Artigianato 57

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MAT E R IALI

& TECNICHE di Achille Casanova, per Aemilia Ars,opera di produzione Fratelli Minardi,Faenza, 1904, collezione del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.

ceramica: il tornio. Questo strumento, in alcuni casi, ha dato vita ad una identificazione tra il ceramista e il torniante. Il tornio è un supporto di forma circolare che viene fatto girare su se stesso a diverse velocità.Il blocco d’argilla viene posato sul piano e modellato durante la rotazio-ne, sfruttando questo movimento. Con questo sistema venivano prodot-te in passato quasi tutte le suppellettili ceramiche: ciotole, piatti, brocche, bicchieri, ecc. Oggi gli oggetti d’uso comune sono solitamente pro-dotti a stampo o a pressione, mentre il tornio serve per la realizzazione di pezzi unici o di serie limitata. Viene usato in particolare da coloro che vo-gliono mettere in evidenza la produzione manuale dell’oggetto. La divisione attuale delle competenze fa sì che tale attività sia oggi prerogativa pressoché esclusiva dei tornianti, cui si rivolgono i ceramisti per commissionare oggetti e forme nelle quantità desiderate. Purtroppo questo ha comportato di converso una sensibilità fortemente diminuita nei confronti dell’aspetto plastico delle forme.Ciò ulteriormente accentuato da un mercato sempre più incompetente nello scegliere e nel giudicare la qua-lità dei manufatti, sovrastato, spesso, dal solo desiderio di possedere, senza un vero interesse rivolto a comprendere l’essenza dgli oggetti. Il sistema più sofisticato che consente di piegare la ceramica ai propri desideri formali, qualunque essi siano, è lo stampo o “tecnica a colaggio”. Gli stampi possono essere di vari materia-li, ma principalmente sono realizzati in gesso o in silicone, materiale che consente di ottenere stampi flessibili. Il decoro della superficie ceramica avviene con sistemi diversi: - la colorazione sovrapposta agli oggetti; - le terre colorate, ottenute attraverso l’impasto di terre di colore diverso;

- la texture ottenuta attraverso la sovrimpressione di superfici a rilievo; - le terre colorate con la forma applicativa dell’ingobbio sull’oggetto finito con la sovrapposizione della materia per immersione, a pennello o a spruzzo; - l’inserimento, durante la cottura, di disparati materiali che si fondono e lasciano le tracce cromatiche più diverse sull’oggetto, che spesso viene ottenuto per cotture successive; - il lustro: una tecnica che si ottiene “per riduzione”, ossia applicando sulle superfici ossidi metallici in terza cottura e chiudendo le prese d’aria del forno;

- il “raku”: una tecnica di derivazione giapponese che prende il nome dalla famiglia Raku, e prevede la realizzazione di prodotti che sono perfetti. Questa tecnica, che consiste nell’ottenere il pezzo con una forte ed improvvisa escursione termica, è stata adottata in Italia da vari ceramisti ma, purtroppo, anche da molti hobbisti per giustificare, a differenza di quelli giapponesi, prodotti mal fatti. A fine cottura i pezzi vengono estratti dal forno incandescenti ed immersi nell’acqua fredda. Esistono alcune altre tecniche ma o sono di minore importanza, o pochissimo usate.

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