Opera prima 2015 - Stefano Della Tommasina

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Stefano Della Tommasina

Museo bianco

Opera Prima 2015



Collana di poesia «OPERA PRIMA»

Poesia 2.0, 2015 www.poesia2punto0.com redazione@poesia2punto0.com Copertina: adattamento di una scultura di Roberto Almagno Questo e-book rappresenta una delle sette raccolte poetiche risultate finaliste alla edizione 2015 del progetto editoriale Opera Prima, ideato da Ida Travi e diretto da Flavio Ermini. Il presente documento è da intendersi a scopo illustrativo e senza fini di lucro. Tutti i diritti riservati all’autore.



Stefano Della Tommasina

Museo bianco

Poesia 2.0 2015



"Tutta questa letteratura è un assalto ai confini". (Kafka)



PARTE PRIMA



Groaner

Oltre ogni strage il fischio della boa che ci voleva uniti nel mare diviso. Le scaglie fiammeggianti della costa coprivano gli ottoni di un'apocalisse senza fiato. Noi eravamo ombre, lo stupore delle immagini. Gli occhi del gallo ai piedi del bancone ci contavano. Il sonno millenario di ogni re perdeva sangue dal suo collo, dal suo capo staccato.



NEL MAGAZZINO - VECCHI SCARTI (1990)



Hurtle

Contava le bottiglie vuote ogni domenica mattina e tu seguivi il fumo della sigaretta. Accadeva ogni domenica mattina fino alla sera chiusa nel vetro quando Pa' faceva scricchiolare il letto. Sempre il solito rumore seguiva Pa', rumore di bottiglie mosse dal vento.


Pearl

La perla dai denti d'oro brillava nella notte come un fondo levigato di bottiglia. La rubavi un'ora per guardarti allo specchio enorme ricco di carne. Straripavi addirittura se ti arrivava il suo profumo di latte dalle mani mai cresciute come dopo la mungitura.


Hero

Sembrava collezionare gatti nella borsa. Un'infinitĂ di bestie che nel torrente poi non sapevano chi graffiare annegando. E mentre lui tardava il colpo di grazia sentĂŹ infiniti artigli dentro lacerarla aprirla prima del diluvio.


Johann Ulrich

Il limite presidiato dall'uomo con la sifilide accolse l'uomo col flauto in mano. Entrando fu invaso dalla musica aberrante di una seconda malattia.


Waldo - Arthur

Barcollavano per strada tenendosi per mano le carni negli impermeabili piene di insetti. Suppuravano, insidiate dal finocchio selvatico, dai pruni sul marciapiede. Cercavano il deserto perchĂŠ il sogno aveva detto che le case sarebbero volate altrove e la cittĂ sparita. Cercavano il confine della notte trascorsa assieme nella bocca nel tanfo del caffellatte.


Theodora

Con labbra affilate dal treno entrò nell'hotel in tempo per la colazione. Poi si guardò allo specchio e decise di non essere ancora vecchia se la panna del latte non si raggrumava alla barba del mento. Toccò la mobilia e l'onestà del legno entrò nelle sue viscere come un figlio. Dopo fu facile per lei pensare al tempo da aspettare delle notti insonni dei piedi pieni di sangue degli anelli prima di essere madre.


Stan

( passava con la falciatrice l'erba sulla maglietta tra i capelli le braccia nude a l pomeriggio di novembre il volto duro c he protestava una carne vergine di vent' anni Passava la falciatrice Io gli passavo accanto ed ero l'albero dalle radici che dai rami che regalavano biforcuti Ero enorme nonostante l'altezza Volevo inc oraggiarlo Quando entravo osservavo come tutto fosse un cadere di foglie una voglia di silenzio Per un bicchiere d'acqua mi attardavo al banco PerchÊ il tempo pri ma o poi si ferma Poi come sempre al cen tro come sempre facevo credere di essere un vecchio castagno Chi si fermava un at timo e bastava a vedere a scoprire mi racc oglieva e mangiava il mio fegato una co scia i coglioni maturi Entrava nel letto con la voglia intollerabile di legna da ar dere perchÊ è difficile marcire col corpo di un estraneo o in esso Passava la falc iatrice sul suo viso vergine che batteva la testa nelle pozze I capelli erano giun chi facili a dirsi negli occhi Ma ero stan co di fare l'albero Afferrai la scure piÚ


arrugginita e dissi cade Lo dissi prima di iniziare In tavernetta il mio camino è un dagherrotipo al muro Nella sala entra l'Everest Nel mio letto troneggia un ors o delle nevi E' di peluche Nel sottosca la mille grotte formano un labirinto dove il mio bestiario si specchia si moltiplica nel ghiaccio Nel sottoscala scendo per ciba re un topolino bianco)

“...Io che nell'abitato al sole come una stagione di foglie ho mescolato i sensi nelle pozze raccontato e pianto... Io che ho spremuto l'ultima goccia e il piede del padre ha rimandato a riva e nella bava di lumaca ho amato il freddo il prato l'albero dove fui raccolto...�

Aspettavano una parola. Lui


sul letto godeva del silenzio che prolungava il giorno, la notte e ancora scese dal suo cavallo respirando tra gli alberi come un giovane mare e l'ascia nelle sue mani entrava nelle vene, spezzava il tronco il silenzio il suo respiro.

Sputò ai piedi delle betulle nere dei salici sul tappeto sporco di un padre nostro. E l'aria chiusa percorsa dalla meteora densa si caricava di luce, di sciagure mentre lui guardava l'ultima pietra uscire dal suo corpo.



PARTE SECONDA



Nel Museo

La strada a mare è un nome e qualche numero davanti: le case sono vuote o forse i gatti dormono sul retro, ultima spiaggia. La sabbia dentro la clessidra si rovescia: perde tempo. E noi nel mezzo non sappiamo se scavare buche, seppellire amori. Ci osserveranno quei colori che dal cielo scendono e trasformano le cose, i resti di un tesoro antico: a fianco, nel museo, saremo statue senza braccia, gambe, tronco, busto, viso.



MUSEO BIANCO (2012-2014)



Kafka - e la Bellezza (Londra)

Quante cornacchie sposano l'idea che Kafka abbia voluto luce per i loro occhi? Ora ho davanti immagini di un prato grande quanto l'Inghilterra, liscio e brillante e qualche raro albero cresciuto col preciso intento di misurare le distanze. Di fatto una cornacchia scende sull'erba e fissa lo scrittore al centro della scena. Occhi terribilmente belli, come se il mondo delle donne avesse scelto due bottoni neri per gridare il suo furore, il rapimento in fogli ancora bianchi come calchi in gesso, lucidi come specchi perchÊ Kafka è sempre piÚ indeciso tra il volo e la tortura della forma, il prato immenso e la topografia di un regno con le regole.


Ellen

Una falena per trovare una foresta a tiro di naufragio in vasca dopo la grammatica i bei modi andati gi첫 coi fianchi ben vestiti, il rosa degli zigomi dipinti, il vetro che abbandoni liscio senza spigoli. Nel folto il volo dura il tempo di sentire l'umido dell'aria il basso odore della terra coi suoi pigri bozzoli le foglie di stagione pronte per l'inchiostro, per le sue fontane.


Molly

Fingi e descrivi strade interne come argini, straripanti volontĂ di battere coi fianchi case addormentate di perdere i capelli tra le rose vere di sprofondare gambe nel giardino esotico. Questi gli improvvisi scopi sulla soglia dell'estate la tela condivisa da svogliati principi il letto senza peso ricavato dalla rigogliosa terra. Se i re tornano stanchi, gonfi nelle vele idropiche recitiamo i resti di una prosa fredda lasciandoci ogni sera andare vinti, per lei che ancora del suo miele avvolge e replica capitoli d'inesistente amore.


Ofelia

Oggi la triste Ofelia è allegra sa che il suo principe è occupato sa che può andare al suo negozio preferito e se nessuno dice ad Amly dove è stata potrà telefonare dopo, ripetere al suo amore "Amore" e che il dentista è in ferie la mamma alla lavanderia e il pretendente Marco in fila al magazzino, per un chinotto caldo e un chilo di focaccia.


Yvonne

Sulla divisa roccia ultramarina ombrelli rotti, uomini gonfi, donne senza trucco. Puoi credere a un tramonto come l'inizio della vera notte: gli angeli hanno da sempre lo stesso nome. Yvonne copre ogni uomo col suo bianco velo. Sotto il vulcano siamo uguali, il fuoco di un respiro, la neve sulla cima. Innumerevoli colombi color cenere.


Mary De Santis

Sospesa nelle cure di un fantasma secolare disciplina di una luce forte fino all'alba: mani che non sbagliano la dose. Al risveglio della creatura Mary simile a una tenda con le pieghe negli zigomi il sole appena caldo sulla fronte.

Si spiegherĂ l'amore solo al termine dei giorni. PotrĂ passare per una bambina senza denti vecchia abbastanza da portare i segni di un errore sconcio, chiedere della gatta che ha saltato il fosso in in una delle sette vite. Per l'infermiera bianca le rovine intorno all'ospedale sono il senso dell'acciaio, le spine di un recinto che rimane e lega.


uomo multiplo

"Those images that yet Fresh images beget" (W.B.Yeats, Byzantium)


Anonimo

"Per bypassare versi ho reso le parole interni, fiori di campo nel bicchiere, un cumulo di immagini che sbattono tra le meduse, argento vivo nello sporco, colpi al basso ventre, al mento dei poeti che istantaneano la storia traversando il Bosforo".


Sid Syd

1979-2006

Un parco. Solo periferia le foglie le fittissime poltiglie le uscite verdi e gli alberi rimessi a nuovo. Riprodotti. Un uomo che è vissuto è storia. Un dramma sovrapposto alla memoria.

Così

come uno doppio triplo multiplo è quasi una pretesa in una stanza, in una vasca. Una città. Una folla, prima della sua follia. Insetti in fila fermi. Inermi. Come è passata l'ostia sulla lingua. E come un corpo a volte, e il suo peccato, è solo un corpo. Nudo. Senza ascesa.


Palfreyman

Lode all'ornitologo che ancora vede in cielo piume e becco d'aquila ( lunghissima la lancia che gli sfonda il fianco !) ! Quasi si inchina susseguioso all'aborigeno dal ventre molle ricordando quella volta a tana che non ebbe cuore di far libero per tutti.

.... poi come sempre in mezzo al campo il vecchio, all'improvviso, con le sue bretelle, sotto il grande fico. Incomprensibile al suo fianco come un'arma gotica canna lunghissima da pesca.


Keats - e il Bello (Roma)

Keats si svegliava pensando agli alberi, guardando gli alberi, bucando foglie una ad una con le spille per scongiurare la vastità del cielo. Blake lo invocava col suo fiato acre fino all’anima, ma questo molto prima e le ferite hanno bisogno di anni per guarire. La Tranquillità i Riposi il Lungo Fiume portano acqua al letto di un amore antico: questo è il Bello. Ma il Bello, la Tranquillità e i Riposi dove sono nella fronte e nelle mani del ragazzo che si spinge avanti per baciare con passione cieca la Felicità? O Urna, scrigno d’Immortalità, cadi al risveglio del ragazzo che tornando a casa non è più lo stesso e non può ridire il tempo della Poesia sentita nel silenzio scintillante di maggio. Keats è scheggiato dentro, lungo il fianco dell’Urna. I suoi polmoni perdono le rime del respiro. Sono aria d’Autunno, foglie bucate sull’acqua, un angolo di terra, città Eterna.


Yeats

S'allungano le giornate. La gloria dell'Imperatore è uno stendardo rosso. I vasi traboccanti dai balconi versano sangue, cruda mortalità sul velo dei giardini di un'antica Sibari, martirio dell'Imperatore. I gong delle alte stanze battono il tempo. Le forme lavorate in oro seguono rivoluzioni senza popolo.


Kundera - sulla Bellezza (Praga)

"Scialle di classe, fiori, un altro tempo, il collo anonimo di una ragazza. Guardo come si combina il mondo di ogni giorno. Volo sul vero. Come una lente che ingrandisce la bellezza, una qualsiasi. Il temporale ha fatto un vuoto di minuti. Come avesse avuto il mio pensiero".


Lord Jim

“Comandante torni subito sulla nave� (De Falco) "Surviving, hanging on..." (William Golding, Pincher Martin)

A capofitto nella ghiaccia di Cocito perfetta la gorgiera il giglio e tutto il bianco candido che vuoi (il gruppo delle Grazie del Canova? I marmi di Carrara? La Pania e la Tambura?). E Jim, come ti va? Se Mr. Kurtz, neanche fosse Marlon Brando, esce dal mio pensiero a tutto tondo, semplice, di una bellezza che (The Waterfront ! The Waterfront !) l'orrore al tuo confronto gli fa un baffo.


Yorick

Verranno a chiedere il tuo nome. Verrano a chiedere un sorriso. La terra in mezzo ai denti, umida, o una foglia, l'erba, non ricorderanno. Avranno pace a sufficienza, dove la vera anima credeva di resistere, di esistere per sempre. La terra umida, l'odore basso. Non la gioia, la speranza di una luce altissima, non la rivelazione cieca, pi첫 beata. Umida terra in mezzo ai denti. Erba calpestata. Bassa resistenza.



PARTE TERZA



Fuori c'è troppa aria e io ora ho paura come l'erba che vede il mondo fermo in movimento, e sente che la terra non aspetta, non è sua. Che è stato solo un attimo nei giorni respirare e dire erba e dire mondo e dire aria e dire io.



FUORI



Hunky Dory L'elfo riposto prima della pioggia, prima del diluvio. I nostri passi adolescenti sotto le mura del castello. Il muschio, la vegetazione intorno erbacce, alberi abbattuti, alberi nuovi, rovi. L'attimo durava per il mio piacere come una nota tesa sulla corda di violino. Allora non avrei pensato di tornare dopo quasi mezzo secolo trovarlo nella plastica miracolosamente risparmiato, un po' sbiadito, quasi integro, accanto a un masso enorme il pugno chiuso delle note le tracce che avrei dovuto udire quella sera. Ora non è possibile le onde ritorte di vinile un mare in miniatura in piena notte in pieno inverno le scaglie nere e martiri di melodie illeggibili. Furono i nostri corpi le canzoni di una sera, come la pioggia il vento freddo il buio l'inevitabile fruscio di insetti i roditori impauriti le labbra riverenti come crini di un archetto alle improvvise crome bianche, rivoli di impermanenza.


Medesano

Anfibi liberi sul piano, a fianco di una imprecisata fila d'alberi, campagne d'autostrada, inutile tristezza del pensiero se seduti folgoriamo il vuoto, a Medesano, e non vorremmo mai finire di dirigere le nostre frecce a un cuore anonimo, calore non condizionato nel riciclo umano, all'autogrill.


Umano, quasi umano.

Umano R. Lupi, Armonie del pianeta Saturno.

La nebbia generata dalla musica. Il respiro. Come finivano le trasmissioni diventava umano e forse piĂš terribile lo schermo.

Quasi umano gli autobus / anime in pena (V. Magrelli)

Quanto di noi rimane agli autobus se mai corriamo il rischio di dormire la lunga pausa di una notte nella rimessa dove il ferro è quasi umano.


Via dei Canneti

Ancora ripassare dai Canneti cogliere tra i resti della mura un cornicione appeso al nulla come una parentesi dell'aria una paresi del presente. La via alle spalle resterĂ , tramando insieme al sole che attraversa i fori degli appartamenti in costruzione. Poi, per necessitĂ , ignorare il gesto della madre alla finestra la sua mano tesa al viale che alle sette e venti aspetta di portarmi via.


(Telefono a mia madre per sapere se il canale dove passavo interi pomeriggi da bambino è ancora lì anche se l'espressione da me usata è un pò diversa e infatti chiedo "è ancora vivo?" "Vivo? Chi? Il canale?" "Sì. Il canale". Ride come se il tempo risucchiasse almeno mezzo secolo e infine mi risponde "Dalla signora Ada nulla è più lo stesso". "Allora forse non esiste più il canale". "Forse non esiste più". Rimane solo un modo per sapere. Passare dalla signora Ada a pochi metri dal canale - Ade - obitorio spazio tempo. Nella tomba di cemento riconoscere la salma)

Quando cercando ragni nel canale capitava di incontrare vecchi seduti a balbettare sotto un fico i nostri passi diventavano piumati, larghi, e come i pettirossi guardano senza capire, passavamo oltre saltellando, e prima di spiccare il volo i fili di una tela trasparente ci rugavano le guance.


E(a)ster

Ora mi sembra di capire i giorni, cose come le sedie intorno i lampadari spenti e le finestre, le nuvole che scorrono, mai nostre veramente e insieme i segni numerosi che si lasciano nei luoghi di riposo. Sempre tra i veli e l’orizzonte le immagini dei vecchi, curve, le fronti bianche e qualche fiore da cogliere. Sulla battigia una giovane si spoglia: entra immodesta nella divinità. I cani giocano coi bimbi. Forse l’Aldilà somiglia a questo tempo perso, a questo mare fermo. A questo scherzo.


Note ai testi

La parte terza di questo libro, rispetto al corpus originale, è notevolmente ridotta per poter rientrare nei termini del regolamento. Viene a mancare il bilanciamento tra la parte drammatica e quella lirica, ma non è detto che tale bilanciamento sia necessario. Dalla prime due sezioni sono state espunti, sempre per ragioni di spazio, cinque testi, i cui titoli sono Cecil, Elizabeh, Basil, Hurtle (portrait of the artist as an old man) e Senabular.

1. Groaner, Cfr. Eliot, The Dry Salvages. Groaner: a whistling buoy. 2. Hurtle, cosĂŹ come Pearl, Hero, Johann Urlich, Waldo, Arthur, Theodora, Stan, Ellen, Mary de Santis, Palfreyman sono tutti personaggi di romanzi di Patrick White. Le istantanee delle poesie sono (molto) liberamente tratte dalle storie originali. 3. 10 Kafka in ceco significa 'cornacchia'. 4. 14 Cfr. la Yvonne di Malcom Lowry in Under the Volcano.


5. 17 Sid è Sid Vicious. Syd è Syd Barrett. 6. Per "Insetti in fila fermi. Inermi" cfr. la copertina di "Barrett", 1970. 7. 23 Nell'omonimo romanzo di Joseph Conrad Lord Jim salta dal Patna e abbandona ottocento pellegrini a lui affidati. Qui 'giglio' è minuscolo ma potrebbe anche essere maiuscolo. Per 'La Pania e la Tambura' cfr. Dante, Inf. XXXII:...che se Tambernicchi / Vi fosse su caduto, o Pietrapana, / Non avria pur dall'orlo fatto cricchi." 8. 25 Hunky Dory (trad. ottimo) è un disco (splendido) pubblicato da D. Bowie nel dicembre 1971. 9. 26 Il tratto d'autostrada, a Medesano, è un lungo invitante rettilineo un pò in discesa dopo le numerosisssime curve del tratto montuoso della Cisa. 10. 27 Armonie del pianeta Saturno, di R. Lupi, è un brano musicale di pochi secondi scelto come sigla di fine trasmissioni dei programmi televisivi della RAI dal 1954 al 1985. Per la mia infanzia ha rappresentato un vero e proprio incubo. 11. 28 Ho abitato in Via dei Canneti dagli otto ai ventidue anni. La minuscola strada si trova a Ronchi,


Marina di Massa. Dal Viale della Repubblica, dove prendevo l'autobus, vedevo sempre la mano di mia mamma alla finestra agitarsi in un saluto. 12. 29 Il canale si trovava a Massa, in località Castagnara. Epeire e argironete a volontà allora. Ora è tombato. 13. 30 Per il titolo cfr. il 'mare diviso' di Groaner che rinvia alla Pasqua (Easter) e la Esterina di Montale in Ossi di Seppia, Falsetto, che qui diventa la 'giovane che si spoglia'.



Stefano Della Tommasina è nato a Massa il 28 gennaio 1962. Laureato in Lingue e Letterature Straniere (cum laude) nel 1986, insegna tennis (Maestro nazionale F.I.T.). Alcune sue poesie sono state pubblicate online (Kafka, Molly, Yvonne e Yorick nel sito poetastri.com) nella rubrica "Per il verso giusto". Ăˆ presente in alcune antologie edite da Lietocolle: Il Segreto delle Fragole, Verba Agrestia e L'Amore al tempo della Collera. Ama la musica anni settanta (e fine sessanta), il cinema (Wenders e Kubrick), la letteratura. Nell'isola deserta porterebbe Islands (King Crimson), The Solid Mandala (P. White), L'idea del Bene (M. Santagostini), e Milky Way, la sua gatta.



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