In Viaggio nel Novarese - n.1 2022

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In Viaggio nel Novarese Percorsi turistici e curiosità

Full Print Srl

Mariano Spinelli, Paolo Migliavacca, Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia, Tiziano Boldrini, Paolo Caputo, Marisa Fonio, Elena Formigoni, Kalatà, Way Experience - Atlantyca Entertainment “Geronimo Stilton Live Experience - Viaggio nel Tempo”

Marina Cremonini, Gabriele Genini

Presentazione 5

Itinerari d’arte nel Novarese

Le Terre dei Monaci 6 Dal monastero al convento: gli ordini mendicanti 7 Itinerario Antonelliano 10

Maggiora: Casa Antonelli 11 Cimitero di Maggiora 12

Scurolo di Sant’Agapito 13

Piano Regolatore 14

Ghemme, Castello-Ricetto - Cortile della Barciocca. Foto di Giorgio Perottino

In bici nel Novarese

Tra le colline e le aree naturalistiche dell’Alto Novarese 16

I Musei del Novarese

Bellinzago Novarese, Mulino Vecchio 24

#ilmionovarese

Le vostre foto del nostro Novarese più bello! 26

Il gusto del Novarese

Risotto Mimosa 28

Brisée alla barbabietola con Gorgonzola, fave e spinacini 30

I Prossimi Eventi

Mostra Mercato del Vino Ghemme Docg 32 Geronimo Stilton Live Experience “Viaggio nel tempo” 32 Salite alla Cupola di San Gaudenzio 33

Momo - Oratorio della Santissima Trinità 34

Redazione progetto editoriale Grafica Foto Illustrazioni Copertina ATL della Provincia di Novara

Presentazione

Riprende la pubblicazione della nostra rivista In Viaggio nel Novarese , il magazine che racconta gli itinerari, la natura, la cultura, i sapori e, attraverso una narrazione per immagini dei nostri follower e lettori, il nostro territorio.

In questo numero trovi anche alcuni eventi e iniziative in calendario per questa primavera.

Il nostro ufficio è sempre aperto da lunedì a domenica, il sito è costantemente aggiornato così come i nostri profili social, quindi…

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Buona lettura e buona primavera!

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La Presidente Maria Rosa

Itinerari d’arte nel Novarese

Le Terre dei Monaci

Il Novarese possiede un patrimonio culturale straordinario: ogni borgo, anche il più piccolo, conserva testimonianze architettoniche e artistiche che meritano di essere conosciute ed apprezzate.

Con il progetto In viaggio nel Novarese , l’ATL della Provincia di Novara prosegue l’opera di promozione proponendo l’itinerario Terre dei Monaci nel Novarese Attraverso i “paesaggi monastici”, con particolare attenzione all’età medievale, si accompagnerà il visitatore, dalla pianura alla collina novarese, alla scoperta di monasteri e delle loro dipendenze, di canoniche, di esperienze conventuali o di vita religiosa comunitaria, mettendoli in rapporto con il paesaggio, con le risorse economiche (terre, boschi, baragge, vigneti) e le infrastrutture (mulini, canali) che i monaci hanno saputo sapientemente sfruttare o attivare sul territorio.

Pubblichiamo il quarto itinerario.

Inquadra il QR Code e collegati al sito dell’ATL della Provincia di Novara per conoscere 5 percorsi di Terre dei Monaci nel Novarese

Dal monastero al convento: gli ordini mendicanti

Ordine legato alla predicazione, quello francescano, e irresistibilmente attratto dai luoghi dove più è vivace la vita sociale: nulla di più naturale che già dal 1233 a Novara sia presente una comunità di frati nel periferico borgo di San Gaudenzio. Del resto, margini cittadini sono frequentemente scelti dagli ordini mendicanti per la loro azione spirituale, lontana dall’idea dell’eremo, ma saldamente radicata nel territorio sul quale si muovono. Si muovono, anzi, camminano: camminano per predicare, e si spostano per questuare quanto è loro necessario per vivere, punteggiando il contado con i loro luoghi: così a Trecate del loro convento – a più riprese ingrandito a partire dal 1515-20 – oggi resta parte del chiostro, e le vicende di San Francesco le possiamo leggere nelle pregevoli lunette secentesche di Giacomo Parravicino. E un altro chiostro francescano, ancora fruibile accanto alla interessante chiesa di San Rocco (1652), ospita oggi il Museo “C.G. Fanchini” di Oleggio una visita alla raccolta di arte sacra “p. A. Mozzetti”, presso la parrocchiale, può aiutare a comprendere la vitalità culturale e devozionale del contesto entro il quale per secoli i frati si sono mossi.

Ma torniamo a Novara scomparso il primo convento di San Luca, il punto d’avvio per questo percorso è San Nazzaro della Costa, alla periferia orientale della città. Chiesa antica, già esistente nel 1256, quando ci arrivano le Clarisse di Cavaglietto, trasferite in città dal vescovo a seguito della loro condotta un poco irrequieta. In seguito, qui si stabiliscono i Francescani (nel 1444) e rimodellano la chiesa romanica, che in breve si orna di una serie di notevoli affreschi. Opere che, salvo alcune eccezioni, guardano decisamente oltre Ticino, come gli interventi riferibili alla bottega lombarda di Butinone e Zenale, alla quale – ad esempio – si può riferire il ciclo con le Storie di San Girolamo caratterizzato da scorci architettonici di gusto classico.

Prima del presbiterio restano tracce consistenti dell’antico tramezzo in muratura, che con l’originario ciclo affrescato con gli Episodi della Vita di Cristo costituiva uno sfondo scenograficamente efficace per la predicazione.

Parlare chiaro con le immagini, qui in città come pure nel contado: la predicazione osservante lascia il segno, soprattutto nella stagione più straordinaria della pittura novarese. Lo scopriremo incamminandoci sulle strade accanto al Sesia, ma solo dopo una visita alla chiesa cittadina di Santa Maria del Rosario, luogo che dal 1552 si lega alla presenza dei Domenicani – l’altro grande ordine mendicante – per ritrovare ancora una volta l’aria di Lombardia nella tardogotica Madonna del Latte ricavata rilavorando due blocchi marmorei di età romana.

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Usciti dalla città, ci possiamo portare in Santa Maria Nova a Sillavengo, con le Storie della Passione (fine XV secolo), dipinte sull’arco trionfale sopra l’abside secondo uno schema iconografico di matrice francescana che ritroviamo anche a Landiona in Santa Maria dei Campi, per approdare quindi all’oratorio di San Martino di Ponzana (Casalino).

Qui, accanto a San Francesco che riceve le Stigmate , compare una raffigurazione del Miracolo dell’Impiccato, che al tempo stesso rimanda al cammino di chi aveva per meta San Giacomo di Compostela, e per la sua rarità ci costringerebbe ad una piacevole incursione sino a Bogogno, per ritrovare un confronto puntuale fra i pregevoli affreschi di fine XV secolo che ornano l’interno dell’oratorio di San Giacomo.

Dalla piana si può poi risalire verso le colline intorno ai laghi, toccando Momo dove il tema ormai consueto delle Storie della Passione spicca nel ricchissimo corredo pittorico dell’oratorio della Santissima Trinità, il luogo in cui forse più che in qualsiasi altro emerge la forza del messaggio devozionale passato per immagini (e per colori, quelli splendidi del Quattrocento novarese).

Passando per Borgomanero il complesso della Baraggiola, con l’alta torre medievale in pietra accanto alla chiesetta romanica di San Nicola, racconta la tradizione “che presso questa chiesa abitassero dei religiosi dell’ordine degli Eremiti di Sant’Agostino”: al di là della plausibilità storica, questo ci ricorda che oltre a Francescani e Domenicani anche altri sono, a partire dal XIII secolo, i membri della famiglia mendicante, che – col passare dei secoli – vedrà affiancarsi alla sua azione anche altre esperienze di vita consacrata, espressione del mutare della spiritualità e delle necessità collettive. A Galliate, ad esempio, le Orsoline a partire dal 1637 agiscono a livello educativo nella realtà locale, ancora una volta agganciandosi alla narrazione per immagini nello strutturare, nella loro chiesa, lo stupendo altar maggiore ligneo (1681), con venti pannelli intagliati raffiguranti i Misteri della Redenzione. Con la Controriforma il ruolo dell’arte

come affascinante vettore di contenuti religiosi diviene centrale, soprattutto per i nuovi ordini come ad esempio la Compagnia di Gesù, che – prima della soppressione nel 1773 – si radica profondamente sul territorio anche a livello fondiario: dei Gesuiti è sin dal 1649 la proprietà della Villa Picchetta di Cameri azienda da reddito e luogo di delizie al tempo stesso, dove la solenne impostazione del prospetto colonnato e la spazialità dell’Ottagono centrale si inseriscono armonicamente nel contesto naturale circostante, oggi tutelato dal Parco del Ticino.

Il percorso, tanto per riallacciarsi al filo iniziale, finisce dove “si gode bellissima vista, aria bonissima, temperata e salubre”: siamo al Monte Mesma di Gozzano, con la sua spettacolare vista sul Cusio, davanti al convento francescano che qui sorge dal 1619. Entriamo: la spoglia navata unica della chiesa riprende moduli classicamente francescani, gli stessi che ritornano nei due incantevoli chiostri, ritmati dalle basse archeggiature su colonnine in pietra. In pietra – serpentino d’Oira – è anche il monumentale “stufone” datato 1727 presente nell’antico scaldatoio, testimonianza delle ristrutturazioni settecentesche alle quali è anche da attribuire la costruzione della biblioteca, che completa la definizione di uno dei luoghi di vita religiosa comune più suggestivi del Novarese.

Itinerari d’arte
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nel Novarese
Gabriele Ardizio

Itinerari d’arte nel Novarese

Itinerario Antonelliano

Alessandro Antonelli nasce a Ghemme nel 1798 e viene considerato con Guarino Guarini (1624-1683) e Filippo Juvarra (1678-1736) uno dei tre architetti che nel corso di tre secoli hanno lasciato un’impronta indelebile della propria creatività in Piemonte.

È attraverso la narrazione di storie, la lettura di documenti e lettere, l’osservazione di disegni e progetti che emerge la figura di una personalità unica che sapeva unire l’estetica della perfezione classica alla sperimentazione tecnica.

Geniale nelle intuizioni, dalla volontà di ferro, scrupoloso in ogni dettaglio delle sue opere, di cui seguiva personalmente l’avanzamento dei lavori, era attratto sopra ogni altra cosa dalle altezze, una tensione continua verso il cielo come ben testimonia l’opera novarese sua più famosa, la Cupola di San Gaudenzio.

Prosegue dunque il racconto del nostro Itinerario Antonelliano questa volta tocca a Maggiora, uno dei nove comuni che ospitano sue testimonianze architettoniche, descritte da storici locali e studiosi e accompagnate dai bellissimi disegni dei nostri Urban Sketcher.

Maggiora: Casa Antonelli

Benché gli eventi fondamentali della vita di Alessandro Antonelli non siano avvenuti a Maggiora, per l’architetto questa casa rappresentò un punto fermo della sua esistenza.

Fu luogo di famiglia innanzitutto. Gli Antonelli, giunti a Maggiora nei primi del Seicento, si distinsero per intraprendenza professionale e posizione economica. Il cospicuo patrimonio, tramandato dai notai Costanzo e Spirito Maria, era costituito da un’ampia proprietà comprensiva di casa, rustico, giardino e orto nella zona in parte ancor oggi occupata dalla dimora storica. Fu luogo di riposo dagli studi in alternativa all’ufficiale e impegnativa dimora torinese e di progetti giovanili.

Poi divenne sede di lavoro di opere da realizzare sul territorio.

Più avanti diventò residenza per soste brevi ma ristoratrici.

Fu lo strumento per edificare in libera genialità avvalendosi della concretezza e della fiducia dei muratori maggioresi.

Fu sicuramente casa di amore per gli affetti custoditi e per le energie profuse, per la bellezza realizzata e per l’agio ottenuto. Fu anche la casa del dolore in cui mancarono la

madre Angela, il fratello Antonio e la giovane figlia Angiola e in cui le tensioni, per motivi finanziari, divisero i fratelli e lo allontanarono dalla stessa abitazione. Fu quindi, per più ragioni, la casa dell’uomo e dell’architetto insieme.

Villa Antonelli è il frutto della ristrutturazione e dell’ampliamento di preesistenti proprietà immobiliari della famiglia Antonelli, avvenuta a partire dal 1830 e continuata per oltre trent’anni, in cui Antonelli realizzò sperimentazioni costruttive. Purtroppo, il progetto e il diario dello svolgimento lavori non sono quasi documentati. È comunque assodato che l’architetto operò interventi a più riprese, libero di agire senza dover rendere conto del suo operato. L’edificio si presenta con un corpo di fabbrica principale a manica semplice a tre piani, con sovrastante piano loggiato, e da due ali secondarie più basse, disposte in senso ortogonale al corpo principale. Al piano terreno di questo, antistante ai locali di abitazione, trova spazio un ampio porticato, sorretto da colonne di granito bianco. Due sono le scale: quella a destra porta al primo piano, l’altra conduce a tutti i piani fino al loggiato. Al primo e al secondo piano si entra nei locali attraverso un corridoio che si apre sul cortile per mezzo di grandi finestre. Di particolare rilievo è la varia tipologia delle volte: a padiglione, a volta ribassata, a vela. Scelta tutt’altro che casuale, che dietro denota la sapienza antonelliana nel controllare e bilanciare le loro spinte sui piedritti. Altrettanto caratteristico è il loggiato, intervallato da cinque colonne, un vero belvedere che consente di spaziare lo sguardo sul paese, sui boschi, con lo scorcio del Santuario del Santissimo Crocifisso di Boca. Anche il sottotetto è un bell’esempio di tecnica architettonica: visibili gli estradossi, le chiavi e le catene di ferro di controspinta dei muri perimetrali eccezionalmente ridotte per numero e dimensione. La facciata principale è forse il prototipo delle altre case antonelliane: nella parte centrale un doppio ordine di semicolonne addossate al muro di tamponamento che, con le colonne sopra e sotto scandiscono tutto il fronte della villa. Di bell’effetto gli architravi molto aggettanti quali linee marcapiano, e il cornicione a mensoline. Di particolare interesse è l’ala destra della casa: un corpo di fabbrica a manica semplice in mattoni a vista, mai portato a termine, spazio di esperimenti edilizi per cui si avvalse del contributo dei muratori locali.

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Fulvia Minazzoli

Cimitero di Maggiora

L’ingresso monumentale del cimitero di Maggiora è l’opera della vecchiaia di Alessandro Antonelli, che trasmise in eredità al figlio Costanzo con un bagaglio d’ispirazioni e tecniche di facile riscontro.

È anche il luogo dove è sepolto. Il camposanto, a ovest dell’abitato, alla metà dell’Ottocento per l’aumento della popolazione venne ampliato in modo pragmatico e spartano. Per conferire al luogo sacro un assetto più dignitoso e spazioso, nel 1882 ci si affidò all’ingegner Costanzo. Il padre aveva ormai 84 anni. Nel 1884 il progetto venne presentato al Consiglio Comunale e giudicato adeguato alle esigenze del paese e dell’arte, ma troppo sommario per essere approvato. Passò del tempo e la ristrutturazione si fece urgente. Alla fine del 1887 Costanzo si rimise all’opera e nel marzo 1888 stupì con un disegno di grande originalità: l’ala d’ingresso del cimitero sarebbe stata sormontata da un elegante timpano, con al centro una triplice cancellata e ai lati due portici a colonne ospitanti tombe; lungo il perimetro cimiteriale si sarebbero dispiegati altri portici; al centro si sarebbe innalzato un edificio ossario con una cappella per le funzioni religiose. Naturalmente il progetto era molto oneroso, ben oltre le trentamila lire previste, per cui il Comune fece un mutuo di altre ventimila e vi aggiunse l’ammontare di tasse di famiglia e di commercio. Intanto - si supponeche l’ormai novantenne Alessandro non sia stato in grado di applicarsi in modo concreto al progetto. Di certo però dietro alla visione del maestoso cimitero ci fu il padre: lo stile neoclassico, la costruzione grandiosa, la concezione del “suo” moderno da imporre sull’antico. L’architetto ci teneva al bel camposanto perché vi riposavano i suoi cari e perché lì voleva riposare per sempre. Però non ebbe la soddisfazione di vederlo perché morì il 18 ottobre a Torino. La salma giunse a Maggiora il 22 ottobre ma la tomba nell’ala monumentale a destra dell’ingresso non era ancora pronta. Il Parroco e la Giunta Comunale allora deliberarono che la salma venisse temporaneamente tumulata nella chiesa ed è probabile che in forma privata sia poi avvenuta la tumulazione nella tomba di famiglia, la prima a destra dell’ingresso, dove nel portico superiore sono collocati i bassorilievi in bronzo dell’Architetto e dei suoi familiari. Costanzo Antonelli fu poi costretto a ridimensionare il progetto per l’impossibilità a finanziarlo come richiesto. La chiesa di Santa Maria Campestre riprese il suo ruolo di edificio sacro e ancora annualmente in essa si celebra una liturgia da requiem in onore dell’architetto Antonelli, maggiorese per sempre.

Scurolo di Sant’Agapito

Lo scurolo dedicato al patrono di Maggiora rappresenta una pietra miliare nella carriera professionale dell’architetto e ingegnere Alessandro Antonelli perché fu il primo a cui mise mano e al cui inizio partecipò ancora studente. Il popolo di Maggiora aveva grande venerazione per il martire prenestino Agapito, per cui nel 1817 benché oppresso dalla miseria decise di costruire la sontuosa fabbrica dello scurolo per riporre in esso il Santo Corpo dell’Inclito Venerato Protettore

L’arciprete Giuseppe Andreini e la stessa Consulta, desiderando erigere un archetipo dell’arte nel 1817 lo commissionò al celebre architetto canonico Giuseppe Zanoja, il quale, benché impegnato a Milano, progettò gli elementi architettonici fondamentali. Purtroppo, dopo pochi mesi, la morte lo colse improvvisamente lasciando nel panico la Parrocchia. Dovendo collocare l’edificio in un’area prospiciente la navata ma a livello più elevato e non avendo ancora trovato una soluzione consona alle aspettative, nel 1819 La Consulta parrocchiale, presieduta dall’avvocato Antonio Antonelli, si rivolse al giovane Alessandro che rispose proponendo una scala originale e gradevole. Nel frattempo, lo stesso venne spesso consultato per collaborare con lo stuccatore Cattori e il quadratore Porta, che conoscevano le intenzioni dello

Zanoja e le prime istruzioni per procedere. Ufficialmente si occupò dello scurolo dal 1826 al 1838 eseguendo i progetti dello Zanoia e integrandoli con tecniche sue. Sotto le sue direttive, con l’apporto della propria perizia costruttiva e della sensibilità all’estetica neoclassica, disegnò di sua mano la Cassa della Custodia ideata come tutte le decorazioni ed i rosoni che adornano le volte. Anche l’edificazione dello scurolo subì rallentamenti e polemiche. Per mancanza di fondi, infatti, la Consulta parrocchiale nel 1835 subappaltò addirittura i movimenti di terra, i trasporti di sabbia e ghiaia dall’impresario Bardelli, che aveva l’appalto per la sistemazione della piazza; a svolgere lavori intervennero parrocchiani gratuitamente e nei giorni di festa.

Nel 1838 il tempietto antonelliano veniva inaugurato alla presenza del cardinale Morozzo. Antonelli progettò in grande e tentò di modificare l’interno barocco della chiesa. Intervenne nell’esecuzione del battistero e trasformò in stile neoclassico le pareti e le volte di due cappelle, sempre sul lato destro dell’edificio sacro. Nell’archivio parrocchiale non vi è traccia di alcun documento scritto o grafico riguardante lo scurolo o la chiesa, né da parte di Antonelli né da parte della Consulta parrocchiale, come non sono presenti i libri mastri del periodo.

Si accede attraverso un’elegante combinazione di nere scale marmoree all’interno della parrocchiale, prima a ventaglio poi biforcate in due vie scavate nel muro perimetrale, sono segnalate da balaustre di candido marmo. Il tempio neoclassico ha la volta composta al centro da una cupola, sorretta da quattro colonne di marmo verde con capitelli corinzi e basi di marmo bianco senza plinto, e lateralmente da quattro semibotti, ornata a fiori stilizzati e rosoni agli angoli. La linearità delle pareti, marmorizzate a lucido in tinta rosata, è verticalmente interrotta da otto semicolonne e quattro contropilastri angolari e orizzontalmente da un fregio a festoni e grottesche. Sopra l’altare troneggia un’urna di legno dorato e intagliato con angeli cariatidi, contenente la figura del patrono Agapito e parte delle sue reliquie.

Itinerari d’arte
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nel Novarese
Piero Poggia

Piano Regolatore

A Maggiora l’intervento di Antonelli al piano viabile è l’opera meno considerata ma forse più importante. In un contesto di eventi straordinari, l’Architetto mostrò in pieno doti e carattere, sconvolse letteralmente il paese, non solo nell’esecuzione pratica ma anche nel suscitare accese rivalità e fermenti clamorosi, ma soprattutto migliorò la vita socio-economica del paese. Alessandro Antonelli, mostro sacro per talento e caparbietà, l’aveva avuta vinta; malgrado la rinuncia a qualche desiderio progettuale che aveva scontato come esaudito. L’architetto, al prezzo di diecimila lire, era riuscito a cambiare in meglio la sua Maggiora.

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In bici nel Novarese

Tra le colline e le aree naturalistiche dell’Alto Novarese

Da Ghemme al Santuario di Boca e alle propaggini del Parco del Monte Fenera, con un itinerario che fiancheggia la Roggia Mora e che tocca Romagnano Sesia, Prato Sesia, Cavallirio e Grignasco, luoghi del percorso cicloturistico “BicinVigna con Antonelli”

Km parziali Km progressivi Descrizione del percorso

0 0 Partenza da Ghemme in Piazza Castello, antistante la fortificazione del Ricetto (possibilità di parcheggiare l’auto)

0 5

Da piazza del Ricetto immettersi sulla strada che fiancheggia la Roggia Mora, passa sotto l’autostrada e raggiunge la località San Martino; passare sotto la ferrovia e proseguire a destra sulla sterrata lungo il Sesia; dopo circa 1 km la strada abbandona il fiume ed entra in Romagnano (3,5 km su strada sterrata)

2,5 7,5 Attraversare Romagnano (1 km) e proseguire sulla SR299 fino a Prato Sesia

3 10,5 Immettersi a destra sulla SP31 e salire a Cavallirio (pendenza 1,1%)

2,5 13 Proseguire sulla SP31 salendo a Boca (pendenza 1,2%)

VARIANTE

3 16 Variante andata e ritorno da Boca a Maggiora (pendenza 1,4%)

5,5 21,5

A Boca immettersi sulla SP32 che sale a San Gaudenzio (0,75 km, pendenza 3%) quindi al Santuario Antonelliano di Boca (0,5 km pendenza 7,4%) e ancora per 0,6 km (pendenza 8,8%), fino al culmine della salita; quindi si scende fino alla località Torchio (pendenza 5,4%)

1 22,5 Sempre sulla SP32 si entra in Grignasco

1,5 24 Nel paese si incrocia la SP13; ci si immette sulla sinistra e si raggiunge la frazione Garodino

2,5 26,5

7,5 34

Girare a destra, imboccando la sterrata che passando dalla Cascina Baraggiotta (0,75 km) e Cascina Piana (0,5 km) scende a Prato Sesia

Percorrendo ora in senso inverso il tratto Prato-Romagnano-Ghemme si torna al punto di partenza

Percorso realizzato con la collaborazione di Amici della Bici – FIAB Novara.

Si percorrono in totale circa 34 km di cui 5 km su sterrato; il percorso è abbastanza impegnativo, per i continui saliscendi, per i tratti in discreta pendenza e per l’inevitabile tratto sulla SR229.

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Cosa vedi sul percorso

Ghemme

Parrocchiale di Santa Maria Assunta

La sua costruzione iniziò a metà del XVII secolo e fu completata a metà del Settecento. L’interno conserva pregevolissimi capolavori. Annesso alla chiesa è lo Scurolo della Beata Panacea (1864-1875), il cui progetto fu affidato ad Alessandro Antonelli, nativo di Ghemme.

Castello-Ricetto

Il Castello-Ricetto di Ghemme, a pianta rettangolare, fu costruito nel Medioevo per difendere le popolazioni locali da scorribande ed incursioni. Il complesso conserva ancora la sua struttura principale, con le case costruite con ciottoli di fiume e corsi di mattoni, disposte su tre piani. Diversi gli edifici che presentano finestre a sesto acuto decorate con formelle in terracotta.

Roggia Mora

È stata istituita nel 1992 per proteggere quest’area caratterizzata da una fitta brughiera di felci e brugo, alternata a vaste distese di prateria, che fa apparire questa zona simile alla savana africana. Offre incomparabili scenari che mutano con lo scorrere delle stagioni. Molte le specie di uccelli, sia stanziali che di passaggio.

Romagnano Sesia

con ampio parco ben piantumato, ospita il Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia, che raccoglie numerosi oggetti, testimonianza della vita materiale e delle attività agricole del paese, con particolare attenzione alla viticoltura. Una sezione è poi dedicata alla tradizione del Venerdì Santo che dal 1729 ad anni alterni fa rivivere nei giorni di Pasqua la Passione di Gesù.

Chiesa Parrocchiale della SS. Annunziata e di San Silvano La chiesa sorge sui resti dell’abbazia del secolo XI e presenta un altare costituito da un sarcofago marmoreo del V secolo che custodiva le spoglie del patrono, e l’ambone decorato del II-III secolo d.C.. La sacrestia conserva una Pentecoste attribuita a Bernardino Lanino e L’Ecce Homo del Lanino.

Cantina dei Santi È un edificio di due locali con doppio portico che custodisce un ciclo di affreschi del XV secolo raffiguranti la vita di Re Davide. Non è ancora chiara la destinazione né è noto l’autore delle pitture, anche se un’attribuzione è stata avanzata rispetto a Bartolonus da Novara.

Oratorio di San Martino di Breclema

Sorge nei pressi della Roggia Mora ed è documentato fin dall’XI secolo, ma costruito sicuramente su un precedente edificio di epoca carolingia.

Ponte Medievale

All’uscita del paese, lungo la strada che conduce a Prato Sesia, sono visibili i resti di un ponte medievale, a testimonianza di una grande struttura del XII secolo che univa Romagnano a Gattinara.

Prato Sesia

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Chiesa Parrocchiale di San Bernardo da Mentone Di fondazione medievale, la chiesa subì modifiche nel XVII e XVIII secolo, con la facciata del XX secolo. Conserva una Madonna del Rosario nella omonima cappella di Giacinto Gimignani e affreschi di Tarquinio Grassi, con scene della vita di Gesù. Ghemme è attraversata dall’antica Roggia Mora, che prende il nome da Ludovico il Moro. Riserva Naturale Orientata delle Baragge Villa Caccia e Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia Situata sul poggio del Monte Cucco, la Villa fu progettata, in stile neoclassico, da Alessandro Antonelli quale residenza dei Conti Caccia di Romentino. Il complesso monumentale

Chiesa della Madonna della Quercia

Di origine seicentesca, la piccola chiesa custodisce un’opera di Giacinto Gimignani (1646) raffigurante la Madonna della Quercia con San Giovanni Battista, San Michele Arcangelo e il committente.

Castello di Sopramonte

In posizione sopraelevata sono ancora visibili i resti del Castello, edificato nel XII secolo, dove sorge anche la

Cavallirio

Chiesa Parrocchiale di San Gaudenzio

La prima, già citata nel 1498, subì nel corso dei secoli varie ristrutturazioni, fino a raggiungere le attuali forme seicentesche, ma fu ancora rimaneggiata nel corso dell’Ottocento.

Oratorio di San Germano

Situato nella campagna, è già citato nell’XI secolo ma riedificato nei secoli successivi; faceva parte della pieve di Grignasco.

Tre Madonnine

In zona collinare, tra i vigneti, si incontrano le cappellette costruite intorno alla metà dell’Ottocento, con decorazioni di autore sconosciuto.

Casotti della Vigna

Situati tra i vigneti, hanno modeste dimensioni con uno o due locali divisi su due piani. Utilizzati come ricoveri di attrezzi e fieno, furono poi usati anche come dimore dei contadini. Spesso venivano contraddistinti da simbolo che ne indicava la famiglia proprietaria o legati al buon auspicio.

Maggiora

Chiesa dello Spirito Santo

Costruita in età barocca su un edificio preesistente, presenta all’interno dipinti, stucchi, dorature e bassorilievi. Conserva pregevoli opere pittoriche di Tarquinio Grassi, di Pier Francesco Gianoli e di Lorenzo Peracino. Notevole lo scurolo di Sant’Agapito terminato da Alessandro Antonelli.

Opere di Alessandro Antonelli

Maggiora è un borgo a forte impronta antonelliana: a lui si deve la sistemazione del piano regolatore; in centro sorge Casa Antonelli, la residenza paterna ristrutturata dall’architetto ed ampliata sulla base di ingegnose ricerche stilistiche; Infine, il Cimitero, dove è sepolto, fu l’ultimo dei suoi progetti, portato a termine dal figlio Costanzo.

Autodromo Pragiarolo e Maggiora Park

I due circuiti, uno dedicato all’autocross e l’altro al motocross, ospitano importanti gare nazionali ed internazionali.

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Chiesa della Natività della Vergine del XVII secolo, con un bel ciclo di affreschi e da marzo 2021 la prima Big Bench (Panchina Gigante) della Provincia di Novara, in posizione panoramica verso il Monte Rosa, il Monte Fenera e la vallata del fiume Sesia. Qui è visibile il fossile del Supervulcano Valsesia un caso unico al mondo e riconosciuto dall’Unesco tra i Geoparchi come Riserva della Biosfera e Patrimonio Immateriale.

Boca

Santuario del Santissimo Crocifisso

Isolato da centro, in mezzo ai vigneti, si erge il maestoso Santuario, opera di Alessandro Antonelli; la sua costruzione richiese un lungo periodo di edificazione, tanto che fu terminata dal figlio Costanzo. Fin dal Seicento questo è un luogo di culto e devozione e ancora oggi è meta di pellegrinaggi.

Chiesa Parrocchiale di San Gaudenzio

Sorge su un’altura alla quale si accede salendo un’ampia scalinata; di origine medievale fu ampiamente modificata nel corso dei secoli.

Montalbano

Tra i vigneti si giunge in questa piccola frazione dov’è conservato parte dell’antico castello quattrocentesco dei Brusati Cavallazzi. Sono ancora visibili alcuni affreschi che ritraggono scene di vita cavalleresca.

Grignasco

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta

Capolavoro dell’architettura barocca della seconda metà del Settecento è considerata l’opera più significativa del torinese Bernardo Vittone unica nel suo genere in Piemonte, con la scenografica facciata che si completa con la suggestiva scala di accesso al sagrato; conserva opere di Giuseppe Mazzola e di Gandolfino da Roreto.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Di fondazione romanica, custodisce al suo interno un ciclo di affreschi del XV secolo della bottega di Tommaso Cagnola e di Angelo de Canta.

Chiesa di Santa Maria in Bovagliano

Di origine romanica, oggi è visibile nelle sue forme settecentesche. Al suo interno si ammirano opere di Francesco Gianoli e due tavole cinquecentesche di scuola gaudenziana.

Oratorio di San Graziano e Via Crucis

Lungo la scalinata che sale dietro l’abside della Parrocchiale, sorge una Via Crucis del XVIII secolo che raggiunge l’Oratorio di San Graziano, circondato dalle vigne, che domina l’abitato.

Parco Naturale del Monte Fenera

Istituito nel 1987, il Parco interessa una superficie di circa 3378 ettari e si sviluppa dai 320 agli 899 m. s.l.m.; è zona di importanti ritrovamenti archeologici e testimonianze di presenze umane risalenti all’uomo di Neanderthal e di animali dell’era preistorica.

In
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bici nel Novarese

Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore Villa Picchetta, Cameri (NO) tel. +39 011.4320011 promozione@parcoticinolagomaggiore.it www.parcoticinolagomaggiore.it

Il Mulino è aperto domenica e festivi dalle 14.00 alle 18.30

Bellinzago Novarese

Mulino Vecchio

Il Mulino Vecchio è uno dei tanti mulini ad acqua costruiti nella valle del Ticino; oggi è il solo funzionante e in buono stato di conservazione. Nel 1985 viene acquistato dal Parco del Ticino, che ne recupera la struttura unica nel suo genere, facendolo diventare Centro Regionale di Educazione Ambientale. L’Ente Parco ha avviato un’intensa collaborazione con il mondo della scuola; la proposta e gli strumenti utilizzati sono di supporto ai programmi didattici, con l’obiettivo di creare una maggiore consapevolezza verso la natura per una corretta gestione del territorio e un miglioramento del rapporto uomo-ambiente.

Il centro didattico è composto da locali destinati all’esposizione di cartografie, di documentazione storica, di

oggetti legati all’attività agricola e dalla sala delle macine, dove sono conservati gli impianti e i macchinari del Mulino e il forno per il pane. Al piano terra è stata ricavata, nella vecchia stalla, una sala per proiezioni, laboratori e mostre. Lo spazio esterno dà al visitatore la possibilità di sosta e di ristoro. La struttura didattica è completata da un percorso guidato attraverso il quale si osservano gli ambienti naturali più tipici del Parco.

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Il gusto del Novarese

Ricette a cura di Elena Formigoni blog “Cucinama” - www.cucinama.com

Risotto Mimosa

Ricetta

per 4 persone

Ingredienti

• 360 g Riso Carnaroli

• ½ cipolla bionda di Fontaneto Presidio SlowFood

• brodo vegetale q.b.

• ½ bicchiere di vino bianco secco freddo

• 500 g di asparagi (un mazzo)

• 60 g di burro

• 50 g di parmigiano grattugiato

• 4 tuorli d’uovo sodi

• fiori eduli (facoltativo)

PROCEDIMENTO

Mondate gli asparagi eliminando la parte terminale del gambo (potete aggiungerle alle verdure del brodo vegetale). Tagliate le punte dalla restante parte (perché hanno cotture diverse). Eliminate dal gambo la parte superficiale raschiando con un pelaverdure. Cuocete in acqua salata i gambi a tocchetti e aggiungete successivamente le punte. Scolate e raffreddate in acqua e ghiaccio per mantenere il colore acceso. Tenete da parte qualche punta di asparago per decorare il piatto e frullate tutto il resto (se occorre con un pochino di brodo o acqua di cottura). Schiacciate i tuorli d’uovo sodo utilizzando uno schiacciapatate o se non l’avete sbriciolate tuorli con le punta delle dita in un piatto e tenete da parte.

Affettate la cipolla bionda.

In un tegame sciogliete metà burro e appassite la cipolla. Aggiungete il riso Carnaroli e fatelo tostare; attenzione a non far bruciare la cipolla.

Mescolate bene. Sfumate con il vino bianco freddo per creare shock termico.

Iniziate la cottura del risotto aggiungendo man mano brodo vegetale caldo.

Ricordate di assaggiare e aggiustare la sapidità.

A cottura quasi ultimata aggiungete la purea di asparago e mescolate bene. Terminate la cottura e mantecate con

l’altra metà del burro e il parmigiano grattugiato.

Impiattate suddividendo il risotto nei piatti e battete sotto il piatto con il palmo della mano per fare distendere il risotto.

Distribuite sulla superficie il tuorlo d’uovo sodo e delle punte di asparago.

Se li avete aggiungete fiori eduli. Servite ben caldo.

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Ricette a cura di Elena Formigoni blog “Cucinama” - www.cucinama.com

Brisée alla barbabietola con Gorgonzola, fave e spinacini

Ricetta per 6 persone

Ingredienti

Per la pasta brisée (potete utilizzare anche la brisée pronta)

• 300 g di farina 00

• 150 g di burro freddo

• 100 g di barbabietola cotta frullata

• 50 ml di acqua circa

• sale q.b.

Per il ripieno

• 200 g di Gorgonzola dolce Dop

• Pesto di fave preparato con:

• 150 g di fave fresche pulite

• 50 ml di olio evo

• 20 g di nocciole Piemonte

• 1 spicchio di aglio piccolo

• 4 foglie di menta

• 40 g di parmigiano grattugiato

• 200 g di spinacino fresco

• 1 spicchio di aglio piccolo

• olio evo q.b.

PROCEDIMENTO

Preparate la pasta brisée mettendo tutti gli ingredienti in un mixer (robot cucina) e frullate. Impastate velocemente a mano per dare forma al panetto di brisée. Avvolgete con pellicola per alimenti e riponete in frigorifero almeno un’ora (potete prepararla il giorno precedente).

Preparate il pesto di fave frullando gli ingredienti aggiungendo l’olio a filo (deve restare molto denso). Saltate in padella gli spinacini freschi con poco olio evo e lo spicchio d’aglio (se piace) per pochissimi minuti. Dividete il panetto di brisée in 2 parti. Stendete con il mattarello gli impasti.

Appoggiate su una teglia coperta di carta forno un disco di impasto (lo potete ritagliare con una rotella oppure usare uno stampo da crostata come coppapasta). Adagiate sopra gli spinacini cotti, il pesto di fave a cucchiaiate (avanzatene per riempire i petali alla fine) e il gorgonzola a tocchetti.

Il secondo disco di impasto stendetelo su carta forno e ponete al centro un tappo o un beccuccio della sac a poche (vi servirà

come riferimento per non tagliare l’impasto fino al centro).

Praticate 8 tagli partendo dal centro fino a 1,5 cm circa dal bordo. Prendete l’impasto inserendo le dita nel taglio a due a due e pizzicateli insieme. Ripetete lo stesso per tutti gli spicchi e otterrete un fiore. Togliete dal centro il tappo o beccuccio. Mettete questo disco di impasto 10 minuti in freezer (questo passaggio vi agevolerà nel posizionarlo sopra al disco con il ripieno).

Ponete il fiore di brisée sopra il disco farcito e sigillate bene i bordi pizzicando con le dita oppure schiacciando con rebbi di una forchetta. Riempite gli spazi con altro pesto di fave per ottenere un effetto più omogeneo (oppure potete stendere il pesto con una spatola su tutto il ripieno prima di coprirlo con il fiore di brisée).

Cuocete in forno preriscaldato a 170 ° per circa 25/30 minuti.

La brisée cambierà completamente colore in base all’olio utilizzato e al calore.

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I prossimi Eventi

Mostra

Mercato

del Vino Ghemme Docg

Fino all’8 maggio 2022

Ghemme, Castello-Ricetto

Ritorna la tradizionale festa che celebra i vini delle Colline Novaresi e in particolare il Ghemme DOCG. La Mostra, ospitata nel Castello-Ricetto di Ghemme è aperta nei giorni festivi e prefestivi dalle 10.00 alle 23.00, nei feriali dalle 18.00 alle 23.00 (chiuso martedì 26 aprile e lunedì 2 maggio), con un biglietto di accesso di € 3,00 (gratuito under18, over70 e tesserati Pro Loco Ghemme).

Tutte le info sono disponibili alla pagina Facebook “Mostra del Vino”

https://www.facebook.com/MostradelVino

Geronimo Stilton Live Experience

“Viaggio nel Tempo”

Dal 30 aprile al 17 luglio 2022 Novara, Castello Visconteo-Sforzesco

Dopo il grande successo alla Fabbrica del Vapore di Milano, “Geronimo Stilton Live Experience – Viaggio nel Tempo” arriva al Castello di Novara!

Un’avventura immersiva di intrattenimento, divertente ed educativa, dove i visitatori sono coinvolti in un avvincente viaggio nella Storia con la missione speciale di salvare Geronimo Stilton. Una mostra unica nel suo genere che vede la partecipazione dei Ranger del Tempo, guide speciali che vi accompagneranno nel percorso espositivo attraverso entusiasmanti giochi interattivi, con prove da superare ed enigmi da risolvere per imparare divertendosi. Si potranno esplorare il mondo perduto dei dinosauri, quello misterioso degli antichi Egizi e quello avventuroso dell’Isola del Tesoro, attraverso differenti tecnologie, come il Mapping, per una narrazione audio-visuale coinvolgente e immersiva; il Digital Signage per controllare contenuti su ledwall, touchscreen o mirror display; la Realtà Aumentata per un’esperienza emozionante e unica.

Orari di apertura: solo nel weekend dalle 10.00 alle 18.00 (ingressi ogni ora); altre aperture su prenotazione (solo per scolaresche).

Biglietti:

Intero € 14,00

Ridotto € 12,00

Scuola (inclusa la guida) € 9,00

Famiglie (2 adulti + 2 bambini) € 45,00

Famiglie (1 adulto + 2 bambini) € 36,00

www.geronimostiltonexperience.it

Salite alla Cupola di San Gaudenzio

Fino all’autunno 2022 Novara

Vivi un’esperienza emozionante alla scoperta della Cupola di San Gaudenzio, simbolo di Novara ed elemento inconfondibile del suo skyline. Attraverso camminamenti finora esclusi dai circuiti tradizionali di visita, potrai ripercorrere, con elmetto e imbrago, la storia di questo straordinario capolavoro dell’architettura dell’Ottocento e godere di punti di vista esclusivi all’interno dell’edificio. Dai grandi colonnati che abbracciano l’edificio e dalla guglia posta a 100 metri di altezza, potrai ammirare uno splendido panorama sulla città e far correre lo sguardo dall’arco alpino fino ai grattacieli di Milano.

Tariffe di accesso:

• percorso alla guglia (over14): € 15,00 (intero); € 13,00 (ridotto*)

• percorso alla cupola (6-14 anni): € 12,00 (intero); € 10,00 (ridotto*)

*Ridotto: fino ai 25 anni

Gratuito: disabili, Abbonamento Musei Piemonte, giornalisti accreditati previa richiesta, guide turistiche che accompagnano il gruppo

Orari: venerdì, sabato e domenica: 9.30 - 11.30 - 14.30 - 16.30 - 18.30

Info e prenotazioni tel. 0174.330976 - booking@kalata.it

www.kalata.it

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50a Mostra Mercato Vino GheMMe D.o.c.G. dal 23 aprile all’ 8 maggio +2 » GIOVEDì 28 apr lE SERATA DEDICATA ALLE FAMIGLIE L’ingresso è aperto escLusivamente aLLe famigLie con bambini. » Serata a numero chiuso e su prenotazione PER INFO E PRENOTAzIONI 375 5614670 » sabatO 23 apr lE - ore 10.00 Tradizionale TAGLIO DEL NASTRO che darà inizio alla 50° mostra mercato del vino ghemme Docg EvENTI IN PROGRAMMA GLI ORARI DELLA FESTA » si accede alle cantine solo DA PIAzzA CASTELLO TICkET DI INGRESSO (3 EuRO) NEI GIORNI FESTIv E PREFESTIv (posti Limitati). » entrano gratis unDer 18, over 70 e tesserati proLoco ghemme. NON è CONSENTITO uSCIRE DALLA MANIFESTAzIONE CON bICChIERI E bOTTIGLIE DI vETRO » ingresso gratuito SOLO PER ASPORTO DaLLe ore 10 aLLe 12 nei giorni festivi e prefestivi. tutte Le cantine chiuDono 30 MINuTI PRIMA DELLA Ch uSuRA DELLA FESTA tutte le info sulle novità e lA MAPPA DellA feStA le TROVATe sullA nOsTRA pAginA fAcebook “MoStrA Del vino” SAbATO 23 APRILE > DOMENICA 24 APRILE > LuNED 25 APRILE > MARTED 26 APRILE > MERCOLEDì 27 APRILE > GIOvED 28 APRILE > vENERD 29 APRILE > SAbATO 30 APRILE > DOMENICA 1 MAGGIO > LuNEDì 2 MAGGIO > MARTEDì 3 MAGGIO > MERCOLEDì 4 MAGGIO > GIOvEDì 5 MAGGIO > vENERDì 6 MAGGIO > SAbATO 7 MAGGIO > DOMENICA 8 MAGGIO > 10.00 23.00 10.00 23.00 10.00 23.00 Ch uSO 18.00 23.00 18.00 23.00 18.00 23.00 10.00 23.00 10.00 23.00 Ch uSO 18.00 23.00 18.00 23.00 18.00 23.00 10.00 23.00 10.00 23.00 10.00 23.00 per info e contatti: a t pro Loco ghemme proghemme@libero.it

di quelle Bambino). stilizzati di degli archi. campestri particolari ingenuità e cultura e delle campagne di fine della cultura pittori tardocontemporanea nei primi

Momo - Oratorio della Santissima Trinità

Dal 24 aprile e fino a settembre, ogni domenica pomeriggio, lo splendido Oratorio della Santissima Trinità di Momo, riapre al pubblico dalle 15.00 alle 18.00. Approfitta per vedere questo bellissimo gioiello d’arte e devozione del nostro territorio, con i volontari della Chiesa che si occupano di tenerla aperta e di farla conoscere al pubblico.

Presso il nostro ufficio, o nell’Oratorio stesso, puoi trovare il nuovo opuscolo dedicato proprio alla Trinità, con i testi scritti dal Prof. Franco Dessilani, profondo conoscitore della cultura e della storia dell’arte del nostro territorio e non solo, e le foto di Filippo Fossati.

Momo

Oratorio della Santissima Trinità

È possibile consultare tutti gli eventi sul sito internet www.turismonovara.it e iscriversi alla newsletter per essere sempre aggiornati sulle iniziative del Novarese www.turismonovara.it/it/newsletteriscrizione

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Progetto: In Viaggio nel Novarese

Agenzia di Accoglienza e Promozione Turistica Locale della Provincia di Novara Piazza Martiri della Libertà, 3 - interno Castello - Novara tel. +39 0321 394059 - info@turismonovara.it - www.turismonovara.it @atlnovara
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