Ladies and Gentlemen

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la D ies &

ge n t l emen

Mattia Morelli





LA SIRENA ARRICCIATA

Narravano di averla vista per davvero. Nessuno ne aveva mai visto la coda, ma le sembianze erano quelle di una sirena. Una figura mitologica si aggirava una notte al mese tra i mari di quell’isola, e proprio in quella notte la pesca era più ricca delle altre. Tutti i pescatori, così, l’aspettavano impazienti.


IL GIOVANOTTO ACCORTO

Erano giorni che aspettava, finalmente era arrivato il momento. Attendeva da troppo tempo ormai. Muto, non ne parlava quasi mai se non un breve accenno. Aria spaesata ma sempre ben presente, era sul pezzo ogni qual volta ce ne fosse bisogno. Ora toccava a lui fare il suo, tutto era pronto, provato e riprovato piÚ volte da tirar fuori all’occorrenza.




LA DAMA VENEZIANA

Autoritaria e fiera di sè, camminava sempre a testa alta. Prorompente e conturbante, secondo il vezzo di volere esser sempre al centro di ogni discorso e di ogni piazza, era bramata dai piĂš. Allo stesso tempo risultava dolce e sincera; una donna d’altri tempi si mormorava ed anche tra le altre era stranamente ben vista.


LUCIFERO L’UBRIACONE TENTATORE

Per quanto riguarda il bere, beveva forte e subito si notava. Colorito rosso, gote gonfie e andamento allampanato, ma appena iniziava a parlare non potevi non ridere. Ne raccontava di cotte di crude, e ne sapeva di tutto. Ridevi, ridevi a crepa pelle. Era coinvolgente e non potevi resistere al suo invito, lo accompagnavi e bevevi con lui.




‘ER MANNO

Scendeva dalle scalette della stazione Ostiense tutte le mattine per andare in sala di registrazione con il violino tra le mani. Non un capello non un pelo, ma peli sulla lingua chissĂ quanti. Un percorso di certo non facile pieno di critiche, scelte ardite con cui fare i conti.


IL FLANEUR RITROVATO

La canicola che contraddistinse quel periodo lo costrinse ad entrare in garage, levare via il vecchio telo impolverato e riaccendere quella sua compagna di viaggio così tanto amata. La lucidò tutta fino al più prezioso particolare della scocca, mise il suo foulard da flaneur preferito, una pettinata, occhialetto e via... Ricominciò da dov’era rimasto.



BALLERINA A CORTE

In uno dei salotti piĂš elitari della cittĂ si aggirava una donna cosĂŹ elegante e superba che non potevi non notarla. Gli abiti pomposi con spalline alte la accompagnavano nelle sue serate, li preferiva di raso come fanno le principesse nei balli a corte.


Ogni tanto capitava si addormentasse con la bocca aperta, ma poi se ne accorgeva subito e la chiudeva repentinamente. Le bastavano pochi minuti, non faceva differenza se al chiuso o all’aperto, se da sola o in compagnia: lei ogni tanto riposava. QUASI NARCOLETTICA



THE ENGLISHMAN

Ogni mattina allo stesso orario usciva per andare a comprare il giornale. Sempre il solito. Doveva essere inglese, fiero e baldanzoso, con i suoi baffetti e la sua mosca spuntati alla perfezione. L’ombrello al braccio, a volte la bombetta in testa, il lungo cappotto di panno scuro e quel mistero che accompagnava il suo sguardo un po’ allucinato, gli facevano compagnia lungo il tragitto.


IL NINJA FURTIVO

Schivo e riservato s’era affibbiato il soprannome di “Ninja”. Di giorno nessuno lo vedeva in gruppo, solo da un certo orario in poi appariva e scompariva furtivamente. Silenzioso, ti guardava e ti scrutava, due smorfie e via di nuovo. Via lontano, altrove, ovunque la curiosità lo portasse.




L’ANNUSATRICE DI FIORI

Così in armonia con la sua chioma, quasi fosse una giraffa allungava il collo a dismisura, le piaceva da matti annusare tutti i fiori che vedeva, e così per avere il naso a bagno nel polline si estendeva più del normale. Nulla sapeva delle donne Kayan o Padaung della popolazione Karemi, la Birmania è troppo lontana. A lei andava bene, punto e basta.


FORSE PINO

Potrebbe benissimo essere Pino. Ma lui non se lo ricorda. Sì, non ricorda com’era. I ricci sono i suoi, è quel pizzetto che mi lascia un po’ titubante, ma sai forse per qualche spettacolo se lo lasciava crescere. Ah come recitava, e quanto ballava, non sbagliava un passo e non biascicava una battuta: tutto d’un fiato.




L’EROE GRECO

Mascherarsi era diventato un gioco serio, in pochi riconoscevano chi c’era dietro quel travestimento. Uomo o donna si chiedevano i più, a qualcuno ricordava gli eroi così coraggiosi dei miti greci. Era sfuggente, ma lasciava sempre il segno dietro di sé.


IL MIMO NASONE

Gli piaceva mostrarsi in continuazione e con quella sua espressione buffa era impossibile non ridere. A volte faceva perfino pena. Ma lui si divertiva, era felice ed anche molto bravo. Il circo non potĂŠ piĂš fare a meno di lui e dei suoi travestimenti.




L’ANZIANO VOLTAIRE

A molti di noi sembrava fosse Voltaire da vecchio, vi era molta somiglianza tra i due. In realtà lui a mala pena sapeva scrivere, nessuna massima illuminante, tutt’al più qualche consiglio dispensato qua e là. Era ormai divenuto sordo e quasi del tutto cieco, ma ne aveva sentite e viste, chiedeva solo di esser lasciato in pace ormai.


CANDIDO, MA NON TROPPO

Biricchino biriccò di marachelle ne aveva fatte e sempre con sto mezzo sorrisetto accennato, girava lo sguardo ogni volta che voleva cambiare argomento o far finta di nulla durante un discorso a lui poco consono.




Partendo dall’idea che l’essere umano è capace di vedere in ogni dove qualcosa che rimandi al proprio essere “Uomo” e quindi capace di antropomorfizzare il mondo in cui vive, quale occasione migliore di scrutare i muri?

Un’analisi lunga ed estenuate dovuta ad una ricerca paziente e meticolosa mi ha portato a riconoscere, nelle crepe e nelle macchie formate dal distacco del tutto casuale dell’intonaco dalle pareti, l’esistenza di infiniti volti. Si potrebbe perfino azzardare uno studio antropologico della specie.

Il

progetto

nato

per

caso,

diventa

progressiva-

mente un vero e proprio gioco sulla ritrattistica

e

sulla

“classificazione”

della

specie

umana.


A tutti coloro che, in un modo o nell’altro, si riconoscono nei volti e nelle parole qui presenti.




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