Funboard 146

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Antoine Albeau

Julien Quentel

www.robertoriccidesigns.com 路 info@robertoriccidesigns.com


“ L’ e f f i c i e n z a g e n e r a l a p e r f o r m a n c e ” RRD ha sviluppato la gamma di tavole slalom più eccitante e mirata alla pura performance che sia mai stata lanciata sul mercato. Le nuove tavole X-Fire LTD V4 rappresentano un nuovo standard per la disciplina dello slalom grazie all’introduzione della “poppa TT” (Toro Tail), la prossima generazione del design che detterà presto la sua legge sui più importanti campi di regata. Il lavoro di sviluppo completo e meticoloso del team RRD ha portato alla produzione di 5 nuovi shape che diventeranno il riferimento del mercato nel 2012. Vi basterà dare una semplice occhiata a queste macchine da regata per concordare con noi!

Disponibile in : 90 Lts - 240x59 cm - 5,6 Kg (+/- 6%) 98 Lts - 235x62 cm - 6,0 Kg (+/- 6%) 105 Lts - 235x65 cm - 6,3 Kg (+/- 6%)

114 Lts - 235x70 cm - 6,32 Kg (+/- 6%) 122 Lts - 228x81 cm - 6,7 Kg (+/- 6%) 129 Lts - 228x85 cm - 7,25 Kg (+/- 6%)

RRD X-Fire 114 V4

PROGRAMMA: Speed slalom


6 Cover Story

ANNO XVIII - NUMERO 146 MAGGIO 2012

Questo mese abbiamo dedicato la cover a una leggenda del nostro sport, Mark Angulo, di cui potrete leggere la nostra intervista esclusiva a pag. 58. Uno di quei rider che quando escono a Hookipa si fanno sempre notare sia per lo stile che per la spettacolarità delle manovre eseguite, nella foto in oggetto Mark si spara un super Tweacked Aerial Clew First.

DIRETTORE RESPONSABILE • cristiano@jmag.it

Cristiano Zanni

REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

ragno@hipow.com Mark Angulo Hookipa, Maui FOTO Jimmie Hepp RIDER

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

LOCATION

marcom@hipow.com

FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani

raffaellob@hipow.com Inside

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi:Pietro Albano, Josh Angulo, Max Brunetti, Fabio Calò, Ricardo Campello, Valentina Crugnola, Dieter Van Der Eyken, Ovidio Ferrari, Raimondo Gasperini, Globalshots, Diony Guadagnino, Federico LaCroce, Luigi Madeddu, Jeremias Marinovic, Matteo Iachino, Amorphia Photography, Mattia Pedrani, Jason Polakow, Elena Pompei, Francesco Prati, Kevin Pritchard, Axel Reese, Matteo Righetti, Carlo Silvestro, Nicola Spadea, Juergen Tap Dakar, Renato Vitale, Fabian Weber, Zico. immagini: Cataldo Albano, Robert Almqvist, Eric Bellande, Franck Berthuot, John Carter, Emanuela Cauli, Oscar Cisneros, Tommy Della frana, FotoFiore, James Flynn, Tinon Hagen, Jimmie Hepp, Francesca LaCroce, Arjuna Maciel, Bartosz Osuch, Valerio Pedrani, Kevin Pritchard, Marco Ranieri, Axel Reese, Mateo Righetti, Sebastian Schoffel, Robby Swift, Deivis Paternina, Benjamin Thouard, Dave White, Darrell Wong.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA Press-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l. 20090 Segrate (MI) DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano

Il mondo del windsurf, nonostante la crisi generale e il malumore diffuso, continua a essere in fermento! Il PWA di Reggio Calabria si è appena concluso e anche se il vento si è fatto attendere un po’ più del dovuto, fortunatamente è arrivato durante l’ultimo giorno di gara ed è stato portato a termine un intero tabellone, sia maschile che femminile. Molti gli atleti italiani che si sono presentati a questo importante appuntamento stagionale, e sopra tutti Alberto Menegatti e Matteo Iachino che hanno ottenuto importanti risultati. Alberto ha dimostrato, come se ce ne fosse ancora bisogno, di avere una velocità da top 10 al mondo, e di non sbagliare un colpo quando può utilizzare la sua amata 9.5. Matteo, giovanissimo atleta ligure, nostro collaboratore per la rubrica dedicata ai consigli per lo Slalom, va sempre più forte e sta conquistando l’esperienza necessaria per scalare le classifiche. Entrambi, e soprattutto Matteo, dalla loro parte hanno anche l’età… che se paragonata a quella di molti dei top 10, over 40, ci fa ben sperare per un futuro roseo dello Slalom italiano. E cosa dire del ritorno del PWA in Italia?!? Roberto Raffa e il suo staff lo hanno reso possibile e hanno tutte le intenzioni di rendere questa tappa un appuntamento fisso del PWA. Certamente ci sono state delle difficoltà, comunque superate, e si potranno migliorare nelle prossime edizioni, ma ricordiamoci che questo era solo l’inizio di quello che speriamo possa diventare un appuntamento su cui si possa contare. E come al solito chi non fa nulla è difficile che possa sbagliare. Quindi complimenti a tutti i ragazzi del PWA di Reggio Calabria. Recentemente è arrivata in redazione un’importante notizia, il glorioso WindFestival di Imperia tornerà il prossimo ottobre, ma questa volta a Diano Marina (IM). L’amico Valter Scotto sta organizzando l’evento e vi terremo aggiornati. Funboard è molto legato a questo evento che ha rappresentato l’affermazione di questa testata, vi terremo quindi molto aggiornati sull’argomento. La stagione è partita alla grande e Funboard continuerà come sempre a tenervi aggiornati su questo nostro meraviglioso mondo, e correte in acqua a divertirvi, magari facendo buon uso dei tanti consigli che troverete nelle prossime pagine!

SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

Rock your summer!

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ISSN 1124-0261 registrazione Tribunale di Milano n.5 del 14.01.1995 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234

Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite), Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle), 6:00AM (skateboard), SupTime (stand up paddle).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.


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Sommario

RIDER Mark Angulo | LOCATION Hookipa, Maui | FOTO Jimmie Hepp

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58 MARK ANGULO TOUGH PEOPLE DI Fabio Calò Esclusivo! Una delle leggende del nostro sport, Mark Angulo, si raccontata in un’intervista imperdibile per i lettori di Funboard! E a pag.32 suo fratello Josh Angulo per la prima volta al Lago di Garda.

36 PWA REGGIO CALABRIA DI F. Prati, M. Brunetti Finalmente dopo anni di latitanza un evento del PWA torna in Italia, i nostri corrispondenti ci raccontano come è andata questa prima prova del tour mondiale di Slalom.

44 UN NUOVO INIZIO DI Dieter Van Der Eyken Un giovane freetyler belga che sta scalando le classifiche mondiali ha trascorso un periodo negli spot del Western Australia scoprendo la bellezza del waveriding.

52 JUMP SPECIAL DI Robby Swift Hi Jump e le diverse variazioni del forward sono gli ingredienti di questa prima puntata per imparare a saltare come si deve, il team JP ci fa vedere come si fa.

68 HONOLULU SUMMER CAMP DI F. LaCroce, R. Vitale I ragazzi della family 99 ci portano all’interno del loro esclusivo photoshoting in uno degli spot più belli al mondo seguiti dal sapiente obiettivo di Darrell Wong.

76 LOS ROQUES TRIP DI Diony Guadagnino A volte le condizioni perfette le possiamo trovare anche a poca distanza dal nostro home spot, basta avere un po’ di pazienza e sapersi organizzare, Diony ci presenta le onde di Los Roques.

28 ONDE E CURVE Valentina Crugnola ci fa conoscere le Wave Girl: Maria, Nayra, Neike e Bene.

84 FAQ La sezione di Funboard dedicata a chi vuole surfare meglio e divertirsi di più. In questo numero: • Crash! Cadendo si impara, ma nel modo giusto. • Taka. • Crash of the month by Zico.

92 SPOT GUIDE Venezuela 2012 Alcuni giovani freestyler italiani ci raccontano la loro vacanza nel regno del freestyle, El Yaque.



Ecstasy, cibo per la mente! 10


RIDER Levi Siver | LOCATION Hookipa, Maui | FOTO John Carter 11




Fast news 14

WIND'S BAR CUP VIDEO Torna a gran richiesta il DVD di Funboard. Sul prossimo numero di giugno troverete in allegato un fantastico DVD con tanti nuovi ed esclusivi video. Vi proporremo anche il video integrale della divertentissima Wind's Bar Cup, slalom down wind che si è svolto la scorsa estate sul Lago di Garda, organizzato da Marco Cattoi, proprietario del Wind's Bar di Torbole, in collaborazione con il CST. Tanta azione in acqua ma non solo, party scatenati al suon di musica rock e con il nuovo Wind's Bar Energy Drink a sostenere gli atleti e il pubblico presente, il tutto ripreso con la professionalità e qualità del team di Promovideo. Un DVD by Funboard da non perdere. Rock your summer!!!

LʼXRAY TALENT FACTORY 2012 RIPARTE DA TALAMONE: APERTA LA CACCIA AI CAMPIONI DEL DOMANI Caccia ai talenti del futuro. Raimondo Gasperini e il suo XRay Team sono pronti per una nuova edizione dell’ormai consacrato XRay Talent Factory, lo stage di freestyle dedicato ai giovani campioni di domani. Quattro giorni di full immersion, dal 26 al 29 giugno da mattina a sera, seguiti da tre giorni di contest per una settimana imperdibile. L’edizione 2012 avrà però una grandissima novità: lo spot. Da quest’anno infatti il mitico tendone Red Bull avrà sede di fronte al Residence il Poderino proprio sulla riva del golfo di Talamone, uno dei luoghi migliori per la pratica del freestyle, soprattutto per chi muove i primi passi della disciplina più acrobatica del windsurf. Acqua piatta, anzi piattissima, fondale basso, vento termico. Sono queste le garanzie di uno spot creato quasi apposta per la crescita del windsurf in Italia. Giunto ormai al suo sesto anno, nella sua storia l’XRay Talent Factory ha lanciato tra gli altri rider del calibro di Gabriele Varrucciu, campione italiano 2010 e adesso uno degli istruttori di punta, Francesco Cappuzzo, campione italiano grommets 2010 nonché vice campione italiano wave categoria assoluti (all’età di 14 anni!), Alvin Panzera, campione italiano categoria super Grommets 2010, e tanti altri protagonisti dei litorali di tutta Italia. Insieme a Raimondo Gasperini e al già citato Gabriele Varrucciu, confermato tra gli istruttori anche Marco Vinante, vicecampione italiano nel 2011. Un gruppo di lavoro di alto livello per una manifestazione che di anno in anno dimostra di non adagiarsi sulle proprie conquiste e sui risultati raggiunti. La volontà di creare un gruppo forte che possa affermarsi tra i big del nostro paese e anche fuori i confini, sta diventando il vero obiettivo della carriera di Ray, trascinatore tra i giovani di una passione mai spenta. Proprio per incrementare ancor di più lo sviluppo e le motivazione dei rider italiani, al termine dello stage i ragazzi potranno cimentarsi in un contest “amatoriale” contro avversari provenienti da tutta Italia, purché non professionisti. Per questi ultimi sarà dedicata una supersession che si annuncia spettacolare. Non solo freestyle però, e soprattutto non solo maschietti protagonisti. Il successo di presenze dell’XRay Girls dello scorso anno, confermato dal seguito avuto durante tutta la stagione seguente, ha convinto gli organizzatori a replicare anche per il 2012. Con loro sarà possibile muovere i primi passi con lezioni di “basic windsurf”. E se dovesse mancare il vento? Nessun problema. Grazie al contributo della Red Bull a disposizione dei ragazzi ci sarà il mitico Grinch, pronto a lanciare gli stagisti a tutta velocità verso move radicali. Per le iscrizioni, i dettagli e tutte le info basta cliccare sul sito internet personale di Raimondo Gasperini (www.raimondogasperini.com) o aggiungersi nella pagina Facebook “XRay Talent Factory 2012”.


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RIP CURL STORE DI TORBOLE TESTO DI Giorgia Zamboni Tra musica live, immagini di scatenati surfer che cavalcano onde impossibili e colori che richiamano la festa dell'estate è stato inaugurato sabato 21 aprile nella mecca del windsurf europeo, a Torbole sul Garda, il primo Rip Curl Store italiano! Uno Store, aperto già dal 24 marzo scorso, gestito da Shaka, famoso Surf Shop di Torbole, che propone il meglio del marchio Rip Curl, pioniere nel surf e proiettato nel contempo a divenire leader nel mercato core della disciplina, in continua evoluzione, e a conquistare un buon posizionamento nel mountainwear legato allo snowboard. Rip Curl, fondato nel 1969, è uno dei marchi più autentici e innovativi del mercato surf, da spingere verso nuovi traguardi. Come quello di Torbole, centro windsurf e vela di fama mondiale, che con i suoi atleti (ci saranno delle grandi novitá per delle new entry Team sia per il Surf che per il Windsurf) rappresenta un ottimo punto di partenza per allargare i propri orizzonti. Una sfida nell'offerta boardshort, dove Rip Curl è leader nel segmento dei prodotti 4 way strech, che punta sulla selezione dei negozi più core, storici e specializzati al fine di trainare surf e snowboard grazie agli investimenti sull'evoluzione dei materiali. Uno sguardo al futuro e ad abbracciare le esigenze diversificate dell'appassionato di action sport. Non senza strizzare l'occhio all'ecologia. Il 15% della collezione Rip Curl è infatti ecofriendly. Vengono adottati eco-cotoni nelle t-shirt e materiali riciclati e neoprene riciclato nelle ciabatte. Inoltre il marchio ha creato la fondazione “Save the planet”, che dona parte del ricavato dalle vendite di articoli eco-friendly a iniziative ecologiche, ed è presente alle Giornate Oceaniche create dalla Surfrider Foundation. © fotofiore/canon

ISOLA DʼELBA: CHIESSI 2012 CAMPIONATO NAZIONALE FORMULA WINDSURFING, EUROPEAN CUP E TROFEO DAVIDE BEVERINO Dal 13 al 16 giugno nelle bellissime e ventose acque di Chiessi, all’isola d’Elba, si svolgerà il Campionato Nazionale Formula Windsurfing, Memorial Davide Beverino. Quest’anno la manifestazione avrà un particolare rilievo, in quanto sarà valevole come tappa dell’European Cup FW e vedrà la partecipazione di numerosi atleti stranieri.

Grazie ai suoi venti termici di media intensità Chiessi ospita, da oltre 15 anni, regate Formula e Slalom di tutti i livelli, dalla Coppa Italia al Campionato Italiano. Indimenticabile l’edizione del 2004, con una settantina di regatanti. L’evento sarà l’occasione per commemorare Davide Beverino, che amava molto questo spot e ogni anno veniva qui per allenarsi e gareggiare. Il suo ricordo rimane forte e indelebile nei cuori di tutti gli appassionati. Per info e iscrizioni: Cesare Cortesi (AICW), mob. 335 8041388, c.cortesi.elba@gmail.com


Fast news 16

TIKI PRO SCHOOL TESTO DI Joe Santoro FOTO DI Marco Ranieri TIKI Pro School nasce dall’esigenza di creare, in una città di mare come Bari, in forte crescita turistica, un centro surf altamente qualificato, con attrezzature e staff professionali a livello dei migliori spot europei. Il capoluogo pugliese, infatti, vanta una delle spiagge pubbliche “attrezzate” più grandi di Europa, con una capacità ricettiva di circa 30mila bagnanti: Torre Quetta. Ed è proprio su questa spiaggia che Beppe Caldarulo, presidente dell’ASD Big Air, che da oltre 10 anni si impegna a diffondere e promuovere tutti gli sport da scivolamento sull’acqua, ha riunito un team vincente di atleti e istruttori per fondare a Bari un punto di riferimento per l’apprendimento e la pratica di Windsurf, Kite e Sup. © Marco Ranieri

L’obiettivo della scuola è la promozione degli sport acquatici da scivolamento a 360 gradi. Ai corsi di Windsurf, Kite e Sup, tenuti da istruttori brevettati (FIV, VDWS, IKO, CSEN), si aggiungono numerosi eventi di natura culturale e sociale, tutti aventi come comune denominatore lo sport: mostre fotografiche di giovani artisti pugliesi, serate Hawaii, feste a tema, giornate di educazione ambientale ma anche momenti di divulgazione degli sport da scivolamento attraverso il coinvolgimento di tutti i fruitori della spiaggia. Tiki Pro School è anche fortemente impegnata nel sociale: così come nel 2011, anche nelle prossima stagione 2012 il Tiki Team si occuperà dei minori a rischio della V° circoscrizione. Corsi gratuiti verranno organizzati per i bambini fino a 12 anni, al fine di coinvolgerli e sensibilizzarli ad argomenti come salvaguardia e tutela dell’ambiente, conoscenza del mare e naturalmente avviamento allo sport. Nel 2011 Tiki Pro School ha svolto più di 500 ore di corsi tra Sup e Windsurf, avviando allo sport gente dai 6 ai 60 anni! Per quanto riguarda il Windsurf, ovviamente ci saranno corsi di primo e secondo livello, stage di perfezionamento con atleti internazionali e regate sia amatoriali che agonistiche. Il centro surf disporrà di tutta la gamma tavole 2012 Starboard Windsurf e Sup con più di 50 tavole per la scuola e il noleggio, dallo Start per i principianti ai Quad WoodCarbon per i waver incalliti, passando per oltre 10 modelli di stand up paddle per tutte le esigenze; le vele a disposizione saranno Simmer e Severne, con accessori Amex e PatLove. Tiki Pro School, scuola e noleggio Windsurf, Sup, Kite, è a Bari, spiaggia Torre Quetta, lungomare Imperatore Traiano.


3° STINTINO CONTEST 2012 - I TAPPA DEL CAMPIONATO SARDO DI SLALOM Nel week end di Pasqua si è svolta la terza edizione dello Stintino Contest, manifestazione di windsurf, kitesurf e SUP che ha come caratteristica principale, il privilegio di godere di uno scenario di rara bellezza, visto che si tratta della spiaggia della Pelosa di Stintino, già Patrimonio dell'UNESCO. Quest'anno, dopo un evidentemente proficuo lavoro organizzativo, grazie agli sforzi congiunti della MEC3 Pubblicitas, organizzatrice dell'evento, e del Presidente AICW Carlo Cottafavi, col patrocinio dello Yachting Club di Alghero, la manifestazione è stata inserita nel circuito ufficiale della Classe Windsurf. La III zona FIV ha così considerato l'evento di Stintino come prima tappa del Campionato Sardo di Slalom 2012. Lo Stintino Contest aveva già raccolto numerosi consensi negli anni passati, grazie a una valida attività organizzativa e soprattutto grazie alle potenzialità dello spot che non lascia mai delusi i windsurfisti sia in termini di bellezza che in termini di vento. Attirati dalla prospettiva di un titolo di "Campione", tra gli iscritti alla gara, anche dei "big" del nostro sport come Girgio Giorgi, Campione Overall 2011 e Andrea Rosati Campione Wave 2011, ma anche il giovane Michele Cittadini di appena 16 anni, già vice Campione Europeo 2011 della classe Techno 293. Già nella prima giornata, quella di sabato 7, il vento ha regalato condizioni di favorevoli, con una media di 20 nodi da WSW, che hanno consentito il piazzamento di un campo di regata down wind con tre boe da strambare. Nel primo pomeriggio quindi, il via alla competizione con quattro prove completate, che hanno visto a fine giornata il primo posto provvisorio di Andrea Rosati, seguito da Giorgio Giorgi e il cagliaritano Maurizio Farigu. Particolarmente apprezzato il campo di regata, sia per la bellezza dello scenario, che vedeva acque turchesi e l'isola dell'Asinara sullo sfondo, sia perchè adeguatamente piazzato dal giudice di regata Stefano Pisciottu, che al termine della manifestazione, ha ricevuto i complimenti di tutti gli atleti per la professionalità, la competenza e la capacità di leggere le condizioni del vento. La giornata di domenica ha regalato un Ponente a dir poco "esagerato" con punte di 50 nodi nella zona di regata, ma con picchi anche più alti nel canale tra la spiaggia della Pelosa e l'Isola Piana (rilevati oltre 60 Stefano Lorioli

nodi). Tali condizioni hanno imposto uno stop alla competizione di slalom, in considerazione degli alti rischi per i regatanti, con spazio a una suggestiva "super session" di freestyle che ha visto Stefano Lorioli protagonista di quella che è stata considerata dal comitato organizzatore come la manovra più spettacolare, tra tutte quelle proposte dai windsurfisti che si sono cimentati nella dimostrazione. Dopo lo stop per la giornata di Pasqua, saggiamente disposto dal giudice di regata, il lunedì di Pasquetta ha consentito di riprendere la competizione slalom, complice un vento tra i 15 e i 18 nodi, con una direzione analoga a quello della prima giornata. Nel pomeriggio sono state portate a termine tre batterie, che hanno consentito a Maurizio Farigu di balzare da terzo incomodo al vertice della classifica finale, il quale ha saputo approfittare dell'assenza di Rosati nell'ultimo giorno di gara e di una non perfetta condizione atletica di Giorgio Giorgi, alle prese evidentemente con una preparazione da perfezionare per poter affrontare da protagonista il seguito della stagione. La premiazione si è svolta alla presenza della famiglia di Luigi Secchi, windsurfista algherese scomparso a gennaio scorso e a cui la manifestazione è stata dedicata, col titolo di "Memorial Cicallero"; è stato il figlio Federico a consegnare i premi tra cui anche il "Trofeo Brigata SASSARI" conquistato da Maurizio Farigu in qualità di vincitore della tappa. Riguardo alla manifestazione si può sicuramente affermare che ha confermato quanto di buono si era visto già nelle precedenti edizioni, con un'organizzazione che ha garantito in ogni momento dei tre giorni di manifestazione, una assistenza "full" a tutti gli iscritti e con una consistente presenza di pubblico soprattutto nella giornata finale. Tanti infatti, i presenti in spiaggia che attratti da un bel sole e da uno scenario mozzafiato hanno potuto assistere a gare di windsurf di un buon livello e a una divertente e partecipata staffetta di SUP, svoltasi nella mattinata dell'ultimo giorno di manifestazione. L'appuntamento col Campionato Sardo di Slalom 2012 è ai primi di giugno con la seconda tappa che si svolgerà a Torregrande di Oristano e che sarà anche seconda tappa dell'Italian Slalom Tour 2012; con la Mec3 Sport invece, l’appuntamento è al 5-6-7 ottobre con la seconda edizione del SWK SURF ALGHERO e c’è da star sicuri che se ne vedranno delle belle anche in quest’occasione. Stay tuned su www.mec3sport.it.


Fast news 18

SPORTACTION, IL “NUOVO” CENTRO SUL LAGO DʼISEO Riparte dopo la pausa invernale, Sportaction, l’unica scuola di windsurf e vela nella zona più ventosa del lago d’Iseo. La nuova stagione si apre con tante novità: dopo il restyling, il centro è ora dotato di un parcheggio interno di 35 posti macchina, prato solarium, zona relax nel giardino degli ulivi, connessione gratuita Wi-Fi, lounge social bar, scivolo per entrare in acqua, area per armare e trimmare le vele, bagni, spogliatoi con vista lago, sala corsi e club house invernale. Lo staff di Sportaction è pronto ad accogliere neofiti ed esperti windsurfisti, velisti e appassionati di SUP (stand up paddle); competenza e professionalità degli istruttori, attrezzatura RRD all’avanguardia, cordialità e disponibilità, garantiranno il successo e la riuscita del vostro apprendimento, in un ambiente sportivo, dinamico e divertente. Per info: SPORTACTION PROFESSIONAL SURF & SAIL CENTER - Località Grè 24060 Solto Collina (Bg) - tel. 3409843097 - www.sportaction.it - info@sportaction.it

INIZIA LA STAGIONE AL VASCO RENNA PROFESSIONAL SURF CENTER DI TORBOLE Dal 25 aprile riparte la stagione 2012 al Vasco Renna Professional Surf Center di Torbole. La scuola si trova nel centro di Torbole all’interno di un bellissimo parco secolare. Nel Centro surf di Vasco vi aspettano tutti i confort per le vostre uscite in windsurf: bagni e spogliatoi per uomini e donne, gabbie per rimessaggio mute, sala video, tavole Fanatic e vele Gaastra 2012 montate e pronte all’uso proprio in riva al lago e uno spazio relax per i momenti dopo surf. Oltre a tutto questo, come sempre, la professionalità trentennale dei servizi offerti dal Vasco Renna surf Center. Per info: VASCO RENNA - PROFESSIONAL SURF CENTER Parco Pavese - 38069 Torbole sul Garda (TN) - Tel. 0464/505993 - Fax 0464/506254 www.vascorenna.com - e-mail: info@vascorenna.com

© Bartosz Osuch


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SURFSEGNANA - MEETING BOARDS&MORE A NAVENE

PROLIMIT WINTER 2012/2013

Navene si trova sulla sponda veronese dell’Alto Garda ed è uno spot ideale per i famosi venti termici del Lago, il Peler del mattino e l’Ora del pomeriggio. In questo spot, unico nel suo genere, è possibile praticare windsurf e kite sia al mattino che al pomeriggio grazie al rinforzo del vento proprio in prossimità della spiaggia di Navene. Sia il vento da Nord che quello da Sud soffiano con una direzione parallela alla spiaggia e lo specchio d’acqua antistante rimane quasi sempre piatto, rendendo ideale la pratica dello slalom e del freestyle. Dal 16 al 24 giugno 2012, il KiteSegnana, in collaborazione con il Kite Club Malcesine, ha organizzato l’annuale meeting per i distributori di Boards&More, dove saranno presentate le novità 2013 di Fanatic, North Sails, North Kiteboarding e ION. Sfruttando le caratteristiche dello spot di Navene sarà quindi possibile testare anche direttamente in acqua le nuove attrezzature windsurf, kite e anche SUP. Grazie al supporto del Kite Club Malcesine, gli ospiti del meeting Boards&More, potranno sfruttare le confortevoli strutture dello spot, come la spiaggia e il tunnel che porta direttamente all’ingresso in acqua. Un’altra grande iniziativa del KiteSegnana per rilanciare l’affascinante spot di Navene. www.kitesegnana.it APPARTAMENTI A TORBOLE BY SURFSEGNANA: La stagione 2012 al Garda è finalmente iniziata con l’arrivo delle prime giornate calde. Il SurfSegnana vi aspetta per farvi vivere l’emozione della vacanza attiva. Inoltre vi ricorda le speciali offerte “tutto compreso”, telefona alla segreteria del SurfSegnana per prenotare la tua vacanza, lo staff troverà insieme a te una soluzione alle tue esigenze nell’hotel, residence o camping che preferisci. Soluzioni personalizzate anche per permanenze più lunghe o più brevi delle formule proposte. Sono inoltre disponibili diversi appartamenti dove potrai ritrovare la quotidianità insieme alla tua famiglia nelle migliori zone residenziali di Torbole come il nuovissimo polo abitativo e non solo “Terme Resort”, a due passi dal lago e vicinissimo al centro principale del SurfSegnana. La segreteria è sempre a vostra disposizione, per qualsiasi informazione e preventivi su misura: tel. 0464.505963; fax 0464.505498; e-mail info@surfsegnana.it; web www.surfsegnana.it

Cosa ci fa il vostro caporedattore sul catalogo ProLimit winter 2013? Dal 2012 sono entrato ufficialmente a far parte del team internazionale di ProLimit che mi fornisce mute, trapezi e accessori vari. ProLimit organizza da qualche anno il photoshoting ufficiale in Sudafrica negli spot intorno a Cape Town, quest’anno mi trovavo in zona proprio in quei giorni e il responsabile marketing del brand mi ha chiesto se avessi voluto unirmi a loro, ed eccomi sul catalogo per le mute del prossimo inverno 2013. Ho avuto modo quindi di provare in anteprima qualche nuovo modello come la muta Hydrogen 5/3, con interessanti nuovi dettagli tecnici e un ulteriore miglioramento della vestibilità e del confort, e il nuovo trapezio Fusion. Per info: www.prolimit.com. Distribuito da: Ocean Avenue - info@oceanavenue.it


People 20

RECENTEMENTE ABBIAMO VISTO IL FORTE WAVE RIDER FRANCESE YANNICK ANTON NAVIGARE CON DELLE PARTICOLARI VELE, CHE CERTAMENTE NON PASSANO INOSSERVATE. YANNICK DURANTE L’EDIZIONE 2012 DEL FUERTEVENTURA WAVE CLASSIC, DI CUI VI ABBIAMO GIÀ PARLATO NEL NUMERO PRECEDENTE (PAG. 16-18), HA USATO PER LA PRIMA VOLTA IN GARA LE WINGSSAILS, VELE ITALIANE CREATE DAL SAIL DESIGNER DI TREVISO, STEFANO BASSO. APPROFONDIAMO MEGLIO L’ARGOMENTO IN QUESTA INTERVISTA. Ciao Yannick! Bentornato sulle pagine di Funboard! Parlaci un po’ di te e della tua carriera come wave rider? Ciao Fabio! Grazie! Surfare le onde è un’esperienza dalle sensazioni uniche, che in pochi altri sport si riescono a provare. Sono nato nel Sud della Francia a Nizza, quindi ho iniziato a fare windsurf in un posto vicino del mare, ma non molto indicato per le onde. Con la passione e la voglia di fare salti sempre piú alti ho iniziato a lavorare per pagarmi i primi viaggi. Poi fortunatamente poiché c’erano pochi giovani nel windsurf, alcuni sponsor si sono interessati a me dandomi la possibilità di seguire per qualche anno le competizioni. Per allenarmi sono andato spesso in Sudafrica e alle Hawaii dove ho conosciuto molti grandi waverider da cui ho potuto imparare molto e fare molta esperienza tra le onde. Ho avuto anche la fortuna di fare dei viaggi con Gilles Calvet, fotografo di windsurf specializzato nei surf trip più radicali, ora è un amico ed è uno dei waterman più forti di Fuerteventura. In quei anni ho anche potuto lavorare sul materiale. Ho imparato molte cose sugli shape delle tavole con vari shaper: Fabrice Whilhem, Fabien Vollenweider, Marco Copello, Pierre Bracar. Provando tavole di altri rider per migliorare i miei custom. Ho anche avuto la fortuna di navigare con vele custom e sviluppare prototipi con Fabien Pendle per Space Dog Sails. Dopo qualche problema fisico ho poi deciso di trasferirmi in un posto dove potevo surfare ogni giorni delle onde perfette con il windsurf e il surf, e allo stesso tempo sviluppare nuovi progetti grazie alla mia esperienza e di non essere troppo lontano Yannick in azione al FWC 12. © Eric Bellande

dalla mia famiglia in Francia, ho quindi scelto Fuerteventura. Ora sono quasi quattro anni che vivo qui e continuo a progredire nella surfata tra le grandi onde, ogni giorno mi sento sempre più sicuro. Il mio lavoro qui a Fuerte è di condividere la mia esperienza del windsurf, con corsi e collaboro allo sviluppo dello sport in un gruppo nel nord dell’isola: www.sailsenseschool.com , www.sailsense-project.com, contattatemi anche via Facebook “Yannick Anton”. Come è andata la FWC 2012? Questo anno la FWC à stata un po’ breve per me. Sono arrivato con delle buone tavole di Sailboards Tarifa e con le vele ricevute giusto qualche giorno prima da Wings Sails. Abbiamo fatto una free session e il giorno dopo la competizione... Una heat sola, durante la quale ho avuto qualche buona onde peró alla fine in un Aerial il mio piede posteriore è scivolato dalla strap e mi sono tagliato la pianta del piede con la pinna. Quindi competitizione finita per me. Dopodichè non abbiamo avuto più condizioni per gareggiare, quindi abbaimo solamente fatto altre due super session e io mi sono divertito a fare qualche video e interviste ai rider presenti. Abbiamo visto che sei entrato nel team di WingsSails una veleria custom italiana capeggiata dal sail designer Stefano Basso, raccontaci come è nata la collaborazione? Conoscevi gia Stefano? Ho conosciuto Stefano grazie a “Mr Facebook”. Ho scoperto Stefano e il suo lavoro sulle vele alla fine dell’anno scorso. Da sempre sono attratto dal lavoro del disegno delle vele. Navigare con delle vela fatte a misura è comparabile all’utilizzo delle tavole custom, e collaborare a stretto contatto con uno specialista è davvero ottimo. Ho visto le vele di Stefano e devo ammettere che sono proprio belle, mi davano l’impressione di essere molto leggere e manovrabili. L’ho contattato quindi per vedere se era interessato a collaborare con me per sviluppare delle vele per il waveriding sulle grandi onde ed è stato subito molto positivo e motivato. È un piacere avere il supporto di uno come Stefano con la sua grinta e determinazione. Abbiamo un ottimo feeling! Sappiamo che le vele ti sono arrivate all’ultimo minuto… La tua prima impressione quando le hai viste, e la prima volta che le hai provate, quanti giorni mancavano alla FWC? Ho ricevuto due vele, la 4.4 e la 4.7 due giorni prima della gara, le ho osservate a lungo perché sono speciali, con un design un po’ futurista. Ho provare la 4.4 il giorno prima della gara. Super leggera, l’ho potuta manovrare facilmente fin dall’inizio e appena uscito dall’acqua ho mandato un messaggio a Stefano per dirgli di quanto ne ero soddisfatto. Quindi hai scelto di usarle durante la competizione nonostante un solo giorno di prova!? Che condizioni avete trovato alla FWC? Quest’anno non abbiamo avuto onde molto grandi, solo a Majanino abbiamo avuto delle “logo high”. Dopo il test del giorno precedente ho usato in gara la 4.7 con molta fiducia e l’ho trovata addirittura migliore. Quando uso la 4.7 so già più o meno cosa


INTERVISTA DI Fabio Calò | FOTO DI EricBellande/FWC 21 aspettarmi in termini di potenza, e il vento in quel momento era molto leggero e la vela mi dava più potenza di quello che mi aspettavo, quindi in futuro potrò usare la 4.7 e uscire con ancora meno vento. La vela ha uno spettro di regolazione molto ampio, a seconda di quanta tensione si da sotto (al caricabasso) si può avere la giusta potenza per vento leggero, mentre dando più tensione la vela apre tanto, come una vela slalom! E questo la rende adatta alle uscite con vento forte, avendo un range d’azione enorme. Il primo giorno, come abitualmente faccio, ho messo l’adesivo dello sponsor sopra la prima stecca. Questa però nella vela era molto più alta e quindi avevo l’adesivo davanti agli occhi che mi copriva la visuale delle onde. Per fortuna che ero solo in una free session! Abbiamo visto dai video delle edizioni precedenti della FWC che ti piace uscire sulle grandi onde anche con vento leggerissimo! Questa è una tua specialità? Pensi che le WingsSails ti potranno aiutare in questo? Si mi pace molto uscire con il vento leggero perché le onde sono più lisce. A Fuerteventura quando il vento è leggero le onde possono essere molto grandi e tubare, e sono perfettamente glassy, per me è un piacere sentire il rail della tavola che taglia l’onda come un coltello caldo nel burro. Già dal design delle WingsSails si vede che sono vele potenti e rapide, e con la 4.7 posso uscire con vento leggerissimo! Parlaci delle vele, sappiamo che sono molto compatte, e che tu eri abituato a usare classiche vele wave a 5 stecche, come ti sei trovato con le WingsSails Super Compact W-FIGHTER? Ho iniziato con la 4.4 e ho capito subito quanto poteva essere potente il profilo, puoi paragonarla a vele con 0.2 o 0.3 mq in più se vengono trimmate con poca tensione sotto. Questo per me è molto importante perché anziché avere una 5.0 e una 4.7 ora posso usare una 4.4 e una 4.7, ottenendo fin da subito una migliore manovrabilità. Il concetto del profilo è molto buono, con il boma così corto e la stecca lunga, le 2 vele 4.7 e 4.4 hanno un range enorme, a seconda di come vengono armate posso essere usate come

se fossero una 5 e una 4.7 se il vento è leggero, oppure come una 4.7 e una 4.4 con vento più forte come se fossero vele più piccole, questo grazie ad una dinamica di svergolamento da vela slalom; se la vela viene cazzata molto sotto la balumina apre molto consentendo un range enorme, il tutto con una grande manovrabilità, considera che il secondo giorno di gara il vento era sostenuto, io che sono un peso leggero sono uscito con la WingsSails 4.4 grazie proprio alla possibilità di far aprire tanto la balumina se necessario. Inoltre il concetto del boma corto unito con la prima stecca molto lunga permette di avere grande manovrabilità da un lato (grazie al boma super corto) ma allo stesso tempo la giusta potenza quando serve grazie alla crossbatten lunga. Dalle misure si capisce che sono vele veramente super compatte, una 4.4 con boma di 148cm è incredibile se si pensa a quanta potenza possa dare! Le misure sono: 4.4: luff 370 (mast 370 + 0 prolunga), boom 148 4.7: luff 388, boom 158 Già questo modello è molto performante, dobbiamo ora lavorare per migliorare la vela soprattutto per un utilizzo nel waveriding, e per quello che mi riguarda il progetto della vela è già molto avanzato. Le onde di Fuerteventura hanno potuto assaggiare la resistenza delle WingsSails? Si vede dai tanti dettagli che le vele sono proprio fatte bene, curate nei minimi particolari, con i rinforzi che dagli angoli entrano nel corpo della vela grazie alla FULL KEVLAR STRUCTURE dando un aspetto veramente tecnico alla vela. Sono già caduto su onde di 4 o 5 metri e penso che queste vele non si romperanno tanto facilmente. Bene! Grazie Yannick e in bocca al lupo per la tua nuova avventura con WingsSails! Wingssails.altervista.org




Toys 24

Size 3.4 3.7 4.0 4.3 4.5 4.7 5.0 5.3 5.5 5.7 6.0

Luff 345 356 369 378 388 396 408 414 417 420 428

Boom 136 143 150 154 159 164 169 173 176 179 185

Ideal Mast 340 340 340 370 370 370 400 400 400 400 400

# Battens 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5

Weight Kg 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9 3.0 3.2 3.3

LE MIE IMPRESSIONI by FEDE LACROCE La Firelight è la nuova creatura uscita dalla veleria hawaiana Hot Sails Maui. L’ho usata la prima volta durante il breve viaggio a Oahu per il 99 Honolulu Summer Camp (leggi a pag.68). Ho avuto la possibilità di testare la 5.5 in condizioni wave di vento leggero. Ciò che mi ha impressionato di più è come la 5.5 (è da anni che non uso una vela più grande della 5.3 e, a dir la verità, non amo montarla, preferisco uscire con la 5.0) fosse più leggera e maneggevole della mia amata 5.0, sembrava di avere in mano una

Il Lago di Garda è il vostro spot abituale e non volete rischiare di pagare la salata multa di 170 euro per non aver indossato il giubbino di salvataggio? Neil Pryde ha pensato anche a voi proponendo l’esclusivo Garda Vest, espressamente dedicato ai surfisti del Lago di Garda. Le sue dimensioni ridotte non danno fastidio nei movimenti e il trapezio, sia alto che basso, può essere indossato comodamente e sarete al sicuro anche da eventuali controlli in acqua dei carabinieri in quanto il Garda Vest anche se non omologato è un aiuto al galleggiamento. È il salvagente meno ingombrante dell’intera linea di Neil Pryde e grazie al suo spessore ridotto non impedisce nessun movimento, ideale quindi anche per i freestyler accaniti del Lago. Se non avete esigenze “gardesane” Neil Pryde propone inoltre il classico ma sempre attuale High Hook, giubbotto salvataggio regolabile, con buco per il gancio del trapezio. Ideale anche per il trapezio a fascia. Grazie alla cerniera e alle regolazioni laterali si riesce a stringere bene evitando la fastidiosa risalita del giubbino. Molto compatto l High Hook è anche omologato e dispone inoltre di una comoda sacchetta dove riporre la chiave della macchina e una scotta di sicurezza. Disponibile nei colori rosso/grigio/nero o nero/grigio.

Qual è l’incubo di tutti noi quando dobbiamo prendere un aereo e portarci dietro la nostra attrezzatura? L’extra-baggage e le sempre più rigide restrizioni delle compagnie aeree! Ormai le nostre vecchie sacche triple, oppure quelle doppie con tanto di rotelle sono divenute inutilizzabili a causa del loro peso… da vuote! Una sacca che da sola pesa 10-12 kg senza ancora aver messo il materiale dentro non è più utilizzabile per il trasporto aereo. ProLimit è venuta incontro a queste esigenze proponendo la sacca Global Inflatable, doppia o singola. Ho utilizzato per il mio recente viaggio in Sudafrica la versione doppia mettendoci dentro due tavole e qualche vela (per il resto dell’attrezzatura ho utilizzato una semplice sailbag). La Global Inflatable è una sacca molto leggera e priva di strati di protezione, che ne fanno aumentare il peso. Al suo interno però c’è un bladder, camera d’aria gonfiabile, tipo quella dei kite, gonfiandolo si verrà a creare una protezione fondamentale su tutto il bordo della sacca che proteggerà a dovere il vostro prezioso carico. In questo modo la sacca avrà un peso ridotto e potrete sfruttare i kg risparmiati per portarvi qualche cosa in più che vi serve.

Federico LaCroce al Mini Capo.

4.7! Usare una vela così grande in quelle condizioni mi ha permesso di essere più veloce e potente nella surfata senza alcuno sforzo aggiuntivo nelle braccia. Recentemente, invece, ho testato la 4.5 in condizioni di vento forte e rafficato, la sua leggerezza mi ha permesso di gestire la sovrainvelatura con estrema facilità, permettendomi di scaricare la potenza durante la surfata. Nel complesso sono davvero entusiasta, in assoluto una delle migliori vele che abbia mai usato e senz’ombra di dubbio la più leggera sul mercato, provare per credere! Distribuito da: Ocean Avenue - info@oceanavenue.it

HIGH HOOK

GARDA VEST

È da segnalare inoltre che in caso di rottura il bladder è facilmente riparabile. Molto comodo è anche il rimessaggio della sacca quando non utilizzata, occupa lo spazio di una normale sacca singola salvando spazio nei vostri garage e cantine. 100% approved! Per info: www.prolimit.com. Distribuito da: Ocean Avenue - info@oceanavenue.it


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Dopo aver presentato i nuovi TwinTip LTD V2 90 e 100 in anteprima mondiale al Circolo Surf Torbole in occasione dell’ultima One Hour, e dopo aver riscosso grande consenso fra freestyler e tester dei siti e delle riviste più quotate a livello internazionale, a grande richiesta la factory Grossetana RRD espande la gamma dei suoi giocattoli per i freestyler, aggiungendo il 110 alla collezione. L’uscita sembra ben mirata, dal momento che la tavola sarà disponibile all’inizio della estate, quanto le nostre coste saranno caratterizzate dai consueti regimi di brezza estiva, e quando pertanto potrà rivelarsi decisivo poter disporre di un giocattolo capace di accelerazioni brucianti ed estrema vivacità in acqua associati ad un controllo che sta diventando proverbiale fra i cultori della disciplina. Come le atre tavole della gamma TwinTip LTD V2, anche questo shape è caratterizzato da una outline accorciata per dare miglior pop alle tavole, con una carena che presenta un design piatto con V per rendere più efficace l’entrata in planata e lo scivolamento della tavola sull’acqua. Bordi e distribuzione dei volumi è in linea col 90 e 100, con una parte posteriore un po’ più voluminosa che permette di avere maggior accelerazione e spunto per le nuove doppie manovre, ma garantisce comunque un buon appoggio anche per le manovre classiche come Spock e Vulcan. In coperta confermata la nuova configurazione con doppio rail che permette di avere una zona di piatto attorno al piede d’albero e nella parte centrale della tavola, fondamentale per dare equilibrio e rendere la tavola più maneggevole, mentre i profondi scavi nella zona delle strap permettono di avere un controllo perfetto della tavola anche in presenza di chop formato. Altra novità importante è rappresentata dalla costruzione Custom Made con coperta laminata a mano in Carbon Kevlar e scassa del track ultra leggera in carbonio, mentre per quanto riguarda la scassa della pinna, confermata la scassa Power Box.

TWINTIP 110 LTD. V2 Volume 110 lts

Size 230x67 cms

Fin Fin box FS 20 MFC Prepreg POWER

R·S·S 4.5-6.3

Weight 6,95 Kg


Toys

TESTO DI Nicola Spadea

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In commercio ci sono molte tavole da freestyle e negli ultimi anni hanno subito profondi cambiamenti di shape rispetto a quelle di solo 3 o 4 stagioni fa. Generalmente quasi tutti i brand hanno nella propria linea tre tavole da freestyle, quella per il vento forte sui 90 litri, quella da vento medio sui 100 litri e quella de vento leggero sui 110 litri. Alcune case hanno anche la tavola da freestyle dedicata ai kids, normalmente sui 80 litri. Se fino a qualche anno fa la scelta quasi obbligata per la tavola da freestyle era quella di rimanere su volumi “generosi”, in quanto serviva volume sulla poppa per le varie manovre in slashata, ora con l’avvento delle power move dove tutte le manovre nuove sono praticamente aeree, la scelta sul volume della tavola da freestyle si è spostata su litraggi inferiori. Quindi i 90 litri e i 100 litri sono ora le tavole più gettonate. Il nostro collaboratore Nicola Spadea ci spiega qualche cosa sul nuovo Starboard Flare 91, tavola che per questa stagione ha subito un radicale restyling rispetto ai modelli precedenti a cui ci aveva abituati Tiesda You nelle ultime stagioni. La tavola scalpita! Dopo vari anni in cui la misura più piccola della serie freestyle Starboard era rimasta invariata grazie all’ottima riuscita della tavola, nel 2012 il marchio del Tiki presenta uno shape con linee d’acqua e volumi completamente rinnovati, perfettamente in linea con la tendenza e le necessità del freestyle moderno. Negli ultimi anni questa disciplina si è evoluta verso manovre sempre più aeree e non c’è dubbio che determinate attrezzature abbiano favorito questo orientamento. Alcune caratteristiche delle tavole odierne aiutano molto nell’esecuzione di determinate manovre come Kono, Culo, Air-Funnel e la maggior parte delle power move. Il nuovo Flare è di gran lunga più libero dall’acqua in fase di planata rispetto ai suoi predecessori, come in una tavola slalom l’angolo del bordo è stato reso più spigoloso per ottenere elevate prestazioni di velocità e controllo. Il “Pop” della tavola, ovvero la capacità di stacco dall’acqua di questa, è stato notevolmente migliorato grazie allo sviluppo di una poppa più spessa e più stretta al culmine che consente una repentina fuoriuscita dall’acqua al minimo input. Lo scoop-line è stato ridotto conservando una leggera inclinazione solo negli ultimi centimetri dell’affusolata prua che ricorda quella di un Evo. Questa tavola copre un range di vele che si estende dalla 3.6m2 alla 5.7m2 e a differenza delle sue compagne più grandi sostiene il mare formato elegantemente fino a poter surfare qualche onda in condizioni di vento leggero.

NOVITÀ NELLA VERSIONE 2012: • Capacità di pop aumentata • Maggiore velocità • Nuova pinna freestyle Starfish 18 cm by ChocoFins

MISURE: FLARE 91 Lunghezza: 228 cm Larghezza: 59.0 cm Litri: 91

Tail width: 39.4 cm Sail range: 4.5-6.0 Peso: 6.2 kg (carbon version) Pinna: ChocoFins Starfish Peso: 6.4 kg (wood version) 18 cm

Le differenze di shape tra lo Starboard Flare 98 2011 (tavola bianca) e il Flare 91 2012 (tavola grigia).


Slalom Technique

TESTO DI Matteo Iachino 27

© fotofiore/canon

AVEVAMO DETTO SULLO SCORSO NUMERO CHE AVREMMO PARLATO DI REGOLAZIONI VARIE DA QUESTO MESE E QUINDI OGGI INIZIAMO CON IL PIEDE DʼALBERO. GRAZIE AL PIEDE DʼALBERO, LO SNODO CHE COLLEGA TAVOLA E VELA, CI È STATO PERMESSO DI FARE WINDSURF. È MOLTO IMPORTANTE IL POSIZIONAMENTO DELLO STESSO A SECONDA DELLA COMBINAZIONE DI TAVOLA-VELA CHE SI USA E DELLE CONDIZIONI IN CUI SI ESCE. LA POSIZIONE È FONDAMENTALE IN FREERIDE, IN WAVE, IN FREESTYLE ED È ANCORA PIÙ IMPORTANTE NEL RACING IN CUI SONO PROPRIO LE REGOLAZIONI A POTER FARE LA DIFFERENZA. ANALIZZEREMO QUINDI IN MODO SINTETICO COSA PROVOCA UNA POSIZIONE DEL PIEDE DʼALBERO PIÙ A PRUA O PIÙ A POPPA DELLA NOSTRA TAVOLA DA SLALOM.

Ricordiamo che è la vela il nostro motore e che la trasmissione da questa alla tavola è data proprio dal piede d’albero. La vela genera una propulsione in avanti e il suo peso aumentato dalla forza del vento che la riempie spinge la tavola in avanti e la schiaccia verso il basso nella zona in cui è fissato il piede d’albero. Vi è mai capitato di essere soprainvelati e che vi voli via la tavola o vi si impenni? O di essere in condizioni di vento molto leggero e di avere la sensazione che la tavola si “incolli” letteralmente all’acqua rallentandovi? Con la regolazione del piede d’albero potrete migliorare notevolmente queste situazioni. Vediamo cosa succede se spostiamo il piede d’albero a prua e cioè “spostiamo la vela in avanti”: • tavola più “schiacciata” sull’acqua, prua bassa • maggiore controllo in soprainvelatura e quando la nostra tavola è troppo libera e vola via • poco utile nel vento leggero perchè ci attacca la tavola all’acqua e ci rende lenti se la tavola ha bisogno di essere liberata • maggiore difficoltà nella partenza in planata a causa del peso della vela che schiaccia la prua della tavola e la ostacola • diminuisce la pressione sulla pinna quindi può essere utile provare a spostare il piede avanti se si fanno molti spin-out • la tavola diventa più “poggiera” ovvero tende a scadere maggiormente verso il lasco • tendenza ad ingavonare con il chop corto e nelle strambate. Se invece spostiamo il piede indietro otterremo praticamente l’opposto: • tavola più libera sull’acqua con la prua che sta più alta • minor controllo in soprainvelatura essendo facile che la tavola si impenni • ottimo nel vento leggero perchè libera la tavola e crea un effetto lift, ossia ci aiuta nelle condizioni di vento molto debole in cui abbiamo bisogno che la tavola si sollevi dall’acqua • facilità nell’entrata in planata grazie alla vela che schiaccia di meno la prua • più pressione sulla pinna e quindi maggiore facilità di andare in spin-out • tavola più “orziera” che quindi tende a portarci di bolina Ricordiamo ora che la velocità maggiore la si ottiene quando si viaggia solo sulla pinna e quando la tavola è al limite tra scivolare e impennarsi quindi è giusto che la tavola “voli”, ma dobbiamo essere sempre in controllo e non si deve impennare, con questo si intende tavola libera. Nel windsurf ma soprattutto nello slalom bisogna stare molto attenti a tutte le regolazioni e ciò ci renderà l’andatura più facile e veloce. Giocate molto cambiando pinne e provando l’assetto della tavola con differenti posizioni del piede d’albero e vedrete che troverete il trim ottimale per voi e le condizioni in cui uscite. Una volta trovato il feeling giusto con la vostra attrezzatura vedendo che spostando il piedino peggiorate solo il controllo e la velocità ricordatevi di fare un trattino sul track del piede d’albero segnandovi dove lo avevate posizionato in modo tale che la prossima volta che uscirete nelle stesse condizioni avrete già parte del lavoro fatto. Se uscite con la stessa attrezzatura ma in condizioni di vento e chop differenti provate nuove combinazioni, non è detto che se nell’uscita precedente fossero negative in questa non siano positive. Facendo così di volta in volta conoscerete meglio la vostra attrezzatura e dopo un po’ saprete esattamente, in base alle condizioni, cosa è meglio fare per avere più controllo e andare più forte dei vostri amici.


Onde e curve - Valentinaʼs Space 28

CREDO CHE QUESTO ARTICOLO POSSA IN QUALCHE MODO TOGLIERE DUBBI A QUEI RAGAZZI E RAGAZZE, PRINCIPIANTI WAVER, CHE HANNO SEMPRE VISTO MAUI QUALE META PROIBITIVA, LUOGO ESCLUSIVO SOLO PER WINDSURFISTI ESPERTI. BENE, QUESTA MULTIPLA INTERVISTA, A SEI ABILISSIME ATLETE DOVREBBE SERVIRE A SFATARE QUESTO MITO. PUBBLICHIAMO SU QUESTO NUMERO LA SECONDA PARTE DELLE INTERVISTE CHE AVETE GIÀ POTUTO INIZIARE A LEGGERE SUL NUMERO DI APRILE.

MARIA

NAYRA

HEIKE

BENE

Nome, nazionalità, residenza? MARIA: Maria Andres, spagnola, Tarifa (Spagna). NAYRA: Nayra Alonso, spagnola, Isole Canarie. HEIKE: Heike Reimann, tedesca, Germania. BENE: Benedicte Lechrist, francese, Haiku (Maui, Hawaii). Sponsor e numero velico? MARIA: E-2; Gun Sails, Mystic Bubel e Satorisan, Sailboardstarifa. HEIKE: G-545; Hot Sails Maui, Baltico Kölln Fehmarn, alohashop.de. NAYRA: E-4; Fanatic, Severne, Animals, Flying Objects, Aeron, Zeal Optics. BENE: me stessa e un aiuto occasionale dal mio amico KK. Età d’esordio tra le onde? MARIA: 21, in Marocco. NAYRA: circa 20. HEIKE: 21. BENE: 26. Discipline windsurf praticate? MARIA: ora wave e slalom, ma in passato ho fatto un sacco di formula, Raceboard e qualche gara freestyle. NAYRA: Wave, ho fatto freestyle in passato, quando ancora era facile! HEIKE: wave e freestyle. BENE: wave e un po’ di freeride nei giorni piatti.

Obiettivi nel windsurf? MARIA: cavalcare le onde grandi radicali. Mi piacerebbe navigare come il mio compagno di squadra (in GUN Sails) Camille! E in Slalom, il mio obiettivo quest’anno è entrare nella top 5. Ora è importante per me trovare uno sponsor che mi aiuti a competere in tutti gli eventi! NAYRA: surfare le onde come i ragazzi. HEIKE: migliorare le mie capacità nel wavesailing per farlo sembrare più elegante e radicale. BENE: non ho mai avuto veri e propri obiettivi, tanto che sono molto sorpresa di vedere dove sono arrivata! Importante è divertirmi ogni giorno.

Il tuo obiettivo nella vita? MARIA: Stare con persone che amo, in un posto che mi piace e dove posso navigare quasi tutti i giorni. NAYRA: la felicità. HEIKE: felicità. BENE: la felicità di circondarmi di persone che amo in posti dove amo essere.

Paure in acqua? MARIA: gli squali! NAYRA: di avere un’esperienza brutta tanto da farsi molto male con onde grosse. HEIKE: di farmi male durante una lunga vacanza di windsurf. BENE: incontrare persone arrabbiate incapaci di

rendersi conto di quanto siamo fortunati di essere là fuori. Condividere un’onda può essere anche divertente! Paura fuori dall’acqua: MARIA: perdere le persone che amo... e dimenticare di lottare per i miei sogni. NAYRA: ho paura di ammalarmi o che il mio fidanzato possa ammalarsi. HEIKE: delle pericolose e sconosciute malattie. BENE: Mi è stato detto una volta che la paura potrebbe essere il nostro peggior nemico, quindi faccio del mio meglio per non avere paura, mai. Succeda quello che succeda. Anche la politica e il business possono essere molto spaventosi… Che lavoro fai oltre a fare windsurf? MARIA: ora sono concentrata sul lavoro e apprendimento di graphic designer: manifesti, pubblicità, siti web, pittura su tela, la pittura di surf... ed è un lavoro perfetto che mi permette di viaggiare con il mio PC.


TESTO DI Valentina Crugnola 29

MARIA

NAYRA

HEIKE

BENE

NAYRA: mi occupa della rassegna stampa dei vari pro del windsurf e organizzo wave camp. HEIKE: sono commessa in un grande negozio di watersport. BENE: lavoro da DaKine per ora… e non c’è niente di più eccitante che vendere footstrap. Ho’okipa cosa significa per te? MARIA: una sfida vivendo i miei sogni, la felicità e la concentrazione. HEIKE: spot molto impegnativo, per lo più rafficato, onda molto potente, impressionante per aerial e fotografie. Sempre piacevole da guardare, perché il break è vicino alla riva ed il livello in acqua è molto elevato, sia in surf che in windsurf. Spiaggia molto bella. BENE: divertimento, amici, parco giochi, onde, rocce, tramonti. Cosa vorresti dire e che consigli daresti ad altre ragazze per Ho’okipa? MARIA: iniziare con giornate piccole e andare avanti.

Navigare vicino alle rocce nei giorni piccoli in modo da poter capire come funziona. Nuota sempre nella direzione della corrente. NAYRA: basta provare a poco a poco per costruire la vostra fiducia. Andare nei giorni di onde piccole e aumentare poco a poco. Non abbiate paura di cadere, anzi, cercate di cadere un sacco e vedrete quanto è sicuro. HEIKE: vorrei raccomandare di guardare il posto per un paio d’ore prima di uscire e di chiedere alla gente consigli sulla corrente. BENE: Non abbiate paura! Andate a fare una visita alle rocce il più presto possibile e vedrete che non sono poi così male! Consigli Maui solo per i surfisti estremi con esperienza o anche ai dilettanti? MARIA: per surfisti estremi sarà più divertente a Hookipa, ma l’isola ha alcuni spot differenti a seconda del vostro livello. È possibile scegliere la dimensione dell’onda! HEIKE: a Maui è possibile trovare tutti i tipi di

condizioni, si può anche iniziare a imparare il windsurf a Maui. BENE: tutti possono venire qui. Kanaha è perfetto anche per i principianti, è piatta e sicura, ma può anche avere una condizione davvero bella di wavesailing durante l’inverno. Ti piacerebbe vivere a Maui? Dove ti piacerebbe vivere? MARIA: Mi piacerebbe vivere a Maui... o almeno per un po’... ma vogliono anche vivere per un po’ in Australia, Brasile... NAYRA: No, mi piace Maui per visitarla e goderla in un modo rilassato, penso che quando si vive in paradiso non è più così il paradiso. Io vivo nel mio paradiso personale, che è nelle Isole Canarie. Non potrei vivere in nessun’altra parte del mondo, credo. HEIKE: sì ma solo per le vacanze nella stagione invernale (wave). Le mie radici sono in Germania e mi sento a casa nel mar Baltico. BENE: Penso aver già risposto!


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Josh Angulo CV-1, Campione del Mondo Wave nel 2003 e nel 2009, a sorpresa è entrato nel team Point-7 di Andrea Cucchi. Josh dopo aver abbondonato il Wave Tour, avendo raggiunto i suoi obiettivi, si sta dedicando da alcune stagioni esclusivamente allo slalom e l’anno scorso ha terminato in 9° posizione nel ranking mondiale. Dopo la recente rottura con Gun Sails, Josh inizia ora una nuova collaborazione e sfida, motorizzato dalle Black Sails, brand in forte ascesa su tutti i campi gara, anche nel freestyle con il recente acquisto del francese Nicolas Akgazciyan (F-400). Josh è arrivato al Lago di Garda qualche giorno prima di partire per la prima tappa del PWA Slalom di Reggio Calabria per allenarsi un po’ e conoscere dal vivo tutta la Black Family. Lo abbiamo incontrato al quartier generale Point-7 di Torbole per fargli qualche domanda.


INTERVISTA DI Fabio Calò | FOTO Tommydellafrana 31

Josh entra in acqua per la prima volta nella sua vita al Lago di Garda (Conca d’Oro).

Benvenuto al Lago di Garda, come è andata oggi?

non l’avevo molto compreso, con quelle vele nere… e ho pensato di

Per me è stata la prima volta che sono uscito al Garda ed anche la prima volta

rimanere a vedere quello che sarebbe successo. Poi l’anno scorso nel

nell’acqua dolce in Slalom. L’acqua era abbastanza fredda ma ormai ci sono

PWA tutto il team Point-7 era veramente veloce in gara. Non sempre sono

abituato perché al momento a Boston, dove vivo, ci sono 4° e fa molto freddo. È

arrivati grandi risultati perché in gara basta sbagliare una piccola cosa

stato un bel giorno, sono contento di essere qui per la prima volta e di aver

per arrivare dietro, come una partenza sbagliata o una strambata etc… Si

conosciuto i ragazzi di Point-7, un team davvero cool, in un contesto fantastico e

può essere veloci ma non gareggiare bene, anche perché tutto il circuito

sono contento di farne parte.

è molto difficile. Ho notato però che tutti i ragazzi del Back Team erano davvero veloci e tutti noi del circuito, non solo io, abbiamo pensato che le

Quindi preferisci lavorare con persone giovani e motivate?

vele di Andrea fossero arrivate ad un livello top. Quando ho iniziato a

I ragazzi del Black Team hanno molta passione, sono persone semplici ma

vedere che, anche dal punto di vista della promozione, Point-7 stava

molto concentrate sul loro lavoro ed umili, l’equipe per me è al massimo livello.

lavorando bene, con le riviste, i media, il web, Facebook… ho pensato che

C’è un bel ambiente, il prodotto è ottimo e questi sono tutti fattori che mi

questi ragazzi stavano davvero spingendo. Ed è quindi poi arrivato per me

motivano molto. In Gun Sails, invece, molte volte mi trovavo a discutere con

il momento di iniziare a collaborare con loro proprio nell’apice di

persone lontane dal nostro sport.

espansione del marchio e questo per me è molto eccitante. Sono molto contento di aver iniziato a lavorare per Point-7 in questo preciso

Da quanto tempo conosci Andrea Cucchi?

momento.

Conosco Andrea da molti anni, lui era sempre impegnato sui campi gara Formula e Slalom, mentre io facevo Wave. Quando poi ho iniziato anch’io a fare

Hai deciso di chiudere i tuoi rapporti con Gun Sails prima di avere un

Slalom ci siamo incontrati spesso in giro per il mondo e c’è sempre stato tra di

nuovo sponsor per le vele?

noi un buon feeling. Penso che tutti conoscano Andrea, è un bravo ragazzo e

Stavo discutendo con Gun Sails per rinnovare il contratto ma non siamo arrivati

penso anche che il suo sia uno dei migliori team al momento.

a un accordo e quindi ho deciso di uscire dal team e sono rimasto senza lavoro, senza sponsor… Dopo di che Andrea mi ha contattato per iniziare a

Hai seguito negli anni il lavoro di Andrea, dalle origini del marchio fino

parlare di una possibile collaborazione. Fin da subito c’è stato un feeling molto

ùad oggi?

forte tra di noi e tutti e due volevamo lavorare insieme, così abbiamo raggiunto

Quando ho saputo 5 o 6 anni fa del nuovo progetto di Andrea inizialmente

un accordo e sono molto contento, le vele sono buone!


32 Nello stesso periodo hai avuto anche proposte da altre velerie? Ho parlato con alcuni altri marchi ma molto poco! In verità io non sono uno che corre dietro ai brand, non sento il bisogno di fare questo lavoro perché comunque ho già vinto due titoli mondiali nel wave, ho già vinto tutte le grandi gare come a Cabo Verde, alle Hawaii. Invece voglio continuare a fare slalom perché non sono ancora arrivato al livello che voglio io. Quindi dopo l’uscita da Gun Sails non stavo realmente cercando qualche cosa, aspettavo solo che le offerte mi arrivassero senza stressarmi più di tanto. Poi è arrivato il contatto da Andrea e ho subito capito che entrambi comprendevamo il windsurf allo stesso modo, seguivamo la stessa direzione. Dove hai incontrato Andrea per definire ufficialmente il contratto? Inizialmente abbiamo definito le cose solo per telefono, e-mail e skype, Josh Angulo e il boss di Point-7, Andrea Cucchi.

perché io ero a Cabo Verde e lui a Tenerife, abbiamo poi continuato a rincorrerci in giro per il mondo… io sono andato a Boston poi in Tailandia. Quando sono ritornato a Boston sono arrivate le vele da provare e ho fatto un po’ di training ad Aruba, che è molto vicino per me. Dopo Aruba ho trascorso una settimana a casa e poi sono venuto qui al Garda per fare gli ultimi test prima di Reggio Calabria e per il futuro. Insomma questo è il principio. Per quanto riguarda il tuo marchio Angulo di tavole, quali sono i tuoi obiettivi commerciali? In Italia al momento non ho un distributore e non sono posizionato molto bene, perché negli ultimi anni mi sono affidato a Gun Sails per la distribuzione in Europa. Pensavo che avrebbero fatto un buon lavoro ma così non è stato. Quindi ora mi tocca ripartire da zero. In verità in questo momento mi sono un po’ stancato dei rapporti con i distributori ed ora voglio concentrarmi principalmente sul mio prodotto. Ho già pronte tutte le nuove tavole che usciranno nel 2013 e ho lavorato esclusivamente per

Josh al Wind’s Bar di Marco Cattoi.

realizzare delle tavole che realmente mi piacessero. Se poi venderò sarò contento, se non ne venderò lo sarò ugualmente perché dentro di me so che ho fatto delle buone tavole. In questo momento la mia testa non è orientata verso il business, ma ho voluto fare delle belle tavole con cui poter fare windsurf con gli amici e divertirsi insieme. E’ da 30 anni che faccio windsurf, e ho passato degli anni in cui non ero molto motivato. Invece, in questo momento sono di nuovo motivato, è come rinascere! Con chi collabori per lo sviluppo e test delle tavole Angulo? Con mio fratello Mark sviluppo due modelli da wave, un Twin Fin e un Single Fin. Per lo slalom lavoro su due modelli con uno shaper tedesco, Dieter Jocham, proprietario del marchio Horney, lui è una leggenda per me. Per il 2013 avrò anche una nuova gamma di Freeride. Con mio papà, Ed Angulo, collaboro per altri due modelli, un Wave classico e il nuovo Freemove. Per i test collaboro con i miei amici di Cabo Verde dove abbiamo differenti condizioni per provare le tavole, da on shore a off shore con vento disteso

Andrea e Josh al lavoro.

o rafficato, possiamo avere le condizioni “real world”. Tutta la gente pensa a Cabo Verde solo come Punta Preta, ma esistono tanti altri spot.


33 Per quale motivo ti sei trasferito a Boston?

Pascal Toselli è il tuo nuovo compagno di team, cosa ne pensi di questo

Uno dei motivi è stato perché Boston è l’unico aeroporto che ha il volo

ragazzo?

diretto su Cabo Verde. Volevo principalmente spostarmi da Cabo Verde e

Lo conosco da tempo ma non siamo mai stati tanto insieme durante le

stavo valutando dove andare a vivere. Le Hawaii erano una ipotesi ma il

gare, l’ho visto però l’anno scorso e lui è molto forte, velocissimo, ha un

viaggio è sempre troppo lungo e poi laggiù non saprei cosa fare, nel senso

grande potenziale per il futuro e secondo me è uno dei più veloci al mondo.

che potrei sicuramente fare tanto windsurf, ma a me piace fare anche

Fa parte della squadra francese e quei ragazzi sono davvero forti, tutti.

tante altre cose. Boston rappresentava così la scelta migliore per il mio

Sono un gruppo unito, si allenano insieme e hanno un livello molto alto,

stile di vita, dove posso anche vendere molte tavole da Stand Up Paddle. In

vogliono vincere! In Francia hanno molto vento, onde e anche acqua piatta,

questo momento in America il windsurf va abbastanza bene ma il SUP sta

hanno il pluri-Campione del Mondo Antoine Albeau. Quindi un giovane come

vendendo molto e ho anche iniziato a produrre e vendere insieme a mio

Pascal ha un bel ambiente dove allenarsi e crescere insieme agli altri.

papà tavole da SUP. Un altro motivo per cui mi sono trasferito a Boston è

Secondo me è uno dei ragazzi più forti della nuova generazione.

per mio figlio per offrirgli le migliori scuole possibili. Dopo aver vinto due titoli mondiali di wave come mai hai deciso di Torniamo a parlare delle vele, quali modelli hai provato per ora di Point-7?

dedicarti allo slalom?

Sono solo 2 o 3 settimane che faccio parte del team ufficialmente e con la

Quando ero giovane ho perso qualche occasione, non ero molto serio, e mi

vicinanza della prima tappa PWA Slalom a Reggio Calabria mi sono solo

sono dedicato solo al wave perché era quello che mi piaceva fare. Lo slalom

concentrato sul modello Slalom per raggiungere un buon trim. Ovviamente poi

non era divertente per me, vivevo a Maui e le onde erano le uniche cose che mi

proverò anche gli altri modelli come per il Wave, che mi interessa molto ed il

interessavano. Quando poi cresci e vivi da un’altra parte del mondo puoi

Freeride, a cui tengo in particolar modo perché nel mio centro di Cabo Verde lavoriamo molto in questo segmento. Come sarai coinvolto nello sviluppo delle Black Sail? Al momento solo Andrea può rispondere a questa domanda, io sono appena entrato nel team e voglio dare il mio contributo con umiltà. Sicuramente non è mia intenzione dire cosa fare e non fare, ma io posso capire e dare le mie impressioni su come funziona la vela. Dall’altra parte c’è Andrea che ha molta esperienza e mette tanto lavoro e passione nel suo marchio affiancandosi a Claudio (ndr. Badiali) che per me è un grande e ha tantissima esperienza. In confronto a loro io sono piccolo. Conoscevi già Claudio Badiali? So chi è ma non l’ho mai incontrato, la prossima settimana gli parlerò di persona. Obiettivi per il 2012? Il mio obiettivo personale è mettere la mia persona in forma, sia fisicamente che mentalmente. Io credo che quando sono al top della forma posso vincere il titolo mondiale. Quindi ho bisogno di lavorare sia sul mio fisico che sulla mia testa, insieme alla mia attrezzatura e stare tranquillo. È un sistema dinamico, per vincere hai bisogno di un team forte, con un buon sviluppo ma anche con persone in grado di svolgere alla perfezione il lavoro d’ufficio. Per esempio, anche se un solo albero non arriva nel momento in cui ne hai bisogno per una gara, tu non puoi fare il risultato. Normalmente la gente non pensa a questo, i risultati arrivano anche grazie al lavoro del team che sta dietro le quinte, come qui in questo ufficio di Point-7 con Andrea, Francesco, Alberto e Dennis che sono dei grandi professionisti. Se tutti lavorano bene allora si può rimanere al top. Quindi voglio integrarmi meglio che posso nel loro sistema per portare anche qualche cosa di nuovo e se tutti noi faremo del nostro meglio le cose andranno bene e faremo dei buoni risultati.


34 realmente vedere quanto è bello fare slalom. Soprattutto nella competizione c’è

risalivano sopravento, perché le tavole da wave per le gare erano quasi delle

molta adrenalina, e io sono un competitore nato, è nel mio sangue. Io non ho

tavole da slalom e non tavole pure per il wave riding. Ora che mi concentro per

più interesse a continuare a competere nel wave, perché l’ho già fatto, sono già

i test solo sullo slalom la situazione è abbastanza simile ed è tornata a

arrivato al top e per me va bene così. Ho vinto una volta è per me era

piacermi, per esempio oggi in mezz’ora con Andrea abbiamo capito molte cose

sufficiente, poi ho vinto ancora un’altra volta ed è stato ancora meglio. Ora

su differenti settaggi delle vele. Inizialmente oggi in Conca Andrea era più

voglio vincere un titolo anche nello slalom. Io ho anche altri lavori, come il mio

veloce di me, poi ho cambiato alcune cose ed ero ancora più lento di lui, ho

centro a Cabo Verde ed il mio brand, ma anche gareggiare è un lavoro e ho

quindi cambiato nuovamente il trim e finalmente ero più o meno veloce come

bisogno di lavorare, mi piace farlo e mi serve anche per la mia famiglia.

Andrea. Lo Slalom è così, è un gioco di testa, è questa che devi motivare.

Ti piace allenarti in slalom o preferivi il wave?

Parlando di wave, chi è secondo te il rider da battere per il 2012?

Si mi diverto molto nello Slalom. Il wave solo ora è tornato ad essere divertente

Per come è strutturato in questo momento il PWA di wave non c’è confronto e

per me, perché prima, 10 anni fa, durante gli anni in cui seguivo il tour, non

Philip Koster è il più forte di tutti e lo sarà per i prossimi 10 anni se le cose

stavo più facendo wave per me stesso, come io mi immaginavo, ma dovevo

continueranno così. Per esempio io ho dovuto organizzarmi una gara a Cabo

navigare e allenarmi come pensavo che la giuria mi voleva vedere. Quindi tutti i

Verde per avere qualche possibilità di vincere il titolo, per avere una gara di

giorni in cui uscivo tra le onde testavo solo se le tavole planavano bene, se

puro wave riding e non solo di salti mure a sinistra come in tutte le altre tappe. Se non ci fosse stato Cabo Verde avrei finito 5° o 7° nel ranking mondiale,

Durante l’intervista...

invece con quella gara è cambiato tutto e ho vinto il mondiale. Anche Kauli con le attuali gare non potrà più vincere, è quasi impossibile. Ho molto rispetto per lui, è un ottimo amico e un grande wave rider, ma il problema è che a lui interessa fare le gare e fare bene il suo lavoro, ma ora se lui salta a 5 metri Philip va a 15 metri, se Kauli fa il doppio, anche Philip lo fa ma va 10 metri più alto. Anche se bisogna ricordarsi che in gara tutto può succedere, puoi rompere un albero, oppure farti male, non si può mai sapere. E nello slalom chi è l’atleta favorito? Bjorn ha vinto l’anno scorso e ha sempre più confidenza con il suo materiale, Albeau sarà anche molto forte come anche Micah Buzianis che ha raggiunto un ottimo feeling con le sue nuove vele. Io stesso penso di essere in forma, poi ci sono anche Cyril, Ben, Pieter, Finian, insomma tanti! In slalom i primi 25 del ranking mondiale sono tutti forti, è impressionante. Anche chi è in 20° posizione, ragazzi come Arnon Dangan, se li vedi dal vivo sono molto forti, velocissimi! Cosa bisogna avere quindi per vincere nello slalom? Devi essere molto concentrato, devi avere anche una buona attrezzatura, cosa molto importante, e devi avere esperienza. Infatti i top 5 sono ragazzi con molta esperienza. Avere esperienza è fondamentale, e non ti bastano 3 o 4 anni di gare, ne hai bisogno di 10! Dopo l’esperienza devi avere la confidenza assoluta con il tuo materiale, iniziare a vincere qualche prova per aumentare la confidenza con il tuo materiale. Dopo hai bisogno di buon materiale che ottieni solo con tanto lavoro. E per il lavoro hai bisogno di un buon sponsor che ti aiuti in questo. Per questo non ci sono molte persone che possono mettere l’esperienza, la confidenza ed il lavoro. Ci sono molti ragazzi che vorrebbero fare bene e ne avrebbero le possibilità, hanno però magari dei lavori d’ufficio. Anche se possono navigare ogni giorno, come Francesco, quando arriveranno ad avere l’esperienza? Dopo 10 o 15 anni? E se non hai esperienza non riesci ad avere la confidenza. È un gioco di tempo!

Il team Point-7, da sinistra: il “Pizza”, Franz, Josh, Dennis e Andrea Cucchi.



PWA events 36

INTERVISTA DI MAX BRUNETTI: Roberto Raffa è uno dei principali ideatori della tappa inaugurale 2012 del circuito professionistico mondiale (PWA) ospitata dal club Windsurf dello Stretto, nella splendida Reggio Calabria. Un evento di questo tipo richiede sicuramente sforzi organizzativi e economici e un team di persone capaci. Roberto ci spiega come è nato questo progetto e come è stato attuato. Ciao Roberto, grazie per la tua disponibilità e complimenti per l'evento, vedervi all'opera è stato molto interessante. Per incominciare raccontaci qualcosa di te? Sono un surfista incallito amante di questo meraviglioso sport. Presidente del L’organizzatore Roberto Raffa stringe la mano ai campioni, Albeau e Dunkerbeck.

Windsurf dello Stretto fondato 6 anni fa con l’obiettivo di trasmettere a tutti l’emozione di andare in tavola. Da quanto pratichi windsurf? Sono quasi 32 anni da quando restai affascinato dalla tavola in quel di Reggio Calabria, proprio nello spot dove ho attualmente la scuola. Quali sono le discipline che pratichi e i tuoi home spot? Mi dedico principalmente allo slalom, poi anche il wawe. Come spot, a parte Reggio Calabria, frequento abitualmente anche Pellaro, che si trova qui vicino a solo 5 km di distanza e dove trovi condizioni estreme tutto l’anno. Potresti raccontare come è nata la tappa PWA qui a Reggio? Qual è stato l’input iniziale?

Italiani in gara.

Quattro anni fa, Andrea Cucchi, atleta iscritto al nostro circolo, durante uno stage Point-7 qui a Reggio Calabria mi suggerì di provare ad organizzare un evento del PWA e che lo spot si sarebbe prestato alla perfezione. Da quel giorno iniziò tutto, e dopo 3 anni di tentativi falliti per mancanza di fondi e autorizzazioni, ecco finalmente il PWA nel 2012 a Reggio Calabria. Quante sono le persone che fanno parte del team organizzativo? Sono stato aiutato da una dozzina di persone e ci tengo a ringraziarle tutte per

DOPO ANNI DI ASSENZA TORNA IL PWA IN ITALIA! REGGIO CALABRIA È STATA LA SEDE DELLA PRIMA GARA DEL TOUR SLALOM DI QUEST’ANNO DAL 19 AL 24 APRILE. COME OGNI ANNO IL PRIMO EVENTO È UN IMPORTANTE BANCO PROVA PER TUTTI GLI ATLETI PER VALUTARE I RISULTATI DEL LORO LAVORO INVERNALE SUI NUOVI MATERIALI. BJORN DUNKERBECK DOVRÀ DIFENDERE IL TITOLO CONQUISTATO NEL 2011, ANTOINE ALBEAU INVECE VORRÀ RIPRENDERSELO MOTORIZZATO CON LE SUE NUOVE TAVOLE ITALIANE E I JUNG GUNS NON VOGLIONO DI CERTO STARE A GUARDARE I VETERANI LOTTARE PER IL TITOLO. A TUTTO CIÒ SI AGGIUNGE L’IMPORTANTE ESAME PER LA MACCHINA ORGANIZZATIVA CAPEGGIATA DA ROBERTO RAFFA, EVENT ORGANIZER DELLA TAPPA, SUPERATO A PIENI VOTI. SOLO IL VENTO HA FATTO UN PO’ I CAPRICCI PRESENTANDOSI CON IL CONTA GOCCE. MOLTI GLI ISCRITTI DI FAMA MONDIALE E ALTRETTANTI I NOSTRI CONNAZIONALI CHE HANNO PRESO PARTE ALL'EVENTO TRA I QUALI IL CAMPIONE ITALIANO E TOP 20 PWA 2011 ALBERTO MENEGATTI, IL VICE CAMPIONE ITALIANO ANDREA FERRIN, ANDREA CUCCHI, MATTEO IACCHINO, ROBERTO ACTIS, MARCO BEGALLI, CRISTIANO SIRINGO, CICERONE MICHELE, ANDREA ROSATI E IL GIOVANE LUIGI ROMANO. I NOSTRI CORRISPONDENTI, MAX BRUNETTI E FRANCESCO PRATI, CHE HANNO ANCHE PARTECIPATO ALLA GARA, CI RACCONTANO COME È ANDATA.

il loro fondamentale contributo nella riuscita dell’evento. Da quanto tempo state lavorando sulla gara? È da gennaio che ci lavoriamo ininterrottamente poiché avevamo dei tempi molto stretti, ma tutto è andato per il verso giusto. Sono estremamente soddisfatto di essere riuscito dopo 15 anni a riportare una tappa del PWA in Italia, nella mia città e nel mio circolo. Avete avuto delle difficoltà? A parte quello economico a causa della crisi generale, tutto il resto è andato bene, anche il vento ha fatto in parte il suo dovere facendoci completare un tabellone nell’ultimo giorno di gara. Grazie all’importanza dell’evento tutte le istituzioni ci hanno permesso di realizzarlo senza grossi problemi. Ringrazio la regione Calabria, la provincia di Reggio Calabria e il comune di Reggio Calabria. Obiettivi per il prossimo anno? Ci dovrebbero essere tutte le potenzialità per avere a Reggio Calabria una tappa fissa del tour PWA.


TESTO DI Max Brunetti, Francesco Prati | FOTO DI Francesca LaCroce 37

Francesco Prati in azione alla sua prima gara PWA.

FRANCESCO PRATI ITA-10 (RRD, POINT-7)

allenarsi tutti i giorni in tutte le condizioni lo vedo molto preparato e aggressivo

Francesco, è stata la tua prima gara del PWA, raccontaci come è andata,

per quest’anno. Stiamo a vedere cosa combinerà nelle prossime tappe!!

quali erano le tue aspettative e cosa ti ha sorpreso di più? È stata una bellissima esperienza, sia a terra che in acqua. Anche se il vento

Gli altri italiani invece?

non ha permesso di fare molte regate, è stato molto bello ed emozionante

Andrea Cucchi e Matteo Iachino sono gli italiani che potrebbero, secondo me,

stare in mezzo a tutti questi campioni e trascorrere una settimana da vero

fare molto bene. Andrea ha sicuramente una grandissima velocità da top10,

professionista! Non avevo nessuna aspettativa in generale, essendo questa la

deve solamente riuscire a fare meno errori (come la partenza anticipata in

mia prima tappa; ho finito quinto la mia heat non qualificandomi per un pelo,

questa tappa) e in finale vincenti ci può arrivare senza problemi. Matteo è

ma va benissimo così. Certo se ci fosse stato vento per fare altri tabelloni il mio

migliorato molto dall’anno scorso e sembra molto motivato e sicuro delle sue

obiettivo sarebbe stato quello di provare a qualificarmi per i quarti di finale, ma

potenzialità. Ha regatato molto bene nella prima heat arrivando secondo, e nei

ci proverò alla prossima occasione!

quarti di finale ha concluso quinto a un soffio dal quarto che gli avrebbe consentito di entrare in semifinale. Sarà sicuramente un buon anno per lui!

Parliamo invece più in generico dell’evento, non c’è stato molto vento ma almeno un tabellone per convalidare la tappa è stato completato. Come è

Per quanto riguarda invece i big, alla luce del primo risultato dell’anno

trascorsa la settimana a Reggio Calabria?

come pensi che proseguirà la stagione?

Diciamo che le previsioni non erano molto promettenti per tutta la settimana, e

Da quello che ho potuto vedere in questa settimana, Bjorn Dunkerbek è super

quindi essere riusciti a concludere un intero tabellone è stata già un ottimo

motivato a ri-vincere l’ennesima coppa del mondo, e sarà dura per i suoi

risultato, sia per gli atleti che per gli organizzatori. La vita durante questa

avversari ostacolarlo. L’ho visto molto ma molto veloce e sempre molto serio e

settimana è cambiata parecchio, sveglia presto la mattina, colazione in hotel

concentrato. Anche Albeau sembra molto preparato e convinto, e forse lo

con tutti i regatanti, e poi subito in spiaggia a preparare vele e tavole. Il vento si

vedremo davanti nelle tappe con più vento. Difficile dire chi vincerà, ma sarà

è fatto vedere poco, ma appena entrava la prima raffica molti si fiondavano in

sicuramente un anno molto interessante e pieno di colpi di scena, come

acqua a provare gli ultimi assetti. Quando invece finalmente è arrivato il

Gonzalo che dal nulla ha finito secondo, o come Peter Volwater che con le

famoso termico dello stretto, tutti in acqua e la situazione è cambiata. Tanta

nuove Avanti Sails sembra possa dire la sua, per non dimenticarci del nostro

serietà da parte di tutti, nessuno che si lamenta e tutti che sono concentrati

italiano e ancora giovane Alberto, o il waver Josh Angulo che sembra aver

per la loro heat. La partenza vale il 50% della gara, il resto sono velocità,

ritrovato la voglia di vincere e di combattere per le prime posizioni, ma che è

strambata e testa. Se sei un po’ agitato puoi anche tornare a terra, non ci sono

stato ostacolato gli ultimi due giorni da una influenza intestinale.

chance. I campioni si differenziano proprio per questo e lo puoi vedere da come si comportano e da come entrano in acqua super concentrati!

Parliamo ora dell’aspetto più organizzativo, cosa ci puoi dire dell’evento di Reggio Calabria?

Vento leggero e come al solito abbiamo visto un super Alberto Menegatti,

Molte persone avevano seri dubbi sull’organizzazione, ma devo dire che è stato

cosa ne pensi della sua prestazione e delle sue potenzialità?

organizzato molto bene! Roberto Raffa e il suo team hanno fatto un buon lavoro

Sicuramente Alberto è il futuro, un atleta che bisogna tenere sott’occhio, e che

e si sono dimostrati all’altezza dell’evento. Solo il vento è mancato, ma di certo

già quest’anno potrà dire la sua. È riuscito a vincere le qualificazioni e i quarti

non è stata colpa loro. Per quanto riguarda lo spot è veramente molto bello, e

di finali con un gran vantaggio e tranquillità, per poi passare le semifinali e

surfare nel lido di Reggio Calabria è unico nel suo genere, immerso nel cuore

arrivare sesto nella finale vincenti. Il risultato parla da solo, Alberto è da top10,

della città, proprio sotto il famoso lungomare di Reggio, con di fronte la Sicilia e

se non da top5 già quest’anno. Dopo un inverno passato in Sudafrica ad

come sfondo l’Etna tutto innevato, bello!


38 Bjorn Dunkerbeck, vince la prima gara PWA dell’anno.

Max Brunetti. © Cataldo Albano courtesy Comitato Organizzatore PWA Reggio Calabria

Tra i vari atleti hai visto delle curiosità interessanti che vuoi comunicare

un’esperienza molto emozionante e stimolante, in oltre ho apprezzato molto la

ai lettori di Funboard?

professionalità del comitato di regata e del circolo organizzatore. Con l’obiettivo

Nessuno scoop o novità per quanto riguarda nuovi materiali per i prossimi

di crescere e divertirmi, in futuro proverò a partecipare a più gare del tour.

anni, siamo solamente a inizio stagione. Quello che mi ha più sorpreso è la

Ricordo con un sorriso una conversazione di circa un anno fa con Matteo

serietà e la voglia di regatare di tutti questi campioni, che rimangono pur

Iachino in cui sosteneva che regatare nel PWA è bello anche se molto duro

sempre molto disponibili nei confronti di tutti. L’unica curiosità interessante è

perchè è una continua crescita, gara dopo gara si migliora; finalmente in

forse quella di sfatare il mito che per andare forte bisogna essere per forza

questa occasione ho capito di cosa stava parlando e consiglio a chi ne avrà

alti, pesanti e uscire con i veloni. A Reggio uno dei più veloci era Gonzalo che

l'occasione di provare questa esperienza...

con la sua 7.8 è arrivato secondo assoluto anche nella finale con poco vento. E non dimentichiamoci pure Taty Frans che con i suoi 75kg a una velocità da

E per quanto riguarda la gara femminile?

top10! Insomma, il fisico fa la sua parte, ma il resto è tutto “manico”.

Nella giornata di sabato un po’ di vento c’è stato ma non ha mai raggiunto il

Grazie Francesco per la collaborazione e per averci aggiornato in live durante

limite di gara (11 nodi in partenza e 7 nodi sul percorso) così il comitato di

l’evento!

regata ha optato per dare il via solo alla prima heat femminile composta da: Laura linares, Emanuela Giorgi, Greta Benvenuti. La heat ci ha permesso di

MAX BRUNETTI ITA-95 (RRD, GAASTRA)

vedere una splendida Laura Linares in pole position alla sua prima esperienza

Max, puoi raccontare ai lettori di Funboard il PWA di Reggio Calabria dal

in PWA... forza Laura! Lunedi 23 finalmente, contro ogni previsione

tuo punto di vista?

meteorologica, un vento fresco da nord di 18 nodi circa ha permesso di

È stata per me la prima esperienza nel PWA, molto positiva anche se non sono

disputare un primo tabellone di slalom maschile e di completare quello

riuscito a confrontarmi realmente con gli altri atleti perchè con una sola prova

femminile. Karin Jaggi è subito balzata in pole position seguita Erdil Lena e

è difficile capire le proprie capacità e possibilità. Sicuramente è stata

Aubet Fanny.


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PHOTOS: THORSTEN INDRA - GRAPHICS: CHRISROSENBERGER.COM

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Portfolio 40


FOTO Sebastian Schöffel Sebastian Schöffel: “Quando penso al Sudafrica ricordo semplicemente il vento forte e la sabbia che sembra neve fresca!”. Piedi di: Fabian Weber.

“Di fronte alla nostra casa a Melkbos abbiamo fatto quasi sempre delle bellissime session serali”. Rider: Fabian Weber e Oliver Maier.

41 “Il traffico di Camps Bay non disturba la magica atmosfera.”


42

“Silverstromstrand è un posto magico con uno scenario sbalorditivo. Quando guardi fuori puoi vedere delle perfette barre ovunque! Lo spot perfetto per i principianti e i waver esperti.” Rider: Fabian Weber. “Sembrano così belli e inoffensivi... WATCH OUT!”

“Camps Bay: ogni sera, specialmente durante i week-end, puoi trovare una folla di persone bianche, nere, asiatiche, ricche, povere, grasse e magre, che fanno in spiaggia un barbecue, un party o si rilassano!”

“Uno spot vicino a Langebaan perfetto per il freestyle! Acqua calda e nessun altro surfer in acqua.” Rider: Fabian Weber.


“Melkbos è sempre uno spot perfetto per saltare! Fabi in azione con un Tweaked Pushloop.”

“Le fotografie aeree fatte dal RC-elicottero sono una nuova specialità di Sebastian Schöffel: the AIR MANICS.” Rider: Oliver Maier.

“Fabian Weber in Aerial a Sunset Beach.”

43


Windsurf Trip 44

IL GIOVANISSIMO FREESTYLER BELGA DIETER VAN DER EYKEN CI RACCONTA IL SUO VIAGGIO DI 5 SETTIMANE SULLA WEST COAST AUSTRALIANA DOVE HA CAPITO CHE A VOLTE È MEGLIO METTERE DA PARTE IL FREESTYLE PER CONCENTRARSI SUL WAVESAILING ED I SALTI. FACCIAMO QUINDI UN RIPASSO VELOCE DI UNO DEI LUOGHI PIÙ AFFASCINANTI SULLA TERRA… E CON TANTI E DIVERTENTI SPOT PER TUTTI I GUSTI! WELCOME TO WEST-OZ

Ci siamo presi un ventilatore, un po’

Il 29 ottobre era finalmente il giorno in cui sarei volato verso l’Australia

di provviste ed una cartina di Laure

Occidentale, lasciandomi il freddo del Belgio alle spalle per godermi il caldo, il

e, dopo aver caricato il van, ci siamo

vento e le onde della West-OZ, dall’altra parte del mondo! Avevo pianificato di

messi in strada. Timon faceva

volare su Singapore per arrivare a Perth alla 1.30 di mattina, dove mi avrebbe

davvero fatica a cambiare le marce

accolto Laure Treboux. Il piano però è cambiato a causa di uno sciopero della

ed io ogni tanto gli urlavo: “Stai sulla

Qantas, per cui gli aerei della compagnia non partivano da nessun aeroporto,

sinistra!!!”. Il viaggio in cui avremmo

lasciandomi a piedi per Singapore per qualche giorno assieme al mio amico e

percorso 4000 km sulla costa da

cameraman del viaggio, Timon Hagen. Dopo essere stati tutta la mattina al

Perth verso Geraldton, vedendo 1000

telefono con KLM, la nostra compagnia nazionale, abbiamo deciso di volare su

canguri investiti e dormendo 3

Bangkok. Solo 24 ore prima non avrei mai immaginato di ritrovarmi per le

settimane in un sacco a pelo in un piccolo van, era iniziato a tutti gli effetti!

Dieter Van Der Eyken in Burner One Hand a Coronation (Geraldton).

strade di Bangkok alla ricerca di un hotel scalcinato per passare le 13 ore che ci separavano dal nostro volo successivo. Il viaggio, quindi, si è complicato

SHARK BAY

molto e molto velocemente, facendo salire lo stress. Alla fine, però, così

Dopo aver guidato per 2 giorni in relax ed avere coperto 700 kilometri, siamo

facendo, siamo riusciti a gestire il jetlag, smaltendolo prima di arrivare a Perth.

arrivati al nostro primo spot del viaggio, nella zona di Shark Bay, rinomato per

Domenica pomeriggio, dopo 38 ore di viaggio, siamo finalmente arrivati a Perth

la sua natura eccezionale è assolutamente una tappa obbligata verso Gnaraloo.

dove, fortunatamente, c’era Laure ad aspettarci per portarci a casa sua, il

Io personalmente, stanco di starmene seduto in furgone a guardare in giro ed

punto di partenza del nostro viaggio. Dopo aver lasciato i bagagli ci siamo

ascoltare musica, non ero venuto per osservare la natura ma per uscire.

diretti in spiaggia, in quanto non sarei riuscito ad addormentarmi prima di

Quando però ci siamo avvicinati a Shark Bay sono veramente rimasto a bocca

aver visto l’Oceano. Appena arrivati ho visto i delfini per la prima volta in vita

aperta vedendo il verde delle colline contrapposto al bianco della spiaggia ed al

mia e mi sono immediatamente innamorato di questo posto. Ed ecco che non

turchese intenso dell’acqua, pieno di potenziale per spot ancora da scoprire.

sono riuscito ad addormentarmi comunque perchè ero troppo impaziente di

Appena siamo arrivati a Denham ho cominciato ad agitarmi come un pazzo alla

entrare in acqua. Ero affamato di onde e vento, ma le previsioni ci hanno

visione del vento! Ci siamo fermati al primissimo parcheggio e non abbiamo

lasciato un po’ sulle spine. Non era prevista onda ed anche il vento sembrava

perso altro tempo, ho armato il mio materiale da freestyle e sono uscito in

non entrare. Alla fine però abbiamo visto che c’era un po’ di vento la mattina

acqua. La session è durata solo un’ora, pompando come un pazzo per planare

del secondo giorno e quindi ci siamo diretti al fiume per fare una veloce

in uno spot che assomigliava tantissimo a Bonaire. Acqua piatta e bassa del

session di freestyle con leggeri venti orientali. Da quel momento però la

tipico colore azzurro cristallino dei Caraibi. Siamo riusciti a fare un po’ di foto e

situazione è precipitata ed, oltre alla piatta assoluta, c’era anche una pioggia

finalmente a bruciare un po’ di calorie.

torrenziale. Era ora di muoversi e puntare verso nord!

Vedendo che le previsioni davano pochissimo vento per l’indomani, abbiamo


TESTO DI Dieter Van Der Eyken | FOTO DI Timon Hagen 45

deciso di andare a visitare Monkey Maya, una spiaggia a soli 27 km a nord di

GNARALOO BAY

Denham in cui, la mattina, i delfini si avvicinano a pochi centimetri dalla gente.

Dopo essere stato shakerato per bene nel van, siamo finalmente arrivati

Lungo la strada ho notato una piccola laguna e ho detto a Timon che ci

all’incrocio per Gnaraloo, con metà serbatoio e 140 km di sterrato che ci

saremmo dovuti ritornare o magari fermarci al ritorno per filmare e fare un

aspettavano. Abbiamo continuato a guidare fiduciosi, ma sulla cartina di Laure

po’ di foto, perchè sembrava davvero ottima per surfare. E così è stato, infatti!

mancava un piccolo dettaglio, e cioè che il nome dell’accampamento fosse

Dopo aver aspettato qualche ora alla laguna, il vento è aumentato entrando da

“3Mile” e, quindi, invece di fermarci lì, siamo andati diretti verso Gnaraloo bay.

ovest e, dopo soli 10 minuti, sono arrivati 18 nodi e sono entrato con la mia S1

In questo posto non ci vengono molti rider perché, esausti dalla strada, non

4.7 nell’acqua di 1 metro. La cosa più bella, che ha reso questa laguna uno dei

hanno voglia di farsi altri 8 km dopo essere arrivati a 3Mile. Alla fine, però,

miei spot preferiti anche per filmare, è che non c’erano alghe come a Denham

sono stato contento che Laure si fosse dimenticata di questo dettaglio, in

e negli altri spot di Shark Bay e su quasi tutta la West Coast. L’unico piccolo

quanto sarei stato uno dei tanti che escono a Gnaraloo e che non hanno mai

problema è che pullulava di pesci leone…vedendo però quanta gente facesse il

visto e girato la baia per intero. La visione è simile a quella di un film. L’acqua è

bagno, abbiamo capito che non correvamo nessun pericolo. Ero abbastanza

di un azzurro intenso con una spiaggia bianca con grosse dune e onde che si

sicuro di essere uno dei primissimi windsurfisti in questo spot, ed è stata

srotolano perfette, senza anima viva intorno. Probabilmente perchè si trova a

un’esperienza molto interessante. Dopo due ore di freestyle tutto solo, il vento è

circa 200 km dalla prima parvenza di civilizzazione. Lo spot è ottimo anche per

scomparso con la stessa velocità di quando è entrato ed era ora di rimettersi

il Freestyle e lo Slalom, nonostante sia un po’ rafficato nell’inside. Essendo da

in strada verso Gnaraloo.

solo non devi nemmeno porti il problema di chiudere la macchina; i pescatori

Dovevamo guidare per altri 600 kilometri e, quindi, abbiamo cercato di coprire

locali lasciano addirittura le chiavi nel quadro! Dopo esserci resi conto di avere

quanta più strada possibile prima che diventasse buio, finendo poi per dormire

sbagliato posto, abbiamo deciso di tornare indietro e di fermarci

su una collina sul bordo della strada.

all’accampamento 3 Mile. Check-in veloce e diretti al picco.


46

Jaeger Stone Push Loop style.

Lo swell era ancora piuttosto piccolo

volando in down the line e facendo 8-9 bottom so ognuna!!! Non ero mai uscito

e sarebbe rimasto così anche per i

in un posto del genere e le onde non erano neanche granché a sentire le

giorni successivi. Ho quindi deciso di

previsioni ed i local! Ripensandoci ero troppo ansioso e voglioso di surfare

puntare su una veloce session di

onde per aspettare l’indomani, anche se davano 18-20 nodi tutto il giorno. Scott

freestyle prima che facesse buio.

McKercher ha sempre detto che Gnaraloo è un posto difficile da battere ed io

Sicuramente sarò stato il primo

me n’ero già accorto, anche in una giornata così piccola.

idiota a uscire in freestyle in uno

Il giorno seguente è arrivato sullo spot l’intero staff di Severne, rendendo lo

spot del genere, specialmente dopo

show in acqua davvero mozzafiato. Le onde erano più grosse, sui 3 metri e

aver guidato per 1300 km fino a

mezzo e c’erano 20 nodi costanti. Finalmente ho avuto la possibilità di vedere

Gnaraloo, dall’altra parte del mondo,

con i miei occhi quanto fosse bravo in wave Ben Severne, che faceva

per uscire col freestyle nel miglior

sicuramente i top turn più verticali e radicali, sentendosi a casa propria e

reef break in Australia. Dopo 10

lanciando secchiate di spray ad ogni cutback, spingendo al massimo su ogni

minuti sono uscito a prendere il

singola onda. Una volta ho perfino rischiato di venire macinato in uscita

wave e sono rientrato tra le onde,

dall’ultima onda del set perchè mi sono distratto a guardarlo mentre surfava.

godendomela come un bambino a

Matt, distributore nazionale di Severne, invece, era fisso sugli aerial e ne faceva

cui era appena stata regalata una

di enormi ad ogni sezione buona. Simon Hurrey, che inizialmente era un ottimo

bicicletta nuova. Ho preso ogni

freestyler, ora è assolutamente a suo agio anche tra le onde e punta a colpire il

singola onda mi capitasse a tiro,

lip col maggior ritardo possibile. Ogni singolo rider del team aveva il suo stile


47 personale. Oltre al team Severne, anche Laure è riuscita ad arrivare sul suo

il reforming dei grossi swell che rompono su un reef esterno. Appena le onde

picco preferito e si è assicurata che tutti se ne rendessero conto. Oltre ad

raggiungo i 3m, è garantito che ad ogni bordo ad uscire troverai almeno 3-4

essere la seconda freestyler al mondo, è anche un’ottima waverider, e punta

rampe per saltare ed è quasi impossibile non migliorare. A questa dimensione

sempre il lip a testa bassa, godendosi ogni secondo in acqua! Dopo circa 3

poi si possono anche surfare piuttosto bene, anche se in condizioni

giorni così, il livello generale è aumentato ulteriormente ed io finalmente ho

leggermente più onshore ed è quindi possibile colpire il lip provocando spray

imparato a surfare usando maggiormente i rail, che era il mio obiettivo

enormi. Quando le condizioni sono così, tutti hanno gli occhi incollati su un

primario del viaggio, in modo da migliorare parecchio le mie capacità di

rider solo: Jaeger Stone. L’eroe locale non ha fatto un singolo cutback in cui le

wavesailing!

sue tre pinne non fossero partite in spinout perfetto, girando o in taka o staccando poi in goyter perfetti. Per non parlare poi delle altezze stratosferiche

GERALDTON, IL POSTO IN CUI SONO RIMASTO

in salto… Mi sono innamorato di quelle condizioni e uscivo tutto il giorno col

Con lo swell in calo e poco vento previsto per i giorni successivi, era ora di

wave a cercare di andare sempre più alto, in quanto è semplicemente il

cominciare a tornare verso Geraldton, sperando di vedere finalmente il vento

paradiso dei salti! Oltre a Coronation, ci sono anche altri spot nella zona di

nei vari spot della zona. Ci aspettava una guidata di 800 km e, quindi, abbiamo

Geraldton. Spot-X è probabilmente lo spot migliore per il waveriding e si trova

optato per una partenza all’alba, in modo da superare la strada sterrata

poco più a sud di Coronation. È uno spot frequentato quasi esclusivamente da

mentre non c’era gente e non faceva ancora troppo caldo. Dopo 4 giorni di

local della West-coast ed è raggiungibile solamente con 4x4. Diversamente da

surfate e dormite nel mezzo del nulla, era anche ora di tornare alla civiltà. Non

Gnaraloo, per arrivare sullo spot è anche necessario fare un pezzo di strada

c’era fretta però, ed infatti abbiamo fatto una piccola tappa a Nanga Bay, una

sulla spiaggia. Qui l’onda è molto più ripida e potente e rompe pulita con vento

delle baie nella zona di Shark Bay, in modo da farci pesare meno il rientro,

side shore. Ci sono uscito anch’io una volta e sono rimasto colpito da quanto

dormendo in una bella piazzola dopo aver acceso un fuoco, aver fatto windsurf

l’onda fosse di qualità, anche se a volte è abbastanza imprevedibile. Jaeger

e soprattutto esserci riposati a lungo! Il giorno successivo siamo arrivati a

esce molto spesso in questo spot, come fanno la maggior parte dei local di

Coronation Beach verso le 12 ed il vento spingeva già e ho visto esattamente

Geraldton con 4x4. Uno spot più accessibile ma comunque bello per surfare è

quello che vorrei da uno spot di freestyle. Piattissimo nell’inside e con qualche

Sunset Beach, alla fine della città di Geraldton, con un accampamento proprio

chop ogni tanto verso il break per fare qualche airflaka, airfunnell e backloop.

in riva alla spiaggia, ed io sono rimasto davvero sorpreso che ci fosse così

Perfetto. Coronation si trova a solo mezz’ora a Nord di Geraldton e

poca gente. Con onda più grossa, offre ottime possibilità di waveriding, con un

probabilmente è la spiaggia più conosciuta e visitata della zona. Ci sono

picco su un reef a circa 20 metri sottovento, permettendo di fare anche 4

numerose piazzole per accamparsi sulla spiaggia ed è lo spot perfetto per tutti

bottom. Non è perfetto come Spot-X e funziona meno spesso, ma sono riuscito a

quei rider che non hanno stretto bisogno di onde down the line per essere

surfare una sera con 15 nodi e onda pulita ed è davvero ottimo anche per fare

contenti e divertirsi. L’atmosfera era molto rilassante e sicuramente questo è

aerial. Penso che appena le condizioni migliorino la folla arriva

uno dei posti che preferisco sulla west coast e, sapendo che Geraldton è il

immediatamente, ma dovrebbe esserci abbastanza spazio ed onde per tutti.

posto più ventoso della costa ovest, oltre a Greenhead, non potevo far altro che

Il primo di dicembre ha segnato la fine del mio viaggio di 5 settimane in

restarci per le 3 settimane successive. Sono uscito quasi sempre a Coronation,

Australia, e quando stavo per venir via, alcuni miei amici mi hanno detto: “Non

variando da vento da 4.7 con acqua piatta a 3m d’onda con la 4.0 che mi

essere triste perchè vai via, sii felice di esserci venuto!”. Questa frase mi ha

esplodeva tra le mani. La cosa bella è che qui c’è sempre un’onda su cui

fatto tornare il sorriso. Ho surfato 4 settimane su 5 e quindi un’ottima statistica

staccare. È sicuramente uno degli spot migliori per saltare di tutta la West-Oz.

che mi farà tornare negli anni successivi. Sicuramente la West-coast

Assolutamente perfetto per chiudere i primi backloop, in quanto non ti devi

australiana ha ancora un sacco di sorprese in serbo per me, e non vedo l’ora

neanche preoccupare di finire a rocce o di venire centrifugato dall’onda

di tornarci per surfare ancora in questi posti meravigliosi!

successiva, dato che erano molto molli. Queste onde, infatti, non sono altro che

A presto Dieter

Coronation, lo spot perfetto per la Shaka... anche nella sua variante One Hand!


People 48

ROBBY SWIFT CI RACCONTA IL SUO SCOPPIETTANTE INIZIO ANNO TRA MAUI, IL CILE ED IL SUO MATRIMONIO!

Il 2012 è stato un anno molto divertente per me finora. Ho passato il

abbiamo visto era ricoperta di polvere e si agitava correndo da una parte

capodanno a Maui e ho fatto le mie prime surfate dopo l’infortunio al

all’altra per completare gli ultimi preparativi prima della gara.

piede il 2 ed il 3 gennaio, per poi uscire a Jaws il 4, sempre in surf da onda, per non sforzare troppo il piede in windsurf. Il 5 gennaio sono

Il team Volkswagen ci ha riservato un trattamento eccezionale. Siamo

tornato giù in Cile e siamo partiti verso il deserto di Atacama per l’ultimo

stati trasportati in giro nel massimo comfort, specialmente considerando

giorno del Rally della Dakar.

il terreno, per poi cenare in ristoranti stratosferici e ci hanno perfino fornito delle tavole da sabbia su misura per surfare nel deserto. Sono

Si trattava di una promozione per la Volkswagen ed io, Klaas Voget e

rimasto positivamente impressionato che chiunque incontrassimo

Bjorn Dunkerbeck eravamo stati invitati per promuovere il nuovo Crafter.

chiedesse di “Bjorn”. Ovunque e chiunque, restava a bocca aperta a

Per me è davvero fantastico pensare che tra tutti gli sportivi al mondo

vedere questo titano del windsurf. Continuando a vederlo agli eventi di

abbiano scelto proprio 3 windsurfisti, perchè rappresentano alla

coppa del mondo, a volte ci si dimentica quanto effettivamente sia

perfezione il concept ed il target del nuovo furgone. Effettivamente non

leggendario questo personaggio. È veramente lo sportivo più famoso ed

abbiamo fatto windsurf ma siamo scivolati sulla sabbia, giù per le dune

ammirato in Germania e quando pensi a tutto quello che ha fatto nella

ed abbiamo spinto il Crafter 4x4 al limite!

sua carriera, ti rendi conto che merita tutta la notorietà di cui gode. Come ho già detto in precedenza, mi ha fatto davvero piacere che la

È stato davvero incredibile vedere quanto imponente fosse questa

Volkswagen abbia deciso di scegliere 3 windsurfisti per promuovere il

manifestazione. C’erano almeno 500 veicoli che hanno cominciato a

loro marchio. Ho sentito che anche Philip Koster ora è entrato nel loro

gareggiare dall’Argentina, attraversando le Ande, risalendo poi dal Cile ed

team e, quindi, spero veramente che il loro interesse cresca sempre di

arrivando in Perù. Noi siamo arrivati durante il giorno di riposo ed

più e che magari riporti l’attenzione del pubblico sul nostro eccezionale

all’accampamento non c’era tanta azione, a parte un sacco di piloti e

sport. Secondo me il windsurf è uno tra gli sport più tecnicamente e

meccanici. Penso che fossero rimasti solo 150 team in gara, e tutti gli

mentalmente difficili, ma anche il più divertente in circolazione. Mi

altri si fossero dovuti ritirare o per problemi meccanici, o per incidenti o

piacciono tutti gli sport in cui si possa sfrecciare a tutta velocità, avendo

semplicemente per esaurimento. Ogni veicolo in gara sembrava uscito da

il massimo controllo e libertà di dove andare.

un film di fantascienza. Anche i mezzi di supporto, dovendo riuscire a

Anche lo snowboard e lo scii sono un buon esempio, ma l’aspetto più

stare dietro alle macchine in gara, dovevano quindi essere in grado di

dinamico ed interessante del windsurf è che le condizioni variano

affrontare i terreni più impervi al mondo. Ogni singola persona che

radicalmente e ti permettono letteralmente di volare!


TESTO DI Robby Swift | FOTO DI Jeremias Marinovic (Cile), Jimmie Hepp (Maui), Juergen Tap Dakar (Per첫) 49

Robby Swift in Cile.

La comoda location cilena.

Condizioni perfette durante il wave clinic di Robby Swift in Cile.


50

Ci siamo quindi ritrovati nel bel mezzo del deserto, ad arrampicarci lungo

fatto un prezzo imbattibile per gli appartamenti. JC ci ha regalato delle

una delle dune più grosse al mondo, per poi scendere surfando a bordo

miglia del suo frequent flyer per farci ottenere degli sconti per i

delle nostre tavole da sabbia e per venire successivamente intrattenuti

famigliari. Un altro amico di mia mamma ci ha prestato il suo mezzo per

come pascià in un concerto rock privato di Rudolf Schenker degli

2 settimane. E quasi tutti i miei amici sono venuti per aiutarmi a

Scorpions, facendo foto assieme a Dariusz Michalczewski, un ex

preparare il posto per il ricevimento. Per concludere il tutto in bellezza,

campione di boxe e Jacky Ickx, ex campione di F1. È stato davvero

la gente che ci ha affittato la casa per il ricevimento ha detto alla mia

eccezionale pensare che io sia arrivato qui grazie alla mia passione ed

famiglia ed a quella di Heidy che si vedeva che tutti si fossero divertiti

amore per il windsurf!

tantissimo e che fossimo tutti molto vicini ed affiatati. Per me è stata la conferma che noi windsurfisti condividiamo molto di più che il nostro

Appena sono tornato dalla Dakar, erano rimaste solo due settimane

magico sport, è proprio la mentalità di condivisione e amore per la vita

prima del mio matrimonio, quindi mi sono buttato a testa bassa

che ci accomuna. Voglio quindi ringraziare chiunque sia venuto, perchè è

nell’organizzazione, assieme alla mia attuale moglie Heidy, mia mamma,

anche merito suo che tutto sia stato così speciale!

mio papà ed altri amici molto speciali. Il tutto ovviamente uscendo in surf ogni giorno e andando in palestra 3 volte a settimana. Il mio piede è

2 giorni dopo il matrimonio, abbiamo fatto delle uscite spettacolari con

migliorato gradualmente, permettendomi di uscire nuovamente in

vento di Kona a Lanes ed era giunta l’ora di rientrare in acqua in

windsurf, anche se la strap comunque mi faceva piuttosto male e quindi

windsurf, in quanto c’erano almeno 30 nodi ed un albero d’onda! Ero un

non sono uscito nelle onde più di tanto in quel periodo.

po’ apprensivo per il piede ed ho quindi fatto un solo Aerial, ma era così

Il giorno del matrimonio è arrivato senza tanti problemi, nonostante

grosso e preciso che mi è bastato. Inizialmente c’eravamo solamente io e

l’ansia dei preparativi, ma è stata una giornata memorabile. Sono uscito

Ross in acqua, poi è arrivato anche Josh Stone, proprio come ai vecchi

in surf con Ross e mio fratello David la mattina, guardando le balene che

tempi. Il giorno successivo abbiamo surfato a Hookipa, con condizioni

saltavano appena oltre il lineup ed i delfini che si divertivano a surfare le

eccezionali ed un albero e mezzo d’onda. Quel giorno erano tutti in acqua

onde a pochi metri di distanza. Al matrimonio c’erano circa 200 persone

e ogni rider che incrociavo mi urlava le congratulazioni per il

e la cerimonia è stata perfetta, con una festa che è durata fino alle 3 di

matrimonio, ed i presenti mi ribadivano quanto si fossero divertiti.

mattina (cosa che raramente succede qui a Maui). Tutti gli invitati si sono divertiti un sacco e quando la mattina seguente siamo andati su con mio

Ora sono nuovamente in Cile. Sono qui da 3 giorni e sono uscito sia il

papà ed il papà di Heidy per ripulire, il proprietario ci ha detto che non

primo che il secondo 6 ore al giorno tra surf e windsurf. Ieri sono uscito

era mai stato ad una festa in cui la gente era così felice e serena, e tutti

solo in windsurf e avrò preso circa 100 onde di un albero e mezzo,

sembravano volersi veramente bene dal profondo.

facendo almeno 3 bottom su ognuna. Questa sì che è vita! Sono venuto

Quasi tutti gli invitati erano miei amici windsurfisti che ho conosciuto

rider europei e locali. Per questa prima edizioni c’erano 7 rider. Abbiamo

durante gli anni alle varie gare di coppa del mondo PWA o durante i miei

ripreso il tutto e riguardato i video insieme, surfando e windsurfando in

viaggi, fino a quando mi sono trasferito qui a Maui. Sia la mia famiglia

4 diversi spot per 7 giorni totali di durata del corso. Mi sono divertito un

che quella di Heidy hanno conosciuto tutti appena sono arrivati ed

sacco ad insegnare e mostrando ai windsurfisti locali quanto sia

abbiamo davvero passato una serata stupenda perchè tutti eravamo così

eccezionale il posto in cui vivono. Tutti sono migliorati radicalmente e

affiatati e generosi. Sono veramente rimasto colpito da quanto i miei

spero si siano divertiti quanto me. Se volete venire l’anno prossimo,

amici tengano a me. A volte, essendo windsurfisti, tendiamo a

informatevi su www.oceansource.net o sulla mia pagina Facebook.

qui per fare uno di quelli che spero saranno molti stage di wave per

dimenticarci quanto sia eccezionale il fatto di condividere tutto con i propri compagni di uscite.

Giorni felici davvero! Amici eccezionali, condizioni spettacolari e una

Ci hanno regalato un sacco di materiale da surf e windsurf, i Buzianises

moglie stupenda. Grazie a tutti per aver resto il mio 2012 così divertente

ci hanno prestato i seggiolini da bambino per la macchina e ci hanno

e indimenticabile.


51

Hookipa mure a destra con il tradizionale trade wind. Klaas Voget e Bjorn Dunkerbeck durante la session di sandboard per la promozione del VW Crafter nel deserto di Atacama.

Robby e Heidy durante il loro matrimonio a Maui.

Lanes mure a sinistra con il Kona wind.


Didattica 52

ROBBY SWIFT, CON LA COLLABORAZIONE DEL TEAM JP E DI AXEL REESE (REMEDIA.DE), CI AIUTA A RIPASSARE LE DIVERSE TIPOLOGIE DI SALTO, DAL PIÙ SEMPLICE COME L’HIGH JUMP, FINO AL DOPPIO FORWARD. LEGGETE CON ATTENZIONE QUESTI IMPORTANTI CONSIGLI E APPENA POTETE CORRETE IN ACQUA PER METTERLI IN PRATICA. NEL PROSSIMO NUMERO TROVERETE LA SECONDA PUNTATA CON ALTRE MANOVRE PER TUTTI I GUSTI. E RICORDATEVI SEMPRE… IL FORWARD VA FATTO ORIZZONTALE E O NON VERTICALE!!!

HIGH JUMP L’High Jump, o salto dritto in alto, è la base per tutti

backloop o altri trick. I primi salti danno comunque

i salti nel windsurf. È consigliabile riuscire a fare

una sensazione eccezionale, e indipendentemente

dei buoni salti dritti con controllo, prima di

da quanto tempo tu faccia windsurf, è sicuramente

cominciare a provare rotazioni come forward e

la parte più divertente dello sport!


TESTO DI Robby Swift | FOTO DI Darrell Wong | THANKS TO remedia 53

PIC 1. Kauli impatta una piccola rampa nel posto

PIC 5. Comincia poi a guardare verso il basso,

PIC 12. Sempre più steso, e ora la gamba

perfetto, proprio dove sta per rompere il lip. Si

per scorgere il punto di atterraggio, mentre

posteriore si prepara all’impatto.

vede che la sua tavola stacca dal punto più

rimane ancora rannicchiato e vola

PIC 13. Manca pochissimo all’atterraggio. Si vede

ripido dell’onda e si trova al traverso pieno

tranquillamente.

come la tavola atterra di poppa e le gambe sono

(perpendicolare al vento). Si è sganciato dalle

PIC 6. Continua a guardare in avanti e a essere

piuttosto dritte, permettendogli poi di piegarle

cime del trapezio e ha la vela piena. Lascia che la

rannicchiato. Questo è l’apice del salto.

appena tocca l’acqua. L’atterraggio così sarà morbido

sua velocità e la ripidità dell’onda lo facciano

PIC 7. Comincia ora la fase di discesa. Kauli,

e non sarà pesante né per lui né per la tavola.

decollare in aria.

quindi, guarda dove andrà ad atterrare,

PIC 2. Kauli è già in aria. Piega leggermente le

PIC 14. Appena tocca l’acqua, piega

scendendo con la vela ancora piena e tenendo

immediatamente le gambe. Le braccia sono

braccia mentre le gambe sono molto più

ancora la tavola in modo da esporre la chiglia al

piuttosto stese e tiene il boma saldamente tra le

rannicchiate in modo che il vento scorra sulla

vento e creare portanza.

mani. La vela lo strattona un po’ e si vede che la

chiglia della tavola, creando portanza. È infatti

PIC 8. È ancora piuttosto rannicchiato, e scende

penna si piega per la potenza in eccesso, che

opportuno ricordarsi che anche la tavola, oltre

con la vela piena, scrutando il punto in cui

viene liberata.

PIC 15. Kauli affonda leggermente in acqua. Ha

alla vela, crea spinta verso l’alto.

atterrerà.

PIC 3. Ora si è rannicchiato ancora di più, e sia

PIC 9. Comincia ora a stendere leggermente le

ancora la vela piena e quindi può ripartire

braccia che gambe sono molto piegate. Le dita

braccia, sempre guardando verso l’acqua.

immediatamente. La tavola punta in avanti ma le

dei piedi sono puntate verso il basso, in modo

PIC 10. La vela ora risulta più aperta, ma il rider

pinne hanno perso portanza all’atterraggio.

che la chiglia prenda vento e lo sollevi

controlla la discesa e la potenza nella vela con la

Questo comunque è positivo, perché significa che

ulteriormente, come un albatros in planata.

mano posteriore. Comincia anche a stendere la

l’atterraggio è stato morbido.

PIC 4. A questo punto si nota che si è

gamba posteriore in modo da atterrare di poppa

PIC 16. Kauli sta ripartendo dall’acqua. La vela

rannicchiato quasi in una palla. Non potrebbe

e ammorbidire l’impatto.

non tocca l’acqua in nessun momento, e rimane

piegare braccia e gambe più di così. In questo

PIC 11. La vela a questo punto è molto più aperta,

quindi sempre in potenza. Cazza col braccio

mono, ha il massimo controllo sul materiale, e in

e stende entrambe le gambe per assicurarsi di

posteriore e sposta il peso in avanti in modo da

questa posizione genera anche la maggiore

attutire l’impatto, mentre mantiene la potenza

risalire sulla tavola il più velocemente possibile.

spinta possibile.

nella vela.

Ora è ripartito e si riaggancia al trapezio.


54

PIC 1. Come vedi, Jason ha scelto una rampa non troppo grossa né troppo ripida da cui staccare. In questo modo, potrà iniziare la rotazione appena

FORWARD LOOP

stacca dall’onda. Punta leggermente sottovento,

Il forward loop è la rotazione più facile che si può

non al traverso pieno come l’High Jump di Kauli.

fare nel windsurf. È davvero molto divertente e

PIC 2. Mentre sta per staccare dell’onda, allarga

facile da imparare e chiudere. È consigliabile esser

molto la presa della mano posteriore verso

invelati perfettamente e trovare una piccola onda

bugna, cominciando a rannicchiare la gamba

da cui staccare per abituarsi alla rotazione.

posteriore sotto il sedere.

FORWARD ONE HAND

PIC 1. È consigliabile staccare con entrambe le

Il Forward a una mano è un trick che incute

mani sul boma, in modo da aver maggiore

molta paura. Tecnicamente non è così difficile,

controllo mentre stacchi dalla rampa.

ma è proprio difficile psicologicamente pensare

Come si vede, Ricardo ha scelto una rampa

d’innescare una rotazione in avanti, a una mano,

piuttosto piccola ma abbastanza ripida.

ancora agganciato al trapezio!

Sarebbe più facile saltare da un’onda meno


55

PIC 3. A questo punto Jason tira con forza sulla

continuando a guardare verso poppa e restando

ancora di più. La rotazione è quasi ultimata e ora

mano posteriore, tirando in su la tavola con le

rannicchiato in una piccola palla per girare il più

non gli resta altro che prepararsi all’atterraggio.

gambe per innescare la rotazione.

velocemente possibile. Così facendo, poi, la

PIC 4. In questa foto si vede come Jason guarda

PIC 10. Comincia ora a stendere leggermente le

rotazione risulterà più laterale che frontale,

gambe, preparandosi poi ad attutire l’impatto

verso poppa, oltre la spalla posteriore. Ciò

permettendo di avere maggiore controllo.

con le ginocchia, e chiudendo nuovamente la vela

significa che non vede l’acqua che gli va in

Pic 6. Jason è ancora in quella posizione, e ora

per riacquistare un po’ di potenza e

contro, e dopo la rotazione potrà cercare con lo

comincia a cercare il punto d’atterraggio con lo

ammorbidire l’impatto. È pronto ad atterrare e

sguardo il punto d’atterraggio.

sguardo.

piega poi le ginocchia, mentre la vela riprende

PIC 7. Avendo ruotato molto laterale, la penna

potenza.

PIC 5. Jason ora è nel bel mezzo della rotazione,

dell’albero è rimasta sempre molto alta e non ha

PIC 11. Questo è il secondo prima dell’impatto.

toccato l’acqua. In questa posizione, può

Ora è rimasta davvero poca potenza nella vela e

guardare in basso per vedere il suo punto

sta per atterrare al lasco. Se invece dovessi fare

d’atterraggio, e decidere di aprire la vela per

una rotazione più verticale, si conserva troppo

rallentare la rotazione, in caso di necessità.

potenza nella vela e ruoti troppo velocemente

PIC 8. Qui si vede infatti che Jason decide di

all’atterraggio, rischiando di spaccare la tavola

riaprire la vela per rallentare leggermente. Le

abbastanza facilmente.

gambe sono ancora molto rannicchiate ma la

PIC 12. Jason ha chiuso il trick perfettamente,

mano posteriore non cazza più, rilasciando la

senza nemmeno bagnarsi le caviglie. È atterrato

pressione nella vela.

sulla poppa della tavola, ruotando lateralmente e

PIC 9. Jason ora ha trovato il suo punto

viaggiando sottovento con la vela carica, ed è

d’atterraggio. Ha spostato la mano posteriore

proprio questo il modo migliore di chiudere un

leggermente in avanti. Anche la mano anteriore è

forward, restando in pieno controllo.

stata fatta avanzare, in modo da aprire la vela

PIC 13. Jason riparte in planata piena!

ripida, ma lui è un veterano di questo trick,

forward a una mano, però, consiglio di puntare

gli tocca sulle gambe.

quindi non è assolutamente un problema.

su onde meno ripide, in modo da dover

PIC 2. Ricardo sta per staccare dall’onda e la

PIC 7. Come per il forward di Jason, anche

imprimere meno la rotazione grazie all’inerzia

Ricardo controlla perfettamente la rotazione,

tavola è ancora piuttosto verticale.

allo stacco.

che, come si vede, è più laterale e l’albero quindi

Questo è positivo, in quanto avrà maggiore

PIC 3. Ora è in aria e comincia a rannicchiare le

non punta verticalmente verso l’acqua,

controllo e andrà più alto. Per il tuo primo

gambe sotto il sedere per innescare la rotazione.

restandoci così ben lontano e non rischiando di

Si nota come la tavola cambia radicalmente

fermare la rotazione in quella posizione.

direzione prima di iniziare a tirare con il braccio

PIC 8. È raggomitolato un una piccola palla, con

posteriore. Questo succede proprio perché ha

braccia e gambe piegate. La sua testa non si

staccato da un’onda piuttosto ripida.

vede, ma sicuramente starà guardando verso

PIC 4. Ricardo ora chiude la vela tirando con

poppa, oltre la spalla posteriore, per cominciare

forza sul braccio posteriore. La sposta

a inquadrare il suo atterraggio.

ulteriormente verso poppa, in modo da poter

PIC 9. Ricardo ora è in fase discendente, ha

controllare meglio la potenza nella vela e la

aperto leggermente la vela e raddrizzato le

conseguente rotazione.

gambe, in modo da poterle piegare all’impatto

PIC 5. Adesso Ricardo è in piena rotazione, dopo

per attutire l’atterraggio. La vela ora riprende

aver tirato con forza sul braccio posteriore e

potenza, permettendogli di ripartire appena

aver rannicchiato entrambe le gambe.

toccherà l’acqua.

PIC 6. Da questa foto s’intuisce che il brasiliano

PIC 10. Ricardo è atterrato preciso e riparte...PIC 11 e 12.

sta tirando col braccio posteriore perché la vela


56

FORWARD ESITATO Ricardo fa alcuni dei forward esitati migliori al mondo e quindi è sicuramente un ottimo esempio da seguire per imparare!

non è troppo ripida, altrimenti devi ruotare ancora di più e complichi ulteriormente le cose. L’ideale è

DOPPIO FORWARD

un’onda abbastanza grossa ma non troppo ripida.

Il doppio forward è uno dei trick a cui viene

PIC 2. La mano posteriore è già completamente

riservato un ottimo punteggio durante le gare di

arretrata e arriva quasi alla bugna, come si vede in

wavesailing, in quanto è una delle manovre più

questa foto. È necessario iniziare la prima rotazione

difficili da chiudere e da iniziare a decidersi a

appena stacchi, in modo da girare il primo forward

provare. Il principio è lo stesso di un forward

mentre stai ancora salendo.

singolo, però ne devi fare due… (Ma dai…)

PIC 3. Tiro quindi con forza sul braccio posteriore,

PIC 1. Ho scelto un’onda di media dimensione e che

rannicchiando le gambe sotto il sedere appena


57

PIC 1. Qui si vede che Ricardo ha scelto una rampa

PIC 5. Piega quindi le gambe, per iniziare la

deve assolutamente puntare in verticale verso

molto più grossa rispetto a quella usata per il

rotazione. Non ha ancora tirato con la mano

l’acqua, altrimenti sarà praticamente impossibile

forward one hand. Impatta la parte più ripida

posteriore ma sta già cominciando a scendere

fermare la rotazione.

dell’onda a tutta velocità per volare in cielo.

verso l’acqua. A questo punto il timing è davvero

PIC 2. Si nota subito infatti quanto velocemente a

PIC 10. Ricardo è andato così alto che deve aprire la

vitale. Se tiri troppo presto girerai troppo, se

vela per rallentare la rotazione. Le gambe sono

quanto in alto sia salito. Ha anche piegato le gambe

aspetti troppo invece, non farai in tempo a

ancora piegate e continua a guardare il punto in

in modo che il vento crei portanza spingendo sotto

completare la rotazione, atterrando pesantemente

cui atterrerà.

la chiglia della tavola, facendolo salire ancora di più.

sulla schiena.

PIC 3. Ricardo è arrivato all’apice del suo salto. Ha

PIC 6. Ora si vede come Ricardo guarda verso

PIC 11. Si nota subito come aprendo la vela la

un sacco di vento e potenza nella vela e infatti la

poppa, oltre la spalla posteriore e chiude la bugna

apre leggermente per poter innescare la rotazione

col braccio posteriore con tutta la sua forza,

atterrare di poppa per non distruggere il materiale.

più facilmente. Le gambe sono ancora piegate,

piegando le gambe ed innescando una perfetta

PIC 12. La vela ora è quasi completamente aperta e

mentre le mani sono ancora con la presa

rotazione laterale.

le gambe stese, in modo da ripiegarle poi per

rotazione rallenti. Così facendo riesce a scendere verso l’acqua col massimo controllo, in modo da

d’andatura, in modo da staccare comodamente per

PIC 7. In questa foto si vede bene quanto guarda oltre

andare il più alto possibile.

la spalla posteriore. Ha cazzato la vela con violenza,

PIC 4. In questa foto si nota come Ricardo abbia

PIC 13. L’atterraggio, ovviamente, è perfetto. La vela

assorbire l’impatto dell’atterraggio.

tirandosela sulle gambe, che sono molto piegate.

è rimasta in potenza e verticale, mentre il peso è a

spostato la mano posteriore verso bugna,

PIC 8. Tutto il suo peso è spostato a poppa e sulla

poppa. Scendendo da un’altezza del genere,

allargando parecchio la presa. Questo step è

bugna della vela, il braccio anteriore è quasi

logicamente, l’atterraggio non sarà mai tanto

davvero fondamentale, in quanto conferisce

completamente steso, mentre quello posteriore

morbido, ma l’importante è tirare molto forte

abbastanza potenza alla vela per innescare la

rimane piegato, garantendo una rotazione il più

all’inizio, aprendo poi la vela alla fine, in modo da

rotazione. È bene ricordare che più larga è la

laterale possibile.

ruotare lateralmente. Così facendo avrai maggiori

presa, più la rotazione sarà laterale, e quindi

PIC 9. Qui si vede quanto la vela gira piatta. Questo

possibilità di chiudere il trick senza farti male alla

controllabile in tutte le condizioni.

garantisce un controllo eccellente. L’albero non

schiena o rompere la tavola.

stacco dall’onda. Così facendo, girerò la prima

tirare col braccio posteriore.

notare come la vela sia piatta e quasi parallela

parte molto velocemente, avendo più tempo per la

PIC 6. A questo punto, se volessi fare un forward

all’acqua. Questa è una cosa molto positiva, in quanto,

seconda rotazione.

solo, riapriresti la vela per rallentare la rotazione,

come detto in precedenza, i doppi verticali sono al

PIC 4. Ho chiuso la vela con molta violenza, in modo

ma volendone fare due, continuo a restare

limite del controllo e a dir poco rischiosissimi!

da eseguire una rotazione piuttosto laterale. È

rannicchiato e a tirare sul braccio posteriore,

PIC 11. Continuo a girare e ora scorgo anche il

molto meglio così, in quanto i doppi troppo verticali

controllando anche che abbia abbastanza spazio

punto in cui andrò ad atterrare. Continuo a cazzare

sono davvero problematici e pericolosissimi!

per farla. Nota come la mia testa sia ancora girata

la vela col braccio posteriore, in modo da ultimare

PIC 5. Ho praticamente già ultimato la prima

verso poppa, in modo da poter visualizzare il punto

la rotazione. Sarebbe stato meglio ancora se fossi

rotazione, mentre sono ancora rannicchiato per

di atterraggio. Se dovessi accorgerti di essere

andato un po’ più alto, potendo aprire leggermente

essere il più compatto possibile, continuando a

troppo basso, questo è il momento giusto per

la vela e controllare meglio l’atterraggio, ma anche

mollare tutto, così non ti farai male a cadere in

così sono a buon punto.

acqua e non rischi di cadere sopra al materiale!

PIC 12. A questo punto può capitare che l’albero

PIC 7. Dopo aver valutato, mi sono reso conto di

tocchi nell’acqua e fermi la rotazione. Avendo però

essere abbastanza alto, e quindi decido di proseguire

girato così laterale, io non ho questo problema e

la rotazione, restando quindi chiuso in una piccola

riesco a girare fino alla fine, atterrando con la vela

palla e continuando a tirare sul braccio posteriore.

piena e potendo ripartire subito.

PIC 8. Si nota come continuo a tirare sul braccio

PIC 13/14. L’atterraggio di un doppio è generalmente

posteriore mentre la parte bassa della vela è

piuttosto duro, ma se hai abbastanza potenza nella

completamente chiusa sulle mie gambe.

vela e l’albero non ha toccato nell’acqua, ottieni

PIC 9. Continuo ancora a guardare indietro e a

comunque degli ottimi punti, quindi non importa!

tirare sul braccio posteriore. A questo punto non

Perfino i tuoi amici ti faranno le congratulazioni,

c’è più tanta potenza rimasta nella vela, ma finchè

quindi un leggero dolore che svanisce dopo qualche

continuo a tirare, continuerò a ruotare.

secondo è un prezzo minimo da pagare sapendo di

PIC 10. Qui sono a metà della seconda rotazione. Da

aver appena fatto un ottimo double forward!


58

Mark Angulo si prepara a fare una delle sue pazze evoluzioni, la nuova Mutant bugna avanti. Š Vinnie Armato Globalshots


INTERVISTA DI Fabio Calò | FOTO Matteo Righetti, Jimmie Hepp, Amorphia Photography, Globalshots, Darrell Wong 59

Quando il gioco si fa duro Mark Angulo è sempre pronto a giocare. Aggirandosi per il parcheggio di Ho’okipa non è difficile imbattersi in pro più o meno famosi o addirittura vere e proprie leggende del nostro sport, ma “quando il gioco si fa duro” quelli che veramente lasciano a bocca aperta si contano sulle dita di una mano. Abbiamo avuto il privilegio di incontrare Mark Angulo e sua moglie Elena Pompei nella loro casa a Maui. Mark è il rider che forse più di chiunque altro ha rivoluzionato il mondo del wave negli anni ’80 e ’90 inventando la maggior parte delle manovre più toste che ancora oggi si possono fare tra le onde… ma soprattutto adesso, ben oltre i 40 anni, ogni volta che entra in acqua si butta senza riserve in tentativi di manovre innovative e spettacolari come la nuova nata “Mutant”. Un uomo che, superata l’apparente ruvidità, si è dimostrato disponibile ad aprirci casa ed a raccontarci tutta la sua incredibile storia… dalla fama mondiale, alla totale scomparsa dalle scene per molti anni, fino al grande ritorno come rider senza pari e non da meno come shaper di tavole custom per il suo omonimo marchio. Ovviamente, come ogni grande uomo al suo fianco c’è una grande donna… Elena! Ormai qui a Maui sono chiamati da tutti “Il re e la regina di Ho’okipa”.

Elena Pompei e Mark Angulo. © JDPhotofairy


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INTRO Non vedevo l’ora che arrivasse il giorno previsto per l’intervista a Mark Angulo e sua moglie Elena. Il “gruppo vacanze Funboard” si è presentato puntuale all’appuntamento a casa Angulo, ad Haiku, un po’ sopra il paese. Incontriamo subito Mark nella sua shaping room ricavata in uno dei garage della villa. È al lavoro, come ogni mattina ed io sono molto emozionato a entrare in uno dei luoghi di culto del nostro sport, e soprattutto a conoscere uno dei maggiori talenti della storia del windsurf. Mark ci mostra le sue ultime creazioni facendoci fare un tour guidato e spiegandoci come lavora. Insieme a noi c’è anche sua moglie Elena, una ragazza romana che tanti anni fa decise che Maui avrebbe fatto parte della sua vita, e ci è Alcuni momenti durante l’intervista a casa Angulo. © Matteo Righetti

decisamente riuscita… Dopo aver fatto un po’ di foto con Mark ed Elena con le tavole, ci accomodiamo tutti insieme sulla terrazza della casa che si affaccia su uno splendido e grande giardino e da cui, in lontananza, possiamo vedere l’Oceano con i suoi colori meravigliosi e il vento che si sta distendendo facendoci intuire che sarà un’altra splendida giornata di windsurf… Più tardi però! Ora ho davanti a me un pezzo della storia e del presente del windsurf. Ciao Mark, ci puoi raccontare la storia della tua famiglia? Siamo venuti qui a Maui verso il 1986, trasferendoci da Oahu, dove mio papà shapava tavole da surf da onda da almeno trent’anni. Essendo uno shaper molto rinomato, io, Josh e Andy eravamo sempre in giro nei vari negozi e facevamo qualche piccolo lavoretto di riparazione e di shaping. Quando siamo venuti qui a Maui, durante gli anni d’oro del windsurf, abbiamo aperto un grosso negozio proprio in centro, a Kahului. Ci siamo velocemente abituati alla vita di Maui e dopo una ventina d’anni eccoci qui. Mio papà ora realizza quasi esclusivamente tavole da SUP direttamente a casa mia. Io invece mi occupo delle tavole custom per il windsurf, mentre Josh si occupa della produzione delle tavola di serie del nostro marchio. Realizzi custom anche per tuo fratello Josh? Sì, a volte, ed anche i primi prototipi delle nuove tavole che andranno poi in produzione. Ho realizzato tutta la linea Victory per lui, ma per quanto riguarda il materiale slalom e race fa tutto altrove, con uno shaper europeo con cui collabora. Le tavole di serie, poi, vengono prodotte in Cobra. Qualche volta gli faccio una tavola custom wave, ma spesso e volentieri utilizza le sue stesse tavole di serie di cui è molto soddisfatto. Lui

La shaping room di Mark Angulo. © Matteo Righetti

è molto più business oriented, mentre io preferisco starmene da solo nella mia shaping room, farmi una tavola come voglio ed andare a provarla in acqua immediatamente. Quante tavole custom realizzi in un anno? Circa 90 che vendo un po’ ovunque, a rider inglesi, tedeschi, greci ed anche a qualche rider locale ed americano. Cerco di realizzare 6 tavole al mese, in modo che a fine anno siano almeno 72. C’è davvero un sacco di lavoro dietro, in quanto le costruisco a mano dal nulla e faccio ogni singola operazione fino al prodotto finale. Alcune tavole sono più veloci di altre da fare e quindi mi danno maggior margine. Dipende anche dalla tipologia di tavole, che varia da piccole tavole wave a enormi SUP da race di 16 piedi.


Elena in bottom turn a Hookipa con le sue tavole personalizzate... Š Amorphia Photography

Mark Angulo durante il photoshoting Naish 2012. Š Darrell Wong

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62

THE MUTANT

Quanto viene a costare una tua tavola custom? Una tavola finita, con anche straps DaKine, pad e pinne BlackProject varia dai 1850 ai 2000 U$D. Qualsiasi shape ultimato poi può essere spedito più o meno ovunque sul globo per circa 300 U$D e, dunque, risulta sempre meglio che i clienti si rivolgano direttamente a me, piuttosto che ai negozi. Una tavola pronta per entrare in acqua, comprese le spese di spedizione, costa quindi all’incirca sui 2300 U$D, che è quasi lo stesso prezzo commerciale delle normali tavole. Che materiali utilizzi? Uso, secondo mie specifiche particolari, i soliti materiali commerciali utilizzati da tutti. Polistirolo ad alta densità sopra e sotto, doppio sandwich sotto i talloni, con rinforzi in carbonio nelle zone più a rischio d’impatto, come a prua e sui rail. Ho realizzato un sacco di tavole per rider che ci vanno giù pesante e quindi so esattamente come renderle a prova di proiettile. Cosa ne pensi dell’evoluzione dei nuovi shape? Prima i single, poi i twin, poi i quad e ora i thrusters e il ritorno ai single…? Bhè, bisogna capire che l’industria cerca sempre di massimizzare i profitti. Spesso, quindi, non puntano a vendere quello che è meglio per il rider ma semplicemente le tavole che hanno in casa e per cui hanno realizzato lo stampo, secondo le loro teorie di marketing. La verità è che ogni tavola, fatta correttamente, va bene. Io posso farti un single, un twin, un thruster o un quad che tu, a seconda dei tuoi gusti, poi scegli, ma tutte vanno benissimo. È questa la grande bugia dell’industria. Far credere al pubblico che a meno di avere una tavola, non si riesca a surfare in un certo modo. Un sacco di tavole diverse funzionano benissimo, anche a seconda delle diverse condizioni, e hanno tutte caratteristiche radicalmente differenti sia nel design che nella realizzazione. È quello il bello di essere uno shaper. Io realizzo tavole secondo i miei criteri personali e sono contento di poter offrire un pezzo di me al pubblico che vede il waveriding come me. I miei


63

© Vinnie Armato Globalshots

rocker, per esempio, sono molto longilinei e veloci, perché voglio potermi spostare velocemente sul picco, senza arrancare. Bilancio poi il tutto con la V, il concavo, ecc, in modo da offrire il miglior prodotto possibile. Che setup utilizzi a Ho’okipa? Ora sto utilizzando un single fin. Durante le riprese di Windsurfing Movie 2 usavo un Thruster, mentre lo scorso anno ho usato il twin. Una buona tavola, comunque, dovrebbe idealmente funzionare altrettanto bene con qualsiasi setup di pinne. Se la tavola ha un buon profilo ed una buona distribuzione del volume, resterà tale con quante pinne si vuole. Se invece fa schifo, fa schifo anche con 18 pinne… Ho visto alcune foto in cui utilizzi ancora tavole asimmetriche? Sì, ogni tanto realizzo ed uso tavole asimmetriche per divertirmi. Le sta usando anche Luke Siver. Sono convinto che per le tavole puro wave down the line su picco formato questo sia il concept più innovativo e funzionale in circolazione. Io le adoro. Ti permettono di fare bottom più stretti e di sollevare secchiate di spray ogni volta che arrivi sul lip! Super divertenti. Ed alla fine è questa la ragione principale. Il divertimento. Penso che la gente sia troppo limitata dalle proprie regole mentali e tutti dovrebbero provare nuove soluzioni piuttosto che essere così rigidi e seguire alla lettera regole inesistenti. La gente in spiaggia, sui blog, sui forum parla troppo, e spesso e volentieri parlano senza nemmeno sapere di cosa stiano effettivamente parlando. Cambiamo discorso. Come vi siete conosciuti? (Risposta di Elena). Ahaha. Ci siamo incontrati negli anni ’80 a Lago di Garda durante una gara di PBA dove c’erano tutti quelli che poi sarebbero diventati i nomi più grossi dello sport. Ho visto Polakow per la prima volta, Bjorn era ancora un ragazzino gracile e perfino Mike Waltze era venuto giù per suonare col suo gruppo alla discoteca Spleen di Arco! Mark l’ho riconosciuto grazie alle sue foto pubblicate

Elena fa lavorare i rail. © Jimmie Hepp


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Helishot ad Hookipa. © Darrell Wong

sulle riviste di windsurf di allora e me ne sono innamorata a prima vista. Quell’inverno poi sono andata a Maui con delle amiche e ci siamo recate al negozio Angulo dove abbiamo visto Josh, fratello minore di Mark, che allora aveva solo 13 anni, che ci ha chiesto cosa volessimo. Josh ha chiamato Mark al telefono e mi ha detto di incontrarlo a Ho’okipa. È arrivato assieme a Laird Hamilton con cui allora condivideva una stanza. Io all’epoca abitavo ancora a Parigi e, dopo la vacanza di due mesi a Maui, ci sono tornata con una depressione pesante anche perché, passati i due mesi insieme, Mark mi lasciò. In seguito mi sono trasferita a Maui e per 5 anni mi capitava di incrociarlo insieme alla sua nuova ragazza. Finalmente, poi, alla fine mi sono trasferita qui definitivamente e ci siamo rimessi insieme nel ’99 e sposati il 3 marzo del 2007 nel giardino di casa nostra. Mark è molto europeo come mentalità e, quindi, sebbene veniamo da due mondi diversi, ci siamo trovati e siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Il windsurf poi ci ha accomunato definitivamente. A mio parere è importante anche uscire e girare il mondo, perché comunque Maui resta un piccolo paradiso ma è sempre buona abitudine non abituarsi troppo e mettersi in situazioni nuove. Si apprezza anche di più il ritorno. Molti dei rider qui sono illegali e, se dovessero uscire dal paese, non potrebbero più tornarci perché verrebbero arrestati e mandati via dall’America per infrazione del visto. Elena, com’è la vostra giornata tipica? Mark di solito si sveglia alle 5:30 per iniziare a lavorare verso le 7 di mattina. Così facendo può dipingere o resinare le tavole e lasciare che si asciughino nel pomeriggio mentre entra in acqua. Una volta che esce può poi continuare a lavorare e fare i preparativi per l’indomani. Io, invece, mi sveglio più tranquillamente verso le 8. Sono davvero contenta che Mark abbia realizzato la sua shaping room nel nostro garage, così ci vediamo molto di più rispetto a quando lavorava alla Cannery, di fianco a Quatro. In

Foto di repertorio di Mark Angulo. © AngulorulobyWeston


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Š Matteo Righetti

Thanks to: Glenn Haslbeck


© Jimmie Hepp

66 generale, comunque, dipendiamo molto dalle condizioni e se sono buone, surfiamo dalle 11.30 in poi, anche per tutto il giorno. Io mi occupo del giardino, ho piantato alberi di papaya per farci colazione e tantissime palme perché spero possa diventare un mio futuro business. Ho anche una compagnia di costumi da bagno che però non vende tanto in Italia, ma più in America e Giappone. La sera andiamo a fare qualche cenetta dai Naish, ma in generale la nightlife è molto tranquilla. Due anni fa ha chiuso perfino Jacques, che era l’unico ristorante/locale di Paia e quindi è tutto fin troppo tranquillo. La sera, comunque, siamo talmente stanchi che va benissimo starcene sul divano a guardare la tele e ci addormentiamo. Mark, come ti è venuta in mente la Mutant, manovra wave di tua invenzione? È una lunga storia! Sapevo già fare i wave 360°. Io però volevo farne una versione in cui mi staccavo di più dal lip, andando più alto e più in lungo, in modo anche da passare sezioni critiche. Era però necessario impedire che la penna toccasse il lip, in modo da non fermare la rotazione. Ho continuato a provare e riprovare e

migliora. Ed è anche così che si è fatto questa cicatrice di 12 punti, facendo un

poi ho capito che avrei dovuto girare la testa indietro come in un pushloop,

goyter a ottobre. Mark spinge sempre al massimo ed il suo corpo a volte non

cercando la penna con lo sguardo, e imprimendo maggiore rotazione con le

riesce a stargli dietro. È un innovatore ed è pronto a pagarne sempre il prezzo.

spalle ed i fianchi. Una volta sottosopra, la vela riprende potenza e ti permette di

Ma ora ne è valsa la pena.

raddrizzarti. Ho continuato a provarlo e riprovarlo per quasi due anni, senza successo. Stavo per lasciar perdere quando, proprio durante le riprese per WM2,

Mark, altro da aggiungere?

Dio mi ha dato un segnale e sono riuscito a chiuderne uno gigantesco proprio

Sono sicuro che in giro ci sono un sacco di voci, sia positive che negative, sul

davanti all’obiettivo! È stato circa 3 anni fa.

windsurf e sulla vita che facciamo qui a Maui. A mio avviso però è importante ricordare che il windsurf sia soprattutto divertimento. Non c’è bisogno di essere

Per non parlare poi della Mutant… bugna avanti!!! Pazzesco… Hai altre

tutti così ostili e seriosi o fissati sul materiale. Basta uscire e divertirsi. Troppa

novità da svelarci?

gente si arrabbia quando sbaglia una manovra o si urla per una precedenza

Ora sto provando anche altre varianti one hand del 360° o anche 360° con un

mancata. Bisognerebbe essere tutti più tranquilli e condividere questa nostra

passaggio aereo in diablo, in cui lasci andare la mano anteriore e, in aria, giri

gioia comune. Insomma, la gente dovrebbe ricordarsi di: Divertirsi!

la vela per riatterrare bugna in avanti. Sarà una figata! La manovra che voglio però chiudere a tutti i costi è il doppio 360°. Sono già riuscito a completare la rotazione aerea, ma mai a chiuderlo ancora davanti al lip. È come una specie di Mutant into Forward. Elena interviene: Però è impossibile…ma Mark ne è convinto! È la progressione naturale che ci motiva ad andare avanti. Ogni volta che esci vuoi andare più alto, più veloce e fare trick più difficili aggiungendo qualche piccola variazione. Inizialmente magari non è così pulita ma poi lavorandoci su si

Il Re e la Regina di Hookipa. © Amorphia Photography

Il “gruppo vacanze Funboard” sulla terrazza di casa Angulo.


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Windsurf trip 68


TESTO DI Federico LaCroce, Renato Vitale | FOTO DI Darrell Wong 69

Fede LaCroce

La 99 family del Summer Camp.


70

Andrea De Cesaris “il pilota”.


Fede perde il controllo.

FEDE LA CROCE: La meta prescelta è veramente

dell’isola, sulla south shore di Oahu è tutta un’altra

(Zico, Citoni, Carlo Pini…). L’atmosfera è calda, si

esclusiva, un luogo esotico e idilliaco, dove il

storia. All’arrivo a Waikiki Beach, distolto lo sguardo

respira nell’aria la voglia di fare windsurf, dopo

contrasto tra il capitalismo della civiltà occidentale

dai grattacieli che si ergono in riva all’oceano,

giornate di test, allenamenti e free surf, oggi è

e la natura selvaggia di un’isola tropicale vivono in

l’occhio viene immediatamente catturato dalle onde

giorno di shooting. Alla macchina fotografica c’è

un’armonia quasi paradossale. Un luogo dove

perfette (sembrano quasi disegnate) che frango da

Darrell Wong, uno dei fotografi di windsurf più bravi

d’estate onde perfette spazzolate dal vento

tutte le parti. Qui il vento è leggero e perfettamente

del mondo (in casa 99 non ci si fa mancare nulla, si

rompono non-stop garantendo tra le più belle

off-shore, un vero paradiso del surf da onda.

punta sempre al top!). È la mia prima volta al camp

condizioni wave del mondo: signore e signori

Proseguendo, però, verso sud lungo la costa si

e sono un po’ emozionato. Dopo i primi minuti di

welcome to Honolulu. Nonostante Oahu non sia così

arriva in un punto speciale, dove la giusta

riscaldamento, insieme agli amici di sempre, tra un

rinomata nel mondo del windsurf, colpa forse la

combinazione tra direzione del vento e

bottom, un cut back e un aerial intorno a Darrell, ci

vicinanza con Maui (indiscussa mecca del nostro

qualità/dimensione dell’onda crea lo spot wave

si diverte e ci si incita a vicenda dando il meglio alla

sport), se dei puristi del wave come i rider 99 ci

perfetto: Diamond Head. Il parcheggio lookout che

ricerca dello scatto perfetto. La session migliore a

tornano tutti gli anni un motivo c’è. Si sa, infatti, che

si affaccia sul mare dall’alto della scogliera è il

Diamond Head è generalmente alla mattina, quando

i mesi estivi nel Pacifico sono carenti di onde

punto di ritrovo del camp 99. Ecco infatti arrivare

il vento non è ancora troppo forte e le onde

provenienti dai settori settentrionali, ma in quel

Gianni Valdambrini (owner e shaper del brand),

rompono ordinate sul reef. A ruota, una surfata

periodo sono assai frequenti le mareggiate da

seguito da alcuni team rider d’eccellenza, primi fra

dopo l’altra si sfrutta la condizione fino all’ultimo.

quelli meridionali, e se a Maui i south swell faticano

tutti Renato Vitale e Andrea “Decio” De Cesaris, e

La giornata al camp non da un attimo di tregua,

ad entrare per la posizione e conformazione

con loro altri vari membri e amici della “famiglia”

soprattutto quando c’è da lavorare. Finito di surfare

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Federico LaCroce dopo la session.

a Diamond si ha giusto il tempo di passare da casa per riacquistare un po’ di forze con un buon piatto di pasta all’italiana e ci si sposta subito a Toes per la sunset session. Qui il vento soffia molto off-shore ed è un po’ rafficato, ma la condizione è veramente esagerata, come dice Andrea “Gigolino” Rosati (anche lui sempre presente sull’isola ad agosto) “è finta”: un vero e proprio parco giochi del wave riding down the line. Onde perfette, glassy, permettono carvate, slashate e aerial a rotazione come su una giostra. Si sta in acqua fino a che fa buio, non si vorrebbe mai uscire, ma per fortuna il parco riapre ogni giorno alla stessa ora. Le attività al camp sono innumerevoli, quando non c’è vento si va in acqua col surf da onda e anche alla sera c’è di che divertirsi: spaghettate di gruppo, italian party in ville stile Magnum P.I., serate nella city e jam session con Gianni Valdambrini al sax… insomma c’è tutto quello che si può desiderare in una vacanza!

RENATO VITALE Ero un pischello di 19 anni a Diamond Head, ipnotizzato dalle curve compassate sulle onde di Robby Naish e Pete Cabrinha: ne è passato di tempo ma ancora oggi aspetto con la stessa emozione il giorno d’estate in cui atterro a Honolulu. Agosto ad Oahu rimane ancora una delle mie scelte favorite per trascorrere le “ferie estive”. Come me in molti hanno imparato il waveriding su quest’isola hawaiana dalla quale è impossibile non rimanere morbosamente calamitati. Negli anni 90 il windsurf era nel suo massimo boom economico e Diamond Head era l’Hookipa mure a sinistra. Tanti i rider di allora che sono diventati poi dei campioni e miti, e tutti si allenavano a Diamond Head: Bjorn Dunkerbeck, il nostro Cesare Cantagalli, ovviamente Robby Naish e Cabinha, Josh Stone e Scott Carvill, Paolo Rista, e oggi Fabrice Beaux, Peter Gartske e i nostri Fede La Croce ed Andrea Rosati. Perfetta per una vacanza, Oahu offre tutti i vantaggi di un viaggio negli USA, abbinato alla costanza delle condizioni ottimali per il waveriding e il surf. Pochi i local aggressivi ad agosto, a parte in qualche surf spot sotto mareggiata. Le case da affittare sono sempre molto belle, vicine ai 2 spot, Toes e Diamond Head e non troppo costose: costa meno una villa con piscina, jacuzzi e 5 stanze a Kahala, la zona residenziale più esclusiva di Honolulu, che un condominio “a due passi” da Porto Cervo…


Gianni Valdambrini “lo shaper�.

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74

Renato Vitale.

GLI SPOT

in compagnia di Zico e lo stiloso belga Hans Isaac.

DIAMOND HEAD è uno spot facile, non ci sono

E della luce ed i colori di Oahu ne vogliamo parlare?

pericoli rilevanti, ma supertecnico. Il vento è mure a

È il top per foto e video, Darrell Wong, il nostro

sinistra ma l’onda è una destra… Cosa vuol dire?

fotografo, ne ha fatto il suo homespot, regalando lo

Che partendo sul bottom turn ci troviamo il picco

sfondo di Diamond Head e della sua onda cristallina

dell’onda che ci viene contro. Non è quindi facile

a decine di copertine delle riviste di windsurf di

prendere velocità (che si acquista normalmente

tutto il mondo. Il nostro shaper personale, Gianni

partendo dal picco), bisogna imparare a usare la

Valdambrini (... fa fico avere il personal trainer, noi

tavola con le gambe come in surf da onda. È però

abbiamo lo shaper…), organizza il NoveNove Camp al

facile e naturale acquisire il timing per impattare il

quale è impossibile non mancare: fotografo top,

lip, forse una delle cose più difficili da imparare

spot top, tavole top, amici e personaggi che

quando si vuole surfare le onde; gli aerial e off the

rappresentano la Zelig del wave italiano: Riccardo

lip sono “regalati”…

Baita e il Decio, Zico, Melidoni e Citoni, lo stesso

TOES è un outside reef, non così outside ma molto

Gianni ed il suo fido Pini, Marco Revel, Sebastiano

“reef”: con la bassa marea, data la poca acqua, è

Sorisio, Michele Ceribelli, Boscarino e Luca Gianni…

consigliabile una tavola multifin e galleggiante.

e i nostri Gigolino e Lacroix… Una banda di comici

L’onda si srotola lunga con il vento a 30 gradi

che amano surfare le onde , quasi tutti

offshore, ideale per qualsiasi stile e tecnica di

“novenovati”. Next summer… see u there… Prima che

surfata. Personalmente è il mio spot preferito, non

Monti metta anche una tassa sull’extrabaggage e

ricordo quante centinaia di onde ho surfato a Toes

un’altra sul quad e il trifin… ALOHA!



Endless Summer 76

IL VENEZUELA: Se non sai molto del Venezuela, c’è ben altro oltre alle donne più belle del mondo, la vittoria di 6 titoli di miss World&Universe su 6 e ovviamente Chavez, una delle figure più controverse e popolari del giorno d’oggi! Il petrolio è stata sia la nostra benedizione che maledizione! Dalla sua scoperta all’inizio del ventesimo secolo, il Venezuela è diventato uno dei paesi in prima linea per l’esportazione del greggio, in quanto siamo proprio sopra ad alcune delle riserve di petrolio e gas naturale più grosse al mondo, e siamo al settimo posto nella classifica dei paesi produttori. Per non parlare poi del prezzo della benzina più basso al mondo, con soli 9 centesimi di dollaro al litro. Una bottiglietta

È DAVVERO STRANO E DIVERTENTE CHE DOPO AVER VIAGGIATO IN 4 DIVERSI CONTINENTI E GIRATO PER 24 PAESI IN 12 ANNI DI CARRIERA PROFESSIONALE, SIA RIUSCITO A TROVARE IL PARADISO CHE HO SEMPRE CERCATO PROPRIO QUI NEL MIO GIARDINO, IN VENEZUELA. CHI L’AVREBBE MAI DETTO?!

d’acqua da mezzo litro costa 3 volte il mio pieno di benzina per riempire il mio pickup v6. È veramente una realtà parallela. In altri paesi, come per esempio in America, col costo del pieno ci faccio a malapena due litri di benzina! Il Venezuela è uno dei paesi più belli al mondo e, sebbene sia popolato da 30 milioni di abitanti, la natura in certe zone è rimasta incontaminata e davvero


TESTO DI Diony Guadagnino | FOTO DI Deivis Paternina, Arjuna Maciel & Oscar Cisneros 77

di caduta libera, l’acqua si trasforma in nebbia prima di toccare terra! Sono le cascate più alte al mondo! Nel 2009 sono state dichiarate una delle sette meraviglie del mondo. Il Venezuela offre ai turisti savane, giungle, montagne, canyon e cascate, ma anche bellissime spiagge, con oltre 1750 miglia (2810 Km) di costa sul Mar dei Caraibi verso nord, con più di 70 piccole isole! Non sono sicuro da dove provenga il nome “Venezuela”, ma sembra risalga al 1499, quando un avventuriero italiano, vedendo le palafitte in legno lungo la costa, ha probabilmente pensato a Venezia, in Italia, e quindi ha chiamato la zona “Venezuela”, che in italiano è come dire “Piccola Venezia”!

ISLA MARGARITA: Margarita è una delle isole più grandi del Venezuela! È qui che io sono cresciuto, in un piccolo villaggio di pescatori chiamato El Yaque, che ora è rinomato in tutto il mondo ed è diventato una Mecca per gli sport acquatici, ed una delle destinazioni più richieste a livello nazionale del Venezuela! L’alta stagione comincia proprio quando gli swell e gli alisei caraibici cominciano a colpire le coste, per arrivare al picco massimo a dicembre, che io, però, cerco di evitare assolutamente, in quanto è diventato puro caos. Gli scorsi anni ho trascorso natale e capodanno con la mia famiglia, ma quest’anno volevo cambiare, una boccata d’aria fresca, in tranquillità e relax, in modo da speciale, venendo salvaguardata in oltre 40 parchi naturali. C’è una varietà

cominciare il 2012 stando piuttosto vicino a casa mia, quindi ho deciso di

incredibile. Si passa dalla vette delle Ande alle praterie e savane desertiche che

chiamare il mio amico Oscar Cisneros, dell’arcipelago di Los Roques, che è uno

ricoprono circa metà del territorio nazionale, con qualche bosco sparso ogni

dei posti più belli del Venezuela. Oscar è un indigeno, ma anche surfer, skater,

tanto. Essendo un’isola prettamente pianeggiante, alcune zone si allagano

pescatore e ora anche uno dei migliori waverider venezuelani, oltre a Ricardo

facilmente durante la stagione delle piogge, facendo crescere una fitta

Campello ed io. Le ultime volte che l’avevo visto, avevo cercato di incoraggiarlo a

vegetazione. La vasta pianura di Llanos è la perfetta rappresentazione della

provare a fare wavesailing, e da quel momento è passato dal fare freeride da

Grand Sabana venezuelana. Una densa e impenetrabile foresta equatoriale, che

un’isola all’altra ad uscire nelle onde con del mio materiale, in modo che

fa parte dell’Amazzonia, e si estende nella zona meridionale del paese. La

potessi anche dargli alcune dritte! Ha provato e ora non riesce più a farne a

maggior parte del territorio restante è occupato dalle montagne. In Venezuela ci

meno! È diventato così ossessionato che quasi ogni giorno mi manda foto e

sono molti altipiani punteggiati da dirupi, canyon e Tepui’s. Tutto è coperto da

video del suo spot chiedendomi quando andassi a Los Roques a trovarlo e a

una fitta vegetazione. Il Canaima National Park si trova lungo il confine

vedere quanto fosse migliorato! È davvero una persona d’oro e sono veramente

sudorientale tra Venezuela, Brasile e Guyana, ed è il sesto parco più grosso al

contento di essere stato parte della sua felicità. Non ci sono più tante persone

mondo, grosso quanto il Belgio! Le cascate Angel sono una delle principali

così. Alla fine quindi ho ceduto alla tentazione e gli ho detto che sarei andato a

attrazioni turistiche del Venezuela. Con un’altezza totale di 979 metri, di cui 807

trovarlo. L’unico problema è che mi volevo portare dietro tutti i miei giocattoli,


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andandoci per almeno un mese! Tavola da surf, sup, windsurf, un paio di

scarrozzare turisti in giro per l’arcipelago. La situazione stava cominciando a

maschere, arpione per pescare e pinne per mangiare pesce fresco ogni giorno

deviare troppo dai piani prestabiliti e ormai era già dicembre inoltrato e non

e anche la mia nuova AHD Seal 90lt da provare, quindi ero davvero carico come

avevamo ancora avuto notizie. Ho quindi cominciato a innervosirmi e ho deciso

un mulo, e avrei dovuto portare tutto in aereo, da solo! Non era possibile, in

di cominciare a valutare altre opzioni. Mi sono messo in macchina verso

quanto poi gli aerei erano troppo piccoli, inoltre alla spedizione si era unito

Chacachacare e La Restiga, da cui partono tutti i pescherecci che vanno verso i

anche Deivis Paternina, che si voleva allenare in freestyle per il tour 2012.

Caraibi del nord per la stagione delle aragoste. Ho girato per tutto il giorno, ma

Appena Oscar ha sentito che avevo deciso di andare, però, si è mosso lui per

sfortunatamente erano già tutti in mare! Mi sono detto, bhè, se questa volta

trovarci un passaggio in barca verso Los Roques, e, avendo un ufficio turistico

deve andare così, allora dovrò andare a Los Roques in un’altra occasione, in

proprio di fronte all’aeroporto, conosce tutti e sa esattamente ogni cosa che

quanto il mio biglietto per le Hawaii era già prenotato poco dopo! Ci siamo

succede sull’isola! Alla fine, infatti, è riuscito a trovarci un passaggio a bordo di

rimasti entrambi abbastanza male, ma abbiamo dovuto lasciar perdere! Era

un catamarano chiamato Dali, che è arrivato qui a Margarita a novembre 2011

quasi metà dicembre, quando, una mattina, ho finalmente ricevuto la chiamata

per alcune riparazioni e sarebbe poi dovuto ritornare verso Los Roques nelle

tanto attesa da Daniel, il capitano della Dali, che mi ha detto che era appena

prossime due settimane come charter, e quindi era la soluzione perfetta. Non

arrivato al porto Chacachacare, a Margarita, e che era pronto a portarci a

vedevamo l’ora d’imbarcarci sul catamarano, e soprattutto, potevamo portarci

destinazione! Daniel viene da una famiglia di surfisti da onda venuezelani, e suo

tutto il materiale che volevamo! Era deciso! Abbiamo quindi aspettato che il

padre è uno dei primi e migliori shaper dell’isola. Gli ho quindi chiesto se ci

catamarano fosse pronto. Non vedevamo davvero l’ora di partire per Los

fossero degli spot per fare surf da onda tutti insieme e lui mi ha confermato

Roques, e anche Deivis mi chiedeva se avevo notizie ogni mattina al lavoro. Io

che ce ne fossero parecchi, e non vedeva l’ora di entrare in acqua dopo 2 mesi

purtroppo non avevo notizie, sembrava che fosse davvero pieno e occupato a

di duro lavoro! Essendo alta stagione e quasi sotto Natale, non è stato facile


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trovare qualcuno che lavorasse sulla barca come equipaggio! I nostri piani

meteo ci sarebbe stato contro, e infatti davano mari agitati con onde di 3metri e

erano di festeggiare il Natale a Los Roques, ma alla fine siamo rimasti a terra

35 nodi di vento! Sia noi che Daniel però eravamo decisi a partire e quindi

con le nostre famiglie, che hanno apprezzato molto!

finalmente siamo salpati alle 4 del pomeriggio, lasciandoci alle spalle la punta sudoccidentale di Margarita, puntando verso il mare aperto. All’inizio la

LA DALI: Daniel ha detto a Deivis di essere pronto a partire entro il 30 dicembre

situazione era piuttosto tranquilla ma verso le 22 il catamarano ha cominciato a

e gli ha detto di portare tutto il materiale che gli servisse, in modo da caricarlo

oscillare in maniera significativa, avendo maggiori difficoltà in mare aperto

e metterlo al sicuro prima che il catamarano venisse messo in acqua,

rispetto a una barca tradizionale! È venuto mal di mare un po’ a tutti, tranne

preparandolo per resistere anche all’eventuale mare grosso. Ora che avevamo

ovviamente al capitano. La barca però atterrava veramente pesantemente sul

finito di caricare il tutto, il catamarano era diventato davvero lurido. Abbiamo

dorso delle onde e quasi tutto quello che c’era negli armadietti è caduto per

quindi cominciato a ripulirlo da cima a fondo, riverniciando anche la chiglia con

terra! Poco prima, poi, per la sera di capodanno, uno dei ragazzi a bordo aveva

la vernice impermeabile. Pensavamo di partire in serata e quindi siamo anche

fatto delle salsicce alla portoghese, mentre io ho optato per un riso in bianco,

andati a fare una grossa scorta di provviste, in quanto a Los Roques ogni cosa

ma è stata la cena più incasinata che abbia mai cucinato! Appena prima del

costa circa 3 volte il normale! Alla fine non siamo partiti neanche la sera, in

conto alla rovescia per la mezzanotte, il furbone che aveva fatto le salsicce si è

quanto si sono trovati a lavorare su entrambi i motori e quindi saremmo partiti

sentito male e ha cominciato a vomitarle un po’ ovunque. Non è stato proprio un

l’indomani, cioè il 31 dicembre, l’ultimo giorno del 2011! Mio papà è un

inizio dell’anno idilliaco! Ci siamo tutti riuniti sul ponte con una bottiglia di

pescatore da tutta la vita e non gli piaceva per niente l’idea che partissimo

Champagne e abbiamo accolto l’anno nuovo in Oceano aperto! Uno dei

l’ultimo dell’anno. Io però gli ho detto che non avevamo scelta e avevamo

capodanni più strani e memorabili della mia vita! Alle 2 di mattina era ora di

aspettato due mesi e non ce la facevamo più. Sapevamo però che anche il

dare il cambio al capitano, che era ormai in plancia da 10 ore di fila. Gli ho quindi detto di andare pure a riposarsi, mentre Deivis mi faceva da navigatore, e guardava in caso vedesse qualche luce di segnalazione da cui star lontano e assicurarci che nessuno andasse a prua o a poppa e per controllare anche che le vele fossero in ordine fino a mattina, utilizzando la torcia più potente che avevamo! Io dovevo solo assicurarmi di mantenere la rotta sul GPS, puntando dritto verso Los Roques e restando tra i 300 e i 330 gradi. Ho anche potuto utilizzare una delle tecniche più antiche e che preferisco, usata anche da mio padre, cioè seguire le stelle! Alle 4 del pomeriggio, siamo finalmente arrivati in paradiso, dopo aver traversato in sole 24 ore. Un vero e proprio record! Solitamente ci si impiega almeno 32 ore, ma grazie al vento forte e le onde, siamo andati più veloci e la nostra velocità di crociera variava dai 7 ai 14 nodi! Arrivando verso Los Roques, l’accesso più facile è passando dalla zona


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nordorientale, che si riconosce immediatamente per l’isola di Grand Roque

come fosse ieri. Elias e Lotte ci hanno fatto dormire nella loro casa a Francisky,

(Grande Roccia) che è l’isola principale. A seconda delle dimensioni e dello

sicuramente la più bella di Los Roques! Sono stati davvero gentili a lasciare che

swell, si passa anche da 5 degli spot più famosi della zona, cioè Boqueron, the

io e Deivis dormissimo lì. Abbiamo anche chiesto il permesso di allestire una

Point, casa Verde, la Pasa e Gillet!

grande tenda da campeggio che mi ero portato per accamparci in spiaggia quando c’erano condizioni buone a Francisky, dormendo proprio di fianco alla

LOS ROQUES: Los Roques è un arcipelago composto da 1500 Km2 di reef corallini

casa di Lotte & Elias, in quanto pioveva quasi ogni notte e a volte c’era anche

che compongono le 365 isole. Siamo arrivati a destinazione e abbiamo

vento molto forte, che rischiava di sradicare la nostra tenda. La cosa peggiore

attraccato proprio di fronte al centro di Windsurf, SUP e kite di Elias e Lotte a

però era quando non c’era vento la notte, in quanto queste specie di tafani

Fransisky Abajo. Abbiamo subito visto un fronte che si stava avvicinando e stava

chiamati “puri”, ti rendevano la vita impossibile, mordendoti ogni secondo per

producendo qualche raffica, allora, tutti eccitati, io e Deivis siamo corsi ad

cercare di succhiarti quanto più sangue possibile. È davvero fondamentale

armare per entrare a surfare prima che il vento e il sole calassero! Ho visto

quindi ricordarsi il repellente anti-zanzare ed anti-insetti. È vitale!

Elias partire dalla spiaggia a bordo del suo piccolo gommone per venire a salutare i suoi amici, e immediatamente, dopo aver salutato Oscar, ha

ACTION: Il giorno seguente è iniziata l’azione vera e propria. Ci siamo mobilitati

cominciato a parlarmi proprio mentre ero pronto ad entrare in acqua! Ehehehe

presto per portare tutto il nostro materiale al centro, mentre abbiamo lasciato

ha immediatamente capito che non volevo perder tempo e mi ha lasciato

le valigie e le borse a casa di Oscar. Gran Roque è l’isola più popolata

entrare subito! Deivis ha fatto qualche trick sul piatto nella laguna sottovento.

dell’arcipelago, coi suoi 1000 abitanti; la maggior parte sono pescatori emigrati

Gli ho poi proposto di andare verso il picco di Casa Verde per andare a

da Margarita e La Guaira negli ultimi 80 anni, e il turismo comunque è molto

prendere qualche onda. Ci siamo guardati

vivo a Los Roques! Tutta la gente è molto accogliente e tranquilla. L’unico piccolo

una volta sul picco e stentavamo a

problema che abbiamo avuto era la mancanza di corrente, in quanto stavano

credere ai nostri occhi. Eravamo

attendendo la costruzione di una nuova centrale elettrica che era in fase di

finalmente in paradiso! Il vento era

completamento. A volte quindi non avevamo corrente dalle 5 di mattina alle 5 di

perfettamente side off shore, e lui non

sera, a volte invece era il contrario. Era quindi molto importante organizzarsi

era mai uscito in wave, se non a Gran

per riuscire a caricare tutto il materiale necessario e usare il computer in

Canaria mure a sinistra con vento

modo produttivo. Quasi tutti gli abitanti dell’isola, comunque, hanno un

completamente onshore! All’inizio quindi

generatore individuale e quindi è fondamentale concentrarne l’utilizzo al

ha fatto un po’ fatica a prendere un’onda

momento opportuno, anche perchè i generatori fanno un casino infernale.

col vento che lo teneva alto sul lip, ma

Per quanto riguarda l’acqua invece, fortunatamente, la storia è diversa. C’è un

grazie al suo talento ha capito

acquedotto che parte dalle due montagne a nord, pescando l’acqua dell’oceano

immediatamente ed ha cominciato a

che viene poi desalinizzata e fornisce acqua sufficiente per tutta l’isola. Quello

surfare! La prima notte me la ricordo

che adoro di Gran Roque è la mancanza totale di strade asfaltate.


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Ci sono parecchie Posadas e qualche ristorante, mercatini, boutique e perfino

preoccupato, sia per il nome Gilette, che ricorda il rasoio, sia perchè è sì un

qualche discoteca con diverse atmosfere; c’è sempre qualcosa da fare! La cosa

picco perfetto ma se sbagli il take-off la situazione sul reef può diventare

più importante, però, è che l’atmosfera è davvero rilassata! La maggior parte

veramente problematica. La sinistra è solitamente l’onda più surfata, in quanto

dei locali si riunisce in Plaza Bolivar per socializzare dopo la zuppa, mentre il

la destra è ancora più veloce e potente e ci sono delle piccole escrescenze di

gruppo locale di Tambor continua a ballare. I turisti restano sempre colpiti

corallo che emergono dall’acqua per tagliuzzarti come fossero Freddy Kruger!

quando vedono le danze locali. I ballerini si stringono a cerchio attorno ad una

Quella mattina quindi mi sono preso un momento per studiare la situazione e

coppia e cominciano a far volteggiare il bacino e le braccia in senso circolare

capire dove e come fosse meglio entrare. Dopo mezzogiorno il vento è

come una lavatrice, seguendo la melodia dei tamburi. A seconda delle tue

aumentato abbastanza da poter uscire in windsurf. Nessuno era mai uscito per

capacità, poi, si può anche ballare in maniera più sensuale e anche piuttosto

surfare nè la destra nè la sinistra di Gilette, ma io mi sono buttato! Le condizioni

spinta. Chiunque può scambiarsi partner, in ogni momento! In altri paesi si

erano al limite, con vento molto leggero ma onde perfette e quindi sono riuscito

finirebbe in prigione probabilmente per atti osceni in luogo pubblico, ma qui è

a prenderne una e fare subito un bell’aerial. L’onda era così potente e veloce

normale. Deriva dagli schiavi neri africani che sono stati portati in Venezuela nei

che colpendo il lip sono stato proiettato in avanti e in alto, sorvolando tutta la

secoli scorsi e ora è diventata una danza celebrativa. Torniamo ora a parlare di

sezione critica per atterrare sulla parete aperta. In questo posto ogni onda è

windsurf. Dopo aver trascorso un paio di giorni a Gran Roque, abbiamo visto

diversa e davvero speciale! Ne ho prese ancora un po’, cercando quelle più

che era previsto uno swell per i giorni successivi! Abbiamo aspettato

grosse del set ed ecco che finalmente, dopo avere aspettato per oltre 10 minuti,

pazientemente e ci siamo fatti dare uno strappo da un pescatore locale di nome

ho trovato l’onda perfetta. Era sicuramente la più grossa del giorno. Il vento era

Naporinar, che a 75 anni, indossa ancora un cappello da cowboy alla Clint

così leggero che per partire ho dovuto pompare come un forsennato, mettendo

Eastwood. È un amico di Oscar e uno dei pescatori più rispettati dell’arcipelago,

i piedi nelle strap mentre stavo già per droppare nell’onda, che ha risucchiato

una persona davvero speciale e genuina. È l’unico indigeno, e,

l’acqua dal reef con una velocità spaventosa. Le cose, purtroppo sono andate

indipendentemente dalle condizioni, è sempre asciutto sulla sua piccola barca

male, e il lip mi ha assolutamente spazzato via, dandomi un pugno alla Mike

di fibra di vetro! Sicuramente avrà un sacco di storie interessanti da raccontare

Tyson attraverso la vela e buttandomi in acqua. Cadendo, ho sbattuto contro

e mentre ci portava verso Francisky ci siamo resi conto che le onde non erano

l’albero o il boma e sono riemerso con le vertigini, guardando la vela

grossissime, ma perfette e pulite! Io sono uscito per primo mentre Deivis ha

completamente squarciata in due. Uno dei wipe out peggiori delle mia vita!

preso la mia tavola da SUP per uscire in uno spot chiamato Pasas. Io invece

Sono comunque stato fortunato. Anche Oscar ho rotto l’albero, in quanto è

sono andato un po’ più a sinistra verso il piccolo atollo di la Gilette, che offre

rimasto bloccato nell’inside e mentre usciva è arrivata un’onda del set che gli

uno dei picchi più pericolosi ma perfetti di Los Roques. È un A-Frame perfetto

ha disintegrato l’albero come uno stuzzicadente. L’onda, da fuori, non sembra

che rompe su un reef bassissimo, ma con tubi perfetti che si srotolano per

grossa, ma è veramente molto potente… chissà quando ci sono 4 metri! Penso

decine di metri! Il vento era ancora troppo leggero, quindi ho preso la mia

sia molto simile a Teahupoo. Avevo ancora tantissima energia in corpo e quel

tavola da surf da 6 piedi e sono entrato in acqua da solo per andare a

wipe out mi ha dato un’ulteriore scarica di adrenalina. Elias, che stava facendo

controllare le condizioni sullo spot. Quando sono arrivato sul picco ero un po’

lezione, è venuto a recuperarmi col suo gommone e io sono tornato


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immediatamente in acqua con la mia tavola da surf. Era già il tramonto e non

Abbiamo visto davvero una miriade di cose eccezionali e le acque di Los Roques

avrei potuto chiedere di meglio che essere in un posto così spettacolare, nella

sono completamente cristalline. Oscar ci ha perfino fatto vedere un pesce

natura, surfando un’onda perfetta da solo. Ho preso una grossa onda di set e

pappagallo dormire dentro una capsula di bolle d’aria che fabbrica con la sua

ho deciso di andare a destra, essendo destro, quindi surfando in frontside e ho

saliva per proteggersi dagli attacchi mentre dorme. Non lo avevo mai visto nè

visto un tubo cristallino avvolgersi sopra alla mia testa e per 4 o 5 secondi ho

me lo sarei mai immaginato. Il vento migliore soffiava la mattina e quindi ci

volato nella pancia dell’onda stando quasi completamente dritto in piedi, per poi

alzavamo tutti i giorni alle 5 per andare a far wavesailing al point, grazie

uscire dall’onda nel canale. Sicuramente la giornata migliore dell’intero viaggio!

all’aiuto dei pescatori locali che ci davano dei passaggi, tra cui Aporinar, 40,

Siamo anche riusciti a fare windsurf in quella stessa zona, con uno swell che

Bichito e Oreja, il cui nome significa insetto ed orecchio! Tutta gente di cuore.

rompeva in 4 picchi diversi, con condizioni diverse. Il primo era abbastanza on

Il nostro viaggio stava ormai volgendo al termine e Deivis sarebbe dovuto

shore ed era piuttosto rafficato, ma se prendevi il lip al momento giusto potevi

tornare a Margarita per lavorare, mentre io sono rimasto un’altra settimana,

fare dei grossi aerial, anche se bisognava stare attenti alle rocce proprio

surfando assieme a Oscar quasi ogni giorno al point, soli nella natura

davanti alla casa di legno! Se riesci a superare quella sezione, riesci a fare altri

incontaminata. Era un sogno divenuto realtà riuscire a surfare così tanto in un

3 turn nella sezione intermedia e poi arrivi sul reforming nell’inside, che è la

posto del genere e sempre da solo! Nessun problema con la gente,

parte che preferisco! L’onda diventa molto ripida ed è perfetta per fare

un’atmosfera rilassata ed onde a volontà. È stato sicuramente il miglior viaggio

qualsiasi trick newschool, e, a seconda dell’onda, riesci a fare altri 3 o 4 turn,

che abbia mai fatto in quanto mi sono reso conto che avrei potuto vivere questa

arrivando ad un totale di 7 bottom su una singola onda! Mentre io facevo

bellissima routine lontano dalla vita di città e dal sistema. I ricordi di questo

wavesailing, Deivis sparava trick a ripetizione sul piatto della laguna, che era la

viaggio mi resteranno impressi per sempre e non dimenticherò mai tutte le

condizione perfetta per lui, come se fosse a Bonaire! Sfortunatamente il primo

esperienze condivise con questa brava gente, con ogni singolo individuo.

giorno ha rotto la vela più grande imparando a fare wavesailing e da quel

Era ormai giunta l’ora di ritornare. La destinazione era così vicina, ma allo

momento è stato costretto ad uscire sempre leggermente sottoinvelato! Oltre

stesso tempo così lontana… mentre stavo cominciando a preparare il materiale

all’arpione, avevo anche il mio amo a 3 denti e funzionava alla perfezione. In ogni

per tornare a Margarita, mi sono velocemente ricordato di quanto ne avessi

momento della giornata, in qualche minuto, tiravo su 5-8 pesci, che facevamo

effettivamente portato… Per questo me ne ero dimenticato, la mia mente si

poi alla griglia e mettevamo nel riso o nell’insalata o anche con l’Arepa, la

rifiutava di pensarci! Sono comunque davvero riconoscente alla Aerotuy Airline

rinomata specialità venezuelana! È un tipo di pane fatto con farina di mais, che

che è riuscita a farmi portare tutto il mio materiale sullo stesso volo. Non capita

puoi poi riempire con qualsiasi cibo salato. Ed il pesce era perfetto! Anche a

tutti i giorni. E quella è stata la ciliegina sulla torta!

cena, se avevamo fame, andavamo a pescare in alcuni dei secret spot di Oscar,

Vorrei sfruttare quest’opportunità per ringraziare ogni singola persona che ha

per prendere dei grossi polipi e pesce a profusione. Ricordo che Deivis mi ha

reso questo viaggio a Los Roques così eccezionale, senza di loro, nulla di tutto

detto che la parte del viaggio che ha preferito è stata andare a pesca di notte.

queste si sarebbe potuto realizzare.


Distributore Italiano: Pandora srl - info@pandorasrl.net - www.severnesails.com


Faq Sommario 84

DIDATTICA

PAG. 86

DI Gigi Madeddu Il forte local di Sa Barra ci spiega alcune cose fondamentali da sapere per tutti quelli che stanno pensando di approcciarsi al freestyle e vogliono farlo nel modo giusto, senza perdite di tempo e in sicurezza.

FREESTYLE

PAG. 88

DI Carlo Silvestro Un nuovo collaboratore dalla Sicilia ci spiega una delle sue manovre freestyle preferite da eseguire tra le onde, sia quelle grandi che quelle piccole.

CRASH OF THE MONTH

PAG. 90

DI Zico Un spettacolare wipe out di un forte waver romano, ma quando c’è troppa pressione e ci si trova davanti all’obiettivo di uno dei fotografi più famosi al mondo, la tensione può giocare brutti scherzi.



Faq Didattica

TESTO DI Gigi Madeddu | FOTO DI Emanuela Cauli

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UNA DELLE FRASI CHE AMO RIPETERE QUANDO LA GENTE IN SPIAGGIA MI DICE “MA TANTO TU NON CADI MAI…”, IO RISPONDO CHE SE NON CADO VUOL DIRE CHE NON STO IMPARANDO NULLA DI NUOVO. QUESTO DISCORSO VALE SOPRATTUTTO PER IL FREESTYLE E IL WAVE, DOVE SE VOGLIAMO PROGREDIRE DOBBIAMO METTERE IN PREVENTIVO MOLTE CADUTE. PENSATE PERÒ CHE FORTUNA ABBIAMO CON IL NOSTRO SPORT… NOI CADIAMO IN ACQUA E CI VA QUASI SEMPRE BENE, PENSATE PER ESEMPIO INVECE AGLI SKATER, ALLA BMX O AL FREESTYLE MOTOCROSS… LORO SI CHE PER IMPARARE UN TRICK NUOVO RISCHIANO TANTO E SI DEVONO ANCHE ORGANIZZARE CON STRUTTURE ADATTE, COME LE PISCINE PIENE DI SPUGNA. NOI NON DOBBIAMO CREARE STRUTTURE AD HOC, TUTTO QUELLO CHE CI SERVE CI VIENE FORNITO DA MADRE NATURA MA DOBBIAMO COMUNQUE STARE ATTENTI, SOPRATTUTTO AGLI ALTRI CHE NAVIGANO VICINO A NOI. È RISAPUTO INFATTI CHE SPESSO I FREESTYLER VANNO AL LASCO IN PIENA VELOCITÀ PER LE LORO MANOVRE E NEGLI SPOT AFFOLLATI SONO TRAIETTORIE PERICOLOSE, QUINDI FATE SEMPRE MOLTA ATTENZIONE E LEGGETE QUESTI UTILI CONSIGLI DEL NOSTRO COLLABORATORE SARDO GIGI MADEDDU.

Il windsurf è uno sport bellissimo, un grande maestro di vita. Anche nel nostro sport non si finisce mai di imparare. Al tempo stesso però, non si finisce mai di cadere. Ma come tutti sappiamo cadendo si impara. La cosa fondamentale è farlo nel modo corretto evitando danni a noi stessi, agli altri e al materiale. Il freestyle, ormai, vede decine e decine di praticanti mescolarsi a windsurfisti di tutti i tipi, in tutti gli spot del mondo. Ecco perché è importante evitare situazioni di pericolo, solo per provare una manovra. Un modo che utilizzo spesso per imparare una manovra è analizzare l'errore. Capire una caduta, infatti, ci può aprire i segreti di tutte le manovre. Più si è rapidi nel capire l'errore che si è commesso, prima si arriverà al risultato sperato. Quando si impara una manovra analizzare gli errori è una particolarità che tutti noi dovremmo utilizzare per evitare di ripeterli nelle uscite successive. Il freestyle è per eccellenza la disciplina in cui non vengono rispettate in alcun modo le traiettorie classiche di navigazione. Noi andiamo in switch, passiamo dal traverso al lasco in un attimo e proviamo le nostre move senza "preavviso" rispetto ad un windsurfista che fa freeride o slalom. Le regole di base sono le classiche precedenze: mure a dritta ha sempre la precedenza su mure a sinistra. Nel dettaglio il rider che naviga mure a dritta sceglie la traiettoria e il rider mure a sinistra si deve mettere in condizione di non disturbarlo. A parità di mura il rider sottovento ha sempre la precedenza su quello sopravvento, in quanto soggetto agli scarti del vento e, in un ipotetica situazione di pericolo, potrebbe affrontare maggiori difficoltà. Regole a parte, è buon uso prendere in considerazione il buon senso e l'abilità di ogni rider per non trovarsi in situazioni spiacevoli. In numerosi spot il livello del freestyle è in crescita e con questo anche il numero di praticanti. Ecco perché i più bravi devono aiutare gli altri ad evitare situazioni spiacevoli. Se andante in switch, per esempio, potrebbe essere ideale stare sottovento alla massa dei windsurfisti. Chi pratica questa andatura solitamente ha già un buon livello, ma alla stesso tempo procede sempre al traverso-lasco o lasco-gran lasco. Così facendo taglia le normali traiettorie di altri rider che in quel momento o non sono in switch oppure non praticano questo tipo di andatura. Fondamentale è evitare di fare le manovre troppo vicine ad altri windsurfisti. Perdere il controllo è questione di un attimo: per uno spin out, per una raffica troppo forte oppure per un calo di attenzione. Guardate sempre dove andate e per qualsiasi manovra, mettetevi in sicurezza scegliendo uno specchio d'acqua libero da pericoli e da altri windsurfisti. Provare le manovre troppo vicini alle barche o alla spiaggia produce dei cali inconsci di concentrazione. Non solo andrete incontro a qualche brutta caduta, ma molto probabilmente sprecherete un tentativo, uno in più nella vostra scala dell'apprendimento. Archiviato questo breve remind su alcune semplici ma fondamentali regole, ricordate che cadere è la strada giusta per imparare. Per evitare brutte sorprese, come detto nello scorso numero, anzitutto trimmate bene il vostro materiale. In caso di perdita del controllo, evitate il più possibile di mollare l’attrezzatura.

LUIGI MADEDDU – SAR 3 È un freestyler incallito, quasi maniacale nello studio delle manovre. Sempre tra i primi in Italia in tutte le competizioni, nel sud della Sardegna è divenuto ormai un guru. Il suo spot, Sa Barra, offre condizioni perfette per la disciplina più tecnica del windsurf. La sua passione sfrenata per questo sport lo ha portato ad aprirsi una scuola, il Windsurf Club Sa Barra, per fare del suo sogno la sua vita. I suoi sponsor sono: North Sails, Fanatic, Gas Fins, Arbeke, Fausat.it e www.windsurf-santantioco.com.

Tenendo sempre il boma ben saldo tra le mani e i piedi infilati nelle strap saprete in ogni momento la posizione della vostra tavola e della vostra vela evitando così rovinose cadute sul materiale. Inoltre eviterà pericoli ad altri rider nelle vicinanze. In conclusione anche cadere è utile, affascinante e divertente, ma allo stesso tempo potrebbe essere pericoloso per voi e per gli altri. In tutti gli spot rispettate le regole e vedrete che farete delle session senza creare problemi a nessuno. Guardate sempre dove andate e ragionate sui vostri errori per evitare di ricommetterli e per imparare da essi. RIDER: Gigi Madeddu - LOCATION: Sa Barra


Distributore Italiano: Pandora srl - info@pandorasrl.net


Faq Wave-Freestyle 88

VI PRESENTIAMO UN NOSTRO NUOVO COLLABORATORE, CARLO SILVESTRO, GIOVANE RAGAZZO CATANESE. IN QUESTO NUMERO CI PRESENTA IL SUO TRADEMARK, LA TAKA. MANOVRA ESEGUITA DA TUTTI I TOP WAVE SAILOR SIA IN CONDIZIONI ON SHORE CHE SIDE SHORE, NE ESISTONO ANCHE DIVERSE VARIANTI CHE ANALIZZEREMO SUI PROSSIMI NUMERI… INTANTO INIZIAMO DALLA VERSIONE “BASE”.

INTRO Vi presento questo mese una delle manovre più spettacolari da eseguire durante la surfata: la Taka. Move molto alla moda tra i pro al mondo. I suoi migliori interpreti sono Marcilio Browne Graham Ezzy e naturalmente Riccardo Campello. Eccone un’ottima esecuzione del mitico Carlo Silvestro sulle magiche onde di Jericoacoara!

STEP BY STEP 1. Sono a lasco bello veloce ed osservo l'onda accanto a me cercando un bel dentino aguzzo che sta per frangere, o meglio ancora la sezione dell'onda che ha già franto. Soprattutto le prime volte che mi avvicino a questa manovra la posizione del corpo deve essere abbastanza verticale sulla tavola. 2. Dopo aver identificato il punto esatto da colpire, aumento la velocità e mi preparo con un bel bottom turn secco e deciso. Ora devo scaricare la vela come per un goiter, quindi, con le braccia distese e rig distante dal corpo. 3. Dopo il bottom risalgo sul lip e contemporaneamente mi allungo in avanti per inserire la vela, ormai scarica, nel vento, lavorando con il braccio posteriore leggermente flesso e quello anteriore completamente disteso, ho innescato a questo punto la rotazione!


TESTO DI Carlo Silvestro | FOTO DI Dave White | LOCATION Jericoacoara, Brasile 89

CARLO SILVESTRO Carlo Silvestro forte rider siciliano si dedica con passione al suo centro surf "La Tartaruga, l'Università del windsurf" nello splendido golfo di Catania. Da anni trascorre l'inverno nella suggestiva location di Jericoacoara, dove si allena e organizza indimenticabili camp. Atletico e preparato è sempre alla ricerca del vento e dell'onda perfetta da surfare. I suoi sponsor sono: Oberalp per le tavole JP, NeilPryde, Rip Curl, "latartaruga" surf school, Lovefruit e DNAshock.

4. È il momento di portare la prua della tavola dentro l'onda; scalciando in maniera decisa la prua si inserisce nell'acqua ed io mi trovo vela contro e scendo l'onda pinna avanti… il corpo è disteso verso prua e il braccio di bugna in trazione mantiene la vela depotenziata e scarico il peso sulle punte dei piedi. 5. Ora devo completare la rotazione; comincio a scaricare il peso più centrale sui piedi, avvicino la vela al corpo e mi preparo allo strappo che mi darà appena riprenderà potenza, successivamente mi tengo pronto a scaricare il peso sui talloni. 6. Ho chiuso la Taka! Scarico il peso sui talloni ed ammortizzo la trazione della vela col braccio di bugna e sono in piena planata a tutta velocità. Poiché ho completato la rotazione sul face dell'onda mi raddrizzo e mi preparo per il prossimo trick!


F@#K Crash of the month 90

ESTATE HAWAII 2011, ISOLA DI OAHU, SPIAGGIA DI DIAMOND HEAD; UNA CONSUETUDINE PER ME IL AMICO RENATO VITALE, GIANNI VALDAMBRINI E UN FOLTA SCHIERA DI ITALIOTI IN VACANZA! GIANNI VALDAMBRINI IN OCCASIONE DEL PHOTOSHOTING 99 BOARDS DA LUI ORGANIZZATO, MI HA DATO LA POSSIBILITÀ DI FARE ALCUNI SCATTI CON IL MITICO DARREL WONG, COLUI CHE CONOSCE MEGLIO DI OGNI ALTRO INQUADRATURE, BREACKPOINT E I GIOCHI DI LUCE DI UNO SPOT MITICO COME DIAMOND HEAD.

Arriva quindi il giorno stabilito per il photoshoting: una bella swell da sud est 4-5 piedi con vento side offshore 20 knots! Condizioni perfette, tutti in acqua, Renato Vitale, Federico LaCroce, Andrea De Cesaris, Gianni Valdambrini, e il sottoscritto… emozionato come non mai e cosciente di avere poca esperienza in materia di photoshoting. Esco in acqua con il mio fidato Quad 99 Pro Model da 80 litri e una Ezzy Sails 4.7 pensando di affrontare le onde come normalmente faccio. Sbagliato! Passa il tempo ma non riesco mai a trovare l’onda giusta che mi porti in bocca a

Darrell: sono sempre troppo sopra o troppo sotto o non sono proprio inquadrato! La frustrazione dentro di me inizia a salire forte mentre il tempo a disposizione sta per scadere. Arriva un gran bel set, prendo la prima onda, sento che è la mia ultima possibilità, mi concentro sulla posizione di Darrell che mi sta inquadrando e penso: “Darrell è perfettamente in linea con la manovra che sta per affrontare... evvvai!”. Ritardo il più possibile il take off prima di partire per un botton turn lungo, alla base dell’onda piegandomi e mettendo la mia 99 sul bordo, con un occhio guardo il lip


TESTO DI Zico | FOTO DI Darrell Wong | RIDER Zico | LOCATION Diamond Head, Oahu – Hawaii 91

ZICO Nella vita reale è il dentista Marco Gallio, Zico è uno dei più forti waverider della "casta" romana. Soulsurfer, è un purista del wave, padrone di un cutback radicalissimo. È un local-boy di Banzai, il top wavespot laziale e arduo frequentatore di Diamond Head - Oahu Hawaii, dove ha affinato negli anni la sua abile tecnica in surfata. Audace, grintoso , radicale, ma anche distratto e maldestro... Pregi e difetti di Zico, forte rider poco noto ai media ma molto famoso tra i soliti noti... Affida la precisione delle sue curve ai bordi delle sue amate tavole NoveNove.

dell’onda, con l’altro Darrell e penso: “Aerial o cut back, cut back o aerial? Ci provo: aerial!”. Mi distendo, inverto il bordo della tavola e mi avvicino al lip a tutta velocità ma purtroppo, forse tradito dall’emozione o dal “voler troppo strafare” mi accorgo di aver sbagliato inesorabilmente il timing! Il lip è di quelli che non perdona, è una bolla bella consistente; appena in tempo per evitare il peggio lascio la presa dal boma e sfilo i piedi dalle strap, e mentre cado rovinosamente nella schiuma, la mia attrezzatura compie a dir poco elegantemente il resto della manovra. E brava la mia tavola ma che botto!


Spot guide 92

PIETRO ALBANO, GIOVANE FREESTYLER VERONESE, È SCAPPATO DAL GELIDO FEBBRAIO MILANESE, CITTÀ IN CUI STA FREQUENTANDO LʼUNIVERSITÀ, PER RAGGIUNGERE GOLLITO&CO. NELLE VENTOSA ISLA MARGARITA IN VENUEZELA INSIEME AD UN GRUPPO DI SUOI AMICI. MANOVRE FREESTYLE FINO ALLO SFINIMENTO, ANCHE SE LO SPOT PRESENTA QUALCHE DIFFICOLTÀ. “Ma chi me l’ha fatto fare…?”: questo è quello che mi chiedevo una gelida serata di fine gennaio quando alle 11 e mezza di sera uscivo dalla biblioteca dell’università a Milano, in bici e sotto una fitta nevicata. Ho passato praticamente tutta la sessione d’esami invernale a farmi questa domanda. Il mio dubbio si faceva sempre più concreto ogni qual volta accendevo il computer e vedevo qualche video di windsurf, di cui ero in astinenza ,visto che la mia ultima uscita risaliva a metà ottobre… Quando per un mese e mezzo non fai altro che studiare dalla mattina alla sera e l’unico momento di creatività è nel prepararti la cena, beh lì capisci di quanto hai bisogno di cambiare aria e soprattutto di fare windsurf… ne va della tua salute mentale. Così mentre cercavo di preparare 4 esami per metà febbraio non sapendo se li avrei passati, compromettendo una mia possibile migrazione al caldo, ho iniziato a curiosare su internet su qualche possibile meta ventosa e soprattutto cercare qualcuno con cui andare. La svolta è avvenuta nella prima decade di febbraio quando ho sentito Jacopo Testa su Facebook con cui avevo già abbozzato molto vagamente per il Sud Africa. Dopo averlo maledetto più volte come consuetudine mi scrive: “Andiamo a Margarita, El Yaque!”. Alquanto stupito per questo cambio repentino di programma, scopro che il progetto era già largamente avviato e dentro oltre a Japo, c’erano già altri tre amici come Paolo Bacchini, Nicola Terenzi e Andrea Melis (che purtroppo alla fine non è

potuto venire) più un quarto, Francesco Corti, che non conoscevo; così senza pensarci due volte mi ci sono buttato anch’io. L’isola di Margarita è la più grande del Venezuela e soprattutto la più turistica. Si trova a 40 chilometri a nord-est dalle coste venezuelane. L’isola è situata nel mar dei Caraibi anche se in alcune spiagge il colore dell’acqua è abbastanza sul marrone. La nostra meta era la Playa di El Yaque, casa di un certo Gollito Estredo. Nei mesi “secchi”, da gennaio a maggio l’isola è battuta costantemente dall’Aliseo e a El Yaque rinforza grazie a un effetto termico. Sono partito il 23 febbraio con Paolo e Francesco, con rientro per il 17 marzo; Jacopo invece ci avrebbe raggiunto una settimana dopo (il poveretto aveva posticipato il suo ritorno dal Brasile). La compagnia con cui abbiamo volato è stata Ibera, con partenza da Milano e arrivo a Caracas con scalo a Madrid. Il volo è abbastanza economico e il trasporto attrezzatura lo fanno pagare 150 euro a tratta; almeno potevamo portare fino a 50 kg! Per arrivare a Margarita poi c’è bisogno di un altro volo da Caracas, che abbiamo prenotato con una certa fatica: sui vari siti di agenzie in Internet si trovano, ma costano il quadruplo di quello che paghi comprandolo dal Venezuela. Così curiosando su qualche forum ho trovato il contatto di una italiana che lavorava per un’agenzia di viaggi a Margarita ed è stata lei a comprarci il biglietto risparmiando circa 150 euro. Comunque sia per quanto riguarda il volo spendendo qualcosina in più c’è la possibilità di comprare un volo unico per Margarita senza dover passare la notte a Caracas, come avremmo dovuto fare noi. Gasati come pochi, a 2 giorni alla partenza mancava un dettaglio abbastanza importante: dove avremmo dormito? Andrea si era informato e aveva trovato una specie di pousada molto economica. Così abbiamo scritto al padrone, un certo Josè, che ci ha offerto un appartamento per 3- 4 persone alla modesta cifra di 680 dollari al mese. Perfetto, risolto anche questo ho iniziato a preparare la sacca da viaggio del windsurf e riempire le vele di adesivi visto che erano tutte bucate (forse


TESTO E FOTO DI Pietro Albano 93 Pietro Albano in e-slider one hand.

sarebbe stato meglio ripararle un po’ prima): mi sono portato 3 vele, 4.2, 4.7 e 5.3 e il 100 litri freestyle che per i miei 78 kili vanno bene un po’ in ogni situazione. Comunque alla fine le vele che ho usato di più sono state la 5.3 e la 4.7. Arrivati a Caracas ci siamo trovati davanti subito ad una brutta sorpresa: le sacche da windsurf di Paolo e Francesco non erano arrivate mentre per fortuna la mia c’era. Usciti dal “ritiro bagagli” siamo stati letteralmente assaliti da una marea di uomini: chi ci voleva aiutare a portare i bagagli ovviamente in cambio di soldi, chi sembrava essere un poliziotto ma non lo era, chi ci faceva strani segni ma soprattutto moltissimi che ci

volevano cambiare i soldi. In Venezuela la moneta attuale è il Bolivar, che vale circa 5- 6 volte un euro se li si cambia in qualunque sportello di cambio o banca (anche se il ritiro dei soldi dal bancomat non è consigliato visti gli innumerevoli casi di clonazione). Questi tizi in aeroporto, ma che puoi trovare un po’ ovunque in Venezuela, invece ci proponevano un cambio in nero di cui ovviamente eravamo a conoscenza e su cui speravamo: un Euro lo scambiano a 10-11 Bolivar!!! Il rischio di fregatura non è da sottovalutare, così abbiamo cambiato una piccola


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Gollito in air chachoo con un prototipo a 4 stecche, la nuova vela freestyle di North Sails.

somma, prima di trovare qualcuno a Margarita di affidabilità maggiore e con cui cambiare più soldi. Fatto anche questo, per fortuna dopo qualche minuto abbiamo trovato l’autista dell’hotel che ci ha portato sani e salvi a destinazione. Il tasso di umidità in quel di Caracas è veramente elevato, e dopo 9 ore di aereo non si riesce proprio a sopportare; ovviamente la nostra camera d’albergo non ne era risparmiata. All’alba ci hanno riportati in aeroporto e alle 8 e mezza eravamo già sull’aereo per Margarita: nota positiva è stato il costo di 9 euro del trasporto attrezzatura. Abbastanza traumatico invece era camminare in aeroporto: la puzza di fritto era ovunque e vedere tutti questi venezuelani fare colazione con impanadas ripiene di formaggio o pollo, ricoperte di ogni tipo di salsa ti fa capire che sei proprio dall’altra parte del mondo. Ovviamente anche io ho provato questo tipo di menu , ma direi che non è stata una grande mossa. Con lo stomaco sottosopra alle 10 siamo atterrati a Margarita finalmente. Vento e sole non mancavano e per fortuna ancora una volta neanche i miei bagagli. L’aeroporto non è molto distante da El Yaque così in 10 minuti di taxi eravamo già sullo spot e senza molta fatica abbiamo trovato il nostro appartamento situato più nell’entroterra. La Playa nel suo complesso non è molto grande ed è concentrata per la maggior parte lungo i 600

metri di spiaggia dove palme e piccoli bar/ristorantini si miscelano in un cocktail caraibico a cui fa da cornice il sound tipicamente latino. Sempre sulla spiaggia ci sono tutte le scuole di windsurf dietro le cui si ergono tutti i principali hotel. Sulla strada invece che costeggia la spiaggia alle spalle degli hotel, oltre ad altri ristoranti si possono trovare anche qualche negozio di alimentari con lo stretto necessario e qualche negozietto surf style. Oltre la strada verso l’interno, si trovano diverse case che è possibile affittare. Visti i circa 400 metri che separavano il mare a casa nostra dopo una breve ricerca abbiamo deciso quale sarebbe stato il nostro rimessaggio: era una piccola scuola affianco ad un hotel e al ristorante che si è rivelato uno dei migliori della spiaggia, lo “Sharks”. Per il rimessaggio dell’attrezzatura ci hanno chiesto 25 dollari a settimana e di fianco alle nostre vele teneva le proprie Gollito! Ok, adesso è arrivato il momento di entrare in acqua. Lo stesso giorno di arrivo, dopo pranzo il vento si faceva già sentire: ho montato subito la 4.7 e sono entrato in acqua. A El Yaque il vento è side shore e si esce mure a sinistra; sopravento ci sono 100 metri di Kite Zone, mentre sottovento il mare è del tutto adibito al windsurf. Devo dire la verità: i 4 mesi di non windsurf si facevano sentire, ma l’acqua calda e gli shorts aiutavano a superare il trauma di non chiudere nessuna manovra. La

prima impressione che dà lo spot non è molto positiva: anche se l’affollamento non è particolarmente intenso come per esempio sul Garda, la quantità di chop è notevole. Mure a sinistra è quasi impossibile fare qualche manovra o mettersi in switch con quell’acqua che sembra bollire, a destra anche se nell’inside e davanti alla spiaggia tra i bagnanti il chop si regolarizza, il vento rafficato rende abbastanza difficile il tutto. Un particolare apprezzabile invece è che si tocca fino a 200 metri da riva. Comunque sia una volta che ci prendi la mano le session diventano divertenti; anzi, mure a sinistra per chi vuole imparare la shaka direi che è il posto ideale. Poi è praticamente sempre presente uno “swell” di mezzo metro che in alcuni giorni arrivava anche al metro. L’onda non rompe dappertutto ma comunque sia è il top del divertimento: air flaka, ponch, shaka e chi più ne ha più ne metta. Molti pomeriggi per esempio, li passavamo a fare a gara per chi faceva la shaka più alta (quelli erano i nostri “shaka day”). Ora ho capito il perché dello stile sempre imprevedibile e impulsivo di Gollito: qui non si impara a fare i passaggi o a spinnare le manovre, qui si impara a manovrare ignorantemente tra i bagnanti e a saltare mixando salti tipo backloop ecc, alle new move ma fatte sempre a 3 metri dal pelo dell’acqua. Aprendo una parentesi su Gollito, purtroppo vedendolo


fuori dall’acqua bisogna ammettere che oggettivamente è proprio tamarro: non so quante volte l’ho visto sgommare con il suo pick-up per strada e presentarsi in spiaggia pieno di cianfrusaglie attaccate al collo e occhiali stile Kanye West. Ma a parte queste poco importanti apparenze, in acqua non c’è storia. Appena rientrato da un infortunio al braccio manovrava già con i prototipi 2013 e si vedeva comunque che quella era casa sua: faceva le manovre sul bagnasciuga in mezzo a decine di persone che più di tanto non sembravano curarsene, e nei salti era veramente imbarazzante. Da notare che in acqua stava veramente poco: la massima durata di una sua session sarà stata di un’ora senza contare che molti giorni ventosi neanche usciva! Ritornando a noi, la zona in cui l’ondina si fa un po’ più verticale e rompe è proprio al limite sopravento della zona kite, dove l’acqua non supera il mezzo metro d’altezza; inoltre verso riva si può trovare qualche zona da considerarsi più flat che sottovento, e nonostante il vento rimanga abbastanza rafficato la situazione è più che accettabile. È bastato osservare 5 minuti Gollito come aspettava il set giusto a riva per poi lanciarsi in aria in mezzo ai kite, per capire un po’ come funzionasse. Quasi 2 chilometri sottovento alla spiaggia di El Yaque si trova una baia in cui una lingua di terra e l’acqua molto bassa ovunque rende l’acqua completamente flat: è qui che molte parti del famoso video di 3 anni fa di Paskowski “two for ten” è stato girato. All’andata in down wind ci si arriva abbastanza velocemente, ma al ritorno per risalire fino alla playa ci si impiega minimo mezz’ora. Unico neo di questo spot è la puzza di fogna e il fondale che non è piacevole toccare con i piedi: gira voce che qui convergono i vari scarichi di El Yaque cosa che ti sprona ancora di più a chiudere ogni manovra in piedi! Ormai i giorni passavano e noi lentamente avevamo preso il ritmo venezuelano: la mattina ci svegliavamo con calma verso le 9-10 (anche se poteva variare di molto in rapporto alla serata passata) e dopo una sostanziale colazione c’era abbastanza tempo per

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un buon libro o qualche esercizio di stretching prima che entrasse vento .Poche volte mi è capitato di uscire anche la mattina, visto che di solito il vento rinforza intorno alle 12-13 per poi durare fino alle 17-18. Conviene pranzare verso le 11:30, e mettersi abbastanza energia in corpo per resistere tutto il pomeriggio in acqua; secondo me il top era proprio l’orario di pranzo quando il vento aveva appena rinforzato e in acqua c’era ancora poca gente. Idem per il tramonto, quando si era gli unici in acqua e si prendevano le ultime raffiche e la musica dei vari locali sulla spiaggia che ti accompagnava nei trick! Ovviamente usciti dall’acqua non poteva mancare una buona birra o una Caipirinha sulla sdraio ormai quasi col buio…

“Bacco” sfiora il kiter.

La sera molto spesso mangiavamo a casa, ma non ci siamo fatti mancare qualche cena nei ristorantini sulla spiaggia: i prezzi variano dai 7 ai 15 euro e si mangiano degli ottimi piatti di carne o di pesce fresco pescato il giorno stesso. Per quanto riguarda il dopo cena El Yaque non offre molto oltre ai locali sulla spiaggia dove fanno ottimi cocktail a prezzi irrisori. Qui la musica inizia intorno alle 9 di sera per cui le serate non finiscono mai molto tardi come siamo abituati qui in Italia; 3-4 sere a settimana qualche localino prolunga la musica fino a tardi trasformandosi in mini discoteca, oppure ci si poteva spostare sulla strada interna dove si trova il “Piratas”, che la possiamo definire la discoteca di El Yaque. Le settimane in cui invece la festa è giorno e notte sono quelle di carnevale e la settimana santa a Pasqua. Rispetto al resto del paese il livello di sicurezza a Margarita è più alto essendo per lo più una meta turistica, ma bisogna sempre essere consapevoli di essere in Venezuela e la criminalità è frequente, a partire dalle forze dell’ordine, i Guardia National. Comunque sia i giorni migliori in cui c’è un po’ di più movimento notturno vanno dal venerdì al sabato, mentre i restanti giorni si va a letto relativamente presto. Nei week end la spiaggia si popola e si fa quasi fatica ad entrare in acqua con il windsurf per il numero di persone sulla sabbia. La cosa che colpisce di più è che ogni gruppetino di persone nella playa ha il proprio kit privato da cocktail, composto da svariate bottiglie di Rum e di Coca-Cola e il sacco pieno di ghiaccio. Già dalla mattina tutti i Venezuelani iniziano a bere e il culmine si ha nel pomeriggio al tramonto quando c’è il delirio sulla spiaggia ed è impossibile non farsi trascinare nella festa! Arrivato alla fine della mia permanenza con qualche manovra in più e mille nuove esperienze di vita, potrei definire questo posto una perfetta palestra per il windsurf. Qui si può trovare il giusto compromesso tra sport, relax e divertimento, visitando un paese che ha stili e cultura molto differenti dall’Europa ma grazie al calore e l’allegria della gente, entri a farne parte fin da subito.


Next Ride

RIDER Gigi Madeddu, Matteo Spanu | LOCATION Sa Barra (Sardegna), Hookipa (Maui) | FOTO Emanuela Cauli, Jimmie Hepp

96 Intervista doppia a due ragazzi sardi:

ESCLUSIVO: abbiamo intervistato

Jump special: 4 specialisti dei salti,

E come sempre, tanti altri articoli

un freestyler e un waver riusciranno

Robert Stroy, sail designer Neil Pryde,

Ricardo Campello, Kauli Seadi, Robby

esclusivi, approfondimenti, didattica,

mai a convivere in una vacanza

nello splendido loft ricavato da una

Swift e Jason Polakow, ci sveleranno

la rubrica per le ragazze Onde e

insieme? Gigi Madeddu e Matteo

porzione della sua villa che sovrasta

nella seconda parte tutti i trucchi per

Curve, i gossip pi첫 hot da Maui e

Spanu ci sono riusciti.

la North Shore di Maui.

imparare pi첫 velocemente la vostra

tanto altro ancora...

manovra dei sogni.




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