Artigianato 47

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Nella pagina a fronte: Alik Cavaliere, “Non conosce la pace e non l’estima chi provato non ha la guerra prima”, Ludovico Ariosto, Orlando Furioso (canto 31°), pastelli su carta telata, 1993/1994, cm. 310x358 (foto Maria Mulas). In questa pagina: Alik Cavaliere, “Duello tra Ruggero e Rodomonte” 1994, ottone e rame, cm.260x135x100 (foto Walter Miralo).

pensare e il cambiamento nel modo di concepire la realtà tutta. Nel nuovo mondo, nel suo tempo come nel nostro, nulla è immobile e ogni riferimento si sposta, dando luogo a scenari inediti e a contraddizioni palpabili. L'Ariosto rivisita la propria epoca nel poema senza un accenno esplicito alla realtà estraniante e complessa dei nuovi mondi; eppure sullo sfondo delle vicende narrate aleggia il mare, che collega i luoghi delle battaglie; donne, cavalieri, armi e amori divengono pretesti per la libertà del poeta, che con impareggiabile ironia mette in dubbio i valori acquisiti e le coordinate tradizionali della vita e del romanzo cavalleresco, “mandando or questo or quel giù nell'inferno a dar notizia del viver moderno". Questa eccezionale capacità di intuire e rendere nell'arte le trasformazioni della sua epoca, scorrono ai nostri occhi in parallelo alle riflessioni del grande scultore Arturo Martini, generando “opere che la gente guardandole scopre di aversi senza accorgere cambiati gli occhi”. Nel lavoro di Cavaliere, Ariosto si fa dunque metafora del fare artistico, inteso come maniera per pensare il proprio presente, e a confrontarsi con lui su questo stesso terreno. Un tema, quello dell'artista a confronto con se stesso e con la propria epoca, che ritroviamo come un filo (forse fisicamente

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