Tutto_Misure 03/2016

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TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XVIII N. 03 ƒ 2 016 AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA

EDITORIALE È sempre tempo di cambiamenti!

ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO / Torino - nr 3 - Anno 18- Settembre 2016 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi

TUTTO_MISURE - ANNO 18, N. 03 - 2016

IL TEMA La Giornata della Misurazione 2016: Come intendiamo l’incertezza di misura?

GLI ALTRI TEMI Misurare l’innovazione: Parte II Misure per l’ambiente e il costruito: Parte II

ALTRI ARGOMENTI La pagina di ACCREDIA La 17025: Personale - Parte I Accuratezza di misura: qualche nota La misura del Software: Metrologia e contratti

WWW.TUTTOMISURE.IT


NUOVA




TUTTO_MISURE

ANNO XVIII N. 03 ƒ 2016

IN QUESTO NUMERO Come intendiamo l’incertezza di misura? Our interpretation of measurement uncertainty N. Giaquinto, F. Docchio

175 Impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC): regolazione automatica e supervisione Heating, ventilation and conditioning plants: automatic regulation and supervision F. van der Velden

191 Visione e prove di fatica per contatto ciclico Vision and cyclic contact wear tests G. Sansoni

203 Tecnologie in campo Technologies in action M. Mortarino

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Editoriale: È sempre tempo di cambiamenti! (F. Docchio) 165 Comunicazioni, Ricerca e Sviluppo, dagli Enti e dalle Imprese Notizie nel campo delle misure e della strumentazione 167 Il tema: La Giornata della Misurazione 2016 Come intendiamo l’incertezza di misura? Esiti di un sondaggio fra gli addetti ai lavori (N. Giaquinto, F. Docchio) 175 Gli altri temi: Misure per l’industria Misurare l’innovazione – Parte II: il caso di un’area marginale urbana riqualificata (L. Angrisani, S. De Falco) 185 Gli altri temi: Misure per l’ambiente e il costruito Impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC) – Parte II: regolazione automatica e supervisione (F. van der Velden) 191 La pagina di ACCREDIA Notizie dall’Ente di Accreditamento (a cura di R. Mugno, S. Tramontin, F. Nizzero) 195 La pagina di IMEKO Aggiornamenti sulle attività IMEKO (a cura di P. Carbone) 200 La pagina di A.L.A.T.I. Automazione dei processi di taratura della strumentazione elettrica (a cura di P. Giardina) 201 Visione artificiale Visione e prove di fatica per contatto ciclico (a cura di G. Sansoni) 203 Misure e Fidatezza L’affidabilità negli esperimenti di fisica delle particelle – Parte II: il controllo e la diagnostica (a cura di M. Citterio, M. Lazzaroni, G.F. Tartarelli) 205 Tecnologie in campo Test in fotonica, misure post-terremoto, SPC e MSA per miglioramenti produttivi (a cura di M. Mortarino) 209 Metrologia generale Accuratezza di misura: qualche nota (a cura di L. Mari) 215 I Seriali di T_M: Misura del software Metrologia e contratti – Parte I: misurare per gestire (a cura di L. Buglione) 219 Manifestazioni ed Eventi Eventi nel mondo nel 2016-2017 222 Metrologia legale e forense La copertura assicurativa…siamo sicuri? (a cura di V. Scotti) 223 Spazio Associazioni Universitarie di Misuristi Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi 227 Metrologia... per tutti Il sistema informativo nei Laboratori di prova e taratura (a cura di M. Lanna) 231 Commenti alle norme: la 17025 Personale – Parte I (a cura di N. Dell’Arena) 237 Abbiamo letto per voi 240 News 220-224-226-230-232-236-238-239

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Franco Docchio

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È sempre tempo di cambiamenti!

Times are a-changing! Cari lettori! Si sono or ora conclusi i Giochi olimpici di Rio senza incidenti o atti terroristici. Forse questo è il dato più eclatante, sicuramente più importante delle medaglie di Bolt e Phelps. Il Brasile, che si dava in declino, ha mostrato il suo lato migliore, con la gioia (innata nella sua popolazione) che traspariva dal suo tifo e dalle sue danze. Sono stati momenti incantevoli, che ci hanno fatto confidare (almeno per qualche giorno) nelle “magnifiche sorti e progressive” dell’uomo. Prima di calare il sipario, ora, attendiamo le prossime Paralimpiadi, che devono giocare un ruolo paritario rispetto ai Giochi dedicati agli atleti… più fortunati. E poi, terminate quelle, auguriamo al Brasile di risalire la china! Il mondo economico-industriale è ancora disorientato per le attese conseguenze della probabile uscita della Gran Bretagna dalla UE. E in questi giorni (mentre scrivo è il 22 agosto) si sta tenendo il Meeting di “rifondazione” della UE tra Italia, Germania e Francia. In un periodo governato da insicurezze, spinte centrifughe e nazionalismi, credo che tenere insieme l’Unione sia un grosso challenge per i Governi. A rischio instabilità è anche la Nato, dopo il “Golpe” fallito in Turchia (le virgolette sono ovviamente doverose), cui è seguita un’ondata di epurazioni e incarcerazioni che ha costretto a rilasciare trentottomila prigionieri comuni per lasciar posto, nelle carceri, a presunti terroristi (tra cui Rettori, Docenti, Ricercatori ?!?). Per tornare alle cose di casa nostra, è di recente uscito il Decreto per le nuove Abilitazioni Scientifiche Nazionali, che sta portando non poco scompiglio nelle Università. La “pietra dello scandalo”, questa volta, è rappresentata dalle soglie di ammissione troppo elevate, sia per l’accesso ai concorsi, sia per quello alla posizione di membro delle Commissioni giudicatrici. Nonostante i rilievi del Comitato Nazionale Universitario, le soglie sono ancora troppo penalizzanti per una certa categoria di candidati e potenziali commissari. Non entro nel merito della materia del con-

tendere e invito chi fosse interessato ad approfondire, per esempio andando su www.roars.it e leggendo i diversi contributi apparsi sui maggiori quotidiani, che stigmatizzano la mancanza di ragionevolezza delle nuove soglie, pur al termine di un lungo periodo di “riflessione” dei decisori a seguito del disastro della prima tornata (che ha impegnato non poco i TAR). Non sono mai stato molto tenero con l’ANVUR, e i miei lettori lo sanno: oggi lo sono ancora meno! Siamo alla vigilia del prossimo Congresso del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche, che si terrà a Benevento dal 19 al 21 settembre prossimi. Lo scrivo anche per i miei lettori “misuristi” non Universitari, per la semplice ragione che, il 20 settembre mattina, avrà luogo la versione ridotta della Giornata della Misurazione, che è in fase di ammodernamento per avvicinare a sé il mondo delle imprese. In questo numero della Rivista il collega Nicola Giaquinto e il sottoscritto hanno voluto anticipare il tema di uno degli interventi della GdM: quello della discussione delle risposte a un sondaggio sull’incertezza proposto a Docenti e a Responsabili di Laboratori di tarature e prove. Il sondaggio voleva appurare quali fossero i punti di vista della comunità delle misure su terminologia, fondamenti, Norme, Supplementi, che riguardano l’incertezza di misura, in un’epoca di passaggio dall’impostazione frequentista a quella bayesiana. Il documento, alquanto istruttivo, solleverà certamente più di una discussione e di un commento e, anche e soprattutto per questo, reitero l’invito ai responsabili dei Laboratori di misure e prove (almeno quelli vicini alla sede del Congresso) a unirsi ai Congressisti per questa mattinata (ad accesso libero) congiunta di discussione sui fondamenti della misurazione. Infine, non dimenticate di dare un’occhiata all’ultima rubrica (“Abbiamo letto per voi”) che in questo numero presenta il volume “Smart metrology” di Jean-Michel Pou, fondatore e Presidente di DeltaMu Francia, che recentemente ha portato a compimento insieme al GMEE la realizzazione della sua consorella italiana DeltaMu Italia! Buona “rentrée” e buona lettura!

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La Redazione di Tutto_Misure (franco.docchio@unibs.it)

Notizie nel campo delle misure e della strumentazione Da Laboratori, Enti e Imprese

NEWS IN MEASUREMENT AND INSTRUMENTATION This section contains an overview of the most significant news from Italian R&D groups, associations and industries, in the field of measurement science and instrumentation, at both theoretical and applied levels. RIASSUNTO L’articolo contiene una panoramica delle principali notizie riguardanti risultati scientifici, collaborazioni, eventi, start-up, dei Gruppi di R&S Italiani nel campo della scienza delle misure e della strumentazione, a livello sia teorico sia applicato. Le industrie sono i primi destinatari di queste notizie, poiché i risultati di ricerca riportati possono costituire stimolo per attività di Trasferimento Tecnologico. NPL – NATIONAL PHYSICAL LABORATORY

È disponibile sul sito dell’Istituto, all’indirizzo www.npl.co.uk/content/ ConPublication/7133 la nuova guida dal titolo “Strategic planning for coordinate metrology” (ebook scaricabile previa registrazione o login). Questo documento è stato progettato per chiunque abbia necessità di una pianificazione strategica della metrologia a coordinate. Scritta in collaborazione con la Coordinate Metrology Society, la guida contiene informazioni che s’intendono complementari con quelle ottenibili dalla Coordinate Metrology Society Conference (CMSC). La guida è indirizzata agli utenti che desiderano acquisire familiarità con i principi fondamentali della metrologia a coordinate nel contesto della misura dimensionale. È ideale per chiunque desideri pianificare strategicamente la metrologia a coordinate. Lo scopo della guida è di rafforzare le conoscenze metrologiche, con riferimento particolare alla metrologia a

coordinate, per promuovere le buone pratiche specie nell’utilizzo di sistemi di misura a coordinate portatili. La guida è posizionata al livello d’ingresso/intermedio e non richiede alcuna conoscenza di base preliminare.

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I.N.Ri.M. – ISTITUTO NAZIONALE DI RICERCA METROLOGICA

Il 7° Incontro dei Giovani Ricercatori (YRM) organizzato dall’Istituto

L’incontro annuale dei Giovani Ricercatori arriva quest’anno a Torino, sponsorizzato dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica. L’incontro, arrivato alla settima edizione, sarà organizzato come al solito in sessioni, ciascuna dedicata alla ricerca attiva nei vari campi della Fisica: 1) Astrofisica e cosmologia – 2) Fisica dello stato solido – 3) Relatività generale e cosmologia quantistica – 4) Fisica matematica – 5) Scienze non lineari – 6) Fisica nucleare – 7) Fisica – 8) Fisica quantistica. Gli Studenti e i Post-Doc discuteranno i loro lavori organizzati in brevi presentazioni orali o di Poster. Invitiamo tutti, fisici e ricercatori operanti nei campi correlati alla Fisica, a partecipare al Congresso. A seguito del grande successo delle edizioni precedenti, il ricco programma del Congresso include: – una visita all’Osservatorio Astronomico di Torino (nel vicino paese di Pino Torinese) il giorno 25 ottobre; – una visita ai Laboratori I.N.Ri.M. in gruppi organizzati; – una lectio magistralis tenuta dal Dott. Walter Bich, il giorno 26 ottobre; – una sessione Poster & Vino. Come per le edizioni precedenti, i Proceedings del Congresso per le relazioni orali e Poster saranno pub-

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blicati nella serie IOP Conference. Grazie al supporto dei nostri sponsor, anche quest’anno non ci sarà alcuna quota d’iscrizione. Date importanti: – Data d’invio degli Abstract: 12 settembre 2016; – Notifica di accettazione degli Abstract: 26 settembre 2016; – Notifica del Grant: 26 settembre 2016; – Deadline per la registrazione: 7 ottobre 2016; – Deadline per l’invio delle memorie per i Proceedings: 20 novembre 2016. GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Dedicato a Felice Cennamo il prossimo Congresso Nazionale di Misure Elettriche ed Elettroniche, e istituito un premio alla sua memoria La Sede di Benevento dedica il XXXIII Congresso Nazionale dell’Associazione “Gruppo di Misure Elettriche ed Elettroniche”, alla memoria del Prof. Felice Cennamo, recentemente scomparso. È stato inoltre istituito il premio alla memoria del Prof. Cennamo per la miglior presentazione orale di un giovane ricercatore non strutturato del GMEE. Il premio consiste in una pergamena ricordo, in una scheda NI myRIO e in una scultura opera dell’artista Emiliano Rubinacci.

Il Prof. Ing. Felice Cennamo, nato il 25 dicembre 1944 e scomparso il 22 luglio scorso all’età di 71 anni, ha conseguito la Laurea in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Napoli Federico II. Dal 1980 è stato Professore Ordinario di Misure Elettroniche, prima presso l’Università della Calabria e poi presso il Dipartimento d’Informatica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. È stato Professore d’Informatica presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Le sue attività di ricerca hanno spaziato dall’elaborazione numerica dei segnali ai sistemi di misura su reti geografiche, e alla caratterizzazione dinamica di ADC. Il Prof. Cennamo è stato membro del Comitato Scientifico del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dell’Associazione Elettrotecnica Italiana (AEI), dell’Italian Society of Computer Simulation (ISCS), e della Societas Internationalis pro Diagnostica Ultrasonica in Ophtalmologia (SIDUO). È stato membro del comitato editoriale di Elsevier Journal Computer Standard & Interface. IEEE

I2MTC a Torino nel 2017

La prossima edizione della conferenza mondiale IEEE sulle Misure, I2MTC 2017, si terrà, dopo le ultime edizioni di Montevideo, Pisa e Taipei, al Politecnico di Torino dal 22 al 25 maggio 2017. Ricercatori e operatori del settore delle misure elettriche, elettroniche e meccaniche provenienti dalle più prestigiose industrie e Università internazionali si riuniranno per discutere i diversi aspetti delle misure e dei sensori a partire dall’ambito bio-

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medico e industriale, fino alle misure distribuite.

Tema della conferenza sarà il principio dell’homo mensura del filosofo greco Protagora: “L’uomo è la misura di tutte le cose”. Così gli antichi consideravano le misure un vero e proprio paradigma della vita, paradigma che oggi più ancora che allora permea la nostra società. Come tradizione delle conferenze IMTC, oltre alle sessioni scientifiche, l’edizione di Torino comprenderà una giornata interamente dedicata ai tutorial, in cui esperti internazionali racconteranno lo stato dell’arte in specifici settori di ricerca. Sono inoltre previste sessioni dedicate ad aziende e operatori industriali che si occupano di misure, sistemi e dispositivi di misura, dove essi potranno presentare i loro prodotti e i più recenti sviluppi delle misure nei diversi settori industriali. Un’area espositiva sarà dedicata alle eccellenze del territorio italiano, europeo e internazionale, che potranno esporre e presentare i propri prodotti a una platea selezionata di esperti. Le prime scadenze sono vicine. Il 10 settembre sarà l’ultima data utile per proporre sessioni su argomenti specifici. I contributi scientifici potranno essere inviati entro il 10 ottobre, mentre per i contenuti industriali c’è tempo fino al 3 marzo 2017. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della conferenza: http://imtc2017.ieee-ims.org oppure contattando gli organizzatori Marco Parvis (DET – Politecnico di Torino, marco.parvis@polito.it) e Sabrina Grassini (DISAT – Politecnico di Torino, sabrina.grassini@polito.it).

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N. 03ƒ ;2016 A.I.VE.LA. – ASSOCIAZIONE ITALIANA DI VELOCIMETRIA LASER

MISURANDO.ORG – IL FORUM DELLA METROLOGIA

Il XXIV Congresso Nazionale a Brescia

Diventa Utente Best Technician del sito!

Quest’anno il XXIV Congresso Nazionale A.I.VE.LA. è organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia. L’evento avrà luogo nei giorni 27 e 28 ottobre 2016 presso l’Area di Ingegneria, via Branze 38, Brescia. Lo scopo del Congresso è di presentare i più recenti studi e i risultati nei campi delle misure senza contatto di grandezze meccaniche, fluidodinamiche, termiche, chimiche ecc., con particolare riferimento alle tecniche ottiche.

Come esempi, si faccia riferimento alla seguente lista di argomenti: Anemometria Laser Doppler – LDA; Anemometria Doppler di fase – PDA; Velocimetria per immagini di particelle – PIV; Tecniche di visualizzazione di flusso; Tecniche spettroscopiche (LIF, Raman, ecc.); Vibrometria Laser Doppler – LDV; Interferometria elettronica di campi Speckle – ESPI; Tecniche digitali di correlazione d’immagini – DIC; Tecniche Moiré; Tecniche di proiezione di luce strutturata; Imaging nell’Infrarosso; Misure basate su immagini; Ultrasonic sensing; Misure acustiche e aeroacustiche; Altre tecniche di misura non- o minimamente invasive. L’assemblea annuale dell’Associazione avrà luogo in occasione del Congresso. La lingua ufficiale del Congresso è l’inglese.

Lo staff di Misurando ha deciso di offrire ai suoi affezionati una grande opportunità. Chi vuole aumentare la sua visibilità e pubblicizzare la sua persona può oggi diventare utente “BEST TECHNICIAN”. Questo darà la possibilità di aumentare gratis la propria visibilità sul web o dove si ritiene più congeniale. Se ci si vuole far conoscere, e aumentare il traffico verso il proprio sito web o profilo sui social network, viene offerta l’opportunità di mettersi in mostra pubblicando il proprio articolo su Misurando: questo vale di più che l’invio di CV alle Aziende, che solitamente vengono visti da queste ultime come spam. Avere l’appellativo di utente “BEST TECHNICIAN” è molto semplice: basterà collaborare con Misurando. La collaborazione consiste nel redigere almeno un articolo tecnico (almeno 1.000 parole) da pubblicare in uno dei forum di Misurando. Dopo aver preparato l’articolo si dovrà valutare, assieme all’admin, dove è meglio che questo venga posizionato all’interno di una delle sezioni del forum. L’articolo verrà messo in evidenza, così da ottenere rilevanza sul forum e altrove. Se l’articolo è di dimensioni notevoli (oltre 5.000 parole) si avrà la possibilità di rimanere in rilievo per più tempo, anche in funzione dell’interesse e del gradimento degli utenti della Community nei confronti di quanto scritto. L’articolo non dovrà contenere pubblicità esplicita verso prodotti o case produttrici di strumentazione o servizi di nessun tipo. All’interno dell’articolo c’è la possibilità d’inserire il proprio nome e cognome e il link al sito

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web personale o della propria azienda. Si potrà inoltre pubblicizzare il proprio articolo tecnico nelle sedi che verranno ritenute migliori, per avere maggiore rilevanza personale e del proprio sito web. I canali utilizzabili per pubblicizzarlo possono essere i social network come Linkedin o Facebook, Twitter, Google+, ecc. oppure altri ambiti dove si è presenti. Infine, al profilo sarà aggiunto un campo utente personalizzato, in cui risulterà che l’estensore ha la qualifica di BEST TECHNICIAN di Misurando, la prima e unica Community che parla di metrologia e taratura. In questo modo si potrà essere riconosciuti sul forum, e nelle altre sedi in cui ci si è fatti pubblicità. Vedi di più su: www.misurando.org/forum/ T- c o l l a b o r a - c o n - m i s u r a n d o #sthash.kwdW8Yby.dpuf. AIPnD – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LE PROVE NON DISTRUTTIVE

AIPnD, l’Associazione Italiana per le Prove non Distruttive, organizza un convegno in collaborazione con l’Istituto Italiano di Saldatura (IIS), dal titolo: “Diagnostica e prove non distruttive: tecnologie e competenze per l’affidabilità di strutture, impianti e mezzi di trasporto, in ottemperanza dello scenario normativo e legislativo”. Il Convegno si svolgerà a Genova, presso la Sede dell’IIS in via Lungobisagno Istria, 15, il giorno 13 ottobre, e vedrà come relatori alcuni importanti contributori della nostra Rivista. Si segnala la relazione dal titolo “Quadro Normativo relativo all’esplicita

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Sempre secondo il Centro Studi, i primi tre ambiti in cui attualmente operano gli occupati con Laurea in Ingegneria sono quelli connessi alla progettazione in campo civile, Ingegneria meccanica e progettazione in campo energetico, analisi e progettazione software. Indicazioni per certi versi contraddittorie provengono dal mercato del lavoro in cui operano gli richiesta di Formazione e Certificazio- Ingegneri: in base all’elaborazione ne specifica nelle tecniche avanzate dei dati estratti dall’Indagine sulle per il personale addetto ai controlli” forze di lavoro 2015 dell’Istat, la po(IIS CERT srl / IIS PROGRESS srl). polazione in possesso di titolo di Laurea in Ingegneria fa registrare, per la prima volta in assoluto, una lieve flesCNI – CONSIGLIO NAZIONALE sione (circa 1.000 individui in meno) DEGLI INGEGNERI rispetto al 2014. Aumenta, al contrario, la quota di occupati (dal 73,4% La domanda di Laureati al 74,6%) e contemporaneamente in Ingegneria riprende fiato! cresce il tasso di disoccupazione, passando dal 4,4% al 5,1%. TIP VENTURES – IL MOTORE EUROPEO PER IL CROWDFUNDING

È quanto emerge da un rapporto del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Questa categoria professionale continua a far registrare uno tra i più elevati livelli occupazionali del Paese. Il leggero miglioramento della congiuntura economica italiana, a metà del 2015, ha coinciso con una lieve e incoraggiante ripresa di tono della domanda e dell’offerta di figure professionali con laurea in Ingegneria. In particolare, si è ridotto il numero d’inattivi, ed è aumentato il numero d’Ingegneri occupati, sebbene sia aumentato anche il numero di coloro che risultano disoccupati. Tra gli Ingegneri il tasso di occupazione (vicino al 75%) e quello di attività (78,6%) restano tra i più elevati rilevati tra le diverse categorie professionali in Italia. Aumenta l’incidenza della componente femminile, con un tasso di occupazione al 70,5%, 16 punti percentuali al di sopra del corrispondente dato medio nazionale. Persistono marcate differenze dei livelli occupazionali tra le regioni del Nord e quelle del Sud, con un gap, a sfavore delle seconde, di circa 20 punti percentuali.

Le start-up oggi si finanziano con il Crowdfunding!

Tip Ventures, nata nel 2014, è l’unico gestore di portali di Crowdfunding che permette di lanciare campagne sia Reward based sia Equity based, attraverso i suoi portali Tip Reward e Tip Equity. È la soluzione ideale per progetti imprenditoriali di vario tipo, applicazioni per il web o la telefonia mobile, il fashion design, product design, green-economy e tanto altro. Il finanziamento di un’attività imprenditoriale si articola essenzialmente in due fasi distinte: il Tip Reward e il Tip Equity. Il primo (Tip Reward) è un processo di finanziamento dal basso, basato su

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un sistema di ricompense. Aiuta il richiedente a comprendere il potenziale della sua idea di business finanziando la fase iniziale del suo progetto, oppure la registrazione di un brevetto, o i costi di realizzazione di un prototipo. Attività preliminari alla creazione d’impresa, che consentono inoltre di creare un mercato e trovare potenziali clienti iniziali.

Il secondo (Tip Equity) è un processo di raccolta di capitali di rischio che permette di finanziare la start-up offrendo in cambio partecipazioni al suo capitale sociale. Solo le start-up innovative possono ricorrere all’equity crowdfunding, a prescindere dal settore produttivo. Il valore (e la categoria) di tali quote lo stabilisce il neo imprenditore, a un prezzo fisso. Gli investitori diventeranno così suoi soci. Per gli investitori, Il Crowdfunding tramite Tip Ventures è un’opportunità d’investimento in giovani idee imprenditoriali con altissime potenzialità di crescita. Relativamente al Programma Tip Reward, permette con una donazione minima di sostenere la nascita di un progetto e di esserne parte fin da subito. Non si riceve ritorno economico ma una ricompensa simbolica. Il Programma Tip Equity, invece, consente d’investire in start-up innovative con un alto potenziale di crescita, partecipando al capitale sociale. Possibilità di acquisire poteri di voto, apportare le proprie competenze manageriali, accrescere il proprio portfolio d’investimenti. Visitate il sito http://tip.ventures/IT/landing

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LA GIORNATA DELLA MISURAZIONE 2016

IL TEMA

Nicola Giaquinto 1, Franco Docchio 2

Come intendiamo l’incertezza di misura? Gli esiti di un sondaggio tra gli addetti ai lavori oggetto di discussione alla Giornata della Misurazione 2016

OUR INTERPRETATION OF MEASUREMENT UNCERTAINTY The paper presents a commented summary of the results of a ”survey on measurement uncertainty and metrology”, prepared and circulated by the authors in May 2016. The survey got exactly 100 responses from Italian specialists in measurement and metrology, coming both from the academicscientific world, and from professional and industrial contexts. The results provide a useful snapshot of the position of Italian specialists about many key topics, which are often the subject of debates. The complete results of the survey are available at http://bit.do/sondaggio-metrologia. RIASSUNTO L’articolo presenta un riassunto commentato dei risultati di un “sondaggio su incertezza di misura e metrologia”, preparato e fatto circolare dagli autori nel maggio 2016. Al sondaggio hanno risposto esattamente 100 specialisti italiani nel settore delle misure e della metrologia, di estrazione sia accademico-scientifica, sia industriale-professionale. I risultati costituiscono una utile fotografia della posizione degli specialisti italiani su molti argomenti fondamentali che sono spesso oggetto di dibattito. L’esito completo del sondaggio è accessibile al link http://bit.do/sondaggio-metrologia. La Giornata della Misurazione, tradizionale momento d’incontro tra i cultori italiani delle misure ideata da Mariano Cunietti e proseguita negli anni con l’appassionato contributo di colleghi quali Sergio Sartori, Domenico Mirri e Mario Savino, si rinnova per poter raggiungere anche i principali attori delle misure, delle tarature e delle prove. L’edizione 2016, della durata di mezza giornata, si svolgerà all’interno della sessione comune dei Congressi dei Misuristi Elettrici ed Elettronici (GMEE) e dei Misuristi Meccanici e Termici (MMT) a Benevento il 20 Settembre p.v. Tutti gli operatori delle misure interessati possono partecipare liberamente a questa sessione. L’edizione 2017 è prevista a Torino in occasione di Affidabilità & Tecnologie 2017. Gli autori forniranno un contributo alla GdM con la presentazione dei risultati di un sondaggio online tra i cultori italiani delle misure (sia accademici sia industriali), promosso nel

(3) Il problema degli effetti sistematici – 3 domande; (4) La GUM – 8 domande; (5) Il Supplemento 1 e la nuova GUM – 6 domande; (6) Caratteristiche tecniche della strumentazione e valutazioni di tipo B dell’incertezza – 5 domande; (7) Norme tecniche ISO 5725 e ISO 21748 su ripetibilità, riproducibilità, accuratezza – 3 domande; (8) Altre norme su metrologia e misure – 3 domande; (9) Teoria della stima e misurazione – 4 domande. Il sondaggio è stato fatto circolare in ambito sia accademico-scientifico sia industriale-professionale, con un buon successo: a esso hanno partecipato 100 specialisti. La maggioranza di essi proviene da Università (69) o Centri di Ricerca (6); non mancano però le opinioni di persone in Laboratori di prova o nell’Industria, di consulenti nel settore metrologico, ecc. (i restanti 25). Con piacere abbiamo rilevato la partecipazione anche di due Docenti di scuola superiore. Il sondaggio conteneva domande riservate a chi tiene corsi di misure, nonché a chi svolge attività professionale nel settore delle misure. Le prime hanno ricevuto risposte da parte di 68 partecipanti; le seconde da 53 partecipanti; la somma è ovviamente maggiore di 100, perché esistono partecipanti che svolgono entrambe le attività. In questo articolo gli autori espongono gli esiti del sondaggio in modo sintetico, commentando i risultati con

maggio scorso, sull’argomento “incertezza di misura e metrologia”. Lo scopo del sondaggio era essenzialmente di migliorare la reciproca conoscenza su alcuni argomenti di base, spesso diversamente interpretati e di conseguenza oggetto di dibattito. Dalla didattica all’attività professionale nel settore delle misure, dalle questioni “filosofiche” all’interpretazione dei fogli tecnici della strumentazione, dalle opinioni sulla GUM alla popolarità dei suoi Supplementi e in particolare del Supplemento 1 (S1): le questioni che si potevano porre erano indubbiamente numerose e variegate. Gli autori hanno cercato un compromesso tra completezza e brevità, formulando 38 domande divise in 9 sezioni: (1) Didattica delle misure e diffusione 1 Dip. Ingegneria Elettrica della cultura metrologica – 2 doman- e dell’Informazione, Politecnico di Bari 2 Dip. Ingegneria Meccanica de; (2) Questioni di base, o ”filosofiche” e Industriale, Università di Brescia, – 4 domande; e Direttore di Tutto_Misure

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N. 03ƒ ; 2016 Figura 1 – Provenienza dei partecipanti al sondaggio

loro considerazioni. I risultati completi sono pubblicamente accessibili all’indirizzo http://bit.do/sondaggio-metrologia. GLI ESITI

1. Didattica delle misure e diffusione della cultura metrologica In questa sezione del sondaggio si è cercato di capire quanta importanza gli intervistati diano all’insegnamento universitario di diversi argomenti. Alle domande di questa sezione hanno risposto praticamente tutti i partecipanti. Gli intervistati hanno attribuito l’importanza maggiore all’insegnamento di due argomenti in un certo senso agli antipodi: (i) le conoscenze di statistica, teoria della probabilità, teoria della stima, (essenzialmente teoriche) e (ii) le tecnologie hardware e software per le misure (evidentemente di carattere pratico). In oltre il 90% delle risposte l’insegnamento di questi argomenti è considerato “molto” o “moltissimo” importante. A seguire, è considerato importante insegnare GUM e VIM (“molto” o “moltissimo” per l’82%, “poco” per due sole persone). In coda vi è l’insegnamento universitario di altre norme tecniche. In particolare, insegnare altre norme tecniche sull’incertezza, come p. es. le ISO 5725, è considerato “molto” o “moltissimo” importante dal 57%, mentre il 51% ha questa opinione sull’insegnamento di norme su qualità e accreditamento, come le ISO 9001. Se si esamina lo spazio effettivamente dedicato dai Docenti di misure agli stessi argomenti, la classifica è un po’ diversa. La percentuale di Docenti intervistati che dedica “molto” o “moltissimo” spazio alle tecnologie per le misure è del 75%; a seguire vi sono GUM e VIM (55%), le conoscenze di statistica e teoria della probabilità (47%), le norme su qualità e accreditamento (15%), e infine altre norme tecniche sull’incertezza (7,5%). Nelle “note” opzionali degli intervistati non mancano considerazioni interessanti. Si osserva, ad esempio, che le norme non sono di certo poco importanti, ma che

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N. 03ƒ ;2016 2. Questioni di base, o “filosofiche” Le questioni di questo tipo, si sa, sono il modo migliore per innescare discussioni, a volte troppo accese e poco costruttive. Questo però non significa che non sia importante cercare di capire quali siano le divergenze di opinione. È ciò che si è cercato di fare in questa sezione, composta da quattro domande. È da notare che a esse hanno risposto praticamente tutti gli intervistati. Alcuni hanno espresso critiche piuttosto nette al modo in cui le domande sono formulate; una riprova che si tratta di argomenti “ad alto rischio”. Interpellati sull’adeguatezza della teoria della probabilità a modellare matematicamente l’incertezza di misura, la maggioranza degli intervistati (76%) si riconosce in una posizione ragionevole, o quanto meno conciliante: “Sì, è adeguata in tutti i casi comuni, tuttavia non escludo che siano necessarie estensioni o diverse teorie per trattare casi speciali”. Un altro 17% considera la teoria delle probabilità adeguata, escludendo la necessità di estensioni; e il 3% la considera non adeguata. In queste risposte, a parere degli autori, sembra riscontrar-

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sono un sapere adatto a corsi specialistici (p. es. i Master), ed è di solito più fruttuoso insegnare i concetti di base su cui esse si fondano. Anche l’insegnamento di GUM e VIM “come norme” si suggerisce sia poco efficace, rispetto a un inserimento graduale dei loro contenuti in un percorso didattico eventualmente articolato su più livelli. La statistica e la teoria della probabilità, infine, sono oggetto (in misura variabile) di altri corsi; di conseguenza, molti degli argomenti che servono alla metrologia sono solo velocemente ripresi da parte dei Docenti di misure. Anche in domande successive riguardanti la didattica viene espressa l’opinione che insegnare misure è cosa diversa da insegnare statistica, suggerendo implicitamente che per il docente di misure è importante soprattutto il coordinamento con i Docenti di statistica.

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pochissima”, per il 33% è “tutta quella che serve, anche molta”. Un altro 26% è disponibile ad accettare soggettività, purché in qualche modo esplicitata o quantificata. L’altra domanda che ha generato divisioni è: “Quale significato dovrebbe avere, secondo voi, la probabilità assegnata a un intervallo di valori attribuiti a un misurando?” La maggioranza relativa (circa 47%) ritiene che debba rappresentare “il tasso di successo dell’intervallo in esperimenti ripetuti, definiti opportunamente e ragionevolmente”, e il 27% risponde invece che “non è, e non dev’essere confusa, con il tasso di successo dell’intervallo in esperimenti ripetuti”. Il 25% non ha un’opinione. Le note che alcuni hanno aggiunto a queste due domande suggeriscono che i quesiti posti potrebbero non essere sufficientemente chiari. Per esemFigura 2 – Risposte alla domanda: pio, l’opinione di “Che opinione avete della contrapposizione, in statistica, tra “approccio frequentista” e “approccio bayesiano”?” un esperto è un elemento soggettiLe altre due domande di questa sezio- vo od oggettivo? ne hanno generato risposte che evi- Una possibile interpretazione degli denziano, almeno apparentemente, modi diversi d’intendere l’incertezza di misura. “Quanta soggettività, a vostro parere, dovrebbe essere consentita in una valutazione d’incertezza di misura?”. Su questa domanda si sono creati due Figura 3 – Risposte alla domanda: partiti contrap“Quanta soggettività, a vostro parere, dovrebbe essere consentita posti: per il 35% in una valutazione d’incertezza di misura?” la risposta valida è “nessuna, o si una generale volontà di tollerare posizioni diverse. La stessa volontà sembra emergere dalle risposte alla domanda sulla contrapposizione tra “frequentisti” e “bayesiani”. Coloro che non aderiscono ad alcuna “fede” sono ben il 90%, così suddivisi: il 44% ritiene che possa essere adeguato l’uno o l’altro approccio a seconda del particolare problema; Il 31% non ha un’opinione in merito; il 15% circa non la considera una questione sufficientemente importante. Del restante 10%, il 7% si considera frequentista, e il 3% bayesiano.

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Figura 4 – Risposte alla domanda: “Quale significato dovrebbe avere, secondo voi, la probabilità assegnata a un intervallo di valori attribuiti a un misurando?”

esiti di questa sezione è che esiste una generale volontà di accordo e tolleranza per posizioni diverse, ma occorre porre le questioni in modo il più possibile concreto e operativo, evitando formulazioni generiche, inevitabilmente soggette a diverse interpretazioni. 3. Il problema degli effetti sistematici Le tre domande di questa sezione, a cui hanno risposto quasi tutti gli intervistati, sono motivate dal fatto che il trattamento degli effetti (o errori) sistematici costituisce un argomento su cui tuttora non sembra esservi universale consenso. Proprio per questo motivo è stato proposto in letteratura un approccio alternativo a quello GUM, basato sulla teoria dell’evidenza, o Dempster-Shafer theory (DST). Questa può essere considerata una generalizzazione della teoria della probabilità, e in particolare del cosiddetto “bayesianismo soggettivo”. La grande maggioranza degli intervistati (84%) non ritiene di potersi esprimere sull’applicazione della DST all’incertezza di misura, in maggioranza perché non la conosce a sufficienza (63%) o perché non ha comunque avuto modo di formarsi un’opinione (21%). Una percentuale non trascurabile, il 13%, la considera “un’utile estensione della teoria

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Figura 5 – Risposte alla domanda: “Come considerate il problema di quantificare l’incertezza in presenza di “effetti sistematici”?”

della probabilità”. È però interessante rilevare che solo il 3% ritiene la DST necessaria per quantificare l’incertezza in presenza di effetti sistematici, trovando inadeguata la GUM a questo scopo. Per quasi il 40% delle risposte la GUM è del tutto adeguata, e per un altro 27%, anche se la GUM non è del tutto esauriente, gli errori sistematici sono comunque trattati in modo soddisfacente me diante la teoria della probabilità. Una percentuale elevata (quasi il 30%) dichiara di non avere un’opinione in merito. Da queste risposte si ha l’impressione che i risultati della DST siano considerati dalla maggioranza degli intervistati perfettamente accettabili ma, semplicemente, non ancora chiaramente preferibili a quelli che si ottengono con metodologie più consolidate. Le parole di un partecipante potrebbero essere un valido riassunto di questa opinione: “La considero un'interessante teoria, la cui applicazione in casi davvero significativi è ancora da accertare”. In questa sezione si chiede anche un parere sull’uso dei fisici di distinguere tra “incertezza sistematica” e “incertezza statistica” (o casuale). La GUM, notoriamente, sconsiglia fortemente questo tipo di distinzione. Su questo argomento – come sempre avviene per le questioni che sono percepite

come essenzialmente terminologiche – vi è una notevole divisione, che merita di essere sottolineata: per il 34% è da disapprovare, per il 39% è accettabile o consigliabile. 4. La GUM Questa sezione è la più lunga (8 domande). Per ragioni di spazio si dà qui delle risposte un resoconto abbastanza breve, rinviando per l’esito dettagliato alla pagina http://bit.do/sondaggio-metrologia. Anche alle domande di questa sezione hanno risposto quasi tutti i partecipanti. In premessa, occorre ricordare che nei suoi oltre 20 anni di vita la GUM si è evoluta in modo significativo, ma com’è noto senza che siano stati apportati cambiamenti nel testo principale: l’evoluzione è contenuta prevalentemente nei “Supplementi”. Il S1, in particolare, ha introdotto concetti e definizioni nettamente bayesiani, escludendo molti concetti frequentisti che sono presenti nella GUM. Quest’ultima, contrariamente al S1, è un documento sostanzialmente “misto”, che in alcuni punti può avere interpretazioni diverse. Agli intervistati è stato chiaramente specificato che le domande si riferiscono al testo della GUM, e non al S1, a cui è dedicata la sezione successiva.


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Innanzitutto si chiedeva, in due domande riferite rispettivamente ai corsi universitari e alla pratica professionale, quanto fedelmente gli intervistati ritengono di seguire la GUM. A livello di corsi universitari, quasi il 69% dei Docenti afferma di seguire la GUM fedelmente o molto fedelmente; esiste però un 9% di Docenti che asserisce di seguire la GUM poco o molto poco, e il restante 22% si colloca in mezzo (fedeltà “3” in una scala da 1 a 5). Tra i Professionisti, la percentuale di coloro che seguono la GUM fedelmente è leggermente inferiore (60%), come inferiore è quella degli “infedeli” (meno del 6%); aumentano coloro che danno un voto intermedio (34%). Complessivamente, si può dire che il seguito della GUM tra gli addetti ai lavori, pur essendo elevato, ha significativi margini di miglioramento. Un dato da considerare a questo proposito è che, in risposta a specifica domanda, la coerenza interna della GUM è considerata non perfetta dal 91% degli intervistati (voto “3” o “4” in una scala da 1 a 5). Il 51% considera le incoerenze abbastanza lievi (voto “4”), e il 40% tanto significative da meritare un voto “3”. Un altro dato relazionato alla coerenza, o almeno all’univocità d’interpretazione della GUM, si evince dalle risposte a un’altra domanda: “Nella GUM si usa

regolarmente l’espressione (forse non chiarissima) “probability distribution characterized by the measurement result”. Nella vostra interpretazione, la distribuzione di probabilità è da attribuirsi al misurando o alla misuFigura 7 – Risposte alla domanda: ra?”. Sappiamo “Considerate l’incertezza una grandezza che, mentre il S1 certa o una grandezza a sua volta incerta?” attribuisce senza equivoci la distribuzione al misurando (impostazione usa la locuzione “livello di confidenbayesiana), nella GUM l’interpreta- za”, preferendola a “probabilità di zione che si può dare è molto più libe- copertura” (che è considerata da evira (cfr. ad esempio la Fig. 1 all’inter- tare dal 38% degli intervistati). no della GUM, che presenta una di- Queste risposte sembrano indicare stribuzione di tipo frequentista). E che far evolvere la GUM attraverso i infatti la maggioranza relativa degli suoi Supplementi, e in particolare il intervistati interpreta le distribuzioni S1, non è stata un’operazione molto GUM come distribuzioni della misura, felice dal punto di vista della comunie non del misurando; solo poco più cazione. Gli intervistati, come abbiamo del 19% le interpreta come distribu- già visto e come vedremo anche in seguito, non sono di fede frequentista zioni del misurando. In base alle risposte ad altre doman- o bayesiana: vogliono semplicemente de, la maggioranza degli intervistati seguire un’impostazione comune conpercepisce la GUM in modo essen- divisa. Il S1 “mette al bando” interzialmente frequentista, nella linea valli e livelli di confidenza, e sancisce tracciata dalle locuzioni “intervallo di che l’incertezza è sempre una granconfidenza” e “livello di confidenza” dezza certa. Il documento di riferi(o di fiducia) u- mento dei cultori italiani delle misure sate nella GUM. rimane però la GUM, per la quale, invece, l’incertezza può essere una In sintesi: • la maggioran- grandezza incerta. za (53%) valuta Infine, una questione che non manca l’incertezza usan- mai di appassionare, e di dividere: do il concetto d’in- “usate il concetto di “errore di misura” tervallo di confi- o tendete a evitarlo?”. Il 51% rispondenza, come nel- de sì, il 41% no. Il 21% lo considera l’Annex G della irrinunciabile, il 19% un concetto errato e contraddittorio. Come risolvere GUM; • la grande mag- questa divisione? Gli autori di questo gioranza (83%) articolo non hanno, al momento, una ritiene che l’in- risposta che li convinca. certezza definita dalla GUM pos- 5. Il Supplemento 1 Figura 6 – Risposte alla domanda: sa essere una e la nuova GUM “Nella GUM si usa regolarmente l’espressione (forse non chiarissima) grandezza a sua Questa sezione, di sei domande, è “probability distribution characterized by the measurement result”. stata pensata come logico complevolta incerta; Nella vostra interpretazione, la distribuzione • la grande mag- mento della precedente. Il S1, pubdi probabilità è da attribuirsi al misurando o alla misura?” gioranza (85%) blicato nel 2008, ha introdotto molte

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N. 03ƒ ; 2016 Figura 8 - Risposte alla domanda: “Usate il concetto di “errore di misura” o tendete a evitarlo?”

novità rispetto alla GUM, delle quali la più appariscente è una formula diversa per la valutazione di tipo A dell’incertezza standard di una media di misure ripetute (Eq. (13) nel S1). La bozza di nuova GUM circolata tra gli addetti ai lavori nel 2015 (JCGM 100 201X CD – Committee draft) intende allineare la GUM al S1, e in generale alla formulazione bayesiana della teoria dell’incertezza. Le domande di questa sezione hanno avuto un numero di risposte significativamente minore rispetto a quelle sulla GUM. Si preferisce, perciò, riportarne gli esiti in termini di numeri assoluti piuttosto che percentuali. Tre domande hanno tentato esplicitamente di valutare l’impatto del S1 nel lavoro degli intervistati. La prima di queste è: “insegnate i concetti del Supplemento 1 della GUM in uno dei vostri corsi?”. Dei 68 Docenti partecipanti, solo 57 hanno risposto. Di questi, 11 hanno dichiarato di farlo in modo approfondito o molto approfondito, mentre 29 poco o per nulla. La seconda, complementare alla precedente, è: “utilizzate il Supplemento 1 della GUM nella vostra pratica professionale?”. Delle 53 persone che svolgono attività professionale, solo 35 hanno risposto. Di queste, 13 dichiarano di utilizzare il S1 in modo approfondito o molto approfondito, e 14 poco o per nulla. La terza domanda è: “vi siete interessati alla proposta di nuova GUM (JCGM 100 201X CD – Committee draft)?”. Delle 73 persone che hanno risposto, solo 16 dichiarano di averlo fatto in modo approfondito, mentre 48 poco o per nulla. I numeri delle risposte a queste tre domande sembrano confermare un impatto limitato del S1 tra i cultori italiani delle misure. Come argomento d’insegnamento, non vi è dubbio che esso debba dare precedenza alla GUM. Un fatto positivo, comunque, è che in alcuni casi sia realmente impiegato in ambito professionale. In particolare, uno degli intervistati segnala l’applicazione del S1 in un Laboratorio per misure RF, in casi specifici in cui è parti-


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adottano la nuova formula. Questa domanda “operativa” ha evidentemente su scitato un mag giore interesse, ricevendo ben 89 risposte. Oltre a 4 persone che già usano la nuova formula, il 60% (44 risposte) ha dichiarato che vi si adeguerebbe se la nuova GUM ve nisse approvata definitivamente. In questa maggioranza, qualcuno specifica che vi

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colarmente opportuno (modello della misurazione non lineare). Le restanti tre domande della sezione riguardano più propriamente l’opinione degli intervistati sulle innovazioni del S1 rispetto alla GUM. In primo luogo si è chiesto se il S1, e in particolare il suo meccanismo generale di assegnazione e propagazione delle distribuzioni, sia un metodo adeguato per la valutazione dell’incertezza. Delle 72 persone che hanno risposto, 25 non hanno un’opinione. Delle restanti 47, 43 ritengono che il S1 fornisca sempre o quasi sempre risultati corretti. Più d’uno tra gli intervistati ha raccomandato una certa cautela sull’argomento, ad esempio per insufficiente esperienza applicativa. Si è poi chiesto se il S1 sia un documento coerente con la GUM. Dei 100 partecipanti, solo 59 persone hanno risposto, e 31 di esse lo ritengono del

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Figura 10 – Risposte alla domanda: “Alcuni costruttori (p. es. National Instruments) forniscono separatamente ed esplicitamente gli errori (massimi o “tipici”) di guadagno, di offset, di non linearità integrale, di rumore, ecc. Quanto utile ritenete sia disporre di questi dati?”

si adeguerebbe pur non approvando l’innovazione. In definitiva, le risposte alle domande di questa sezione sembrano confermare quanto emerso in sezioni preceFigura 9 – Risposte alla domanda: “Nella proposta di nuova GUM denti: i misuristi l’incertezza associata alla media di misure ripetute italiani non rifiucon deviazione standard campionaria s non è più tano affatto le u=s/√n, ma è u=s/√n*√(n– 1)/√(n– 3). novità, né aAccettereste questa innovazione?” mano dividersi in tutto o molto coerente (si tratta, eviden- “frequentisti” e “bayesiani”; desideratemente, di persone che già della GUM no però avere sull’incertezza un rifeoriginale hanno dato un’interpretazio- rimento normativo unico, chiaro e unine bayesiana). voco, anche per quanto riguarda la Infine, si è chiesta la disponibilità ad didattica. accettare, in una nuova GUM, la La GUM ha forse alcuni difetti, ma nuova formula per la valutazione del- rimane il riferimento principale. l’incertezza di tipo A di una media di misure ripetute, così come riportata 6. Caratteristiche tecniche della nel S1. strumentazione e valutazioni È il caso di segnalare che l’eccellen- di tipo B dell’incertezza te norma IEC TR 61000 – 1 – Le caratteristiche tecniche d’incertez6:2012 sulla valutazione dell’incer- za della strumentazione sono spesso tezza in ambito ECM (curata da un “mondo parallelo” rispetto alla Carlo Carobbi), e la successiva GUM, e la loro interpretazione non è ANSI C63.23:2012 (che evidente- sempre chiara. Esiste cioè un problemente riprende la precedente), già ma di comunicazione tra questi due

mondi. Questa considerazione ha motivato le cinque domande di questa sezione. “L’analisi e l’uso delle caratteristiche tecniche contenute nei manuali della strumentazione fa parte del programma dei vostri corsi/della vostra pratica professionale?”. L’argomento è importante o fondamentale per il 68% dei Docenti e per l’83% dei Professionisti. Esso è invece poco o per nulla importante per il 16% dei Docenti, e per un solo Professionista. L’accuratezza di uno strumento è di solito fornita in termini di un “total maximum error”, e di norma non si parla affatto di “uncertainty” o “standard uncertainty”. Richiesti di un’opinione in proposito, l’80% degli intervistati si è riconosciuto nell’idea che i costruttori dovrebbero fornire incertezze standard, in aggiunta o in sostituzione degli “errori massimi”. “Quanto sono utili le specifiche, fornite da alcuni costruttori, su errori di guadagno, di offset, di non linearità integrale, ecc.?”. Su questo le opinioni sono più variegate, ma si tende a preferire l’informazione più completa possibile: per il 45% è molto utile, per il 39% lo è abbastanza, per il 13% lo è poco. “Ritenete che la GUM sia adeguata

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N. 03ƒ ; 2016 a comprendere e usare le specifiche di accuratezza della strumentazione?”. Qui vi è una certa divisione: per il 37% la risposta è sostanzialmente sì, per il 23% sostanzialmente no. Tuttavia, qualcuno fa notare che non dev’essere la GUM ad aiutare nell’interpretazione delle specifiche, ma dev’essere il costruttore a permettere di modellizzare lo strumento in modo soddisfacente dal punto di vista metrologico. Una risposta negativa, quindi, non è necessariamente da interpretarsi come una critica alla GUM. Dalle risposte ricevute, e dalle note aggiunte da alcuni degli intervistati, si avverte che le caratteristiche di accuratezza degli strumenti sono considerate di grande importanza, ma vi è un’esigenza diffusa di specifiche scritte in modo più chiaro, completo, e soprattutto conforme alla GUM. Sarebbe interessante conoscere, su questo argomento, il parere di qualche costruttore. 7. Norme tecniche ISO 5725 e ISO 21748 su ripetibilità, riproducibilità, accuratezza Le UNI ISO 5725 – Accuratezza (esattezza e precisione) dei risultati e dei metodi di misurazione – sono una serie di norme con una relazione molto evidente con l’incertezza di misura. Tuttavia, alla domanda se vi sia incompatibilità tra queste norme e la GUM, solo 82 persone hanno risposto, e di queste ben 61 (il 74%) risponde di non avere un’opinione in merito. Solo 3 persone le considerano due trattamenti incompatibili dell’incertezza, rilevando così l’esistenza di un problema. Il 77% dei Docenti ha dichiarato di non insegnarle affatto nei propri corsi, e il 68% dei Professionisti di non usarle nella propria pratica professionale (i restanti le usano occasionalmente, e per nessuno di loro sono un riferimento fondamentale). In definitiva, le norme su ripetibilità, riproducibilità e accuratezza sembrano interessare poco i misuristi italiani. Onestamente, pensiamo che esse potrebbero meritare una maggiore attenzione. 8. Altre norme su metrologia e misure Questa sezione può essere considerata un’estensione della precedente: riguarda essenzialmente le differenze nel trattamento dell’incertezza tra GUM e norme tecniche varie. La prima domanda della sezione è: “Esiste un gran numero di norme tecniche (UNI, EN, ISO, ecc.) che trattano misure e la loro incertezza. Avete ravvisato incongruenze importanti tra qualche norma e la GUM?”. Solo 61 persone, sui 100 intervistati, riferiscono di avere avuto effettivamente a che fare con altre norme che trattano misure e incertezza. Di queste, 26 hanno ravvisato incongruenze importanti con la GUM, e le altre 35 no. Un partecipante osserva che spesso una norma tecnica introduce, sull’incertezza, un suo autonomo “vocabolario” e definizioni. È stata poi posta una coppia di domande complementari: “Quali norme (eventualmente) ritenete siano parti-


N. 03ƒ ;2016 9. Teoria della stima e misurazione In quest’ultima sezione si è cercato di capire quanto la teoria della stima – branca della statistica che si occupa del problema di estrarre parametri incogniti da insiemi di misure grezze – sia considerata dagli intervistati importante per la comprensione della metrologia. La prima domanda è stata: “La teoria della stima può essere considerata, a vostro parere, la base teorica della teoria della misurazione e dell'incertezza?” Essa ha ricevuto solo 79 risposte; circa il 20% degli intervistati, quindi, non ha un’opinione o non considera la questione rilevante. La risposta è stato un sì deciso o molto deciso per 44 persone (56% delle risposte), un no per 8 (10%). Sono state poi poste due domande relative ai metodi di stima “frequen-

tisti” e “bayesiani”: “Bias e varianza di uno stimatore, stimatore efficiente, stimatore consistente, sono concetti di base della teoria della stima classica (frequentista). Ritenete che debbano far parte della formazione di chi si occupa di misure?”; “Distribuzione a priori del misurando, distribuzione a priori oggettiva e soggettiva, “prior elicitation”, stimatore MMSE e MAP, sono concetti di base della teoria della stima bayesiana. Ritenete che debbano far parte della formazione di chi si occupa di misure?”. Sui concetti “frequentisti” sono state date 84 risposte: 53 sono state un sì deciso o molto deciso (63%), e solo 9 (11%) un no. Sui concetti “bayesiani” il risultato è un po’ diverso: 80 risposte, di cui 32 (40%) sono state un sì deciso o molto deciso, mentre 19 (24%) sono state un no. Il concetti bayesiani so no percepiti quindi, con qualche ra gione, più “difficili” di quelli classici. Per queste due domande qualcuno osserva, con ragione, che la risposta dipende anche dalla figura di cui si sta parlando: un tecnico di laboratorio, evidentemente, deve co noscere cose diverse rispetto a un ricercatore. L’ultima domanda era molto concreta e per conseguenza praticamente tutti gli interpellati (i Docenti di corsi di misure) hanno risposto. “Quale versione del metodo dei minimi quadrati insegnate nei vostri corsi?” Il 79% insegna il metodo classico (frequentista), il 3% il metodo bayesiano, il 6% entrambe le versioni; il 12% non lo insegna.

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colarmente “da riscrivere” sotto l'aspetto del trattamento dell'incertezza di misura?”; “Quali norme (eventualmente) ritenete siano particolarmente “ben scritte” sotto l'aspetto del trattamento dell'incertezza, e magari da considerarsi migliorative rispetto alla GUM?” Lo scopo di queste domande era evidentemente, cercare di capire in quali casi si ritiene siano le norme a doversi conformare alla GUM, e in quali casi il viceversa. Senza entrare nel dettaglio delle indicazioni degli intervistati (leggibili a http://bit.do/sondaggio-metrologia), sembrano particolarmente apprezzate le norme che, seguendo il vocabolario e le definizioni GUM, spiegano dettagliatamente e con esempi la loro applicazione. Vi sono, tra queste, varie norme relative alla EMC. Non sono apprezzate, invece, le norme troppo datate o che si separano dalla GUM già a livello di definizioni e concetti fondamentali (parlando per esempio di errori massimi e non d’incertezza standard, ecc.). Anche qui, le risposte sembrano indi care la volontà dei cultori delle mi sure di seguire un unico documento – la GUM – fin dov’è possibile.

IL TEMA

trebbe essere un sondaggio politicoelettorale. Lo scopo del sondaggio infatti non era prevedere l’esito d’improbabili elezioni da svolgersi sull’incertezza di misura! Più semplicemente, si voleva ottenere una “fotografia” delle diverse posizioni dei cultori italiani delle misure su questioni spesso dibattute (cominciando dal problema se l’incertezza di misura sia poi così importante...). Allo stesso tempo, si voleva fornire agli intervistati qualche utile spunto di riflessione, e cioè non solo domande a cui rispondere, ma su cui pensare. La lettura complessiva che gli autori hanno dato dei risultati si può così riassumere: 1. I misuristi italiani hanno, su alcune questioni, visioni contrastanti, ma non amano dividersi in fazioni (frequentisti/bayesiani, probabilità/teoria dell’evidenza) e, fin dove possibile, tendono a tollerare visioni diverse; 2. Le questioni operative, e l’effettiva utilità di una definizione o di una procedura, suscitano di solito molto più interesse delle pure questioni di principio; 3. La GUM è un documento datato e probabilmente migliorabile sotto vari aspetti, ma è sempre considerata il principale riferimento sull’incertezza di misura. Documenti alternativi, quali le norme tecniche, le specifiche sui manuali degli strumenti, e gli stessi Supplementi della GUM, sono apprezzati solo se non troppo difformi dalla GUM. In base a questa lettura il recente sforzo, tuttora in corso, di produrre

CONCLUSIONI

Il sondaggio presentato non è, né intendeva essere, una rivelazione statistica rigorosa sulle opinioni di una popolazione ben definita, come po-

Figura 11 – Risposte alla domanda: “Quale versione del metodo dei minimi quadrati insegnate nei vostri corsi?”

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IL TEMA

una GUM aggiornata ed estesa appare ampiamente giustificato. Così come appare giustificato uno sforzo per tenere all’interno della GUM approcci filosoficamente diversi, ma operativamente conciliabili.

RINGRAZIAMENTI

All’iniziativa del sondaggio molti colleghi hanno fornito un contributo, innanzitutto gli organizzatori “storici” della Giornata della Misurazione. Tra essi, Mario Savino e Nicola Paone sono stati

Nicola Giaquinto è Professore Associato di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il Dipartimento d’Ingegneria Elettrica e dell’Informazione del Politecnico di Bari. I suoi principali interessi di ricerca riguardano i metodi matematici per la stima e la misurazione, lo sviluppo e la caratterizzazione di sensori, e le problematiche teoriche relative alla definizione e alla valutazione dell’incertezza di misura. È membro del GMEE e dell’Instrumentation & Measurement Society dell’IEEE.

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particolarmente prodighi di suggerimenti e incoraggiamenti. Si ringraziano anche Andrea Cataldo, Emanuele Piuzzi, Laura Fabbiano, Annarita Lazzari e Giuseppe D’Aucelli, che hanno fornito un supporto significativo in diverse fasi del lavoro.

Franco Docchio è Professore Ordinario di Misure Elettriche ed Elettroniche presso il Dipartimento d’Ingeneria Meccanica e Industriale dell’Università di Brescia. Si occupa di misure ottiche, laser industriali, strumentazione elettronica di misura, creazione di società di start-up. È attualmente Direttore della Rivista Tutto_Misure.


GLI ALTRI TEMI

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MISURE PER L’INDUSTRIA Leopoldo Angrisani 1, Stefano De Falco 2

Misurare l’innovazione Parte II: il caso di un’area urbana marginale riqualificata

MEASURING INNOVATION – PART II: THE CASE OF A REQUALIFIED MARGINAL URBAN AREA We investigate the measurement of the innovation capacity of a system, be it a firm or a whole geographical area. More specifically, we present a new model, based on RTA – Firm’s Technological Performance Index, which stems from the collaboration between Federico II University of Naples and AICTT – Italian Association for Technology Transfer Culture. The RTA model is conceived by considering good and bad practices of real cases, thus following a typical bottom-up approach. In this second part, the proposed model is applied to the east area of Naples, where the research Centre CeSMA of Federico II has recently been founded. RIASSUNTO Viene affrontato il tema della misurazione della capacità innovativa di un sistema, sia esso un’impresa o un’intera area geografica. In particolare, viene presentato un nuovo approccio, scaturito dalla collaborazione tra l'Università di Napoli Federico II e l’AICTT – Associazione Italiana per la Cultura del Trasferimento Tecnologico, che pone il suo presupposto nella necessità di partire dalle buone e cattive pratiche concernenti casi reali, in accordo a un tipico scenario bottom-up. In questa seconda parte il modello proposto viene applicato all’area est di Napoli, nel quale si è insediato recentemente il Centro CeSMA della Federico II. NATURA DEL PROBLEMA E MOTIVAZIONI

Una delle variabili da tener presente nelle analisi sullo sviluppo locale è la Prossimità Geografica (PG) tra Università/Centri di ricerca e imprese/territorio. Le azioni causali, ossia caratterizzate da un nesso di causa/effetto rispetto agli effetti che esse producono sul territorio, ascrivibili a tale variabile, risultano essere molto dibattute tra gli studiosi ed esperti di settore, in quanto si sono venute a configurare due correnti di pensiero antitetiche: una prima che considera, nell’epoca attuale caratterizzata dalla “banda larga”, anacronistica la prossimità geografica tra fornitori e fruitori di conoscenza; una seconda che, invece, ritiene ancora molto rilevante la vicinanza fisica tra di essi, in quanto fucina di una forte contaminazione culturale responsabile della proliferazione

d’iniziative istituzionali e imprenditoriali locali atte a valorizzare il territorio. Da un’analisi dell’ampia letteratura di settore si evince in misura rilevante che la conoscenza può essere efficacemente trasmessa mediante rapporti diretti tra soggetti localizzati nella medesima area, oppure tra individui caratterizzati da una prossimità “culturale”. Nonostante le moderne tecnologie d’informazione e comunicazione abbiano quasi annullato il vincolo spaziale, la prossimità geografica risulta ancora una variabile d’influenza nei processi di trasferimento tecnologico territoriale per le seguenti ragioni: 1. la vicinanza geografica rappresenta un fattore d’intermediazione tra processi di apprendimento legati al contesto e fondati su conoscenza prevalentemente tacita, flussi di conoscenza e innovazione. Sia la tesi di

T_M

Lundvall [1] sia quella di Maillat (1991) [2] mettono in evidenza la relazione positiva tra prossimità e innovazione radicale (che prevede principalmente conoscenza tacita); 2. la conoscenza tacita è legata al contesto geografico e a interazioni personali. Il processo di codifica della conoscenza implicita può essere paragonato a un movimento a spirale nel quale la conoscenza tacita viene trasformata in conoscenza codificata in maniera reiterata, perché continuamente si sviluppa nuova conoscenza tacita che necessita di essere esplicitata [3]; 3. benché l’avvento di tecnologie come Internet abbiano ridotto gli ostacoli spaziali, Morgan [4] sottolinea come in realtà la capacità dell’ICT di “distruggere” le distanze sia stata sovrastimata. Il contesto geografico non può essere semplicemente considerato spazio fisico, ma necessita di essere inteso come un ambito nel quale si sviluppano relazioni sociali, culturali ed economiche che non saranno mai equivalenti ai rapporti mediati dalle nuove forme di comunicazione. Le tecnologie digitali potrebbero risultare idonee e utili per comunità già ben organizzate e sviluppate. Al contrario, nelle prime fasi di sviluppo di un progetto o di un’organizzazione, in qualunque contesto siano portate avanti, la prossimità diventa ne-

1

Dip. Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione, CeSMA Centro Servizi Metrologici Avanzati, Univ. di Napoli Federico II leopoldo.angrisani@unina.it 2 CeRITT – Centro di Ricerca sull’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico, Univ. di Napoli Federico II stefano.defalco@unina.it

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N. 03ƒ ; 2016

s

GLI ALTRI TEMI

cessaria e nessuna tecnologia uguaglierebbe l’efficacia d’incontri diretti; 4. la complementarietà tra prossimità fisica e relazionale non significa che una delle due dimensioni sia migliore delle altre, anzi si tratta di due tipologie di prossimità che dovrebbero evolversi contemporaneamente: se è vero che anche tra soggetti distanti si possono condividere norme, codici, modi comuni di pensare e ideare strategie, è pur vero che tale prossimità organizzativa si realizza con maggiore facilità in presenza della prossimità fisica. L’ANALISI EMPIRICA CONDOTTA

L’analisi empirica condotta è stata animata dalla volontà di verificare se la variabile Prossimità Geografica (PG) potesse essere ritenuta una variabile d’influenza nei processi di riqualificazione di aree marginali. Il case-study è costituito dal recente insediamento nell’area est di Napoli di un Centro Servizi dell’Università di Napoli Federico II, denominato CeSMA – Centro Servizi Metrologici Avanzati – che sorge nell'ex-sede Cirio a San Giovanni a Teduccio. È un’area caratterizzata da una superficie di circa 200.000 mq, che ospita aule, Laboratori, biblioteche, studi dipartimentali e centro congressi. Si tratta di un’attività di rivalutazione degli spazi, in una logica di riqualificazione urbana della fascia litoranea di Napoli e dei quartieri periferici. Il quartiere di San Giovanni è stato in passato sede della più importante industria conserviera del Mediterraneo, la Cirio, e della prima industria ferroviaria in Italia, servendo la tratta Napoli-Portici, col celebre opificio di Pietrarsa. Il Centro CeSMA, in cui Laboratori preesistenti all’interno di altre sedi della Federico II lavorano in rete con Laboratori di nuova realizzazione per svolgere attività di misura in diversi campi dell‘Ingegneria, della Fisica, della Chimica e della Biologia, si pone come nodo di collegamento fra l'Ateneo Federico II e il settore industriale e imprenditoriale che necessita di servizi di misurazione per un adeguato sviluppo della propria attività. L’analisi è stata condotta impiegando il protocollo AICTTRTA [5, 6 e 7] su un campione di 145 imprese tutte localizzate nell’area di Napoli est e in attività almeno dall’anno 2011 fino all’anno 2014. L’analisi comparativa è stata condotta con riferimento al biennio 2011-2012, durante il quale ancora non si era insediato il Centro CeSMA, e al biennio 2013-2014 post-insediamento di quest’ultimo. Le imprese sono state classificate per settori di afferenza (Tab. 1) e analizzate attraverso il protocollo RTA. Per ciascun settore tematico, sono stati valutati i passaggi da una certa classe di rendimento alla successiva in entrambi i bienni. Per ciascun biennio, sono stati valutati sia i valori cumulati, in quanto si è ritenuto che un'impresa che abbia conseguito un passaggio di classe in un anno abbia una bassa probabilità di con-


N. 03ƒ ;2016 Tabella 1 – Settori di classificazione delle imprese analizzate nell’area urbana di Napoli est

Settori di afferenza delle piccole e medie imprese (PMI) analizzate ICT Consulting Logistic&Transportation Tourism Totale

seguire un ulteriore passaggio di classe nell’anno successivo, sia i valori percentuali (Tab. 2). Quale specifica di selezione delle imprese e dei servizi da analizzare, è stata assunta quella di non essere già in fascia di eccellenza, e dunque di non risultare già in classe A o classe A+ del protocollo RTA. In realtà, purtroppo, nell’area di Napoli est non sono state rinvenute imprese e servizi da non considerare perché già in classe di eccellenza. Tale selezione, invece, è stata necessaria nel reperimento dei dati relativi

all’area urbana generica e non marginale che, come si vedrà in seguiNumero PMI to, è stata impiegata analizzate quale campione di controllo. 30 La Tab. 2 rivela uno scenario nel quale i set20 tori ICT e Consulting, a 55 differenza dei settori 40 Logistic&Transportation e Tourism, non risultano 145 essere sensibili alla presenza dell’insediamento del nuovo Centro di ricerca CeSMA nell’area geografica di afferenza delle imprese. La Tab. 3 mostra che, anche in una generica area urbana, il settore ICT, nel passaggio dal biennio 2011-2012 al successivo biennio 2013-2014, non risulta essere caratterizzato da incrementi positivi del parametro di valutazione utilizzato, anzi subisce un decremento. Dal confronto delle Tabb. 2 e 3 emergono due elementi d’indagine, che non sembrano essere correlati: il

s

GLI ALTRI TEMI

primo elemento riguarda un trend generale di decrescita del settore ICT, avulso da specificità geografiche, rispetto alla capacità d’innovare con un alto rendimento; il secondo elemento è relativo alla bassa sensibilità dello stesso settore rispetto alla prossimità geografica con un neonato Centro Universitario in un’area marginale. Un’ipotesi di riflessione giustificativa, rispetto allo scenario descritto, può essere attribuita alla peculiarità del settore ICT di avere un know-how focalizzato sui temi dell’impiego di strumenti ad alta tecnologia per le relazioni tra aree geografiche a livello planetario e dunque la prossimità geografica non risulta essere variabile d’influenza. Le Tabb. 4, 5 e 6 riportano le variazioni percentuali dell’indice RTA, nella stessa area di Napoli est, tra il biennio 2011-2012 e il biennio successivo 2013-2014, le variazioni percentuali dell’indice RTA, nello stesso biennio 2013-2014, post-insediamento del Centro CeSMA, tra l’area di Napoli est e una generica area urbana, e infine le

Tabella 2 – Percentuale relativa al numero di passaggi da una classe RTA alla successiva nell’area est di Napoli nel confronto tra i due bienni

Settori di afferenza delle imprese

Numero di PMI analizzate

Numero di passaggi di classe RTA 2011

2012

Cumul.

%

2013

2014

Cumul.

%

ICT

30

7

9

16

53,33

6

5

11

36,67

Consulting

20

2

0

2

10,00

0

1

1

5,00

Logistic&Transportation

55

3

1

4

7,27

16

32

48

87,27

Tourism

40

0

0

0

0,00

23

11

34

85,00

145

12

10

22

70,60

45

49

94

64,83

Totale

Tabella 3 – Percentuale relativa numero di passaggi da una classe RTA alla successiva in una generica area urbana di Napoli nel confronto tra i due bienni

Settori di afferenza delle imprese

Numero di PMI analizzate

Numero di passaggi di classe RTA 2011

2012

Cumul.

%

2013

2014

Cumul.

%

ICT

30

21

13

34

113,33

13

11

23

80,00

Consulting

20

6

8

14

70,00

13

5

28

140,00

Logistic&Transportation

55

31

19

50

90,91

16

21

37

67,27

Tourism

40

10

16

26

65,00

11

13

24

60,00

145

68

56

24

85,52

53

60

113

77,93

Totale

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variazioni percentuali dell’indice RTA, nello stesso biennio 2011-2012, preinsediamento del Centro CeSMA, tra l’area di Napoli est e una generica area urbana. Il confronto delle tabelle mostra che i settori Logistic&Transportation e Tourism sono maggiormente sensibili alla prossimità geografica del Centro CeSMA, e, dopo l’insediamento di quest’ultimo, il gap rispetto a tali settori in un’area geografica urbana risulta ridimensionato. In Tab. 7 è riportato il numero di PMI analizzate aventi un rapporto di partnership con il Centro CeSMA, sia di tipo formalizzato mediante protocollo scritto, sia non ancora formalizzato ma in corso di stipula. La Tab. 7 conferma la maggior propensione delle PMI afferenti ai settori Logistic&Transportation e Tourism a sviluppare accordi di partnership con il Centro CeSMA dopo il suo insediamento.

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s

GLI ALTRI TEMI

Tabella 4 – Variazione percentuale dell’indice RTA, nella stessa area di Napoli est, tra il biennio 2011-2012 e il biennio successivo 2013-2014

Settori di afferenza delle imprese

Numero di PMI analizzate

Variazione D%

ICT

30

-16,67

Consulting

20

-5,00

Logistic&Transportation

55

80,00

Tourism

40

85,00

145

49,66

Totale

Tabella 5 – Variazione percentuale dell’indice RTA, nello stesso biennio 2013-2014, post-insediamento del Centro CeSMA, tra l’area di Napoli est e una generica area urbana

Settori di afferenza delle imprese

Numero di PMI analizzate

Variazione D%

ICT

30

-43,33

Consulting

20

-135,00

Logistic&Transportation

55

+20,00

Tourism

40

+25,00

145

-13,10

Totale


N. 03ƒ ;2016 Tabella 6 – Variazione percentuale dell’indice RTA, nello stesso biennio 2011-2012, pre-insediamento del Centro CeSMA, tra l’area di Napoli est e una generica area urbana

Settori di afferenza delle imprese

Numero di PMI analizzate

Variazione D%

ICT

30

-60,00

Consulting

20

-60,00

Logistic&Transportation

55

-83,64

Tourism

40

-65,00

145

-70,34

Tabella 7 – Numero di PMI analizzate aventi un rapporto di partnership con il Centro CeSMA

ANALISI DEI RISULTATI E DISCUSSIONE

Totale

Settori di afferenza delle imprese

Numero PMI analizzate aventi un rapporto di partnership con il Centro CeSMA

ICT

L’analisi della numerosità delle occorrenze di transizioni di classe RTA nel confronto tra i due bienni che caratterizzano il pre- e postinsediamento del Centro CeSMA nell’area est di Napoli, e il confronto con il campione di controllo riguardante una generica area urbana, ha permesso di formulare le proposizioni riportate di seguito, non sempre di rapida e intuitiva formulazione. Proposizione 1: i rapporti di partnership con un Centro Universitario, sia formalizzati mediante accordi scritti, sia non formalizzati ma espressi solo in termini di conoscenza, è una variabile d’influenza rispetto alla propensione a innovare del territorio. Proposizione 2: la proposizione 1 è tanto più vera se si riferisce ad aree urbane marginali.

14

Consulting

9

Logistic&Transportation

27

Tourism

13

Al fine di compensare eventuali errori di valutazione legati alla limitata dimensione campionaria, a valle dell’analisi dei dati condotti, sono stati rinviati, alle sole imprese caratterizzate da passaggi di classe RTA di rango elevato (dalla C alla A+), questionari sintetici contenenti la seguente unica domanda: “Il passaggio di classe RTA relativo alla Sua Azienda ‘….’ dipende, a Suo giudizio, dalla prossimità geografica con il nuovo Centro Universitario: Sì o No?”. I risultati sono mostrati in Tab. 8 e confermano l’analisi RTA condotta.

Tabella 8 – Risultati dei questionari sottomessi alle sole imprese aventi un rapporto di partnership con il Centro CeSMA

Settori di afferenza delle imprese

Numero di PMI analizzate

Si

% (Si)

No

Senza risposta

14

2

14,29

12

0

9

5

55,56

3

1

Logistic&Transportation

27

25

92,59

0

2

Tourism

13

9

69,23

Totale

63

41

65,00

ICT Consulting

4 15

7

s

GLI ALTRI TEMI

Proposizione 3: alcuni settori (come ad esempio quello dei trasporti e del turismo) che caratterizzano il tessuto industriale del territorio su cui insiste il Centro Universitario presentano una maggiore sensibilità all’innovazione. Proposizione 4: la proposizione 3 è tanto più vera se si riferisce ad aree urbane marginali. Occorre evidenziare che risulta certamente non intuitiva e non prevedibile la bassa sensibilità registrata dal settore ICT rispetto alla prossimità geografica di un Centro Universitario, in area urbana sia centrale sia marginale. Una possibile spiegazione è da ricercarsi nel fatto che tale settore è già molto orientato all’innovazione. Inoltre, potenziali driver della forte sensibilità alla prossimità geografica rilevata nei settori turismo e trasporti sono da ascriversi alla presenza di ferventi attività legate ai nodi di scambio e trasporto di persone e merci che caratterizzano la zo na orientale di Napoli. Da un punto di vista induttivo, l’analisi svolta rende evidente, quale modello generale, la costatazione riguardante la possibilità di assunzione della variabile prossimità geografica tra ricerca e sua fruizione quale variabile d’influenza nei processi d’innovazione del territorio. Ulteriori studi saranno, da un lato, indirizzati all’irrobustimento dell’analisi dei dati a conferma dei risultati trovati e, dall’altro, alla modellazione analitica di metodi e strumenti che costituiscono ancora buone pratiche, anche di applicazione professionale, di misura dell’innovazione secondo approcci sempre più riconducibili ad astrazioni scientifiche. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. B. Lundvall (1992); Introduction; in B. Lundvall (ed.), National Systems of Innovation: Towards a Theory of Innovation and Interactive Learning; London: Pinter. 2. D. Maillat (1991); Local Dynamism, Milieu and Innovative Enterprises; in J. Brotchie, M. Batty, P. Hall e P. Newton

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N. 03ƒ ; 2016 Figura 1 – Il nuovo Centro CeSMA Area Est di Napoli

(eds.), Cities of the 21 st Century; London: Longman. 3. D. Foray, B. Lundvall (1996); The Knowledge-Based Economy: From the Economics of Knowledge to the Learning Economy; In Employment and Growth in the Knowledge-Based Economy (pp. 11-32); Paris: OECD. 4. K. Morgan (2001); The Exaggerate Death of Geography: Localised Learning, Innovation and Uneven Development; Cardiff University. 5. L. Angrisani, S. De Falco (2016); Misurare l’Innovazione; Tutto_Misure n. 01, 2016. 6. S. De Falco, F. Di Marino, A. Tappi (2015); Lo standard AICTT RTA per la misura della capacità innovativa d’impresa; Franco Angeli. 7. S. De Falco (2015); Measuring the regional dimension of innovation through an economic model based on rectifying technology audits according to the AICTT-RTA protocol., Vol.2, No.6 (2014): Archives of Business Research ISSN 2054-7404.

Leopoldo Angrisani è Professore Ordinario e Direttore del Centro CeSMA presso l’Università di Napoli Federico II. La sua attività di ricerca è focalizzata sulla definizione di metodi e tecnologie di misura per applicazioni concernenti temi sia verticali, quali il “compressive sampling”, l’incertezza di misura e l'alimentazione senza fili di sensori e apparecchiature di misura, sia orizzontali, quali l’Homeland Security, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico. Stefano De Falco Ingegnere, Dottore di Ricerca in Ingegneria Elettrotecnica, è responsabile dell’Ufficio “Trasferimento Tecnologico di Ateneo” dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, Direttore del CeRITT, Centro di Ricerca per l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico, Presidente dell’AICTT, Associazione Italiana Cultura per il Trasferimento Tecnologico, docente di Trasferimento Tecnologico e Geografia della Innovazione e autore di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali.

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MISURE PER L’AMBIENTE E IL COSTRUITO

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Federico van der Velden

Impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC) Parte II: regolazione automatica e supervisione

HEATING, VENTILATION AND CONDITIONING PLANTS – PART II: AUTOMATIC REGULATION AND SUPERVISION The energy demand in HVAC (Heating, Ventilating and Air Conditioning), lighting and water heating facilities represents the 26% of the total energy required. Building Automaton Control Systems can operate to guarantee the comfort conditions inside the buildings, where sensors and control systems play a fundamental role. Hardware and software instruments must be powerful and easy to use to improve smart solutions in control systems design, and easy configuration in control process programming software. RIASSUNTO I consumi per climatizzazione, produzione d’acqua calda e illuminazione degli edifici rappresentano circa il 26% del fabbisogno energetico. La regolazione automatica degli impianti di riscaldamento e condizionamento d’aria è fondamentale per ottimizzare i consumi e garantire le condizioni di comfort richieste. Da una sintesi delle tecnologie di misura e controllo negli edifici, presentiamo alcuni spunti per soluzioni che semplifichino le architetture dei sistemi di prossima generazione. I SISTEMI DI CONTROLLO DIGITALE

I sistemi di controllo per gli impianti di tipo HVAC sono classificati come DDC (direct digital control), solitamente programmabili mediante “Diagrammi a Blocchi Funzionali” adatti a esigenze di regolazione differenti rispetto a quelle degli ambiti industriali. La programmazione a blocchi funzionali consente di creare graficamente le logiche di controllo, senza dedicare risorse eccessive alla scrittura di codici basati su linguaggi di tipo testuale o “Ladder”, sviluppati per il controllo sequenziale con sistemi PLC (programmable logic controller). Nei sistemi DDC riveste particolare importanza la pianificazione di eventi vincolati a calendario orario, per gestire il funzionamento degli impianti in base all’occupazione degli edifici (funzione superflua per processi produttivi industriali). A differenza dei sistemi PLC e DCS (distributed control systems), totalmente integrabili mediante piattaforme di supervisione SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition),

in particolare la semplicità dei linguaggi di programmazione e la disponibilità di funzioni logiche predefinite. Dopo la metà degli anni ’90 i principali produttori appartenenti al settore dell’automazione hanno iniziato ad acquisire gruppi concorrenti, ritenuti complementari, per proporre soluzioni integrate, sistemi SCADA e reti di comunicazione adatte a gestire building automation, sicurezza, antincendio, controllo accessi e videosorveglianza. Attualmente, i gruppi più importanti nel settore dei sistemi d’automazione tendono a offrire soluzioni integrate di controllo globale e supervisione, destinate a grandi complessi tecnologici civili e industriali. Pur mantenendo le linee di prodotto originarie, la ricerca di sinergie ed economie di scala condurrà all’armonizzazione di hardware, software di programmazione e software di supervisione adatti a svolgere funzioni che oggi vengono realizzate da prodotti distinti. Gruppi primari nel settore “building automation”, rimasti indipendenti, hanno adottato strategie di marketing basate sul rinnovo dei propri sistemi e su accordi di “partnership” con i principali produttori di macchine per impianti HVAC, garantendo la vendita dei propri sistemi per il controllo delle macchine commercializzate. Parallelamente, l’evoluzione tecnologica di microprocessori, sistemi operativi, piattaforme di sviluppo software e sistemi di comunicazione, ha consentito a realtà industriali più recenti e dinamiche di sviluppare prodotti basati su architetture di nuova generazione, adatti all’impiego in diversi ambiti di controllo. A partire dalla fine degli anni ’90, i principali produttori di sistemi per building automation si sono alleati per

gran parte dei sistemi per building automation è caratterizzata da protocolli di comunicazione chiusi, non integrabili con software di supervisione di marche concorrenti (a meno d’investimenti in risorse per decifrare i protocolli di comunicazione). Le prime integrazioni tra sistemi DDC di marche concorrenti sono state realizzate con tecnologia software OPC (Open Platform Communications), con qualche difficoltà dovuta all’incompatibilità tra i diversi formati dei dati (ad es., numero massimo di record per array e lunghezza massima delle stringhe di descrizione delle variabili). Nei primi anni ’90 sono stati implementati sistemi con unità PLC e DCS per controllo di processi di climatizzazione in ambito industriale: l’apertura dei protocolli di comunicazione di tali sistemi ha permesso all’utente finale di svincolarsi dalla necessità di dover utilizzare hardware di controllo unicamente compatibile rispetto a dispositivi già installati. Tuttora, l’azione commerciale dei produttori di sistemi DDC tende a evi- Advice SST srls a socio unico denziare le “peculiarità” dei propri di- Soluzioni, sistemi e tecnologie spositivi rispetto ai sistemi PLC e DCS; fevdvelden@gmail.com

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GLI ALTRI TEMI

realizzare e diffondere nuove tecnologie basate sui protocolli di comunicazione “standard” come LonWorks Echelon e BACnet. Il protocollo LonWorks, sviluppato dalla Echelon Corporation al termine degli anni ’80, ha reso possibile l’integrazione tra prodotti per building automation di marche diverse, in particolare per sistemi d’illuminazione. Si tratta di una soluzione che, in ogni caso, richiede conoscenze tecniche specifiche e impegno in termini di tempo, organizzazione e risorse per integrare sistemi caratterizzati dalla coesistenza di dispositivi di marche differenti. Il protocollo BACnet – Building Automation and Control Network – sviluppato dall’ASHRAE (American Society of Heating, Refrigeration, and AirConditioning Engineers), è uno standard ANSI e ISO, aperto, costantemente aggiornato dal comitato dell’ASHRAE SSPC-135, e soggetto a frequenti miglioramenti. Realizzato con l’obiettivo di fornire ai proprietari degli edifici l’opportunità di poter scegliere tra diversi produttori di sistemi

BACnet compatibili, utilizza la definizione dei modelli di oggetti attraverso un gruppo standardizzato che caratterizza i dispositivi fisici. Ogni tipo di oggetto possiede una lista specifica di proprietà, ciascuna delle quali identifica l’unicità di ogni oggetto (es. il valore attuale di un ingresso analogico). I dispositivi interagiscono tra loro tramite servizi, variabili in base alla complessità del dispositivo, classificato tramite proprio profilo in base ai servizi che può offrire. I profili dei dispositivi possono variare dal semplice Smart Sensor (B-SS) al complesso Building Controller (B-BC). Parallelamente allo sviluppo dei sistemi integrabili con protocollo BACnet, sono state commercializzate unità di controllo digitale basate su tecnologia “WEB server”, con modelli configurabili e programmabili direttamente attraverso il software installato a bordo, gestibile tramite WEB browser. Sistemi simili permettono di creare logiche di regolazione e pagine grafiche residenti nelle aree di memoria delle unità di controllo stesse, senza necessità di software di pro-

grammazione e software di supervisione, evitando di dover allineare le pagine grafiche con le variabili controllate. I SISTEMI DI SUPERVISIONE E LA GESTIONE INTEGRATA DELLE UNITÀ DI CONTROLLO

Le funzioni del sistema di supervisione sono prevalentemente gestionali: un sistema ottimizzato deve fornire le informazioni essenziali relative a eventi critici e variabili controllate, segnalando e registrando gli eventi generati dalle applicazioni di controllo residenti nelle unità di regolazione digitale, incluse le anomalie di funzionamento dei dispositivi e dei rispettivi sistemi di comunicazione. Le pagine grafiche del sistema di supervisione rappresentano mappe e schemi funzionali delle sezioni d’impianto gestite, oltre alle informazioni necessarie agli operatori per intervenire in caso di anomalia. Un sistema di supervisione dev’essere programmato e configurato definendo menù di navigazione, pagine grafi-

Figura 1 – Esempio di programmazione mediante diagrammi a blocchi funzionali


N. 03ƒ ;2016 INGEGNERIA, SCELTA E REALIZZAZIONE DEI SISTEMI DI CONTROLLO E SUPERVISIONE L’importo per l’acquisto dell’hardware di regolazione, inclusi sensori e attuatori, può variare tra il 30% e il 40% dei costi complessivi di un sistema: la quota rimanente riguarda la manodopera per collegamenti elettrici, la programmazione delle logiche di controllo, la configurazione grafica del sistema di supervisione, lo start up e la preparazione dei documenti tecnici di riferimento. La configurazione hardware dei sistemi di regolazione e supervisione avviene durante la fase d’ingegneria del

sistema, basata sugli schemi funzionali d’impianto e consistente nell’individuazione dei punti gestiti e delle grandezze fisiche misurate. Precisione, campo di lavoro, limiti d’esercizio, soglie d’allerta e d’allarme ed eventuali parametri legati ad attività di manutenzione costituiscono le informazioni da acquisire ed elencare per ogni macchina o sezione impiantistica. La congruenza tra variabili controllate, specifiche progettuali e dati gestiti dal sistema di supervisione è vincolata a un percorso logico, fisico e informativo che associa dispositivi di misura e attuatori alle unità di controllo, al software di regolazione e al sistema di supervisione, garantendo il legame corretto tra elementi logici, fisici e impianti gestiti. Per ottimizzare la programmazione delle logiche di controllo è possibile adottare sistemi che permettono di creare simultaneamente le logiche di regolazione e le pagine di supervisione corrispondenti, mediante linguaggi di programmazione flessibili, a oggetti grafici, che consentono di realizzare oggetti software personalizzati, adatti a svolgere anche funzioni piuttosto complesse. HARDWARE E SOFTWARE EVOLUTI PER MIGLIORARE L’EFFICIENZA

Il controllo di una centrale tecnologica destinata alla produzione termica, frigorifera e di cogenerazione, progettata per le esigenze di una struttura ospedaliera e di una rete di teleriscaldamento urbano, deve garantire la massima efficienza energetica ed economica al variare dei parametri d’esercizio. Per raggiungere tale obiettivo in modalità automatica è necessario adottare unità di controllo di tipo PAC (Programmable Automation Controller), in grado di ospitare programmi di regolazione adatti a ottimizzare il funzionamento dei sistemi di produzione termica, elettrica e frigorifera mediante algoritmi euristici, che individuano le configurazioni ottimali d’esercizio in base ai costi dell’energia primaria, al fabbisogno energetico e ai parametri tecnico-economici di funzionamento di ogni macchina.

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che, trend storici e funzioni gestionali che possono essere svolte esclusivamente in base a decisioni umane indipendenti dalle variabili di processo. I sistemi di supervisione interfacciabili a sistemi di marche differenti sono realizzati mediante piattaforme software di tipo SCADA. In contesti caratterizzati da più unità di controllo, anche le periferiche di regolazione di tipo WEB server devono essere gestite mediante software di supervisione, per acquisire e archiviare i valori delle variabili controllate nel patrimonio impiantistico gestito. La supervisione degli impianti distribuiti sul territorio nazionale si è evoluta considerevolmente nell’arco di poco più di un decennio: da connessioni tramite linee telefoniche commutate, si è passati a connessioni GSM, GPRS, UMTS e ADSL. Oggi sono disponibili soluzioni che non si sarebbero potute realizzare fino al termine degli anni ’90. Le unità di controllo ben programmate, basate su architettura WEB server e connessioni VPN (virtual private network), (i) garantiscono l’efficienza dei processi controllati, (ii) permettono di valutare il corretto funzionamento degli impianti in base a parametri di sintesi elaborati in continuo, (iii) consentono di creare riepiloghi adatti a valutare la qualità della gestione tecnica del patrimonio impiantistico e (iv) permettono d’integrare le sintesi dei dati acquisiti mediante i sistemi informativi aziendali.

GLI ALTRI TEMI

I controlli di processo che richiedono capacità d’elaborazione non disponibili nei tradizionali sistemi DDC, PLC o DCS, richiedono l’impiego di sistemi PAC, caratterizzati da capacità d’elaborazione più evolute e più indicati a svolgere simultaneamente, in tempi determinati, diversi cicli di programma destinati a funzioni specifiche. Normalmente l’esperto dei processi d’automazione redige le specifiche di controllo per i programmatori che le implementano a bordo di sistemi liberamente programmabili. La fase analitica, che include la redazione delle specifiche, riveste un’importanza cruciale e richiede tempi di sviluppo considerevoli. Se, al termine della programmazione, emergessero problemi, potrebbe essere necessario rivalutare parte dell’analisi iniziale. L’esperto in controlli di processo necessita di strumenti che gli consentano di scrivere rapidamente il codice programma che interagisce con l’utente, i sensori dedicati all’osservazione del processo e gli attuatori necessari per il controllo. Le funzioni minimali dei sistemi di controllo digitale e dei sistemi di supervisione di nuova generazione sono: (i) la semplicità d’integrazione dei dispositivi di misura e controllo tramite i bus di comunicazione più diffusi (M-bus, Modbus IP, Modbus RTU, Profibus-DP, CAN bus, ether CAT, ecc.); (ii) la disponibilità di strumenti software per la programmazione mediante diagrammi a blocchi funzionali e a oggetti, che consentano l’aggregazione di più variabili eterogenee in cluster, array, cluster array, ecc.; (iii) la disponibilità d’interfaccia web integrata e di funzioni “user friendly” per dialogare in rete IP con altre unità di controllo, inviare messaggi e dati a sistemi di supervisione e indirizzi e-mail configurati. La programmazione mediante linguaggio grafico permette all’analista di processo di creare direttamente i codici software, con considerevoli vantaggi in termini organizzativi e di tempo, considerato che il linguaggio grafico, basato su blocchi funzionali, è più adatto a descrivere un processo rispetto al linguaggio testuale. Si auspica che il percorso evolutivo indotto dal progresso tecnologico con-

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Figura 2 – Esempio di programma realizzato con software che consente di creare simultaneamente l’interfaccia utente per la supervisione

duca i costruttori verso la realizzazioFederico van der Velden, laureato in Ingegneria Meccanica ne di hardware ottimizzato in econoall’Università degli Studi di Brescia, ha intrapreso l’attività di consumia di scala, in grado di soddisfare lenza dopo un’esperienza pluriennale nell’ambito dell’Ingegneria esigenze di controllo in ogni ambito, dei sistemi di controllo, ottimizzazione, simulazione, monitoraggio con differenziazioni limitate a contesti d’energia e gestione della manutenzione d’impianti HVAC e cogenerazione, presso una primaria azienda di gestione dell’energia al operativi specifici (es. applicazioni servizio di strutture ospedaliere. soggette alla normativa ATEX).

Figura 3 – Schema a blocchi relativo a un sistema di controllo per una centrale di produzione d’energia termica ed elettrica


LA PAGINA DI ACCREDIA

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Rubrica a cura di Rosalba Mugno 1, Silvia Tramontin 2 e Francesca Nizzero 3

La pagina di ACCREDIA Notizie dall’Ente di Accreditamento THE PAGE OF ACCREDIA ACCREDIA, The Italian National Accreditation Body, plays an active role in “TUTTO_MISURE”, as a permanent strategic partner, ensuring a high added-value contribution to the quality of the Magazine, in the context of the measurement and testing sector, for the benefit of the industry.

RIASSUNTO ACCREDIA, L’Ente unico di Accreditamento Nazionale, gioca un ruolo attivo nella squadra di “TUTTO_MISURE”, garantendo valore aggiunto a livello contenutistico per quanto riguarda l’ambito delle misure e delle prove. PREMI DI LAUREA IN MEMORIA DI PAOLO BIANCO

Il 25 luglio scorso, al Politecnico di Torino, sono stati consegnati i due Premi di Laurea promossi da ACCREDIA per ricordare il Dott. Paolo Bianco, Direttore del Dipartimento Laboratori di prova e Chair del Laboratory Committee di EA, scomparso improvvisamente il 4 ottobre del 2014. Con questa iniziativa, che ha visto la partecipazione di numerosi amici e colleghi, ACCREDIA ha voluto ricordare un professionista che ha sempre saputo mettere a disposizione degli altri la sua competenza e umanità, con serietà e onestà intellettuale, e ha dato un prezioso contributo alla crescita del sistema italiano di valutazione della conformità e alla nascita dell’Ente unico nazionale di accreditamento. Il bando di concorso indetto da ACCREDIA era riservato a Laureati del Politecnico di Torino con una tesi sulle seguenti tematiche: • certificazione e ispezione; • accreditamento dei Laboratori di prova, anche per la sicurezza alimentare; • sviluppo e procedure in uso nei Laboratori di taratura;

• valutazione della conformità dei prodotti, dei processi e dei sistemi; • standard di riferimento per le attività di accreditamento. Sono stati dunque premiati i lavori di due studenti che hanno dimostrato profondo interesse e sviluppato con competenza due temi di ricerca attinenti al mondo delle valutazioni della conformità: • Niccolò Baldoni con la tesi dal titolo ”Analisi, realizzazione e sviluppo di un ambiente anecoico per misure Wi-Fi a 2,4 GHz e 5 GHz su terminali radiomobili”; • Fabrizio Cutazzo con il lavoro intitolato “EMC testing – Laboratory improvement for compliance with Automotive standards”. LABORATORI DI ANALISI MEDICHE

Il 16 giugno scorso sono stati deliberati gli accreditamenti in conformità alla norma UNI EN ISO 15189 dei Laboratori di analisi mediche delle Aziende Ospedaliere di Padova e di Verona, due importanti strutture che erogano servizi di medicina di Laboratorio su un territorio, quello delle due province, di oltre due milioni di

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residenti. In particolare, il Laboratorio dell’Azienda Ospedaliera di Padova – ”U.O.C. Medicina di Laboratorio” opera su tre sedi con circa 170 operatori sanitari sotto la guida del Prof. Mario Plebani, mentre il Laboratorio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona – ”Laboratorio Analisi AOUI” è articolato in due unità che impiegano oltre 200 operatori diretti dal Prof. Giuseppe Lippi. L’accreditamento ai sensi della ISO 15189, seguendo anche le raccomandazioni espresse a livello EA, che è l’infrastruttura europea di accreditamento, è stato concesso per la quasi totalità dei servizi analitici erogati dai Laboratori, che ogni anno svolgono, rispettivamente, 8,65 milioni e 6,2 milioni di esami, nei settori biochimica clinica, ematologia, immunologia e biologia molecolare. È un risultato importante – se si pensa che il 70-80% delle diagnosi si basa sui risultati prodotti dai Laboratori clinici – che nasce dall’attività d’informazione e comunicazione tra ACCREDIA e le principali Associazioni di professionisti sanitari che operano nei Laboratori medici, e ha portato a istituire un gruppo di lavoro in FISMELAB (Ente che raggruppa le principali associazioni scientifiche nazionali di professionisti che lavorano nei Laboratori clinici) con il quale si stanno studiando anche appropriate forme di descrizione del campo di accreditamento.

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Direttore Dipartimento Laboratori di Taratura, ACCREDIA Torino r.mugno@accredia.it 2 Direttore Dipartimento Laboratori di Prova, ACCREDIA Roma s.tramontin@accredia.it 3 Relazioni Esterne, ACCREDIA Roma f.nizzero@accredia.it

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L’accreditamento ISO 15189 prevede la verifica, in termini sia di conformità del sistema di gestione sia di adeguatezza tecnica del Laboratorio, di tutti i processi coinvolti nella gestione e attuazione degli esami oggetto di accreditamento, in termini di competenza del personale, procedure di esecuzione degli esami, prelievo e trasporto dei campioni, ambiente di lavoro, apparecchiature e riferibilità metrologica dei risultati, assicurazione qualità, interpretazione e presentazione degli esiti degli esami. SENTENZA SULLA VERIFICA E TARATURA DEGLI AUTOVELOX

La Corte di Cassazione, con sentenza dell’11 maggio scorso (n. 9645), ha riconosciuto il diritto del cittadino, a cui venga contestato il reato della

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violazione dei limiti di velocità su strada, di essere sottoposto a sanzione solo se la misurazione della velocità è eseguita con strumentazione regolarmente sottoposta a taratura. Il pronunciamento si adegua alla sentenza della Corte Costituzionale del 18 giugno 2015 (n. 113) che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 45, comma 6 del Decreto legislativo n. 285 del 1992 (Nuovo codice della strada), nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. La Corte di Cassazione, in primo luogo, riafferma il principio che tutte le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere periodicamente tarate per attestarne il corretto funzionamento, dal momento che i feno-

meni di obsolescenza e deterioramento possono pregiudicare non solo l’affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale. Ma si spinge anche oltre, affermando che il corretto funzionamento non può essere dimostrato o attestato con mezzi diversi dalle certificazioni di conformità al modello omologato, e che solo la periodica taratura può darne evidenza. Si tratta di un altro passo verso la corretta interpretazione della taratura, che contribuisce al riconoscimento dell’affidabilità offerta dai certificati rilasciati sotto accreditamento, e del principio che il cittadino non deve riporre fiducia in un controllo senza l’evidenza della taratura dello strumento o apparecchiatura con cui è eseguito. Un presupposto tanto più importante


N. 03ƒ ;2016 quest’anno era focalizzato sul valore dell’accreditamento come strumento per le politiche pubbliche, a supporto quindi del Legislatore e della Pubblica Amministrazione. A livello europeo, in particolare, la Commissione considera l’accreditamento come un punto di forza nelle politiche ambientali, agroalimentari, per la sicurezza delle persone, dei prodotti, delle informazioni, affermando il ruolo delle certificazioni, delle ispezioni, delle prove e delle tarature accreditate per il miglior funzionamento del Mercato unico. Anche il Legislatore italiano conferma la tendenGIORNATA MONDIALE za consolidata a Bruxelles di affidarsi DELL’ACCREDITAMENTO all’accreditamento, e ad ACCREDIA quale strumento di garanzia per la qualificazione di prodotti e servizi a tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente. Di seguito solo alcuni degli esempi in cui il Legislatore è ricorso alla valutazione di conformità Il 9 giugno scorso si è celebrata la sotto accreditamento. Giornata Mondiale dell’Accreditamento, l’iniziativa globale della rete Efficienza energetica internazionale degli Enti di accredita- Il Decreto legislativo n. 102 del mento aderenti all’International Accre- 2014, che ha recepito la Direttiva ditation Forum (IAF) e all’International comunitaria sull’efficienza energetica, Laboratory Accreditation Cooperation ha stabilito per le grandi Imprese e (ILAC), per valorizzare e diffondere la per quelle c.d. energivore l’obbligo conoscenza delle attività di valutazio- della diagnosi energetica da parte di ne della conformità. Il messaggio di soggetti certificati sotto accreditamen-

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nel momento in cui il cittadino non ha la possibilità di ripetere l’accertamento per dimostrare l’eventuale errore sotteso alla misurazione. Tali considerazioni erano state ribadite dall’Avv. Ilaria Rivera del servizio studi della Corte Costituzionale, con il commento alla sentenza del 18 giugno 2015 durante l’intervento al XXX Convegno dei Centri di taratura accreditati, organizzato da ACCREDIA lo scorso 22 aprile a Torino. Il diritto del cittadino a dimostrare che lo strumento poteva non essere correttamente funzionante – è stato chiarito – viene meno, perché egli non è in grado di ripetere la prova e quindi ha diritto a ricevere l’evidenza del controllo prima di vedersi comminata la sanzione. L’evidenza è proprio il certificato di taratura rilasciato sotto accreditamento, che è in grado di offrire al cittadino, al mercato e alle istituzioni, la garanzia di terzietà rispetto al produttore dell’autovelox e nei confronti dello stesso utilizzatore. Il certificato di taratura accreditato garantisce infatti che la taratura è eseguita in indipendenza di giudizio e assenza di conflitto d’interesse ri spetto allo stato dello strumento, e che lo strumento è in grado di fornire misure oggettive, regolarmente controllate da ACCREDIA con il meccanismo delle valutazioni periodiche di sorveglianza.

LA PAGINA DI ACCREDIA

to, come le Società ESCo o i Professionisti esperti in gestione dell’energia e auditor energetici, in particolare a seguito dell’implementazione di un sistema di gestione dell’energia. Green Public Procurement Sia nel Collegato Ambientale (Legge n. 221 del 2015), sia nel Nuovo Codice Appalti (Decreto legislativo n. 50 del 2016), diverse disposizioni richiamano a vario titolo le certificazioni, le prove di Laboratorio o le tarature effettuate sotto accreditamento per qualificare prodotti o servizi o per rilasciare agevolazioni fiscali per le imprese che si dotano di tali strumenti. Marcatura CE Il 26 maggio scorso sono entrati in vigore 7 Decreti legislativi di recepimento delle Direttive del Nuovo Approccio relative a una serie di prodotti e servizi che devono circolare sul mercato marcati CE: controllo esplosivi per uso civile, recipienti semplici a pressione, compatibilità elettromagnetica, strumenti di misura, strumenti per pesare a funzionamento non automatico, apparecchi e sistemi di protezione per utilizzo in atmosfera potenzialmente esplosiva, materiale elettrico. Tranne in quest’ultimo caso, i provvedimenti prevedono che tali prodotti e

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accreditati, che offre uno strumento riconosciuto per garantire la propria competenza sul mercato e la capacità di rispondere con crescente efficacia alle esigenze degli utenti business e consumer che scelgono le loro prestazioni. VALIDITÀ DEGLI ACCREDITAMENTI BRITANNICI DOPO LA BREXIT

servizi siano verificati conformi alle comunitario con la marcatura CE. norme da parte di Organismi di certi- Per quanto riguarda la certificazione ficazione accreditati da ACCREDIA. delle figure professionali, sono 37 gli Organismi che operano sotto accreditamento ACCREDIA, collocando l’ItaITALIA LEADER lia al terzo posto, dopo Turchia e Germania, nella classifica degli Enti euroPER L’ACCREDITAMENTO pei. DELLE CERTIFICAZIONI Nel 2015 sono oltre 170 mila i ProIn Europa, l’Italia occupa una posizio- fessionisti qualificati attraverso la cerne di leadership in materia di accre- tificazione rilasciata dagli Organismi ditamenti. EA – European co-operation for Accreditation, che rappresenta l’infrastruttura europea per la gestione delle attività di valutazione della conformità, ha diffuso i dati al 31 dicembre 2015 degli accreditamenti rilasciati dai firmatari degli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento EA MLA. Con 170 Organismi accreditati da ACCREDIA per rilasciare certificazioni di sistema di gestione per la qualità (norma ISO 9001) e ambientale (ISO 14001), il nostro Paese guida la classifica dei 35 Enti di accreditamento aderenti a EA. Con 202 accreditamenti, inoltre, l’Italia è seconda, dopo la Germania, per numero di Organismi che certificano servizi e prodotti, che riguardano anche il biologico e l’agroalimentare di qualità a marchio DOP, IGP e STG, e quelli che devono circolare sul mercato

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UKAS – L’Ente Nazionale di Accreditamento del Regno Unito – in seguito alla Brexit sancita dal referendum del 23 giugno scorso, ha rilasciato un comunicato in tema di validità e riconoscimento internazionale dei propri certificati di accreditamento. Dopo la Brexit – ha dichiarato UKAS – non cambia il ruolo dell’Ente Nazionale e rimane inalterato lo status dei propri accreditamenti e delle valutazioni di conformità dei soggetti accreditati. I certificati emessi da UKAS e i certificati e i rapporti rilasciati sotto il proprio accreditamento sono riconosciuti a livello internazionale grazie all’adesione dell’Ente a EA, IAF e ILAC, in tutti gli schemi coperti dagli Accordi di mutuo riconoscimento EA MLA, IAF MLA e ILAC MRA di cui è firmatario. La situazione che si produrrà con l’uscita del Regno Unito dall’Unione euro-


N. 03ƒ ;2016 BROCHURE EA SULLE VALUTAZIONI DI CONFORMITÀ

Una brochure internazionale per promuovere le valutazioni della conformità rilasciate sotto accreditamento come strumenti per le politiche pubbliche, a supporto del Legislatore e della Pubblica Amministrazione, in particolare a livello dell’Unione europea. È Accreditation – A tool to support regulators, realizzata da un gruppo di lavoro guidato da ACCREDIA all’interno del Comitato Comunicazione di EA (EA CPC), con l’obiettivo di evidenziare il ruolo dell’accreditamento per qualificare prodotti e servizi, a tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente. A livello europeo, il richiamo all’accreditamento è ormai una consuetudine in tutti i provvedimenti in cui si richiede una valutazione di conformità qualificata, come ad esempio nelle Direttive sugli Appalti Pubblici, sull’efficienza energetica degli edifici o

sulla marcatura CE di prodotti e servizi. Per questo la nuova brochure EA presenta un capitolo di dettaglio sugli schemi di accreditamento con l’obiettivo di descrivere in maniera agile e sintetica le attività principali degli Organismi di certificazione, ispezione e verifica e dei Laboratori di prova e di taratura di cui l’accreditamento attesta competenza, indipendenza e imparzialità. Conoscere gli specifici requisiti di conformità degli operatori permette infatti d’individuare lo strumento idoneo allo scopo prefissato, sia esso qualificare un fornitore di servizi energetici o assicurare la qualità e la salubrità dei prodotti agroalimentari immessi sul mercato, ovvero garantire l’affidabilità delle analisi di un Laboratorio medico o la riferibilità delle misure di un Laboratorio di taratura. La brochure pone inoltre l’accento sul ruolo degli Accordi internazionali di mutuo riconoscimento firmati dagli Enti di accreditamento di tutti i Paesi, in virtù dei quali i rapporti di prova e d’i-

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pea dipenderà dai termini dei negoziati, ma UKAS prevede il riconoscimento internazionale dei certificati grazie alla sua membership in EA, IAF e ILAC. UKAS continuerà, inoltre, a monitorare la situazione, lavorando sia con il Department for Business, Energy and Industrial Strategy britannico sia con le controparti europee e internazionali.

LA PAGINA DI ACCREDIA

spezione, nonché le certificazioni di prodotti, sistemi e personale, emessi sotto accreditamento, sono riconosciuti e accettati a livello internazionale. COLLEGHIAMOCI SU LINKEDIN!

Comunicazione, consapevolezza, condivisione… Con questi obiettivi ACCREDIA è ufficialmente anche su LinkedIn, il più grande social network del mondo business che con oltre 430 milioni di utenti rappresenta un passo avanti nell’ottica di una comunicazione 2.0, più snella, veloce e mirata, che consente di avvicinare ancora più efficacemente l’Ente di accreditamento agli Organismi e ai Laboratori accreditati, alle Istituzioni, alle imprese e ai professionisti. Con la nuova pagina aziendale, l’Ente nazionale di accreditamento apre una finestra sulle proprie attività, segnalando le novità del mondo della valutazione della conformità, dai documenti tecnici agli aggiornamenti legislativi e normativi, ma propone anche uno spazio di scambio e dibattito aperto a riflessioni e commenti degli operatori e degli utenti dei propri servizi, per essere ogni giorno più consapevoli delle proprie scelte di Qualità. ACCREDIA vuole essere sempre più social, affiancando il nuovo profilo all’account Twitter che oggi è seguito da oltre 2mila followers e rappresenta ormai uno strumento consolidato delle proprie attività di comunicazione.

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LA PAGINA DI IMEKO

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Rubrica a cura di Paolo Carbone (paolo.carbone@unipg.it)

Aggiornamenti sulle attività IMEKO Aggiornamenti sulle attività IMEKO

Il TC 21 (Mathematical Tools for Mea surements) organizza a Glasgow (Scozia) dal 29 agosto al 2 settembre 2017 il congresso AMTCM 2017, Advanced Mathematical and Computational Tools in Metrology and Testing. Il call for papers sarà disponibile a partire dal prossimo RIASSUNTO settembre. IMEKO, International Measurement Confederation, è Per la maggior parte di queste confetra i collaboratori stabili della Rivista. Questa rubrica renze è prevista una special section contiene informazioni sull’Associazione, pubblicaziodelle riviste Measurement e ACTA ni, eventi, e notizie di utilità per i nostri lettori. IMEKO, nelle quali saranno pubblicate versioni estese di una serie di lavori presentati ai congressi e selezionati IMEKO offre sempre spunti interessan- Sotto l’egida del TC4 si organizza a da un Comitato scientifico. ti a chi si occupa di ricerca e di metro- Torino anche l’IMEKO International logia nelle imprese, attraverso l’orga- Conference on Metrology for Archaeonizzazione di molti eventi scientifici logy and Cultural Heritage, che avrà È GIA ATTIVO IL SITO WEB che coprono i più svariati campi d’in- luogo dal 19 al 21 ottobre 2016. Al- DEL WORLD CONGRESS teresse delle misure. tre informazioni disponibili sul sito DEL 2018 Le prossime conferenze IMEKO ri- all’url: guardano il Joint Symposium di www.metroarcheo.com. Il prossimo congresso mondiale IMEKO TC1-TC7-TC13, che si terrà IMEKOFoods, l’evento scientifico che IMEKO (il XXII) si terrà a Belfast, nel all’Università di California, Berkeley il coinvolge gli esperti di misure per la Nord Irlanda, nel 2018 (3-7 settem3-5 agosto prossimi. I temi del con- qualità e la sicurezza del cibo, si svol- bre). Una anticipazione del sito web è gresso sono d’interesse per la comu- gerà quest’anno a Benevento, dal 2 al disponibile al link: nità di ricercatori che si occupa di 5 ottobre. http://imeko2018.org. questioni fondamentali della teoria Si tratta della seconda edizione di I keynote speaker saranno il Prof. della misurazione (TC7 Measurement un evento che ha avuto grande suc- Klaus von Klitzing e il Prof. WilScience) e contemporaneamente con- cesso quando si è svolto a Roma nel liam D. Phillips, entrambi insigniti sidera gli argomenti propri di altri due 2014. È un evento organizzato nel- del Premio Nobel. Il prossimo conTC (TC1 Education and Training in l’ambito del TC23 – Metrology in gresso mondiale IMEKO si preannunMeasurement and Instrumentation e Food and Nutrition. Altre informazio- cia quindi come un evento di forte TC13 Measurements in Biology and ni sono disponibili sul sito del con- richiamo e interesse. Medicine). Il titolo del congresso è gresso all’url: infatti Metrology across the Sciences: www.imekofoods.org. Wishful Thinking? I TC3 (Measurement of Force, Mass ACTA IMEKO Un altro evento che vanta una lunga and Torque), TC5 (Measurement of tradizione in IMEKO è il simposio del Hardness) e TC 22 (Vibration MeasuVi ricordo sempre che TC4 (Measurement of Electrical Quan- rement) organizzano un evento conall’indirizzo tities). Quest’anno il simposio si svol- giunto in Finlandia dal 30 maggio al https://acta.imeko. gerà a Budapest dal 7 al 9 settembre 1° giugno 2017 sui temi d’interesse org/index.php/acta2016 assieme al 19° workshop inter- di questi TC. Maggiori informazioni imeko sono disponibili nazionale sul test e la modellazione di sono disponibili sul sito del congresso tutti gli articoli pubblicati in ACTA convertitori analogico-digitali e digita- all’url: IMEKO, la rivista scientifica openle-analogici. Altre informazioni sono http://conferences.imeko.org/ access di IMEKO. disponibili sul sito all’url: index.php/tc3-5www.imeko-tc4-2016.hu. 22_2017/2017. Buona lettura! THE PAGE OF IMEKO IMEKO, International Measurement Confederation, is among the permanent collaborations to the Journal. This section contains information about the Association, publications, events and news of interest to our readers.

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Rubrica a cura di Paolo Giardina (garden67@gmail.com

assoalati@gmail.com)

a cura di Massimo Mortarino

Associazione dei Laboratori Italiani di Taratura - A.L.A.T.I. Automazione dei processi di taratura della strumentazione elettrica A.L.A.T.I. - THE ASSOCIATION OF THE ITALIAN CALIBRATION LABORATORIES This page is devoted to the discussion of associative and technical aspects, the collection of contributions from the Members of the Association, and the formulation of proposals in the framework of the collaboration between the Association and the Accreditation Institution ACCREDIA.

RIASSUNTO Questa rubrica è uno spazio permanente dedicato all’Associazione per discutere temi, raccogliere contributi dagli associati, portare avanti proposte nell’ambito della collaborazione con l’Ente di Accreditamento ACCREDIA.

Cari Lettori di T_M, dopo una piccola pausa di “riflessione” dovuta principalmente a sostanziali cambiamenti nella mia vita professionale, accogliendo ancora una volta l’invito del Direttore e amico Franco Docchio a dare un piccolo contributo alla Rivista T_M, è con immenso piacere che presento quanto condiviso con un Centro di taratura accreditato, socio di A.L.A.T.I., nella speranza che possa offrire spunti di riflessione a chi deve affrontare la problematica relativa all’automazione dei processi di taratura della strumentazione elettrica, in conformità alla UNI EN ISO IEC 17025 e ai requisiti specifici di ACCREDIA-DT. Ho chiesto quindi al Responsabile di questo Laboratorio metrologico di condividere con i lettori di T_M come ha gestito tale problematica, ponendogli una serie di interrogativi, di seguito proposti insieme alle sue considerazioni. D: Questo argomento era già stato trattato qualche anno fa,

sempre in questa nostra Rubrica (T_M 2/2013), e come spesso accade l’esperienza acquisita nel frattempo non ha precluso ulteriore ricerca e sviluppo di soluzioni semplici ma altrettanto efficaci. Cos’è cambiato? R: Molto. Il concetto di automazione nei processi di taratura della strumentazione di misura elettrica si è evoluto e adeguato a una sempre maggiore richiesta di tarature, di strumenti con sempre maggiori funzioni, anche molto diverse. È stato quindi doveroso ampliare le capacità metrologiche e implementare le funzionalità dei sistemi automatici di acquisizione. Ma tutto ciò non è bastato perché gli applicativi offerti dal mercato difficilmente hanno la soluzione pronta per ogni tipologia o modello di strumento (anche di vari costruttori) e non sempre soddisfano pienamente le metodologie delle procedure dei Centri accreditati. Stiamo parlando di aspetti specifici, relativi ai campioni utilizzati, ai punti di misura, al numero di misure da eseguire, ai tempi di attesa, ecc. D: Come avete affrontato questi cambiamenti? R: Un Laboratorio metrologico accreditato, per essere competitivo, dovrebbe

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avere in organico Personale ultra specializzato che si occupa solo di queste problematiche e, com’è ovvio supporre, non sempre, anzi quasi mai ciò è possibile. Ecco perché le tarature vengono spesso eseguite in modo manuale, magari con l’ausilio di un foglio di calcolo elettronico rappresentativo del modello di misura, anch’esso compilato manualmente, e ciò ha poco a che fare con la metrologia. Questo è preceduto dalla gestione dei campioni del Laboratorio, eseguita sempre nello stesso modo; operazione che spesso deve essere ripetuta più volte nell’arco dell’anno solare. D: Allora che cos’è stato fatto? R: L’obiettivo era quello di automatizzare il più possibile il processo di acquisizione e gestione della misura in conformità alle normative e soprattutto per affrontare gli aspetti tecnico-pratici. Oggi siamo sulla buona strada… D: Si spieghi meglio… R: Partendo con un sistema di gestione e acquisizione delle misure (ad esempio MetCal© versione 8.2) e implementando le funzionalità dell’applicativo sviluppato con ACCESS©, siamo riusciti ad automatizzare e semplificare tutto il processo, dalla gestione dei campioni all’emissione del Certificato di taratura; tutto in pochi e semplici passaggi. La gestione dei campioni è stata implementata nella sezione di ACCESS© dedicata ai beni e alle attrezzature, applicando le procedure accreditate, dalle verifiche periodiche alle verifiche pre- e post-trasporto, anche con dati provenienti da tarature, sia interne sia esterne. D: E per quanto riguarda i dati delle misure sullo strumento in taratura del cliente? R: I dati delle misure vengono acquisiti mediante MetCal©: tramite tabelle collegate sono poi importati direttamente in ACCESS© senza alcun inter-

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vento dell’operatore. Quindi, mediante un apposito comando, vengono determinati i limiti di accettazione delle misure su ogni punto, completando così l’iter di conferma metrologica. D: Quali risultati avete ottenuto? R: Tempi ridotti al minimo per le operazioni gestionali, e misure eseguite in qualsiasi momento della giornata, anzi prevalentemente di notte. D: Immagino non sia tutto... R: Abbiamo ulteriormente ottimizzato l’automazione delle tarature verso il cliente, migliorando la conoscenza di MetCal©, sviluppando al nostro interno procedure automatiche anche per le grandezze (come tempo e frequenza) dove spesso i tempi di acquisizione sono molto lunghi, come per oscillatori di riferimento e disciplinati (GPS). Sono state implementate le funzionalità dell’applicativo in ACCESS©, semplificando e velocizzando l’importazione dei

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dati delle misure e la generazione del Certificato di taratura anche con misure pre- e post-messa in punto. D: E per tutta la strumentazione sprovvista d’interfaccia di comunicazione? R: Per questa è stato possibile ridurre al minimo le operazioni di generazione e validazione del modello di misura, giungendo a un unico foglio di calcolo, senza collegamenti né formule complesse anche per strumenti multifunzione, che permette la verifica del valore inserito, e due semplici formule per determinare lo scarto tipo e la media. Tutto ciò è regolamentato da tre procedure gestionali già approvate da ACCREDIA-DT, e quindi operative. D: Concludendo: cosa avete in più rispetto agli altri Laboratori di taratura accreditati? R: Siamo a oggi fra i pochi Laboratori

accreditati che usano sistemi automatici anche per le tarature per il cliente. Concludo affermando che, nonostante le evidenti e oggettive difficoltà in cui operano i Laboratori accreditati, fa sempre piacere scoprire che vi siano ancora Laboratori disposti a investire tempo e risorse atte a ottimizzare le prestazioni dei servizi offerti, senza che ciò comporti la perdita della valenza metrologica, e soprattutto senza un aggravio economico per il cliente finale. Ringrazio quindi il nostro Socio per il prezioso contributo, auspicando che questo serva da esempio e stimolo ad altri Laboratori a raccontare le proprie esperienze sulla nostra Rubrica. Alla prossima! Paolo Giardina “Qualità è la caratteristica più vicina all’attesa del soggetto” – Aristotele


VISIONE ARTIFICIALE

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Rubrica a cura di Giovanna Sansoni (giovanna.sansoni@unibs.it)

Visione e prove di fatica per contatto ciclico Monitoraggio dello stato di usura di ruote e rotaie

VISION AND CYCLIC CONTACT WEAR TEST The section on Artificial Vision is intended to be a “forum” for Tutto_Misure readers who wish to explore the world of components, systems, solutions for industrial vision and their applications (automation, robotics, food&beverage, quality control, biomedical). Write to Giovanna Sansoni and stimulate discussion on your favorite topics. RIASSUNTO La rubrica sulla visione artificiale vuole essere un “forum” per tutti i lettori della Rivista Tutto_Misure interessati a componenti, sistemi, soluzioni per la visione artificiale in tutti i settori applicativi (automazione, robotica, agroalimentare, controllo di qualità, biomedicale). Scrivete alla Prof. Sansoni e sottoponetele argomenti e stimoli. In questo numero, la Rubrica intende presentare un esempio di come la visione possa essere efficacemente impiegata in un’applicazione di misura tipicamente meccanica, qual è il monitoraggio dello stato di usura di ruote e rotaie su banchi di contatto ciclico. Questi sistemi di controllo mirano a replicare le condizioni di carico che si verificano in esercizio, con l’obiettivo di comprendere il fenomeno di usura e di fatica, studiarne l’evoluzione temporale e intercettare la condizione di danno oltre la quale il materiale dev’essere sostituito. Le prove richiedono tempo e possono essere svolte solo in forma semi-automatica, nel senso che l’evoluzione temporale del fenomeno richiede di essere “osservata” dall’operatore a intervalli regolari. L’osservazione consiste in una serie di misure, che mirano a valutare quantitativamente l’entità del danno: ad esempio, il controllo del peso dei provini, l’analisi del rumore Barkausen, l’indagine al microscopio. Per fare ciò è necessario interrompere la prova, smontare il provino

dal banco di prova e rimontarlo a valle delle misure effettuate. L’utilizzo di un sistema di visione può essere di grande aiuto per seguire in modo continuo l’evoluzione dei fenomeni di fatica e di usura e la loro interazione. UN ESEMPIO DAL NOSTRO LABORATORIO

In Fig. 1 viene mostrata la struttura di un sistema di visione che ben si adatta alla geometria del banco di prova. Il cuore del sistema è costituito da una telecamera veloce (PROMON 501, AOS Technologies AG) e da un sistema d’illuminazione ideato ad hoc. Come evidenziato in Fig. 2, esso utilizza una sorgente laser LD defocalizzata (LasirisTM, 10 mW @ 670 nm) e due lame di luce LP2 e LP3 (LasirisTM, 10 mW @ 670 nm), una per la misura 3D della superficie, l’altra per la misura 2D di un encoder analogico. Quest’ultimo permette di misurare la posizione angolare dei provini in ogni momento della prova. In questo setup il campo inquadrato (FOV) è di 25 mm × 5 mm; la frequenza di acquisizione e il tempo di esposizione sono tali da ottenere immagini di buona qualità, consideran-

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Figura 1 – Il sistema di visione posizionato sul banco di misura

do che i provini ruotano a una frequenza nominale di circa 8,3 Hz. Sulle immagini acquisite a una frequenza di 377 fps (fps = frame per second, n.d.r.), con tempo di esposizione di 40 s, vengono definite tre distinte regioni d’interesse. Nella prima si effettua l’elaborazione 2D della superficie, mediante blob analysis; nella seconda viene effettuata la misura 3D del profilo della lama di luce lungo la direzione X: nella terza si misura la lunghezza del profilo di luce in corrispondenza all’encoder. La blob analysis consente di evidenziare e contare le particelle che, dopo una sogliatura e una binarizzazione dell’immagine, evidenziano i piccoli crateri che si formano sulla superficie dei provini a causa dei fenomeni di usura e di fatica cui sono sottoposti. Un esempio dell’elaborazione è mostra-

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Figura 2 – Illuminazione scelta: (a) luce diffusa; (b) lama di luce per la misura 3D; (c) lama di luce per la misura della posizione angolare. S ed E indicano rispettivamente il provino e l’encoder

Figura 3 – Esempio di due provini con diverso grado di usura

Figura 5 – Profilo 3D rilevato dalla lama di luce in ROI2 durante la rotazione del provino di Figura 3 (a)

Figura 4 – Pattern di blob corrispondenti ai due provini in Figura 3

to nelle Figg. 3 e 4, dove si osserva come, a seconda del tipo di superficie, si ottengano pattern di particelle completamente diversi. Delle particelle viene misurata l’area, e ne vengono definiti alcuni indici che permettono la quantificazione del danneggiamento della superficie. Ad esempio, si ottiene la frazione di danno RB, definita come l’area totale occupata dalle particelle, divisa per l’area totale della ROI (= Region of Interest, n.d.r.). Un altro indice utile è il rapporto fra altezza e base del rettangolo che circoscrive ciascuna particella, in modo da definire un coefficiente di forma, che varia durante l’evoluzione temporale del danneggiamento e ne caratterizza la varie fasi. Gli stessi indici vengono definiti anche per classi di area, determinando anche la numerosità di queste ultime. Per quanto riguarda la misura 3D, il sistema viene tarato in modo assoluto, utilizzando la triangolazione tra laser e telecamera. Un esempio di misura è osservabile in Fig. 5, che mostra la

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sequenza di profili lungo X ottenuti a intervalli regolari lungo la direzione di rotazione. Quest’ultima, indicata con Y nel grafico della Fig. 5, è fornita grazie all’elaborazione del profilo dell’encoder del quale si calcola la lunghezza, che poi viene correlata alla posizione angolare mediante una lookup table inizializzata mediante apposita taratura.

Vale la pena investigare ulteriormente la correlazione fra le informazioni che si ottengono da questa tipologia di elaborazione e quelle fornite da approcci più tradizionali nel campo delle misure meccaniche, non trovate? RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. Z. Liu, F. Li, B. Huang, G. Zhang; “Real-time and accurate rail wear measurement method IN CONCLUSIONE and experimental analysis”; J. Opt. Soc. Am. A, vol. 31, no. 8, pp. 1721-1729, Aug. Mediante questo sistema è possibile 2014. Q. Li, S. Ren; “A real-time visual inspection quantificare il danneggiamento superfi- 2. system for discrete surface defect of rail ciale ed effettuare la misura 3D della heads”; IEEE Trans. Instrum. Meas., vol. 61, superficie dei provini, con un’incertez- no. 8, pp. 2189-2199, Aug. 2012. za di 0,019 mm, rilevando anche la 3. A. Mazzù, C. Petrogalli, M. Faccoli; “An posizione angolare del provino, con integrated model for competitive damage mechanisms assessment in railway wheel una risoluzione di 3°, soddisfacente se steels”; Wear, vol. 322–323, pp. 181-191, si considera che la porzione angolare Jan. 2015. fra due immagini successive è di 7,8°. 4. I. Bodini, G. Sansoni, M. Lancini, S. PasiIl sistema è facilmente posizionabile sul netti, F. Docchio; “A novel optical apparatus the study of rolling contact wear/fatigue banco durante le prove e si può facil- for based on high-speed camera and multiplemente spostare quando i provini ven- source laser illumination”; Rev. Scient. Instr., gono rimossi. Vol. 87, N. 8, in-press, August 2016.


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L’affidabilità negli esperimenti di fisica delle particelle Parte II: il controllo e la diagnostica

MEASUREMENT & DEPENDABILITY Elementary particle physics experiments can be thought as complex measuring instruments. Thanks to them we can measure the properties of elementary particles (as for example, their mass or lifetime) and of their interactions. The Large Hadron Collider (LHC), the most powerful proton-proton collider ever built, is successfully operating at CERN since 2009, and has reached a record center-of-mass energy of 13 TeV [1]. ATLAS and CMS [23] are two multi-purpose experiments built to exploit the LHC collisions. These are the two biggest experiments of this kind ever built and are the two experiments that in 2012 announced the discovery of the Higgs Boson [45]. Aspects regarding the monitoring system used in the ATLAS experiment will be here summarized. RIASSUNTO Gli esperimenti di fisica delle particelle elementari possono a ragione essere ritenuti veri e propri strumenti di misura. Grazie a questi strumenti è possibile misurare le proprietà delle particelle elementari (come, per esempio, la loro massa e vita media) e le interazioni che intercorrono fra esse. Il Large Hadron Collider (LHC) – il più potente collisore protone-protone mai costruito – è operativo al CERN dal 2009 e ha raggiunto un’energia record nel centro di massa di 13 TeV [1]. I due esperimenti ATLAS e CMS [2-3], installati lungo l’anello del collisore, sono due grossi rivelatori costruiti per studiare le particelle prodotte nelle collisioni all’LHC. I due esperimenti hanno annunciato nel 2012 di aver confermato sperimentalmente l’esistenza del Bosone di Higgs [4-5]. In questa memoria si cercherà d’illustrare le problematiche inerenti il controllo e il monitoraggio dei sistemi vitali che è possibile incontrare in questo ambito scientifico.

PREMESSA ALLA SERIE DI DUE ARTICOLI

di M. Catelani, L. Cristaldi, M. Lazzaroni

L’affidabilità dei componenti e, più in generale, dei sistemi elettronici è una caratteristica di notevole importanza in moltissimi ambiti scientifici e tecnologici. Nei casi in cui si ha a che fare con sistemi più o meno complessi, si

ha anche a che fare con domande quali: per quanto tempo questo dispositivo è in grado di funzionare, quali sono le caratteristiche ambientali che possono accelerare i meccanismi di guasto, cosa accade quando un componente o un sistema smette di funzionare, ecc. Questi sono alcuni dei tipici quesiti che il progettista e/o l’utilizzatore sovente si pongono. Non sfugge a questa logica il mondo della ricerca scientifica dove, sempre più spesso, il cammino verso la scoperta e l’innovazione è possibile grazie a notevoli investimenti in apparati complessi sviluppati utilizzando tecnologie e scelte progettuali di frontiera. Gli esperimenti di fisica delle particelle elementari sono un chiaro esempio

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(che potremmo definire estremo) dello scenario appena descritto. Questi esperimenti sono resi possibili grazie alla realizzazione di sistemi particolarmente complessi da progettare, realizzare e, infine, manutenere. La complessità di questi esperimenti è tale per cui la probabilità di guasto e/o malfunzionamento può rivelarsi fatale se non opportunamente previsti e gestiti già in fase di progettazione e realizzazione del sistema. Un esempio tipico è l’esperimento ATLAS al CERN di Ginevra. A tal proposito, nell’ambito di questa rubrica si è ritenuto interessante presentare due memorie che hanno per oggetto la descrizione dell’esperimento con particolare riguardo alle problematiche inerenti l’affidabilità, la diagnostica (particolarmente importante quando i sistemi sono assai complessi) e la manutenzione, altro aspetto che ha notevole impatto sull’affidabilità. Nella prima di queste memorie, pubblicata sul numero precedente di T_M, viene descritto in sintesi l’esperimento e le situazioni che rischiano di modificare la vita attesa dei dispositivi presenti. La seconda memoria, qui pubblicata, è dedicata alla diagnostica dell’intero apparato sperimentale. Nel caso specifico, il sistema diagnostico presentato è nato con l’obiettivo di fornire un quadro completo di tutte le funzioni di sistema, in grado d’identificare funzionamenti anche non a specifica del sistema stesso.

Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN mauro.citterio@mi.infn.it massimo.lazzaroni@unimi.it francesco.tartarelli@mi.infn.it

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STRUTTURA DELL’ESPERIMENTO ATLAS

Nella prima parte di questa seconda memoria, per comodità del lettore, si riportano i tratti caratteristici dell’esperimento ATLAS presso il CERN, così come già descritti nella precedente memoria [6]. Come già ricordato nella citata memoria, le particelle elementari di maggior interesse a LHC hanno generalmente una vita media assai breve (per esempio, il Bosone di Higgs ha una vita media di 10-22 s) e decadono non appena sono generate nella collisione protone-protone. A causa di ciò non possono essere osservate direttamente, ma solo per mezzo di particelle stabili (fotoni, elettroni, muoni e pioni) prodotte durante il processo di decadimento. L’esperimento ATLAS consiste di una serie di strati di sensori opportunamente installati intorno al punto in cui

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avviene la collisione, con lo scopo di misurare la quantità di moto, l’energia e la direzione di queste particelle [2]. Tali sensori sono installati in una regione a geometria cilindrica intorno al fascio, e in due regioni terminali a forma di disco situate ai due estremi della zona cilindrica appena citata, in modo da coprire, per quanto possibile, nel miglior modo l’intera regione angolare attorno al punto d’interazione. Nell’esperimento denominato ATLAS, illustrato in Fig. 1, i layer più interni sono costituiti da sensori al silicio (con geometria a pixel e a microstrip) e sono seguiti da un rivelatore a tubi a deriva (“drift tube”) capace anche di rivelare la radiazione di transizione. Questi rivelatori sono situati entro un grande solenoide di circa 2,5 m di diametro e di 5,8 m di lunghezza in grado di produrre un campo magnetico di 2 T. Le particelle cariche ionizzano il ma-

teriale con cui sono costruiti i sensori e generano un segnale elettrico che può essere opportunamente rilevato dalla strumentazione di misura presente. I segnali rilevati nei diversi strati consentono in tal modo di ricostruire la traiettoria della particella. Il campo magnetico devia le traiettorie e rende possibile la misura della carica e della quantità di moto della particella. Al di fuori di questi sensori sono installati i calorimetri, che misurano l’energia delle particelle per assorbimento totale nel materiale di cui sono composti. In Fig. 2 è illustrato, a titolo di esempio, il sistema calorimetrico dell’esperimento ATLAS. Ancora più esternamente si trovano le camere per la rivelazione dei muoni. I muoni sono deflessi per mezzo di un sistema di magneti costituito da tre grossi magneti toroidali in aria, ognuno consistente di otto avvolgimenti superconduttori.


Figura 1 – L’esperimento ATLAS e i suoi sottosistemi

Figura 2 – Visione schematica del sistema calorimetrico dell’esperimento ATLAS

modo sicuro a operare nel suo stato nominale e, successivamente, monitorato continuamente. A tale scopo è stato sviluppato un sofisticato sistema di controllo ad hoc (DCS, Detector Control System) [7]. Tale sistema di controllo archivia i parametri operativi e segnala ogni funzionamento considerato non normale, in modo da rendere possibile avviare procedure atte a riportare il sistema al suo stato di funzionamento nominale per mezzo di procedure automatiche e/o semi-automatiche, a seconda della situazione. Come ampiamente descritto in precedenza, l’esperimento ATLAS è costituito da parti (sub-detector) che utilizzano tecnologie diversissime tra loro per CONTROLLO rilevare il passaggio di particelle. Il sistema di controllo misura in tempo E DIAGNOSTICA reale alcune grandezze ritenute fonAffinché il detector operi in modo cor- damentali per il corretto funzionamenretto è necessario che sia portato in to di ognuno di questi sottosistemi: le Come già specificato in [6], complessivamente la struttura dell’esperimento ATLAS è lunga 44 m, ha un diametro di 25 m, e pesa di 7.000 tonnellate. I canali di misura sono circa 100.000.000. L’intero sistema occupa una caverna appositamente realizzata, avente dimensioni di 53 m x 35 m x 30 m a 92 m sotto il livello del suolo. Ciò premesso, gli aspetti che minano l’affidabilità di un tale esperimento sono stati discussi nella memoria prima citata [6]. In questa memoria, invece, si cercherà d’illustrare come sono affrontati i problemi inerenti il controllo e la diagnostica.

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tensioni, sia alte sia basse, i livelli delle tensioni di alimentazione e le relative correnti, le temperature dei detector e dell’elettronica, le pressioni dei gas e dei liquidi refrigeranti, tanto per citare alcuni esempi. La parte di front-end del DCS include tutti i dispositivi di I/O utilizzati per acquisire le misure di grandezze sia analogiche sia digitali, allo scopo d’inviarle al back-end per la successiva fase di salvataggio e di visualizzazione. Il sistema di controllo è realizzato facendo uso sia di soluzioni embedded in equipaggiamenti tipicamente reperibili sul mercato, ancorché dalle prestazioni particolarmente spinte (ne sono un esempio gli alimentatori utilizzati in ATLAS), sia anche di soluzioni custom cioè sviluppate ad hoc per la specifica applicazione. Questi ultimi dispositivi, denominati Embedded Local Monitoring Board (ELMB), altro non sono che unità di I/O dotate di opportuni canali analogici e digitali, equipaggiati di microcontrollori e firmware che possono essere riprogrammati da remoto. La comunicazione fra questi differenti dispositivi, inclusa la maggior parte di quelli commerciali avviene per mezzo di un CAN bus con protocollo CANopen. Il back-end del DCS è implementato su server commerciali, montati in rack, che utilizzano il software SCADA (Supervisory Control And Data Acquisition) denominato SIMATIC WinCC come piattaforma principale. Questa piattaforma garantisce scalabilità, indipendenza dal sistema operativo, interfaccia a database relazionali (Oracle) e un sistema embedded di gestione degli allarmi. Inoltre i sistemi di controllo di ogni sottosistema possono essere connessi l’uno con l’altro via LAN a formare un sistema “distribuito”. A parte alcune eccezioni, il sistema di front-end è interfacciato a WinCC usando lo standard OPC. Il server OPC è fornito dal produttore dell’apparecchiatura da controllare/monitorare o, come nel caso delle ELMB, è stato sviluppato custom. Per essere indipendenti dal sistema operativo utilizzato (lo standard OPC è limitato a

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Microsoft Windows), è in corso una migrazione verso lo standard OPC UA (Unified Architecture). Il back-end è mappato in una gerarchia di elementi di una FSM (Finite State Machine). Un modello a stati definiti è stato implementato per riflettere lo stato del rivelatore: per esempio, il rivelatore è pronto per la presa dati, è spento oppure è in qualche stato di transizione o di errore. Lo stato di ogni blocco logico della FSM è determinato dagli stati dei livelli inferiori associati (i “figli”) tramite regole di cambiamento di stato. In questo schema i cambiamenti di stato sono propagati verso l’alto e “azioni” possono essere definite per ogni stato e propagate verso il basso Figura 3 – Macchina agli stati finite. È possibile vedere lo stato dell’esperimento ATLAS nella gerarchia, per permettere opedurante le fasi della cosiddetta presa dati. Il detector è in stand-by, situazione tipica nelle fasi di rump-up di LHC razioni su tutto il rivelatore (o su parti di esso), partendo dagli stati più alti. In tutto, il DCS di ATLAS è realizzato Massimo Lazzaroni è su un centinaio di server ed è basato 5. CMS Collaboration; Observation Professore Associato di sul processamento “event-driven” di of a new boson at a mass of 125 GeV Misure Elettriche ed Eletwith the CMS experiment at the LHC; più di 10.000.000 elementi. troniche presso il DipartiPhys. Lett. B 716, 2012, 30. mento di Fisica dell’Uni6. M. Citterio, F. Tartarelli, M. Lazzaversità degli Studi di roni; L’affidabilità negli esperimenti di CONCLUSIONI Milano e, dal 2013, asfisica delle particelle. Parte I: la strut- sociato all’Istituto Nazionale di Fisica In questa memoria, la seconda dedica- tura e l’affidabilità; T_M Anno XVIII, Nucleare (INFN). La sua attività di ricerta alle problematiche di affidabilità e N° 2 Giugno 2016, pagg. 131-134, ca è rivolta alle misure per le applicamonitoraggio dell’esperimento ATLAS ISSN: 2038-6974. Editore: A&T. zioni industriali, per la diagnostica dei al CERN, dopo una piccola premessa 7. A. Barriuso Poy et al.; The Detector sistemi industriali, per l’Affidabilità e il di ordine generale circa gli esperimen- control system of the ATLAS experi- Controllo della Qualità. È segretario del ti di fisica delle particelle elementari, è ment; JINST 3, P05006, 2008. CT 85/66 – Strumenti di misura delle stato illustrato a titolo esemplificativo il 8. www.siemens.com/wincc. grandezze elettromagnetiche, Strumensistema di controllo DCS. tazione di misura, di controllo e da LaRIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. Lyndon Evans and Philip Briant (editors); LHC Machine; JINST 3, S08001, 2008. 2. ATLAS Collaboration; The ATLAS Experiment at the CERN Large Hadron Collider; JINST 3, S08003, 2008, pp. 1-437. 3. CMS Collaboration; The CMS experiment at the CERN LHC; JINST 3, S08004, 2008, pp. 1-384. 4. ATLAS Collaboration; Observation of a new particle in the search for the Standard Model Higgs boson with the ATLAS detector at the LHC; Phys. Lett. B 716, 2012, 1.

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Mauro Citterio si è laureato in Fisica all’Università degli Studi di Milano nel 1987. Dal 1991 al 1999 ha lavorato presso la Instrumentation Division del Brookhaven National Laboratory (BNL), Upton, NY. Dal 1999 è all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dove, attualmente, ricopre l’incarico di Dirigente Tecnologo. I suoi interessi sono: progettazione elettronica a basso rumore, elettronica resistente alle radiazioni, applicazioni criogeniche, caratterizzazione dei semiconduttori. Ha partecipato e partecipa a esperimenti di fisica delle alte energie negli Stati Uniti e al CERN di Ginevra. È autore di numerose memorie scientifiche.

boratorio e membro del CT 56 – Affidabilità del CEI. Francesco Tartarelli è Primo Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). La sua attività di ricerca si svolge nell’ambito della fisica delle particelle elementari, studiando le proprietà e le interazioni dei costituenti fondamentali della materia tramite esperimenti con acceleratori di particelle. Ha lavorato nella Collaborazione CDF al Tevatron del Fermilab (USA) e successivamente nella Collaborazione ATLAS all’LHC del CERN. Dal 2012 è responsabile locale del gruppo ATLAS di Milano.


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Rubrica a cura di Massimo Mortarino (mmortarino@affidabilita.eu)

Test in fotonica, misure post-terremoto, SPC e MSA per miglioramenti produttivi Test su componenti fotonici, monitoraggio di un monumento terremotato, metodi per ottimizzare la produzione

TECHNOLOGIES IN ACTION The section “Technologies in action” presents a number of recent case studies of industries or institutions gaining profit from the latest innovation in measuring instruments and systems. RIASSUNTO La Rubrica “Tecnologie in campo” presenta un compendio di casi di studio di Aziende e/o istituzioni che hanno tratto valore aggiunto dalla moderna strumentazione di misura. TEST AUTOMATICO DEI COMPONENTI FOTONICI: VELOCE, PRECISO E ADATTO PER L’INDUSTRIA

di Gianluca Poli (Physik Instrumente) gpoli@pi.ws La fotonica del silicio (SiP) utilizza processi facilmente scalabili, ottimizzati per la produzione di massa di componenti a semiconduttore. Con la SiP, circuiti elettronici (come quelli utilizzati per il calcolo) e ricetrasmettitori ottici sono integrati nello stesso wafer. Simili microchip a basso consumo sono in grado di trasmettere dati con larghezze di banda nella gamma del Tb/s e con bassa generazione di calore. Tuttavia, poiché il valore di un circuito SiP dotato di package sale significativamente rispetto a circuiti nudi su un wafer, è fondamentale introdurre verifiche a livello del singolo wafer per ogni circuito prima del taglio e del confezionamento. Gli ingressi e le uscite ottiche devono essere testati. La precisione richiesta in questo caso è di diversi ordini di grandezza più elevata di quella ottenibile con apparecchiature elettriche tradizionali per il test dei wafer. Gli ingressi e le uscite devono inoltre essere allineati con precisione alle fibre ottiche collegate al dispositivo di prova. Questo processo non è sicuramente banale, dal momento che le guide d’onda ottiche in wafer di silicio hanno normalmente un

diametro di soli 150-200 nm e, per evitare perdite, l’allineamento deve avere una risoluzione di almeno 10 volte superiore. La gestione di questa funzione nell’automazione è quindi una sfida notevole: durante la movimentazione sono necessari la massima precisione, un corretto posizionamento e regolazione, e la più alta velocità possibile per soddisfare le richieste della produzione industriale.

dotato di una varietà di algoritmi di allineamento e monitoraggio, necessari per l’allineamento ottico, il quale riduce e quindi semplifica il funzionamento del controllo di livello superiore. Il computer di controllo esterno comunica con il controllore tramite Ethernet, USB 2.0 o interfaccia RS-232. Il sistema viene fornito con un pacchetto software ad alte prestazioni, che permette all’utente di sviluppare rapidamente applicazioni in Windows, Linux e OS/X. Aggiustamenti macroscopici e di precisione Il posizionamento avviene in due fasi: un sistema di posizionamento a tre assi guidati da motori DC ad anello chiuso si occupa del primo step di regolazione “macroscopico”: raggiungendo il punto di lavoro sfrutta una corsa di diverse decine di mm con una precisione di 50 nm. Un’ulteriore unità di posizionamento a tre assi è poi responsabile del posizionamento finale delle fibre. Il sistema è azionato da attuatori piezoelettrici e raggiunge risoluzioni di 1 nm, con tempi di risposta intorno al microsecondo e con corse fino a 100 × 100 × 100 µm. Gli attuatori piezoelettrici ad alte prestazioni sono integrati nei sistemi meccanici con giunti di flessione ottimizzati al FEM, privi di attrito e di giochi

Allineamento fibre di precisione: regolazione della fibra multicanale in tempo reale Come fornitore di soluzioni per sistemi tecnologici di unità e di posizionamento di precisione, PI (Physik Instrumente) con sede in Karlsruhe, Germania, ha sviluppato un nuovo sistema completo per l’allineamento della fibra che può allineare, testare e ottimizzare l’ingresso e l’uscita della luce in ogni punto di accoppiamento in ingresso e in uscita, il tutto in meno di un secondo (Fig. 1). Questo garantisce un’elevata velocità di trasferimento dei dati durante la produzione industriale. Il sistema è composto da due unità di posizionamento identiche e compatte, con un ingombro di 100 × 100 mm che richiede poco spazio per l’installazione. Il cuore del siste- Figura 1 – Sistemi industriali per l’ispezione dei wafer nella fotonica del silicio (Immagine: PI) ma è un controllore specifico

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meccanici. Dal momento che gli attuatori, le guide e il sensore lavorano senza usurarsi, i sistemi sono estremamente affidabili e durevoli nel tempo e, quindi, perfettamente adatti alle esigenze industriali (24 ore al giorno, sette giorni alla settimana). Più gradi di libertà Durante l’ispezione del wafer o del packaging, molteplici problemi possono sorgere a seconda dell’applicazione: ad esempio, se le fibre devono essere posizionate ad angoli diversi, o se gli errori angolari devono essere compensati, sono richiesti più assi. Aggiungere (impilare) ulteriori assi su un sistema di posizionamento è fondamentalmente possibile, ma le limitazioni superano i vantaggi per un simile approccio. Le incertezze di posizionamento, infatti, si sommano, e nel complesso si otterrebbe una riduzione della precisione. Invece, una soluzione più elegante ed efficiente è quella di combinare il posizionatore sopra descritto con un sistema Hexapod a cinematica parallela. A differenza dei sistemi operanti in modalità seriale, tutti gli attuatori di un sistema a cinematica parallela agiscono direttamente sulla stessa piattaforma, senza quindi accumulare errori di guida, così come accade nei sistemi ”impilati”; questo aumenta notevolmente la precisione. Gli Hexapod, dotati di un sistema a sei assi a cinematica parallela, offrono ulteriori vantaggi per l’allineamento delle fibre. Grazie a una massa in movimento ridotta, questi sistemi forniscono una dinamica molto più elevata (Fig. 2). Il punto di pivot o il centro di rotazione possono essere definiti arbitrariamente con un unico e semplice comando. L’ Hexapod compatto H-811 (Fig. 3), ad esempio, offre corse lineari fino a 34 mm e rotazioni fino a 42°. Il posizionatore piezoelettrico può essere integrato con la piattaforma Hexapod. Per corse o requisiti di carico differenti sono disponibili altri sistemi di posizionamento a cinematica parallela, che possono essere combinati con il posizionatore. Il minimo incremento di movimento è di 0,1 µm / 2 µrad e la velocità varia da un minimo di 10 µm/s fino a 10 mm/s. Software ad alte prestazioni Indipendentemente dal tipo di sistema di posizionamento utilizzato, tutti gli algoritmi necessari per l’allineamento delle fibre ottiche sono già integrati nel controllo-

Figura 2 – Allineamento a livello di wafer con un doppio sistema a 6 assi Hexapod e un sistema di scansione piezo per l’allineamento (Immagine: PI)


Un App mobile consente il monitoraggio e il controllo senza fili. Librerie di sviluppo e applicazioni di esempio semplificano l’implementazione; inoltre sono supportati linguaggi, un buon numero di ambienti di lavoro e programmi (C, C++, Python, Visual C++, Visual Basic e Delphi, LabVIEW, MATLAB, Manager, EPICS, TANGO, così come tutti gli ambienti di programmazione Figura 6 che supportano DLL). Questo permette la realizzazione di applicazioni induFigura 3 – Questo sistema di posizionamento a sei assi a cinematica parallela è ideale anche striali “su misura” relativi all’ispezione pubblico già un anno dopo la tragedei wafer e al packaging nella fotoni- dia. I lavori di ricostruzione veri e proper l’allineamento della fibra (Immagine PI) pri, tuttora in corso, sono iniziati nel ca del silicio. 2013. Il terremoto non ha provocato re digitale. Inoltre, i controllori digitasoltanto il crollo della cupola, ma li di PI vengono forniti con un ampio POST-TERREMOTO: SENSORI anche carenze strutturali nel resto delpacchetto software (Fig. 4), che copre A FIBRA OTTICA PER MONITORARE l’edificio. tutti gli aspetti applicativi, da facili DEFORMAZIONE Attualmente, oltre alla ricostruzione start-up al controllo del sistema attra- E COMPENSAZIONE TERMICA della struttura, sono in corso intervenverso l’interfaccia grafica, all’integrati di rinforzo antisismico per garantire zione veloce e trasparente in pro- Come vengono utilizzati la futura stabilità e sicurezza di quegrammi esterni. sto importante monumento storico. Per i sensori a fibra ottica Un controllore virtuale consente lo svi- nella ricostruzione monitorare e controllare in maniera luppo di programmi applicativi senza di una chiesa distrutta continua il comportamento della strutla necessità di avere tutti i componen- dal terremoto dell’Aquila tura, le opere di rinforzo sono sottoti presenti. Strumenti di simulazione, A cura di HBM Italia poste a verifiche da parte di I.A.T. per esempio, aiutano a calcolare l’a- www.hbm.com Ingegneria A&T e di Earth System, rea di lavoro, oppure possono essere L’Aquila è un’antica città dell’Italia società che si occupano di misuraziointegrati oggetti per evitare collisioni. centrale con una ricchissima eredità ni per il monitoraggio geotecnico, amculturale. Le strade del centro bientale e strutturale. La tecnologia di storico pullulano di chiese ed misurazione di HBM FiberSensing supedifici barocchi e rinascimen- porta il monitoraggio di deformazioni e tali. Nonostante abbia una temperature nei tiranti pre-deformati utipopolazione di circa 70.000 lizzati per i rinforzi (vedi Figg. 6-7 per abitanti, non è diventata fa- il piano dell’installazione). mosa a livello internazionale per la sua architettura o per i Misura contemporanea di paesaggi degli Appennini che deformazione e temperatura la circondano, ma per una tra- I sensori a fibra ottica a reticolo di gedia. Nel 2009, l’intera re- Bragg (FBG) sono stati incollati ai gione è stata colpita da un ter- tiranti Dywidag 32WR (Fig. 8) per remoto e molti edifici, tra cui misurare deformazione e temperatura Figura 4 – Un esempio di sistema di controllo in tempo reale abitazioni e monumenti stori- contemporaneamente. Ogni connet(Immagine PI) ci, sono andati distrutti. La tore include una serie costituita da chiesa di Santa Maria del Suf- due FBG semplici, uno per le deforfragio (XIX secolo) è diventata mazioni e uno per la compensazione termica. il simbolo del terremoto. Sono passati sette anni da Dopo essere stati opportunamente allora, e la chiesa di Santa tarati, i sensori per la compensazione Maria del Suffragio è stato termica forniscono valori di temperauno dei primi monumenti a tura assoluti. Per semplificare le opeessere parzialmente restaura- razioni in situ, i sensori sono stati proto: l’impiego di supporti prov- gettati in modo da poter essere previsori ha permesso che venis- installati presso le sedi di HBM Fiberse parzialmente aperta al Sensing e poi trasportati in situ.

Figura 5

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Figura 8

Figura 7

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L’uso di ripartitori ottici rende più semplice l’installazione del sistema, e consente di ottimizzare la capacità dell’interrogatore. Poiché le serie di FBG descritte in precedenza sono terminali (ossia connesse da un solo lato), vengono utilizzati ripartitori ottici per combinare i


N. 03ƒ ;2016 segnali di più serie di FBG in un unico canale ottico. I ripartitori utilizzati in questo caso consentono un multiplexing 1x4 o 1x8. Accesso remoto ai dati L’interrogatore BraggMETER acquisisce tutti i diversi canali ottici contemporaneamente, alla velocità di un campione al secondo (S/s). L’unità a 19” utilizzata, montabile su rack, dispone di otto canali ottici. Il BraggMETER industriale FS22 può essere collegato a un computer standard, tramite cavo Ethernet, e controllato dal software BraggMONITOR di HBM FiberSensing (Fig. 9), tramite comandi SCPI o via catman®. Il fatto che l’interrogatore statico possa funzionare come dispositivo stand-alone e archiviare i dati internamente lo rende particolarmente adatto a quest’applicazione. In questo caso l’interrogatore è stato collegato a un router 3G, per cui non è stato necessario disporre di un computer in situ. L’accesso ai dati può avvenire in modalità remota anche dall’ufficio, tramite il laptop del tecnico preposto. SPC E MSA PER L’OTTIMIZZAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI

A cura di TEC EUROLAB – www.tec-eurolab.com L’industria richiede la massima efficienza nei processi produttivi, per ottenere prodotti di elevata qualità. Nell’ottica di quella che viene definita qualità totale, produrre con alti livelli di qualità significa migliorare tutti i processi aziendali che contribuiscono alla produzione di prodotti o servizi. Un processo produttivo, anche se ben progettato, è soggetto a variabilità

intrinseca o naturale, dovuta all’effetto cumulato di tanti fattori costanti o casuali (cause comuni). Detta variabilità non è però costante per tutta la vita del processo. Le cause comuni possono degenerare e diventare sempre più intense come effetti. Le fonti di variabilità che non sono riconducibili a fattori casuali vengono chiamate fattori specifici (cause speciali). La metodologia SPC viene utilizzata per determinare e controllare la variabilità legata al processo produttivo, determinare la presenza di cause comuni e speciali e quanto esse vadano a impattare sulla qualità del prodotto finale. SPC (Statistical Process Control) significa appunto “tenuta sotto controllo dei processi tramite metodi statistici”. Lo studio della variabilità si effettua con l’ausilio di campioni di dati. I risultati che provengono dalla misura dei campioni servono per esprimere valutazioni sull’insieme più numeroso da cui il campione è stato ricavato, detto lotto o popolazione (statistica inferenziale). Per questi motivi è molto importante utilizzare sistemi di misura stabili e “robusti”, in grado cioè di fornire risultati affidabili. Un sistema di misura, cosi come un processo produttivo, è soggetto a fattori di variabilità, che causano una dispersione più o meno marcata nei valori misurati su ogni singola caratteristica in esame. Tali fonti di variabilità sono sostanzialmente legate allo strumento di misura (contributo di ripetibilità) e al contributo dell’operatore (riproducibilità). A tale proposito è di fondamentale importanza eseguire studi sui sistemi di misura, con lo scopo di definire con esattezza il contributo percentuale di variabilità da essi introdotto sulla variabilità totale, intendendo con la parola “sistema di misura” l’insieme di strumenti, operatori, strategie di misura, condizioni ambientali e di tutto ciò che è direttamente o indirettamen-

Figura 9 – Esempi di misure e Rack di elaborazione

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TECNOLOGIE IN CAMPO

te collegato all’attività di misurazione. L’MSA (Measurement System Analysis) si articola in tre tipi di studi diversi (non obbligatoriamente collegati), che si differenziano in base agli scopi, agli indici statistici e ai criteri di accettabilità. Una variabilità non determinata e non controllata sui risultati delle misure rende vano il successivo calcolo degli indici di capability (ad esempio Cp e Cpk), che forniscono informazioni sulla dispersione delle caratteristiche in esame (variabilità del processo produttivo) e sulla posizione del valore medio rispetto ai limiti di tolleranza (specifiche cliente).

Figura 10 –- Valori dei contributi di ripetibilità e riproducibilità del sistema di misura sottoposto a MSA, relazionati alla variabilità intrinseca del processo produttivo

I principali fattori che incidono direttamente sull’entità di queste grandezze sono due: le oggettive e inevitabili differenze geometriche e dimensionali fra i vari campioni (risultanti da “difetti” legati al processo produttivo), e la variabilità delle misure. Comprendiamo quindi quanto sia importante conoscere l’entità di questa variabilità e ridurla al minimo. Se questo non viene fatto, gli indici di capability calcolati non forniscono indicazioni attendibili sullo stato del processo e sulle eventuali derive di quest’ultimo, ma sono il risultato dei contributi misti di processo produttivo e sistemi di misura utilizzati. Per questo motivo non possono esser presi come riferimento per valutare e decidere eventuali azioni correttive nel processo produttivo.

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Comprendiamo quindi come le due attività, apparentemente scollegate, siano invece necessariamente concatenate. TEC Eurolab fornisce in tal senso un servizio unico e completo nel suo genere. Attraverso lo studio e la progettazione del sistema di misura, vengono eseguiti studi di MSA direttamente sulle quote critiche dei campioni in produzione. Successivamente vengono definiti gli indici di R&R e create procedure di controllo, memorizzati i programmi di misura e creati piani di controllo. Vengono poi effettuate le misurazioni di SPC, calcolati gli indici di Capability e Performance, elaborate le carte di controllo. Lo studio di sistemi di misura viene effettuato sulle caratteristiche critiche di quello specifico processo produttivo, che verranno successivamente analizzate in fase di SPC. EffetFigura 11 – Distribuzione dei valori misurati tuare un MSA a e calcolo dei principali parametri statistici che permettono valutazioni sul sistema di misura monte, quindi, rappresenta una condizione necessaria per il successivo controllo statistico di processo, e riduce il tempo totale delle attività. TEC Eurolab fa delle misure e del testing il proprio lavoro, ed è in grado, grazie al know-how del personale tecnico, a un team d’ingegneri e a strumentazioni all’avanguardia, costantemente controllate e monitorate, di raggiungere insieme al cliente gli obiettivi che lo portano al raggiungimento della qualità totale. Figura 12 – Calcolo di capability e carte di controllo di processo sviluppato da TEC Eurolab


METROLOGIA GENERALE

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Rubrica a cura di Luca Mari (lmari@liuc.it)

Accuratezza di misura Qualche nota

GENERAL METROLOGY In this permanent section of the Journal our colleague and friend Luca Mari, world-recognized expert in fundamental metrology and member of several International Committees, informs the readers on the new developments of the fundamental norms and documents of interest for all metrologists and measurement experts. Do not hesitate to contact him! RIASSUNTO In questa Rubrica permanente il collega e amico Luca Mari, internazionalmente riconosciuto quale esperto di metrologia fondamentale e membro di numerosi tavoli di lavoro per la redazione di Norme, informa i lettori sui più recenti temi d’interesse e sugli sviluppi di Norme e Documenti. Scrivete a Luca per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione! Se ci affidiamo al numero di occorrenze del termine “measurement accuracy” registrate da Google Books (elaborate e presentate dall’ottimo strumento https:// books.google.com/ngrams, purtroppo aggiornato solo fino al 2008), possiamo concluderne che il concetto di accuratezza di misura sia tuttora fondamentale per la metrologia, la “scienza della misurazione e delle sue applicazioni”. Varie ambiguità, tuttavia, ne rendono il significato e l’uso problematici. Con questo breve articolo non tento di chiarire alcunché: tento di mettere in evidenza l’esistenza del problema, e di accennare a una direzione che potrebbe essere seguita per la sua soluzione. Anche solo una rapida ricognizione della letteratura scientifica e tecnica mette in evidenza che intorno all’accuratezza di misura c’è qualche difficoltà. Consideriamo per esempio le

seguenti tre affermazioni: 1. “The accuracy of a measurement of a variable is the closeness of the measurement to the true value of the variable. It is quantified in terms of measurement error, i.e., the difference between the measured value and the true value”. [Bentley 2005]: l’accuratezza di una misurazione è quantificata in termini di errore di misura; 2. “Since the error for any particular error source is unknown and unknowable, its limits, at a given confidence, must be estimated. This estimate is called the uncertainty. Sometimes, the term “accuracy” is used to describe the quality of test data”. [Dieck 1999]: l’accuratezza di dati di misura, come l’incertezza di misura, è una stima della loro qualità; 3. “The accuracy of an instrument is a measure of how close the output reading of the instrument is to the correct value. […] The term “measurement uncertainty” is frequently used in place of inaccuracy”. [Morris 2001]: l’accuratezza di uno strumento è la caratteristica inversa dell’incertezza di misura. Il tratto comune a queste definizioni è l’idea che l’accuratezza ha a che vede-

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re con la distanza dal valore vero/ corretto. Questo ci dà un indizio per ricostruire almeno qualche aspetto della situazione, dato che il concetto di valore vero di una grandezza è controverso, e divisivo: per qualcuno è un inutile residuo metafisico di un’epoca passata in cui si pensava che “i numeri sono nel mondo”; per altri è l’indispensabile fondamento per rendere comprensibile l’idea stessa di misurazione. In più, anche chi sostiene la necessità di mantenere un riferimento ai valori veri ne ammette l’inconoscibilità di principio (si veda al proposito l’esplicativa Nota 1 alla definizione 2.11 nel Vocabolario Internazionale di Metrologia (VIM) [JCGM 200]), cosa che rende problematico un uso operativo dell’accuratezza di misura, e più specificamente la sua quantificazione. Si può spiegare così l’opzione di correlare l’accuratezza all’errore o all’incertezza di misura, considerando errore o incertezza strumenti per quantificare l’accuratezza. Il VIM, che definisce “accuratezza di misura” come “grado di concordanza tra un valore misurato e un valor vero di un misurando” (def. 2.13) (“closeness of agreement between a measured quantity value and a true quantity value of a measurand”), conferma annotando che “l’accuratezza di misura non è una grandezza e a essa non si assegna un valore numerico. Una misurazione è ritenuta tanto più accurata quanto minori sono gli errori di misura che la caratterizzano”. (Nota 1 alla def. 2.13). Di per sé il VIM ammette che l’errore di misura – “valore misurato di una grandezza meno un valore di riferimento di una grandezza” – possa essere noto, ma non quando il valore di riferimento è un valore vero (si veda la Nota 1 alla def. 2.16). Ecco dunque spiegata l’impossibilità di quantificare l’accuratezza secondo il VIM. D’altra parte, non è chiaro se, e nel caso in quali condizio-

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suali” ed “errori sistematici” (chiamati variamente anche bias, offset, …), analogamente all’incertezza tipo composta che combina le “incertezze tipo associate alle grandezze d’ingresso del modello di misura” (def. 2.31 del VIM)? E poi anche: per stimare l’accuratezza (sempre che la si possa quantificare, naturalmente) è sufficiente una singola prova o sono necessarie tante prove ripetute, come tipicamente richiesto per precisione e giustezza? E infine: una volta che fossero disponibili stime di precisione e giustezza (dunque stime per parametri di scala e posizione: si veda la Nota 2 alla def. 2.9 in [ISO 3534-1]), come combinarle per ottenere una stima di accuratezza? Mi pare che un tentativo di risposta a questi problemi debba essere preceduto da un chiarimento sul concetto stesso: non ha molto senso discutere, per esempio, della relazione tra accuratezza e precisione, se non si concorda preliminarmente su cosa s’intende con “accuratezza di misura”, e quindi operativamente su che tipo d’informazione l’accuratezza di misura porta. Riprendendo le tre affermazioni citate sopra, che trattano l’accuratezza come una caratteristica delle misurazioni (1), oppure dei risultati di misura (2), oppure degli strumenti di misura (3): ma è possibile che una stessa proprietà sia attribuita a entità che, pure con relazioni concettuali e operative, sono così diverse tra loro? o non è piuttosto un caso di polisemia, in cui uno stesso termine, “accuratezza di misura”, ha significati diversi, benché correlati etimologicamente e semanticamente (così che per esempio potremmo disambiguare chiamando “accuratezza1”, “accuratezza2”, e così via, senza più stupirci di definizioni diverse per i diversi concetti specifici)? Purtroppo il VIM non contribuisce a chiarire questo problema, che si pone anche per altre caratteristiche. Per esempio, la precisione di misura è una proprietà dei metodi di misura? delle misurazioni? dei risultati di misura? degli strumenti di misura? … (e, sempre per esempio, ho letto recentemente “the uncertainty of the measuring instrument”: addirittura uno strumento incerto!) Ma se il caso della

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ni, il VIM ammetterebbe che il valore vero ignoto possa essere sostituito da un valore di riferimento noto, così che l’errore sia calcolabile e operi come quantificatore dell’(in)accuratezza. Non è però inusuale che per l’accuratezza di misura siano riportati valori numerici, nell’unità del misurando o come valori relativi percentuali: come li si dovrebbe interpretare alla luce del VIM? Uno sguardo a due altri documenti normativi, più o meno esplicitamente connessi al VIM stesso, non chiarisce la questione, e anzi aggiunge un’ulteriore ragione di complessità. Si tratta delle norme [ISO 3534] e [ISO 5725]. La ISO 3534-2 definisce “accuratezza” come “closeness of agreement between a test result or measurement result and the true value” (def. 3.3.1), mentre secondo la ISO 5725, che pure fa esplicito riferimento alla ISO 3534-2, l’accuratezza è “the closeness of agreement between a test result and the accepted reference value” (def. 3.6). La giustificazione del passaggio dalla prima definizione, basata sull’ideale del valore vero, alla seconda, più operativa, è in una peculiare nota nella ISO 3534-2 stessa: “In practice, the accepted reference value is substituted for the true value”. (Nota 1 alla def. 3.3.1) (la peculiarità sta nel fatto che mentre si può supporre, come fa il VIM, che un valore vero sia un particolare valore di riferimento, se quindi si possa passare in una definizione dal secondo al primo per specializzazione, il percorso inverso – da valore vero a valore di riferimento – generalizza la definizione rendendola invalida). Fino a qui nulla di nuovo, comunque: l’ambiguità circa la possibilità di quantificare l’accuratezza permane anche qui. La novità, fonte di ulteriori dubbi, sta nel contenuto di due altre note nella ISO 3534-2: “The term “accuracy”, when applied to a set of test or measurement results, involves a combination of random components and a common systematic error or bias component”; “Accuracy refers to a combination of trueness and precision”. (Note 2 e 3 alla def. 3.3.1). L’accuratezza è dunque una caratteristica primitiva, o deriva dalla composizione di precisione e giustezza? Combina cioè “errori ca-

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precisione non è particolarmente controverso, e le sue ambiguità possono essere facilmente risolte, quello dell’accuratezza è ben più delicato: davvero dall’inconoscibilità del valore vero del misurando segue che l’accuratezza non è mai quantificabile? La citata norma ISO 5725 mostra costruttivamente come valutare l’accuratezza di un metodo di misura, attraverso un “accuracy experiment” che richiede fra l’altro un’analisi statistica dei risultati di confronti interlaboratorio. Per avvicinarci ancora più alla pratica, riconosciamo in questa prospettiva la fondatezza di quantificare l’accuratezza di strumenti di misura. I costruttori di strumenti riportano infatti l’accuratezza dei loro strumenti in termini quantitativi, e non solo di classi (si veda la def. 4.25 del VIM). Ispirandoci alle considerazioni proposte al riguardo da [Doebelin 2008], possiamo identificare almeno tre versioni dell’accuratezza di uno strumento di misura: – l’accuratezza nominale, valutata dal costruttore per la caratterizzazione metrologica dello strumento; – l’accuratezza della taratura, valutata dal Laboratorio di taratura nel contesto di uso; – l’accuratezza in uso, valutata ancora nel contesto di uso, per esempio per stabilire se è necessaria una ritaratura dello strumento ed eventualmente per aggiornare la valutazione dell’incertezza di misura strumentale (si veda la def. 4.24 del VIM) (NdR: I termini “accuratezza della taratura” – calibration accuracy – e “accuratezza in uso” – installed accuracy – sono di Doebelin). Questi tre casi richiedono campioni di misura che realizzano valori di riferimento trattati operativamente nel contesto come valori veri, e perciò potremmo chiamare valori operativamente veri” (migliore di “valore convenzionalmente vero”, termine davvero opinabile). La disponibilità di valori operativamente veri giustifica dunque la pratica di quantificare l’accuratezza degli strumenti di misura. Viceversa, durante una misurazione il valore vero del misurando (seppure questo concetto è ammesso, tema non ovvio per esempio in presenza di rilevante incertezza di definizione) non è

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noto, e quindi effettivamente l’accuratezza del risultato di misura non è valutabile quantitativamente (d’altra parte, non c’è già l’incertezza per valutare la qualità delle misure?). Come già per articoli precedenti, sarò grato ai lettori che vorranno proporre la loro opinione su questa interpretazione: sarebbe utile, in particolare, che la prossima edizione del VIM chiarisse meglio di quale/i entità è proprietà per esempio l’accuratezza di misura, specificando dunque che l’accuratezza degli strumenti è valutabile in forma quantitativa? COMMENTO DI UN LETTORE ALLA RUBRICA

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in particolare il finale “È convincente la spiegazione che ho proposto? Sarò grato ai lettori che vorranno inviarmi i loro commenti su questo delicato e importante tema, anche in vista della progettazione della prossima edizione del VIM”, mi sento in dovere di dirle che la sua spiegazione è molto convincente, e che le sue argomentazioni toccano in pieno un argomento, a mio avviso, molto sensibile e probabilmente non sufficientemente chiaro a tutti coloro che operano nel campo delle misure, tanto che spesso è all’origine di controversie fra vari tipi di soggetto. Già essere d’accordo (e io lo sono) su quanto da lei esposto sarebbe di aiuto in molte occasioni. Spero sia utile ai suoi scopi anche solo questo commento generico.

Egr. Prof. Mari, dopo aver letto il suo contributo sulla Cordiali saluti. rivista Tutto_Misure – Anno XVII n. 4, e

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] J.P. Bentley; Principles of measurement systems; Pearson, 2005. [2] R.H. Dieck; Measurement accuracy; in: J.G. Webster (ed), Measurement, instrumentation, and sensors handbook; CRC, 1999. [3] E.O. Doebelin; Strumenti e metodi di misura; McGraw-Hill, 2008. [4] ISO 3534-1:2006; Statistics - Vocabulary and symbols – Part 1: General statistical terms and terms used in probability. [5] ISO 3534-2:2006; Statistics - Vocabulary and symbols – Part 2: Applied statistics. [6] ISO 5725-1:1994; Accuracy (trueness and precision) of measurement methods and results – Part 1: General principles and definitions. [7] JCGM 200:2012; Vocabolario Internazionale di Metrologia (VIM) – Concetti di base e generali e termini associati; 3a ed (versione 2008 con correzioni minori), Joint Committee for Guides in Metrology, 2012; versione trilingue En, Fr, It: http://www. ceiweb.it/it/lavori-normativiit/vim.html; versione bilingue En, Fr con annotazioni: http://jcgm.bipm.org/vim. [8] A.S. Morris; Measurement and instrumenGuido Pellicci tation principles; Butterworth, 2001.


LA MISURA DEL SOFTWARE

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GUFPI-ISMA Luigi Buglione

Metrologia e contratti Parte I: Misurare per gestire

METROLOGY AND CONTRACTS PART 1: MEASURING FOR MANAGING Measurement is a support process for the decision-making process. Often, however, an overly simplified and simplistic use of measures may lead to incorrect business decisions. This series of articles provides some insights derived from new GUFPI-ISMA guidelines on the proper use of “Principles, Assumptions and Contractual Best Practices” (Vol. 1) recently issued. RIASSUNTO La misurazione è un processo di supporto per il processo decisionale. Molto spesso però un uso eccessivamente semplificato e semplicistico delle misure può condurre a decisioni di business non corrette. Questa serie di articoli propone alcuni spunti derivati dalle nuove linee guida GUFPI-ISMA sul corretto uso di “Principi, Assunzioni e Best Practice Contrattuali” (Vol. 1) recentemente emesso.

Ovviamente una misura sarà validata se la rappresentazione dei dati raccolti sarà rappresentativa del fenomeno misurato. Un breve esempio: molte CS adottano una scala ordinale a livelli dispari, in genere cinque (la c.d. “Likert scale”) [3], e considerano il valore di media aritmetica quale formula per rilevare il CSI. Usando i dati della seguente tabella: Tabella 1 – Calcolare il CSI (Media Aritmetica)

Rispondenti\Punteggio

1

R1

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R2

INTRODUZIONE

Una delle principali motivazioni per misurare è di conoscere e gestire un fenomeno d’interesse. Misurare è un processo di supporto, non un processo primario, a supporto del processo decisionale (decision-making). E sempre più si sta sradicando (fortunatamente) la percezione a livello di business che la misurazione sia solo (o principalmente) un fatto “ispettivo”, tentando di usare le misure per normare l’oggetto di un contratto e regolamentarlo nel modo il più possibile oggettivo. Una buona gestione dei Service Level Agreement (SLA), ad esempio, rappresenta la tipica e ormai consueta applicazione di misure in ambito contrattuale. Altra pratica in uso ormai in diversi contratti (principalmente pubblici, ma non solo) è quella di collegare la fatturazione dei corrispettivi di un progetto a unità di prodotto, con la necessità di determinare pertanto le opportune unità di misura, pratiche di misurazione, storicizzazione dei dati e benchmarking per una rivalutazione periodica dei propri valori-soglia (threshold). Tuttavia in molti casi, osservando con-

tratti ICT e relativi capitolati e documenti tecnici, si può notare ancora un livello medio-basso nell’adozione corretta delle misure. E se una misura non fosse propriamente definita, raccolta e validata, i valori raccolti rischierebbero d’indirizzare un manager a prendere una decisione non corretta o non appropriata. In breve, spesso il processo di misurazione nelle organizzazioni “salta” alcune delle attività previste dal PDCA (PlanDo-Check-Act) di Shewart/Deming [1] o del suo raffinamento proposto da ITIL (il c.d. “7-step improvement process”) [2] con approssimazioni ed errori a volte anche grossolani. Un esempio immediato? Si pensi ad una indagine di Customer Satisfaction (CS). Viene quasi immediato rispondere che un CSI (Customer Satisfaction Index) sia pari alla media aritmetica dei valori espressi dai partecipanti all’indagine. Ma le questioni da affrontare nel momento della progettazione delle misure (design) sono almeno due: (a) quale scala di misurazione utilizzare; (b) quale unità di misura adottare; (c) misura diretta o indiretta?; (d) se indiretta, qual è la formula per il calcolo?

2

3

4

X

R3

Mx= [(1+3+5)/3] = 9/3 = 3 Osservando tuttavia la distribuzione dei dati raccolti, i tre intervistati esprimerebbero opinioni alquanto differenti, non rappresentate sicuramente da un punteggio “medio”. Partendo da un risultato non veritiero, un decisionmaker in questo caso non farebbe nulla per modificare quel dato prodotto/servizio, reputanto in buona fede mediamente buono il feedback del campione intervistato. In realtà ci sarebbero persone molto soddisfatte (R3), mediamente soddisfatte (R2) e alquanto insoddisfatte (R1) al tempo stesso. I correttivi nel “disegno” della misura potrebbero essere quindi: 1) Ripensare la formula della misura indiretta (CSI)  più che Mx, meglio calcolare le percentuali di distribuzio-

GUFPI-ISMA - Gruppo Utenti Function Point Italia Italian Software Metrics Association luigi.buglione@gufpi-isma.org

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ne delle frequenze per singolo punteggio. La Tab. 1 diventerebbe quindi: TTabella 2 – Calcolare il CSI (Distribuzione di Frequenze)

Rispondenti\Punteggio

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33,3%

33,3%

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In tal modo questa indicazione di pareri distanti permetterebbe di porre ulteriori domande ai rispondenti meno soddisfatti, al fine di determinare le possibili cause-radice (root-causes) per tale bassa/ridotta soddisfazione. 2) Ripensare la scala di misurazione utilizzata e il numero di livelli  una discussione di lunga durata è quella relativa alla scelta di scale ordinali a valori pari (pair) o dispari (odd). Quelli dispari come la Likert Scale (5 livelli) indirizzebero tendenzialmente un rispondente al valore centrale (nel nostro caso di esempio, verso un valore pari a 3), mentre quelle pari (es: a quattro livelli) obbligano a

NUOVI SISTEMI DI PIANTAGGIO A RIDOTTO CONSUMO ENERGETICO

L’efficienza energetica è uno dei principali obiettivi per tutte le industrie, e quella automobilistica non fa eccezione. Basta prendere l’esempio di Martin Winterkorn (CEO di Volkswagen), il cui obiettivo dichiarato per il 2018 è quello di ridurre del 25% la spesa energetica di tutti i 62 stabilimenti della società. Nell’ambito della produzione di serie, le attività di press-fitting (piantaggio) possono incidere notevolmente a livello di risparmio energetico, per ciò che riguarda sia le case automobilistiche sia i loro fornitori. “Appe-

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doversi sbilanciare tra una valutazione medio-bassa o medio-alta. Un esempio è dato dalla scala ordinale a quattro livelli proposta dai principali PAM (Process Assessment Models) per modelli di maturità quali CMMI [4] e/o SPICE (ISO/IEC 15504-x, ora in serie 33xxx) [5], ovverosia “N/P/L/F” (Not/Partially/Largely/Fully achieved). 3) Anche qui, scendendo di un livello, un ulteriore tema potrebbe essere quello della “spaziatura” tra i livelli: quartili equispaziati in SCAMPI (N: 0-25%; P: 26-50%; L: 51-75%; F: 76-100%) [6] o una distribuzione di tipo “a gaussiana” nel PAM di SPICE (N: 0-15%; P: 16-50%; L: 51-85%; F: 86-100%) [5]. Ogni criterio deve essere ovviamente informato a un obiettivo decisionale. In quest’ultimo caso, al fine di poter scegliere su quale processo far convergere maggiori risorse per un intervento di miglioramento, la progressione potrebbe ragionevolmente essere: P (16-50%)  N (0-15%)  L (51-85%)  F (86-100%) Premettendo la P alla N, dato che è preferibile ottimizzare prima qualcosa che già funziona discretamente con un numero ridotto di risorse, e successivamente dedicarsi ai

na 20 anni fa, i sistemi di assemblaggio e i cilindri ad azionamento idraulici, pneumatici e pneumoidraulici hanno rappresentato le tecnologie chiave per questi compiti", dice Norbert Bäuml, Global Sales Manager Sistemi di Piantaggio in Kistler Instrumente AG. “Ora i sistemi elettromeccanici, come quelli offerti da Kistler, si stanno dimostrando molto più efficienti, a livello energetico ed economico, in diversi settori”. In uno studio pubblicato nel maggio 2012, l’Università tedesca di Kassel calcolò che i cilindri elettromeccanici consumano il 77% di energia in meno rispetto a quelli idraulici, e fino al 90% in meno rispetto ai cilindri pneumatici. Il cilindro, oggetto di studio, opera secondo lo stesso principio dei moduli elettromeccanici di piantaggio NC, che Kistler fornisce per press-fitting, cianfrinatura e applicazioni di rivettatura con un controllo totale dei componenti prodotti. I moduli di piantaggio NC possono essere utilizzati in diverse applicazioni per l’industria automobilistica: montaggio del cambio, tutte le fasi di montaggio del motore (ad esempio, guide-valvole, sedi valvola o il montaggio del motore), assemblaggio della drive-line, produzione pompe di benzina e gasolio, ecc. Il vero vantaggio che i sistemi di piantaggio NC offrono è la loro eccezionale elevata ripetibilità. Grazie al servoamplificatore, il processo può essere controllato con eccezionale precisione (posizionamento

esatto, velocità costanti e precise) e le forze press-fitting definibili con la massima precisione lo rendono misurabile e riproducibile. Ciò aumenta anche la sicurezza e può ridurre in modo significativo le percentuali di scarto. Inoltre l’ottima flessibilità dei sistemi di assemblaggio NC rende possibile la produzione di una serie di elementi strutturali su una singola macchina, riducendo così il numero di macchine di montaggio richieste. I sistemi di piantaggio NC sono quindi molto più efficienti rispetto alle soluzioni idrauliche e pneumatiche: queste ultime, infatti, non consentono possibili ottimizzazioni e risultano estremamente costose. Le soluzioni elettromeccaniche, inoltre, ri chiedono meno manutenzione: basti pensare al ricambio regolare di olio idraulico e allo smaltimento dell’olio esausto; oppure ai maggiori costi provocati da perdite nei sistemi ad aria compressa (un punto di perdita equivalente a 1 mm di diametro può comportare costi aggiuntivi pari a 1.000 euro all’anno). Nonostante costi di approvvigionamento e di programmazione più elevati, i sistemi elettromeccanici richiedono scarsissima manutenzione (un’ora/anno) e il risparmio che ne deriva consente all’utilizzatore di recuperare rapidamente l’investimento (2 anni, secondo la Federazione di Ingegneria Tedesca – VDMA). Per ulteriori informazioni: www.kistler.com


N. 03ƒ ;2016 processi ancora non attivati o ancora in uno stato embrionale, che richiedono sicuramente maggiori risorse (economiche e non). Un miglioramento continuativo (continual improvement, non “continuous”) vincente dovrebbe essere infatti frutto di un percorso evolutivo e non rivoluzionario, bilanciando e armonizzando il livello di maturità dei singoli processi di un sistema di gestione. Queste sono solo un paio di osservazioni relative a una prima casistica. Nei contratti ICT (ma non solo) di “bad practices” se ne possono ravvisare purtroppo molte di più, senza razionali che si poggino su buoni principi di misurazione. A tal proposito GUFPI-ISMA ha recentemente emesso (febbraio 2016) una nuova linea guida a supporto della stesura e gestione dei contratti per un uso profittevole e corretto delle misure e delle pratiche di misurazione. Le linee guida sono organizzate in due volumi: Vol. 1 (2016) [7], relativo ai principi, assunzioni e best practice contrattuali (PABPC) per una buona gestione tramite l’uso delle misure in un contratto; Vol. 2 (2017), relativo a proposte applicative muovendo dai capitoli e lemmi del Vol. 1. Nel primo volume, uscito a Febbraio 2016, un capitolo è dedicato in particolare alle misure e ai principi di metrologia da rispettare per non prendere – come nel caso presentato – possibili decisioni sbagliate

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LA MISURA DEL SOFTWARE

per un dato o un’informazione non corretti. La figura seguente mostra i 20 capitoli presenti e la tipica reportistica di uscita da un’autovalutazione di un contratto effettuata seguendo i principi e le assunzioni della guida. Nei prossimi numeri introdurremo e commenteremo alcuni di tali aspetti d’interesse, cercando di evidenziare le motivazioni dietro tali principi e assunzioni, chiare per un tecnico o un metrologo, ma a volte analizzate con eccessiva fretta da un decision-maker.

5. ISO/IEC, IS 14143-5:2004 - Information technology -- Software measurement -- Functional size measurement -- Part 5: Determination of functional domains for use with functional size measurement. 6. SEI; Standard CMMI Appraisal Method for Process Improvement (SCAMPI), v1.3; March 2011, URL: www.sei.cmu.edu/reports/ 11hb001.pdf. 7. GUFPI-ISMA; Principi, Assunzioni & Best Practice Contrattuali (Vol.1); Feb 2016, URL: www.gufpi-isma.org/ “To give real service you must add newsito/areasoci.html#pabc. something which cannot be bought or measured with money, and that is sincerity and integrity” (Douglas Adams)

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. Deming E.; Out of Crisis; MIT Press, Reprint edition, 2000, ISBN 9780262541152. 2. Axelos; ITIL Continual Service Improvement (CSI) core book v3 (2011). 3. Likert R.; Technique for the measure of attitudes; Arch. Psycho., 1932, Vol. 22 N. 140, URL: www.voteview. com/pdf/Likert_1932.pdf. 4. SEI; CMMI for Development (CMMI-DEV), v1.3; Software Engineering Institute, Nov 2010, URL: www.sei.cmu.edu/ reports/10tr033.pdf.

Luigi Buglione è il Presidente di GUFPI-ISMA (Gruppo Utenti Function Point Italia - Italian Software Metrics Association) e Direttore IFPUG Conference & Education. Attualmente lavora in qualità di Process Improvement and Measurement Specialist presso Engineering Ingegneria Informatica spa. È Associate Professor presso l’École de Technologie Supérieure (ETS) di Montréal. Per ulteriori info: www.gufpi-isma.org

Figura 1 – Principi, Assunzioni e Best Practice Contrattuali (PABPC), Vol. 1

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MANIFESTAZIONI EVENTI E FORMAZIONE

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2016-2017 eventi in breve Segnalazione di manifestazioni ed eventi d’interesse 2016

19-21 settembre

Benevento, Italy

XXXII Congresso del Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche (GMEE 2016)

www.misure2016.unisannio.it/index.php/gmee/home

19-21 settembre

Benevento, Italy

XIV Congresso del Gruppo Misure Meccaniche e Termiche (GMMT 2016)

www.misure2016.unisannio.it/index.php/gmmt/home

22-23 settembre

Barcelona, Spain

2nd International Conference on Sensors and Electronic Instrumental Advances (SEIA 2016)

www.sensorsportal.com/SEIA_2016/index.htm

24-25 settembre

Bangkok, Thailandia

Fifth International Conference On Advances in Civil, Structural and Mechanical Engineering - ACSM 2016

www.acsm.theired.org

28-30 settembre

Aachen, Germany

7th IEEE International Symposium on Applied Measurements for Power Systems (AMPS 2016)

http://amps2016.ieee-ims.org

29-30 settembre

Roma, Italy

First IEEE International Symposium on Systems Engineering

http://ieeeisse.org

Kenting, Taiwan

2nd

www.apsiii.org/ICCPE2016/index.html

2-5 ottobre

Benevento, Italy

2nd

IMEKOFOODS Metrology Promoting Objective and Measurable Food Quality and Safety

www.imekofoods.org

2-5 ottobre

Rio de Janeiro, Brazil

19th IEEE Intelligent Transportation Systems Conference

http://web.fe.up.pt/~ieeeitsc2016

5-7 ottobre

Capri, Italy

AEIT 2016 INTERNATIONAL Annual Conference Sustainable Development in the Mediterranean Area Energy and ICT Networks of the Future

www.aeit.it/man/CA2016/documenti/ CA2016_PreliminaryProgramme.pdf

9-13 ottobre

Roma, Italy

AMBIENT 2016, The Sixth International Conference on Ambient Computing, Applications, Services and Technologies

www.iaria.org/conferences2016/AMBIENT16.html

11-14 ottobre

Istanbul, Turkey

INTERNATIONAL CONFERENCE ON ADVANCES IN AUTOMOTIVE TECHNOLOGIES 2016

www.aat2016conference.com

19-21 ottobre

Torino, Italy

METROARCHAEO 2016 – International Conference on Metrology for Archaeology and Cultural heritage (TC4)

www.metroarcheo.com

21-22 ottobre

Birmingham, UK

IEEE Smart Tech Signature Event

www.ieee.org/membership_services/membership/signature_ event/birmingham/birmingham_uk_index.html

23-27 ottobre

Firenze, Italy

IEEE IECON2016

www.iecon2016.org

23-28 ottobre

Portland (OR), USA

1st

http://aspe.net/technical-meetings/31st-annual-meeting

24-26 ottobre

Torino, Italy

7th Young Researcher Meeting 2016

www.yrmr.it

27-28 ottobre

Brescia, Italy

XXIV AIVELA Annual Meeting

www.aivela.org/XXIV_Convegno/index.html

30 ott-2 nov

Orlando, USA

IEEE Sensors 2016

http://ieee-sensors2016.org

1-4 novembre

Rio de Janeiro, Brazil

IEEE Intelligent Transportation Systems Conference (UITSC 2016)

https://web.fe.up.pt/~ieeeitsc2016

2-4 novembre

Toulouse, France

Conference on Electrical Systems for Aircraft, Railway, Ship Propulsion and Road Vehicles and the International Transportation Electrification Conference ESARS ITEC 2016

http://www.esars-itec2016.org

6-9 novembre

Sydney, Australia

IEEE Smart Grid Comm 2016

http://sgc2016.ieee-smartgridcomm.org

30 sett-3 ott

International Conference on Computing and Precision Engineering (ICCPE)

ASPE Annual Meeting

2017 3-5 maggio

Torino, Italy

A&T Affidabilità & Tecnologie, 11a edizione - A&T Robotic World

22-25 maggio

Torino, Italy

2017 IEEE International Instrumentation and Measurement Technology Conference http://2017.imtc.ieee-ims.org

30 mag-1 giu

Helsinki, Finland

IMEKO TC3, TC5 and TC22 International Conference 2017

http://conferences.imeko.org/index.php/tc3-5-22_2017/2017

10-12 luglio

San Juan, Puertorico

2017 IEEE Summer Topicals Meeting Series

www.photonicstopics.org

29 ago-2 sett

Glasgow, Scotland

IMEKO AMTCM 2017, Advanced Mathematical and Computational Tools in Metrology and Testing

disponibile a settembre

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www.affidabilita.eu


METROLOGIA LEGALE E FORENSE

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Rubrica a cura dell’Avv. Veronica Scotti (veronica.scotti@gmail.com www.avvocatoscotti.com)

La copertura assicurativa... Siamo sicuri?

LEGAL AND FORENSIC METROLOGY This section intends to discuss the great changes on Legal Metrology after the application of the D.lgs 22/2007, the so-called MID directive. In particular, it provides information, tips and warnings to all “metric users” in need of organizations that can certify their metric instruments according to the Directive. This section is also devoted to enlightening aspects of ethical codes during forensic activities where measurements are involved. Please send all your inquiries to Ms. Scotti or to the Director! RIASSUNTO Questa rubrica intende discutere i significativi cambiamenti in tema di Metrologia Legale a seguito dell’entrata in vigore del D.lgs 22/2007, altrimenti detto Direttiva MID. In particolare, vuole fornire utili informazioni, consigli e ammonimenti a tutti gli “utenti Metrici” che si rivolgono per reperire informazioni su Enti e organizzazioni notificate per la certificazione del loro prodotto/strumento secondo la Direttiva. La rubrica tratta anche di aspetti etici correlati allo svolgimento di misurazioni legate ad attività in ambito forense (CTU, CTP). Scrivete all’Avv. Scotti o al Direttore, e verrete accontentati! Il presente commento prende spunto da una recente sentenza della Corte di Cassazione Sezioni Unite che ha affermato la legittimità, fino a questo momento dibattuta e dubbia, di alcune clausole inserite nelle polizze assicurative RCT. In una precedente Rubrica (Tutto_Misure n. 1/2012) avevo già descritto, in via estremamente sintetica, il meccanismo delle polizze RCT, illustrando brevemente la distinzione tra clausole limitative della responsabilità dell’assicurazione e disposizioni volte a delimitare l’oggetto di polizza, in specie il rischio tutelato dal contratto. I contratti assicurativi, in specie le polizze di responsabilità civili, sono spesso costituiti da corposa documentazione (composta frequentemente dal modulo per la sottoscrizione e dalle condizioni generali di polizza) di cui non sempre si ha piena conoscenza, dato che la pigrizia alla lettura è spesso un forte dissuasore! Peraltro un notevole ausilio è offerto, in soccorso

ai riottosi lettori di contratti, dai formulari redatti in modo sintetico e volti, comunque, ad assorbire e inglobare il contenuto delle condizioni generali di contratto mediante sommari, ma tuttavia espressi, rinvii alle medesime, la cui piena e preventiva conoscenza è attestata dall’apposizione della firma in calce al modulo. L’errore o l’ingenuità in cui spesso incorre il contraente è proprio quella di omettere la lettura delle condizioni generali di contratto che, sebbene non negoziabili in ragione della standardizzazione delle polizze assicurative di un dato settore, consentirebbe, quanto meno, la cognizione completa delle clausole e indicherebbe quindi il corretto comportamento in caso di sinistro, evitando contestazioni e, soprattutto, mancati o ridotti indennizzi, contrariamente a quanto legittimamente ci si attenderebbe da una polizza assicurativa stipulata al precipuo scopo di affrontare determinati rischi. Il caso che è stato oggetto di pronun-

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cia da parte della Suprema Corte riguarda una situazione tipo che potrebbe interessare qualunque assicurato. Si tratta, infatti, di un danno riferito a errate prestazioni mediche (ma, calandosi nel contesto di attività di misura, potrebbe trattarsi di danno a seguito di errata gestione di una prova di Laboratorio, di un errato trattamento di un campione, di una taratura non conforme ecc.) che, a distanza di anni, viene comunicato all’Istituto ospedaliero responsabile. Questo, essendo coperto da polizza RCT, coinvolge la compagnia di assicurazioni per la manleva (NdA – Riassunto sintetico del fatto: il sinistro, e cioè l’omessa diagnosi dei cui effetti pregiudizievoli Tizio ha chiesto di essere ristorato, si è verificato nell’agosto 1993; l’arco temporale di vigenza della polizza dedotta in giudizio andava dal 21 febbraio 1996 al 31 dicembre 1997, con effetto retroattivo al triennio precedente; la copertura assicurativa era in ogni caso limitata alle richieste di risarcimento presentate per la prima volta all’assicurato durante il periodo di operatività dell’assicurazione, e quindi entro il 31 dicembre 1997; nella fattispecie la domanda del paziente venne avanzata nel giugno 2001). In primo grado, l’Istituto di cura viene condannato al risarcimento del danno che viene posto a carico della compagnia di assicurazioni, in virtù del contratto assicurativo. In appello, il giudizio si conclude nuovamente con la condanna dell’Ente, ma viene esclusa la copertura assicurativa in virtù della presenza di specifica clausola idonea a consentire l’esonero di quest’ultima dal pagamento di tale sinistro. Su ricorso della Casa di cura era quindi chiamata a pronunciarsi la Corte di Cassazione che, con sentenza resa a Sezioni Unite n. 9140/2016 del 6/05/2016, confermava la decisione

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assunta dalla Corte d’Appello di Roma sulla scorta di un’interpretazione delle condizioni di polizza favorevole alla loro validità. La questione verte sul corretto inquadramento da attribuire alle clausole denominate claims made che prevedono la risarcibilità del danno solo in casi particolari, riferiti al momento della richiesta del risarcimento, sebbene il sinistro rientri tra i rischi contemplati dalla polizza. In specie, si distingue tra: – Clausole claims made pure: destinate alla manleva di tutte le richieste risarcitorie inoltrate dal danneggiato all’assicurato e da questi all’assicurazione nel periodo di efficacia della polizza, indipendentemente dalla data di commissione del fatto illecito; – Clausole claims made miste: prevedono l’operatività della copertura assicurativa solo quando tanto il fatto

NEWS

NUOVA SLITTA ROBUSTA, PRECISA E COMPATTA

Il nuovo asse lineare L-406 di PI (Physik Instrumente) è in grado di offrire ottime prestazioni, nonostante la larghezza ridotta di soli 65 mm. Esso raggiunge inoltre corse di 25 mm, con una precisione fino a 0,5 µm. Questi assi, dotati di cuscinetti a rulli incrociati e madrevite di precisione, sono concepiti per muovere carichi fino a 10 kg. La base di alluminio con trattamento antistress garantisce inoltre elevata stabilità e ciò rende gli strumenti adatti per applicazioni a livello industriale e scientifico. La slitta L-406 è disponibile per corse di 26, 52 e 102 mm e può essere facilmente montata in XY senza utilizzare un adattatore, o posizionata verticalmente usando una staffa. Un encoder rotativo integrato ad alta risoluzione si occupa della misura della posizione nelle versioni con motori DC. La slitta è inoltre integrata con limit switch ottici non a con-

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METROLOGIA LEGALE E FORENSE

illecito, quanto la richiesta risarcitoria intervengano nel periodo di efficacia del contratto. Secondo la tesi prospettata dall’Ente ospedaliero, la clausola claims made apposta al contratto (di natura mista nel caso di specie) non poteva ritenersi valida per due ordini di ragioni: 1) l’essenza del contratto di assicurazione RCT risultava completamente snaturata alla luce di quanto stabilito dall’art. 1917 cc., che fornisce la nozione di tale tipologia di polizza; 2) la clausola necessitava di apposita approvazione, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 1341 cc., e era da considerarsi ingannevole in quanto titolata “inizio e termine della garanzia”. Il contratto assicurativo RCT, come definito dall’art. 1917 cc., prevede a carico dell’assicurazione l’obbligo di tenere indenne l’assicurato di quanto

questi, in conseguenza del fatto accaduto durante il tempo dell’assicurazione, deve pagare a un terzo, in dipendenza della responsabilità dedotta nel contratto. Da tale definizione codicistica emerge l’assoluta indifferenza da parte del legislatore circa il momento in cui il danneggiato avanza le proprie pretese di risarcimento, rilevando esclusivamente, ai fini della responsabilità della compagnia e la conseguente manleva, il tempo in cui il sinistro si è verificato. Considerando tale tipizzazione del contratto di natura inderogabile e quindi sottratta all’autonomia privata delle parti nella regolazione del loro rapporto, una simile clausola, orientata a esporre il contraente ai rischi che il medesimo intenderebbe evitare proprio con la stipula del contratto assicurativo, non potrebbe ritenersi legittima poiché ne risulterebbe integral-

tatto e reference switch con direzione di rilevamento posti a metà della corsa, che semplificano l’impiego nell’automazione. Per il controllo di un singolo asse PI offre il controllore digitale mercury C-863 per motori DC e C-663 per motori passo-passo, entrambi molto facili da utilizzare. Per controllare fino a 4 assi è possibile utilizzare il controllore C-884, mentre per pilotare fino a 40 assi è disponibile il nuovo controllore PIMotionMaster C-885. Per ulteriori informazioni: www.physikinstrumente.com/productdetail-page/l-406-1201904.html

Applicazioni dinamiche di riempimento e dosaggio in ambiente critico sottopongono i componenti per la pesatura a sollecitazioni elevate. Ora HBM immette sul mercato elettroniche digitali per trasduttori (serie PAD), per il controllo del processo di tali applicazioni. La serie PAD ha un alloggiamento in acciaio inossidabile, può raggiungere il tipo di protezione IP68/IP69K e digitalizzare in modo affidabile i segnali di celle di carico o trasduttori di forza analogici, anche nelle condizioni ambientali più difficili. Con la serie PAD si possono realizzare anche altre impegnative applicazioni di processo con sensori, basandosi sulla tecnologia estensimetrica. L'intera serie è omologata per l'impiego in applicazioni soggette a verifica. Sono disponibili differenti versioni, in funzione delle richieste dei clienti: versione con cavo di collegamento sensore di precablaggio (in opzione, in esecuzione asettica), oppure una variante spina/spina, che offre massima flessibilità per celle di carico o trasduttori di forza. La serie PAD offre un sistema di trattamento dati integrato, comprendente filtro selezionabile o automatico e 2 interfacce I/O digitali integrate. La configurazione si effettua, in base agli specifici requisiti, mediante le interfacce RS485 o CANOpen, che permettono anche di effettuare analisi e accessi remoti a reti. Per ulteriori informazioni: www.hbm.com/it/0327/elettronicadi-pesatura-ed-indicatori-di-pesatura

NUOVA ELETTRONICA DI PESATURA PER CONTROLLI DI PROCESSO IN CONDIZIONI AMBIENTALI CRITICHE


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zioni che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità. Con tale previsione il legislatore ha inteso tutelare il soggetto contraente il quale, trovandosi di fronte a un contratto già predisposto dall’altra parte che contenga condizioni volte a escludere (o a ridurre) la responsabilità di quest’ultima, deve essere consapevole del contenuto dell’accordo e deve manifestare tale cognizione mediante apposita sottoscrizione. In mancanza, come ben specificato nella disposizione codicistica, la clausola non ha alcun effetto, pur conservando efficacia il resto del contratto concluso. Per quanto concerne il caso deciso dalla Corte, l’assicurato, qualificando la clausola claims made come limitativa della responsabilità dell’assicurazione, e preso atto della mancata specifica approvazione per iscritto, contestava la validità della disposizione contrattuale. Sebbene un simile ragionamento, sotto il profilo logico, avrebbe potuto essere ammissibile in quanto, nella sostanza, pare che si abbia effettivamente una riduzione della responsabilità della compagnia di assicurazioni, non tenuta all’indennizzo nel caso di richiesta del risarcimento avanzata oltre il termine di vigenza della polizza, la Suprema Corte ha disatteso una simile interpretazione sulla scorta del necessario distinguo tra clausole limitative della responsabilità (che richiedono approvazione espressa) e disposizioni che delimitano l’oggetto del contratto.

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mente vanificato lo scopo perseguito dal contraente. Infatti, chi mai sottoscriverebbe una polizza RCT che prevede la copertura di sinistri verificatisi nel corso della vigenza della polizza ma di cui si potrebbe avere notizia solo a distanza di anni, atteso che il diritto al risarcimento derivante da responsabilità contrattuale è azionabile entro 10 anni dall’evento? In realtà, secondo la tesi prospettata dalla Suprema Corte, il modello contrattuale definito dal codice civile per la RCT non si può ritenere inderogabile, visto quanto stabilito dall’art. 1932 cc. (disposizione che definisce tassativamente le norme inderogabili in materia di assicurazione), e pertanto una pattuizione che preveda condizioni specifiche perché sorga o meno l’obbligo d’indennizzo a carico dell’assicurazione, come per la clausola claims made, è da considerarsi valida ed efficace. Ora, superato positivamente il profilo dell’ammissibilità di una clausola claims made che preveda l’indennizzo solo nel caso in cui il risarcimento sia richiesto durante la vigenza del contratto assicurativo, si rendeva necessario valutare l’ulteriore aspetto riguardante la corretta approvazione di una condizione contrattuale che, secondo quanto sostenuto dall’Ente ospedaliero assicurato, era destinata a limitare la responsabilità della compagnia di assicurazioni. Sul punto va evidenziato che il codice civile stabilisce, in via inderogabile, che non hanno effetto, se non sono specificamente approvate per iscritto, le condi-

METROLOGIA LEGALE E FORENSE

Secondo le argomentazioni contenute nella pronuncia, le clausole che limitano la responsabilità sono previsioni contrattuali che prevedono un’esclusione o riduzione dell’obbligo d’indennizzo per ipotesi che, secondo l’oggetto del contratto, dovrebbero essere comprese ma, in forza della specifica lecita deroga contrattuale, sono invece escluse. Invece, l’oggetto del contratto, nell’ambito assicurativo, attiene agli obblighi concretamente assunti dalle parti, e disciplina il contenuto e i limiti della garanzia assicurativa, delimitando il rischio garantito: “il patto claims made è volto in definitiva a stabilire quali siano, rispetto all’archetipo fissato dall’art. 1917 cod. civ., i sinistri indennizzabili, così venendo a delimitare l’oggetto, piuttosto che la responsabilità”. In definitiva, la Corte di Cassazione afferma il principio generale per cui la clausola claims made contenuta in un contratto di assicurazione è da considerarsi valida ed efficace tra le parti, pur senza alcuna specifica approvazione scritta. Ne deriva che, vista la non necessità di apposite sottoscrizioni, una simile disposizione potrebbe essere contenuta nelle condizioni generali di contratto (e non nel formulario sintetico) di cui si dichiara la perfetta e completa conoscenza (e comprensione) mediante l’apposizione della firma sul modulo sintetico contrattuale. Conclusivamente, considerando l’orientamento espresso dalla Suprema Corte mediante una sentenza di rilevante valore, che rappresenta un fondamentale strumento interpretativo per i giudici di primo grado e d’appello, risulta evidente la necessità di adottare idonee cautele in sede di stipula di un contratto assicurativo che potrebbe contenere condizioni e clausole apparentemente in contrasto tra loro o illogiche, in ragione dello scopo del contratto ma pur sempre valide e ap plica bili.

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NEWS

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UN NUOVO MODO DI GESTIRE I DISPOSITIVI DI MISURA

CRASE, con i suoi 30 anni di esperienza, si posiziona come realtà dinamica e giovane nel settore della strumentazione di misura, offrendo i propri servizi di vendita, assistenza tecnica e consulenza prevalentemente ai settori automotive, energia, meccanica, industria siderurgica e fonderia. Oggi l’azienda è Distributore Ufficiale di EMCO-TEST per la durometria e di CHENNAI METCO per la metallografia. I continui cambiamenti del mercato in evoluzione hanno portato l’azienda milanese a diversificarsi con nuovi prodotti e servizi, proponendosi come fornitore in grado di garantire un ottimo rapporto qualità-prezzo. L’azienda è in possesso di sistema qualità certificato secondo la norma ISO 9001 dal 2003 e ciò garantisce uno standard qualitativo di alto livello, tale da soddisfare ogni esigenza del cliente. Crase propone una vasta gamma di prodotti e servizi: DUROMETRIA (Brinell, Vickers e Rockwell da banco, durometri portatili digitali e meccanici, accessori multi-marca) – METROLOGIA (evolventimetri per ingranaggi, upgrade macchine prova ingranaggi) – METALLOGRAFIA (materiale di consumo, troncatrici, inglobatrici e pulitrici metallografiche) – MICROSCOPIA (microscopia metallografica, stereoscopica, software d’analisi) – U.T.M. (macchine universali di prova, pendoli, sistemi criostatici) – RETROFIT (sistemi retrofit per durometri, prova trazione e prova ingranaggi) – ASSISTENZA TECNICA (per tutti i propri prodotti, con officina meccanica dedicata) – CONSULENZA TECNICA – BUSINESS SCOUTING.

Opti Mu® è il software delle misure per aziende e Laboratori, in grado di svolgere molte funzioni in tutta semplicità: Gestione del parco strumenti, Ottimizzazione degli intervalli di taratura, Calcolo delle incertezze di misura, Tarature, Calcolo delle incertezze di taratura (valutazione della ripetibilità, degli scarti massimi rilevati, ecc.). Completo e di facile utilizzo, il software Opti Mu® risponde a tutte le necessità dei servizi di misura e si adatta ai differenti profili degli utenti, con i suoi diversi moduli, che possono essere acquistati e installati sulla base dell’evolversi delle singole esigenze. Opti Mu® è anche nel Cloud… Il software è disponibile online, attraverso una semplice connessione Internet. I dati dell’utente vengono memorizzati in data center sicuri e accessibili sia in ufficio sia in mobilità. Si riducono così i costi di manutenzione, affidando a DeltaMu amministrazione, aggiornamenti e backup dei dati. Opti Mu® in modalità SaaS (Software as a Service) è una potente soluzione “chiavi in mano”, mirata a facilitare la gestione degli strumenti di misura e di controllo. Disponibile in versioni multilingue, è veloce (messa in servizio in pochi giorni), semplice (facile da utilizzare), economico (non richiede investimenti informatici) e sicuro (accesso protetto ai dati 24/24 ore e 7/7 giorni su Internet, da qualunque luogo). Deltamu si incarica di: messa in servizio e predisposizione account utenti; amministrazione, sicurezza, riservatezza, integrità e protezione dei dati; manutenzione e aggiornamento del software; formazione e assistenza operativa; recovery data: recupero e riutilizzo dei dati precedenti.

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NUOVO ACCELEROMETRO DIFFERENZIALE

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IMI Sensori, divisione di PCB Piezotronics, produttore di sensori per vibrazioni e monitoraggio in ambito industriale, ha annunciato la presentazione del nuovo modello 357A100, accelerometro differenziale in carica con elemento sensibile UHT-12TM. IMI ha sviluppato questo sensore da utilizzare in applicazioni nel settore nucleare (monitoraggio delle condizioni di turbine a generazione di energia e gas), aeronautico, ecc. Le nuove caratteristiche sono proprie della tecnologia racchiusa in questo particolare cristallo UHT-12TM (elemento sensibile): – assenza di rumore piroelettrico e relativi picchi fino a 900 °F (482 °C); – sensibilità del sensore, che rimane più costante in un ampio cambiamento di temperatura; – cristalli disposti con modalità al taglio e isolati dalla base, che riducono gli errori di misura trasversali; – nessuna esigenza di ossigeno per l’elemento sensibile ad alte temperature, così da escludere necessità di venting o finestra nell’alloggiamento/corpo del sensore. IMI offre vari amplificatori di carica differenziali da abbinare al modello 357A100, tra i quali i modelli 421A3X, EX682A40 e 422M182.

MODULO INTERFACCIA PROFINET CON FUNZIONALITÀ IRT PER TRASDUTTORI DI COPPIA

Per ulteriori informazioni sulla linea completa IMI di sensori di vibrazione ad alta temperatura: www.imi-sensors.com/contentStore/mktg/IMI_Downloads/IMI-HighTemp_LowRes.pdf. Per informazioni tecniche e di supporto sulle applicazioni: PCB Piezotronics srl – Tel. 035/201421.

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Con il modulo interfaccia PROFINET TIMPN, HBM Test and Measurement (HBM) offre uno strumento particolarmente potente per la trasmissione digitale su PROFINET di segnali di coppia e numero di giri, potenza e angoli di rotazione. L’hardware supporta le classi Real Time RT Class 1 e RT Class 3 (IRT), con un tempo di ciclo bus fino a 4 kHz. Con una semplice e rapida modifica dei parametri dell’entrata digitale TMC (Torque Measurement Communication) del TIM-PN è possibile collegare anche trasduttori di coppia HBM con classici segnali di frequenza. In questo modo, tramite lo stesso modulo interfaccia, gli utenti possono integrare nelle reti PROFINET sia il segnale di coppia sia quello del numero di giri della flangia di misura, riducendo così la varianza dei rack e aumentando la flessibilità nel banco prova. Il modulo trova impiego nei sistemi di automatizzazione e regolazione basati su bus di campo, quali banchi prova per motori elettrici e a combustione interna, ingranaggi, pompe e compressori. Per ulteriori informazioni: www.hbm.com/it/0264/torsiometri-sensori-etrasduttori-di-coppia


SPAZIO ASSOCIAZIONI UNIVERSITARIE MISURISTI

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Rubrica a cura di Franco Docchio, Dario Petri e Alfredo Cigada

Dalle Associazioni Universitarie di Misuristi Notizie da GMEE e GMMT scientifiche nazionali: è stato pubblicato il regolamento della nuova ASN (G.U. del 6/6/2016). I tempi di avvio si prevedono non brevi in quanto il regolamento necessita di ulteriori tre provvedimenti per essere attuato; (iii) il CUN ha fornito parere in merito al decreto FFO: https://www.cun.it/ provvedimenti/sessione/188/ parere/parere-del-25-05-2016; (iv) il recente comunicato ANVUR in merito alle procedure propedeutiche alla futura ASN: www.anvur.org/ index.php?option=com_ content&view=article&id=1052: rinvio-procedura-revisioneannuale-rating-rivisteit&catid=24:news-asn-it& Itemid=129&lang=it.

THE ITALIAN UNIVERSITY ASSOCIATIONS FOR MEASUREMENT This section groups all the significant information from the main University Associations in Measurement Science and Technology. RIASSUNTO Questa rubrica riassume i contributi e le notizie che provengono dalle maggiori Associazioni Universitarie che si occupano di Scienza e Tecnologia delle Misure. GMEE: GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Consiglio Direttivo dell’Associazione GMEE Il Consiglio Direttivo del GMEE si è riunito il giorno 22 giugno 2016, alle ore 10:30, presso l’aula 10 della Scuola di Studi Umanistici e della Formazione, via Gino Capponi 9, Firenze. In apertura, il Presidente Dario Petri ha comunicato al Consiglio che l’Assemblea telematica, tenutasi dal 10 al 20 maggio, ha approvato all’unanimità i tre punti all’ordine del giorno: situazione Soci, approvazione rendiIndicatore

TIM

Metrologia

conto consuntivo 2015, approvazione rendiconto previsionale 2016. Comunica inoltre che Alessandro Ferrero ha fatto pervenire gli indicatori bibliometrici per l’anno 2015 pubblicati da Thomson Reuters per le riviste ISI d’interesse dell’Associazione, riportate nella seguente tabella. Come si può vedere, quasi tutte le riviste d’interesse del GMEE hanno miSituazione Soci gliorato i valori degli indicatori. Petri ha aggiornato il Consiglio della situazione Soci alla data odierna. Situazione nazionale alla luce Risultano 186 Soci, di cui 60 Soci delle iniziative ministeriali, juniores e 112 Soci ordinari di diritANVUR e CUN to, 6 Soci ordinari e 8 Soci onorari. Il Petri ha illustrato brevemente i seguennumero dei Soci si mantiene dunque ti argomenti. (i) Situazione della proall’incirca costante, ma mancano ancedura VQR: sono in corso le procecora le quote d’iscrizione di alcuni dure di valutazione; (ii) Abilitazioni Soci ordinari di diritto. Measurement

Meas. Science & Technology

Review of Scient. Instr.

Citable items

380 ↑

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524 ↓

357 ↓

949 ↓

Citations

7.991 ↑

2.986 ↑

4.072 ↑

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IF

1,808 ↑

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1,742 ↑

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1,336 ↓

IF w/out self

1,237 ↓

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1,413 ↑

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1,156 ↓

5YIF

1,875 ↑

2,121 ↑

1,637 ↑

1,537 ↑

1,422 ↓

Imm, Index

0,303 ↓

0,797 ↑

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0,300 ↑

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Cited half-life

6,7 ↑

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8,2 ↑

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EF score

0,01534 ↑

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AI

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Stato delle iniziative Sito Web dell’Associazione Massimo Lazzaroni e Pasquale Daponte hanno informato sullo stato del sito web dell’Associazione. Daponte, con l’Ing. Maria Riccio di Athena Consulting srl (Torino) ha poi illustrato una proposta, e la relativa offerta economica, per l’integrazione dei servizi informatici dell’Associazione GMEE. Sono intervenuti Ferrigno, Savino, Narduzzi, Ferrero, per richiedere chiarimenti e suggerire

franco.docchio@unibs.it

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Scuola Italo Gorini, che si terrà a Cagliari. Il Presidente ha ricordato che è opportuno effettuare le iscrizioni appena possibile e che l’anno scorso il numero di allievi che hanno partecipato alla Scuola Gorini è stato di 33 unità. Il Consiglio ha preso atto e Premio di dottorato Carlo Offelli ha ringraziato i colleghi dell’Unità di Petri ha riferito che sono pervenute 5 Cagliari per l’impegno profuso. domande per il premio di Dottorato Carlo Offelli. Le attività della Com- Rinnovo delle cariche e delle missione, composta come previsto dal Commissioni dell’Associazione Regolamento dai Coordinatori delle 6 Petri ha ricordato al Consiglio che alla linee di ricerca, sono state coordinate prossima Assemblea di settembre i da Pasquale Arpaia. Al termine Soci saranno chiamati a eleggere il della valutazione, svoltasi in due fasi, si Presidente e il Segretario, il rappresenè proceduto al ballottaggio tra i due tante dei Soci ordinari, i rappresentancandidati risultati più meritevoli. È risul- ti delle Unità operative, i membri della tata vincitrice Grazia Barchi, dell’U- Commissione di coordinamento, i nità di Trento. Il Consiglio ha ringrazia- membri della Commissione didattica, i to la Commissione per il lavoro svolto e membri del Comitato etico e deontolosi è congratulata con la vincitrice. gico, i Revisori dei conti e il Tesoriere. Ha ricordato in particolare che gli Borse di ricerca attuali membri eletti nella CommissioPetri ha ricordato che è pervenuta una ne di coordinamento sono: Andria, sola domanda, dell’Ing. Gianni Cerro Carbone, Catelani, Landi, Nardell’Unità di Cassino. La Commissione duzzi, Sardini. I Coordinatori delle di valutazione, composta dai Soci An- Linee di Ricerca restano in carica per dria, Catelani e Parvis, sulla base un altro anno. La Commissione didatdei criteri riportati nel bando, ha e- tica è formata dai seguenti Soci: spresso un parere ampiamente positivo Andò, Attivissimo, Carullo, sulla domanda esaminata. Il Consiglio Cataliotti, Ferrigno, Malcovati, ha ringraziato i colleghi della Commis- Salmeri, Rapuano, Tellini. I memsione per la disponibilità e il lavoro svol- bri del Comitato etico e deontologico to e si è congratulato con il vincitore. sono Benetazzo, Savino, Ferraris. Il tesoriere è Ferrero. Tutto_Misure Per il rinnovo dei rappresentanti dei In assenza di Franco Docchio, Petri Soci Ordinari, Roberto Buccianti ha illustrato per suo conto i risultati ha ringraziato per l’opportunità che ottenuti dalla Rivista Tutto_Misure. Il gli è stata finora offerta. Dopo ampia Consiglio ha preso atto e si è congra- e approfondita discussione, Il Consitulato con Docchio. glio ha invitato Buccianti a continuare con un nuovo mandato. Buccianti si è Riunione annuale 2016 riservato di decidere in merito insieme Daponte ha illustrato l’organizzazio- agli altri Soci Ordinari. ne della riunione annuale dell’Asso- Petri ha informato che alcuni colleghi ciazione che si terrà a Benevento nei hanno suggerito Paolo Carbone come giorni 18-21 settembre. Petri ha rin- Segretario. Ha aggiunto che invierà graziato i colleghi per la disponibilità ai Soci del GMEE una e-mail con la e l’impegno profuso nell’organizza- richiesta di presentare la disponibilità zione della prossima riunione annua- per l’elettorato passivo, chiedendo ai le. membri del Consiglio se vi siano suggerimenti e disponibilità al riguardo. Scuola di dottorato “Italo Gorini” 2016 Iniziativa Deltamu Italia Carlo Muscas ha illustrato il pro- Ferrero ha informato che ha partecigramma dell’edizione 2016 della pato, insieme a Luigino Benetazmiglioramenti all’offerta. Al termine, il CD ha approvato all’unanimità l’offerta di Athena Consulting per l’integrazione dei servizi informatici dell’Associazione GMEE e la distribuzione a tutti i componenti del CD.

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SPAZIO ASSOCIAZIONI UNIVERSITARIE MISURISTI

zo, alla giornata di studio organizzata da DeltaMu a Clermont Ferrand, il 9 giugno 2016, in occasione dell’uscita del libro “Smart Metrology: Dalla Metrologia degli Strumenti alla Metrologia delle Decisioni”. La giornata è stata interessante, e ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, tutte provenienti dal mondo industriale, a testimonianza dell’interesse alla metrologia che si è instaurato nel mondo industriale francese. C’è stata poi occasione di parlare con i dirigenti di DeltaMu della collaborazione in atto con Deltamu Italia. Al momento sono stati presi numerosi contatti con potenziali clienti, ma non è stato acquisito ancora alcun contratto. Emerge l’opportunità che i membri del GMEE a conoscenza di realtà industriali potenzialmente interessate a formazione e consulenza in metrologia si adoperassero per metterle in contatto con l’Ing. Annarita Lazzari, in modo che possa presentare la nuova realtà. È stata evidenziata anche la produzione di un video in italiano da far circolare tra le aziende interessate. È stato infine prodotto un depliant in italiano con una nuova veste grafica. Andò ha suggerito l’inserimento sul sito del GMEE d’informazioni relative a Deltamu Italia. A seguito dell’ampia discussione seguita, il Consiglio nel ringraziare Ferrero e Benetazzo dell’attività svolta prende atto dei positivi sviluppi dell’iniziativa Deltamu Italia. Varie ed eventuali Petri ha informato di aver ricevuto dal Socio Walter Di Gregorio, insegnante di Elettrotecnica e Misure alle superiori, la sollecitazione ad accreditare il GMEE quale Ente di formazione accreditato dal MIUR. Petri illustra a tale scopo la relativa direttiva del MIUR e chiede ai presenti un parere su questa iniziativa e, in caso sia ritenuta interessante, la disponibilità a seguirne l’attivazione. Informa anche che la scadenza per la richiesta è il 15 ottobre; inoltre c’è la disponibilità a fornire collaborazione da parte del Socio Di Gregorio (waldig@alice.it). Il CD ha deciso d’istruire la pratica.


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cinematica della gabbia toracica e per investigare come i compartimenti toracico e addominale influenzino la performance del ciclista ad alte intensità. Dal lavoro condotto dal Dottorando e supervisionato dal Prof. S. Silvestri e dai Dr. J. Dickinson e S. Winter della University of Kent emerge che la misura dei volumi respiratori attraverso l’analisi cinematica della gabbia toracica è sufficientemente accurata rispetto agli strumenti convenzionalmente utilizzati (spirometria), nei casi in cui l’atleta assume una postura sia normale sia alterata in sella, sia a bassi sia ad alti sforzi durante l’esercizio.

GMMT: GRUPPO MISURE MECCANICHE E TERMICHE

Premio al progetto della Pietà Rondanini: Politecnico di Milano La speciale piattaforma antisismica e antivibrante creata per tutelare, nel suo nuovo allestimento, la Pietà Rondanini di Michelangelo ha vinto il premio Global Best Project, assegnato dalla prestigiosa Rivista di settore Engineering News-Record. La supervisione tecnica del progetto era stata seguita dal dal Gruppo di Misure e Tecniche Sperimentali del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano, in coordinamento con il Centro Beni Culturali dell’Ateneo, in un Gruppo di Lavoro comprendente il Comune di Milano, la Soprintendenza del Castello Sforzesco, l’Istituto Superiore di Conservazione e Restauro (la Scuola del Ministero Beni Culturali). La piattaforma è stata costruita dall’azienda giapponese THK su progetto esecutivo di Miyamoto International.

Dal Campus biomedico di Roma: premio dalla European Society of Biomechanics È iscritto al terzo anno del Corso di Dottorato in Bioingegneria e Bioscienze lo Studente di Dottorato dell’Università Campus Bio-Medico di Roma premiato al 22nd Congress of the European Society of Biomechanics che si è tenuto quest’anno a Lione (Francia) lo scorso luglio. Carlo Massaroni ha vinto un Travel Award all’interno dell’evento scientifico organizzato dalla European Society of Biomechanics, la più rilevante Società scientifica in Europa nel campo della biomeccanica e delle sue applicazioni. Un premio conquistato grazie al paper “Breathing analysis during exercise: comparison between optoelectronic system and breath-by-breath analyzer”, risultato del periodo all’estero trascorso nel Regno Unito presso la University of Kent fino al maggio scorso. Al centro dello studio, la misura dei volumi respiratori e della biomeccanica della gabbia toracica attraverso sistemi optoelettronici. Un modello della gabbia toracica è stato sviluppato, quindici pazienti sono stati reclutati e sottoposti all’esame durante l’esercizio fisico a diverse intensità e posture, per verificare la validità della misura dei volumi a partire dall’analisi della

Nuovi ingressi nel gruppo In un periodo di forte crisi dell’Università, ci sono notizie positive da segnalare: queste riguardano la recente conclusione di due concorsi per RTD di tipo B, uno a Padova, che ha visto vincitore Marco Pertile, uno a Trento, con vincitore Alberto Fornasier. Ci complimentiamo con i due vincitori, dei quali pubblicheremo sul prossimo numero una breve biografia.

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Loredana Cristaldi ha evidenziato la situazione in cui si trovano i Soci GMEE non universitari che operano nel CEI, e ha chiesto se vi sia disponibilità, da parte dell’Associazione, a sostenere economicamente questa attività. Savino illustra la sua esperienza nell’ambito del CEI, e manifesta perplessità sul sostegno economico. Il CD ha deciso d’istruire la pratica. Petri, infine, ha informato di avere avuto contatti con DiPiù: chi è interessato può iscriversi versando una quota variabile tra i 3-4.000 Euro, esiste un Comitato nel settore delle TLC.

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SPAZIO ASSOCIAZIONI UNIVERSITARIE MISURISTI

ETICHETTE SPECIALI PER LA METROLOGIA

Laser Lab, azienda specializzata nelle marcature e incisioni con raggio laser, presenta le proprie etichette destinate al campo della metrologia, delle verifiche periodiche e di tutti i settori in cui è necessaria un’identificazione permanente. – etichette di verifica periodica e sigilli di garanzia adesivi tagliati e incisi con raggio laser, destinati a essere applicati sui distributori di carburante o altri misuratori posti all’esterno e soggetti a elevate sollecitazioni chimico/fisiche. Queste etichette presentano caratteristiche tecniche di alto livello e sono realizzate su un materiale di ultima generazione, resistente a temperature comprese tra –40 °C e +200° C. I dati che compongono l’etichetta sono incisi nel materiale e risultano completamente inalterabili, indelebili e resistenti. Il lay-out è totalmente personalizzabile e sono distruttibili quando si rimuovono, pertanto anticontraffazione (D.M. n. 182 del 28/03/2000 e successive modifiche). – etichette di verifica periodica e sigilli di garanzia stampati su materiale ultradistruttibile, che garantiscono semplicità di utilizzo, versatilità e rispondono a tutti i parametri previsti dal D.M. n. 182. Sono particolarmente idonei per gli operatori che effettuano le verifiche periodiche su strumenti di misurazione (bilance, registratori di cassa e misuratori del gas) generalmente ubicati in ambienti interni e pertanto protetti da situazioni stressanti. – etichette metrologiche, tecniche e datari, totalmente personalizzabili e in grado di adattarsi a molteplici usi. Realizzate su materiali di alta qualità e in diversi colori, con formati, testi e loghi su misura, permettono un'identificazione permanente e possono contenere anche barcode alfanumerici. Tutte le etichette Laser Lab sono economicamente competitive, di facile e veloce utilizzo, in grado di semplificare il lavoro degli utilizzatori. Consegne in 24-48 ore e fornitura anche di piccole serie. Per maggiori informazioni su tutti i servizi: www.laser-lab.it

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NEWS

UNA REALTÀ DI “ECCELLENZA” NELLA METROLOGIA SCIENTIFICA E LEGALE Il Laboratorio metrologico della LABCERT snc di San Quirino (PN), che ha come Responsabile il cav. Giuseppe Blandino, con i nuovi provvedimenti firmati dal Ministero dello Sviluppo Economico e i nuovi accreditamenti emessi da ACCREDIA, è diventato uno dei più importanti Laboratori di metrologia legale in Italia, nel settore della certificazione per marchiatura CE di prodotto e della taratura. Il Laboratorio possiede i seguenti accreditamenti e notifiche: – Accreditamento PRD n. 237B: conforme alla norma UNI CEI EN/ISO/IEC 17065:2012 quale Organismo di Certificazione di prodotti/servizi; – Accreditamento LAT n. 147: conforme alla norma UNI CEI EN/ISO/IEC 17025:2005 quale Laboratorio di Taratura; – Organismo Notificato n. 2166: Direttiva 2014/32/UE (MID) – Strumenti di misura; Direttiva 2014/31/UE (NAWID) – Strumenti per pesare a funzionamento non automatico. Il Centro si suddivide in sei distinte sezioni: Servizi di Taratura nell’ambito della metrologia scientifica. Il Centro è accreditato per la taratura dei seguenti strumenti: Campioni di masse da 1 mg a 2.000 kg – Strumenti per pesare fino a 100.000 kg – Serbatoi campione e misure materializzate di capacità da 100 ml a 2.000 I – Serbatoi campione e misure materializzate di capacità per gas GPL da 5 I a 2.000 I; Servizi di Certificazione prodotto e S.Q. nell’ambito della Metrologia Legale. Oltre a possedere l’accreditamento PRD, LABCERT è “Organismo Notificato” europeo n. 2166 per la Direttiva 2014/32/UE, relativa agli strumenti di misura (MI-005, Sistemi di misura per la misurazione continua e dinamica di quantità di liquidi diversi dall’acqua: distributori di carburanti e gas liquefatti; sistemi di misura su condotta di tutti i liquidi, quali vino, latte, birra, saponi, ecc. – MI-006, Strumenti per pesare a funzionamento automatico: selezionatrici ponderali a funzionamento automatico, riempitrici gravimetriche automatiche, totalizzatori a funzionamento continuo e discontinuo, pese a ponte per veicoli ferroviari – MI-008, Misure materializzate di lunghezza e di capacità), e la Direttiva 2014/31/UE, relativa agli strumenti per pesare a funzionamento non automatico (bilance); Servizi di “Verificazione periodica” degli strumenti per pesare e misurare nell’ambito della Metrologia Legale. LABCERT ha ottenuto l’idoneità da parte della CCIAA di Pordenone (11/03/2003 n. PN-01 in applicazione del DM 28/03/2000, n. 182 e succ. Decreti attuativi), fra i primi Centri autorizzati in Italia. Inoltre ha ottenuto l’idoneità da parte di UNIONCAMERE

(nn. PN-131 e PN-132) per la verificazione degli strumenti di misura regolamentati dalla Direttiva MID: MI005 ed MI-006. Il Centro è idoneo all’esecuzione della verifica periodica delle seguenti categorie: Pesi e masse da 1 mg a 2.000 kg – Misure Campione di volume fino a 5.000 L – Strumenti per pesare fino a 300.000 kg NAWI – Strumenti per pesare a funzionamento automatico – Misure di capacità e recipienti (anche montati su autocisterna) – Misuratori volumetrici – Misuratori di carburanti per autotrazione presso distributori stradali – Complessi di misura per carburanti – Misuratori di Metano e GPL – Sistemi di misurazione di carburanti installati su autocisterne; Servizi di prove e taratura nell’ambito volontario, nelle Aziende con Sistema di Qualità Certificato ISO 9000. Il Centro è dotato di apparecchiature e campioni certificati LAT per emettere rapporti di taratura e di prova (attività non accreditate) su strumenti al di fuori del proprio campo di accreditamento. Labcert supporta le aziende per la pianificazione delle tarature di tutti i loro strumenti di misura: Chiavi dinamometriche, Presse per prova materiali, Calibri, Micrometri, Manometri, Misuratori di pressione, umidità, temperatura, ecc.; Formazione. Corsi di metrologia teorico/pratici di metrologia, anche su specifica richiesta del cliente, mirati su specifiche tematiche: Metrologia legale – Metrologia tecnico-scientifica – Taratura masse – Taratura strumenti per pesare e misurare – Documenti OIML, Guide WELMEC, DIRETTIVE EUROPEE di Metrologia Legale – Verifica periodica degli strumenti metrici nazionali & MID MI-005, MI-006. Informazioni di metrologia on-line. www.metrologialegale.it è un sito web di cultura metrologica scientifica e legale, gratuitamente a disposizione di tecnici e operatori del settore interessati ad aggiornarsi sulle problematiche della metrologia. In particolare, il sito offre un’ampia panoramica di tutte le Leggi, Norme e disposizioni regolamentari nazionali ed europee, compresa una particolare sezione dedicata ai “Diritti dei Consumatori”, sempre nell’ambito della metrologia legale. Per ulteriori informazioni: www.labcert.it

CREAFORM APRE IN ITALIA Creaform, divisione di AMETEK Ultra Precision Technology, ha recentemente aperto un ufficio all’interno di Ametek Italia, a Robecco S/N (MI). Creaform sviluppa, produce e distribuisce tecnologie di misurazione 3D portatili ed è specializzata in servizi d’ingegnerizzazione. L'azienda propone soluzioni all'avanguardia, come scansione 3D, reverse engineering, controllo qualità, test non distruttivi, sviluppo di prodotti e simulazione numerica (FEA/CFD). I prodotti e servizi sono destinati a svariati settori: industria automobilistica, aerospaziale, prodotti di consumo, industria pesante, sanità, settore manifatturiero, gas e petrolio, generazione di energia, ricerca e istruzione. Creaform sarà presente alla BIMU (Milano, 4-8 ottobre) con la sua nuova gamma di prodotti per il controllo qualità. Presso lo stand C46 (Pad. 9) sarà possibile conoscere in dettaglio i prodotti e servizi Creaform: dagli scanner portatili per metrologia, HandySCAN 3D, MetraSCAN 3D e Go!SCAN 3D, alla CMM portatile HandyPROBE Next, per un controllo qualità direttamente in produzione! Tutti i sistemi Creaform garantiscono un’elevata precisione e la massima affidabilità nelle misurazioni 3D, anche in ambienti di lavoro difficili.

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Nel giugno giugno Creaform, con HandyPROBE Next, MetraSCAN 3D e C-Track, ha vinto il prestigioso Red Dot Award: Progettazione dei prodotti 2016. Da oltre 60 anni Red Dot è uno dei più importanti premi del design mondiale, dedicato a progettisti e produttori. Questa la motivazione del premio assegnato: “Il sistema di misurazione 3D portatile consente di raccogliere dati complessi con la massima precisione. La struttura è leggera, facile da utilizzare, perfettamente ergonomica ed è realizzata con materiali di qualità. I componenti del sistema si fondono in un aspetto altamente simbolico ed evocativo. Il dispositivo incarna una soluzione globale di elevata qualità progettuale con caratteristiche uniche di livello esemplare”. Per ulteriori informazioni: www.creaform3d.com – italy@creaform3d.com


METROLOGIA... PER TUTTI

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Rubrica a cura di Michele Lanna (info@studiolanna.it)

Il sistema informativo nei Laboratori di prova e taratura Utilizzo e criteri di applicazione del software

METROLOGY FOR EVERYONE In this permanent section of the Journal our colleague and friend Michele Lanna, leading expert in metrology, calibration, accreditation of companies, will discuss topics of interest for the majority of industrial measurement users, in simple and immediate terms, with reference to the most recent Norms. Write to Michele to comment his articles and to propose other subjects! RIASSUNTO In questa Rubrica il collega e amico Michele Lanna, esperto di metrologia, taratura, accreditamento industriale, discute aspetti d’interesse per la maggior parte degli utenti industriali delle misure, con terminologia semplice e immediata, e facendo riferimento alle più importanti e recenti Norme. Scrivete a Michele per commentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione! PREMESSA

Quando si parla di sistema informativo di un Laboratorio non si può non tener conto del DT 02 DT di ACCREDIA (“Guida alla gestione e controllo del sistema informativo dei Laboratori”) che, in maniera esaustiva, tratta tutti gli aspetti relativi alla sua progettazione e gestione, con particolare attenzione ai tipi di software utilizzabili e alle loro caratteristiche. Il documento ACCREDIA inquadra gli aspetti da assicurare nella gestione di un sistema informativo, e cioè: – scelta del software e sistema informativo; – corretto impiego e mantenimento del suo stato di servizio; – sicurezza dei dati (controllo sulla correttezza, salvataggio e distribuzione dei risultati). Per quanto concerne il primo punto, la scelta del software deve essere fatta in funzione delle caratteristiche del Laboratorio, delle sue specificità, degli obiettivi interni ed esterni e degli eventuali obblighi nei confronti di strutture esterne. I criteri di scelta devono tener conto della necessità di gestire i dati in tutte le fasi della

gestione del Laboratorio, e cioè: – pianificazione delle prove o tarature; – rilevazioni di dati “in process”, cioè durante l’esecuzione delle prove o tarature, spesso a supporto delle apparecchiature utilizzate; – analisi dei dati di prova o taratura. Tutto ciò richiede al software utilizzabile versatilità, flessibilità, adattabilità alle diverse situazioni. La scelta deve partire da quest’analisi e dai vincoli da essa presentati. Le valutazioni del Laboratorio (se dotarsi di un software commerciale o sviluppato dal Laboratorio) devono tener conto delle esigenze, della necessità di validazione e delle specificità di gestione. Il DT 02 DT fa chiarezza sulle diverse tipologie e sulle esigenze specifiche. Ogni Laboratorio deve valutare in quale delle categorie indicate nel documento rientri il software che utilizza, e pianificare le azioni da effettuare (es. funzioni da validare). Il secondo aspetto da considerare, secondo ACCREDIA, è quello dell’installazione e della verifica funzionale di esso. L’installazione assume particolare importanza in tutti i casi, ma in particolare quando il software acqui-

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stato deve rendersi compatibile con un hardware già esistente e funzionante. Questa operazione dev’essere condotta con estremo rigore, accertandosi della capacità del software di fornire risposte adeguate in tutte le situazioni prefigurabili. Particolare attenzione dev’essere dedicata al software realizzato dal Laboratorio, attivando un efficace interscambio tra colui che ha sviluppato il software e l’utente. Idonee checklist che traducano operativamente quanto riportato dal DT 02 DT devono consentire di verificare passo passo questa compatibilità. Le fasi di verifica e controllo assicureranno durante tutto il processo la completa adattabilità del software. Infine ACCREDIA pone l’accento sulla sicurezza dei dati, sul controllo della loro correttezza, sul salvataggio e sulla distribuzione dei risultati. Le normali prassi adottate non solo all’interno di un Laboratorio ma anche nell’utilizzo di qualsiasi tipo di software costituiscono la premessa per l’adozione di buone regole di gestione. L’utilizzo di tecniche di salvataggio dati sicure, criteri di backup dei dati, rappresentano l’abc della corretta gestione. Lo scopo del presente scritto è quello di aggiungere aspetti a nostro avviso significativi nella progettazione del sistema informativo e successivamente nella scelta del software. Senza costringere il lettore ad analisi e studi che esulano dalle specificità gestionali di un Laboratorio, si vogliono indicare norme specifiche da considerare per la gestione del software; tra queste: – UNI CEI ISO/IEC 20000-1 “Tecnologie informatiche – Gestione del servizio – Parte 1: Requisiti per un sistema di gestione del servizio”. La norma specifica i requisiti per il fornitore del servizio per pianificare, stabilire,

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attuare, condurre, monitorare, riesaminare, tenere aggiornato e migliorare un sistema di gestione; – ISO/IEC 12207: “Systems and software engineering – Software life cycle processes”. La norma fornisce certamente criteri utili alla gestione per quanto concerne la descrizione dei processi di gestione del software e per il loro monitoraggio (sia in termini d’indicatori, sia per quanto concerne il controllo delle attività erogate: leggi “audit”). È una norma completa, che fornisce una cornice generale entro la quale inquadrare tutti i processi relativi al ciclo di vita del software. Essa contiene la descrizione di processi, attività e compiti da svolgere durante le fasi di acquisizione del prodotto software, nonché durante la fornitura, lo sviluppo, la gestione operativa, la manutenzione e la vendita dei prodotti software. È una norma che si

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applica a organizzazioni che gestiscono tutto il ciclo di vita del prodotto software, ma alcuni criteri di gestione possono essere applicati anche all’interno di un Laboratorio di prove o tarature; – ISO/IEC 25012: “Software engineering – Software product Quality Requirements and Evaluation – Data quality model”. Il focus di questa norma è quello di fornire un modello di presentazione dei dati che possa essere gestito da un sistema informativo automatizzato. Si focalizza sulla qualità dei dati e sui target sia per l’elemento umano, sia per i sistemi usati, nonché per la loro trasformazione in informazioni. I target sono quelli che l’Organizzazione decide di analizzare e validare attraverso un modello prestabilito, aspetto importante anche nell’ottica della gestione dei processi di un Laboratorio di prova o taratura; – UNI ISO/IEC 14598-1: “Valutazio-

ne del prodotto software”. È una tipica norma da utilizzare per la valutazione della qualità del software. La norma definisce i termini tecnici usati, contiene i requisiti generali per specificare e valutare la qualità del software e chiarisce i concetti generali. Inoltre, la norma fornisce un quadro per la valutazione di tutti i tipi di prodotti software, e stabilisce i requisiti dei metodi di misura e valutazione dei prodotti software. Nella gestione del software usato in un Laboratorio di prova o taratura può essere usato come strumento per valutare non solo la conformità e l’efficacia del software, ma può essere utile analizzare la compatibilità del prodotto software con l’hardware esistente e con altri eventuali software utilizzati. L’elenco non è esaustivo, ma vuole solo aprire “una porta” sul vasto campo relativo al software.

distribuisce in esclusiva per l’Italia i prodotti Kyowa. Tra i molti prodotti disponibili ha il piacere di presentarvi la serie EDX, una famiglia di acquisitori low-cost, compatti e modulari, basati su interfaccia USB 2.0, che offrono campionamento fino a 20 kHz/canale. La configurazione tipo di questi sistemi include EDX-10B, modulo di controllo da PC tramite USB 2.0 che può gestire da un minimo di 4 fino a 16 canali, e il software DCS-100A per la configurazione e l’acquisizione dei dati. A questa unità di controllo possono essere collegate diverse tipologie di moduli di acquisizione, fino a un massimo di quattro. – EDX-11A è un modulo a 4 canali per misure di pressione, carico, coppia, spostamento, deformazione, accelerazione e, in generale, per parametri da trasduttori a ponte

estensimetrico. Un adattatore consente il collegamento con estensimetri a ¼ e ½ ponte da 120 a 1.000 Ohm. Il campo di misura è selezionabile come 10.000 o 50.000 m/m, l’alimentazione ai ponti è in tensione 2 V DC. – EDX-12A è un modulo a 4 canali per segnali in tensione, con fondo scala di misura selezionabile come 10 V o 50 V. – EDX-13A è un modulo a 4 canali per misure di temperatura con termocoppie di tipo K, T, J e N. Ottime prestazioni, dimensioni contenute e un prezzo molto conveniente fanno della serie EDX un prodotto interessante e versatile per numerosi tipi di prove.

indicare la sorgente analizzata; può essere alimentato collegandolo a un PC oppure tramite un alimentatore ester no con uscita USB. I vari sensori operano nei

– Sensore radiometrico per la banda UV (220÷400 nm) con fattore di peso spettrale S(λ); – Sensore radiometrico per la banda UVA (315÷400 nm); – Sensore radiometrico per la banda 400÷700 nm (blu) con fattore di peso spettrale B(λ); – Sensore radiometrico per la banda IR (700÷1.300 nm) con fattore di peso spettrale R(λ); – Sensore a termopila per la misura dell’irradiamento nell’infrarosso, campo spettrale 400÷2.800 nm.

Per ulteriori informazioni: www.instrumentation.it

seguenti campi spettrali: – Sensore fotometrico per la misura dell’illuminamento (luxmetro) nel campo spettrale Per ulteriori informazioni: 380÷780 nm; www.deltaohm.com


N. 03ƒ ;2016 Per la progettazione di ogni sistema informativo bisogna tener conto della sequenza in figura. Questa sequenza universale, valida per ogni SI, ci fa porre una serie di domande, partendo dalla fine del processo, cioè dalle “Decisioni”: 1. Quali sono le decisioni che dobbiamo/vogliamo prendere? Cioè che uso vogliamo fare dei nostri dati, trasformati in informazioni? Certamente la risposta è legata a obiettivi di tipo interno, connessi con la politica del Laboratorio, con i suoi obiettivi, inseriti nel contesto nel quale il Laboratorio opera; 2. A quali livelli prendere le decisioni? Ciò è connesso alla struttura dei ruoli, delle responsabilità, ma anche alla mappa delle competenze di ogni livello gerarchico del Laboratorio. È evidente che nella struttura organizzativa del Laboratorio non tutti hanno lo stesso potere decisorio, e quindi le informazioni devono essere usate per rendere operative le decisioni che competono a ognuno; 3. Decisioni su cosa? Il campo è estremamente vasto, così come vasto è l’insieme di aspetti da assicurare all’interno di un Laboratorio. In primo luogo un SI deve supportare il Laboratorio (i) nell’interpretazione dei dati, e (ii) nella corretta gestione di aspetti normativi specifici (pensiamo soltanto a tutte le decisioni relative alle tolleranze geometriche dei prodotti, alle tecniche statistiche utilizzate e alla loro presentazione, nel rispetto dei requisiti cogenti applicabili – spesso vincolanti per l’operatività del Laboratorio, ecc.). A questo punto bisogna porsi la

domanda su quali debbano essere i dati da raccogliere, quale possa essere la giusta frequenza della loro raccolta, della loro trasformazione in informazioni, e su come la raccolta possa essere “inscatolata” per consentire una presa di decisioni adeguate, nei tempi fissati. Riassumendo, per progettare un valido sistema informativo bisogna che il Laboratorio si interroghi sui seguenti aspetti: – Quali informazioni, per quali decisioni? – A chi servono le informazioni, e quindi che livello di dettaglio o di sintesi devono avere? – Quanto ampio è il perimetro del SI del Laboratorio? – Che supporto deve dare il SI alla mappa delle competenze e all’operatività del Laboratorio? – Il SI risponde o no alle esigenze interne ed esterne (queste ultime tengono conto delle esigenze dei clienti e in qualche caso anche degli stakeholder, permettendo di fornire informazioni utili a dare risposte significative: es. incertezza di misura)? Uno degli errori che caratterizzano le decisioni di molte strutture organizzative (e a queste non fanno eccezione i Laboratori di prova o taratura) è che ci si concentra innanzitutto sulla struttura hardware/software, prima ancora di pensare a cosa il SI serva per rendere operative le responsabilità per assumere le dovute decisioni. L’HW/SW hanno certamente importanza, ma non devono essere pacchetti “prefabbricati” da qualcuno, esterno al Laboratorio, che creano – per i loro meccanismi di funzionamento – ulteriori vincoli o elementi di rigidità. Essi devono invece essere asserviti all’operatività del Laboratorio. DUE INTERVISTE RIGUARDANTI I SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI DEI LABORATORI DI TARATURA E PROVA

Quali requisiti deve avere un software per poter rispondere alle esigenze in generale di un Laboratorio? Abbiamo posto alcune domande a

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IL SISTEMA INFORMATIVO

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utenti qualificati di software e/o di metrologia: Annarita Lazzari e Mario Vianello. Abbiamo considerato due tipi di software, uno specifico per la metrologia (OptiMu), un altro molto utilizzato per applicazioni a più ampio spettro (Minitab, molto usato per il Sei Sigma) e quindi utile per l’applicazione di tecniche statistiche. Certamente non esprimono l’esaustività di scelte e caratteristiche, ma rappresentano due validi esempi. La prima intervista è rivolta a chi commercializza uno specifico software dedicato, mentre la seconda coinvolge l’utente di un software valido per numerose applicazioni statistiche e non solo. Ad Annarita Lazzari, responsabile della OptiMu Italia, abbiamo chiesto: D: Cosa significa “software per la metrologia”? R: Significa che OptiMu è fatto da metrologi per i metrologi. La maggior parte delle persone che lavorano in DeltaMu e Deltamu Italia proviene dal settore o dai Laboratori e possiede una vera conoscenza della Metrologia. Nel loro lavoro precedente essi eseguivano esattamente le stesse attività dei nostri clienti e affrontavano i loro stessi problemi. In effetti, in DeltaMu abbiamo sviluppatori di software, che comunque lavorano per i metrologi! D: Qual è il lavoro di un metrologo? R: Un metrologo è specializzato nella misurazione. Egli deve essere il consulente riguardo a tutte le questioni che concernono la misura (calcolo dell’incertezza, valutazione della conformità sulla base di un risultato con l’incertezza associata, ecc.). Tuttavia, per la maggior parte del suo tempo, il metrologo deve lottare solo con la gestione degli strumenti: la raccolta degli strumenti, l’invio per la taratura, la scrittura dei risultati, la stampa di etichette e certificati, e così via. A volte, il metrologo non ha neanche il tempo di seguire e analizzare i risultati delle tarature. Lo scopo di OptiMu è quello di alleviare il metrologo dalle attività

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ripetitive che gli impediscono di fare il suo lavoro. Per esempio, ogni mese il metrologo dovrà modificare una pianificazione e inviarla ai colleghi responsabili delle apparecchiature per misurazione. Quando si utilizzano le ”operazioni pianificate” di OptiMu, questa pianificazione viene inviata automaticamente. Non c’è bisogno di prendersi cura di questo compito, che richiede tempo aggiuntivo. D: Permette di rispondere a tutte le esigenze tecniche e gestionali di un Laboratorio (ad esempio: stima dell’incertezza di misura e calcoli relativi, costruzione di carte di controllo, t di Student, analisi di correlazione)? R: OptiMu è un software per la metrologia dedicato alla gestione e taratura/verifica degli strumenti. Esso consente anche ai Laboratori di taratura di gestire i propri processi commerciali (preventivi, ricevute, consegne, fatture). Utilizzando OptiMu, è possibile seguire l’evoluzione dei risultati delle tarature/verifiche nel corso del tempo, per ogni strumento, utilizzando carte di controllo. Il modulo d’incertezza (la sua traduzione in italiano è in corso) consente di stimare le incertezze di taratura e di misura. Per stimare l’incertezza in OptiMu, usiamo la ”Variance Addition Rule”. La covarianza non viene presa in considerazione e neppure i coefficienti di sensibilità. OptiMu comprende anche un modulo di statistica, che consente di eseguire studi Gage R&R. Non possiamo dire che OptiMu sia un software di statistica, ma fornisce molti strumenti statistici necessari per garantire l’efficienza ai Laboratori. D: Quali prerequisiti di competenza sono richiesti per la sua applicazione? R: Poiché OptiMu è un software per la metrologia, è necessario sapere come usare un computer e possedere competenze in metrologia! Sto scherzando: in realtà, non c’è bisogno di avere conoscenze specifiche per utilizzare OptiMu. Dopo l’installazione, si viene addestrati a usarlo da un tecnico realmente esperto nel campo

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della metrologia. Egli aiuterà l’utente a trarre il massimo vantaggio dall’utilizzo di OptiMu. D: È possibile utilizzarlo per la gestione delle apparecchiature, dei campioni e dei materiali di riferimento, per le valutazioni di conformità e per tutti i relativi calcoli? R: Il modulo di taratura/verifica di OptiMu consente di eseguire la valutazione di conformità sugli strumenti e standard (master) del Laboratorio. Se si dispone di un valore di riferimento e di un valore misurato, è facile calcolare la differenza tra questi termini ed effettuare una valutazione di conformità con i limiti di tolleranza previsti in OptiMu o inseriti dagli utenti. La valutazione della conformità sembra semplice per quanto riguarda questo esempio, ma non lo è, perché comporta numerosi calcoli e diversi limiti. Tuttavia, se si utilizza OptiMu è, possibile eseguire rapidamente la valutazione della conformità di molti strumenti, come chiavi dinamometriche, pinze, multimetri, ecc. Per la valutazione della conformità si può anche facilmente prendere in considerazione l’incertezza. Come detto in precedenza, OptiMu è lo strumento di produttività per raggiungere l’efficienza. D: La sua applicazione richiede una validazione? R: Dipende se si è sottoposti o meno a processi di validazione. OptiMu è già in uso in molti Laboratori di taratura in Francia. Ogni versione del software subisce molti test di convalida, e i risultati sono disponibili per i clienti. Ad esempio, OptiMu permette di calcolare la deviazione standard utilizzando fattori di sicurezza della ISO 14253-2 [1]. Questo calcolo è implementato in OptiMu e ha subito convalida da DeltaMu. Per molti utenti finali, il file di convalida fornito da DeltaMu è sufficiente. Tuttavia, nel caso di un Laboratorio di taratura o di un’industria farmaceutica, si può avere la necessità di eseguire da soli la propria valutazione. D: Di quale documentazione tecnica di supporto si ha bisogno per la sua applicazione? R: OptiMu è dotato di un avviso d’in-

stallazione e schede tecniche. Molti altri documenti sono forniti durante il corso di formazione. D: Può essere installato e utilizzato soltanto su un computer o anche su più computer collegati in rete? R: Il software è progettato per adattarsi alla singola organizzazione e viene distribuito come installazione stand alone, per l’uso su un singolo computer, o come installazione di rete, per l’utilizzo all’interno di una rete locale. A Mario Vianello, docente al Politecnico di Torino – Corso di laurea in Ingegneria dell’autoveicolo, abbiamo rivolto le seguenti domande: D: Quali sono le ragioni per cui, anche in Metrologia, si ricorre sempre più spesso ad analisi statistiche non proprio elementari? R: È una tendenza innegabile e positiva, che nasce fondamentalmente dal fatto che la Metrologia non si limita più a stimare l’imprecisione di una serie di misure (e se essa sia dovuta più allo strumento o all’operatore), ma si allarga sforzandosi d’individuare le diverse cause di variabilità e quantificarne l’impatto relativo. In altre parole, si tratta d’identificare le grandezze sulle quali è più conveniente intervenire, tenendo conto dei loro effetti e dei costi d’intervento. D: Quali strumenti statistici si stanno diffondendo per sopperire alle necessità di questa tendenza in atto? R. Ai consueti strumenti statistici per le stime per intervalli (distribuzione normale e distribuzione t di Student), la nuova tendenza ricorre soprattutto alla Regressione Multipla, che non è ancora così diffusa come merita. In estrema sintesi, essa è un’estensione dell’analisi di correlazione e considera una variabile y dipendente da più variabili indipendenti xi per poi valutare quali xi possano essere ritenute effettivamente influenti e, di ognuna di queste, quantificare il contributo percentuale. La somma dei contributi percentuali di tutte le xi riconosciute influenti sarà ovviamente


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D: Quali prerequisiti di competenza sono richiesti per l’applicazione di MINITAB? R: MINITAB è strutturato come un foglio di calcolo molto simile a quello EXCEL (con il quale è immediato scambiare i dati nei due sensi) e fornisce, in maniera quasi automatica, moltissimi grafici. Potrebbe quindi sembrare che non sia necessario alcun prerequisito di competenza. In realtà, MINITAB è in grado di offrire più alternative per calcoli similari e moltissime tipologie di output diversi e pertanto si possono tranquillamente ignorare le espressioni matematiche (e le loro dimostrazioni), ma è giocoforza conoscere, almeno qualitativamente, il significato pratico (definizioni) dei vari output ottenibili. A tal fine, può essere sufficiente aver letto solo qualche capitolo di un Testo di Statistica Elementare, oppure aver frequentato un corso di Statistica Elementare, che potrà essere tanto più breve (da mezza giornata a una giornata) quanto più sarà mirato alla Metrologia e, ovviamente, quanto maggiori saranno le pre-conoscenze già in possesso dei Partecipanti. D: Di quale documentazione di supporto si ha bisogno per l’applicazione di MINITAB? R: Va tenuto presente che MINITAB comprende un manuale dettagliato, che propone risposte puntuali a singoli dubbi e svariati capitoletti introduttivi alle varie applicazioni. Quindi non serve alcuna documentazione di supporto. Bisogna dire però che si possono trovare in letteratura molte interessanti pubblicazioni che guidano a utilizzare MINITAB in modo sempre più efficace ed efficiente. D: Può essere installato e utilizzato soltanto su un computer o anche su più computer collegati in rete? R: Credo che siano possibili svariate configurazioni in dipendenza dalla licenza acquisita. Per problemi di questo tipo, si può utilmente accedere al sito MINITAB in Internet. Merita anche sapere che si può avere il pacchetto in prova gratuita per un mese.

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sempre inferiore al 100% (per effetto delle grandezze non “controllate”, cioè non misurate durante le prove, perché ritenute d’influenza trascurabile), e questo scostamento dal 100% rappresenta la variabilità non “spiegata” dalle variabili indipendenti considerate (=”controllate”). Uno dei punti di forza della Regressione Multipla è che può analizzare i risultati di prove già disponibili in azienda (per esempio, perché condotte per motivi diversi). Quando invece, magari per l’importanza economica del problema, si sia disposti a effettuare un piano di prove sperimentali mirato, si può ricorrere al Design Of Experiments (DOE), che permette di minimizzare il numero di prove da effettuare in relazione alle riposte cercate. Una volta riconosciute le leggi fondamentali che regolano il fenomeno indagato, resta sempre valida la FMEA per prevenire defaillance da parte delle soluzioni adottate; tuttavia, non essendo uno strumento statistico, essa permette al Laboratorio di attuare efficaci analisi preventive. Qualcosa di analogo vale per le Carte di Controllo, che possono trovare utile impiego in Metrologia per garantire, ad esempio, che la qualità dei processi di taratura degli strumenti di misura si mantenga inalterata nel tempo. D: I calcoli relativi a Regressione Multipla e Design Of Experiments possono essere condotti mediante fogli EXCEL o conviene ricorrere ad altri pacchetti software? R: Non sarebbe giusto porre limiti a quello che si può realizzare con EXCEL e le sue “macro”: anzi EXCEL è più che sufficiente per impostare e gestire FMEA e Carte di Controllo. Ma non è predisposto per un’impostazione diretta dei calcoli utili per la Regressione Multipla e per il Design Of Experiments. Per queste applicazioni è consigliabile il ricorso a software specifici: ce ne sono parecchi e a prezzi non proibitivi. Come MINITAB, ad esempio, che grazie al Sei Sigma si è diffuso in tutto il mondo, facilitando lo scambio di dati ed elaborazioni, semplicemente inviando file via posta elettronica.

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CONCLUSIONI

Il software assumerà sempre maggiore importanza nella gestione delle attività di un Laboratorio, per una serie di ragioni: -– aumentata complessità gestionale, dovuta alle apparecchiature utilizzate e alle loro caratteristiche; – necessità di ottenere dati e informazioni coerenti e accurati, che permettano di prendere idonee decisioni; – risposta più adeguata alle esigenze dei Clienti, in termini di accuratezza, facilità di rilevazione e prontezza decisionale, consona alle diverse situazioni. Ogni Laboratorio deve individuare e applicare il software più idoneo alle sue specificità, assicurando che esso esprima al meglio tutte le potenzialità, in funzione degli obiettivi del Laboratorio. Infine, ma certamente non ultimo elemento da considerare nella scelta e nell’adozione, vanno tenute in conto le reali esigenze del Laboratorio, evitando di acquisire strumenti informatici che esprimono potenzialità non necessarie al Laboratorio, ridondanti rispetto alle esigenze gestionali. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. DT 02 DT di ACCREDIA; Guida alla gestione e controllo del sistema informativo dei Laboratori. 2. UNI CEI EN ISO/IEC 17025: 2005; Requisiti generali per la competenza dei Laboratori di prova e di taratura. 3. UNI CEI ISO/IEC 20000-1; Tecnologie informatiche – Gestione del servizio – Parte 1: Requisiti per un sistema di gestione del servizio. 4. ISO/IEC 12207; Systems and software engineering – Software life cycle processes. 5. ISO/IEC 25012; Software engineering – Software product Quality Requirements and Evaluation – Data quality model. 6. UNI ISO/IEC 14598-1; Valutazione del prodotto software.

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NEWS

MACCHINE DI MISURA OTTICHE MULTISENSORE 3D CNC La nuova linea di macchine CNC InspecVista (distribuita in Italia da RUPAC srl) rappresenta un’ulteriore evoluzione della misurazione ottica e a contatto, integrata con il potente software di misura 3D “VMS”. La macchina è realizzata con una struttura completamente in alluminio e granito che integra la tavola di misura completa di righe ottiche, con movimentazione completamente CNC e braccio verticale, su cui è installato il gruppo ottico Zoom. Il sistema di visione è composto da una telecamera a colori CCD ad alta risoluzione (CMOS camera optional) che, attraverso una scheda Frame Grabber, trasferisce la visione sul monitor di un PC. Nella finestra di misura, contemporaneamente all’immagine di visione, viene generata la costruzione geometrica del pezzo e il relativo listato numerico dei parametri calcolati. L’illuminazione episcopica è assicurata da un anello a LED controllato da una specifica funzione del software, che lo memorizza durante la ripetizione del programma. L’illuminazione diascopia a Led, memorizzabile, è gestita dal software. Mediante il software di misura “VMS” sono disponibili le principali funzioni di costruzione delle figure geometriche (cerchi, raggi, angoli, distanze, punti, ecc.) e le relative possibilità di intersezione. La misurazione avviene in modo automatico, grazie al

protocollo di analisi dell’immagine; il programma consente all’operatore di creare finestre delle dimensioni desiderate nelle quali acquisire automaticamente il profilo e le caratteristiche geometriche derivanti. L’operatore può creare programmi personalizzati per eseguire le misurazioni di un pezzo mediante un ciclo di controllo guidato e integrato da testi d’informazione. Per sfruttare e velocizzare il controllo in produzione è possibile utilizzare, in modo bidirezionale, la costruzione CAD dei profili (DXF). Tutti i risultati dimensionali ottenuti, come le immagini o i relativi profili, possono essere stampati su carta e archiviati in file. Il programma consente l’esportazione dei valori misurati in file di testo, che possono essere letti da altri software di elaborazione statistica tipo Excel. Importantissima la funzione BEST-FIT, compresa nella versione standard, che consente la comparazione del profilo reale del pezzo con il profilo CAD, tramite auto allineamento, ed evidenzia automaticamente i valori di scostamento, tramite tabella a colori. È possibile montare il kit tastatore Renishaw TP20 con forza maggiorata, completo di stylus e tastatori, adatto per l’utilizzo delle prolunghe per composizione tastatori a “stella”. La misura ottica dei pezzi da controllare si integra così con quella a contatto, rendendo la macchina uno strumento molto duttile e performante. Per ulteriori informazioni: tecnico@rupac.com – www.rupac.com

SENSORI LASER A TRIANGOLAZIONE, IDEALI PER APPLICAZIONI OEM

SENSORI CAPACITIVI PER MONITORAGGIO SQUILIBRI NEI GRANDI MOTORI ELETTRICI

I nuovi sensori laser a triangolazione optoNCDT 1320 e 1420 di MicroEpsilon, distribuiti in Italia da Luchsinger srl, consentono misure precise senza contatto di spostamento, distanza e posizione. L’interfaccia web integrata, le dimensioni compatte e l’eccellente rapporto prezzo/prestazioni, rendono questi Smart Sensor unici sul mercato e molto interessanti per le applicazioni OEM. Il modello 1320 offre velocità di misura fino a 2 kHz, mentre il modello 1420 arriva fino a 4 kHz. Una funzione di Auto Compensazione del Target (ATC) permette un controllo preciso del segnale di distanza, indipendentemente dal colore o dalla luminosità del target. Anche gli oggetti più piccoli possono essere rilevati in modo affidabile, grazie alle piccole dimensioni dello spot di misura. Un sistema ottico ad alte prestazioni agevola la proiezione dello spot sul target di misura, permettendo un corretto posizionamento anche sui componenti più piccoli. L’interfaccia web, intuitiva e semplice da usare, offre numerose funzioni di ottimizzazione e stabilizzazione delle misure: Funzioni “Preset” permettono settaggi veloci dei parametri – Archiviazione ed esportazione fino a 8 configurazioni utente – Visualizzazione del segnale video – Selezione del picco di segnale e della sua media. Grazie alla leggerezza e alle dimensioni ridotte, i sensori laser optoNCDT possono essere facilmente integrati in spazi ristretti e sono ideali nelle applicazioni in cui si hanno accelerazioni improvvise (ad esempio, sui bracci dei robot o nelle macchine “pick and place”).

Pur essendo molto robusti, i motori elettrici necessitano di un funzionamento regolare per prolungare al massimo il loro ciclo di vita. Squilibri interni durante il funzionamento possono causare ingenti danni e significative perdite finanziarie (in modo particolare nei motori di grosse dimensioni). I sensori capacitivi di Micro-Epsilon, distribuiti nel mercato italiano da Luchsinger srl, risolvono questi problemi monitorando in modo affidabile la concentricità del movimento durante la corsa. I sensori capacitivi vengono utilizzati all’interno dei grossi motori elettrici utilizzati dai mulini, nella produzione di cemento, nella frantumazione della roccia o negli impianti estrattivi, per monitorare in tempo reale se il rotore, la parte mobile all’interno del motore elettrico, ruota in modo fluido all’interno dello statore, che è invece la parte fissa. A causa di squilibri interni durante il funzionamento il rotore può entrare in contatto con lo statore, causando ingenti danni all’intero motore. È possibile controllare questi movimenti anomali tramite i sensori capacitivi di Micro-Epsilon, progettati per effettuare misure di spostamento senza contatto, che misurano la distanza tra statore e rotore monitorando il gap tra i due. L’immunità ai campi elettromagnetici, la possibilità di scelta tra un’ampia gamma di forme e dimensioni, l’elevata precisione, risoluzione e stabilità sono le caratteristiche che contraddistinguono i sensori capacitivi, ideali per analizzare movimenti, controllare tolleranze o essere utilizzati nei controlli di processo.

Per ulteriori informazioni: www.luchsinger.it

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COMMENTI ALLE NORME

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Rubrica a cura di Nicola Dell’Arena (ndellarena@hotmail.it)

La 17025 Personale - Parte Prima Qualche requisito dubbio e di difficile applicazione

COMMENTS ON STANDARDS: UNI CEI EN ISO/IEC 17025 A great success has been attributed to this interesting series of comments by Nicola Dell’Arena to the Standard UNI CEI EN ISO/IEC 17025. RIASSUNTO Prosegue con successo l’ampia e interessante serie di commenti di Nicola Dell’Arena alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. I temi trattati sono: La struttura della documentazione (n. 4/2000); Controllo dei documenti e delle registrazioni (n. 1/2001 e n. 2/2001); Rapporto tra cliente e Laboratorio (n. 3/2001 e n. 4/2001); Approvvigionamento e subappalto (n. 3/2002 e n. 1/2003); Metodi di prova e taratura (n. 4/2003, n. 2/2004 e n. 3/2004); Il Controllo dei dati (n. 1/2005); Gestione delle Apparecchiature (n. 3/2005, n. 4/2005, n. 3/2006, n. 4/2006, n. 1/2007 e n. 3/2007); Luogo di lavoro e condizioni ambientali (n. 3/2007, n. 2/2008 e n. 3/2008); il Campionamento (n. 4/2008 e n. 1/2009); Manipolazione degli oggetti (n. 4/2009 e n. 2/2010), Assicurazione della qualità parte 1.a (n. 4/2010), parte 2.a (n. 1/2011), parte 3.a (n. 2/2011); Non conformità, azioni correttive, ecc. parte 1.a (n. 4/2011), parte 2.a (n. 1/2012), parte 3.a (n. 2/2012), parte 4.a (n. 3/2012), parte 5.a (n. 4/2012), parte 6.a (n. 1/2013), parte 7.a (n. 2/2013), parte 8.a (n. 3/2013), parte 9.a (n. 4/2013), parte 10.a (n. 1/2014); Audit interno parte 1.a (n. 2/2014), parte 2.a (n. 3/2014), parte 3.a (n. 4/2014), parte 4.a (n. 1/2015), parte 5.a (n. 2/2015), parte 6.a (n. 3/2015), parte 7.a (n. 4/2015); Riesame parte 1.a (n. 1/2016); Riesame parte 2.a (n. 2/2016). Il capitolo sul Personale è composto da cinque paragrafi e tre note, di cui due nel primo paragrafo e una nel quarto. Il capitolo riporta alcune ripetizioni e qualche requisito dubbio e di difficile applicazione. COMPETENZA DEL PERSONALE

La norma 17025 al paragrafo 5.2.1 prescrive che “La direzione del Laboratorio deve garantire la competenza di tutti coloro che utilizzano apparecchiature specifiche, eseguono prove

e/o tarature, valutano i risultati e firmano i rapporti di prova e di taratura”. Nel leggere questo requisito sembra che il normatore sia fuori dalla realtà nel richiedere tutte queste competenze. Moltissimi Laboratori sono formati al massimo da due persone: un addetto e il responsabile. Spesso il responsabile è a capo di diversi Laboratori, che effettuano prove differenti. Il requisito va letto nel senso che tutto il Personale dev’essere competente e il Laboratorio lo deve garantire. Tutto ciò si garantisce avendo a disposizione Personale dotato di: (i) titolo di studio adeguato alla prova/ taratura; (ii) anni di esperienza nella prova/taratura; (iii) frequentazione di corsi sullo specifico argomento (ad esempio: biologia nelle prove

biologiche, medicina nelle analisi cliniche). Rispetto al requisito della norma, una sola cosa si può separare: chi firma il Rapporto di prova può essere diverso da chi esegue la prova. In questa situazione la responsabilità di firmare il Rapporto di prova dev’essere del Responsabile del Laboratorio, che praticamente con la firma autorizza un documento ufficiale del Laboratorio a circolare all’esterno del medesimo. Il requisito “utilizzano apparecchiature specifiche” è molto generico, e può portare confusione. In tre modi si può evitare la confusione e stabilire quali siano le apparecchiature specifiche: (i) una norma sull’argomento; (ii) il manuale d’istruzione che preveda apposita competenza; (iii) l’organismo di accreditamento. Sempre al paragrafo 5.2.1, la norma prescrive che “quando viene utilizzato Personale che è sotto addestramento, deve essere fornita una supervisione appropriata a tale Personale”. Il requisito è semplice e di facile applicazione, tuttavia bisogna conservare le registrazioni, e nel Manuale della qualità dev’essere riportato il tempo necessario per la supervisione e il Personale che deve effettuarla. Il paragrafo 5.2.1 continua con il seguente terzo requisito: “il Personale che esegue compiti particolari dev’essere qualificato sulla base di un appropriato titolo di studio, addestramento, esperienza e/o competenza accertata, come richiesto”. Ancora una frase generica, “compiti particolari”, senza poi specificarli. Il requisito lascia molti dubbi e, secondo me, è di difficile applicazione. I dubbi possono essere rimossi soltanto dall’organismo di accreditamento. A questo punto è opportuno fare una piccola digressione. La versione ingle-

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N. 03ƒ ;2016 SERVIZI DI TARATURA COMPETITIVI Nel tempo, anche gli strumenti migliori necessitano di manutenzione e la taratura garantisce che il Vostro strumento sia sempre come quando vi è stato consegnato la prima volta. Abbiamo sviluppato un’enorme capacità multivendor: sono migliaia gli strumenti che siamo in grado di tarare come da specifica del costruttore, e la lista si allunga di giorno in giorno. Vi garantiamo che gli strumenti che ci affiderete saranno sempre tarati in maniera corretta. Per saperne di più: www.rohde-schwarz.it/it/ service_and_support Tarature di qualità Sistemi automatici di calibrazione garantiscono tarature di Alta Qualità. Misure completamente automatizzate in base alle specifiche del prodotto, adjustments inclusi. Tarature accreditate DAkkS, ENAC e NAB (ON-SITE of DC and low frequency, high-frequency and time and frequency electric measurements) e non solo su strumentazione R&S. Richiedete i nostri accreditamenti. Con il nostro servizio On-Site tutta la nostra Qualità ed esperienza direttamente a casa Vostra e su tutta la Vostra strumentazione. – Taratura sul posto: riduzione del tempo d’inattività della strumentazione, massimizzando la disponibilità della strumentazione di qualsiasi marca; – Riduzione dei costi delle apparecchiature: minori necessità di noleggiare strumenti o di richiedere strumenti di back up; – Riduzione dei rischi: taratura completa e precisa eseguita da Rohde & Schwarz che, per più di 80 anni, è sinonimo di qualità, precisione e innovazione; – Riduzione degli oneri amministrativi rivolgendosi a un solo fornitore; – Nessun danno o perdita da trasporto. Abbiamo esteso la nostra promozione fino al 31 dicembre 2017: i clienti che usufruiranno dei nostri Servizi On-Site, come da Regolamento, riceveranno un Oscilloscopio Rohde & Schwarz incluso nella fornitura senza costi aggiuntivi! Non perdete l’occasione di richiederci un preventivo o maggiori informazioni, contattandoci oppure scrivendo a luca.foglia@rohde-schwarz.com.

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se parla di “specific tasks”, che può essere tradotto in italiano con “dovere, incarico, mansione, compito, lavoro”; la norma, quindi, si riferisce ad attività e non a prove. Ora domandiamoci con franchezza: oltre a eseguire la prova e a valutare i risultati, quali altri compiti sono da svolgere? Questo requisito sarebbe facile da capire, se fosse da applicare a prove particolari, ma riesce incomprensibile se si riferisce ad attività o incarichi. Il paragrafo 5.2.1 prosegue con due note. La prima è la seguente: “In alcune aree tecniche (per esempio nelle prove non distruttive) può essere richiesto che il Personale preposto a eseguire determinati compiti sia certificato. È responsabilità del Laboratorio garantire che i requisiti di certificazione del Personale siano soddisfatti da Personale certificato. I requisiti di certificazione potrebbero essere obbligatori, includendo gli obblighi contenuti in norme per campi tecnici specifici, oppure richiesti dal cliente”. Questa prima nota è precisa ed esatta. Il requisito, secondo me, non doveva essere riportato nella nota, poiché ricordo che le note non sono obbligatorie da rispettare. Il requisito è nato sin dall’inizio della Quality Assurance. Inoltre, insieme alla nota bisogna applicare norme supplementari e aggiuntive che chiariscano, sin nei minimi dettagli, cosa bisogna fare e cosa occorre possedere per rispettare la norma e ottenere la certificazione del proprio Personale. La seconda nota prescrive che “il Personale che ha la responsabilità di formulare opinioni e interpretazioni nel rapporto di prova dovrebbe, in aggiunta alle appropriate qualificazione, addestramento, esperienza e conoscenza soddisfacente delle prove da eseguire, possedere: a) conoscenza approfondita delle tecnologie usate per la costruzione dei dispositivi, materiali, prodotti, ecc., provati, o del modo con cui vengono usati o s’intende usarli, e dei difetti o del degrado cui possono essere soggetti durante il funzionamento; b) conoscenza dei requisiti generali espressi nella legislazione e nelle norme; c) comprensione del significato delle deviazioni

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rilevate rispetto all’uso consueto dei dispositivi, materiali, prodotti, ecc., da provare”. La nota aggiunge altra tipologia di Personale, di cui sinceramente non comprendo l’utilità: serve soprattutto chi deve formulare interpretazioni. La norma non ha capito che per una prova/taratura bastano due persone: quella che esegue la prova e quella che valuta, se occorre valutare, i risultati e firmare il Rapporto. Nonostante i dubbi da me espressi, se tutte queste figure professionali esistono, il Laboratorio deve applicare il requisito e conservare le necessarie registrazioni. Alla fine dell’illustrazione di questo primo paragrafo il Laboratorio si chiede: ”Cosa devo fare?”. Deve stabilire requisiti minimi! Il mio suggerimento è che sia stabilito il minimo dei requisiti previsti dalle norme, per quanto riguarda titolo di studio, esperienza e addestramento, e il Personale partecipi ai corsi di aggiornamento. Una volta effettuata la scelta, il Laboratorio deve riportarla nel Manuale della qualità e nella procedura gestionale, e poi applicarla. Naturalmente dovrà conservare tutte le registrazioni esistenti sull’argomento. POSIZIONE DI ACCREDIA SUL PUNTO 5.2.1

Sia per i Laboratori di prova sia per quelli di taratura ACCREDIA riporta la semplice frase “si applica il requisito di norma”. Per i Laboratori di prova aggiunge “nel caso in cui il Laboratorio esegua prove per cui è richiesta la certificazione del Personale (per esempio, prove non distruttive) ACCREDIA richiede che il Personale che esegue tali prove sia certificato da un organismo di certificazione del Personale accreditato da ACCREDIA (o da un organismo in mutuo riconoscimento con ACCREDIA)”. Sinceramente non credo che ci sia la necessità di questa precisazione, conoscendo cosa significa certificazione e accreditamento in tutto il mondo. Purtroppo, bisogna ammettere che in giro ci sono molti furbetti.


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SERVIZI DI TARATURA MULTIMARCA E NUOVA STRUMENTAZIONE PXI Negli attuali sistemi di test spesso vengono integrati molteplici strumenti di misura di vario formato e di diversi costruttori; sempre più frequentemente vengono utilizzati strumenti modulari PXI e AXIe abbinati a strumenti da banco tradizionali. Si tratta di soluzioni di test e misura utilizzate in applicazioni complesse, che richiedono l’esecuzione in loco di specifiche attività dedicate all’installazione, manutenzione e riparazione. I servizi di taratura One-Stop di Keysight rispondono alla crescente domanda di migliori soluzioni orientate al supporto di strumentazione multimarca e già ora coprono oltre 100.000 diversi prodotti, ai quali si aggiungeranno altri strumenti da banco e modulari PXI di qualsiasi marca. “Siamo consapevoli che i sistemi di test rappresentino una risorsa critica per le aziende e una percentuale sempre maggiore di sistemi di test utilizza anche la strumentazione modulare PXI e AXIe” afferma John Page, President dell’organizzazione Services Solution Group di Keysight. “La nostra rete mondiale di esperti può affiancare i clienti per garantire il massimo livello di disponibilità dei sistemi di test, le tarature periodiche e una consulenza qualificata sulle architetture di sistema”. Keysight ha presentato anche la sua ampliata gamma d’offerta nel campo della strumentazione modulare ad alte prestazioni PXI e AXIe e delle soluzioni di riferimento complete. Si tratta di strumenti e soluzioni utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, tra cui 5G, PA/FEM (amplificatori e moduli di potenza) e interconnessioni digitali, mirate a velocizzare i sistemi di test, migliorare l’accuratezza e ridurre le dimensioni complessive. I nuovi prodotti rientrano nella strategia di Keysight volta a concentrare tutta la propria competenza ed esperienza nel settore delle misure a radiofrequenza, a microonde e digitali all’interno di strumenti in formato modulare PXI e AXIe. Utilizzando i migliori strumenti disponibili (in formato da banco, modulare, o in abbinata) le soluzioni di riferimento offrono configurazioni di test complete e già collaudate che combinano hardware e software per affrontare applicazioni critiche, come reti 5G, simulazioni di sistemi di contromisura per guerra elettronica e prove su interconnessioni digitali. Ecco alcune novità: – Lo chassis PXIe Gen 3 a 18 slot M9019A, il controllore, i componenti

di I/O e i collegamenti per PC esterni garantiscono la più ampia larghezza di banda sul mercato; – Il ricetrasmettitore vettoriale (VXT) PXIe M9421A a 4 slot e l’unità di alimentazione e misura (SMU) PXIe ad alta velocità M9111A permettono di migliorare la velocità effettiva dei collaudi e ridurre lo spazio occupato; – La nuova soluzione di riferimento per il Test di Interconnessioni Digitali, il tester per cavi più veloce del mondo. Tra gli altri nuovi prodotti in formato modulare: – Modulo di stimolo e risposta digitale (DSR) PXIe M9195B, per gestire la sincronizzazione di più moduli; – Ricevitore digitale/digitalizzatore a banda larga da 12 bit PXIe M9203A, per facilitare il test dei più recenti sistemi e dispositivi per comunicazioni wireless, radar e satellitari; – BERT multicanale M8030A, utilizzato con lo chassis AXIe a 14 slot M9514A per il test di bus a corsie multiple e il software di sistema M8070A; – BERT a elevata integrazione M8040A, per effettuare prove di conformità e caratterizzazione dei segnali a livello fisico; – Controllore embedded AXIe M9537A, che consente analisi su grandi quantità di dati e supporta molteplici moduli di acquisizione; – Ricevitore digitale/digitalizzatore a banda larga da 12 bit PXIe M9703B, ideale per affrontare applicazioni multicanale che richiedono coerenza di fase, analisi in frequenza a banda larga, banda dinamica elevata e prestazioni di streaming e registrazione avanzate. Per ulteriori informazioni: www.keysight.com/find/modular

UN PIN FUORI POSTO NEL CONNETTORE? IL LASER LO VEDE! Il Gruppo Loccioni (Angeli di Rosora – AN) realizza sistemi automatici di misura e controllo per migliorare la qualità, l’efficienza e la sostenibilità di prodotti, processi ed edifici per grandi gruppi industriali internazionali nel mondo. Negli anni è diventata un’“impresa della conoscenza”, una “sartoria dell’innovazione” che investe sui giovani e sul territorio, sviluppando conoscenza e tecnologia e puntando sulla diversificazione. Recentemente il Gruppo ha realizzato un nuovo sistema di test che verifica, tramite scansione laser, eventuali deformazioni, posizione sul piano e lunghezza dei contatti elettrici (“pin”) di connettori per un cliente del settore automotive. Il sistema è integrato nell’ultima stazione della linea di produzione: quella di packaging dei prodotti. “La soluzione che il cliente utilizzava in precedenza era basata sulla tecnologia a contatto meccanico, che prevedeva quindi un contatto fisico con i connettori mediante dima meccanica e contatti a molla”, afferma l’ingegner Daniele Faccia, Project Manager Loccioni. “Questa tecnologia, tuttavia, può generare problemi quando i connettori si presentano con i pin non in posizione e provocare danni sia al connettore che alla macchina”. Per risolvere i problemi creati dalla tecnologia a contatto, il Gruppo Loccioni ha deciso di utilizzare una soluzione di verifica interferometrica, basato sulla serie LJ-V7000 Keyence. In particolare, il Sistema Loccioni è interconnesso al database del cliente e, dopo avere eseguito la lettura del bar code associato al connettore, esegue la verifica e invia un feedback al database, bloccando l’avanzamento del pezzo nel caso di difetti. “Per questa applicazione abbiamo deciso di utilizzare i sistemi di misu-

ra ad alta precisione Keyence, di cui conoscevamo le caratteristiche di elevate prestazioni e affidabilità”, continua l’Ing. Faccia. “La scelta è dipesa anche dal livello di servizio offertoci, soprattutto su applicazioni particolarmente impegnative, ottenendo un’ottima risposta in termini sia tecnici sia commerciali”. Per un connettore da 170 mm, il tempo ciclo è di circa 15 secondi a seconda della complessità del layout del connettore. La soluzione è in grado di verificare sia connettori classici con terminali elettrici spaziati di 2,54 mm sia quelli con nanopin spaziati di 1,7 mm. La stazione di verifica lavora attualmente su tre turni, quindi senza soste, integrando il profilometro Keyence con hardware e software di produzione Loccioni. “Il Sistema Loccioni fornisce una buona risoluzione di misura con un’eccellente ripetibilità. Il successo del Sistema,” conclude Faccia “dovuto anche all’impiego del materiale Keyence, porterà presto a nuovi progetti che si basano sul controllo non a contatto”. La serie LJ-V7000 Keyence è la prima al mondo a usare un sensore di spostamento laser 2D di colore blu. Con 13 tipi di dettagli di misurazione e 7 tipi di specifiche di target di misurazione, il dispositivo è in grado di gestire complessivamente 74 tipi di misurazioni, con una velocità di campionamento di 64.000 profili/s (12.800.000 punti/s). Per ulteriori informazioni: www.keyence.it


T U T T O _ M I S U r E Anno XVIII - n. 3 - Settembre 2016 ISSN: 2038-6974 Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Torino Direttore responsabile: Franco Docchio Vice Direttori: Dario Petri, Nicola Paone Comitato di redazione: Nicola Giaquinto, Claudio Narduzzi, Loredana Cristaldi, Pasquale Arpaia, Bernardo Tellini,  Bruno Andò, Lorenzo Scalise, Gaetano Vacca, Rosalba Mugno, Carmelo Pollio, Michele Lanna, Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino

redazioni per: Storia: Emilio Borchi, Riccardo Nicoletti, Mario F. Tschinke, Aldo Romanelli Le pagine delle Associazioni Universitarie di Misuristi: Franco Docchio, Dario Petri, Alfredo Cigada Le pagine degli IMP: Maria Pimpinella Comitato Scientifico: ACCREDIA (Filippo Trifiletti, Rosalba Mugno, Emanuele Riva, Silvia Tramontin); ACISM-ANIMA (Roberto Cattaneo); AEIT-ASTRI (Roberto Buccianti); AIPT (Paolo Coppa); AIS-ISA (Piergiuseppe Zani); ALATI (Paolo Giardina); ALPI (Lorenzo Thione); ANIE (Marco Vecchio); ANIPLA (Marco Banti, Alessandro Ferrero); AUTEC (Gabriele Bitelli), CNR (Ruggero Jappelli); GISI (Sebastian Fabio Agnello, Renato Uggeri); GMEE (Dario Petri); GMMT (Nicola Paone); Gruppo Misuristi Nucleari (Stefano Agosteo); GUFPI-ISMA (Luigi Buglione); IMEKO (Paolo Carbone); INMRI – ENEA (Pierino De Felice, Maria Pimpinella); INRIM (Diederik S. Wiersma, Paolo Vigo, Franco Pavese); ISPRA (Maria Belli) Videoimpaginazione e Stampa: la fotocomposizione - Torino Autorizzazione del Tribunale di Casale Monferrato n. 204 del 3/3/1999. I testi firmati impegnano gli autori. A&T - sas Direzione, redazione, Pubblicità e Pianificazione Via Principi d’Acaja, 38 - 10138 Torino Tel. 011 0266700 - Fax 011 0266711 E-mail: info@affidabilita.eu Web: www.affidabilita.eu Direzione Editoriale: Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale di testi, articoli, pubblicità e immagini pubblicate su questa rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc. ABBONAMENTO ANNUALE: 40 EUrO (4 numeri cartacei + 4 sfogliabili + 4 numeri telematici) ABBONAMENTO BIENNALE: 70 EUrO (8 numeri cartacei + 8 sfogliabili + 8 numeri telematici) Abbonamenti on-line su: www.tuttomisure.it L’IMPOrTO DELL’ABBONAMENTO ALLA PrESENTE PUBBLICAZIONE È INTErAMENTE DEDUCIBILE. Per la deducibilità del costo ai fini fiscali fa fede la ricevuta del versamento effettuato (a norma DPR 22/12/86 n. 917 Art. 50 e Art. 75). Il presente abbonamento rappresenta uno strumento riconosciuto di aggiornamento per il miglioramento documentato della formazione alla Qualità aziendale.

NEL PROSSIMO NUMERO • Il futuro dell’elettronica in Italia • Il meglio di GMEE e MMT • La pagina di ACCREDIA E molto altro ancora...

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La Redazione di Tutto_Misure (franco.docchio@unibs.it)

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LA SMART METROLOGY DE LA METROLOGIE DES INSTRUMENTS... A LA METROLOGIE DES DECISIONS Jean-Michel Pou - Laurent Leblond 160 pp. – AFNOR editore (2016) ISBN: 978-2124655458 Prezzo: € 17,00

Il termine “Metrologia” è noto in termini piuttosto negativi. A forza di essere limitato al contesto della strumentazione, ha assunto il significato di “gestione di strumenti”. Con questo libro, Jean-Michel Pou e Laurent Leblond vogliono mostrare che la metrologia può infine rinascere nel XXI secolo. L’era dei Big Data è un’era di rifondazione globale delle certezze, una rimessa in causa dell’”a priori”. La capacità quasi illimitata di acquisizione, di memorizzazione e di analisi dei dati per raggiungere le condizioni ottimali per l’ottenimento della qualità impone di disporre di dati affidabili, il più possibile rappresentativi della realtà. Se, fino a oggi, le nostre ricette empiriche hanno permesso di accontentarci di valori misurati di affidabilità sconosciuta, è perché le inevitabili incertezze sono sempre state messe in conto in modo implicito, e in ogni caso “storico” (abbiamo sempre fatto così…). Quindi, oggi le cose funzionano perché “sovra-funzionano”, con sovraccosti evidenti. L’epoca attuale non permette più questo: o la Smart Factory ottimizzerà, o non potrà più esistere. E anche la Metrologia dovrà cambiare! Dovrà uscire dalla sua storia secolare per rivolgersi verso il futuro che l’aspetta. L’industria diventa Smart, anche la Metrologia deve diventarlo!

L’autore Jean-Michel Pou è fondatore e presidente di DeltaMu Francia, Società di servizi metrologici per le Imprese. È Ambasciatore della Regione Auvergne-Rhône-Alpes in seno all’”Alliance Industrie du Futur” per facilitare la mutazione industriale verso Industria 4.0. È Presidente del Cluster “Auvergne Efficience Industrielle” dal 2014.

LE AZIENDE INSERZIONISTE DI QUESTO NUMERO AR Europe 3a di cop. ATEQ ITALIA p. 216 Aviatronik 4a di cop. Cibe p. 218 Crase pp. 196-226 Creaform pp. 166-230 Deltamu pp. 210-226-232 Delta Ohm pp. 174-232 DSPM Industria p. 202 HBM Italia pp. 184-211-224-226 Hexagon Metrology p. 162 IC&M p. 206 Instrumentation Devices pp. 190-232

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Keyence pp. 161-239 Kistler Italia pp. 188-220 Labcert p. 170-230 Laser Lab p. 229 LTTS p. 172 Luchsinger pp. 180-182-236 Microlease-Keysight Techn. pp. 164-239 PCB Piezotronics pp. 186-226 Physik Instrumente pp. 209-214-224 Renishaw p. 168 Rohde & Schwarz pp. 176-238 Rupac 2a di cop.-236 Tec Eurolab pp. 212-213


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TUTTO_MISURE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

ANNO XVIII N. 03 ƒ 2 016 AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA

EDITORIALE È sempre tempo di cambiamenti!

ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO / Torino - nr 3 - Anno 18- Settembre 2016 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi

TUTTO_MISURE - ANNO 18, N. 03 - 2016

IL TEMA La Giornata della Misurazione 2016: Come intendiamo l’incertezza di misura?

GLI ALTRI TEMI Misurare l’innovazione: Parte II Misure per l’ambiente e il costruito: Parte II

ALTRI ARGOMENTI La pagina di ACCREDIA La 17025: Personale - Parte I Accuratezza di misura: qualche nota La misura del Software: Metrologia e contratti

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