Rapporto osservatorio del mercato del lavoro della citta metropolitana di milano, anno 2017

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Territori e mercati locali del lavoro

Le dinamiche occupazionali nelle aree circoscrizionali per l’impiego di Milano 2015-2016

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Città Metropolitana di Milano

Territori e mercati locali del lavoro Le dinamiche occupazionali nelle aree circoscrizionali per l’impiego di Milano 2015-2016.

A cura di Ermes Cavicchini con il contributo di Livio Lo Verso versione web Antonino Sciabbarà

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ECONOMIA E MERCATO DEL LAVORO NELLA CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO

Anno 2017

Responsabile Osservatorio Mercato del Lavoro: dott. Livio Lo Verso

Edizione anno 2016 chiuso in redazione il 26 aprile 2017

Pubblicazione annuale di informazione statistica, e socio-economica

Fonti dati statistici:

Dati Amministrativi: Comunicazioni Obbligatorie Sintema Informativo Lavoro Istat Camera Commercio di Milano

Città Metropolitana di Milano Via Vivaio, 1 20122 Milano

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INDICE PREFAZIONE…………………………………………………………………………………...…8 1 ECONOMIA E MERCATI DEL LAVORO A SCALA LOCALE DOPO LA CRISI...............9 1.1 CONTRADDITTORI SEGNALI DI UNA RIPRESA CHE PROSEGUE ............................................9 1.2 LA DOMANDA DI LAVORO DI CITTÀ METROPOLITANA MILANO: AVVIAMENTI.........................9 1.3 LA COMPOSIZIONE SOCIO-DEMOGRAFICA DEI LAVORATORI ASSUNTI ...............................12 1.4 LA DOMANDA DI LAVORO DI CITTÀ METROPOLITANA MILANO: DATORI DI LAVORO.............15 1.5 COM’È CAMBIATA LA DOMANDA DI LAVORO NEI SETTORI PRODUTTIVI ..............................16 1.6 LA DOMANDA DI LAVORO IN CITTÀ METROPOLITANA: FORME CONTRATTUALI ...................22 1.7 LE FIGURE PROFESSIONALI RICHIESTE IN CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO ..................24 1.8 IL TERRITORIO COME CATEGORIA DI ANALISI DEL MERCATO DEL LAVORO.........................29 2 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DI MILANO ...................................................................35 2.1 IL QUADRO ECONOMICO ..............................................................................................35 2.2 LA DOMANDA DI LAVORO DI MILANO: AVVIAMENTI ..........................................................38 2.3 LA DOMANDA DI LAVORO DI MILANO: LAVORATORI AVVIATI .............................................39 2.4 LA DOMANDA DI LAVORO DI MILANO: DATORI DI LAVORO ................................................42 2.5 LA DOMANDA DI LAVORO DI MILANO: SETTORI PRODUTTIVI .............................................43 2.6 LA DOMANDA DI LAVORO DI MILANO: FORME CONTRATTUALI ..........................................49 2.7 LA DOMANDA DI LAVORO DI MILANO: QUALIFICHE PROFESSIONALI ..................................52 3 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DI CORSICO .................................................................54 3.1 IL QUADRO ECONOMICO ..............................................................................................54 3.2 LA DOMANDA DI LAVORO DI CORSICO: AVVIAMENTI ........................................................55 3.3 LA DOMANDA DI LAVORO DI CORSICO: LAVORATORI AVVIATI ...........................................56 3.4 LA DOMANDA DI LAVORO DI CORSICO: DATORI DI LAVORO ..............................................59 3.5 LA DOMANDA DI LAVORO DI CORSICO: SETTORI PRODUTTIVI ..........................................59 3.6 LA DOMANDA DI LAVORO DI CORSICO: FORME CONTRATTUALI ........................................62 3.7 LA DOMANDA DI LAVORO DI CORSICO: QUALIFICHE PROFESSIONALI ................................65 4 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DELL’ALTO MILANESE ...............................................66 4.1 IL QUADRO ECONOMICO ..............................................................................................66 4.2 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’ALTO MILANESE: AVVIAMENTI..........................................67 4.3 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’ALTO MILANESE: LAVORATORI AVVIATI.............................68 4.4 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’ALTO MILANESE: DATORI DI LAVORO................................70 4.5 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’ALTO MILANESE: SETTORI PRODUTTIVI ............................70 4.6 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’ALTO MILANESE: FORME CONTRATTUALI ..........................73 4.7 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’ALTO MILANESE: QUALIFICHE PROFESSIONALI ..................76 5 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DEL MAGENTINO-ABBIATENSE ................................77 5.1 IL QUADRO ECONOMICO ..............................................................................................77 5.2 LA DOMANDA DI LAVORO DEL MAGENTINO-ABBIATENSE: AVVIAMENTI .............................78 5.3 LA DOMANDA DI LAVORO DEL MAGENTINO-ABBIATENSE: LAVORATORI AVVIATI ................79 5.4 LA DOMANDA DI LAVORO DEL MAGENTINO-ABBIATENSE: DATORI DI LAVORO ...................80 5.5 LA DOMANDA DI LAVORO DEL MAGENTINO-ABBIATENSE: SETTORI PRODUTTIVI ................81 5.6 LA DOMANDA DI LAVORO DEL MAGENTINO-ABBIATENSE: FORME CONTRATTUALI .............84 5.7 LA DOMANDA DI LAVORO DEL MAGENTINO-ABBIATENSE: QUALIFICHE PROFESSIONALI .....86

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6 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DELL’EST MILANESE..................................................88 6.1 IL QUADRO ECONOMICO ..............................................................................................88 6.2 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’EST MILANESE: AVVIAMENTI ...........................................89 6.3 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’EST MILANESE: LAVORATORI AVVIATI ..............................90 6.4 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’EST MILANESE: DATORI DI LAVORO..................................92 6.5 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’EST MILANESE: SETTORI PRODUTTIVI ..............................93 6.6 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’EST MILANESE: FORME CONTRATTUALI ............................95 6.7 LA DOMANDA DI LAVORO DELL’EST MILANESE: QUALIFICHE PROFESSIONALI....................98 7 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DEL NORD MILANO...................................................100 7.1 IL QUADRO ECONOMICO ............................................................................................100 7.2 LA DOMANDA DI LAVORO DEL NORD MILANO: AVVIAMENTI ............................................101 7.3 LA DOMANDA DI LAVORO DEL NORD MILANO: LAVORATORI AVVIATI ...............................103 7.4 LA DOMANDA DI LAVORO DEL NORD MILANO: DATORI DI LAVORO ..................................105 7.5 LA DOMANDA DI LAVORO DEL NORD MILANO: SETTORI PRODUTTIVI ..............................106 7.6 LA DOMANDA DI LAVORO DEL NORD MILANO: FORME CONTRATTUALI ............................108 7.7 LA DOMANDA DI LAVORO DEL NORD MILANO: QUALIFICHE PROFESSIONALI ....................111 8 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DI RHO........................................................................113 8.1 IL QUADRO ECONOMICO ............................................................................................113 8.2 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI RHO: AVVIAMENTI .........................114 8.3 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI RHO: LAVORATORI AVVIATI ............117 8.4 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI RHO: DATORI DI LAVORO ...............119 8.5 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI RHO: SETTORI PRODUTTIVI ............119 8.6 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI RHO: FORME CONTRATTUALI .........123 8.7 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI RHO: QUALIFICHE PROFESSIONALI .126 9 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DI ROZZANO ..............................................................128 9.1 IL QUADRO ECONOMICO ............................................................................................128 9.2 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI ROZZANO: AVVIAMENTI .................128 9.3 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI ROZZANO: LAVORATORI AVVIATI ....130 9.4 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI ROZZANO: DATORI DI LAVORO .......132 9.5 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI ROZZANO: SETTORI PRODUTTIVI ....132 9.6 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI ROZZANO: FORME CONTRATTUALI..136 9.7 LA DOMANDA DI LAVORO DELLA CIRCOSCRIZIONE DI ROZZANO: QUALIFICHE PROFESSIONALI ........................................................................................................139 10 L’AREA CIRCOSCRIZIONALE DI SAN DONATO MILANESE.....................................141 10.1 IL QUADRO ECONOMICO ......................................................................................141 10.2 LA DOMANDA DI LAVORO DI SAN DONATO MILANESE: AVVIAMENTI .........................142 10.3 LA DOMANDA DI LAVORO DI SAN DONATO: LAVORATORI AVVIATI ............................143 10.4 LA DOMANDA DI LAVORO DI SAN DONATO: DATORI DI LAVORO ...............................145 10.5 LA DOMANDA DI LAVORO DI SAN DONATO: SETTORI PRODUTTIVI ............................146 10.6 LA DOMANDA DI LAVORO DI SAN DONATO: FORME CONTRATTUALI .........................148 10.7 LA DOMANDA DI LAVORO DI SAN DONATO: QUALIFICHE PROFESSIONALI ............................152 11 APPENDICE:.................................................................................................................154

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Prefazione Questa edizione del Rapporto dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro è tutt’altro che “tradizionale” e abituale. Una originalità che non si ferma alla rinnovata formula grafica interattiva via web o al contenuto degli approfondimenti conoscitivi in esso contenuti. Il rapporto 2016 è stato redatto nella fase di maggior trasformazione avvenuta negli ultimi decenni, sia dal punto di vista istituzionale sia dal punto di vista delle imprese e del sistema economico-produttivo operante in Città Metropolitana. La riforma del Jobs Act ha istituito l’Agenzia Nazionale per il Lavoro posta in dialogo con le Regioni detentrici della delega sul mercato sul lavoro, e parzialmente ridisegnato il panorama delle forme contrattuali con l’introduzione del contratto a tutele crescenti. L’istituzione stessa della Città Metropolitana, si presenta al suo primo esordio operativo ed è impegnata a ridefinire i contorni delle proprie competenze in rapporto con Stato e Regione. Mentre le edizioni passate avevano incentrato l’analisi sull'andamento del mercato del lavoro nel territorio della provincia nel suo insieme concentrando lo sguardo sull’impatto dei cambiamenti legislativi, sulle forme contrattuali e sul numero di imprese operanti nel mercato del lavoro, quest'anno l'opera è rivolta alla disamina specifica dei diversi territori in cui si compone la Città Metropolitana. Nell’impostare il Rapporto del 2016, consapevoli del duplice effetto distorsivo sul mercato del lavoro, dovuto agli sgravi fiscali del 2015 posti dal Governo ai nuovi contratti a tempo indeterminato e delle ricadute occupazionali nel nostro territorio trainato della Esposizione Universale del 2015, si è scelto di concentrare l’analisi sulla concretezza dell’economia insediata. Il tema portante del lavoro è quindi la tensione tra lo sviluppo locale e le politiche delle imprese e le caratteristiche della domanda di lavoro in un'ottica analitica di supporto del cambiamento in atto, in altri termini il Rapporto dell’Osservatorio si pone quale strumento di accompagnamento al cambiamento. In questi mesi Città Metropolitana sta ultimando il riassetto dei servizi all'impiego con la creazione di un'unica Agenzia operativa sul mercato del lavoro, AFOL Metropolitana, compartecipata dai Comuni.

Un'Agenzia quindi programmaticamente legata alle

caratteristiche dei singoli territori e vincolata a rispondere alle esigenze locali; sembra perciò del tutto naturale focalizzare l'attenzione sulle dinamiche economiche del mercato del lavoro proprio nella loro declinazione territoriale nella convinzione Pag. 7 di 155


che non vi può essere una corretta ed efficace offerta di servizio ai cittadini e alle imprese senza la conoscenza puntuale delle specificità locali. Il rapporto, di quest'anno, vuole quindi anche essere uno strumento conoscitivo a disposizione di tutti gli attori istituzionali e le parti sociali del territorio, proprio nello spirito che ha animato i primi passi di questa amministrazione in tema di politiche attive del lavoro attraverso la costituzione del Tavolo Metropolitano di confronto e concertazione. La conoscenza approfondita dei vari ambiti territoriali risponde anche all’esigenza di impegnare questa Amministrazione nel contrasto alle crisi industriali e occupazionali che non può efficacemente essere condotto se non attraverso una conoscenza analitica dell'economia insediata localmente. E’ la situazione economica stessa che ce lo richiede, oggi infatti affianco alle crisi, che tuttora mettono in sofferenza i soggetti espulsi e territori che perdono valore, si configurano alcune opportunità in controtendenza. Non è un trionfalistico annuncio di ripresa, piuttosto un impegno preso dell'Istituzione nell’accompagnare questi cambiamenti e favorire situazioni continuando ad intervenire preventivamente a contrasto delle crisi ma contemporaneamente nell'indirizzare ed orientare, là dove si annuncia, lo sviluppo. Ecco allora che il marketing territoriale, l'incontro domanda-offerta di lavoro, la consulenza personalizzata alle imprese, la formazione del personale nei servizi di orientamento per i lavoratori rappresentano solo alcuni dei rinnovati progetti che Città Metropolitana vuole promuovere. Strumenti operati facendo convergere le risorse di più attori già presenti operanti nelle diverse aree in modo da creare un valore aggiunto che singolarmente nessun Comune o la Città Metropolitana potrebbero mettere in campo a supporto dello sviluppo economico del territorio. In sintesi, mi auguro che questo volume possa diventare, anche per gli amministratori locali, lo spunto, proprio grazie alla meticolosa ricostruzione effettuata attraverso i dati amministrativi, delle peculiarità delle diverse zone, con vocazione tradizionale manifatturiera o maggiormente rivolta all'insediamento commerciale o del terziario, per un lavoro comune di rilancio dei nostri territori.

Elena Buscemi Consigliere delegato Lavoro e Formazione

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1 1.1

Economia e mercati del lavoro a scala locale dopo la crisi Contraddittori segnali di una ripresa che prosegue

Quando nell’ultimo Rapporto dell’OML1 si era analizzato l’andamento del mercato del lavoro milanese, si era evidenziato come nel corso del 2014 si fossero avvertiti chiari segnali di un miglioramento occupazionale, che se non trovavano ancora analoghi riscontri negli andamenti dell’occupazione monitorata dalle Indagini sulle forze di lavoro dell’ISTAT, apparivano, però, più netti se si osservavano la domanda di lavoro e le dinamiche di altri indicatori come quelli degli ammortizzatori sociali, come la CIG, che segnalava apprezzabili contrazioni per quasi tutto l’anno, mentre si assisteva ad un’autentica esplosione del lavoro accessorio. Sono però proprio le dinamiche delle assunzioni il dato più rilevante, poiché dopo i pesanti cali accusati nel biennio 2012-2013, esse riportavano il livello dei nuovi rapporti di lavoro posti in essere a livelli prossimi a quelli del 2011, la migliore annata da quando era iniziata la crisi del 2008. Non solo, con il perdurare di dinamiche del ciclo economico abbastanza positive e l’approssimarsi dell’inizio di Expo 2015, era ragionevole attendersi un forte impulso per l’economia milanese, che avrebbe favorito un ulteriore miglioramento della situazione occupazionale. Gli studi pubblicati in seguito hanno confermato che tale previsione era corretta, sia per quando riguarda l’andamento complessivo dell’economia provinciale2 che le ricadute occupazionali, più accentuate nel corso del 2015 e tendenzialmente più deboli nel corso dell’anno successivo, nel quale l’incertezza continua a caratterizzare il quadro macroeconomico. Anche le rilevazioni dell’ISTAT, che hanno evidenziato nel corso del 2015 e del 2016 incrementi degli occupati pari al 2,1% e al 2,3%, confermano queste tendenze. 1.2

La domanda di lavoro di Città Metropolitana Milano: avviamenti

Il miglioramento della domanda di lavoro milanese è stato però anche maggiore di quello che ci si poteva attendere; alla fine del primo anno preso in considerazione, infatti, il numero complessivo degli avviamenti ha evidenziato un incremento a due cifre, corrispondente a quasi 110.000 unità in termini di avviamenti e più di 55.000 per quanto riguarda le persone che sono state assunte almeno una volta. In tal modo, il mercato del lavoro milanese ha superato per la prima volta la quota raggiunta nel corso del 2008, prima che la crisi del mercato immobiliare statunitense e poi quella dei sistemi finanziari dispiegasse appieno i suoi effetti3 sull’economia reale, provocando il pesante e prolungato ridimensionamento sia delle attività produttive che dell’occupazione4. 1

Cavicchini, E. (2015), Verso un nuovo inizio. La domanda di lavoro milanese nel biennio 2013-2014, Lattanzio Associati – Città Metropolitana di Milano, Milano. 2 Camera di Commercio di Milano (2016), Milano produttiva 2016. Milano; Camera di Commercio, (2016-2017) , Monitor congiunturale, nn.1.4, Milano; Centro Studi Assolombarda (2016-2017), Booklet Economia, numeri vari; Milano; Centro Studi Assolombarda (2017), Osservatorio Assolombarda – Agenzie per il lavoro. Rapporto N.1-2017; Milano. 3 Cfr.: Provincia di Milano (2009), Fase di passaggio. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano. Rapporto 2008-2009, FrancoAngeli, Milano. 4 Magatti, M. (2011), La grande contrazione, Feltrinelli, Milano.

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Graf. 1.1 - Avviamenti nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 1.000.000 914.657 900.000 805.944 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0

201 201 4 5

464.984 415.659 425.311

giu- giugiu14 15 16

Le performance della domanda di lavoro milanese nel 2015 non si spiega solo con la ripresa economica, di cui peraltro sia i rapporti della Camera di Commercio che quelli di Assolombarda hanno più volte richiamato limiti e problematicità. A determinare questo forte aumento delle assunzioni hanno concorso altri fattori, il principale dei quali è rappresentato dalle ricadute degli incentivi per le imprese che assumevano forza lavoro con contratti di lavoro a tempo indeterminato, introdotti dalla legge di Stabilità 2015 e che prevedevano contributi per un importo massimo di 8.060 euro e per una durata fino a tre anni. Dubbi sono gli esiti che possono essere stati giocati dai provvedimenti che hanno agevolato la flessibilità in uscita, uno dei provvedimenti più contrastati e controversi da valutare anche in sede di analisi del Jobs Act, la nuova riforma del mercato del lavoro entrata in vigore nel marzo di quell’anno5. La defiscalizzazione degli oneri sociali, ha rappresentato infatti un indubbio vantaggio economico per le imprese, ed ha impresso una spinta non solo ad avviare la ricostituzione della propria forza lavoro, tipica dei periodi che seguono le fasi di crisi6, ma anche a far

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La valutazione dei cambiamenti introdotti su questo tema è un problema controverso, poiché per essere svolta in modo compiuto, essa deve poter essere condotta una volta entrata a regime e in assenza di fattori concomitanti come quelli degli incentivi, che possono alterare il sistema delle convenienze delle imprese. Va però osservato che è presumibile che l’alleggerimento del sistema delle tutele in caso di rescissione dei rapporti di lavoro, può aver giocato un ruolo positivo, incoraggiando le imprese ad operare assunzioni che diversamente avrebbero operato con maggior cautela, posta la perdurante situazione di incertezza, testimoniata dai frequenti e repentini rallentamenti del ciclo che si sono avvertiti sia nel 2015 che nel 2016, pur in un quadro complessivamente favorevole. Cfr. Censis (2016), Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2016, FrancoAngeli, Milano, pp. 185-187; Izzo, I (2016), “L’economia negli anni dell’incertezza”, in CCIAA, Milano produttiva 2016, Milano, pp. 25-45. 6 Lo prova, ad esempio, che già nel corso del 2014 le assunzioni con contratti a tempo indeterminato avessero già segnalato una impercettibile ripresa (0,6%), anche se molto concentrata nel settore delle costruzioni. Si rimanda alle evidenze empiriche messe in luce nel Rapporto del mercato del lavoro della Provincia di Milano 2011, in cui si erano colti deboli segnali di un processo analogo dopo il triennio 2008-2010 in cui si erano assommati caduta della domanda di lavoro e sua flessibilizzazione; cfr. Cavicchini, E. (2012), “Gli anni dell’incertezza: il lavoro in provincia di Milano nel biennio 2010-2011”, in Provincia di Milano, Gli anni dell’incertezza. Economia e lavoro in provincia di Milano. Rapporto 2010-2011, FrancoAngeli, Milano pp. 11-57.

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ricorso in modo più deciso proprio a rapporti di lavoro stabili, anche in settori tradizionalmente caratterizzati da un intenso utilizzo di lavoro flessibile. Ciò ha fatto sì che nel 2015 questo tipo di assunzioni complessivamente siano aumentate del 57,3%, presentando quindi un aumento di gran lunga superiore alla media del mercato del lavoro della Città Metropolitana, e spiegando da sole più del 62% dell’incremento della domanda di lavoro milanese; un incremento che peraltro non ha interessato solo l’Industria, ma anche quasi tutti i settori del terziario; da rimarcare inoltre come le assunzioni con contratti a tempo indeterminato si siano mosse in controtendenza anche con le altre forme contrattuali stabili, che complessivamente sono aumentate solo del 40,3%7. Molto più contenuto è stato invece l’aumento delle assunzioni con contratti di lavoro a termine che aumentano complessivamente del 6,7%, con un buon incremento di quelle effettuate con modalità contrattuali di lavoro subordinato (+16,9%), mentre sono calate pesantemente quelle effettuate con contratti di lavoro indipendente (-31,5%), una contrazione imputabile essenzialmente al crollo delle collaborazioni a progetto e di quelle occasionali, già in calo dall’epoca della riforma Fornero e che si è accentuata dopo l’entrata in vigore del Jobs Act.

Graf. 1.2 – Variazioni percentuali delle assunzioni nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2013-2015 e primo semestre 2014-2016 15 10

13,5

11,9

7,2

5 0 -5 -10

-8,5 2014/2013

2015/2014 giu2015/giu2014 giu2016/giu2015

C.M. MI.

Esaurita la spinta di Expo e dei generosi incentivi alle assunzioni, il calo della domanda di lavoro milanese nei primi sei mesi del 2016 è stato più contenuto di quanto ci si poteva attendere e a fine anno potrebbe attestarsi nuovamente su valori superiori a quelli del 2008, come sembrano confermare anche le prime stime di quelli relativi all’intero 2016. Ciò sembra quindi indicare che l’economia e il mercato del lavoro milanesi non hanno beneficiato solo degli effetti di Expo, ma che continuino ad essere interessati da segnali di ripresa che si stanno ormai protraendo da più di due anni, nonostante i rallentamenti della congiuntura che sembrano essersi avvertiti nel terzo trimestre dell’anno. I dati del 2016, però, hanno evidenziato sin dall’inizio dell’anno, che il modello di crescita occupazionale sembra riorientarsi sul modello seguito sin dalla fine del secolo scorso, con una netta

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Includiamo in questi anche quelli effettuati con contratti di lavoro domestico, che prima delle modifiche apportate dal Ministero del lavoro nel 2014, erano effettuati con contratti a tempo indeterminato per il 95% dei casi. E’ proprio il lavoro domestico assieme all’apprendistato ad abbassare il valore medio del peso dei contratti stabili, visto che entrambi questi contratti hanno presentato nel 2015 andamenti negativi.

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prevalenza del lavoro flessibile; nei primi sei mesi dell’anno esso ha registrato complessivamente un calo del 5,2%, ma ha visto aumentare il suo peso di 2,7% percentuali. Le assunzioni a tempo indeterminato, invece, dopo la riduzione degli incentivi di cui le imprese hanno potuto beneficiare, sono diminuite nei primi sei mesi dell’anno in modo ben più rilevante (-21,9%), anche se i primi dati sull’insieme dell’anno evidenziano comunque che il loro numero dovrebbe essere maggiore di quello registrato in tutti gli anni compresi tra il 2009 e il 2014. Analogo a quello degli avviamenti è l’andamento relativo agli avviati, che presentano un incremento del 13,1% nel 2015 e un calo anche più pronunciato (-12,5%) nel corso del primo semestre dell’anno successivo, che sale quasi al 13% se si considerano solo gli assunti delle imprese. Anche in questo caso determinante è il ruolo giocato dagli assunti con contratti di lavoro stabili, che nel primo anno aumentano ben del 42,1% (ma del 60% se si considerano solo gli assunti con contratti di lavoro a tempo indeterminato), a fronte di un incremento del 3,1% degli assunti con rapporti di lavoro a termine. Per contro, nella prima metà del 2016 questi ultimi registrano una contrazione del 9,6%, mentre gli avviati con rapporti di lavoro stabili registrano una diminuzione pressoché doppia (-19,0%).

1.3

La composizione socio-demografica dei lavoratori assunti

Meno pronunciate sono, invece, le variazioni nella composizione della forza lavoro assunta che si possono osservare prendendo in esame le principali variabili sociodemografiche, almeno se si osservano i dati aggregati della Città Metropolitana. I mutamenti più rilevanti che si possono cogliere nel corso dei diciotto mesi presi in esame in questo rapporto, riguardano principalmente la presenza femminile, il cui peso registra un calo di quasi due punti rispetto ai quattro anni precedenti. Prendendo in esame le assunzioni, l’incidenza complessiva degli avviamenti femminili infatti scende da un valore costantemente superiore al 47% sino al 2014, al 44,7% nell’anno successivo e al 43,7%, dei primi sei mesi del 2016, un dato che peraltro non è imputabile alla stagionalità della domanda di lavoro. Analoga è la tendenza riscontrabile dall’analisi delle dinamiche relative agli assunti, che presentano però contrazioni un po’ meno accentuate; in questo caso le donne assunte rappresentavano il 46,2% del totale degli avviati nel 2014, scendono di un punto nell’anno successivo e si attestano al 44,5% nella prima parte del 2016.

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Graf. 1.3a – Lavoratori avviati nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 482.039

500.000

426.135

450.000 400.000 350.000 300.000

282.701 249.476 247.501

250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0

2014 2015

giu- giugiu14 15 16

Analizzando l’evoluzione della composizione di genere del mercato del lavoro in ingresso, sembra quindi emergere un aspetto paradossale, ovvero che la presenza femminile tende a contrarsi nei momenti in cui si registra un miglioramento complessivo del mercato del lavoro, anche se non si può dimenticare che negli ultimi 15 anni le donne in cerca di occupazione sono generalmente aumentate maggiormente proprio in corrispondenza dell’avvio dei momenti di crisi, probabilmente perché spinte dalla necessità di integrare i redditi famigliari oltre che dal fatto che le crisi si sono ripercosse maggiormente nei settori a più elevata presenza maschile, come l’Industria8 (si è potuto riscontrarlo sia nel 2003-2005, nel 20082009 e nel 2012-2013). Meno accentuate sono state invece le variazioni che si riscontrano per quanto riguarda la composizione della forza lavoro suddivisa per classi di età. Tra il 2014-2015 il peso dei giovani rimane sostanzialmente invariato e il dato dei primi sei mesi dell’ultimo anno evidenzia un calo di mezzo punto se raffrontato con lo stesso periodo dei due anni precedenti9. Questi risultato è in buona parte ascrivibile alle politiche di incentivazione all’assunzione con contratti a tempo indeterminato; non a caso, nel 2015, a fronte di un aumento complessivo dei giovani assunti pari al 15,6%, quelli assunti con i contratti a tempo indeterminato presentano un incremento pari al 93,9%, ben più elevato della media del mercato del lavoro milanese nel suo insieme. Relativamente positive si possono definire anche le performance degli under 29 assunti con questa modalità nella prima parte del 2016, che, seppure in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, presentano una contrazione di quasi 3 punti più contenuto della media provinciale.

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Cfr. Fravega, E. (2010), “La disoccupazione a Milano nel periodo 2008-2010”, in Provincia di Milano, Tempi difficili. Economia e lavoro in provincia di Milano. Rapporto 2009-2010, FrancoAngeli, Milano, pp. 159-182; Cavicchini, E., Brambilla, M.E. (2011), “Occupazione, disoccupazione e inattività a Milano: persistenze e novità negli ultimi anni”, in: Lodigiani, R. (a cura di), Fondazione Ambrosianeum. Rapporto sulla città 2011, FrancoAngeli, Milano, pp. 67-93. 9 Come nel caso delle donne, sicuramente anche nel caso della presenza giovanile sconta una sottostima legata al fatto che le COB non raccolgano le informazioni relative al lavoro accessorio.

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Graf. 1.3b – Incidenza degli assunti per genere, classe di età e nazionalità nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

46,2 45,3 44,5

Donne

34,4 34,5 32,9

Età 15-29

24 24,4 26,6

Età 45 e oltre

2014 2015 giu 2016

28,7 28,2 28,9

Stranieri

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

Gli incentivi, più di Expo e sicuramente meglio della Garanzia giovani, hanno quindi concorso ad arrestare quel processo che per molti anni ha visto progressivamente erodersi la presenza giovanile nel mercato del lavoro, un processo che non è imputabile solo a fattori demografici (l’assottigliamento delle classi di giovani lavoratori in ingresso nel mercato del lavoro) o al prolungarsi della permanenza degli stessi nei circuiti formativi; diverse ricerche recenti sembrano infatti aver evidenziato come sia aumentata la consistenza dei giovani NEET, che non studiano né cercano lavoro10; e sembra sempre più accreditato il fatto che il calo dell’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro sconti l’effetto del rallentamento dell’uscita da esso degli appartenenti alle classi di età più avanzate, anche per effetto delle riforme previdenziali dell’ultimo decennio. Una conferma di ciò è data del resto anche dal costante incremento del peso degli over 45 che si sta riscontrando nella domanda di lavoro milanese dal 2011. Negli ultimi due anni è rimasta invece sostanzialmente invariata l’incidenza della componente straniera, che nel corso dei primi dieci anni del nuovo secolo aveva registrato un incremento pressoché costante. Si tratta, comunque, di una presenza rilevantissima, che spiega poco meno di un quarto degli avviamenti effettuati dalle imprese milanesi e quasi il 29% degli avviati, un fenomeno che si conferma nonostante le difficoltà evidenziate da alcuni settori ad elevata presenza di questo tipo di forza lavoro, come quelli dell’Edilizia e dei Servizi alle imprese, compensati però da quelli di altri come la ristorazione e i Servizi alla persona.

10

Rosina, A. (2015), NEET. Giovani che non studiano e non lavorano, Vita e pensiero, Milano; Istituto G. Toniolo (2016), La condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2015, Il Mulino, Bologna.

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1.4

La domanda di lavoro di Città Metropolitana Milano: i datori di lavoro

Più problematico appare invece il quadro relativo alle imprese che assumono; infatti se è vero che nel 2015, esse fanno registrare un incremento pari al 13,1% e con le quasi 69.000 aziende che hanno effettuato almeno un’assunzione evidenziano un risultato solo di poco inferiore a quello del 2008. Nel corso dei primi sei mesi del 2016 esse registrano invece un calo pari al 12,5%, scendendo sotto ai livelli già raggiunti nel corso del 2014. Sembra quindi evidenziarsi che nel corso dell’ultimo biennio sia aumentata l’incidenza delle imprese che effettuano un numero di assunzioni più elevate, mentre diminuisce soprattutto quella delle imprese che effettuano meno di tre avviamenti, anche se sono queste ultime, caratterizzate spesso da una domanda di lavoro discontinua, che rivestono un’importanza proporzionalmente maggiore tra quelle che assumono con contratti di lavoro a tempo indeterminato. L’apporto più rilevante alla ripresa delle imprese che assumono è dato dalle aziende del terziario, che nel 2015 registrano un incremento del 15,0%, mentre nell’industria tale incremento è inferiore a quello della media provinciale (+12,6%) e ancor più modesto è quello delle aziende delle Costruzioni (+4,1%). Più omogenee sono le tendenze evidenziate dai tre settori nel corso dei primi mesi del 2016, con cali che oscillano dal -12,9% dell’Industria all’11,6% delle Costruzioni e il terziario che si attesta sui valori medi della Città Metropolitana.

Graf. 1.4 – Imprese che assumono nella Città Metropolitana di Milano. Anni 20142015 e primo semestre 2014-2016 68.829

70.000

60.745 60.000

48.878

50.000

44.478 40.000

42.953

30.000 20.000 10.000 0

2014 2015

giu14

giu15

giu16

Se si osserva il peso delle aziende attive sul mercato del lavoro dei tre settori nel corso dei diciotto mesi presi in esame, si può osservare che quelle del terziario rappresentano il 77,1% del totale, ma in calo nel corso del 2016, mentre opposta è la tendenza di quelle industriali la cui quota è complessivamente sono pari al 13,6% mentre stabile all’8,6% è l’incidenza di quelle delle Costruzioni.

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1.5

Com’è cambiata la domanda di lavoro nei settori produttivi

Come si è visto, l’evoluzione della composizione settoriale della domanda di lavoro concorre spesso a spiegare i mutamenti riscontrabili in altre variabili; è per questo che una sua analisi più dettagliata rappresenta uno degli aspetti fondamentali per comprendere non solo le trasformazioni in atto nell’economia della Città Metropolitana, ma anche come queste incidano sulla composizione del mercato del lavoro locale.

Graf. 1.5 – Composizione settoriale delle assunzioni nella Città Metropolitana di Milano – Anno 2015 e primo semestre 2016 Agr. 0,2

Ind. 6,8

Costr. 4,,8

Serv. 88,2

Eppure, se si osservano questi cambiamenti in modo aggregato, da molti anni la realtà milanese non sembra evidenziare mutamenti di particolare interesse, essendo caratterizzata da una netta prevalenza del terziario, che ormai da diversi anni spiega costantemente l’88% degli avviamenti e l’82% degli assunti. Anche nel corso dei diciotto mesi presi in esame la domanda di lavoro milanese si conferma su tali valori, anche se con fluttuazioni abbastanza interessanti, specie nel corso del 2015. Proprio in quest’anno in cui ci si sarebbe attesi un aumento del peso del settore dei Servizi, anche per effetto di Expo, si assiste invece ad un incremento dell’Industria che evidenzia un incremento superiore alla media della Città Metropolitana sia per quanto riguarda le assunzioni (+23,3%) che gli avviati (+20,7%), mentre il terziario e le Costruzioni presentano aumenti al di sotto di essa. Il settore dei Servizi registra infatti performance oscillanti attorno al 13% per entrambi gli indicatori, mentre il secondo presenta un aumento del 10,3% per gli avviamenti e dell’8,1% per gli assunti. Le dinamiche della domanda di lavoro evidenziano una certa coerenza con quelle dell’economia reale della Città Metropolitana, che presenta una crescita del valore aggiunto dell’industria dell’1,9% a fronte di un incremento dell’1,1% dei Servizi e di un calo dello 0,2% delle Costruzioni11.

11

Cfr.: Camera di Commercio di Milano (2016), Milano produttiva 2016, Milano, p. 33. Da notare che nello stesso periodo la produzione industriale evidenzia una crescita dell’1,5%, allineata con l’incremento del volume d’affari del Commercio e degli altri servizi.

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Graf. 1.6a – Variazione percentuali delle assunzioni per settore di attività economica nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016

-10,0

Agricoltura

2,4 23,3

Industria

-17,0

Servizi

Costruzioni -20,0

13,0

-7,6 10,3

-13,3 -15,0

-10,0

-5,0

giu2016/giu2015

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

2015/2014

Nel corso dei primi mesi del 2016, il calo della domanda di lavoro interessa tutti i settori, fatta eccezione per l’Agricoltura, con punte più accentuate nel caso dell’Industria (-17% per quanto riguarda gli avviamenti -14,9% per gli assunti) e più contenute nel terziario, soprattutto nei settori a più elevato valore aggiunto. Anche in questo caso, l’andamento della domanda di lavoro sembra confermare quello degli altri indicatori economici, che sin dal primo trimestre dell’anno evidenzia un rallentamento di tutti settori rispetto all’anno precedente, anche se ancora positivi; una tendenza che si accentua con il passare dei mesi nell’Industria e nel Commercio, mentre si segnala un miglioramento in diversi altri comparti dei Servizi. Decisamente più interessanti le indicazioni che si possono ottenere procedendo ad una analisi più disaggregata della composizione della domanda di lavoro, specie per quanto riguarda i diversi comparti che compongono il macrosettore dei Servizi, prestando un’attenzione particolare agli otto settori che nel periodo preso in esame hanno fatto registrare il maggior numero di assunti. Tra questi, l’unico settore che presenta andamenti costantemente positivi nel corso dei diciotto mesi presi in esame è rappresentato da quello dei Servizi di Informazione e Comunicazione, che presenta un aumento degli avviamenti pari al 19,6% nel 2015 e del 15,8% per quanto concerne gli assunti, in entrambi i casi la terza miglior performance tra i diversi comparti del terziario. Anche nel primo semestre del 2016 esso presenta andamento sostanzialmente positivo, registrando un incremento del 13,5% per quanto attiene le assunzioni e mantenendo sostanzialmente invariato il numero dei neoassunti12.

12

Tra i settori di minore rilevanza, andamenti analoghi vengono presentati anche da quello della Pubblica amministrazione, la cui incidenza sul totale della domanda di lavoro milanese è comunque marginale.

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Da segnalare però che la crescita del comparto nasconde luci ed ombre, poiché essa è pressoché interamente ascrivibile ai settori delle Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi e a quello delle Attività di programmazione e trasmissione, ovvero all’Industria della comunicazione televisiva e del suo indotto, mentre gli altri settori del comparto come le Telecomunicazioni e la Produzione di software e consulenza informatica nel 2016 vedono diminuire gli avviamenti rispettivamente del 19,1% e del 9,4%, mentre quello delle Attività editoriali evidenzia andamenti negativi per l’intero periodo preso in esame, con contrazioni del 17,3% nel 2015 e addirittura del 27,9% nel primo semestre successivo13. La crescita del settore è quindi legata all’andamento positivo di attività che, come si è osservato in una precedente edizione del Rapporto sul mercato del lavoro14, presentano dinamiche che si muovono sovente in controtendenza rispetto agli andamenti della congiuntura. La maggior parte degli altri settori del terziario evidenzia invece un andamento discontinuo, passando da valori positivi nel primo anno a cali, talora rilevanti, nel semestre successivo. Ne forniscono un esempio tutti i settori che hanno beneficiato maggiormente dell’effetto propulsivo di Expo, come quelli del Commercio, dell’Alloggio, dei Servizi alle imprese e della Logistica15, pur presentando differenze significative per quanto riguarda il periodo successivo alla fine della Esposizione Universale. L’Alloggio e il Commercio, ad esempio, sono i due settori che evidenziano gli incrementi di assunzioni più consistenti nel corso del 2015, durante il quale hanno fatto registrare incrementi pari rispettivamente al 26,9% e al 23,5% per quanto concerne gli avviamenti e al 26,5% e al 17,9% per quanto riguarda gli assunti. Era quindi abbastanza prevedibile che entrambi i settori risultassero in calo nel corso dei sei mesi del 2016; in questo periodo entrambi i comparti presentano flessioni relativamente contenute se raffrontate con gli andamenti dell’anno precedente; in particolare le assunzioni nel Commercio diminuiscono solo del 4,1% mentre nel settore dell’Alloggio il calo è pari al 7,9%, più accentuato nella ristorazione (-10,4%) che nell’alberghiero (-5,4). La domanda di lavoro in questi due settori sembra aver retto meglio del previsto la fase del dopo Expo, in parte per un discreto andamento del turismo che si è prolungato anche nella prima parte del 2016 per quanto riguarda l’Alloggio, e in parte grazie ad alcune emergenze, legate principalmente all’attivazione di nuovi insediamenti della GDO nel caso del Commercio.

13

Le difficoltà palesate dalla domanda di lavoro nel settore dell’editoria sono presumibilmente connesse ai processi di ristrutturazione del settore, nel quale crescono i processi di esternalizzazione e un più intenso ricorso al lavoro autonomo e precario. 14 Corsi, E. (2013), “Intermittenza e immaterialità”: i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo”, in: Provincia di Milano, Lungo il tunnel. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano, pp. 143171. 15 I quattro settori spiegano da soli quasi il 75% degli avviamenti che sono riconducibili direttamente all’organizzazione e alla gestione di Expo, un dato che risulta comunque parzialmente sottostimato soprattutto per quanto riguarda il settore alberghiero, nel quale, al di là delle autocertificazioni desumibili dal cruscotto dell’Osservatorio predisposto dall’OML, a parte il caso degli avviamenti effettuati nell’area di Rho, è difficile separare gli avviamenti imputabili ad Expo da quelli legati ai normali andamenti del settore, specie in alcuni periodi dell’anno, in concomitanza di alcuni eventi fieristici o delle giornate della moda.

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Diverso è il caso del settore dei Servizi alle imprese, il comparto che anche nei diciotto mesi presi in esame presenta il maggior numero di assunti. Rispetto al 2014, esso presenta performance modeste per quanto riguarda gli avviamenti (+6,4%) ma decisamente migliori per gli assunti (+22,8%); per contro, nel primo semestre del 2016 accusa pesanti flessioni per entrambi gli indicatori, in cui all’esaurimento dell’effetto Expo16, si assomma anche la crisi di alcuni settori come quelli dei call center e dei servizi connessi al Commercio.

Graf. 1.6b - Variazione percentuali delle assunzioni dei principali settori di attività economica del Terziario nella Città Metropolitana di Milano. Anni 20142015 e primo semestre 2015-2016

Serv. Imprese

6,4

-23,0

Commercio

23,5

-4,1

Inf. e com. -6,1

Att. prof. Logistica

-0,9 10,6

-10,0

Alloggio

19,6

13,5

26,9

-7,9 -0,5

Istruz.

-35,8

Sanità

8,2

-14,0

Altri -40

9,6

-6 -30

-20

-10

giu2016/giu2015

0

10

20

30

2015/2014

Analoghe a quelle dei Servizi alle imprese sono le performance del comparto della Logistica, che nel 2015 presenta un buon incremento sia di assunzioni che di avviati (rispettivamente pari al 10,6% e al 6%) e contrazioni di quasi eguale importo nel corso del primo semestre dell’anno successivo. Da osservare come gli andamenti di questo settore sono condizionati principalmente dalle fluttuazioni che si registrano nei Trasporti terrestri17, mentre sostanzialmente stabile in entrambi i periodi è la domanda di lavoro nelle attività di Magazzinaggio e di supporto ai trasporti. Se si osservano i due settori dove maggiore è la presenza del pubblico, ovvero l’Istruzione e la Sanità si possono osservare andamenti difformi. Il primo rappresenta uno dei due comparti nei quali le assunzioni sono in calo sia nel 2015 che nel 2016, un andamento in questi ultimi anni dell’avvio dei processi di stabilizzazione del personale docente, la cui entrata in pianta stabile riduce il ricorso a personale con contratti a termine 16

Va segnalato che nel settore dei Servizi alle imprese hanno avuto un peso notevole oltre alle assunzioni dirette di Expo 2015 spa e di Manpower, anche quelle effettuate dalle imprese di vigilanza, di quelle delle pulizie, nonché diverse aziende che operano nell’indotto alberghiero, che sono diventate una forma aggiuntiva di flessibilità per il comparto dell’Alloggio. 17 Significative sono le variazioni che si possono riscontrare tra il 2015 e il 2016 soprattutto nel trasporto pubblico, sia su ferro che su gomma, che è riconducibile principalmente ad Expo.

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anche durante l’anno scolastico; ma sulle performance del settore incide anche la contrazione del personale amministrativo, che probabilmente testimonia il perdurare degli effetti della razionalizzazione della rete scolastica. La Sanità evidenzia invece incrementi relativamente contenuti nel primo anno (+8,2% per le assunzioni e +6,0% per gli assunti), e contrazioni decisamente più pronunciate nel corso dei primi mesi del 2016 (-14,0% gli avviamenti e -12,5% per gli avviati). Va rimarcato in primo luogo come le performance del comparto non siano imputabili tanto alle assunzioni nel settore dell’Assistenza sanitaria, che presenta nei due anni prima un incremento del 6% e poi un decremento del 6,5%, quanto a quelle dell’Assistenza sociale residenziale e non residenziale, che presentano oscillazioni decisamente più accentuate, che non sembrano però imputabili tanto a cambiamenti delle dinamiche economiche, quanto ad un più intenso ricorso nel corso del 2015 ad assunzioni con contratti a tempo indeterminato (nell’intero comparto il peso di queste assunzioni passa dal 15,6% nel 2014 al 29,2% nell’anno successivo, mantenendosi elevato anche nel corso del 2016). Ciò ha determinato un rallentamento del ricorso ad assunzioni con contratti di lavoro flessibili, che risulta particolarmente rilevante. Considerazioni analoghe si possono fare per spiegare gli andamenti del comparto delle Attività professionali scientifiche e tecniche, che con l’Istruzione presenta andamenti della domanda di lavoro negativi sia nel 2015 che nel 2016, con gli avviamenti che registrano una flessione del 6,1% nel 2015 e un più contenuto -0,9% nei primi mesi del 2016. Si tratta di dati sorprendenti, poiché gli indicatori economici forniti ad esempio dalla Camera di Commercio con il suo osservatorio dei Servizi avrebbero fatto presupporre ben altri risultati. Inoltre quello delle Attività professionali è un altro dei settori che hanno beneficiato di Expo, com’è testimoniato dai risultati dell’Osservatorio dell’OML, dai quali emerge che circa il 10% delle assunzioni riconducibili direttamente alla gestione dell’Esposizione di Milano – Rho, afferiscono proprio a questo settore. I modesti andamenti della domanda di lavoro del comparto sono probabilmente riconducibili ad altri fattori, a cominciare dalla composizione della sua domanda di lavoro per tipologia contrattuale di assunzione. Il settore è tradizionalmente uno di quelli in cui più elevato è il peso del lavoro flessibile18, tant’è vero che nel 2014 solo l’8,4% delle assunzioni del settore era effettuato con contratti a tempo indeterminato. Nel 2015 l’incidenza di questo tipo di assunzioni è salita al 20,5% del totale e anche nei sei mesi successivi, si mantiene su valori in linea con la media provinciale. Va altresì ricordato che ancora nel 2014 il 35,5% delle assunzioni del comparto era effettuato con contratti di collaborazione a progetto e il 22,0% con il lavoro intermittente, due modalità contrattuali che scendono rispettivamente al 14,7% e al 18,8%; si registra quindi un forte calo delle assunzioni flessibili brevi e uno spostamento verso altre forme di lavoro atipico, soprattutto le assunzioni di lavoro interinale, raddoppiate nel giro di un anno, contraddistinte da una durata media più lunga. Il calo delle assunzioni non può quindi essere assunto come un segnale di debolezza del settore, ma semplicemente l’effetto di un diverso utilizzo delle forme contrattuali di assunzione.

18

Cfr. Cavicchini, E. (2012), “L’evoluzione della domanda di lavoro settoriale e le dinamiche imprenditoriali in provincia di Milano”, in Provincia di Milano: Gli anni dell’incertezza. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano. Rapporto 2010-2011, FrancoAngeli, Milano, pp. 187-240.

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Questo problema ha toccato probabilmente un po’ tutti i settori, soprattutto nel terziario, ma ha interessato principalmente alcuni settori con un numero più contenuto di assunzioni e/o con una elevata presenza di contratti di collaborazione a progetto19, nei quali più intenso è stato il ripensamento delle modalità di gestione della forza lavoro in ingresso. Questo fenomeno non sembra toccare invece l’insieme dei settori manifatturieri, nei quali si registrano in genere fluttuazioni della domanda di lavoro abbastanza contenute e comunque in linea con le dinamiche economiche dei settori. Ne è una riprova l’andamento dei settori dell’industria metalmeccanica e di quella chimica, ovvero dei due comparti di maggiore rilevanza dell’industria milanese. Solo alcuni comparti come quelli della Carta e grafica, della Gomma e materie plastiche e non inclusi nel grafico, dell’Industria del legno evidenziano nel 2015 aumenti delle assunzioni decisamente superiori alla media, con incrementi prossimi al 60%, ma registrando poi in genere flessioni più accentuate nel corso dei sei mesi successivi.

Graf. 1.6c - Variazione percentuali delle assunzioni dei principali settori di attività economica dell’Industria nella Città Metropolitana di Milano. Anni 20142015 e primo semestre 2015-2016 Alimentare

-26,9

24,2

Made in Italy

7,2

-11,7

61,8

Carta e stampa -21,4 Chimica Gomma e plast.

56,7

-20,7

-17

Impiantistica

-17 -21,5

-30

15,9

-13,5

Elettromecc. Altri

21,7

-8,9

Metallurgia Meccanica

17,2

-13,1

-20

19,8 19,3 39,8 -10

0

10

giu2016/giu2015

20

30

40

50

60

70

2015/2014

In tutti i settori manifatturieri si è fatto un ricorso molto intenso ad assunzioni a tempo indeterminato, anche se ciò è avvenuto principalmente nei settori in cui il peso di questo tipo di assunzioni era più basso e che coincidono con quelli che hanno registrato gli incrementi di forza lavoro assunta più elevati20. 19

Non a caso i settori che fino al 2014 presentavano una incidenza di avviamenti con contratti di collaborazione a progetto prossima o superiore al 20% di tutte le assunzioni del comparto erano, oltre a quello delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, la Sanità, l’Istruzione, I Servizi alle persone e quello dei Servizi alle imprese, tutti settori che hanno presentato nel periodo considerato performance occupazionali modeste e cali anche rilevanti specie nel 2016. Come si è visto, il primo di questi comparti è quello che presumibilmente presenta gli andamenti economici migliori, mentre quello dei Servizi alla imprese presenta per contro seri problemi sia nel settore dei call center, ma anche nelle imprese che operano nelle filiere dell’outsourcing sia dei servizi privati che in quelli per la Pubblica Amministrazione. 20 Nel 2014 il peso degli avviamenti a tempo indeterminato era pari al 15% nelle industrie della Carta, del 18% in quella della Gomma e materie plastiche, mentre nell’Industria metalmeccanica erano pari al 23,5%.

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Le tendenze palesate da questi tre settori non si spiegano però solo con un ricorso più intenso alle assunzioni incentivate, ma anche ad altri fattori che riflettono tendenze in atto nell’economia reale; il settore della carta e della grafica hanno risentito anche dell’attivazione di alcune nuove imprese, quello della Gomma e materie plastiche con andamenti congiunturali migliori della media dell’Industria, mentre l’industria del legno, alla quale afferiscono anche le aziende degli allestimenti, hanno risentito positivamente della fase preliminare di Expo, com’è testimoniato dalla rilevanza delle assunzioni effettuate nella prima metà del 2015 e dall’uso intenso di assunzioni a termine. Al di là di queste considerazioni, vanno però espresse delle perplessità sulle dinamiche che riguardano i diversi settori dell’industria metalmeccanica e della chimica-farmaceutica. Entrambi questi comparti presentano da diversi anni andamenti contenuti, anche nelle fasi in cui gli andamenti congiunturali sembrano migliori. Inoltre presentano generalmente performance migliori settori come quelli dei Prodotti in metalli e meno brillanti in quelli dell’elettromeccanica e della meccanica, così come in genere si colgono segnali migliori nelle industrie chimiche rispetto a quelli delle imprese farmaceutiche. Segnali che testimoniano una situazione di latente difficoltà proprio nei settori più forti nell’industria provinciale e, all’interno di questi, in quelli che dovrebbero svolgere un ruolo trainante che viene invece assolto dai settori più tradizionali. Considerazioni analoghe si potrebbero svolgere per i settori del Made in Italy, la cui rilevanza nell’economia milanese è notoria, ma che dal punto di vista occupazionale nell’industria è sempre più marginale e per lo più è rappresentato da funzioni commerciali, come si illustrerà in modo più articolato trattando del mercato del lavoro della città di Milano. Non a caso, solo nel Legnanese sia il tessile - abbigliamento e la pelletteria hanno insediamenti manifatturieri di una certa entità, mentre diffusa nell’insieme dei territori è la presenza di attività artigianali e dell’imprenditoria etnica. Da ultimo, le Industrie alimentari continuano ad evidenziare buoni andamenti, anche se anche in questo comparto fondamentale è il ruolo svolto dal settore artigiano e dalle attività commerciali. Va inoltre segnalato come questo settore abbia risentito positivamente degli effetti di Expo, la qual cosa spiega il forte calo delle assunzioni registrato nel corso della prima parte del 2016. 1.6

La domanda di lavoro in Città Metropolitana: le forme contrattuali

Come già accennato si è preferito non presentare l’andamento temporale degli avviamenti suddivisi per tipologia contrattuale, poiché questo non riflette condizioni economiche piuttosto l’effetto di scelte di natura politica di incentivazione economica all’uso del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Viene quindi presentato nel grafico seguente la distribuzione percentuale degli avviamenti complessivamente registrati nei diciotto mesi presi in esame per poterla in seguito comparare con il profilo locale quale indicatore della struttura produttiva territoriale. Infatti, il ricorso alle differenti forme contrattuali da parte dei datori di lavoro è uno specchio fedele della loro tipologia societaria di impresa e del settore in cui operano21.

21

Sulla relazione che lega settori produttivi alle diverse forme contrattuali, cfr. Cavicchini, E. “L'evoluzione della domanda di lavoro settoriale”, cit.

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Graf. 1.7 – Avviamenti per tipo di modalità contrattuale nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 44,2

45 40 35 30 25

19,1

20

15,6

15 10

4,6

5

4,8

5,5

4,6

0

C. M. MI

alt ro

LA NA V. LE AU T. SP ET . CO .P RO LA . V. IN T AP ER PR M EN . DI ST AT O

TD

IN TE RI

TI

1,6

Guardando le variazioni percentuali degli avviamenti in Città Metropolitana, come si è già segnalato in precedenza, si evidenzia che la maggiore crescita tra il 2014 ed il 2015 sia da attribuirsi al contratto a tempo indeterminato, che ha poi di riflesso subito un calo nel primo semestre del 2016 rispetto all’analogo periodo del 2015. Desta invece attenzione il brillante risultato dei contratti interinali cresciuti in entrambi i periodi (+58,6% e +2,5%); performance che come vedremo si distribuisce in maniera non uniforme tra le diverse circoscrizioni dei Centri per l’impiego e risulta essere presumibilmente una delle trasformazioni della domanda di lavoro in atto a livello locale destinata ad essere più duratura, viste anche le innovazioni introdotte negli ultimi mesi per quanto riguarda il lavoro accessorio.

Graf. 1.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per modalità contrattuale nella Città Metropolitana. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -60,0

-40,0

Primo sem. 2016/2015

-20,0

0,0

20,0

40,0

60,0

2015/2104

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La lettura del lavoro a tempo parziale, analogamente al differente ricorso a forme contrattuali, fornisce altri importanti elementi conoscitivi riguardo alle peculiarità dell’economia dei diversi territori della Città Metropolitana. Guardando complessivamente le percentuali di questi avviamenti rispetto alle principali forme contrattuali in Città Metropolitana sorprende riscontrare la assoluta prevalenza nell’interinale, così come la diffusione tra i nuovi contratti a tempo indeterminato.

Graf. 1.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale in Città Metropolitana. Anno 2015 e primo semestre 2016

34,9

Tempo indet. 20,7

Tempo det.

26,3

Apprendistato

56,8

Interinale 9,4

Lavoro interm.

26,1

Parasubordinato 0

10

20

30

40

50

60

La declinazione locale delle assunzioni effettuate con questa modalità contrattuale, ci consentirà di chiarire la tipologia di attori coinvolti e le forme di utilizzo, sia esso “classico”, con una componente femminile rispondente ad esigenze di conciliazione, piuttosto di uso strumentale da parte del datore di lavoro in cerca di forme elastiche e flessibili di manodopera22. 1.7

Le figure professionali richieste in Città Metropolitana di Milano

Ma in un sistema produttivo che esprime una domanda di lavoro così vivace, anche al di là dei prevedibili rallentamenti del 2016, quali sono le qualifiche professionali più richieste? Si tratta di una questione rilevante, anche perché sovente è proprio quando si registrano variazioni quantitative delle assunzioni più marcate, che si accompagnano anche mutamenti rilevanti nella richiesta delle figure professionali. Ciò è avvenuto in corrispondenza dei momenti di crisi (2003-2005 e 2008-2010); cambiamenti che non sono necessariamente fattori negativi, anzi, visto che proprio quando la domanda di lavoro tende a diminuire, essa si fa anche più selettiva.

22

Cfr. Corsi, E. (2008), “L’ambiguo profilo del part time milanese”, in Provincia di Milano: L’Arcipelago del lavoro milanese. Rapporto 2007 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano, pp. 125-144.

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Come si è visto, l’andamento complessivamente positivo delle dinamiche occupazionali nella Città Metropolitana di Milano, ha celato, quale ne sia il motivo, andamenti anomali in alcuni settori (particolarmente positivi nell’Industria dello spettacolo e nell’Industria, negativi nell’Istruzione), che potrebbero aver inciso sulla composizione qualitativa della domanda di lavoro e delle figure di lavoro più richieste, una variabile che è fondamentale per orientare le politiche del lavoro. Tra il 2015 e il primo semestre del 2016 le assunzioni di personale con qualifiche professionali di tipo impiegatizio sono state pari complessivamente al 43,4%, mentre addetti alle vendite e assunzioni con qualifiche operaie si dividono in modo quasi eguale la quota restante (28% i primi, 28,5% i secondi). Diversa appare la situazione se si prendono in esame gli assunti, nel qual caso appare decisamente più rilevante l’incidenza degli assunti con qualifiche operaie (35%), e molto più contenuta quello degli addetti alle vendite (23,5%) ma anche degli avviati con qualifiche impiegatizie (41,6%), nei quali l’aumento del peso degli Impiegati compensa in buona misura il calo della rilevanza degli assunti con figure ad elevata qualifica e dei Tecnici, in entrambi i casi contraddistinti maggiormente da modalità di assunzione flessibili.

Graf. 1.10a – Composizione degli avviamenti e degli avviati per qualifiche professionali di assunzione nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 30,0 25,0 Pers. non qual.

20,0

Prof. Int.

15,0 10,0 5,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

Avviamenti Avviati

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

E’ da osservare come non solo da alcuni anni sia in atto un processo inverso a quello registratosi in tutto il primo decennio del nuovo secolo, durante il quale si era registrato un costante incremento del peso della domanda di assunti con qualifiche impiegatizie; tra il 2010 e il 2016 questi avviamenti passano dal 49,7% al 43,5% del totale, mentre gli avviati scendono dal 48,5% al 40,6%. Alla perdita di peso di questi assunti ha corrisposto un incremento degli addetti alle vendite, mentre sostanzialmente invariata è l’incidenza degli assunti con qualifiche operaie, anche se è diminuito al loro interno il ruolo dei lavoratori assunti con queste qualifiche nell’Industria e nelle Costruzioni, mentre è aumentato il peso di quelli nel macrosettore del terziario.

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Se si scompongono queste dinamiche per settore, si possono poi riscontrare accentuate differenziazioni. Nell’Industria, ad esempio, la terziarizzazione implicita appare fortemente più contenuta; il peso degli avviamenti con qualifiche impiegatizie si attesta infatti al 34,5%, nove punti in meno della media della domanda di lavoro complessiva della Città Metropolitana di Milano, mentre quello degli assunti come operai nei diciotto mesi presi in esame si attesta al 54,7% del totale, quasi 26 punti più della media provinciale. Il dato non è di per sé sorprendente; preoccupante però è il fatto che questo divario nel corso del periodo 2010-2016 si sia accentuato in misura ragguardevole, con una contrazione di 7 punti per quanto riguarda gli avviati con qualifiche impiegatizie, un calo che interessa tutte le qualifiche, ma è più accentuato nel caso dei tecnici, il cui peso diminuisce di quasi 3,5 punti.

Graf. 1.10b – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’Industria e nell’insieme del mercato del lavoro della Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 30,0 25,0 Pers. non qual.

20,0

Prof. Int.

15,0 10,0 5,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Industria

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Da osservare inoltre, che per quanto riguarda il personale ad elevata qualifica, dove sono inclusi gli addetti alla R&D, quasi il 30% sono concentrati nella sola industria della chimicafarmaceutica, e solo il 31% nell’insieme dell’industria metalmeccanica, che è il comparto manifatturiero più importante e nel quale si registra il calo più rilevante di questa tipologia di assunti. Nella metalmeccanica è rilevante l’incidenza dei tecnici (quasi il 43% del totale), anch’essi in calo. Tra gli assunti con qualifiche operaie, aumenta invece sia l’incidenza degli operai specializzati che quella del personale non qualificato, mentre elevato è il calo dei conduttori di impianti (il peso di questi passa in soli sei anni dal 19,9% al 13,2%), a conferma del declino dell’industria tradizionale e soprattutto di quella scale intensive. Complessivamente quindi, al di là della ripresa del 2014-2015, l’Industria milanese vede peggiorare la qualità della forza lavoro assunta, la qual cosa sembra testimoniare che dalla crisi il settore milanese esca indebolito non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo.

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Se si prende in esame l’insieme del settore terziario si può osservare come in esso si riscontrino modeste differenze rispetto alla media provinciale sia per quanto riguarda le figure impiegatizie che per gli addetti alle vendite (entrambe le categorie evidenziano un peso di circa due punti in più rispetto alla media dell’insieme della domanda del lavoro), mentre l’incidenza delle figure operaie ha evidenziato una contrazione corrispettiva23. Si tratta di un dato non sorprendente, visto l’impatto che nel periodo preso in esame viene prodotto dal buon andamento dell’Industria dello Spettacolo per quanto riguarda le figure impiegatizie e da Expo e dalla discreta tenuta dei settori del Commercio e dell’Alloggio nel 2016 per quanto attiene gli addetti alle vendite. Se si abbraccia un arco temporale più lungo, si può osservare però che, tra il 2010 e il 2016, anche nel terziario è in atto un calo della richiesta di assunti con qualifiche impiegatizie, mentre crescono esclusivamente gli addetti alle vendite. Se si analizzano in modo più disaggregato questi dati, va segnalato però che nell’ultimo triennio tra le figure impiegatizie sono in calo principalmente gli addetti alle professioni intellettuali e in misura più contenuta gli impiegati, mentre aumentano i tecnici. Va altresì spiegato che mentre i primi subiscono principalmente il forte calo delle assunzioni nel settore dell’Istruzione, solo in parte compensate dall’incremento di personale artistico, gli ultimi crescono soprattutto per effetto dei Servizi dell’informazione e comunicazione, delle Attività artistiche e sportive e della Sanità.

Graf. 1.10c – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nei Servizi e nell’insieme del mercato del lavoro della Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 40,0 Pers. non qual.

30,0

Prof. Int.

20,0 10,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Terziario

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Per quanto riguarda gli assunti con qualifiche operaie si può osservare che prevale il personale senza qualifica, anche se tutte le tipologie di assunti sembrano mantenere un peso sostanzialmente stabile nel corso dell’ultimo quadriennio.

23

Se si osservano gli assunti, però, si evidenzia solamente un incremento di circa un punto nel caso degli addetti alle vendite, mentre gli altri due raggruppamenti evidenziano un calo di mezzo punto.

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Va rimarcato tra l’altro come la domanda di lavoro terziario presenti forti polarizzazioni per ciascuna tipologia di figura professionale. Gli addetti con qualifiche di professioni intellettuali sono raccolti per più dell’81% in tre soli settori (Istruzione, Servizi di informazione e comunicazione e Attività artistiche e sportive); i tecnici sono invece raccolti per l’85% in cinque settori (i due dell’industria dello spettacolo, nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche, i Servizi alle imprese e nella Sanità). Gli addetti alle vendite riuniscono circa l’86% degli assunti con questa qualifica nel Commercio, l’Alloggio, le Attività professionali, i Servizi alle imprese e i Servizi alle persone e il Personale non qualificato l’87% nella Logistica, l’Alloggio, i Servizi alle imprese, l’Istruzione e il lavoro domestico. Forte è altresì la concentrazione settoriale degli assunti degli operai specializzati, spiegati per l’80,5% dai soli Commercio, Alloggio, Servizi di Informazione e comunicazione e Servizi per le imprese, quella dei conduttori di impianti, l’81% dei quali è concentrato nella Logistica e nei Servizi alle imprese, entrambi in calo. Più diffusa è solo la distribuzione degli impiegati che in cinque settori riesce al massimo a riunire il 50% degli assunti con tale qualifica. Come si può intuire, una strutturazione siffatta della domanda di lavoro per qualifiche professionali sembra renderla molto dipendente dalle dinamiche di un numero circoscritto di settori; complessivamente quindi un giudizio qualitativo sui mutamenti intercorsi nei fabbisogni della forza lavoro del terziario milanese sembra poter essere fondato più che sulle variazioni prima descritte, in quelle che avvengono ai margini dei core occupazionali dei principali comparti, che sembrano evidenziare nella crescita diffusa dei tecnici anche a prescindere dall’Industria dello Spettacolo e di quella degli operai specializzati anche in settori diversi da quelli già menzionati. Da ultimo, se si osserva con quali forme contrattuali vengono avviati preferibilmente i lavoratori appartenenti alle diverse qualifiche professionali, si può osservare che tra gli avviati con contratti a tempo indeterminato più rilevante è l’incidenza degli assunti con figure operaie e come Impiegati, mentre tra gli assunti con contratti a tempo determinato è quasi doppio il peso tra il personale ad elevata qualifica e comunque maggiore tra gli assunti come tecnici e gli addetti alle vendite.

Graf. 1.10d – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali e tipologie contrattuali nell’insieme del mercato del lavoro della Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016

Dir. 30,0 Pers. non qual.

20,0

Prof. Int.

10,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

T. indet T. det.

Op. spec.

Imp. Add. vend.

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Va segnalato però che soprattutto nel caso degli assunti con qualifiche nelle professioni intellettuali, la netta prevalenza degli assunti a contratti a termine è dovuta principalmente al peso che tra gli assunti con queste qualifiche assumono gli avviati dell’Istruzione e dell’Industria dello spettacolo, settori in cui la domanda di lavoro e nettamente caratterizzata dalle assunzioni a tempo determinato. Va inoltre segnalato come è da osservare invece che tra gli addetti alle vendite è elevatissima anche la quota assunta con il lavoro interinale (il 43% del totale degli assunti con questa forma contrattuale), fenomeno legato principalmente alle catene alberghiere e a quelle della GDO. Queste tendenze risultavano ancor più accentuate negli anni sino al 2014, prima che venissero attivati gli incentivi alla stabilizzazione della forza lavoro, di cui hanno beneficiato in misura più accentuata i lavoratori assunti con qualifiche apicali.

1.8

Il territorio come categoria di analisi del mercato del lavoro

Da quanto sin qui scritto, emerge con chiarezza come nel periodo compreso tra il 2015 e una parte dell’anno successivo la Città Metropolitana di Milano sia stata investita da intensi quanto contraddittori processi di trasformazione, che hanno inciso in modo significativo sull’andamento del mercato del lavoro, anche se è prematuro affermare che questi si possano accompagnare ad altrettanto significativi mutamenti degli assetti produttivi della provincia. Complessa e diversificata è la natura dei processi che hanno caratterizzato le dinamiche occupazionali milanesi, che hanno risentito degli effetti sovrapposti di una ripresa economica, timida, ma che dura ormai da più di due anni, di un evento come Expo, che ha esercitato un forte impatto sia sull’economia che sul lavoro milanesi, nonché di altri fattori istituzionali e politici come la riforma del mercato del lavoro e i provvedimenti di incentivazione alle assunzioni a tempo indeterminato. Accadimenti che producono effetti che sembrano quindi aver determinato nel 2015 una spinta omogeneamente positiva, e nel primo semestre dell’anno successivo un riflusso che, come si è spiegato, sembrerebbe aver determinato un rallentamento altrettanto omogeneo delle dinamiche occupazionali. Ciò non è vero, né in un caso né nell’altro, anche se si limitasse l’analisi al solo andamento della domanda di lavoro suddivisa per i diversi territori che compongono la Città Metropolitana di Milano (cfr. graff. 1.11 e 1.12 sulle variazioni delle assunzioni per area circoscrizionale per l’impiego, rispettivamente tra il 2014 ed il 2015 e il secondo tra il primo semestre del 2015 rispetto al primo semestre del 2016). Come si vede, l’immagine dei territori della Città Metropolitana appare quindi variegata, evidenziando come i principali fattori del cambiamento indicati nelle pagine precedenti abbiano avuto ricadute differenziate da area ad area. Ed è per descrivere in modo accurato l’insieme di questi processi, che si è optato di articolare il rapporto di quest’anno in una serie di monografie di carattere territoriale, prendendo in esame le nove aree circoscrizionali per l’impiego.

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Graf. 1.11 – Variazioni percentuali degli avviamenti nelle aree circoscrizionali per l’impiego della Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 35,0

30,3

30,0 25,0

18,6

20,0 12,1

15,0

13,5

13,9

14,6

15,0

16,6

6,9

10,0 2,6 5,0 0,0 ROZ

MAG

A MIL

C.M. MI

SDM

MI

MEL

NO MIL

COR

RHO

Graf. 1-12 – Variazioni percentuali degli avviamenti nelle aree circoscrizionali per l’impiego della Città Metropolitana di Milano. Primo semestre 2015 primo semestre 2016 21,1

25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 -5,0 -10,0

-14,8

-15,0 -20,0 -25,0 -30,0

-20,7 -28,7 RHO SDM

-18,3

A MIL

-9,2

-8,5

-5,6

-7,8

-18,1

MAG

ROZ

MEL

C.M. MI

NO MIL

MI

COR

I motivi che spiegano la scelta di questa partizione territoriale sono essenzialmente due. Il primo risponde alla necessità di legare comunque gli ambiti territoriali oggetto di analisi ad un livello istituzionale di governo o di gestione delle politiche pubbliche, che nel caso del lavoro è rappresentato appunto dai Centri per l’Impiego; è per questo motivo che si è optato per questa scelta, preferendola a quelle delle zone omogenee, utilizzate per la programmazione territoriale, o a quella delle AFOL, superata dal processo di accorpamento di queste strutture nell’AFOL metropolitana.

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Il secondo è un motivo che risponde principalmente a necessità conoscitive; infatti, più un’analisi territoriale prende in considerazione aree circoscritte, più affinata può essere la comprensione dei processi che in esse si registrano. Una conferma di ciò è data, ad esempio, dal caso dei due territori limitrofi di Corsico e Rozzano, afferenti entrambi alla zona omogenea del Sud Ovest Milanese, che da alcuni anni stanno conoscendo andamenti quasi antitetici, che qui si sono potuti cogliere con nettezza proprio in virtù della scelta metodologica di analisi che si è scelto di adottare24. Queste indagini a scala territoriale sub provinciale rappresentano una delle tematiche che sono state più costantemente al centro delle indagini promosse dall’Osservatorio Mercato del Lavoro della Provincia di Milano, da quando ha dato il via alla nuova serie del Rapporto sul mercato del lavoro. Un’attenzione che si è potuta sviluppare principalmente grazie ad un utilizzo sempre più sofisticato dei dati amministrativi del lavoro desunti dalle comunicazioni obbligatorie (COB) che le imprese sono tenute a trasmettere nel caso di attivazioni, cessazioni o trasformazioni dei rapporti di lavoro. Un obbligo che a partire dal 2007 è stato esteso anche alle istituzioni pubbliche, enti, associazioni e le famiglie e che oggi abbraccia quindi non solo il lavoro subordinato, ma anche diverse forme di lavoro indipendente. Tali dati vengono raccolti in modo continuativo e rappresentano pertanto una fonte costantemente aggiornabile, che consente di raccogliere una ricca messe di informazioni concernenti sia i lavoratori che entrano ed escono dal mercato del lavoro, sia le imprese e gli altri soggetti che operano queste attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro. In tal modo, statistiche che consentono di abbinare le informazioni relative ai lavoratori con quelle delle imprese, consentono di analizzare in modo più dettagliato anche i comportamenti delle imprese, e attraverso a questi, le aspettative sull’andamento dell’economia25. La questione sul carattere previsionale dei dati delle COB è un tema tuttora controverso e non condiviso, ma l’esperienza maturata nel corso di questi ultimi anni con l’Osservatorio Mercato del Lavoro consente di sostenerla, anche perché in questi anni si sono affinate tecniche di elaborazione dei dati che hanno consentito di cogliere sovente anche questi aspetti.

24

Va segnalato che anche altre aree, che qui verranno trattate unitariamente mancando il livello istituzionale di riferimento, presentano andamenti che presentano forti divaricazioni al loro interno; è il caso soprattutto del Magentino e dell’Est Milanese, nei quali si sono accentuate in questi ultimi anni divaricazioni già evidenziate in altri studi, come quelli raccolti in una precedente edizione del Rapporto sul mercato del lavoro, mentre è prematuro vedere se processi analoghi si innescheranno nel dopo Expo anche nel Nord Ovest Milanese; cfr. Provincia di Milano (2007), Territori in movimento. Rapporto sui mercati locali del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano. 25 Cfr. Lo Verso, L. (2008), “Le imprese della provincia e il lavoro”, in: Provincia di Milano, L’arcipelago del lavoro milanese. Rapporto 2007 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano, pp. 273-294; Scanzaroli, C. (2010), “Imprese cooperative e mercato del lavoro in Provincia di Milano”, in: Provincia di Milano, Tempi difficili. Economia e lavoro in provincia di Milano, Rapporto 2009-2010, FrancoAngeli, Milano, pp. 311-351; Oldrini, A. (2010), “Le imprese artigiane sul mercato del lavoro milanese”, in Provincia di Milano, Tempi difficili, cit., pp. 353-378; Lo Verso, “Le imprese e il lavoro a Milano. Un quadro in movimento”, in Provincia di Milano: Gli anni dell’incertezza., cit. pp. 241-262.

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E’ stato proprio attraverso l‘analisi dell’uso del lavoro flessibile da parte delle imprese milanesi che si sono colti i sintomi di un indebolimento dell’apparato produttivo locale e l’avvicinarsi di una crisi più grave di quelle che si sono manifestate nei primi anni del nuovo secolo26. E le potenzialità di un simile uso dei dati amministrativi rappresentano una questione che avrà nei mesi a venire nuove possibilità di essere sperimentata, per cogliere le tendenze evolutive del sistema produttivo milanese del dopo Expo e per verificare quali effetti duraturi lasceranno le politiche pubbliche poste in essere in questi anni, come quelle delle incentivazioni. Ma le potenzialità maggiori delle statistiche desumibili dalle COB potranno essere evidenziate proprio nella lettura dei processi micro che si producono alla scala locale. Un fatto che sarà reso possibile proprio dal fatto questa fonte statistica presenta un altro fondamentale pregio, che è quello di poter fornire informazioni statistiche che possono essere georeferenziate con un buon margine di precisione27 sino alla scala comunale, superando in tal modo i limiti delle rilevazioni campionarie come quelle delle Indagini sulle forze di lavoro dell’ISTAT. Un punto di forza che consente di ovviare al limite delle COB che, essendo una raccolta di dati di flusso, cattura solo quello che si muove ai margini del mercato del lavoro, ovvero ciò che si muove in entrata e in uscita, ma non fornisce dati sull’insieme della struttura occupazionale. E’ proprio facendo leva su questa risorsa che già in passato si sono sviluppate ricerche che consentivano di fornire quadri aggiornati sulle principali caratteristiche dei mercati locali del lavoro a scala sub provinciale e sui processi che si erano prodotti nel passato28. Tali dati si prestano pertanto più che a condurre indagini di carattere strutturale, a sviluppare analisi sulle tendenza in atto nei sistemi produttivi, sia sugli aggregati territoriali convenzionali, sia a scala locale; è in questo modo che si possono cogliere meglio le differenziazioni che si producono nei diversi territori, consentendo di individuarne le peculiarità e di isolare fenomeni emergenti e problematicità che normalmente andrebbero smarriti nelle indagini più convenzionali condotte sui dati aggregati, agevolando l’ideazione e l’implementazione delle politiche del lavoro. Un esempio di ciò viene fornito, ad esempio, dalla valutazione dell’impatto di Expo, immediatamente percepibile attraverso la comparazione delle dinamiche delle diverse aree della domanda di lavoro, che evidenzia come non tutte abbiano comunque risentito dei benefici effetti prodotti dal grande evento ed anzi corrano il rischio di non cogliere le opportunità offerte da un periodo di miglioramento del ciclo economico.

26

Cfr. Provincia di Milano (2004), Flessibile, molto flessibile…. Rapporto 2003 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano; Provincia di Milano (2008), L’arcipelago del lavoro milanese, cit.. 27 Appaiono tuttora problematiche le COB effettuate dalle Agenzie del Lavoro che tendono sovente a riferire il luogo di lavoro alla sede della società utilizzatrice anziché al luogo effettivo in cui il lavoratore effettua la propria missione; un problema analogo alle segnalazioni del lavoro interinale, si riscontra anche nel caso di COB relative ad altre modalità contrattuali di assunzione effettuate da imprese di alcuni settori come quelli delle Costruzioni e di specifiche tipologie di aziende come, ad esempio, quelle delle catene alberghiere, delle società multiservizi o delle cooperative di lavoro. 28 Cfr.: Fugagnoli, P. (2003), ”I mercati del lavoro circoscrizionali nel corso del 2002”, in Provincia di Milano, L’anno dei paradossi. Rapporto 2002 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano, pp. 295-387; Benzi, C. (2008), “Moto continuo, Immagini dei territori milanesi”, in: Provincia di Milano, L’arcipelago del lavoro milanese, cit. pp. 311-379.

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Non solo; l’esame comparato delle dinamiche territoriali può consentire di cogliere significative aree di intervento per politiche mirate come quelle, per esempio, rivolte al sostegno dell’occupazione femminile e di quella giovanile, che se da un lato presentano sovente a Milano situazioni migliori anche rispetto non solo del resto del Paese, ma anche da quelle di realtà limitrofe lombarde, evidenziano però accentuate differenze anche tra le diverse aree della Città Metropolitana (cfr. graff. 1.13 e 1.14).

Graf. 1.13 – Incidenza percentuale della componente femminile sul totale degli avviati nelle aree circoscrizionali per l’impiego della Città Metropolitana di Milano. Anni 2015-primo semestre 2016 50

39,5

45

41,4

39,7

45,1

45

42,6

46,5

45,1

47,5

35,2

40 35 30 25 20 15 10 5 0

SDM

MAG

NMI

ROZ

MEL

C.M. MI

COR

A. MIL.

MI

RHO

Graf. 1.14 – Incidenza percentuale degli avviati per classi di età (15-29 anni) nelle aree circoscrizionali per l’impiego della Città Metropolitana di Milano. Anni 2015-primo semestre 2016 45

39,6

40 35

31

31,5

31,7

33,6

33,9

34

39,7

40,9

34,8

30 25 20 15 10 5 0 NMI

A. MIL.

MAG

MEL

RHO C.M. MI

MI

ROZ

SDM

COR

Si tratta inoltre di mettere al lavoro i numeri del lavoro, rendendo sistematiche quelle sperimentazioni effettuate nelle precedenti edizioni del Rapporto e altri lavori che con questi hanno interagito, che hanno consentito in passato di analizzare diverse problematiche, come

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ad esempio, i flussi di mobilità territoriale del lavoro29, la capacità attrattiva dei diversi territori30, ma anche quelle della capacità di autocontenimento del lavoro, ovvero di creare opportunità lavorative per i propri residenti, condizione necessaria soprattutto per le fasce più deboli del mercato del lavoro31, che ancora in questi anni presentano accentuate diversità da area ad area.

Graf. 1.15 – Incidenza percentuale degli avviati residenti sul totale degli assunti nelle aree circoscrizionali della Città Metropolitana di Milano. Anni 2015-primo semestre 2016 43,8 45

41,1

40

36

33,7 35 30

24,2

25,7

25,9

26,2

25 20

15,4

15 10 5 0 COR

ROZ

NMI

SDM

RHO

MEL

MI

MAG

A. MIL.

Quest’ultima esemplificazione richiama inoltre la necessità di imparare a utilizzare i dati del lavoro non solo per quanto riguarda gli aspetti che attengono la domanda e l’offerta di lavoro, ma anche per sondare i fabbisogni dei territori, ovvero delle aspettative dei cittadini che vi abitano, come è stato svolto in passato in altri lavori relativi, ad esempio, ai fabbisogni formativi, un tema che per anni è stato analizzato solo dal punto di vista delle imprese anziché da quello dei fruitori dei servizi32. Il rapporto che viene qui presentato costituisce, quindi, non solo uno strumento conoscitivo dei processi intercorsi nel mercato del lavoro milanese tra il 2015 e il 2016, ma un modo per tracciare un’agenda di lavoro per gli anni a venire, consapevoli che attorno al lavoro si gioca una partita complessa, dalla quale dipendono in buona misura il rilancio dello sviluppo della realtà economica e sociale della Città Metropolitana, uscita duramente provata e profondamente trasformata dalla lunga crisi che è seguita al 2008 e che necessita di politiche accorte, che possano coniugare crescita economica e coesione sociale. 29

Cfr. Fumagalli, G. (2002), “La mobilità territoriale degli assunti”, in Provincia di Milano, Le trasformazioni del mercato del lavoro e le politiche dell’occupazione in provincia di Milano. Rapporto 2001, FrancoAngeli, Milano; Cavicchini, E., Benzi, C., Corsi, E., (2004), Chi viene e chi va. Dinamiche occupazionali e politiche del lavoro nel Comune di Cinisello Balsamo, CDRL - Comune di Cinisello Balsamo. 30 Cfr. Benzi, C., Corsi, E., Fugagnoli, P. (2004), “Struttura del mercato del lavoro e mobilità del lavoro nell'Est milanese: un'analisi a scala comunale condotta sui dati dei Centri per l'Impiego”, in Provincia di Milano (2004), Flessibile, moto flessibile…., cit. 31 E. Cavicchini (a cura di) (2011), Struttura produttiva e dinamiche occupazionali a Basiglio. Un’analisi del territorio comunale tra il 2004 e il 2010, FrancoAngeli, Milano. 32 Tué, P., Corsi, E., Cavicchini, E. (2004), Il potenziamento dell’offerta formativa come leva dello sviluppo locale, CDRL – Consorzio Sud Ovest Milano per la formazione professionale, Milano.

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2 2.1

L’area circoscrizionale di Milano Il quadro economico

Le analisi delle tendenze economiche e del mercato del lavoro milanese non possono che partire da quelle della città di Milano, poiché esse sono in primo luogo uno studio di un gioco di interdipendenze, con i processi che interessano l’area centrale che condizionano quelli degli altri territori, sia per il peso che il capoluogo storicamente presenta, sia perché l’organizzazione spaziale di una molteplicità di attività e di funzioni si irradia dal capoluogo in un continuo gioco di riorganizzazione gerarchica e funzionale delle stesse. Certo il primo fattore che conferisce a Milano questo suo ruolo preponderante deriva proprio dal suo peso in tutti i principali indicatori economici, a cominciare da quelli relativi alle imprese e ai lavoratori. Prendendo in considerazione i dati di stock disponibili relativi all’ultimo Censimento dell'industria e dei servizi dell’ISTAT, ad esempio, il complesso delle imprese33 attive rappresentavano nel 2011 il 57,5% del totale provinciale, mentre i loro addetti ammontavano complessivamente al 56,2%. Considerando i dati di flusso nel corso dell’ultimo decennio, il numero delle assunzioni effettuate a Milano è passato dal 64,8% del 2007 al 69,0% del primo semestre del 2016, quello degli avviati è salito dal 57,4% al 63,7% e le imprese attive sul mercato del lavoro hanno oscillato tra il 54,1% e il 55,8%, (valori simili a quelli di stock del Censimento), con una punta nel 2013 pari al 56,8%. Tuttavia, la preminenza della Città di Milano sul resto della provincia non deriva solo da questi aspetti quantitativi; vi sono, ad esempio, numerosi altri aspetti qualitativi, come quelli derivanti da un’analisi dell’articolazione del suo apparato produttivo. Ormai da decenni fortemente orientata in senso terziario, nella città permane ancora una residua presenza di attività industriali tant’è che il Censimento del 2011 stimava che esse spiegassero solo l’8,1% degli occupati dell’area. Ciò è vero soprattutto per il manifatturiero in cui Milano presenta una marcata despecializzazione, con valori che sono pari alla metà della media provinciale, mentre la situazione appare diversa in altri comparti industriali, soprattutto per quello della Fornitura di energia elettrica e gas, in cui presenta una elevata specializzazione, derivante però da un numero limitato di imprese. In questo comparto, ma il discorso vale anche per il manifatturiero, l’importanza del’industria deriva principalmente da una ancora rilevante presenza di headquarters, soprattutto di imprese multinazionali. Il ruolo principale di Milano si gioca comunque nei settori del terziario, in cui cresce per contro l’importanza dei settori innovativi e si registra, per il 2016, una sostanziale stagnazione dei settori a minore valore aggiunto.

33

Qui, come nei capitoli successivi, si considerano congiuntamente le imprese private, le istituzioni pubbliche e il settore non profit.

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Primeggia in particolare il ruolo delle attività finanziarie, in cui la città vanta un elevato indice di specializzazione34 (1,4). Milano è, infatti, la piazza finanziaria italiana per eccellenza; hanno qui la sede o i centri direzionali la maggior parte dei principali gruppi bancari italiani e di diversi grandi gruppi assicurativi, una presenza che sta connotando in modo rilevante anche le trasformazioni urbane sia nelle aree centrali (Garibaldi-Isola e Citylife) che in quelle più decentrate (Portello e Bicocca) e nuove opportunità potrebbe essere offerte dalla nuova situazione apertasi con il dopo Brexit. Valori di specializzazione analoghi o di poco inferiori vengono presentati da diversi altri settori terziari come quello delle Altre attività professionali; hanno sede a Milano molte delle principali imprese che operano nel Made in Italy, dalla moda al design35 e la città è anche uno dei principali poli di produzione dell’industria pubblicitaria. Elevatissima è la rilevanza economica ed occupazionale dei Servizi dell’Informazione e comunicazione (in primo luogo l’editoria e la televisione con il loro indotto, ma anche la telefonia e l’informatica), nonché dei Servizi alle imprese. Costante è l’aumento della rilevanza della Sanità, un settore in cui Milano vanta un tasso di specializzazione superiore anche a quello dell’Istruzione, nonostante il ruolo svolto in essa dal sistema universitario, probabilmente il più forte d’Italia. Va segnalato, tra l’altro, che anche nei comparti terziari in cui il grado di specializzazione di Milano è diminuito, ciò è dovuto principalmente alla irradiazione del sistema Milano sui territori circostanti, come sta avvenendo appunto nel settore della Sanità, della Comunicazione e dei Servizi alle imprese, dove si sono affermati o crescono importanti nuovi poli come nel Nord e nel Sud Milano per il primo, nel Nord e nell’Est per il secondo, nell’Ovest, con il sistema espositivo e relativo indotto, per gli ultimi. Il settore che sta esprimendo ormai da molti anni le performance migliori sia in termini di imprese che di occupati, è rappresentato però da uno che non viene mai annoverato tra le eccellenze milanesi ed è quello dell’Alloggio, sia per quanto riguarda il comparto alberghiero che per quanto concerne la ristorazione, un fenomeno che è spiegato in buona misura dalla rilevanza del turismo d’affari (ma in tempi più recenti anche di altre forme come quelle connesse alla sanità e alla cultura), dai mutamenti intervenuti nell’organizzazione del lavoro (l’outsourcing di una serie di funzioni precedentemente assolte da strutture interne), nonché dal costante aumento dei consumi per il tempo libero.

34

L'indice di specializzazione settoriale indica la concentrazione regionale dei diversi settori e comparti economici. Per calcolarlo ci si avvale del sistema di classificazione delle attività economiche NACE, che classifica le definizioni delle attività economico/industriali. La concentrazione regionale può essere calcolata adottando diversi indicatori, tuttavia generalmente si tende utilizzare il numero delle aziende e degli addetti grazie alla loro più facile reperibilità. In questo caso l'unità spaziale, per cui è stato calcolato l'indice di specializzazione settoriale, è il comune rispetto all’intera area della Città Metropolitana. Un indice di specializzazione settoriale pari a 1 indica che la percentuale di addetti nel comparto equivale alla percentuale in tutto il territorio. Un valore inferiore a 1 significa che il comparto è sottorappresentato, un valore superiore a 1 indica una sovrarappresentanza, ovvero una forte presenza del comparto nel comune. Partendo dall'indice di specializzazione settoriale è possibile trarre conclusioni sulla presenza e sul grado di dipendenza del comune da un specifico comparto di attività economica. 35 Anche in questo caso la crescita di questi settori si è accompagnato ad un forte impatto sull’assetto urbano della città, che ormai hanno mutato il volto di interi quartieri come, ad esempio, quello di Porta Genova (è il caso della moda) e lungo l’asse del Naviglio Grande (il design).

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Gli effetti positivi generati da Expo su questo settore nel corso del 2015, si sono quindi venuti ad assommare a tendenze già in atto e che si legano sia a processi connessi all’evoluzione strutturale dell’economia milanese, sia a mutamenti in atto nei costumi. Va altresì segnalato come anche i settori che sembrano presentare tassi di specializzazione più contenuti (è il caso, ad esempio, della Logistica) o in cui Milano risulti addirittura despecializzata (è il caso del Commercio), segnalano comunque sempre aumenti degli occupati, anche se inferiori a quelli che si registrano nel resto della provincia. Entrambi questi settori sono quindi interessati da una riorganizzazione spaziale delle attività produttive, con una crescita fuori dalla città di funzioni metropolitane (il caso della GDO e del suo indotto è emblematico sotto questo aspetto), anche se sovente la funzioni direzionali sono rimaste concentrate nel capoluogo, quando addirittura non si siano registrati processi di ricentralizzazione su di esso. Non sorprende che un contesto come quello della città di Milano che, anche negli anni più acuti della crisi, ha conservato una simile rilevanza, continui ad esercitare una forte capacità attrattiva, testimoniata in primo luogo dai flussi della mobilità territoriale del lavoro, favoriti da un costante potenziamento del sistema infrastrutturale, a cominciare da quello ferroviario e dal sistema delle metropolitane. Non meraviglia quindi che Milano sia interessata da forti flussi di pendolarismo, sia in entrata che in uscita, ben riscontrabili anche nei dati amministravi delle COB, che evidenziano come tra gli assunti a Milano, poco più del 35% sia rappresentato da domiciliati nella città, mentre in diverse aree della provincia (tutte quelle del Sud Milano, il Nord Milano e il Nord Ovest Milanese) il peso dei residenti nel capoluogo supera da diversi anni il 20% degli avviati36. Così come non sorprendono le buone performance demografiche milanesi, che evidenziano come il capoluogo presenti la più alta densità di popolazione (7.408,1 ab./kmq) e un incremento demografico che, stando all’ISTAT, tra il 2012 e il 2015 è stato pari all’8,5%. Un dato che evidenzia una ripresa demografica della città, ma che per la sua entità non appare del tutto convincente, nonostante il forte incremento dell’offerta abitativa e l’abbassamento relativo dei costi dell’abitare, soprattutto nelle periferie, nonché la crescita della popolazione straniera, che registra a Milano un’incidenza di gran lunga superiore a quella delle altre zone della Città Metropolitana. Prima di passare ad analizzare la domanda di lavoro di Milano nei suoi aspetti quantitativi e qualitativi, va premesso che un’analisi delle tendenze più recenti del lavoro condotta con i dati amministrativi, sconta qui più che altrove un limite della fonte statistica, che include solo una parte del lavoro indipendente, e non raccoglie informazioni, ad esempio, sulla galassia delle libere professioni37, così come non include informazioni statistiche sul fenomeno dei voucher, che ha registrato una crescita fortissima a partire dal 2012 e che probabilmente, proprio in una realtà come quella di Milano ha conosciuto nel 2015 un impulso particolare, specie in alcuni settori che dovrebbero aver risentito in misura maggiore dell’effetto Expo38. 36

Solo nell’Alto Milanese tale incidenza si ferma a poco del 10% degli assunti, mentre nel Magentino essa si attesta attorno al 15%. 37 Ciò vale soprattutto per il mondo delle Partite IVA in cui, nonostante recenti provvedimenti introdotti dal Jobs Act, si cela una quota di lavoro subordinato camuffato. Si tratta, tra l’altro, di professioni che sono particolarmente diffuse nei settori del terziario avanzato, ma anche nelle attività come quelle della Sanità e della Cultura. 38 Per contro, va evidenziato come i dati relativi alle assunzioni con contratti di lavoro subordinato risultanti a Milano potrebbero essere parzialmente sovrastimati a causa della presenza nel capoluogo di catene commerciali, alberghiere o di società multiservizi che imputano alla sede centrale di Milano tutti gli avviamenti effettuati nelle altre localizzate in provincia.

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2.2

La domanda di lavoro di Milano: gli avviamenti

E’ proprio l’effetto dell’Esposizione Universale che probabilmente spiega le buone performance occupazionali della città, almeno per quanto riguarda i nuovi rapporti di lavoro che evidenziano andamenti migliori di quelli dell’insieme della Città Metropolitana per tutto il periodo preso in esame39. In particolare nel 2015 l’incremento delle assunzioni è stato pari al 14,6%, superando di oltre un punto la media provinciale e anche nel corso della prima parte del 2016, seppure in calo, il valore di Milano risulta migliore dell’insieme degli altri territori di quasi tre punti percentuali. La reale portata occupazionale di queste dinamiche è però parzialmente ridimensionata dal fatto che nel capoluogo l’incidenza degli avviamenti brevissimi della durata di un sol giorno risulti già da qualche anno stabilmente superiore di quella evidenziata dalla Città Metropolitana; infatti, essa è stata pari al 28,3% nel 2015 e addirittura al 29,7% nella prima parte del 2016, con un aumento secco di 3 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Graf. 2.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 700.000

609.655

600.000 532.013 500.000 400.000

310.713 293.300 277.345

300.000 200.000 100.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

Si tratta di un dato che riflette un aspetto strutturale della composizione della domanda di lavoro milanese e rispecchia la forte incidenza che su di essa hanno sia l’Industria dello spettacolo che quella alberghiera, due comparti con una domanda di lavoro peculiare, e che nel periodo esaminato, spiegano rispettivamente circa il 48% e il 39% di questa particolare modalità di assunzione.

39

Da un’analisi condotta nella preparazione di questo lavoro, si è osservato come a Milano dovrebbero essere stati effettuati circa 19.000 dei 31.000 avviamenti connessi direttamente alle attività poste in essere da Expo.

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Graf. 2.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 14,6 13,5 15 10 5,8 2,3

5 0 -5

-8,5 -5,6

-10 2015-2014

2.3

C.M. MI Milano

I° sem. 2016I° sem. 20162015 2014

La domanda di lavoro di Milano: i lavoratori avviati

Le dinamiche riguardanti gli assunti risultano abbastanza simili a quelle esposte per gli avviamenti, anche se in questo caso l’incremento degli avviati nel 2015 è leggermente inferiore a quello della Città Metropolitana (+13,4% rispetto al +13,8% provinciale), mentre opposta è la tendenza che si riscontra nel corso della prima parte del 2016, in cui gli assunti, analogamente alle assunzioni, vedono Milano registrare un calo più contenuto (-10,9%). Va segnalato, inoltre, come al netto degli avviamenti di 1 giorno, le dinamiche relative alle assunzioni a Milano presenterebbero andamenti leggermente peggiori mentre, al contrario, quelle degli assunti risulterebbero, seppur di poco, migliori, specie nel 2015. Da questi dati si può derivare che il mercato del lavoro di Milano si configura come quello che ha l’indice di flessibilità40 più elevato dell’intera area metropolitana, con valori in aumento sia nel 2015, quando tale indice sale a 1,92 rispetto all’1,90 del 2014, sia nella prima parte dell’anno successivo, quando registra un incremento anche maggiore, attestandosi a 1,77, quasi un decimo più che nello stesso periodo dell’anno precedente.

40

Definito dal rapporto tra il numero degli avviamenti e quello dei lavoratori avviati coinvolti.

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Graf. 2.3a – Avviati nell’area circoscrizionale di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 350.000

316.424 278.948 300.000 250.000 200.000

184.921 163.203 164.791

150.000 100.000 50.000 0

2014 2015

giu-14 giu-15 giu-16

Se si passa ad analizzare la composizione della forza lavoro che è stata avviata al lavoro almeno una volta nel corso dei diciotto mesi presi in esame, va evidenziato che per le diverse variabili socio-demografiche Milano non presenta marcati scostamenti rispetto al resto della provincia, anche per il peso che il capoluogo riveste sull’insieme della Città Metropolitana. Per quanto concerne la componente femminile, sorprendentemente il suo peso appare di poco inferiore alla media provinciale, ma solo se si prendono in esame gli avviamenti, mentre se si osservano gli avviati le donne incidono per il 46,5% sul totale dei nuovi assunti. Questo divario è riconducibile essenzialmente alla minor presenza femminile nei lavoratori assunti con contratti a tempo indeterminato ma soprattutto tra quelli assunti con contratti a tempo determinato della durata di giorno (poco più del 37% di questi avviamenti interessano donne) e conseguentemente nella loro sottorappresentazione in due settori, quelli dell’Alloggio e dei Servizi di informazione e comunicazione, che da soli spiegano il 41% degli avviamenti registrati a Milano. Per contro, rilevante è il peso della componente femminile in altri settori in cui più rilevante è l’incidenza delle assunzioni con contratti stabili come quelli del Commercio, della Sanità e soprattutto dei Servizi alla persona. Per quanto riguarda la componente giovanile, essa presenta a Milano valori leggermente più elevati che nel resto della provincia, indipendentemente dal fatto che si prendano in esame gli avviamenti che gli avviati, tra i quali il peso dei giovani registra un’incidenza del 34,8% a fronte del 34,0% della Città Metropolitana nel suo insieme. Va segnalato che nel corso dei primi mesi del 2016, mentre la componente femminile non evidenzia variazioni apprezzabili, quella dei giovani accusa un calo di quasi 2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Un calo che è presumibilmente imputato al fatto che la presenza dei giovani con meno di 29 anni è maggiore proprio nei settori del Commercio e in quello dell’Alloggio, che sono due dei comparti che a Milano hanno accusato una forte contrazione una volta esauritosi l’effetto EXPO41. Per contro, per quanto riguarda gli appartenenti alle classi di età più mature, la città Milano ha registrato tra il 2015 e il 2016 una quota di questi lavoratori inferiore alla media provinciale di quasi un punto, sia per quanto attiene agli avviamenti che agli avviati; il peso di questa componente sta aumentando in modo continuo dal 2011, un dato che è presumibilmente attribuibile non solo agli effetti indotti sul mercato del lavoro dalle riforme previdenziali, ma anche dall’aumento dell’incidenza di alcuni settori in cui maggiore è la presenza di over-45, come nel caso dell’Industria dello spettacolo, nonché del loro peso in alcuni altri settori come i Servizi alle imprese e le Altre attività professionali.

Graf. 2.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale di Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

44,1 44,4

Donne 33,2 32,8

Età 15-29 25,6 26,1

Età 45 e oltre

Milano C. M. MI

25 24,4

Stranieri 0

10

20

30

40

50

Infine, rispetto alla la forza lavoro straniera, essa presenta valori solo di poco superiori alla media della Città Metropolitana per quanto riguarda le assunzioni, mentre sostanzialmente allineati sono quelli relativi agli assunti. L’incidenza dei lavoratori stranieri è sostanzialmente invariata da diversi anni, anche se nei primi mesi del 2016 registra una flessione di quasi un punto, un fattore che sembra riconducibile alle dinamiche non brillanti della domanda di lavoro in alcuni settori dove più elevata è rilevanza di questi lavoratori.

41

E’ comunque in questi due settori che è presumibile sia maggiore l’incidenza dei voucher, che hanno conosciuto un ulteriore boom nel corso dei primi mesi del 2016; si potrebbe quindi ipotizzare che i voucher siano stati utilizzati come strumento sostitutivo di altre forme contrattuali di avviamento, come si era registrato negli anni immediatamente successivi all’inizio della crisi, quando, ad esempio, proprio negli stessi settori le assunzioni a tempo determinato sono state in parte sostituita da quelle con contratti di lavoro intermittente. Cfr.: Cavicchini, E. (2010), “Tempi difficili. Il mercato del lavoro e il sistema produttivo milanese nel biennio 2009-2010”, in Provincia di Milano, Tempi difficili. Economia e lavoro in provincia di Milano, Rapporto 20092010, FrancoAngeli, Milano, pp. 49-156.

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Milano presenta infatti un’incidenza della presenza straniera più elevata della media provinciale nel lavoro domestico, nell’Alloggio e nelle Costruzioni, settori in cui come si vedrà più diffusamente più avanti, gli avviamenti hanno registrato cali anche pronunciati. Per contro è migliorata la loro presenza proprio nei comparti che hanno evidenziato le performance migliori, ovvero quelli legati all’industria dello spettacolo e nei Servizi alla persona.

2.4

La domanda di lavoro di Milano: i datori di lavoro

Per quanto riguarda le imprese che assumono, Milano presenta dinamiche non particolarmente brillanti; dopo essere stata per molti anni l’area che ha presentato andamenti migliori dell’insieme delle zone che compongono la Città Metropolitana, proprio nel 2015 evidenzia un incremento più contenuto della media (+13,1%), mentre nel corso dei primi mesi del 2016 registra un andamento in linea con essa (-12,1%).

Graf. 2.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 45.000

41.059

40.000

36.304

35.000 30.000

28.874 26.297 25.345

25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0

2014 2015

giu- giu14 15

giu16

Si tratta di un fenomeno che sembra accomunare tutti i settori, ma che appare più accentuato nell’Industria e nelle Costruzioni, mentre nel terziario interessa anche principalmente comparti importanti come quelli del Commercio e dei Servizi alle imprese. Da segnalare altresì, che in entrambi gli anni si registra una sensibile contrazione del numero medio per azienda che assume, sia osservando gli avviamenti che gli assunti, la qual cosa potrebbe essere anche un segnale positivo, perché significherebbe che in questi diciotto mesi la crescita della domanda di lavoro ha avuto un carattere più estensivo, se non fosse che il numero complessivo delle imprese che assumono è aumentato ancora in misura contenuta.

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2.5

La domanda di lavoro di Milano: i settori produttivi

Se si passa ora ad analizzare la composizione settoriale della domanda di lavoro, si evidenzia come Milano sia l’area in cui maggiore è l’incidenza del terziario, che spiega costantemente una quota di assunzioni che oscillano attorno al 92% degli avviamenti e all’87,5% dei nuovi assunti. Nel corso del 2015, il macrosettore dei Servizi ha evidenziato una crescita abbastanza pronunciata (+14,5%), che è comunque inferiore a quella registrata nella maggior parte delle altre aree circoscrizionali della Città Metropolitana, fatta eccezione per le aree dell’Ovest Milanese e di Rozzano. Per contro, nel corso dei primi mesi del 2016 a Milano il terziario registra una flessione del 4,8%, che è però anche il miglior risultato registratosi in tutta la provincia, fatta eccezione per l’area di Corsico. L’industria a Milano rappresenta un settore complessivamente marginale, nel quale le assunzioni sono addirittura inferiori a quelle delle Costruzioni e il cui peso nei diciotto mesi esaminati si è fermato al 3,5% delle assunzioni e al 5,5% dei neoassunti. Vanno in compenso evidenziate le forti oscillazioni registratesi nel corso di questo periodo; gli avviamenti mostrano infatti un forte incremento pari al 30,1% nel corso del 2015, e una forte contrazione (-18,3%) nel semestre successivo. Queste forti variazioni sembrano però riflettere come il macrosettore abbia risentito in modo sensibile dell’effetto Expo, com’è confermato dal fatto che il 25% delle assunzioni in più registratesi nel corso del primo periodo sia imputabile alle Industrie alimentari, e un altro 15% ai settori del Made in Italy, ovvero due comparti fortemente connotati, come si vedrà meglio più avanti, dalle attività commerciali.

Graf. 2.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 3,5

Agr. 0,1

Costr. 4,5

Servizi 91,9

Il settore delle Costruzioni a Milano supera quello dell’Industria sia per quanto concerne gli avviamenti (tra il 2015 e il primo semestre del 2016 esso si attesta al 4,5%), sia per quanto riguarda gli avviati, che spiegano il 7% del totale dei nuovi assunti. Concorrono a determinare questa situazione non solo le attività dell’edilizia in senso stretto, ma anche le attività connesse all’impiantistica, che nel capoluogo assumono una rilevanza particolare. Se si osservano, però, le dinamiche complessive della domanda di lavoro del settore, si evidenzia come essa abbia fatto registrare andamenti contenuti nel corso del 2015, quando le assunzioni hanno registrato un aumento del 6,9%, modesto se raffrontato a quello degli altri due macrosettori, ma rilevante se lo si confronta con quello delle altre aree (solo l’Alto Milanese, Rozzano e, non casualmente, Rho e evidenziano performance migliori).

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E’ possibile quindi che il settore abbia in qualche modo beneficiato delle attività connesse alla fase preparatoria di Expo, ma anche, con i primi cenni di ripresa, alla ripresa delle attività di manutenzione, che hanno sempre rivestito nel territorio, una rilevanza notevole e che potrebbero spiegare del resto come mai gli andamenti delle assunzioni nelle Costruzioni, pur in calo del 9,4% nei primi mesi del 2016, rappresentino il miglior risultato registrato in tutta la provincia, fatta eccezione per quello evidenziato dall’Alto Milanese. Per comprendere appieno le dinamiche della domanda di lavoro a Milano, occorre cogliere la complessità dei processi che stanno interessando l’economia della città, prendend+o in esame in modo più dettagliato prima di tutto quella del Terziario e scomponendola per i diversi comparti che lo compongono, che, come si vedrà, registrano andamenti molto differenziati. L’analisi della domanda di lavoro di Milano, specie per quanto riguarda il terziario, è influenzata dagli eventi che si sono registrati nel corso del 2015 connessi allo svolgimento di Expo, un evento che ha avuto sul lavoro milanese un impatto che sicuramente è stato maggiore di quello misurabile attraverso le COB, e che può quindi indurre letture talvolta fuorvianti. Sono comunque in atto anche altri processi che si sovrappongono a quelli di un evento come l’Esposizione Universale e che spiegano la buona tenuta registratasi anche nella prima parte del 2016. Tra i comparti che hanno maggiormente beneficiato degli avvenimenti del 2015, c’è sicuramente quello dell’Alloggio, che ha registrato nel corso di quell’anno un aumento del 26,4% delle assunzioni e del 28,1% dei nuovi assunti, una performance decisamente superiore alla media del terziario della città e sostanzialmente in linea con quello della Città Metropolitana, che ha fatto salire il peso del comparto di quasi 2 punti attestandosi al 20%. Da notare, tra l’altro, che il maggiore apporto a questo risultato viene dalle Attività di ristorazione (+34,4%), mentre più contenuto è stato quello del settore alberghiero (+20,7%), anche se va evidenziato che a Milano sono rilevanti i processi di outsourcing, con il coinvolgimento di numerose aziende afferenti al comparto dei Servizi alle imprese. La conclusione dell’Esposizione Universale non sembra però aver colpito il comparto dell’Alloggio come ci sarebbe potuto attendere, visto che nei primi sei mesi del 2016 vi si registra un calo del 7,6%, che ha interessato più il settore della ristorazione (-9,6%) che quello degli Alberghi, mentre accentuati sono stati gli effetti sulle attività esternalizzate. Ciò sembra testimoniare che il settore dell’Alloggio manifesta una buona capacità di tenuta, sia grazie al turismo d’affari (che le attività del sistema espositivo alimenta positivamente), sia ad un buon andamento dei consumi connessi al tempo libero. Anche il Commercio ha evidenziato andamenti analoghi, con incrementi pari al 27,3% delle assunzioni e al 19,6% per quanto concerne gli avviati nel 201542, a cui hanno fatto seguito cali più pronunciati rispetto a quelli dell’Alloggio nel corso dei primi mesi dell’anno successivo (gli avviamenti calano infatti del 11,5% e i neoassunti addirittura del 16,6%). Fondam+entali in questo caso le performance del settore del Commercio al dettaglio, che nel primo periodo esprime tassi di variazione più che doppi rispetto al Commercio all’ingrosso, ma anche flessioni più accentuate nel periodo successivo.

42

Sia nel caso del Commercio che in quello dell’Alloggio, si può nuovamente lamentare la carenza informativa relativamente all’uso dei voucher, che hanno trovato in questi settori una grande diffusione; cfr. AA.VV. (2016), Il lavoro accessorio dal 2008 al 2015. Profili dei lavoratori e dei committenti, INPS, WorkINPS Papers, 2.

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Ciò è sicuramente legato alle fluttuazioni della necessità di forza lavoro generata da Expo, ma anche da processi più complessi, come quelli derivanti dalle difficoltà che negli ultimi anni sta incontrando anche la GDO, quella che in un precedente lavoro43 è stato definito una “fabbrica delle opportunità lavorative” per l’intenso utilizzo del lavoro flessibile, che negli ultimi tempi utilizza in modo più intensivo la forza lavoro dipendente in modo stabile, comprimendo il ricorso alla componente variabile. Le difficoltà, più o meno intense, palesate da alcune grandi catene, ne sono una dimostrazione; per contro, appare prematura una valutazione degli andamenti occupazionali nella piccola distribuzione, nella quale si registra per ora un rallentamento delle dinamiche imprenditoriali, anche per quanto riguarda l’imprenditoria etnica. Diverso è il caso del settore della Logistica che presenta andamenti positivi sia nel 2015 che nel semestre successivo, con incrementi delle assunzioni pari rispettivamente al 20,2% e al 7,8%, mentre l’aumento degli avviati si mantiene in entrambi i periodi su valori superiori all’11%. Anche in questo caso la crescita del primo anno è imputabile in parte all’effetto Expo (soprattutto nel settore pubblico e nel trasporto su ferro), ma essa risente anche di altri fenomeni, come lo sviluppo dei servizi connessi alla GDO e allo stoccaggio e distribuzione di merci. Non a caso è proprio il settore del Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti quello che registra i tassi di crescita più elevati e che si protraggono per l’intero periodo esaminato, mentre altalenante è l’andamento del settore del Trasporto terrestre, specie su gomma. Un settore che, nonostante l’apporto di Expo, manifesta difficoltà crescenti è quello dei Servizi alle imprese. Nel 2015 esso presenta un modesto incremento delle assunzioni, pari all’8,6%, ma il numero dei nuovi assunti rimane invariato, nonostante l’apporto determinante dei settori delle Attività di Noleggio, dei Servizi di vigilanza e delle imprese di pulizie, tutti interessati dalle attività dell’Esposizione universale, che però stentano a compensare le perdite che evidenzia quello delle Attività di supporto per le funzioni di ufficio, soprattutto per quanto riguarda i call center, che da alcuni anni vedono ridurre la propria rilevanza a causa dei processi di delocalizzazione in atto. E’ ovvio quindi che nel 2016 il settore abbia evidenziato andamenti negativi sia per quanto riguarda le assunzioni (-15,1%) che per gli assunti (-18,4%), confermando che il comparto continui ad essere interessato da una crisi strutturale, che ha fatto sì che nel corso degli anni della crisi il suo peso complessivo sulla domanda di lavoro di Milano si sia ridotto dal 19% a poco più dell’11%.

43

Cavicchini, E. (2013), “Cresce il lavoro, non i posti di lavori: il caso della distribuzione al dettaglio”, in Provincia di Milano, Lungo il tunnel. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano., cit., pp.112-142.

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Graf. 2.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 C - Manifatt. F - Costr. G- Commercio H - Logistica I - Alloggio J - Infor. e com. M - Att. Prof. N- Serv. Imp. P - Istruz. R - Att. Art. -30,0

-20,0

-10,0

1° sem. 2016-2015

0,0

10,0

20,0

30,0

2015/2014

Minore come incidenza complessiva, ma analogo nei comportamenti e nelle motivazioni è l’andamento delle Altre attività di servizi, che ha registrato un incremento degli avviamenti pari al 53,5% nel corso del 2015 e un loro drastico ridimensionamento (-30,6%) nel corso del primo semestre del 2016, con andamenti molto simili anche per gli assunti, in entrambi i casi trainati dal settore delle Altre attività dei servizi alla persona, nel quale vengono incluse attività che hanno beneficiato degli incrementi dei flussi turistici. Diverse le considerazioni che si possono svolgere analizzando le dinamiche evidenziate dagli altri comparti, a cominciare dai due nei quali rientrano gran parte delle assunzioni dell’Industria Spettacolo che, come evidenziato in una precedente edizione del Rapporto sul mercato del lavoro in provincia di Milano44, presenta dinamiche che risentono solo in misura ridotta degli andamenti congiunturali, muovendosi talora anche in controtendenza45. Il primo di questi è rappresentato dal settore dei Servizi di Informazione e Comunicazione che evidenzia un incremento delle si assunzioni del 18,3% nel corso del 2015 e del 13,2% nei primi mesi dell’anno successivo. Parzialmente diversi sono i dati palesati dagli assunti, che ad un aumento del 13,4% nel corso del primo anno, vedono seguire un calo del 3,9% nel semestre successivo. Va però segnalato che questi andamenti del comparto celano, da un lato, dinamiche costantemente positive nei settori delle Attività di programmazione e trasmissione46, in quello dell’Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, e in quello delle Attività dei servizi di informazione, mentre, dall’altro, si evidenziano 44

Mentre nel Nord Milano l’industria dello Spettacolo è rappresentata nella sua quasi totalità del settore della comunicazione televisiva e dal suo indotto, a Milano rilevanti sono anche altre attività, come quelle teatrali e musicali, quelle connesse al settore della pubblicità e più in generale quelle dell’entertainment. 45 Corsi, E. (2013), “Intermittenza e immaterialità. I lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo”, in: Provincia di Milano, Lungo il tunnel. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano. Rapporto 2012, cit., pp. 46 Questo settore che evidenzia sia nel 2015 che nel 2016 aumenti di assunzioni costantemente superiori all’87%, è probabilmente parzialmente sovrastimato per la non perfetta georeferenziazione degli avviamenti interinali.

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tendenze opposte nei comparti delle Telecomunicazioni e in quello delle Attività editoriali, che risente probabilmente di una sottostima legata alla crescita del lavoro indipendente, non catturato dalla fonte statistica qui utilizzata, connessa ai processi di deverticalizzazione dei cicli produttivi nel settore. Il secondo comparto connesso con l’Industria dello Spettacolo è rappresentato dal settore delle Attività artistiche e sportive, che presenta sì un buon andamento delle assunzioni nel primo anno (+16,1%), ma accusa poi, nella prima metà del 2016, una leggera flessione (0.7%) che appare decisamente più pronunciata nel caso degli assunti. Anche in questo caso, solo il settore più strettamente connesso con lo Spettacolo, ovvero quello delle Attività creative, artistiche e dell’intrattenimento è l’unico che presenta valori costantemente positivi, mentre gli altri registrano andamenti discontinui ed è proprio il comparto che presenta le connessioni più forti con il turismo (e quindi con Expo), ovvero quello delle Attività di biblioteche, Archivi, musei ed altre attività culturali a evidenziare le maggiori fluttuazioni della domanda di lavoro (+77,9% nel 2015, -60,9% nel 2016). Non stupiscono gli andamenti altalenanti ma comunque modesti dei settori delle Attività finanziarie e di quelle Immobiliari. Il primo, interessato da profondi processi di innovazione tecnologica, dalle conseguenti ristrutturazioni che interessano tutti i principali gruppi attivi sulla piazza di Milano, nonché il protrarsi del capitolo delle fusioni, registra tuttora forti riduzioni della forza lavoro impiegata (soprattutto nel settore bancario), mentre si intensifica l’uso del lavoro indipendente (principalmente in quello assicurativo). Il secondo non si è ancora ripreso dal lungo periodo di crisi del mercato immobiliare, e da un punto di vista delle dinamiche occupazionali, la gran parte della domanda di lavoro ruota attorno alle Attività di amministrazione di condomini e gestione di beni immobili. Abbastanza sorprendenti, sono invece le performance del comparto delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, che, unico del terziario, presenta valori costantemente negativi per tutto il periodo preso in esame. Gli avviamenti calano, ad esempio, dell’11,8% nel corso del 2015 e del 4,7% nei mesi seguenti. Va però segnalato che questo calo delle assunzioni si spiega in parte con il mutamento delle modalità di assunzione; proprio in questo che rappresenta storicamente uno dei settori con la forza lavoro più flessibile e dove più intenso era il ricorso anche al lavoro indipendente, si è registrato nel 2015 il più elevato incremento delle assunzioni a tempo indeterminato (tra il 2014 e il 2015 gli assunti con questa modalità contrattuale sono più che raddoppiati47). E’ quindi un fattore virtuoso, quello dell’incremento della domanda di lavoro stabile, quello che spiega in buona misura la riduzione della domanda di lavoro del comparto, anche se non si può negare che una parte di questo calo abbia altre motivazioni, tra le quali le controverse dinamiche del settore della Pubblicità e ricerche di mercato, nel quale pesa la già menzionata crisi dei call center, e delle attività connesse nel 2015 e delle Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale nell’anno successivo. Da ultimo, va segnalato come sostanzialmente stagnanti anche nel corso del 2015 e in calo pronunciato nel corso del semestre successivo siano quei settori in cui più rilevante è la presenza pubblica, ovvero l’Istruzione e la Sanità; nel primo la cosa è comprensibile visti gli

47

Il peso delle assunzioni con un contratto di lavoro a tempo indeterminato sale infatti dal 7,9% del 2014 al 20,6% dell’anno successivo, con un incremento in termini assoluti pari al 130,5%, a fronte di quello del 58,8% dell’insieme dell’economia di Milano. Il peso di questo tipo di assunzioni aumenta anche nel corso del primo semestre del 2016, attestandosi su valori doppi rispetto al periodo prima che venissero attivate le incentivazioni all’assunzione di personalità con questa modalità contrattuale.

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effetti che possono produrre l’avvio della stabilizzazione di una parte del personale precario, ma non si possono tacere gli effetti che stanno producendo i processi di razionalizzazione della rete scolastica e la compressione del personale tecnico ed ausiliario, che si sono accentuati proprio nell’ultimo anno. Duplice è il volto presentato anche dalle dinamiche del comparto della Sanità e dell’Assistenza, che se da un lato presenta un forte incremento degli assunti a tempo indeterminato, specie nella Sanità, dall’altro registra una forte contrazione delle assunzioni nel comparto dell’Assistenza, una cosa che potrebbe far pensare ad una riduzione delle attività connesse ai processi di esternalizzazione dei servizi, in qualche modo influenzati dalle perduranti ristrettezze della finanza pubblica. Nonostante queste ultime considerazioni, si può quindi concludere che, anche prescindendo dell’impulso straordinario venuto da Expo, il terziario a Milano stia conoscendo una fase di crescita, seppur lenta, favorita dall’andamento abbastanza positivo dell’economia cittadina; va altresì segnalato come tale tendenza si accompagni ad un miglioramento qualitativo della composizione della domanda di lavoro per tipologie contrattuali di assunzione, di cui beneficiano in primo luogo i settori del terziario avanzato e solo in misura più limitata in altri comparti. Visto il peso complessivamente modesto dell’industria nella città di Milano, non si analizzerà ugualmente nel dettaglio il suo andamento, come invece si farà per le altre aree della Città Metropolitana. L’industria a Milano, e segnatamente il comparto manifatturiero, presenta caratteristiche molto peculiari, connesse principalmente alla forte terziarizzazione implicita riscontrabile in molti settori, come, ad esempio, quello della metalmeccanica e della chimica farmaceutica48, che non a caso rivestono nel capoluogo un peso decisamente inferiore alla media provinciale e una domanda di lavoro che nel periodo preso in esame presenta variazioni abbastanza contenute. Per contro, sono sovrarappresentati alcuni comparti come quello delle Industrie alimentari, dell’abbigliamento e delle pelletterie. Le prime sono rappresentate per la gran parte da imprese artigiane, mentre, come le seconde includono imprese molto diverse tra cui una parte delle maison della Moda49, ma anche gli uffici di rappresentanza di aziende non milanesi, piccole imprese sovente artigiane e molte attività connesse alla vendita50. Non sorprende, quindi che questi settori, che sono per molta parte assimilabili al Commercio, ne condividano gli andamenti, con una domanda di lavoro in forte crescita nel 2015 e flessioni quasi altrettanto accentuate nei sei mesi successivi. Rilevanti sono i risultati evidenziati dai settori dell’industria della Fabbricazione della carta e della Stampa e riproduzione di supporti registrati, nei quali le modeste flessioni della prima parte del 2016 non intaccano i risultati evidenziati nel corso del 2015, ottenuti anche con una rilevante quota di assunzioni stabili. Per contro, abbastanza sorprendente è l’andamento del comparto della Riparazione, manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature, che evidenzia andamenti costantemente negativi, pur in presenza di un’elevata quota di lavoro a termine. 48

Va segnalato che, fatta eccezione per quello della Fabbricazione di prodotti in metallo, in tutti i settori afferenti alla metalmeccanica, il peso degli assunti con qualifiche tecniche o impiegatizie oscilla tra il 55% e il 70%, mentre nella chimica superano il 70% e nella farmaceutica l’85%, a riprova che di fatto a Milano sono posizionate essenzialmente funzioni direzionali o commerciali. 49 Diverse aziende del settore dell’alta moda come la Giorgio Armani SPA sono classificate nel terziario. 50 Ciò spiega come mai una parte significativa degli assunti in questi due settori vengano assunti con la qualifica di addetti alle vendite; questi lavoratori, infatti, spiegano quasi il 40%degli avviamenti nelle Industrie alimentari e più del 60% di tutti i settori del Made in Italy.

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Vi sono, infine, anche altri settori, che di fatto rappresentano nicchie produttive, che possono aver beneficiato dell’effetto indotto da Expo (è il caso, ad esempio, dell’Industria del legno e dei prodotti in legno51). Per quanto difficili da valutare compiutamente con i dati amministrativi, le tendenze complessive dell’industria a Milano non sembrano aver risentito dei buoni andamenti che si sono riscontrati soprattutto nel 2015 nella Città Metropolitana nel suo insieme, dove le attività, soprattutto quelle manifatturiere, mantengono ancora caratteristiche più tradizionali; nel capoluogo, pertanto, l’industria sembra quindi destinata ad avere una rilevanza sempre più marginale sull’economia e sul mercato del lavoro locale, nonostante l’importanza funzionale che essa mantiene soprattutto in alcuni comparti come la chimica - farmaceutica. 2.6

La domanda di lavoro di Milano: le forme contrattuali

Vista la composizione settoriale della domanda di lavoro espressa dalle imprese della città di Milano, se si passa ad analizzare le modalità contrattuali di avviamento utilizzate, non sorprende osservare come il peso delle assunzioni stabili, rivesta una rilevanza complessivamente inferiore a quello della Città Metropolitana nel suo insieme. Gli avviamenti effettuati nei diciotto mesi presi in esame con contratti a tempo indeterminato presentano, infatti, un’incidenza di quasi 1,5 punti percentuali inferiori alla media provinciale. Non solo; nonostante la forte crescita degli assunti con questo forma di contratto segnalata da alcuni settori, la crescita di queste assunzioni tra il 2014 e il 2015 (+58,9%) rimane inferiore a quella della Città Metropolitana, e soprattutto nelle quattro zone dell’Ovest, mentre evidenzia andamenti solo di poco superiori a quella delle aree del Nord Milano, dell’Est Milanese, e delle due del Sud Milano (Rozzano e San Donato), le quali presentano in compenso valori generalmente più elevati. Un dato che non viene mutato neanche dal calo significativamente migliore di quello registratosi a livello provinciale (-17,5% a Milano contro il -22,0% dell’insieme degli altri territori) nella prima metà del 2016, in cui solo l’area di Melzo presenta un andamento migliore di quello del capoluogo.

Graf. 2.7 – Avviamenti per principali forme contrattuali nella circoscrizionale di Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 50

44,2 44,0

40 30 20

19,1 17,7

10 0 TI

TD

15,6 15,2 13,9 16,3 8,15,9 Milano INT LAV. ALTRI AUT. SPE.

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Sono riconducibili a questo settore le aziende che si occupano di allestimenti; non a caso esso presenta un andamento molto sostenuto delle assunzioni nel corso del primo semestre, a cui corrisponde un forte calo nel corso della prima parte del 2016.

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Sempre tra le modalità di assunzione stabili, l’apprendistato presenta invece valori equivalenti alla media provinciale, grazie soprattutto alla crescita di questo tipo di assunzioni nel terziario che compensa le flessioni registratesi sia nell’industria che nelle Costruzioni. Per quanto riguarda gli avviamenti effettuati con contratti a termine, pressoché equivalente al dato provinciale è l’incidenza degli assunti con contratti a tempo determinato, anche se a Milano tra queste assunzioni hanno un peso molto maggiore quelle effettuate con contratti di lavoro della durata di un solo giorno, e quindi dai settori degli alberghi e della ristorazione e da quello dello Spettacolo; ciò comporta che l’uso di questa modalità contrattuale appare meno diffuso che in tutte le altre aree della provincia. Inferiore alla media provinciale è anche il peso degli avviamenti effettuati con contratti interinali, che presentano anch’essi un utilizzo meno esteso di quanto avvenga in tutte le altre aree della Città Metropolitana (solo il 4,1% delle imprese attive sul mercato del lavoro se ne sono serviti nel 2015 e nel 2016). Presentano invece un peso maggiore sia per quanto riguarda le assunzioni che le imprese che li utilizzano tutte le altre modalità di lavoro flessibile, dal lavoro intermittente al lavoro autonomo dello spettacolo, fino alle collaborazioni a progetto. Da segnalare, del resto come nel capoluogo ancora nel 2015-2016, quindi dopo l’entrata in vigore del Jobs Act che ha avviato a conclusione l’esperienza delle assunzioni con contratti a collaborazione coordinata e continuativa, ancora il 7% delle imprese che hanno effettuato assunzioni, si sono servite di questa modalità contrattuale, quasi la metà delle quali lo ha fatto in via esclusiva; un dato che conferma le perplessità espresse nel rapporto dello scorso anno52, sul provvedimento allora prossimo ad entrare in vigore, dubbi che partivano proprio da un’analisi delle imprese che se ne servivano soprattutto nel capoluogo. Se si osservano poi le dinamiche dell’uso delle diverse forme contrattuali a Milano nel corso del periodo 2015-2016, si può osservare come quasi nessuna presenti andamenti simili a quelli evidenziati dalle assunzioni a tempo indeterminato. Solo le assunzioni con lavoro intermittente presentano una disomogeneità di tendenza, che procede peraltro in modo opposto al tempo indeterminato. Esso presenta infatti un calo dell’1,4% nel corso del 2015 ed un sensibile incremento, pari al 9,5%, nel semestre successivo. Evidenzia invece tendenze costantemente positive l’utilizzo delle altre forme di lavoro subordinato a termine, pur presentando, ovviamente, performance migliori nel corso del 2015, quando, sotto l’impulso di Expo, le assunzioni interinali sono aumentate del 58,6% e quelle a tempo determinato del 14,2%. Anche nel corso della prima parte del 2016, invece, seppure con tassi decisamente più contenuti, queste forme di assunzione hanno continuato a mostrare buone performance, che sembrano testimoniare come il mercato del lavoro confermi, al di là dell’eccezionalità del 2015, un andamento positivo, che sembra però rientrare nello schema di comportamento tradizionale, con una rilevanza del lavoro a termine decisamente superiore a quella provinciale; tendenza a cui concorrono, tra l’altro, anche le modalità di assunzione con contratti di lavoro indipendente, con le assunzioni dei lavoratori autonomi dello spettacolo che compensano il calo delle collaborazioni.

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Cavicchini, E. (2015), Verso un nuovo inizio. La domanda di lavoro milanese nel biennio 2013-2014, Lattanzio Associati – Città Metropolitana di Milano, Milano.

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Graf. 2.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Milano. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -60,0

-40,0

Primo sem. 2016/2015

-20,0

0,0

20,0

40,0

60,0

2015/2104

Più complessa si presenta l’analisi della flessibilità oraria, rappresentata dai contratti a tempo parziale. Come succede anche in altre aree della Città Metropolitana, le assunzioni con contratti part-time presentano infatti un’incidenza sul totale degli avviamenti (31,4%) inferiore rispetto alla media provinciale (33,6%). Nello stesso tempo, però a Milano risulta maggiore il peso degli assunti, che nel periodo indagato si attestano al 37,3%, quasi cinque punti in più del dato della Città Metropolitana. Le performance dell’uno e dell’altro indicatore non sembrano evidenziare cambiamenti apprezzabili tra il 2014 e i primi mesi del 2016. Non si registrano differenze apprezzabili tra Milano e la Città Metropolitana né per quanto attiene la composizione di genere dei part-timers, (il peso delle donne oscilla in entrambe le realtà poco sopra al 56%) né per quanto riguarda la loro suddivisione per classi di età, con i giovani fermi al 37,5% e i lavoratori maturi oscillanti tra il 23% e il 24%. Accentuato è invece il divario per quanto riguarda l’incidenza degli cittadini stranieri; infatti, sia considerando gli avviamenti che gli assunti, il peso espresso dai lavoratori stranieri a Milano (rispettivamente il 42,2% delle assunzioni e il 45,8% degli assunti) supera di circa quattro punti la quota riscontrabile a scala provinciale. Il sottodimensionamento degli avviamenti part-time a Milano sembra da attribuire in primo luogo al fatto che tale modalità di assunzione è di fatto assente nell’Industria dello Spettacolo che caratterizza in modo così accentuato la domanda di lavoro del capoluogo, che a sua volta si presenta invece sottodimensionata in alcuni dei settori come quello del Commercio e dei Servizi alle imprese, in cui l’uso di questa modalità di assunzione è più elevata. Per contro, la maggiore incidenza degli assunti con contratti a tempo parziale sembra da attribuire o al maggior peso che a Milano hanno alcuni settori che evidenziano elevate percentuali di assunzioni a tempo parziale, come il lavoro domestico (più dell’80% di questi assunti sono part-timers) o in cui a Milano il part-time presenta un’incidenza più elevata di quella riscontrabile nella Città Metropolitana, come nel caso dell’Alloggio.

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Da rimarcare come nel capoluogo l’uso del part-time si combini in misura elevata con il lavoro interinale, soprattutto quando esso si applica nei settori del Commercio, dell’Alloggio e dei Servizi alle imprese. Esso presenta una quota abbastanza simile o leggermente superiore a quella riscontrabile nella maggior parte delle altre aree della Città Metropolitana. Basso, per contro, è il suo utilizzo combinato con le assunzioni con il tempo determinato, nelle quali hanno un’elevatissima incidenza gli avviamenti del settore dello Spettacolo, che, come si è visto, di fatto non usa il lavoro part-time.

Graf. 2.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 34,9

Tempo indet. 20,7

Tempo det.

26,3

Apprendistato

56,8

Interinale 9,4

Lavoro interm.

26,1

Parasubordinato 0

2.7

10

20

30

40

50

60

La domanda di lavoro di Milano: le qualifiche professionali

Da ultimo, prendendo in esame la composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali di avviamento, si può riscontrare come ovviamente Milano e la Città Metropolitana non presentino sostanziali diversità data la grande rilevanza della prima rispetto all’insieme della seconda. Ovviamente maggiore della media provinciale appare il peso degli avviamenti effettuati con qualifiche impiegatizie, che nel capoluogo spiegano il 45,7% di tutte le assunzioni, poco più di 2 punti superiore al dato medio provinciale, mentre gli Addetti alle vendite pesano il 29,5%, di circa un punto e mezzo sopra la media, mentre per differenza gli assunti con qualifiche operaie riuniscono una quota di avviamenti che è di fatto di 4 punti inferiore al dato della Città Metropolitana. Se si analizza più del dettaglio il quadro descritto nel grafico successivo si può osservare che tra le assunzioni con qualifica impiegatizia, quelle rappresentate dal personale ad elevata qualifica superano, tra il 2015 e il primo semestre dell’anno successivo, il 21,2% del totale, con una leggera flessione a fronte del 18,6% della Città Metropolitana; sono quindi questi assunti a spiegare di fatto l’intero incremento del raggruppamento con qualifiche impiegatizie della città registrato tra il 2014 e il 2016, che si concentra per la massima parte nel comparti dei Servizi di Informazione e Comunicazione, delle Attività sportive, artistiche e ricreative e dell’Istruzione, che congiuntamente spiegano circa il 90% di queste assunzioni. Si tratta per quasi due terzi di personale con qualifiche dello spettacolo (attori, doppiatori, musicisti registi, ecc.) la cui crescita nel corso di questi ultimi anni non riesce a contenere la flessione degli avviamenti del personale della scuola (poco più del 15% del totale), mentre molto contenuto è il peso del personale addetto alla R&D, sia nei settori industriali che in quelli terziari.

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Graf. 2.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale di Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 30,0 25,0 Pers. non qual.

20,0

Prof. Int.

15,0 10,0 5,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Milano

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Sostanzialmente alla pari risulta invece l’incidenza dei tecnici, fermi attorno al 15,5% nell’intero periodo esaminato in entrambe le due aree territoriali considerate. Anche in questo caso circa il 60% è costituito da personale dello Spettacolo e più del 20% da lavoratori afferenti alle Attività professionali, scientifiche e tecniche e della Sanità. In calo risultano gli impiegati, risentendo il calo della domanda di lavoro in quasi tutti i settori in cui sono più diffusi i lavoratori inquadrati con queste qualifiche (principalmente Attività professionali, scientifiche e tecniche e Servizi alle imprese ecc.). Gli addetti alle vendite sono raccolti essenzialmente nell’Alloggio (quasi la metà di questi avviamenti) e il Commercio (un altro 15%), ma nell’ultimo periodo il calo che si riscontra tra questi lavoratori si concentra essenzialmente nei Servizi alle imprese Attività professionali, scientifiche e tecniche, che ne raccolgono entrambi quote oscillanti tre il 7% e l’8%. In calo sono invece tutte le qualifiche professionali operaie; gli operai specializzati si contraggono principalmente nelle Costruzioni, nel Commercio, nel Manifatturiero e nei Servizi alle imprese; tengono meglio i Conduttori d’impianti, soprattutto grazie al buon andamento della Logistica (più della metà di questi assunti affriscono a questo settore), mentre la diminuzione del personale non qualificato, che evidenzia cali accentuati sia nel 2015 che nel 2016, si registra in modo abbastanza diffuso tra i vari comparti. Per concludere, va detto che le dinamiche più recenti della domanda di lavoro milanese sembrano evidenziare un moderato innalzamento per quanto riguarda le qualifiche professionali, ma non si può tacere come appaia eccessiva la segregazione settoriale, specie delle qualifiche più elevate, che invece sembrano segnare il passo nel comparto della R&D e più in generale dell’innovazione. Un dato che consente di avanzare un’ipotesi che questo processo sconti i limiti della rottura di un rapporto più equilibrato tra mondo il mondo dei Servizi e l’Industria, che certo le pur generose iniziative volte a suscitare nuova imprenditorialità innovativa, non bastano a recuperare.

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3 3.1

L’area circoscrizionale di Corsico Il quadro economico

Con i suoi sei comuni situati a ridosso del capoluogo, il Corsichese è l’area più piccola (poco più di 51 kmq) e meno popolosa dell’intero territorio (meno di 120.000) della Città Metropolitana di Milano; ciò nonostante essa presenta una densità di popolazione superiore alla media provinciale (2.319,19ab/kmq) e una dinamica della popolazione residente che, tra il 2012 e il 2016, ha evidenziato un andamento più contenuto di quello della Città Metropolitana nel suo insieme, ma superiore a quella del Milanese, escludendo il capoluogo. Nonostante gli intensi processi di deindustrializzazione e di terziarizzazione in atto già da alcuni decenni, il Corsichese presenta ancora oggi una struttura produttiva estremamente diversificata, in cui spiccano principalmente gli insediamenti della Grande Distribuzione Organizzata, concentrati principalmente lungo la strada-vetrina della Nuova Vigevanese53 e attorno al polo di Assago, quelli dei Servizi alle imprese e delle Attività professionali, nonché quelle del settore industriale, tutti settori in cui l’area presenta spiccati livelli di specializzazione. Va però segnalato che quest’ultimo comparto conserva una presenza rilevante di attività manifatturiere in senso stretto principalmente nel comune di Trezzano sul Naviglio, mentre nel resto dell’area il grosso dell’occupazione industriale è generata da insediamenti direzionali o di altre funzioni terziarie, distribuite tra i comuni di Corsico, Cesano Boscone e nel polo di Milanofiori ad Assago, nei quali si concentrano anche molte delle realtà più significative dei settori dei servizi. Negli ultimi anni si è inoltre assistito ad un sensibile incremento anche delle attività del comparto alberghiero e della ristorazione, nel quale, tuttavia, l’area presenta ancora un grado di sottospecializzazione relativa. Il tessuto produttivo dell’area ha comunque risentito in questi ultimi anni degli effetti della crisi, che ha colpito maggiormente l’industria, ma anche alcuni settori terziari, inclusa la GDO; va evidenziato altresì che le attività terziarie hanno risentito anche dei processi di ricentralizzazione sul capoluogo di alcune importanti funzioni, come quelle attive nell’Informatica e comunicazione, nel marketing e nel settore delle telecomunicazioni. Nel caso del Corsichese, quindi, si è di fatto non solo esaurita la spinta di quel processo di filtering down che ne aveva caratterizzato l’evoluzione nel corso dell’ultima fase del secolo scorso e nei primi anni di quello in corso, ma si è assistito anzi ad una sua inversione, che spiega in buona misura le dinamiche della domanda di lavoro degli ultimi anni.

53

Questo rappresenta infatti il più antico dei distretti commerciali che oggi caratterizzano un po’ tutte le aree periferiche attorno al capoluogo lombardo.

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3.2

La domanda di lavoro di Corsico: gli avviamenti

Le dinamiche della domanda di lavoro del Corsichese, infatti, come si è evidenziato anche nel rapporto dello scorso anno54, hanno registrato dall’inizio della crisi e sino al 2014 un andamento generalmente peggiore alla media della Città metropolitana nel suo insieme, con contrazioni più accentuate negli anni che hanno palesato andamenti negativi, e comunque più contenute nei periodi di ripresa. Solo a partire dal 2015 e ancor più nei primi sei mesi dell’anno successivo tali tendenze si sono invertite, com’è dimostrato dal fatto che nel 2015 le assunzioni (poco più di 29.000 unità) registratesi nell’area, corrispondono ad un incremento che risulta di quasi 5 punti superiore a quello del Milanese nel suo insieme, ed è anche il migliore in assoluto tra tutte le nove aree circoscrizionali per l’impiego della Città Metropolitana.

Graf. 3.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale di Corsico. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 29.047

30.000

24.492 25.000 20.000

16.180 13.361 12.760

15.000 10.000 5.000 0

2014 2015

giu14

giu15

giu16

Analogo è l’andamento registratosi nel corso del primo semestre del 2016, in quanto il Corsichese è l’unica zona che evidenzia un numero di avviamenti superiore a quello dello stesso periodo dell’anno precedente (21,1% a fronte di un dato medio corrispondente ad un calo dell’8,5%). Va però segnalato come, mentre i risultati conseguiti nel corso del 2015 hanno evidenziato una crescita con caratteristiche estensive, che hanno riguardato una parte rilevante delle imprese attive nell’area, la crescita postasi in essere nel 2016 ha un carattere più intensivo e ha riguardato un numero limitato di imprese, operanti nei settori dell’Informatica e della Comunicazione e dell’Alloggio55.

54

Cavicchini, E. (2015), “Verso un nuovo inizio? La domanda di lavoro milanese nel biennio 2013-2014”, Milano, Lattanzio Advisory spa, Città Metropolitana di Milano. 55 Da segnalare, in particolare, che nei primi sei mesi del 2016 più di 2.400 avviamenti (pari a circa il 15% del totale delle assunzioni dell’area) sono stati effettuati da una sola impresa che, tra l’altro, non era presente nel corso del 2015, mentre altre tre imprese hanno effettuato nello stesso periodo un numero di avviamenti maggiore di quelli effettuati nel corso dell’intero anno precedente.

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Graf. 3.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Corsico e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 30 25

26,8 18,6

20

21,1 13,5

15 10

2,3

5 0 -5

-8,5

-10 2015-2014

3.3

C.M. MI Corsico

I° sem. 20162015

I° sem. 20162014

La domanda di lavoro di Corsico: i lavoratori avviati

Andamenti non dissimili, anche se con valori più contenuti, si manifestano per quanto riguarda il numero degli assunti che presentano un incremento pari al 17,3% nel corso del 2015 e dell’11,9% nel corso del primo semestre del 2016. L’incremento più contenuto del numero degli avviati nel corso dei primi mesi del 2016 è connesso ad un incremento rilevante degli avviamenti multipli effettuati in misura maggiore proprio dalle imprese che hanno segnalato il maggior numero degli avviamenti, la qual cosa si è tradotta in un incremento della flessibilità del mercato del lavoro locale (nel 2016 esso è salito a 1,53 rispetto all’1,42 del primo semestre del 2015), un valore che lascia presupporre che su base annua potrebbe portarsi su valori prossimi a quelli dei primi anni della crisi, quando esso si aggirava attorno all’1,6056. Ritornando ad analizzare le dinamiche degli avviamenti, si possono prendere in esame alcune delle principali caratteristiche socio demografiche, che evidenziano come la domanda di lavoro del Corsichese presenti diverse disomogeneità rispetto a quella della Città Metropolitana nel suo insieme, che appaiono più elevate se si prendono in considerazione gli avviamenti, più contenute nel caso degli assunti.

56

Nel 2015 l’indice di flessibilità del mercato del lavoro del Corsichese si è fermato a 1,57.

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Graf. 3.3a – Avviati nell’area circoscrizionale di Corsico. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 20.000

18.433

18.000

15.708

16.000 14.000 12.000 10.000

8.737

8.000

9.39310.514

6.000 4.000 2.000 0

2014 2015

giu- giu14 15

giu16

Analizzando, ad esempio, la composizione di genere degli avviamenti, nel corso dei diciotto mesi presi in esame, nell’area di Corsico il peso delle assunzioni femminili appare sensibilmente più elevato di quelle del Milanese, un dato che è riconducile principalmente alla tradizionale forte presenza di settori come il Commercio e di quella emersa principalmente negli ultimi anni dell’Informatica e Comunicazione e delle Attività professionali, che presentano nell’area una composizione diversa da quella del resto della Città Metropolitana57. Va segnalato però come la forza lavoro femminile presenti una presenza decisamente più elevata tra gli assunti con contratti di lavoro flessibili (il 49,3% degli avviamenti interinali, il 52% di quelli a tempo determinato, il 54% di quelli con contratti di lavoro intermittente e più del 50% dei lavoratori autonomi dello spettacolo hanno interessato donne, la qual cosa alimenta quindi il fenomeno degli avviamenti multipli), spiega il fatto che, se si considerano gli assunti, il peso della componente femminile a Corsico (45,1%) sia sostanzialmente in linea con quello della Città Metropolitana (45%).

57

Va ricordato, ad esempio, come l’Industria dello spettacolo, che spiega in ampia misura le assunzioni nel settore dell’Informazione e Comunicazione, sia un settore a prevalente presenza maschile, mentre nel Corsichese, nel quale gli avviamenti dello stesso comparto sono riconducibili ad altri settori come quello delle Attività dei servizi di informazione, più del 60% degli avviamenti del comparto abbia interessato la componente femminile; analoghe le tendenze palesate nel settore delle Attività professionali, anche se questo settore presenta una elevata presenza di donne anche a livello provinciale.

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Graf. 3.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale di Corsico e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

48,6 Donne

44,4 36,7

Età 15-29

32,8 27,3 26,1

Età 45 e oltre

Corsico C. M. MI

21,1 Stranieri

24,4 0

10

20

30

40

50

Anche se si analizza la composizione per classi di età degli avviamenti, si può osservare che il Corsichese presenta valori più elevati del resto della Città Metropolitana, sia per quanto riguarda la componente giovanile, che per quanto riguarda i lavoratori maturi e, per contro, un sottodimensionamento delle classi centrali di età. Va però osservato che, mentre il primo dato si inquadra in una tendenza di lungo periodo (Corsico ha tradizionalmente presentato una domanda di lavoro più giovane, legata principalmente all’incidenza di settori quali il Commercio, l’Alloggio e negli ultimi anni delle Attività professionali), il dato relativo alle assunzioni di lavoratori in età matura è aumentato sensibilmente nel biennio 2015-2016, grazie principalmente al settore dei Servizi di Informazione e Comunicazione e delle Attività professionali. Va inoltre segnalato che il divario tra Corsichese e Città Metropolitana si conferma anche se si prendono in considerazione gli assunti (40,9% per il primo, 34% per la seconda), mentre appare invertito per quanto riguarda i lavoratori con più di 45 anni, che a Corsico pesano poco più del 16% rispetto al 25,2% degli assunti a livello provinciale. Sottodimensionata rispetto alla media provinciale, risulta invece la presenza di lavoratori stranieri, che nei diciotto mesi presi in esame spiegano solo il 21% degli avviamenti registratisi nell’area di Corsico, a fronte di un dato del 24,4% registratosi nell’insieme della Città metropolitana; una tendenza che si accentua sensibilmente se si prendono in esame gli avviati, un fenomeno che è riconducibile principalmente alla scarsa rilevanza nell’area di Corsico del lavoro domestico.

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3.4

La domanda di lavoro di Corsico: i datori di lavoro

Ancora più significativi sono i dati relativi alle imprese che assumono, che hanno rappresentato nel corso dell’ultimo decennio un punto di acuta debolezza per l’economia del Corsichese, presentando valori quasi costantemente negativi per tutto il periodo compreso tra il 2008 e il 2014. Nel corso del 2015 il numero delle imprese attive sul mercato del lavoro locale ha presentato un incremento del 16,4% rispetto all’anno precedente, la migliore performance registrata da qualunque area della Città Metropolitana. Contrariamente ai contratti di lavoro e ai neoassunti, le aziende che hanno assunto nel corso dei primi sei mesi del 2016 presentano un andamento che, seppure leggermente migliore della media provinciale, presenta un saldo negativo accentuato (-10,2%), che si è concentrato in misura maggiore nei settori manifatturiero e delle Costruzioni.

Graf. 3.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale di Corsico. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 3.000

2.832 2.432 2.500 2.032 1.815 1.823

2.000 1.500 1.000 500 0

20 20 14 15

3.5

gi gi gi u- u- u14 15 16

La domanda di lavoro di Corsico: i settori produttivi

Passando ora ad esaminare la composizione settoriale della domanda di lavoro, si può osservare che nel periodo analizzato il Corsichese, nonostante una buona presenza di attività manifatturiere, conferma una netta caratterizzazione terziaria della sua domanda di lavoro (85,6%), che si è ulteriormente accentuata nel corso dei primi mesi del 2016, nei quali gli avviamenti effettuati da imprese operanti nei servizi sono aumentati del 26,3% e sono arrivati a rappresentare l’86,8% del totale. L’andamento del settore manifatturiero ha registrato invece una tendenza positiva nel corso del 2015, anno in cui le assunzioni del settore sono aumentate del 21,7% rispetto al 2014 e in cui il peso del settore è salito al’11,9% del totale degli avviamenti. Nel corso dei primi mesi del 2016, invece, il comparto ha registrato una flessione del 2,1%, mentre il suo peso è sceso al 10,5%. Il settore delle Costruzioni, che nel corso dei diciotto mesi esaminati si è attestato al 2,9% del totale degli avviamenti, derivante da una sostanziale stazionarietà della domanda di lavoro nel corso del 2015 (+1,4% rispetto al 2014) e da un forte decremento durante i primi sei mesi del 2016 (-17,0%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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Graf. 3.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Corsico. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Agr. 0,3

Ind. 11,4

Costr. 2,9

Servizi 85,6

Nonostante le evidenze empiriche messe in luce analizzando le tendenze della domanda di lavoro a livello di macrosettore, se si prendono in esame più nel dettaglio i diversi comparti produttivi, si può osservare però che anche nel terziario sono solo due i settori che presentano andamenti positivi sia nel 2015 che nel 2016; il settore dell’Alloggio, ad esempio, ha registrato incrementi pari rispettivamente al 54,7% e all’86,3%, mentre quello dell’Informatica e Comunicazione, dopo un incremento del 47,4% nel 2015, fa registrare addirittura un incremento del 205,8% nel corso dei primi sei mesi del 2016, grazie principalmente all’apporto di un’azienda che fa registrare più di 2.400 avviamenti58. Da rimarcare che il peso degli avviamenti fatti registrare da questi due comparti nel corso dei diciotto mesi presi in esame è stato pari al 18,5% del totale per quanto riguarda il settore dell’Alloggio e al 12,7% per quanto concerne quello dei Servizi di Informazione e Comunicazione. Da notare però, come la situazione appaia invertita se si prendono in esame gli avviati; il peso dei neoassunti nel settore alberghiero e della ristorazione si ferma al 10,3% del totale, mentre il secondo si attesta al 14,1%, diventando il comparto nel quale sono stati assunti il maggior numero di lavoratori avviati nell’area di Corsico.

58

Permane il dubbio, non verificabile con i soli dati del biennio 2015-2016, che una parte di questi avviamenti non siano riconducibili al territorio di Corsico, com’è dimostrato dalla forte impennata dei lavoratori domiciliati fuori dalla provincia di Milano, un fenomeno analogo a quello riscontrato nell’area del Nord Ovest Milanese. Cfr. il capitolo relativo al Nord Ovest Milanese.

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Graf. 3.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale di Corsico. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 C - Manifatt. F - Costr. G- Commercio H - Logistica I - Alloggio J - Infor. e com. M - Att. Prof. N- Serv. Imp. P - Istruz. R - Att. Art. -100,0

-50,0

0,0

1° sem. 2016-2015

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

2015/2014

Tutti gli altri settori del terziario presentano invece andamenti disomogenei; il settore delle Altre attività professionali, ad esempio, dopo aver registrato una modesta flessione nel 2015 (-1,4% rispetto al 2014), ha registrato nel primo semestre del 2016 un forte incremento, sia in termini di assunzioni (+73,7%) che di assunti (+8,7%). Tendenze analoghe sono state evidenziate anche da altri due settori come quello della Sanità e delle Altre attività artistiche, che, dopo andamenti negativi nel corso del 2015, hanno registrato performance migliori nel corso dei primi sei mesi dell’anno successivo (rispettivamente +16,0% e +16,8% per quanto concerne le assunzioni e +4,4% e +31,4% per gli avviati). Diverso è stato l’andamento degli altri comparti dei servizi, che hanno registrato incrementi, talora anche pronunciati nel corso del 2015, cui hanno fatto seguito cali nel corso del primo semestre del 2016). E’ il caso, in particolare, dei Servizi alle imprese, che dopo aver registrato nel primo periodo preso in esame un incremento degli avviamenti pari al 52,3%, accusa nel secondo una flessione del 3,5%, anche se va osservato come costante appaia l’incremento degli avviati (+38,4% nel 2015 e +6,8% nel 2016). Va evidenziato come il peso del settore dei Servizi alle imprese abbia subito sempre nel 2016, sia sceso al 10,7% per quanto riguarda gli avviamenti e al 13,1% per gli avviati, scalando in ambo i casi di una posizione nella graduatoria dei principali settori dell’area. Anche la Logistica presenta un buon andamento nel primo periodo considerato (+4,4% l’incremento degli avviamenti e +7,4% quello dei neoassunti), a cui fa però seguito una sensibile contrazione nel periodo successivo, sia per quanto riguarda gli avviamenti (-19,5%) che per quanto concerne gli avviati (-14,7%). Diverso è l’andamento del settore del Commercio, che presenta una domanda di lavoro sostanzialmente stabile nel 2015 (+0,1% in termini di avviamenti, anche se con un incremento del 9,9% per quanto riguarda gli avviati) e presenta una forte contrazione nel corso dei primi mesi dell’anno successivo (-17,5% per gli avviamenti e -5,4% per i neoassunti), pur rimanendo il principale comparto del Corsichese per numero di assunti

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dell’area. Si tratta di dinamiche condivise anche da tutti gli altri settori terziari minori, con la sola eccezione di quello dell’Istruzione che ha invece presentato dati negativi in entrambi i periodi presi in esame per gli avviamenti, mentre presenta un andamento positivo per gli avviati solo nel 2015. Queste dinamiche contraddittorie sono riscontrabili anche nei diversi comparti del manifatturiero. Solo quello della Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche presenta infatti andamenti positivi sia nel 2015 che nel 2016, mentre la gran parte degli altri, a cominciare da quelli della metalmeccanica, della Fabbricazione di prodotti farmaceutici, delle Industrie alimentari e della Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi presentano incrementi talora anche pronunciati (in genere oltre il 25%, ma pari al 53,1% nel caso dell’alimentare, al 63% nel caso della Fabbricazione di computer e apparecchi di elettronica e al 77,6% nel caso della farmaceutica), a cui ha però fatto seguito un calo altrettanto pronunciato nel corso dei primi mesi del 2016. Da rimarcare inoltre anche la presenza di settori che presentano andamenti costantemente negativi (è il caso delle aziende attive nella Fabbricazione di prodotti chimici, in quelle della fabbricazione di autoveicoli e in quelle delle attività di Riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature. E’ presumibile che le dinamiche occupazionali nel settore manifatturiero abbiano risentito più che nel terziario non solo dei buoni andamenti del ciclo economico, ma anche gli effetti indotti dalle politiche di incentivazione che hanno permesso il reintegro della forza lavoro dopo gli anni della crisi del periodo 2012-2014. 3.6

La domanda di lavoro di Corsico: le forme contrattuali

In effetti, le politiche di defiscalizzazione a sostegno dell’occupazione a tempo indeterminato sembrano aver avuto, almeno nel corso del 2015, un impatto più forte nel Corsichese che nella Città Metropolitana di Milano nel suo insieme, un dato che è ancor più rilevante se si considera che in questa circoscrizione il peso delle assunzioni stabili (a tempo indeterminato e apprendistato) è risultato costantemente più contenuto della media provinciale e pressoché in linea con i dati del capoluogo. Con il forte rimbalzo registratosi soprattutto nel corso del 2015, durante il quali i contratti a tempo indeterminato sono aumentati nel Corsichese del 70,3% a fronte di un incremento del 57,3% nell’insieme della Città Metropolitana, il peso di questo tipo di avviamenti nell’area si è portato alla pari con l’insieme degli altri territori provinciali.

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Graf. 3.7 – Incidenza degli avviamenti per principali forme contrattuali nella circoscrizionale di Corsico e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0

44,2 43,7

19,1

19,1

25,1 15,6

16,5

4,6 TI

TD

INT

4,6 7,5 C. M. MI Corsico

LAV. INTER.

ALTRI

Per quanto riguarda i contratti a termine, invece, Il Corsichese presenta valori nettamente superiori a quelli della Città Metropolitana per quanto riguarda il lavoro interinale, la cui incidenza nei diciotto mesi presi in esame è pari ad un quarto di tutti gli avviamenti, a fronte del 15,6% a livello provinciale, un dato che è spiegabile con la forte presenza della GDO e di alcune catene alberghiere che fanno ampio ricorso a questo tipo di assunzioni. Allineato a quelli della Città Metropolitana è invece il peso delle assunzioni effettuate con i contratti a tempo determinato, mentre più contenuti sono invece gli avviamenti effettuati con tutte le altre modalità di contratti a termine, nonché con i contratti di apprendistato. La ripresa delle assunzioni a tempo indeterminato è però rimasta circoscritta al solo 2015, visto che già nei primi mesi dell’anno successivo si è registrata una flessione del 18,7%, che è comunque più contenuta di quella della Città Metropolitana nel suo insieme.

Graf. 3.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Corsico. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -60,0 -40,0 -20,0 Primo sem. 2016/2015

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0 100,0 120,0

2015/2104

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Nel corso dei primi mesi del 2016, nell’area di Corsico si è assistito ad un forte incremento di tutte le forme di assunzioni a termine (+95,2% gli avviamenti interinali, +109,6 le assunzioni con contratti di lavoro intermittente, +33,9% quelle con contratti a tempo determinato e si è registrato anche un incremento dell’83,6 dei lavoratori autonomi dello spettacolo, anche se va evidenziato come questi ultimi siano stati effettuati quasi tutti da una sola impresa). Analogamente a quanto avvenuto nel 2015, drastico è stato invece il calo delle collaborazioni, che ovviamente hanno scontato gli effetti del Jobs Act e che comunque nel Corsichese hanno sempre avuto una rilevanza modesta. Si può quindi concludere che l’evoluzione complessiva della domanda di lavoro dell’area, dopo la breve parentesi del 2015, sembra destinata a restare connotata da una netta prevalenza dei contratti di lavoro flessibili, visto che tutte le imprese che generano la maggior parte delle assunzioni, operano in settori fortemente caratterizzati da un intenso utilizzo di contratti a termine (come si è visto i settori del Commercio, dell’Alloggio, dell’Informatica e Comunicazione e le Attività professionali spiegano anche in questi ultimi due anni più del 50% delle assunzioni dell’area. La domanda di lavoro flessibile è inoltre rafforzata da un’intensa domanda di lavoro a tempo parziale, che in tutti questi anni ha continuato ad oscillare su valori analoghi o superiori a quelli esposti dal mercato del lavoro della Città Metropolitana nel suo insieme, per poi salire al 52,1% nel corso dei primi sei mesi del 2016.

Graf. 3.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Corsico. Anno 2015 e primo semestre 2016

Tempo indet.

32,2

Tempo det.

32,2 28,1

Apprendistato

69,1

Interinale 20,5

Lavoro interm.

27

Parasubordinato 0

10

20

30

40

50

60

70

Complessivamente, quindi, nei diciotto mesi presi in esame ben il 42,9% degli avviamenti effettuati dalle imprese localizzate nell’area di Corsico sono rappresentati da contratti parttime, un fenomeno che interessa quasi tutte le principali modalità contrattuali di assunzioni, ma che appare particolarmente rilevante tra le assunzioni interinali, il 69,1%59 delle quali è a tempo parziale, un dato che risulta più che doppio rispetto a quello che si registra nelle assunzioni a tempo indeterminato e in quelle a tempo determinato, solo un terzo delle quali presenta la stessa caratteristica.

59

Solo le assunzioni effettuate con contratti di lavoro domestico dalle famiglie presentano un’incidenza del part-time più elevato (76,5%), anche se è noto come in questo caso le assunzioni a tempo parziale rappresentano probabilmente una forma di lavoro grigio, che regolarizza la posizione di questi lavoratori.

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L’elevata incidenza dei contratti part-time porta quindi a ridimensionare in parte il significato delle performance occupazionali registratesi nel Corsichese, nel quale peraltro risultano molto elevati, seppure inferiori alla media della Città Metropolitana gli avviamenti della durata di sol giorno (il 20,1% del totale). 3.7

La domanda di lavoro di Corsico: le qualifiche professionali

Infine, prendiamo in considerazione la composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali, si può osservare che i lavoratori avviati nel Corsichese appaiono inquadrati per la gran parte con qualifiche professionali più basse della media provinciale.

Graf. 3.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale di Corsico e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 40,0 Pers. non qual.

30,0

Prof. Int.

20,0 10,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Corsico

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Nei diciotto mesi presi in esame, infatti, gli assunti con qualifiche impiegatizie rappresentano il 35,1% del totale degli avviamenti a fronte di un dato del 43,4% della Città Metropolitana; il Corsichese presenta valori più elevati dell’insieme degli altri territori del Milanese per quanto riguarda gli avviamenti con qualifiche operaie (29,7% l’area di Corsico contro il 28,5% della Città Metropolitana), ma soprattutto per quanto riguarda gli addetti alle vendite (35,2% contro il 28%). Va rimarcato inoltre come tra gli assunti con qualifiche impiegatizie, a Corsico appaia molto contenuto il peso degli assunti con qualifiche elevate. Gli avviamenti con qualifiche corrispondenti a professioni intellettuali è pari alla metà del dato provinciale (9,7% contro il 18,6%) e sottodimensionata è anche la domanda di Tecnici (13,0% a fronte del 15,4%). Più elevata è per contro quella degli Impiegati (11,9% a fronte del 9,0% della Città Metropolitana).

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4 4.1

L’area circoscrizionale dell’Alto Milanese Il quadro economico

I 23 comuni dell’area circoscrizionale di Legnano (d’ora in poi anche Alto Milanese), ricoprono una superficie che la collocano al terzo posto tre le aree circoscrizionali per l’impiego Città Metropolitana di Milano; tuttavia, data la piccola dimensione della maggior parte dei comuni (15 di essi hanno meno di 10.000 abitanti e solo Legnano e Parabiago ne hanno più di 25.000), l’Alto Milanese si colloca al sesto posto per densità di popolazione (1.192 ab/kmq), presentando nel corso dell’ultimo quadriennio un incremento di popolazione del 2,7%, una delle performance più contenute di tutto il territorio provinciale. Nonostante gli intensi processi di deindustrializzazione che durano ormai da diversi decenni e quelli di delocalizzazione che si sono verificati negli anni più recenti, l’Alto Milanese rimane una delle aree della Città Metropolitana che presenta tuttora una elevata specializzazione sia per quanto riguarda il settore manifatturiero (e segnatamente nel tessile abbigliamento, in quello della pelletteria, nell’industria meccanica ed elettromeccanica), sia in quello delle Costruzioni; per contro, essa appare complessivamente despecializzata per quanto concerne i servizi; solo nel caso del comparto dell’Istruzione l’Alto Milanese presenta un grado di specializzazione maggiore di quello della Città Metropolitana, mentre in quelli del Commercio, della Sanità e delle attività immobiliari espone valori in linea con la media provinciale. Va evidenziato però come all’interno del territorio si confermino quelle differenze nella composizione del tessuto produttivo che erano state già evidenziate in un precedente studio dell’Osservatorio Mercato del Lavoro60; gli undici comuni del Castanese evidenziano una vocazione più marcatamente industriale, con un indice di specializzazione che si attesta su un valore pari a tre volte quello della media provinciale, ma con punte prossime o superiori alle quattro, come nel caso dei comuni di Robecchetto su Induno, Bernate Ticino e Magnago. Nel Legnanese, invece, l’indice di specializzazione del comparto manifatturiero si attesta su valori pari a 2,2, ma con punte che superano di tre volte la media della Città Metropolitana nei comuni di Nerviano e di San Giorgio su Legnano. Speculare tra le due aree è la situazione per quanto riguarda il terziario, anche se la despecializzazione in alcuni comparti (Servizi alle imprese, Logistica, Altre attività professionali) le accomunano, mentre la più elevata specializzazione del Legnanese in alcuni altri comparti sembra riconducibile in parte al fenomeno urbano (a Legnano sono infatti numerosi gli istituti scolastici superiori e l’Ospedale che spiegano la più elevata specializzazione del comune in questi comparti) e in parte agli insediamenti della GDO, come nel caso di Rescaldina.

60

Cavicchini, E. (2007), “La transizione infinita: il mercato del lavoro dell’Alto Milanese tra tradizione e innovazione”, in Provincia di Milano, Territori in movimento. Rapporto sui mercati del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano, pp. 213-242.

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4.2

La domanda di lavoro dell’Alto Milanese: gli avviamenti

Questa caratterizzazione del sistema produttivo locale trova un riscontro nelle dinamiche della domanda di lavoro, che negli ultimi anni vedono l’Alto Milanese presentare sino al 2015 andamenti non molto dissimili da quelli del resto della Città Metropolitana61. Solo nel corso dei primi mesi del 2016, l’area registra una flessione delle assunzioni decisamente più accentuata di quella provinciale, che si attesta su valori anche peggiori di quelli del 2014, un dato che è spiegato in particolare dalla pronunciata flessione sia del settore manifatturiero, dopo due anni di buone performance, sia di quello del terziario, che in tutti questi anni ha evidenziato andamenti decisamente più contenuti della media provinciale.

Graf. 4.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 30.000 25.000

27.382 24.423

20.000

13.906 12.556 11.361

15.000 10.000 5.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

Graf. 4.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 15

12,1

13,5

10

2,3

5 0 -5 -10 -15 -20

-8,5

-9,5

-18,3 C.M. MI 2015-2014

Alto Mil. I° sem. 2016-2015

I° sem. 2016-2014

61

L’Alto Milanese, ad esempio presenta performance migliori di quelle della Città metropolitana sia nel 2012 che nel 2014 e il dato del 2015 sconta il fatto che l’area circoscrizionale di Legnano è una di quelle che hanno beneficiato meno delle ricadute indotte da Expo 2015.

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4.3

La domanda di lavoro dell’Alto Milanese: i lavoratori avviati

Leggermente migliori risultano invece gli andamenti relativi agli assunti, che nel 2015 presentano rispetto all’anno precedente un incremento maggiore sia rispetto a quello degli avviamenti (+13,5% dei primi contro il +12,1% dei secondi), sia di quello fatto evidenziare dalla Città Metropolitana nel suo insieme. Anche nei primi sei mesi del 2016, pur presentando valori decisamente negativi, i neoassunti dell’area presentano una contrazione decisamente più contenuta di quella dei nuovi rapporti di lavoro (-13,4% rispetto al -18,3%), un dato non molto più elevato della media provinciale. L’andamento degli avviati e degli avviamenti si traduce sia per il 2015 che per il primo semestre dell’anno successivo in una contrazione dell’indice di flessibilità del mercato del lavoro locale, a fronte di una crescita di quello della Città Metropolitana. Passando ora ad analizzare le caratteristiche socio-demografiche della domanda di lavoro dell’Alto Milanese, si può osservare innanzitutto come, nei diciotto mesi presi in esame, l’incidenza della componente femminile risulti qui decisamente più elevata rispetto al dato medio della Città Metropolitana sia dal punto di vista delle assunzioni che di quelli degli assunti. Questo elemento ha trainato positivamente il valore degli avviati nella circoscrizione.

Graf. 4.3a – Avviati nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 25.000

20.012

20.000

17.634

15.000

10.004

10.000

10.996 9.521

5.000

0

2014 2015

giu-14 giu-15 giu-16

L’elevata presenza femminile nel mercato del lavoro in ingresso dell’Alto Milanese sembra riconducibile all’anomala incidenza di tale componente in alcuni settori quali delle Altre attività professionali, dell’Informatica e comunicazione, dei Servizi alle imprese e dell’Alloggio (gli avviamenti femminili pesano in questi comparti rispettivamente per il 69,5%, 58,7%, 55,1% e 49,6%). Superiore alla media provinciale è altresì il peso delle donne tra gli avviamenti di settori tradizionalmente femminilizzati quali quelli dell’Istruzione e della Sanità (in entrambi i casi l’Alto Milanese evidenzia valori oscillanti attorno all’80%).

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La forza lavoro femminile in quest’area presenta inoltre valori leggermente migliori ai valori medi della Città Metropolitana per quanto riguarda gli avviamenti stabili e un netto sottodimensionamento di quelli effettuati con contratti di lavoro interinale, un dato riconducibile al fatto che nell’area queste assunzioni interessano principalmente il comparto manifatturiero, settore a bassa partecipazione femminile, nonostante il peso del tessile – abbigliamento.

Graf. 4.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

49,2 Donne

44,4 32 32,8

Età 15-29 27 26,1

Età 45 e oltre

Alto Mil. C. M. MI

22,8 24,4

Stranieri 0

10

20

30

40

50

In merito alla composizione della forza lavoro assunta per classi di età, l’Alto Milanese presenta valori inferiori a quelli dell’insieme della Città Metropolitana per quanto riguarda i giovani sino ai 29 anni (32% a fronte del 32,8% della media provinciale) e per contro valori superiori nei lavoratori over 45. Tale divario aumenta se, anziché prendere in esame gli avviamenti, si considerano gli avviati e che la tendenziale diminuzione del peso dei giovani tra gli assunti dell’area è proseguita anche nel 2015, contrariamente a quanto è avvenuto a livello provinciale, così com’è aumentato il peso dei lavoratori maturi, tendenze che trovano una spiegazione nelle dinamiche della domanda di lavoro di alcuni settori a più elevata presenza di forza lavoro più esperta come quello dell’industria, delle Altre attività professionali e della Sanità e assistenza. Per quanto riguarda infine i lavoratori stranieri, l’Alto Milanese presenta valori più contenuti di quelli esposti dalla Città Metropolitana sia per quanto riguarda gli avviamenti (22,8% contro il 24,4%) che gli avviati (26,0% contro il 28,4%). La minore incidenza di questa forza lavoro sembra peraltro ricondotta in parte al fatto che alcuni settori che presentano tradizionalmente una forte presenza di questi lavoratori rivestono nell’Alto Milanese un peso minore (è il caso, ad esempio, della Logistica) oppure evidenziano una più elevata presenza di lavoratori italiani rispetto alle altre aree della Città Metropolitana (è il caso delle Costruzioni, dei Servizi alle imprese e di quelli alla persona).

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4.4

La domanda di lavoro dell’Alto Milanese: i datori di lavoro

Per quanto riguarda le imprese che assumono, va invece segnalato come l’Alto Milanese presenti andamenti simili a quelli della Città Metropolitana, pur evidenziando dati migliori sia nel 2014 che nei primi mesi del 2016, e leggermente inferiori a quelli della media nel corso del 2015. Va segnalato come questo indicatore appaia particolarmente interessante, specie se si considera che il tessuto produttivo di quest’area è caratterizzato da una forte presenza di imprese di piccole dimensioni, che presentano quindi una domanda di lavoro più discontinua. Le buone performance registrate sia nel 2014 che nel 2015 e i risultati che, seppur negativi, si presentano nella prima parte del 2016 migliori di molte altre aree, risultano pertanto particolarmente rilevanti e sembrano testimoniare come la domanda di lavoro abbia interessato una parte rilevante delle imprese del territorio, specie per quanto riguarda il comparto manifatturiero, che ha presentato costantemente le performance migliori tra i diversi settori dell’Alto Milanese, anche prima che queste potessero essere influenzate dalle innovazioni introdotte dal Jobs Act, sia dai provvedimenti di defiscalizzazione introdotti a partire dal 2015.

Graf. 4.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 4.500

4.014

4.000

3.585 3.500 3.000

2.600

2.500

2.802 2.517

2.000 1.500 1.000 500 0

2014 2015

4.5

giu-14 giu-15 giu-16

La domanda di lavoro dell’Alto Milanese: i settori produttivi

Prendendo ora in analisi la composizione settoriale della domanda di lavoro dell’area, va subito evidenziato che, nel periodo indagato, l’Alto Milanese presenta la più elevata percentuale di avviamenti riconducibili al settore industriale dell’intera Città Metropolitana; il peso di questo comparto nell’area risulta infatti pari al 24,7% a fronte di un dato medio provinciale pari al 6,8%. Questo dato deriva però da un andamento molto disomogeneo, che registra forti incrementi nel settore sia nel corso del 2014 (+14,2%) che del 2015 (+19,1%), seguiti poi nel primo semestre del 2016 da una forte contrazione delle assunzioni

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(-20,4%); si tratta di dinamiche che consentono all’industria di incrementare il proprio peso di quasi tre punti tra il 2013 e il 2015, mentre la pur accentuata flessione negli ultimi mesi determina un modesto calo di circa mezzo punto percentuale. Rilevante è anche il peso del comparto delle Costruzioni, nelle quali l’Alto Milanese presenta un valore pari al 6,2% a fronte di un dato medio provinciale del 4,8% e risultando secondo solo all’area del Magentino. Anche le Costruzioni evidenziano un andamento disomogeneo tra il 2015 e i primi mesi del 2016, anche se va evidenziato che l’incremento delle assunzioni registratesi nel primo periodo (+23,8%) è il maggiore tra tutti i settori del territorio, mentre la contrazione dell’ultimo semestre preso in esame (-5,6%) è, per contro, più contenuta. Va comunque sottolineato come le dinamiche della domanda di lavoro degli ultimi diciotto mesi abbiano solo intaccato il pesante ridimensionamento del comparto nel corso degli anni della crisi, durante i quali il peso degli avviamenti si è praticamente dimezzato. Speculari a quello dell’industria e delle Costruzioni sono invece gli andamenti della domanda di lavoro del terziario, il quale tra il 2015 e i primi sei mesi del 2016 ha assunto un peso del 68,8%, risultante da un incremento del 9,4% nel corso del primo anno e con una accentuata contrazione (-18,9%) nel corso dell’ultimo periodo. Va rimarcato come il peso delle assunzioni in questo macrosettore presenta un divario che si può definire strutturale rispetto agli andamenti del mercato del lavoro della Città Metropolitana, che nell’ultimo periodo si è attestato attorno ai 20 punti percentuali, e in calo rispetto ai primi anni del decennio in corso.

Graf. 4.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 24,7

Agr. 0,3

Costr. 6,2

Servizi 68,8

Sviluppando un’analisi più dettagliata che prenda in esame i singoli comparti del terziario, si potrà osservare che la quasi totalità di essi presenta un andamento positivo nel corso del 2015 e negativo (spesso in misura anche maggiore) nel corso dei primi mesi del 2016. Fa eccezione per un verso quello delle Attività artistiche, che dopo aver presentato un incremento degli avviamenti pari al 7,7% nel primo periodo, chiude in modo positivo anche il secondo, mentre sono la Pubblica Amministrazione, l’Istruzione e la Sanità che registrano andamenti negativi, sia nel 2015 che nei primi mesi dell’anno successivo.

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Tra i restanti settori, quello che presenta le performance migliori è quello del Commercio, che se da un lato presenta incrementi relativamente contenuti nel 2015 sia per le assunzioni che per gli avviati (rispettivamente +9,3% e +8,3%), presenta una modesta contrazione per entrambi gli indicatori (-1,1%).

Graf. 4.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 C - Manifatt. F - Costruz. G - Commercio H - Logistica I - Alloggio J - Infor. e com. M - Att. Prof. N - Serv. Imp. P - Istruz. Q - Sanità -50,0

-40,0

-30,0

-20,0

1° sem. 2016-2015

-10,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

2015/2014

Erratiche sono invece le performance dei comparti dei Servizi alle imprese, dell’Informatica e Comunicazione e delle Altre attività professionali, che dopo aver registrato forti incrementi nel corso del 2015 (rispettivamente +36,6%, +17,8% e +27,6% per gli avviamenti e +29,4%, +24,6% e +17,3% per i neoassunti), registrano cali altrettanto pronunciati nella prima parte del 2016, che arrivano nel caso dei Servizi alle imprese al 32,9% per quanto concerne gli avviamenti e superano il 20% negli avviati, scendendo in tutti, attestandosi in tutti e tre i settori su valori inferiori anche rispetto a quelli del 2014. Ancora più negative sono le performance dei settori della Logistica e dell’Alloggio, caratterizzati da contenuti incrementi nel 2015 (+7,5% nel caso del primo e +1,9% in quello del secondo) e pesanti flessioni nel 2016 (rispettivamente -40,0% e -20,4%). I dati qui sommariamente richiamati evidenziano come nell’Alto Milanese il terziario abbia avuto in quest’ultimo biennio un ruolo complessivamente deludente, anche in settori che nel resto della Città Metropolitana hanno evidenziato dinamiche positive, forse dovuto anche all’impatto più contenuto che ha avuto l’esposizione universale, che pure si è svolta poco lontano da quest’area. Per quanto riguarda invece i settori dell’Industria manifatturiera, va rimarcato come gli andamenti positivi che hanno contraddistinto il macrosettore sino al 2015, si siano concentrati principalmente in alcuni comparti come, ad esempio, quelli dell’industria metalmeccanica, della chimica-farmaceutica, della gomma e materie plastiche e altri ancora, ma non abbiano interessato se non in misura contenuta altri comparti che hanno una grande rilevanza nell’Alto Milanese, come quelli del tessile - abbigliamento e della pelletteria.

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Basti evidenziare, ad esempio, come tra i settori manifatturieri che hanno effettuato un numero più elevato di avviamenti, quelli che nel 2015 hanno registrato gli incrementi di assunzioni maggiori, si possano riscontrare quello della Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+62,4%), quello della Fabbricazione di prodotti in metallo (+57,3%), della Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature (+31,9%), le Industrie alimentari (+25,4%) della Fabbricazione di apparecchiature elettriche (+20,1%), della Fabbricazione di prodotti chimici e di quelli farmaceutici (rispettivamente +21,4% e + 23,6%). Gli avviamenti in tutti questi settori hanno però registrato nei primi mesi del 2016 flessioni che hanno oscillato tra il 18% e il 25%, riportandone alcuni a livelli simili a quelli raggiunti già nel 2014. Settori rilevanti come quelli della Confezione di articoli di abbigliamento e di fabbricazione di articoli in pelle hanno invece fatto registrare nel 2015 modesti aumenti degli avviamenti (rispettivamente +2,4% e +7,0%) a cui hanno corrisposto cali del 19% e del 10%, nel primo semestre dell’anno successivo. Va rimarcato altresì come ci siano stati alcuni settori che hanno segnalato andamenti positivi in entrambi i periodi considerati, come quelli dei settori della Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di prodotti minerali non metalliferi e della Riparazione, manutenzione e installazione di macchinari, che hanno evidenziato nel 2015 performance particolarmente rilevanti, con incrementi che hanno oscillato tra il 45% e il 90%. Per contro ci sono stati comparti, tra cui quelli delle Industrie tessili, di quelle del legno e della carta e della stampa, nei quali il numero delle assunzioni è risultato costantemente in calo. Da ultimo sono da evidenziare alcuni comparti (quelli della Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica ed ottica, della Fabbricazione di autoveicoli e delle Altre industrie manifatturiere) che, dopo aver registrato un calo degli avviamenti nel 2015, hanno evidenziato sensibili incrementi nel corso dell’ultimo periodo esaminato. 4.6

La domanda di lavoro dell’Alto Milanese: le forme contrattuali

Se si prendono ora in esame le dinamiche relative alla composizione degli avviamenti per tipologia di modalità contrattuale di assunzione, si può osservare che nell’Alto Milanese il peso delle assunzioni con contratti di lavoro stabili risulta sensibilmente più elevato della media della Città Metropolitana. Ciò vale sia per i contratti di lavoro a tempo indeterminato (la cui incidenza nelle assunzioni dell’area ha un peso di 6 punti maggiore della media provinciale e addirittura 10 punti nel caso degli avviati), sia per quelli di apprendistato. Speculare è, invece, l’andamento delle assunzioni effettuate con alcune forme contrattuali a termine, a cominciare da quelle effettuate con il contratto a tempo determinato, che presenta un divario di quasi 8 punti percentuali, e dai lavoratori autonomi dello spettacolo, che presentano una differenza di oltre 5 punti. Tra le forme di lavoro flessibile, l’Alto Milanese presenta invece valori superiori a quelli della Città Metropolitana per quanto riguarda le assunzioni interinali, segnatamente tra quelle effettuate dalle imprese manifatturiere, e, abbastanza sorprendentemente, nelle collaborazioni a progetto, che nell’area hanno mantenuto una rilevanza consistente, nonostante le innovazioni introdotte dal Jobs Act, che hanno avviato all’estinzione questa modalità contrattuale.

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Graf. 4.7 – Avviamenti per principali modalità contrattuali nella circoscrizionale dell’Alto Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 44,2 45 40

36,5

35 30

25,1

25

19,1

20

17,8

15,6

16,3

15 10

9,6 4,8

11,0

5 0

C. M. MI TI

TD

INT

Alto Milanese CO. PRO.

ALTRI

Analizzando più nel dettaglio gli andamenti delle assunzioni effettuate con le diverse modalità, si può osservare che nessuna delle principali forme contrattuali presenta andamenti positivi in entrambi i periodi presi in esame. Come avviene a livello provinciale, gli avviamenti con contratti a tempo indeterminato nell’Alto Milanese presentano nel 2015 un forte incremento (+79,5%), che supera di circa 22 punti percentuali il dato evidenziato dalla Città Metropolitana nel suo insieme; nel semestre successivo, invece, nell’area circoscrizionale questo tipo di assunzioni registra un calo del 32,6% che supera di 11 punti la media provinciale.

Graf. 4.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -40,0

-20,0

Primo sem. 2016/2015

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

2015/2104

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Analoghe sono le tendenze evidenziate dagli avviamenti interinali, anche se in questo caso l’Alto Milanese presenta rispetto all’insieme dei territori della Città Metropolitana un incremento decisamente più contenuto nel primo periodo (+20,6% nel primo, a fronte del +51,1% della seconda), e un calo più accentuato nei primi sei mesi del 2016 (-22,4% a fronte del -1,6%). Per quanto riguarda le assunzioni con contratti di tempo determinato, l’Alto Milanese evidenzia andamenti negativi sia nel 2015 che nel 2016, oscillanti tra il 7% e l’8%, mentre la Città Metropolitana evidenzia andamenti positivi nel primo anno (+11,8%) e un calo molto contenuto nel semestre successivo (-1,6%); le parti si invertono se si prendono in esame gli avviamenti di apprendistato; sempre analizzando le assunzioni con contratti di lavoro intermittente nei territori provinciali si registrano valori costantemente in crescita, mentre nel Legnanese essi crescono, ma misura sensibilmente più contenuta, nel 2015 e diminuiscono nei mesi successivi. L’esame complessivo delle modalità di assunzione evidenzia quindi che nell’Alto Milanese tutte le forme di lavoro flessibile sono quasi costantemente in calo, mentre quelle stabili, seppur in modo discontinuo, evidenziano crescite talora anche significative. Ciò spiega come mai la flessibilità del mercato del lavoro dell’Alto Milanese registri una contrazione sia nel corso del 2015 che nel 2016 (da 1,38 a 1,36 nel primo anno, da 1,26 a 1,19 nel semestre successivo), in controtendenza rispetto al resto della Città Metropolitana. A fronte di una maggiore incidenza dei contratti di lavoro stabili, va però segnalato come risulti più elevato anche il peso dei contratti di lavoro a tempo parziale, che oscilla sia nei 2015 che nel 2016 su valori che oscillano tra il 38% e il 39%, all’incirca 5 punti percentuali più elevato del dato provinciale.

Graf. 4.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese. Anno 2015 e primo semestre 2016 42,9

Tempo indet. 32,7

Tempo det. 27,6

Apprendistato

40,6

Interinale 35,1

Lavoro interm.

60,2

Parasubordinato 0

10

20

30

40

50

60

70

Da rimarcare, altresì, come la diffusione del part-time interessi in modo accentuato quasi tutte le principali modalità di assunzione; spicca in particolare il fatto che siano assunzioni a tempo (e in crescita nel tempo) ben il 42,9% di quelle a tempo indeterminato, la qual cosa spiega come mai l’aumento del lavoro standard presenti, anche nel corso del 2015, un incremento del 25% più contenuto dell’insieme di queste assunzioni a livello provinciale. Il part-time, inoltre, interessa più di un terzo anche delle assunzioni effettuate con contratti di lavoro subordinato a termine, con una punta che supera il 40% nel caso del lavoro interinale, mentre nel caso del lavoro parasubordinato tale quota sale addirittura al 60%.

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4.7

La domanda di lavoro dell’Alto Milanese: le qualifiche professionali

Da ultimo, se si analizza la composizione delle assunzioni per qualifica professionali, va evidenziato come la domanda di lavoro dell’Alto Milano presenti caratteristiche decisamente più basse della media della Città Metropolitana, com’è testimoniato dal fatto che poco più del 31% degli avviamenti sia costituito da figure impiegatizie, a fronte di una media provinciale pari al 43,4%.

Graf. 4.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale dell’Alto Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016

Pers. non qual.

Cond. Imp.

Dir. 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0

Prof. Int.

Tecnici

C. M. MI Alto Milanese

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Per contro, gli assunti con qualifiche operaie spiegano il 41,4% degli avviamenti dell’Alto Milanese, a fronte del 28,5% della Città Metropolitana, che sopravanza, seppur di poco, il Legnanese anche per quanto concerne gli Addetti alle vendite. L’elevata consistenza della componente operaia nella domanda di lavoro dell’area è riconducibile in primo luogo al peso che nell’Alto Milanese ha l’industria, ma a spiegare questo fenomeno concorrono anche le caratteristiche di alcuni comparti terziari, come quello dei Servizi alle imprese e dei Servizi alle persone, che presentano nell’area un sottodimensionamento sia della richiesta di impiegati che di addetti alle vendite rispetto alla media provinciale. Per contro, la contenuta domanda di addetti con qualifiche professionali impiegatizie sembra in buona parte riconducibile all’incidenza modesta che nel Legnanese hanno settori quali quello dell’Informatica e comunicazione e delle Attività professionali. Va infine richiamata l’attenzione su come nella prima parte del 2016, personale ad elevata qualifica, tecnici e impiegati registrano un’ulteriore sensibile contrazione rispetto all’anno precedente, nella misura complessiva di quasi 3 punti percentuali. Più variegate sono le dinamiche degli assunti con qualifiche operaie; nel corso dei primi mesi del 2016 si assiste ad un incremento di quasi due punti del peso della domanda di operi specializzati, mentre sono in calo sia i conduttori di impianti che il personale non qualificato.

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5 5.1

L’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense Il quadro economico

I 27 comuni del Magentino-Abbiatense rappresentano come superficie l’area circoscrizionale più estesa della Città Metropolitana; si tratta di un territorio che ha conservato meglio le sue caratteristiche della pianura irrigua milanese, tutelato in ciò anche dal fatto che buona parte di esso ricada nel Parco del Ticino e in quello del Parco Agricolo del Sud Milano. La maggior parte dei comuni che la compongono appaiono realtà di piccola dimensione (sono ben 20 i comuni che nel 2015 contavano meno di 10.000 abitanti), la qual cosa spiega il fatto che il Magentino si collochi solo al sesto posto per numero di abitanti e all’ultimo per densità media (606,13 ab/kmq). Esso presenta, inoltre, dinamiche demografiche relativamente contenute, registrando tra il 2012 e il 2015, un incremento degli abitanti pari al 3,5%, collocandosi al settimo posto tra le nove circoscrizioni per l’impiego provinciali. La scarsa armatura urbana del territorio e il suo posizionamento relativamente distante dal capoluogo, hanno fatto sì che il Magentino abbia beneficiato in misura contenuta dei processi di delocalizzazione dal capoluogo di una serie di funzioni povere che sono proseguiti anche nel corso del primo decennio di questo secolo. Ciò spiega quindi come mai l’intera area abbia mantenuto molte delle caratteristiche che hanno contraddistinto il suo tessuto produttivo in passato, caratterizzato da una netta prevalenza di imprese di piccole e piccolissime dimensioni e da un posizionamento settoriale in cui hanno un ruolo rilevantissimo le attività manifatturiere. Il Magentino-Abbiatense rimane infatti un’area a prevalente vocazione industriale, nonostante gli intensi processi di deindustrializzazione che l’hanno caratterizzata nel corso di questa prima parte del secolo, durante il quale sono andate perse alcune delle principali realtà produttive del territorio. Nonostante ciò, il Magentino evidenzia tuttora in questo comparto un indice di specializzazione che si attesta su valori doppi rispetto alla media provinciale, ed evidenzia valori ugualmente rilevanti anche nel comparto delle Costruzioni. Per contro, l’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense appare despecializzata in quasi tutti i comparti del terziario, fatta eccezione per quelli dell’Istruzione e della Sanità, nei quali un ruolo di primaria importanza è svolto dal settore pubblico e dal terzo settore. Negli anni più recenti sembrano essersi registrati processi di crescita anche in alcuni altri settori dei Servizi, concentrati principalmente attorno ai centri di Abbiategrasso, Magenta e Corbetta, e in genere in comparti tradizionali come il Commercio e l’Alloggio, mentre l’incidenza del terziario avanzato, seppure in crescita, rimane tuttora trascurabile. Deindustrializzazione da un lato e insufficiente terziarizzazione dall’altro, sembrano quindi essere i due motivi che spiegano le deludenti performance del Magentino-Abbiatense, che appare nell’ultimo quindicennio come l’area del Milanese in cui l’occupazione ha evidenziato gli andamenti più negativi.

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5.2

La domanda di lavoro del Magentino-Abbiatense: gli avviamenti

Questa connotazione abbastanza tradizionale del sistema economico locale spiega perché in quasi tutti gli anni dopo l’inizio della crisi, le dinamiche della domanda di lavoro nel Magentino-Abbiatense siano state più contenute del resto dei territori provinciali, fenomeno che si registra anche nel corso del 2015, anno in cui il mercato del lavoro milanese ha conosciuto una buona ripresa. Pur presentando il numero di avviamenti più elevato dal 2008, in quest’anno, l’area presenta un incremento contenuto, pari al 6,9%, esprimendo in tal modo un valore corrispondente a poco più della metà di quello della Città Metropolitana (+13,5%), un dato che, come si vedrà più diffusamente nelle pagine seguenti, è addebitabile principalmente al buon andamento del settore manifatturiero, a cui si contrappongono le performance alquanto modeste del terziario. Ancor più deludenti sono gli andamenti della domanda di lavoro registratisi nei primi sei mesi del 2016, nei quali il numero delle assunzioni effettuate dalle imprese del Magentino ha registrato un calo del 18,1%, a fronte di una contrazione a livello provinciale pari all’8,5%.

Graf. 5.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 25.000

20.803 19.464

20.000 15.000

10.537 9.943 8.627

10.000 5.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

Graf. 5.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 15 10 5 0 -5 -10 -15 -20

13,5 6,9 2,3

-8,5 -13,2 C.M. MI -18,1 2015-2014

I° sem. 2016-2015

Magentino I° sem. 2016-2014

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5.3

La domanda di lavoro del Magentino-Abbiatense: lavoratori avviati

Le tendenze non mutano anche se si prendono in considerazione gli assunti, pur essendo i valori parzialmente migliori rispetto a quelli degli avviamenti. Il numero degli avviati nel 2015 presenta, ad esempio, un incremento pari all’8,6% rispetto all’anno precedente, migliore quindi di quello fatto registrare dai nuovi rapporti di lavoro posti in essere, ma ugualmente molto inferiore di quello evidenziato dalla Città Metropolitana nel suo insieme (13,8%). Analogamente a quanto evidenziato dalle assunzioni, anche gli avviati registrano invece una contrazione pronunciata nel corso dei primi sei mesi del 2016, anche se più contenuta di quella messo in luce dagli avviamenti (-11,4%), un valore che, in questo caso, non si scosta di molto dalla media provinciale (-12,2%). Le migliori performance dei neoassunti rispetto a quelle delle assunzioni, spiegano come mai l’indice di flessibilità del mercato del lavoro del Magentino-Abbiatense risulti in calo in entrambi i periodi presi in esame, in misura più contenuta nel 2015 (anno in cui si attesta a 1,41 rispetto all’1,43 dell’anno precedente) e in misura decisamente più pronunciata nel primo semestre dell’anno successivo, periodo in cui esso scende da 1,35 a 1,25 rispetto al corrispondente semestre del 2015.

Graf. 5.3a – Avviati nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense. Anni 20142015 e primo semestre 2014-2016 16.000 14.729 13.560 14.000 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 0

20 20 14 15

7.781 7.311 6.893

gi gi gi u- u- u14 15 16

Ritornando ad esaminare i dati relativi agli avviamenti, si prenderanno ora in esame le caratteristiche socio demografiche della domanda di lavoro locale, che evidenziano più di un punto di fragilità del mercato del lavoro di quest’area. Se, ad esempio, si prende in esame la composizione di genere, benché in termini di avviamenti il peso della presenza femminile sia leggermente superiore alla media della Città Metropolitana, in realtà l’incidenza delle donne assunte si presenta invece di ben tre punti inferiore rispetto al dato provinciale. Non solo; sia nel caso delle assunzioni che in quello delle neoassunte, sia nel 2015 che nel 2016, si assiste ad una pesante contrazione delle donne che entrano in questo mercato locale del lavoro. Il peso degli avviamenti femminili passa infatti dal un valore costantemente superiore al 48% nel triennio 2012-2014 al 45,9% nel 2015, per registrare una ulteriore contrazione di circa 3 punti nel primo semestre del 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi al 42,4%. Si tratta del resto di una tendenza che trova un riscontro anche nei dati relativi agli avviati, nei quali il peso delle donne cala di più di un punto tra il 2014 e il 2015 e si attesta al 39,5% nei primi mesi del 2016, cinque punti in meno rispetto al dato della Città Metropolitana.

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Graf. 5.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

44,9 44,4

Donne 31 32,8

Età 15-29 28,1 26,1

Età 45 e oltre

Magentino C. M. MI

20,8

Stranieri

24,4 0

10

20

30

40

50

Anche la presenza dei giovani registra nel Magentino-Abbiatense valori inferiori alla media del dato provinciale (31% gli uni, 32,8% l’altra), anche se va segnalato come nel corso del 2016 gli avviamenti dell’area vedano aumentare il peso della componente giovanile di 1,4 punti percentuali, a fronte di una flessione di quasi due nella Città Metropolitana, una tendenza confermata quasi perfettamente se si considerano gli avviati. Superiore che nei territori della Città Metropolitana nel suo insieme è invece la consistenza della forza lavoro matura, che spiega più del 28% degli avviamenti e il 27,8% dei neoassunti del Magentino, in aumento sia nel 2015 che nel 2016. Fortemente sottodimensionata rispetto alla media provinciale è invece la presenza straniera (20,8% in termini di avviamenti, 24,2% per quanto riguarda gli assunti), seppure in crescita nel corso del 2016; paradossalmente questo tipo di assunzioni sembra scontare gli effetti indotti dagli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato, che nel Magentino hanno favorito un forte incremento di assunzioni di italiani, specie in settori come quelli dell’Industria e dei Servizi alle Imprese. 5.4

La domanda di lavoro del Magentino-Abbiatense: i datori di lavoro

Se si passa ora ad analizzare le dinamiche relative alle imprese che assumono, si può osservare che il Magentino-Abbiatense presenta andamenti abbastanza positivi. Trainato da un andamento congiunturale abbastanza favorevole e dagli effetti connessi alla defiscalizzazione delle assunzioni a tempo indeterminato, che hanno incoraggiato le imprese ad assumere, nel 2015 il numero delle aziende che hanno effettuato almeno un’assunzione è aumentato del 14,8% rispetto all’anno precedente, un valore che risulta superiore alla media espressa dalla Città Metropolitana nel suo insieme (13,7%). Nel semestre successivo, invece, le imprese che hanno effettuato assunzioni ha evidenziato, come in tutte le altre aree, una flessione (-10,6%) ma presenta comunque una performance migliore di quella provinciale e superata solo dalle circoscrizioni di Rho e di Corsico.

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Se si considerano le caratteristiche del tessuto produttivo locale, contraddistinto da una forte presenza della piccola impresa, si può quindi dire che, nonostante le dinamiche occupazionali non siano state particolarmente brillanti, i segnali di ripresa abbiano comunque avuto un carattere estensivo; va altresì considerato che il dato relativo ai primi mesi del 2016 è stato condizionato dal carattere discontinuo della domanda di lavoro, tipico dei sistemi produttivi in cui sono prevalenti aziende di piccole dimensioni.

Graf. 5.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 2.921

3 .000

2.545 2. 500

2.010

2.000

1.846

1.796

1.500 1.000 500 0

2014 2015

5.5

giu14

giu15

giu16

La domanda di lavoro del Magentino-Abbiatense: i settori produttivi

Passando ora ad analizzare l’evoluzione della composizione settoriale della domanda di lavoro del Magentino, esce confermata la già richiamata vocazione manifatturiera dell’area; nei diciotto mesi presi in esame gli avviamenti effettuati dalle imprese industriali corrispondono al 22,0% del totale, a fronte di un dato della Città Metropolitana che è pari al 6,8%, un dato inferiore solo a quello evidenziato dall’Alto Milanese. Questa caratteristica della domanda di lavoro locale viene confermata anche se si prendono in esame gli avviati, nei quali il peso dell’Industria si attesta al 23,8%. Va inoltre segnalato che, pur in presenza di calo in termini assoluti degli avviamenti, l’incidenza di questo comparto aumenta anche nel 2016, contrariamente a quello che si è registrato in un’altra circoscrizione ad elevata specializzazione manifatturiera com’è appunto quella contigua del Legnanese. Decisamente superiore alla media provinciale è anche il peso delle assunzioni registratesi nel settore delle costruzioni, che rimangono sostanzialmente stabili al 7,6%, sia nel 2015 che nel 2016, mentre il dato complessivo esposto dalla Città Metropolitana si attesta al 4,8%; un divario confermato anche dai dati relativi agli assunti, che nel Magentino-Abbiatense si attesta nel periodo esaminato al 9,2% del totale.

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Modesto è per contro il peso delle assunzioni registratesi nell’insieme del terziario, che si ferma al 68,8%, praticamente 20 punti in meno della media provinciale e con un calo pronunciato nel corso del primo semestre del 2016, in cui l’insieme dei Servizi registra un contrazione delle nuove assunzioni del 21,% in termini assoluti, mentre il loro peso diminuisce di 2,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Graf. 5.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 22,0

Agr. 1,7

Costr. 7,6

Servizi 68,7

La composizione strutturale della domanda di lavoro appare quindi rispecchiare quella dell’occupazione nel suo insieme, a riprova che negli ultimi anni l’apparato produttivo dell’area non sembra interessato da processi di trasformazione significativi. Infatti, le sue dinamiche negli ultimi anni sembrano confermare una costante di questo territorio, già evidenziata in un lavoro precedente62, ovvero che, se nei periodi di difficoltà essa tende a subire contraccolpi molto pesanti che interessano in modo generalizzato il sistema produttivo, in quelli di ripresa tende a far leva principalmente sui comparti produttivi tradizionalmente più forti, con il risultato di mantenere sostanzialmente inalterate le proprie caratteristiche. Una ulteriore conferma di ciò si può ricavare conferma da un’analisi più dettagliata dei cambiamenti della composizione settoriale della domanda di lavoro del MagentinoAbbiatense. Se si osserva in effetti il comparto manifatturiero, si può osservare che sono numerosi i settori che presentano andamenti positivi sia nel 2015 che nel 2016, mentre nessuno evidenzia andamenti negativi in entrambi i periodi. Tra i primi si segnalano, ad esempio, alcuni dei comparti dell’industria metalmeccanica, tra i quali quello della Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature, della Metallurgia e della Fabbricazione di altri mezzi di trasporto, che evidenziano aumenti delle assunzioni che nel 2015 oscillano tra l’11% e l’82%, e nei primi sei mesi dell’anno successivo evidenziano valori compresi tra il 24% e il 52,5%.

62

Fugagnoli, P. (2003), “I mercati del lavoro circoscrizionali nel corso del 2002” in Provincia di Milano, L’anno dei paradossi. Rapporto 2002 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano”, FrancoAngeli, Milano, pp. 295-387.

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Andamenti costantemente positivi nel corso dei diciotto mesi esaminati vengono evidenziati anche nei comparti delle Industrie alimentari, della Stampa e riproduzione di supporti registrati e della Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche che presentano tutti incrementi superiori al 30% nel primo periodo e solo di poco più contenuti nel 2016.

Graf. 5.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 C - Manifatt. F - Costr. G- Commercio H - Logistica I - Alloggio J - Infor. e com. N- Serv. Imp. P - Istruz. Q - Sanità S - Altri serv. -50,0

0,0

1° sem. 2016-2015

50,0

100,0

150,0

200,0

2015/2014

Incrementi rilevanti nel 2015 e flessioni generalmente più contenute nel semestre successivo vengono segnalati da quasi tutti gli altri comparti dell’industria metalmeccanica, dalle Industrie del tessile-abbigliamento e dall’industria chimica. Va però segnalato come il settore della Fabbricazione di prodotti in metallo, che è il comparto manifatturiero che registra il maggior numero di avviamenti (il 4,8% del totale), presenti invece un andamento complessivamente deludente (un modesto +8% nel 2015 e un -26,3% nel 2016) che dimostra come complessivamente non sia conclusa la parabola discendente di questo comparto che ancora nel 2008 spiegava da solo quasi più dell’8% dell’assunzioni dell’area. Se si analizzano nel dettaglio invece i comparti del terziario, si può osservare come gli unici due settori che registrano andamenti costantemente positivi sono quelli dell’Alloggio e quello meno rilevante delle Attività artistiche (rispettivamente con +7% e +30,3% nel 2015 e +7,1% e +10,7%) nel 2016. Presentano invece andamenti costantemente negativi sia il settore dei Servizi alle imprese che quello dell’Istruzione, che da soli spiegano circa un quarto delle assunzioni del Magentino. Andamenti positivi nel primo dei due periodi presi in esame e in calo nel secondo vengono invece evidenziati da tutti gli altri settori del terziario, anche se sono pochi quelli che vedono aumentare complessivamente il proprio peso anche nel 2016 (è il caso ad esempio del Commercio e della Logistica) mentre sono più numerosi quelli che seguono una traiettoria inversa, come nel caso della Sanità, dei Servizi di Informazione e Comunicazione, delle Attività Immobiliari e delle Attività professionali.

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A parte va segnalato il caso dei Servizi alla persona, che presenta valori del tutto anomali in entrambi i periodi esaminati, per effetto prevalentemente dell’emergenza nel 2015 di alcune nuove imprese, che danno un forte apporto positivo alla domanda di lavoro, che però tende rapidamente a riportarsi su livelli più vicini alla norma una volta esaurita la fase dei nuovi insediamenti. 5.6

La domanda di lavoro del Magentino-Abbiatense: le forme contrattuali

Passando ora ad analizzare la composizione degli avviamenti per tipologia contrattuale, va in primo luogo evidenziato come l’area del Magentino-Abbiatense presenti modalità della gestione della forza lavoro abbastanza tradizionali e relativamente semplificate, se si considera che circa il 90% delle assunzioni vengono effettuate utilizzando solo tre tipologie di contratti. Va poi evidenziato come in quest’area circoscrizionale gli avviamenti effettuati con modalità contrattuali stabili presentino una incidenza che supera di circa 5 punti quella espressa dalla Città Metropolitana nel suo insieme. In particolare le assunzioni con contratti a tempo indeterminato effettuate nel periodo considerato, rappresentano il 23,5% del totale, a fronte del 19,1% della media provinciale, ma anche le assunzioni con contratti di apprendistato evidenziano valori superiori (il 2% contro l’1,8% ). Anche per quanto riguarda le due principali forme contrattuali a termine, il Magentino presenta valori più elevati di quelli dell’insieme delle altre aree circoscrizionali milanesi. Per quanto riguarda il peso delle assunzioni effettuate con il contratto a tempo determinato, ad esempio, Magenta sopravanza quello la Città Metropolitana di più di 5 punti percentuali (49,4% contro il 44,2%), mentre più contenuto è il divario per quanto concerne il lavoro interinale (16,4% contro 15,6%).

Graf. 5.7 – Avviamenti principali modalità contrattuali nella circoscrizionale del Magentino-Abbiatense e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 49,444,2

50 40 30

23,519,1 15,6 16,4

20

16,3 4,8

10 3,1

0 TI

TD

INT

7,6 Magentino

CO. ALTRI PRO.

L’analisi dei cambiamenti intervenuti nella domanda di lavoro nei diciotto mesi presi in esame, dimostra inoltre che nel Magentino l’incremento delle assunzioni registratosi nel 2015 è imputabile quasi per intero a quelle effettuate con il contratto a tempo indeterminato, che registra un incremento del 62,8%, e in misura più contenuta a quelle con rapporti di lavoro interinale (+14,2%), mentre il ricorso a tutte le altre modalità contrattuali appare in calo.

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Per contro, nel corso dei primi mesi del 2016 l’unica modalità contrattuale che evidenzia un incremento degli avviamenti è quella dell’apprendistato (+15,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) mentre quelli a tempo indeterminato registrano una flessione del 28,4%.

Graf. 5.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -80,0

-60,0

-40,0

Primo sem. 2016/2015

-20,0

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

2015/2104

Quest’ultimo dato sembra confermare che l’incremento delle assunzioni stabili registratosi nel corso del 2015 è legato principalmente ai provvedimenti di defiscalizzazione più che alla riforma di questa modalità contrattuale introdotta dal Jobs Act, un giudizio che è confermato dall’intenso quanto insolito ricorso a questo tipo di assunzioni negli ultimi due mesi dell’anno, prima che i benefici venissero ridotti dalla nuova legge di stabilità. Se i contratti di lavoro a termine rivestono nel Magentino-Abbiatense una rilevanza inferiore rispetto a quanto avviene a livello di Città Metropolitana, lo stesso non può dirsi per dirsi per un’altra forma di flessibilità, ovvero per quella del part-time. In quest’area, infatti, nel corso del periodo analizzato le assunzioni a tempo parziale superano, seppur di poco quelle registratesi a livello provinciale, sia per quanto riguarda le assunzioni (33,7% del totale rispetto al 33,6% del Milanese nel suo insieme), sia per quanto riguarda gli avviati (32,7% contro il 32,4%). Va altresì segnalato come tale divario tenda ad aumentare nel corso del 2016, presentando una differenza di un punto percentuale sia per gli avviamenti che gli assunti. Va altresì segnalato come il peso del part-time presenti valori abbastanza omogenei in quasi tutte le principali modalità di assunzione (il 35,5% nel caso degli avviamenti a tempo indeterminato e il 36,3% nel caso del tempo determinato. Solo gli assunti con contratti di lavoro interinali presentano un valore più contenuto (23,1%), un dato che è probabilmente spiegabile con il fatto che nel Magentino questa modalità contrattuale trova un grande utilizzo nel settore manifatturiero, mentre l’uso dell’interinale part-time è più diffuso nella GDO, che in quest’area assume un peso più modesto.

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Graf. 5.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense. Anno 2015 e primo semestre 2016

35,5

Tempo indet.

33,8

Tempo det.

36,3

Apprendistato 23,1

Interinale 19,4

Lavoro interm.

29,9

Parasubordinato 0

5.7

5

10

15

20

25

30

35

40

La domanda di lavoro del Magentino-Abbiatense: le qualifiche professionali

Da ultimo, se si prende in esame la composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali, risulta confermato quanto si è detto sin qui sulle peculiarità del sistema produttivo del Magentino, che presenta anche sotto questo aspetto notevoli differenze rispetto al resto della Città Metropolitana milanese. In quest’area, infatti, risulta particolarmente rilevante l’incidenza degli assunti con qualifiche operaie, che spiegano il 47,7% del totale degli avviamenti, a fronte di un valore medio della provincia del 28,5%. Sottodimensionato per contro il peso degli assunti con figure professionali impiegatizie, che rappresentano il 37,7% contro il 43,4% esposto dalla Città Metropolitana. E’ però nel caso degli Addetti alle vendite che si registra il divario più accentuato, visto che il 14,6% del Magentino corrisponde a poco più della metà del dato provinciale, anche se in crescita nel corso del primo semestre del 2016.

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Graf. 5.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale del Magentino-Abbiatense e nella Città Metropolitana di Milano. Anno2015 e primo semestre 2016 Dir. 30,0 25,0 Pers. non qual.

20,0

Prof. Int.

15,0 10,0 5,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Magenta

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Se si osservano le tendenze più recenti, si può osservare inoltre come nel corso del 2016 la domanda di lavoro locale abbia registrato una sensibile contrazione del peso degli assunti con figure impiegatizie, la cui incidenza è scesa a poco più del 33%, una flessione ascrivibile in buona parte al calo del personale ad elevata qualifica, spiegabile principalmente con il già segnalato forte calo delle assunzioni nei settori dell’Istruzione e della Sanità. In calo risultano anche i Tecnici, mentre nell’ultimo periodo cresce l’incidenza degli impiegati. Tra gli assunti con qualifiche operaie prevale nettamente la componente del personale non qualificato, che spiega più del 22% del totale degli avviamenti, seguiti da quella degli operai specializzati, con il 14,5%. Da segnalare come i primi rimangano stabili durante tutto il periodo esaminato, mentre negli ultimi mesi cresce di quasi un punto la seconda e quella dei conduttori di impianti. Per concludere, anche questi ultimi indicatori sembrano quindi evidenziare come il mercato del Magentino – Abbiatense confermi che l’area continua ad essere interessata da quel processo di sviluppo lento che ha contraddistinto il territorio nella sua storia recente e che anche le novità che pure si sono prodotte sia negli anni più acuti della crisi, sia in questa fare di parziale ripresa, non sembrano in grado di modificare in modo significativo l’evoluzione della sua struttura produttiva, che rimane una delle più vulnerabili di tutta la Città Metropolitana.

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6 6.1

L’area circoscrizionale dell’Est Milanese Il quadro economico

L’area circoscrizionale di Melzo (d’ora in poi anche Est Milanese) rappresenta il secondo territorio della provincia sia per superficie che per popolazione, ma con una densità di quest’ultima relativamente modesta (1288,9 ab./kmq) che la colloca al quinto posto tra tutte le nove circoscrizioni per l’impiego milanesi. Essa conta complessivamente 28 comuni, tre dei quali (Cernusco sul Naviglio, Pioltello e Segrate) contano più di 30.000 abitanti e altri otto vantano una popolazione che supera i 10.000. Ciò lascia intuire che il territorio presenta un’articolazione piuttosto variegata, con una buona armatura urbana specie nei comuni più vicini alla metropoli e con insediamenti più diffusi nella parte restante. Le dinamiche demografiche evidenziano tra il 2012 e il 2015 un andamento abbastanza interessante, con un incremento complessivo del 4,3%, dovuto principalmente ai buoni risultati riscontrabili nei comuni di taglia maggiore e in alcune realtà più vicine all’Adda, che evidenziano tassi di crescita della popolazione che superano il 6%, con punte che arrivano anche al 9%. Ciò sembra quindi indicare che negli anni più recenti si registra la compresenza di due tendenze opposte, ovvero l’incremento della capacità attrattiva delle città di medie dimensioni, da un lato, e il prolungarsi di fenomeni di allontanamento dalla metropoli, alla ricerca di opportunità insediative più vantaggiose. Anche per quanto riguarda gli insediamenti produttivi, l’Est Milanese si configura come una realtà molto variegata, con un tessuto produttivo che tende ad articolarsi quasi seguendo la trama e l’ordito tracciati dal sistema infrastrutturale. Esso continua a presentarsi come un’area con una buona vocazione industriale, soprattutto nei comuni del Trezzese, del Cassanese; per contro, evidenziano una prevalente rilevanza delle attività terziarie i comuni limitrofi alla metropoli e nell’area centrale che si distende tra le tre principali direttrici dell’autostrada A4 Milano-Venezia, la Cassanese e la Rivoltana63. Come tutti i territori della Città Metropolitana, anche l’Est Milanese ha conosciuto intensi processi di ristrutturazione del proprio apparato produttivo che si sono mossi seguendo le traiettorie opposte di una deindustrializzazione piuttosto accentuata, da un lato, e da una crescita del terziario con caratteristiche diverse da quelle registratesi in molte altre aree, che ha interessato la quasi totalità dei comparti che lo compongono. Va segnalato come i processi di deindustrializzazione sembrano essere stati più contenuti di quelli registrati nella maggior parte delle altre aree del Milanese e anche la terziarizzazione è stata meno rilevante di quella registratasi, ad esempio, nelle aree limitrofe al capoluogo, un dato che conferma un diverso grado di integrazione del territorio di Melzo nell’economia metropolitana. Tuttavia, proprio per la natura relativamente contenuta di questi processi, il profilo del sistema produttivo tende a rimanere abbastanza simile a se stesso, con una specializzazione nelle attività industriali che, seppure in calo, supera significativamente la media provinciale, presentando al 2011, quindi già dentro la crisi, un indice pari a 1,6, ma 63

Sulle forti differenziazioni interne al sistema produttivo e, conseguentemente, al mercato del lavoro localo cfr. Benzi, C., Corsi, E. e Fugagnoli, P. (2004), “Struttura del mercato del lavoro e mobilità del lavoro nell’Est Milanese: un’analisi a scala comunale condotta sui dati dei Centri per l’Impiego”, in: Provincia di Milano, Flessibile, molto flessibile… Rapporto 2003 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano.

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con diversi comuni che si attestano addirittura su valori che si presentano di molto superiori, come, ad esempio, nel caso dei comuni di Bussero, Cambiago, Gessate, Grezzago, Pessano con Bornago, Pozzo d’Adda, Trezzano Rosa e Truccazzano. Per contro, l’Est Milanese evidenzia una perdurante despecializzazione nel terziario, sopravanzato dall’area del Nord Milano ma alla pari con le aree del Sud Milano. In alcuni comparti dei Servizi, l’area di Melzo presenta buoni indici di specializzazione, come nel caso del Commercio, della Logistica e dei Servizi di Informazione e comunicazione, nei quali si sono riscontrati tassi di crescita superiori alla media della Città Metropolitana. Il rafforzamento del Commercio è connesso principalmente al potenziamento della GDO (principalmente con lo sviluppo del distretto commerciale di Carugate) ma anche di alcune funzioni direzionali nei comuni di Cassina de’ Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Vimodrone, Segrate. La sovraspecializzazione nella Logistica deriva non solo dal polo di Melzo, ma da un più diffuso sviluppo di queste attività in tutti i comuni dell’area centrale e periferica compresa tra la Cassanese e la Rivoltana. I Servizi di informazione e comunicazione, hanno invece il loro punto di forza a Segrate, dove ha sede la Mondadori, e in alcuni altri comuni dove sono state delocalizzate alcune impresi operanti nel campo dell’editoria. In tutti gli altri settori, fatta eccezione per l’Istruzione, l’Est Milanese evidenzia invece una despecializzazione abbastanza accentuata, specie per quanto riguarda i comparti che riguardano il terziario avanzato. 6.2

La domanda di lavoro dell’Est Milanese: avviamenti

Passando ad osservare le dinamiche più recenti della domanda di lavoro si può osservare che questa rappresentazione di un’area che fa della sua diversificazione produttiva uno dei suoi punti di forza, esce confermata, con segnali di buon andamento di quasi tutti i settori cardine dell’economia locale, ma anche con alcuni segnali di novità che, se confermati nel tempo, potrebbero indicare che il territorio di Melzo si stia avviando verso una terziarizzazione ancor più qualificata di quella che l’ha sin qui contraddistinta.

Graf. 6.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale di Melzo. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 60.000

52.030

50.000

45.257

40.000

25.993

30.000

22.219

20.000

23.597

10.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

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Analizzando l’andamento delle assunzioni, ad esempio, si può osservare infatti che l’Est milanese ha registrato performance migliori di quelle della Città Metropolitana per tutti gli anni più acuti della crisi (2012-2013) e nella fase di ripresa successiva, fatta eccezione per i primi mesi del 2016. Con i 52.000 avviamenti fatti registrare nel 2015, ad esempio, l’area di Melzo registra un incremento del 15%, di un punto e mezzo superiore alla media provinciale, dopo un 2014 anche migliore. Come si è già fatto cenno, nei primi mesi dell’anno successivo, si registra invece una flessione delle assunzioni pari al 9,2%, che consente però di affermarsi come un’area in cui le performance del periodo restano sensibilmente migliori di quelle dello stesso periodo del 2014, contrariamente a quanto avviene in numerose altre circoscrizioni del milanese, con un saldo di 4 punti migliore della media provinciale.

Graf. 6.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Melzo e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 15,0 13,5 15 10 6,2 5

2,3

0 -5

-9,2

-8,5

-10 2015-2014

6.3

C.M. MI Melzo

I° sem. 2016I° sem. 20162015 2014

La domanda di lavoro dell’Est Milanese: i lavoratori avviati

Meno brillanti sono invece le performance relative agli avviati. L’area di Melzo ha, infatti, costantemente evidenziato andamenti degli assunti che si muovono in controtendenza rispetto agli avviamenti, con variazioni generalmente più contenute di quelli registrati nel resto della provincia. Nel 2015, ad esempio, l’aumento degli assunti è stato pari all’11,2%, un valore inferiore di quasi due punti rispetto non solo a quello della Città Metropolitana nello stesso periodo, ma anche a quello fatto registrare dalla stessa area l’anno precedente. Solo nel primo semestre dell’anno successivo l’Est Milanese registra andamenti relativamente migliori, con una contrazione dei neoassunti pari al 5,3%, il miglior risultato evidenziato da tutte le aree circoscrizionali della provincia. Questi dati si traducono in andamento discontinuo dell’indice di flessibilità del mercato del lavoro locale, che presenta un sensibile incremento nel 2015 (esso si attesta su un valore pari a 1,42, rispetto all’1,37 dell’anno precedente), mentre registra un calo di importo quasi pari nei primi mesi del 2016, quando scende ad un valore dell’1,26 contro l’1,31 dello stesso periodo dell’anno precedente.

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Graf. 6.3a – Avviati nell’area circoscrizionale di Melzo. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 40.000 35.000

36.587 32.900

30.000 25.000

19.752 18.706 17.279

20.000 15.000 10.000 5.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

Ritornando ad analizzare la forza lavoro assunta e la sua composizione sociodemografica, si può osservare come quasi tutti gli indicatori considerati non presentino scostamenti significativi rispetto a quelli della Città Metropolitana, pur con alcune differenze a seconda che si prendano in esame gli avviamenti o gli assunti. Per quanto riguarda, ad esempio, la presenza femminile, la domanda di lavoro dell’Est Milanese presenta una situazione pressoché analoga a quella evidenziata dall’insieme della provincia, anche se si prendono in considerazione le assunte, la forbice si allarga a svantaggio dell’area di Melzo, in cui, nei diciotto mesi presi in esame, il peso delle donne si attesta al 42,2% contro il 45,0% dell’insieme degli altri territori. Poco significativi i mutamenti che si riscontrano tra il 2015 e il 2016, anche se nel secondo periodo l’incidenza femminile evidenzia un leggero incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in controtendenza con il resto della provincia. La piccola differenza che si riscontra tra il peso degli avviamenti femminili e delle assunte sembra riconducibile principalmente ad alcuni settori come il Commercio, i Servizi alle imprese e dell’Istruzione, nei quali più rilevante è la presenza di donne assunte con contratti a termine, che alimenta quindi il fenomeno degli avviamenti multipli.

Graf. 6.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale di Melzo e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) 44,1 44,4

Donne 32,7 32,8

Età 15-29 Età 45 e oltre

25,6 26,1

Stranieri

26,8 24,4 0

10

20

30

Melzo C. M. MI

40

50

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Anche se si passa a considerare la composizione della forza lavoro suddivisa per classi di età, si può osservare come le differenze presenti tra l’Est Milanese e la Città Metropolitana siano minime, soprattutto per quanti riguarda i giovani, che presentano scostamenti nell’ordine di alcuni decimi di punto sia per quanto riguarda le assunzioni che gli avviati. Si può, in compenso, osservare che i giovani assunti nell’area di Melzo hanno un’incidenza più elevata in alcuni settori come il Manifatturiero, il Commercio e la Logistica (essi pesano nell’area rispettivamente 9,5, 12 e 7 punti in più della media provinciale) mentre evidenziano una quota meno rilevante in altri, come l’Alloggio, i Servizi di informazione e comunicazione. Vengono inoltre assunti con maggior frequenza con contratti di lavoro stabili (tempo indeterminato e apprendistato, che interessano un quarto dei giovani assunti nell’area) o con contratti di lavoro interinale, mentre nel resto della provincia la componente giovanile è assunta con maggiore intensità con tutte le altre forme di lavoro flessibile, dal tempo determinato alle modalità di assunzione indipendenti. I lavoratori maturi presentano invece differenze contenute rispetto alla Città Metropolitana di circa mezzo punto percentuale in meno per quanto riguarda gli avviamenti o un analogo valore in più tra gli assunti; per entrambi i valori, gli over 45 appaiono in crescita nel corso degli ultimi mesi, analogamente alle tendenze provinciali. I lavoratori appartenenti a questa fascia di età presentano inoltre caratteristiche comuni a quelli dei giovani sia per quanto riguarda la distribuzione settoriale che le modalità contrattuali di avviamento. Più accentuate sono invece le diversità per quanto attiene alla presenza straniera; la domanda di lavoro dell’Est Milanese registra, infatti, un’incidenza di questi lavoratori che supera di più di 2 punti il dato medio provinciale, una differenza che viene di fatto riassorbita quasi interamente se si osservano gli avviati, un fenomeno che è imputabile principalmente al lavoro domestico, il cui peso nell’area è relativamente più contenuto, e agli assunti nel settore dell’Alloggio. In questo comparto che, come si vedrà, cresce meno che a livello provinciale, il peso di questa componente è sensibilmente più basso, così come avviene del resto nelle costruzioni, mentre nell’area di Melzo i lavoratori stranieri risultano più richiesti nell’industria manifatturiera e nella Logistica. 6.4

La domanda di lavoro dell’Est Milanese: i datori di lavoro

Prendendo in esame le dinamiche relative alle imprese attive sul mercato del lavoro nell’area di Melzo, si possono invece riscontrare andamenti abbastanza simili a quelli degli avviamenti. Nel 2015 esse presentano infatti un aumento decisamente migliore di quello provinciale (+15,8% rispetto al +13,7% della media provinciale), mentre peggiore, ma in misura più contenuta, è il risultato registratosi nei primi mesi dell’anno successivo (-13,1%). A determinare questi risultati sono in entrambi i casi le forti oscillazioni del settore del terziario, che, se da un lato evidenzia un incremento del 17,8%, dall’altro segnala una contrazione del 13,8%, mentre più contenute sono le variazioni dell’industria; nel 2015 le imprese che assumono aumentano in questo settore del 12,6%, un dato quindi sensibilmente più contenuto di quello evidenziato nei Servizi, ma per contro esse diminuiscono in misura più contenuta nel periodo successivo (-8,3%). Deludenti, infine, le performance evidenziate dalle aziende del settore delle Costruzioni, che registrano un modesto incremento del 4,3% nel 2015 e un pronunciato decremento pari al 21,6% nel semestre successivo.

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Graf. 6.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale di Melzo. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 5.838

6.000

5.043 5.000

4.224

4.000

3.676

3.670

3.000 2.000 1.000 0

2014 2015

6.5

giu14

giu15

giu16

La domanda di lavoro dell’Est Milanese: i settori produttivi

Passando ora ad analizzare la composizione settoriale della domanda di lavoro, va subito evidenziato come, al di là delle fluttuazioni stagionali, l’Est Milanese si confermi, pur nella sua disomogeneità territoriale, l’area in cui il peso dell’industria assume la rilevanza maggiore dopo quelle dell’Alto Milanese e del Magentino-Abbiatense, nonostante l’andamento deludente nel corso dei primi mesi del 2016. Nel corso dell’insieme del periodo preso in esame, infatti, le assunzioni effettuate dalle imprese industriali rappresentano il 17,2% del totale registrato dall’area, con una forte crescita nel 2015 (+24,7%) a cui corrisponde però un’altrettanto accentuata contrazione nel semestre successivo (-27,0%).

Graf. 6.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Melzo. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 17,2

Agr. 0,6

Costr. 4,6

Servizi 77,6

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Il peso delle assunzioni nel terziario si attesta invece su un valore pari al 77,6%, un dato nettamente inferiore a quello della Città Metropolitana nel suo insieme, nonostante il forte aumento registrato nel corso dei primi sei mesi del 2016, in cui guadagna più di 3 punti rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Ciò avviene grazie ad una buona tenuta delle assunzioni, che calano complessivamente solo del 5,2%, derivante, come si vedrà più oltre, dal buon andamento di diversi settori, tra cui quello rilevantissimo per l’area del Commercio. Da segnalare che, sia nell’Industria che nei Servizi, il peso degli assunti è più contenuto di quello degli avviamenti, in virtù della forte incidenza dei contratti a termine, e più specificatamente del lavoro interinale nella prima e del tempo determinato nei secondi. Anche il settore delle Costruzioni evidenzia, come quello del terziario, un peso inferiore a quello medio provinciale, sia per quanto riguarda le assunzioni (4,6% del totale), ma ancor più per quanto riguarda gli assunti, un dato correlabile con una più elevata incidenza degli avviamenti a termine e segnatamente di quelli interinali, che in questo comparto nell’Est Milano pesano il triplo che nella Città Metropolitana. Analizzando più nel dettaglio la composizione della domanda di lavoro nell’Industria e nei Servizi si possono però ricavare ulteriori interessanti indicazioni. Se si prendono in esame i diversi comparti industriali, si può infatti notare un’accentuata volatilità delle assunzioni fatte registrare dalla maggior parte dei settori manifatturieri, mentre pochi sono quelli che evidenziano valori costantemente in crescita o, per contro, in calo. Tra i primi rientrano, ad esempio, quelli della fabbricazione dei prodotti chimici, della Fabbricazione di prodotti in metallo (che presentano rispettivamente nel 2015 incrementi di assunzioni del 45,9% e del 18,7% e di minore entità attorno al 10% nel semestre successivo) nonché in altri di minore rilevanza. Costantemente in calo, per contro, figurano altri due comparti rilevanti per il numero di assunzioni che effettuano, quali quello della Fabbricazione di prodotti farmaceutici e quello della Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature, contenuti il primo anno (tra il 2% e il 3%) e maggiori nel 2016 (oscillanti tra il 10% e il 15%). Complessivamente positivo è l’andamento anche degli altri settori dell’industria metalmeccanica (essa spiega da sola quasi il 40% delle assunzioni manifatturiere) e in particolare quello della Fabbricazione di apparecchiature elettriche che registra sensibile incremento (+51,2%) nel 2015 solo intaccato da una modesta flessione del periodo successivo. Buone sono altresì le performance dei comparti della Fabbricazione di carta e prodotti in carta e della Stampa e riproduzione di supporti in carta (entrambi evidenzianti incrementi superiori al 70% nel primo anno e modeste flessioni nel periodo successivo) e dell’Industria del legno e dei prodotti in legno, mentre dinamiche complessivamente modeste sono quelle dell’intero comparto del Made in Italy, delle Industrie alimentari, della Fabbricazione di prodotti in gomma e materie plastiche, che registrano pesanti flessioni nel 2016, dopo incrementi più o meno pronunciati nell’anno precedente. Meno chiaroscuri presenta invece l’analisi disaggregata del terziario. Costantemente positive sono le dinamiche evidenziate dal Commercio, dalle Attività professionali e dalla Sanità, che congiuntamente spiegano un quarto di tutti gli avviamenti dell’area e che evidenziano rispettivamente incrementi del 40,7%, 40,4% e 16,9% nel 2015, e del 3,9%, 148,8% e 9,6% nel semestre successivo, tutti valori superiori, se non in controtendenza, con la media provinciale. Molto positivo è anche l’andamento del settore dei Servizi alle imprese, che pur con una piccola flessione dello 0,5% degli avviamenti nel solo 2016, registrano per

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gli assunti valori positivi durante tutto il periodo preso in esame, evidenziando anch’esso performance migliori di quelle del resto della provincia. Concorrono altresì al buon andamento dell’intero macrosettore dei Servizi, anche i Servizi di informazione e comunicazione e quelli dei Servizi alla persona (segnalano incrementi di assunzione pari rispettivamente al 15,8% e al 123,3%), mentre concorre a contenere il calo che si è registrato poi nel primo semestre del 2016 il buon andamento di quello delle Attività artistiche e sportive (+30,6%).

Graf. 6.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale di Melzo. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016

C - Manifatt. F - Costr. G- Commercio H - Logistica I - Alloggio J - Infor. e com. M - Att. Prof. N- Serv. Imp. P - Istruz. Q - Sanità -60,0 -40,0 -20,0

0,0

20,0

1° sem. 2016-2015

40,0

60,0

80,0 100,0 120,0 140,0 160,0

2015/2014

Ha invece inciso negativamente, oltre alle performance del settore dell’Istruzione, quello di uno dei settori più importanti dell’area di Melzo, ovvero, quello della Logistica, che non solo presenta andamenti negativi, ma per quanto riguarda il 2015, addirittura in controtendenza con quelli della Città Metropolitana, un dato che conferma che l’Est Milanese ha risentito solo marginalmente dell’effetto Expo. 6.6

La domanda di lavoro dell’Est Milanese: le forme contrattuali

Passando ora ad analizzare le modalità contrattuali più utilizzate nell’area, va segnalato, in primo luogo, come nei diciotto mesi presi in esame l’Est Milanese evidenzi la percentuale di avviamenti a tempo indeterminato più elevata dell’intera Città Metropolitana, fatta eccezione per quella registratasi nell’Alto Milanese. Poco meno di un quarto di tutti i nuovi rapporti di lavoro sono, infatti, posti in essere con questa modalità contrattuale, un dato che non sorprende perché anche negli anni immediatamente precedenti questa è l’area che si è contraddistinta per la maggior diffusione del tempo indeterminato. Ciò spiega anche perché sia proprio l’area di Melzo quella che registra nel 2015 il minor incremento di questo tipo di avviamenti (+40,4%), ma anche quella che segnala il minor decremento nel semestre successivo.

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Graf. 6.7 – Avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Melzo e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 44,2 45 40

40 35 30

24,6

25

19,1 22

20

15,6

16,3

15 10

4,8

5

3,7

9,7

0

C. M. MI TI

TD

INT

Melzo CO. PRO.

ALTRI

L’area di Melzo evidenzia altresì un’incidenza più elevata della media provinciale anche per l’altra modalità di contratto di lavoro stabile, ovvero l’apprendistato, che spiega il 2,1% a fronte dell’1,6% della Città Metropolitana, il 67% dei quali concentrati nel Commercio, nell’Alloggio, nei Servizi alla persona e nel Manifatturiero. Tra le forme di lavoro a termine, invece, L’Est Milano presenta una quota molto rilevante di assunzioni con contratti di lavoro interinale, con il quale vengono realizzati il 22,0% degli avviamenti, una percentuale che supera del 40% la media provinciale. Più contenuta, per contro, è la rilevanza dei nuovi rapporti di lavoro posti in essere con contratti di tempo determinato, che rappresentano comunque il 40% del totale di questi. Da evidenziare che mentre il lavoro interinale è concentrato principalmente nei settori del Commercio e dell’Industria (più del 72% di questo tipo di avviamenti sono ascrivibili a questi due settori), quelli effettuati con il contratto a tempo determinato risultano più distribuiti tra i diversi settori di attività economica, anche se spiegano quote elevate delle assunzioni oltre che nell’Istruzione (93,5%) anche nella Logistica, nelle Costruzioni, nella Sanità e nei Servizi alle imprese, che presentano valori pari rispettivamente al 52,0%, 47,1%, 42,1% e 41,0%. Le forme contrattuali flessibili minori presentano tutte valori più contenuti della media provinciale, e solo il lavoro intermittente e le collaborazioni a progetto hanno un peso di un qualche interesse (entrambi spiegano il 3,7% del totale degli avviamenti) con una forte polarizzazione delle assunzioni in un numero circoscritto di settori (le Altre attività professionali e l’Alloggio per il primo, i Servizi alle imprese per le seconde). Se si osserva come le diverse modalità contrattuali siano state usate tra il 2015 e il 2016, va evidenziato come solo i due contratti più diffusi abbiano seguito andamenti analoghi a quello evidenziato dal contratto a tempo indeterminato, riflettendo in parte le dinamiche più generali della domanda di lavoro, e in parte quella dei settori che rivestono un’importanza

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maggiore per i singoli contratti (è il caso del Commercio per l’interinale, l’Istruzione e la Logistica per il tempo determinato). Tra le modalità contrattuali che hanno una rilevanza minore, presentano invece andamenti costantemente negativi l’apprendistato e le collaborazioni a progetto, che hanno risentito degli effetti introdotti dal Jobs Act, mentre gli andamenti del lavoro intermittente e del lavoro autonomo dello spettacolo sembrano risentire di alcune emergenze connesse alla nuova localizzazione di imprese che utilizzano in modo privilegiato queste forme contrattuali di nicchia.

Graf. 6.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Melzo. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -50,0

0,0

Primo sem. 2016/2015

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

2015/2104

A fronte di una domanda di lavoro che presenta una quota di lavoro stabile più elevata della Città Metropolitana, l’Est Milanese evidenzia invece un utilizzo più intenso di quella forma di flessibilità rappresentata dai contratti a tempo parziale, che interessano il 38% di tutti gli avviamenti, 5,4 punti percentuali in più della media provinciale, ma solo il 36,6% degli assunti, a fronte del 34% della Città Metropolitana. Da segnalare che tra i part-timers, il 53,5% è rappresentato da donne (un dato in crescita nel 2016), il 32,7% ha meno di 29 anni e il 34,4% è rappresentato da stranieri, i quali equivalgono al 46,6% di tutta questa componente della forza lavoro. Questi andamenti opposti tra i due indicatori sembrano essere riconducibili in parte alla minore incidenza del lavoro domestico, ma soprattutto al fatto che il part-time sia più diffuso in settori in cui più elevato è il ricorso a contratti a termine e segnatamente del lavoro interinale. Ancora una volta sono l’Alloggio, le Attività professionali, i Servizi alle imprese e il Commercio, settori dove esso ha il peso maggiore, con valori oscillanti tra il 72% degli avviamenti del primo e il 51% dell’ultimo.

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Graf. 6.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Melzo. Anno 2015 e primo semestre 2016 32

Tempo indet.

33,3

Tempo det.

29,6

Apprendistato

50,1

Interinale 11,9

Lavoro interm.

13,1

Parasubordinato 0

10

20

30

40

50

60

Anche in quest’area sono le assunzioni effettuate con il contratto interinale ad evidenziare la quota più elevata di avviamenti part-time, anche se il peso raggiunto nell’Est Milanese è inferiore alla media provinciale, come avviene del resto per quelle a tempo indeterminato, mentre negli avviamenti a tempo determinato il part-time a Melzo presenta valori che superano di dieci punti quelli evidenziati a scala provinciale. 6.7

La domanda di lavoro dell’Est Milanese: le qualifiche professionali

L’analisi della composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali evidenzia come l’Est Milanese si configuri con caratteristiche che si avvicinano maggiormente a quelle delle aree a maggiore vocazione manifatturiera, con un peso più contenuto della media provinciale per quanto riguarda le figure impiegatizie e una tendenza opposta per quelle operaie. Nell’arco di tempo preso in considerazione, nell’area di Melzo le prime pesano complessivamente il 37,1%, a fronte del 43,4% della Città Metropolitana, presentando in particolare un sottodimensionamento del personale ad elevata qualifica (solo il 12% del totale degli avviamenti contro il 18,6% a scala provinciale) e dei Tecnici, mentre maggiore è il peso degli assunti con qualifiche di impiegati (12,4% delle assunzioni contro il 9%). Il peso di questo tipo di assunti non presenta sostanziali mutamenti nel corso degli ultimi anni, in cui l’unico cambiamento degno di nota da evidenziare è il calo del personale ad elevata qualifica connesso alla perdita di peso dell’Istruzione, che viene compensato dalla crescita in altri settori come i Servizi di informazione e comunicazione e le Attività professionali. Abbastanza sorprendente è il sottodimensionamento degli addetti alle vendite, il cui peso nell’area di Melzo è sensibilmente inferiore alla media provinciale (il 21,1% contro il 28%), nonostante il buon aumento registratosi nel corso degli ultimi mesi presi in esame, quando la loro incidenza è salita al 23,5%, con un incremento di più di tre punti rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

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Graf. 6.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale di Melzo e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 30,0 25,0 Pers. non qual.

20,0

Prof. Int.

15,0 10,0 5,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Melzo

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Queste dinamiche sembrano scontare principalmente la diversa incidenza del settore dell’Alloggio che non viene compensata dal buon andamento del settore del Commercio ed in particolare della GDO64. La componente operaia, infine, presenta un’incidenza complessiva pari al 41,3%, superando di 13 punti la media espressa dalla Città Metropolitana, nonostante una piccola flessione nel corso del 2016, che ha riguardato principalmente i Conduttori di impianti, che hanno scontato il calo della domanda di lavoro nell’Industria manifatturiera, nella quale lavorano quasi il 52% degli avviati con questo tipo di qualifica professionale. Invariato rimane invece il peso degli operai specializzati e del personale non qualificato. L’indicatore delle qualifiche professionali di avviamento sembra evidenziare come i mutamenti intervenuti nel corso dell’ultimo biennio, pur in presenza di dinamiche complessivamente positive del mercato del lavoro locale, che il sistema produttivo dell’area non ha conosciuto trasformazioni di portata analoga a quelle registratesi negli anni in cui più forti erano stati i contraccolpi dovuti alla crisi. Il potenziamento della rete viaria (BREBEMI, TEEM), non sembra aver prodotto effetti significativi sull’economia locale, anche nei settori più direttamente connessi come quello della Logistica. E se l’industria sembra evidenziare una capacità di tenuta migliore che in molte altre aree, il terziario non sembra per ora in grado di imprimere un nuovo impulso all’economia locale, nonostante le aspettative avanzate anche in sede di programmazione territoriale, fondate però sulle dinamiche che l’Est Milanese aveva conosciuto negli anni a cavallo dei due secoli.

64

Da evidenziare che negli ultimi anni, gli addetti alle vendite rappresentano nell’Est Milanese il 37,5% degli assunti nel settore del Commercio, mentre in quello dell’Alloggio essi salgono all’80%.

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7 7.1

L’area circoscrizionale del Nord Milano Il quadro economico

Pur con una superficie limitata (è la circoscrizione più piccola dopo quella di Corsico), i sette comuni che compongono l’area circoscrizionale del Nord Milano presentano una elevata popolazione di 316.000 abitanti, con una densità media di 5.469, 4 ab./kmq, seconda solo a quella evidenziata dal capoluogo. Essa è anche il territorio provinciale, sempre fatta eccezione per Milano, che presenta la più forte armatura urbana, comprendendo due comuni, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, che vantano una popolazione superiore ai 75.000 abitanti, mentre solo uno, Cusano Milanino è sotto i 20.000. Si tratta di caratteristiche che, come si vedrà, spiegano in parte anche le più recenti evoluzioni del sistema produttivo locale e quelle del mercato del lavoro. Le dinamiche demografiche tra il 2012 e il 2015 evidenziano una crescita dei residenti pari al 4,1%, un valore superiore alla media della Città Metropolitana, anche se va richiamata l’attenzione sul fatto che tale incremento è imputabile interamente alla parte orientale dell’area (il comune di Cologno Monzese evidenzia un aumento del 5%, Cinisello Balsamo del 5,9% e Sesto San Giovanni del 6,8%), invertendo il declino demografico che li aveva contraddistinti nella fase finale del secolo scorso, anche in virtù dell’aumento dell’offerta residenziale. I comuni della parte occidentale presentano nello stesso quadriennio una situazione di sostanziale stagnazione, con la popolazione che aumenta solo dello 0,3%. Com’è noto, l’area del Nord Milano rappresentava una delle zone più fortemente industrializzate dell’intera provincia di Milano e Sesto San Giovanni si è a lungo fregiata del titolo di “città delle fabbriche”. Tuttavia, già alla fine del secolo scorso, tale situazione era radicalmente mutata, sotto l’impulso di intensi processi di deindustrializzazione che avevano di fatto cancellato la grande impresa fordista, che sono proseguiti ulteriormente anche nel corso nei primi anni del nuovo secolo. Questo lungo declino si è però costantemente accompagnato a processi di terziarizzazione65, che già da molti anni hanno consentito di porre le basi di uno sviluppo di tipo nuovo, in cui un ruolo fondamentale è stato giocato dai settori connessi all’ITC e a quelli della comunicazione, che ha trovato nel polo televisivo di Cologno un attrattore di nuove attività. Più contraddittorio è risultato questo processo nel corso del nuovo secolo, in cui un ruolo crescente nella terziarizzazione dell’area è stato assunto dai settori tradizionali, come quello del Commercio e in, particolare, della GDO, che dagli insediamenti tradizionali sul Viale Fulvio Testi e la strada per Monza e di Paderno Dugnano, si è poi irradiata un po’ in tutto il territorio, rappresentando una delle modalità sin qui più importanti per il riuso delle aree dismesse. Interessanti, in quest’ultimo periodo, sono stati anche altri processi che hanno dato impulso alla trasformazione dell’area, con la crescita di altri settori, come quello della Sanità, e con l’insediamento di una sede universitaria. Nonostante l’intensità con cui questi due processi contrapposti si sono sviluppati, l’area del Nord Milano continua ad evidenziare un elevato grado di specializzazione nel settore industriale, anche se il manifatturiero risulta in calo e il settore della Fabbricazione di energia elettrica in crescita.

65 65

Cfr. Cavicchini, E. (2007), “La terza fase della grande trasformazione del Nord Milano”, in: Provincia di Milano, Territori in movimento. Rapporto sui mercati del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano.

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Al di sopra della media provinciale è anche il comparto delle costruzioni, che sta conoscendo però un sensibile ridimensionamento, anche per effetto di processi di rilocalizzazione sul capoluogo di importanti funzioni direzionali. Per contro, nel terziario, questo territorio evidenzia un grado di specializzazione in crescita e risulta in linea con il dato della Città Metropolitana nel suo insieme, pur evidenziando andamenti molto differenziati da comparto a comparto; sono sovra specializzati, ad esempio, quelli del Commercio, dell’Alloggio e dell’Istruzione, stabile e in linea con quello espresso dalla Città Metropolitana il settore dei Servizi di Informazione e comunicazione, sottodimensionati tutti gli altri, soprattutto quelli che includono il terziario avanzato, mentre è in crescita quello della Sanità. 7.2

La domanda di lavoro del Nord Milano: gli avviamenti

Verificare se, e in che misura, queste tendenze di fondo dell’economia del Nord Milano trovino un riscontro anche nell’andamento della domanda di lavoro del biennio più recente, appare un compito complesso, perché un’analisi così condotta sconta i limiti della base informativa utilizzata, che è rappresentata da dati di flusso, che colgono principalmente ciò che si muove in ingresso e in uscita dal mercato del lavoro. Vengono, in tal modo, esaltate o le emergenze, cioè i nuovi processi che si producono in un sistema produttivo che determinano un aumento delle assunzioni nel breve periodo, oppure quei fenomeni – ed è questo il caso del Nord Milano - che derivano da sovra rappresentazione di alcuni settori con contratti di lavoro a termine di durata breve o brevissima con una conseguente moltiplicazione delle segnalazioni, che portano quindi a sottovalutare la reale incidenza del resto del sistema produttivo locale. La domanda di lavoro dell’area del Nord Milano, ad esempio, è fortemente caratterizzata dagli andamenti dell’Industria dello spettacolo, che in questo territorio è costituita essenzialmente dal polo televisivo di Cologno Monzese e dal suo indotto, che, nei diciotto mesi presi in esame, spiegano il 32,5% delle assunzioni, ma solo l’8,6% degli assunti e solo l’1,6% delle imprese che assumono. Questo settore, inoltre, presenta ormai da diversi anni dinamiche che sembrano muoversi quasi in controtendenza con il resto del sistema produttivo locale66, la qual cosa introduce ulteriori problemi per una corretta interpretazione degli andamenti occupazionali in atto. E’ per questi motivi che, pur seguendo in genere l’impianto di analisi seguito anche nelle altri capitoli, in questo contributo verrà dedicata in sede di commento un’ampia attenzione agli andamenti riscontrabili nel mercato del lavoro del Nord Milano nella sua interezza, confrontandolo con quelli evidenziati senza l’apporto dell’Industria dello spettacolo, al fine di cogliere i processi che interessano la gran parte delle imprese dell’area.

66

Corsi, E. (2013), “Intermittenza e immaterialità”: i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo”, in: Provincia di Milano, Lungo il tunnel. Economia e mercato del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano, pp. 143171.

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Graf. 7.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 70.000 60.000

63.794 54.703

50.000

30.792 28.388 26.649

40.000 30.000 20.000 10.000 0

Nel corso del periodo preso in esame, la domanda di lavoro del Nord Milano ha manifestato andamenti migliori di quelli della Città Metropolitana, facendo registrare con i quasi 64.000 avviamenti del 2015, un incremento del 16,6%, tre punti sopra la media provinciale. Anche le performance dei primi sei mesi dell’anno successivo, seppure in calo, presentano un andamento migliore di quello delle altre aree circoscrizionali milanesi nel loro insieme, con un decremento che si limita al 7,8%, rispetto all’8,5% della provincia. Se si osservano più nel dettaglio gli andamenti complessivi della domanda di lavoro del Nord Milano con e senza il settore dello spettacolo, il quadro appare leggermente diverso; senza l’apporto di questo comparto, la domanda di lavoro dell’area risulta presentare un andamento leggermente migliore nel 2015, anno in cui si registra un incremento delle assunzioni del 17,0%, ma nei sei mesi successivi, per contro, si evidenzia un calo decisamente più elevato (-20,2%). Nei due periodi, infatti, l’incidenza complessiva dei lavoratori dello spettacolo, sale dal 30,1% al 37,9% di tutti gli avviamenti del territorio, con un incremento addirittura di 9,5 punti se raffrontato al solo primo semestre del 2015.

Graf. 7.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale del Nord Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 20 15 10 5 0 -5 -10

16,6 13,5 6,5 2,3 -7,8-8,5 20152014

C.M. MI Nord MI I° sem. 20162015

I° sem. 20162014

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7.3

La domanda di lavoro del Nord Milano: i lavoratori avviati

Le dinamiche relative agli assunti nella circoscrizione risultano leggermente diverse rispetto a quelle degli avviamenti, che nel 2015 presentano un andamento più contenuto di quello evidenziato dalla Città Metropolitana (+11,7% a fronte del 13,8%), mentre si confermano migliori le performance relative al primo semestre del 2016. Analogo a quello degli avviamenti è l’andamento della domanda di lavoro locale escludendo l’Industria dello spettacolo. Da questi dati si evince quindi come l’indice di flessibilità del mercato del lavoro del Nord Milano non sia solo più elevato della media provinciale, ma anche come esso registri nei due periodi presi in esame un sensibile incremento, passando da un valore di 1,86 nel 2014 ad uno di 1,93 nell’anno successivo, e un incremento che nei primi mesi del 2016 risulta anche maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi su un valore pari a 1,87.

Graf. 7.3a – Avviati nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 35.000

32.749 29.324

30.000 25.000 20.000

15.983

15.000

17.312 15.110

10.000 5.000 0

2014 2015

giu-14 giu-15 giu-16

Prendendo ora in esame la composizione socio-demografica della forza lavoro assunta, va immediatamente richiamato come il mercato del lavoro locale presenti forti differenze rispetto a quello della Città Metropolitana un po’ per tutti gli indicatori che si possono prendere in esame, anche se ciò è legato principalmente al peso che assume in questo caso il settore dello Spettacolo, che presenta una domanda di lavoro fortemente caratterizzata da uomini, appartenenti in misura maggiore alle classi di età più mature e privilegiando lavoratori italiani.

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Graf. 7.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale del Nord Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

38,2 Donne

44,4 30 32,8

Età 15-29

27,9 26,1

Età 45 e oltre

Nord MI C. M. MI

19,5 Stranieri

24,4 0

10

20

30

40

50

Se si considerano i dati relativi alle assunzioni nel loro insieme, infatti, nel periodo indagato il peso della componente femminile risulta di 6,2 punti inferiore alla media provinciale, ma escludendo il comparto dello spettacolo, il Nord Milano presenterebbe un valore ben diverso, con il 44,9% degli avviamenti effettuati da donne. La loro incidenza appare però in calo in entrambi i casi nel corso del 2016, soprattutto per la contrazione della domanda di lavoro di alcuni settori ad elevata presenza femminile come quello del Commercio e quello dell’Istruzione o della sola componente femminile in altri, come i Servizi alle imprese e l’Alloggio. Da rimarcare come questi andamenti appaiono amplificati se prendono in esame gli avviati; in questo caso il divario si conferma prossimo ai 6 punti (le donne avviate nel Nord Milano corrispondono al 39,2% del totale contro il 45% evidenziato dalla Città Metropolitana), ma tale differenza non presenta sostanziali cambiamenti anche se si prende in esame la domanda di lavoro senza il settore l’Industria dello Spettacolo, che nei diciotto mesi esaminati evidenzia un peso della componente femminile pari al 40,2%, un fenomeno imputabile alla maggior diffusione tra le donne di assunzioni con contratti a termine. Analoghe sono le tendenze che si possono riscontrare per quanto riguarda la componente giovanile, che nel Nord Milano evidenzia un sottodimensionamento di più di 2 punti, prendendo in esame gli avviamenti, e di 3 considerando gli assunti, una situazione che non muta sostanzialmente neppure escludendo il settore dello Spettacolo; in questo caso il peso dei lavoratori giovani si porta al 32,8% sul totale dei nuovi rapporti di lavoro posti in essere e rimane invariato al 31% nel caso degli avviati, a conferma che, come le donne, i giovani vengono assunti preferibilmente con contratti di lavoro flessibili. Più elevata è invece l’incidenza sulla domanda di lavoro locale dei lavoratori maturi, il cui peso supera di quasi due punti quella provinciale, sia per quanto riguarda gli avviamenti che gli avviati, senza conoscere differenze. Da rimarcare inoltre come questo segmento di forza lavoro continui ad aumentare nel tempo, specie negli anni in cui più accentuato è l’incremento degli assunti nell’Industria dello spettacolo.

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Decisamente più contenuto del valore relativo alla Città Metropolitana è invece quello relativo alla presenza straniera. Gli avviamenti riguardanti questi lavoratori rappresentano infatti il 19,5% del totale degli avviamenti effettuati dalle imprese del Nord Milano, a fronte del 24,4% registrato nel territorio della provincia di Milano, valore che peraltro è in calo sia nel 2015 che nel 2016, nel primo caso per la maggiore incidenza degli italiani tra i lavoratori assunti con contratti di lavoro stabili nel primo anno e nel secondo a causa della forte crescita del settore dello spettacolo. E’ da evidenziare, però, il carattere contradditorio delle statistiche relative a questo segmento della forza lavoro. Infatti, se si prende in esame l’insieme delle assunzioni escludendo il comparto dello Spettacolo67, il peso della componente straniera supera addirittura il dato medio provinciale, attestandosi al 27,5%, grazie soprattutto all’apporto di alcuni settori come a quelli tradizionali delle Costruzioni, del lavoro domestico, anche dell’Industria manifatturiera, dei Servizi alle imprese e dell’Alloggio. Non sorprende quindi che, se si prendono in esame gli assunti, il peso dei lavoratori stranieri sia nel Nord Milano più elevato che nel resto della provincia (30% a fronte del 28,4%). 7.4

La domanda di lavoro del Nord Milano: i datori di lavoro

Meno soddisfacenti sono invece le dinamiche per quanto riguarda le imprese attive sul mercato del lavoro, che presentano andamenti inferiori alla media provinciale in entrambi i periodi presi in esame, (+12,0% nel corso del 2015, -14,0% nella prima parte dell’anno successivo), dati che si aggiungono a quelli del triennio precedente in cui le imprese che assumono hanno evidenziato costantemente valori negativi.

Graf. 7.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 6.000

5.426 4.838

5.000

4.000

3.848 3.548 3.314

3.000

2.000

1.000

0

2014 2015

giu-14 giu-15 giu-16

Nel corso del 2015, il settore che ha evidenziato le performance migliori è quello industriale (+14,1%), che supera di un punto quello registratosi nel terziario, mentre molto 67

Nell’Industria dello spettacolo il peso dei lavoratori stranieri nel periodo 2015-2016 è stato pari al 3,0% del totale degli avviamenti del settore.

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modesto è stato l’aumento nelle Costruzioni (+4,2%). Speculare invece l’andamento nel corso della prima parte del 2016, in cui è proprio questo settore a contenere la flessione delle imprese che assumono, registrando una flessione del 5,7%, mentre il terziario e l’Industria presentano un calo rispettivamente del 14,8% e del 15,9%. Complessivamente quindi il mercato del lavoro del Nord Milano sembra quindi presentare performance che, al netto del settore dello spettacolo non appaiono molto brillanti, mentre il tessuto produttivo, specie quello della piccola impresa, presenta tuttora numerosi elementi di problematicità. 7.5

La domanda di lavoro del Nord Milano: i settori produttivi

Passando ora ad esaminare la composizione per settore di attività economica della domanda di lavoro dell’area, essa appare come la più fortemente terziarizzata dopo quella del capoluogo. Il peso degli avviamenti nel terziario supera infatti l’88%, mentre l’Industria si attesta poco sotto il 7% e le Costruzioni al 5%. Il Nord Milano si confermerebbe una realtà molto terziarizzata anche a prescindere dalla domanda di lavoro del settore dello Spettacolo, senza il quale afferirebbero ugualmente ai Servizi l’82,5% degli avviamenti e il 78,3% dei neoassunti, che lo posizionerebbe comunque tra quelle aree che, come il Corsichese e il Sud Est Milanese, presentano maggiormente caratteristiche della domanda di lavoro tipiche della metropoli espansa, fenomeno che già era stata individuato in altri studi presentati nelle precedenti edizioni del Rapporto sul mercato del lavoro in provincia di Milano68. Tali caratteristiche si sono andate ulteriormente accentuando anche nel corso dei diciotto mesi presi in esame. Nel corso del 2015, infatti, le assunzioni sono aumentate nei Servizi del 17,6%, mentre nell’Industria si sono registrati incrementi pari al 12,7% e nelle Costruzioni dell’8,8%. Per contro, nel corso del primo semestre del 2016 il Terziario ha registrato una contrazione relativamente contenuta (-6,9%) e comunque decisamente inferiore di quelle degli altri due macrosettori, che accusano un calo degli avviamenti pari al 14,8% nel caso dell’Industria e del 12,9% nelle Costruzioni. Da sottolineare che tali tendenze trovano un riscontro non solo nelle dinamiche relative agli assunti, ma anche se si considerano le performance dei Servizi prescindendo dal settore dello Spettacolo.

Graf. 7.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 6,8

Agr. 0,2

Costr. 4,8

Servizi 88,2

68

Cfr.: Fugagnoli, P. (2003), “I mercati del lavoro circoscrizionali nel corso del 2002” in Provincia di Milano, L’anno dei paradossi. Rapporto 2002 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano”, FrancoAngeli, Milano, pp. 311-379.

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Se si osservano più nel dettaglio le dinamiche settoriali, si può osservare però come l’andamento del terziario presenti luci e ombre; sono infatti tre i comparti che evidenziano un andamento positivo sia nel 2015 che nel 2016, mentre più numerosi sono quelli che risultano costantemente in calo. Le migliori performance sono fatte registrare delle Altre attività professionali che evidenziano incrementi delle assunzioni che superano il 51% nel 2015 e il 41% nel primo semestre del 2016; visto il peso maggiore del comparto, però, sono più rilevanti i risultati fatti registrare dai Servizi di informazione e comunicazione (+18,5% nel 2015 e +10,4% nel semestre successivo). Da rimarcare come questi due settori evidenzino andamenti analoghi anche per quanto riguarda gli assunti, che crescono in modo più significativo anche in valori assoluti nelle Altre attività professionali in entrambi i periodi. Aumentano sia nel 2015 che nel periodo successivo gli avviamenti nel comparto delle Attività artistiche e sportive, che registrano però cali degli assunti in entrambi i periodi.

Graf. 7.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016

C - Manifatt. F - Costruz. G - Commercio H - Logistica I - Alloggio J - Infor. e com. M - Att. Prof. N - Serv. Imp. P - Istruz. R - Att. Artist. -40,0

-30,0

-20,0

-10,0

1° sem. 2016-2015

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

2015/2014

Tra i settori costantemente in calo, più rilevanti spiccano la Logistica e l’Istruzione, il cui peso complessivo negli ultimi anni ha oscillato costantemente tra il 10% e il 12% degli avviamenti e tra il 16% e il 18% degli assunti del Nord Milano. Essi registrano flessioni relativamente contenute nel primo dei due periodi e decisamente più accentuate (rispettivamente -16,8% e -38,1%) nel secondo; anche in questo caso, gli andamenti degli avviati seguono quelli delle assunzioni, anche se con variazioni più contenute. Gli altri comparti seguono invece andamenti discontinui che evidenziano incrementi di avviati e di assunti nel 2015 e cali di entrambi gli indicatori nella prima parte del 2016, anche se più positivo appare l’andamento dei Servizi alle imprese e del Commercio, mentre tendenzialmente stagnante appare la domanda di lavoro del comparto dell’Alloggio, il cui peso è costantemente in calo dal 2013, in controtendenza con le dinamiche riscontrabili nella Città Metropolitana.

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L’analisi del comparto manifatturiero evidenzia numerosi aspetti di problematicità. Se da un lato alcuni settori mostrano andamenti delle assunzioni costantemente positivi (è il caso di quelli della Fabbricazione di prodotti chimici, della Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e di quelli meno rilevanti dell’Industria del legno, dei prodotti in legno e della Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione dei minerali non metalliferi e delle Altre industrie manifatturiere (i primi due in particolare evidenziano incrementi degli avviamenti superiori al 17% nel 2015 e rispettivamente del 4,3% e del 47,3% nei sei mesi successivi), dall’altro si osservano una serie di altri comparti costantemente in calo (è il caso di tutti i settori del Made in Italy). L’aspetto più problematico è però quello relativo all’industria metalmeccanica, il principale raggruppamento di attività industriali del Nord Milano, che rimane sostanzialmente stagnante e con avviamenti costantemente in calo nei settori della Metallurgia, della Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica ed ottica e della Fabbricazione di altri mezzi di trasporto. L’andamento della domanda di lavoro industriale, che nel periodo esaminato è stata significativamente più contenuta di quella della Città Metropolitana, è in buona parte ascrivibile proprio alle performance meno brillanti di quello che una volta era il comparto che caratterizzava maggiormente il sistema produttivo locale e che ha subito pesanti contraccolpi in questi anni di crisi, in cui il volume complessivo delle assunzioni si è più che dimezzato, così come hanno conosciuto grandi difficoltà l’insieme di queste imprese. 7.6

La domanda di lavoro del Nord Milano: le forme contrattuali

Le peculiari caratteristiche della composizione settoriale della domanda di lavoro del Nord Milano, così pesantemente caratterizzata dall’Industria dello spettacolo con le sue anomale modalità contrattuali di assunzione69, vanno tenute ben presenti quando si passi ad analizzare la stessa per quanto riguarda l’uso la diffusione delle diverse tipologie di contratti. Non sorprende quindi che in quest’area il peso degli avviamenti effettuati con contratti a tempo indeterminato risulti inferiore a quello della media espressa dalla Città Metropolitana (sono solo il 18,4% del totale a fronte del 19,1% della media provinciale). Anche l’incremento di queste assunzioni nel corso del 2015 (+50,4% rispetto al 2014) è del resto inferiore a quello registratosi nell’insieme dei territori del Milanese (+57,3%), a riprova di problemi di carattere strutturale che ne limitano la diffusione. Più della metà delle assunzioni sono invece effettuate con contratti a tempo determinato, che superano il dato provinciale di circa 10 punti percentuali (54,5% nel Nord Milano contro il 44,2% della provincia di Milano), un divario che sembra riconducibile in buona parte al peso degli avviamenti dello Spettacolo, senza il quale la loro incidenza scenderebbe al 36,8% del totale. Più contenuto è invece il ricorso ai contratti di lavoro interinale, anche se da molti anni permane il dubbio su una sottostima di questo tipo di assunzioni, a causa delle difficoltà inerenti la corretta georeferenziazione di questi avviamenti70, ma anche ad una minore rilevanza del comparto manifatturiero. 69

Nel periodo preso in esame, questo settore ha effettuato solo lo 0,4% delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato, mentre pesano per l’84,0% quelle effettuate con contratti a tempo determinato e per il 14,4% quelle di lavoratori autonomi dello spettacolo. 70 Tale dubbio è alimentato in primo luogo dalla modesta entità delle segnalazioni relative alle catene che gestiscono le piattaforme dell’Auchan di Cinisello Balsamo e del centro commerciale Vulcano.

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Graf. 7.7 – Avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale del Nord Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 60

54,5 44,2

50 40 30

19,1 18,4

15,6

20

15,2

12,2

10

5,9 4,8

10,1

0

C. M. MI TI

TD

INT

Nord Milano LAV. AUT. SPE.

ALTRI

Anche per tutte le altre forme contrattuali di avviamento il Nord Milano evidenzia valori più contenuti della media della Città metropolitana, indipendentemente che si tratti di modalità di assunzioni flessibili o stabili e anche per quanto riguarda il lavoro autonomo dello spettacolo, che risente di un andamento modesto nel corso nel 2015. Se si osservano i cambiamenti intervenuti nell’utilizzo delle diverse modalità di assunzione tra il 2015 e il 2016, si può osservare che l’unica che risulta costantemente in crescita è quella del lavoro a tempo determinato, che evidenzia tassi di variazione pari rispettivamente al 19,6% e al 2,5%, mentre costantemente in calo sono gli assunti con contratti di apprendistato, più accentuato nel corso del 2015. Tutte le altre forme contrattuali evidenziano invece andamenti altalenanti; l’interinale, ad esempio, dopo un forte incremento nel primo dei due anni (+33,9%), registra, analogamente al tempo indeterminato, un calo abbastanza pronunciato (-9,5%). Per contro il lavoro intermittente e il lavoro autonomo dello spettacolo seguono un andamento inverso, con aumenti per entrambi superiori al 17%. Dinamiche che complessivamente sembrano tradire una certa incertezza nell’andamento economico dell’area.

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Graf. 7.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -50,0 -40,0 -30,0 -20,0 -10,0 Primo sem. 2016/2015

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

2015/2104

In un territorio già caratterizzato da una così elevata flessibilità della domanda di lavoro, si aggiunge anche una forte presenza di assunzioni con contratti a tempo parziale (nel biennio preso in esame essi rappresentano il 34,2%, la cui incidenza supera, seppur di poco, la media della Città Metropolitana; un dato che trova una ulteriore conferma se si prendono in esame gli assunti, che superano invece di 2 punti il dato provinciale. Ancora più intenso è l’uso del part-time nelle imprese che non afferiscono al settore dello Spettacolo, nelle quali questi contratti interessano il 44,9% del totale degli avviamenti, con punte particolarmente rilevanti nell’Alloggio e nei Servizi alle persone, dove superano il 60% delle assunzioni, nel Commercio (57,3%), nei Servizi alle imprese, nelle Altre attività professionali e nella Sanità con più del 50%. Vista la forte presenza in alcuni settori a prevalente presenza femminile, non sorprende quindi che le donne assunte con contratti part-time siano il 46,8% del totale, a fronte del 26.3% degli uomini. Sempre la distribuzione settoriale di queste assunzioni, spiega l’elevata incidenza del part-time nella composizione delle assunzioni effettuate con contratto interinale, mentre abbastanza sorprendente è la rilevanza da esso assunto in quelle effettuate con contratti a tempo indeterminato, specie nel corso dei primi mesi del 2016.

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Graf. 7.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016

44,0

Tempo indet. 23,5

Tempo det.

32,2

Apprendistato

65

Interinale 12,7

Lavoro interm.

38,9

Parasubordinato 0

7.7

10

20

30

40

50

60

70

La domanda di lavoro del Nord Milano: le qualifiche professionali

Da ultimo, se si analizza la composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali, emerge un’ultima quanto marcata anomalia della realtà del mercato del lavoro del Nord Milano. In essa infatti si riscontra una elevatissima quota di assunti con qualifiche professionali impiegatizie, che attestandosi su un valore pari al 54,3% superano di 11 punti quella evidenziata dalla Città Metropolitana. Ampiamente sotto rappresentate sono invece quelle degli Addetti alle vendite e del raggruppamento delle qualifiche operaie, che nell’arco temporale considerato si attestano rispettivamente al 19,4% e al 26,3% del totale, presentando in tal modo valori inferiori alla media provinciale. Anche in questo caso l’anomalia è riconducibile alla rilevanza del settore dello spettacolo, nel quale il peso degli avviamenti con qualifiche impiegatizie supera addirittura il 92%.

Graf. 7.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale del Nord Milano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 30,0 Pers. non qual.

20,0

Prof. Int.

10,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Nord Milano

Op. spec.

Imp. Add. vend.

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Se si confrontano più nel dettaglio le dinamiche provinciali con quelle del Nord Milano, si può in particolare osservare che questo presenta un’incidenza delle assunzioni con elevate qualifiche pari al 19,6%, un punto in più rispetto alla Città metropolitana, anche se in calo nel 2016 soprattutto per il drastico ridimensionamento della domanda di lavoro nel settore dell’Istruzione. Pari al 28, 1% è l’incidenza dei Tecnici, in crescita soprattutto per effetto del settore dei Servizi di Informazione e comunicazione. Sottodimensionati di quasi 3 punti sono invece gli assunti come Impiegati. Prendendo in esame gli altri raggruppamenti di qualifiche, va sottolineato che gli addetti alle vendite, stabili nel biennio considerato, sono comunque in calo rispetto agli anni precedenti, soprattutto per le performance non brillanti del settore dell’Alloggio e quelle contraddittorie del Commercio, in cui pesa tra l’altro, oltre al già menzionato dubbio di sottostima del lavoro interinale e quello certo derivante dalla diffusione dei voucher, il fatto che le catene della GDO privilegino un utilizzo più intensivo del personale assunto a tempo indeterminato. Tra le qualifiche operaie, infine, sembra stazionario il personale non qualificato, mentre leggermente in calo sono sia gli Operai specializzati che i Conduttori di Impianti. Nell’ultima figura proponiamo un confronto tra la composizione per qualifiche professionali del settore dello spettacolo e la quota restante dell’economia del Nord Milano; si restituisce pertanto un’immagine immediata del dualismo esistente tra i due segmenti che evidenzia un problema per gli operatori territoriali dei servizi per l’impiego, che si trovano ad intervenire su una realtà che procede quasi per vasi non comunicanti (un’analisi più dettagliata delle qualifiche professionali maggiormente richieste nei due comparti lo evidenzierebbe con ancora maggiore chiarezza).

Graf. 7.11 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Settore dello spettacolo e altri settori. Anno 2015 e primo semestre 2016

Pers. non qual.

Cond. Imp.

Dir. 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0

Prof. Int.

Tecnici

Spett. Altri sett.

Op. spec.

Imp. Add. vend.

Un fattore che rappresenta un’ulteriore difficoltà, aggravata da un andamento dell’economia più tradizionale che da anni procede più lentamente di quella della Città Metropolitana nel suo insieme e che rende ancor più impellente l’avvio a soluzione di alcune partite, come quelle della Città della salute e il completamento del riuso delle aree dismesse, che rappresentano ancora una risorsa su cui il territorio deve poter far leva, per imprimere all’economia locale una nuova spinta come quella che essa ha conosciuto sul finire del secolo scorso. Tutte partite dalle quali dipendono in buona parte anche le prospettive future del mercato del lavoro del Nord Milano. Pag. 112 di 155


8 8.1

L’area circoscrizionale di Rho

Il quadro economico

L’area circoscrizionale di Rho (d’ora innanzi anche Nord Ovest Milanese) ha rappresentato una delle aree circoscrizionali milanesi che, negli ultimi anni, ha conosciuto trasformazioni di grande portata, che hanno inciso non solo sulla sua struttura produttiva, e di riflesso sulle dinamiche del mercato del lavoro, ma anche sulla sua organizzazione territoriale. Questi cambiamenti non derivano però solo dai processi di deindustrializzazione che durano ormai da alcuni decenni e che, per quanto intensi, hanno interessato un po’ tutte le zone della Città Metropolitana; essi non possono essere spiegati neppure da quell’espansione urbana che talora accompagna il riuso delle aree dismesse, fenomeno che semmai ha interessato maggiormente altre aree come il capoluogo e il Nord Milano, in cui i processi di deindustrializzazione erano giunti in buona misura a compimento in precedenza. Questa trasformazione ha infatti tratto un forte impulso dai mutamenti indotti da due insediamenti infrastrutturali connessi alla realizzazione di due siti espositivi, quelli del polo fieristico di Rho – Pero e quello che ha ospitato nel 2015 l’Esposizione universale, due interventi che hanno inciso profondamente sul sistema produttivo locale, accelerando da un lato la deindustrializzazione già in atto, ma favorendo dall’altro l’insediamento di nuove attività, un processo che per quanto riguarda il sito di Expo rappresenta una storia in larga parte ancora da scrivere. L’impatto di questi interventi insediativi ha però avuto riflessi anche su altri aspetti come quelli più strettamente demografici, che, come si era già avuto modo di segnalare in un precedente studio71, stanno probabilmente scontando i costi connessi alla minore vivibilità indotta da queste realizzazioni e da altre che sono state a lungo in discussione, come quella del porto della logistica, o quella del mega centro commerciale di Arese, attivato nel corso del 2016, tutte realizzazioni dal forte impatto territoriale per i fenomeni di congestione che esse comportano. Non sorprende quindi che sia proprio il Nord Ovest Milanese, che pure vanta una popolazione di 317.000 abitanti e una densità di 2.335,3 ab./kmq, collocandosi in entrambi i casi al terzo posto tra le nove circoscrizioni che compongono la Città Metropolitana milanese, quello che evidenzia tra il 2012 e il 2015 l’incremento di popolazione più contenuto, pari al 2,7%. Le trasformazioni del sistema produttivo nel corso del nuovo secolo hanno inciso in modo significativo sulle caratteristiche del sistema produttivo locale, che ha intaccato in misura significativa la sua connotazione di area a vocazione industriale. Basti dire che già i dati del Censimento del 2011 avevano evidenziato come l’occupazione industriale dell’area fosse diminuita in soli dieci anni del 37,8%, un andamento che si è ulteriormente accentuato negli anni successivi, sia per effetto della crisi che sotto l’impulso delle grandi opere realizzate in questi anni (o per le aspettative da esse indotte).

71

Cavicchini, E. (2007), “Avvisaglie di futuro: la circoscrizione di Rho nel biennio 2004-2005, in Provincia di Milano, Territori in movimento. Rapporto sui mercati locali del lavoro in provincia di Milano, FrancoAngeli, Milano, pp. 189-212.

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Non stupisce quindi che di fatto i cali occupazionali dell’area siano infatti imputabili esclusivamente alle performance estremamente negative di questo settore che la crescita del terziario registratasi, seppure a fasi alterne, nel corso del nuovo secolo, non è riuscita a compensare. Ciò nonostante, il Nord Ovest Milanese presenta tuttora un elevato indice di specializzane industriale (1,9), il valore più elevato della Città Metropolitana dopo quelli fatti registrare dalle circoscrizioni dell’Alto Milanese e del Magentino. Va segnalato inoltre come solitamente l’industria abbia evidenziato maggiori capacità di tenuta nei comuni di seconda fascia, mentre, in genere, ha perso più peso nei comuni limitrofi a Milano e in quelli maggiormente interessati dai processi di trasformazione territoriale. Elevata e addirittura in crescita è anche la specializzazione dell’area per quanto riguarda il settore delle Costruzioni (1,5), che presenta una diffusione territoriale più omogenea rispetto a quello del comparto manifatturiero, un fenomeno sul quale possono aver avere inciso il lungo periodo di espansione del ciclo immobiliare e le grandi opere infrastrutturali che sono state realizzate in questo territorio. Più complesse sono le dinamiche relative al terziario che, come nel resto della provincia, ha visto aumentare il suo peso in modo significativo; ciò nonostante il Rhodense continua a presentare un indice di specializzazione che si attesta su valori intermedi tra quelli espressi dalle altre aree limitrofe al capoluogo e quelli delle altre zone dell’Ovest milanese, che presentano tuttora una più forte connotazione industriale. In alcuni comparti dei Servizi la circoscrizione di Rho ha raggiunto un buon livello di specializzazione, come nel Commercio, La Logistica, l’Istruzione e la Sanità, ma evidenzia tuttora livelli di sottodotazione anche acuta in quasi tutti gli altri settori e segnatamente in quelli del terziario avanzato. 8.2

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rho: gli avviamenti

Queste caratteristiche del sistema produttivo e del mercato del lavoro locali vengono in parte confermate anche da quelle della domanda di lavoro, la cui analisi è stata però resa negli ultimi anni più ardua dall’impatto di un evento eccezionale come quello dell’organizzazione e della gestione dell’Esposizione universale, che, come si vedrà nelle pagine seguenti, ha significativamente modificato i trend economici del territorio. I dati amministrativi di quest’area sono stati inoltre alterati dal ripetersi, tra il 2012 e il 2015, di un grave errore commesso da una impresa terziaria, che, dalla seconda metà del 2012, ha cominciato a imputare alla sede di Rho gran parte delle assunzioni effettuate in tutta Italia72. Per circa tre anni, pertanto, ad una sola azienda erano imputabili circa il 20% di tutte le assunzioni dell’area e quando nel 2015 è cessata tale anomalia, si è assistito ad una contrazione tecnica delle segnalazioni, con l’effetto di rendere invisibile sia l’impatto occupazionale di Expo, sia le buone performance occupazionali che si sono registrate negli altri settori, a prescindere da come si può vedere dall’analisi del Graf. 8.1a.

72

Questo problema era stato immediatamente colto e segnalato in uno dei contributi del Rapporto sul mercato del lavoro della provincia di Milano del 2013; cfr. Cavicchini, E. (2013), “Lungo il tunnel: la domanda di lavoro delle imprese milanesi nel corso del 2012”, in Provincia di Milano, Lungo il tunnel. Economia e lavoro in provincia di Milano. Rapporto 2012, FrancoAngeli, Milano, pp. 46-79.

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Graf. 8.1a – Avviamenti nell’area circoscrizionale di Rho risultati dalle COB. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 56.018 54.633

60.000 50.000 40.000

31.910 30.000

28.155 21.271

20.000 10.000 0

2014 2015

giu14

giu15

giu16

In questa figura, nella quale sono riportati i dati complessivi delle COB raccolte attraverso il sistema informativo nazionale del lavoro, le evidenze empiriche ottenute dall’analisi delle banche dati, sembrerebbero indicare che la domanda di lavoro dell’area circoscrizionale di Rho presenta nel 2015 un modesto incremento (+2,5% a fronte del 13,8% della media provinciale) e un autentico tracollo nel corso del primo semestre del 2016, periodo in cui le assunzioni scenderebbero addirittura al di sotto dei livelli del 2014 del 24,8%. Siccome questi dati, chiaramente falsati dalle errate segnalazioni, non sembravano utili ad una corretta interpretazione dei processi economici e occupazionali dell’area indagata, si è scelto di escludere le comunicazioni obbligatorie effettuate da questa società, scontando una sottostima dei dati relativi al 2016 di circa 400 avviamenti nel 2016, pari all’1,8% del totale delle COB pervenute, e ottenendo in tal modo un quadro significativamente diverso73.

73

Diversi sono gli indicatori che evidenziano la portata delle alterazioni dei dati a partire dal 2012 e la necessità di porvi rimedio. Prendendo in esame tutte le segnalazioni raccolte, ad esempio, la composizione di genere evidenzierebbe, prima del 2012, un peso della componente femminile che ha oscillato costantemente tra il 45% e il 48%, per salire nel biennio successivo al 60% e tornare sotto il 50% nel 2015. Per contro il peso dei lavoratori stranieri scenderebbe dal 27% del 2011 al 18% del triennio successivo, per poi risalire al 22% nel 2015, nonostante l’effetto di Expo che ha avvantaggiato maggiormente i lavoratori italiani. Analoghe indicazioni si ricavano analizzando i dati relativi al domicilio dei lavoratori assunti, che nel 2015 vede diminuire il peso dei domiciliati fuori dalla provincia, che scendono da circa il 50% al 30%, tornando su valori analoghi a quelli degli anni precedenti al triennio 2012-2014.

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Graf. 8.1b – Avviamenti nell’area circoscrizionale di Rho ricorretti. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 60.000

52.754

50.000

40.486 40.000

29.258 30.000

20.866

21.257

20.000 10.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

Da esso emerge, ad esempio, che le assunzioni effettivamente effettuate dalle imprese operanti nella circoscrizione sono state quasi 53.000, evidenziando un incremento rispetto all’anno precedente del 30,3%, un valore che è più del doppio di quello fatto registrare dalla Città Metropolitana nel suo insieme. Si rendono quindi ben visibili gli effetti occupazionali di Expo, ma sarebbe riduttivo ricondurre solo ad essa questa crescita dei nuovi rapporti di lavoro, visti gli andamenti ugualmente positivi fatti registrare da tutti i settori di attività economica74. Per contro, il calo degli avviamenti effettuati nei primi sei mesi dell’anno successivo, registra, com’è ovvio, una forte contrazione che li riporta al livello dello stesso periodo del 2014, un fenomeno che però è stato registrato anche in numerose altre aree.

Graf. 8.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Rho e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 40 30 20 10 0 -10 -20 -30

30,3 13,5 2,3 -8,5 -0,9 -28,7 20152014

I° sem. 20162015

C.M. MI Rho

I° sem. 20162014

74

Va qui ricordato che il dato degli avviamenti risultanti dalle COB sottostimano le effettive ricadute occupazionali di Expo sull’area esaminata, in primo luogo perché molte società, a cominciare da quelle attive nel settore dei Servizi alle imprese, attive sia a Milano che a Rho hanno effettuato le loro segnalazioni in capo al capoluogo. Va inoltre ricordato come qui è più acuto il limite conoscitivo della carenza informativa sull’uso dei voucher, specie per quanto riguarda le imprese del Commercio e dell’Alloggio.

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8.3

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rho: i lavoratori avviati

Non molto dissimili appaiono anche le dinamiche relative agli assunti, che registrano nel 2015 un incremento del 26,4%, un valore più contenuto rispetto a quello delle assunzioni, e nel semestre successivo un calo del 27,8%, che appare in linea con quello degli avviamenti. Non sorprende quindi che l’indice di flessibilità del mercato del lavoro risulti in crescita nel primo periodo, passando da 1,32 del 2014 a 1,36 dell’anno successivo, mentre registra una piccola flessione nel corso del 2016.

Graf. 8.3a – Avviati nell’area circoscrizionale di Rho. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 38.659

40.000 35.000

30.586 30.000 25.000

23.014

20.000

16.902 15.000

16.742

10.000 5.000 0

2014 2015

giu-14 giu-15 giu-16

Passando ad analizzare la composizione socio-demografica della forza lavoro assunta nel Nord Ovest Milanese durante i diciotto mesi esaminati, si può osservare che essa presenta valori non molti dissimili rispetto alle medie espresse dalla Città Metropolitana nel suo insieme. Il caso in cui si riscontrano differenze più accentuate è quello che riguarda la componente femminile, il cui peso, prendendo in considerazione le assunzioni, appare in quest’area superiore di quasi tre punti alla media provinciale, anche se in calo di quasi due punti nel primo semestre del 2016 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, un fenomeno probabilmente connesso anche alla maggiore partecipazione femminile nelle imprese che hanno operato per Expo. Se si osservano poi gli avviati, il peso delle donne assunte nell’area di Rho risulta leggermente inferiore a quello dell’insieme della provincia (44,7% contro il 45% della Città Metropolitana), un dato ascrivibile al fatto che le donne, nell’intero arco di tempo considerato, presentano una quota più elevata degli uomini di avviamenti con contratti flessibili (sono effettuati da donne il 48,5% degli avviamenti con contratti a tempo determinato, il 49,1% di quelle con contratti interinali, più del 60% quelli con il lavoro intermittente).

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Graf. 8.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale di Rho e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

47,5 44,4

Donne 33,9 32,8

Età 15-29 26,5 26,1

Età 45 e oltre

Rho C. M. MI

23,2 24,4

Stranieri 0

10

20

30

40

50

Sembrano inoltre attenuarsi i fenomeni di segregazione settoriale; le donne non sono più numerose degli uomini solo nei settori dell’Istruzione, della Sanità e nel lavoro domestico, ma anche in altri settori come quello dei Servizi alle imprese e delle attività professionali, mentre la presenza femminile è prossima al 50 anche nel settore dell’Alloggio. Passando ad analizzare la composizione della forza lavoro per classi di età, l’area di Rho presenta valori superiori a quelli provinciali sia per quanto riguarda i giovani che per i lavoratori maturi, un dato che appare anzi più accentuato, specie per la componente giovanile se si considerano gli assunti. Da sottolineare, inoltre, che per quanto riguarda i giovani si registrano valori più elevati nel 2016 che nell’anno precedente, in controtendenza rispetto alla Città Metropolitana, mentre per i lavoratori più maturi la situazione appare sostanzialmente invariata. Inferiore alla media provinciale è invece il peso dei lavoratori stranieri, che nel periodo indagato spiegano il 23,2% delle assunzioni e il 25,6% degli assunti nell’area di Rho, contro valori che nella Città Metropolitana corrispondono rispettivamente al 24,4% e il 28,4%. Questa minor presenza di lavoratori stranieri sembra imputabile in primo luogo al fatto che essi hanno beneficiato in misura minore degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato; nella ricostituzione della propria forza lavoro infatti, le imprese hanno privilegiato l’assunzione di lavoratori italiani, il cui peso passa infatti dal 58,4% del 2014, al 70,6% del 2015 al 62,5% del primo semestre dell’anno successivo. La componente straniera sembra inoltre scontare il fatto che si sia fatto un uso più limitato di questi lavoratori nella fase di avvio del grande polo commerciale di Arese. In questo comune, nel corso dei primi sei mesi del 2016 si registra un numero di avviamenti che supera del 61% il totale di quelli realizzati nel corso dell’intero 2015, ma il peso della forza lavoro straniera scende nello stesso periodo dal 19,8% al 10% del totale delle assunzioni del comune, mentre, nello stesso periodo, nel resto del Rhodense l’incidenza dei lavoratori stranieri risale al 25,8%. Per valutare meglio le tendenze relative a questo indicatore, sarà opportuno attendere che gli effetti occupazionali delle emergenze qui evidenziate si siano assestati, poiché è già stato evidenziato in altri studi come le dinamiche ordinarie della domanda di lavoro e quelle di avviamento di una realtà produttiva non necessariamente corrispondano. Pag. 118 di 155


8.4

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rho: i datori di lavoro

Per quanto riguarda le imprese che assumono, va segnalato poi come nel 2015 si registri un incremento che è significativamente migliore rispetto a quello della Città Metropolitana nel suo insieme (+18,1% contro +13,7% della media provinciale); va sottolineato, però, come il Nord Ovest Milanese abbia evidenziato sotto questo aspetto performance che sono state quasi costantemente migliori che nel resto della provincia per quasi tutti gli anni dall’inizio della crisi del 2008, a conferma che i processi di trasformazione territoriale avviatisi in questi anni, abbiano favorito un dinamismo imprenditoriale che trova pochi riscontri nel resto del Milanese. Ovviamente, la flessione registratasi nei primi mesi del 2016 è risultata ugualmente maggiore di quella registratasi a livello provinciale (-13,9% contro -12,1% dell’insieme degli altri territori). Va tuttavia ricordato che sia le dinamiche positive del 2015, sia quelle negative del semestre successivo, hanno risentito del fatto che in questo periodo nel Rhodense sono state attive sul mercato del lavoro locale molte imprese che non hanno qui la loro sede e che hanno operato proprio in relazione alla gestione dell’evento espositivo, anche se è presumibile che Expo abbia restituito al territorio anche un lascito di nuove attività come quelle alberghiere e del loro indotto.

Graf. 8.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale di Rho. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 6.000

5.759 4.877

5.000

4.187

4.000

3.563

3.605

3.000

2.000

1.000

0

2014 2015

8.5

giu-14 giu-15 giu-16

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rho: i settori produttivi

Considerazioni analoghe vanno svolte anche quando si passa ad analizzare la composizione settoriale della domanda di lavoro. Come si è segnalato, nonostante gli intensi processi di deindustrializzazione registratisi, l’area di Rho conserva tuttora una buona presenza di attività industriali; ciò non di meno, osservando i dati desumibili dalle COB, il peso di tale presenza sembrerebbe tuttavia abbastanza contenuto (14,2%), evidenziando valori di gran lunga inferiori non solo rispetto all’Alto Milanese e al Magentino-Abbiatense, ma anche alle circoscrizioni di Melzo e Rozzano.

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Tuttavia questo dato sconta l’eccezionalità del periodo preso in esame, caratterizzato dallo svolgimento dell’Esposizione universale e dall’attivazione del polo commerciale di Arese, che hanno determinato una autentica esplosione delle assunzioni nel settore terziario, scontando quindi i limiti della base dati utilizzata75. Per restituire una immagine più veritiera della reale situazione del Nord Ovest Milanese, si possono quindi utilizzare le informazioni relative alle imprese che assumono, che testimoniano come il peso di questo comparto non scenda mai sotto valori del 23,0%, un dato superiore a quello delle circoscrizioni di Melzo e di Rozzano, che pure la superano per quanto riguarda l’incidenza degli avviamenti e degli assunti nello stesso settore.

Graf. 8.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale del Nord Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 14,2

Agr. 0,3

Costr. 6,0

Servizi 79,5

Lo stato di salute del comparto industriale dell’area di Rho è fra l’altro evidenziato dal fatto che esso presenta nel 2015 un incremento superiore al 28%, sia per le assunzioni che per gli assunti, un valore significativamente più elevato di quello della Città metropolitana, che si attesta nel primo caso al 23,5% e nel secondo al 20,5%. Nel primo semestre del 2016 essa registra per entrambi gli indicatori cali superiori al 16%, in linea con la media provinciale per le assunzioni e leggermente superiore per gli assunti. Meno brillante è stato invece l’andamento del comparto delle Costruzioni, che nei diciotto mesi presi in esame ha costituito il 6% degli avviamenti e il 7,2% degli assunti, valori che superano le rispettive medie provinciali. Questo settore ha registrato nel primo anno esaminato un incremento di avviamenti del 16,7%, un dato accentuatamente più elevato di quello della Città Metropolitana, e in cui si possono senz’altro cogliere gli effetti della coda della realizzazione del sito espositivo di Rho (emblematico è l’elevatissimo numero di avviamenti del mese di aprile); per contro l’esaurimento di queste attività spiega probabilmente il drastico ridimensionamento degli avviamenti e degli assunti nel primo semestre dell’anno successivo, che registrano flessioni superiori al 26%.

75

Va infatti ricordato che questa fonte statistica è costituita da dati di flusso, ovvero non comprendono l’insieme della forza lavoro, ma solamente quella parte che si muove ai margini del mercato del lavoro, in entrata e in uscita. Essa consente quindi di cogliere i cambiamenti in atto, ma porta talora a sottovalutare la reale consistenza della base produttiva e dell’occupazione presente, la qual cosa rischia di essere particolarmente fuorviante quando si è in presenza di eventi eccezionali e temporalmente limitati come Expo.

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Per quanto riguarda il macrosettore dei Servizi, trainato principalmente dall’effetto Expo, va evidenziato come esso arrivi a rappresentare nel periodo considerato più dell’80% degli avviamenti e il 77,2% degli assunti, evidenziando nel 2015 un incremento delle assunzioni pari al 32%, seguito poi, esauritasi la spinta indotta dell’Esposizione universale, da un altrettanto forte decremento (-30,2%), solo in parte contenuto dall’avvio del polo commerciale di Arese che non riesce ad evitare che il peso complessivo del settore nei primi mesi del 2016 scenda di due punti e mezzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’effetto Expo sul mercato del lavoro locale è stato rilevantissimo e lo si vede ancor meglio se si passa ad analizzare le dinamiche dei diversi comparti che compongono il terziario. La domanda di lavoro ha evidenziato una crescita superiore alla media del macrosettore nei comparti dell’Alloggio, delle Altre attività professionali e nei Sevizi alle imprese (con incrementi pari rispettivamente al 47,0%, al 135,3% e al 41,9%); consistenti sono anche gli aumenti registrati in altri settori che sono stati toccati direttamente dalla gestione dell’evento, quali il Commercio (+29,8%), la Logistica (+17,7%), i Servizi di Informazione e comunicazione (+28,3%), le Attività artistiche e sportive (+38,4%) e gli Altri servizi alla persona (+150%). Settori che evidenziano tutti tassi di variazione, sia degli avviamenti che degli assunti che superano abbondantemente i rispettivi valori evidenziati dalla Città Metropolitana.

Graf. 8.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale di Rho. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016

C - Manifatt. F - Costr. G- Commercio H - Logistica I - Alloggio M - Att. Prof. N- Serv. Imp. P - Istruz. Q - Sanità S - Altri serv. -100,0

-50,0

0,0

1° sem. 2016-2015

50,0

100,0

150,0

200,0

2015/2014

Va però osservato che, fatta eccezione per il Commercio, tutti questi settori registrano già nel primo semestre del 2016 cali altrettanto accentuati, compresi tra un minimo del 26,2% dell’Alloggio, all’80% delle Altre attività professionali, di nuovo valori sensibilmente più elevati di quelli provinciali e in diversi casi inferiori anche a quelli del primo semestre del 2014. A fianco del lavoro che ha ruotato attorno all’evento dell’Esposizione universale, va segnalato per contro che sono numerosi i settori in cui l’andamento della domanda di lavoro ha presentato performance negative durante l’intero periodo preso in esame (tra questi, la Sanità, il settore immobiliare, quello delle Attività finanziarie e, limitatamente agli avviati,

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dell’istruzione). Si rivelano quindi corrette le previsioni avanzate in uno altro studio, in cui si prevedevano, non solo per l’area di Rho, ma anche per il resto della provincia, momenti di forte crescita del lavoro, magari a tempo determinato, e un suo successivo ridimensionamento, che rischiavano però di lasciare insoluti una serie di problemi che rischiavano di pregiudicare uno sviluppo duraturo dell’economia76; una questione che sembra trovare a Rho, una conferma puntuale e che fa ora guardare con apprensione alla capacità di affrontare in tempi rapidi la questione del riuso delle aree del sito di Expo che, dopo un avvio pieno di fiducia, sembra ora segnare il passo. Un discorso a parte va fatto invece per il settore del Commercio, che dopo i risultati positivi (ma forse inferiori alle attese) del 2015, registra nel corso dei primi sei mesi dell’anno successivo un fortissimo incremento sia degli avviamenti che degli assunti, che crescono rispettivamente del 76,3% e del 57,8%, in netta controtendenza con gli andamenti negativi che si registrano a livello provinciale. Com’è già stato detto, tali performance sono interamente attribuibili all’attivazione del grande polo commerciale di Arese, che, anche a prescindere dalla capacità di generare occupazione addizionale stabile, sicuramente alimenterà anche nel futuro una buona domanda di lavoro, una ipotesi che si fonda anche sulla osservazione delle dinamiche imprenditoriali che hanno evidenziato come già nel 2016 siano state circa 120 le nuove imprese che si sono insediate o ruotano attorno al centro commerciale, a cominciare dalla Primark, che da sola nei primi mesi di avviamento, ha generato più di 1.000 avviamenti, proponendosi come una delle realtà più rilevanti dell’intero mercato del lavoro locale per gli anni a venire. Per quanto riguarda invece l’andamento del settore manifatturiero, esso segue generalmente le dinamiche dell’insieme del mercato del lavoro provinciale, con una crescita accentuata nel corso del 2015 e un calo, solitamente più contenuto, nel corso dei primi mesi dell’anno successivo. Nel caso del Nord Ovest Milanese si segnalano però anche alcuni settori che evidenziano andamenti positivi per tutto il periodo considerato; è il caso ad esempio della Fabbricazione di prodotti farmaceutici, della Fabbricazione di articoli in pelle, dell’Industria del legno, della Fabbricazione di mobili e alcune altre, anche se è proprio la prima che evidenzia le performance migliori, con incrementi degli avviamenti superiori al 78% nel 2015 e ancora al 15% nel semestre successivo, con aumenti degli assunti solo di poco inferiori. Da evidenziare che tutti i settori che hanno conseguito risultati positivi in entrambi gli anni, hanno ottenuto i risultati analoghi anche per gli avviati. Tra gli altri settori, va segnalato che la maggior parte sembra aver registrato andamenti complessivamente positivi, visto che gli incrementi del 2015 sono stati di gran lunga migliori delle flessioni del periodo successivo. Ciò è vero soprattutto per quello della Fabbricazione di prodotti chimici e della gran parte dei settori dell’industria metalmeccanica, fatta eccezione per quello della Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica ed ottica. Particolarmente positivi sono gli andamenti degli avviamenti nelle industrie chimiche e nel settore della Fabbricazione di mezzi di trasporto, grazie anche al ritorno di FCA. Più altalenanti sono invece le performance dei due comparti del tessile abbigliamento (positivo solo nel 2015 l’andamento delle Industrie Tessili e nel 2016 quello del settore dell’abbigliamento), mentre più incerto e probabilmente negativo nel suo insieme è quello delle Industrie alimentari, che sembrano aver risentito poco dell’effetto Expo, specie per

76

Cavicchini, E. (2015), La ricorsa di Expo 2015. Analisi delle ricadute occupazionali sul mercato del lavoro milanese, Lattanzio Associati – Città Metropolitana di Milano.

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quanto riguarda le imprese locali, mentre segnali positivi si sono riscontrati per imprese che hanno partecipato direttamente all’Esposizione. Complessivamente, quindi, l’industria locale ha registrato nel periodo esaminato un andamento abbastanza positivo, dato che sembra confermato anche dalle dinamiche relative alle dinamiche imprenditoriali, che vedono attive sul mercato del lavoro nell’intero periodo 2014-2016 la quasi totalità delle imprese che esprimono più di 10 avviamenti, mentre sono essenzialmente le piccole imprese quelle che evidenziano una domanda di lavoro discontinua, legata più alla loro dimensione che alle difficoltà incontrate. 8.6

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rho: le forme contrattuali

Se si passa ad esaminare le composizione della domanda di lavoro per tipologie contrattuali di avviamento, si può constatare come, nel periodo esaminato, il Nord Ovest Milanese presenti una quota di assunzioni a tempo indeterminato (22,9%) che supera di quasi 4 punti la media provinciale. Questo risultato è imputabile a tutti i settori di attività economica, ma principalmente all’Industria, che ha utilizzato questa forma contrattuale per effettuare il 30,6% dei suoi avviamenti, a ulteriore conferma del buon andamento dell’insieme delle imprese del comparto. Insolitamente modesta è invece l’incidenza di questo tipo di avviamenti nelle Costruzioni (solo il 31,6%), un dato che probabilmente risente dell’elevato numero di avviamenti aggiuntivi effettuati nel 2015, nei mesi che hanno preceduto l’inaugurazione di Expo. Elevata è altresì l’incidenza di questo tipo di assunzioni nei Servizi (21,0% del totale delle assunzioni), pur con forti oscillazioni da settore a settore, con la Logistica e i Servizi di informazione e comunicazione che, da un lato, superano il 43%, mentre altro settori come l’Alloggio si attestano sul 12%. L’opportunità offerta dai provvedimenti per le assunzioni a tempo indeterminato, sono state qui colte appieno dalle imprese dell’area, anche in settori che tradizionalmente sono caratterizzati da una domanda di lavoro flessibile, come nel caso della Logistica e dei Servizi alle imprese. Il peso più elevato delle assunzioni con contratti di lavoro stabili è confermato anche dall’apprendistato, che spiega il 2,2% degli avviamenti dell’area a fronte dell’1,5% registrato nella Città Metropolitana.

Graf. 8.7 – Avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Rho e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 50

44,2 38,5

40 30

22,919,1

20

24,7 15,6

10

16,5 6,3 4,6

7,6

0 TI

TD

INT

C. M. MI Rho LAV. INTER.

ALTRI

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Per quanto riguarda i contratti a termine, invece, il Rhodense registra una quota di avviamenti a tempo determinato sensibilmente inferiore di quella registratasi nella provincia nel suo insieme (38,5% a fronte del 44,2%), mentre, per contro, molto più elevata risulta l’incidenza del lavoro interinale, che arriva a rappresentare poco meno di un quarto di tutte le assunzioni effettuate tra il 2015 e i primi mesi del 2016 nel territorio di Rho. Va evidenziato come il boom di questo tipo di assunzioni, il cui peso passa dal 16,6% del 2014 al 25% dell’anno successivo, è sicuramente da ascrivere agli effetti di Expo, visto il peso anomalo di queste assunzioni nei settori dell’Alloggio e nei Servizi alle imprese (che congiuntamente spiegano più del 56% di questi avviamenti) e la loro forte concentrazione territoriale (più della metà risultano fatte a Rho). Più intenso della media provinciale risulta inoltre l’utilizzo del lavoro intermittente, per il quale valgono in buona misura le stesse considerazioni svolte per il lavoro interinale. Se si osserva poi l’evoluzione temporale dell’utilizzo delle diverse forme contrattuali, va colto come il fatto che esse risultino tutte in calo, fatta eccezione per l’apprendistato, sconta principalmente il forte ridimensionamento della domanda di lavoro nel corso del 2016, esauritosi l’effetto di Expo. Va però osservato come il calo particolarmente elevato delle assunzioni a tempo indeterminato nel 2016 (-42,1%) sconta probabilmente anche l’effetto di anticipo di questo tipo di assunzioni, dopo aver registrato un anomalo incremento nel corso dell’ultimo trimestre del 2015, proprio per approfittare della maggiore rilevanza dei contributi previsti sino al 31 dicembre di quest’anno.

Graf. 8.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Rho. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -60,0

-40,0

-20,0

Primo sem. 2016/2015

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

2015/2104

Il calo minore delle assunzioni a tempo determinato (-17,6%) e quello pur rilevante dell’interinale (-35,0%), sono stati invece contenuti dagli effetti dell’avviamento del polo commerciale di Arese, dove infatti questi avviamenti registrano incrementi particolarmente rilevanti.

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Benché l’area di Rho risulti caratterizzata da una minore diffusione del lavoro a termine, essa è però interessata invece da un’elevata presenza di un’altra forma di flessibilità, ovvero quella dei contratti a tempo parziale, che nell’arco di tempo preso in esame, interessano il 43,4% di tutti gli avviamenti della circoscrizione, una quota che supera di 11 punti la media della Città Metropolitana. Valori pressoché analoghi sono evidenziati dagli assunti e in ambedue i casi, tale quota tende a riprodursi invariata tra il 2015 e il 2016. Come si può osservare nella figura successiva, è nelle assunzioni interinali che si registra la quota più alta di assunzioni part-time, ma essa è elevata anche nelle altre principali modalità di assunzione, incluse quelle a tempo indeterminato.

Graf. 8.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Rho. Anno 2015 e primo semestre 2016

39,8

Tempo indet.

36,8

Tempo det. 32,3

Apprendistato

55,9

Interinale 44

Lavoro interm. 28,5

Parasubordinato 0

10

20

30

40

50

60

Va ricordato però che sotto questo aspetto, il lavoro flessibile non sembra registrare un forte incremento connesso ad Expo; infatti, nonostante il peso particolarmente elevato del part-time nei settori che più hanno beneficiato dell’evento di Expo (le assunzioni a tempo parziale pesano per il 68,3% nelle Altre attività professionali, per più del 65% nell’Alloggio e nei Servizi alle imprese, per il 48,8% nel Commercio), il suo peso era già elevato anche negli anni precedenti (nell’ultimo biennio il peso di questa forma di flessibilità guadagna poco più di 3 punti), il che sembrerebbe testimoniare che la sua diffusione è connessa anche ad alcune caratteristiche già consolidate nel settore produttivo locale come, ad esempio, l’utilizzo che ne viene fatto nelle attività connesse al sistema fieristico.

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8.7

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rho: le qualifiche professionali

Un aspetto che sembra aver risentito in modo significativo dei processi che hanno interessato il territorio del Nord Ovest Milanese, è invece quello della composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali di avviamento, che nel corso dei soli diciotto mesi ha registrato profondi mutamenti, destinati probabilmente a protrarsi anche negli anni a venire e che hanno accentuato le differenziazioni che l’area di Rho già presentava rispetto a quella della Città Metropolitana. Tradizionalmente l’area presentava un sottodimensionamento della domanda di forza lavoro con qualifiche professionali impiegatizie e una maggior richiesta di personale con qualifiche operaie, una configurazione tipica delle aree con una maggiore vocazione industriale. Nel corso dell’ultimo biennio, proprio per effetto delle emergenze già richiamate, si è accentuato il divario per le prime, si è ridotto quello delle seconde, mentre nel Rhodense è fortemente aumentata la richiesta degli addetti alle vendite, attestatisi tra il 2015 e il 2016 attorno al 31,7%, superando in tal modo di quasi quattro punti espressi dalla Città metropolitana, un dato che sembra destinato a consolidarsi anche nel prossimo futuro, come sembra indicare la flessione contenuta, in termini assoluti, che si è registrata nel primo semestre del 2016 (-12,8%), mentre il calo degli avviamenti con tutte le altre qualifiche professionali ha oscillato tra il 29% e il 47%.

Graf. 8.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale di Rho e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 Dir. 40,0 Pers. non qual.

30,0

Prof. Int.

20,0 10,0 Cond. Imp.

0,0

Tecnici

C. M. MI Rho

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Il personale assunto con qualifiche impiegatizie pesa nel periodo indagato il 32,1% del totale degli avviamenti, con un sottodimensionamento per quelli assunti con elevate qualifiche e come Tecnici e un peso superiore alla media provinciale per quanto riguarda gli Impiegati. Il personale ad elevata qualifica perde peso soprattutto nel terziario e segnatamente nei settori dell’Istruzione, della Sanità, dei Servizi alle Imprese e delle Altre attività professionali, mentre i Tecnici diminuiscono nell’Industria, nell’Istruzione e nei Servizi alle imprese.

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Gli impiegati, vedono diminuire il loro peso nell’Industria, nel Commercio e nella Logistica, mentre cresce fortemente nelle Alte attività professionali e nei Servizi alle imprese. Per quanto riguarda invece gli assunti con qualifiche operaie, che nei diciotto mesi esaminati hanno rappresentato il 36,3% del totale degli avviamenti dell’area, il calo si è concentrato principalmente nel personale non qualificato, che diminuisce in tutti i comparti del terziario fatta eccezione per la Logistica. In calo anche, seppure in misura più contenuta, i Conduttori d’impianti, che aumentano nell’Industria e nei Servizi alle imprese, ma diminuiscono anche in valori assoluti nella Logistica. Stazionario è rimasto il peso degli operai specializzati, che crescono nell’Industria, ma diminuiscono nelle Costruzioni. Rispetto ad un ancor recente passato, la composizione della domanda di lavoro del Nord Ovest Milanese per qualifiche professionali sembra registrare un complessivo peggioramento, che rappresenta di fatto un giudizio sulle recenti traiettorie di sviluppo del sistema locale, che si pone in modo diverso dal passato dove anche in momenti di crisi si era assistito ad un innalzamento qualitativo della composizione della forza lavoro. E’ anche per questo che la partita del riuso delle aree del sito espositivo di Expo assume un’importanza rilevantissima, poiché essa potrebbe costituire una grande opportunità anche per migliorare la qualità del lavoro nell’area.

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9 9.1

L’area circoscrizionale di Rozzano Il quadro economico

Quella di Rozzano è una delle aree circoscrizionali più piccole dell’intera Città Metropolitana, collocandosi al sesto posto per superficie, ma solo all’ottavo per popolazione e per densità media (868,7 ab./kmq), un dato imputabile alla piccola taglia della quasi totalità della maggior parte degli 11 comuni che la compongono; oltre a Rozzano, infatti, solo Opera e, dal 2015, Locate di Triulzi vantano una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Le dinamiche demografiche più recenti, dimostrano però, dopo alcuni anni di stasi, un andamento abbastanza sostenuto, registrando tra il 2012 e il 2015 un incremento pari al 5,7%, collocandosi al secondo posto dopo il capoluogo. Per quanto riguarda il sistema produttivo locale, il Rozzanese vanta una tradizionale vocazione industriale, soprattutto per il ruolo che nel territorio hanno svolto l’industria metalmeccanica e in misura minore altri comparti come l’industria chimica e quella alimentare. Ovviamente anche a Rozzano si sono registrati intensi processi di deindustrializzazione, intensificatisi in modo particolare nel corso del primo decennio del nuovo secolo, che non hanno però intaccato il suo indice di specializzazione, il quale risulta tuttora significativamente superiore alla media della Città Metropolitana di Milano (1,6 ancora nel 2011). Già da diversi decenni, l’area di Rozzano è interessata anche da intensi processi di terziarizzazione, che hanno riguardato in una prima fase principalmente i comuni di prima fascia come Rozzano e Opera, successivamente quelli di Basiglio e Lacchiarella, e ultimamente quello di Locate. Tali processi hanno interessato quasi tutti i comparti dei Servizi e hanno avuto uno sviluppo non lineare, che se da un lato ha visto in sofferenza un altro settore in cui il Rozzanese vantava una elevata specializzazione, o ne hanno visto crescere più lentamente del resto della provincia altri che pure avevano un buona rilevanza (come nel caso del Commercio – e più nel dettaglio della GDO - e quello dell’Alloggio), ha evidenziato sensibili incrementi in altri in cui esso presentava una forte despecializzazione, come nel caso dei settori dei Servizi dell’Informazione e Comunicazione, delle Attività finanziarie e della Sanità, mentre restano ancora sottodimensionati alcuni comparti come i Servizi alle imprese e le Attività professionali. Il Rozzanese appare quindi come una realtà che presenta una buona dinamicità e che riesce quindi a compensare con la crescita di alcuni settori, il calo di altri, la qual cosa ha consentito di mantenere i livelli occupazioni conseguiti sin dentro il periodo della crisi. 9.2

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rozzano: gli avviamenti

L’immagine che i dati amministrativi del lavoro restituiscono di Rozzano sembra corrispondere solo in parte a questa rappresentazione, com’è dimostrato in primo luogo dalle dinamiche degli avviamenti, che, nel corso del periodo preso in esame, evidenziano andamenti piuttosto deludenti. Dopo essersi mossa in controtendenza rispetto al resto della provincia negli anni più acuti della crisi, ovvero il biennio 2012-2013, la domanda di lavoro di quest’area ha evidenziato negli ultimi anni performance più contenute di quelle della Città Metropolitana nel suo insieme; nel corso del 2015, ad esempio, il territorio di Rozzano ha

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registrato un incremento delle assunzioni pari al 2,6%, a fronte di un dato medio provinciale del 13,5%, con quello della circoscrizione di Rho, il peggior risultato tra tutte le aree circoscrizionali milanesi. Molto negativi sono anche i risultati dei primi sei mesi del 2016, durante i quali gli avviamenti registrano una contrazione del 14,8%, a fronte di una dell’8,5% a scala metropolitana.

Graf. 9.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale di Rozzano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 19.218 18.727

20.000 18.000 16.000 14.000 12.000

9.638

10.000

9.539 8.129

8.000 6.000 4.000 2.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

Come si vedrà più dettagliatamente nelle pagine seguenti, a determinare questi andamenti è principalmente il comparto del terziario (tra cui spicca il ruolo dell’Istruzione ma anche di alcuni tra i settori tradizionalmente più forti dell’area, come il Commercio, la Logistica e i Servizi alle imprese), mentre di segno opposto sono quelli dell’industria, che nel 2015 evidenzia la migliore performance dell’intera Città Metropolitana e nel 2016 la seconda.

Graf. 9.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Rozzano e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 13,5 15 10

2,6

2,3

5 0

-8,5

-5 -10

-14,8

-15

C.M. MI

-20

-15,7 2015-2014

Rozzano

I° sem. 2016I° sem. 20162015 2014

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9.3

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rozzano: i lavoratori avviati

Non dissimili da quelle delle assunzioni sono le dinamiche relative agli assunti. Essi registrano, nel primo periodo preso in esame, un andamento leggermente migliore di quello degli avviamenti (+3,7%), che lascia comunque sostanzialmente inalterato il divario rispetto alla media provinciale; sempre per gli avviati è migliore, invece, la situazione che si manifesta nel corso dei primi mesi del 2016; anche nel Rozzanese essi evidenziano un calo pronunciato (-9,7%), che corrisponde ad un dato migliore rispetto a quello dell’insieme delle altre circoscrizioni dell’impiego (-12,2%). Gli andamenti degli assunti e degli avviamenti tendono a far diminuire l’indice di flessibilità del mercato del lavoro locale, in controtendenza rispetto a quello della Città Metropolitana; tale contrazione è invero modesta nel 2015, scendendo di soli due centesimi rispetto all’anno precedente, attestandosi su un valore pari a 1,49. Più accentuata è invece la flessione nel corso dei primi sei mesi del 2016, quando evidenzia un valore di 1,35, rispetto all’1,43 dello stesso semestre dell’anno precedente, a riprova di una più marcata riduzione del fenomeno degli avviamenti multipli.

Graf. 9.3a – Avviati nell’area circoscrizionale di Rozzano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 14.000 12.000

12.824 12.367

10.000 8.000

6.925 6.648 6.003

6.000 4.000 2.000 0

20 20 14 15

gi gi gi u- u- u14 15 16

Se si passa ad analizzare poi le caratteristiche socio-demografiche della domanda di lavoro, si può riscontrare in primo luogo come la composizione di genere nell’area di Rozzano evidenzi andamenti abbastanza contradditori; se si prende in esame, ad esempio, l’andamento degli avviamenti nei diciotto mesi esaminati, si può osservare che il peso delle assunzioni femminili a Rozzano supera quello della Città Metropolitana nel suo insieme (45,9% contro 44,4% del totale); opposta è invece la situazione se si prendono in considerazione le neoassunte, che rappresentano il 45% del totale a livello provinciale, contro il 41,4% del Rozzanese. E’ presumibile che queste dinamiche siano riconducibili al ruolo delle assunzioni interinali, una modalità contrattuale in cui maggiore è il peso della componente femminile, ma anche del fenomeno degli avviamenti multipli, che, come si vedrà, a Rozzano presentano una rilevanza maggiore che nel resto della Città Metropolitana. Va segnalato, altresì, che nel corso dei primi mesi del 2016 si è assistito ad un forte calo della presenza femminile, sia in termini di avviamenti che di avviati, il cui peso è sceso rispettivamente al 40,5% e al 38,6%.

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Graf. 9.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale di Rozzano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %)

45,9 Donne

44,4 30,8 32,8

Età 15-29

28,1 26,1

Età 45 e oltre

Rozzano C. M. MI

20,9 Stranieri

24,4 0

10

20

30

40

50

Esattamente speculari sono invece le dinamiche relative alla componente giovanile, che a Rozzano evidenzia un peso minore del dato medio provinciale se si prendono in esame gli avviamenti (30,8% contro 32,8%), ma con valori decisamente più elevati se si considerano gli assunti (39,6% nell’area contro il 34% della Città Metropolitana). In questo caso la differenza viene spiegata dai lavoratori appartenenti alle classi di età più giovani, che nel Rozzanese evidenziano una presenza più elevata di quella del resto della provincia, anche se con caratteristiche più occasionali. Speculari sono invece le performance evidenziate dai lavoratori maturi, il cui peso a Rozzano sopravanza di due punti la media provinciale per quanto riguarda gli avviamenti, per esserne poi surclassato di quasi 9 punti quando si analizzino gli assunti; una tendenza difficile da interpretare, anche se uno dei fattori più rilevanti è riconducibile alla diversa incidenza di alcuni settori, come quello dei lavoratori dello Spettacolo e delle Attività professionali, tradizionalmente contraddistinti da una più forte presenza di lavoratori maturi e da una elevata incidenza degli avviamenti multipli. Più contenuto rispetto alla media della Città Metropolitana è il peso dei lavoratori stranieri, che a Rozzano spiegano il 20,9% degli avviamenti e il 26% dei neoassunti, a fronte del 24,4% e del 28,4% della media provinciale, un dato condizionato in particolare dagli andamenti registratisi nel corso del 2015, anno in cui la presenza straniera nel mercato del lavoro in ingresso rozzanese ha registrato la peggiore performance dal 2010. La spiegazione di tale tendenza non è riconducibile solo al minor peso di alcuni settori ad elevata presenza di forza lavoro straniera, come quello dell’Alloggio, dei Servizi alle imprese e del lavoro domestico, ma anche ad una maggior presenza di lavoratori italiani in settori come le Costruzioni, la Logistica e i Servizi alle imprese, che sembrano testimoniare a loro volta segnali di mobilità interna più pronunciati che in altre parti della provincia.

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9.4

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rozzano: i datori di lavoro

A fronte di una domanda di lavoro così modesta, abbastanza positive appaiono invece le dinamiche relative alle imprese che assumono. Le 2.223 imprese che hanno effettuato almeno un’assunzione nel corso del 2015 corrispondono ad un incremento dell’11,3%, all’incirca 2,5 punti in meno rispetto alla media della Città Metropolitana. Tale divario si accentua, invece, nel corso del 2016, quando l’area di Rozzano e quella della provincia evidenziano entrambi andamenti negativi, con cali pari rispettivamente a -7,1% e a -12,1%. Va rimarcato come nell’ultimo biennio si sia di fatto cristallizzata la situazione determinatasi fin dai primi anni della crisi, con un ridimensionamento del peso delle imprese attive sul mercato del lavoro afferenti sia al settore industriale che a quello delle Costruzioni, mentre quelle dei Servizi si attestano attorno al 68% del totale. Osservando questi dati si può però affermare che gli andamenti del mercato del lavoro rozzanese abbiano assunto caratteristiche complessivamente più estensive proprio nei settori che hanno evidenziato dinamiche della domanda di lavoro più negative; lo conferma il fatto che le imprese che assumono abbiano evidenziato performance migliori nel settore terziario (+13,2% nel 2015, -7,0% nella prima parte del 2016), a fronte di variazioni percentuali che nelle imprese manifatturiere sono invece pari rispettivamente all’8,9% e a 10,1%.

Graf. 9.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale di Rozzano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 2.500

2.223 2.000

1.998

1.470

1.500

1.574 1.463

1.000

500

0

2014 2015

9.5

giu- giu14 15

giu16

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rozzano: i settori produttivi

Prendendo ora in esame la composizione settoriale della domanda di lavoro, si può osservare che Rozzano si colloca in una posizione intermedia tra le aree a tradizionale vocazione industriale come l’Alto Milanese e il Magentino, e quelle in cui maggiore è l’incidenza del terziario (oltre al capoluogo, il Corsichese, l’area di San Donato Milanese e, pur con le cautele che si segnaleranno, il Nord Milano). Nel periodo preso in esame, infatti, il Rozzanese evidenzia un peso degli avviamenti nel comparto industriale che si attesta al

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16,5%, un valore più che doppio rispetto alla media della Città Metropolitana (6,8%). Va rimarcato inoltre come nel biennio 2015-2016 tale valore evidenzi una sensibile impennata rispetto al triennio precedente, nel quale le assunzioni del comparto manifatturiero hanno costantemente oscillato attorno al 12%; ciò è sicuramente dovuto principalmente all’incremento registratosi nel 2015 (+35%, ben più rilevante del dato della provincia nel suo insieme, attestatasi al 23,3%), ma anche al deludente andamento del comparto dei Servizi. Va però sottolineato come nell’area di Rozzano le assunzioni nel comparto industriale abbiano registrato un andamento abbastanza soddisfacente anche nei primi sei mesi del 2016 (-3,5%), sensibilmente migliore rispetto a quello della Città Metropolitana insieme (17,0%) e secondo solo a quello fatto registrare dall’area di Corsico. Simili, ma meno positive, sono invece le dinamiche relative agli avviati, che, se da un lato evidenziano un peso doppio rispetto a quello provinciale (18,6% contro 9,8%), dall’altro presentano tassi di variazione più contenuti rispetto a quelli delle assunzioni (+31,3% nel 2015 e -11,0% nella prima parte dell’anno successivo, periodo in cui le performance del Rozzanese sono sopravanzate oltre che da quelle dell’area di Corsico anche da quelle del MagentinoAbbiatense).

Graf. 9.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale di Rozzano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 16,5

Agr. 0,7

Costr. 5,2

Servizi 77,6

Più contradditorio è invece l’andamento della domanda di lavoro nel comparto delle Costruzioni, che se a Rozzano presenta un peso maggiore di quello della provincia per quanto riguarda gli avviamenti (5,2% contro il 4,8%), evidenzia valori inferiori per quanto concerne gli avviati., pur in presenza di dinamiche migliori sia nel 2015 che nel primo semestre dell’anno successivo. Il dato della domanda di lavoro locale più sorprendente è quello relativo al settore del terziario che, caso unico in tutti i territori della Città Metropolitana, presenta saldi negativi anche nel corso del 2015 (-4,0% a fronte del 13,0% della media provinciale), tendenza che si conferma anche nei primi mesi del 2016 (-17,6% contro -7,6%). Le performance negative della domanda di lavoro dei Servizi si confermano anche se si prendono in esame gli assunti (-3,8% nel 2015 e -9,9% nel primo semestre dell’anno successivo), e risultano trainate, come si vedrà in modo più dettagliato nelle pagine seguenti, dagli andamenti negativi di tutti i principali comparti del macrosettore dell’area.

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Sono questi dati che spiegano il forte calo del peso del terziario rozzanese, che nell’ultimo biennio perde rispetto al 2014 quattro punti in termini di avviamenti e più di sei se si considerano i neoassunti. Se si prende in esame più nel dettaglio l’evoluzione della composizione settoriale delle dinamiche occupazionali dell’area proprio partendo dall’analisi del terziario, si può osservare come tra i comparti che presentano andamenti negativi sia nel 2015 che nel 2016 rientrino ben tre dei maggiori comparti del macrosettore, ovvero il Commercio, la Logistica e i Servizi alle imprese, che presentano rispettivamente cali del 6,4%, dell’11,7% e del 20,7% nel primo dei due periodi, e del 3,7%, del 22,3% e del 14,1% nel secondo77.

Graf. 9.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale di Rozzano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 C - Manifatt. F - Costr. G- Commercio H - Logistica I - Alloggio J - Infor. e com. N- Serv. Imp. P - Istruz. Q - Sanità S - Altri serv. -60,0

-40,0

-20,0

1° sem. 2016-2015

0,0

20,0

40,0

60,0

2015/2014

Va però evidenziato come questi tre comparti presentino performance ugualmente negative anche per quanto riguarda gli avviati solo nel caso degli ultimi due, mentre il Commercio presenta un saldo positivo del 7,5% nel 2015 e un modesto decremento dell’1,4% nel corso dei primi sei mesi dell’anno successivo, un fenomeno che è presumibilmente riconducibile ad un più intenso di assunzioni contrattuali stabili incoraggiate dagli incentivi introdotti dalla legge di stabilità di quell’anno e che ha quindi determinato un calo delle assunzioni a termine. Alcuni altri settori hanno presentato andamenti costantemente negativi, sia per quanto riguarda gli avviamenti che gli avviati (è il caso del settore della Attività professionali e delle Attività immobiliari), ma si tratta in genere di settori che rivestono un peso modesto sull’insieme della domanda di lavoro locale.

77

Relativamente al Commercio va segnalato come il dato del 2016 risenta solo in piccola parte delle assunzioni operato in corrispondenza dell’apertura del nuovo centro commerciale Scalo Milano di Locate Triulzi, la gran parte delle quali sono state effettuate nella seconda parte dell’anno, in prossimità dell’apertura del sito avvenuta il 27 ottobre.

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Più numerosi sono invece i comparti che presentano andamenti altalenanti; quello dei Servizi di Informazione e Comunicazione, ad esempio, ha registrato per entrambi gli indicatori presi in esame un saldo negativo nel 2015 (-4,0% per le assunzioni e -19% per gli avviati) e positivo nel semestre successivo. In crescita nel primo periodo e in calo nel 2016 risultano invece altri settori come l’Alloggio, l’Istruzione e la Sanità, che nel corso del 2015 registrano incrementi pari rispettivamente al 33,6%, al 3,2% e al 3,4% e flessioni talora accentuate nei primi sei mesi dell’anno successivo. Tutti questi comparti presentano andamenti analoghi a quelli degli avviamenti anche per gli assunti, fatta eccezione per l’Istruzione, che presenta valori negativi in entrambi i periodi. L’unico settore che presenta, almeno per le assunzioni, dinamiche positive per tutto il periodo è quello delle Attività artistiche, anche se nel corso dei primi mesi del 2016 esso presenta un saldo negativo pari al 21,4% per gli avviati. Va osservato quindi che le performance negative del terziario nel Rozzanese sembrano determinate dal fatto che molti settori sembrano essersi mossi in controtendenza rispetto a quelle omogeneamente positive della Città Metropolitana, specie nel corso del 2015, mentre nel secondo periodo solo alcuni sembrano aver colto le tendenze positive in atto a scala provinciale (è il caso dei Servizi di Informazione e Comunicazione), mentre alcuni altri hanno registrato in modo anche più accentuato quelle negative. Se si passa ad analizzare poi gli andamenti dei vari settori manifatturieri, si può osservare che è l’industria metalmeccanica, che da sola spiega la metà degli avviamenti industriali dell’area, quella che ha fatto registrare le performance migliori; in particolare il comparto della Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica ed ottica presenta saldi attivi in entrambi gli anni sia per quanto riguarda gli avviamenti (+400,0% nel 2015 e +47,1% nei sei mesi successivi) che per gli avviati (nei due periodi rispettivamente +191,0% e +50,4%), una crescita derivante in parte dalle ottime performance delle imprese già presenti nell’area e ad alcuni nuovi insediamenti. Forti incrementi si registrano anche in altri settori, come quelli della Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature, della Fabbricazione di apparecchiature elettriche e della fabbricazione di prodotti in metallo, che nel 2015 presentano saldi attivi delle nuove assunzioni pari rispettivamente al 47,6%, al 141,0% e al 27,6%, a cui però fanno seguito, nel corso dei primi mesi dell’anno successivo, flessioni oscillanti dal modesto -0,7% del primo, ad un pronunciato -39,6% del comparto della Fabbricazione di apparecchiature elettriche. Non dissimili in questi tre settori sono anche le dinamiche relative agli assunti, fatta eccezione per quello della Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature che presenta valori positivi anche nella prima parte del 201678. Analizzando gli altri settori manifatturieri si può altresì osservare che sono tre quelli che presentano andamenti costantemente positivi, quelli delle Industrie tessili, dell’Industria del legno e dei prodotti in legno e della Riparazione, manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature, con valori pari rispettivamente al 36,7%, +11,5% e al 47,2% nel primo anno e al +14,3%, +90,0% e +29,8% nel secondo. Per contro, presentano una domanda di lavoro costantemente in calo due comparti, quello della Fabbricazione di articoli in pelle e, più grave, quello della Fabbricazione di prodotti farmaceutici, settore in cui il Rozzanese vanta una specializzazione relativa. 78

Nell’industria metalmeccanica presentano incrementi molto elevati nel 2015 anche altri comparti di minore rilevanza come quello della Fabbricazione di autoveicoli e quello della Fabbricazione di altri mezzi di trasporto, mentre andamenti costantemente negativi sono evidenziati dalle imprese del comparto della Metallurgia.

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Tutte le altre classi di attività presentano i soliti andamenti discontinui; quelli che nel 2015 evidenziano aumenti degli avviamenti più accentuati sono quelli della Fabbricazione di carta e prodotti di carta, delle Altre industrie manifatturiere, della Stampa e riproduzione di supporti registrati e delle Industrie alimentari, che presentano incrementi oscillanti tra il 100,0% del primo e il 37,6% delle ultime. I settori che, per contro, registrano le flessioni più accentuate sono quelli delle Altre industrie manifatturiere, della Fabbricazione di altri prodotti e lavorazione di minerali non metalliferi, della Fabbricazione di mobili, delle Industrie alimentari e dell’Industria chimica, con cali che oscillano tra il -61,1% del primo e il -31,7% dell’ultima. 9.6

La domanda di lavoro della circoscrizione di Rozzano: le forme contrattuali

Data la configurazione della composizione settoriale della domanda di lavoro del Rozzanese sopra evidenziata, non sorprende di osservare che quest’area presenti differenze piuttosto accentuate anche per quanto riguarda le modalità di assunzione, tra le quali spicca un più intenso utilizzo dei contratti stabili; in particolare, nei diciotto mesi del biennio 20152016 indagati, l’area di Rozzano supera la media della Città Metropolitana di ben 4 punti per quanto concerne le assunzioni a tempo indeterminato e di 1,2 punti per quanto riguarda gli avviamenti con contratti di apprendistato.

Graf. 9.7 – Avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Rozzano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 44,2 45

41,5

40 35 30 25

23,1 19,1

23,3 15,6

20

16,4

15 10

4,7

5

3,6

8,5

0

C. M. MI TI

TD

INT

Rozzano CO. PRO.

ALTRI

Va però osservato come, limitatamente alle assunzioni con contratti a tempo indeterminato, il mercato del lavoro milanese abbia evidenziato performance migliori di quelle di Rozzano sia nel 2015 (+57,3% la prima + 54,2% la seconda) che nel primo semestre dell’anno successivo (-21,9% il dato provinciale contro -26,7% quello del Rozzanese).

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Per quanto riguarda i contratti a termine, nell’area circoscrizionale di Rozzano risulta elevato l’utilizzo delle assunzioni con contratti di lavoro interinale, che supera di quasi 8 punti la media provinciale, un dato che è spiegabile per la rilevanza di quasi tutti i settori in cui più intenso è l’uso di questa modalità contrattuale (in particolare l’industria e la GDO). Per contro, più contenuto è il ricorso alle assunzioni effettuate con il contratto a tempo determinato, che appare comunque rilevante (il 41,5% degli avviamenti) specie se si considera il peso trascurabile che hanno in quest’area il settore dello Spettacolo e ancor più quello degli alberghi79, che sono tra i comparti in cui più elevato è l’uso di questa modalità contrattuale di assunzione. Modesto è invece l’utilizzo di altre forme di lavoro flessibile come il lavoro intermittente e quello del lavoro autonomo dello spettacolo, che spiegano complessivamente il 3,2% degli avviamenti del territorio a fronte del 10,5% che si registra nella Città Metropolitana, e inferiore risulta altresì quello delle segnalazioni delle collaborazioni a progetto.

Graf. 9.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Rozzano. Anni 2014- 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -60,0

-40,0

Primo sem. 2016/2015

-20,0

0,0

20,0

40,0

60,0

2015/2104

Se si analizzano gli andamenti evidenziati dalle diverse modalità contrattuali, si può osservare come il modesto incremento delle assunzioni nel corso del 2015 sia in massima parte spiegabile con la forte crescita delle assunzioni a tempo indeterminato di cui si è già detto, e solo in misura più contenuta all’apporto del lavoro interinale e di quello intermittente (rispettivamente +7,5% e +3,4%), mentre in calo risultano tutte le altre modalità contrattuali di assunzioni.

79

Il settore dell’Alloggio nel Rozzanese, che pure spiega il 10,7% del totale degli avviamenti dell’area, è trainato principalmente dal settore della Ristorazione, mentre quello alberghiero incide per poco più dell’1% a fronte del 9% a scala provinciale.

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Nella fase di calo della domanda di lavoro registratasi nella prima metà del 2016 si può invece osservare come anche queste due forme contrattuali registrino a loro volta una flessione, mentre le assunzioni con il contratto a tempo determinato confermano l’andamento negativo già evidenziato nell’anno precedente. In controtendenza si muovono invece le assunzioni effettuate con contratti di apprendistato e quelle del lavoro autonomo dello spettacolo, che conferma il suo andamento positivo dell’anno precedente. Va rimarcato comunque il peso trascurabile di entrambe queste modalità di assunzione, la seconda delle quali è imputabile in buona parte ad alcune imprese attive nel comune di Basiglio. Se nel Rozzanese il lavoro flessibile appare più contenuto che nel resto della provincia, va però sottolineato come in quest’area risulti più accentuato il ricorso ad un’altra forma di flessibilità, ovvero quella dei contratti a tempo parziale.

Graf. 9.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di Rozzano. Anno 2015 e primo semestre 2016

38,2

Tempo indet. 31,8

Tempo det. 16,4

Apprendistato

58,4

Interinale 20,4

Lavoro interm. 4,8

Parasubordinato 0

10

20

30

40

50

60

Nei diciotto mesi presi in esame, infatti, le assunzioni con contratti part-time il 39,6% di tutti gli avviamenti, un dato che sopravanza di ben 6 punti il dato medio della Città Metropolitana. L’elevato ricorso ad assunzioni a tempo parziale è una costante di quest’area, che ha evidenziato valori superiori alla media provinciale sin da prima che iniziasse la crisi del 2008; nel corso del biennio esaminato, semmai, l’uso di questi contratti è apparso in calo rispetto al resto della provincia, registrando un modesto incremento dell’1,8% nel corso del 2015, a fronte del +9,6% evidenziato dalla domanda di lavoro della Città Metropolitana, così come la flessione accusata dalle assunzioni part-time nei primi mesi del 2016 (-13,8%) corrisponde a quasi il doppio di quella evidenziatasi a livello provinciale.

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Va altresì segnalato come l’uso dei contratti a tempo parziale sia più intenso nelle principali modalità contrattuali di assunzione; particolarmente rilevante è la sua incidenza negli avviamenti interinali (58,4%), ma notevoli sono anche le percentuali spuntate nei nuovi rapporti di lavoro posti in essere con contratti a tempo indeterminato e a tempo determinato, che superano in entrambi i casi il 30%. Va però rimarcato come, da un confronto con le medie provinciali, solo il lavoro interinale presenti valori maggiori di quelli che si registrano nella Città Metropolitana, mentre nel caso dei contratti a tempo indeterminato il part-time risulta inferiore di circa 3,5 punti e nei contratti a tempo determinato di 7 punti percentuali. 9.7

La domanda di lavoro nella circoscrizione di Rozzano: le qualifiche professionali

Da ultimo, se si analizza la composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali di avviamento, va rimarcato come in tutte le realtà contraddistinte da una forte presenza manifatturiera, si registri un peso della componente operaia decisamente superiore alla media provinciale (a Rozzano essa incide per il 42,3% sul totale degli avviamenti a fronte del 28,5% della Città Metropolitana; quest’ultima prevale invece nettamente per quanto riguarda gli assunti con qualifiche impiegatizie, che rappresentano il 43,5% a fronte del 30,2% nel Rozzanese. Sostanzialmente equivalente è invece il peso degli addetti alle vendite, che oscillano tra il 27,5% e il 28,0%. E’ interessante osservare altresì che, mentre a livello provinciale i valori tra il 2015 e il 2016 rimangono sostanzialmente immutati, nell’area di Rozzano si assiste nei primi mesi del 2016 ad un sensibile incremento della componente operaia, il cui peso aumenta di quasi 4 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e di circa sei punti sull’insieme del 2015.

Graf. 9.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale di Rozzano e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016

Pers. non qual.

Cond. Imp.

Dir. 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0

Prof. Int.

Tecnici

C. M. MI Rozzano

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

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Osservando più nel dettaglio la composizione della domanda di lavoro, si può constatare che tra gli assunti con qualifiche impiegatizie Rozzano presenta valori analoghi a quelli del resto della provincia per quanto attiene gli impiegati, mentre è nettamente sottodimensionato per quanto attiene il personale ad elevata qualifica (all’incirca 5 punti percentuale) e ancor più per i Tecnici (all’incirca 8,5 punti). Va altresì evidenziato come il calo segnalato nel corso dei primi mesi del 2016 si concentri esclusivamente nelle Professioni intellettuali, un fenomeno che è spiegabile principalmente con il tracollo delle assunzioni nel settore dell’Istruzione, ma anche con il calo in altri comparti come la Sanità, le Attività finanziarie e l’industria farmaceutica. Per quanto riguarda invece la componente operaia, dell’incremento del primo semestre del 2016 si avvantaggiano in misura contenuta gli assunti con qualifiche di operai specializzati, ma il grosso dell’aumento registrato è spiegato dalla crescita del Personale non qualificato, che arriva a rappresentare più di un quarto di tutti i nuovi avviamenti.

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10 L’area circoscrizionale di San Donato Milanese 10.1 Il quadro economico I 15 comuni che compongono l’area circoscrizionale di San Donato Milanese si collocano sul territorio compreso tra le due direttrici viarie della via Emilia e della via Paullese e raccolgono complessivamente una popolazione che nel 2015 superava di poco i 175.000 abitanti, con una densità media pari al 874,8 abitanti/kmq, che la colloca al settimo posto tra le diverse circoscrizioni della Città Metropolitana. Va però osservato come l’area presenti al suo interno una forte differenziazione tra il territorio dei comuni situati lungo la via Emilia, comprendente realtà come San Donato Milanese e San Giuliano Milanese che contano più di 30.000 abitanti, e quella situata lungo l’asse della Paullese, nella quale solo Peschiera Borromeo vanta una popolazione di quasi 25.000 abitanti mentre gli altri rimangono sotto i 10.000. Molto diversa nelle due aree è quindi l’armatura urbana del territorio, con conseguenze sia per quanto concerne l’articolazione del sistema produttivo e le dinamiche occupazionali, ma anche gli andamenti demografici. Va evidenziato, infatti, che, se la popolazione dell’area è aumentata tra il 2012 e il 2015 del 4,5% (una crescita con valori superiori alla media della Città Metropolitana), ciò va attribuito proprio al ruolo dei comuni di più popolosi che registrano tutti incrementi superiori a quelli dell’area nel suo insieme. Per quanto riguarda il sistema produttivo, quella di San Donato Milanese si configura come un’area parzialmente anomala, caratterizzata da storici insediamenti come il centro direzionale dell’Eni a San Donato Milanese, ma anche da significative presenze in altri settori produttivi, sviluppatesi in epoche più recenti. A dispetto degli intensi processi di deindustrializzazione che hanno interessato questo territorio anche negli ultimi anni, l’area di San Donato presenta infatti un elevato indice di specializzazione nel manifatturiero in senso stretto così come San Giuliano Milanese e in alcuni dei comuni situati tra i due assi viari sopramenzionati, mentre l’incidenza delle Costruzioni appare maggiore della media provinciale in quasi tutti i comuni dell’area. Molteplici sono i processi di terziarizzazione in atto nel territorio; si conferma, ad esempio, la rilevanza del polo della logistica che si posiziona principalmente nei comuni tra la via Emilia e l’Autosole, protendendosi poi ben oltre i confini provinciali verso i comuni contigui del lodigiano. Molto rilevante è inoltre la crescita di funzioni direzionali e di altri settori di attività quali i Servizi alle imprese e le Attività professionali principalmente a San Donato Milanese, comune che vede la propria struttura produttiva sempre più assimilata a quella della metropoli. Rilevante è inoltre l’incidenza delle attività commerciali, specie per quanto riguarda i due poli della GDO a San Giuliano Milanese e a Peschiera Borromeo – Pantigliate, che hanno però esercitato un effetto negativo sulla piccola distribuzione nei comuni contigui. Tradizionale ma in crescita è inoltre la presenza di altre funzioni terziarie come quelle della Sanità, nella quale al polo ospedaliero pubblico di Melegnano si è affiancato quello della sanità privata a San Donato Milanese. Nonostante un parziale sottodimensionamento in alcuni altri settori terziari, quello dell’area di San Donato Milanese come un sistema produttivo molto diversificato ed è probabilmente questo uno dei motivi che ha fatto sì che anche le dinamiche occupazionali si siano presentate tra le più brillanti dell’intera Città Metropolitana, un fenomeno che trova un riscontro anche negli andamenti della domanda di lavoro, che per molti anni, anche dopo lo scoppio della crisi, ha evidenziato andamenti migliori della media provinciale, per conoscere poi un rallentamento proprio nel corso dei diciotto mesi presi in esame.

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10.2 La domanda di lavoro di San Donato Milanese: gli avviamenti Con i 36.710 avviamenti registrati nel corso del 2015, infatti, la circoscrizione di San Donato Milanese registra un incremento del 13,9%, un dato positivo leggermente superiore a quello della Città Metropolitana, che consente di replicare il risultato dell’anno precedente.

Graf. 10.1 – Avviamenti nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese. Anni 20142015 e primo semestre 2014-2016 40.000

36.710

35.000 32.232 30.000 25.000

18.233 16.394 14.458

20.000 15.000 10.000 5.000 0

201 201 4 5

giu- giugiu14 15 16

Nel corso dei primi mesi del 2016, invece, nell’area si registra la contrazione più marcata di nuovi rapporti di lavoro posti in essere (-20,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il dato peggiore rispetto a quelli fatti registrare da tutte le nove aree circoscrizionali per l’impiego del Milanese). Va rimarcato inoltre, che mentre gli andamenti positivi del 2015 si concentrano esclusivamente nei settori dell’Industria (ma non nel Manifatturiero) e del Terziario, il calo dell’anno successivo si distribuisce in misura percentualmente omogenea tra tutti i settori di attività, fatta eccezione per quello dell’Agricoltura.

Graf. 10.2 – Variazioni percentuali degli avviamenti nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 15 10 5 0 -5 -10 -15 -20 -25

13,9

13,5 2,3 -8,5

-14,8

-15,7 C.M. MI

2015-2014

SDM I° sem. 2016-2015

I° sem. 2016-2014

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10.3 La domanda di lavoro di San Donato: i lavoratori avviati Andamenti in linea con quelli delle assunzioni sono palesati dagli assunti, che registrano un incremento del 13,8% nel 2015 e del 20,2% nel primi sei mesi dell’anno successivo, perfettamente allineato a quello provinciale il primo, decisamente peggiore il secondo. Questi andamenti abbastanza simili tra avviamenti ed avviati, spiegano come mai l’indice di flessibilità del mercato del lavoro locale rimanga sostanzialmente stabile sia tra il 2014 e 2015 (fermo ad un rapporto pari a 1,59) che nei primi semestri del 2015 e del 2016 (con un valore oscillante attorno all’1,48). Da rimarcare come le dinamiche particolarmente negative del primo semestre del 2016 abbiano spinto la domanda di lavoro locale ben al di sotto anche dei livelli raggiunti già nel 2014 (-11,8 per le assunzioni, -10,9% per i neoassunti), un dato preoccupante, anche per il carattere diffuso di tale processo.

Graf. 10.3a – Avviati nell’area circoscrizionale di San Donato. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016 25.000

22.963 20.170

20.000

15.000

12.319 11.040 9.833

10.000

5.000

0

2014 2015

giu- giu14 15

giu16

Ritornando all’analisi della domanda di lavoro e prendendo in esame la sua composizione di genere, va subito evidenziato come nei diciotto mesi presi in esame, nell’area di San Donato Milanese il peso degli avviamenti femminili risulti sostanzialmente in linea con la media della Città Metropolitana, mentre è decisamente più contenuto (35,2% a San Donato Milanese, contro il 45% della media provinciale) quello degli assunti. Questo forte divario è presumibilmente riconducibile alla composizione settoriale della domanda di lavoro, che vede sovrarappresentati alcuni comparti ad elevata presenza maschile, a partire da quello della Logistica e delle Costruzioni e un anomalo peso degli uomini in altri settori come quello dei Servizi alle imprese. Va inoltre segnalato come nel corso degli ultimi anni il peso delle donne che entrano nel mercato del lavoro di San Donato Milanese appaia in calo, una tendenza che è spiegabile con l’andamento fortemente negativo di alcuni settori come quello dell’Istruzione, nel quale le donne rappresentano costantemente quasi il 75% degli avviamenti del comparto.

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Graf. 10.3b – Incidenza degli avviamenti per genere, classe di età e nazionalità nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) 44,5 44,4

Donne 30,2 32,8

Età 15-29

28 26,1

Età 45 e oltre

SDM C. M. MI

Stranieri

24,4 0

10

20

30

29,5

40

50

Per quanto concerne invece la composizione della domanda di lavoro per classi di età, se si considerano gli avviamenti San Donato Milanese presenta un peso della componente giovanile più contenuto di quello della media della Città Metropolitana (30,2% contro 32,8%), ma, al pari di altre realtà vicine come quella di Rozzano, presenta valori decisamente più elevati per quanto riguarda i neoassunti (39,7%, a fronte del 34,0% della media provinciale). Va evidenziato, poi, che il peso della componente giovanile continua a diminuire sia nel 2015 che nel 2016, in contro tendenza rispetto al resto della provincia. Il sottodimensionamento della domanda di lavoro giovanile trova peraltro una ulteriore spiegazione nel fatto che solo in pochi settori l’incidenza di questa componente sembra assumere un buona rilevanza, come, ad esempio, nel caso del Commercio, dei Servizi di Informazione e comunicazione, della Sanità, delle Attività artistiche e dei Servizi alla persona, nei quali i giovani spiegano una quota di avviamenti oscillante tra il 38% e il 44%, mentre è più bassa proprio in alcuni dei settori di attività economica che pesano maggiormente nella domanda di lavoro locale, come nel caso della Logistica (circa il 29%), dell’Alloggio (poco più del 23%) e dell’Istruzione (poco più del 24%). Specularmente il peso dei lavoratori maturi risulta a San Donato Milanese più rilevante che nella Città Metropolitana nel suo insieme, se si considerano gli avviamenti (28% a fronte del 26,1%), mentre è decisamente più contenuto se si considerano gli assunti (17% contro il 25,2% del dato provinciale), un fenomeno che è probabilmente da imputare al fatto che i lavoratori over 45 evidenziano una fortissima presenza in un settore ad elevata presenza di avviamenti multipli come quello dell’Alloggio (più del 38% delle assunzioni del comparto). L’aumento dei lavoratori maturi appare accentuato soprattutto nei primi mesi del 2016 (quasi quattro punti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), un incremento realizzato quasi in egual misura a scapito dei giovani e dei lavoratori delle fasce centrali di età, che sembra rendere superflue le cautele relative alla stagionalità della domanda di lavoro80. 80

In genere la domanda di lavoro tende ad evidenziare nel primo semestre una maggiore presenza di uomini e di persone in età superiore ai 30 anni, mentre nel secondo semestre si registra una maggior presenza di donne e giovani.

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Consistente risulta invece la presenza dei lavoratori stranieri, che nei diciotto mesi presi in esame spiegano il 29,5% degli avviamenti e il 32,3% degli assunti, dati che superano quelli della Città Metropolitana rispettivamente di 5 e 3,5 punti percentuali. Questa maggiore incidenza della componente straniera nel mercato del lavoro di San Donato Milanese è spiegabile nell’incidenza del settore della Logistica (in cui peraltro la componente straniera spiega il 45% delle assunzioni) e la rilevanza che la stessa ha nei comparti delle Costruzioni e dei Servizi alle imprese, in cui i lavoratori stranieri incidono rispettivamente per il 54% e il 49%. Va segnalato infine come nella prima parte del 2016, il peso di questi lavoratori appaia in calo di quasi 3,5 punti rispetto all’anno precedente, pur confermandosi ancora su valori maggiori di quelli espressi negli anni fino al 2014. 10.4 La domanda di lavoro di San Donato: i datori di lavoro Per quanto riguarda invece le imprese che assumono, va evidenziato come esse presentino valori costantemente vicini alla media provinciale, leggermente più contenuti nel 2015 (+12,7% a fronte del 13,7% della Città Metropolitana) nel 2015 e con una flessione analogamente inferiore alla flessione provinciale (-11,2%) nei primi mesi del 2016. Gli andamenti di questo indicatore confermano che, in genere, l’area di San Donato presenta sotto questo aspetto dinamiche più contenute nelle fasi di crescita e flessioni nei periodi di caduta della domanda di lavoro; un dato che sembra indicare comportamenti tipici delle realtà in cui la piccola impresa assume una rilevanza minore nelle politiche di assunzioni, com’è confermato del resto dal fatto che, esclusa Milano, proprio in questa circoscrizione si registra il valore più elevato del rapporto addetti/imprese che avviano, mentre per quanto riguarda gli avviamenti San Donato viene superata anche dal Nord Milano, ma solo grazie agli avviamenti di durata brevissima dell’Industria dello Spettacolo.

Graf. 10.4 – Imprese ed altri enti economici che assumono nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese. Anni 2014-2015 e primo semestre 2014-2016 3.500

3.045 3.000

2.703

2.500

2.167 1.982

2.000

1.924

1.500 1.000 500 0

2014 2015

giu-14 giu-15 giu-16

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10.5 La domanda di lavoro di San Donato: i settori produttivi Passando ora ad analizzare la composizione settoriale della domanda di lavoro, va sottolineato in primo luogo come l’area di San Donato Milanese si configuri come quella in cui il settore dei Servizi presenta il maggiore peso dopo il capoluogo e quella del Nord Milano e, al netto dell’industria dello Spettacolo, la più terziarizzata in assoluto. Ciò vale sia se si prendono in considerazione i nuovi rapporti di lavoro posti in essere, sia le persone avviate. La flessione degli avviamenti registratasi nel corso dei primi mesi del 2016 (-20,4% in termini di avviamenti, -18,8% per gli avviati) incide in modo trascurabile sul peso complessivo del macrosettore, visto che la sua consistenza deriva da una tendenza di lungo periodo, caratterizzata da una crescita del Commercio e da una sostanziale tenuta di tutti i principali settori dell’area, fatta eccezione per l’Istruzione.

Graf. 10.5 – Composizione settoriale degli avviamenti nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese. Anno 2015 e primo semestre 2016 (val. %) Ind. 8,4

Agr. 0,9

Costr. 5,4

Servizi 85,3

L’andamento dell’Industria, che nei diciotto mesi presi in esame rappresenta complessivamente l’8,5% degli avviamenti e l’11,5% degli avviati, evidenzia come stia proseguendo invece un declino, avviatosi di fatto con l’inizio della crisi nel 2008; esso riguarda soprattutto il comparto dell’Industria manifatturiera, il cui calo non è compensato, fatta eccezione per il 2015, dagli altri comparti come l’Industria mineraria e quella dell’energia. Il settore delle Costruzioni, infine, attestatosi nel periodo esaminato al 5,4% per quanto riguarda le assunzioni e al 7,5% per gli assunti, evidenzia performance costantemente negative, che si inseriscono in un andamento di lungo periodo che hanno visto quasi dimezzato il peso del macrosettore, nonostante il ruolo di contenimento svolto dalla SNAM, che ha incorporato società che precedentemente effettuavano assunzioni classificate in altri settori di attività economica.

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Se si passa ad analizzare più nel dettaglio gli andamenti dei diversi settori del terziario, si può osservare in primo luogo che quelli che registrano, almeno per gli avviamenti, andamenti costantemente positivi sono comparti che pesano poco sull’insieme della domanda di lavoro locale, fatta eccezione per quello del Commercio. E’ il caso, ad esempio, delle Attività finanziarie, dei Servizi di informazione e comunicazione, le Attività professionali e quello delle Attività artistiche. Va però sottolineato come solo alcuni di questi presentano analoghe tendenze anche per gli avviati; il Commercio e i Sevizi di informazione e comunicazione registrano infatti un calo degli assunti nel corso dei primi mesi del 2016, mentre quello delle Attività finanziarie lo espongono nel 2015. La maggior parte degli altri settori terziari evidenziano dinamiche analoghe a quelle complessive della domanda di lavoro della Città Metropolitana, con un incremento sia per gli avviati che per le assunzioni nel corso del 2015 e un calo, talora pronunciato nei sei mesi successivi. Tra questi rientrano anche i settori della Logistica, dell’Alloggio e dei Servizi alle imprese, che assieme spiegano circa il 47% degli avviamenti dell’area, e che, nel 2015, hanno evidenziato incrementi pari rispettivamente al 9,2%, al 14,7% e al 75,3% e cali del 40,2%, 18,2% e 16,6% nel semestre successivo. Andamenti, questi ultimi, in cui è difficile non scorgere anche gli effetti di ritorno della fine di Expo81.

Graf. 10.6 - Variazioni percentuali degli avviamenti nei principali settori di attività economica nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese. Anni 2014-2015 e primo semestre 2015-2016

C - Manifatt. F - Costr. G- Commercio H - Logistica I - Alloggio M - Att. Prof. N- Serv. Imp. P - Istruz. Q - Sanità S - Altri serv. -60,0

-40,0

-20,0

1° sem. 2016-2015

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

2015/2014

81

E da sottolineare che una quota rilevante delle assunzioni del comparto dell’Alloggio è stata effettuata da una catena alberghiera, mentre dall’esame delle COB riconducibili ad Expo, si sono riscontrati diversi avviamenti fatti da imprese degli altri due settori.

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Costantemente negative, come in molte altre aree della provincia, sono invece le dinamiche del settore dell’Istruzione, il cui peso complessivo scende per la prima volta sotto il 10% degli avviamenti; performance negative nel 2015 ma fortemente in crescita nei primi mesi del 2016 vengono invece evidenziate da quello della Sanità. Passando poi ad analizzare gli andamenti dei settori industriali, va rimarcato come quasi tutti presentino andamenti in crescita in un anno e in calo nel successivo; particolarmente accentuato il caso delle imprese che operano nei settori dell’Estrazione di minerali da cave e miniere e della Fabbricazione di energia elettrica e gas, che nel 2015 hanno evidenziato incrementi di assunzioni superiori al 200%, ma il loro peso limitato con compensa le perdite registrate, ad esempio, nell’industria metalmeccanica nella quale, nonostante gli apporti positivi dei comparti della Fabbricazione di apparecchiature elettriche e della Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature, si registrano saldi negativi sia nel 2015 che nel 2016 (con cali rispettivamente del 3,3% e dell’11,4%). A spiegare il calo del comparto manifatturiero concorrono però altri settori come quelli della Fabbricazione di prodotti chimici, della Fabbricazione di prodotti farmaceutici e della Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, che anche nel 2015 presentano cali rispettivamente del 6,9%, del 19,5% e del 26,4%. Non bastano a compensare tali flessioni gli incrementi, talora rilevanti, delle Industrie Alimentari, della Fabbricazione di articoli in pelli, della cartotecnica e della stampa e soprattutto quelli registrati nei comparti della Fabbricazione di coke e prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio82 e della Fabbricazione di altri prodotti derivati dalla produzione di minerali non metalliferi, i quali registrano un aumento degli avviamenti del 41,2% e del 61,2%. Nel corso del primo semestre del 2016, invece come si è detto si assiste ad una contrazione accentuata in quasi tutti i settori fatta eccezione per la Fabbricazione di altri prodotti derivati dalla produzione di minerali non metalliferi, che registra un ulteriore incremento che supera l’80%, e il settore della chimica farmaceutica, che evidenzia una tendenza analoga anche per quanto riguarda gli assunti. Si può quindi concludere che i dati dei 18 mesi presi in esame lasciano presupporre che le traiettorie dello sviluppo locale siano destinate ad essere caratterizzate da un’ulteriore accentuazione dei processi di terziarizzazione, sia per quello che riguarda le funzioni pregiate, sia per quelle più tradizionali, che continueranno ad essere espulse dal capoluogo; ciò lascia presupporre che quest’area tenderà sempre più ad essere investita da processi di uniformazione con Milano, di cui già ora condivide molte caratteristiche, specie nei comuni di prima fascia. 10.6 La domanda di lavoro di San Donato: le forme contrattuali Detto ciò, appaiono quindi parzialmente sorprendenti le evidenze che emergono dall’analisi della composizione della domanda di lavoro per modalità contrattuali di assunzioni. Da una immagine come quella tratteggiata sulle dinamiche evolutive del sistema produttivo dell’area circoscrizionale di San Donato Milanese ci si aspetterebbe una domanda di lavoro più caratterizzata dall’uso di forme di lavoro flessibili, come si riscontrano non solo a Milano, ma anche a Corsico e nel Nord Milano.

82

Da segnalare come molte delle imprese che hanno effettuato tali assunzioni siano riconducibili al gruppo ENI.

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Invece l’area presenta una quota di assunzioni con contratti stabili abbastanza elevata, com’è dimostrato dal peso delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato, che supera di 3,6 punti percentuali quello della Città Metropolitana nel suo insieme, pur presentando un incremento di tali avviamenti meno rilevante nel 2015 (San Donato Milanese evidenzia un saldo attivo del 45,2% contro una media provinciale del 57,3%), e un decremento più accentuato nel primo semestre del 2016 (-32,4% contro -21,9%). Va evidenziato che tali performance avrebbero potuto essere meno significative se non si fosse registrato un insolito ricorso a questo tipo di assunzioni in settori come quelli della Logistica e dei Servizi alle imprese (in entrambi i settori le assunzioni a tempo indeterminato pesano più del 36%), tradizionalmente caratterizzati da un uso più intenso di forme contrattuali a termine; valori decisamente anomali sono stati evidenziati inoltre da alcuni settori in crescita, come quello della Fabbricazione di energia elettrica e gas, in cui questa modalità contrattuale spiega addirittura il 60% delle nuove assunzioni. E’ ovvio che anche in questa come nelle altre aree un ruolo fondamentale è stato giocato dai provvedimenti di defiscalizzazione a sostegno di questo tipo di assunzione; tuttavia, proprio pensando al settore della Logistica, si può ipotizzare che si avvertano anche gli effetti delle riforme del mercato del lavoro, specie per quanto riguarda la maggiore flessibilità in uscita.

Graf. 10.7 – Avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016

60 51,7 44,2 50 40 30 22,719,1 15,6 16,4 20 16,4 4,7 10 1,7 7,5 0 SDM TI TD INT CO. ALTRI PRO. Se si osservano invece le forme contrattuali a termine, va rimarcato come l’area di San Donato Milanese presenti un utilizzo più intenso sia dei contratti a tempo determinato che del lavoro interinale. Per quanto concerne il primo, va evidenziato che nei diciotto mesi presi in esame, più della metà degli avviamenti di questo territorio sono stati effettuati con questa modalità contrattuale, superando di sette punti e mezzo il dato della media provinciale; un dato che colloca San Donato Milanese al secondo posto dopo il Nord Milano, nel quale però giocano un ruolo determinante gli avviamenti brevi dell’Industria dello spettacolo, mentre in quest’area trainanti sono diversi settori tra cui quello dell’Alloggio (quasi l’80% di queste assunzioni di questo comparto sono effettuate con il contratto a tempo determinato), della

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Logistica e delle Costruzioni, nei quali gli avviamenti con questa modalità contrattuale spiegano rispettivamente il 50% e il 45% delle assunzioni. Per quanto riguarda il lavoro interinale, esso supera il dato della Città Metropolitana, anche se va evidenziato come quasi l’80% di queste assunzioni sono effettuate dalle imprese del Commercio – e segnatamente della GDO – e dall’industria manifatturiera. Tutte le restanti modalità contrattuali hanno un peso poco significativo nella domanda di lavoro locale (esse spiegano poco più del 9% delle nuove assunzioni), con il contratto di apprendistato che appare allineato alla media provinciale, mentre le altre forme di lavoro flessibile presentano valori che sono di gran lunga inferiori ad essa. Come si è visto, le assunzioni a tempo indeterminato hanno evidenziato un andamento positivo nel 2015 e negativo nel corso dei sei mesi successivi. Se si analizzano gli andamenti delle principali forme contrattuali, si può invece osservare che le assunzioni con contratti a tempo determinato presentano un andamento ugualmente positivo nel 2015 (+6,4%) e negativo nel 2016 (-20,9%).

Graf. 10.8 – Variazioni percentuali degli avviamenti per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese. Anni 2014 - 2015 e primo semestre 2015-2016

Tempo indet. Tempo det. Apprendistato Interinale Lavoro interm. Parasubordinato Lav. aut. Spettacolo -100,0

-50,0

Primo sem. 2016/2015

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

2015/2104

Costantemente positivo è invece l’andamento delle assunzioni di lavoro interinale e dei lavoratori autonomi dello spettacolo, anche se il forte incremento di questi ultimi (costantemente superiore al 100%) non va enfatizzato, visto che riferisce complessivamente all’1,3% del totale degli avviamenti dell’area. Per contro costantemente negativi sono gli andamenti evidenziati, oltre che dalle collaborazioni a progetto, anche dall’apprendistato e dal lavoro intermittente. La flessibilità del mercato del lavoro dell’area di San Donato Milanese non è minore a quella della Città Metropolitana solo per il peso maggiore che in essa assumono le modalità contrattuali stabili, ma anche per la minore rilevanza che in questa zona assume l’uso del contratto a tempo parziale.

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L’incidenza delle assunzioni part-time è infatti pari al 31,6%, a fronte di un dato provinciale del 33,6%, un dato che deriva in buona misura dal fatto che questo tipo di assunzioni hanno registrato una crescita più contenuta nel 2015 e un calo significativamente maggiore nel corso del primo semestre dell’anno successivo (+13,9% e -20,7% a San Donato Milanese, +28,7% e -6,5% nella Città Metropolitana). Abbastanza sorprendentemente la situazione appare rovesciata se si considerano gli assunti; in questo caso gli avviati assunti con contratti part-time sono pari al 35,2% nel Sud Est milanese, mentre a livello provinciale sono solo il 32,4%. E’ ovviamente il terziario che traina gli andamenti delle assunzioni con contratti a tempo parziale; essi spiegano infatti il 35,5% delle assunzioni nel settore dei Servizi, a fronte del 10,7% nell’Industria e dell’8,1% nelle Costruzioni. Osservando la diffusione delle assunzioni part-time nei diversi comparti, va segnalato come esso assuma una rilevanza particolare in quello dei Servizi alle imprese e del Commercio, nei quali il peso di questo tipo di contratti corrisponde rispettivamente al 56,1% e al 51,6%, ma rilevante è la sua diffusione anche nella Logistica, nella Sanità, e nei Servizi alla persona, con valori che oscillano tra il 38% e il 49%. Un dato abbastanza sorprendente è infine rappresentato dal fatto che a San Donato Milanese siano gli uomini la componente dei part-timers più rilevante, sia per quanto riguarda gli avviamenti che gli assunti. Per quanto riguarda infine la diffusione dei contratti a tempo parziale tra le diverse tipologie di contratto di assunzione, va evidenziato che la modalità contrattuale in cui esso pesa maggiormente è quella del lavoro interinale (più della metà di queste assunzioni sono part-time), coerentemente con quanto detto in precedenza sul peso del Commercio, sia nell’uso del lavoro interinale che in quello delle assunzioni a tempo parziale. Abbastanza rilevante è comunque la diffusione di questa modalità di assunzioni anche tra gli assunti con contratti a tempo indeterminato (prossimo al 30%), mentre più contenuta è la sua incidenza sia negli avviamenti a tempo determinato che nell’apprendistato.

Graf. 10.9 – Incidenza percentuale degli avviamenti part-time per tipo di modalità contrattuale nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese. Anno 2015 e primo semestre 2016

29,9

Tempo indet. 24,7

Tempo det.

23,5

Apprendistato

51,8

Interinale 3,5

Lavoro interm.

6,8

Parasubordinato 0

10

20

30

40

50

60

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10.7 La domanda di lavoro di San Donato: le qualifiche professionali Da ultimo, se si prende in esame la composizione della domanda di lavoro per qualifiche professionali di inserimento, si può osservare come nonostante la forte connotazione terziaria dell’area, la domanda di lavoro presenti ancora caratteristiche abbastanza basse. Il peso degli assunti con figure professionali impiegatizie presenta un valore di quasi 10 punti inferiore a quello della città Metropolitana (33,9% a fronte del 43,4% del dato provinciale); non molto diverso è invece il peso degli addetti alle vendite (26,3% contro il 28% della Città Metropolitana) mentre tra gli assunti di San Donato Milanese emerge una netta sovra-rappresentazione della componente operaia, che spiega poco meno del 40% degli avviamenti effettuati nell’area a fronte del 28,5% provinciale.

Graf. 10.10 – Composizione degli avviamenti per qualifiche professionali di assunzione nell’area circoscrizionale di San Donato Milanese e nella Città Metropolitana di Milano. Anno 2015 e primo semestre 2016

Pers. non qual.

Cond. Imp.

Dir. 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0

Prof. Int.

Tecnici

C. M. MI SDM

Op. spec.

Imp.

Add. vend.

Tra gli assunti con qualifiche impiegatizie, nell’area di San Donato primeggiano i Tecnici, che pesano per il 13,6% del totale degli avviamenti, a fronte del 15,4 dell’insieme dei territori del Milanese. Sostanzialmente equivalente è il peso degli Impiegati, attestatisi nei 18 mesi presi in esame attorno al 9%, mentre pesantemente sottodimensionata è la domanda di personale ad elevata qualifica, che nell’area pesa solo il 10,9% a fronte di una richiesta che in provincia è pari al 18,9%, un dato che sconta un aspetto strutturale com’è la pressoché totale assenza dell’Industria dello spettacolo, ma anche le difficoltà registrate da settori come quelli dell’Istruzione e di comparti manifatturieri come la chimica - farmaceutica. Quest’ultima componente registra tra l’altro una forte contrazione sia nel corso del 2015 che nel primo semestre del 2016, tant’è che il suo peso scende dal 13,5% del 2014 al 9,0 del primo semestre dello scorso anno. Molto positivo è invece l’andamento della domanda di Tecnici, la cui incidenza è aumentata di quasi 5 punti nel corso dell’ultimo periodo preso in esame rispetto all’analogo periodo del 2015, mentre stabili o leggermente in crescita sono invece gli Impiegati

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In calo sia nel 2015 che nel 2016 risultano essere anche gli Addetti alle vendite, nonostante il buon andamento di diversi settori che spiegano in buona misura la domanda di questo tipo di lavoratori (il Commercio, l’Alloggio, i Servizi alla persona) e che forse risentono di problemi connessi all’esternalizzazione di servizi e al conseguente diverso inquadramento in ingresso. Da ultimo, la componente operaia, il cui sovradimensionamento è in buona misura riconducibile al peso assunto dalla Logistica, vede leggermente in calo il Personale non qualificato, mentre appaiono in crescita sia gli operai specializzati che i Conduttori di impianti. Tendenze che evidenziano appaiono abbastanza discontinue, non consentendo quindi di sviluppare riflessioni sulle possibili traiettorie evolutive di questa del mercato del lavoro.

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11 Appendice:

Le zone omogenee nella Città metropolitana e Centri per l’Impiego La Città Metropolitana di Milano riunisce 134 comuni, questi comuni sono stati aggregati in sette territori omogenei per l'erogazione di servizi rispetto numero di abitanti complessivi e contiguità storiche e geografiche dei luoghi83. Sebbene, a grandi linee coincidenti i territori dei nove Centri per l'Impiego, che comprendono un numero inferiore di comuni, risalgono un'epoca antecedente e riflettono quella che era la suddivisione territoriale prevista dal Ministero del Lavoro, nell’ottica di assicurare a tutti i cittadini uno sportello di prossimità. Nella mappa seguente si riporta la suddivisione delle zone omogenee.

Nella tabella alla pagina seguente è riportata la attribuzione di ciascun comune rispetto alla rete dei Centri per l’Impiego.

83

Delibera del Consiglio metropolitano del 17.9.2015 n. 30/2015: “Approvazione della proposta di costituzione e delimitazione di zone omogenee della Città metropolitana di Milano ai sensi dell'art. 1, lettera c), della legge n. 56/2014 e dell'art. 29, comma 4, dello Statuto della Città metropolitana di Milano.”

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