Catalogo AUTOFOCUS 7

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Giuliana STORINO Caduta libera

a cura di olga gambari


presenta

Giuliana STORINO

Vincitrice del premio Autofocus 7 per il progetto espositivo

“Caduta libera” Francesca ARRI

Vincitrice del premio Autofocus 7 per la performance

“Le guerre degli altri (Peacekeeping)” a cura di olga gambari Torino spazio VANNI / Showroom Baricole

Piazza Carlo Emanuele II, 15/A (Piazza Carlina) 19 novembre 2015 - 9 gennaio 2016 Testi

Olga Gambari Alessandra Girardi

Catalogo a cura di Alessandra Girardi

Progetto grafico Anna Brunello

| Si ringrazia per la collaborazione e il patrocinio il GAI

e in particolare Patrizia Rossello, Luigi Ratclif e Paola Picca per la fattiva partecipazione e i preziosi consigli || Un ringraziamento speciale a Olga Gambari per l’impegno, sempre professionale e appassionato, e la sensibile guida ||| Grazie a Barbara Tresoldi, Giovanni Messina per la disponibilità, a Salvatore Cascino e Davide Nicastro per il concreto aiuto all’allestimento degli spazi Autofocus 7 è il concorso di arte giovane promosso da VANNI occhiali www.vanniocchiali.com/arte-giovane www.facebook.com/autofocus.artegiovane


Giuliana

STORINO “Caduta LIBERA” Installazione, scultura, tele, carte, dimensioni variabili. I lavori di Giuliana Storino si sviluppano su dicotomie, semplici ed efficaci, che rapprendono in maniera sintetica un profondo senso esistenziale, a livello concettuale così come materico, organico. Te r r a e a c q u a, s t a t i c i t à e movimento, vuoto e pieno, p r o g e t t o e a z i o n e, v o l o e caduta, pensiero e materia, leggerezza e peso. Questo risultato è frutto di un percorso di ricerca ed elaborazione attraverso cui l ’artista ha sviluppato il pensiero e la pratica. E la resa estremamente raffinata e impalpabile del suo lavoro, letteralmente “ fatto di terra”, ne è conferma. Carte e tele presentano microcosmi di materia terrosa polverizzata, che si addensa e condensa in composizioni pittoriche e scultoree, traccia di vere e proprie azionI performative. Giuliana prende il terreno, lo setaccia e poi lo fa cadere su supporti dove nebulizza dell’acqua, in una sequenza di stratificazioni dove la sua e n e r g i a f i s i c a, c o s ì c o m e la forza di gravità della caduta del materiale stesso e del particol ato acqu eo, assumono un ruolo attivo determinante.

La m a t e r i a è s o t t o p o s t a a un processo alchemico di trasformazione circolare tra gli stati di materializzazione e di smaterializzazione. Poi fisica, chimica e altre condizioni c o n t i n g e n t i f a n n o i l r e s t o, collaborando a realizzare il lavoro. Con una percentuale importante riconosciuta al “caso”, compresa, però, all ’interno di una struttura progettuale per fettamente determinata a priori. Un processo creativo e generativo che assomiglia a un rito, di cui l ’artista non è protagonista esclusivo, perché la vita, in forma di dettagli che si rivelano nel tempo dell ’accadimento, entra in g i o c o. O p e r a v i v a q u a n t o mai, quindi. E documento di memoria.

olga gambari


TESSUTO STELLARE, 2014, terreno sedimentato su carta, dimensioni 35x25 cm


IDENTICA VISIONE, 2015, installazione ottone, due denti del giudizio, terreno sedimentato su tela, dimensioni ambientali


BUCO D’ACQUA, 2015, 15 di 50 esemplari, terreno sedimentato e stagno su carta, dimensioni 120x150 cm



RUMORE DI FONDO, 2012, terreno, acqua, prisma e stagno su tela con proiezione di luce, dimensioni 210 x 160 cm


Giuliana STORINO (Manduria - Ta,1986) Dopo il diploma di maturità artistica si iscrive all ’Accademia di Belle Arti di Brera, dove consegue la laurea di I° e II° livello in A r t i V i s i v e i n d i r i z z o Pi t t u r a. Ha partecipato a numerose mostre e rassegne, nazionali e internazionali e ha ottenuto diversi riconoscimenti. ESPOSIZIONI PERSONALI 2014 Era, Museo Civico Parisi Valle, Comune di Maccagno (Va). 2013 Elementi di terra, a cura del Dott. Giancarlo Gabelli. Studio Gabelli, Milano. 2011 Infinito Presente, a cura d i A n d r e a B. D e l G u e r c i o, Accademia Contemporanea, Milano. ESPOSIZIONI COLLETTIVE 2015 Biennale Giovani Monza,

a cura di Claudio Cerritelli, palazzo dell ’Arengario, Monza. 2015 - 56° Premio internazionale Bice Bugatti - Segantini, a cura di Giovanni Iovane, Villa Vertua, Nova. 2014 SAC “Mari tra le mura” – residenza d ’artista M O V I N G A R T & O P E N S PA C E , Fondazione Pino Pascali. 2014 Open Studios, MiArt & Accademia di Belle Arti d i B r e r a, a c u r a d i G i a n n i Caravaggio Milano. 2013 Il giudizio e la mente, a cura del Dott. Giancarlo Gabelli, Fondazione Mudima di Milano. 2013 Il segno condiviso I I ° , a c u r a d e l p r o f. F a t i h Mika. Galleria comunale di Küçükçekmece, Istanbul. 2012 W.O.P. works on paper, FA B B R I c. a . C o n t e m p o r a r y Art, a cura di Renata Fabbri, Milano. 2 0 1 1 U n i d e e i n re s i d e n c e

& Open Studio a cura di Anna Acciarino, Fondazione Pistoletto, Biella. 2011 All’inizio non era un isola, a cura di Elena Quarestani, Assab One Cantiere, Milano. giulianartist@libero.it

BUCO D’ACQUA, 2014, carte su pannelli di compensato, dimensione variabile


Aurora Paolillo Ricollocarsi - Oggetti sensibili Serie in progress, 2014-2015, gesso, pigmento, pittura murale, zinco, ovatta, cotone, filati, cera, polistirolo, colori spray, pittura acrilica, dimensioni variabili.

Aurora Paolillo ricolloca le cose, le fa osservare da posizioni diverse. Le decostruisce per ricostruirle, purificandole, destinando attenzione al loro corpo reale e non apparente. Installazioni in forma di assemblage, composte da sculture in gesso, cera, sapone, oggetti trovati, materiali puri e ready-made. La realtà diventa un gioco di costruzioni, volumi ideali che mettono a fuoco l’aspetto formale e concettuale del mondo che appare davanti ai nostri occhi. E così del nostro rapporto con esso. Accorgersi dell ’esistenza delle cose cambia lo sguardo e fa vedere la vita invisibile che scorre attorno a noi.

Aurora vive e lavora a Torino www.aurorapaolillo.com

Menzioni speciali

Neza Agnes Momirski Looped alphabet Cortometraggio, 2013, 24’.

L’artista ha realizzato un video in cui una serie di personaggi sviluppa un dialogo all’interno di un ambiente simbolico e dalla formalizzazione raffinata, fuori dal tempo e dal mondo. Un piccolo teatro dell’assurdo in interni. Un processo di astrazione della vita reale filtrata attraverso i linguaggi della moda, del design e della tecnologia. Il cortometraggio riflette su come il linguaggio sia completamente stravo l t o e tradito da interferenze e deviazioni di senso attivate dai media e dalla società, e su come sia quindi impossibile sviluppare un dialogo reale, e una relazione, tra gli individui.

Neza è nata in Slovenia e vive e lavora a Rotterdam, Olanda www.neagmo.com


Maarit Mustonen On the I’m/material Installazione, 2015, vetro, cenere, terra cruda, calce, seta, 85x85x15 cm.

Quello di Mustonen è un lavoro sulla materialità e sull’immaterialità del linguaggio e sulla sua relazione con il corpo, luogo di emissione e insieme di ricezione di esso. Una ricerca che si fa danza e per formance, suono e poesia, disegno e scultura, immagine in movimento, che diventa segno simbolico ed evocazione. La parola è il materiale che l’artista finlandese sperimenta come materiale vivo sia concettualmente sia formalmente, trasformandolo in esperienze multisensoriali. Maarit vive e lavora a Helsinki, Finlandia www.maaritmustonen.com

Menzioni speciali Francesca Cirilli As a fallen apartment building Installazione fotografica, 2015, dimensioni variabili.

Con i suoi scatti ha raccontato di un wagenburg, il Lhomhüle, nel quartiere di Kreuzberg a Berlino, un insediamento informale dove alcune persone reclamano la possibilità di vivere in uno spazio pubblico organizzandolo secondo i bisogni degli abitanti. Dopo la caduta del muro è rimasta in mezzo alla città una striscia di terra morta. Da allora molti edifici e terreni vuoti sono stati occupati e in alcune zone sono arrivate persone con camion e rimorchi per stabilirvisi e vivere nelle loro case mobili. Una comunità che è “un condominio caduto”, come ha commentato uno degli abitanti, a cui l’artista ha dedicato un reportage poetico.

Francesca è nata a Livorno e vive e lavora a Torino www.francescacirilli.it


VANNI

occhiali e l’ ARTE giovane L’ i m p e g n o d i VA N N I s u l concorso Autofocus nasce da una passione per l’arte come dimensione magica, parallela ma complementare alla propria attività e vita. Il concorso ha raggiunto quest’anno la sua settima edizione, e la ricchezza dei risultati – di cui questa pubblicazione è traccia e documentazione, testimonia la vitalità di una certa arte giovane, fresca e appassionata. La formula del concorso è molto semplice, ed è stata creata per raggiungere giovani che si muovono con qualsiasi linguaggio, in qualsiasi ambito. I vincitori sono 2, ma, come potrete vedere e apprezzare, diverse sono le menzioni speciali che abbiamo attribuito ad artisti che con coerenza e spontaneità hanno proposto progetti che meritano una segnalazione. Le nostre protagoniste, perché solo di donne si tratta quest’anno, sono 6 giovani artiste europee, voci diverse che declinano video, fotografia, scultura, installazione e performance con grande personalità. Giuliana Storino per il progetto espositivo, e Francesca Arri per la performance sono le vincitrici 2015, e in queste pagine vi offriamo qualche suggestione dal loro lavoro,

invitandovi a tenerle d’occhio, perché speriamo che questo premio sia per loro occasione di futuri impegni artistici. Non è semplice vivere da artista - tra l’altro per nulla economico, e se le cronache ci raccontano di grandi successi esiste parallelamente un mondo affollato di proposte d’arte interessanti che hanno solo bisogno di essere notate, seguite con cura e incoraggiate. Ecco Autofocus è questo, un abbraccio di attenzione e calore ai giovani artisti in cammino sulla strada delle loro ambizioni. Perché l’abbraccio sia caldo, ma anche utile occasione di visibilità e confronto, abbiamo presentato in anteprima con molta soddisfazione a The Others – la manifestazione torinese per l’arte emergente, in uno spazio dedicato alle ex carceri Le Nuove, lo scorso 5 e 8 novembre, i lavori delle due vincitrici e delle menzioni speciali Aurora Paolillo e Francesca Cirilli, Neza Agnes Momirski (OtherScreen) Maarit Mustonen (The Others Exhibit). Per il secondo anno poi, VANNI ha assegnato il “premio Autofocus per la fotografia”, in collaborazione con The Others, selezionando tra i progetti fotografici esposti alla manifestazione torinese il più interessante lavoro. La giuria, composta da Mario Calabresi, direttore de La Stampa, Lorenza Bravetta, direttore di Camera – Centro per la Fotografia e Roberta Pagani, co-direttrice artistica di The Others ha premiato Francesco Pergolesi, veneziano, di cui vi proporremo la mostra personale a maggio 2016. Alessandra Girardi


Autofocus 7 un doppio premio La novità della scorsa edizione del premio si conferma una scelta importante per Autofocus; infatti il bando del concorso ha riproposto anche quest’anno due premi distinti destinati a due artisti differenti, con l’obiettivo di realizzare una mostra e una performance. Una scelta con lo scopo di offrire spazio a ogni tipologia di espressione artistica, un’opportunità per i giovani candidati di raccontare il proprio percorso di artista o designer senza preclusione alcuna di linguaggio. Il progetto di mostra vincente ha ricevuto un premio acquisto ed è stato presentato in anteprima alla manifestazione torinese The Others, dal 5 all’8 novembre 2015; la performance, sostenuta da un supporto alla produzione, è stata pensata per essere realizzata site-specific in due location diverse, sia nello spazio VANNI/Baricole, sia alla fiera The Others. Una rosa di finalisti, inoltre - le stesse artiste menzionate in questa pubblicazione, hanno potuto presentare il proprio lavoro in uno spazio dedicato al premio Autofocus a The Others. Il bando di Autofocus è tradizionalmente destinato ad artisti e designer appartenenti a uno dei paesi dell’Unione Europea, con età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il concorso in passato ha premiato Federica Gonnelli, Giulia Bonora, Francesco Fossati, Cosimo Veneziano, il duo Macchieraldo/Palasciano, Simone Bubbico e Irene Pittatore. Il tema del concorso, il cui titolo stesso auto-focus gioca sull’idea dello sguardo autoriflesso, vuol essere una definizione aperta, che presenti l’universo contenuto nello sguardo dell’artista. Il suo mondo e al tempo stesso il mondo visto attraverso di lui. Il concorso, infatti, ogni volta vuol dare visibilità e valore alla dimensione concettuale, all’immaginario e alla pratica dell’artista selezionato come vincitore, senza imporgli temi o percorsi prefigurati. La selezione delle candidature è a cura di Olga Gambari, critico indipendente. Maggiori informazioni su www.vanniocchiali.com/arte-giovane

GAI - Associazione per il Circuito dei Giovani Ar tisti Italiani è un’associazione no profit che attualmente raccoglie 34 Amministrazioni pubbliche tra Comuni capoluogo di provincia, Province e Regioni, allo scopo di sostenere le nuove generazioni artistiche tramite iniziative di promozione, produzione, mobilità internazionale e ricerca. Attraverso una rete capillare di uffici e strutture presenti in tutte le regioni italiane, il GAI opera per documentare attività, offrire servizi informativi, organizzare progetti di formazione e occasioni di visibilità, in rapporto con il mercato, a favore dei giovani che operano con obiettivi professionali nel campo dell’innovazione, delle arti visive, del design, del teatro, della danza, della musica, del cinema e video, della scrittura. Autofocus 7 rientra dunque pienamente tra le azioni dell’Associazione che meglio evidenziano l’importanza di interazione tra pubblico e privato: un connubio che nello specifico ha saputo dare vita a una manifestazione esempio tangibile di buone pratiche, utile traccia da considerare quale modello operativo. www.giovaniar tisti.it


Foto di Francesca Cari

Francesca ARRI (Asti 1983) L’artista compie un’analisi dei limiti creando uno spazio educativo e di confronto con il prossimo attraverso la concreta fisicità in un dialogo tra alta e bassa cultura. Nel 2011 si laurea all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, dove nel 2008 viene presentato il suo lavoro durante la quattordicesima edizione di Nuovi Arrivi a cura di Maria Teresa Roberto. In seguito ha partecipato a numerose mostre in importanti vetrine in Italia e all’estero tra cui: Fondazione Hangar Bicocca di Milano e il Museo d’Arte Contemporanea di Tel Aviv per I sensi del Mediterraneo, a cura di Martina Corgnati; Fondazione 107, Torino e Red Fish Factory Anversa per Torino Anversa Andata e Ritorno, progetto mostra/residenza di Arteco in collaborazione con Atelier Fabre e Coal Face; Versus XVI, Velan Centro per l’Arte Contemporanea, Torino, a cura di Alessandro Trabucco; Palazzo Ducale, Genova per Intercultura della Giovane Arte a cura di Martina Starnini; Fondazione ‘O, Milano per Intermedia, rassegna internazionale del libro d’artista a cura di Giorgio Maffei; Art for

Porn, Le dictateur Milano a cura de Le ragazze del porno; Qui e Ora, Ex Fabbrica Leone, a cura di Alessio Moitre; Panorama, Galleria Moitre a cura di Olga Gambari. Intimate Trasgression: White Box Gallery New York, CAPA (Center for Asian Pacific Affairs) New York e in seguito anche a inter Art Center Gallery Pechino e Shanghai Uningedfestival, Londra; Inmediterraneum Festival Internazionale di Video Arte (Palermo, Atene, Madrid, Cordoba, Montevideo); Torino Performance Art 2012, 2013 e 2014 Accademia Albertina, Fondazione Pistoletto; la 12th Biennale di Istanbul presso Marmara University; Marble Weeks di Carrara; Robot06 a Bologna; Lago Film Fest, Pulsart, Controzona in collaborazione con Fondazione Bevilacqua La Masa e Iuav; Video.it 2013 presso Fondazione Merz Torino. Nel 2012 la Galleria Paolo Tonin di Torino presenta la sua prima mostra personale: Premiata Sartoria Tonin e Figli. Tra gli altri ha condotto workshop per: The Others Boom (2013) e The Others Wild Side (2014); The Others Stay Gold (2015) il workshop per Ars Captiva Groove 2014, Torino Jazz Festival in collaborazione con Fondazione Merz e GAM di Torino; Covivium per Fisad in

collaborazione tra Teatro a Corte, Accademia Albertina e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per EXPO. È in corso la sua mostra personale Play per Galleria Alessio Moitre. È socio fondatore di Associazione Decifra.

Hanno

partecipato

alla

performance:

Francesca Malvaso,Luigi Pecco, Sabrina Casadei, Verdiana Oberto, Francesca

Disconzi,

Camilla

Soave, Marta della Giustina, Grazia Amendola, Fiore Coloru, Viola Marchese, Antonio Falbo, Valentina Albanese, Ester Alice Crocè, Domenico Sabia, Chiara Carolina Curti, Caterina Squillacioti, Alessandra Elia, Alan Mauro Vai, Erika Milanesio, Carolina Tardito Baudin, Roberta Boeri, Francesca Carosso, Agnese Visconti, Marta Mariano, Andrea Catalano.

Foto in copertina di Michela Negro


“Le guerre degli altri (Peacekeeping)�, performance del 6 novembre 2015 - The Others - Torino - Foto di Michela Negro



“Le guerre degli altri (Peacekeeping)�, performance del 6 novembre 2015 - The Others - Torino - Foto di Francesca Marengo


“Le guerre degli altri (Peacekeeping)�, performance del 6 novembre 2015 - The Others - Torino - Foto di Francesca Marengo


Francesca ARRI “Le GUERRE degli altri (Peacekeeping)” 6 novembre (The Others) e 19 novembre (Spazio VANNI) 2015 Le sue azioni sono energia pura e fisicità primitiva, violente e fragili al tempo. Artigliano e insieme chiedono protezione al pubblico che le osserva, per poi farlo diventarne parte. Arri crea coreografie corali s e m p l i c i e d i r e t t e, c h e attivano un immaginario scenografico soggettivo in ciascun osservatore. Ogni nuovo progetto nasce da laboratori condivisi come una comunità, in cui i performer si fondono uno nell’altro, nel respiro come nel gesto. Situazioni di grande impatto sensoriale ed emotivo, in cui il corpo, i corpi diventano altro, trasfigurano senza bisogno di artifici e accessori. Un’idea di performance che pone il movimento e l’espressività corporale come motori e protagonisti.

Foto di Michela Negro

Performance che si sviluppano a spirale, pian piano coinvolgendo spazio e spettatori, fino a essere unico corpo organico.

Francesca Arri è una creatura multiforme quando performa, t r a t t an do c o n p o e s i a e senza falsi pudori temi legati all’individuo e alla società. La relazione con l’altro, la madre, il corpo, il cibo, la famiglia, l’infanzia, la guerra… In questa performance va in scena una guerra, scope come fucili, soffi di farina come spari. Sembra un gioco di bambini, in cui gli oggetti domestici diventano altro, per dar vita a un conflitto metaforico. I bambini vogliono fare i soldati, mentre i soldati sono come bambini, e il mondo, indifferente, da sempre sta a guardare: in scena l’insensatezza del genere umano, che ha nel suo codice genetico il germe dell’autodistruzione. Alla fine, di questo gran polverone, tra chili di farina gettata nell’aria e scope che da fucili sono ritornati utili strumenti di pulizia, nulla rimane. Tutto è di nuovo pulito e al suo posto, la memoria cancellata. Pronti al prossimo conflitto. olga gambari


Francesca ARRI Le guerre degli altri (Peacekeeping)

a cura di olga gambari


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