Opera prima l ora senza nome tiziana gabrielli

Page 1

Tiziana Gabrielli

L’ora senza nome

Opera Prima 2014



Autore Tiziana Gabrielli Titolo L’ora senza nome Anno 2014 A cura di Poesia 2.0 Copertina adattamento di una scultura di Roberto Almagno Questo e-book rappresenta una delle cinque raccolte poetiche risultate finaliste alla edizione 2014 del progetto editoriale Opera Prima, ideato da Ida Travi e diretto da Flavio Ermini. Il presente documento è da intendersi a scopo illustrativo e senza fini di lucro. Tutti i diritti riservati all’autore.

2013



Tiziana Gabrielli L’ora senza nome

Opera Prima 2014



Parliamo tutti parole seconde, derivate, poiché l’età della lingua delle origini è tramontata. Eppure, per il poeta, parlare di quest’ora senza nome significa sfidare la lingua a pronunciare il silenzio. Propriamente: a compiere il gesto del venire al mondo Flavio Ermini

Alcuni, durante il pellegrinaggio, Giungono alla porta per oscuri sentieri Georg Trakl

La filosofia si dovrebbe comporre poeticamente Ludwig Wittgenstein

Il pensiero, quanto più è puro, tanto più possiede la sua musica Maria Zambrano



ATTO I L’ECO DELL’ORIGINE

Forse già prima delle labbra nacque il sussurro Mandel’štam



Il respiro dell’Aperto



I. Ouverture

La poesia sta prima della cosa, ver(ti)gine irriflessa, imprepensato Prius, fonte battesimale della parola-lingua immemoriale madre aurorale


II. Il thauma dell’Origine

La poesia ri-vela la splendente oscurità germoglio e grembo stupore muto dell’Origine - una e duplice soglia e varco, sussurro e respiro dell’Aperto, dove risuona inespresso il mistero dell’essere


III. L’ora senza nome

La poesia ri-crea l’Assente, innominato fiore che dice la vita, l’indicibile pronuncia dell’Altro che non cessa di affiorare, annunciare l’evento della parola-mondo Negli interstizi dell’ombra «riluce il silenzio», il Senso



Il cerchio oscuro



I. Soglia

Svia da te a te il nome - il giusto nome la ‹frase ulteriore›, l’oltre-misura l’in-definito la ‹terra mattinale del principio›, grido dell’origine a-venire


II. A traverso Rifrange da te a te l’ultima eco del viaggio verso l’in-scrivibile ombra, dall’ombra all’ombra tra-versata tras-versale che e-margina il senso nel controsenso di uno stare che è già un distare nell’incessante svanire dell’att(im)o


III. In cammino verso il principio

Trasmigra da te a te il linguaggio senza dimora né orizzonte che linea lasci immaginare e l’essere custodire nell’intermittenza perturbante di un soffio - primizia d’aurora nel buio lunare

oscuro stupore, oscura lingua dell’esilio e la devianza nuovo pensiero-stella del cerchio infranto dove il silenzio è vita



Dal segno alla parola



I. Limen

È visione il segno nel bianco della pagina campo e coltura

È e non è sa e non sa il suono dell’ombra pro-logos e impronta sulla bocca dell’antro nient’altro


II. «Nel caos delle cose»

Dal di dentro all’oltre tra l’origine e l’in(de)terminato è un tumulto il principio la fine in-finita l’eterna contesa ‹a sfera radiosa› tendono le cose prime il respiro e la carne nell’ora dell’ignoto che viene


III. Tra silenzio e voce

In soglia - di soglia - in soglia l’Uno e il suo contrario davanti agli occhi della Notte l’‹Antinotte› spalanca il Nome dell’essere-assenso al silenzio duplice eco dell’Altro che si fa incanto e nostalgia dell’impronunciabile



ATTO II DALL’OMBRA ALL’OMBRA

Dài loro annunzio duplice: di te e di te, dei due piatti della bilancia, del buio, che chiede di entrare, del buio, che consente di entrare Paul Celan



Preludio



Scintilla nel nero il canto dell’ombra perduto mondo, perduta lingua del vuoto e l’ignoto

il suono è quel che non dice e sa dell’incessante ac-cadere

Dire la Vita prima di ogni pronunzia per chiamarla per nome nel silenzio di tutti i nomi dal silenzio di ogni inizio



Ă€ rebours



‹Di buio in buio› per segni ed enigmi sui bordi dell’essere così si ri-torna, non si avanza è deserto la rosa rizoma della parola prima ec-centrica radice che si (in)-frange ad un passo dal giorno


Impercepiti sensi fuga di accenti destini a scomparsa

Diviso il cielo esatta la luce fresca e nerissima nel folto del bosco

Deporre il velo, assottigliare l’orma dell’identico nel multiversum dell’‹uguale a zero›

Dal calice del nulla fiorisce l’assente, l‘ardente ‹sete di pienezza›


‹Di perdita in perdita› resiste l’evento del suono-senso giuntura e sconfinamento a un altro dire

‹Vera narratio› dell’Uno pre-logico arché-daimon nell’‹ingens sylva› dell’inexplicable in-conosciuto sapere del nuovo pensiero nascente


Respiro al respiro dimora esodo dimora principio

fine

Da parola a parola da silenzio a silenzio due-in-uno nel sottosuolo della lingua voce e arco alle cose penultime


L’Antipensiero



L’‹altro-dal-pensiero› dice l’estraneo ‹mappa albale› spazio dell’attesa tra sabbia e oblio caduta e luce dal Nulla

al Nulla


Altrimenti che della parola dentro le ciglia del vocabolo fiato di luna sulle sillabe sdrucciole S-radica e scuote l’acqua sulla roccia nel solco che unisce e divide il ventre rovesciato della terra Dal buio

pro-voca l’Altrove nell’intermittenza del sangue e il bianco che non sa finire


In squarci e aperti da fuga a fuga margine atriale tra sentire e pensare Oro e oblio seta e miele lingua e veritĂ (s)fondo liminare ri-frazione pendolare nell’intervallo di ogni assenza nello stupore acceso di un bisbiglio spartito è parola sepolta nella nebbia da cui germogliano i nomi come luce rapida, abbacinante e guizzo di fiamma Passaggi e versanti (ac)cenni e varianti fra l’ostacolo e la trasparenza nella somiglianza remota di un barbaglio


Risuona nell’ombra l’in-concepibile, l’impensato che si dà a pensare


ATTO III IL SILENZIO DELLA LUCE

Che cosa uno scrittore ha da dire di primordiale, se non proprio quella cosa che egli prova a dire senza applicazione, senz’altro per lasciarla indirettamente dirsi. È come se quel dire la proteggesse da essa stessa, raddoppiandone gli accessi, poiché quella cosa, nelle più impervie profondità del silenzio, è il segreto dell’ultima parola Edmond Jabès

Al di là della parola riluce il silenzio Franz Rosenzweig



Anacrusi



È ancora la pienezza dall’essere di là

l’inizio del vuoto al seme dal tempo


nella radura luminosa un mormorÏo pre-dice l’indicibile tra l’estremo limite del possibile e il sussurro


È un soffio il pensiero ‹senza balaustre› l’al-di-là della conoscenza dove parla la notte



La follia del giorno



Toccata e fuga dalla sintassi della ragione al confine e oltre ogni devianza


nel margine incerto, in bilico sul foglio del mondo la parola è il suo dilemma presagio del notturno nel cenere di rosa e l’umido di schiena


Il passo dell’orma si nasconde nella gola dell’Uno dove il sogno è trauma e il senso lampo che squarcia la sintassi del giorno



L’intimo dell’ombra



Alle porte della notte l’essere è il nero che chiama fuori dalla scena

D’ebbrezza e canto nel lasco tra luce e tenebra è l’intimo dell’ombra ‹dove niente si distingue›


dove il nulla è distinto dal nulla in-cognite (r)esistenze, ri-spondenze tra la pietra e il cerchio e tra le labbra e l’indice


L’altra luce, l’antiluce vegliamo e non il bianco (in)-contaminato e perdutamente uguale



Della parola ultima



Tutto pare immobile, tutto si prepara nel nerissimo viola che rischiara - a poco a poco -

Non è più notte è attesa, vigilia di un’ascesa sulla terra epifania del nascosto fra spazio e suono


Iridescenti squame - da scia a scia schiudono l’evento dell’incanto nello spasmo della retina


Che avvenga la poesia come una nascita, la ferita originaria del primissimo albeggiare nel cristallo di un respiro



Tiziana Gabrielli (1969), laureatasi (cum laude) nel 1996 in Filosofia presso l’Università degli studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, si perfeziona presso la Scuola Normale Superiore di Pisa sotto la guida di Remo Bodei, professore presso l’UCLA (University of California, Los Angeles) - che le conferirà nel 1999 il “Premio di filosofia - Viaggio a Siracusa” (sezione Tesi di laurea) - e di Claudio Cesa, professore emerito di Storia della filosofia moderna. Nel 1997 l’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli le conferisce una borsa annuale di ricerca sotto la direzione scientifica di Xavier Tilliette, professore emerito presso l’Institut Catholique e il Centro Sèvres di Parigi e la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Perfezionatasi in Bioetica presso l’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Roma tra il 2003 e il 2004, consegue nel 2004 il titolo di Dottore di ricerca in Filosofia presso l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, collaborando contestualmente con la “Bayerische Akademie der Wissenschaften” di Monaco di Baviera e la “Schelling-Forschungsstelle” di Berlino e Brema. Filosofia e poesia dialogano costantemente nella ricerca estetica di Tiziana Gabrielli, che si nutre delle più fertili contaminazioni con le arti visive, la musica e il teatro. Attualmente i suoi studi sono orientati, per un verso, alle nuove emergenze dell’etica applicata e, per altro verso, alle più feconde declinazioni dell’estetica come polifonia di forme, linguaggi e codici semantici ed ermeneutici da cui far germogliare l’impensato. Le sue liriche sono presenti in numerose antologie e riviste ed alcune di esse sono state tradotte in spagnolo e in greco moderno.


Tra i principali riconoscimenti si segnalano: Menzione speciale per l’Italia al Premio mondiale Nosside Internazionale (2007); Premio Letterario “Sergio De Risio” (sezione poesia inedita) sul tema “Il pensiero poetante” (2008); Premio nazionale di Filosofia “Le figure del pensiero” (sezione Aforismi); Premio Letterario Internazionale Maestrale - San Marco – Marengo d’oro (sezione poesia in lingua) (2008); Vincitrice ex aequo del Concorso internazionale “Lettera D’Amore” (2010); “Trofeo della Cultura. Histonium alla Carriera 2010” conferitole dalla Giuria del Premio nazionale di Poesia e narrativa “Histonium” 2010; finalista (sezione Poesia) al Premio Fabrizio de André “Parlare Musica” (2010); Premio “Parole 2.0 – Poesia in movimento” 2011. Finalista al Premio di Poesia Lorenzo Montano – sezione poesia inedita (2009, 2010, 2011, 2012) e segnalata nella sezione “Raccolta inedita “con l’opera L’ora senza nome (2013).




Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.