ARTE SACRA di Armando Marrocco
È
trascorso più di mezzo secolo da quando, nel Salento, iniziai a trasformare la materia grezza in opere di ornato: marmo, pietra leccese, legno, mosaico. A Galatina, mia città natale, nella bottega di un maestro scalpellino ho appreso quelle norme che ancora oggi mi aiutano a risolvere i molteplici problemi che emergono nella scultura, nella pittura, nell’affresco. Alla mia origine formativa, di matrice artigianale, seguirono gli studi artistici alternati al lavoro. Nei primi anni Sessanta, su suggerimento di Lucio Fontana, che conobbi nell’anno 1959, lasciai l’insegnamento presso l’Istituto d’Arte di Lecce e mi trasferii a Milano, dove ebbi la possibilità di approcciarmi anche ad esperienze di architettura, ingegneria e urbanistica. Erano gli anni della sperimentazione, della ricerca, dell’entusiasmo, oggi ancora vivo, della cinetica, dell’optical, dell’arte programmata, della matematica. Nel 1966 a Milano, alla Galleria Rizzatto-Whitworth, ora Galleria Diagramma, presentai una personale dal titolo “Gli spazi multipli di Marrocco”, opere concepite sul sottile rapporto arte-scienza, realizzate con oggetti trasparenti e arte elettronica, sculture in acciaio speculare: strutture pulite, nitide, terse, volumetricamente perfette nella geometria degli elementi. Opere d’arte di alto artigianato. In questo linguaggio seguirono altre esposizioni, saggi critici, premi notevoli come il “Silvestro
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Genesi di un’opera
Un’esperienza sacro-spirituale raccontata da un artista scultore attraverso le varie correnti artistiche degli ultimi quarant’anni