Flos Stories issue number seven - IT

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Settima edizione: Connessioni – unire cose, luoghi e persone. 2097 in bianco di Gino Sarfatti illumina un palazzo fiorentino, presentazione di My Circuit di Michael Anastassiades, Flos nella Invisible House a Joshua Tree, la magia di Skynest in una residenza estiva in Puglia.

WHITE LINES

Glaviano.

Numeroventi è una residenza per artisti, un hotel e ristorante: ‘C'è una grande sinergia tra i diversi concetti’ , spiega di Napoli Rampolla. ‘L'attività alberghiera aiuta a finanziare le residenze artistiche, che a loro volta influenzano creativamente l'hotel’.

‘La missione di Numeroventi è quella di creare un terreno fertile per l'ambiente artistico fiorentino, riunendo artisti locali e internazionali e mettendoli in contatto con gli artigiani locali’, spiega di Napoli Rampolla. ‘Una residenza di rinascita contemporanea il cui scopo è fornire un'esperienza che attivi le procedure artistiche, mettendo in contatto le persone e creando lo spazio per scoprire nuove sfaccettature della loro pratica’.

Di Napoli Rampolla ha condotto un accurato restauro dell'edificio, lasciando intatto il suo carattere originale e rinnovando discretamente alcune aree con un approccio minimalista agli interni. Il risultato è un mix eclettico di storia e modernità.

‘Lo stile semplice e sottrattivo è stato molto importante fin dall'inizio, non solo per mettere in mostra i pezzi di design all'interno delle stanze, ma anche per dare l'impressione di uno spazio non finito, abitato da un artigiano’, aggiunge di Napoli Rampolla. ‘Si ha l'impressione che ci sia spazio per altro e si ha questa sensazione di contemplazione’.

‘C'è un contrasto, come gli strati di un caleidoscopio: da un lato c'è un dipinto rinascimentale, dall'altro una parete bianca e un pavimento in legno contemporaneo. Ruotando questi elementi otteniamo una sensazione di completezza e complessità’.

Di Napoli Rampolla lavora a stretto contatto con gallerie e istituzioni artistiche per creare un ricco programma di residenze ospitate all'interno dei suoi loft, abbinate a mostre negli spazi del palazzo. Il programma ha un approccio aperto alle arti, con una rosa variegata di creativi provenienti da diverse discipline. Tra i residenti del passato si annoverano il cantante e cantautore Dev Hynes, che durante il suo soggiorno ha composto una suite per violoncello, e la fotografa e artista Harley Weir, che nel corso della sua residenza ha creato una serie di ceramiche in collaborazione con una fabbrica di terracotta locale e ha condotto un laboratorio di ceramica per i bambini del posto. Altri designer e artisti hanno visitato lo spazio, lasciando il loro segno sull'edificio e sui suoi interni, da Formafantasma a Duccio Maria Gambi e Ana Kraš.

Il 2022 ha visto l'aggiunta di un programma di residenza per chef, che invita cuochi affermati e aspiranti tali a visitare Numeroventi per ospitare laboratori ed eventi; come le iniziative artistiche, anche questa mira a creare una connessione con le reti locali di artigiani e tradizioni.

Martino di Napoli Rampolla © Gleeson Paulino
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Abbiamo portato 2097, in una nuova versione bianco, a Firenze nel cinquecentesco Palazzo Galli Tassi, dove Martino di Napoli Rampolla ha creato un concetto innovativo di ospitalità e arte. Uno spazio ibrido e sospeso nel tempo, dove tradizione e modernità si fondono e convivono, Numeroventi è la cornice ideale per 2097 di Gino Sarfatti. Fotografie di Adrianna

VERSO IL FUTURO: 2097 DI GINO SARFATTI’S RITORNA IN BIANCO PER UNIRE PASSATO E PRESENTE

Originariamente concepito nel 1958, 2097 di Gino Sarfatti è un capolavoro che ridefinisce il tradizionale lampadario veneziano con un approccio minimalista. Sarfatti ha creato il concept di 2097 presso Arteluce, l'azienda da lui fondata nel 1939 come una sorta di laboratorio creativo per il design d'illuminazione sperimentale, poi acquisita da Flos nel 1973.

Nato e cresciuto a Venezia, conosceva bene il linguaggio estetico dei lampadari tradizionali veneziani, un classico che ha ridotto all'essenza attraverso un esercizio stilistico che è tanto moderno oggi quanto lo era sessantacinque anni fa. Giocando con l'originale, Sarfatti è riuscito a ricrearne l'idea in modo del tutto originale.

2097 ha preso spunto dagli elementi ornamentali del lampadario; quei capricci decorativi in vetro di Murano che nascondono la struttura (e la tecnologia, una volta introdotta l'elettricità) e che qui sono ridotte all'interpretazione più elementare del design. Del famoso punto di partenza rimane solo un'idea della struttura: un tubo centrale in acciaio con bracci radiali in ottone, ognuno dei quali sostiene una lampadina all'estremità.

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L'unica concessione alla decorazione è la composizione di fili neri (uno per ogni lampadina) che quasi accidentalmente delineano la forma distintiva del lampadario classico: l'intuizione di Sarfatti ha rivelato ciò che i vecchi lampadari erano soliti nascondere, immaginando un uso decorativo della tecnologia, che ammorbidisce e ridisegna il mezzo di illuminazione. Nell'intuizione ispirata di Sarfatti, la tecnologia funzionale diventa ornamento.

Il design è stato immaginato per lampadine molto piccole, per la prima volta a disposizione di Sarfatti. Un esempio di come la tecnologia abbia stimolato il progetto a spingersi oltre e a suggerire nuove soluzioni: le sorgenti luminose più piccole hanno creato un effetto il più possibile simile alle candele per un apparecchio di illuminazione moderno.

Originariamente creato con 18, 30 e 50 lampadine, il lampadario si espande ora in modo esponenziale, in un'ultima interpretazione definita da una composizione di 75 lampadine, diventando un'imponente presenza luminosa che celebra l'ingegnoso design. Crescendo di dimensione, 2097-75 porta l'approccio di Sarfatti a nuove possibilità di applicazione nell'interior design.

Inoltre, per la prima volta, la serie 2097 (in tutte le sue declinazioni di dimensioni) viene presentata anche in una versione opaca, completamente bianca: un'interpretazione che Sarfatti stesso aveva creato nel suo laboratorio Arteluce come parte del suo approccio sperimentale al design dell'illuminazione, nonché testimonianza del suo approccio moderno. L'edizione bianca di 2097 è un'ulteriore prova del potenziale minimalista del design e della sua applicazione in ambienti contemporanei.

Con queste nuove edizioni, Flos torna all'eredità di 2097 e all'approccio unico di Sarfatti: parlando il linguaggio della luce, è riuscito a creare poesia.

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ISSUE SEVEN: CONNESSIONI

In questo numero celebriamo le connessioni. Le connessioni tra passato e presente, con oggetti iconici del design d’illuminazione che appaiono moderni come quando sono stati concepiti decenni fa. Le connessioni tra persone e luoghi, con intuizioni geniali che infondono nuova vita a strutture antiche, inventano nuovi modelli di costruzione unendo bellezza e semplicità. Ma anche le connessioni fisiche che rendono possibile la luce, nascondendo la complessità dietro una semplicità che viene naturale.

Per dare la sua moderna interpretazione di un classico lampadario veneziano, Gino Sarfatti ha preso l'iconica silhouette e l'ha rivisitata in chiave contemporanea. 2097 è una meraviglia di intuizione, design e tecnologia e il suo concept è sorprendente oggi come quando è stato concepito nel 1958. A dargli le sue forme distintive sono anche i fili che collegano ogni lampadina e che contribuiscono a plasmare il design finale. Questo pezzo leggendario torna nella sua interpretazione più grande (2097-75, per la prima volta con 75 lampadine) e in una nuova versione completamente bianca opaca, un omaggio a uno degli esperimenti creativi originali di Sarfatti. Ogni luogo fotografato in queste pagine porta con sé un'incantevole storia di connessione. Numeroventi a Firenze è un concetto innovativo che combina ospitalità e residenza artistica, fondendo il barocco con gli interni minimal. Invisible

House a Joshua Tree è un esempio stimolante di vita moderna in stretta connessione con la natura (e nella sua breve storia ha portato con sé uno spettacolare mashup di cultura pop, che cerchiamo di svelare attraverso un'intervista con i suoi affascinanti creatori). Casa Maiora è un ottimo esempio di costruzione in stretta connessione con il territorio. E la Casa sulla collina di Vico Magistretti è un esempio di elegante semplicità. Le connessioni sono anche al centro del progetto My Circuit di Michael Anastassiades. Partendo da un binario essenziale che forma motivi geometrici sul soffitto, il sistema di illuminazione è definito da elementi ad esso collegati che permettono di utilizzare la luce in modo flessibile all’interno di tutto uno spazio. Per Anastassiades, che ci accoglie nel suo studio per parlare del progetto, le connessioni scaturiscono dall'osservazione. ‘Sono un sognatore e cerco sempre di usare la mia immaginazione quando entro in una casa’, ci ha detto. ‘Attraverso gli oggetti, cerco di immaginare la vita di chi occupa quella casa’. Questo, ci ha spiegato, è alla base della sua ricerca per la progettazione di My Circuit. ‘Quando guardo il binario, cerco di capire i suoi schemi non solo come espressione estetica, ma come collegamento pratico tra un'attivita' e l'altra, immaginandole nel corso della giornata. Quindi tutte queste osservazioni sono assolutamente fondamentali per creare queste connessioni’.

FLOS STORIES 23
90 Intrattenimento con le Luci 92 Questionario Vincent Van Duysen Copertina White Lines. 2097 a Numeroventi ↓ CONTENUTI 58 Invisible House ↑
94 Collaboratori 95 Nuovi Prodotti 48 Visita allo studio Michael Anastassiades ↓ 26 Introduzione a My Circuit ↑ 76 ← Skynest a Casa Maiora

di MICHAEL ANASTASSIADES

Ecco MY CIRCUIT
Fotografie di Alexandros Pissourios

Michael Anastassiades e Flos presentano My Circuit, l'ultimo capitolo della loro prolifica collaborazione; il culmine di dodici anni di collaborazione tra poesia, equilibrio e precisione con la luce.

Mettiamo alla prova la modularità del sistema all'interno degli spazi di una casa, progettata da Vico Magistretti nel 1964 per Cesare Cassina, sulle colline alle porte di Milano.

Disegnata in modo semplice con una pianta quadrata e simmetrica, la casa è caratterizzata da un tetto in rame e da una struttura parzialmente incassata nella collina, a cui si accede attraverso una corte affacciata sulla strada. La zona giorno della casa è definita da un camino che ne divide gli spazi e si apre sul paesaggio, collegando gli interni con l'ambiente circostante.

All’interno dell’architettura razionale di Magistretti, il sistema si adatta sinuosamente alle diverse configurazioni degli spazi, dagli ambienti compatti a quelli allungati come anche a quelli multifunzionali e asimmetrici. La casa incornicia delicatamente le composizioni luminose, permettendo ad ogni elemento di brillare negli interni minimalisti. La decorazione discreta dei binari di My Circuit offre un approccio delicato all'illuminazione multifunzionale che ben si inserisce in ogni angolo della casa..

‘La casa si basa su una connessione continua di spazi’, afferma Anastassiades. ‘Un'architettura che si allinea perfettamente con il concetto di My Circuit’.

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My Circuit offre un approccio funzionale all'illuminazione decorativa.

Il rivoluzionario binario flessibile di Michael Anastassiades offre un nuovo approccio all'illuminazione dello spazio, fungendo da strumento architettonico che offre sia una combinazione di illuminazione ambientale diffusa che una sofisticata illuminazione d'accento.

Sistema flessibile a soffitto, My Circuit si ispira alle automobiline elettriche dell'infanzia di Anastassiades, i cui elementi sono utilizzati per ridisegnare in chiave contemporanea e minimalista i motivi in gesso presenti sui soffitti delle case d'epoca. Un'intuizione geniale diventa un gioco di connessioni che offre funzionalità attraverso la flessibilità e la composizione, adattandosi alla vita moderna con un approccio visivo discreto.

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Al sinuoso binario a soffitto si collegano diversi apparecchi di illuminazione che includono faretti decorativi ad alte prestazioni illuminotecniche, sospensioni a forma di cupola, dischi circolari e lampade lineari sospese da soffitto a pavimento, tutte definite dall'approccio poetico di Anastassiades alla forma.

Non c'è limite a ciò che My Circuit può realizzare, grazie all'approccio giocoso alla modularità del suo binario e alla ricca gamma di apparecchi di illuminazione che possono esaltarne la presenza o farlo diventare uno strumento funzionale e discreto.

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VISITA ALLO STUDIO DI MICHAEL ANASTASSIADES

In occasione del lancio di My Circuit, Michael Anastassiades ci accoglie nel suo studio a nord di Londra. Lo seguiamo mentre ci parla di lavoro e di luce, di ingegneria e di sogni, dai suoi primi passi nell'illuminazione allo sviluppo dell'ultimo progetto per Flos.

Fotografie di Carlo Banfi e Luca Caizzi

Intervista di Rosa Bertoli
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ROSA BERTOLI Come funziona il tuo studio?

MICHAEL ANASTASSIADES Lo studio per me è un laboratorio. Ho scelto consapevolmente di non avere un grande studio (siamo solo io e due designer), perché volevo essere coinvolto in ogni parte del processo decisionale in modo da poter essere presente in modo creativo in ciò che progetto. Siamo organizzati come un laboratorio informale, un'operazione molto pratica. Facciamo le cose e le simuliamo. Sono un grande sostenitore dell’idea che bisogna sperimentare tutto fisicamente piuttosto che progettare al computer. E credo che questo sia il processo che preferisco.

ROSA BERTOLI Puoi parlarmi un po' dello spazio e in che modo è utile al Suo lavoro?

MICHAEL ANASTASSIADES Per molti anni ho lavorato in uno studio a casa mia. È stato un interessante banco di prova per capire cosa significa vivere con gli oggetti che disegno. Ma a volte è molto difficile per un creativo separare completamente le due cose. Poi ho deciso che era giunto il momento di iniziare a cercare un altro spazio per il mio studio, anche perché semplicemente non ci stavamo più. Così ho trovato un'officina meccanica molto interessante a Camden; era del meccanico dove, all'epoca, portavo la mia auto per la manutenzione. Ho scoperto che il proprietario era interessato a venderla e ho colto al volo l'opportunità. Questo ha creato la giusta distanza per me, un momento di riflessione da quando esco di casa a quando arrivo in studio e viceversa; un momento molto prezioso per me. Abbiamo ristrutturato in modo molto semplice lo spazio, lasciandolo praticamente com'era sempre stato dal punto di vista architettonico. È stato costruito come laboratorio nel 1907 e si trova in una bellissima strada acciottolata vicino a Kentish Town, molto tranquilla e molto verde. Abbiamo un grande lucernario che inonda lo spazio di luce naturale; è incredibile, una cosa molto rara a Londra.

ROSA BERTOLI Prima di diventare designer hai studiato ingegneria civile. In che modo l'ingegneria ha influenzato il tuo modo di progettare?

MICHAEL ANASTASSIADES Dopo aver studiato ingegneria all'Imperial College di Londra, ho scoperto il Royal College of Art e mi sono iscritto al master. Sono stato molto felice di allontanarmi dall'ingegneria e iniziare qualcosa di nuovo, ma solo molti anni dopo ho capito che anche se volevo allontanarmene il piu' possibile, ciò che l'ingegneria mi aveva insegnato era ancora dentro di me. È un modo pratico di vedere il mondo. Molte persone potrebbero sostenere che il mio lavoro è esattamente l'opposto, ma continuo a credere che il mio approccio razionale derivi molto dai miei studi di ingegneria e forse anche da prima, dal mio carattere. All'epoca l'allontanamento dall'ingegneria mi era sembrato un cambiamento, ma ora lo vedo più come un'evoluzione.

ROSA BERTOLI Quando hai iniziato ad avvicinarsi alla progettazione illuminotecnica?

MICHAEL ANASTASSIADES Sono sempre stato affascinato dalla luce. Non conosco nessuno, nessun essere umano

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al mondo che non sia istintivamente attratto dalla luce; e io non sono l’eccezione. Ma ciò che mi ha attirato verso la luce è stato il fatto che all'inizio della mia carriera di designer non riuscivo a trovare un lavoro perché sentivo che la mia formazione nel campo del design era ancora incredibilmente limitata. Così ho iniziato a mettere in discussione tutto: non solo quello che facevo prima come ingegnere, ma persino i miei studi come designer. Così ho usato quei primi anni come una forma di ricerca, cercando di rispondere alle domande che mi ponevo. Qual è il ruolo degli oggetti nella nostra vita? Che ruolo dovrebbe avere il design in tutti questi oggetti?

Ho iniziato con una serie di oggetti elettronici sperimentali e interattivi che mettevano in discussione il nostro rapporto con le cose in un senso più profondo del termine. Uno di questi oggetti si chiamava The Antisocial light, la prima lampada che ho progettato. Si illuminava solo quando c'era silenzio assoluto; quindi, se parlavi nelle sue vicinanze, la lampada si abbassava di intensità e alla fine si spegneva. Poi, solo quando c'era di nuovo silenzio, la luce ricominciava ad accendersi lentamente. Si trattava di esplorare la nostra dipendenza dagli oggetti e il loro significato per noi. Grazie a questa esplorazione, ho scoperto di avere una passione per la bellezza degli oggetti e ho sentito che c'era molto dentro di me che avevo lasciato inesplorato; che si trattasse di produzione industriale, o di pezzi unici sperimentali. Ho capito che per esplorare il mondo della produzione industriale ed esprimere me stesso avrei dovuto creare il mio marchio e a quel punto ho deciso che sarebbe stato un marchio di illuminazione. Questo è stato l'inizio di Michael Anastassiades.

ROSA BERTOLI E da lì, come è nata la tua collaborazione con Flos e come si è sviluppata nel corso degli anni?

MICHAEL ANASTASSIADES È iniziata nel 2011, era il primo anno in cui esponevo in Euroluce, al Salone del Mobile. Presi lo stand più piccolo che potessi permettermi e vi esposi la mia prima collezione; fu in quell’occasione che venni poi presentato a Flos. Questo è stato l'inizio della nostra collaborazione; da lì abbiamo intrapreso un viaggio davvero prolifico. Ho colto l'opportunità di progettare oggetti industriali con una complessità leggermente superiore a quella che potevo produrre con il mio marchio. Quindi queste due entità hanno lavorato molto bene in parallelo, alimentandosi a vicenda.

ROSA BERTOLI La tua ultima collaborazione con Flos è My Circuit: tra le ispirazioni per il tuo design ci sono le automobiline elettriche della tua infanzia, ma anche le decorazioni dei soffitti delle case d'epoca. Come ha combinato queste ispirazioni nel tuo progetto?

MICHAEL ANASTASSIADES Dico sempre che ho un lato pratico, l'ingegnere, e dall'altra parte c'è il sognatore. Così, anche se un lato dell'ispirazione era molto giocoso, un ricordo d'infanzia, è diventato un modo per risolvere un problema, trasferendo l'elettricità attraverso diversi componenti individuali per formare configurazioni complesse sul soffitto incastrando le diverse parti. Questo è l'ingegnere.

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Poi c'è il sognatore, quello che osserva e guarda sempre in alto, osserva le cose e cerca di immaginare cosa potrebbero essere queste decorazioni se fossero davvero oggetti funzionali. Ho quindi unito queste due immagini e il binario è diventato una soluzione completamente flessibile, un sistema che esprime effettivamente quel senso di flessibilità e di fluidità delle decorazioni in gesso che si trovano nelle case d'epoca.

ROSA BERTOLI Quali elementi hai progettato per completare il binario?

MICHAEL ANASTASSIADES Per me il design si incentra sul binario, il circuito di luci appeso al soffitto. Poi ho creato una serie di apparecchi di illuminazione sospesi che risolvessero diverse funzioni. Il risultato è questo binario installato sul soffitto che si esprime in questo elaborato disegno, ma che in realtà non fa altro che trasferire l'energia da A a B. Così, attraverso la decorazione, si possono identificare e definire le diverse funzioni della stanza, soprattutto negli ambienti open space. Si tratta di un sistema semplice per attaccare, muovere o staccare ogni pezzo, per ottenere quel mix di versatilità, assenza e permanenza che riflette il vivere moderno. Credo molto nella permanenza, nel progettare oggetti che durino a lungo e non come espressione effimera, ma io stesso cambio spesso gli interni della mia casa; quindi, con il mio progetto volevo offrire questa flessibilità.

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INVISIBLE HOUSE

Chris e Roberta Hanley ci portano dietro le quinte di Invisible House, il caratteristico monolite di Joshua Tree che hanno creato insieme all'architetto Tomas Osinski. Noti per il loro lavoro a Hollywood (come produttori di film cult come American Psycho e Il giardino delle vergini suicide), le loro radici culturali si estendono in profondità nella storia della musica e del cinema contemporaneo. Appassionati di architettura, insieme hanno creato una serie di case in tutto il mondo. Invisible House, costruita a sbalzo sulle rocce del deserto di Joshua Tree, ha un carattere unico che l'ha resa una delle case più amate della cultura pop. Parliamo con Chris e Roberta della vita e la luce nella casa, e dell'esperienza del deserto attraverso l'architettura.

Imtervista di Rosa Bertoli

Fotografie di Ambra Crociani

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ROSA BERTOLI Come siete arrivati a Joshua Tree?

CHRIS HANLEY Vivevamo a New York, lavoravamo nel mondo della musica e facevamo video musicali, abbiamo iniziato il karaoke [in America], abbiamo lavorato con Andy Warhol e suonato con Jean Michel Basquiat. Poi Roberta ha deciso che avremmo dovuto dedicarci al cinema, così siamo finiti in California, dove abbiamo girato American Psycho, Spring Breakers - Una vacanza da sballo - Il giardino delle vergini suicide e un sacco di altri film.

Abbiamo comprato un terreno a Joshua Tree nel 2006 e poi abbiamo sperimentato la vita indipendente in case prefabbricate. Per poter vivere sul terreno, ci hanno detto che avremmo dovuto progettare qualcosa di più grande che fosse conforme al codice edilizio della zona. Così abbiamo deciso di farlo.

ROSA BERTOLI Potete parlarci del processo di creazione della casa? Cosa vi ha ispirato?

CHRIS HANLEY Quando abbiamo iniziato a disegnare questa casa, ho pensato ai grattacieli di New York, perché è lì che abbiamo trascorso buona parte della nostra vita. Mi sono ispirato a monoliti come il Seagram Building di Mies van der Rohe sulla Avenue of the Americas e a 2001 Odissea nello spazio. L'ho progettata nei minimi dettagli e poi mi sono rivolto a un architetto con cui stavamo lavorando, Tomas Osinski. Il tutto è molto semplice: un monolite a sbalzo lungo circa 69 metri e alto 6 metri con vetri rifrangenti e

riflettenti in vetro blu solarcool che ricoprono la superficie esterna. Circa 30 metri di pareti sui lati ovest, sud e nord attorno alla piscina si aprono completamente in modo da dare l'impressione di essere al chiuso e all'aperto. A volte entrano degli animali.

Andy Warhol ci diceva sempre che la terra incontaminata e pura è la migliore arte che ci sia, e qui la terra assume delle forme davvero belle. Quindi quell'oggetto riflettente e monolitico doveva essere giustapposto al paesaggio, ma anche fondersi con esso. Non la vediamo come una casa in sé: è più una scultura, un'opera d'arte in cui vivere e creare.

ROSA BERTOLI È interessante che le ispirazioni siano state molto urbane e legate a New York, ma che la casa sia così a contatto con la natura. Sembra che ci sia una vera e propria conversazione tra la casa e l'ambiente circostante.

CHRIS HANLEY Siamo abituati a vedere questi grandi rettangoli che si inseriscono nei paesaggi urbani e che salgono molto in alto. Penso che il rettangolo sia una forma universale, lo è sempre stato nella mia testa, ma la mia idea era quella di capovolgerlo in orizzontale e di posizionarlo a sbalzo. Quindi è una giustapposizione.

ROBERTA HANLEY: Si tratta di una casa per persone incredibilmente civilizzate che vogliono vedere la natura senza doversi impegnare direttamente, pensatori e creativi che amano guardare e allo stesso tempo essere protetti dalle intemperie. Mi ricorda i diorami del Museo di Storia Naturale di New York. Ma poi ti avventuri fuori e ti trovi nel Parco Nazionale. Vado a cavallo per quattro o cinque ore e penso che sia una cosa molto speciale.

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ROSA BERTOLI Come cambia la casa nel corso della giornata?

CHRIS HANLEY La mattina presto è nera, poi spunta un angolo arancione ed entro mezzogiorno è quasi invisibile. Alla fine della giornata, riprende il tramonto in lontananza, riflettendo le montagne del Parco Nazionale a quattro o cinque miglia di distanza. Non e' mai uguale, per tutto il giorno. Di notte, poi, c'è pochissima luce artificiale, quindi sono le stelle e la luna a illuminare il paesaggio.

ROSA BERTOLI Qual è stato il vostro approccio agli interni della casa?

ROBERTA HANLEY Abbiamo deciso di non avere troppi mobili, volevamo che gli interni si abbinassero ai pavimenti in cemento grigio. Flos è arrivata e ha aggiunto un enorme elemento di luce. Chris aveva due apparecchi di illuminazione da oltre 76 e 46 metri di lunghezza, ma io sentivo che c'era bisogno di molto di più, per poter leggere un libro e scrivere una sceneggiatura. Per questo motivo è stato molto importante aggiungere delle luci e Flos ha quel minimalismo che non intrude, ma che ti permette di goderti lo spazio.

Così ora abbiamo delle luci all'esterno, vicino al caminetto, che sono davvero minimali e monolitiche. Prima cucinavamo praticamente al buio e poi all'improvviso e' arrivata la luce: è stato molto bello. E anche allegro: sopra la vasca da bagno c'è una sinfonia di luci che sembra di essere in un teatro di New York a Broadway.

CHRIS HANLEY Sembra una costellazione. È come avvicinarsi alle stelle.

ROSA BERTOLI Per il resto, la casa è arredata in modo minimale.

ROBERTA HANLEY Non ci sono molti soprammobili e ninnoli che infastidiscono le persone e riportano alla mente i ricordi. Tutto ruota intorno al nuovo e al futuro, la casa è incentrata sul futuro, non sul presente. E credo che questo sia il regalo che facciamo a noi stessi e a chi entra. Spesso le persone dicono che mentre erano lì hanno avuto un sogno o un'idea straordinaria o che un pensiero è arrivato loro come un'illuminazione.

ROSA BERTOLI Potete parlarci della vostra esperienza nella casa?

ROBERTA HANLEY Non ci sono molti vicini e tutti sembrano avere una sorta di adorazione per il deserto e le rocce. Siamo stati molto fortunati, è un terreno perfetto: ha la giusta quantità di pianura che ti permette di fare piccole passeggiate. Ci sono splendidi sentieri naturali che esistono da sempre. E fa davvero bene alla mente. Se sei un sognatore, fai la stessa passeggiata ogni giorno e puoi sperimentare molto facilmente i sogni lucidi.

L'ambiente è importante per noi, sono sempre stata un'ambientalista. E penso che una casa debba avere qualcosa che la renda vivibile e anche creativa. Ci stiamo impegnando per essere davvero moderni, nel senso che la casa ti restituisce qualcosa, ti mantiene in vita, ti fa stare bene e ti offre un ambiente che aiuta anche il tuo benessere mentale e le tue funzioni cerebrali. E Joshua Tree è perfetta per questo: l'area non è assolutamente inquinata. Si trova a due ore e mezza da Los Angeles e il cielo è completamente blu, le nuvole sono dei batuffoli di cotone bianco. E la terra è pura. È semplicemente straordinario.

ROSA BERTOLI Joshua Tree attira molto i creativi: architetti e artisti. Qual è stata la vostra esperienza della cultura di Joshua Tree?

ROBERTA HANLEY È diventata una vera e propria comunità. Grazie a noi alcuni amici hanno comprato casa e la zona ha iniziato a popolarsi.

CHRIS HANLEY Negli anni '90 andavamo tutti a Joshua Tree e c'era molta musica. Billy Gibbons, ZZ Top e PJ Harvey hanno registrato degli album proprio a Joshua Tree. E così è nato un gruppo di musicisti, designer e architetti.

ROBERTA HANLEY Qui potevi essere creativo e avere il tuo studio artistico. È stato l'inizio di un incredibile movimento indipendente.

ROSA BERTOLI Ora che Invisible House ha fatto notizia voi la mettete in vendita…

CHRIS HANLEY Avevamo intenzione di viverci, ma poi tanti nostri amici, attori, registi e produttori sono venuti nella casa e l'hanno usata per lunghi periodi. Alicia Keys l'ha tenuta per un po' di tempo per registrarci della musica e poi tutti l'hanno usata. Ho pensato: "Beh, è meglio lasciare che la gente la usi, sembra che si stiano divertendo molto". È come quando facciamo un film: a un certo punto lo lasciamo andare nel mondo. E questa casa l’abbiamo già lasciata andare. Questa casa è diventata una specie luogo da influencer.

ROBERTA HANLEY Alla fine, il progetto di Chris è stato ed è ancora molto amato. L'importante è che rimanga un esemplare architettonico storicamente importante e che mantenga la sua integrità.

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SKYNEST in CASA MAIORA

Fotografie di Consiglio Manni

Progetto dello Studio Andrew Trotter, Casa Maiora si inserisce nell'ambiente pugliese con raffinatezza e facilità. Realizzata in tufo locale, questa costruzione moderna si fonde con il paesaggio mantenendo un'estetica contemporanea e distintiva. ‘La mia filosofia di progettazione è la semplicità’, commenta Trotter a proposito del suo lavoro, che include diversi progetti nella zona, così da rendere l'architetto ben consapevole dell'architettura vernacolare locale. L’edificio è permeato da una particolare attenzione all'artigianato, che è lo scenario ideale per Skynest, un progetto di Marcel Wanders che combina innovazione e tecnologia con approcci artigianali tradizionali.

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con le luci

Aiuta Gonzales a trovare la sua strada attraverso il sistema My Circuit.

Illustrazioni
Sany
GIOCHI
di
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My Circuit di Michael
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Trova le differenze. 2097 di Gino Sarfatti

Vincent Van Duysen

Che si tratti di un'illuminazione tecnica (come il suo sistema C1 per Flos) o di una discreta lampada portatile pensata per i ristoranti più eclettici del mondo (è il caso della lampada Gustave), Vincent Van Duysen è in grado di infondere eleganza e bellezza in ogni suo progetto. Il suo lavoro mette in equilibrio silhouette raffinate con un approccio ponderato all'abitare, come dimostra Oblique, una lampada che combina un approccio tecnico nei confronti dell'illuminazione con un design pratico la cui estetica minimalista si adatta bene a tutti gli interni moderni. Abbiamo chiesto a Van Duysen di raccontarci la sua vita quotidiana, le sue passioni e il suo approccio al lavoro e alla luce. Fotografie di Zeb Daemen.

QUESTIONARIO
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Qual è la parte della giornata che preferisci?

Disegna i tuoi animali domestici.

Cosa hai mangiato a colazione?

Cosa fai per rilassarti?

Dicci qualcosa che non ha mai fatto prima.

Qual è il tuo profumo preferito?

Qual è l'ultima cosa che hai mangiato?

Disegna il tuo strumento preferito.

Cosa collezioni?

Cos'è la luce per te?

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Collaboratori

La fotografa newyorkese Adrianna Glaviano è andata a Firenze per esplorare il potenziale espressivo della 2097 di Gino Sarfatti nelle sue molteplici iterazioni, vecchie e nuove (cover)

In Puglia, Consiglio Manni @ The Freaks ha fotografato Skynest di Marcel Wanders all’interno dei suggestivi spazi di Casa Maiora, creando un portfolio di immagini che alimentano l’evasione (p. 76)

Gli scorci scenografici e illusori della Invisible House di Joshua Tree sono stati catturati dalla fotografa italiana Ambra Crociani, che ha scattato una serie di immagini di Flos, tra natura grezza e architettura contemporanea (p. 58) Sany, alias Samuel Nyholm, illustratore e artista di Stoccolma, ha creato alcuni giochi divertenti per questo numero, ispirandosi a 2097 e My Circuit di Flos (p. 90)

I fotografi Carlo Banfi e Luca Caizzi hanno seguito Michael Anastassiades per alcuni giorni nel suo studio londinese e non solo, per un reportage che ci ha portato dietro le quinte della vita quotidiana del designer (p. 48)

Alexandros Pissourios si è occupato di dimostrare le molteplici varianti del My Circuit di Michael Anastassiades, mostrando l’adattabilità del sistema allo spazio in una villa modernista di Vico Magistretti (p. 26)

Concetto e direzione creativa Apartamento Studios

Caporedattore

Rosa Bertoli

Graphic Design

Apartamento Studios

Team Flos

Barbara Corti

Rosaria Bernardi

Elisa Bodei

Silvia Delaini

Donatella Matteoni

Francesco Funari

Diletta Dincao

Riconoscimenti

Michael Anstassiades

Paolo Brambilla

Fabio Calvi

Ángel Cánovas Celdrán

Eugenio Cirmi

Zeb Daemen

Chris Hanley

Roberta Hanley

Carlo Lanzini

Alessio Manca

Marcelo Martínez

Colleen Murphy

Gleeson Paulino

Lucy Perrett

Martino di Napoli Rampolla

Andrew Trotter

Vincent Van Duysen

Un ringraziamento speciale a Alessandro Masu

Francesco Rodriquez

Adele Cassina

Traduzioni

Team Agiliz@ tu gestion

Stampa

LOGO srl – Borgoricco (PD)

Aprile 2023

CREDITI 94
NUOVI PRODOTTI DECORATIVE COLLECTION Skynest Ceiling ...................... Marcel Wanders ..................... 2023 ............................. pag .......... ... 88 Skynest Motion ....................... Marcel Wanders ..................... 2023 ............................. pag .......... ... 88 Skynest Suspension ................ Marcel Wanders ..................... 2022 ............................. pag .......... ... 89 My Disc .................................. Michael Anastassiades ............ 2023 ............................. pag .......... ... 89 My Lines ................................ Michael Anastassiades............ 2023 ............................. pag .......... ... 89 2097 White ........................... Gino Sarfatti........................... 1958 ............................. pag .......... ... 90 2097/75 Gino Sarfatti 1958 pag ... 90 95

Skynest Ceiling Marcel

Materiali: nylon, fibra di vetro, poliestere riciclato, LATAMID, alluminio

Potenza: 58.5W

Voltaggio: 100-240V

Fonte Luminosa: LED 58.5W 1500lm* 2700K CRI90

Disponibile in: antracite, blue tomaline, almond, rosso mattone

* Il flusso luminoso si riferisce al prodotto con finitura antracite. Si prega di consultare il nostro sito web per informazioni dettagliate sulle altre finiture.

Skynest Motion

Materiali: nylon, fibra di vetro, poliestere riciclato, LATAMID, alluminio

Potenza: 58W

Voltaggio: 100-240V

Fonte Luminosa: LED 58W 1500lm* 2700K CRI90

Disponibile in: antracite, blue tomaline, almond, rosso mattone

* Il flusso luminoso si riferisce al prodotto con finitura antracite. Si prega di consultare il nostro sito web per informazioni dettagliate sulle altre finiture.

213 mm / 8,38'' ø 904 mm / 35.59'' 1800 mm / 70.86'' ø 900mm / 35.43'' 2500mm/ 98.42'' (1) 500mm / 19.68'' 210mm /8.26''
Wanders, 2023
Marcel
Wanders,
Collezione DecorativeNuovi Prodotti
2023
F6393031 F6394031 F6393003 F6394003 F6393017 F6394017 F6393017 F6394017
(1) A seconda dell'altezza del soffitto. 96

Skynest Suspension

Marcel Wanders, 2022

Materiali: nylon, fibra di vetro, poliestere riciclato, LATAMID, alluminio

Potenza: 78W

Voltaggio: 100-240V

Fonte Luminosa: LED 78W 2001lm* 2700K CRI90

Disponibile in: antracite, blue tomaline, almond, rosso mattone

* Il flusso luminoso si riferisce al prodotto con finitura antracite. Si prega di consultare il nostro sito web per informazioni dettagliate sulle altre finiture.

My Disc

Michael Anastassiades, 2023

Materiali: alluminio, policarbonato, PMMA

Potenza: 42.6W

Voltaggio: 48V

Fonte Luminosa: LED 42.6W 2700K CRI90

My Lines

Michael Anastassiades, 2023

Material: alluminio, acciaio, policarbonato, silicone platinico opale estruso

Potenza: 45.2W

Voltaggio: 48V

Fonte Luminosa: LED 45.2W 2700K CRI90

ø 23 mm / 0.90'' 105 mm / 4.13'' 1672 mm / 65.82'' 3000 mm / 118.11'' 218mm / 8.58'' ø 600 mm / 23.62'' ø 152 mm / 5.94'' 73 mm / 2.87'' 213 mm / 8,38'' ø 904 mm / 35.59'' ø 152 mm / 5.94'' 73 mm / 2.87''
F1905009
Collezione DecorativeNuovi Prodotti
F1902009 F6392031 F6392003 F6392017
97
F6392035

2097

Gino Sarfatti, 1958

Materiale: acciaio

Potenza: 18 x MAX 15W / 30 x MAX 15W / 50 x MAX 15 W

Voltaggio: 220-250V

Fonte Luminosa Clear Bulbs: LED 2W E14 95lm

Fonte Luminosa Frosted Bulbs: LED 2,7W E14 150lm

Nuova Finitura: bianco opaco

Disponibile in: nero opaco, ottone, cromo

2097/75

Gino Sarfatti, 1958

Materiale: acciaio

Potenza: 75 x MAX 15W

Voltaggio: 220-250V

Fonte Luminosa Clear Bulbs: LED 2W E14 95lm

Fonte Luminosa Frosted Bulbs: LED 2,7W E14 150lm

Disponibile in: nero opaco, ottone, cromo, bianco

ø 670 mm / 23.37'' ø 1410 mm / 55.51'' 2800mm / 110.23'' 2800mm / 110.23'' 510 mm / 20.07'' 1300 mm / 51.18'' ø 880 mm / 34.64'' ø 1000 mm / 39.37'' 720 mm / 28.34'' 880 mm / 36.64'' 2800mm / 110.23'' 2800mm / 110.23''
Collezione DecorativeNuovi Prodotti
A1352009 2097/18 Clear A1351009 2097/18 Frosted A1551009 A1551059 A1551057 A1551031 2097/75 Frosted 2097/75 Frosted 2097/75 Frosted 2097/75 Frosted A1552009 A1552059 A1552057 A1552031 2097/75 Clear 2097/75 Clear 2097/75 Clear 2097/75 Clear A1402009 2097/30 Clear A1401009 2097/30 Frosted A1502009 2097/50 Clear A1501009 2097/50 Frosted 98
opaco
Per maggiori informazioni visitare il sito flos.com
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