Sapore di cinema

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Marilena Dattis

Sapore di Cinema

Falco Editore


Un film… non ha bisogno di essere “capito”, basta che sia “sentito”. Per ogni spettatore vedere un film deve essere soprattutto un’esperienza personale, intuitiva. Michelangelo Antonioni

In copertina, una scena del film Rasputin, regia di Louis Nero (2011). Per gentile concessione di Distribuzione L’Altrofilm (Foto di Diana Dell’Erba)


PREFAZIONE

È stata una piacevole rivelazione scorrere le pagine di questo libro, una sorpresa crescente scoprire la varietà delle battute dei film, che lasciano trapelare la cura con la quale sono state scelte e incluse, ma che costituiscono una vera e propria risorsa per chi attraverso le parole del Cinema vuole rivivere una scena o anche solo riscoprirne l’efficacia . «È solo una questione di parole, ma noi tutti sappiamo che le parole sono importanti». Questa battuta cinematografica, tratta da L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, è una delle battute più famose raccolte in questo libro. William Burroughs scriveva «Ricordate che ogni parola è un’immagine». Se il cinema è ricco di parole che diventano immagini, ogni parola scelta, diventa fondamentale per l’immagine stessa. E di parole che rimandano alle immagini del cinema le pagine di questo libro sono piene. Le battute proposte, dagli arbori fino ai giorni nostri, sono rappresentative della storia del cinema, tale è la loro consistenza. Altrettanto consistente è il numero dei film utilizzati per la parte letteraria-cinematografica, dando vita ad un racconto interamente scritto in prima persona, una storia metacinematografica, in cui i personaggi appassionano a suon di titoli per tutta la trama, con un risultato gradevole e divertente. Infine, le nove poesie, mi hanno regalato una dolce emozione. Tra l’altro, sono rimasto piacevolmente colpito per la scelta del testo di Raymond Carver, autore che amo in particolar modo. Le parole del Cinema, per chi fa il nostro lavoro sono fondamentali e avere tra le mani questo libro è come avere un prontuario, una piccola enciclopedia di titoli, frasi celebri e dialoghi, suddivisi per argomento, un lavoro di ricerca prezioso che fa bene al cinema e al nostro mestiere. Pasquale Anselmo


INTRODUZIONE

Era il 28 dicembre 1895, quando Louis Lumière diede inizio a regolari rappresentazioni presso il Grand Café sul Boulevard des Capucines a Parigi. Con un apparecchio estremamente semplice, azionato da una manovella che egli stesso definì un dispositivo che serve per ottenere la visione di spettacoli cinematografici, e che chiamò cinematografo, che significa scrittura, impressione del movimento attirò le folle che si accalcavano all’ingresso del locale per vedere quella che sarebbe stata definita come la meraviglia del secolo. Così, molto brevemente, nasce il Cinema, che da quel giorno non ha mai spesso di stupire e di coinvolgere lo spettatore, attraverso le proprie immagini. Quelle immagini, a volte visionarie, oniriche, a volte crude, irriverenti o comiche, che utilizzano gli stessi strumenti che adopera la nostra mente, e che attraversano tutta la gamma delle emozioni umane; facendo leva sui ricordi della memoria, alimentando la nostra fantasia e la nostra immaginazione. E se ci riesce così bene è perché comunica direttamente con l’immaginario attraverso l’immaginario che è il racconto filmico.

Lo spettatore di un film è sempre pienamente consapevole di assistere su una poltrona ad uno spettacolo cinematografico, ad una illusione di realtà; ma, il fenomeno sorprendente è che l’ illusione di realtà, non intacca minimamente il “senso” di realtà. È lo stesso meccanismo cinematografico a disporsi come una trappola, pronta a catturare chiunque entri nel suo raggio d’azione, attraverso l’esibizione di un mondo, che sia fantastico o realistico, facendo leva sulla brama con cui dirigiamo il nostro sguardo, ma siamo anche diretti, perché la riproposta di un "frammento di vita", che sia archetipico o stereotipato, risponde a dei bisogni profondi. Quelli del nostro immaginario, delle nostre fantasticherie, dei nostri desideri più reconditi.


Introduzione

Bisogno di sfuggire a se stessi, e cioè di perdersi nel mondo esterno, di dimenticare il proprio limite, di meglio partecipare al mondo...e cioè in fin dei conti di sfuggire a se stessi per ritrovarsi. Ed è impossibile restare indifferenti davanti ad una meraviglia del genere, quelle immagini in movimento proiettate su uno schermo nel buio di una sala, non possono che farci immaginare, sognare, vivere nell’arco di poche ore, mille mondi e mille vite diverse. «Libera la grande balena che è in te!» «Quale balena?» «Quella della tua immaginazione!» Johnny Depp, in Neverland - Un sogno per la vita, Marc Forster,2004

Ed ecco spiegata in una battuta la “magia” del cinema. Questo libro vuole essere un omaggio alle “parole” del cinema e nasce dalla mania che ho sempre avuto, nel corso degli anni, di appuntarmi, ovunque mi trovavo e su qualsiasi supporto, le battute cinematografiche che più mi incuriosivano o mi emozionavano. Divertendomi a utilizzarle nelle serate con i miei amici cinefili e sollecitandoli a fare lo stesso, in una sorta di botta e risposta, durante le lunghe chiacchierate sulle “follie del cinema.” È bellissimo scoprire come a volte poche parole, possano evocare una scena, un’emozione, un ricordo, un sorriso, fino ad entrare nel nostro linguaggio quotidiano. A chi non è mai capitato di utilizzare la frase: Domani è un altro giorno!, o Provaci ancora Sam.


Introduzione

E allora un giorno, ho deciso di raccogliere tutte le frasi e di cercarne nuove, le più singolari, le più divertenti, le più profonde - o semplicemente le più famose - e di metterle insieme. Dandomi volutamente un limite, per evitare che diventasse una storia infinita visto l’ interminabile serbatoio offerto dal cinema. Per cui, decido non più di mille, anzi 999. Così nasce la parte centrale di questo libro, il cui lavoro di riordino e di ricerca mi ha portato a vedere e rivedere tutti i film vecchi e nuovi che mi capitavano a tiro, di cercare le sequenze che più erano rimaste impresse nella mia memoria.

E poi… non basta, perché il cinema è un mondo nel mondo e del mondo racchiude tutto. Il cinema è un arte e come tutte le arti capace di suscitare emozioni e sentimenti. Ma, rispetto alle altre arti ha un grande privilegio: le racchiude tutte. La pittura, la scultura, l’architettura, la musica, la danza la poesia… ed è anche questo l’irresistibile fascino della settima arte. Non importa quanto angusta sia la porta, quanto impietosa la sentenza, sono il padrone del mio destino, il capitano della mia anima. E’ difficile restare indifferenti a versi come questi. Se poi a citarli è Morgan Freeman che interpreta Nelson Mandela nel bellissimo film: Invictus - L'invincibile, ecco che si capisce bene , la definizione di Roland Barthes, quando parla di quel festival delle emozioni che si chiama film. E allora, perché non ricordarle , perché non inserire, alcune delle poesie più belle, in un libro che vuole essere innanzitutto un omaggio al Cinema. Così la terza parte è dedicata alle poesie nel cinema, la cui scelta non è stata facile. Da Neruda a Carver, da Massimo Troisi a Robin Williams, passando attraverso Whitman per giungere a Pasolini, nove poesie per nove film, chiudono questo libro.


Introduzione

Un capitolo a parte, andrebbe scritto solo per riportare invece le vicissitudini del racconto che questo libro lo apre e a cui dà il titolo: Sapore di Cinema. Ma vedrò di riassumerle brevemente. Il racconto, interamente scritto utilizzando titoli di film, 923 per l’esattezza, ma questo l’ho scoperto solo nel momento in cui ho redatto la filmografia, in realtà, è nato molto tempo fa e per molti anni è rimasto chiuso in un cassetto. Ogni tanto veniva tirato fuori, spiato e richiuso, quasi con una forma di pudore, per qualcosa che poteva sembrava maniacale, come la mia passione per il cinema. Quando ogni tanto, trovavo il coraggio di parlarne con le persone a me più vicine, percepivo attraverso i loro sguardi e la loro perplessità, quanto doveva sembrare folle un’operazione del genere. A me sembrava solo un atto d’amore, quelle cose che si fanno, perché dentro, qualcosa quei film ti hanno lasciato, perché quei titoli da soli raccontano una storia; che non è solo la storia raccontata nel film, ma è la storia del Film. La creazione della sceneggiatura, e poi… l’ansia delle riprese, la luce giusta, l’apprensione del regista, le ore di attesa degli attori tra un ciak e l’altro, i tecnici, i macchinisti, costumisti, truccatori. Insomma un “mondo”, per raccontare un sogno, un mito, una storia vera… da racchiudere in un titolo. E quei titoli spesso mi giravano nella testa. All’inizio, con carta e penna, cominciarono a diventare delle frasi e a raccontarmi delle microstorie. Finché un giorno non ho deciso di sedermi al computer e di lasciare che si raccontassero da sole. Così nasce il bell’Antonio di professione reporter, che ha da subito avuto tutta la mia simpatia per la sua predisposizione ai guai. Mentre il racconto prendeva forma attraverso i suoi personaggi, ecco che ogni tanto quei personaggi, quasi autonomamente, parlavano utilizzando le battute dei film segnalati all’interno di questo libro in corsivo con la nota a piè di pagina che riporta il titolo del film corrispondente. Una lucida follia, quell’insostenibile leggerezza dell’essere che provavo scrivendolo e che probabilmente, non avrebbe mai visto la luce se non ci fosse stato l’incontro con gli amici di Sapore di Cinema.


Introduzione

Mi piace svegliarmi la mattina e non sapere cosa mi capiterà o chi incontrerò, dove mi ritroverò. Proprio l'altra notte ho dormito sotto un ponte e ora mi trovo qui, sulla più imponente nave del mondo a bere champagne insieme a delle persone raffinate come voi... Leonardo Di Caprio in Titanic, James Cameron, 1997. E poi un giorno si decide insieme di formare un gruppo, che riunisce appassionati e “gente di cinema” che si occupa di tutte le attività che ruotano intorno alla “macchina cinema”. E bisognava dare un nome a questo nuovo gruppo di lavoro, ed allora un po’ timidamente ho proposto il nome che avevo scelto per il mio racconto. Voglio ringraziare tutti gli amici di questo nuovo gruppo di lavoro, intanto per aver voluto che io mantenessi il titolo Sapore di Cinema, ma soprattutto per avermi sostenuto ed aiutato nella stesura di questo lavoro, con suggerimenti, segnalazioni e notti insonni a vedere film. Speriamo che chiunque abbia tra le mani questo libro, possa trovarci un rigo, una battuta, un nome, che gli faccia ricordare un emozione o semplicemente che gli riporti alla mente l’incanto del Cinema. L’autrice «Lo dobbiamo ricordare. Dobbiamo ricordarlo a tutti com’ è bello.» «Cos’è che è bello?» «Leggi il giornale, che cosa dice? Tutto male, è tutto brutto. Hanno dimenticato che cos’è la vita, hanno dimenticato cosa significhi essere vivi. Bisogna che qualcuno gli ricordi, gli ricordi cos’è che hanno e cos’è che potrebbero perdere. Io sento la gioia della vita, il dono della vita, la libertà della vita, la meraviglia della vita. Robert De Niro e Robin Williams. Risvegli. Penny Marshall. 1990


SAPORE DI CINEMA


Sapore di Cinema I Al di là di ogni ragionevole dubbio, amici miei, considerando lo stato delle cose in cui mi trovavo dopo aver fatto lo spaccone con Gilda, la cosa più sensata che potessi fare era cambiare aria per un po’. Il signor Max non aveva gradito né il mio comportamento, né quello della sua femmina ribelle e gli intoccabili furono molto bravi a farmelo comprendere. Dopo l’avvertimento, mi consigliarono di sparire e alla svelta. Be’, capitemi, avrei voluto rispondergli: Ragazzi, non drammatizziamo…è solo questione di corna, ma me ne guardai bene, perché anche se il diavolo è femmina, non mi sembrava il caso di sfidare la collera di Dio. Due settimane in un’altra città, forse, mi avrebbero tenuto lontano da alcuni amori pericolosi. Per certi piccolissimi peccati, lo sapete, non si è pronti a morire e allora, anche se con un nodo alla gola, al pensiero del perduto amore, meglio imboccare la strada del mare sperando in tempi migliori. Ok, al cuore si comanda e al rumore dei quattrocento colpi promessi da quei bravi ragazzi, non me ne vogliate, io preferisco il rumore del mare. Quindi, tolgo il disturbo. Il mio piede sinistro mi faceva veramente male, al diavolo la celebrità. Nonostante ci fossero tutte le attenuanti, la banda degli onesti c’era andata lo stesso giù pesante. Più di una volta, avevo giocato la mia partita d’azzardo con la morte. Dopo un anno vissuto pericolosamente, ero giunto alla conclusione che la signora in nero avesse nei miei confronti qualcosa di personale. Ma, per il momento, il paradiso può attendere e il diavolo probabilmente non ha ancora pronto per me l’ascensore per l’inferno. E pensare che una volta mi ero cacciato nei guai senza neanche volerlo. Un giorno, per caso, mi fu assegnato un servizio su una storia di sesso e potere, e credetemi se vi dico che le mie erano solo allusioni circa un’accusa di omicidio che vedeva coinvolti “quei bravi ragazzi” degli Amberson. Ma, accidenti, quelle tre colonne in cronaca scatenarono la guerra dei Roses. L’editore furibondo chiamò il mio capo, il grande Lebowski, il quale non gradì molto la strigliata e mi convocò immediatamente nel suo ufficio. Quando lo raggiunsi, era paonazzo e urlava come un forsennato: «Per caso o per azzardo sei stato colto da un attacco di lucida follia? Mi hai ficcato in un bel pasticcio. Se vuoi che per te ci sia ancora qua dentro una strada chiamata domani, non scavare in acque torbide.


999 BATTUTE


999 battute

Innamoramento

1. Sapeva che la sua mente non sarebbe più stata libera di spaziare come la mente di un dio, che l’innamorarsi avrebbe cambiato il suo destino per sempre. Lei sbocciò per lui e l’incarnazione divenne completa! Tobey Maguire, in Il grande Gatsby, Baz Luhrmann, 2013.

AMORE

AMORE


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