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ANNI SENZA

LEANDRO Il 17 febbraio 1981 moriva Ezechiele Leandro: artista poliedrico capace di spaziare dalla pittura alla scrittura alla scultura. Abbiamo incontrato Antonio Benegiamo, nipote di Leandro, per ricordare la figura dell’artista. A trent’anni di distanza, cosa pensi sia rimasto della sua opera? Della sua opera è rimasto tantissimo (e, credimi, pochi immaginano veramente quanto), specie in termini di qualità e dimostrazione di genialità nel fare Arte. Non a caso uso il termine “genialità” e d’altro canto tu come considereresti un Artista che ha fatto del “riciclaggio” la sua filosofia? Negli anni Cinquanta scriveva “un giorno con la spazzatura si farà l’energia e io con la spazzatura ho realizzato opere d’Arte”. Peccato che di una delle sue più grandi opere (il Santuario della Pazienza) resterà ben poco. Ma questa è la sconfitta del territorio, non della sua Arte.

casa-museo, delle opere e della figura dell’artista, hanno qualcosa di concreto in cantiere? No, a tutt’oggi non è previsto nulla e questo dimostra esattamente ciò che dicevo prima. Nel contempo, però, le opere di Leandro sono richieste in mostre importanti sia in Italia che in Europa e nel mondo, basta navigare un po’ in internet per verificare; lo dimostra il fatto che i collezionisti sono in gran fermento (cosa facilmente verificabile)… Anche questo Leandro lo aveva predetto e anche questo rimane della sua opera.

Di seguito, ripubblichiamo l’articolo su Leandro che il prof. Ennio Bonea scrisse per il primo numero del nostro giornale nel febbraio 2002

CON IL PARADISO NEL CUORE di Ennio Bonea

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Leandro era ed è apprezzato da critici e appassionati di tutto il mondo. Eppure il rapporto coi suoi concittadini, da vivo, non è stato sempre facile: spesso irriso, quasi sempre sottovalutato. Cosa credi che pensino ora i sancesariani di lui e della sua opera? Non penso sia cambiato molto e lo dimostra il fatto che né i cittadini né la classe dirigente dimostrino interesse per la “storia” di questo territorio, che poi è la loro “storia”. Ci sono iniziative previste per questo anniversario? Le istituzioni, che spesso hanno dichiarato volontà di tutela e rilancio della

Periodico di politica cultura società Anno X n. 1 - Febbraio 2011 ISCRITTO AL N. 792/2002 DEL REG. STAMPA DEL TRIB. DI LECCE

Direttore responsabile: Giancarlo Greco. Hanno collaborato: Andrea Rollo, Antonella Perrone, Aristodemo De Blasi, Cristian Nobile, Enrico Tortelli, Gianni Nobile, Giuliana Scardino, Giuseppe Nobile, Lucia Luperto, Luigi Pascali, Marco Pezzuto, Paolo De Blasi, Paolo Gargiulo, Paolo Taurino, Pierpaolo Lala. redazione: via Umberto I, 65 - San Cesario di Lecce e-mail: redazione@alambicco.com internet: www.alambicco.com facebook: www.facebook.com/redazione.alambicco Distibuito gratuitamente a San Cesario, Cavallino, Lequile, San Donato Stampato presso: S.& G. Grafiche - Galugnano (LE)

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uando ripenso a Ezechiele Leandro lo rivedo, come fosse ieri, quando venne a trovarmi in redazione de “La Tribuna del Salento”, scamiciato, con una grande corona di capelli bianchi e lunghi per parlarmi di due mostre da tenere contemporaneamente a Lecce. Mi fu subito simpatico, anche per questa stranezza che, per lui, era normale: “Sono due mostre uguali, ma con quadri diversi”, mi disse e non mi parve pazzo, come dicevano i suoi compaesani. Si lamentava spesso di questo fatto, quando diventammo amici. Specie quando andavo trovarlo al “Santuario della pazienza” nel quale aveva costruito nientedimeno che l’Inferno e il Purgatorio; come Dante l’aveva fatta a suo modo. E il Paradiso? Gli chiesi. Ce l’ho nella mente e nel cuore, non si può fare di pietra, mi rispose. Non sono mai riuscito a sapere come si decise a diventare artista, in modo globale. Era pittore, per lo più monocromo; talvolta il rosso predominava; ed ho un quadro policromo magnifico; raro nel suo modo di esprimersi. Non aveva nessuna estetica, cioè un riferimento modulare o modellare. Faceva mostri e figure mostruose, perché riteneva di “fare” gli uomini “di dentro”. Sono brutti come il peccato e li rappresento come sono nei sette vizi capitali! Il concetto contrastante del bello e del brutto equivaleva al buono e al cattivo, perché la sua concezione filosofica, era essenzialmente morale e il morale era il religioso. Un grande guazzabuglio se si guarda alla “norma”; ma Ezechiele era senza norma, ma con un alto senso del “dovere”; nei rapporti con gli altri uomini la bontà era l’unico modo di comportarsi. Scriveva e pubblicava, applicando, senza conoscerla, la teoria del grande linguista americano, uno dei capi mondiali dei no global, Noam Chomsky, il quale sostiene che esistono due modi di esprimersi: quello semantico, che prescinde dalla grammatica; l’altro sintattico che basa l’espressione sulla costruzione grammaticale della frase e del periodo, la sintassi. L’uomo non era umile, pur senza essere superbo; aveva una dignità umana che lo vedeva mortificato per il mancato riconoscimento che soprattutto i suoi compaesani gli negavano, diceva di sentirsi meritevole per le sue qualità artistiche di creatività istintiva. Egli era felice della definizione che gli avevo dato di “primitivo”, come sentirsi uomo delle origini, e non era del pari contento di sentirsi chiamato “naif” come se fosse seguace di qualcuno. L’artista era eccentrico nella originalità espressiva; esagerato ed esuberante per la molteplicità dell’essere pittore, scultore, scrittore, disegnatore.

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