scelta è caduta su artigiani che sono in grado di personalizzare le richieste, con propensione al design.

Nella pagina a fronte in alto, da sinistra: progetto dell’insegna e della facciata di un negozio “C’è Usato & Usato”; In basso, da sinistra: scorcio degli ambienti d’ingresso: sulla cassettiera in eclettico, sormontata da caminiera “Luigi Filippo”, l’oggettistica è di artigianato indonesiano e tunisino; un angolo della sala da pranzo, custodisce una credenza-dispensa incassata nel muro utizzata per accogliere piccole collezioni ed oggetti contadini d’uso quotidiano.

quelli di un antiquario. In un negozio “C’è Usato & Usato” si può trovare competenza di settore a garanzia del prodotto, ma nessuna pretesa di voler passare per antiquari; per cui il cliente ha un approccio con questa nuova realtà commerciale molto più rilassato, instaura con gli operatori un rapporto quasi “alla pari”, maggior fiducia e minore diffidenza nell'approccio con l'oggetto di antiquariato. Il lay-out Il lay-out di un punto vendita è studiato per sposare a pieno la filosofia del recupero intelligente. Ove possibile vengono lasciati intatti gli elementi caratteristici e caratterizzanti della location: vecchi pavimenti, volte in gesso, piccole lesioni, piccoli difetti in genere, evidente segno del passare del tempo. Innanzitutto, si è curato l'aspetto di una facile esportabilità a basso costo in qualunque regione d’Italia ed in qualunque contesto della città. I colori mediterranei “forti”, ma dati “a una sola mano”, consentono anche a vecchie pareti di ritrovare una nuova vitalità. Il giallo si sposa benissimo con le varie tonalità del legno, sino al nero dei mobili ebanizzati, mentre il rosso esalta le dorature di cornici e fregi. Tutto lo spazio espositivo risulta caldo, avvolgente e invitante. La disposizione delle ambientazioni, appositamente studiata secondo schemi piuttosto standard (benchè coi pezzi unici e non “di serie” tale operazione risulta abbastanza complessa), rende il contesto più

simile ad una abitazione che non ad un negozio; i salottini diventano angoli di convivialità con la clientela, eppure sono essi stessi merce in vendita. L’insegna, in legno a doghe e sovrastanti lettere in forex, risulta (così come i pannelli) abbastanza versatile e dimensionalmente adattabile, idonea ad essere inserita

anche sulle facciate degli edifici ubicati nei centri storici delle nostre città d'arte. Le vetrine, abbastanza ampie e volutamente piene di merce in posizione avanzata, offrono all'esterno scorci di ambientazioni di sfondo, tali da risultare addirittura sfocate, come sbiadite dal tempo, benchè, la forza dei colori adottati, venga fuori

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