Artigianato 77

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L’interno del negozio 67eco-friendly fashion shop. In esposizione creazioni Ricic-labò

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In altri parti d’Europa è una realtà consolidata. In Italia la moda critica si sta affermando solo in questi ultimi anni grazie allo spirito responsabile e a una ferma consapevolezza della necessità di percorrere nuove vie da parte di giovani stilisti e designer che hanno saputo e sanno interpretare le esigenze di un certo mercato, in controtendenza rispetto ai processi di globalizzazione. L’affermazione del critical fashion, insomma, dipende da due fattori: da una parte la domanda di una fascia sempre più larga di consumatori attenti – anche nel vestire – non solo alle tendenze e all’estetica, ma anche alle qualità etiche di abiti e accessori; dall’altra la capacità di alcuni stilisti emergenti di interpretare questa esigenza e di creare brand alternativi ai marchi globali del fast fashion. Mai come in questi tempi – così concentrati sull’immagine e l’apparenza – “l’abito fa il monaco”, nel senso che veramente acquista un valore culturale e simbolico: segno di omologazione per chi sceglie il più sfrenato consumismo e – al contrario – espressione della propria identità culturale, dei propri valori per chi abbraccia una moda artigianale, “certificata” nei processi di produzione, di filiera corta, di capi unici. In questo senso la moda critica si afferma come vero e proprio stile, oltre i modi e le mode. È proprio in tale contesto, non privo di contraddizioni e di nodi da


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