INSIDE - Numero #3

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INSIDE #3

Catarsi


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INDICE

Copertina: L’elisoccorso preleva un pilota infortunato a Frinco Immagine di Roberto Cortese

Editoriale Seconda casa Reg. Frinco Più gonfio che mai Le mille ed una notte My damn accident Sesto senso Improve Yourself Preparazione Atletica Che dire? Otherside Instavideo Focus On - Catharsis 3 Domande a bruciapelo Doc’s Speech MOTOASI Holeshot It’s up to you! MOTOASI Cares L’estate laziale di MOTOASI What’s App? Contattaci

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Editoriale di Roberto Cortese

Emozioni, sensazioni, stati d’animo. Ovvio, il lato positivo è più piacevole da ascoltare e da raccontare. Il lato negativo, invece, ci costringe a riflettere: i momenti bui, di smarrimento, le sensazioni di vuoto e di dolore che fanno parte della vita di ognuno di noi. Sembra di morire ogni volta. Costantemente dietro l’angolo quando tutto sembra andare per il verso giusto. Impossibili da superare se non attraversandoli in pieno, gettando il cuore oltre l’ostacolo. Poi, silenziosa, subentra la catarsi, quello stato d’animo cui puntano i tragediografi fin dall’antichità classica, il quale ci permette di guardare le cose in prospettiva, di liberarci dalle nostre passioni, di crescere, di assimilare il momento negativo appena trascorso per renderci migliori. Qui ad INSIDE siamo dei positivisti, però non perdiamo di vista l’importanza degli insegnamenti che si possono trarre dagli episodi dolorosi o complicati che la vita non manca di offrirci. 3 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT Ecco perché, in questo numero, ci sarà spazio per diverse storie difficili da leggere. Difficili anche da accettare. Ma sono storie che sono (o sono state) complicate da vivere innanzitutto. Speriamo che leggendo ed impersonando i protagonisti, se ne possa trarre quantomeno un insegnamento, nonostante siano spesso racconti che toccano nel profondo per quanto abbiano influenzato, e talvolta rovinato, la vita dei protagonisti. Credo però fermamente che portare avanti un progetto editoriale come questo, il quale punta alla sensibilizzazione verso determinati temi e che per certi versi mira anche all’educazione di un gruppo (almeno mi piace pensarlo), credo allora che in questi casi sia necessario ascoltare il finale triste. Ovvero cosa sia successo se, quella domenica, fossi rimasto a terra invece che essermi rialzato, oppure quando abbiamo dovuto guardare qualcosa di talmente forte che avremmo preferito voltarci. Non guardare però, sarebbe stato anche peggio in un certo senso, perché avremmo ignorato una parte di quello che il Motocross porta con se. Temo che sia troppo semplice girarsi quando si pone un problema oppure una situazione di cui è difficile concepirne l’esistenza. Guardiamo in faccia i nostri problemi, le nostre paure: solo così riusciremo a superarli. Ecco dunque cosa leggerete in questo numero: cominceremo come sempre dai racconti dei nostri ragazzi durante le gare di Vigliano Biellese, Frinco, Casale Monferrato e Brandizzo; andremo, a vedere 4 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT come stanno i piloti infortunati e seguiremo i soliti consigli tecnici/atletici per milgiorare le nostre prestazioni in gara. Sarà poi il turno di due ragazzi (un crossista e un quaddista), i quali ci racconteranno cosa significhi convivere con una disabilità congenita oppure provocata da un incidente sul proprio mezzo; accanto alla loro esperienza, cercheremo anche di capire quale sia la prospettiva di chi, come un genitore, una compagna o una sorella, è onnipresente in pista, pur dovendo convivere con la consapevolezza di avere una persona cara a rischio nel tracciato. Il Focus On di questo numero si concentrerà, invece, sull’illegalità nonché dell’inopportunità di chi voglia entrare in pista da spettatore. Le nostre tre domande scomode ci chiariranno invece il ruolo dei genitori in pista durante le gare dei piccoli. Avremo anche una nuova rubrica, tenuta da Francesco Pasquero, uno dei medici che segue più spesso le gare di fettucciato, il quale ci fornirà spunti utili su cosa fare e cosa non fare in caso di incidente, di modo da non compromettere la salute dei piloti. Poi aggiornamenti dal Lazio, tutte le puntate passate in TV negli ultimi due mesi, i video realizzati da voi, le immagini da Instagram e molto altro. Un numero corposo e che avrà bisogno di tempo per essere digerito, buona lettura!

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Seconda

casa

di Genny Billotto, Immagini di Roberto Cortese

Era il lontano 1967, quando, con l’acquisto di un terreno impervio e scosceso, il mio grande papà Giancarlo Billotto, ex pilota di motocross con all’attivo gare disputate in tutta Italia e con risultati degni di un grande campione, inizia la sua gara più importante. La strada da percorrere è davvero molto lunga, ma, lavorando domeniche su domeniche con l’aiuto di tanti appassionati, qualcosa si inizia ad intravedere e ad ogni pezzetto costruito la soddisfazione allevia le fatiche. Nel 1982 la pista risulta finita, sebbene la parola fine sia un po’ riduttiva in quanto i lavori per la manutenzione non terminano davvero mai. Oggi, dopo tutti questi anni, siamo ancora qui, più motivati e determinati che mai, sia dai tanti tentativi di farci chiudere i battenti, sia dalle tante petizioni depositate da chi non ci voleva, ma anche dalle persone che hanno tentato di trovare qualcosa che non andasse nella nostra passione e nel nostro contributo per i giovani. Hanno tentato invano di metterci i bastoni tra le ruote tante, forse troppe volte; da veri combattenti quali sono i motocrossisti, non abbiamo ceduto, neanche quando il giorno precedente ad 6 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT un campionato provinciale hanno mandato in fumo tutti i nostri ricordi. Ebbero infatti il coraggio di bruciare la nostra casetta in legno, non riuscendo però, neanche questa volta ad arrestarci. Per la cronaca, nonostante l’incidente, con molta fatica e altrettanto orgoglio, abbiamo portato a termine la gara regolarmente. Sono cresciuta in questa pista a pane e polvere; Ronco è ormai come la mia seconda casa, la meta di tante emozioni e tanti bei ricordi importanti anche e soprattutto dalle gare organizzate. E’ vero, lo devo ammettere, le manifestazioni suscitano una marea emozionale, ma al contempo fatica nell’organizzazione; forse da spettatore e da pilota non ci si rende davvero conto dei sacrifici e della logistica che c’è alla base di tutto, soprattutto quando non è il tuo primo e unico lavoro. I permessi al comune, la sicurezza dei piloti garantita dalle autoambulanze, dal personale medico e dai commissari di percorso, i volontari della protezione civile, il cuoco ma soprattutto la cosa più importante: la manutenzione della pista. Noi non ci affidiamo a personale esterno ma è super Billo a preparare la pista tutte le settimane e quindi anche per le gare. Il tutto dando il massimo affinché i piloti corrano al sicuro e rimangano piacevolmente soddisfatti. Capite dunque che chi organizza le manifestazioni è chi si gode meno la gara: la tensione nella speranza che tutto vada per il meglio, la fretta di soddisfare le 7 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT esigenze di tutti. Nonostante tutto, però il boato dei motori alla partenza, le urla della gente che danno forza ai piloti arriva anche a noi, forse in particolar modo a me, che non vivo a pieno la gara occupandomi della logistica e organizzazione esterna. L’emozione più grande però, sono i sorrisi e la felicità dei bambini al momento della premiazione: i loro occhi pieni di sentimenti valgono più di mille parole e di tanti gesti. Dare la coppa a un bambino mi da soddisfazione e speranza che siano loro il futuro del Motocross. Questo sport mi ha insegnato tanto, ha caricato il mio bagaglio di conoscenze, per questo non lascerò che i tanti sacrifici fatti da mio papà svaniscano, porterò avanti questa grande fonte di emozione, questa pista anche nel nome di una persona a noi cara, che troppo presto è mancata al nostro affetto, colui che porta il nome del nostro grande gruppo, dell’associazione sportiva Valgrande, Coda Giulio.

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Reg. Frinco di Daniele Cantino e Nadia Cariola immagini di Roberto Cortese

N - Finalmente, il tanto atteso 14 luglio, per noi frinchesi, è arrivato. D - Per chi conosce la gara di Frinco non sarà una novità, ma per chi non l’ha mai vissuta e nemmeno corsa, è qualcosa da assolutamente provare, sia per l’organizzazione del tracciato sia per i servizi di contorno, tutto curato nei minimi dettagli. Sto parlando del fettucciato che si tiene a Frinco nel periodo estivo. Questa gara per me di casa è una soddisfazione che mi porto dietro e che ho ereditato dai ragazzi più grandi del paese che già da circa 30 anni hanno conferito a questa gara un livello di organizzazione pari ad una pista. Per farvi capire, cancelletto di partenza da ventisei posti, pista fresata e irrigata il meglio che si può! Tutto questo è possibile grazie al sacrificio che portano alcune persone del paese, le quali dedicano quasi tutta la settimana precedente a piazzare il cancelletto di partenza, a picchettare, a fettucciare, a preparare i salti (si perché noi abbiamo anche i salti). Quest’anno abbiamo avuto qualche problema perché il giovedì precedente alla gara, nel campo di grano in cui si e corso, c’era ancora il grano da mie17 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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INSIDE MOTOASI.IT tere. Abbiamo quindi dovuto fare i salti mortali per svolgere tutti i lavori il sabato invece di distribuirli con più calma durante la settimana. D - Vivere da corridore e da organizzatore una gara è una cosa che non auguro perché rappresenta un grande dispendio di tempo ed energie; tipicamente si arriva il giorno della gara che si è già stanchi. Il momento migliore arriva tutti gli anni, quando, il sabato sera, si intravedono i primi camper e furgoni che arrivano; in quel momento si capisce che ne è valsa la pena. Si corre poi a casa a preparare gli ultimi dettagli e a caricare la moto; una bella cena con un bicchiere di birra, un paio di sms a qualche pulzella e poi ci si corica nel letto, non a dormire ma a fantasticare di quello che sarà il giorno successivo. Con grosse difficoltà ci si addormenta e in un battibaleno è giorno! Primo pensiero “oggi c’e il Frincross!”. In piedi in un lampo, si mangia qualcosa di colazione e si corre subito in pista quanto movimento c’è. N - Sveglia presto e ritrovo alle nove al campo, mentre il caldo inizia già a farsi sentire, ma le cose da fare sono tante e non abbiamo neanche il tempo di pensarci. D - Come sempre il colpo d’occhio è stupendo, il prato pieno di furgoni, camper e moto ovunque. Ci si sistema tra gli amici e la festa incomincia. Iscrizione da Daniela e da Yves sempre sorridenti anche alle nove del mattino: una battuta veloce e si va a montare il trasponder sulla moto. Dopo circa un’ora escono 19 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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INSIDE MOTOASI.IT gli orari delle qualifiche, sale un po’ di tensione ma nello stesso momento vieni a sapere quanti piloti ci sono in gara. Nel 2012 ne abbiamo avuti più di duecentocinquanta, ovvero come nelle gare di regionale più affollate. Quest anno ci aggiriamo sui centocinquanta, che è sempre un bel numero se si pensa che è un fettucciato. N - Si inizia dalle iscrizioni e ad ognuno consegno, con l’aiuto di Silvia, rispettivamente la bottiglia di vino ai più grandi e la t-shirt ai più piccoli. Che meraviglia vedere arrivare dei bimbi carichi a molla per questa gara! La lunga fila di piloti inizia piano piano a calare mentre raggiungono la loro postazione nel paddock e, con l’aiuto della fidanzata, degli amici o dei genitori, iniziano a prepararsi. N - Finalmente ho un attimo libero per conoscere gli organizzatori di MOTOASI.IT; Yves assegna a me e Silvia i prossimi compiti per le prove: lei segna sugli elenchi i piloti che arrivano al preparco; io, invece, attendo il segnale del direttore di gara e faccio entrare i piloti in pista. Così per ogni categoria, anche per quelli più piccoli che mi emozionano sempre. D - Moto a puntino, forma fisica quasi e tanta voglia di entrare in pista. E’ così che tra una risata e l’altra è davvero ora di entrare. I dieci minuti di qualifica finiscono in pochi giri e rimangono solo un po’ di delusioni per non aver potuto fare il giro migliore; col male alle braccia ci si avvia verso la tenda. N - A prove terminate, faccio un giro nel paddock e 21 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT sento i commenti dei piloti: chi si trova bene, chi si trova male, chi è stanco, chi ha caldo e così via, ma nessuno si tira indietro. E’ proprio questo il bello del motocross, più è dura e più si va avanti! D - Dopo essersi ripresi dal solleone di mezzogiorno, la testa e già lì al cancelletto a trovare la posizione migliore per uscire primi in fondo al rettilineo di partenza, dove si deve staccare per ultimi. Finalmente è ora di divertirsi, di andare a mangiare polvere a palate; è ora della prima manche. N - Si parte con le manche, Silvia riprende la sua postazione ed io stavolta, con il direttore di gara e il cartello dei 15\5 secondi, a ogni partenza, vado di fronte ai piloti, abbastanza distante per essere vista da tutti. Aspettiamo il via libera di Luca che passa a controllare che tutti i piloti siano schierati correttamente al cancelletto. N - Il direttore di gara mi da l’ok e alzo il cartello, dei quindici secondi, giro il cartello, cinque secondi, si abbassa il cancelletto e via, partono con tutta la grinta che hanno in corpo. D - Lo vedi laggiù, tenuto su dall’amica di infanzia, quel magico cartello rosso su cui scritto quindici. Seconda dentro e si parte, un pelino male ma non troppo; dopo, l’inferno della expert, categoria che conta parecchi piloti con esperienza. Io, non avendo un allenamento adeguato, cerco di stare davanti con i primi anche se per sfortuna cado nei primi giri vanificando una buona posizione, peccato. 22 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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INSIDE MOTOASI.IT D - La voglia di lasciarsi alle spalle quella prima manche è tanta e per fortuna la gara di casa mi viene in soccorso: c’è chi, tra la prima manche e la seconda, dorme, mangia o guarda le altre gare. Io invece ho avuto la possibilità di andarmene a casa e guardarmi la Moto GP sul mio divano. Vedere la gara sortisce un ottimo effetto perché torno in pista con la voglia di infilare in staccata anche Lorenzo! Mi preparo per la seconda manche, cancelletto, launch control e via con un’altra bella partenza. Questa volta porto a casa un bel quarto posto e soprattutto la convinzione che con i primi ci sono stato tranquillamente. La tensione comincia a diminuire e, anche se non sono salito sul podio, ci si è divertiti tanto. Si, perché la cosa principale è divertirsi e stare in mezzo a belle persone, le quali, dopo la giornata di gara, ti invitano al loro furgone a mangiare pane e salame oltre che a bere un bicchier di vino in compagnia. N - Sono tre anni che seguo il fantastico mondo del motocross, ma un’esperienza così bella non l’avevo ancora vissuta. Solo alla sera mi sono resa conto di quanto sole avessi preso: ovviamente pelle arrossata, mal di testa, ma rivivrei quella giornata ancora un numero infinito di volte! Ora non mi resta che aspettare il 2014, per rivivere tutto e per essere di nuovo monsterina per un giorno! D - Ci si saluta tutti e con un grande abbraccio si spera di rivedere tutti il prossimo anno. Dopo, ovviamente non è finita, bisogna ancora smontare tutto!

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Più

gonfio

che mai

di Alice D’Amico, immagini di Roberto Cortese

Domenica 21 luglio 2013, tra il caldo e le zanzare, si è svolta la seconda prova di campionato regionale femminile a Casale Monferrato. Meno gente del solito: tanti avranno preferito andare al mare. Per tutta la settimana precedente ho avuto un problema all’occhio e mi dicevo “speriamo che mi passi entro domenica”, ma niente: proprio domenica avevo l’occhio più gonfio di tutti gli altri giorni. Iniziavo bene la giornata! Per fortuna, a compensare questo punto negativo, ce n’era uno positivo: era la prima gara con la moto nuova, un KTM 125 2014. Fin lì l’avevo provata solo a Cadrezzate, quindi su un terreno completamente diverso. Ore 11.15, prove libere: con le altre ragazze (Elisa Nardin e Rossella Fantoni) avevamo deciso di far partire prima tutti e poi partire noi per avere meno pressione. Primi due giri tranquilla, giusto per vedere la pista e prendere un po’ la mano con la moto, o meglio “il bolide”. La pista era bella, leggermente bagnata e teneva bene, la moto perfetta. A questo punto bisognava solo dare gas. 28 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT Ore 14.50 prima manche: mentre ci schieravamo dietro al cancelletto, l’ansia già era alle stelle. Legno sotto al piede (purtroppo i miei 160 cm di altezza non sono sufficienti per toccare) e raccomandazioni del papy. Cartello dei quindici secondi, cinque, dentro la seconda e via! Partenza da dimenticare e di conseguenza tante sassate sulle mani. A metà gara circa iniziava un forte mal di stomaco: forse mangiare i profitteroles prima della manche non era stata una buona idea. Se non altro concludevo sana e salva. Giusto il tempo di farmi una doccia ed era già ora di prepararsi per la seconda manche. Stesso cancelletto della prima, occhio più gonfio che mai, bandiera verde, ed ecco il cartello dei quindici interminabili secondi, poi cinque, il cuore a mille e via. In un attimo tutta l’ ansia che avevo addosso era sparita. La pista era più bucata e più scivolosa di prima, ma come sempre mi sono impegnata e ce l’ ho messa tutta, senza rischiare più di tanto, concludendo in prima posizione. E’ stata la prima volta che sono salita sul gradino più alto del podio e l’emozione è stata veramente forte! Mi sono divertita molto (in fondo è questo ciò che conta) e dato che la prima gara con la moto nuova coincide con la prima vittoria, sono molto soddisfatta. Spero di continuare così, migliorando di volta in volta. Ringrazio mio papa che mi ha dato e continua a darmi la possibilità di praticare questo meraviglioso sport. So che lui, quando mi vede andare forte, si gasa più di me. 29 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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Le

mille ed

una notte fotostoria di Roberto Cortese

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My

damn

accident di Giovanni Guru Valenzani

Ricordo come se fosse oggi quel terribile 27 aprile 2008. Iniziai la giornata alla grande chiudendo al secondo posto le batterie di qualifica, ma nonostante tutto non ero affatto tranquillo, anzi essendo proprio nella pista di Bellinzago Novarese, quella di casa, ero piuttosto nervoso. Tuttavia il momento di prepararsi e schierarsi al cancelletto era arrivato: i quindici secondi, la tensione e l’adrenalina allo stesso tempo iniziano a salire, il ronzio dei motori ti fa battere forte il cuore e ti carica a dismisura, i cinque secondi e l’innesto della seconda marcia, lo sguardo concentrato sul cancelletto, che ad un tratto scende e per magia fa diventare te e la tua moto una cosa sola, contro tutto e tutti. Quel giorno però, la mia determinazione e la voglia di curvare per primo alla fine di quel maledetto rettilineo non bastò: un mio rivale urtò il manubrio della mia adorata Yamaha togliendomela dalle mani; nell’arco di un secondo svanì tutto, mi trovai catapultato in altro mondo, a terra tra la polvere, le moto che volavano, nel vero senso della parola, e altri pilo53 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT ti che non riuscirono a evitare la mia gamba sinistra. All’improvviso il nulla. Il silenzio più totale e lo stordimento della botta. La bandiera rossa per bloccare la gara, il paddock che corre in mio aiuto mentre realizzi che stai tentando di alzarti, ma non senti più la tua gamba. Tragico il trasporto all’ospedale Maggiore della Carità di Novara e la diagnosi: frattura multipla scomposta frammentata di Tibia e Perone. Le ore e i giorni successivi all’incidente sono stati tragici, dolorosissimi: non solo fisicamente, ma soprattutto a livello morale; volevo vendere tutto, non saperne più di ruote tassellate, ma forse era solo il momento. Infatti, non appena superata l’operazione e i giorni successivi di convalescenza, tornato a casa, la prima cosa che ho fatto è portare dal meccanico quella moto stupenda che non riconoscevo, per farla tornare come un tempo. Lentamente il tempo passava e la gamba sembrava non guarire mai. Trascorsi nove mesi, senza vedere uno spiraglio di luce verso la guarigione, decido, su consiglio di un caro amico, di consultare uno specialista. Arriva così l’ennesima sorpresa, un’altra botta al cuore: l’operazione precedentemente eseguita a Novara ha portato più danni che benefici: l’errata tecnica adottata ha portato la mia gamba in pseudoartrosi: dovevo tornare sotto i ferri, in quella terribile stanza verde acqua. Questa ha così aperto una lunga serie di operazioni per rimediare il danno fatto dalla prima. La fortuna sicuramente non è stata dalla mia parte: 54 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT le viti che si rompono, le piastre che devono essere rimosse in quanto l’osso deve respirare. Quando tutto sembrava andare nel verso giusto, dopo tre lunghi anni, le placche messe dalla quarta operazione si tranciano. Il mondo mi crolla nuovamente addosso, ma la tenacia e la determinazione da vero crossista unite alla forza d’animo di Genny, la mia fidanzata, mi consentono di tenere duro e prendere coraggio per affrontare l’ennesima operazione, questa volta con una nuova tecnica: quella del fissatore esterno. Una tecnica innovativa, molto dolorosa, ma che dopo lunghi anni, riempie di positività le mie emozioni, forse però pregustate troppo presto. Ero quasi alla fine del mio calvario, quando la sfortuna è tornata a trovarmi: un infezione colpisce una parte di osso in via di guarigione. L’ennesima operazione, la sesta e l’infezione che viene rimossa. Si ricomincia tutto da capo. Un’altra volta. Attualmente sono ancora in fase di guarigione dopo cinque lunghissimi anni, ma la passione e l’amore che mi lega al motocross è ancora viva oggi come ad allora e forse ancora di più. Non ho perso l’entusiasmo, la tenacia e la voglia di vivere l’emozione di una gara: non solo da pilota, ma anche da spettatore e mai la perderò. Non vedo anzi l’ora di risalire. Tanti si chiedono come faccio, se sono matto, ma forse questo fa parte del DNA di chi pratica questo splendido sport, il motocross, la mia vita. 55 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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Sesto

senso

di Andrea De Beni

L’handicap e il motocross sembrano due temi poco concilianti tra loro. Può, anzi, sembrare, di voler far combaciare con la forza due robe che sembrano avere tutta l’intenzione di respingersi: può qualcuno che proprio a causa di una moto ha perso l’uso delle gambe - per citare il risultato finale più frequente - volere ancora ripercorrere quel genere di rischio? La risposta è sì. Spiegarla è difficile perché è evidente che la velocità non è solo un gusto personale, una roba per pochi intimi, ma qualcosa che risiede nell’essere umano da sempre, come può esserlo uno qualunque dei nostri cinque sensi: accanto al gusto, al tatto e alla vista, io ci metto anche la velocità. Che poi uno l’abbia più o meno sviluppata, come dote, questo è un altro discorso. Sono disabile dalla nascita, quindi non sono passato dal trauma di una vita che cambia da un momento all’altro per sempre. Ammiro con tutto me stesso chi questo dramma lo ha superato e capisco chi invece non ce l’ha fatta e si è chiuso in se stesso: non è per tutti avere una vita dopo una morte che non c’è stata e va capito anche questo finale, in quel film che è la vita. Io di traumi ne ho avuti tanti, tutti in56 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT finitamente piccoli se paragonati a quello che deriva da un incidente in moto, ma ognuno di loro, come una goccia sulla pietra, ha fatto il suo sporco lavoro. Fortunatamente, l’energia di questo lavorio durato un’adolescenza intera è stata convogliata nella direzione migliore possibile, quella positiva, e non tutto il merito è stato del sottoscritto ma anche di chi gli è stato intorno: amici, parenti, fidanzate o persone del tutto ignare di avere avuto un peso nella storia. Ad esempio, una ragazza. Una sconosciuta. La vidi anni fa nel centro INAIL di Budrio e non aveva le gambe. A dirla tutta non aveva neanche le braccia. Era una persona come le altre ma totalmente dipendente dal mondo esterno. Senza le sue quattro protesi, veniva spostata come si sposta un vaso di fiori. Un fiore a cui si tiene molto, ovviamente. Lei faceva una cosa che, a dodici anni, mi cambiò per sempre. Una cosa semplice. Rideva. E lo faceva con gusto, non per dimostrare di dover scavalcare delle difficoltà attraverso il fatto di violentarsi di positività. Rideva e basta, era felice. Guardai la mia protesi alla gamba destra, non le rivolsi la parola per l’imbarazzo e capii che, in fondo, io non avevo veramente niente per cui valesse la pena perdere del tempo in lamentele. Iniziai a giocare a basket in quell’estate e a tutt’oggi non mi sono ancora fermato. Sono passati ventun’anni. In bicicletta non ci sono mai andato. In scooter non ci sono mai dato. Il “Ciao” non l’ho mai avuto e neanche il Booster, l’F10, la Vespa o l’Aprilia RX. Ma la moto mi è sempre piaciuta. A dire il vero, mi piace57 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT va il motocross. Lo guardavo in tivù: seguivo Puzar quando la Rai ancora saltuariamente trasmetteva quelle due gare all’anno. Quando il quad ha cominciato a diffondersi ho pensato che fosse l’occasione giusta per me per “andare in moto”. Chi va su due ruote storcerà il naso ma chi come me non ha un cervello dotato del concetto di equilibrio, capirà che il quad contiene nella sua natura quel qualcosa che obiettivamente non ha eguali: la libertà e l’indipendenza di andare ovunque senza dipendere da nessuno. Non è poco. A venticinque anni, con l’acquisto del mio primo 250, ho vissuto in una botta il significato dell’avventura; quello della bici che ti porta a fare il giro dell’isolato quando fai le elementari, della marmittina scoppiettante quando sei alle medie, l’elaborazione spinta e le dita sporche di olio, i novanta in discesa, qualche cappottone di troppo e, finalmente, il fuoristrada. Il suo utilizzo si trasforma: da mezzo di trasporto “casa-lavoro” a strumento per mille endurate con tanti amici motociclisti, fino ad arrivare alla pista. Iniziano le prime gare e capisco che attorno al quad c’è un mondo acerbo: le leggi che lo governano, in special modo quelle legate al suo utilizzo da parte di disabili, sono confuse, contorte, assurde, anche un po’ illecite, ingannevoli. Alcune cose anziché avvicinare, allontanano. E non va bene: io godo nell’andare in quad e penso che altri non godano quanto me non tanto per l’impossibilità di farlo quando per il mare di roba che passa tra il voler provare e la pratica con58 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT creta. Così nasce il primo team di disabili in quad: si chiama Garpez, come quella gamba trasportata da Aldo, Giovanni e Giacomo nel loro pindarico viaggio verso sud, e ha una mission, ovvero far capire che si può fare, che non è difficile, che il quad è per tutti e ti permette di fare qualsiasi cosa tu ti senta di fare quando sei seduto lì, con il tuo manubrio tra le mani. Gli anni passano e nel team si avvicendano tanti ragazzi, ognuno con la propria enorme storia umana. Ognuno di loro lascia il segno non solo con me ma con chiunque gli entri in contatto: per uno che entra nel team ce ne sono chissà quanti che mollano la carrozzina per un attimo e si decidono finalmente a dare un po’ di gas. O magari a darlo di nuovo. Gente che non conosceremo mai. E allora, il cane finalmente torna a mordersi la coda, riprendendo il discorso dall’inizio: tassello e handicap sono compatibili? Sì. Ma con le dovute attenzioni. Il disabile, per quello che è solo una personale, opinabile, esperienza, sembra spesso scegliere di schierarsi in due categorie, come se il seguito di un infortunio venisse chiuso con la consegna di due buste: busta “A” e busta “B”. C’è quello che si nasconde in un buio solitario, che fa della sfiga la propria raison d’etre, e quello che invece vuole andare anche oltre rispetto a quanto faceva nella sua vita precedente perché lui è Superman. Inutile dire che in quanto estremi, ognuno di questi due profili porta con sé qualcosa di sbagliato. La verità non sta né con l’uno né con l’altro profilo e il tema della sicurezza inizia a prendere 59 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT forma: se è vero che si stava meglio prima di un grave infortunio e che l’ipocrisia di parole come “diversamente abile” (come se l’abilità di andare in carrozzina fosse una scelta consapevole!) è anche vero che la vita di una persona con disabilità può conservare innumerevoli esperienze letteralmente meravigliose. Allo stesso tempo, le uniche cose da dimostrare non stanno nel confronto con gli altri, ma principalmente con noi stessi: Hermann Buhl, scalatore austriaco che per primo vinse la sfida del Nanga Parbat in Himalaya, disse nel ‘54: “Non scalo le montagne per scoprirle. Le scalo per scoprire me stesso perché quando arrivo in cima, conosco ogni volta una nuova parte di me”. Così dovrebbero essere un po’ tutte le sfide: il disabile non è né un eroe né un martire dei nostri tempi ma semplicemente una persona con le proprie - spesso diverse - peculiarità e come tale va trattato dagli altri e anche da se stesso. Muoversi con sicurezza in un campo da cross o in un bosco o ancora in un fettucciato, con il quad, è possibile e può anche risultare un’esperienza agonisticamente interessante, a patto che non si scordino mai le proprie origini, le proprie peculiarità fisiche e i propri obiettivi: il margine d’errore è la chiave. Se chi può contare su di un corpo senza handicap ha del margine per sbagliare e recuperare l’errore o l’imprevisto, il disabile vede questo stesso margine assottigliarsi. Osare non vuol dire trovare il limite assoluto, quello dato da un salto, da una salita impossibile o un guado profondo, ma vuol dire trovare un equili60 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT brio perfetto tra ciò che gli elementi esterni possono offrire e ciò che il nostro corpo ha da dare. Elemento di congiunzione è evidentemente la nostra testa, l’origine della forza di ognuno di noi, intesa soprattutto come volontà e capacità di superare ostacoli, fatiche e differenze. La sicurezza nel mondo del motocross è una chimera: impossibile controllare qualcosa che presenta e presenterà sempre delle componenti incontrollabili, che si tratti di elementi meccanici o di altre persone presenti nello stesso luogo, nello stesso momento. Ovviare del tutto è impossibile e se si ha paura, meglio stare a casa ed evitare di fare altri danni. Fondamentale, ancora di più se si è portatori di handicap, è invece conoscere se stessi, i propri limiti, le proprie capacità e i propri margini di miglioramento nonché le aree in cui si è carenti: allenarsi e bruciare benzina a profusione non deve essere qualcosa di circoscritto alla pura prestazione in termini di tempo ma quanto più un fattore qualitativo. Mi alleno perché vado meglio e se vado meglio vado più forte, mi diverto di più e prendo meno rischi, come diretta conseguenza. Niente di strano, anche se si hanno due gambe e due braccia e un cervello che funzionano alla perfezione, insomma. Solo che se invece ci si trova con un pezzo o due in meno lungo il corpo, tutto appare ancora più evidente, tutto qui. A dirla tutta più che evidente, questo processo è quanto mai obbligato. Handicap e tassello possono coesistere. Eccome. Possono farlo in pista, in gara o a passeggio per una stra61 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT da bianca. Prima di farlo è necessario solo conoscersi un po’ e imparare ad avere a che fare con noi stessi: il normodotato, forse, può permettersi il lusso di non farlo, annegando il proprio carattere dentro significati quali “talento”, “velocità”, “tecniche” e quant’altro. Il disabile, se vuole avere un’esperienza di guida e trarne giovamento, è costretto a sporcarsi le mani, a guardarsi dentro scoprendo non sempre cose positive nell’immediato, come ad esempio l’impossibilità di affrontare certe situazioni. Solo una conoscenza personale vera e profonda può portare a cose come la consapevolezza del proprio limite, di quel margine da tenere sempre in considerazione e di quei talenti che tutti noi abbiamo. Da lì in avanti la strada è tutta in discesa e diventa un enorme rettilineo da affrontare in pieno, ricco di soddisfazioni e di traguardi che sembravano impossibili, vissuti rigorosamente in piena e cosciente sicurezza, nel rispetto di noi stessi e degli altri.

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Vienici

a trovare in

strada san giorgio ciliano 9 san giusto canavese

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Improve Yourself di Andrea Nigro

L’estate volge al termine ma il caldo in pista e la polvere ci terranno ancora compagnia per parecchio tempo, almeno fino a quando non ricomincerà di nuovo la stagione delle piogge (speriamo il più tardi possibile). Dunque, dato che il tema della polvere sarà ancora di attualità nel futuro prossimo, abbiamo pensato che potrebbe essere utile dare qualche consiglio su come pulire il filtro della vostra moto. Anche in questo caso, ci scontriamo con una tematica spesso fraintesa e sistematicamente sottovalutata; godiamoci dunque il video di questo numero e se avete domande o dubbi, non esitate a venirmi a trovare in sede o in pista!

link! 64 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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Preparazione Atletica di Andrea Caponio

link!

In questo numero vi vorrei coinvolgere riguardo ad un tema che nella mia esperienza personale è spesso trascurato troppo serenamente da parte dei piloti: il riscaldamento. Non scaldarsi accuratamente prima di ogni manche, qualifica o allenamento specifico in sella alla moto, è davvero qualcosa al limite del masochismo. Ovviamente non ce ne rendiamo conto, però il rischio che si corre nell’entrare in pista da “freddi” è davvero elevato. Per questo motivo, nel video di questo numero, trattiamo di una serie di esercizi molto semplici che però ci consentono di affrontare la prossima fatica in modo un po’ più consapevole ed esponendoci al tempo stesso in misura minore agli infortuni. Penso soprattutto a questo genere di riscaldamento nella stagione fredda, ma anche in piena estate preparare la muscolatura allo sforzo non nuocerà affatto. Spero che farete buon uso dei consigli che vedrete al link qui sotto e se avete qualche domanda non esitate a scrivermi all’indirizzo caponioa@gmail.com Buon allenamento! 65 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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Che

dire?

di Ezio e Ilaria Casalegno

Brandizzo, 27 luglio 2013. L’episodio è tutto racchiuso nell’immagine che riportiamo qui sotto. Durante la prima manche della categoria Sport, Michele Greco, pilota con la tabella 410, cade subito dopo il traguardo. Poi, solo un nugolo di persone che si accalcano e tentano di entrare in pista mettendo a rischio se stessi oltre ai piloti che stavano per concludere la manche.

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INSIDE MOTOASI.IT Abbiamo chiesto un opinione sull’accaduto ad un papà che, proprio in quel frangente drammatico, aveva suo figlio in pista. Sono stato interpellato per dare una mia opinione sulla sicurezza in pista durante le gare, soprattutto dopo i fatti accaduti a Brandizzo e non solo: il mio primo pensiero è stato “che dire?” Io sono il padre di un ragazzo di diciannove anni che da circa quattro partecipa alle gare; la passione per i motori gliel’ho trasmessa io, proprio come tanti genitori o fratelli. Talvolta infatti penso: ”avrò fatto bene o avrei dovuto lasciar perdere?”. Non mi sono ancora dato una risposta, certo è che sono orgoglioso di mio figlio, dei sacrifici e della passione che ci mette nel praticare questo sport; così come stimo l’impegno di tutti i piloti, dai sei anni fino ai settanta (ed oltre). A volte, però, per noi i pensieri non sono sereni ed è forse per questo che, quando siamo a bordo pista durante una qualunque gara, sia di regionale, di fettucciato o altro, siamo ansiosi, euforici, di tutto e di più. Sicuramente l’ansia sale ad un livello altissimo quando il proprio pilota o pilotessa è più piccolo d’età; da fuori lo seguiamo con lo sguardo, con la mente e con il cuore sperando che non commetta errori e non succeda nulla di male. Quando succede l’inevitabile, quindi una caduta, una scivolata o un contatto, vorremmo essere lì vicino a loro per sorreggerli, aiutarli e magari imprecare con67 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT tro l’altro pilota che, pur involontariamente, ha provocato la caduta. Questo succede se sei padre, madre, sorella, fratello o anche solo un semplice amico. La voglia di correre in pista ed aiutare il proprio caro, ma non solo, di aiutare qualunque pilota sia in difficoltà, è sempre molto forte. Però noi dobbiamo fare di tutto per resistere, pensando che in mezzo al tracciato potremmo creare solo dei problemi e le conseguenze potrebbero essere gravissime sia per noi che per tutte le altre persone che arrivano a soccorrere il malcapitato. Concludendo, posso solo dire a tutti i parenti ed amici che quando accade un imprevisto pensiamo sempre bene a cosa è più logico fare e tiriamo il freno a mano aspettando così che i soccorritori facciano il proprio lavoro (che è sicuramente meglio di cosa potremmo fare noi). Grazie per la vostra attenzione, spero di avervi fatto riflettere con le mie semplici parole, a presto in pista.

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Otherside di Chiara Agostinetti

21 Luglio 2013. Una tragica notizia: Andrea Antonelli, grande promessa della classe supercampione della SBK, ha avuto un terribile incidente nella tappa di Mosca e purtroppo ci ha lasciati. Un altro dei tanti, un altro motociclista, un altro del nostro mondo. Questo è il pericolo che si corre ogni volta che si mette il casco e si accende la moto. Perché se in questo mondo non ci sei dentro non puoi capire le gioie, i dolori, le sconfitte, le vittorie e purtroppo gli incidenti. Le persone che non hanno a che fare tutti i giorni con un motociclista, li vedono come dei marziani con le tute colorate, gli stivali ed i caschi strani. Posso assicurare che dentro a quei caschi ci sono anime buone, bambinoni con un sorriso splendente che rischiano tutto per passione, per amore di “un ammasso di ferri”, come a volte viene chiamato. Convivere con questa gente un po’ strana è una cosa stupenda: a poco a poco si iniziano a capire gli sguardi preoccupati, i sorrisi per nascondere l’ansia. Si inizia a comprendere anche che talvolta è bene stare un passo indietro per evitare di essere ingombranti, pur essendo pronti a intervenire. Bisogna convivere con la polvere, con il fango, con le lacrime amare di una sconfitta, trattenere i pianti e dare a forza a chi, in 69 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT quel momento, ha subito un incidente. L’ansia e la paura in pista non mancano mai. Fate caso ai volti delle persone, soprattutto alle mamme, alle fidanzate, alle mogli, alle sorelle, alle figlie. Ogni volta che parte la manche del loro eroe, sono tese ed impaurite. È proprio così si mascherano le paure dietro a grandi sorrisi, dietro a grandi silenzi. Salire in moto con la persona amata per andare al cancelletto e stringerla più forte di qualsiasi altra cosa per paura gli succeda qualcosa e poi quei secondi che scorrono prima della partenza. L’ansia della prima curva, il mucchio che si forma, tanti piloti a terra e subito ti sale l’ansia sperando che non ci sia lui. Si convive con queste emozioni sia positive che ne-

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INSIDE MOTOASI.IT gative. Quando lui esce dalla pista, finita la manche, non ti interessa quanto fango abbia addosso, quanto sia sudato, vuoi solo abbracciarlo perché anche questa è andata bene ed è ancora intero. A volte però intero non torna e tu sei lì che vuoi aiutarlo, perché vederlo soffrire è la cosa più brutta del mondo. Non ci puoi fare nulla, puoi solo parlargli, oppure ascoltare il suo respiro stando in silenzio perché non c’è altro da fare che aspettare, che sperare, che trattenere le lacrime. Oppure la notizia arriva quando tu sei a casa e non hai potuto tenergli compagnia in quella gara. Arriva la tremenda notizia e subito non capisci più nulla, lui è lontano e tu non lo puoi raggiungere; cerchi di farti forza, di non crollare e gli prometti che ci sarai nei giorni difficili. Sentire la sua voce che dice: “Io in moto ci torno, non so quando, ma lì ci risalgo” e poi arriva il bel giorno in cui finalmente, dopo tutta la riabilitazione, si ritorna in pista, si tira giù la moto dal carrello. Lo vedi sorridere, gli vedi gli occhi lucidi come un bambino che ha visto una meraviglia. Si veste, si infila il casco ed entra. La forza nel ricominciare tutto dopo mesi di stop, la volontà nel cercare di fare del suo meglio, la voglia di lei e del suo profumo come se fosse una persona. Tutte le ragazze, donne, che da un po’ vivono in pista riescono a capire tutto ciò e a leggere negli occhi di chi sta intorno a loro. I volti seri di chi è demoralizzato e ha solo bisogno di un abbraccio per tirarsi su; i volti preoccupati dei bimbi per aver fatto una brutta manche ma che in realtà sono stati tutti bravissimi e hanno solo bisogno di essere consolati; 71 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT i volti felici di chi ha vinto e ha bisogno di sentirsi dire “ bravo”; i volti di chi si è fatto male ed ha solo bisogno di sentirsi dire “ tornerai più forte di prima”. Il motocross potrebbe sembrare un semplice sport ma è anche un mix di emozioni che tutte insieme sono difficile gestire, anche se dopo tanti anni ci fai l’abitudine. Ci fai l’abitudine anche a vedere persone con le ossa rotte ma una parola, anche la più banale, le può aiutare a superare il tutto e a rimettersi in sella il prima possibile, ci si abitua agli abbracci prima della manche, alle parole di consolazione. Ci si abitua talmente tanto a questo mondo, che è difficile farne a meno. È bene che, al fine di evitare gli incidenti, vengano prese le dovute protezioni. È pieno di persone che praticano questo sport, anche a livelli alti, che non fanno uso di pettorine e protezioni varie. La maggior parte delle volte queste aiutano ad evitare danni permanenti ed anche i pianti, le notti insonni e le preoccupazioni di chi sta accanto. Oltre alle protezioni va ad aggiungersi la sicurezza in pista ed il rispetto del regolamento. La parte meno divertente di questo sport è vedere che non vengono rispettate le bandiere gialle. La bandiera gialla significa che un altro pilota poco più avanti si è infortunato o ha avuto problemi alla moto. Voi questo non potete saperlo, quindi saltare con le bandiere gialle mette a rischio sia il pilota, sia gli eventuali soccorritori. Ed un giorno potreste essere voi quelli in pericolo per un comportamento del genere. Mi raccomando accendete il cervello prima di aprire il gas. Fatelo anche per noi, ve ne prego. 72 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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Instavideo di Luca Lombardi

Sono trascorsi già due mesi ed ancora non abbiamo visto alcun video su Instagram! Le possibilità per raccontare qualcosa sono ancora più ampie grazie a questo nuovo strumento, quindi perché non usarlo? Vi ricordo brevemente come potete partecipare: una volta scattata la foto con Instagram, sarà sufficiente aggiungere l’hashtag relativo alla gara a cui state partecipando per vedere la vostra immagine sulla nostra pagina. Di settimana in settimana vi ricorderemo quale sarà l’hashtag relativo alle gare del weekend sulla pagina facebook. Attenzione che la finestra di invio è compresa tra sabato e lunedì! Vi aspettiamo numerosi!

link! 73 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT #motoasiarzignano by cikita22_2

Frincross 2013 #motoasifrinco by fabietta_2

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INSIDE MOTOASI.IT #motoasifrinco by francogsp

Go!! #motoasifrinco by francogsp

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INSIDE MOTOASI.IT Umbrella boy! #motoasifrinco by francogsp

#motoasiv ig li ano #kx125 #viglianobilese by simonesimbula52

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Focus On Catharsis di Roberto Cortese

Entrare in pista durante una gara è vietato. Si, lo sapevamo già. E’ vietato per legge. Questo forse no. Credo che sia ora di dare un taglio a tutte quelle scenette a cui ogni domenica siamo costretti ad assistere: - “Posso entrare in pista?” - “No” - “Perché no?” - “Perché non si può stare” Semplice no? Se tale risposta può sembrare poco esauriente, ci penserò io ora a fugare i dubbi per cui nessuno possa sostare in un tracciato durante una manifestazione crossistica, il che, per inciso, include anche i commissari di percorso, i soccorritori ed il direttore di gara. Ecco la prossima domanda. “Ma come? Se non stanno neanche i commissari di percorso, chi penserà a sbandierare?”. Calma, ci arriveremo. Esiste un organo, a livello provinciale, che si chiama 77 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT Commissione di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo. Mai sentito nominare vero? Bene, eccoci a capire per quale motivo esista tale ufficio in ogni palazzo della provincia. Quotando direttamente da uno dei siti di Polizia Amministrativa, ecco quali sono i compiti di detto organismo: La Commissione Provinciale di Vigilanza sui teatri ed altri locali di pubblico spettacolo è chiamata ad esprimere un parere tecnico in materia di agibilità ai fini della sicurezza nei locali di pubblico spettacolo e/o trattenimento; tale parere costituisce il presupposto necessario a termini di legge ai fini dell’emissione del provvedimento autorizzativo. Alla Commissione spettano inoltre compiti di vigilanza e di controllo successivi per accertare il permanere degli standard di sicurezza verificati. Sono sottoposti alle verifiche della Commissione non solo i locali di spettacolo in senso stretto (cinema, teatri, discoteche) ma anche tutte le strutture, comprese quelle precarie, nelle quali vengono svolte attività di spettacolo e/o trattenimento in senso ampio (impianti sportivi - sale mostre - sale conferenze). La Commissione esprime il proprio parere anche in relazione alle attrazioni viaggianti ed ai percorsi sui quali vengono svolte gare motoristiche. Chiaro no? La commissione si occupa, dunque, di dare il nulla osta per lo svolgimento di qualunque at78 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3

link!


INSIDE MOTOASI.IT tività di intrattenimento pubblico, sia esso all’aperto o al chiuso. Questo ci porta quindi al nostro caso specifico, ovvero sia l’ingerenza delle singole piste nel richiedere alla Commissione il permesso per poter effettuare la gara. E cosa potrà mai verificare questo gruppo di vigilanza se non che venga rispettata le regolamentazioni in materia? Per inciso, dato che troppi non ne sono a conoscenza, la legge prevede che durante una gara, su un circuito motociclistico siano presenti solo ed esclusivamente moto. Dura lex, sed lex. Ecco dunque spiegato il motivo per cui si dice ai commissari di percorso di sbandierare senza entrare in pista. Perché è reato. Solamente il personale medico è autorizzato (dal direttore di gara) all’ingresso in pista nel caso in cui venga sospesa la gara per incidente occorso in un punto critico del tracciato. Esiste poi un secondo livello di accesso che la Commissione deve verificare e cioè quello del pubblico. Nessuno, infatti, eccezion fatta per il personale di servizio, è in alcun modo autorizzabile all’ingresso a bordo pista. Questo sembra sufficientemente logico in quanto, per una qualsivoglia casualità, qualunque pilota potrebbe commettere un errore e colpire colui il quale sosta a bordo pista. Per questo, ancora una volta, la regolamentazione in materia asserisce che sia reato per chiunque appartenga al pubblico entrare nel perimetro di sicurezza predisposto dal gestore della pista. Gli unici che possono farlo, beninteso temporaneamente e in maniera circoscritta alle manche dei Mini, sono i papà, i quali, sono mo79 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT mentaneamente insigniti del ruolo di commissario di percorso, al fine di coprire sistematicamente tutto il tracciato. Dunque, ricapitolando, sia il fatto di entrare in pista, sia l’ingresso dentro al perimetro di sicurezza, è reato. Se non fosse però che la responsabilità di tale violazione ricade sugli organizzatori, non avrei motivo di rimarcarlo. Se fosse come superare un limite di velocità per strada, dove chi commette l’infrazione è responsabile e paga, sarebbe semplice. Qui no. In questo caso, voi commettete il reato e la responsabilità è degli organizzatori. Ma ovviamente questi ultimi non vogliono pagare per qualcosa che non commettono, dunque vi rispondono cortesemente di stare fuori dalla pista. Semplice no? Dunque, la prossima volta, prima di chiedere “Perché no?”, proviamo ad usare ciò che abbiamo appoggiato sulle nostre spalle e rammentiamo che, entrando nel tracciato, faremmo correre un rischio a chi fa di tutto per farci divertire organizzando una gara. A titolo di esempio, porto un paio di casi che sono assolutamente di ispirazione in questo senso. Paroldo, primo luglio 2012, e Vigliano Biellese, giusto la settimana prima dell’uscita di questo numero di INSIDE. Genitori e compagne che purtroppo vedono il proprio caro coinvolto in un incidente apparentemente molto grave (caschi rotti e perdita di conoscenza prolungata). Nonostante la visibile preoccupazione, non entrano in pista. Decisione difficile perché è un 80 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT momento in cui vorremmo stare il più vicino possibile al nostro caro. Per fortuna però, in ambo i casi, tutti erano consapevoli di ciò che era giusto fare in quel frangente e non sono entrati nel tracciato se non nel momento in cui il direttore di gara sospende la gara. Sarebbe il massimo se fosse sempre così: la giusta riconoscenza nei confronti di chi rischia del proprio prendendosi la responsabilità di organizzare gare e campionati. Dunque ora sta a voi: vogliamo continuare a far funzionare il giochino? Rispettiamo la legge.

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3 Domande

a

bruciapelo di Luca Lombardi

Siamo di nuovo in compagnia di Yves Valenza, Coordinatore Nazionale del Settore Motociclismo di MOTOASI.IT. Vista la serie di accadimenti legati a cadute ed infortuni dei piloti appartenenti alle classi Mini 65-50 e 85, abbiamo pensato che un chiarimento riguardo alla presenza dei genitori a bordo pista avrebbe potuto aiutare. La comprensione del motivo e delle condizioni a cui si debba sottostare per essere parte del personale autorizzato all’ingresso nel circuito è di fondamentale importanza. I papà possono stare a bordo pista? La risposta a questa domanda è si: per regolamento abbiamo previsto l’ingresso di alcuni padri, benché momentaneo. Detta presenza è circoscritta solo ed esclusivamente alle manche delle categorie Mini; anzi, è gradito l’aiuto dei papà anche quando non sono direttamente interessati per la presenza del/ dei proprio/i figlio/i in pista. L’ingresso in qualità di commissario di percorso temporaneo è infatti previsto perché, in questo modo sarà possibile controllare in 82 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT maniera più capillare l’intera lunghezza del tracciato. Non si sta a bordo pista per vedere meglio la gara o per fotografare; l’incarico è assegnato solo ed esclusivamente per rendere più efficace il compito dei commissari. E le mamme? Per regolamento devono restare, come peraltro tutti gli altri spettatori, fuori dalla pista, alle spalle delle strutture predisposte per la sicurezza del pubblico. In caso di infortunio cosa devono fare i genitori a bordo pista? Assolutamente nulla. Per ogni gara è prevista la presenza di personale medico autorizzato e competente per quanto riguarda il primo soccorso. Ciò che possono fare i genitori è, eventualmente, segnalare un pilota non in grado di uscire dalla pista autonomamente. In tal caso e solo con l’autorizzazione del direttore di gara, scatta l’ingresso nel tracciato del personale sanitario. E’ però importante che i genitori presenti a bordo pista non spostino il pilota in alcun modo in quanto possono solamente aggravare la situazione. Personalmente capisco l’apprensione che possa avere un genitore in quei momenti difficili, però è importante capire che le cure migliori per il proprio pilota sono quelle del personale medico. Dunque, invito tutti ad evitare interventi maldestri o non autorizzati in pista al fine di poter dare le migliori cure possibili all’infortunato di turno e nel pieno rispetto della legge. 83 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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Doc’s Speech di Francesco Pasquero

Fango, polvere, sudore e divertimento accomunano uno sport genuino e divertente. Come ogni competizione, l’agonismo la fa da padrone in un quadro di rispetto delle regole, vittorie e sconfitte. In queste poche righe cercherò di porre l’accento su un aspetto riguardante la sicurezza in pista dal mio punto di vista, quello del medico di gara. Io sono quel piccolo puntino giallo a bordo pista o vicino all’ambulanza pronto a rattoppare, medicare o, in casi più gravi, effettuare tutto il necessario per i partecipanti della gara: mamme, papà, bambini e chi più ne ha più ne metta. Le gare a cui ho prestato il mio servizio, che ad oggi sono già un buon numero, prevedono anche le competizione dei 50-65/85cc pilotate da agguerritissimi e simpaticissimi bambini. Figli di altrettanto agguerriti padri, da cui hanno evidentemente ereditato la passione per il tassello. Cari papà, gli organizzatori cercano in tutti i modi di tenere il più lontano possibile gli spettatori dalla pista. Tale provvedimento risulta fondamentale al fine di mantenere un elevato livello di sicurezza. Mi spiego meglio. Accade, molto spesso in conseguenza di una caduta di un piccolo 84 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT partecipante, che il padre interessato, scatti come un levriero dopo lo sparo del direttore di gara a soccorrere ed aiutare il proprio figlio a ripartire. Questo è assolutamente sbagliato! Sono condivisibili la preoccupazione, la tensione e la soddisfazione nel vedere il proprio pargolo davanti a tutti, ma ci sono persone abilitate al controllo della pista nei punti più pericolosi e pronte a segnalare a noi qualsiasi problema. Gli incidenti sono rari: il 99% delle volte ci si rialza molto arrabbiati per l’errore fatto e si inizia a calciare sulla pedivella per riaccendere la moto. Esiste però quell’1% per il quale molti anni fa sono stati fondati i sistemi di soccorso e gli ospedali. In caso di caduta con delle complicanze quali fratture vertebrali, commozioni cerebrali, etc, l’ultima azione da intraprendere è mobilizzare il traumatizzato. Spostando il soggetto, infatti, si può peggiorare la situazione ,trasformando un banale trauma in un problema di natura nervosa irreversibile. Equipe di esperti hanno redatto e perfezionato nel tempo protocolli operativi per spostare un paziente su una barella spinale o, addirittura, per togliere un casco. Quindi cari genitori, il mio consiglio è di lasciar risolvere la caduta autonomamente ai vostri piccoli o, nel caso questo non accadesse (scongiurando questa eventualità), di lasciare al personale addetto il proprio compito di soccorso. L’intera equipe è lì solo per voi e tutto ciò che esperite voi, lo proviamo anche noi perché anche nelle nostre vene scorre un po’ di benzina! 85 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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MOTOASI Holeshot di Yves Valenza

Pausa estiva per le gare di Regionale, ma nonostante tutto, abbiamo in archivio la gara di MX1 di Casale Monferrato ed anche una sorpresa: il fettucciato di Frinco. Siccome negli ultimi due anni il numero di iscritti è stato paragonabile ad una gara di Regionale, abbiamo deciso di omaggiare l’organizzazione con una bella puntata sul fettucciato principe del nostro campionato relativo. Ovviamente trovate sul nostro canale YouTube tutto l’archivio di puntate a partire dall’inizio dell’anno fino ad arrivare alle puntate più recenti. Le puntate saranno come al solito trasmesse il martedì alle 20.30 su Formusic (canale 613 del digitale terrestre) e in replica il giovedì sempre alle 20.30 su Quartarete TV (canale 24 del digitale terrestre), oltre che in streaming sul sito di ForMusic. 14.07.2013 - Frinco - puntata 6 21.07.2013 - Casale M.to - puntata 7 86 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3

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It’s

up to you! di Yves Valenza

Anche in questo numero ribadiamo l’invito ad inviarci i vostri video delle gare ed anche dei retroscena vissuti durante quelle giornate. Fateci vedere com’è una giornata vissuta da mattino a sera in compagnia di altri piloti e delle vostre famiglie, non vediamo l’ora di poter condividere questi momenti con tutto il resto della nostra famiglia! Come sempre, inviateci una mail a press@ motoasi.it: vi basterà inserire il nostro logo all’inizio e saremo felici di pubblicare tutti le clip. Vi aspettiamo numerosi per il prossimo numero di INSIDE!

07-07-2013 Trofeo ASI Vigliano Biellese 1° Manche 07-07-2013 Trofeo ASI Vigliano Biellese 2° Manche

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MOTOASI Cares di Roberto Cortese

Eccoci anche questa volta a darvi notizie sugli infortunati degli ultimi due mesi. Numericamente sono più dei mesi precedenti, ma ciò che più conta è che siano infortuni di lieve entità e risolvibili nell’arco di poco tempo. A tutti loro un augurio di pronta guarigione nella speranza di rivederli al più presto in pista. Emanuele Temporiti - MX2 Dopo l’incidente di cui vi avevamo parlato su INSIDE#2, Emanuele si è completamente ripreso ed è già tornato in pista per gareggiare. Welcome back! Andre’ Giglio - Mini 85 Il pilotino si è fratturato una scapola nell’atterraggio dopo il salto al Frincross ed era stato portato via in elisoccorso, in quanto, inizialmente, si pensava gli fosse accaduto qualcosa di più grave. Fortunatamente per lui e i genitori, solo tanto spavento ed un bendaggio. 88 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT Michele Greco - Sport MX2 Per lui una caduta sulla esse del traguardo di Brandizzo durante la prima manche della gara notturna che si è svolta a fine luglio. Nulla di grave per fortuna, speriamo di rivederlo in pista al più presto. Gabriele Bonifazio - Mini 65 Gran botta per lui alla fine della seconda manche nel fettucciato di Romano Canavese, a causa di una buca che si era venuta a creare e prontamente riappianata subito dopo da parte degli organizzatori. Corsa all’ospedale di Ivrea e la notizia che non c’è nulla di rotto, solo un paio di ematomi. Torna in pista la settimana dopo a Villar San Costanzo e vince nella sua categoria. Andrea Pinna - Esordienti MX2 Per lui brutta caduta a Vigliano Biellese durante la gara di Interregionale del 25 agosto. Trasferito in settimana al CTO di Torino, per lui una brutta frattura al polso destro oltre ad un grosso spavento. Nei prossimi numeri vi aggiorneremo sui suoi progressi.

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L’estate laziale di MOTOASI testo e immagini di Alessandro Castellani

Come sempre accade, anche quest’anno l’estate ha rallentato notevolmente l’attività agonistica del motociclismo tassellato nel Lazio; d’altronde sarebbe difficile proseguire con gare ed allenamenti sotto i picchi inclementi del termometro e del sole di queste parti, per cui, vista anche l’inesistenza di impianti dotati di illuminazione per l’apertura notturna, si preferisce “partire forte” durante la primavera, mettere in cascina tante gare e poi tenersi al fresco quando arriva il gran caldo. Nonostante questo periodo di pausa generale, comunque, il Coordinamento di MOTOASI.IT non è rimasto immobile, continuando ad adoperarsi in varie iniziative. Il 23 giugno, per cominciare, ha offerto il suo sostegno organizzativo in occasione del “Summercross”, un ritrovo con allenamento e pranzo di gruppo promosso dal MxItalia sulla pista di Fiano Romano, a cui hanno partecipato un cospicuo numero di piloti. Il 14 luglio, invece, ha ottenuto un suo spazio nell’ambito del meeting aereo di Torvajanica, 90 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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INSIDE MOTOASI.IT sul litorale romano, in cui ha organizzato una gara per pit bike e minicross. Il 4 agosto a Tragliatella, una frazione di Fiumicino, ha posto la sua egida sulla seconda edizione del Trofeo Labirinto, una manifestazione aperta a motocross, minicross, pit bike e quad su un tracciato provvisorio allestito nell’area della Sagra del Pollo Ruspante di Fiumicino. Nel corso di tutta l’estate, poi, si sono succedute le gare del Trofeo Centro Quad, che sta procedendo a vele spiegate attraverso tutta una serie di eventi, ospitati su piste di motocross vere o su aree non permanenti, che arriveranno ad ultimazione solo in autunno inoltrato. Per quanto riguarda il motocross, mentre va online questo numero di INSIDE, il calendario delle gare autunnali è ancora in fase di ri-definizione, a causa dei problemi burocratici che avevano condizionato le gare primaverili (leggi alla voce blocco dell’attività agonistica della pista di Fiano Romano e cancellazione della prova di Malagrotta). La certezza, tuttavia, è che il 15 settembre si tornerà in azione, su una pista che molto probabilmente sarà Fiano Romano. Gli uomini del Motoclub locale stanno facendo tutti i passi necessari per ottenere l’autorizzazione a recuperare le gare perdute nei mesi scorsi e sembra che siano in grado di ospitare la manifestazione; al momento, tuttavia, manca ancora l’ufficialità e quindi evitiamo di dare la notizia per sicura. 92 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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What’s App? di Roberto Cortese

Mototones Lites - Gratis Non sapete più come customizzare il vostro smartphone per fare capire che siete dei crossisti nel sangue? Allora provate le suonerie che propone questa app! Due tempi, quattro tempi, insomma ce n’è per tutti i gusti. E se poi non dovessero bastare c’è la versione a pagamento dell’app che ne propone altre ancora.

Acerbic Plastic 2013 Vero, il 2013 volge ormai al termine, però un’occhiata alle plastiche che ha messo in catalogo Acerbis quest’anno la si può sempre dare. Chissà che ne tro93 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT viamo una che fa al caso nostro!

MotoMe 0,89₏ Un’app che potrebbe tornarvi utile nel caso aveste dei problemi con la vostra moto: in buona sostanza, MotoMe vi mette in contatto con una rete di crossisti che utilizzano la vostra stessa amata e che possibilmente hanno avuto gli stessi problemi. In questo 94 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT modo è possibile capire se il vostro è un problema personale oppure di fabbrica. La cosa comoda è che sfruttando questo network, potreste anche trovare dei possibili acquirenti per il vostro usato!

Race Tracker MX 4,49€ Appassionati di statistiche di gara catalogate alla perfezione e filtrabili per ogni singola categoria che più 95 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


INSIDE MOTOASI.IT vi piace? Benissimo, Race Tracker MX vi consente di fare tutto questo e molto altro. Sarà possibile aggiungere piste, piloti, gare ed altre informazioni per poter tenere traccia di tutto quello che vi può servire per consultare istantaneamente i dati dell’ultima stagione o dei vostri ultimi allenamenti. Certo, 4.49€ non sono pochi, ma se siete invasati di statistiche, quest’app fa decisamente al caso vostro.

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Agenda Settembre 01/09 - Casale Monferrato (AL) ICC Cross Country MX-Quad 08/09 - Boves (CN) Trofeo ASI MX1-MX2-Mini-2T - Reg. Quad 15/09 - Volpiano (TO) Camp. Fettucciati Quad - Interreg. MX-Mini 15/09 - Malpensa (VA) Reg. MX2 - Over50 - Coppa ASI Epoca 22/09 - Armeno (NO) Reg. Mini - Young - Interreg. MX 22/09 - Salmour (CN) Reg. MX1 - Over40 - Femminile 29/09 - Brandizzo (TO) Trofeo ASI MX1-MX2-Mini-2T 29/09 - Fara Vicentino (VI) ICC Cross Country MX-Quad 97 - Inside Luglio - Agosto 2013 - Numero #3


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Agenda Ottobre 06/10 - Malpensa (VA) Reg. MX1 - Over40 - Femminile - Reg. 2T 13/10 - Piossasco (TO) Camp. Fettucciati Quad-Epoca Interreg. MX-Mini 13/10 - Recetto (NO) Reg. MX2 - Over50 - Reg. 2T 20/10 - Ottobiano (PV) Reg. MX1 - Over40 - Femminile 20/10 - Pinerolo (TO) Coppa ASI Epoca - Reg. Quad - Reg. Mini-Young - Interreg. MX 27/10 - Fara Novarese (NO) Reg. MX2 - Over50 - Reg. 2T

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Info e feedback: press@motoasi.it I contatti di tutti i Responsabili e Coordinatori sono disponibili sul sito di MOTOASI.IT

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INSIDE MOTOASI.IT INSIDE#3 Luglio-Agosto 2013 un progetto editoriale di MOTOASI.IT Team di Redazione: Roberto Cortese - Direttore Editoriale/Fotogiornalista Luca Lombardi - Caporedattore Chiara Agostinetti - Redattore Alessandro Castellani - Fotogiornalista Andrea De Beni - Redattore Yves Valenza - Redattore Special thanks to: Genny Billotto - Seconda casa Daniele Cantino - Reg. Frinco Andrea Caponio - Preparazione Atletica Nadia Cariola - Reg. Frinco Ezio e Ilaria Casalegno - Che dire? Alice D’Amico - Più gonfio che mai Andrea Nigro - Improve yourself Francesco Pasquero - Doc’s Speech Giovanni Guru Valenzani - My damn accident

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