Le Città Invisibili - Agrigento

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circolo per la promozione e la divulgazione dell’arte e della cultura


Ente Promotore Circolo Artistico “Amici nell’Arte” Via Verneto, 10 17023 Garlenda (SV)

PATROCINI

tel. +39 0182 58 23 51 mob. +39 338 850 44 78

COMUNE DI AGRIGENTO

REGIONE SICILIA

mail info@amicinellarte.it web www.amicinellarte.it Patrocinio Regione Sicilia Provincia di Agrigento Comune di Agrigento FAI - Delegazione di Agrigento

PROVINCIA DI AGRIGENTO

COLLABORAZIONI E SPONSOR

Testi Maria Rosso Carmen Spigno Pasquale Meli Curatori Carmen Spigno Pasquale Meli Grafica e Fotografia Pascal McLee Sito tematico della Mostra © Copyright 2018 “Amici nell’Arte”


COLLEGIO DEI FILIPPINI Sede della Pinacoteca Civica del Comune di Agrigento Via Atenea 270, Agrigento

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indicedel

CATALOGO

Le Città Invisibili 4

Il presente Catalogo è realizzato in formato PDF ed è pubblicato online sul web. Per ulteriore informazioni, consultare il sito tematico www.cittainvisibili.altervista.org


✓ IL PERCHÉ DELLA MOSTRA Introduzione di Carmen Spigno, presidente del Circolo “Amici nell’Arte”

✓ GEOGRAFIE DELL’IMMAGINARIO Brano critico di Maria Rosso, giornalista e critico d’arte

✓ LA SEDE ESPOSITIVA Palazzo dei Filippini, la sua storia e lo stato attuale

✓ ARTISTI PARTECIPANTI Fantasia e creatività, ardore ed entusiasmo

✓ ITALO CALVINO Biografia essenziale del grande scrittore

✓ LE CITTÀ INVISIBILI Un breve riassunto ed un commento del libro

✓ I NOSTRI SPONSOR Supporter e collaboratori

✓ MEDIAROOM Banner, invito, locandina, copertina cd e video

BUSSOLA Come navigare il catalogo » artisti | ● indice | « copertina

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ilperchèdella

MOSTRA

A

volte capita di imbattersi in un libro per caso, un vecchio tomo dalle pagine sgualcite che incontri lungo il tuo cammino. Non è ciò che cercavi eppure l’hai trovato e fin dalle prime pagine ti rendi conto che avresti voluto trovarlo prima e farne il tuo tesoro. È quello che è capitato a noi nei riguardi de “Le città invisibili”. Come è noto, il punto di partenza di ognuno dei nove capitoli che costituiscono l’opera è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Il viaggio compiuto da Marco Polo rappresenta in metafora il viaggio della vita, con profondi legami con il mondo interiore ed il vissuto di ogni individuo. Marco Polo descrive città reali o immaginarie, che colpiscono sempre più il Gran Khan, suscitando in lui interesse e curiosità Le città descritte sono cinquantacinque, hanno tutte nomi di donna e sono organizzate in undici categorie: memoria, desiderio, segni, le città sottili, scambi, occhi, nome, morti, cielo, le città continue, le città nascoste. Esse diventano simbolo della complessità e del disordine della realtà, ma rappresentano anche il tentativo di dare un ordine al caos del reale. Le città però sono anche sogni che nascondono un desiderio, oppure il suo rovescio, una indescrivibile paura. ... “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.”

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Molti sono gli artisti che si sono cimentati nel tentativo di dare immagine e colore alle fantastiche creazioni mentali di Calvino. Ora è la volta degli “Amici nell’Arte” e ciò che li distingue è anche la varietà dei linguaggi profusi, che spaziano dalla pittura all’incisione, alla ceramica, alla scultura, alla fotografia, alla grafica, alla video-art…

Ad arricchire tale bagaglio culturale la partecipazione di un gruppo di pregevoli artisti siciliani con rappresentazioni fortemente cromatiche ed interessanti. esaustive. Il fatto poi che molti degli artisti partecipanti provengano da varie parti del mondo, ha sicuramente accentuato la varietà e la ricchezza delle interpretazioni, conferendo a tutta la mostra una connotazione internazionale.

Carmen SPIGNO Presidente Circolo “Amici nell’Arte”

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ilperchèdella

MOSTRA

Anche da queste pagine vogliamo ringraziare il Comune di Agrigento, per l’ospitalità in questo magnifico complesso, la Regione Siciliana, la Provincia di Agrigento ed il FAI-Delegazione di Agrigento, per averci concesso il patrocinio, segno del loro apprezzamento, e le numerose persone che ci hanno supportato nella non facile impresa di trasportare questa esposizione dalla Liguria alla Sicilia, attraverso il mare. Fra esse ricordiamo con piacere Lorenzo Rosso, Maria Rosso, Giovanni Proietto con i “colleghi” siciliani e gli amici liguri che ci sono stati vicini.

Prima di concludere ci ha piacevolmente colpito il fatto che la RAI abbia trasmesso alcuni giorni addietro due servizi relativi proprio a “Le Città Invisibili”: il primo nella rubrica “Letti e Riletti”, andato in onda il 10 agosto sul TG2 e l’altro, intitolato “La Città Invisibile: il Cretto”, passato in video il 12 agosto alle 14.20 sul TG3 nazionale. Per noi… un buon auspicio per la mostra.

“È delle città come dei sogni: tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.”

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“Relativity” (1953) - Maurits Cornelius Escher - litografia - cm. 27.7 × 29.2

« Ultimamente, leggendo i diversi brani del libro di Italo Calvino “Le Città Invisibili”, la mia mente ha subitamente materializzato i ben noti disegni e le incisioni di Maurits Cornelius Escher, artista grafico olandese, il cui tratto ha influenzato tutto il novecento, grazie alla rappresentazione di una geometria utopica, oltre ogni legge fisica, ed alla raffigurazione di situazioni impossibili, prive della più elementare logica umana.

A modo suo, un poeta dello spazio, capace di fornire un’illusione complessa della realtà, proiettata attraverso una visione geometrica impossibile, cosa che Calvino ha magistralmente attuato con parole e pensieri. » (n.d.r.)

Carmen SPIGNO Presidente Circolo “Amici nell’Arte”

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geografiedell

IMMAGINARIO

Nel viaggio onirico di Calvino le città divengono “come i sogni, sono costruite di desideri e di paure e anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, ogni cosa ne nasconde un’altra”. Questa citazione più di ogni altra possibile, da trarre dalla variegata geografia dell’immaginario di Italo Calvino, può adattarsi alla perfezione alla produzione artistica proposta da tutti coloro i quali hanno risposto all’invito di rendere omaggio al volume “Le città invisibili”. Voler celebrare in arte il testo di Italo Calvino nasce dal desiderio del circolo “Amici nell’Arte” di Garlenda che con impegno costante promuove i più alti valori della cultura, dell’arte e del bello. L’associazione nel perseguire sempre nuovi e validi obiettivi, nel corso degli anni ha raccolto una nutrita schiera di artisti ed estimatori creando una vera e propria rete di amicizie e di solide collaborazioni. Questa nuova iniziativa artistica degli “Amici nell’Arte” vede protagonista un testo letterario che per sua propria natura si presta ad essere rielaborato artisticamente grazie alla intensa carica narrativa ricca di suggestioni e di spunti visivi, che si rincorrono seguendo il fluire di una narrazione originalissima e plurisfaccettata. Tutti gli artisti in mostra, provenienti da luoghi vicini e lontani, riescono con la propria cifra stilistica a creare percorsi onirici, a descrivere con segni e colori trame, visioni, desideri e paure. Ciò che muove lo spirito dell’artista verso la creazione e che permette di ottenere la giusta carica di genialità, è quanto di più segreto possa esserci nell’atto creativo. Una tensione che si mantiene viva dal momento in cui nasce l’ispirazione e procede, talvolta a fasi alterne, fino all’opera ultimata, essa è una sorta di codice segreto che segue delle regole proprie che, viste dal di fuori, possono apparire talvolta assurde. Le prospettive da cui si diramano le visioni e le interpretazioni del florido impero di Kublai Khan sono innu-

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merevoli tanti quanti gli artisti che si fanno cantori, al pari di Marco Polo, di sensazioni uniche. Un viaggio magnetico, in cui tutto quello che viene mostrato, in realtà cela dell’altro, “e come veramente sia la città sotto questo fitto involucro di segni, cosa contenga o nasconda, l’uomo esce da Tamara senza averlo saputo”. Tamara così come tutte le altre città narrate da Italo Calvino si fruiscono in una continua commistione tra reale e immaginato, tra vissuto e desiderato che prendono immediatamente forma nelle sculture, sulle tele, negli scatti e nelle numerose espressioni d’arte presenti nel percorso espositivo. Ammirando in susseguirsi le composizioni, si ha l’impressione di viaggiare di città in città e ogni nuovo luogo permette al viaggiatore di “ritrovare il suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più ti aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti”. Un percorso che al pari del volume può essere goduto tutto d’un fiato, catturando con un solo sguardo quei luoghi che creano connessioni, misteri, contraddizioni e puri incantesimi oppure si può fruire con la delicatezza pari ad una più lenta passeggiata, che possa permettere di assaporare i luoghi dell’arte.

Maria ROSSO Giornalista e Critico d’arte

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lasede

ESPOSITIVA Collegio dei Filippini L’ex Collegio di San Filippo Neri fu progettato dall’architetto agrigentino Simone Mancuso e costruito nel 1703 a sinistra della Chiesa di S. Giuseppe. Di esso si apprezza l’atrio con pozzo centrale dall’armatura di ferro e l’edificio a tre piani adiacente alla suddetta chiesa che si sviluppa lungo la “strada maestra” lungo la via Bac Bac. sua peculiarità è l’atrio con un pozzo centrale. L’edificio fu destinato a convento dei frati filippini. Dopo la soppressione dell’ordine, nel 1886 passò al comune. Nei primi del ‘900 ospitò l’istituto tecnico per geometri, mentre l’ala dell’edificio che dava sulla via Bac Bac, ospitava una scuola elementare. Negli anni ‘70 il piano terra fu sede di alcuni uffici del comune, mentre il piano superiore fu abbandonato. Divenuto ormai fatiscente, il collegio dei filippini rimase chiuso per molto tempo, sino a quando un’accurata opera di restauro conservativo lo restituii alla cittadinanza. Oggi sede di diverse mostre permanenti e temporanee, sono presenti quadri del Giambecchina, LoJacono, Politi e Santella. Le famose collezioni del Lojacono e del maestro Gianbecchina sono frutto di importanti donazioni, la prima da parte degli eredi del Sinatra, a suo tempo proprietario della stessa, la seconda da parte degli eredi dello stesso artista nativo della zona (Sambuca di Sicilia, 2 agosto 1909 – Palermo, 14 luglio 2001). L’ex Collegio ospita la pinacoteca d’arte antica, con tavole e tele realizzate tra il Quattrocento e il Settecento da fra’ Felice da Sambuca, fra’ Fedele da San Biagio, Giuseppe Cristadoro, Piero Novelli, Luca

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Giordano, Vincenzo degli Azani, Vincenzo Camuccini: uno straordinario viaggio nell’arte lungo cinque secoli. Sorprendente la galleria intitolata a Giuseppe Sinatra con oltre cento opere del pittore palermitano Francesco Lojacono (1838-1915) e dei suoi discepoli, capolavori del vedutismo ottocentesco che restituiscono la luce e i colori di una Sicilia scomparsa. All’ultimo piano opere di Gianbecchina e Philippone, Raffaello Politi, Tommaso Santella, interpreti della cultura figurativa dell’‘800 e del ‘900 (fra accademia e classicismo il Politi e art nouveau il Santella). Al piano terra un Presepe di Roberto Vanadia e i “Pupi” di Carmelo Guarneri.

Collegio dei Filippini Via Atenea 270 - Agrigento

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artisti

PARTECIPANTI

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✓ GIUSEPPEAGOZZINO

✓ MAURIZIOMONCADA

✓ MAIDÈAICARDI

✓ CONSTANTINNEACSU

✓ BALÁZSBERZSENYI

✓ FRANCESCOPELLICANÒ

✓ GIOVANNIBUTERA

✓ YLLIPLAKA

✓ LUIGICANEPA

✓ CARMELOPRESTI

✓ PIETRINACAU

✓ GIOVANNIPROIETTO

✓ GIUSEPPEDECARLO

✓ VARINIARODRIGUEZ

✓ MARIAPIADEMICHELI

✓ SILVIOROSSO

✓ FABRIZIAFANTINI

✓ CARMENSPIGNO

✓ ANNAMARIAGIRAUDO

✓ LUISATINAZZI

✓ GUROHÅKENSEN

✓ GIOVANNAUSAI

✓ ALVAROLOPEZ

✓ ANTONIETTAZAMPONI

✓ ROSAMAMMOLA

✓ NUCCIOZICARI

✓ CATERINAMASSA Le notazioni critiche poste a piè di pagina di ogni singola opera sono del critico d’arte e giornalista dott.ssa Maria Rosso.

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giuseppe

AGOZZINO Giuseppe Agozzino è nato nel 1950 ad Agrigento, città dove vive ed opera. pittore Italia

Ha completato gli studi artistici presso il Liceo Artistico di Palermo. È presente dal 1970 in diverse manifestazioni regionali e nazionali, riscuotendo consensi, premi e segnalazioni. Dal 1994 collabora con disegni per giornali, riviste e copertine di libri, come straordinario bozzettista ed autore di manifesti pubblicitari. Hanno scritto di lui: Ignazio Alessi, Giovanni Arcuri, Domenico Balletti, Nunzio Beddia, Vito Bianco, Margherita Biondo, Giuseppe Burgio, Toto Cacciato, Francesco Carbone, Andrea Carisi, Matteo Collura, Nicolò D'Alessandro, Francesco Gallo, Aldo Gerbino, A.M. Iacono, A. Marsala Di Vita, Luigi Peritore, Rosetta Romano e Giancarlo Vigorelli.

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Zora è così, invade i ricordi con tutte le sue infinite peculiarità. Un condensato di magia nei tratti delicati e nei toni pastello selezionati dall’artista.


ZORA tecnica mista su carta cm. 31 x 45

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maidè

AICARDI Maidè Baffo Aicardi nasce a Genova, ove frequenta il Liceo Linguistico. pittrice / poetessa Italia

Inizia la preparazione artistica con il Maestro Aldo Cestino, insieme ad un piccolo gruppo formato nel C.C.A. (Circolo Culturale di Albaro), con cui tuttora mantiene regolari contatti per lavorare e confrontarsi. Pur dedicandosi di preferenza alla pittura ad olio, negli ultimi anni si unisce al Gruppo “PRISMA” seguito dalla nota pittrice e scultrice Auri Campolonghi e sotto la sua guida fa interessanti esperienze con altre tecniche artistiche. Attualmente la pittrice lavora con un gruppo di artisti nell’atelier di Renata Soro.

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Un gioco di cromatismi complementari come sfondo per un sogno da mille e una notte con dettagli minuziosi e preziosissimi.


OTTAVIA olio su tela cm. 100 x 90

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balázs

BERZSENYI Balàzs Berzsenyi è nato a Budapest (Ungheria) nel 1960. Si è diplomato alla Scuola d’Arte di Budapest nel 1990. Dal 1996 vive e lavora come scultore in Val Fontanabuona (GE) scultore Ungheria

Berzsenyi ha scelto, l’Italia, e nella fattispecie la Liguria, come sua dimora, affascinato dal clima, dal mare, dalla cordialità di alcuni amici e soprattutto dal “mito” dell’Arte italiana. Attirato dagli artisti del passato, quali Michelangelo, Leonardo e Donatello, ha lasciato la sua terra natia per affondare solide radici in questa regione “in bilico” fra il mare e le montagne. Da circa vent’anni abita infatti nel piccolo centro di Verzi di Lorsica, in Val Fontanabuona, nell’entroterra di Rapallo, a soli cinquanta metri dalla casa del suo amico e scultore Giuseppe De Carlo.

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Ha lavorato ad alcune opere in marmo ed in metallo per la nuova chiesa di Sant’Anna a Rapallo, ideata dall’architetto Luciano Maggi (in collaborazione con Cesare Lacca), che in realtà è già stata inaugurata alla presenza del vescovo diocesano Alberto Tanasini il 23 luglio 2016.

bersabea in video »

Lo scultore ha partecipato a varie mostre in diversi paesi e molte sue opere si trovano in parchi e musei in Ungheria, in Italia, in Spagna, in Francia e in Perù.

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La ricca e preziosa Bersabea è interamente ricoperta d’oro. L’artista rappresenta un solo volto della città celeste lasciando al pubblico il compito di andare oltre ed immaginarne il contraltare.


BERSABEA acciaio inox/bronzo/ottone cm. 100 x 100 x 40

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giovanni

BUTERA Giovanni Butera, nasce a Porto Empedocle nel 1955. pittore Italia

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Studia arte e architettura a Firenze, ma ritorna dopo un decennio nei suoi luoghi di origine, dove tutt'ora vive e lavora. La tavolozza di Giovanni è delicata ed i suoi lavori, che raffigurano il territorio e la cultura di questi luoghi, acquistano una valenza poetica davvero raffinata, quasi a voler raccontare sotto voce in punta di pennello le sue passioni, i suoi sentimenti e il suo vissuto.

A Valdrada si è subito colpiti dal grande lago che ha il potere di catturare sulla sua superficie abitanti e strutture. L’artista riesce a restituirne in arte la stessa sensazione grazie ad un sapiente gioco di riflessi.


VALDRADA acrilico su tela cm. 70 x 90

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luigi

CANEPA Nato a Genova Voltri il 1° novembre 1941, lo scultore Luigi Canepa vive ad Albissola Marina ed ha lo studio a Valleggia di Quiliano (SV), in via Briano. pittore Italia

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È un artista “a tutto tondo”. Dalle sue opere traspare infatti quella naturale attitudine manuale e creativa, indispensabile ad ogni scultore, attitudine che lui ha scoperto molto presto nella sua vita quando, ancora ragazzino, scolpì un grosso tronco di palma trascinato dal torrente vicino alla casa natia per farne una canoa. Più tardi, tuttavia, la sua attività artistica si è avviata attraverso la pittura. I soggetti erano paesaggi o nature morte con impronta post espressionista. Ma fu la frequentazione dell’Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova a riscoprirlo scultore, affascinato anche dallo studio dei grandi maestri del novecento: Brancusi, Archipenko, Moore, ... Le sculture di quel periodo vengono realizzate in acciaio, così come il primo monumento “Pace e libertà fra i popoli” (1981), collocato in una piazza di Genova Sestri Ponente. Ben presto il fascino di scolpire il marmo e, successivamente, anche altri materiali quali bronzo, legno, cemento, vetro resina, cartone ed alcuni inconsueti come il sapone, lo cattura per non più abbandonarlo e lo conduce alla realizzazione di monumenti e opere pubbliche.

Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia ed all’estero e ha partecipato a simposi di scultura con realizzazione di opere in pietra, collocate poi in spazi pubblici.

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Una insolita commistione tra la solida immutabilità tipica della tecnica scultorea unita ad una superficie cangiante che regala effetti ottici sempre diversificati. Le tipicità della memoria.


ISIDORA scultura in tecnica mista cm. 106 x 70 x 16

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pietrina

CAU

Nata ad Olbia nel 1946, si è trasferita ad Alassio, in Liguria, sin dal 1958. Attualmente vive nell'entroterra ingauno, ad Ortovero, con il marito e le due figlie. ceramista Italia

Sin da giovanissima si è dedicata all’arte da autodidatta, esprimendo la sua vena creativa attraverso svariate tecniche pittoriche. Particolarmente attratta dal modellato, con il tempo ha sentito l’esigenza di perfezionare la sua tecnica, seguendo corsi di disegno e scultura.

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La tecnica Raku, che apprende nel 2002, le permette di sperimentare l’uso del colore in modo inusuale, ottenendo risultati che la soddisfano e le consentono di esprimere al meglio la propria originalità e fantasia. Ha partecipato a numerose collettive in Francia e in Italia.

Una composizione in cui, grazie ad una scelta stilistica perfettamente appropriata, ci si sente fisicamente immersi nel fluido ed inarrestabile moltiplicarsi degli abitanti di Procopia in un tempo infinito.


PROCOPIA Installazione 15 x Ø cm. 25

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giuseppe

DECARLO Giuseppe De Carlo nasce in Toscana nel 1952, a Montignoso, ai piedi delle Alpi Apuane. scultore Italia

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Dal nonno, cavatore, impara a conoscere il marmo e la sua lavorazione, ne coglie le emozioni e le storie, che porta con sè in Liguria, nella Fontanabuona, la valle dell’entroterra di Genova dove si estrae l’Ardesia. La pietra lo affascina, lo attrae, ma questa passione rimane latente fino al 1999, quando incontra lo scultore ungherese Balázs Berzsegnyi. I suoi insegnamenti risvegliano in lui le antiche emozioni e soprattutto gli forniscono gli strumenti teorici e tecnici necessari. Si avvicina alla pratica della scultura nella Cava-Laboratorio dell’Ecomuseo dell’Ardesia di Cornia di Moconesi (GE), nella Valfontanabuona, dove passano anche artisti provenienti da diverse parti del mondo in un proficuo confronto-scambio di esperienze artistiche.

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É così che prende l’avvio l’Associazione Culturale Liguria-Arte “La Pietra Nera” che organizza importanti manifestazioni sia in Italia che all’estero.

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Funi, catene e passerelle sul vuoto. Un equilibrio che necessita di alcuni elementi saldi e dall’intrinseca forza millenaria che l’artista ha sapientemente selezionato nel legno e nello splendore del marmo bianco di Carrara.

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OTTAVIA marmo bianco di Carrara 5 anelli da cm. 19 x 32 x 4,5

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mariapia

DEMICHELI pittrice Italia

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Nata a Genova nel 1941, ha manifestato fin da giovanissima l’interesse per il disegno e la pittura iniziando da autodidatta a realizzare dipinti frequentando per alcuni anni lo studio di una pittrice svizzera. Abbandonato questo percorso a causa di un lavoro molto impegnativo, ma documentandosi continuamente su pubblicazioni specialistiche, dopo moltissimi anni inizia a frequentare lo Studio della scultrice ed insegnante d’arte Alda D’Alessio dalla quale apprende le più importanti tecniche pittoriche. L’amore per le arti figurative e per gli accadimenti sociali del nostro tempo la spinge a dipingere l’umanità nei momenti surreali della propria esistenza in senso scenografico iniziando nel 2004 a partecipare a varie mostre e concorsi italiani ed esteri.

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Il racconto di un sogno irraggiungibile. Un paesaggio notturno rischiarato dalla luna, uno spirito libero che avanza nel mondo con la leggerezza di un passo di danza. Una resa visiva realistica, bilanciata ma non per questo banale.


ZOBEIDE olio su tela cm. 60 x 70

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fabrizia

FANTINI Fabrizia Fantini è nata a Genova nel 1969. Frequenta il Civico Liceo Artistico Nicolò Barabino e l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova dove si diploma nel 1991. ceramista Italia

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Dal 1994 al 1999 si occupa di didattica museale presso il Civico Museo di Archeologia Ligure Villa Durazzo Pallavicini (Genova) curando graficamente numerose pubblicazioni e manifestazioni e l’allestimento di nuove sale espositive e mostre temporanee: 1996 Guida per il Museo; 1997 opuscolo e copertina per il video “I primi secoli di Genova”; 1998 allestimento mostra “Provenienza sconosciuta”; 1999 progettazione grafica catalogo, pannelli interni al percorso, immagine coordinata ed advertising della mostra: “Io vivrò per sempre”, Palazzo Ducale, Genova. Segue alcuni corsi di ceramica presso la scuola comunale di Albissola. Nel 2000 collabora con il Centro Didattico del Settore Musei del Comune di Genova ed il Museo d’Arte Moderna Raccolte Frugone Villa Grimaldi Fassio, progettando l’attività didattica “Laboratorio sul pittore Armando Spadini”, argomento la pittura del ‘900 e l’arte del ritratto. Nello stesso anno cura l’allestimento e la conduzione del laboratorio didattico di ceramica precolombiana in collaborazione con il Museo Etnografico Castello D’Albertis di Genova in occasione della mostra “Tiwanaku, Città Eterna delle Ande”, Palazzo Ducale; attività che verrà attivata da novembre 2000 a maggio 2001 presso il Museo di Sant’Agostino di Genova. Nel 2001 si specializza presso lo studio del maestro Romano Ranieri a Deruta (Perugia) nell’apprendimento della tecnica della maiolica. Dal 2002 opera nel suo studio a Santa Margherita Ligure.

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L’acqua come vita in un incedere continuo di scrosci. Percorsi fluidi che divengono vie, luoghi da fruire nello scorrere del paesaggio unico di Smeraldina.


SMERALDINA refrattario, ossidi, vetrina e vetrofusione cm. 35 x 35 x 55

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annamaria

GIRAUDO pittrice Italia

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Annamaria Giraudo, nata a Torino, ha seguito l’atelier del pittore Piero Fonio (uno dei primi allievi di Felice Casorati), dal quale ha appreso le basi necessarie che l’hanno portata ad esprimere la sua pittura in modo razionale e al tempo stesso poetico. La ricerca, in questo senso, é passata attraverso tutte le tecniche: dal rigoroso disegno, alle xilografie, alle tempere, all’olio e agli acquarelli, per i quali realizza campiture coraggiose anche di dimensioni apprezzabili. La luce da elemento fisico si tramuta in elemento spirituale e riesce a trasmettere un meraviglioso senso di leggerezza, di levità e di sogno. Una sensazione che si rinnova in ogni opera e che ha una sua propria atmosfera incantata. Ha iniziato ad esporre nel 1978 in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere si trovano in collezioni private a Torino, Milano, Genova, Napoli, Roma, Ginevra, Monaco, Parigi, Amburgo, Londra, Marsiglia, Bruxelles, Las Vegas. Hanno scritto di lei giornalisti e critici quali Pier Paolo Benedetto, Giuliano Camporese, Sisi Cazzaniga, Massimo Centini, Mario Contini, Angelo Dragone, Anita Ferrando, Albino Galvano, Aldo Ghidetti, Paolo Levi, Gian Giorgio Massara, Angelo Mistrangelo, Enza Pesaro, Rosanna Roccia, Adalbero Rossi, Aldo Spinardi, Donatella Taverna, Giovanni Viarengo.

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Una melodia composta da sinuosità, un inno alla femminilità in tutte le sue sfaccettature. Note e dettagli che impreziosiscono la composizione.


ARMILLA tecnica mista (acquarello su carta intagliata) cm. 70 x 86

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guro

HÅKENSEN Guro Håkensen, pittrice norvegese, nasce ad Oslo nel 1969. Le sue origini portano alle indomite isole di Lofoten e la selvatica natura del Nord. pittrice Norvegia

La tecnica applicata nei suoi lavori rispecchia la semplicità e la trasparenza della sua cultura. Nelle opere realizzate prevale la tecnica mista, pochi i colori, spesso anche sfumati, e spesso riducibili ad uno solo. I materiali utilizzati sono naturali e grezzi, come la juta, la sabbia, il cartone, lo stucco ed il carboncino. La figura rappresentata, quasi sempre femminile, è fortemente sensuale, ma dolce, ed esprime una grande forza interiore. Da una decina di anni l’artista vive in Italia, in Liguria, nella verde cittadina di Garlenda. Ha presentato diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

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Frammenti di tessuto testimonianze di un passato che rivive attraverso il tratto e lo sfumato sulla juta. Sullo sfondo nero grazie all’argenteo astro notturno viene rischiarata una città intenta ad inseguire i propri sogni.


ZOBEIDE tecnica mista cm. 70 x 100

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alvaro

LOPEZ Alvaro Lopez nasce a Lima, in Perù, nel 1998. pittore Perù

Trasferitosi da quattordici anni con la famiglia in Liguria, ad Alassio, il giovane Alvaro ha sempre dimostrato un grande interesse per il disegno e la pittura. Ha frequentato la Scuola d’Arte Statale di Imperia, approfondendo le conoscenze teoriche e pratiche in questa disciplina. I suoi lavori rispecchiano un universo tutto suo. I materiali utilizzati sono l’acrilico, la cenere di sigarette, la cera e molto spesso il sangue diluito con lacrime.

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Il suo stile richiama i segni grafici decisi e ricchi di colore del mondo contemporaneo, tendendo spesso a rappresentare la parte macabra e triste di una normale vita quotidiana. Il giovane è una new-entry del Circolo “Amici nell’Arte” ed una promessa del panorama artistico contemporaneo.

Anime in movimento su un paesaggio straniante composto da cromie pastello. Tutto ciò è reale o si tratta delle forme che il caso e il vento danno alle nuvole su un cielo tinto dal tramonto?


TAMARA acrilico su tela cm. 100 x 70

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rosa

MAMMOLA Rosa Mammola è nata ad Albenga nel 1960 e dopo il Liceo Scientifico ha maturato un’importante esperienza lavorando per cinque anni nel settore della grafica pubblicitaria. pittrice / artista del vetro Italia

In seguito ha frequentato una scuola di arredamento, antiquariato e arte moderna a Genova, un corso di ceramica Raku con l’artista Jean Santilly ad Urbino e un corso di modellato e pittura su ceramica ad Albissola Marina. Impara la tecnica della pasta vitrea e la tecnica delle vetrate Tiffany. Rosa Mammola decide in seguito di aprire un proprio laboratorio ad Albenga per dedicarsi all’attività autonoma e nasce così la sua passione per il vetro.

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Rosa Mammola inizia dipingendo il vetro e la ceramica, ma comincia subito a sperimentare la tecnica del vetro fuso con i forni elettrici. Dopo qualche anno, nel 1991, Rosa Mammola si trasferisce nel cuore del centro storico di Finalborgo, in uno spazio che le consente di sviluppare contemporaneamente la propria creatività artistica e il lavoro, più quotidiano ma non meno rilevante, dell’artigianato vetrario per oggetti d’uso, vetrate decorate e lampade d’arredo, anche su commissione. La tecnica del Glass Fusing rimarrà la principale fino ad oggi, nonostante negli anni abbia sperimentato molti altri materiali. Negli ultimi anni particolare attenzione è stata rivolta alla creazione di lampade per la casa ed i negozi, su ordinazione di privati e anche di architetti.

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Uno spazio che vive attraverso la sostanza di materiali tanto diversi che, proprio come la città di Calvino da cui l’artista trae ispirazione, risultano perfettamente convergenti nel creare un paesaggio da favola.


DESPINA tecnica mista (carta, plastica, juta, vetro e stoffa) cm. 104 x 60

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caterina

MASSA ceramista Italia

Caterina Massa, savonese di nascita, si è sempre dedicata al disegno e alla pittura, pur avendo una formazione umanistica letteraria. La sua attività espositiva è iniziata nel ’90 con pittura di tipo figurativo, per passare poi alla ceramica. Le sue opere si contraddistinguono per una “composizione geometrica”, costituita da linee curve o rette in cui gli spazi sono ricchi di colore. Dopo aver operato in diverse proiezioni estetiche prevalentemente rivolte allo studio del paesaggio, in stile figurativo geometrico, ha iniziato un processo di astrazione, con evidenti connotazioni simboliche, espresso in un linguaggio essenziale, che attraverso la semplificazione delle forme giunge direttamente al messaggio emotivo.

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La sua attività artistica, fatta di ricerca e di sperimentazione, vede diversi momenti fondamentali ed evolutivi. All’inizio la pittura ad olio, poi l’incontro con la ceramica, che la veicola verso l’astratto. La materia prediletta è la creta per le trasformazioni che suggerisce. L’ideazione, la manualità, la creazione delle opere si completa nella magica tecnica del raku che, attraverso il sorprendente percorso di lavorazione, le procura forti emozioni. Nel 1999 dà vita a Cisano sul Neva ad un laboratorio di ceramica, punto di riferimento per la sua attività e attorno al quale ruotano numerosi amici ceramisti. Molti suoi lavori sono in collezioni private in Italia e all’estero, alcuni si trovano in permanenza in vari musei. Vive e lavora sia a Savona, sia a Cisano sul Neva (SV), ove ha il laboratorio di ceramica.

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Una infinità di scelte possibili per Fedora, racchiusa nel suo magico cerchio carico di speranze tra cui la principale, il coraggio di divenire reale.


FEDORA tondo in ceramica raku Ø cm. 60

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maurizio

MONCADA Maurizio Moncada nasce a Vittoria, in provincia di Ragusa, nel ‘59. Nel 1960 la sua famiglia si trasferisce in Valle d’Aosta. Attualmente risiede a Saint-Vincent e lavora ad Aosta. fotografo Italia

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La sua ricerca artistica inizia all’età di 12 anni, attraverso la pittura ad olio, ma la sua formazione prosegue tutt’ora, principalmente con lavori estemporanei di paesaggi, perseguendo un tratto vicino allo stile impressionista. Una riconoscenza particolare va all’amico Pino Albanese, che fin da giovane lo ha spronato a dipingere, ed al maestro Gabriel Girardi, che gli ha dato la possibilità di formarsi sotto la sua ala e che lo ha seguito per diversi anni. Successivamente, per arricchimento artistico, si è anche approcciato alla scultura in legno frequentando per cinque anni il corso tenuto a Saint-Vincent dai maestri Loris Zendri e Roberto Chiurato. Da molti anni si è appassionato alla fotografia, hobby che nasce per affinità artistica. La fotografia è una forma d’arte. La luce è un elemento chiave al momento dello scatto. La luce ha quantità, qualità, direzione e colore. La sua fase inconsapevole inizia nel 1975 con una macchina totalmente manuale. Sperimentando la stampa delle proprie foto in bianco e nero, passa con gli anni a diverse macchine fotografiche, qualitativamente migliori. Nel 1984 il suo primo riconoscimento ad un concorso fotografico. Al momento utilizza una reflex digitale full frame Nikon D 700, ma, durante le uscite estemporanee, una G12 compatta Canon, che utilizza come “block notes”. In ambito fotografico parlando è molto riconoscente a due amici, grandi maestri, che hanno contribuito alla sua formazione: Michele Vacchiano e Roberto Gandoli.

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Sebbene i fili di Ersilia non siano visibili in questo scatto, è facile individuare i legami strettissimi tra gli elementi naturali della composizione che il fotografo ha voluto restituirci.


ERSILIA stampa fotografica fine-art su pannello forex cm. 70 x 50

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constantin

NEACSU Constantin Neacsu nasce il 27 luglio 1952 a Bran (nel distretto di Brasov) in Romania, nella regione storica della Transilvania. pittore Romania

Dopo gli studi presso il Liceo d’Arte di Targu Mures, nel 1975 si è laureato in pittura all’Università di Belle Arti di Cluj-Napoca, in Romania. Successivamente, attraverso un rigoroso iter richiesto dal suo Paese, ha ottenuto il riconoscimento di Artista Professionista, divenendo membro dell’U.A.P. – Unione degli Artistici Plastici della Romania.

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Giovanissimo, si avvia alla carriera artistica portando avanti un’intensa attività espositiva, che lo ha visto presentarsi sia in mostre personali che in eventi artistici di rilevanza nazionale ed internazionale. Ha inoltre partecipato, come artista ospite e come organizzatore, a numerosi simposi, tra i quali, nel ’90, per conto del museo Nicolae Balcesco, in Romania. La sua ricerca muove dalla consapevolezza di un’armonia presente nel cosmo e in ogni suo aspetto. Realizza opere pittoriche e grafiche, nelle quali la struttura materica e astratta si affiancano e si sdoppiano dialogando. Accanto alla produzione pittorica, si dedica alle opere su carta, dove il segnico-cromatico diviene gesto e scrittura.

Attualmente vive e lavora Italia, in Liguria.

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Volare su una terra lontana e sconosciuta osservando dall’alto qualche luce qui e là, la vita che scorre. Un magnete per sguardi e pensieri.


IRENE tecnica mista su tela cm. 160 x 100

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francesco

PELLICANÓ Francesco Pellicanò nasce nel 1956 ad Aosta, città nella quale attualmente vive e lavora. fotografo Italia

Le sue grandi passioni nella vita sono la musica e la fotografia. La musica è rappresentata nel suo caso dalla batteria, strumento con il quale convive da più di 40 anni. La fotografia è invece un hobby che pratica da un tempo relativamente breve, ma che ha approfondito in particolare negli ultimi cinque anni, essendo passato da fotocamere user-friendly ad una fotocamera reflex professionale. Come per la batteria, che suona ad “orecchio”, anche per la fotografia si tratta di una passione e di un hobby... Si documenta molto su riviste specialistiche del settore e cerca di fare pratica sul campo, ma non ha mai seguito corsi o partecipato a stages, cosa che prima o poi confida di fare.

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Il suo interesse è rivolto prevalentemente alla fotografia naturalistica, ma è molto curioso e cerca anche situazioni diverse, frangenti di vita quotidiana, albe, tramonti, panorami. Di certo l’ambito nel quale vie, le montagne e le bellezze valdostane, lo aiutano a catturare immagini fra le più interessanti e spettacolari. Essendo molto critico con se stesso, si considera sempre un “apprendista” della fotografia, per questo motivo si rivolge a volte ad amici e conoscenti per avere pareri e soprattutto critiche costruttive, in modo da potersi migliorare.

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Il presente dialoga con il passato, echi di millenni sussurrati dai ruderi in un costante avvicendarsi di parole ed emozioni per l’eternità.


MELANIA stampa fotografica fine-art su pannello forex cm. 44 x 50

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ylli

PLAKA Nato a Tirana Il 4 Gennaio 1966, nella stessa città si diploma in scultura e ceramica all’Accademia di Belle Arti dove ha seguito i corsi dello scultore Thoma Thomai. ceramista Albania

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SI trasferisce in Italia nel 1991. Vive e lavora a Savona. Ylli Plaka è uno dei pù interessanti scultori in ceramica del panorama italiano. Negli ultimi anni le sue opere hanno conosciuto un costante e crescente interesse di pubblico e di critica. Il suo modo di scolpire e modellare e inconfondibile, così come l’attenta analisi delle forme e dei loro significati. Le sue opere entrano in comunicazione diretta con chi le osserva, rimandando ad un universo al tempo stesso arcaico e attuale. Della sua attività artistica si sono occupati critici e giornalisti tra cui Maria Teresa Castellana, Michele Casadio Jr, Silvia Campese, Luciano Caprile, Mario De Micheli, Francesco Dufour, Silvano Godani, Sergio Fantaguzzi, Sandro Lorenzini, Giovanni Lunardon, Anna Maroscia, Ferdinando Molteni, Nalda Mura, Simona Poggi, Carlo Prosperi, Annamaria Saldini, Viviana Siviero, Massimo Trogu. Durante la sua fiorente attività, ha esposto nelle più importanti gallerie, sia in Italia che all’estero.

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Il privilegio di crescere in leggerezza è quanto regala la luna agli abitanti di Lalage. In terracotta finemente smaltata, questo astro notturno sembra perso in profondissimi sogni donando con il suo chiarore grandi benedizioni.


LALAGE terracotta smaltata Ø cm. 24

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carmelo

PRESTI Carmelo Presti (in arte Kà) nasce tempo fa a Porto Empedocle. Impegnato culturalmente, sin da giovane trova naturale inclinazione per l’arte in tutte le sue espressioni. pittore Italia

Le arti figurative divengono la sua passione praticata, la sua via di fuga dalla professione, ma sempre in continuo fermento, giungendo nel tempo ad un modo plastico di deporre la materia, che definisce un prototipo di “altre cose”, una forma, forse, di astrattismo talvolta fine a se stesso, spesso concettuale, che non trova ancora una più aderente definizione, trattandosi di opere fuori dai canoni e di particolare tecnica esecutiva. La libera professione ne ha contenuto l’impegno artistico, ma non è rimasto indenne al suo richiamo. Abbandona presto il figurativo ed i materiali convenzionali, allontanandosi dalla rappresentazione oggettiva, orientandosi verso una personale proposizione mediante l’innesto di materiali “che nel tempo aveva accumulato convulsamente”, materiali dei quali ama dire “… che un tempo si sarebbero fatti ritrovare” … così come è stato e, fin quando potrà essere, sarà. La sabbia, le lave vulcaniche, la marna, le resine, i pigmenti, le vernici aggreganti ed i colori acrilici, misti a fibre naturali, sono gli elementi usati nelle sue opere, lavori che si traducono in rappresentazioni allegoriche di cieli improbabili, territori stilizzati in landscape fantastici, il tutto, spesso con una personale metafora intima e, talvolta, con un sottile erotismo che trasuda dalle trasparenze spontanee. La materia, quindi, diviene valore aggiunto di se stessa, che, così deposta, eccita, principalmente, il suo istinto tattile. Kà ha partecipato a diverse mostre, e le sue opere e le sue sculture sono in diversi Enti pubblici e collezioni private.

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Presti più che scegliere una sola delle città narrate da Calvino va alla ricerca dell’essenza della città stessa, con le sabbie e le fibre naturali che di fatto compongono la sua cifra stilistica.


LA CITTÀ INVISIBILE sabbia, sabbia lavica, fibre vegetali e vernice su compensato cm. 25 x 74 (particolare)

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giovanni

PROIETTO Giovanni Proietto è nato ad Hannover, in Germania, nel 1971, ma da anni è residente a Realmonte. Ha studiato presso l’Accademia delle Belle Arti “Michelangelo” di Agrigento. pittore Italia

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Pittore colorista che predilige la materia, i suoi lavori in gran parte sono delle tecniche miste. Utilizza con disinvoltura tutto ciò che gli passa sotto mano: dalla carta, tessuto gomma, gadget vari e colori di vario genere. Ha esposto in diverse collettive, fra le quali “Made in Sicily”, Galleria d’Arte Moderna Le Ciminiere, Catania - Albergo dei Poveri, Palermo, a cura di Nicolò D’Alessandro (2011); “Nei Luoghi di Regalpietra - Omaggio a Leonardo Sciascia”, Castello Chiaromontano, Racalmuto (AG) (2012); “Il quinto Re Magio”, Galleria A Sud Artecontemporanea, Realmonte (AG) (2012); “Quest’ora su tutte le ore - un presepio di 11 artisti”, Complesso della Chiesa di San Massimiliano, Palermo, a cura della Galleria L’Altro Artecontemporanea (2012/13); “I Colori della Costituzione - Una marina di libri”, Società Siciliana per la Storia Patria - Complesso dei Domenicani, Palermo, a cura della Galleria L’Altro Artecontemporanea (2013). Fra le personali spiccano “Entroterra” (2000) e “A volte… Favole e balocchi” (2002), entrambe presso la Galleria L’Altro Artecontemporanea, Palermo; “Mare Nostrum”, P.R.A.M., Realmonte (AG) (2005) e “Mater”, Galleria L’Altro Artecontemporanea, Palermo (2009).

Con l’apertura di una propria galleria d’arte, Giovanni Proietto ha giocato il ruolo di “catalizzatore artistico” in un ambito ricco di creatività ed inventiva, raccogliendo intorno a sé un cospicuo numero di validi artisti ed amici (uno fra tanti il conosciutissimo ed eccentrico Tano Di Mora) che, nel corso degli anni, hanno esposto la propria arte e le proprie idee nell’atelier realmontino.

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I sentori di limoni mediterranei sfilano su colori densi e pastosi tipici dello stile inconfondibile di Giovanni Proietto, mentre sullo sfondo le influenze arabe si rendono manifeste con architetture specifiche.


IPAZIA olio, acrilico, stampa e carta su m.d. cm. 65 x 128

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varinia

RODRIGUEZ pittrice Venezuela

Varinia Rodriguez nasce nel 1970, con origine venezuelane, ma risiede stabilmente da tempo in Svizzera. Ha il suo atelier a Tenero, nel Cantone Ticino. Ha frequentato la Scuola di Belle Arti a Mérida, in Venezuela. Da sempre ha preferito esprimere il suo spirito artistico tramite le stampe, specificamente la stampa “collografica”, tecnica tanto versatile quanto innovativa. Essa consiste nel riunire su un supporto, per mezzo di collage, diversi materiali, in modo da avere una lastra adatta ad essere inchiostrata e stampata. Questo metodo le permette di abbracciare il lato ludico del suo essere e gioire alla visione del risultato finale.

Ogni sua stampa è composta, a seconda della loro grandezza, da diversi pezzi, dove ognuno di questi, volendo, può essere preso come una stampa a sé. Il risultato è sempre una sorpresa interessante… tanto per l’artista stessa, quanto per coloro che potranno ammirare i suoi lavori. Ha esposto presso la Biennale Studenti della Universidad de los Andes, a Mérida (Venezuela), presso la Biennale Internazionale di “Minigrabados” a Barcellona (España), il III Salone di Arti Visuali “Ramiro Najul”, Galleria la Otra Banda, a Mérida (Venezuela), “Chiassoespone”, Ticino (Svizzera). Sempre in Svizzera, a Tenero, ha presentato la mostra “Forme e colori che parlano “ ed ha preso parte alla mostra “Ulisse ‘69”, organizzata dagli “Amici nell’Arte” presso la Fortezza del Priamar, a Savona.

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Un foglio importante piegato per bene e messo in tasca con cura per non dimenticarne il prezioso contenuto. Sono le pieghe di questa collografia più ancora del soggetto, a rievocare il tema del ricordo e alla memoria.


MAURILIA collografia 2 x cm. 112 x 38

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silvio

ROSSO pittore Italia

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Silvio Rosso espone le sue opere sin dal 1958. È stato promotore culturale in Cuneo con lo “studioerre” dal ‘71 all‘81 ed oggi, a far tempo dal 2009, in Demonte con l’associazione culturale “Amici di Demonte”. Come pittore si è dedicato a esperienze figurative approdando verso la metà degli anni sessanta alla pittura astratta ed informale. Dopo una parentesi concettuale (1971-1974), dal 1975 inizia con le sperimentazioni metamorfiche sulla materia cromatica: l’evento pittura si manifesta dopo una lunga e lenta trasformazione. È l’autogenesi della pittura, è pittura d'attesa con l’emozione del divenire e la sorpresa della sua epifania. Opere di questo periodo che dura fino al 1982 sono Hamlet, Scacchiere, Paludi. Dopo una parentesi nella produzione negli anni ottanta, riprende la sua ricerca con varie serie pittoriche, di cui la prima s'intitola “Oltre la palude” e l’ultima “Muri”. Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Numerosissime esposizioni a partire dalla personale alla Promotrice di belle Arti a Torino nel 1966, per giungere alle esposizioni torinesi del 2016 (“Hamlet” nel Mausoleo della Bela Rosin, a cura di Maresa Barolo e “Per una poetica della materia” nell’ Officina 500 di Torino e a Demonte (Cuneo) “Il volo del segno” a cura di Marisa Vescovo. Moltissime le testimonianze sulla sua pittura da parte di critici, poeti e estimatori.

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Lo spirito di Olivia tende a dare spazio alla libertà e alla bellezza. Una città fuligginosa e difficile da definire che trova in quest’opera istintiva e gestuale la sua più chiara rappresentazione.


OLIVIA tecnica mista su tavola cm. 49,5 x 91,5 (particolare)

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carmen

SPIGNO Carmen Spigno nasce a Diano Marina, in Liguria. pittrice Italia

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Ha studiato disegno e pittura presso il Centro Italiano Artistico Culturale di Imperia, sotto la guida del maestro Giuseppe Balbo. Fondamentale è stato nel 1997 l’incontro con il pittore genovese Andrea Bagnasco, fondatore del “Gruppo delle Terre”, che segna una svolta nella sua pittura, indirizzandola verso nuove ricerche cromatiche e stilistiche. Da allora si dedica alla pittura con i pigmenti e le resine naturali, portando avanti una continua ricerca sulle tracce e i segni che essi lasciano sui diversi materiali, quali carta, legno, tela, sacco, vetro, metallo, ardesia… Critici e giornalisti hanno scritto di lei, fra i quali W. Accigliaro, L. Caprile, C. Paternostro, E. Cerruti, S. Bottaro, U. Ronfani, C. Orlando, F. Molteni, A. Fontana, R. Valentini, W. Meixner, M. Scavuzzo, C. Cormagi, F. Gallea, P. Gioia, G. Folco e P. Valdiserra. Il 27 dicembre 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” per meriti artistici. L’artista vive e lavora a Garlenda in Liguria, dove ha l’atelier e la mostra permanente.

La forza straordinaria dei pigmenti naturali che esplodono sulla tela creando una ricerca artistica unica atta a scoprire le profonde radici del mondo e l’essenza della vita dell’uomo.


ARGIA terre e resine naturali su tela cm. 140 x 100

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luisa

TINAZZI Incisore Italia

Luisa Tinazzi nata a Povegliano V.se ove risiede, incisore e pittore, ha seguito corsi di educazione artistica (pittura ad olio, acquerello ed incisione-calcografia) al -CEA- in Villafranca e successivamente i corsi liberi di incisione (calcografia) all’Accademia di Belle Arti ‘Cignaroli’ di Verona. Opera principalmente attraverso le tecniche dell’acquaforte, dell’acquatinta, della punta secca, non trascurando di provare anche nuove tecniche sperimentali. È iscritta al Club Amici nell’Arte (www.amicinellarte.it), fa parte dell’ ACIV Associazione Culturale Incisori di Verona (http://incisoriveronesi.blogspot.it/) e del club dell’incisione ‘Venezia Viva’.

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Ha partecipato a mostre e concorsi di incisione in Italia e all’estero.

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Un lago, un occhio, una città che si riflette sdoppiandosi. Molti elementi ma tracciati in modo naturale ed elegante, per un’opera incisoria che lascia trasparire un notevole talento.


VALDRADA incisione ad intaglio e punta secca matrice mm. 632 x 435 / foglio cm. 70 x 50

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giovanna

USAI quilter Italia

Giovanna Usai nasce a Cagliari il 18 Ottobre 1947. Vive ad Alghero (SS) sino al compimento del diciannovesimo anno di età. Si trasferisce a Firenze per frequentare l'università sino a conseguire nel 1972 la laurea in Architettura. Dal 1973 ad oggi vive, con il marito in Liguria ad Alassio (SV). Insegnante di scuola media, ora in pensione, dedica molto del suo tempo libero all'arte tessile. Ha insegnato nella scuola media statale dal 1980 al 1996 e da allora tutto il suo tempo libero l'ha dedicato alle stoffe. Per Giovanna Usai è stato fondamentale l'incontro con Quilt Italia, Associazione Nazionale Italiana per chi si dedica al settore Patchwork e Quilting, l'associazione a cui è iscritta dal 1998.

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Autodidatta, ha comunque avuto modo di perfezionare le tecniche di taglio e cucito grazie alla frequentazione con amiche e artiste conosciute attraverso la rete e con cui nel tempo ha costruito rapporti di amicizia fraterna e condivisione. Occasionalmente è stata invitata a tenere corsi annuali sulle tecniche di base per il patchwork sia presso l'Università delle Tre Età di Alassio che presso il comprensorio didattico di Finale Ligure (SV). Ama le creazioni contemporanee e trapunta a macchina in free motion. Partecipa a numerosi concorsi e mostre in Italia e all'estero ottenendo gratificanti consensi. Dal 2003 è iscritta al Circolo Artistico-Culturale Amici nell'Arte con sede a Garlenda (SV). Il suo laboratorio è aperto a chi voglia condividere con lei momenti di creatività artistica o elaborazione di tecniche sperimentali.

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Più di una città, un microcosmo vitale prende forma dalle mani sapienti dell’artista che grazie ad impunture spiraliformi e fortemente decorative, unifica in una sola grande narrazione tessuti diversificati con grande abilità.


ZOE quilt cm. 200 x 100 (particolare)

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antonietta

ZAMPONI Antonietta Zamponi è nata a Genova e qui vive da sempre, ultimogenita di una famiglia unita e numerosa. pittrice Italia

Ha compiuto gli studi commerciali, mantenendo sopito in sè l’interesse per l’arte che già respirava in casa guardando le Madonne dipinte dalla nonna, che si avvaleva dell'aiuto di suo padre nel ritoccarne gli occhi. E intanto le giungeva l’eco dello zio Tonino, che a Roma insegnava all’Accademia e restaurava la Sistina. Fatale e determinante è stato per Antonietta l’aver preso contatto con la Scuola di Disegno e Pittura condotta con abile maestria ed esperienza dalla Prof. Alda D’Alessio, che ha fatto esplodere in lei ciò che covava latente: scopre così la “Creatività” in tutte le sue sfaccettature e passo passo ciò le prende la mano e dalla grafica la conduce all’acquarello, alla china, all’incisione. C’è fantasia anche e soprattutto nell’improvvisazione: un’imprecisione può diventare il tocco dell’artista. Con lo studio e la pratica inizia a capire i movimenti che si sono succeduti all’impressionismo, cose che sino ad allora considerava un punto d’arrivo.

Allora la creatività ha cominciato ad elaborare i suoi dati “infiniti”: il colore, l’olio, le forme, le parole, i concetti, i collages che li esemplificano, le tecniche miste e chissà quante altre forme espressive ancora si possono raggiungere…

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La leggiadria di un passo di danza, l’eterno movimento della vita espresso attraverso tinte accese. Il rapporto armonico tra i toni genera luminosità in una realtà volutamente bidimensionale.


MORIANA olio su tela cm. 120 x 100

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nuccio

ZICARI Curiosità in una ricerca continua è una proprietà che da sempre lo caratterizza. fotografo Italia

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Fin da principio manifesta la sua poliedricità di interessi associando gli studi medici, che porta a compimento, all’amore per l'Arte. Agli esordi si dedica alle arti figurative, dal disegno alla pittura, ma in seguito il suo incontro con la fotografia fa si che questa diventi il suo strumento di comunicazione più congeniale. Da autodidatta studia meticolosamente la Storia dell’Arte e della Fotografia e ne perfeziona gli aspetti tecnico-comunicativi durante la sua permanenza a Milano, frequentando la Fondazione Internazionale per la Fotografia FORMA, la Nuova Accademia di Belle Arti NABA, l’Accademia di Fotografia JOHN KAVERDASH e la LEICA Akademie. È da sempre sostenitore della necessità di un confronto diretto e ravvicinato con la fotografia, così si confronta con molteplici soggetti e conosce vari autori che daranno un’impronta fondamentale nello sviluppo del suo stile e della sua personale visione fotografica. Il suo principale interesse è l'aspetto documentario della fotografia, che considera imprescindibile, sia nel racconto di storie brevi sia nei progetti a lungo termine.

La forza straordinaria di uno scatto che coglie gli aspetti poetici del decadimento. Attraverso ciò che è si può ripensare con nostalgia a ciò che era.


LALAGE stampa fotografica fine-art su carta cm. 77 x 77

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LE CITTÀ INVISIBILI Italo Calvino novembre 1972

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italo

CALVINO Italo Calvino nasce nel 1923 a Cuba, dove i genitori risiedevano e svolgevano la professione di agrotecnici. Quando ha solo tre anni la famiglia torna in Italia, a Sanremo, dove il futuro scrittore frequenta la scuola. Nel 1944 partecipa alla guerra partigiana, esperienza che lascerà traccia nelle sue prime opere. Nel dopoguerra Italo Calvino inizia a militare nel Partito Comunista Italiano e si iscrive alla Facoltà di Lettere a Torino, città in cui si trasferisce. Intanto pubblica qualche racconto in rivista e collabora con la casa editrice Einaudi, dove entra in contatto con i maggiori scrittori dell’epoca e con la quale pubblica nel 1947 il suo primo romanzo: Il sentiero dei nidi di ragno. Nel 1952 Italo Calvino pubblica Il visconte dimezzato, che insieme ai successivi Il Barone rampante e Il Cavaliere inesistente forma la trilogia dei Nostri antenati. Nel 1962 conosce la traduttrice argentina Esther Singer, che due anni più tardi diventerà sua moglie. Nel 1965 Calvino pubblica Le Cosmicomiche e qualche anno più tardi Ti con zero. Alla fine degli anni Sessanta si trasferisce a Parigi, dove inizia a frequentare il gruppo di scrittori dell’Oulipo. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, Italo Calvino pubblica le sue opere più importanti: Il castello dei destini incrociati, Le città invisibili, Se una notte d’inverno un viaggiatore e Palomar.

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Italo Calvino muore improvvisamente nel 1985, mentre stava lavorando alle Lezioni Americane, un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere quell’anno ad Harvard, ma che usciranno solo postume.

“Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” [“Le Città Invisibili”, Italo Calvino, novembre 1972]

L’AUTORE biografia

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lecittà

INVISIBILI Le città invisibili è un’opera di Italo Calvino pubblicata nel 1972 e fa parte del periodo combinatorio dell’autore, in cui è evidente l’influenza della semiotica e dello strutturalismo. Nella letteratura combinatoria centrale diventa il lettore, che si trova a “giocare” con l’autore, nella ricerca delle combinazioni interpretative nascoste nella sua opera e nel linguaggio stesso. Il punto di partenza di ogni capitolo è il dialogo tra Marco Polo e l’imperatore dei Tartari Kublai Khan, che interroga l’esploratore sulle città del suo immenso impero. Marco Polo descrive città reali o immaginarie, che colpiscono sempre più il Gran Khan. Il libro è costituito da nove capitoli, ma c’è un’ulteriore divisione interna: ognuna delle 55 città è divisa in base a una categoria (sono 11 in totale), dalle “città e la memoria” alle “città nascoste”. Il lettore ha quindi la possibilità di “giocare” con la struttura dell’opera, scegliendo di seguire un raggruppamento o un altro, la divisione in capitoli o in categorie, o semplicemente saltando da una descrizione di città a un’altra. Calvino stesso ha affermato, in una conferenza del 1983 alla Columbia University a New York, che non c’è una sola fine delle Città Invisibili perché “questo libro è fatto a poliedro, e di conclusioni ne ha un po’ dappertutto, scritte lungo tutti i suoi spigoli”. Le città descritte da Marco Polo diventano simbolo della complessità e del disordine della realtà, e le parole dell’esploratore appaiono, quindi, come il tentativo di dare un ordine a questo caos del reale. Perché ciò che Calvino vuole mostrare, come da lui stesso affermato alla fine del libro, è “l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme” e i due modi per non soffrirne: “Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper

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riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Ma queste città sono anche sogni, come dice Marco Polo: “tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un’altra”. La realtà perde la sua concretezza e diventa fluida e puramente mentale, si realizza nella fantasia. I temi affrontati sono diversi e vari: dal tema del ricordo e della memoria a quello del tempo, da quello del desiderio a quello della morte. Il ruolo e la sfida del lettore è riuscire a cogliere il “discorso segreto”, le “regole assurde” e le “prospettive ingannevoli” di queste storie. Deve cercare un suo ordine personale nella vasta materia dell’opera. Per Calvino è infatti il libro in cui ritiene di aver detto più cose, perché, come afferma nel capitolo sull’Esattezza nelle Lezioni americane, è riuscito a concentrare in un solo simbolo tutte le sue riflessioni, esperienze e congetture, costruendo una struttura sfaccettata in cui ogni breve testo sta vicino ad altri in una successione che non implica una consequenzialità o una gerarchia ma una rete entro la quale si possono tracciare molteplici percorsi e ricavare conclusioni plurime e ramificate. Nelle Città invisibili ogni concetto e valore si rivela duplice: anche l’esattezza.

“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

IL LIBRO riassunto e commento

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LAMERIDIANA***** Un po’ di storia… Alessandra ed Edmondo Segre sono gli appassionati proprietari de “La Meridiana Hotel & Golf Resort”, un piccolo grande gioiello di ospitalità... Situato in Liguria, a metà strada tra Monaco e Portofino, questo delizioso albergo di charme viene pensato e realizzato nel 1971 da Luisa Berto de Segre, pochi anni dopo che la sorella Teresa Berto de Galleani aveva realizzato il vicino campo da golf a diciotto buche, la bellissima Club House e le case che costeggiano il campo da golf. Tutto è progettato seguendo lo stile della vicina Provenza: grandi archi e tettoie, pietre a vista, tetti in coppi antichi, colori caldi e solari. La Meridiana – questo il nome scelto in onore dell’attiguo Castello del Carretto, detto “della meridiana” - apre le sue porte agli ospiti nel 1977 e già nel 1978 entra a far parte della prestigiosa catena francese Relais & Chateaux. Alessandra ed Edmondo, come padroni di una casa dove il lusso è fatto di accoglienza e attenzione per i dettagli, donano all'albergo un'eleganza personalizzata, carica di autenticità, condividendo con gli ospiti le loro passioni. La decorazione degli ambienti, la cura del giardino e delle piante sono le passioni di Alessandra e le graziose composizioni di fiori freschi non mancano mai nella hall e nel ristorante.

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Edmondo stupisce con la sua infinita carta di vini dove si trova una splendida collezione dei migliori vini italiani con rare annate dei vignaioli più famosi ed i nuovi più quotati produttori emergenti. Lo troverete sempre alla sera ad accogliervi al ristorante Il Rosmarino o al Bistrot per accompagnarvi alla scoperta della Liguria. Nato a Torino, Edmondo ama profondamente la Liguria e i suoi profumi, il sentore del timo, della salvia e del delicato basilico. Ricerca sempre i migliori prodotti sul mercato, gli artigiani locali, le tradizioni più antiche. Attento scopritore di talenti, dalla sua cucina sono passati Carlo Cracco, Kasten Heidsieck, Ernst Knam, Luigi Taglienti.

La Meridiana Resort & Golf Via ai Castelli 11 - Garlenda (SV)

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ARTECONTEMPORANEA La Galleria “A Sud Artecontemporanea” è una galleria d’arte inaugurata nella primavera del 2012 in una zona aperta e tranquilla del comune di Realmonte. L’atelier nasce da un’idea di Giovanni Proietto, pittore colorista, nato ad Hannover nel 1971, ma da anni residente a Realmonte. Da oltre un lustro Giovanni Proietto e la sua galleria giocano il ruolo di “catalizzatori artistici” in un ambiente ricco di creatività ed inventiva, riunendo intorno a questa realtà un cospicuo numero di validi artisti ed amici che, nel corso degli anni, hanno posto in mostra la propria arte e le proprie idee nello splendido atelier realmontino. Di fatto, nelle mostre che si sono ivi succedute, è stato possibile ammirare lavori qualitativamente pregevoli, realizzati con le più svariate tecniche e stili, dall’olio all’acrilico, fino a giungere alla scultura, alla ceramica ed alla fotografia. Anche Giovanni Proietto, in qualità di pittore ed artista, ha esposto nella propria galleria e, per quanto concerne il modo di esprimersi artisticamente, ha palesato la sua irrinunciabile predilezione per la materia. I suoi lavori sono infatti in gran parte delle tecniche miste. Ritornando alla realtà espositiva realmontina “A Sud Artecontemporanea”, intesa non soltanto come galleria, ma come “fucina” di idee ed ispirazioni, la stessa è aperta a scambi artistico-culturali con altre

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associazioni ed enti che operano nel settore delle arti visive e non solo, quali l’associazione ligure degli “Amici nell’Arte”, ideatori di codesta mostra. Questa mostra, ispirata al capolavoro “Le Città Invisibili” del grande scrittore Italo Calvino, ha avuto infatti un grande sostegno da parte della galleria e del suo titolare, ma anche l’adesione di molti artisti siciliani. A Giovanni Proietto quindi un sincero ringraziamento per la collaborazione offertaci durante questi mesi di organizzazione e preparazione della mostra, che ci auguriamo, riceva consensi e apprezzamenti da parte del pubblico.

A Sud Artecontemporanea Galleria d’Arte Via Rina 268 - Realmonte (AG)

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VIDEO ✓ “Calvino e le città Invisibili” - Servizio TG2 del 10.08.2018 ✓ “La Città Invisibile: il Cretto di Burri” - Servizio TG2 del 10.08.2018 ✓ “Bersabea” - Filmato dell’artista ungherese Balázs Berzsenyi

Materiale pubblicitario banner, invito, locandina, copertina cd e video

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è un catalogo d’arte a cura di Pascal McLee

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