Artigianato 73

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Gaetano Pesce, “UP5” riedizione in argento, B&B Italia, 2009.

già messi in luce da Guglielmi, che ha descritto quest’ultima edizione come una sorta di cartina di tornasole per identificare chi siano gli attori veramente in grado di esprimere qualcosa, di far fronte alla crisi. Meno prodotti, ma migliori: una scelta che si è tradotta in progetti più sobri, più vicini a quelle “cose giuste, vere, naturali, semplici” di cui parlava Gio Ponti. Patricia Urquiola, una dei designer più talentuosi del contemporaneo panorama internazionale, ha dichiarato sempre al Sole 24 Ore che “la creatività e l’intuizione diventano qualcosa di reale, di effettivo, se c’è uno spazio adeguato per realizzarle. Di questi tempi, dico che il rigore è la cosa più preziosa che io abbia imparato dagli architetti milanesi”. Il rigore, insieme alla curiosità, a una grande energia e a un’attenzione sempre più pervasiva alle tematiche

ecologiche è infatti emerso come uno dei trend più rilevanti: non come improbabile ritorno al minimalismo, ma come una chiara volontà di eliminare ciò che non è essenziale senza rinunciare al piacere dei colori, alla novità delle forme e al senso di ammirazione che ci si aspetta di fronte alle grandi opere di design. Opere che nascono dalla fertile unione tra le menti dei creativi e le mani degli artigiani. Sobrietà. La collezione 360° di Konstantin Grcic per Magis è l’epitomo di questo rinnovato bisogno di un design più sobrio, quasi scaleno: niente formalismi, solo concetti, progetti e perfezione funzionale. Dalle forme purissime che Arik Levy ha disegnato per Swarovski, lavorando su forme molecolari e tagli nitidi, alle proporzioni perfette del letto Lakki di Piero Lissoni per Porro; dal tavolo Adelchi, preziosa proposta

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