Il gioco delle tre carte

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maggio_2009

17-05-2009

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DAL MONDO

IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO

“OSCAR ROMERO”

Alle frontiere dell’Europa si muore. Ne sanno qualcosa coloro che, spinti da bisogni diversi, tentano di attraversarle clandestinamente. Si muore annegati in mare o soffocati nei container. Si muore di sete nel deserto o assiderati tra le nevi dei valichi montuosi. Si muore dilaniati dalle mine o colpiti dal fuoco della polizia di frontiera.

FORTEZZA EUROPA o ancora vivo il ricordo dell’ultimo drammatico naufragio avvenuto nel Mediterraneo a fine marzo. Le autorità libiche parlavano di almeno 300 dispersi e 23 superstiti. Almeno 21 cadaveri, tra i quali quelli di alcune donne, erano stati recuperati dal mare. Altre fonti affermavano che i cadaveri recuperati erano 100 e i dispersi in mare più di 245. Certo, il valzer delle cifre conta poco, perché è già “dramma” quando una sola persona perde la vita. Tuttavia, quest’ultima sciagura è una delle più gravi tra quelle verificatesi nel canale di Sicilia e, a mio avviso, merita di essere letta in un quadro più vasto e globale del fenomeno immigrazione europea. Per questo pongo alla vostra attenzione il blog Fortress Europe – http://fortresseurope.blogspot.com – interamente

si riferiscono agli ultimi vent’anni. Nel Canale di Sicilia sono morte almeno 3.163 persone, lungo le rotte che vanno dalla Libia e dalla Tunisia all'isola di Malta, alle isola di Pantelleria e Lampedusa e alla costa della Sicilia, ma anche dall'Egitto e dalla Turchia alla Calabria. Più della metà (2.085) sono disperse. Altri 125 giovani sono annegati navigando dall'Algeria alla Sardegna. Nel Mar Egeo, dirette in Grecia, lungo le rotte che vanno dalla costa occidentale della Turchia alle isole greche di Hiyos, Lesvos, Samos, Kos, Leros e Rodi – ma anche dall'Egitto a Creta e a Cipro – hanno perso la vita almeno 1.072 persone, tra i quali si contano 592 dispersi. Gli arrivi sulle isole greche stanno aumentando. Verso Spagna e Canarie, lungo le rotte che vanno dal Marocco e

“dedicato alla memoria delle vittime dell'immigrazione clandestina e alla denuncia dei crimini commessi alla frontiera contro migranti e rifugiati”. Il blog “contiene un’aggiornatissima rassegna stampa che dal 1988 ad oggi fa memoria delle vittime della frontiera: 13.761 morti documentate, tra cui si contano 5.444 dispersi”. Dal blog ho estrapolato, in forma riassuntiva, i testi che seguono. I dati

dall'Algeria alle coste andaluse e alle Baleari, e dalle coste atlantiche dell'Africa alle isole Canarie sono morte almeno 4.402 persone, di cui almeno 2.234 dispersi. Nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e le coste della Puglia, sono morte 603 persone, delle quali 220 disperse. Negli ultimi anni queste rotte sono state abbandonate. Viaggiando nascosti nei tir hanno

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perso la vita in seguito a incidenti stradali, per soffocamento o schiacciati dal peso delle merci 352 persone in Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Turchia, Inghilterra, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna e Ungheria. Il mare si attraversa anche sui mercantili, nascosti nella stiva o dentro i container. Succede sia sulle brevi tratte – tra la Grecia e l'Italia, tra la Francia e la Gran Bretagna, e tra il Marocco e la Spagna – , sia sulle rotte a lunga percorrenza, dall'Asia e dall'Africa verso le Canarie nell'Atlantico, verso la Francia, il Belgio e i porti del Baltico. Le condizioni di sicurezza restano bassissime: almeno 153 le vittime documentate. Il deserto del Sahara, passaggio obbligato, è più pericoloso del mare. Il grande deserto separa l'Africa occidentale e il Corno d'Africa dai Paesi del Mediterraneo (Libia, Tunisia, Algeria e Marocco) da dove è facile imbarcarsi clandestinamente per l'Italia e la Spagna. Nel deserto, sulle piste del Sudan, del Chad, del Niger, del Mali, della Libia e dell’Algeria dal 1996 a oggi sono morte almeno 1.691 persone. Almeno 112 persone sono morte di freddo percorrendo a piedi i valichi della frontiera, soprattutto tra Turchia, Bulgaria e Grecia. Ma anche tra Slovenia e Italia; tra Italia e Svizzera; tra Ucraina, Slovacchia, Polonia e Germania, e tra Ungheria e Austria In Grecia, al confine nord-orientale con la Turchia, lungo il fiume Evros, esistono ancora i campi minati, installati dopo la crisi di Cipro, nel 1974. Dal 1990 almeno 92 persone sono rimaste uccise tentando di attraversare a piedi il confine. Le forze dell'ordine hanno ammazzato almeno 207 persone Grecia, Francia, Germania, Belgio, Cipro, Spagna, Slovacchia, Slovenia, Austria,

Svizzera, Marocco, Libia, Egitto. Le forze di sicurezza egiziane continuano a sparare e ad uccidere lungo la frontiera con Israele, nella penisola del Sinai. A Parigi, tra il 2002 e il 2003, la polizia francese ha ucciso 2 uomini che si erano rifiutati di salire a bordo dell'aereo di linea Air France su cui dovevano essere espulsi. Lo stesso è successo in altre 6 occasioni in Germania, Belgio, Svizzera, Spagna e Austria. Sono almeno 208 le vittime dei fiumi frontalieri, la maggior parte alla frontiera tra Polonia e Germania, dove in 70 sono annegati nelle acque dell'Oder e del suo affluente Neisse, lungo cui corrono i 470 chilometri della frontiera tra i due Stati. Nel Sava, al confine tra Bosnia e Croazia, hanno perso la vita 33 persone. Altre 30 sono morte nelle acque dell'Evros tra Turchia e Grecia e 21 nel Morava, tra Slovacchia, Repubblica Ceca e Austria. Oltre a questi dati, il blog contiene approfondimenti di vario genere, reportage, documentazioni fotografiche, kit per le scuole. Materiale prezioso per chi intende informarsi, conoscere le ragioni di persone che fanno scelte drammatiche per fuggire da situazioni altrettanto drammatiche come guerre, violenze, povertà. E, permettete che lo dica con chiarezza, un blog così contribuisce anche ad arginare l’ignoranza di chi non capisce la “globalità” del fenomeno immigrazione e pretende di risolvere la questione con la chiusura del “fortino Europa” o, peggio ancora, con la criminalizzazione degli stranieri che vi cercano rifugio. Vedi l’assurda istituzione delle ronde cittadine e l’aberrante negazione del diritto alle cure mediche degli immigrati. Buona lettura a tutti. Gianni Albanese


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