Artigianato 54

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più “alla moda” sono il calligrafico naturalistico, quelle derivanti da esempi persiani e lo stile detto “ad animali risparmiati” con cervi, capre e cavalli che emergono a risparmio dal fondo bianco. Coerentemente allo sviluppo dei fasti genovesi anche la narrazione si complica, finchè la superficie del manufatto non viene completamente occupata da complesse scene mitologiche storiche o religiose. Nel corso del settecento infine, il blu perderà il suo ruolo di protagonista e agli stili orientaleggianti si aggiungeranno quelli di derivazione francese, maggiormente consoni all’estetica “rococò”. Completano la sezione una decina di dipinti di scuola genovese del ’600 in cui si ritrovano manufatti ceramici riprodotti. Albisola Superiore Museo Manlio Trucco “Tra ’800 e ’900. Artefici e manifatture” Visibili in quella che fu la casa del ceramista Manlio Trucco, una serie di prodotti che hanno il pregio di aver rivitalizzato il mercato ceramico, entrato in crisi alla fine del XVIII secolo. Il periodo

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è caratterizzato dalla produzione di stoviglie “a buon mercato” (la più diffusa è quella nota come taches noires, seguita dalla terraglia nera e dalla ceramica “gialla e nera”) che incontrano grande fortuna anche nei ceti più elevati, fino ad essere esportate in varie parti del mondo (dal sud della Francia all’America), ispirando a loro volta produzioni locali. Il ’900 segna il ritorno alla maiolica con i prodotti dei Piccone e dei Poggi prima e quelli della nota fornace dei F.lli Folco poi. Nel 1903 Bepi Mazzotti fonda l’omonima casa, cui seguono, negli anni ’20, l’Alba Docilia di Mario Gambetta, la Casa dell’Arte di Angelo e Giulio Barile e la Fenice di Manlio Trucco. Quasi tutti i ceramisti si confrontano con lo stile “antica Savona”, scoprendosi bravi imitatori e contraffacendo addirittura le marche. Vado Ligure Villa Groppallo “L’esperienza della manifattura Rèvol” Nel 1897 il francese Gustavo Rèvol fonda una fabbrica a Vado Ligure, rilevata nel 1901 dalla Richard Ginori. Per la prima volta viene esposta al pubblico la produzione della fabbrica (chiusa nel 1913):

zuppiere, stoviglie, veilleuse e servizi per la tavola delle bambole, con il tipico decoro a fiorellini raccolti in festoni e ramoscelli blu eseguiti a tamponatura sul fondo. Albissola Marina Villa Faraggiana “I grandi artisti del Novecento” Nell’affascinante cornice di Villa Faraggiana vengono presentati quei manufatti realizzati dai grandi artisti internazionali, giunti per sperimentare la fama tecnica dei ceramisti albisolesi, coniugando il piacere del lavoro nei “forni aperti” (messi a disposizione degli artisti) agli svaghi offerti dalla cittadina balneare, nel pieno della sua fioritura turistica. I momenti fondamentali di quest’epoca sono due: gli anni ’30 del secondo futurismo grazie alla presenza carismatica di Marinetti e gli anni ’60, in cui Albissola – come afferma Crispolti nel catalogo – vive una delle congiunture più feconde nella vicenda della ceramica italiana ed europea del XX secolo. Il blu della tradizione permane quale libera scelta creativa per artisti come Lucio Fontana che, con altri, nel 1954, partecipa agli importantisimi “Incontri Internazionali di Ceramica”


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