SupTime 8

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www.robertoriccidesigns.com 路 info@robertoriccidesigns.com

W ASSUP V2 V2 SOFTSKIN SOFTSKIN WASSUP

WASSUP W ASSUP V2 V2 EPX EPX

W ASSUP V2 V2 CLASSIC CLASSIC WASSUP

WASSUP W ASSUP V2 V2 WOOD WOOD

FOLLOW US on:

PROGRAM:

Allround


Ph: RRDTeam De

WASSUP V2

WASSUP significa Windsurf AS SUP. Abbiamo concepito e sviluppato questa linea di tavole con l’intento di realizzare la “bicicletta dell’acqua” per le future generazioni. La linea è composta da 5 shape sviluppati per coprire tutti i possibili tipi di utilizzo e logicamente tutte le tavole sono dotate di un inserto che permette di utilizzarle con una vela da windsurf. La linea è stata rinnovata con l’inserimento di 4 shape completamente nuovi, 8’5”, 9’0”, 10’0” e 10’5”, mentre l’11’0” mantiene il suo impareggiabile shape! Le tavole saranno disponibili in 4 tecnologie di costruzione: Wood, Classic, Epx e Softskin.


I SUP gonfiabili stanno invadendo sempre di più le nostre spiagge, e in questo numero potrete vedere la prima parte delle prove in acqua di questo particolare segmento, la seconda parte la pubblicheremo sul numero di agosto. Il Campione del Mondo Kai Lenny ci fa vedere come utilizzare al meglio un comodo inflatable.

ANNO III - NUMERO 8 GIUGNO 2012 DIRETTORE RESPONSABILE • cristiano@jmag.it

Cristiano Zanni

REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

ragno@hipow.com Rider Kai Lenny Location Hawaii, Maui Foto JDPhotofairy

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

marcom@hipow.com

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi:Nicola Abatescianni, Fabio Calò, Giordano Capparella, Beppe Cuscianna, Eduardo Diaz, Roberto Domenichini, Alessandra Ferrara, Fabrizio Gasbarro, Fabio Giacomini, Emanuele Guglielmetti, Kirsty Jones, Alessandro Marcianò, Paolo Marconi, Lucia Marra, Silvia Mecucci, Alessandro Merli, Leonard Nika, Paolo Perrone, Giuseppe Santoro. immagini:Antonio Alberti, Joao Barbosa, Ilaria Bisceglie, Framk Berglund, Beppe Caldarulo, Ding, Greg Ewing, Alberto Guglielmi, Caroline Margheriti, Tony Matteo, Lucia Marra, Daniele Mei, Lucia Micunco, Vito Montenegro, Benjamin Thouard.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO

Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

Era nell’aria e finalmente possiamo comunicarvi che il nostro nuovo sito suptime.it presto sarà on line! Abbiamo aspettato che i tempi fossero maturi perché volevamo essere sicuri di quello che stavamo per offrirvi, una nuova piattaforma del SUP dedicata a tutti voi che con un semplice clic avete voglia di immergervi nel nostro mondo, quello di SUPTIME! Arrivati alla terza stagione del magazine e sostenuti dal vostro continuo e crescente interesse, abbiamo deciso di proporvi anche un nuovo sito, un portale completo e interattivo in grado di soddisfare le esigenze del popolo del web. Potrete interagire con noi, lasciare il vostro commento sotto una news, oppure cliccare su “mi piace”, sfogliare le riviste vecchie o scaricatevi i pdf delle nostre FAQ e Spot Guide! Guardare i video… o mandarci i vostri o le foto delle vostre uscite (fabio@hipow.com). Tenere sotto controllo l’AGENDA per non perdervi nessun appuntamento, che nel panorama del SUP sono davvero tanti. Entrate nel nostro mondo! Vi proporremo articoli esclusivi, con approfondimenti mirati, sarà uno strumento multimediale che integrerà e amplierà la rivista cartacea. Alcuni contenuti che fino ad ora siete stati abituati a trovare su SupTime verranno spostati sul web per essere ampliati e approfonditi ancora di più, mentre sul cartaceo troverete articoli esclusivi che vi porteranno con la mente e con i sogni in mete vicine e lontane, impareremo anche ad utilizzare al meglio le nostre tavole e conosceremo tanti nuovi personaggi come anche le novità dell’ultimo momento, senza dimenticare le prove in acqua delle attrezzature per fornirvi una guida utile alle vostre scelte. Ringraziando tutti voi che ci sostenete fin dalla nascita di SupTime, e siete tantissimi, vi invitiamo a venirci a trovare anche su www.suptime.it Stay tuned… ci rivediamo in edicola ad agosto! Have fun…

Fabio Calò

MODALITA’ DI PAGAMENTO Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano Banca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199 CAUSALE: abbonamento SUPTIME - NOMINATIVO E INDIRIZZO ED EV. RECAPITO TELEFONICO

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>ECCETERA PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 4,90

PERIODICITÀ Aprile; Giugno; Agosto; Ottobre

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ISSN 2038-9329 registrazione Tribunale di Milano n.419 del 14.07.2010 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234

SupTime è una testata della società Johnsons Media srl che pubblica anche i periodici KiteMagazineStance (kite), Funboard (windsurf), Surf Latino (surf), 6:00 AM (skateboard), En3 snowboardmag, Snowmap (snowboard), Soul rider (sci freeride) 4Skiers (sci freestyle freeride) e gli annuari Surfing (windsurf, surf, kitesurf) e Snowb (snowboard).

Tutti i diritti di Sup Time sono riservati e appartengono a Johnsons Media. Nessuna parte di Sup Time può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista.





EVENTI

pag. 30

I report dei principali eventi italiani e internazionali dell’ultimo periodo dove i nostri ragazzi hanno tenuto alto il tricolore.

I GONFIABILI

pag. 44

Le prove in acqua delle gettonatissime tavole da SUP gonfiabili, in questo numero: Fanatic, Hobie, Naish, RRD e Starboard.

ROMA IN SUP

pag. 52 di Giordano Bruno Capparella Una session di SUP nel Tevere immerso nell’atmosfera romana, il forte atleta italiano ci racconta la sua esperienza.

PURPLE ISLANDS

pag. 56 di Eduardo Diaz Eduardo e il giovanissimo Moritz Mauch sono andati ad esplorare nuove onde su delle isole vulcaniche che fanno parte della regione della Macaronesia.

FAQ

pag. 68

La sezione di SupTime dedicata a chi vuole suppare meglio e divertirsi di più. Su questo numero: • LE PRECEDENZE • I GONFIABILI

SPOT GUIDE HAWAII

pag. 74 di Beppe Caldarulo, Lucia Marra Il racconto di una vacanza indimenticabile nel regno dei board sport acquatici.



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RIDER Manu Bouvet LOCATION Tahiti FOTO Benjamin Thouard

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RIDER Carlo Rotelli LOCATION Nord Sardegna FOTO Alberto Guglielmi (Moki courtesy)

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RIDER Daniele Guidi LOCATION Point La Torche FOTO Caroline Margheriti

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ROMA EVENT ONE 2.0 Dopo l’enorme successo del 2011, che ha visto sfilare fra musica, colori, sport e divertimento, i migliori atleti del mare su tavole, con vele, aquiloni e pagaie, anche il 2012 vede arrivare il “ROMA EVENT ONE 2.0”, che vedrà Roma riaffermarsi per il secondo anno di seguito come capitale degli sport acquatici e on the beach. Location indiscussa dell’evento sarà anche quest’anno la spiaggia della “Rambla”, stabilimento balneare fra i più cool del litorale della capitale, sia per la bellezza della struttura che per la possibilità di fare sport d’acqua e sport on the beach. La Rambla è immersa nella Riserva Naturale di Maccarese ed è a soli 20 minuti da Roma e dall’aeroporto romano Leonardo da Vinci, a 30 minuti dal Porto di Civitavecchia e ad appena 1 km dall’autostrada A24. Ristorante, bar, spazio verde, area bambini, ampio parcheggio, spogliatoi con docce: tutto a disposizione degli ospiti. Dal 20 al 23 settembre 2012, date in cui si terrà il REO 2.0, la spiaggia della Rambla ospiterà atleti di fama internazionale, i migliori brand del settore sportivo, personaggi dello spettacolo e i protagonisti dei campionati italiani, impegnati in prima linea alla promozione dello sport in un susseguirsi di contest, gare, dimostrazioni e lezioni gratuite, rivolte sia agli appassionati che a tutti coloro che siano semplicemente attratti dal voler provare nuove emozioni, colorate di musica e tanto divertimento. Tante le special session delle varie discipline dove gli atleti dei vari campionati italiani dimostreranno le loro abilità, in gare di ogni livello. Durante le due giornate dell’evento, infatti, si avrà la possibilità di poter sperimentare il kitesurf, il windsurf e il sup grazie agli istruttori e ai campioni che saranno pronti a coinvolgere con entusiasmo e professionalità chiunque sia interessato a cimentarsi con queste avvincenti discipline, testandone direttamente e in esclusiva le nuove attrezzature. Il “Roma Event-One 2.0” darà ai maggiori brand internazionali di kitesurf, windsurf, surf, paddle surf, beachtennis, skate e indoboard, l’opportunità di presentare le novità 2013 negli spazi espositivi allestiti in un villaggio sulla spiaggia con 35 stand esclusivamente tecnici, dove si potranno raccogliere consigli e spiegazioni sui nuovi materiali all’avanguardia. Gli stessi atleti, portabandiera dei vari brand, si sfideranno poi in gare mozzafiato nelle discipline del kitesurf, windsurf, skate, parkour e indoboard. Per l’occasione il “Roma Event-One 2.0” ospiterà anche una tappa speciale con gli atleti del Campionato italiano di Paddle Surf. Come l’anno scorso, il 2012 vedrà la partecipazione delle PINK BUTTERFLY, facenti capo all’Associazione Pagaie Rosa Dragon Boat, onlus creata da donne operate di tumore al seno il cui obiettivo principale è quello di testimoniare attraverso l’attività sportiva che il tumore al seno non le ha vinte, ma si è trasformato per loro in un’opportunità di coraggio e di nuova vitalità. L’evento sarà altresì promotore e sostenitore di un’associazione rivolta ad aiutare concretamente le famiglie di bambini malati di tumore con la creazione di strutture di accoglienza, l’Associazione Peter Pan Onlus, organizzando una raccolta fondi durante i tre giorni non solo dedicati allo sport. Non mancheranno poi gli aperitivi e le serate anche dopo il tramonto. L’evento sarà accompagnato da tanta musica e dallo speaker Luca Gentilini che trasmetterà in diretta dalla spiaggia e darà inizio all’opening party di sabato 22. Molte le aziende che hanno che già confermato la loro presenza, tra cui: NAISH, KIAOLO, RRD,NSP, FANATIC, GAASTRA, TABOO, STARBOARD,JIMMY LEWIS, SEVERNE,MOKY,ROYAL, SIMMER, BEST, LIQUID FORCE, KITE FIX, SLINGSHOT, MYSTIC, LOADED, SHIINN, WAINMAN, CALIBRO 9, NEWIND, HYDRO, AIRUSH, FLYSURF, LOOSE, ARRIBARRIBA, NOBILE, ABOARD,OZONE. Naturalmente RED BULL darà la carica giusta per il secondo anno consecutivo.


ISE 2012 R U READY? ITALIA SURF EXPO, The surf culture & Music Festival. 13, 14 e 15 luglio Santa Severa, Roma. Consacrato come l’evento più cool dell’estate, punto di riferimento degli amanti dei watersport, dal 13 al 15 luglio ITALIA SURF EXPO torna ad animare il magnifico scenario di Santa Severa, splendida località del litorale laziale in provincia di Roma, con la sua 14° edizione. Con il supporto istituzionale della Regione Lazio, della Provincia di Roma e del Comune di Santa Marinella verrà allestito un “beach village” imponente che disporrà di un nuovo e innovativo sistema di illuminazione a sfere per un effetto spettacolare! Tante le attività previste di giorno e di notte tra beach party, dj set di altissimo livello, live music con la Reef “acustic Session”, le sfilate in bikini con 69 Slam e molto altro. Grazie alla collaborazione con Vodafone, che per la prima volta entra come main sponsor dell’evento, anche le feste di ISE 2012 per quest’anno non avranno fine, dalle prime ore della mattina fino a notte fonda… con tanti gadget very cool per tutti. Ad arricchire il tutto, il magnifico sfondo fornito dal Castello di origine medievale, sede del “Museo del Mare e della Navigazione Antica”. Tra le novità c’è il graditissimo ritorno della Ducati che, in occasione della manifestazione della “surf culture” più amata d’Italia, presenterà in spiaggia i suoi modelli e per la prima volta organizzerà dei test drive mozzafiato. Subito a sugello di questa ritrovata partnership il primo giugno presso il Ducati Store di Roma un aperitivo speciale “Surf & Ride” (http://www.facebook.com/events/270707376358858/), con tanti premi già da questo primo appuntamento: orologi Ducati series, occhiali Oakley limited, esclusivi pass-paddock per il SBK di Misano e molto altro. Altra importante new entry sarà la DAB, mitica “cruda” leader assoluta in Germania, che vestirà il ruolo di birra ufficiale dell’evento… e ancora Red Bull con tante novità dal mondo action-sport e i suoi stravaganti allestimenti, una radio ancora top secret che vi sveleremo sotto data sul nostro sito www.suptime.it con un programma mozzafiato e per il secondo anno il Bug Jump per provare salti da 12 mt al massimo dell’adrenalina! Passando per il “green” e come ogni edizione, fondamentale sarà l’impatto “zero” e la cura dell’ambiente. Molte infatti le iniziative eco-friendly promosse grazie al contributo della Tirreno Power, azienda nazionale di energia elettrica che riveste grande attenzione al rispetto dei parametri ambientali. In quest’ottica va letto l’invito a tutti gli studenti delle scuole del circondario, per dare loro l’opportunità di accedere gratuitamente ai corsi di surf tenuti da Rip Curl School of Surf, di Sup e di Windsurf con la rinomata XRay Windsurf Academy di Raimondo Gasperini. Prima scuola ufficiale presente onshore sarà la Starboard Academy che metterà a disposizione l’esperienza dei suoi atleti-istruttori avvicinando i più curiosi allo Stand Up Paddle, disciplina in totale espansione in tutto il mondo, attraverso clinic e tutorial con “trick” ad hoc per chi già possiede una tavola. Inoltre, ai clienti della Pandora s.r.l. verrà consegnato il materiale SUPSTAR per la promozione e la divulgazione di questo nuovo e affascinante sport. Casa Starboard ha inoltre deciso per quest’anno di sponsorizzare l’Eurosupa Beach Race “2 stelle” con un montepremi di ben 2000 euro, un contest che si preannuncia di alto livello con la partecipazione dei paddler più agguerriti d’Europa. Confermata poi anche la partecipazione dell’inventore dell’INDOBOARD, Hunter Joslin, pronto a incontrare il grande pubblico per svelare le ultime tecniche di allenamento. Con l’occasione nell’arco dei tre giorni si svolgerà un contest Indoboard con tanti premi in palio. Come ogni anno, infine, la Surf Art sarà impegnata a far conoscere nuovi artisti da tutta l’Italia. Oltre alla riconferma dell’illustratore torinese Marco Simeoni saranno presenti anche: Gabriele Sciusco, Alessia Veltrone, Nicoletta Pucci e Gian Luca Gentile con opere davvero sorprendenti. Presente per il secondo anno consecutivo anche Sea Sheperd non poteva mancare con infopoint, merchandise e video. Come di consueto previsti contest, esibizioni, sfilate, video première, vip, stand per tutti i gusti e molto altro ancora da scoprire ogni giorno sul sito www.italiasurfexpo.it e su facebook. Stay Tuned!

ERRATA CORRIGE Nel numero 07 di SupTime a pag. 26 abbiamo erroneamente scritto che il modello 99 Custom Boards RTwelve 6” è la tavola ideale per i principianti. Ovviamente essendo una tavola da Race performante e per un nostro errore di interpretazione di traduzione la tavola è dedicata a tutti i paddler che fanno del race il loro scopo e anche a tutti quelli che vogliono iniziare a cimentarsi con questa disciplina grazie alla sua stabilità. La R12’6” è stata pensata e realizzata per tutti quei rider che vogliono farsi lunghe remate in acqua piatta o con mare poco mosso. Ha tutte le caratteristiche di una tavola race, ma è stata resa ancora più accessibile e “user friendly” per qualsiasi livello. La chiglia affusolata permette alla tavola di fendere l’acqua col minimo sforzo, facilitando la planata e permettendoti di fare percorsi molto più lunghi e con meno fatica rispetto a una tradizionale tavola cruiser. Disponibile in 2 costruzioni: EPS Full Carbon Sandwich, EPS Bamboo Wood Sandwich. 99 CUSTOM BOARDS. Distribuito da: ACME SRL Tel: 0574 870224 - e-mail: INFO@99CUSTOMBOARDS.COM - web: WWW.99INTERNATIONAL.IT MODEL RANGE SIZE Race Twelve Six Race Pro 12’6” Race Twelve Six Race/Cruise 12’6”

cm. inch FIN 384,5 x 73,5 12’6” x 29” x 5 1/2” single 384,5 x 73,5 12’6” x 29” x 5 1/2” single

FIN SYSTEM CONSTRUCTION US box EPS Carbon Sandwich US box EPS Bamboo Wood Sandwich


WAVE CLINIC SUP

LANZAROTE FAMARA 23-28 OTTOBRE 2012. Daniele Guidi ed Alessandro Onofri Team Jimmy Lewis Europe organizzano dal 23 al 28 ottobre 2012 la prima wave clinic sup. La location non poteva che essere Lanzarote e più precisamente Famara, sei giorni dedicati esclusivamente allo Stand up Paddle tra le onde, dal principiante all’esperto. Scopo del clinic fare un focus molto preciso sull’apprendimento delle diverse tecniche wave sup, dalla beginner wave, alla più morbida e stilosa longboard style per finire con l’aggressiva guida slashata e molto vicina al surf. Gli spot più famosi dell’Isola dalla Derecha del Barco alla Playa de Famara ai più cool San Juan e La Santa

saranno scelti in base alle condizioni meteo da Alessandro e Daniele, consigliati come sempre dall’esperto Alessandro Lovo titolare del Centro test Jimmy Lewis Europe. Saranno ammessi al clinic solamente 8 paddler proprio per dare modo a Daniele e Alessandro di poter seguire con grande attenzione tutti gli allievi in acqua e fuori. L’organizzazione metterà a disposizione come base logistica la Surf House di Famara come alloggio per dormire e mangiare e i trasferimenti da e per l’aeroporto di Lanzarote. Le attrezzature con le quali si svolgerà il clinic sono quanto di meglio il mercato possa offrire con la completa linea Jimmy Lewis wave dal radicale Mano al più morbido Hanalei per finire con l’aggressivo Kwad ed il più facile Striker; per le pagaie potrete usare tutta la linea QuickBlade dalla nuovissima Slim Jim 100 alla collaudatissima Kanaha AC da 90, da 100 e 110 fino alla docile Fiberglass 90. Al termine della settimana per rendere indimenticabile l’esperienza potremo avvalerci di Luca Mensi e Bruno Valdetharo Campagha fotografo e reporter professionista in grado di impressionare le vostre manovre migliori. Per quanto riguarda il transfer per Lanzarote dall’Italia, Rynair offre voli low cost da Bologna con partenza e ritorno il giovedì e il sabato, e da Pisa ogni giovedì. Cosa aspetti metti un costume nello zainetto e parti per trascorrere sei giorni di pura action wave sup! Per saperne di più contattare: DANIELE GUIDI, Mob.+39 347 6858185, info mail: danieleguidi@mail.com ALESSANDRO ONOFRI, Mob. +39 339 6448086, info mail: surfaroale@libero.it Lanzarote Jimmy Lewis Test Center Alessandro Lovo ,Centro test +34 928 945 638, Mob +39 346 61188112, Infomail: info@lanzarotekite.com


MOKI GREEN LINE per chi cerca un compromesso tra tavola per scivolare in acqua piatta e tavola da utilizzare per le prime esperienze nelle onde medio-piccole. Grande stabilità e buona manovrabilità garantita dalle tre pinne e dal design dei bordi che con i due wingers rendono la poppa più snella. Il Kulto 8’10’’ e il Karma 9’8’’ sono rispettivamente due vere surf board che saranno molto apprezzati da chi ricerca nel surf la propria espressione. Focus quindi nella manovrabilità e nella conduzione; alta velocità mantenuta nei rapidi cambi di rail per morbidi e velocissimi cut back. I rail, infatti, sono sottili e arrotondati per aggredire e mordere la parete, leggermente più angolati sulla poppa per manovrare anche in onda piccola. La poppa in questi due modelli è notevolmente più stretta. La configurazione delle pinne è thruster per il Karma 9’8’’ mentre il piccolo Kulto 8’10’’ offre 5 scasse per esprimere al meglio la propria creatività (Quad, Thruster, Twin fins, Single... divertitevi a trovare il vostro personal set up). Il team Moki consiglia il Karma 9’8’’ che ha 150 litri di volume a rider potenti che superano i 90 kg, mentre il Kulto 8’10’’ che ha 125 litri di volume viene consigliato a rider di 85/90 kg massimo. Per l’intera linea Green Line, Moki ha elevato il livello in fatto di tecnologia ed accessori e ha scelto di utilizzare una costruzione differente con il bamboo look solo per il deck, rendendo la tavola meno rigida e più performante nelle onde grandi. Speciali pvc box rinforzano tutta la struttura delle scasse. Doppio leash plug e nuova air vent in goretex come accessori di serie. La pinna centrale, leggerissima è realizzata in epoxy-bamboo (7’) mentre le laterali da 4.7’’ sono realizzate in solid glass offrendo un flex migliore. Le due pinne laterali opzionali per il Kulto sono da 4.5’’. La finitura è completamente lucida e brillante tanto da rendere queste tavole uniche ed estremamente affascinanti. Per info: info@mokisup.com, tel. 071 804019.

Kulto 8’10” © Angie Muzzi

Ne avrete forse sentito parlare, i rumors circolano già da un po’ nell’ambiente e non solo. Sono verdi, vivaci, leggere, reattive e precise con l’esclusiva coperta in bamboo Moki. Hanno un carattere puro “surf style” che rappresenta l’apice nel design e nello sviluppo dei materiali. È la nuova linea Moki e si chiama Green Line. Tre i modelli da scegliere per ogni livello di abilità e tipologia d’utilizzo. Comune denominatore... Onda! Si chiamano Zen, Karma e Kulto e sono tre nuove tavole concepite e sviluppate per surfare con estrema facilità pur garantendo alte prestazioni grazie ai nuovi e moderni shape differenti nei tre rispettivi modelli. Sono dedicate a tutti coloro che fanno delle onde il loro campo giochi. Lo Zen 10’6’’ può essere la tavola ideale


MOKI FULL CARBON PADDLE - RACING ATTITUDE © Angie Muzzi

Dopo aver introdotto la prima pagaia d’avanguardia 100% bamboo look, Moki propone per i supper più esigenti e che si vogliono distinguere la nuova full carbon paddle che fa della sua leggerezza la qualità più importante, sfiorando appena i 600 g per una lunghezza di 215 cm. Questa pagaia top di gamma combina altissime prestazioni ad un’estrema affidabilità e può essere la scelta vincente per chi ama competere nelle long distance race o chi ricerca elevata leggerezza ed eleganti finiture. Offre un’ideale rigidità e una estrema efficienza soprattutto all’uscita dall’acqua, rendendola fluida e veloce. Il nuovo design dalla maniglia migliora la presa anche nei cambi e il tubo conico presenta un diametro ridotto solo nella zona dell’impugnatura rimanendo così più robusto nella connessione blade-shaft. Una splendida sacca Moki è in dotazione per proteggerla nel trasporto. Moki offre la stessa pagaia anche in versione epoxycarbon (completamente bianca con grafiche verdi), dal prezzo molto interessante ma pur sempre di alto livello, ponendosi al top tra le pagaie di fascia media. Per info: info@mokisup.com, tel. 071 804019.

NAISH GLIDE JAVELIN MC-14 Disegnato per ottenere il massimo della velocità in acqua piatta, il nuovo Javelin MC-14 unisce il vittorioso shape del Javelin 14’0” con la nuova costruzione monoscocca vuota delle ultime race board. Questa costruzione unica permette al Javelin MC-14 di essere il 20% più leggero rispetto alle altre tavole race, senza compromettere la rigidità. Il più leggero e resistente 14’0’’ sul mercato. “Il nuovo Javelin MC-14 è come un missile sull’acqua. La nuova costruzione leggera permette di scivolare meglio nell’acqua ed è facile raggiungere il massimo della velocità e mantenerla. Non vedo l’ora di gareggiare!” Karen Wrenn, Naish International SUP Team. “Sotto i miei piedi la tavola mi da una sensazione di leggerezza estrema. La nuova costruzione in monoscocca ha fatto risparmiare 4 kg sul peso totale, garantendo un’accelerazione fulminea. La leggerezza della tavola mi permette anche di fare meno fatica per mantenere una velocità alta e quindi di fare delle run più lunghe. Nonostante la costruzione estrema, questa tavola risulta essere ancora più robusta!”. Jake Jensen, vincitore del Bridge to Beach (Australia). LUNGHEZZA: 14’0’’ (427 cm) LARGHEZZA: 26 1/8 (66,2 cm) VOLUME: 284 litri SPESSORE: 5 ¾ (14,6 cm) PESO: 9 kg

KAI LENNY VINCE LA OLUKAI CON IL MC 14’ Il 12 e 13 maggio si è svolta a Maui (Hawaii) l’annuale OluKai Ho'olaule'a race da Maliko con arrivo al Canoe Club di Kanaha Beach. Le condizioni sono state “leggere”, con una piacevole brezza estiva, cielo limpido e diversi arcobaleni che hanno accompagnato i paddler durante le 8 miglia del percorso. 275 paddler alla partenza. Il Campione del Mondo Kai Lenny guadagna le prime posizioni già dai primi metri a bordo della sua tavola di serie Naish Glide MC 14’ e ha commentato in questo modo la sua gara: “Sono riuscito a rimanere con i top 5 che utilizzavano le unlimited board fino a Baldwin, dopo hanno iniziato a prendere terreno!”. Nonostante questo Kai è stato in grado di mantenere il 7° posto nella classifica Overall in mezzo a tutte le tavole unlimited. Kai ha vinto con facilità la classe 14’ e il suo compagno di team Kody Kerbox è arrivato terzo nella stessa classe vincendo però nella categoria della sua età. Jerry Bess, altro atleta motorizzato Naish, ha vinto la sua categoria per età a bordo del suo Glide 17’0”. La categoria Elitte Open Men è stata vinta dal giovane fenomeno Connor Baxter, atleta Starboard, con un fantastico tempo di 47 minuti e 27 secondi, ottenendo il miglior tempo di sempre per questo evento. Dietro di lui Travis Grant dall’Australia, il californiano Danny Ching e l’hawaiiano Dave Kalama.


RED PADDLE

Per la stagione 2012 Red Paddle offre una gamma di quattro tavole. La 10’8” è la tavola più voluminosa, ideale per i rider più robusti. La 10’6” è la tavola più richiesta e più versatile, concepita per escursioni al mare e al lago, ma anche per chi vuole avvicinarsi al wave cavalcando piccole onde. La 9’6”, invece, viene utilizzata come “allround” dai rider più leggeri e come wave dai rider più robusti. La 9’4” è dedicata ai più esperti ed è impiegata per lo più nel wave. Le tavole sono gonfiabili e sopportano una pressione superiore a 1.5 bar, inoltre vi sono ben quattro strati di rinforzo ai bordi (invece dei due strati comunemente usati nella costruzione di altre tavole); queste caratteristiche rendono le tavole Red Paddle tra le più robuste sul mercato. Le tavole “Red” sono anche molto facili da trasportare, una volta sgonfiate si infilano comodamente nello zaino assieme alla pompa e alla pagaia in vetroresina smontabile in tre pezzi. Red Paddle offre una qualità\prezzo davvero imbattibile. Tutte le nuove tavole Red Paddle sono disponibili da provare a Malcesine (VR) sul Lago di Garda, Via Gardesana 205, presso Europa SurfandSail. Per ulteriore informazione vai sul sito www.redpaddle.it oppure e-mail: staff@redpaddle.it e cellulare: 338.6053096

UN NUOVO CENTRO SUP IN PIEMONTE Il logo del Centro Velico Avigliana è il simbolo del centro che utilizzerà i sup RRD per l’attività in acqua. Corsi di SUPFITNES gestiti da un preparatore atletico, stage di sup con giri del lago, corsi windsurf-sup seguiti da istruttori abilitati con i nuovi rig RRD e i nuovi WASSUP RRD sono l’obiettivo dello staff del CVA di Avigliana. Alle porte della VALSUSA a pochi Km da Torino, su acque calme e pulite si potranno provare queste nuove attività con i nuovi materiali 2012. Per info: c.velavigliana@alice.it

SPORTFUN STORE Vi comunichiamo l’apertura della nuova Showroom/Warehouse Sportfun Store a Bracciano (Nuovo Magazzino). Il nuovo Locale ospiterà tutta la collezione di magazzino dei marchi distribuiti da Sportfun( Hobie, Paddle Surf Hawaii, Hinano, Kialoa, Ozone, Xenon, Hot Buttered, 69Slam), esposti completamente per essere presentati al meglio alla rete vendita e al pubblico appassionato dei board sport: Kitesurf, Snowkite, Land Kite, Trainer Kite, Kiteboard, Surfboard Kite, Surf, SUP, Paddle, Accessori. Breaking news: - All’interno della Show room è stato realizzato anche il centro di assistenza per la riparazione di Kite Ozone, con tavolo e macchine da cucire apposite per offrire il migliore servizio. Viengono utilizzati materiali originali Ozone. - Presentazione e lancio del nuovo sistema MAGENTO per gli ordini sul Web www.sportfun.it


RIVER SUP Pietro è un supersportivo, un esperto nuotatore d’acqua viva, specializzato in discese nei torrenti, istruttore di soccorso fluviale rescue3 e guida hydrospeed ed è maestro di salvamento federazione italiana nuoto. Lo scorso anno ha provato il SUP e si è entusiasmato a questo nuovo modo di muoversi sull’acqua, ha provato a gestire questo attrezzo sui fiumi ed è riuscito a ottenere già ottimi risultati grazie ad un prodotto italiano realizzato dalla Drago Rossi. Nonostante il tempo non molto invitante, Pietro è sceso sulla Durance nei primi mesi primaverili con il modello Aloha, le prime discese sono state d’approccio e poi le ultime sono state un vero successo, le cadute ridotte al minimo, la velocità controllata a dovere e soprattutto la gestione dei cambi di livello, di direzione e di surfata su un fiume molto ricco d’acqua e molto veloce come la Durance, applaudito e osannato dai locali francesi appassionati di discese fluviali. Ora Pietro vuole far conoscere questa nuova disciplina il River SUP a tutti. In collaborazione con il mitico surf shop torinese La Glisse, vengono proposti stage di avvicinamento sulle acque ferme e pulite del Lago di Avigliana con SUP Starboard e RRD per poi passare alla Dora Riparia in Valsusa con gli Aloha della Drago Rossi per arrivare alle discese mozzafiato sulla Durance in Francia a pochi km dal confine italofrancese. Per contattare Pietro basta cliccare su http://www.laglisse.it/clubs/view/13 e trovare il suo programma; o contattare La Glisse di Torino sul nuovo sito www.laglisse.it

FROZEN OPEN 20112 By Cristina Savino Giunto alla sua IX stagione, il Frozen Open, gara wave, considerata tra le più radicali d’Italia, rilancia anche quest’anno la sfida tra i riders più aggressivi dello stivale. Lo spot designato resta sempre La Marinedda (Isola Rossa, Sardegna) dopo aver garantito nelle passate edizioni condizioni “epocali” per lo svolgimento della competizione. Il 2011 ha visto trionfare per il secondo anno consecutivo il surfista franco-brasiliano Eric Rebiere, lo scarto sul secondo Roberto D’Amico è stato minimo mentre la terza posizione è stata aggiudicata a Gavino Dettori, surfista di Sassari, cresciuto sportivamente nelle onde di Platamona, e quarto Lorenzo Castagna, originario della Toscana ma residente a Buggerru. In virtù dei recenti sviluppi nel mondo del surf, dei numerosi riscontri ottenuti su scala mondiale, della grande visibilità e del successo dei campionati promossi e patrocinati da Surfing Italia, il comitato organizzativo sta vagliando l’idea da di introdurre il Sup come categoria di gara. Il Frozen Open potrebbe allora rivelarsi un validissimo ed agguerritissimo campo di battaglia per alcuni atleti che si sono cimentati negli ultimi in prove tecniche di tutto rispetto. Per chi conosce lo spot, sa che l’isola rossa non è scherzo. Infatti l’accesso alla gara sarà destinato solo ed esclusivamente ai pro del settore i quali verranno accuratamente selezionati e successivamente convocati dal comitato preposto. Quest’ultimo farà ricadere la sua scelta solo su coloro che si sono distinti per meriti, prestazioni e punteggio durante tutto il campionato 2012 e nelle gare wave di spicco. La rosa dei 30 possibili candidati resta ancora Top Secret, per maggiori informazioni ed aggiornamenti stay tuned!


POTERE ALLE DONNE E RESTITUIRE ALLA COMUNITÀ © Giora Koren

Baldwin Beach, Maui 20 maggio 2012. Il Butterfly Effect ha illuminato la north shore di Maui (Hawaii) sabato, 19 maggio 2012, quando centinaia di bellissime, esuberanti e solari donne si sono raggruppate per partecipare insieme a due pulizie della spiaggia, tra una session di yoga e l’altra, per poi partecipare a una gara in spirito di fratellanza, divertendosi col SUP scorrendo sulle onde blu del Pacifico. Già dalla mattina presto, quasi duecento tra donne e ragazze di ogni livello si sono riunite, da tutto il mondo, a Baldwin Beach. Sono state accolte dalle gigantesche bandiere gialle del Butterfly Effect, collane di lei fatte a mano, pacchetti regalo e snack. La gioia e l’euforia si percepivano nell’aria per tutta Paia, emanata dell’entusiasmo, allegria, fratellanza e incoraggiamento. Le ragazze si sono riunite tutte insieme per fare meditazione di gruppo, facendo yoga in spiaggia, mentre un elicottero, dall’alto, faceva cadere migliaia di bellissimi fiori, per poi prendere le loro tavole sotto braccio ed entrare in acqua come un gruppo di sirene. Da Baldwin poi sono scese col vento fino ad arrivare a Kanaha, sulle loro tavole da SUP, accompagnate da barche d’appoggio e jetski. L’intenzione alla base del The Butterfly Effect è di creare un evento in cui l’atmosfera permette a tutte le ragazze di riunirsi, supportandosi l’un l’altra, idratando il paesaggio circostante, divertendosi, e legarsi per sempre condividendo le stesse passioni per lo sport e l’amore dell’oceano e della natura. È anche basato sul supporto e il rinforzo delle comunità locali, facendo anche spiccare le personalità sportive di riferimento. La cerimonia conclusiva è stata assolutamente eccezionale e piena di gente, svoltasi al Thee Salon, in cui centinaia di ospiti sono stati deliziati dalle acrobazie dell’Aerial Silk, musica live, cibo delizioso ed una sfilata conclusiva mozzafiato in cui le ragazze più belle di Maui facevano da modelle per le aziende d’abbigliamento e designers locali. Il Butterfly Effect è nato nel 2007 dall’idea dell’amata water woman americana, Tatiana Howard, professionista di sport acquatici e punto di riferimento per la comunità. Voleva rimuovere qualsiasi tipo di competitività dagli sport acquatici, creando un ambiente in cui sia lei che le sue sorelle potessero godersi al massimo quello che madre Natura ha da offrire, condividendo la passione per l’Oceano, creando una vera e propria comunità, che punta anche a tenere le spiagge pulite. Dopo avere condiviso la sua visione con alcune delle sue amiche più intime, il Butterfly Effect ha cominciato a diffondersi, fino a poter vantare 23 eventi in giro per il mondo in 10 diversi paesi. Ancora più motivata, quindi, Tatiana ha assunto permanentemente il ruolo di organizzatrice degli eventi, raccogliendo donazioni, sponsor, partecipanti e creando una vera e propria esperienza che ti rimane scolpita nel cuore e nella mente. Collaborando assieme alle sue colleghe water women ed amiche internazionali, la sua idea inizialmente piccola si è allargata a macchia d’olio ed è ora diventato un evento in cui il potere viene dato alle donne, sia nel campo dello sport, del fitness, dei sogni, del futuro e anche dell’attivismo ambientalista. Impegni per la comunità Il Butterfly Effect devolve tutto in beneficienza alla Surfrider Foundation, Maui Chapter. È un’organizzazione US 501c3 nonprofit e la loro missione è la protezione e la celebrazione dell’Oceano, spiagge, onde, utilizzando un’ampia rete di attivisti appassionati. La comunità ha anche partecipato a diversi clean up delle spiagge ed anche alla raccolta di fondi. Cosa riserva il futuro Il Butterfly Effect World Tour punterà su Cabarete, nella Repubblica Dominicana per il 28 luglio 2012. L’evento si baserà sull’incontro di ragazze da tutto il mondo, per praticare gli sport che amiamo tra cui windsurf, kitesurf, kayak, e stand up paddle. Tutti i ricavati andranno in beneficienza per il progetto DREAM. Per maggiori informazioni vai su www.betheeffect.com


AVVENTURE IN SUP NELL’AUSTRIA SOTTERRANEA Quando pensi all’Austria, a novembre, la prima cosa che ti viene in mente sicuramente non sono gli sport acquatici; è stata quindi una necessità primaria per i rider austriaci Wolfgang Leeb, Andrea Freibeger, Armin Walcher e Sebastian Kuklar il riuscire a inventarsi un possibile spot che potesse permettere loro di passare quante più ore possibile sui loroSUP. I quattro paddler, infatti, vengono tutti da quella regione austriaca conosciuta come la “Terra dei Laghi” – la Salzkammergut – dove si trova uno spot che è una vera e propria gemma, invidiata da tutto il mondo. A soli 5 minuti dalle rive del Lago Altausseer, dove erano soliti trascorrere le estati gli antichi imperatori austriaci, si trova una montagna salina, che attrae un sacco di gente da ormai più di 700 anni. Ci sono infatti parecchie prove dell’estrazione del sale in queste zone, che risalgono perfino al 1147 dc, ma si sospetta che risalgano perfino all’età del bronzo. Nel 1943, queste miniere di sale sono state utilizzate come depositi nazisti di arte rubata, arrivando a un totale di 6.500 opere, per un valore complessivo di 3.5 miliardi di dollari. Poco prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, i capolavori che dovevano essere distrutti sono stati salvati da alcuni intrepidi minatori, si è riuscito a salvare gran parte del bottino, tra cui anche la Gioconda di Leonardo Da Vinci. Ora è stata nuovamente riaperta e vengono estratte ogni anno oltre 550.000 tonnellate di sale, che finisce sia sulle strade per impedire che ghiaccino, sia sui tavoli per il suo utilizzo più tradizionale. Queste grotte si estendono per diversi chilometri all’interno della montagna, ma è il leggendario “Lago Salato” che attrae l’attenzione degli escursionisti. Il lago misura orizzontalmente 800 metri, e normalmente è accessibile sono con una guida esperta. I nostri eroi con un permesso speciale e unico hanno portato le loro tavole da SUP all’interno di queste grotte attraverso freddi e stretti tunnel camminando per 30 minuti per raggiungere il loro obiettivo: fare SUP nel Lago Salato. Ecco il loro commento: "È stata la prima volta, al mondo, che qualcuno ha fatto qualcosa del genere. Siamo stati accompagnati da due guide che poi sono rimaste esterrefatte dalle nostre capacità col SUP. Dopo due eccitanti ore a remare, con qualche bagno involontario nell’acqua salatissima, abbiamo lasciato in pace il lago. Un’ottima esperienza col nostro SUP, che servirà ad accorciare uno degli inverni più rigidi della storia.” Rider: Wolfgang Leeb, Armin Walcher and Sebastian Kuklar - Foto: ©mirjageh.com


FANATIC RAY FREERACE Questa nuova linea è composta da 2 shape compatti e veloci, facilissimi da utilizzare, realizzati direttamente dal team di R&D del programma Fly Race. Perfetta sia per i principianti più totali che per i racer più esperti, le Ray sono facilissime da gestire in qualsiasi condizione d’acqua. L’outline più corto e largo consente una maggiore stabilità, ed è anche abbastanza longilineo per garantire una buona linea d’acqua, in modo da massimizzare la velocità di punta e la planata. L’efficienza delle curve è nata e provata dallo sviluppo per le varie gare di racing, con un rocker continuo su tutta la lunghezza, in modo da garantire la massima efficienza della remata e un rilascio morbido dell’acqua. La prua affilata fende i chop, ed il profilo rialzato permette di restare asciutti, impedendo che la tavola s’ingavoni di prua. Il deck più piatto è anche stato ampliato, in modo da produrre maggiore volume per una surfata più confortevole e stabile. È la tavola ideale per andare in esplorazione e scivolare sull’acqua senza il minimo sforzo. Per massimizzarne il carattere d’avanscoperta, Fanatic ha anche installato degli attacchi a rete, in modo da poter portare altro materiale utile. Disponibili in lunghezza 11’ con la super resistente High Resistance Skin (HRS) o 12’ in HRS o HRS BVI Ltd Edition per ricordare la collaborazione storica tra Fanatic e la HiHo Virgin Islands Race. Tutti i modelli sono equipaggiati con pinne ONE US Box 9.75” Raceace superleggere. Caratteristiche principali: - Profilo allungato per massimizzare le linee d’acqua, con una prua più larga e poppa più squadrata. - Poppa realizzata col CAD, prua e rocker più armonioso per un rilascio senza turbolenza dell’acqua. - Extra volume sui rail e ripiano rialzato d’appoggio per restare comodo ed asciutto. - Prua più affusolata per tagliare l’acqua, abbinata perfettamente alla poppa arrotondata a V per il massimo rilascio di turbolenza e stabilità. - Inserti a rete per il massimo confort e portare altro materiale utile all’esplorazione. L’Hiho Event sta prendendo forma per il meglio. La gara del primo giorno, la “dash for cash”, sta suscitando un sacco d’interesse. La staffetta a squadre di 12 miglia partirà da Tortola fino a White Bay a Jost Van Dyke. Le squadre sono composte da 3 rider, con lunghezza massima consentita di 14 piedi. Il primo premio è di $4,000! Lo sponsor è il rinomato Soggy Dollar Bar. Al proprietario è piaciuta un sacco l’idea ed ha già garantito che raddoppierà il montepremi nel 2013! Ci sono già 5 squadre iscritte. Fanatic conferma la partecipazione dei suoi atleti Chase Kosterlitz, Petra Offermanns, Gonzalo Costa Hoevel, Belar Diaz e Kirsty Jones.

BREAKING NEWS FITSUP NOVITÀ ASSOLUTA A RIMINI WELLNESS 2012: Music Sport Movement e AISUP hanno presentano il nuovo training program FitSup al pubblico di Rimini Wellness. L'allenamento con tavola e pagaia ha riscosso grande successo nelle prime due giornate. Le demo FitSup si articolano in tre parti: SUP classic (utilizzo race) grazie alla preziosa collaborazione con Franco Piccioni istruttore ISA/FISURF, FitSup personal trainer (training one to one con personal trainer) e FitSup master class (trainig di gruppo musicale). Una disciplina completa per il nostro corpo, rilassante e motivante per la nostra mente! Un ringraziamento speciale a Bic Sport e Nautica Urban che credono nel progetto di Music Sport Movement e AISUP di far conoscere a tutti questo fantastico sport. SUP THE WORLD - LO SPECIALISTA DELLE VACANZE SUP: www.suptheworld.com – Il nuovo sito per tutti coloro, di ogni livello, che cercano un servizio completo per affrontare un’entusiasmante vacanza sportiva dedicata al SUP. SUPtheWorld propone destinazioni sia per il flat water che per il SUP surfing come Tailandia, Costa Rica, El Salvador, Taiwan, Puerto Rico, Solomon Islands e molte ancora. Vengono accettati solo piccoli gruppi per garantire un’assistenza esclusiva e un pacchetto completo con guide professionali. SUPthe World è una iniziativa del fotografo/giornalista Neil Armstrong (aka ‘Moonwalker’ – per ovvie ragioni!) che ha passato gli ultimi 18 anni viaggiando per il mondo seguendo surfer professionisti e collaborando con le riviste più importanti Check out tutte le location disponibili e iniziate a sognare su: www.suptheworld.com CAMPIONATO NAZIONALE FISURF SUP RACE – MAROTTA 27 MAGGIO 2012: Si è svolta domenica 27 maggio a Marotta (PU) nelle Marche l’ennesima tappa del campionato Nazionale Fisurf di Stand up paddle categoria race. Una gara dedicata a Sandro un ragazzo che durante una discesa con lo snowboard è rimasto paralizzato dal collo in giù. Nonostante gli impegni europei hanno visto mancare gli esponenti di spicco del circuito la gara ha riscosso un enorme successo, ben 40 atleti presenti, solidali e pronti a sfidarsi mantenendo sempre lo spirito allegro e sportivo della gara. Una soleggiata giornata e qualche bava di maestrale per un tracciato di circa 8km per la categoria race e circa 4 per la categoria amatori. Un percorso a rettangolo con 2 giri di boa che riscosso un stimolante successo. Ottimi i posizionamenti per i local presenti e per chi ha partecipato. Come al solito non poteva mancare la splendida e meravigliosa accoglienza culinaria a base di ottimo pesce. Classifiche complete su www.suptime.it




Fabrizio Gasbarro

Testo di Fabrizio Gasbarro Foto di Framk Berglund

La stagione agonistica prosegue con due gare importanti che mi hanno visto impegnato nella Francia del nord: la prima, la FunGlisse nella Loira a Port Saint Michel Chef organizzata dalla famiglia Terrien (luogo dove é cresciuto e ha imparato a fare surf e windsurf Eric Terrien); e la seconda, la prima tappa mondiale del World Stand Up Series di La Torche Race. Il viaggio inizia con lo scalo a Barcellona, per trovare in primis il mio amico e membro di team Belarmino Diaz Gomez e insieme a lui Eric Terrien, compagni di un viaggio che ci vedrà protagonisti nelle due tappe bretoni di stand up. Arrivato a Barcellona i due mi prendono all’aeroporto e caricata la tavola ci avviamo per un mini training al canale olimpico di Barcellona per scaldare le pagaie. Dopo un allenamento breve e intenso per affinare la tecnica e scambiarci qualche consiglio andiamo in palestra per una sessione di defaticamento. Il giorno seguente caricato il van partiamo per il nord della Francia andando incontro a previsioni di pioggia e vento che ci fanno piombare in un clima invernale con temperature che si aggireranno per tutto il viaggio con medie sugli 8 gradi. Passati i Pirenei dopo 1200 Km. arriviamo la sera in una non proprio ridente località della Loira solo per il tempo avverso... Il giorno seguente ci rilassiamo dal viaggio riposandoci e facendo amicizia con una gentilissima famiglia francese che ci ha messo a disposizione la casa, show time su Internet, un po’ di lettura e qualche esercizio ci fanno passare una giornata in casa dove tempo e temperature ci fanno stare nel tepore casalingo quando fuori infuriano gli elementi. La sera arriva Petra da Monaco con il suo fidato Van T3 per prendere parte anche lei alla competizione e relazionare l’evento per i media di Internet e fare la perfetta cronista per Fanatic International. Il primo giorno della gara: il Beach race di 7Km. stile BOP con giro di 5 boe e 4 giri di corsa in spiaggia, tempo nuvoloso ma senza pioggia con temperatura di circa 10 gradi. Dopo fatto il brifing si procede con la partenza, il mio obiettivo é arrivare tra i primi 5 visto il livello dei partecipanti: la Francia é la prima nazione a livello europeo ad avere molti atleti performanti nelle gare, fare piazzamento nei primi 5 é come fare il podio. Dopo la partenza a cannone raggiungo la quarta posizione che mantengo per tutta la corsa con un avvicinamento al terzo (compagno di team Yoann Cornelius) al terzo giro. 30

Dietro di me Belar che combatte con un francese molto forte e atleta locale (Olivier Garret) che solo all’ultimo durante la corsa in spiaggia riesce a sfilargli la quinta posizione. La sera è il tempo per la premiazione: Eric Terrien primo con Bic Custom, secondo Greig Closier Hobie Custom, terzo Yoann Cornelius Fanatic Custom, quarto io con Fanatic di serie e quinto Belar Diaz Fanatic Custom. Secondo giorno: sveglia alle 6 per essere al point alle 7, oggi è in programma il Downwind, giornata maledettamente perfetta: vento sui 35 nodi in aumento fino a 40. Tempo da capitani coraggiosi, il mare, stranamente per il vento che spazza la superfice dell’acqua ha un moto ondoso con delle onde di massimo un metro e mezzo. Dopo aver portato le macchine al punto di arrivo ed esserci cambiati saliamo su il furgone di Petra e caricate le tavole arriviamo al punto di partenza. Brifing e partenza, il percorso si snoda per 10 km. Abbiamo costeggiato la costa con un vento impetuoso e il mare che ci spingeva. Le posizioni della corsa sono state le seguenti: primo Terrien, secondo Closier, per la terza posizione io e Cornelius fino a metà gara, poi ho perso la linea allargandomi un po’ con la rotta e perdo una posizione. A poco meno di un Km. mi arriva un crampo e perdo inevitabilmente un’altra posizione e sono superato da un compagno di team Fanatic Francia, Marcellin Sautour, finendo al traguardo quinto. Premiazioni finali dove arrivo quarto di combinata e per me é un buon risultato. Ringrazio Fanatic per il supporto con la tavola vincente di serie Fly Carbon race 12’6 x 30.5 e le nuove pagaie NP full carbon. Per le donne Sophie Routaboul (Starboard), Cecilie Gondre (Fone) e Petra Hofmann (Fanatic). A fine gara prendiamo armi e bagagli e facciamo i rimanenti 250 km. per arrivare a La Torche.



RIDER: Alessandro Onofri LOCATION: Stand up world tour La Torche Heat 23 FOTO: Caroline Margheriti

Testo di Leonard Nika e Lucia Micunco

Lo “Stand Up World Tour” è il campionato mondiale ufficiale di Stand up paddle surfing; fondato nel 2009, il campionato organizza eventi in sei paesi con la partecipazione di sedici nazioni diverse. Dopo la prima tappa, tenutasi alle Hawaii nel mese di febbraio, la seconda vede protagonista la Francia, precisamente La Torche. L’edizione 2012, in associazione con Naish, ha visto gareggiare i migliori Stand Up Paddle surfer ed i migliori rider al mondo, i quali si sono contesi il podio e il punteggio fondamentale per il ranking del World Surfing Tour e del World Racing Series. A seguito della vasta diffusione di questo sport, i rider più “agguerriti” sono giunti dalle Hawaii, USA, Australia, Francia, Brasile e Tahiti (tutti atleti che occupano un posto nella top 10). Ebbene, è da notare come quest’edizione 2012 abbia avuto un incremento di partecipanti provenienti dall’Europa, dal Marocco, dal Messico e non solo. Dal 28 aprile al 3 maggio le giornate sono dedicate ai trials. Alla prima chiamata, ore 9.00 del 29 aprile, si prevede un’onda di almeno 2 m, ma lo scenario si presenta ben diverso da quello sperato. Le onde non superano 1,5 m, il vento soffia a 40 nodi Nord/Ovest e la pioggia è incessante, il termometro segna 6/7 gradi, insomma, è un tipico clima bretone. Le pessime condizioni meteo non fanno altro che demotivare gli atleti, così, i giudici al primo briefing delle 10.00 decidono di rimandare la gara alle ore 12.00, con la speranza di un miglioramento e un più regolare svolgimento della gara. Il tentativo di rinvio è inutile. Tutto è rinviato al giorno successivo, 30 aprile. Alle ore 9.00 iniziano i 32

trials, si contano più di cinquanta atleti iscritti provenienti da tutto il mondo. Principale attrazione dello Stand Up World Tour è l’europeo Eric Tierren, dunque, è una dura prova per gli altri connazionali che gareggeranno per aggiudicarsi il podio e i punti essenziali per il ranking nella classifica generale del World Tour e nelle finali che si disputeranno a Turtle Bay, presso North Shore, Oahu. Raggiungere Eric in classifica significa competere con alcune stelle del panorama europeo, come Fred Bonnef (Fanatic), Belar Diaz (Fanatic), il danese Casper C. (Naish), gli italiani Fabrizio Gasbarro (Fanatic), Leonard Nika (Starboard) e Daniele Guidi (Jimmy Lewis). Questi ultimi, a loro volta, dovranno competere con Kai Lenny (Hawaii) e l’americano Colin Mc Ph., entrambi impegnati ad imporre la loro presenza sulla scena del campionato mondiale. Bene, i Paddle surfer sono pronti a gareggiare per passare negli ottavi, poi nei quarti e in semifinale, dove rimarranno solo in otto, andando ad aggiungersi nel main event. Le condizioni sono sicuramente migliori rispetto ai giorni precedenti, ma non del tutto semplici: onde alte 2 m circa, 30 nodi di vento e ancora pioggia. Le heat sono sedici, ognuna composta da tre o quattro persone. L’italiano


Leonard Nika fa parte della nona heat con altre quattro persone. Con la sua tavola Starboard 8’10 x 32” e pagaia alla mano, Nika entra in acqua. Ed ecco il suono della sirena che da il via alla heat, 15 minuti di tempo per ciascuna di esse; l’intento di Nika è quello di cercare il picco più alto, riuscire a chiudere un trick su un onda grande, al fine di ottenere un punteggio più alto. Nika riesce a surfare cinque onde, mentre i suoi tre avversari prendono onde più a riva e di grandezza inferiore, ma i giudici considereranno solo le due onde migliori. Il tabellone a fine heat ha un esito spiacevole per il nostro atleta, si classifica al terzo posto e solo i primi due potranno accedere alla heat successiva. Il 4 maggio si svolge la gara di Long Distance, 20 km di percorso, da Quimper a Saint Marine, riservati ad atleti con tavole 12’6. I partecipanti, dopo aver registrato la loro presenza e depositato le tavole sulla start line per permettere ai giudici le verifiche di routine, si ritrovano per la spiegazione del tracciato a Saint Marine. Da qui, con i mezzi messi a disposizione dall’organizzazione, si spostano nuovamente a Quimper, dove la partenza ufficiale della gara è fissata per le ore 17.00. Il percorso si rivela subito insidioso: si parte dal fiume che attraversa la città, seguendo la forte corrente generata dalla bassa marea che porta verso l’oceano. Come un vero torrente che scende verso valle, il fiume in alcuni tratti si allarga e si stringe in una serpentina di 20 km. Sospinti come in un downwind in acqua piatta, gli atleti giungono all’arrivo nella piccola baia della città di Odet, dovendo, inoltre, fare lo slalom tra le tante barche ormeggiate ovunque, per poter raggiungere la finishline sulla riva. Il giorno successivo, 5 maggio, si è svolta la gara di beach race sulla costa di Point de La Torche, una lunghissima spiaggia circondata da dune di sabbia bianca. Tutti gli atleti che hanno partecipato alla long distance sono pronti a competere già alle 9.00 del mattino, i risultati delle due prove saranno poi cumulati tra loro per la classifica di overall, dove verranno premiati solo i primi cinque. Il tracciato a prima vista appare facile, ma in realtà è piuttosto complicato: partenza dalla spiaggia, con tavola e pagaia in mano, a pochi metri dall’acqua in una linea segnata da due bandiere, leash non obbligatorio, ma decisamente importante. Controllato l’allineamento degli atleti, i giudici danno il via con la sirena e parte il countdown… rincorsa veloce e via in acqua per un percorso di 1 km, con uno slalom tra quattro boe posizionate ogni 200 m circa. Sono le onde a rendere il percorso complicato, grandi poco meno di mezzo metro, gli atleti hanno dovuto affrontarle a sfavore e a favore ad ogni giro di boa. Finalmente, dopo l’ultimo passaggio, gli atleti rientrano sulla finishline attraversando le due bandiere! Non delude le aspettative Eric Terrien, che ancora una volta avanza prepotentemente come uno dei più grandi SUP racer del mondo, non solo primo alla Sprint Race, ma anche alla Long Distance, conquistando un meritatissimo primo posto overall. L’atleta francese ha battagliato, per tutta la durata della sprint race, con Kai Lenny ceduto definitivamente all’ultimo ingaggio di boa. Per quanto riguarda i nostri colori, Leonard Nika riesce ad aggiudicarsi un’ottima quarta posizione in overall, avendo raggiunto un quinto e sesto posto nelle due prove. Tutti i meriti vanno, inoltre, riconosciuti al danese Casper Steinfath, terzo posto in overall, a seguito di un quarto e terzo posto nelle prove; non è da meno il local Greg Closier che, dopo un risultato deludente nella Long Distance, si è dimostrato estremamente competitivo nella Sprint Race con un meritatissimo terzo posto. Il corrispettivo femminile di Eric Terrien lo troviamo in Olivia Piana (Fanatic), eccellente in entrambe le prove. Al secondo posto in overall si è, invece, classificata Faustine Merret, mentre al terzo posto abbiamo l’ispanica Patricia Hernandez. Dunque, l’elevata affluenza di atleti provenienti da tutto il mondo e il fatto di aver conciliato dal punto di vista agonistico le discipline trainanti del nostro sport, possono farci affermare un bilancio estremamente positivo della manifestazione. Inoltre, il circuito del Stand Up World Series farà ancora tappa in Francia per il terzo evento dal 22 al 24 giugno prossimi con la “Ile d’Oleron Paddle Challenge”.

Leonard Nika

Kai Lenny taglia il traguardo della Long Distance.

Quattro chiacchiere con Alessandro Onofri unico italiano a sfiorare l’ingresso nella semifinale trials a La torche tappa europea del World tour 2012. Intervista realizzata da Stefano Contini. Quali sono state le emozioni che hai provato a La Torche durante la tappa Europea del World tour e quali le differenze riscontrate con l’esperienza del Mondiale Isa in Peru? È stata un’esperienza molto positiva, con i ragazzi del Team mi sono trovato molto bene, purtroppo le condizioni non sono state il massimo e sono stato anche un po’ sfortunato, torno a casa con la consapevolezza di poter fare meglio nella prossima tappa. In Perù il mondiale è a squadre quindi più che te stesso o gli sponsor rappresenti la tua nazione ed è un’emozione unica. Chi ti ha impressionato di più dei Pro presenti a La Torche? Leco Salazar a mio avviso è il più forte di tutti, ha portato il sup a una radicalità paragonabile ai più forti surfisti da onda. Ha un back side spaziale e un repertorio di manovre ineguagliabile, se riesce a trovare il giusto feeling nelle gare sarà veramente duro da battere. Delpero è una macchina da punti, il suo stile preciso e pulito è perfetto per le gare e infine Kai Lenny, un talento incredibile che riesce ad esprimere il meglio di se solo sulle bombe! Hai da poco iniziato a collaborare con Jimmy Lewis, che tavole hai usato? Finalmente mi sento sulla strada giusta per quel che riguarda le tavole. Sono partito per La Torche col Kwad 8’7’’ e il Mano 9’0. Il Kwad non l’avevo mai testato e l’ho provato solo il giorno prima della gara ed è stato subito amore. Ho deciso di usarlo nel contest perchè è super stabile e manovrabile, una tavola veramente facile e visto il poco allenamento che avevo sulle gambe è stata una mossa azzeccata. Quali sono le tue prossime tappe wave alle quale parteciperai? Sicuramente ho intenzione di partecipare a tutte le tappe del Tour Italiano Wave e ad alcune gare in Europa sempre di wave. Per quel che riguarda il race, chissà magari in futuro potrebbe piacermi ma ora lo vedo molto lontano anzi non rientra proprio nei miei obiettivi, alla fine mi piacciono le onde e l’acqua piatta mi annoia. 33


Testo di Paola Perrone Foto di Antonio Alberti

È stata disputata nella baia di Fiumaretta di Ameglia (SP), il 19 e 20 maggio scorso, la seconda tappa nazionale del campionato FISURF SUP WATER RACE, in occasione del primo EUROPEAN SUP EXPO (ESE) presentato da AISUP e MondoSport. La spettacolare location, fra il fiume Magra e il Mar Ligure, ai piedi delle Alpi Apuane, ha offerto un paesaggio incantevole, tipico dell’estremo Levante Ligure, dove, nonostante le avverse condizioni climatiche, l’organizzazione è riuscita a portare a termine tutto il programma. Oltre allo sport e al mare, protagonista di questo evento è stata la solidarietà verso le persone colpite dall’alluvione dello scorso ottobre, visto l’obiettivo degli organizzatori di creare un Centro Sportivo dedicato, dove, adulti e bambini, possano vivere un’esperienza unica sul fiume o sul mare. A colorare la spiaggia hanno contribuito i migliori brand, tra cui HOBIE, STARBOARD, MOKI, JIMMY LEWIS, RRD, NAISH, BIC, FANATIC, INDOBOARD, QUICKSILVER, KIKAU, con una vasta gamma di attrezzature nuove, ospitati in coloratissimi stands e tutti uniti nell’unico scopo di rendere questa manifestazione una festa promozionale, semplicemente per avvicinare chiunque allo sport e al mare attraverso le dimostrazioni dei migliori atleti di punta, che hanno non solo partecipato alle gare ma, nel contempo, si sono alternati in acqua facendo provare lo Stand up a chiunque avesse mostrato interesse. E non solo Stand Up Paddle. Un gioco di tavole, idrobike, zorball e water ball, indoboard e long skate, in sottofondo, la simpaticissima voce di Dario Nuzzi. La giornata di sabato, quasi interamente dedicata alla promozione, ha visto gli atleti alternarsi in manovre e sprint di velocità, seguite dai minicorsi per tutti coloro che si mostravano interessati a volersi avvicinare allo Stand Up, in un clima di festa e grande spirito di aggregazione, tra tutti gli atleti dei vari team, che nonostante la competitività nelle gare e la concorrenza tra i vari sponsor, mantengono sempre ottimi rapporti di amicizia tra loro, con grande senso di sportività. Ottime le prove dei nuovi “giochi” di Indoboard e Kauna creatione presenti con la novità dell’anno, il LONGBOARD SKATE, che hanno permesso a 34


chiunque di dilettarsi anche senza bagnarsi. Nel pomeriggio invece, si è tenuta la Speed Race RRD, una gara sprint su un percorso di 2,6 km, un bellissimo spettacolo per il pubblico, anche grazie al sole venuto fuori quasi per miracolo dopo tre ore di pioggia incessante, che ha visto gli atleti partire in massa dalla spiaggia e pagaiare a ritmi serratissimi, a breve distanza l’uno dall’altro fino al traguardo. Nella categoria donne, in ordine di arrivo, la vincitrice assoluta, ormai pluricampionessa Silvia Mecucci, team Jimmy Lewis, seconda a seguire la rivelazione di questa categoria femminile, Cristina Bizzarri, Jimmy Lewis, terza Paola Perrone, campionessa 2011 categoria A.R., team Starboard, che non avendo gareggiato con una tavola race, ha conquistato il primo gradino del podio nella categoria all round; quarta overall e terza sul podio la neo sposa del team Adrenalina Meri V. Chiaburri, con la sua nuovissima Bark. Subito dopo la RRD Speed Race si è tenuta una gara dei team a staffetta con gli Stand Up gonfiabili; più che una competizione tra i team, un vero e proprio momento di divertimento, di visibile gradimento da parte del pubblico compiaciuto e sorridente nel seguire gli atleti, che si sono alternati a gruppi di tre atleti per team. STARBOARD: Leonard Nika, Nicola Abatescianni, Giuseppe Cuscianna HOBIE: Stefano Gigli, Giordano Capparella, Paolo Spinelli BIC: Marco Dottori, Luca Cassolo, Mr. X RRD: Giuseppe giusti, Jacopo Giusti e Alberto Bulbarella. La gara di puro spirito sportivo e goliardico vede vincere il team Starboard, seguito da il team Hobie, mentre al terzo posto troviamo dopo un ferrato testa a testa i team Bic ed Rrd. Subito dopo la staffetta, colori, musica e spettacolo in spiaggia, con una fantastica esibizione di ZUMBA FITNESS che ha coinvolto tutto il pubblico con grande vivacità. Nel tardo pomeriggio di sabato si è tenuto il primo work shop, organizzato dal presidente di Aisup R. Domenichini, dal segretario D. Nuzzi e dal neo presidente della FISURF A. Di Spirito; che ha visto i 20 brand presenti, seduti uno accanto all’altro, con media partner, discutere, confrontarsi e proporsi su una molteplicità di argomenti, concentrando l’attenzione sulla diffusione e sulla promozione dello Stand Up Paddle, valutando i programmi previsti per l’anno in corso, e proiettandoli nell’immediato futuro, con la concretizzazione del percorso federale atteso da tempo. Le premiazioni di questa splendida giornata, si sono concluse in serata dopo un’ottima cena di pesce, durante la quale, previsioni meteo alla mano, si è deciso di anticipare l’orario dello skipper meeting del giorno dopo, viste le condizioni avverse del tempo annunciate su tutti i siti. Tutti in spiaggia di primo mattino quindi! Alle ore 9.00, sono state sistemate ad arte sette boe e il percorso è stato accorciato di poco più di un chilometro per dare la possibilità a tutti gli atleti di completare la gara senza imbattersi in temporali. Il circuito creato, lungo poco più di 3 km, doveva essere completato per un giro dalla categoria donne (tutte iscritte nella categoria race) e dagli all round, e per due giri dalla categoria race uomini. Tutti presenti allo skipper meeting, seppure anticipato rispetto agli orari del programma, durante il quale l’organizzatore Roberto Domenichini ha illustrato dettagliatamente il tracciato dopo le ultime modifiche apportate. Anticipata quindi anche la partenza alle 10.15; tutti gli atleti sulla riva in attesa dello start, che è avvenuto su tre linee, al primo suono di tromba sono partiti i race 14’, al secondo in massa, nella categoria più numerosa, i 12’6, ed infine al terzo ed ultimo start, gli all round. In un clima piuttosto uggioso, con nuvoloni grigi pronti a darsi guerra su tutta la baia, il pubblico presente ha potuto assistere ad una vera e propria lotta a suon di pagaia, di cui, come sempre, partenza e ingaggi in boa si sono rivelati i momenti più emozionanti del circuito, dove non in pochi si sono imbattuti in cadute impreviste. Gli oltre 70 atleti in gara hanno dovuto affrontare una gara su moto ondoso costante e liscio, fastidioso in upwind, e con momenti di puro godimento in downwind, soprattutto per gli atleti già esperti sulle onde. In un gioco serratissimo di pagaiate sui rettilinei e di veri e propri combattimenti sugli ingaggi in boa, tutti gli atleti in gara, hanno dato prova di grande tecnica e potente tenacia, dove lo spirito sportivo ha dominato sulla competitività.

L’expo village di Fiumaretta.

Giordano Capparella si diverte durante la Fun Race. Monster SUP.

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Leonard Nika all’arrivo più

In testa al gruppo ovviamente i 14’, con un veloce anche dell’obiettivo. Foto non ritoccata e scattata indemoniato Gasbarro (14’ Fanatic) che con un iPhone. ha dovuto tener all’instancabile Guidi (Jimmi Lewis) che non lo ha mollato per tutto il percorso, arrivando al traguardo a poco più di un minuto da lui, e Marco Moroni al suo primo esordio, a seguire il team manager Hobie, Stefano Gigli, che ha dovuto recuperare acqua dopo una caduta in boa, e Tommaso TJ Freschi, (Jimmy Lewis). Già dal primo giro di boa si sono delineate alcune delle posizioni sui podi; per la categoria donne la gara è stata dominata, come accade ormai da tempo, dalla pluricampionessa del team Jimmy Lewis Silvia Mecucci, che ha preso il largo da sola, mantenendo a giusta distanza l’atleta Naish che la seguiva a buon ritmo, dietro quest’ultima, Cristina Bizzarri, piacevole rivelazione, a seguire, quarta a tagliare il traguardo, la campionessa italiana 2011 A.R. Paola Perrone, team Starboard, intestardita nel volersi confrontare nella categoria race, pur avendo sotto i piedi una tavola all round 12’6; la Perrone si è imbattuta in una lotta a suon di pagaia, con la surfista Valentina Marconi, che sulla sua race 404 non l’ha mai mollata per tutto il percorso, guadagnando la quinta posizione. Sesto posto per la stella rosa del Team Adrenalina, Meri V Chiaburri, sulla sua Bark, settima, Elena Gianduglia. Agguerrita anche la sfida degli uomini all round, che ha regalato il doppio podio al team Adrenalina, (trofeo per il team più numeroso presente) con un vittorioso Roberto Pecchia, seguito dal grande surfista Daniel Mazzucchelli, terza posizione invece per Bernardo Battistelli. Non meno entusiasmante e combattuto il traguardo degli uomini, nella categoria più consistente dei 12’6, che ha avuto come leader assoluto un inarrestabile Leonard Nika (team Starboard) in splendida forma; Nika ha dovuto tenere a bada il campione 2011 Hobie team Giordano Bruno Capparella, anch’egli in perfetta forma, che ha spinto al massimo per difendere il suo podio, e dietro di lui, forte di un buon allenamento invernale, accorcia i tempi il giovane atleta Jimmy Lewis Paolo Marconi, terzo sul podio. Ottime le prestazioni del podio seniors 12.6, che vede l’ultimo arrivato in casa Starboard, Leonard Nika, recuperare acqua e posizioni, chiudendo con un secondo posto overall, ed un primo nella sua categoria. Due giorni in cui, grazie all’ineccepibile lavoro dell’organizzazione e nonostante le avverse condizioni meteo, si è vissuta un’armonia di sport, passione, lavoro, promozione, colori e tanto divertimento per tutti, atleti, esperti del settore e non. Come sempre la passione per il mare e lo sport sono state il cuore della manifestazione, che ha potuto vantare un grande spirito di aggregazione, amicizia e sportività tra tutti, uniti con entusiasmo per promuovere lo Stand Up e lo sport in generale, per far sì ancora una volta che il pubblico in spiaggia tornasse a casa divertito e soddisfatto.

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Fabrizio Gasbarro

Tirando le somme, si può affermare che questo sport stia ricevendo grande riscontro sulle coste italiane, un movimento in forte crescita che sta pian piano prendendo piede in tutti i mari della penisola, e che vede i brand, gli atleti, gli organizzatori, gli sponsor, da Nord a Sud, tutti uniti per mostrare e insegnare al mondo a “passeggiare sulle acque”. ORDINE DI ARRIVO CATEGORIA FEMMINILE 12.6 (classifica parziale) Nome Atleta

1. Silvia Mecucci 2. Gallone Serena 3. Bizzarri Cristina

Pettorale Tempo Categoria

Marca Tavola Stazza

18 39 42

Jimmy Lewis Naisch Jimmy Lewis

24.15 Senior 26.45 Senior 27.15 Senior

12.6 12.6 12.6

ORDINE DI ARRIVO CATEGORIA 12.6 SENIOR (classifica parziale) 1. 2. 3. 4. 5.

Nome Atleta

Pettorale Tempo Categoria

Marca Tavola Stazza

Leonard Nika Capparella Giordano B. Marconi Paolo Codotto Davide Abatesciani Nicola

80 58 78 27 28

Starboard 12.6 Hobby 12.6 Jimmy Lewis 12.6 Fanatic 12.6 Starboard 12.6

41.22 42.50 43.49 44.40 45.18

Senior Senior Senior Senior Senior

ORDINE DI ARRIVO OVER ALL 14 (classifica parziale) 1. 2. 3. 4. 5.

Nome Atleta

Pettorale Tempo Categoria

Marca Tavola Stazza

Gasbarro Fabrizio Guidi Daniele Moroni Marco Gigli Stefano Freschi Tommaso

7 16 10 9 3

Fanatic Jimmy Lewis Jimmy Lewis Hobbie Jimmy Lewis

40.30 41.57 44.14 45.01 45.12

Gran Master Senior Senior Master Master

Classifiche complete e JUNIORES, ALLROUND AMATORI, 12.6 SENIOR, 12.6 MASTER/G. MASTER, 12.6 KAHUNA/G.KAHUNA, su www.suptime.it

14 14 14 14 14



Al pari di tutti gli sport, anche il mondo del puddle surf ha un suo mercato di tavole dedicato agli atleti, ai testimonial e alle personalità sportive più rappresentative del momento. Abbiamo voluto dare spazio a tutti coloro i quali “masticano” lo sport a livello agonistico, al fine di poter realmente comprendere il loro modo di vivere il SUP. In questa seconda puntata vi presentiamo Nicola Abatescianni, Roberto Domenichini, Paolo Marconi, Silvia Mecucci e Alessandro Merli. Alcuni atleti non hanno trovato spazio su queste pagine e vi rimandiamo a visitare www.suptime.it 38

NICOLA ABATESCIANNI

ROBERTO DOMENICHINI

Per la stagione 2012 il mio impegno principale sarà quello di curare tutte le nuove e vecchie amicizie, le conoscenze e tutto quello che mi unirà e stringerà a nuova gente. È questo è il mio proposito sotto l’aspetto umano e lo sport è uno di quei collanti che durano nel tempo e cementificano i legami in modo duraturo. Confermo il mio impegno agonistico nelle gare di rilievo nazionale e non mancherò anche a tutti quegli eventi che, lavoro permettendo, ci saranno in Italia. Avendo ricevuto da pochissimo la mia nuova attrezzatura 2012, la voglia di partecipare ad una gara estera, quest’anno si concretizzerà. Per questo ringrazio il mio sponsor, la Starbord, che appoggia non solo la mia partecipazione alle gare, ma anche tutti i progetti che propongo. Ovviamente, l’augurio che ogni atleta può fare a se stesso, è quello di concludere la stagione agonistica conquistando un posto sul podio! Purtroppo la scorsa stagione ho avuto un problema fisico che ha compromesso sin dall’inizio l’evolversi del campionato ma quest’anno potrò affrontare senza problemi i sacrifici che questo meraviglioso sport comporta per goderne poi in pieno le grandi soddisfazioni. Un altro fronte non meno importante sul quale sarò impegnato, è quello della divulgazione dello sport, considerato nella sua globalità, come mezzo attraverso il quale è possibile recuperare individui meno fortunati di noi. Sono fiero di poter affermare che anche quest’anno, con l’associazione sportiva Big Air e il patrocinio del Comune di Bari, abbiamo confermato l’impegno nel sociale, con corsi di paddle surf gratuiti anche per stranieri ed extracomunitari. Il progetto di divulgazione non si fermerà solo alla mia città ma, con tutto l’ormai collaudato staff (“squadra vincente non si cambia”), porteremo il progetto demo day in giro per l’Italia! Non mi voglio dilungare, le cose da dire sarebbero ancora tante su progetti che sicuramente andranno in porto, ma di sicuro un’ultima cosa l’aggiungo: sono veramente contento di rivedere tutti gli amici, atleti, organizzatori e tutti coloro che conosco per condividere queste esperienze legate al paddle surf italiano. In bocca a lupo a tutti per un’altra calda stagione spinta al massimo! Per i prossimi aggiornamenti visitate www.suptime.it

Roberto Domenichini, classe 64, è il Presidente dell'Associazione Italiana Stand up Paddling che opera nel levante ligure presso la scuola KAUKAU di Fiumaretta di Ameglia. “Quest’anno sarò impegnato, in qualità di consigliere Federale della rinnovata Federazione Italiana Surfing, nell'organizzazione del circuito sperimentale Italiano di Sup. Il circuito, tengo a sottolinearlo, nasce dalle numerose richieste di organizzare manifestazioni o gare, pervenute da parte delle ASA italiane, anche non propriamente di settore. Sembra che quest'anno tutti vogliano ospitare un evento di sup sulle proprie spiagge o spot! Per questo abbiamo previsto di allargare il raggio delle competizioni a tutte le tipologie di gare classificabili separatamente: speed race, Race tipo bop… long distance e, dove possibile, anche al downwind. Personalmente, sia nei i panni di consigliere Federale che in quelli di “vecchietto del SUP”, cercherò di seguire in modo particolare le gare dedicate alla competizione race 12.6 RRD e long distance.


PAOLO MARCONI

SILVIA MECUCCI

ALESSANDRO MERLI

Ho 21 anni e sono il più giovane del Team Jimmy Lewis e questa sarà la mia seconda stagione di gare nella categoria sup race 12’6”. Lo scorso anno ho gareggiato con lo Slice Jimmy Lewis classificandomi terzo nella ranking del campionato nazionale. Questa stagione gareggerò sempre con Jimmy Lewis ma con una nuova tavola molto veloce, il Blade II; per quanto riguarda la pagaia userò sempre la Magic di Quick Blade con la quale mi sono sempre trovato molto bene. Sto preparando la stagione di gare con l’aiuto di un preparatore atletico che mi segue sia nell’allenamento in mare che a secco. Quest’anno parteciperò al campionato italiano FISURF e ad alcune tappe internazionali. In questo momento sono fresco reduce della tappa del World Series di La Torche dove ho raggiunto un brillante 18° posto overall. È stata un’emozione veramente grande essere alla partenza con autentiche star mondiali come Kai Lanny e Colin Mc Philips dalle quali c’è veramente da imparare tanto, così come l’organizzazione perfetta delle due race veramente efficiente e concreta. I miei prossimi appuntamenti internazionali sono St. Tropez a fine maggio, Monaco per la race city in notturna del Campionato tedesco e a Feelmann sempre in Germania ai primi di agosto. Oltre al sup race ho iniziato a uscire in mare anche con il wave con uno spirito molto meno competitivo e ponendomi come unico obiettivo il divertimento, ho fatto anche un viaggio alle Canarie con la squadra Jimmy Lewis dove ho potuto testare tutta la gamma di tavole. Non nego che mi piacerebbe provare l’emozione di una gara di wave ma per adesso resto concentrato sul campionato race. Sono carico di entusiasmo e sicuramente sarà una stagione ricca di emozioni e piena di divertimento, credo che i numeri di questa disciplina continueranno ad aumentare vista la grande facilità di accesso, Stand Up Paddle per tutti e soprattutto praticabile ad ogni livello. Consiglio a tutti coloro che fanno sup anche a livello amatoriale di venire alle manifestazioni nazionali perché è un ambiente pieno belle persone dove il divertimento è garantito. Aloha Paolo

Mi chiamo Silvia Mecucci e abito e vivo a Ostia. Sono nel Team Jimmy Lewis Europe dal luglio 2010 e con grande piacere ho raggiunto da subito un feeling eccezionale con i tutti i componenti del Team ma soprattutto con lo Slice, tavola con la quale ho vinto per ben due anni consecutivi il Campionato Italiano Race. In campo Internazionale, sono riuscita ad impormi nella Elite race di Saint Tropez e posso dire che è stata l’esperienza più importante e forte della mia carriera. In Italia il fenomeno Stand Up Paddle sta riscuotendo un notevole successo e molti volti nuovi si affacceranno sui campi di regata del 2012 aggiungendosi al già nutrito gruppo di racer dello scorso anno, per cui non vedo l’ora di iniziare la sfida. Per quanto riguarda il materiale non posso chiedere di più in quanto Jimmy Lewis in persona mi ha costruito un custom del Blade II su misura per il mio peso quindi con un volume più contenuto e più stretto di un pollice del Blade II versione di serie. Sto facendo numerosi test comparativi e le differenze tra i tre scafi ci sono ma devo stare molto attenta a valutare bene ogni singola gara per poter sceglier il mezzo più idoneo. Per le pagaie invece non ho dubbi, userò sempre la Magic 100 QuickBlade ma con diverse altezze a seconda della tavola e della condizione. Sarò sicuramente alla tappa Fisurf di Fiumaretta, ad Anzio, Riccione e alla Finale Fisurf, in questo anno però, voglio potenziare il mio bagaglio internazionale confrontandomi con le ragazze più forti del circuito Europeo per cui sono stata a La Torche per la prima tappa del World Series dove ho potuto confrontarmi con le migliori atlete Europee e del Mondo. È stata un’esperienza incredibile con la prima delle due giornate dedicate alla long distance in fiume da Quimper a St. Marine, purtroppo la scarsa conoscenza delle condizioni fiume mi hanno costretta ad una corsa di attesa che non mi ha fatto progredire come mio solito giungendo sesta. Il sabato invece nelle beach race ho scalato due posizione concludendo al quarto posto dopo avere lottato nelle due finali in maniera serrata con la Merrel, la Hernandez e la Angibaud essendo Olivia Piana nettamente più forte di tutte. Prossime tappe saranno a St.Tropez in Francia il 27 maggio mentre alla fine di giugno parteciperò a Monaco alla tappa del Circuito Tedesco Race… Dimenticavo faccio anche wave e con il mio Mano 9’4 e distruggo ogni point che trovo! Aloha Silvia shark

Ciao a tutti, eccoci qua a ripensare un altro anno di onde! Non che nel 2011 siano mancate, anzi! È che in fondo non bastano mai e, come gli appassionati del buon vino, cerchiamo sempre l’annata eccezionale… Direi che l’anno scorso è andata oltre le aspettative, sebbene fossi alla prima esperienza, ho concluso in testa il campionato italiano Wave di Surfing Italia. Peccato solo per la finale di Andora che non ha avuto tutta la partecipazione che si meritava, se non altro per l’ottima organizzazione di Paolo Colombini & Co. E per il sole e l’acqua a 18° in pieno dicembre! Quest’inverno, di SUP non se n’è fatto tanto (del resto come sempre qui in Adriatico) per via delle frequenti mareggiate ventosissime e dell’acqua ghiacciata (alcuni giorni intorno ai 3° sottocosta!). Non nego che quest’anno mi sarebbe piaciuto provare anche qualche esperienza nel race ma, purtroppo, dopo una serie di prove long distance con gli amici Mauri e Pydo del Marasma Surf Club, le mie care L4-L5 / L5-S1 hanno alzato il cartellino giallo e, quindi, per consolarmi, farò solo belle passeggiate! Penso che parteciperò alle gare solo compatibilmente con gli impegni familiari e di lavoro, magari conciliandole con qualche periodo di vacanza per cui si vedrà di volta in volta, senza preventive pianificazioni. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il mio amico Mario Vinti di Drops che anche quest’anno mi sosterrà con le sue bellissime tavole shapate da Patrice Guenolè, un vero guru francese del SUP, e mi aiuterà anche nel Centro Nautico di mia proprietà, presso il Bagno n. 8 a Marina Centro di Rimini, che quest’anno avrà un vero squadrone di Istruttori Federali SUP. Speriamo che il 2012 porti belle mareggiate su tutte le coste e… buon divertimento a tutti!

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Intervista di Paola Perrone Foto di Greg Ewing

Questo mese vi presentiamo uno shaper storico italiano che ha iniziato a fare le sue prime tavole nel 1979! Ora vive in Sudafrica dove continua a costruire le tavole da SUP con il suo marchio. Oltre a raccontarci la sua interessante storia ci darà qualche informazione importante su come surfare meglio le onde con il SUP. Ciao Fabio, parlaci un po’ di te, chi sei, cosa fai, quali sono i tuoi interessi? Ciao a tutti. Ringrazio questa redazione per avermi dato l’opportunità di rilasciare quest’intervista; ritengo di essere un operatore indipendente e totalmente svincolato dal mercato e dai giochi di potere, per cui se con le mie risposte franche potrò toccare la sensibilità di qualcuno, non me ne voglia ma questo è il mio pensiero. Ho compiuto da poco 50 anni, di cui 32 spesi in laboratorio a creare tavole, la mia passione da sempre. Ci tengo a precisare, non solo tavole da surf, anche se la mia preparazione professionale riguarda più queste, ma anche da windsurf, kite monodirezionali, waveski e ultimamente Sup surfboards. Mi sento uno shaper preparato a sagomare e creare qualunque mezzo che vada su onda. Sono ormai passati sette anni da quando ho deciso di trasferirmi in Sudafrica per accrescere la mia esperienza, considerando prima di tutto che ho a disposizione l’Oceano Indiano, con onde giudicate “world class”, e non il mare per testare i miei prodotti; posso confrontarmi quotidianamente a livello professionale con shaper locali tra i più famosi al mondo, nonchè con atleti professionisti di surf da onda, e infine posso usufruire del massimo della tecnologia e materiali che in Italia non potrei mai avere a disposizione; Durban è infatti uno dei principali centri di produzione di tavole a livello mondiale. In questi anni di permanenza ho rivisto e rielaborato tutti i miei obiettivi in campo lavorativo rispetto a quelli che avevo quando lavoravo in Italia nella mia factory Pike con shop annesso. Siccome le energie non mancano, mi sono posto delle nuove sfide e nuove direttrici. Ho fatto da sempre della mia passione, il mare e l’onda, un lavoro e del mio lavoro la prima priorità di vita. Attualmente tra produzione di tavole e allenamento in acqua impegno 10 ore delle 24 giornaliere, e mi ritengo molto fortunato per questo. Sei un shaper di fama mondiale, come hai scoperto che oltre a surfare le onde ti piaceva anche realizzare tavole? A cavallo tra la fine del 1979 e gli inizi del 1980, all’eta di quasi 18 anni compiuti (1 maggio per l’esattezza), non ricordo ci fossero costruttori di tavole in genere

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ed in particolare di surf da onda, perchè come sport non esisteva ancora in Italia. Cominciai in quel periodo, assieme ad un mio amico, a progettare e costruire tavole custom da windsurf, chiamate in gergo “plancette”, poichè eravamo già appassionati di onda e di mare. Il windsurf era appena nato, nel 1978, portandoci dagli States questi tavoloni lunghi e ingovernabili inadatti sopratutto per chi, come noi, voleva cavalcare le onde con la tavola a vela. L’idea ci venne vedendo delle foto di riviste americane che mostravano appunto le tavole artigianali create da shaper USA. Professionisti affermati con già decine di anni di lavoro alle spalle. Ispirandoci a loro iniziammo a cercare i materiali e, avendo già esperienza nella costruzione di aeromodelli volanti, utilizzammo i materiali con cui realizzavamo questi, cioè resina epoxi e polistirolo. Tutto era da inventare, i loghi li facevamo con delle mascherine ritagliate a mano su cartoncino e poi ci passavamo sopra la vernice con l’aerografo, la serigrafia su carta velina infatti venne introdotta in Italia qualche anno dopo. Le scasse per le pinne le facevamo tornire da un tornitore da barre di pvc di forma parallelepipeda e tagliate poi alla giusta misura. Il polistirolo lo compravamo in blocchi in fabbrica, lo tagliavamo con un archetto elettrico che riscaldava un filo di tungsteno il quale poi, incandescente, scioglieva il materiale al suo passaggio, infine incollavamo le semiparti mettendo in mezzo un longherone di legno e poi per il resto lo sagomavamo a mano. Facevamo poi la grafica, resinatura e carteggiatura della tavola stessa. Questi furono i miei primi shape e le mie prime tavole. Era il 1979! Hai lavorato/ lavori per diversi brand di tavole da surf e sup; come hai iniziato questa avventura in Sudafrica? Dopo aver spaziato nel mercato italiano per decenni, ottenuto varie licenze a livello europeo (Stark, Bear e Pipedream), nonchè prodotto tavole a livello mondiale per la casa di alta moda Gucci o per la casa automobilistica Ferrari, mi sono ritrovato senza più traguardi da raggiungere in Italia. Nell’autunno 2005 partii quindi con il mio “progetto Sudafrica”, cioè quello di cercare nuovi sbocchi professionali in questo paese che è tra i più forti al mondo a livello di surf praticato dai pro e anche a livello produttivo. Avevo già avuto, a fine anni ‘80, esperienza in questo paese lavorando per diversi anni a stretto contatto con Spider Murphy, shaper del marchio Spider. Non ho fatto altro quindi che rispolverare le mie conoscenze, sperando di trovare una collocazione nel mercato locale. La mia introduzione nel mercato del surf di Durban è stata più che positiva, ho infatti messo inizialmente a disposizione la mia esperienza nell’artigianato del surf lavorando per altre aziende. Ho lavorato per Quiksilver Sudafrica, la quale mi ha inserito tra gli shaper accreditati a sagomare le loro tavole, Spider Murphy, una leggenda tra gli shaper al mondo, Bilt Surfboards, come factory shaper, e in più ho fatto il manager shaper della factory F22 sempre a Durban .Lo scorso anno poi ho firmato un contratto con Instinct Europe che si trova in Olanda per progettare tutti i loro modelli Sup. itenendomi fondamentalmente uno shaper curioso ed attento alle novità del mercato, nonchè affascinato dal produrre tutto ciò che va su onda, nel 2007 vidi per la prima volta un SUP a Durban. Lo usava Jason Ribbinks, già campione del mondo longboard, proprietario di Bilt Surfboards, dove lavoravo come shaper; appena ne vidi il suo utilizzo pensai all’Italia e alla soluzione di molti di quei problemi legati alla mancanza di onde. La mia idea però era ed è quella di creare il SUP surfboard cioè una tavola più vicina possibile al


surfboard tradizionale, dando l’opportunità anche così ai surfisti italiani di poter praticare con costanza sui nostri mari. Ricordo infatti che il Sup è in ogni caso una tavola galleggiante e quindi parte anche con un’onda micro come quella media italiana. Ora hai uno brand tutto tuo, qual è la tua filosofia di shaper? Dopo aver chiuso il capitolo italiano con il mio marchio Pike, seppur tuttora disponibile a richiesta, ho deciso, avendo cambiato i miei obiettivi, di cambiare anche il mio logo e cioè mettere solamente il mio nome per testimoniare e veicolare la mia nuova filosofia basata sui seguenti principi: produzione limitata e qualità, attenzione all’ambiente che ci circonda, propagandare il Sup surfboard al fine di accrescere la pratica del surf in Italia. Nelle produzioni totalmente artigianali, come lo è quella dei surf da onda, il binomio quantità e qualità non vanno mai d’accordo. Quando una sale l’altra scende e viceversa. Ultimamente abbiamo assistito a un’invasione del mercato da parte delle produzioni cinesi che poco hanno a che fare con l’artigianato serio creando anche una certa confusione per la scelta da parte del cliente. Personalmente mi sono sempre sentito un artigiano al 100% e provo una grande soddisfazione nel creare le mie tavole tutte a mano. Avendone la possibilità ho deciso di fare in Sudafrica una produzione limitata utilizzando i migliori materiali messimi a disposizione, nonchè tutti quegli accorgimenti tecnici e tecnologici che facciano apprezzare ancora di più il mio prodotto. Che vuol dire limitata? Vuol dire che ogni anno faccio solo un certo numero di pezzi, cioè 100 e non di più. Visto che ho deciso anche di produrre da solo le tavole mettendo quindi la mia esperienza in ogni fase di lavorazione della tavola, cioè shaping, glassing e sanding, eseguo anche le lucidature e le grafiche, quando richiesto ovviamente. Tutto questo servizio di prima qualità, oltre che far possedere una tavola top class al cliente, non inficia poi così esageratamente sulle sue tasche. Il prezzo delle tavole infatti è nella media di mercato, lavorando da soli infatti si abbattono molti costi di gestione. Secondo te quali sono gli sviluppi del sup nel mondo? Come abbiamo visto e come avevo già immaginato tempo fa, si sono delineate in poco tempo due discipline sup veramente differenti tra loro per tavole, attrezzature e tipo di allenamento. Sup su acqua piatta e Sup surfing. Credo che il SUP stia dando e darà per lungo tempo linfa vitale al settore dei board riding sport. Sicuramente il Racing su acqua piatta è la disciplina più facile da praticare e quella che darà maggior lustro a questo sport anche perchè attinge atleti da un po’ tutti gli sport: kayak, windsurf, kite o semplici amanti del fitness. Si vocifera anche di un possibile sviluppo di questo sport a livello olimpico e io auguro tutto il meglio al SUP su acqua piatta in estrema crescita. Diverso è il discorso per il SUP Surfing, disciplina a cui mi sento legato vista la mia grande passione per l’onda. Rimarrà a mio avviso uno sport di nicchia, primo perchè molto difficile da imparare, secondo per la necessità di allenarsi costantemente e terzo per la frequenza limitata delle condizioni di onda buona su cui poter surfare. Sicuramente però, per tutti gli appassionati di onda come me, e mi rivolgo principalmente ai surfisti da onda tradizionali, sarà una buonissima opportunità per l’Italia di poter allenarsi più assiduamente rispetto a quanto lo si faccia con la tavola da surf tradizionale.

importanti, ma il volume in rapporto alla propria capacità tecnica e al proprio peso. Whitney Gould, un fisico americano appassionato di Sup surfing, qualche anno fa condusse degli esperimenti e identificò l’esatta ratio tra volume e capacità/peso dell’atleta e cioè: Guild Formulation for stand up paddle surfboards Guild Factor (GF) for Beginners = 2 Guild Factor (GF) for Intermediate = 1.7 Guild Factor (GF) for Advanced = 1.3 Board Volume (L) = (KG) x GF Attraverso i test continui sulle tavole da me prodotte ho anche io elaborato una ratio per determinare l’esatto volume, forse anche in modo più semplice… Fabio Giacomini, calcolo dell’esatto volume della tavola per SUP surfing: Beginner: 40 litri più del proprio peso. Intermediate: 30 litri più del proprio peso. Advanced: 20 litri più del proprio peso. Perchè il volume deve essere così contenuto? Semplice, perchè nel SUP Surfing si preferisce dare importanza al surfing sull’onda e non alla stabilità estrema. La stabilità si può tranquillamente raggiungere con l’allenamento, la performance sull’onda, nel caso si usassero tavole sovradimensionate, non si potrà invece mai raggiungere. Le tavole con più volume del necessario sono più difficili da far partire perchè troppo galleggianti, per cui il bordo più difficilmente viene agganciato al passaggio dell’onda, poichè non immerso totalmente in acqua. Stessa cosa poi accade se si è in parete, in quanto non si riuscirà ad affondare il bordo in acqua per girare poichè troppo voluminoso, inoltre le tavole larghe e voluminose rimangono sempre a metà parete, è impossibile risalire in verticale, per la scarsa velocità di punta raggiunta da queste. Dopo aver identificato l’esatto volume bisogna poi poter utilizzare una tavola delle giuste dimensioni, anche in base alla propria altezza, sicuramente non più lunga di 9 piedi e non più larga di 29 pollici. Tutte le tavole fuori da queste dimensioni non avranno caratteristiche da SUP surfboard e non esprimeranno radicalità in manovra, che è quello che viene richiesto nella pratica di questo sport e nelle competizioni. Questo preambolo tecnico è stato fatto per affermare che di praticanti di Sup Surfing non è che ce ne siano poi così tanti in Italia visto l’utilizzo da parte di quasi tutti di tavole molto abbondanti nel volume e nelle dimensioni, lo si vede anche dai risultati ottenuti da quei pochi competitor che vanno a gareggiare a livello internazionale… non si riesce a superare nemmeno il primo turno. La Fisurf stessa stima che sia 15 il numero dei potenziali partecipanti a competizioni Sup Surfing nel nostro paese. Il Sup Surfing è uno sport difficile e va fatto prima di tutto con la tavola adatta per poter manovrare in maniera radicale sull’onda, poi bisogna allenarsi e anche molto, e lo si può fare anche in Italia ,fortunatamente. Se faremo questo cresceremo rapidamente e inizieremo ad ottenere risultati anche a livello internazionale.

Cosa pensi del livello tecnico dei SUP surfer italiani? La tavola giusta per praticare SUP da onda è fondamentale in questa disciplina, ma spesso viene consigliata a coloro che vogliono praticare Sup Surfing una tavola non proprio adatta a ciò. Suggerisco di prendere sempre come riferimento i professionisti del World Tour di questo sport e sservare le loro tavole. A tale proposito voglio specificare che, come nel surf da onda tradizionale, la disciplina del SUP Surfing si divide in base al proprio surfing style, cioè Longboard e Shortboard. A differenza di quanto si possa pensare, la caratteristica da prendere più in considerazione nello scegliere una tavola per poter praticare sup surfing in maniera tale da poter essere gestibile al 100% sull’onda non sarà la lunghezza o la larghezza, le quali sono altrettanto 41


Intervista di Lucia Marra Foto di Erik Aeder, Benjamin Thouard

Abbiamo fatto qualche domanda ad uno dei personaggi più importanti della scena SUP mondiale. È hawaiiano ed ha assistito alla nascita del SUP. Un personaggio di grande cultura e carisma e con una sensibilità altissima non solo agli sport acquatici, ma anche all'arte e alla musica. Una persona la cui vita è dedita alla promozione dello sport in giro per il mondo e amante delle grandi onde. Ciao Ekolu, sei uno dei più grandi waterman della storia del surf, in molti ti conoscono, ma anche tanti hanno sentito parlare di te pur non conoscendo la tua storia. Vorresti raccontarla ai lettori di SUP TIME? È stata una grande fortuna nascere nella famiglia Kalama, rinomata per aver generato waterman di talento. Mio nonno è stato il primo a pagaiare in posizione prona da Molokai ad Oahu; mia nonna è stata a sua volta una vera e propria pioniera surfando a Makaha, Oahu. Sono cresciuto sull’isola di Molokai, circondato dall’acqua e da rider bravissimi, ecco perché mi considero un prodotto dell’ambiente che mi ha circondato sin dall’infanzia, l’oceano è stata una parte integrante della mia vita, per me significa: cibo, consiglio, riabilitazione e tanto divertimento. Per me sarebbe assolutamente impossibile vivere altrove senza oceano e non potrei vivere in nessuno altro posto al di fuori delle Hawaii. Le Hawaii rispecchiano chi sono. Come hai cominciato con lo Stand Up? Mio cugino Dave Kalama e il suo fidato Tow-in partner Laird Hamilton mi hanno fatto conoscere il sup. Laird fu talmente colpito dalla rapidità con la quale apprendevo e progredivo dopo il percorso in downwind a Maliko, che decise di darmi una delle sue tavole personali per farmi allenare. Si trattava di una vecchia tavola 12’ piedi con la quale tutt’oggi surfo onde giganti! Com’è iniziata la carriera di uno dei più importanti paddler del panorama mondiale? Nel 2007 sono diventato il primo atleta professionista di Stand Up, ho gareggiato sia nella categoria race che in quella wave e ho viaggiato per il mondo promuovendo questo sport fantastico. Il momento più emozionante è stato quando ho vinto la Sup World Cup ad Amburgo, sia nei 2.000 mt sprint che nella gara race da 10.000 mt. Un mese dopo ho conquistato il primo posto nella 32 miglia Molokai-Oahu comunemente considerata come “il superbowl del Paddle Surf”. E infine ho vinto ancora a Teahupoo nonostante ci fossero atleti hawaiiani e tahitiani molto dotati. Hai un nuovo progetto che riguarda una linea tutta personale di tavole? Dopo varie discussioni avvenute negli anni con gli sponsor ho deciso di avviare la mia linea di Sup e prodotti per gli sport d’acqua, dal nome “EK”. Il primo prototipo di tavola realizzato è stato un 17’6” Unlimited Downwind interamente fabbricato alle Hawaii. Sto realizzando anche una linea di tavole wave a Maui e prossimamente sarà disponibile sul mercato una tavola 14’ Downwind; sono impegnato anche nella realizzazione di pagaie, abbigliamento e altri accessori. Si tratta di un grosso investimento, nel passato ho avuto diversi finanziatori e partner ma non ha mai funzionato, ecco perché ho deciso di produrre da solo la mia linea, ovviamente le tempistiche di produzione saranno differenti ma sono sicuro che rispecchieranno il livello di qualità e di design da me desiderato. Non appena la linea “EK” sarà terminata i miei clienti avranno il miglior prodotto che possa esistere sul mercato, fatto in puro stile Aloha. 42

Abbiamo scoperto che fai musica. Sono davvero molto felice di continuare anche questo progetto! Non c’è gioia per me più grande di poter salire sul palco ed esibirmi cantando le mie canzoni. Il mio album d’esordio si chiama “Dare to Dream” ed è stato scritto con l’intento di ispirare altri ad inseguire i loro sogni e francamente posso dirvi che la sola realizzazione dell’album rappresenta per me un grande successo. Spero di ritornare in Italia un giorno per far conoscere la mia musica e per suppare. Ho dei bellissimi ricordi del Surf Expo tenutosi tre anni fa a Santa Severa e vorrei ritornarci per ritrovare tutte le persone che ho conosciuto. Come vedi il futuro del Sup? Sappiamo benissimo che si tratta di uno sport per tutti in continua crescita. Nel futuro vedo una crescita esponenziale sia per le gare race che per quelle wave a livello internazionale. So che l’aspetto downwind del sup non è molto considerato attualmente, ma manca davvero poco per una grandissima diffusione. Il downwind è la parte più piacevole del sup; a mio avviso una persona può trovarsi in mezzo al mare solo con la natura e i propri pensieri, la ricerca di se stessi per molti avviene in mare aperto e per me è sempre stata un’esperienza terapeutica. Spero di condividere quest’emozione con il resto del mondo.


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i Gonfiabili

Vi proponiamo iniziando da questo numero alcuni approfondimenti su un tipo di tavole in cui noi crediamo molto: i gonfiabili. Comodi da trasportare, si possono facilmente trasportare con qualunque tipo di macchina e non solo, l’attuale tecnologia costruttiva raggiunta permette delle performance che si avvicinano a quelle delle “sorelle” rigide. Riteniamo quindi che per un utilizzo amatoriale e “turistico” questo tipo di tavole siano la scelta ideale per molti aspiranti SUPer. In questo numero vi proponiamo le nostre prove di guida dei gonfiabili delle aziende Fanatic, Hobie, Naish, RRD e Starboard. Vi informiamo che tutte le tavole sono state provate dal nostro team composto da rider esperti, intermedi e principianti; i commenti alle prove in acqua rappresentano la sintesi delle considerazioni di tester di tutte e tre le categorie.

FANATIC FLY AIR TESTO: con la collaborazione di Fabrizio Gasbarro Nel 2012 Fanatic è arrivata con il gonfiabile Fly Air a presentare un prodotto efficace e affidabile nel panorama del gonfiabile SUP. Qualcuno potrebbe pensare che i gonfiabili SUP siano inferiori ai SUP tradizionali, ma gli ultimi gonfiabili SUP sono diventati molto più qualitativi rispetto al passato. Sono stabili, veloci ed efficienti sull’acqua. Il Fly Air 10’6 SUP è una di queste tavole ed è disponibile presso tutti i rivenditori Fanatic. Consiglio vivamente il gonfiabile se si vuole uscire in acqua, se non volete avere problemi di trasporto con una tavola classica. Queste tavole sono eccellenti per i viaggi e possono essere gonfiate in pochi minuti. Può essere la soluzione smart per molti amici supper... Ho sentito la stessa domanda da tanti canoisti di fiume o di lago, appassionati che hanno la barca e anche persone che vogliono vivere il mare spostandosi in spiaggia con la bicicletta; tanti mi hanno chiesto: “Mi puoi dare chiarimenti su come il Fly Air si comporta, mi piacerebbe avere un gonfiabile SUP, ma la gente con cui ho parlato non é troppo appassionata di sup gonfiabili... Mi piacerebbe qualcosa per i viaggi e che sia facilmente da trasportare. Io vivo al mare e mi trovo ad andare in bicicletta in spiaggia o al lago e non ho rimessaggio come posso fare? Ci sono differenze evidenti in termini di efficienza e stabilità?”. Testando il Fly Air vorrei rispondere a loro dicendo: “Il Fly Air è il miglior gonfiabile che ho utilizzato fino ad ora. Ha il più alto numero di tramatura (nel deck ha il maggior numero di punti di connessione fino allo scafo) rispetto agli altri gonfiabili sul mercato, il che significa che è del 25% più rigido. L’altra caratteristica fondamentale è la leggerezza, inoltre ha un rocker molto più progressivo rispetto a tutti gli altri sup gonfiabili disponibili. Un sup equilibrato che bilancia insieme il flex per mantenere una maggior scorrevolezza di acqua sotto la tavola traducendosi in una migliore accelerazione in avanti mantenendo caratteristiche wave non indifferenti per un sup in PVC. È comunque la scelta intelligente per una semplice facilità di spostamento sia al mare che ai laghi in macchina, in barca e perché no anche in palestra per fare acqua fit. Ovviamente non si arriva alle prestazioni di un sup tradizionale, ma non ci saranno più preoccupazioni di botte, graffi e pinne rotte. È altrettanto stabile come una tavola rigida ma è solo una sensazione diversa. Stabilità assoluta: La caratteristica più evidente del Fly Air è la quantità esagerata di stabilità che offre. Paddler ben oltre i 90 kg saranno in grado di pagaiare con tranquillità senza nemmeno pensare di bagnarsi. Performance brillante: In virtù del disegno pin tail e il rocker equilibrato del nose, la tavola gira molto facilmente, oltre a surfare molto bene. Il design della coda migliora notevolmente la manovrabilità, senza alcun sacrificio in termini di stabilità. Anche con 34” di larghezza, il Fly Air ha una carena molto veloce necessaria a farlo diventare un SUP performante nell’ambito dei gonfiabili. Configurazione delle pinne: Il Fly é dotato di una configurazione tri fin removibile che consente al supper di apportare modifiche relative alle condizioni che si vogliono affrontare. Questa è una caratteristica che non è disponibile sulla maggior parte dei gonfiabili SUP. Le caratteristiche includono la possibilità di utilizzare le pinne con vari set up: 44

in twin (2) con le sole pinnette laterali per bambini e la facilità di girata; tri fin (3) per la stabilità quando si rema lungo il fiume, o per fare wave al mare; una sola pinna (1 centrale) per il glide ottimale in acqua come laghi e fiumi di grandi dimensioni e tratte lunghe in mare. Un altro grande vantaggio di avere pinne removibili è la facilità di rotolamento del SUP inserendolo nel suo zaino. Outfitter board: A causa della natura versatile di questo SUP, Il Fly Air é molto facile nell’utilizzo. È facilmente portatile e si arrotola e si estrae agevolmente, è pratico per tutte le fasce di età ed è costruito per durare nel tempo. Il SUP per tutta la famiglia: Come accennato in precedenza, il Fly é in grado di ospitare una grande varietà di tipologie che variano dai bambini piccoli, agli adulti di grandi dimensioni. È sempre una buona idea avere uno stand up che è più stabile, piuttosto che uno ballerino. Il sup si gonfia con una pressione di 28 atmosfere quindi ottimo per i supper pesanti, diventando piattaforma stabile.

SCHEDA TECNICA • AZIENDA PRODUTTRICE: Fanatic • MODELLO: FLY AIR 10’6” • DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 10’6 • LARGHEZZA: 34” • VOLUME: • SPESSORE: 9” • PRESSIONE CONSIGLIATA: • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: SI • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: • DOTAZIONE: TAVOLA, PINNE, KIT DI RIPARAZIONE, PAGAIA SMONTABILE, SACCA E POMPA • ATTACCO LEASH: • RETE PER TRASPORTO: • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • COLORI DISPONIBILI: UNICO COLORE ROSSO CON PAD GRIGIO


HOBIE SUP 10'2 School-I Cosa dice l’azienda costruttrice Race e Wave sono l’anima e il dna del team HOBIE, con il desiderio di spingere lo sviluppo ai confini e con risultati senza eguali. Il team R&D di Hobie Stand Up Paddle, ha lavorato senza sosta per lo sviluppo di una linea di tavole gonfiabili che consenta a tutti l’opportunità di esplorare e sperimentare lo sport. Dal rider avanzato alla famiglia, dal neofita al professionista, i quali amano semplicemente essere sull’acqua. Hobie ha il solo obiettivo di rendere le cose migliori e accessibili a tutti.

idea sulla categoria se avete ancora dei dubbi. La dotazione di serie è il suo pezzo forte, un kit di riparazione, pompa a singola mandata per il gonfiaggio con manometro, sacca per il trasporto e pagaia divisibile in tre pezzi. Consigliato anche per i rescue ma che necessitano di punti di presa o per immobilizzare la persona da soccorrere. La SCHOOL-1 non è solo una tavola ma uno strumento polifunzionale da tenere in considerazione per chi vuole fare business, scuola e soccorso.

Progettato esclusivamente per le scuole e per i principianti. Lo School-I è un SUP super stabile con i suoi 32” di larghezza, e dispone di un fondo rinforzato per gestire giorno per giorno l’usura e rottura. Include zaino, sacca, pagaia divisibile in tre pezzi, pompa / manometro e kit di riparazione. Lo shape La struttura solida e ben rifinita è la caratteristica di questa tavola, scoop moderato e rocker line non accentuato fanno di questa tavola il vero punto di forza. Rail uniformi su tutta la tavola e rinforzati da un bordo in channel aggiuntivi identificano la vera ricerca della resistenza e della qualità. Tre rinforzi in channel sotto la carena permetteranno di appoggiare la tavola anche sugli scogli più acuminati. In acqua La maniglia posizionata un po’ verso prua vi permetterà di vedere dove mettete i piedi soprattutto quando non siete in condizioni facili per entrare in acqua. La buona struttura della tavola vi aiuterà a gestire le condizioni più difficili. Le 5 maniglie posizionate su punti nevralgici potranno aiutare i neofiti a salire sulla tavola anche con il mare eccessivamente mosso. Il pad è posizionato sul 60% della tavola in morbido e comodo EVA. Le maniglie posizionate sulla parte anteriore della tavola potranno permettervi di trasportare un secondo passeggero che potrà reggersi senza problemi. In cruising Durante le vostre passeggiate, potrete notare meglio le sue caratteristiche, i channel sotto la carena oltre ad essere una zona di rinforzo faranno defluire l’acqua molto velocemente rendendo la tavola performante e fluida. L’effetto row lo percepirete davvero poco garantendo poco affaticamento. Le eccessive rifiniture appesantiscono un po’ la tavola, ma è un prezzo da pagare se si vogliono materiali di prima scelta. Se volete aumentare le vostre prestazioni atletiche vi suggeriamo di pagaiare in up wind. Durante le pagaiate in traverso la tavola non avrà nessun rollio o sbilanciamento e vi farà apprezzare meglio il vostro allenamento. In down wind l’inerzia e la velocità vi aiuteranno nel recupero fisico. Beccheggio e rollio nella norma delle tavole della categoria. In wave riding La sua moderazione nell’essere progettata con rocker line non molto pronunciato vi aiuterà molto nella partenza sulle onde. Nulla da invidiare a tavole rigide, vi accorgerete immediatamente che il passaggio da un rail a un’altro è intuitivo e veloce. I channel di protezione bordi sono un grip aggiuntivo sulle onde, la tenuta in parete vi confonderà tanto da farvi dimenticare che avete sotto i piedi una tavola gonfiabile. Nel take off la tavola avrà la predisposizione a farvi partire senza sforzi, il peso appena accentuato in poppa vi farà scendere dalle onde anche dallo shore break più aggressivo. Se vorrete osare... potreste rimanere soddisfatti delle prestazioni. Giudizio finale Sicuramente è un prodotto da considerare se avete una scuola o se siete alla ricerca di qualità, rifiniture e resistenza. L’ottimo accostamento di colori catturerà la vostra attenzione e la facilità di trasporto vi faranno cambiare

SCHEDA TECNICA • AZIENDA PRODUTTRICE: Hobie Sup • MODELLO: School-I • DIMENSIONI • LUNGHEZZA: 10’2” (309,9 cm) • LARGHEZZA: 33” (83,82 cm) • VOLUME: 196 litri • SPESSORE: 4” (10,16 cm) • PRESSIONE CONSIGLIATA: 10 PSI • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: UNA CENTRALE, UNA IN POPPA, UNA IN PRUA, UNA POSIZIONATA SULLA PARTE ANTERIORE SINISTRA E UNA A DESTRA • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: RIMOVIBILE A INCASTRO • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FISSE • DOTAZIONE: TAVOLA, PINNE, KIT DI RIPARAZIONE, PAGAIA SMONTABILE, SACCA E POMPA • ATTACCO LEASH: UNO CLASSICO IN POPPA E UNO SOTTO LA PRUA • RETE PER TRASPORTO: SI IN PRUA • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • COLORI DISPONIBILI: ROSSO E NERO 45


NAISH MANA AIR 10’ Cosa dice l’azienda costruttrice: La linea Air è l’insieme della qualità e della stabilità unite ad una struttura interna di altissima tecnologia e senza pari. Sono tavole incredibilmente stabili, resistenti e trasportabili per viaggiare e per navigare in flat water, white water e per surfare le onde. I suoi 6 pollici di spessore rendono la tavola più stabile e rigida per rider anche di peso superiore. Mentre la serie Nalu, con i suoi 4 pollici, è adatta ai rider leggeri e che necessitano di una tavola altamente performante. Tutte le tavole sono dotate di pompa ad alta pressione, manometro, kit di riparazione e sacca. Dropstitch Air Construction: costruzione di alta qualità per una maggiore durata e resistenza. Lo shape: Una tavola sorprendentemente innovativa nella sua costruzione, uno scoop molto pronunciato e una rocker line moderata fanno di lei una vera ammiraglia nella sua linea. Ben rinforzata nella zona dei piedi, ben bilanciata, compatta e ben rifinita, sono i punti di forza del Mana Air. I rail molto generosi e uniformi, uniti allo square tail, vi infonderanno stabilità e resistenza. Gonfiata alla giusta pressione non vi sembrerà di avere un gonfiabile tra le mani. In acqua: Il trasporto in acqua sarà facilitato dalla progettazione fatta ad hoc, il buon bilanciamento e la sua leggerezza vi lasceranno senza parole. Al tatto la qualità dei materiali vi rassicurerà del vostro investimento. La rete anteriore vi permetterà il trasporto dei vostri piccoli oggetti indispensabili al vostro utilizzo. L’ottima struttura e il bordo generoso vi faranno sentire molto sicuri. Il pad in Eva sui ¾ della tavola vi permetterà di poter avanzare quasi vicino al nose. In cruising: Ottima per prestazioni che vi si presenteranno durante il cruising, la tavola risponderà bene ad ogni vostro comando trasmesso dalla pagaia. Il comodo pad vi permetterà di imprimere forza sulla pagaiata senza farvi perdere l’equilibrio. Nonostante il suo bordo non sia dei più sottili, la tavola naviga molto velocemente ed è assente il beccheggio, ciò indica una struttura molto performante e qualitativamente alta. Durante i vostri up wind sarete soddisfatti di non affaticarvi; nei traversi, se pensate che il bordo possa crearvi dei problemi, noterete, invece, che la navigazione sarà fluida e pulita. Nel down wind potrete addirittura ingaggiare delle gare ela sua predisposizione al deflusso dell’acqua fa di questa tavola una delle più interessanti della sua categoria. In wave riding: È in questa disciplina che la tavola vi farà restare a bocca aperta, potrete azzardare favolosi take off radicali senza che la tavola si ingavoni. Lo scoop pronunciato è sinonimo di una progettazione molto ponderata, il passaggio tra i rail sarà veloce, facile e stabile. La stabilità della tavola è impressionante e il margine di errore è molto alto. In parete e durante le vostre carvate vi renderete conto che, nonostante sia un gonfiabile, non lesina in prestazioni. Potrete effettuare ottimi bottom e radicali cut back e, se siete alla ricerca del surf style, vi sorprenderà con le sue alte prestazioni da long. Giudizio finale: Una tavola adatta anche a pesi di categoria superiore, ottimo prodotto per iniziare a prendere confidenza con lo sport e adatto anche alla famiglia numerosa. L’accostamento di colori sarà la cosa che più vi colpirà, le ottime rifiniture vi permetteranno di poter eccedere con il peso e con il numero delle persone a bordo. Progettato e costruito anche per i bambini che vogliono seguire il proprio papà sulla tavola e che amano tuffarsi in acqua. La dotazione di serie e la qualità dei materiali vi faranno capire che si tratta di un ottimo investimento. Se siete alla ricerca di uno strumento che possa considerarsi degno dei vostri piedi è la tavola che fa per voi. Adatto ai rider neofiti che cercano galleggiabilità e stabilità, al rider esperto che ricerca l’estremo e la radicalità. Se rientrate in queste categorie potete provare il Mana Air. 46

SCHEDA TECNICA • AZIENDA PRODUTTRICE: Naish • MODELLO: Mana Air • DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 10’ • LARGHEZZA: 33” • VOLUME: 230 litri • SPESSORE: 6” • PRESSIONE CONSIGLIATA: 13 PSI • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: UNA CENTRALE • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: RIMOVIBILE AD INCASTRO • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FISSE • DOTAZIONE: TAVOLA, PINNE, KIT DI RIPARAZIONE, PAGAIA SMONTABILE, SACCA E POMPA • ATTACCO LEASH: UNO CLASSICO IN POPPA E UNO SOTTO LA PRUA • RETE PER TRASPORTO: SI IN PRUA • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • COLORI DISPONIBILI: UNICA COMBINAZIONE DI COLORI GRIGIO E GIALLO



RRD AIRSUP 10’2” Cosa dice l’azienda costruttrice: AIR Sup, il primo SUP gonfiabile di casa RRD. Progettato e costruito per essere utilizzato ovunque e da chiunque, con tecnologie avanzate per l’assemblaggio dei pezzi in PVC e delle celle interne. L’AIR Sup si può gonfiare fino a 18 psi (1,2 bar), rendendo la tavola rigida e performante. Dotato di due pinne fisse laterali di 7cm e una Us Box di 19 cm, è pronta per accompagnarvi nel cruising o per iniziarvi alle prime onde. Una nuova e grande tecnologia che avrà un grosso impatto sul futuro dello sport. Lo shape: L’AIR Sup è davvero una grande innovazione nella categoria dei gonfiabili. Dallo scoop pronunciato e dalla rocker line progressiva, vi faranno subito capire che sarà davvero una tavola divertente. I rail dalla prua alla poppa mantengono lo stesso spessore, molto sottili per le tavole della stessa categoria, la poppa è square tail e il nose è un classico all round. L’AIR Sup ha la carena piatta dalla prua alla poppa. In acqua: La maniglia posizionata al centro della tavola rende il trasporto in acqua semplice ed equilibrato. Il pad, ben posizionato sui ¾ della tavola, vi aiuterà a non scivolare durante la salita sulla tavola. L’ottima scelta dei materiali vi infonderà sicurezza e resistenza. Ottime le rifiniture e l’estrema cura dei dettagli non lasciati al caso. In cruising: L’AIR Sup è una tavola davvero versatile e sorprendente, durante le vostre prime pagaiate avrete da subito il pieno controllo della tavola, in up wind essa sembra non avere nessun cedimento e beccheggio, questo dimostra la buona costruzione e rigidità; in down wind vi divertirete anche a farvi trasportare dal flusso molto comodamente. Nei traversi la tavola vi sorprenderà notevolmente, stabile e veloce vi infonderà sicurezza tanto da poter iniziare a spingere sulla pagaiata. Beccheggio della prua e rollio assolutamente inesistenti. L’effetto row è così leggero che non ve ne accorgerete nemmeno. In wave riding: La sua outline molto progressiva vi sorprenderà sin da subito sulle onde; veloce sullo stacco dall’onda, vi permetterà di partire senza problemi. Nessun ingavonamento durante il take off e la messa in parete è davvero molto interessante. Il suo rail molto moderato vi permetterà di poter restare in parete senza problemi. Il passaggio da rail a rail sarà tanto veloce quanto divertente. Ottime le prestazioni anche nella correzione degli errori sulle onde. Se volete spingere potete farlo, ma non fatevi ingannare dalle prestazioni esagerando con onde estreme… è pur sempre un gonfiabile. Giudizio finale: Un giocattolo davvero sorprendente, dal colore accattivante che trasmette allegria e facilità, predispone molto bene le persone curiose allo sport e chi si accinge a entrare in acqua. La qualità dei materiali si nota già da subito, le ottime rifiniture infondono garanzie e prestazioni. La dotazione di serie della tavola prevede un kit di riparazione, pompa a singola mandata per il gonfiaggio, con manometro e sacca per il trasporto. La tavola viene considerata dall’azienda un All Terrain, rispecchia le qualità della categoria, ottime le prestazioni, sicuramente adatta alla famiglia che vuole far approcciare i bambini allo sport, ma anche ai rider vagabondi che la vogliono come compagna di viaggio.

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SCHEDA TECNICA • AZIENDA PRODUTTRICE: Roberto Ricci Designs • MODELLO: AIR SUP • DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 10’2” (310cm) • LARGHEZZA: 32” (81 cm) • VOLUME: 172 litri • SPESSORE: 4 ½ • PRESSIONE CONSIGLIATA: 18 PSI • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: SI • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: US BOX • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FISSE • DOTAZIONE: TAVOLA, PINNE, KIT DI RIPARAZIONE, PAGAIA SMONTABILE, SACCA E POMPA • ATTACCO LEASH: UNO CLASSICO IN POPPA E UNO SOTTO LA PRUA • RETE PER TRASPORTO: SI IN PRUA • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • COLORI DISPONIBILI: UNICO COLORE BIANCO E ROSSO



STARBOARD ASTRO WHOPPER Cosa dice l’azienda costruttrice: Le tavole gonfiabili Starboard sono di alta qualità, l’ideale per viaggiare, noleggio, barche e whitewater. Cosa c’è di speciale nella costruzione dei gonfiabili Starboard: - Tavola completamente rivestita in EVA, in modo da poter iniziare a surfare le onde prima di tutti. - EVA di primissima qualità per poter navigare su qualsiasi forma di acqua, dalle onde al whitewhater. - Pinne di finissima costruzione shapate da Jim Drake. - Ottima qualità della maniglia di trasporto. - Rete per portare borsa da viaggio. - Pompa ad azione singola per permettere al peso corporeo di utilizzarla per gonfiarlo a pressione. - Altissima qualità dei componenti incollati. - Rocker e outline che simulano la tavola gonfiabile più rigida sul mercato. - Borsa da viaggio e kit di riparazione completo.

stare in giro e surfare ovunque avendo prestazioni di alto livello. Il colore vi risulterà accattivante per via dell’insieme di tonalità non contrastanti ma armoniche. Le rifiniture e la struttura sono di ottima qualità antiabrasione, la dotazione di serie e la classica per tutti i sup, un kit di riparazione, una pompa a singola mandata per il gonfiaggio con manometro e sacca per il trasporto. Se siete amanti del mare e dell’estremo romanticismo la troverete molto comoda per appartarvi con il vostro partner e sedurlo senza preoccuparvi di cadere in acqua. Da tenere in considerazione per chi vuole fare business, scuola e soccorso. Il nostro giudizio è molto positivo.

Lo shape: Una costruzione senza eguali per una tavola adatta a tutti, scoop appena pronunciato e rocker line non molto spinta, i rail della tavola sono uniformi e la tavola ha sotto l’area piedi della coperta una zona convessa dove poter essere in pieno equilibrio e stabilità. La tavola presenta un leggero mono concavo sotto la carena che si appiattisce in pancia. Ottime le rifiniture e il pad in Eva molto generoso vi permetterà di divertirvi in qualsiasi condizione. In acqua: La sua mole abbastanza pronunciata potrebbe farvi pensare che la tavola possa essere pesante, invece è molto leggera e ben bilanciata. La comoda maniglia ben posizionata vi potrà far entrare in acqua senza nessun tipo di problema. La struttura resistente, larga e stabile vi permetterà di salire con estrema facilità sulla tavola. Il pad che riveste l’Astro Whopper è di altissima qualità, con disegno diverso sulla zona piedi per agevolare anche i meno esperti. Il senso di sicurezza della tavola è dato dai suoi 35 pollici di larghezza. Il tempo stimato per il gonfiaggio è di circa 3 minuti (a seconda della propria prestanza). In cruising: La tavola si presenta fluida e abbastanza veloce in pagaiata, la sua pancia piatta vi permetterà meravigliose e comode passeggiate mentre ammirate il panorama o mentre corteggiate la vostra donna. L’effetto row sarà percepito da voi solo se vi dimenticate che esiste l’altro bordo, il beccheggio è molto leggero e il rollio inesistente. La rete sul nose generoso potrebbe permettervi il trasporto di materiale per ottimi picnic in posti inesplorati. Durante gli up wind noterete che la tavola non perderà un colpo e vi aiuterà nella risalita, durante i traversi sarete davvero soddisfatti della sua estrema stabilità che vi permetterà di potervi allenare con disinvoltura. Nei vostri down wind troverete la tavola molto divertente ma sopratutto con molto margine di errore. A nostro avviso è una tavola adatta anche alla navigazione di acque molto mosse come torrenti e fiumi, ma non fatevi prendere molto dall’entusiasmo droppando una cascata... forse state esagerando. In wave riding: Maneggevole, divertente e facile sono le prime cose che noterete quando prenderete la prima onda. In take off la tavola parte velocemente e senza ingavonarsi, lo scoop pronunciato vi agevolerà nelle vostre planate. Sorprendente come la sua larghezza non influisca nei movimenti veloci e rapidi. La messa in parete sarà facile e lineare, potrete divertirvi con bottom turn adatti al vostro livello e con cut back che potrebbero farvi addirittura cambiare tavola. Il passaggio tra i rail vi piacerà molto se siete fantasiosi sulle onde e la tavola vi seguirà come il vostro compagno di avventure. Ottimo mix tra stabilità e maneggevolezza... se pensate che non possa essere una tavola estrema provate a spingerla ai vostri limiti e rimarrete a bocca aperta. Giudizio finale: L’Astro Whopper risulta una tavola ottima, versatile e comoda, consigliata per i bambini, le donne, i rider meno esperti e per coloro che voglio 50

SCHEDA TECNICA • AZIENDA PRODUTTRICE: STARBOARD • MODELLO: ASTRO WHOPPER • DIMENSIONI: • LUNGHEZZA: 10’ • LARGHEZZA: 35” • VOLUME: 200 litri • SPESSORE: 4 • PRESSIONE CONSIGLIATA: 14 PSI • TIPO DI TAVOLA: THRUSTER • PINNE IN DOTAZIONE: 3 • MANIGLIA PER IL TRASPORTO: UNA CENTRALE, UNA IN POPPA, UNA IN PRUA, UNA POSIZIONATA SULLA PARTE ANTERIORE SINISTRA E UNA A DESTRA • TIPO DI ATTACCO PINNA CENTRALE: RIMOVIBILE A INCASTRO • TIPO DI ATTACCO PINNE LATERALI: FISSE • DOTAZIONE: TAVOLA, PINNE, KIT DI RIPARAZIONE, PAGAIA SMONTABILE, SACCA E POMPA • ATTACCO LEASH: UNO CLASSICO IN POPPA E UNO SOTTO LA PRUA • RETE PER TRASPORTO: SI IN PRUA • PAD: ¾ DELLA TAVOLA • COLORI DISPONIBILI: ROSSO E NERO


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Domenica 15 aprile 2012... un’idea che si trasforma in realtà. Ore 7:00 carichiamo il nostro furgone con tavole e gazebo Hobie con destinazione caput mondi… Roma. Una città di fiume, nata grazie al fiume. Un fiume che in passato era parte integrante della vita della città in quanto mezzo di scambio delle merci, ora è un luogo spesso abbandonato e dimenticato… ma non da noi che lo abbiamo voluto percorrere nel suo cuore con un SUP Gonfiabile Hobie. Il Tevere, fin dalla sua nascita, è stato l’anima di Roma, e il fatto che la città gli debba la propria stessa esistenza è descritto già dalla prima scena della leggenda di fondazione, con Romolo e Remo nella cesta che, arenati sotto il ficus ruminalis, succhiano il colare zuccherino dei frutti in attesa di una vera poppata. Tutti gli insediamenti preromani il cui convergere diede luogo alla Roma storica “vedevano” il Tevere, ma dall’alto e non da vicino, per evidenti ragioni di difesa e perché il Tevere è sempre stato un fiume soggetto a piene improvvise. I muraglioni di contenimento dei Lungotevere, rendono oggi difficile immaginare quanto “fluviale” potesse essere la città antica e quanto lo fosse ancora un secolo fa. Ma questa connessione con il fiume, che certo era una risorsa economica notevole, era anche, da sempre, ad alto rischio. Le grandi piene (mediamente almeno 3 o 4 per secolo) sono sempre arrivate a Roma dalla via Flaminia: a valle dell’ultima confluenza con l’Aniene. Istituito de facto l’Impero, che conobbe la sua massima espansione nel II secolo, sotto l’imperatore Traiano, Roma si confermò caput mundi, cioè capitale del mondo, espressione che le era stata attribuita già nel periodo repubblicano. Il territorio dell’impero, infatti, spaziava dall’Oceano Atlantico al Golfo Persico, dalla parte centro-settentrionale della Britannia all’Egitto. Proprio per questa sua unica e originale storia, fatta di Etruschi e Gladiatori, Roma è Roma e percorrerla con un SUP è stata un’idea originale. Purtroppo l’inquinamento e l’ignoranza delle persone hanno reso il Tevere un ospite scomodo. Per questo ci siamo impegnati a promuovere questa giornata all’insegna della riscoperta di Roma, del Tevere e della storia che rende questo città unica, magica e immortale. 54

Arrivati in città in zona Testaccio scendiamo sulle sponde del Tevere e percorso 4-5 km lungo gli argini del fiume da Testaccio fino a Castel Sant’Angelo, passando per ponte Sisto la Cloaca Massima e l’Isola Tiberina arriviamo a destinazione. Montato lo stand, gonfiate le tavole, siamo pronti per entrare in scena. Prima di assaggiare l’acqua “indescrivibile” facciamo una passeggiata tra le vie del centro, poi finalmente mi preparo e scendo in acqua insieme alle canoe 8+. Grazie ai fotografi bravissimi che ci hanno seguito in questa avventura: Daniele Mei, Alessia Cataldi e Stefano Gigli, e ovviamente al mitico 8’6’’ Grom Hobie Inflatable. Abbiamo potuto realizzare degli scatti incredibili, forse unici al mondo... La giornata è andata avanti tra sguardi increduli e turisti curiosi, un bagno inaspettato di Giordano e tante risate fra amici. Io mi sono regalato una bella pagaiata tra Ponte Umberto I e Isola Tiberina. Sono soddisfatto dell’esperienza e mi auguro di ripeterla molto presto. Invito tutti coloro che vogliono provare questa quest’emozione di contattarci tramite il nostro sito www.sportingclubsabazia.it oppure www.ozoneitalia.com


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Eduardo e Moritz .

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Moritz Mauch

I dolci swell occidentali che di solito ci viziano durante l’autunno ci hanno veramente fatto pesare la loro mancanza. Noi, come comunità intera, abbiamo sentito e vissuto questa assenza. Questo è un fatto accaduto e appurato, riscontrabile anche da coloro che scientificamente sanno poco di come stia evolvendo la situazione del nostro pianeta. Questi disastri sono semplicemente la reazione di madre Natura a tutte le angherie subite dall’uomo. Isole che vengono ingoiate dall’innalzamento del livello dell’Oceano per lo scioglimento dei ghiacci. Terremoti spaventosi che provocano Tsunami devastanti che spazzano via ogni cosa, senza poi dimenticare gli uragani in stagione. Tutti queste catastrofi rappresentano la ribellione della natura alla cattiveria e stupidità umana. Nulla è casuale. La primavera finalmente è arrivata. L’albero nel mio giardino comincia a rifiorire e la vita sembra aver ripreso il suo normale corso. Le temperature possono cambiare bruscamente e quindi dobbiamo esser preparati. Un inverno senza pioggia significa niente acqua per le nostre riserve agricole, per i fattori della zona e per noi stessi. Il panico mi assale se penso all’estate. Gli alisei sembrano particolarmente 58

violenti ed aggressivi, e spero che il calore non provochi incendi che possano devastare ogni cosa. Non siamo metereologi, ma, capendo un po’ il vento e la pioggia, e le onde per farci qualche bella surfata, forse cogliamo qualche indizio in più di quanto la natura sia effettivamente in pericolo, e ce ne preoccupiamo giustamente. Abbiamo insegnato a tutti come proteggere le nostre spiagge, ma non solamente le rive, ma anche i fondali, che siano sabbiosi o rocciosi. Le spiagge non dovrebbero essere piagate dal petrolio, dalla plastica, dalle reti o altri materiali letali per tutta la vita che popola l’ecosistema marino. Scarichi e fognature che perdono e scaricano in mare, che non vengono sottoposte alla regolare manutenzione e inquinano l’acqua, l’acqua in cui noi pratichiamo gli sport che amiamo, forzando la chiusura delle spiagge e lasciandoci tutti con l’amaro in bocca, all’asciutto. Io non voglio solo fare surf ogni giorno, ma voglio anche poterlo continuare a fare in uno spot sano, tramite la protezione delle spiagge e dell’ambiente. Quest’ambiente che ci permette di sfogarci e di godere delle condizioni che ci offre, facendoci praticare gli sport più disparati.


Eduardo Diaz vola sul lip.

Adoro vedere il fondo che scorre sotto l’acqua cristallina mentre remo, a volte perfino accompagnato da delfini o balenottere, tutto al naturale. Questa è vita e sport, ed io mi sento realizzato quando vivo questo incontro, un incontro che per quanto mi riguarda durerà tutta la vita. Al momento, mi trovo su una barca assieme a due miei amici, alla ricerca di questa sensazione che fa stare bene, accogliendo la primavera a braccia aperte. Preferisco entrare in acqua in quanto le condizione sono promettenti. Il mio migliore amico ci fa da fotografo e affianco a me, in questa avventura, c’è un giovane e talentuoso rider Moritz Mauch, di 16 anni e dalla personalità molto rilassata. Vederlo in acqua però mi carica molto. È davvero stiloso. Siamo stranamente soli sul “line up”, circondati dai colori sgargianti del reef che si avvicina sempre più al pelo dell’acqua cristallina, quando l’onda risucchia l’acqua prima di rompere. Questa giornata sembra una storia inventata. È la session che sogni da una vita. Se mi dovessi chiedere quali condizioni preferisco in generale, sicuramente ti avrei raccontato di quei magnifici 3 giorni alle Purple Islands. Non è questione di presunzione o esagerazione, ma in questo momento mi 59


sento davvero fortunato di trovarmi qui, da solo, finalmente senza vento e col sole che illumina il reef mentre aspetto il mio turno. Grazie per avermi dato la possibilità di vivere questa vita eccezionale, e per esserci quando ne ho più bisogno. Ne avevo veramente bisogno ed era già da tempo che aspettavo di provare nuovamente queste sensazioni. Mi sono immediatamente reso conto di quanto questo posto fosse unico per me e quanto mi ci trovassi a mio agio. È vero, le cattive abitudini dell’umanità e il clima stanno causando cambiamenti drastici e improvvisi, ma io non posso restarmene con le mani in mano a pensare. È ora ormai, io ho perso il conto di quanto tempo avessi aspettato queste condizioni, e tutto per questo momento immortale di perfezione in mare. È la perfezione che sogniamo e che vogliamo assaporare. Questa è l’essenza del surf da onda, e l’origine anche del paddle surfing. Un’origine che dal passato ti riporta al presente. Ci vediamo in acqua. Eduardo Diaz 60

SPOT INFO “THE PURPLE ISLANDS”, OCEANO ATLANTICO L’arcipelago delle “Purple Islands” si trova al nord-ovest della costa Africana e mantengono comunque una cultura europea. Queste isole sono di origine vulcanica, e fanno parte della regione dell’arcipelago Macaronesia assieme a Cabo Verde, Azzorre, Madeira e isole Savage. Il clima è subtropicale ma a seconda dell’altitudine e tra nord e sud ci sono delle differenze notevoli. Questa variabilità climatica crea una diversità biologica ed è il motivo per cui ci sono addirittura quattro parchi naturali alle Purple Islands. Tempo buono e spiagge di sabbia con reef rendono queste isole una delle principali mete per gli sport acquatici.



TESTO DI Kirsty Jones FOTO DI Joao Barbosa & Ding RIDER Airton Cozzolino e Kirsty Jones

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NELLA VITA TI SI PUÒ PRESENTARE LA POSSIBILITÀ IRRIPETIBILE PER UN’AVVENTURA E L’UNICO MODO IN CUI REAGIRE È LASCIARSI ANDARE E VEDERE COME VA A FINIRE! JOAO BARBOSA, FOTOGRAFO PORTOGHESE E SURFER/ESPLORATORE ESPERTO, SI È STABILITO DA ORMAI PARECCHI ANNI A CABO VERDE; MI HA RACCONTATO DELLE STORIE SULLE ISOLE PIÙ REMOTE E SCONOSCIUTE DELL’ARCIPELAGO, PARLANDO DI UNA BELLEZZA INCONTAMINATA, SPIAGGE TUTTE DA SCOPRIRE, PICCHI DESERTI, VENTO INSTANCABILE E UN’INFINITÀ DI ASINI SELVATICI! SE SOLO MI PARLI DI ASINI E ONDE DESERTE IO SONO GIÀ PRONTA PER PARTIRE, SPECIALMENTE CONSIDERANDO CHE LE TEMPERATURE NEL MIO GALLES NATIO STAVANO COMINCIANDO A CALARE TROPPO PER I MIEI GUSTI! Sono passati circa 9 anni da quando ho visitato l’isola di Sal per la prima volta, a stento allora riuscivo ad andare in kite. Alla fine del mio viaggio regalai la mia tavola preferita ad un talentuoso ragazzino locale, che avevo conosciuto in spiaggia a Santa Maria. A distanza di anni non riuscivo nemmeno a ricordare come si chiamasse, ma sapevo che aveva dei tratti caratteristici, un piercing e dei bellissimi occhi verdi, e spaccava tutto con qualsiasi tavola gli venisse prestata, non ne aveva neanche una sua. La tavola che gli avevo regalato aveva un dragone rosso disegnato sopra, essendo gallese, e il logo di Animal. Ricordo anche un’altra particolarità di questo ragazzino, compivamo gli anni nello stesso giorno, l’11 luglio. 9 anni dopo mi ritrovo a Cape Verde per andare a esplorare le isole più remote e incontaminate, assieme ad un mio compagno di team North, talentuosissimo, un vero waterman e Campione del Mondo KSP, Airton Cozzolino, dell’isola di Sal. Durante questo viaggio sono successe un sacco di cose memorabili ma non dimenticherò mai la sera in cui abbiamo fatto kite fino al tramonto, solo io e Airton, su un pointbreak perfetto e deserto. Mentre stavamo smontando i kite sulla scintillante spiaggia nera, ho chiesto ad Airton quale fosse stata la sua prima tavola in assoluto e lui mi ha risposto con entusiasmo, che era una tavola con un logo Animal e un grosso dragone rosso, che gli era stata regalata da una gentile ragazza surfista, quando aveva solo 9 anni! In quel momento il mio corpo è stato inondato dall’emozione, mi sono resa conto che quel bambino speciale a cui avevo dato la mia tavola era proprio lui! La sua primissima tavola! Gli ho quindi chiesto quando fosse il suo compleanno e ho avuto la conferma definitiva quando mi ha risposto l’11 luglio, lo stesso mio giorno! Ora, dopo 9 anni, ci siamo incontrati nuovamente, guidati dalla stessa passione di allora per surfare le onde, adesso però siamo un po’ più cresciuti e a volte usiamo anche il kite. Abbiamo anche raggiunto entrambi il nostro sogno di diventare campioni del mondo nello sport che amiamo! Questa è la dimostrazione che ogni cosa che facciamo ci tocca in qualche modo e che per quanto piccolo sia il gesto, il risultato può essere davvero d’impatto. Altri ingredienti particolari si sono mischiati all’eccitazione dell’avventura, rendendola un viaggio assolutamente indimenticabile e unico. Innanzitutto vorrei ringraziare la nostra guida/fotografo, Joao Barbosa, che ha reso possibile tutto questo, pianificando tutto nei minimi dettagli, mantenendo però quel gusto genuino che ci ha permesso di sentire nel profondo l’amore e la connessione con le radici di Cabo Verde. Chiunque conosca questo arcipelago è consapevole che non sia possibile organizzarsi in maniera efficiente e affidabile, è fondamentale sapersi adeguare alle situazioni, al tempo, alle condizioni, adeguandosi allo stile di vita africano, diventando un tutt’uno con la natura. Rispettando la tranquillità dell’isola su cui ci siamo avventurati, abbiamo deciso di non fornirne indicazioni, per preservare i picchi e la natura incontaminati. Ovviamente, basta fare qualche ricerca in Internet e sulle cartine per capire quali spot potrebbero funzionare al meglio. Gli esploratori che si sono uniti all’esplorazione di Cabo Verde sono il Campione del Mondo Airton Cozzolino, il nostro cameraman Ding, il nostro fotografo Joao, io, e altra gente che abbiamo avuto la fortuna di conoscere in viaggio, che, assieme alle altre creature, hanno reso quest’esperienza indimenticabile! 63


Tra questi c’erano Fattie il senegalese, suonatore d’arpa africano e altri ragazzi senegalesi, Captain Pedro e Nuno, i nostri marinai e salvatori che ci hanno fatti arrivare all’”Isola”, lasciandoci dormire a bordo, sfamandoci a suon di biscotti e prosciugando le riserve di birra e vino. Sergio, il nostro punto di riferito sull’isola, assieme a sua moglie Kamilla, che ci ha fatto stare nella guest house come dei sovrani. Ringrazio anche i giganteschi pesci volanti, i delfini, le balene e le aquile che affollano quest’Oceano pieno di vita… tutti questi ingredienti hanno contribuito a forgiare momenti che non scorderò mai. Sebbene abbiamo volato su Boa Vista da Gatwick con un volo charter, appena arrivati all’aeroporto siamo stati immediatamente prelevati da Joao, tenendoci a distanza da tutti gli altri turisti (o come dicono i portoghesi, i “Bifa’s”), cioè quelli che amano rinchiudersi nei loro resort tutto compreso che somigliano più a delle carceri con vista mare. Noi invece siamo stati portati subito nella Boa Vista più deserta e inesplorata. Qui abbiamo conosciuto “Fattie”, l’amico senegalese di Joao che ci ha deliziati nei giorni seguenti con la sua arpa africana, mentre il sole tramontava, coricandosi dietro le dune spazzate dal vento. Questo mistico strumento africano, accompagnato dal tipico thè del Sahara, ci ha fatto entrare immediatamente nella giusta mentalità per affrontare questa avventura folle verso l’ignoto. Dopo poco ci siamo trovati a bordo di un 4x4, carico all’inverosimile con montagne di materiale, pentole, tappeti, tende, legna, tavole, provviste, pentolini da thè sahariano, sacchi a pelo e altre cose. Sembrava stessimo partendo per qualche mese! L’idea era di accamparsi a Boa Vista solo per qualche giorno, per poi salire sulla barca verso “L’Isola”! Confidando completamente nella conoscenza del luogo di Joao, abbiamo lasciato che ci portasse nel posto migliore per accamparci. A km di distanza da qualsiasi strada, tra le dune, circondati da asini selvatici, capre, palme da dattero e baobab nelle oasi, dopo aver passato una coppia di aquile pescatrici, siamo giunti su una spiaggia bianca, lontano da qualsiasi traccia di civiltà e tecnologia. È stato proprio qui che abbiamo trovato un posto idilliaco per allestire il nostro accampamento, a riparo di una gigantesca duna che dava proprio sul blu dell’Oceano Atlantico. In lontananza c’erano le prime tracce di un’onda piuttosto promettente. Non vedevo l’ora di andare a controllare! C’erano un po’ di dettagli da sistemare e abbiamo dovuto trovare un po’ di soluzioni improvvisate mentre tiravamo su l’accampamento. Per prima cosa avevamo perso dei grossi pezzi di legno dal camion, pezzi fondamentali per far star su la tenda! Soluzione: usare le pagaie Fanatic SUP in full carbon come pali portanti! In men che non si dica abbiamo dimenticato tutte le distrazioni, tralasciando le comodità a volte inutili della vita moderna, riconnettendoci con gli elementi naturali e l’ambiente circostante, adeguandoci al puro ritmo naturale, vivendo come i nomadi. Durante questi giorni d’accampamento la nostra routine s’è adattata perfettamente ai tempi della giornata, alzandoci all’alba e andando a dormire al tramonto, sfruttando alla perfezione le maree, mentre ognuno di noi trovava i propri spazi e le proprie mansioni per lavorare in armonia nella squadra. Sebbene in questo periodo non ci fosse traccia di swell interessanti, era prevista un po’ d’onda in una zona piuttosto remota di BV. Nel frattempo io mi divertivo un sacco a fare kite nello shore break e mi sono anche presa una bella frullata infilandomi in un tubo generato da un piccolo swell serale. Il giorno successivo era il momento di abbandonare la comodità della nostra idilliaca casa all’asciutto e prepararci mentalmente per il viaggio in barca verso “l’Isola”, dove ci stava già aspettando Airton. Come ho anticipato, organizzare ogni cosa qui a Cabo Verde è piuttosto problematico, specialmente quando si tratta di trasporti, da un momento all’altro i piani possono cambiare radicalmente. Conviene sempre preparare un piano B. Anche C e D già che ci siamo! La barca su cui saremmo dovuti salire quella sera era ancora da qualche parte in mare aperto, lontano dalla nostra posizione, impegnata in un salvataggio o qualcosa del genere. Non sarebbe più passata a prenderci a Boa Vista! Fortunatamente Joao aveva già preparato il piano B, chiamando un suo amico di Lisbona che aveva una barca in zona, cercando di organizzarci il passaggio! Abbiamo rassicurato Capitan Pedro che comanda la sua barca, la Lazy Sail, che non eravamo completamente fusi e che alla fine del viaggio gli avrei regalato la mia amata Neo 9m, se ci avesse portato verso “l’Isola”, facendoci dormire a bordo qualche sera. 64


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Abbiamo concordato il programma sorseggiando un thè sahariano, poi abbiamo caricato tutto il materiale a bordo quella sera stessa. Il catamarano è stato sommerso da tavole da SUP e materiale fotografico, pronto per salpare verso la nostra destinazione finale. Questa è stata un’avventura di per sé, navigando durante la notte, restando il più possibile vicini alla bolina, in modo da prendere il mare di prua e non rischiare di scuffiare. Dopo aver vomitato l’anima per l’ennesima volta, ho deciso di combattere questo disturbo stando sveglia tutta notte fissando l’orizzonte! L’alba del giorno seguente è stata davvero rinfrescante e ha sorpreso i miei occhi stanchi. Mentre il sole si alzava, l’isola sullo sfondo ha cominciato a delinearsi. Misteriosa, brulla, con montagne rocciose che le conferivano un aspetto drammatico, che poi si buttavano nell’Oceano blu. Ci siamo poi rinfrancati vedendo dei piccoli villaggi di pescatori nella baia. L’isola era completamente diversa da Sal o BV. Sembrava di esser finiti in un’altra dimensione. È davvero eccitante arrivare in un posto nuovo, specialmente sulla terra ferma, in quanto stavamo cominciando a sentirci male per il mare mosso! Appena abbiamo ancorato nella tranquilla baia, liscia come olio, ho fatto un tuffo nell’Oceano blu, prendendo poi il mio SUP per andare ad esplorare la costa! 66

I bambini locali ci hanno salutato con entusiasmo e curiosità, mentre approdavamo sulla spiaggia nera a bordo del nostro SUP. Era evidente che volessero provare anche loro, sebbene non avessero mai visto una tavola da SUP. Da subito sapevano starci sopra perfettamente in equilibrio e sapevano già remare. Due bambini si tenevano in equilibrio alla perfezione, mentre il bambino al centro remava tranquillo verso il mare aperto. A un certo punto ha girato ed è rientrato senza il minimo problema. Con grande calma i bambini si sono dati il cambio per cui ho deciso di lasciargli il mio SUP mentre andavo a cercare un posto dove bermi un bel Galao (un ottimo cappuccino Portoghese). Già dall’arrivo ci siamo resi conto che c’era qualcosa di speciale in quest’isola. Era davvero bellissima, interessante e c’era un’ottima atmosfera. Qualsiasi cosa ci aspettasse in termini di vento e onde, ero comunque contenta di vedere questo posto. Sebbene durante i primi giorni non ci sia stato un vero e proprio swell, era evidente che il vento non mancasse. Eravamo molto ansiosi di andare a esplorare le coste e dopo aver fatto un po’ di provviste con pesce e frutta locale, siamo partiti verso il punto più esposto al vento. I delfini e i pesci volanti ci hanno salutati appena siamo passati sulla costa esposta al vento, mentre una balena faceva capolino per osservare la situazione. Era chiaro che queste acque fossero piene zeppe di vita marina, e di


carnevale che abbia mai visto, non avevo mai vissuto un’esperienza del genere! Mentre aspettavamo che lo swell entrasse, abbiamo dovuto salutare a malincuore il nostro capitano, noi ci siamo dovuti trasferire nella guesthouse di Sergio e Kamilla. Lo swell alla fine è entrato, proprio quando Airton stava cominciando a sbavare dall’eccitazione per aver bevuto troppo caffè… era da tutto il viaggio che continuava a ripetere: “Voglio dei tubi, non delle tazze di caffè!”. Le onde stavano cominciando a pompare già dalla mattina presto, mentre cercavamo di fare un po’ di SUP, ma il vento spingeva già a tutta potenza rendendo praticamente impossibile surfare con il SUP! Io ho optato per il kite, mentre Airton continuava a surfare, poi abbiamo cercato di scambiarci il materiale in acqua ma proprio al momento di mettere il trapezio si è reso conto che era troppo piccolo per lui! La session pomeridiana è stata davvero speciale, in quanto sia il vento che le onde sono arrivati al picco, mentre io e Airton surfavamo tutte le onde che volevamo essendo in acqua da soli. Joao e Ding intanto galleggiavano sul lineup con le loro macchine fotografiche, beccandosi qualche bomba in testa di tanto in tanto! Per quelle poche ore ci siamo sentiti nel nostro elemento, amando la potenza cruda degli elementi. Questo viaggio è stata un’avventura davvero eccezionale, a volte con condizioni al limite e larve che si infilavano sotto la pelle dei piedi (dei miei in particolare…). È stata una di quelle esperienze che non si dimenticano e sicuramente uno dei ricordi più unici che mi resteranno! Se si volesse esplorare l’isola su cui eravamo noi, sia per fare surf, SUP, o semplicemente girarla a piedi, basta andarci con il massimo rispetto e contattare João o alcuni dei suoi amici, che conoscono tutti gli spot come le loro tasche e vi possono far vivere un’esperienza magica quanto la nostra. Cabo Verde Adventures: Avventure alternative lontano dalle piste battute, grazie alla conoscenza locale degli esperti della zona. Ideali per il surf, SUP, kite, passeggiate, bici, windsurf, fotografia, arte e cultura. Visitate la bellezza naturale di queste isole: www.caboverdeadventure.org o mandate una mail a João Barbosa jjbarbosa2@gmail.com Sull’isola senza nome è importante essere esperti rider. Chiamate Sergio e Kamilla di Afrikitesurf per alloggio nella loro guest house, con cibo delizioso, trasporto e consigli www.afrikitesurf.com Per ogni cosa a Boa Vista visitate il sito www.planetallsports.com Per il noleggio di Yacht in giro per le varie location dell’arcipelago, accompagnati da un esperto waterman che conosce ogni spot, chiedere a Pedro - www.lazysail.net

lì a poco ci saremmo aggiunti anche Airton ed io! Mentre la Lazy Sail si ancorava al largo del point abbiamo preparato il nostro materiale da SUP. Airton ha la capacità di trovare un’onda anche in un mare quasi completamente piatto, anche se rompe su roccia lavica tagliente e quasi completamente asciutta! Ho deciso di salvaguardare le mie pinne e la pelle dei piedi, tenendomi a distanza dalle rocce, surfando più al largo accompagnata dai delfini e dai pesci volanti. Nel frattempo Airton faceva degli Aerial eccezionali, surfando le onde che rompevano sul reef asciutto, con il massimo controllo e tranquillità! Gli ho chiesto cos’avrebbe fatto se fosse andato a rocce e avesse distrutto le pinne, ma lui mi ha risposto che ne aveva portati 3 set! Abbiamo deciso di restare su quest’isola mistica, attendendo lo swell previsto per i giorni seguenti, che poi è diventata un’intera settimana, dandoci l’opportunità di ambientarci al meglio in quest’atmosfera eccezionale. Prima che le onde colpissero la costa siamo anche riusciti a vedere il carnevale che è stato eccezionale e comunica tutto l’amore e l’allegria di questo posto e della gente che ci abita. Quest’isola così tranquilla è esplosa di vita con tutti quei costumi colorati! È stato il primo 67


LE PRECEDENZE TRA LE ONDE

SUP GONFIABILE

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di Giuseppe Cuscianna, Giuseppe Santoro

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La prima regola è il buon senso! Partendo da questo presupposto capiamo come ci dobbiamo comportare quando siamo in uno spot con le onde e sono presenti altri paddler.

di Moki Team

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I SUP gonfiabili rappresentano una valida alternativa a chi ha problemi di trasporto o di rimessaggio; vi proponiamo una breve guida per il corretto utilizzo di queste tavole.



LE REGOLE PER PARTIRE

SULLE ONDE Testo di Giuseppe Cuscianna e Giuseppe Santoro Collaborazione tecnica Alessandro Marcianò Foto elaborata da Vito Montenegro

Se è vero che siamo tutti più entusiasti nel veder crescere in maniera esponenziale il nostro sport preferito, è anche vero che l’aumento del numero di praticanti provoca qualche “effetto collaterale”. Primo su tutti: l’affollamento degli spot.

Fino a qualche anno fa, infatti, pochi erano i pionieri che affrontavano le onde con tavola e pagaia. Oggi, invece, è facile dover condividere la line up con tante persone, a volte decisamente troppe. Diventa quindi necessario, per poter sfruttare al meglio le nostre uscite in mare, conoscere le regole di precedenza. La prima vera regola e, se vogliamo, la più importante da rispettare è quella del buon senso! Avere buon senso in acqua significa avere la capacità di leggere il mare con attenzione, evitare il più possibile il contatto con un altro surfista, saper rinunciare a un’onda anche se si ha la precedenza, per evitare di farsi male e rovinare quella che potrebbe essere una bella giornata di sport. Resasi doverosa questa premessa, possiamo spiegare come comportarsi in acqua in caso di line up affollata. Iniziamo col dire che il surfista che effettua il take off (ovvero parte in planata) più vicino al picco dell’onda ha la precedenza su tutti. Avere la precedenza significa avere il diritto di continuare a surfare l’onda. E quindi è “dovere” degli altri surfer manovrare in modo da lasciare libertà di movimento e traiettoria. Le immagini sicuramente ci aiuteranno a capire meglio le posizioni sull’onda. Prima della precedenza, però, dobbiamo fare un piccolo appunto: è vero che il surfista che prende l’onda dal picco più alto ha la precedenza ma è anche vero che la priorità antecede la precedenza. 70

La priorità Il paddler che arriva per primo sulla line up ha la priorità a prendere l’onda. Non piacerebbe a nessuno aspettare l’onda della giornata sulla line up e vedersela strappare dal paddler appena arrivato. La precedenza Partiamo dai paddler che hanno diritto di precedenza e che quindi hanno effettuato il take off nel punto più alto dell’onda. I paddler numeri 3 e 6 hanno letto bene il mare e si sono trovati sul picco più alto dell’onda, questa loro competenza ha fatto sì che fossero i primi a partire acquisendo il loro diritto assoluto di surfare l’onda. Scena 1


Una volta assodato chi parte per primo, analizziamo diversi contesti: Il Droppaggio Scena 2

Il paddler n.3 ha diritto di precedenza, il paddler n.2 lo ha appena droppato ( cioè sta per tagliargli l’onda), questo caso è uno dei più frequenti in acqua. Come possiamo notare, il paddler n.2 surferà nella stessa direzione del n.1, questo potrebbe evitare la collisione, ma durante una gara tale infrazione potrebbe comportare una penalizzazione che potrebbe compromettere il vostro ranking. Bisogna prestare molta attenzione in acqua in quanto, avendo a che fare con tavole di grosse dimensioni, i due paddler potrebbero scontrarsi facendosi molto male. Scena 3

Il paddler n.6 ha diritto di precedenza, il paddler n.7 lo ha appena droppato, anche qui ci troviamo di fronte ad un caso di taglio di onda ma questa volta è molto più pericoloso. Mentre nella scena precedente i paddler seguiranno il flusso dell’onda, in questo caso il paddler n.7 sta per scontrarsi con il n.6. Errore sicuramente da non fare per evitare che la giornata possa prendere una brutta piega. Ritorno o risalita in line up

Scena 4

situazione che potrebbe crearsi in acqua, soprattutto quando non si conoscono bene le regole. In questo caso il paddler n.1 avrebbe dovuto risalire o ritornare sulla line up facendo il giro più largo possibile al fine di non intralciare la surfata chi l’ha già iniziata. Scena 5

Anche in questa scena il paddler n.8 sta erroneamente risalendo o ritornando sulla line up e anche in questo caso avrebbe dovuto fare il giro largo per poter arrivare sulla linea e acquisire la propria priorità a prendere l’onda. Scena 6

Il paddler n.4 sta risalendo in una posizione corretta, avendo letto bene il mare e avendo visto che i paddler n.3 e n.6 hanno optato nel poggiare subito, si è trovato in una posizione favorevole. Ma nel caso uno dei due paddler in precedenza avesse optato nella discesa verticale, il paddler n.4 avrebbe commesso lo stesso errore degli esempi sopra citati. Il paddler n.5 ha letto male il mare e quindi si troverà in una situazione svantaggiata in quanto l’onda gli si chiuderà addosso travolgendolo. Lo Snake È una manovra non molto simpatica da effettuare in quanto è risaputo che dopo averla effettuata insorgono problemi di comunicazione. Lo snake consiste esattamente nel raggirare il paddler che ha la priorità sull’onda mettendosi in precedenza o spostandosi sul picco più alto in maniera furtiva e poco sportiva. Seguire questi semplici consigli può davvero aiutarci a sfruttare al meglio i nostri spot, seppur affollati. Il mare è di tutti e a tutti è riconosciuto il diritto di divertirsi con le onde. Non bisogna mai dimenticare che sia nel surf che nella vita vigono due principi fondamentali: rispetto e buon senso. Rispettare gli altri significa anche rispettare se stessi. Rispetto delle regole prima di tutto.

Dopo aver analizzato i primi casi di droppaggio, dobbiamo anche considerare il ritorno o la risalita sulla line up. Il paddler n.1 sta risalendo o sta ritornando sulla line up, il punto in cui lo sta facendo è errato, in quanto si troverà ad intralciare ben due paddler che stanno scendendo l’onda. Questa è una

Le immagini che avete visto sono state montate al pc con un programma di fotomontaggio, è una foto solo a carattere didattico, i paddler che sono presenti in foto sono tutti professionisti italiani che conoscono bene le regole sulle onde. Si ringraziano: Leonard Nika, Nicola Abatescianni, Emanulele Guglielmetti, Mirco Sarti e il grande Pietro Pacitto. 71


COME SI USA UN

SUP GONFIABILE E COME CI SI DIVERTE NELLE ONDE Foto di Alex Man Rider Sandro Pisu

Si stanno diffondendo sempre di più per la loro praticità, affidabilità e sicurezza. Il Sup gonfiabile è un’ottima scelta per chi vuole praticare il sup in ogni occasione ma non ha un grande spazio a disposizione per il rimessaggio o il trasporto. Sono tavole molto divertenti, sicure e facili da utilizzare sia al lago che al mare fra le onde. Ecco alcuni consigli generali per chi ha deciso di avvicinarsi al nostro sport proprio con questa tipologia di tavola o per chi, già praticante, sta meditando di acquistare una tavola gonfiabile. Il divertimento è assicurato e questa tavola si trasporta con facilità anche in bici o in moto! Ideale anche per barche e camper… insomma per tutti quelli che hanno poco spazio da dedicare ad una tavola da sup di 10’ piedi (304cm).

FOTO 7-8: Per surfare dobbiamo dirigerci pagaiando nella zona dove rompe l’onda: il break point. Aspettiamo il momento più idoneo per uscire tra un’onda e l’altra, saltiamo subito in piedi pagaiando contro le schiume e cercando restare in piedi. Una volta superate le prime schiume dobbiamo scegliere e prendere la nostra onda prima che franga su se stessa. È molto importante posizionarsi nel posto giusto e occorrerà certamente un po’ di esperienza per capirlo. Nel caso ci fossero altri supper nelle vicinanze, è fondamentale dare sempre la precedenza a chi aggancia l’onda per primo. FOTO 9: Pagaiando energeticamente, cerchiamo di avere più velocità possibile prima che si avvicini l’onda e cerchiamo di tagliarla diagonalmente, una volta agganciata, con il peso all’inizio leggermente in avanti per facilitare il take off, ma senza ingavonare la prua. FOTO 10: Una volta agganciata l’onda, la tavola comincia a planare, quindi si sposta il peso indietro, abbassando il baricentro e restando morbidi sulle gambe piegate e… si inizia a surfare! Il seguito sarà la vostra storia.

FOTO 1-2-3: Con lo zaino, che contiene il sup gonfiabile e i suoi accessori, in spalla ci dirigiamo verso la spiaggia. Una volta aperta e distesa la tavola sulla spiaggia con la valvola rivolta verso l’alto, posizioniamo la pompa, sistemando il tubo nell’apposita valvola ed iniziamo a gonfiare. Su alcuni modelli è necessario montare le pinne nelle apposite scasse e in questo caso è necessario fare questa operazione prima di iniziare a gonfiare. La pressione ottimale solitamente è di 9/10mbar ma i migliori gonfiabili possono resistere fino a 14/16mbar. È da tenere in considerazione che un gonfiabile tenuto sotto al sole tende ad aumentare di pressione mentre invece al freddo tenderà a sgonfiarsi. FOTO 4: In meno di due minuti la nostra tavola è completamente gonfia e pronta per essere usata. Con la tavola in una mano e la pagaia nell’altra ci apprestiamo a uscire in sup. Nel caso in cui una leggera brezza ci soffiasse contro, allora è meglio orientare la poppa nella direzione in cui si procede, in modo che la tavola prenda meno vento e sia più facile trasportarla. La stessa cosa si fa con la maniglia della pagaia, per evitare che la pala prenda vento disturbando il trasporto. FOTO 5-6: La tavola gonfiabile può essere usata indistintamente sia per passeggiare in acqua piatta sia per surfare e può essere la miglior prima esperienza per chi non è mai uscito nelle onde. 72

FOTO 11-12: Per rientrare si usa lasciarsi trasportare dall’onda fino alla spiaggia e, una volta sul bagno asciuga, dobbiamo prendere velocemente tavola e pagaia e uscire dall’acqua. Attenzione alle onde che sopraggiungono dietro di noi. È buona regola osservare sempre quello che succede, specialmente le onde davanti e dietro di noi. PICCOLI GENERICI CONSIGLI PER IL PRIMO VERO APPROCCIO NELLE ONDE Il vantaggio di queste tavole gonfiabili è che sono ideali per le prime esperienze nelle onde. La loro costruzione renderà più sicura e divertente la nostra prima uscita. Inoltre sono molto resistenti agli urti e non fanno male se ci capita di cadere dentro un’onda. Anche in caso di perdita di controllo non potranno ferire nessuno dei nostri amici intorno. Sono quindi consigliate per le prime esperienze specialmente dei bambini. Inoltre sono le più usate dai più esperti nei fiumi. La conoscenza ed il rispetto delle regole è fondamentale, quindi prima di avventurarci tra le onde, chiediamo sempre in anticipo a qualcuno di competente se la giornata fa al caso nostro e quali potrebbero essere i pericoli del posto, come corrente, fondale o scogli affioranti. Sono da evitare le zone già affollate di surfisti e bagnanti. Procuratevi un leash indispensabile per non perdere la tavola in caso di caduta e assicuratevi soprattutto che le condizioni meteo marine siano sempre alla vostra portata e ideali per la vostra prima esperienza. Per la vostra sicurezza in mare è un’ottima abitudine avvisare sempre qualcuno della vostra imminente uscita. Rimandate l’uscita se c’è vento sostenuto, soprattutto da terra, e se le onde superano l’altezza del ginocchio. Scegliete un fondale sabbioso. Buon divertimento!


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Testo di Lucia Marra foto di Ilaria Bisceglie, Beppe Caldarulo, Lucia Marra

Le Hawaii sono il sogno degli sportivi amanti del mare, e non solo. Onde, sole e caldo tutto l’anno rendono queste isole un posto ideale per scappare dal nostro inverno e anche per trasferirsi definitivamente come hanno fatto tanti nostri connazionali. Il viaggio per arrivare alle Hawaii è lungo e il fuso orario è impegnativo, ma sarete immediatamente ricompensati dalla bellezza del posto e dalla cordiale atmosfera che si respira in ogni angolo. Beppe Caldarulo e Lucia Marra ci raccontano la loro avventura hawaiiana vivendo il mare con il SUP.

WELCOME TO MAUI 5…4… 3… 2… 1… e siamo a Maui. Saranno le piantagioni di canna da zucchero, saranno quelle di ananas, saranno i cocchi, l’aria è dolce, la temperatura perfetta e il cielo appare tondo, riusciamo a vedere le stelle oltre ogni immaginazione. Prendiamo l’auto e ci spostiamo verso Haiku, dove dormiremo per il prossimo mese, il più divertente della nostra vita. Sulla strada, affascinati, guardiamo le altissime palme che ci accompagnano e finalmente davanti a noi uno spettacolo: Hookipa. È notte ma le onde cantano e la schiuma si distingue bene dal blu del cielo. Posiamo le valige e, per non farci trascinare dal fuso orario di sole 11 ore, decidiamo di visitare l’Haleakala National Park, un parco di 30.183 acri (122.15 km2), di cui 24.719 acri (100.03 km2) sono costituiti da zona selvaggia . Secondo una leggenda locale il semidio Maui imprigionò qui il sole al fine di allungare la giornata. Il parco offre il dormiente Haleakala (East Maui) Vulcano, la cui ultima eruzione risale al 1490.

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Beppe Caldarulo e Lucia Marra

Maui, Hookipa.

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Il classico affollamento hawaiiano.

Il cratere del vulcano appare in tutto il suo splendore all’alba, i suoi colori passano dal rosso intenso della terra al grigio argento della sua vegetazione, dalla sua cima più alta (3.055 metri d’altezza sul livello del mare) si vede tutta l’isola di Maui. Il primo spot che visitiamo è Kanaha Beach Park, una tranquilla distesa costiera tra Kahului Bay e Spreckelsville Beach. Il parco interamente circondato da altissimi alberi ospita windsurfer e kiter provenienti da tutto il mondo. Il prato morbido come una moquette è pieno di galli e galline selvatici che passeggiano con i loro pulcini indisturbati nella quiete che aleggia in tutta l’isola. Lo spot è l’ideale per chi ama il vento forte e le onde alte più di due metri che si infrangono a circa 200 metri dalla costa. Incontriamo nel parcheggio gente di tutte le età che ci sorride e ci augura la buona giornata. In men che non si dica siamo in acqua con i windsurf, ci sono 30 nodi di vento e la direzione è trade wind NE. Le onde, destre, chiudono regolarmente. In acqua ci sono tanti sportivi e ogni tanto si vede anche qualche viso famoso; è a Kanaha Beach che abbiamo incontrato Antoine Albeau (pluri Campione del Mondo Windsurf), Micah Buzzianis, Marcilio Browne e Robbie Swift. Dopo una session durata tutto il giorno, al tramonto accendiamo il barbecue e ci godiamo il tramonto. Il secondo giorno, curiosi di vedere tutto il possibile, visitiamo Hookipa Beach, il paradiso degli amanti delle onde; è qui che a Pavilion i surfisti si allenano su onde di 3-5 metri che srotolano a destra, a Middle ci sono surfisti e paddle boarder che fluttuano nell’aria e sembrano accarezzare le grandi onde di più di 5 metri che si chiudono a sinistra e a destra; infine restiamo incantati da Point con le sue onde giganti che si chiudono a destra, è qui che windsurfer come Robby Naish, Kevin Pritchard e il nostro amico Giampaolo Cammarota (leggi la sua intervista sul numero 07 di SupTime a pag. 39-39) si allenano e si divertono. Alcuni giorni dopo sarà proprio ad Hookipa che assisteremo ad una gara di Stand Up Paddle alla quale parteciperanno i migliori paddle boarder Hawaiani e nomi come Kai Lenny, il Campione del Mondo in carica. 76


Cartoline dalle Hawaii.

OAHU Il destino vuole regalarci ancora tanto e ci spostiamo, dopo pochi giorni dal nostro arrivo sull’isola di O’ahu, alla volta di Honolulu e naturalmente Waikiki e la North Shore. Le onde di Waikiki sono il massimo a 50 metri dalla riva, chiudono a destra e srotolano così lentamente da portarti a passeggio per almeno 4 minuti offrendoti la possibilità di progredire nelle manovre. Sulla line up ci saranno più di 100 persone tra surfer, paddle boarder, boogie border e canoe polinesiane, il rispetto delle regole qui deve regnare sovrano e così anche noi ci gettiamo in acqua e iniziamo l’avventura in SUP. Dalle sette di mattina alle dodici le onde sono perfette, per circa due ore si abbassano per poi riprendere a regalare emozioni fino a tarda notte. Sulla line up ci sono ragazze bellissime, truccate e pettinate di tutto punto che sembrano aver stretto un accordo con il mare perché non le scompigli il loro look, gli uomini hanno visi che parlano del mondo, è solo sulle canoe che si catturano gli occhi dei locali. Waikiki è una metropoli, nonostante sia solo un quartiere, che offre tanto anche di notte, locali notturni, artisti di strada, disco, ristoranti e bar aperti h24. Gli ospiti più numerosi? I giapponesi, anche se pochi di loro sono lì per il mare… Ci spostiamo sulla North Shore, sulla strada il panorama cambia visibilmente e improvvisamente ci troviamo a visitare le spiagge di Wailea, la pazzesca Waimea con onde alte più di 7 metri, Pipeline (dove si è appena concluso il Volcom Pipe Pro) e ancora Banzai e Sunset Beach. È a Sunset che restiamo incantati, troviamo qui la tappa del campionato del mondo di Paddle Surf, ci sono onde alte più di sette metri, gli atleti superano lo shore break in piedi sulle loro tavole sottili e leggere e raggiungono la line up dove danno spettacolo surfando destre perfette; è qui che incontriamo un grande amico, Ekolu Kalama e il mitico Chuck Patterson. Il SUP sulla North Shore si respira nell’aria, le tavole appaiono tutte molto corte e larghe con bordi sottili. 8’ e 9’ le più diffuse. Le grafiche? Aggressive! Anche O’ahu ci regala tramonti magici ed emozioni impossibili da dimenticare, la quantità di surf shop è inimmaginabile e anche noi veniamo rapiti dalla sindrome dello shopping compulsivo. GLI SPOT DI MAUI Tornati a Maui dopo una breve parentesi nella movida Hawaiana, siamo nuovamente rapiti dalla giungla. Rientrati da O’ahu la passione per il paddle surf si fa sentire ed è grazie ad Ilaria, nostra amica barese che da più di un anno vive a Maui, che scopriamo lo spot che diventerà il nostro “Home Spot”, Lahaina. Onde alte uno/due metri, sinistre che permettono una partenza mozzafiato e che regalano una surfata lunga più di 3 minuti, sono bellissime e ci incantano così tanto che rimarremmo lì fino al giorno del nostro rientro. È qui che suppiamo tra le balene, le orche, le tartarughe e le foche, gli squali fortunatamente non ci renderanno l’onore della loro presenza. Lo spot di Lahaina si trova vicino al porto della città, la costa sabbiosa si perde in acqua in un reef colorato pieno di coralli vivi e pesci di tutti i tipi, la temperatura è perfetta e il sole splende forte. Sulla line up ci sono più di 50 persone, dalle ore 10 alle 13 si allenano le scuole, ce ne sono più di 4 diverse, ciascuna con più di 6 praticanti, insieme a loro intere famiglie con mamme, papà e figli che surfano divertiti, e poi ci siamo noi, i paddle boarder. La gente del posto è gentile e apprezza il nostro amore per lo stand up, surfa onde enormi con disinvoltura facendo versi che ricordano quelli degli uccelli del posto. Surfiamo Lahaina dal mattino fino a sera e alla fine della giornata passeggiamo per le strade di quello che ci è sembrato il miglior posto per fare sport e inserirsi nella vita locale. Lahaina è infatti piena di spiagge per tutti i gusti, con o senza onde, si trova nella parte ovest dell’isola e il vento raramente riesce a penetrare, per questa ragione è il paradiso delle onde. Un poco più a nord incontriamo Honolua Bay, spot famoso per le onde “tubanti” e per il folto numero di surfer che le popolano. Il sole è cocente e scendere in acqua con la tavola è un esercizio fisico per pochi, quello che ci troviamo davanti però ci toglie il fiato. 77


Un poco più a sud di Honolua troviamo Fleming Beach Park, il paradiso dei boogie boarder, puro divertimento con uno shore break sviluppato da onde di tre metri. Solo gli ultimi giorni abbiamo deciso di ritornare al vento e Kite Beach ha regalato grandissime emozioni con vento costante trade wind NE, con onde da nord di tre metri e più. Bellissime città come Makawao, Paia, Hana, Kihei, incantevoli foreste e impressionanti cascate hanno reso il nostro viaggio indimenticabile. La cortesia degli Hawaiani e l’arcobaleno ogni giorno sulle nostre teste ci ha fatto vivere un sogno durato un mese. INFO SPOT GUIDE Spot da visitare di Maui: Hana, con onde destre intorno ai 3 metri; Hookipa, come spiegato nell’articolo; Paia, onde destre di 1 metro e mezzo; Kahana, onde destre di due metri; Honolua, onde tubanti di 2 metri; Fleming Beach, shore break; Lahaina, come spiegato nell’articolo; Kihei, onde sinistre di circa 1 metro. Cosa visitare: Haleakala National Park, West Maui Forrest Resv, Kapalua Golf, Kanapali Golf, Blow Hole, Kula Botanical Gardens, Hana road, La Perouse, Iao Valley, Maui Tropical Plantation, Twin Falls. Dove mangiare: Fish Market Maui, Mana Foods Maui, Anthony’s Caffè Paia, Whole Foods Market, Ono Ice Cream. Surf Shop: Hi Tech Kauilui, Second wind Kaului, Maui Island Kaului, Kanaha Kai Kana, Naish Pro Shop Kaului, FFWD Haiku.

Caratteristico scenario di Maui.

Caratteristico scenario di Maui.

Maui, sopra Jaws, solamente per esperti; qui sotto, Lahaina, onde per tutti.

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NEL PROSSIMO NUMERO: • Gonfiabili, tutto quello che non avete trovato su questo numero. • Due famosi rider italiani ci porteranno alla scoperta degli spot nei dintorni di Cape Town in Sudafrica. • Nuove interviste esclusive.

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• Nuovi report di viaggi da mete vicine e lontane. • Prova materiali e tanto altro ancora... CI RIVEDIAMO IN EDICOLA AD AGOSTO!

RIDER Olivia Piana LOCATION Lanzarote FOTO courtesy Fanatic




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