Artigianato 50

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AZIENDE di Cristiana Di Nardo

Antonio Berdondini ebanista in Faenza

La storia di Antonio Berdondini tra gli anni ’30 e ’50 e la sua eredità progettuale e fattuale in una pubblicazione curata da Ugo La Pietra

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utto nasce dalla volontà della famiglia, il figlio Gianpaolo e i nipoti Antonio e Angela Berdondini di rivolgere una particolare attenzione e rilettura all’opera di Antonio Berdondini il quale, con il proprio ingegno ed il proprio lavoro, rappresenta la tradizione su cui oggi si fonda il successo della Ditta Berdondini. Questa attenzione ha portato alla rilettura del percorso storico e di operatore nel settore del mobile di Antonio Berdondini da parte di Ugo La Pietra, attraverso la monografia “Antonio Berdondini ebanista in Faenza”, recentemente presentata presso la libreria Archivolto di Milano dallo storico Anty Pansera. Ugo La Pietra ha già più volte, in passato, guardato con attenzione agli anni che vanno dallo stile ’900 ad oggi, con le sue monografie su Gio Ponti, (Rizzoli, 1985) e Guglielmo Ulrich (Electa, 1993). Anche in questo caso l’autore cerca di individuare le matrici storiche (l’area di produzione del faentino) e le motivazioni personali in cui si è sviluppata la lunga storia di questo artista-artigiano. Il libro è quindi uno strumento per far conoscere il lavoro di Antonio Berdondini, impegnato per molti anni nella creazione e nella realizzazione del mobile e che successivamente negli anni si affermerà anche come imprenditore.

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Inoltre la lettura del libro ci porta alle radici della grande tradizione italiana della lavorazione del mobile (proto design). Tradizione che si è espressa, all’inizio del secolo, in diverse aree (Faenza, Cantù, Bovolone, Todi, Firenze, Saluzzo, ecc.) in cui la cultura materiale ed in particolare la lavorazione

del mobile ha avuto uno sviluppo tale da garantire il passaggio dalla bottega artigiana alla piccola impresa, ciò che rappresenterà la base produttiva e culturale per l’affermazione a livello internazionale del design italiano. Il libro è quindi uno strumento pensato per far avvicinare il lettore al lavoro dell’artistaartigiano Antonio Berdondini, la cui dimensione creativa è riconducibile a certi modelli estetici e culturali che hanno spesso caratterizzato l’immagine di un’epoca (soprattutto il succedersi del gusto attraverso la produzione del mobile). Inoltre il libro presenta un particolare percorso progettuale: i nipoti, Angela e Antonio, non solo hanno rivalorizzato l’archivio storico del nonno, ma hanno voluto trovare una sorta di continuità tra le opere storiche e una nuova collezione di mobili. È nata così una serie di oggetti, progettati e realizzati attraverso una attenta rilettura di progetti storici e una complessa operazione fatta di citazioni. Citazioni di tipologie, forme e materiali che Antonio Berdondini ha saputo sviluppare proponendo una collezione di mobili chiaramente riferibili a quel periodo che passa sotto il nome di “razional-monumentalismo”, periodo che ebbe la sua maggiore fortuna verso la fine degli anni ’30 e i primi anni ’40. Il libro quindi documenta questa


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