S E G N A L A Z I O N I Rivière collabora e realizza progetti con Bruno Munari e Luigi Veronesi, maestri nel lavoro e amici nella vita. Nel 1967 inizia la sua attività indipendente e nel 1972 presenta i suoi gioielli alla Triennale di Milano a un concorso in cui gli viene assegnato il primo premio. La voglia di esplorare nuovi materiali e loro potenzialità espressive lo portano a utilizzare dapprima l’argento, cui accosterà il ra-me, l’oro e pietre preziose dando vita a gioielli complessi, simboli del legame tra intelletto e impulso creativo, affascinanti miniature di un universo nascosto. Le sue creazioni si possono ammirare a Milano in spazi suggestivi curati personalmente dall’artista. Rosanna Del Prete “A partire dalla forza espressiva e dalla densità sensoriale dei materiali, spesso associati alla scrittura come metafora della memoria, cerco dei riferimenti personali e collettivi. Fisso le tracce e documento le stratificazioni di una società nella quale la velocità del movimento e del tempo aumenta sempre di più. La fecondità dell’innovazione scientifica e tecnica cancella rapidamente il passato, lasciando un senso di vuoto e sradicamento. Contrappongo l’intensità simbolica e la vitalità dei materiali se-
“Albero ferito” di Rosanna Del Prete.
gnati dalle tracce dell’uso e del tempo al vuoto dell’oblio di un passato recente che non ha avuto il tempo di depositarsi nella memoria collettiva. L’economia della cultura rurale era basata sul risparmio e riciclo totale. In questo contesto sociale il rispetto quasi sacro degli oggetti determinato dal bisogno e dalla povertà permetteva una coabitazione eqilibrata con l’ecosistema. Gli oggetti erano preziosi perché rari, e dall’economia delle risorse dipendeva la sopravvivenza.
metalli co-me il rame, l’ottone, il bronzo, il fer-ro... Determinante per la sperimentazione artistica è l’utilizzo degli ob-jects-trouvés: scarti industriali o elementi naturali corrosi dal tempo”. Dal 4 al 18/12/04, presso Aemilbanca a Pianoro (BO), presenterà sculture, bozzetti e gioielli nella personale “Metallo” con sottotitolo “saldato cu-cito schiacciato fuso corroso tranciato piegato laminato scartato”... Eva Bozzi “A conti fatti” di Rosanna Del Prete.
Bassorilievo in legno stuccato bianco contenente un oggetto-gioiello di Emanuela Bergonzoni.
Paradossalmente oggi gli oggetti non sono più preziosi perché sono abbondanti, ma per sopravvivere dobbiamo ripensare al nostro rapporto con essi. E allora esploro l’estetica nata spontaneamente nella cultura rurale, e utilizzo la stessa logica nella realizzazione dei miei quadri. Il nostro rapporto agli oggetti si è banalizzato e impoverito. Guardo con stupore le possibilità di trasformazione che essi hanno, cerco di ridargli valore offrendogli un’altra vita e un’altra funzione.” EMANUELA BERGONZONI L’artista emiliana ha da sempre coltivato la sua grande passione per i gioielli e la scultura sia attraverso gli studi sia con l’attività pratica artigianale quale stilista e modellista in aziende orafe e di moda nel settore degli accessori preziosi. Questa passione, divenuta preminente su altri suoi interessi artistici quali la fotografia e la grafica, l’ha portata a partecipare negli anni a diverse collettive, in cui ha esposto le sue sculture, realizzate spesso con materiali e metalli di recupero che utilizza modulandone i cromatismi e le luci, e i “gioielli-scultura”, dei quali nel 2002 a Bologna presenta un progetto di ricerca, e le sue motivazioni, intitolato “frammenti di scultura da indossare”. Emanuela scrive del suo progetto: “Il gioiello-scultura è un vero e proprio oggetto d’arte che non merita di essere chiuso nel buio di un cassetto; prendere in considerazione questo problema significa credere nel suo valore come opera d’arte... Dopo vari tentativi sono approdata a queste strutture in bassorilievo di legno stuccato bianco, ciascuna conforme all’oggetto-gioiello che dovrà ospitare. Con un semplice gesto è possibile dividere l’ornamento dalla struttura-madre per indossarlo”. E del materiale usato per le strutture portanti dice che “è in pre-valenza argento. Ai fini del progetto artistico vengono usati altri
ANTONIO MONTI La bottega artigiana di Antonio Monti a Lacco Ameno è una tra le più antiche borsetterie e cesterie italiane: è nata infatti nel 1865 dall'estro e dall'abilità creativa della bisnonna, che tramandò agli eredi i segreti della lavorazione della rafia. Nel 1945 la famiglia Monti produsse nuove armature di ferro su cui modellare e ricamare i cestini di paglia con la rafia, veri gioielli simili ai vecchi merletti, che rilanciarono l’artigianato di Ischia nel mondo. Le donne dell’isola hanno lavorato per decenni la paglia, intrecciando oltre a cestini, borse, cappelli, anche altri oggetti per la tavola, la casa e l’abbigliamento. Oggi Monti, continuando la tradizionale arte dell'intreccio e del ricamo in rafia, produce nel suo laboratorio oltre 12.000 pezzi all’anno. (e.b.) Tre modelli di eleganti borse intrecciate nel laboratorio artigiano di Antonio Monti.
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