Funboard 134

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PERIODICO MENSILE ITALIA 6,00€

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Using strictly Maui Fin Company Original Fins


“4 Wheel Drive Sailing”

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Using strictly Maui Fin Company Original Fins

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ANNO XVI - NUMERO 134 OTTOBRE/NOVEMBRE 2010

Superman!!! Che spettacolo di manovra e che foto! Metti insieme in una giornata di vento e onda a Maui, il pazzo volante Boujmaa e il super-fotografo John Carter ed ecco che ottieni un photoshooting esagerato. Noi abbiamo scelto questa foto per la cover affascinati dalla spettacolarità della manovra.

DIRETTORE RESPONSABILE Cristiano Zanni • cristiano@jmag.it REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno

ragno@hipow.com

RIDER

GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Marco Melloni

Boujmaa Guilloul John Carter

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PLACE

Maui, Hawaii

FOTO DI

marcom@hipow.com

FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani

raffaellob@hipow.com

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi: Marco Begalli, Max Brunetti, Fabio Calò, Cesare Cantagalli, Valentina Crugnola, Ovidio Ferrari, Fabio Ferrari Pocoleri, Raimondo Gasperini, Robert Hofmann, Matteo Iachino, Federico Infantino, Federico La Croce, Gabriele Malorgio, Alberto Menegatti, Steve Palier, Mattia Pedrani, Nadia Pellegrini, Simone Pierini, Gianmario Pischedda, Francisco Porcella, Francesco Prati, Matt Pritchard, Kevin Pritchard, Axel Reese, Emiliano Ridolfini. immagini: Dario Boari, Jock Bradley, Francis Brewer, Gilles Calvet, Marco Carasso, John Carter, Emanuela Cauli, FotoFiore, Matt Holder, Francesca La Croce, Marcella Lai, Daniele Mei, Valerio Pedrani, Marco Piro, Kevin Pritchard, Axel Reese, Emiliano Ridolfini, J. Schlosser, Benjamin Thouard, Darrell Wong.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srl via Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087 fax +39.02.48022901 - info@hipow.com - www.johnsonsmedia.it AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com SERVIZI GENERALI Luisa Pagano • luisap@hipow.com DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA A&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTERO Johnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTERO Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - adv@jmag.it www.johnsonsmedia.com Servizio attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00. MODALITA' DI PAGAMENTO Bonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milano Banca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199

Quante pazzie avete fatto per il windsurf? Cosa ci spinge a fare centinaia di chilometri per un’uscita? Questo è quello che mi chiedo tutte le volte che parto per una nuova avventura, per un wek-end. Scartiamo subito quelli che hanno la fortuna di abitare in posti ventosi e direttamente sullo spot, e se hanno anche le onde… beh, beati loro! Tra questi mi ci metto pure io che da un po’ di anni vivo sul Lago di Garda, dove certamente il vento non manca, ma di onde proprio non se ne vedono! E quindi in autunno, quando di vento al Lago inizia a essercene meno, ecco che la mia mente viaggia verso l’organizzazione di week-end per prendere vento e onda in spot più o meno lontani. Siamo tutti nella stessa barca, il lunedì iniziamo a controllare le previsioni a lunga scadenza nel raggio di 1000 km, se non c’è nulla di previsto, il nostro cuore si mette in pace e procediamo con la nostra normale vita lavorativa e familiare. Le cose si complicano se invece c’è uno spiraglio di possibilità di fare windsurf da qualche parte, escludendo i laghi… tanto ormai fa freddo! Nei giorni successivi teniamo sotto controllo le previsioni, tendenzialmente il windsurfista ha la finestra di windfinder aperta sul proprio desktop tutto il giorno per controllare ogni aggiornamento. In un attimo ci troviamo a giovedì e le previsioni da noi tanto sperate vengono confermate da tutti i siti esistenti, nello stesso momento ci chiama la fidanzata dicendo che ha organizzato una cena con gli amici venerdì sera. Ecco che la mente del windsurfista incomincia a ipotizzare soluzioni varie per raggiungere il suo unico obiettivo, quello di fare windsurf. Tutti gli altri impegni “civili” vengono posticipati a data da destinarsi con le più svariate scuse… e inizia la mia parte preferita, l’organizzazione del week-end. Parte il giro di telefonate con gli amici e si organizzano i furgoni, ognuno con i propri impegni e orari da rispettare… ma alla fine si fanno gli equipaggi e si parte! Amici, strada da fare, autogrill per la cena, racconti di windsurf, e l’ansia per l’uscita e per le condizioni che troveremo. “Varrà tutta questa fatica?”. “Abbiamo fatto bene a partire?”. Risposte che solo domenica sera al rientro potremo darci… ma nell’animo ognuno di noi sa già la risposta! Ecco che mi ritrovo domenica 3 ottobre a Carrò (Francia) dopo 800 km sulle spalle condivisi con due amici, Giulio e Manuel e altrettanti da fare per tornare a casa. Incontro nel parcheggio tanti altri surfisti, ognuno con la sua storia e con gli impegni non rispettati nella speranza di fare una bella uscita. C’è chi è arrivato un giorno prima e ha dormito in macchina, chi è appena arrivato e si è preso il lunedì di ferie facendo incavolare il suo capo, chi addirittura è partito da Treviso alle 2 di notte dopo aver chiuso il proprio locale e viaggiando da solo per tutta la notte è già sullo spot e pronto per uscire, tante storie diverse… ma siamo tutti lì per un unico motivo, il vento e le onde, e tutto il resto può aspettare! E si, ne vale proprio la pena e di pazzie continueremo a farne finché avremo la passione dentro di noi!

Fabio I-720

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PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/ novembre, dicembre/gennaio

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ISSN 1124-0261 registrazione Tribunale di Milano n.5 del 14.01.1995 ROC - Registro Operatori di Comunicazione - 1234

Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite) Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle) 6:00AM (skateboard), GirLand (femminile), SupTime (stand up paddle).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui, nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista. Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.



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99 WAVE PRO QUAD - LA CROIX Affiancato al modello FPM (Francisco Porcella Pro Model), 99 NoveNove propone sempre in versione Custom Made il modello Wave Pro Q, il Quad progettato e sviluppato in collaborazione con Federico La Croce. Il 99 Wave Pro Q è più adatto alle condizioni generiche per una pura tavola da wave di ultima generazione da utilizzare in ogni mare e direzione del vento. Permette carvate più strette e più verticali con manovrabilità e grip da vendere affiancati da maggiore abilità di risalire il vento. Un rocker line studiato appositamente per questa configurazione e il bottom concave, donano alla tavola doti di planata e velocità inaspettate. L’aumento di peso dovuto al numero di scasse è compensato dalla esclusiva tecnologia Acme che fornisce scasse ad hoc realizzate in fibra di carbonio beneficiando nel peso complessivo della tavola con risultati che ti portano differenze di 1/1,5 kg più leggere rispetto alla concorrenza. La grafica viene proposta nelle versioni Pro Look Basic (continuativo intramontabile che caratterizza lo stile Pro-Custom) oppure nella personalizzazione La Croix, che riporta dettagli e simboli dei tatuaggi di Federico, disponibile © Francesca LaCroce nelle opzioni colore Brown oppure Celeste. Misure: 64 x 226 x 52 68 x 227 x 53 72 x 228 x 54 76 x 229 x 55 80 x 230 x 56 84 x 231 x 57 88 x 232 x 58 fish 92 x 233 x 59 fish

AL VIA IL CAMPIONATO NAZIONALE WAVE Dal primo settembre al 31 dicembre: è questa la lunga finestra che ospiterà il ritorno del Campionato Nazionale Wave AICW organizzato da Windsurf Nation. Per stabilire chi sia il migliore italiano tra le onde sono in programma due tappe: Wave Extreme Calabria (a chiamata: settembre-novembre) Wave Extreme Sardegna (a chiamata: ottobre-dicembre) La tappa in Calabria avrà come base principale Steccato di Cutro, ed è una prima assoluta per questo spot affacciato sullo Ionio: forse lo spot più complicato da raggiungere in tutta la stagione agonistica 2010, ma la sua fama giustifica ampiamente la trasferta. La Calabria offrirà condizioni mure a dritta, e ben tre spot pronti a ospitare la competizione: oltre a Steccato di Cutro sono pronte la RIDER Fortunato Longo alternative di Capo Sovero e Tre Bisacce. La North Shore della Sardegna non avrebbe bisogno di presentazione: frequentatissima da molti dei migliori waver italiani, sono pronti due campi gara mure a sinistra per offrire la migliori condizioni possibili a seconda della direzione del vento e della intensità della mareggiata. Rigorosamente mure a sinistra, i waver italiani sono attesi da Cala Pischina (con la sua famosa Bomba Point) e La Ciaccia. La tappa in Calabria offre inoltre una novità: in coda alla gara si svolgerà, tempo permettendo, un contest a squadre, al quale parteciperà anche il team dei giudici, che lanciano la sfida per dimostrare che stare dietro un tavolo di giuria non li rende dei pensionati. Per informazioni e iscrizioni il website di riferimento è www.windsurfnation.eu

GABRIELE SERRA ENTRA A FAR PARTE DEL TEAM GOYA/QUATRO Il bravissimo rider sardo entra a far parte del team Goya e Quatro. Il talento cagliaritano negli ultimi anni è diventato uno dei migliori waver italiani e nel 2010 si è qualificato per la seconda volta consecutiva alla finale del prestigioso Capo del Capo, grazie al suo stile radicale e preciso. Gabriele avrà la possibilità di testare i nuovi materiali nei maggiori spot sardi e non solo. Inoltre Gabriele vuole ringraziare Naish e Mirco Babini per il supporto ricevuto negli anni scorsi. 16

© Marcella Lai

CAMPIONATO NAZIONALE FREEST YLE AICW: A COLUCCIA LE FINALS (E NON SOLO)

Dopo il "tradimento" del Lago di Garda, che ha lasciato senza vento la prima tappa del Campionato Nazionale Freestyle Open AICW, e l'annullamento forzato della tappa di Talamone, il titolo di migliore freestyler dell'anno verrà aggiudicato alle Coluccia Finals, tappa conclusiva del circuito organizzato da Windsurf Nation. Da sabato 30 ottobre a lunedì 1 novembre lo spot di Porto Liscia - Coluccia diventerà il centro del windsurf italiano, con un'altissima concentrazione di competizioni. I freestyler si giocheranno il titolo nazionale sia nella categoria Open che in quella Juniores, mentre gli amanti della velocità e dell'ingaggio avranno di che divertirsi nella quarta edizione della Ajo'Classic, la classica long distance tra Coluccia e Spargi. Quest'anno la Ajo'Classic sarà valida anche come tappa del Campionato Nazionale Free 12 e per la RRD Twelve. Per l'appuntamento di chiusura della stagione agonistica, il Porto Liscia Club di Stefano Pisciottu ha organizzato il tradizionale Expo' di materiali (quest'anno sono attesi praticamente tutti i principali marchi), con prove gratuite dei materiali e divertimento agropastorale. Per iscrizioni e informazioni sulla tre giorni di windsurf più intensa dell'anno, il website è sempre quello: www.windsurfnation.eu



ION FUSE 2011 La nuovissima Fuse è una muta Drysuit di altissima qualità, che utilizza una tecnologia assolutamente innovativa. Deriva infatti dalla perfetta sinergia tra una tradizionale muta interna in neoprene, circondata da un altro strato più largo e morbido di tessuto in nylon tipico delle nuove Drysuit, le mute superstagne. Così facendo, la muta eredita gli aspetti positivi di entrambe le tipologie, eliminandone però tutte le debolezze. Questa Drysuit è perfetta per tutti quei riders che vogliono fare sport acquatici tutto l’anno, anche in condizioni glaciali. La Fuse 2011 è completamente stagna, grazie alla nuova cerniera premium TIZIP® dryzipper ed alla nuova chiusura ancora più scorrevole. L’alta flessibilità della costruzione interna in neoprene assicura una calzabilità e comodità notevole, facilitando i movimenti, specialmente quando si deve nuotare. La combinazione tra una muta ION in neoprene di 4,0 mm, più lo strato esterno ION defence_nylon, garantisce alla Fuse un alto indice di conservazione del calore corporeo, anche in condizioni polari. Il neoprene galleggia sull’acqua e quindi ti può anche salvare la vita in caso d’emergenza. Anche qualora lo strato esterno si bucasse o strappasse, lo strato interno in neoprene ti isola a sufficienza per tornare a riva e salvarti. Se non vuoi congelare in acqua, sentirti tranquillo, comodo ed anche figo, la soluzione è una : la nuova Fuse Drysuit – più informazioni su www.ion-essentials.com

THOMAS FAUSTER PASSA A DROPS

FORTUNATO LONGO CON FANATIC

TF: “Vago nei ricordi nel lontano 1998, dove tutti gli atleti più forti del mondo windsurf (all’epoca c'erano solo Wave e Racing) volevano un FL 10 Drops per essere competivi in gara. Anch'io ne volevo uno per vincere in Italia e ho apprezzato molto le tavole Drops. I miei anni di collaborazione sono terminati in un momento dove il Racing aveva perso d'importanza a livello di mercato, era il grande momento del freestyle, ma per me è terminata sopratutto perché un caro amico mi ha chiesto di fare sviluppo insieme con lui per un’altra ditta, cosa che da solo non riusciva a fare. Quasi 10 anni di sviluppo, ricerca e test per questa ditta hanno diviso le nostre strade. Dopo i bei ricordi del passato in Drops ho preso coraggio per chiedere a Mario Vinti di poter fare sviluppo e ricerca per le sue tavole. A braccia aperte sono stato accolto per iniziare la collaborazione. Ricerca, sviluppo e test nelle tavole del settore Slalom e Formula saranno appoggiati dalla mia esperienza accumulata negli anni passati e insieme, al team già esistente sono molto fiducioso di avere tavole che torneranno ai vertici delle classifiche. Sono felice e contento di fare parte della famiglia Drops.”

New entry in casa Fanatic, Fortunato Longo (Tato) che utilizzerà per tutta la stagione agonistica 2010-2011 e per il Windadventures Extreme Trip le nuove tavole come i Quad 86 e 72. Inoltre per la prossima stagione, nella sua scuola a Cervia, potrete trovare tutti i nuovi gioiellini di casa Fanatic tra cui i preziosissimi Sup e le vele North Sails dalle misure più piccole fino alle formula size!

REGATE IN LIGURIA OTTOBRE 2010 Per tutto il mese di ottobre la Liguria sarà impegnata in una serie di competizioni amatoriali e pro nella fantastica disciplina dello slalom che negli ultimi due anni ha registrato un importante crescita dei praticanti, con un livello medio dei racers decisamente alto grazie anche al ritorno di nomi celebri che costituivano i ranking nazionali degli anni passati, e all'importante disponibilità da parte dei circoli organizzatori e del costante impegno dell' AICW. Ottobre sarà un mese interessante per il panorama nazionale di questa disciplina. In particolare la Lega Navale di Noli ospiterà i più importanti atleti nazionali nella 3° tappa del circuito di Coppa Italia, tra i maggiori esponenti di questo circuito si evidenzia la presenza degli atleti liguri che nel 2009 hanno costituito la top ten come il giovane Matteo Iacchino 3° classificato (JP/Gaastra), Max Brunetti 8° classificato (RRD/Gaastra ) e Francesco Orsi (North Sails/Fanatic). All'interno di tutti gli eventi liguri presenti in calendario saranno previste delle classifiche amatoriali Free 12, il Tramontana Voltri Surf al riguardo non ha formulato nessuna regola, ogni iscritto potrà partecipare con qualsiasi tipo di materiale, gli start saranno di flotta (partenze tutti insieme e non a batterie) ma con classifiche separate dedicate ai pro, donne, amatori e juniors. È importante ricordare che "l' amatore" è il partecipante privo di tessera AICW ordinaria oppure in possesso di tessera AICW amatore, in ogni caso per altre informazioni potrete contattare il delegato zonale Max Brunetti al (328/2581434). 2-3/10: Calambrone Coppa Italia (Livorno) 15-16-17/10: Trofeo Cippa Lega Navale, Albisola (Savona) 23-24/10: Coppa Italia presso la Lega Navale di Noli (Savona) 30-31/10: Trofeo Tramontana Slalom Cup 2° edizione, presso il Tramontana Voltri Surf a Genova, P.za Lerda 152\R 18



SURFSEGNANA VI ASPETTA PER LA STAGIONE 2011 Il SurfSegnana, noto network multi-sportivo di Torbole sul Lago di Garda, sta per archiviare un’ennesima stagione ricca di successi e soddisfazioni. Il numero di principianti che provano per la prima volta il windsurf sul Garda continua ad aumentare, grazie anche all’evoluzione dei materiali ormai diventati estremamente leggeri e perforanti, e il SurfSegnana con le attrezzature North Sails e Fanatic riesce a soddisfare le esigenze sia dei neofiti e sia di coloro che in windsurf ci vanno già da anni e vogliono tavole veloci e vele stabili. Il SurfSegnana è il punto di riferimento per chi vuole fare windsurf a Torbole grazie anche alla location ideale adatta alle famiglie ma anche ai surfisti radicali. Positiva e in continua crescita anche il numero di corsi effettuati giornalmente e questo dimostra ancora una volta la professionalità e serietà degli istruttori del SurfSegnana, senza dimenticare una buona dose di simpatia per rendere l’esperienza del windsurf divertente ma nella più completa sicurezza. Una grande scuola è resa tale anche dal supporto dei suoi sponsor e il SurfSegnana ringrazia: la Volvo per le macchine messe a disposizione dello staff e dei clienti per i test drive; Brunotti per l’abbigliamento casual; Smith per avere protetto gli occhi degli istruttori dalla lunga esposizione al sole dell’estate gardesana; Fanatic e North Sails per le attrezzature tecniche; SurfPlanet, surf shop di Torbole, dove i clienti del SurfSegnana posso trovare delle interessanti agevolazioni; ITAS assicurazioni. L’ufficio rimarrà aperto anche durante tutto l'inverno, potrete quindi contattare la segreteria per prenotare la vostra vacanza per la prossima stagione e continuerà anche il servizio di spedizione del libro e del dvd SurfSegnana a domicilio, piacevole regalo, anche per natale, per non dimenticarsi quello che avete imparato durante il corso!!! Sia il libro che il dvd lo potete comodamente ordinare on line sul sito www.surfsegnana.it con un pagamento veloce e sicuro tramite pos. Contattate la segreteria SurfSegnana per ogni informazione su queste iniziative o per saperne di più sui convenientissimi pacchetti tutto compreso “Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro. INFO: SurfSegnana – Foci del Sarca – 38069 Torbole sul Garda (TN). Tel. 0464-505963. Web: www.surfsegnana.it - e-mail: info@surfsegnana.it


LE PINOCCHIATE 1. Mangiamo tanto pesce, perché contiene il fosforo che ci fa diventare più intelligenti!! VERO IN PARTE… In realtà il pesce non contiene molto più fosforo di quanto ne contenga la carne, ma (così come gli olii di semi) è un’ottima fonte di acidi grassi polinsaturi, sostanze indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso e delle capacità cognitive. L’organismo umano (così come quello dei bovini e di molti altri animali) non è in grado di produrre questo tipo di grassi, che invece abbonda nei vegetali (il pesce, infatti, si nutre di plancton). Quindi il pesce è un alimento eccellente, ma se ci fa sentire “più intelligenti”, probabilmente i meriti non sono soltanto del fosforo… 2. Nelle gare di nuoto veder vincere i nuotatori con la pelle nera è una rarità… Chiaro! Sono così bravi nella corsa… che senso avrebbe, per loro, perdere tempo in piscina?? LE COSE NON STANNO ESATTAMENTE COSÌ… Il grasso galleggia, mentre muscoli ed ossa affondano. L’elevata termogenesi, tipica di alcune popolazioni, determina la presenza di una bassa percentuale di grasso corporeo, circostanza che – unita alla maggiore densità ossea di questi popoli - richiede un ingente dispendio di energie per mantenersi a galla. Allo stesso modo le donne, rispetto agli uomini, possono vantare un miglior galleggiamento proprio perché possiedono, mediamente, una maggior percentuale di grasso corporeo ed una migliore distribuzione dello stesso a livello periferico: per mantenersi in superficie devono spendere meno energie rispetto agli uomini! Ecco perché le gambe dei maschietti (tendenzialmente più magre) tendono ad affondare (aumentando, peraltro, la resistenza all’avanzamento), mentre il corpo delle nuotatrici in acqua assume, generalmente, posizioni più “aerodinamiche”. 3. I veri campioni possono fare a meno del riscaldamento… Riscaldarsi prima di una competizione è una cosa “da principianti”!! FALSO Un’attività fisica praticata prima di un impegno agonistico aiuta a generare nell’atleta una condizione psico-fisica ideale. Inoltre il riscaldamento riduce il rischio di traumi e lesioni osteoarticolari, tendinee e muscolari. Quindi il riscaldamento fa bene a tutti! Per ottimizzare gli effetti di questa pratica è importante che il riscaldamento specifico (ovvero quei movimenti che rispecchiano fedelmente il gesto sportivo che si dovrà esprimere in gara) sia preceduto da un condizionamento generale (es.: esercizi di mobilizzazione generale, stretching, movimenti di rilassamento oppure attività passive come i massaggi).

A cura di Giuseppe Lìzzari e Silvia Calò


Si è svolto dal 13 al 19 settembre a Klitmoller, nel nord della Danimarca una delle gare di Wave PWA più spettacolari nella storia del windsurf. A parte le condizioni che sono state incredibili con sei giorni su sette di vento dai 25 ai 45 nodi, onde di 4-5 metri e un tabellone “Double Elimination” e due Super Sessions completate. Ma la vera grande novità è stata che, per la prima volta in assoluto si è potuto vedere una gara di PWA Wave dal vivo via Internet. La cosa che ha veramente stupito, era che la qualità dello “stream”aveva qualità da TV. Poi si potevano fare domande e dare commenti via chat, e rivedere tutte le parti live non viste su un archivio (http://bambuser.com/channel/coldhawaii). Dato che io ho avuto il grande piacere di essere lo speaker del LIVE STREAM (e così aver contribuito ad un pezzo di storia), potevo finalmente dire tutto quello che normalmente si sente solo se si è presenti in spiaggia. Dato che parlavo simultaneamente con il microfono di spiaggia e quello del Live Stream, tutte le persone al mondo hanno potuto quasi essere presenti in spiaggia! Spesso mi trovavo rider vicino alla mia postazione (una macchina con vista del campo gara) come Kauli Seadi, Marcilio Browne, Riccardo Campello o Antoine Albeau che non esitavano a fare i saluti a casa dall’altra parte del mondo ai loro amici o a tutti gli ascoltatori nella loro lingua! Per quello che riguarda la cronaca della gara, si è potuto assistere ad un ottimo Kauli Seadi che oltre ad aver vinto la “Single” si è anche portato a casa la “Double”, ma Victor Fernandez gli ha dato parecchio filo da torcere battendolo nella prima finale della “Double”, solo la super finale ha poi dato ragione a Kauli. Bisogna anche dire che grazie al formato di 2 onde e 1 salto che contavano per la heat è stato favorito Kauli, probabilmente con 2 salti e 2 onde Victor avrebbe avuto la meglio. Lo stesso Kauli lo ha ammesso in una intervista rilasciata subito dopo la premizione. Durante gli ultimi giorni di gara si sono svolte due incredibili Super Sessions (contava solo il miglior salto durante la heat da 25 minuti), la prima è stata vinta da Riccardo Campello con un doppio Foward di 12 metri atterrato asciutto. E il Kauli Seadi ha voluto dimostrare a Klitmoller che è ancora capace di saltare!

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giorno seguente da Kauli Seadi con un Pushloop Forward veramente quasi perfetto, giusto per dire: “Guardate che anch’io sono ancora capace di saltare!”. Il Live della doppia eliminazione delle due Super Session e le rispettive premiazioni sono state seguite dal vivo da circa 120.000 persone nei 6 giorni! Veramente una grande pubblicità per il windsurf in generale. Un’altra cosa veramente degna di nota, è stata quella che, subito dopo lo svolgimento delle Super Session (2 giorni) , quasi tutti i waver si spostavano in uno spot a 10 km a Nord chiamato Hanstholm. Lo spot funziona meglio con il vento da Ovest che a Klitmoeller dove viene un pochino troppo da mare. Hanstholm è famosa per avere un grosso porto per pescatori, ed è proprio il braccio del porto che ordina le onde. Spiaggia da 4 km, un prato su cui montare le vele, vento al traverso costante sui 40 nodi, onde piccole sottoriva e onde di 24 m andando fuori, e completamente liscio tra un onda e l’altra. Io mi spostavo sempre con Antoine Albeau in furgone, e quello che poi succedeva a Hanstholm era incredibile. Appena andavano in acqua Kauli, Marcilio, Riccardo, Victor, Robby Swift e Gollito, (vorrei però dire che anche Antoine Albeau dice la sua in fatto di salti) uscivano dall’acqua almeno cento persone per assistere dalla spiaggia ad uno spettacolo unico, perché i sopraelencati si allenavano a fare nuovi salti. Perfezionare il “Pushloop- Forward” era l’ordine del giorno. Io stesso mentre navigavo vedevo cose che mi facevano venire la pelle d’oca, perché vedere Riccardo che ti fa un Push-Forward alto 15 metri atterrato perfettamente non succede tutti i giorni. Non parliamo poi dei Backloop ad una mano a 12 m di Victor e Marcilio, o i doppi perfettamente atterrati di Kauli, Robby Swift e altri! Parlando poi con i vari riders erano tutti concordi su una cosa: “Questo posto è forse il miglior posto al mondo per saltare! Vento forte side-shore, onde lisce e distanziate, dove si può prendere una rincorsa da paura.” Riccardo mi ha detto che secondo lui ha fatto il salto più alto mai fatto in vita sua: 18 metri!!! Insomma tutti infine concordano con il fatto che la zona di Klitmoller-Hanstholm sia veramente COLD HAWAII!!!


Pochi giorni prima di andare in stampa è Da ora in poi tutte le gare del PWA terminata la tappa più importante del PWA di si potranno vedere in streaming. questa stagione, e con il più alto montepremi, a Sylt in Germania. In programma lo Slalom e il Freestyle maschile, e il Wave sia maschile che femminile. Quest’anno però la fredda Sylt ha lasciato molti con l’amaro in bocca. Il vento previsto, anche se di forte intensità, ha sempre soffiato nei 10 giorni di gara con una direzione troppo off-shore, lasciando all’asciutto tutti i rider del wave e permettendo lo svolgimento di un solo single elimination del freestyle con 1214 nodi. Tre atleti italiani in gara, Mattia Fabrizi, Nicola Spadea e Mattia Pedrani. Fabrizi purtroppo non è riuscito a passare il suo turno per accedere al main event, non avendo ranking ha dovuto partire dalle pre-qualifiche. Nicola Spadea, anche lui nelle pre-qualifiche, si è subito trovato di fronte un certo Kauli Seadi… che ha battuto con una consistente heat, anche se svolta in condizioni al limite del planabile dove il Campione del Mondo Wave nonché ex-top freestyler non si è trovato a proprio agio. L’atleta di Formia dopo questa epica impresa ha però perso nella heat successiva. Anche Mattia Pedrani è andato fuori al primo turno del main event, purtroppo in una heat svolta con il vento leggerissimo e contro un avversario, Edvan Souza, di ben 30 kg più leggero di lui. I nostri portacolori non hanno avuto modo di rifarsi in quanto terminata la single nei giorni successivi è stato dato spazio solo allo Slalom. Quindi Mattia Pedrani (Starboard/Simmer/MaverX) conclude la stagione 2010 al 22° posto, mentre Nicola Spadea (Starboard/Gun Sails/MaverX) in 25° posizione. Il titolo PWA Freestyle 2010 va a Gollito (Fanatic/North Sails), già conquistato a Lanzarote con una gara di anticipo grazie allo scarto, e vince anche a Sylt. Incredibilmente a pari punti i

successivi 3 atleti: Taty Frans (Starboard/Maui Sails), Kiri Thode (Starboard/Gaastra) e Steven Van Broeckhoven (F2/Gaastra), rispettivamente in 2°, 3° e 4° posizione per il miglior piazzamento ottenuto. Per quanto riguarda lo Slalom tanti gli italiani in gara: Andrea Rosati, Marco Begalli, Matteo Iachino, Francesco Orsi, Patrick Diethelm, Malte Reuscher, Andrea Cucchi, Massimo Colombi e Alberto Menegatti. Tolto il solito Patrick che si porta a casa un 8° posto di tutto rispetto, Alberto Menegatti sta iniziando a piazzare davvero dei buoni risultati. A pochi giorni prima della fine della gara era addirittura in 5° posizione vincendo diverse heat e mettendo dietro anche qualche big. Alberto conclude poi la stagione e la gara in 12° posizione, ma siamo sicuri che con un po’ più di esperienza, è uno dei più giovani della top 15, potrà dare filo da torcere a molti big! Il titolo Slalom 2010 va ovviamente a Antoine Albeau (JP/Neil Pryde), secondo a Sylt, e Björn Dunkerbeck (Starboard/Severne) conclude la stagione in seconda posizione, e vince a Sylt. In terza posizione un sorprendente Cyril Moussilmani (Starboard/North Sails). Prossimo appuntamento dal 14 al 23 novembre per la tappa finale del Wave a Cabo Verde. I ragazzi non potranno utilizzare lo scarto perché non si è svolta la tappa di Sylt. Quindi Victor Fernandez (Fanatic/North Sails) dovrà guardarsi bene le spalle dai suoi inseguitori Ricardo Campello (JP/Neil Pryde) e Philip Koester (Starboard/Neil Pryde). Kauli Seadi (JP/Neil Pryde) in 4° posizione deve sperare in un piazzamento disastroso di Victor, ma in una gara di puro wave riding tutto può ancora accadere! Stay tuned… ora più che mai, con il live in streaming delle gare sul sito pwaworldtour.com

Ricardo Campello a Klitmoller, quando si tratta di volare alto è sempre uno dei protagonisti.

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John Skye è uno dei wave rider più consistenti e radicali del panorama internazionale, e quest’anno si è occupato dello sviluppo delle nuove tavole Quad per RRD. Lo abbiamo intercettato sulle spiagge di Sylt dove, vista l’assenza di onde per poter disputare la gara wave, si è dato da fare come caddy per il compagno di squadra Finian Maynard. Fra una batteria e l’altra dello slalom è riuscito anche a rilasciarci una breve e interessante intervista a proposito della nuova linea RRD Wave Cult Quad.

Hardcore Wave 68 LTD V4 Volume: 68Lts Size: 229x53cm Fin: MFC K-One G-10 CNC 21,0 Fin box: US Sails range: 3.2-4.7 Hardcore Wave 76 LTD V4 Volume: 76Lts Size: 229x54cm Fin: MFC K-One G-10 CNC 21,0 Fin box: US Sails range: 3.7-5.3 Hardcore Wave 84 LTD V4 Volume: 84Lts Size: 229x55,5cm Fin: MFC K-One G-10 CNC 21,5 Fin box: US Sails range: 4.2-5.6 Wave Cult 75 LTD V4 Volume: 75Lts Size: 230x56cm Fin: MFC K-One G-10 CNC 22 Fin box: US Sails range: 3.7-5.2 Wave Cult 83 LTD V4 Volume: 83Lts Size: 231x58cm Fin: MFC K-One G-10 CNC 23 Fin box: US Sails range: 4,0-5,7 Wave Cult 92 LTD V4 Volume: 92Lts Size: 232x60cm Fin: MFC K-One G-10 CNC 24 Fin box: US Sails range: 4,5-6,2 24

Ciao John, sappiamo che tu partecipi alle tappe di PWA Wave utilizzando esclusivamente tavole di serie. Quali tavole hai utilizzato questa stagione? Tutte le tavole della gamma Wave RRD! Beh, in realtà non proprio tutte, ma una buona parte. Questa stagione ho continuato a utilizzare le mie RRD Wave Twin 90, 82 e 74 che rimarranno invariate anche per il 2011 e che per me rappresentano una sicurezza, a cui si sono aggiunte di recente le RRD Wave Cult Quad 92, 83, 75 e RRD Hard Core Wave Quad 84 e 76. Io sono alto un metro e ottanta e peso circa 82 kg, per cui in linea di massima penso di utilizzare i Wave Cult per le uscite in condizioni europee, mentre l’Hard Core Quad 84 lo tiro fuori dalla sacca solo quando le condizioni sono mitiche. Ma ti confesso che nel mio van e nelle mie boardbag continuo e continuerò a portarmi anche il WaveTwin82, perché questa tavola mi piace troppo per separarmene! Tu vivi a Gran Canaria buona parte dell’anno ed ormai sei quasi un local di Vargas e Pozo. Quali pensi sia la tavola maggiormente adatta alle condizioni di vento nucleare e on shore che generalmente si trovano in questi spot? Sono abbastanza sicuro che il Wave Cult Quad 75 è la tavola perfetta per le condizioni di Gran Canaria. Il controllo extra che ti da l’assetto Quad ti permette di restare in acqua e divertirti anche con una tavole più voluminosa di quelle che utilizzeresti normalmente con un single fin. E quando le condizioni diventano veramente radicali, allora passo all’Hardcore Wave Quad 76. Questa tavola ha un’outline più stretto e un rocker più pronunciato che ti permettono di mantenere il controllo anche nelle condizioni più radicali. La maggior parte dei rider non prestano grande attenzione al trim della tavola. Pensi che una posizione corretta di pinne e piede d’albero sia importante anche per quanto riguarda le nuove tavole Quad? La posizione giusta di pinna e piede d’albero è sicuramente fondamentale se si vogliono spremere dalla tavola le sue massime prestazioni. Voglio dire che la tavola più o meno funzionerà anche se si mettono pinne e piede d’albero a casaccio senza prestare particolare attenzione, ma posso garantirvi che ogni tavola ha una sua posizione magica per pinne e piede d’albero. Per quanto mi riguarda, io preferisco posizionare le pinne anteriori nella posizione più avanzata possibile, mentre le pinne posteriori le tengo circa a metà della scassa, col bordo d’entrata a 33 cm da poppa. La posizione giusta del piede d’albero è circa a 135 da poppa, e lo sposto appena più indietro quando il vento è forte, oppure leggermente più avanti quando il vento è più leggero. Come si fa a trovare il trim giusto per il proprio stile? Le regolazioni cambiano anche in base alle condizioni? Devo dire che pur avendo lavorato molto sulla configurazione quad questo inverno durante le fasi di sviluppo delle tavole di serie, anche io non ho ancora


trovato la ricetta giusta per ogni condizione, così ogni uscita che faccio, mi diverto a cambiare leggermente le regolazioni per vedere come reagisce la tavola. Quello di cui sono sicuro è che la posizione delle pinne anteriori completamente in avanti permette alla tavola di effettuare curve più strette sulla propria posizione. Inoltre, più si allontanano le pinne fra di loro e maggiore è la trazione della tavola. Per questo motivo io tendo a tenere pinne anteriori e posteriori distanziate fra di loro, perché questo assetto mi permette di spingere di più lungo tutta la curva ed avere un maggior controllo della mia potenza mentre surfo. Parlando di surfata, in cosa si differenziano i nuovi RRD WaveCult Quad dai WaveTwin? I nuovi RRD Wave Cult Quad hanno molto più controllo e molta più facilità a restare in acqua. Questo ti permette di avere maggiore trazione durante il bottom turn e anche molto più grip nel top turn permettendoti di dare delle belle spadaciate al lip! Pensi che la slashata stia passando di moda e che adesso il vero rider radicale preferisce la spadaciata? Beh, questa non è una cosa che dipende dal fatto che si usano i quad, dal momento che per quanto riguarda la mia esperienza, anche usando un Quad puoi far slashare la tua tavola tutte le volte che vuoi, ma avrai semplicemente maggiore controllo nel momento in cui vuoi ricominciare a surfare. Le pinne infatti sono più piccole di quelle utilizzate su un twin fin, quindi si può slashare facendo ancora minor fatica, ma se ti piace affondare la poppa della tavola al momento del top turn, scoprirai di avere abbastanza grip da alzare la spadaciata

più profonda che ti sia mai capitato! Non è una questione di moda, è una questione di stile personale. E queste tavole ti permettono di esprimere al massimo entrambi i tipi di stile. Pensi che i Quad siano molto diversi dai Twin per quanto riguarda i salti? E pensi possano essere altrettanto validi dei vecchi single fin per quanto riguarda i salti? Rispetto alle tavole twin fin, i Quad saltano decisamente meglio. Più grip e più controllo significano che puoi impattare l’onda esattamente quando e dove vuoi, e quindi con maggiore velocità e trazione nella sezione più verticale dell’onda. Non sono troppo sicuro che saltino meglio dei single fin, ma gli indubbi vantaggi in surfata e la performance generale è talmente superiore, che per me in questo momento non ci sono dubbi che questo genere di tavola rappresenta un notevole passo avanti. Pensi ci sia altro che la gente ha bisogno di sapere a proposito di queste tavole? Penso che la gente debba soprattutto trovare il modo di provare di persona queste tavole per potersi dare personalmente una risposta a tutti i possibili dubbi. Direi che grazie a queste tavole, ora la gamma wave di RRD è davvero completa. I Wave Cult sono tavole facili, molto veloci e che planano prestissimo e sono disponibili sia in versione single che quad. Gli Hard Core sono tavole davvero radicali che girano più veloci del pensiero e anche loro sono disponibili in versione single e quad. Poi ci sono i Wave Twin per surfate radicali e i Wave Thruster, per surfate ancora più calibrate… Insomma è proprio vero che adesso ognuno può trovare quello che maggiormente si addice al proprio stile per surfare fra le onde! 25


Durante il secondo week end di luglio, presso il centro Naloo a Marina di Palo (Roma) si è svolto il "Coca-Cola Zero Windsurfer Vintage Cup". Una regata dedicata ad un pubblico amatoriale molto particolare, visto che si è disputata con tavole progettate più di 25 anni fa'! Il mitico Windsurfer! Per questa occasione, la rinata classe Windsurfer, ha riunito più di venti concorrenti, puri wavers e slalomari incalliti, giovani alle prime armi, comprese tre ragazze, in una competizione svolta nella goliardia del noto "windsurfer spirit", nonostante il caldo torrido del mese di luglio, ma dissetati dalle ghiacciate lattine Coca-ColaZero distribuite in spiaggia. La regata ha permesso agli atleti di navigare con le nuove tavole Windsurfer arrivate direttamente dall'Australia per il rilancio della Classe Windsurfer-Italia. Infatti la nota curiosa è che alcuni partecipanti, non avendo mai navigato nei tempi passati con queste tavole, si sono meravigliati delle loro capacità di manovrabilità e velocità! "It's possible". La competizione è stata organizzata al centro Naloo di Paolo Bini in collaborazione con l'XRay Windsurf Academy nella persona di Raimondo Gasperini, che ha diretto meticolosamente tutte le operazioni in acqua e fuori. L'evento si è svolto con batterie ad eliminazione diretta, con girone di winners e loosers, spettacolari le procedure di gara con partenza dalla spiaggia dove il numeroso pubblico, accorso per la manifestazione ha potuto tifare spalla a spalla con gli atleti in gara. Per la cronaca dopo una vera e propria battaglia all'ultimo metro, e all'ultima bomata, la regata è vinta dal chirurgo romano Leonardo Leone, seguito da Marco Grea e Fabio Ferrari; tra le donne, prima classificata: Di Giosafatte Antonella, seconda Scacchi Flavia e terza Maria Puri. Fantastica e decisamente ricca la premiazione, premiate tutte le categorie sul mitico Jeeppone Coca-ColaZero! Si ringrazia: il Naloo per l’ospitalità, Coca-ColaZero che ha creduto in questa riuscitissima manifestazione, la Link Distribution e la Fca/Volkswagen per i premi messi a disposizione. Arrivederci dalla Classe Windsurfer!

Nell’imperdibile scenario della Baia di Porto liscia/Coluccia (Santa Teresa Gallura), organizzata dal Club Porto Liscia, il 02/09/2010 si è svolta la XII° edizione della regata storica di tavole a vela. Hanno fatto bella mostra di sé, allineate lungo la spiaggia, 14 gloriose tavole Mistral Competition, Windsurfer, Ten-Cate, Winglider, etc… Nomi che rievocano nei surfisti di fine anni ‘70 e inizi anni ‘80 indimenticabili sensazioni e mille ricordi di gioventù. 14 i regatanti, provenienti dalla Sardegna e dal Nord Italia. Non esclusa la bella presenza di due giovani e agguerrite ragazze. Al momento della partenza si è alzato un vento di Levante fortissimo che, oltre che far ribollire il mare, ha costretto il Comitato organizzatore (composto da Alberto Catalano e Simone Pisciottu) a rinviare ripetutamente l’inizio della regata ed a ridurre, per sicurezza, il campo di gara. Finalmente dopo circa tre ore il via che, come consuetudine avviene con la corsa (50 mt.) dei concorrenti verso la propria attrezzatura. In una confusione fantastica e dantesca di tavole a vela, i regatanti hanno cercato di prendere il largo ostacolati sia dal forte vento che dalla vetustà delle attrezzature. Con un tifo da stadio dei numerosissimi spettatori presenti, che talora sono intervenuti direttamente in aiuto dei concorrenti, si è svolta la gara che ha un’unica regola: non esistono regole. La regata ha messo in evidenza, nonostante un po’ di ruggine, le grandi doti agonistiche e tecniche di un ex campione degli anni Ottanta che ha preceduto Stefano il biondo maestro di Windsurf del locale circolo ws, e campione di freestyle e, inaspettatamente, Amadeus un valente psichiatra mitteleuropeo, seguiti a distanza da due giovani concorrenti Tonno e Minesi. Molti atleti non sono riusciti a terminare la regata per le avverse condizioni del vento, nonostante l’incitamento continuo del pubblico. Il C.O. è dovuto intervenire per riportare a terra alcuni regatanti che avevano subito avarie… Il vincitore e cioè il primo a battere la mano sul tavolo del Club porto Liscia, dopo una corsa di circa 80 mt. dalla spiaggia è stato, come detto, Massimo Varrucciu di Olbia indimenticato Campione degli anni 80. Davanti al folto pubblico che ha ammirato le performance delle giovanissime ballerine in stile hawaiano, che hanno danzato in onore di ogni concorrente, si è svolta la premiazione che è terminata con un bagno… di spumante e con l’arrivederci alla tredicesima edizione. 26

CLASSIFICA GENERALE DELLA XII° EDIZIONE REGATA STORICA TAVOLE A VELA ANNO 2010 1. MASSIMO VARRUCCIU 2. STEFANO LORIOLI 3. AMADEUS EHRHARDT 4. ALESSANDRO (TONNO) TONELLI 5. GIANPAOLO MINESI 6. FRANCO MARCHETTO 7. RICCARDO NIZZOLI 8. FLAVIO FRANCESCHINI 9. ENRICO (SUCCO) BADONI 10. PEPPE PORRU 11. EMILIO CASI 12. SILVIA RAVA (1° CLASS. CAT. JUNIORES) 13. JACOPO NIZZOLI(2° CLASS. CAT. JUNIORES) 14. JOLANDA CASI(3° CLASS. CAT. JUNIORES)


Portare il mondo della “surf culture” a contatto con il pubblico extra settore è uno degli obiettivi per cui da anni si lavora in Italia. Italia Surf Expo 2010 ha rappresentato il primo passo verso un futuro più aperto. La risposta mediatica di un evento di caratura internazionale come quello che è avvenuto dal 30 luglio al 1 agosto ai piedi del castello medievale di Santa Severa, alle porte di Roma, è stata incredibile. Grazie alla qualità di una manifestazione arricchita da personalità importanti dei vari settori. A partire dall’ospite d’onore di questa dodicesima edizione della fiera surfistica: il “re hawaiano” Sunny Garcia. Campione del Mondo ASP (Association Surfing Professional) nel 2000 e sei volte vincitore della Triple Crown, la competizione più prestigiosa dell’intero pianeta che si svolge in tre tappe nei tre migliori spot delle Hawaii. A far da guida alla stella della tre giorni romana l’organizzatore e surfista laziale Alessandro Marcianò insieme a Raimondo Gasperini e la sua immancabile e sempre in crescita XRay Windsurf Academy. Un trio che ha unito le forze riuscendo nell’impresa di attirare le attenzioni dei migliori testate nazionali. Dalle tv, presenti a seguire le loro performance e quelle del numeroso pubblico accorso, con le telecamere del TG2, del TG3, del TG5 e di Studio Aperto. Fino alle pagine del Corriere della Sera, di Repubblica, di Gazzetta dello Sport e di molto altro. Entrando nel dettaglio della manifestazione numerose sono state le novità presentate, svariando di settore in settore. L’XRay Windsurf Academy di Raimondo Gasperini ha proposto l’IDO, un congegno ideato per avvicinare i più piccoli al mondo del windsurf. Posto alla base dell’albero permette alla vela di non cadere nell’acqua limitandone lo sforzo fisico. Molti i bambini, oltre 50, che hanno testato l’IDO (acronimo di Innovation Dario Oliviero, nome dell’inventore) rimanendone entusiasti. È esplosa invece la SUP-mania. Già in grande espansione la moda della tavola di stampo polinesiano da condurre con pagaia, con o in assenza di onde, ha letteralmente spopolato tra il pubblico del litorale laziale. Stesso discorso per l’Indoboard, la tavola posta su di un cilindro ideale per allenare l’equilibrio ed il posizionamento prima di cimentarsi in acqua. Ed infine, il Grinch Winch. Conosciuto nel mondo del windsurf, nato per combattere le terribili attese in mancanza di vento, è divenuto un’attrazione per tutte le varianti dei “board sports”. Con il surf da onda, con il sup, con il wakeboard, con lo skinboard. Ogni tentativo è un trick da immortalare. Su tutti le performance freestyle di Raimondo Gasperini e le surfate di Alessandro Marcianò, tra i più esperti, hanno infiammato i presenti. I due, in occasione del contest organizzato la domenica, giorno conclusivo, sono stati battuti però da Emanuele Guglielmetti, autore con la sua tavola della miglior manovra del pomeriggio. Gare anche per il Sup con la terza di sei tappe del campionato nazionale. La vittoria, come nelle precedenti due competizioni, è andata al romano Fabrizio

Il windsurf protagonista in tv per un giorno.

Gasbarro davanti al suo rivale nella lotta al titolo Leonard Nika. Tuttavia, Italia Surf Expo, non è solo surf e windsurf, ma anche divertimento e glamour. A partire dai Bikini Contest, alle presentazioni di libri e proiezioni di film a tema, fino alle attese feste notturne. In questo caso ad attirare le attenzioni le due veejay di Radio 105, partner dell’intera manifestazione, Kris&Kris. Tanta musica e grande partecipazione. In particolar modo il sabato con il Coca-ColaZero Beach Party che ha tenuto la folla fino a tarda notte incollata alla suggestiva ed incantevole spiaggia di Santa Severa. In particolare durante l’evento è stata data a tutti i partecipanti la possibilità di andare in windsurf utilizzando tavole Starboard e il rivoluzionario sistema iDO. Raimondo Gasperini ha gestito personalmente tale battesimo del mare e la gratificazione ottenuta è descritta nelle parole che seguono: “ L'evento dedicato sopratutto ai bambini e alle ragazze ha avuto un successone! Vedere sorridere felici i bambini e le facce sorprese nel riuscire a navigare da soli è stata incredibile e molto gratificante! La chiave è sicuramente il poco sforzo e la semplicità nel navigare che ora grazie all'IDO è possibile…”. Tutti i partecipanti hanno ricevuto uno splendido diploma al termine della giornata come medaglia al merito per la partecipazione e la gioia di tale dono per i nostri giovanissimi rimarrà sempre. Tutto l’evento è stato caratterizzato da un grande interesse e divertimento da parte dei partecipanti, mai si erano visti durante l’evento così tante persone a provare di andare in windsurf e stare in fila per salire e scendere di continuo da una tavola.

Raimondo Gasperini in azione davanti al castello di Santa Severa.

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“Sì, mi farebbe un sacco piacere partecipare anche il prossimo anno al camp!”. Queste sono state le parole entusiaste della giovane Julia Mutslechner. La giovane ragazzina italiana di 12 anni era una dei 36 partecipanti al Camp JP Young Gun, la cui quarta edizione s’è tenuta a Prasonisi, sull’isola greca di Rodi. “Ho imparato così tanto in una sola settimana…” Julia ci ribadisce con un sorriso smagliante. I coach dello staff della rivista tedesca Surf, Steve Chismar, Jonas, Holzhausen, Frank Lewisch e Manuel Vogel sono stati affiancati da due ospiti d’eccezione, direttamente dal Team JP di Coppa del Mondo, Antxon Otaegui e Andy “Bubble“ Chambers. Non solo hanno dimostrato la loro abilità in acqua illustrando strambate, Shaka e Vulcan ma hanno anche dato degli ottimi consigli ai giovani riders. In spiaggia quindi, anche Julia ha avuto la possibilità di imparare le manovre migliori direttamente da Andy “Bubble” Chambers. Eolo si è comportato davvero benissimo. Le condizioni hanno variato da vento leggero per fare slalom e SUP, per poi provare tutte le varie manovre in windsurf quando il vento rinforzava nel pomeriggio. Un sacco di teenagers volevano migliorare la loro tecnica in strambata. “Vorrei imparare a strambare più velocemente e provare qualche manovra di Freestyle ” dice Julia Mutslechner. Per i riders più esperti iscritti, il programma era fitto di Flaka, Grubby e Spin Loops. Tutta l’azione veniva ripresa da due cameraman professionisti e la sera veniva proiettato il video per controllare i progressi e gli eventuali errori. Durante l’ultimo giorno c’è stato anche un contest in cui si sono confrontati i riders in varie categorie d’età. Tutti erano davvero molto eccitati in quanto il premio finale era un’attrezzatura JP e

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Neil Pryde. I coach e gli ospiti d’eccezione, Antxon Otaegui e Andy Bubble Chambers hanno poi dato gli ultimi consigli per gareggiare al meglio. Nella divisione delle ragazze, la vincitrice è la quindicenne Viktoria Als dall’Austria. Subito dietro a lei c’è Emma Labourne dall’Inghilterra e Julia Mutschlechner dall’Italia. Nella divisione maschile la situazione era molto più critica e combattuta gia dell’inizio. Il livello era davvero alto. I giovani freestyler emergenti chiudevano già Grubby ecc ecc. Dopo una semifinale mozzafiato, il sedicenne Marco Lufen ha avuto la meglio su Julian Wiemar, Valentin Böckler e Dominik Enting. Il primo premio quindi è andato al rider tedesco. Antxon Otaegui è rimasto impressionato dal livello dei partecipanti, con manovre molto difficili e pulite: “Otto anni fa anch’io ho partecipato ai JP Young Gun Classics ed ho vinto la competizione finale. Sono poi riuscito a fare l’enorme salto di qualità, decidendo di entrare a fare parte del Team JP World Cup. Questa è la prova tangibile che tutti i partecipanti al camp qui a Rodi, come Julia Mutschlechner, possono farcela nel mondo del windsurf professionale.”

INTERVISTA CON CHRISTOF KIRSCHNER, MANAGER GENERALE DEL PRO CENTER A PRASONISI, RODI. Quali sono i gruppi d’età ideali per questo JP Young Gun Camp a Prasonisi? Cerchiamo di raggruppare i ragazzi più entusiasti che sono già ad un certo livello (partenza dall’acqua, uso del trapezio e footstraps). Non c’è alcun limite d’età e chiunque si senta giovane nel cuore può partecipare. Il nostro iscritto più giovane aveva solo 8 anni, mentre il più anziano ne aveva 52. Di solito la maggior parte dei riders è tra i 10 ed i 18 anni.


Questo Freestyle-Camp per teenagers è probabilmente uno dei più professionali e meglio organizzati in assoluto. Quali sono i vostri obiettivi? Si riesce sempre a fare bene ciò che si ama! Il nostro obiettivo principale è regalare ai ragazzi una settimana indimenticabile qui a Prasonisi, durante il quale possano imparare direttamente dai professionisti e quindi possono affinare notevolmente la loro tecnica in pochissimo tempo. I ragazzi poi imparano velocemente grazie all’aiuto fondamentale dei coach, che fanno un lavoro strepitoso qui. Combinando il tutto con l’aiuto dei Pro Riders del team JP, i giovani riders possono poi mostrare tutto quello che hanno imparato durante il contest finale. Questo Camp però non è solamente pratica… anzi! Il programma è davvero pieno. Interviste, corse in go kart, SUP, cliff-diving e molto di più! Ogni sera poi vengono proiettate le riprese del giorno stesso degli young guns in azione. Dopo poco il video viene poi caricato su internet in modo che anche genitori ed amici possano monitorare l’andamento del Camp, condividendo quest’esperienza da vicino anche se non hanno avuto la possibilità di esserci di persona. Se guardi negli occhi di questi giovani riders, sia maschi che femmine, senti immediatamente la loro passione ed entusiasmo, senza limiti. Pensi che il futuro sia più roseo? Sì, penso che il puro entusiasmo sia il motore dell’intero successo del Camp. Vedo un sacco di ragazzini che hanno sviluppato un profondo amore per il windsurf da soli, anche se i genitori hanno smesso molto tempo fa. Alcuni addirittura riprendono anche a surfare, contagiati dall’entusiasmo dei loro giovani riders. Questo aspetto è davvero positivo per lo sport. Abbiamo anche notato un notevole aumento di ragazze, e quest’anno un terzo dei partecipanti erano femmine. Mi ricordo ancora quando l’industria considerava la percentuale di riders femmine intorno al 9%. Qual è il tuo contributo per questo JP Young Gun Camp? Organizziamo il camp assieme ai marchi JP e Neil Pryde, che mettono a disposizione i premi ed i loro pro riders. Oltre a questo lavoro d’organizzazione, abbiamo anche 4 coach dalla rivista tedesca Surf Magazin più altri due cameraman della compagnia “SofaMovieLab”, che producono video e foto a livello professionale. Nei paesi che parlano tedesco ed in Inghilterra abbiamo anche una grande lotteria appoggiata sia da “Surf” che “Boards Mag UK” che ha un vincitore a testa. Il premio per i fortunati riders è di partecipare al Camp, tutto compreso, dal volo, all’albergo, perfino bevande e cibo e noleggio materiale. In totale circa 1500 euro. Durante lo Young Gun Camp JP nel 2002, Antxon Otaegui, ora professionista di Coppa del Mondo, ha vinto il contest finale ed ha guadagnato una wildcard per il suo primo evento Freestyle di PWA Word Cup. Questo tipo di carriera è possibile anche per gli altri riders che hanno partecipato al Camp JP a Prasonisi? Sì certamente, il vincitore dello scorso anno, Loick Spicher dalla Svizzera sta muovendo i primi passi nella sua carriera professionale! Partecipa al Tour EFPT ed è sponsorizzato da Neil Pryde. Anche nella lista di oggi ci sono un sacco di giovani ragazzi e ragazze con ottime capacità. L’industria continua a chiedere informazioni ed a seguire attivamente gli sviluppi.

Antxon Otaegui fa vedere come si fa.

Andy “Bubble“ Chambers con Julia Mutslechner.


SETTEMBRE 2010 TESTO DI Matt Pritchard • FOTO DI Jock Bradley

Mentre gli estivi alisei nucleari cominciano a calare, e giunta l’ora di concentrarsi sull’autunno. Per tutti quelli che come me vivono a Maui, questo significa che finalmente le onde sono dietro l’angolo. Per tutti gli altri che purtroppo non sono così fortunati, è ora di impacchettare tutto il loro materiale e guardare da lontano… Grazie alla diffusione delle informazioni su internet, il windsurf in inverno è diventato effettivamente un nuovo sport. Basta accendere il computer e si può seguire da vicino il proprio atleta preferito in tutti i suoi spostamenti e session d’allenamento. Il sito del PWA è davvero aggiornato ed interessante ed ora durante gli eventi ci sono anche live updates, video in streaming e risultati in tempo reale! Che spettacolo! Durante la brutta stagione invece, si può seguire i report del proprio atleta preferito e ti sembra quasi di esserci a windsurfare, o almeno di far parte dell’azione! Penso che la stagione 2011 sarà davvero interessante. Ho sentito un sacco di voci riguardo a numerosi cambiamenti di scuderie per svariati atleti! Sarà divertente vedere cosa succederà… per ora non posso dire altro ma sicuramente ci saranno dei cambiamenti notevoli! Qui a Maui, è stato tutto abbastanza tranquillo, l’estate è andata bene ma non tutti i nomi conosciuti si sono presentati all’appello. Sono convinto che l’economia di questo periodo abbia dissuaso parecchi riders dal venire qui a Maui ad allenarsi. Hookipa ha la sua solita frequenza di un gruppetto di circa 10 persone che surfano

in una giornata abbastanza piatta e ventosa. Kanaha è diventata sempre di più la scelta vincente per l’estate, specialmente da quando hanno ampliato il parcheggio. Se arrivavi in spiaggia tardi a volte ti toccava parcheggiare in campagna! Adesso se sei fortunato riesci perfino a parcheggiare in prima fila! Tutto il materiale 2011 è già in circolazione e sembra davvero bello. Il range Neil Pryde e il nuovo materiale Goya sono un po’ troppo appariscenti per i miei gusti. Anche le nuovissime Gaastra IQ però hanno un look davvero fresco e radicale e sono molto richieste! Per quanto riguarda le tavole, sembra che i Quad ormai abbiano preso il sopravvento. Ho provato a surfarci un po’ su e mi sono davvero divertito un sacco! Devo ancora provarli con onda grossa ma sono sicuro che funzionano benone. Sembra anche che ogni singolo marchio abbia incluso anche il Thruster nel suo range... I setup multi-pinna ormai vanno per la maggiore! Vedremo quale sarà la combinazione vincente. Penso che i Thrusters siano già in circolazione da un bel po’, ed è bello vederli tornare in voga per riscuotere nuovi successi! Chi spacca? Devo dire che l’impiegato del mese è senza dubbio Graham Ezzy. Ogni volta che lo vedevo in acqua faceva paura: Takas, backside 360 e curve pennellate! Sembra anche che le vele nuove siano migliorate un sacco e si riflette anche nel suo stile. Levi ovviamente non passa mai inosservato, ma scende solo nei giorni in cui le onde sono almeno 2.5m... altrimenti non viene nemmeno in spiaggia. Mio fratello Kev è rimasto in Europa per girare un pochino ed è riuscito a fare un paio di belle session. Francisco Goya è molto motivato e spacca ad ogni uscita. Kai Lenny ha girato un sacco quindi non l’ho quasi mai visto. Il piccolo uomo, Bernd Roediger US 1113, sta già lasciando il segno, è un bambino davvero simpatico, sempre affamato d’avventura! Se vuoi ancora fare qualche uscita prima che l’inverno arrivi a paralizzarti, controlla uno dei miei posti preferiti per l’autunno: il Gorge! La folla diminuisce un po’ ma il vento continua imperterrito, poi è un bel posto da vedere anche senza vento! Può fare snowboard, mtb, motocross, windsurf e rafting nelle rapide, tutto nello stesso giorno! È vero, se sei un animale, ce la puoi fare. Io infatti l’ho fatto! Se Maui ti sembra troppo inaccessibile, il Gorge potrebbe essere la soluzione perfetta, più vicino ma altrettanto divertente! Per ora è tutto – spero vi divertiate ovunque voi siete!! Ciaooooooo Italia! MP



Non capita tutti i giorni di poter toccare con mano il processo sviluppo di una vela, grazie alla presenza della factory italiana di Senigallia, abbiamo incontrato in una calda mattina d’estate Federico Radicioni atleta anconetano e collaboratore della veleria. Federico ci ha accompagnato in questo racconto illustrandoci come ha avuto inizio la sua esperienza, dall’idea progettuale allo sviluppo sino alla realizzazione definitiva del suo progetto sviluppato grazie alla collaborazione con Challenger Sails, dove abbiamo seguito le fasi più importanti di lavorazione. Ciao Fede per chi ancora non ti conoscesse cosa puoi dirci di te? Sono un grande appassionato del nostro sport, del mare in generale e dei viaggi ai quali ho dedicato e sto dedicando buona parte della mia vita. Il mio primo incontro con il mare forse a qualche giorno dalla nascita, visto che non ho mai praticamente vissuto a più di 100 metri di distanza. Purtroppo la grande passione per il windsurf è esplosa solo dopo la maggiore età, e comunque da li in poi, ha influenzato la mia vita in tutto e per tutto. Mi sono licenziato dal lavoro della vita, disegnatore progettista, quell’ufficio mi andava davvero troppo stretto, sono partito per le isole Canarie dove tra tutto ho trascorso quasi due anni della mia vita, facendo di tutto... Al mio ritorno è nata la collaborazione con ChallengerSails che di anno in anno si è fatta sempre più intensa, ed il negozio EastSailing di Roseto degli Abruzzi che nella persona di Roberto Candelori mi ha dato una grandissima mano. Poi a fasi alterne tra Italia, Sud Africa e Australia eccomi arrivato ai giorni d'oggi, e chi vivrà vedrà... Hai un aneddoto simpatico da raccontare agli amici di Funboard, capitato durante uno dei tuo viaggi? Poco prima della fine dei miei 6 mesi di sviluppo e test della Freeg 2011 decido ti tornare a Gnaraloo, un posto davvero fantastico e in quel periodo dell'anno, marzo/aprile, davvero con poca gente e i primi swell più consistenti di fine estate. Tutte le aspettative sono infatti state rispettate un mese di vento ed onde con pochi rider con i quali dividere tutto ciò. Durante le giornate di stop del vento ero solito tornare alla città più vicina, 150 Km di strada non asfaltata, per rifornirmi di acqua e cibo, ed è proprio nell'ultimo dei mie rifornimenti che il mio van ha deciso di abbandonarmi nel mezzo del nulla... il rientro a Perth, a più di 1000Km, dove mi aspettava l'aereo per il ritorno in Italia, mi è costato 3 giorni di attesa e 15 ore di autobus oltre al rimorchio del furgone, poi venduto ad un meccanico croato per 4 soldi... Nonostante tutto ne è valsa la pena. Bene ma ora andiamo al sodo, come ti senti in questa nuova veste di sail designer? Mi piacerebbe davvero esserlo a tempo pieno, per ora assieme a Claudio Badiali e Mario Maniero, che me lo hanno permesso, lo sono per quanto riguarda il progetto FreeG. Ti dirò che quando ciò che fai ti appassiona e ti da dei risultati è davvero appaganti. Qual è la qualità più importante per un sails designer? Conoscenze tecniche, impegno e passione per ciò che si fa, il mix delle tre cose è la qualità più importante, ed è sicuramente presente in ChallengerSails.

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Claudio Badiali controlla i particolari della nuova FreeG con una sua collaboratrice.

Mario Maniero con la FreeG 2011, che grazie alla nuova disposizione delle stecche ora è più facile da arrotolare.

Claudio e Federico Radicioni studiano la loro creatura.


Da cosa sei partito e come sei arrivato a questo progetto? Ricordo ancora bene come in veleria ho proposto il progetto a Claudio, sono stato molto diretto, ho preso 4 stecche e le ho appoggiate sopra un pezzo di monofilm a forma di vela... e da li si è partiti. In pratica il progetto è nato per la necessità di una vela con nuove caratteristiche che soddisfacesse il nuovo modo di fare windsurf che si sta evolvendo in questi anni, per questo motivo sono arrivato a questo progetto. Come si procede? Ah, qui inizia il divertimento... come ti dicevo siamo partiti da quelle 4 stecche e monofilm, da lì ho spiegato esattamente a Claudio cosa volevo dalla vela e, assieme anche a Mario, abbiamo inserito tutte le mie idee nel software. Abbiamo così ottenuto un primo prototipo subito tagliato ed assemblato in veleria. Fatti i primi test in acqua e registrate le prime impressioni si è proceduto a realizzare ancora altri prototipi i quali sono stati a loro volta testati. Dopo molti proto e test si è arrivati alla prima FreeG, quella 2010. Per la vela 2011 abbiamo evoluto e migliorato la FreeG 2010 e, a seguito di lunghi mesi di test nelle più differenti condizioni, si è arrivati ad ottenere il risultato che cercavamo con piccoli ma importanti cambiamenti rendendo la vele praticamente perfetta. Quanto è importante oggi l’utilizzo di un software? Importantissimo, ma senza idee e persone giuste il software non fa niente. Cosa avevi in mente? Come dicevo quello che avevo in mente era una vela che soddisfacesse il nuovo modo di fare windsurf che è nato in questi ultimi anni nelle categorie Freestyle e Wave: cioè una vela compatta, leggera manovrabile e con grande accelerazione. Devo dire che i risultati mi hanno soddisfatto in pieno.

Claudio e Federico soddisfatti del loro lavoro.

Che tipo di vela utilizzavi e in cosa doveva cambiare? Utilizzavo vele di ogni tipo, Wave side, Wave on, Freeride, ma quello che ho cercato di fare è stato qualcosa di nuovo e non di cambiare quelle già esistenti che restano comunque ottime vele. Questo perchè nel mondo del windsurf si è venuto a creare un nuovo modo di navigare che necessitava una nuova tipologia di vela. La ricerca e lo sviluppo di un progetto velico vanno sempre di pari passo? No, spesso si fa della ricerca su vari campi: materiali, profili, curve, ecc… anche senza nessun nuovo progetto, poi quando si ottengono risultati interessanti si parte con lo sviluppo di un nuovo progetto o si integrano in uno già esistente. Sappiamo che a questo progetto collabora anche Valter Scotto? Sono stato molto contento che Valter abbia scelto di navigare con le FreeG 2010 al suo ingresso nel team ChallengerSails, ciò significa che la vela va alla grande. Per le nuove 2011 importanti sono stati i test dai lui svolti alle Canarie ed i feedback che ci ha fornito soprattutto nelle misure più piccole. Quanto è cambiata la vela rispetto al progetto iniziale? Dal primo proto sicuramente le evoluzioni sono state numerose e fondamentali, che ci hanno portato ad ottimi risultati, mentre tra la 2010 e la nuova 2011 pochi ma importanti accorgimenti hanno reso la vela ancora migliore. Su cosa avete lavorato maggiormente? Per questa 2011 si è lavorato molto per migliorare anche il più piccolo dettaglio, la vela è stata leggermente ridotta in penna, infatti come si potrà notare il “cut away” è diminuito, mentre è leggermente aumentato quello sulla bugna. Così la vela è risultata ancora più manovrabile e con doti di accelerazione incredibili. Anche l’inclinazione delle stecche, sempre nella zona della penna, è leggermente cambiata, sia per praticità, così la vela arrotolata risulta più corta, che per il migliore funzionamento del top stesso, la vela apre e chiude meglio. Grande attenzione è stata dedicata anche allo studio della rastrematura e struttura delle stecche, ciò ha portato ad ottimi risultati, grassi stabili e grande resistenza.

L’intera vela è realizzata in X-ply, conosciuto per le sue doti di leggerezza e antistrappo, ad eccezione dell’ampia finestra realizzata in monofilm 7mm, materiale super resistente, che permette una migliore visuale. Per completare la gamma sono state aggiunte le misure 3.7 per gli spot più ventosi, dato che la prestazione della vela è eccellente anche con vento fortissimo, e la 5.0 che risulta molto popolare. Si avranno così a disposizione le seguenti superfici: 3,7 - 4,2 - 4,7 - 5,0 - 5,3 - 5,7 - 6,3. Infine la nuova grafica richiama lo stile dell’arte Aborigena, ricordando la location dove la vela è stata sviluppata, il Western Australia. Ok Fede, ora non ci resta che provare il frutto del tuo duro lavoro. Vuoi ringraziare qualcuno? Si, tutti i componenti della veleria, in particolare Claudio Badiali, che ha creduto in queste mie idee ed ha reso possibile la realizzazione di questo progetto. Federico Radicioni sponsored by: ChallengerSails, RRD, EastSailing, AL360, Conerostyle.

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“Perché no!” mi sono risposto quando il giovane rider ligure Federico Infantino mi ha proposto questo articolo. Non vi nascondo che inizialmente ho pensato di non pubblicarlo perché lontano dalla nostra linea editoriale. Poi mi sono immedesimato nella sua situazione, di quando anche io a 18 anni passavo le estati a Tenerife subaffittando ai miei amici i posti letto della casa che avevo in affitto per poter rimanere sull’isola il più a lungo possibile. Se il caporedattore di Funboard di allora mi avesse detto che avrebbe pubblicato il report della mia vacanza avrei fatto salti di gioia. Quindi ho deciso di dare un po’ di “spinta” a questo giovane rider che mi ricorda molto i miei inizi… e poi tutto sommato le foto non sono niente male! Tornato a fine febbraio dal Sud Africa il mio unico pensiero era quello di non passare l’estate in Italia! Dopo una bella primavera trascorsa lavorando come un matto, con qualche scappatella in Sardegna e sul Garda per vari eventi nazionali, riesco nel mio intento e la mattina del 1 luglio salgo in macchina: 3 ore di viaggio da Bordighera a Milano per poi salire su quel volo Alitalia con destinazione Tenerife! Arrivati all’aeroporto inizia la solita litigata al check-in per imbarcare la sacca con l’attrezzatura conclusasi con il patteggiamento di 150¤, dai 300¤ iniziali! Anche se avrei dovuto pagarne solo 50¤. Dopo di che… si parte: un’ora di scalo a Barcellona e poi diretti a Tenerife! Sia la valigia che il saccone arrivano con me a destinazione senza problemi. All’aeroporto c’era già Andrea Palazzo che mi stava aspettando per portarmi fino a quel famoso paesino che ero ansioso di vedere, El Medano! Appena

arrivati si passa velocemente a posare l’attrezzatura nel rimessaggio di Sandro e poi dritti all’appartamento per una bella doccia! La prima settimana è stata abbastanza tragica: non si muoveva una foglia e quel mitico spot wave, il “Cabezo”, sembrava il lago di Garda! (senza offesa!). Non conoscevo praticamente nessuno e dopo i primi giorni passati a girare da cima a fondo il Medano rompendo un po’ le scatole a Sandro nel suo bar il “Vida Cafè”, sono anche riuscito a salire su un autobus senza sapere dove mi portasse, ma almeno ho occupato un po’ il tempo! Dalla seconda settimana la situazione “migliora” un po’: l’aliseo inizia a soffiare e mi fiondo in acqua! Fin troppo gasato nei primi giorni e senza averci preso ancora tanta confidenza con scogli e marea, inizio a combinare casini rompendo un po’ di attrezzatura! La fortuna sembrava mi avesse girato le spalle contando anche il boiler e la lavatrice che mi “esplodono” in casa! Aspettando che il materiale venisse riparato, Valter e Sandro mi prestano della loro attrezzatura dell’anno precedente evitando così di perdere delle uscite! Mi hanno salvato per quasi una settimana! Dopo essere rientrato in possesso del mio materiale riparato è iniziata la vera vacanza e dalla terza settimana il tempo sembrava volasse! Ho assistito ad una tappa del campionato spagnolo, al Cabezo, alla quale, essendo stata fatta subito dopo il PWA di Pozo, hanno partecipato tutti i grandi nomi del tour mondiale come Victor Fernandez, Alex Mussolini, Jonas Ceballos, Dany Bruch e tanti altri! Il livello degli spagnoli è veramente troppo alto!!! Victor dopo una lotta all’ultima onda contro il super local Dany Bruch si porta a casa la terza vittoria in 2 settimane (PWA Pozo, Campionato Spagnolo Pozo e Campionato Federico incide le onde del Cabezo.

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Federico vola alto nel cielo di Tenerife.

Spagnolo Cabezo) chiudendo la sua heat con un double Forward perfetto e una Shaka\Taka\Taka in surfata!! In seguito si sono alternati giorni di vento con mini periodi di “piatta”, ma avendo fatto buone amicizie non era poi così tanto male staccarsi un po’ dal solo windsurf: passando da partite di calcio improvvisate a mega tour in macchina, riuscendo a completare anche tutto il giro dell’isola con Chiara, Manuel ed Enrico alla ricerca di una ipotetica spiaggia con la sabbia bianca che non siamo mai riusciti a trovare. La vita sull’isola proseguiva in stile Canario ovvero fin troppo tranquilla… di giorno sfide di Taka tra me, Sandro e Valter (finchè non entrava in acqua il Alex Mussolini, a quel punto dovevamo lasciar perdere!!) mentre la sera ci aspettava Las Americas con Ezio e Luca!! Durante i 2 mesi di permanenza sull’isola ho avuto il piacere di conoscere e scambiare opinioni con alcuni dirigenti di famose e ottime marche come MaverX e Al360, prendere un po’ di confidenza con i super local Alex Mussolini e Dany Bruch, testare un po’ di materiali 2011 e perfino prototipi ancora in fase di elaborazione! In conclusione ho passato alla grande questa estate riuscendo a migliorare e imparare anche qualche manovrina nuova! Pensate che Valter Scotto, Vitto e Pippo, sono riusciti anche a crearmi una sotto specie di fans club chiamato “Male Infantino Team”, con presidente Nabissa (la figlia di Valter, 5 anni!), che è stato il tormentone dell’estate in tutto il Medano e non solo! A parte le 10 ore passate su una panchina di ferro nell’intento di dormire a Barcellona, il rientro è andato molto bene, essendo riuscito a caricare la mia sacca con le tavole (sovrapeso di 15kg) senza pagare un euro grazie ad un ragazzo del check-in che invece di controllarmi la ricevuta (dell’andata) e pesarmi la sacca, ha iniziato a sparare a raffica nomi di manovre come Forward, Backloop, Goiter iniziandomi a raccontare che tempo fa anche lui faceva windsurf, e mi sono risparmiato 150 euro di extra-bagaglio. Per concludere ringrazio Sandro e Valter per l’aiuto che mi hanno dato nel periodo trascorso al Medano, il mitico Vida Cafè che mi ha sponsorizzato con wi-fi e cibo per questi 2 mesi, Ezio e Luca per la compagnia e il loro “te N’ Accurg’!”, e il grande negozio RRD Store 2 di Ventimiglia che mi continua a sostenere!!

MINI SPOT GUIDE TENERIFE – EL CABEZO • Le condizioni del Cabezo possono variare moltissimo nel giro di poche ore! Questo fatto è dovuto alla marea e alla direzione dell’aliseo, generalmente da nord-est, quando invece soffia più da nord il vento è molto rafficato; si possono trovare

giornate costanti nel quale si naviga tutto il giorno con la stessa vela oppure in cui se ne cambiano 2\3 nel giro di 3 ore! • Il livello di difficoltà di questo spot è dovuto dall’altezza dell’onda e dal livello della marea: con la bassa bisogna fare molta attenzione agli scogli affilati che spuntano (tra cui il famigerato Godzilla) mentre si surfa, con l’alta marea il “pericolo” è rappresentato dalla grande roccia subito sopra vento all’entrata, se ci finite contro probabilmente perderete tutto il vostro materiale, eventualità che si verifica solo nelle giornate con onda grossa! Il livello di difficoltà si eleva tantissimo con lo swell da sud, di solito con questo arrivano 3m \ 3,5m d’onda impegnativi! • Nel caso non ci fosse vento scappate dal Medano, l’isola offre un bel po’ di posti da visitare come i Los Gigantos, il capoluogo Santa Cruz o la splendida città di Puerto De la Cruz! Non mancano di certo i divertimenti tra cui il mitico parco acquatico “Siam Park” con l’onda artificiale più bella del mondo e lo scivolo più verticale d’Europa! Per quanto riguarda la sera invece il bordello si trasferisce tutto a Las Americas e Los Cristianos! • Durante la vostra permanenza al Medano avete un’ampia scelta di locali dove mangiare! Se preferite fare la spesa i prezzi dell’Iper Dino non li batte nessuno; mentre per quanto riguarda i locali c’è il mitico “Vida Cafè” del nostro compaesano super local Sandro D’Alessio che ci offre hamburguesa fantastici, oppure il “Metro King” dove si mangia bene e si spende veramente poco! Non mancano le infinite pizzerie! • Per trovare alloggio e rimessaggio potete tranquillamente mandare una e-mail e chiedere disponibilità a Sandro D’Alessio o Valter Scotto, sono persone molto disponibili con un’ampia scelta di appartamenti e vi aiuteranno a trovare la soluzione più consona alle vostre esigenze! Valter Scotto: tieffesette@hotmail.com - Sandro d’Alessio: sandrotf6@hotmail.com • Per noleggiare l’attrezzatura avete una vasta scelta tra cui l’OTC, la scuola di Luca Orsi e il negozio Cabezo! Il migliore come prezzi è Luca che offre anche corsi di windsurf di qualsiasi livello, mentre se volete l’attrezzatura super aggiornata e testare i nuovi giocattoli dell’anno successivo andate all’OTC!!!

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Navigando su internet e più precisamente sul sito di Starboard, ho visto un catamarano. Aveva due paddle sugli scafi e Tiesda sopra che ci veleggiava con una vela da windsurf felice come un pupo. Mi ha incuriosito non poco e, leggendo l’articolo a corredo, ho capito una cosa. Il pezzo, infatti, terminava dicendo che per fine mese sarebbe stato prodotto il modello definitivo e che avrebbe affiancato le tavole da race, i quad e quant’altro in produzione anche se, dovevano ancora capire come venderlo... dovevano ancora capire come venderlo... geniale!!! Un’idea vincente, per essere veramente vincente, deve essere pazza in partenza! Proprio per questo motivo, nel periodo dell’anno dove tutte le aziende si rincorrono presentando il materiale del 2011 proponendoci nuove attrezzature sempre più innovative abbiamo capito che il progetto “Begalli Real Power 2010” che ci aveva guidato per tutto quest’anno e che avete seguito in esclusiva per Funboard si era esaurito con i risultati che Marco aveva conseguito nella stagione 2010. Risultati ampiamente annunciati ad inizio stagione che hanno permesso al Begalli nazionale di incoronare il 2010 come il suo miglior anno di sempre, il tutto superati i 44. Cosa c’entrano le idee pazze? Beh, puntare su un 44enne è da pazzi! Decidere e sapere poi che avrebbe vinto tutto anche. Il Real Power, per primo, ha portato nel mondo del windsurf concetti quali l’allenamento con il GPS. Attraverso il sistema integrato di dati cardio e le prestazioni dell’atleta monitorate dai satelliti, abbiamo stilato un piano d’allenamento e di nutrizione disegnato sulle specifiche biometriche dell’atleta. E ha funzionato. Ha funzionato tutto tanto da permettere a Begalli di mettere dietro atleti di 20 anni più giovani e di fare 100 giorni di regate in una sola stagione!! Fondamentalmente abbiamo messo insieme cose che ognuno di noi ha a 36

disposizione e le abbiamo finalizzate ad un obiettivo: quello di aumentare le capacità atletiche di un uomo. È qui la “pazzia” dell’idea, l’uovo di Colombo. Era tutto sotto le nostre\vostre mani ma non ci avevamo mai pensato, o meglio, non lo avevamo mai applicato al Windsurf. Alimentazione, un piano d’allenamento, fisioterapia e motivazione. Quello in cui mi piace credere è che il Windsurf sia il mio sport, tutto l’anno, e che per farlo devo allenarmi in modo specifico. Andare in palestra, andare a correre o in piscina mi aiutano certo ma, se mi alleno in funzione delle mie uscite nei diversi periodi dell’anno con carichi di lavoro specifichi, con lo stesso sforzo ottengo risultati inimmaginabili. Per questo motivo, appena abbiamo visto il test della prima tavola 2011 ci siamo domandati: e noi nel 2011 che faremo? Dopo un breve brain-storming la risposta ci è venuta quasi spontanea: porteremo il Real Power nei circoli di Windsurf più prestigiosi d’Italia con l’obiettivo di incontrare 1000 Windsufers nel 2011 ai quali indicare la strada per stare sempre meglio e più informa. Dopo il “Real Power” quindi sarà il momento del “NEXT LEVEL” un momento di formazione dove si parlerà poco di windsurf e molto di noi, del nostro stato di salute e di come migliorare le nostre performance. A questi incontri prenderanno parte, oltre a Marco Begalli, nutrizionisti, preparatori atletici, tecnici e quanti altri gli hanno permesso, a 44 anni, di vincere tanto in Italia e all’estero. Esaurito il “Real Power” con il 2011 entreremo nel “Next Level” perchè alla fine “life is the most beautiful game, don't stop playing!”. Per contattare Emiliano Ridolfini: mobile 335.1837776


P Da Ph: Darre rrell elll Won Woong

“Dynamic style” The SUPER STYLE MKIII has been re-designed with the help or wave specialist John Skye: based on great success of the 2009 and 2010 versions. The new SUPER STYLE MKIII is a sail designed to suit most worldwide wave sailing conditions and excels also in freestyle manouvers.

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www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com

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COME È NATA Lo chiamavamo Tony Marrakech e un motivo ci doveva pur essere. A gennaio di quest’anno, seduti sulla seggiovia degli impianti di risalita di Brentonico, mi parlava di un paese dove avrei potuto imparare finalmente a fare wave, dove i colori e l’atmosfera ti stregano a tal punto da conquistarti per sempre. Gli dissi: “Ok, Antonio, mi hai convinta, vengo in Marocco con te… ma solo se facciamo una vacanza in grande”. E fu così che nacque “Detour on tour”. Ci serviva uno sponsor… Dovendo essere una cosa in grande, dovevamo avere un grande sponsor: Detour Surf & Snow di Peschiera (www.surfandsnow.it). Durante il periodo che avevamo scelto per la nostra avventura, era prevista inoltre a Moulay la Essaouira Wave Classic 2010. E noi là in mezzo non volevamo passare inosservati, per cui Alby ci ha fornito adesivi, lycre e magliette sponsorizzate. Anche Nicola Tremolada di Windsurfzone.it ha messo a nostra disposizione sia altri adesivi che addirittura la action camera Go Pro. Persino la fornitura di doccia-schiuma per i partecipanti era sponsorizzata dalla ditta per cui lavora Antonio, la Maxima Hair & Body Technology. Insomma la vacanza stava prendendo una piega inattesa: stava diventando un evento. Detto fatto, e a marzo avevo in mano un biglietto a/r Malpensa-Agadir al prezzo eccezionale di 150 euro, che includeva 32 kg di bagaglio sportivo e un bagaglio a mano, acquistato online presso la compagnia aerea Easy Jet. La partenza era stata fissata per la terza settimana di maggio. Mai uscita in windsurf tra le onde, per testare la mia tempra mi sono messa nelle mani di 7 tra i più noti

Nadia Pellegrini "Hookipa"

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waver del lago di Garda: Tony Marrakech (Antonio Testa), Pier (Pierangelo Caputo), il Gatto (Marco Valler), punta di diamante dell’associazione sportiva iParassiti, Conan (Nicola Cavicchini), il Brugna (Denis Brugnara); Jack Finanza (Stefano Corrente), Nik Vicenza (Nicola Franceschetto). Infine c’ero io, Hookipa (Nadia Pellegrini), di cui non posso dire niente se non che, nonostante il mio animo da “soul surfer”, mi sono sentita per una volta a mio modo radikal per essere sopravvissuta alle onde di Moulay, al deodorante del Brugna, alla leadership di Antonio, alla tajine di polipo, alla toilette di Hamid e al check-in in aeroporto.

COME È INIZIATA È iniziata con Pier che sabato mattina entrava in casa di Antonio a testa bassa e con un viso lugubre dicendo: “Le previ sono cambiate… danno vento solo da oggi a lunedi!”; primo trauma all’umore della ciurma. Antonio aveva raccomandato di essere tutti puntuali in modo da essere i primi ad arrivare al check-in ed evitare storie sui bagagli sportivi (del resto avevamo solo noi 8 sacche!). Ma a causa delle ore piccole fatte da “qualcuno” del gruppo la sera prima della partenza, siamo arrivati al check-in in ritardo e ci siamo trovati davanti altri gruppi di surfisti inglesi che, a causa del vulcano islandese, avevano pensato di passare da Malpensa per andare in Marocco con il nostro stesso volo. Totale di sacche da surf davanti alle signorine gentili del check-in?… una trentina di bagagli imprevisti! Altro colpo al cuore del gruppo! Imbarco quindi rocambolesco, come si può immaginare, tra scene di disperazione e ansia collettiva. La “discussione” sui

bagagli con la signorina del check-in alla fine si è conclusa lasciando in macchina un po’ di roba… e andando all’imbarco non sapendo se sarebbero riusciti a caricare i bagagli nella stiva.

IL MIO SGUARDO AL MAROCCO Antonio in Marocco era come un boss della mala: telefonino e via di chiamate ai suoi contatti marocchini. Fuori dall’aeroporto ci aspettavano tre auto a noleggio apparse dal nulla… e loro potevano pure stare nella zona a traffico limitato senza prendere la multa. Bah! Solo in seguito abbiamo saputo che il tipo a cui si è rivolto per il noleggio si chiama Salah (sbenzaid@free.fr, tel. +212661774027). Noleggio auto per una settimana: 175 euro a macchina, prezzo trattato. Sulla questione “dove mangiare e dove dormire” apriamo un capitolo a parte. Abbiamo sperimentato vari livelli di confort e igiene, ma quello che mi ha colpito è stata la capacità dell’essere umano di adattarsi. La reazione del gruppo davanti al locale in cui abbiamo cenato la prima sera è stata abbastanza unanime: al porto di Agadir, il primo posto che abbiamo incontrato alle 11 di sera all’arrivo, era una baracca di pescatori piena di gatti e con i bambini fuori dalla porta che sniffavano la colla. Su un tavolo c’era il pesce, a loro dire, fresco che poteva essere da noi scelto. Le posate erano “non pulitissime” e tutti avevano sul volto un senso di “innapetenza” e di preoccupazione. Chi già era stato in Marocco consigliava di diventare alla svelta più flessibili in quanto a gusti. Già il giorno seguente i nostri criteri di raffinatezza e d’igiene erano diventati più ampi.

Il gruppo di Detour On Tour.


Cene marocchine a base di tajine.

Il Residence Essaouira Mogador, dove alloggiavamo in periferia a Essaouira a mio parere si presentava bene, con il suo arredamento arabeggiante, pulizia sufficiente e lo stile essenziale e spartano tipico del Marocco. Antonio ha trattato e contrattato con il proprietario, Shariff, (e in questo vi assicuro che Tony è più bravo dei marocchini) e alla fine ha concordato un prezzo di 13 euro a notte per camera con bagno e colazione. Hamid è un marocchino che impiega una parte della sua casa per offrire il rimessaggio ai windsurfisti a Moulay per 3 euro al giorno (tel. 00212676478424). O meglio Hamid è un marocchino che parla italiano e che ha fatto dell’ospitalità un’arte. Ma il meglio di Hamid viene fuori quando gli chiedi di prepararti la cena sotto il portico dopo una surfatina al tramonto: quella notte dimentichi veramente il mondo come lo conoscevi. Il fuoco acceso per terra per fare le braci, l’asinello che raglia dietro il recinto, un cielo stellato mozzafiato… ed ecco che arriva la cena a base di pesce fresco alla griglia, cous cous, tajine di verdure; tutto sul tavolone di legno con poche stoviglie alla buona, ma tutto così speciale. Da Hamid è possibile anche alloggiare nelle tre stanzette da letto senza finestre con i tappeti per terra su cui dormire. Ma il Marocco non è solo la spiaggia di Moulay dove stavamo ad aspettare il vento. A Essaouira di mattina le vie del centro storico (la Medina) sono colorate e speziate. I negozi sono stanzini stretti rivestiti di oggetti, vestiti, caftani, foulards, ceramiche, oggetti di artigianato. Poi tra un vicolo e l’altro finisci sulle mura della città contro le quali sbatte l’oceano e respiri la salsedine. Vedi le cose più strane in quella città, ma se

Boujmaa in un classic day nel suo home spot.

all’inizio l’atmosfera ti inquieta, poi, dopo averla respirata, ti contagia e ti si sciolgono le spalle, non hai più paura del diverso. Cenare poi nei localini delle piazzette nascoste nella Medina, seduti sui cuscini davanti ai tavolini bassi con una lampada che illumina i volti dei tuoi compagni di viaggio di arancione, ti rilassa e ti costringe e mollare ogni formalità. E se nel dopocena ti fai trascinare, puoi finire come noi in un locale a fumare il narghilè e a guardare la danza del ventre. A Essaouira i locali del centro più noti sono il Casa Vera e il Taros, terrazze sul tetto di due palazzi giustapposti nella stessa piazza centrale. Ha un sapore strano Essaouira… sa di sabbia, salsedine, spezie, pesce, tappeti polverosi, incenso. Il colore che ti porti via negli occhi è il blu del mare, il giallo delle mura della Medina e del sole rovente, il rosso e arancione delle stoffe appese fuori dai negozi.

MOULAY BOUZERKTOUN Arrivare a Moulay da Essaouira vuol dire spararsi mezz’ora di asfalto in mezzo al nulla sabbioso e cespuglioso. Poi all’improvviso dopo due curve compare il mare e si intravede la cupola della moschea attorno alla quale affondano poche casette bianche con il tetto a terrazzo. Lo spot è il centro del paese e la spiaggia con la bassa marea è ampia e dalla schiuma dell’oceano emerge un “prato verde” di alghe che rivestono il tavolato roccioso sottostante. Dall’oceano marocchino non ci aspettiamo l’acqua caraibica! L’acqua infatti è marrone e dopo 200 metri di schiume si alzano le onde. Serve sicuramente la muta: qualcuno di noi aveva la 4.3 manica lunga, altri avevano la 3.2 manica corta. Niente

shore break, niente rocce pericolose. Quando sale l’alta marea poi non c’è più neanche il problema di dover beccare il canale d’uscita perché la pinna non tocca più e l’onda è più vicina. Al mattino del nostro arrivo troviamo subito le condizioni più radikal: 30-40 nodi di vento side-on e 2 metri d’onda. Da buoni lacustri in astinenza da windsurf, entriamo subito in acqua sebbene i locals siano tutti ancora seduti nei rimessaggi a guardare il mare. Infatti usciamo nel momento peggiore quando il vento sta iniziando a entrare, a distendersi e il tavolato di roccia è ancora affiorante. Visto che è solo l’inizio della giornata, armo la 3.3 e, sulla mia swallow 78. Lo avuta in prestito, esco per la prima volta tra le onde. Prima e ultima uscita radicale della vacanza. Infatti nonostante le previsioni fossero decenti, già il secondo giorno il vento è calato molto e ha deluso tutte le nostre aspettative. Qualcuno è uscito con la 5.3, noleggiando il 95L e ha comunque fatto waveriding in modo dignitoso. Nei giorni seguenti il periodo delle onde è aumentato a 11, ma il vento è rimasto sulla media dei 15 nodi nei golden moments della giornata. La mia seconda uscita con la 4.7 con onde di due metri l’ho segnata al terzo giorno in serata… e la ricorderò per sempre, perché rientrando sono riuscita a prendere la mia prima onda e sperimentare i miei primi attimi di waveriding. Che bella storia!! “Cuore in gola” è quello che ho provato quando sotto la tavola la superficie del mare si è gonfiata e si è aperto sotto di me uno scivolo d’acqua che correva e mi spingeva. Ho chiuso la vela, mi sono sganciata dal trapezio e mi è uscito un grido a metà tra la paura e il trionfo che sembrava un urlo di guerra. Ho riso e subito

Lo spot di Moulay.

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lo sguardo è tornato indietro a cercare la prossima onda da puntare. Complessivamente quindi su 7 giorni in Marocco io ho segnato 2 uscite a mio giudizio buone, mentre gli altri miei compagni di viaggio ne hanno fatte 3-4 perché noleggiando tavole di litraggio più grosso potevano uscire anche con meno vento.

SENSATION SEEKERS Il miglior modo per rendere una vacanza stressante è crearsi delle aspettative alte. Andare in un posto nuovo e lasciarsi sorprendere, invece, aiuta a mantenere sempre un buon livello di soddisfazione. Direttamente sul campo di Moulay ho potuto sperimentare l’effetto di una droga come il vento che viene meno all’improvviso e contro ogni aspettativa. All’inizio si è increduli e dopo il primo giorno di “poco vento” si spera nel cambiamento che dovrà necessariamente avvenire entro il 7° giorno. Ma al terzo giorno il sensation seeker (una persona cioè che, per atteggiamento psicologico,

tende ad essere dedita alla ricerca di emozioni forti) non aspetta più. Qualcuno reagisce alla delusione con metodi di compensazione (surf da onda, cammello, night life, ecc) qualcun altro, magari meno tollerante alle frustrazioni, si deprime punto e basta. In ogni caso regna un clima di scontento e la tensione sale. Risultato: al terzo giorno sembrava di stare sull’isola dei famosi. Talvolta è difficile andare d’accordo in due… provate a pensare tra 8 surfisti molto vari per genere, carattere, provenienza e abitudini in un contesto per certi versi frustrante come uno spot wave che non da il meglio di sè. Se c’era un momento in cui i sensation seekers si rilassavano, sorridevano e si abbandonavano a scherzi, ilarità e cameratismo, era alla sera davanti al fuoco o a tavola, con il “narghilè”, che per noi era diventato il calumet della pace.

1 DONNA E 7 UOMINI L’ipotesi che altre donne si unissero a noi in questa avventura surfistica era remota, lo sapevo bene. Infatti prima di partire, più che delle onde e dell’oceano, ero preoccupata della mia tolleranza al genere maschile, che sebbene ampia, essa poteva essere messa alla prova dalla stretta e prolungata convivenza. Donna fra gli uomini, soprattutto se surfisti, voleva dire quindi saper accettare il cameratismo imperante, la schiettezza di linguaggio, la competitività, a tratti

WAVE CLINIC MOULAY BY OCEANSOURCE.NET TESTO DI FABIO CALÒ Ho avuto l'onore di accompagnare un fantastico gruppo di ragazzi in Marocco, nello spot di Moulay, dal 3 al 10 agosto. Lo stage è stato organizzato da Oceansource.net e Mario Gozzetti. 10 iscritti e quindi un "sold out "per questo mio primo stage all’estero. L'esperienza del Wave Clinic è stata molto positiva, abbiamo fatto windsurf tutti insieme in uno spot fantastico e perfetto per questo tipo di stage. Tutti i ragazzi si sono impegnati migliorando a vista d’occhio. Le riprese video sono risultate essenziali e fondamentali, davvero uno strumento didattico irrinunciabile. L'organizzazione di Oceansource.net è stata perfetta e abbiamo trascorso una

Moulay è un posto divertente e sicuro dove imparare a surfare nelle onde. E’ da rivedere in condizioni migliori però e penso che la prossima volta lo punterò ma solo su previsione e a botta sicura. Vale forse la pena spendere anche 100 euro di più di volo, prenotandolo la sera prima, ma avendo la certezza di vedere su windfinder la previsione di 18-20 nodi almeno. Se ci tornassi magari per un week end lungo “su previsione”, credo che in tal caso non porterei la sacca da surf, ma noleggerei. Sullo spot c’è ad esempio la scuola-rimessaggio di Boujimaa (http://www.boujwindsurf-adventure.com/en/index.htm) che offre noleggio-vitto-alloggio a soli 40 euro al giorno. Sbattimento zero quindi per una puntata e fuga di pochi giorni! Il team rider del Detour on tour si è sciolto con la promessa di tornare a Moulay per ribeccare quelle onde e quei 30 nodi che lo spot ci ha fatto assaggiare. Ho giurato ad Hamid che sarei tornata e lui mi ha risposto come risponde sempre davanti ai buoni propositi: “Insha'Allah” (trad. “Se Dio vuole!”).

bellissima settimana vivendo sullo spot di Moulay a stretto contatto con la popolazione e tradizioni locale. Al Lawama, l’unico ristorante sullo spot, abbiamo potuto mangiare bene passando degli importanti momenti in compagnia. L'attrezzatura del Bouj Windsurf Adventure affittata è stata impeccabile e ha soddisfatto le esigenze dei partecipanti allo stage. Grazie al successo di questo Wave Clinic, Oceansource.net ha deciso di riproporre lo stesso format anche per l’anno prossimo, sono quindi già aperte le iscrizioni per la prima settimana di agosto 2011!!! Vi aspetto tutti al mio prossimo Wave Clinic, stay tuned... www.oceansource.net • www.bouj-windsurf-adventure.com

Foto di gruppo, da sinistra: Marc e Jenny (la coppia di Brighton, Inghilterra), Mario, Tommy, Fulvio, Fabio, Andrea, Antonio, Matteo e Marco. Al momento della foto avevamo perso Carolina... where is Carolina????

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l’aggressività, il sarcasmo e i tempi veloci e pratici di chi non ha bisogno di doppio shampoo, balsamo e crema. Significa anche saper rivendicare i propri diritti, sviluppare la forza di portarsi in giro da sé la sacca da surf, imparare a mandar giù e a non prendere sul serio certi discorsi o certe opinioni sulle donne. Ma complessivamente devo dire che i miei compagni di viaggio si sono mostrati molto disponibili a darmi una mano, a darmi due dritte tra le onde (grazie Jack!!) e a “sopportare” la mia presenza; dopo due giorni si erano già sciolti e avevano dimenticato “che certi discorsi normalmente si fanno solo tra uomini”. Questo mi ha fatto molto piacere, perché con la loro scioltezza non mi hanno fatto mai sentire di peso.



Come fa un windsurfer che gira il mondo ad incontrare una bellissima ragazza argentina? È una storia divertente a dire il vero. Gonz è un ottimo amico dei miei fratelli già da un bel po’ di tempo ma non sapeva neanche che esistessi fino a quando mi ha vista al matrimonio di mio fratello maggiore. Mio padre me lo ha presentato, in quanto avevo appena cominciato a prendere lezioni di windsurf. Gonz si è offerto di farmi delle lezioni gratuite e subito ne sono rimasta folgorata. Da quanto siete insieme? Quasi 4 anni. Hai seguito Gonz in Tour un paio di volte. Ti piace viaggiare in questi posti spettacolari? Amo molto viaggiare per il mondo assieme a Gonz. Recentemente sono stata in Europa, abbiamo girato tra Polonia, Svizzera e Turchia, tutti posti bellissimi. Ho cominciato con la barca a vela quando avevo solo 6 anni, passione trasmessa dalla mia famiglia che amava gli yacht, quindi capisco bene cosa Gonz stia facendo quando lo vedo in gara. Non mi stufo per niente ad aspettarlo in spiaggia… mi piace molto viaggiare in Tour con lui. Qual è il posto che hai visitato che più ti ha colpito? È abbastanza difficile doverne scegliere uno in particolare, in quanto sia Maui che Silvaplana in Svizzera sono unici nel loro genere. Se dovessi sceglierne uno sopra a tutti però, direi Maui. È magico! Fai windsurf anche tu quindi? Gonz ti ha insegnato alla fine o no? Avevo già preso qualche lezione prima di incontrare Gonz. Uno dei suoi amici mi aveva fatto da maestro per le mie prime 4 volte. Gonz poi è subentrato e mi ha aiutato a migliorare parecchio. Ovviamente andare a Maui due volte ed utilizzare il suo materiale hanno influito parecchio… 42


Delfina in windsurf a Maui.

Cosa fai di preciso in Argentina? Sto studiando per diventare una maestra d’asilo in quanto adoro i bambini. Sta andando tutto a gonfie vele e comincerò l’anno prossimo. Lavoro anche come modella per sfilate di moda e cataloghi fotografici. Anche qui tutto bene. Queste sono le ragioni principali per cui non posso sempre seguire Gonz in tour.

Come riuscite a fare funzionare la vostra relazione non vedendovi per così tanto tempo? È sicuramente molto difficile ma Gonz cerca di non andare via per periodi troppo lunghi. Quando torna poi siamo praticamente incollati in ogni momento…!!! E poi facciamo delle vacanze spettacolari ogni anno. Usiamo un sacco skype ed e-mail per tenerci in contatto… in modo da non allontanarci troppo e far andare avanti la nostra storia. Ti ha portato a Maui una o due volte? Che impressione ti ha fatto essere nella capitale del windsurf mondiale? Mi sono innamorata del posto… è davvero magico. In Argentina faccio windsurf nell’acqua marrone, ma a Maui, la prima volta che sono uscita e mi sono guardata intorno sono rimasta a bocca aperta! Inizialmente avevo un po’ paura delle tartarughe ma poi, vedendo le balene passare appena fuori dal reef, le tartarughe non mi facevano più nessun effetto! C’è anche un’ottima atmosfera fuori dall’acqua ed ho conosciuto un sacco di gente. Venendo dalla grande città di Buenos Aires, è un’esperienza nuova per me, e quindi sono davvero stata contenta di andarci.

Cosa pensi del windsurf e del fatto che Gonz lo faccia come lavoro? Gonz adora il windsurf ed ha la fortuna di farlo come lavoro. Penso sia davvero spettacolare riuscire a vivere facendo uno sport così eccezionale. Sono molto contenta di condividere questa passione con lui ed ogni volta che c’è vento cerco di uscire assieme a lui. Piani per il futuro?? Ti vedremo solo qui sulle bellissime spiagge di Maui o anche sulla tempestosa costa della Germania del Nord? Per ora voglio finire i miei studi e sono anche molto occupata a lavorare, ma molto probabilmente tornerò a Maui questo inverno… non vedo l’ora di tornarci!!!


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Nonostante non si tratti di una disciplina wave, vorrei menzionare la tappa Slalom Femminile che si è svolta lo scorso 9 settembre a Hyeres in Francia; mi dispiacerebbe non citare quest’evento al quale hanno partecipato tre atlete nostrane! Alla competizione hanno infatti preso parte la pluri campionessa e veterana della disciplina slalom e race Verena Fauster, la giovane talentuosa Greta Markegger e Greta Benvenuti fortemente dotata anche nelle discipline wave e freestyle. Spesso seguire i propri sogni trasformandoli in realtà non è così semplice, mi auguro davvero che per queste atlete ognuno dei loro desideri si possa realizzare. Buona fortuna! 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 20

Valérie Arrighetti Karin Jaggi Alice Arutkin Sarah Hebert Lise Vidal Fanny Aubet Sarah-Quita Offringa Morane Demont Greta Benvenuti Ophélie Joly Olivia Piana Delphine Cousin Marianne Kaplas Verena Fauster Marion Mortefon Greta Marchegger

FRA-444 Z-14 FRA-111 ARM-1 F-19 FRA-809 ARU-91 FRA-59 I-38 F-64 FRA-51 FRA-775 FIN-134 ITA-31 FRA-141 ITA-193

Loft Sails, Tabou Boards, Mystic Severne Sails, Patrik Boards Starboard, North Sails Naish Sails, Naish Boards North Sails, Exocet NeilPryde, JP Starboard, Gaastra (slalom)/Vandal (freestyle) Starboard, Severne Sails Point-7 North Sails, Fanatic Exocet, Loft Sails North Sails, Fanatic Starboard,Severne Sails Gaastra, Patrik Boards Gaastra, JP Da sinistra: Greta Marchegger, Greta Benvenuti e Verena Fauster. © John Carter/PWA

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Dopo una settimana di allenamento e settaggio dei materiali al Lago di Garda, Alberto Menegatti e Francesco Prati erano pronti per dare battaglia al Campionato Italiano di Numana dal 16 al 19 settembre. Le voci come al solito erano molte... il duo Begalli/Pugliese sembra avere angoli di bolina mai visti... Menegatti invece dovrebbe avere dalla sua una velocità di poppa senza rivali... Prati nonostante l’assenza da anni sul FW sembra sia pronto ad entrare nell’Olimpo Italiano... Ma vediamo come sono andati i fatti. DAY 1: Si parte subito con una prova con vento leggero sui 7-10 nodi, al comando Menegatti con Beverino subito dietro... Begalli vira inaspettatamente per lanciare l’attacco che grazie ad un salto di vento lo porta quasi in boa, la manca di poco però dando strada a Menegatti che grazie alla sua super velocità di poppa vince la gara in solitaria, seguito da Begalli e Beverino. Il vento aumenta e dà la possibilità di portare a termine un’altra prova, fotocopia della precedente per le posizioni di podio. Dopo il primo giorno la classifica vede Menegatti a punteggio pieno, Begalli a 4 punti e Beverino a 6. DAY 2: Il vento fatica ad entrare, ma la giuria decide di portare a termine un’altra prova. Il vento è al limite e vede i regatanti più pesanti faticare con 6-7 nodi lungo tutto il percorso. La bolina vede questa volta il mitico Prati prendere il lato destro del campo con Beverino e Menegatti a scegliere quello sinistro. Begalli fatica a partire e rimane indietro. Prati passa la bolina in prima posizione, seguito a poca distanza da Beverino e Menegatti che nella poppa mettono il turbo, subito le posizioni si scambiano, Alberto passa i rivali grazie ad un ottima poppa e si invola nella seconda bolina quasi sicuro della vittoria, fino al colpo di scena quando si arrotola nelle reti Alberto Menegatti

Francesco Prati

dei pescatori lasciando strada libera a Beverino. La classifica vede così Beverino agguantare la seconda posizione dopo la 3a prova. DAY 3: Altre 3 prove vengono portate a termine con Menegatti che si aggiudica due vittorie ed un secondo posto e sempre più distacco agli inseguitori capeggiati da Begalli, in grado di agguantare l’ultima prova di giornata, con Beverino più attardato e con Malte Reuscher sempre più in crescendo nel finale. Prati si fa sotto preparandosi alla lotta per il 5° posto con Pugliese, duello sempre più serrato in vista dell’ultimo giorno. DAY 4: Il vento entra forte ma si aspetta a partire, quando poi tutto è pronto il vento cala lasciando la maggior parte dei concorrenti con materiali sbagliati. Ad approfittarne e Reuscher che lancia l’attacco, subito però viene ribattuto da Menegatti che nonostante l’attrezzatura non al meglio per la condizione fa gioco forza della tattica di regata e va a vincere anche l’ultima prova, davanti a Malte e all’ottimo Maurizio Faigù in terza posizione. Prati con un 5° finale riesce a dare la zampata necessaria... L’evento termina con Alberto Menegatti che vince a mani basse con 7 punti e cinque primi posti, Marco Begalli (Campione Italino Master Formula) a 14 punti a occupare la seconda piazza poco davanti a Beverino, a sua volta due punti avanti a Reuscher. Prati con una zampata vincente nell’ultima prova guadagna la 5a posizione andando a pari punti con Pugliese che a causa di uno scarto peggiore si vede relegato in 7a posizione, un posto dietro al suo conterraneo Maurizio Farigù. Un ringraziamento particolare agli organizzatori e al circolo Nautico Numana per aver messo in piedi un ottimo evento, con tante prove, speaker e ottimo cibo, un grazie anche a Michele Cicerone e www.SELINFIRENZE.it che ha garantito un fondamentale rimborso spese ai regatanti meglio piazzati, dando un forte segnale di cambiamento rispetto agli anni passati. Non dimentichiamo Carlo Cottafavi che è stato capace di coordinare il tutto e di farci da speaker. Il Campione Italiano Formula Alberto Menegatti: “È da 3 anni che non partecipavo al Campionato Italiano FW e per questo non avevo mai vinto il titolo di categoria... tornare a regatare e vedere un’ottima organizzazione e il supporto di SelinFirenze non può che darmi la spinta per tornare anche il prossimo anno, pronto a ridare battaglia per difendere il titolo”. CLASSIFICA CAMPIONATO ITALIANO FORMULA 2010 Primi 5 classificati. Classifica completa su www.aicw.it ITA 4 7 punti 1. Alberto Menegatti

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2. Marco Begalli

ITA 415

14 punti

3. Andrea Beverino

ITA 9

17 punti

4. Malte Reuscher

ITA 777

20 punti

5. Francesco Prati

ITA 10

30 punti


Alberto Menegatti sta ottenendo nel PWA importanti risultati migliorandosi di gara in gara. Tutto merito dell’allenamento oppure dietro a questa escalation c’è dell’altro? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui. Alberto, finalmente in Turchia hai ottenuto un secondo posto parziale in una gara Slalom del PWA. Cosa è cambiato? Di primo acchito ho pensato al fatto che finalmente con le vele grandi ero uno dei più veloci al mondo... e a pensarci è anche vero, ma non è stato questo il passo determinante. La differenza l’ha fatta l’atteggiamento in gara, con la presa di coscienza delle mie capacità e la perdita della paura nei confronti “dei big”. Spesso inconsapevolmente ci si pone ad un livello inferiore rispetto ai big del nostro sport come Antoine, Bjorn, Finian, Micah... e anche se durante la gara gli si tiene testa poi facilmente si è portati a sbagliare, o comunque a non comportarsi in maniera aggressiva come dovuto... Molto spesso ciò è dovuto al fatto che sono più veloci di noi e si è costretti a partire già pensando a cosa fare quando ci passeranno sul bordo, o nel caso della partenza a non mettersi in posizione dove ci possano passare sopra... Questo naturalmente accade perchè loro sono da sempre più veloci di noi e quindi mettersi sulla difensiva diventa quasi un meccanismo automatico. All’inizio dell’anno ho incominciato a vedere che la mia velocità non aveva nulla da invidiare a quella dei top rider e ho iniziato a ottenere qualche buon risultato, restando però sempre un po’ restio a dare vera battaglia ai big... Negli ultimi giorni di Fuerteventura ho iniziato a capire che era il momento di tirare fuori gli artigli, arrivando a lottare in partenza senza guardare più in faccia nessuno! Sono partito più di una volta sottovento a Bjorn o Antoine, posizione che normalmente noi “comuni mortali” non scegliamo, iniziando piano piano a venire fuori e a mostrarmi... Qual è stata la chiave che ti ha portato ad essere più veloce? Nel 2010 rispetto agli anni precedenti ho iniziato ad allenarmi ad inizio stagione con Arnon Dagan e Ross Williams; avere qualcuno con cui confrontarmi e dover spingere sempre al 110% mi ha permesso di assettarmi e provare al meglio ogni piccolo dettaglio. Non ho lasciato nulla al caso, arrivando a provare e riprovare ogni combinazione, cosa che negli anni precedenti non avevo fatto... Mi sono inoltre

Alberto Menegatti a Fuerteventura.

concentrato molto sulla mia attrezzatura durante la stagione iniziando ad avere una consapevolezza che gli anni precedenti non avevo, ho conosciuto meglio il mio materiale imparando cosa cambiare e cosa mantenere, ho acquisito una sensibilità che prima mi mancava... E’ un passaggio che sicuramente mi ha permesso di salire di un gradino rispetto agli anni passati. Come affronti la tua gara, qual è il tuo approccio? Ho un approccio molto semplice alla gara, ma che funziona. Innanzitutto prima di arrivare ad una gara provo e riprovo meticolosamente il materiale che so che utilizzerò, ciò per non avere alcun dubbio sul come montare e cosa utilizzare. Sono il tipo di persona che inventa possibilità e assetti quasi ogni giorno e negli anni passati mi capitava di arrivare alle gare col dubbio di poter o non poter fare qualcosa sulla tavola, vela o pinna... Ho aumentato notevolmente le uscite per poter arrivare alla gara senza dubbi o sorprese, per essere più tranquillo. Nelle prime 4 gare PWA della stagione sono riuscito ad adottare questa tattica in tutte le occasioni tranne che a Fuerteventura, le condizioni da 5,5 e 6,2 non ero riuscito a testarle durante la stagione... Un’infiammazione al gomito nei giorni prima della regata mi aveva portato in gara senza l’adeguata preparazione sul materiale e anche se a tratti ero veloce i dubbi non mi hanno permesso di regatare come volevo. Come ti alleni per prepararti prima della stagione e durante la stagione? L’allenamento svolge un ruolo fondamentale nella vita di un atleta e nella mia settimana tipo prende la maggior parte del mio tempo. Separo l’allenamento a terra e in acqua e differenzio ulteriormente l’allenamento fra inverno, primavera ed estate. D’inverno svolgo principalmente allenamento in palestra, affiancandolo con il maggior numero possibile di uscite in wave e qualche session di slalom in cui mi concentro sulla strambata. Quando in marzo arrivano i materiali nuovi, le uscite in wave terminano lasciando spazio alle uscite in slalom, rivolte a trovare il giusto assetto dei materiali. Affianco l’allenamento sempre alla palestra, cercando comunque di privilegiare le uscite in windsurf. D’estate durante le regate, le uscite in windsurf hanno lo scopo di affinare i materiali per ogni singola trasferta, cerco inoltre di non affaticare troppo il corpo con pochi allenamenti in palestra. Dieta? Pensi che il cibo svolga un ruolo determinante nei risultati che ottieni? La dieta è fondamentale in quanto è come la benzina per una macchina... Dubito che una macchina riesca ad andare con il carburante sbagliato, anche una Ferrari! Nell’ultimo anno ho cambiato la dieta cercando di mangiare il più equilibrato possibile, eliminando inoltre gli zuccheri. Durante gli eventi cerco di avere sempre energia a disposizione e tento di variare il meno possibile la dieta alla quale il mio organismo è abituato. Per la prossima stagione cosa farai per cercare di riconfermarti e cercare di fare un ulteriore passo? Come ogni anno durante la stagione, evento dopo evento ho analizzato e valutato gli errori, cercando di capire come risolverli, durante i primi mesi invernali cercherò di pianificare il tutto in modo da non dover incappare nuovamente negli stessi bagli, cercando di entrare nella top 10 del PWA.

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Era dai tempi della Sensini e Paolo Ghione che qualcuno non si cimentava in un Down Wind sulla costa ligure. Per chi non se lo ricorda, e se avete voglia potete andare a controllare nel vostro archivio dei numeri vecchi di Funboard, la Sensini con la sua crew partirono da Capo Noli con il grecale per tentare di arrivare fino a Bordighera, purtroppo non ci riuscirono per un brusco calo del vento poco lontano dalla partenza. Giriamo pagina e catapultiamoci in questo agosto appena passato dove 3 giovani rider liguri con il loro super materiale da slalom (con un range di utilizzo decisamente più ampio rispetto a quello utilizzato all’epoca dalla Sensini&co.) hanno deciso di sfruttare una fresca giornata di Libeccio per partire da Andora e arrivare a Ceriale, vediamo come è andata. 27-08-10. Il Libeccio in Liguria è forse il vento più amato da windsurfisti e surfisti in quanto è forte, costante ed è l'unico in grado di provocare un considerevole moto ondoso colpendo tutta la costa del ponente ligure. Il lunedì mattina come al solito accendo il computer e noto la perturbazione da sud-ovest prevista per venerdì, pregustandomi già una bella uscita in windsurf il venerdì pomeriggio e una bella surfata il sabato mattina. Controllando i bollettini meteo nei giorni successivi vedo che le previsioni sono sempre più ottimistiche e aumentano di intensità. I miei amici Luca Ghiglione, local di Noli, e Francesco Orsi, mio compagno abituale di uscite e trasferte, non si lasciano sfuggire il quadro previsionale così favorevole e a Luca viene in mente un'idea: “Perchè non approfittare del Libeccio per fare un bel downwind in slalom lungo la costa da Andora a Ceriale?”. Detto fatto: il mercoledì ricevo la notizia da Francesco, già d'accordo con Luca, ed è così che anche io inizio a prepararmi all’impresa, tutto elettrizzato dall’idea di questa “long distance” sui generis. Quindi iniziamo ad organizzare il tutto e subito si evidenziano i problemi maggiori: trovare qualcuno che ci segua in auto lungo il percorso ed eventualmente un fotografo che voglia documentare l’avventura. Alla fine troviamo un mio amico di Torino, Marco Carasso, che con la sua nuova macchina fotografica è pronto a scattarci mille foto in azione e pure a guidare il furgone lungo la via Aurelia fino a Ceriale. Cosa potremmo chiedere di più? Finalmente venerdì 27 agosto, il giorno prestabilito, arriva e ci troviamo tutti pronti ad Andora nel primo pomeriggio. Le condizioni sembrano buone e, dopo alcune prove in acqua, decido di utilizzare il mio fedele JP Slalom 112 e la Gaastra Vapor 7.6 in modo da poter planare con poco vento ma riuscire anche a reggere i rinforzi, Francesco opta invece per il suo Tabou Manta 110 con la 7.0 Northsails Warp e Luca sceglie di utilizzare il Naish Slalom 110 con la sua 7.0 Northsails Ram. Entriamo quindi in acqua e il primo passo da fare è un lungo bordo al lasco fino davanti a Capo Mele, solitamente il punto in cui il Sud-Ovest picchia più Partenza della Down Wind ad Andora con il forte Libeccio.

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Matteo e Francesco alla ricerca del naufrago.


Arrivo al porto di Alassio.

forte in Liguria nonchè nota stazione meteorologica. Dopo alcuni laschi mano a mano che ci avviciniamo al faro di Capo Mele le condizioni si fanno sempre più radicali. Poi come si suol dire, per la famosa legge di Murphy, quando ci troviamo circa a un km fuori da Capo Mele, vediamo Luca cadere rovinosamente e non ripartire più. Io e Francesco allora strambiamo e torniamo subito a vedere cosa è successo per scoprire che ha rotto il piede d'albero... la sifga vuole che quello fosse l’unico pezzo di ricambio che non avevamo portato nello zaino con noi! Grazie ai cellulari che abbiamo nelle custodie stagne comunque riusciamo a chiamare immediatamente la capitaneria di porto per richiedere un intervento. Tuttavia io e Francesco non ci fidiamo della rapidità dei soccorsi e decidiamo di proseguire il downwind per chiedere aiuto ai ragazzi del Circola Nautico “Al Mare” di Alassio. Un po' a malincuore abbandoniamo il nostro naufrago in mezzo al mare con raffiche a 25-28 nodi e un moto ondoso che aveva ormai raggiunto un paio di metri e proseguiamo il downwind. Le condizioni sono veramente dure ora: io con la 7.6 faccio davvero molta fatica e

anche Franz con la 7 tanto tranquillo non è, comunque tra una scarica di adrenalina e l'altra scendiamo velocemente lungo la costa, tagliando fuori il golfo di Laigueglia in cui non entra vento, proseguendo davanti ad Alassio per giungere infine all’imboccatura del porto dove è situata la sede del circolo. A quel punto telefoniamo a Marco che intanto tra una foto e l'altra ci stava raggiungendo con il furgone e aveva prontamente avvisato la capitaneria. Fortunatamente i ragazzi del circolo sono molto disponibili e ci prestano subito aiuto, mettendoci a disposizione una barca per recuperare Luca. Tuttavia quando dopo 35 minuti di navigazione controvento arriviamo davanti a Capo Mele di Luca non c'è traccia. Presi dallo sconforto disegniamo mille linee in mare per capire dove poteva essere scarrocciato con la corrente. Improvvisamente per fortuna arriva dallo scomparto stagno il suono di un telefono cellulare: è la chiamata di Marco, il fotografo, che ci avvisa che la capitaneria ha già recuperato Luca, illeso ma abbattuto in quanto nella manovra di abbordaggio dell'imbarcazione ha perso la vela arrotolata e la prolunga in mare. Felici di sapere Luca al sicuro torniamo ad Alassio e di lì ripartiamo alla volta di Ceriale. Decidiamo di passare al di fuori dell'Isola della Gallinara dove facciamo alcune strambate in uno scenario mozzafiato a ridosso della scogliera con le onde che sbattono e schizzano in alto sull'isola... che peccato non avere una GoPro montata sul boma! Doppiata la Gallinara il vento cala leggermente di intensità e il moto ondoso scende proporzionalmente permettendoci di passare in relax davanti ad Albenga tra un freestyler e l'altro per poi percorrere il rettilineo che separa Albenga da Ceriale e “spiaggiare” a Ceriale allo stabilimento balneare di un amico di Luca. Si conclude così, con un tiepido sole già basso all’orizzonte, la nostra “avventura” lungo la costa ligure. Quindi, felici della Long Distance effettuata, smontiamo le vele per poi caricare in furgone e tornarcene a casa affamati come lupi. Ci dispiace solo per Luca, l’ideatore di questa “scampagnata”, che poteva divertirsi quanto noi ma è stato bloccato dalla sfortuna: sarà per la prossima volta! Sì, perchè abbiamo già programmato un’altra Long Distance, ancora più radicale: la sfida sarà infatti quella di tentare di arrivare fino a Noli. Vedremo se ce la faremo! In conclusione desidero ringraziare i ragazzi del circolo di Alassio, la Capitaneria di Porto (su cui eravamo un po’ scettici) e Marco Carasso per le fotografie e il “coordinamento logistico”. Alla prossima! Matteo Iachino (a sinistra), Francesco Orsi (a destra), assieme al “naufrago” Luca Ghiglione.

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Forse avete già sentito parlare di Max Brunetti in qualche articolo dedicato allo Slalom, e più volte è stato il nostro inviato di fiducia ad eventi nazionali ed internazionali. È arrivato ora il momento di conoscere un po’ meglio questo ragazzo di Genova che da anni si sta impegnando con passione nella diffusione del nostro sport in Liguria. Ciao Max, raccontaci qualche cosa di te, quanti anni hai, dove vivi, cosa fai nella vita? Ciao, sono di Genova e ho “appena” 33 anni ! Vivo a Genova e lavoro nel settore marittimo, sono imbarcato presso una società di rimorchi, sostanzialmente forniamo un servizio di rimorchio a tutte le navi che lo richiedano durante le operazioni di ormeggio e disormeggio oppure per lunghe tratte in altura. È decisamente un bel lavoro, ha un sacco di aspetti positivi, in oltre seguiamo una turnistica che ci garantisce un sacco di tempo libero ideale per gli allenamenti di slalom o per passare qualche giorno in Francia a fare wave. Quando e come hai iniziato a fare windsurf? Ho iniziato a 15 anni circa con un classico corso in uno stabilimento balneare a pochi km da Voltri, ed è stato subito amore! Da quel giorno la mia vita da teenager è decisamente cambiata, pensa che durante i mesi invernali successivi marinavo la scuola, correvo in spiaggia caricando tutta la mia attrezzatura su una cariola e camminavo per circa 2,5 km per raggiungere lo spot di Voltri, fortunatamente la situazione migliorò subito dopo, con la nascita del club Tramontana Voltri Surf che mi permise il rimessaggio delle attrezzature. Gli anni successivi anche se un po’ incasinati per motivi famigliari sono stati molto belli, ho visitato un sacco di posti principalmente wave e ho conosciuto persone che hanno contribuito molto alla mia crescita da surfer e da individuo, tra i quali Francesco Massa (Surf Activity), il mitico Dylan Dufuss (mio primo e unico sponsor, che mi ha sorretto economicamente per ben due anni) e chiaramente Paolo Ghione, al quale devo molto! Mi ha insegnato tanto nel mondo delle regate ma sopratutto è stato un grande amico nei momenti brutti... una persona unica. So che sei molto attivo nella scena windsurfistica di Voltri, ci puoi raccontare cosa hai fatto e quali sono i tuoi progetti? Voltri è il mio home spot, è molto ventoso e facciamo circa 250 uscite all'anno con venti provenienti dai quadranti nord/ne/nw e in condizioni di acqua piatta ideali per lo slalom. Negli ultimi 4 anni mi sono impegnato molto per promuovere il windsurf in Liguria, con particolare attenzione a Voltri perchè oltre a un legame affettivo, credo abbia grandi potenzialità per le discipline slalom e freestyle. Con l'importante aiuto di altre persone abbiamo organizzato corsi base e avanzati, abbiamo organizzato delle regate con ottimi risultati e la conferma è stata la prima edizione del Trofeo Tramontana che nel 2009 ha contato 45 partecipanti. Penso di aver preso la giusta direzione perchè ad oggi il numero dei nuovi praticanti al circolo è cresciuto di un bel 15% circa, in Liguria sono aumentate sensibilmente il numero di competizioni e nei week end 50

in acqua a Voltri si contano un centinaio di vele. Il mio step futuro sarà quello di portare nuovi giovani a questo sport coinvolgendo un po’ di più la popolazione locale e rendendo assolutamente economico e pratico lo svolgimento della attività. Un mio/nostro obbiettivo sarà quello di fornire ai ragazzi una base sicura su cui contare e i materiali necessari per andare in acqua il primo anno senza investire soldi, da parte loro dovrà esserci l'impegno e la passione. Al momento stiamo lavorando con altri soci per affiliare il Tramontana alla F.I.V; invece per quanto riguarda le regate vorrei in futuro organizzare una tappa nazionale ma questo richiede ancora un po’ di pratica da parte di tutti noi, quindi le prossime competizioni saranno ancora a carattere amatoriale. Da poco sei entrato nel team ufficiale RRD. Come ti trovi con queste tue nuove tavole e quali sono i tuoi obiettivi? Sono nel National Team dal 2007, ho vissuto tutta l'evoluzione delle tavole slalom e della linea Freerace/ride e sono rimasto veramente colpito dal lavoro svolto da Finian e Rosati in così poco tempo; le tavole di quest’anno sono perfette ma ti confido che quelle del prossimo anno saranno ancora più belle e veloci, ma non le ho ancora provate e sono molto curioso. Spero per il futuro di consolidare la mia presenza in scuderia partecipando nelle varie attività di sviluppo e ricerca. In RRD si respira un’aria particolare ancora ricca di entusiasmo e passione per questo sport. Come vedi il panorama del windsurf in Liguria? In netta ripresa, le attrezzature di oggi hanno riportato un sacco di gente in acqua che da diversi anni usciva poco o niente, sopratutto le nuove tavole (in particolare gli slalom) assicurano un sacco di uscite in più durante l'anno. In oltre hanno contribuito molto anche le manifestazioni fatte nelle località di Voltri, Andora, Noli, Albisola e la nuova “Free 12” (2 vele e1 tavola slalom) dedicata interamente agli amatori. Per esempio nel mese di ottobre la Liguria sarà impegnata ogni week-end con competizioni slalom nelle località sopra citate. Il viaggio che vorresti fare e il tuo sogno nel cassetto? Per il prossimo anno sto programmando il mio primo viaggio a Maui, è una vita che fa parte dei miei "vorrei" ma ora è arrivato il momento di concretizzare! Il mio sogno? Fare almeno un anno da vero pro! Giusto da conoscere realmente i miei limiti e da non avere rimpianti o dire "avrei potuto".



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NAKED: Freeride. Naked sono freeride altamente performanti, veloci, facili ed estremamente manovrabili. I Naked sono i freeride più bilanciati del mercato perché gli unici nati sul concetto twin tip. Una nuova generazione di tavole freeride più larghe e corte che oltre a raggiungere elevate velocità di punta possono, soprattutto nelle due misure più piccole 105 e 112, essere utilizzate nelle manovre freestyle. Le due misure più grandi il 128 ed il 144 sono la rappresentazione del concetto del freeride orientato alla manovrabilità. Queste tavole hanno un'estrema facilità di conduzione e rimangono facilmente controllabili anche nel chop più fastidioso e con vele piccole.

KRANZ: Slalom. Drops ha una lunga tradizione nel campo delle tavole slalom e per questo ha voluto rappresentare con la linea Kranz (significa corona reale in tedesco) il raggiungimento del suo apice di sviluppo. La linea Kranz è curatissima in ogni particolare, oltre ad una linea di shape concepiti e sviluppati in maniera autonoma in funzione della gamma di ogni specifico utilizzo e non realizzate in scala adottando ogni singolo possibile stratagemma per raggiungere il massimo in termini di performance. In primo luogo il peso è stato ridotto al minimo grazie ad una costruzione molto innovativa che viene realizzata in un unico stampo che oltre a ridurre il peso del rinforzo delle zone di giunzione dei gusci permette anche una maggior rigidezza del bordo. La finitura è custom finish e la costruzione è in full carbon. Ogni dettaglio è stato curato in maniera maniacale. Persino le grafiche sono state realizzate con maschere a vernice risparmiando 300 gr di peso in adesivi. La grande novità 2011 sta nella presentazione di una nuova tavola da Formula che adotta la stessa tecnologia costruttiva. RE STUBBY:

Freestyle. Una tavola storica per tutti i freestyler, prestazioni eccezionali e controllo ottimale in tutte le condizioni di mare e lago che siano. Potenziale freestyle esaltato dai bordi con t.u.e. accentuato e bevels in prossimità della carena, riducono la superficie bagnata ed ammortizzano l'impatto in navigazione con piccole onde e choppy. Quest'anno migliorata nella costruzione con un processo unico fatto in stampo mono-scocca, che ha anche reso possibile di 54

ottimizzare i pesi, negli accessori con pinne dedicate "Drops by Select". Rimangono ad impreziosire il tutto i due channel in carbonio a vista i quali rendono ancora più tecnico questo pezzo storico nell'olimpo del freestyle mondiale.

CONCRETE: Wave. Il concrete wave è stato il wave più di successo tra tutti wave di Drops. Questa tavola si è evoluta nel tempo attorno al concetto del compact wave board eccellendo in ogni confronto diretto con altre tavole simili. Il segreto del successo sta nelle caratteristiche di queste tavole adatte tanto al wave europeo, eccellono in condizioni di onda confusa ed in condizioni on shore, grazie ad una straordinaria accelerazione. Tra un’onda e l’altra sono le più reattive e veloci permettendo di saltare un maggior numero di onde e di surfare anche in condizioni difficili con onde storte e schiumose dove un wave side shore puro tende a fermarsi. Le tre tavole sono molto compatte in manovra ed in aria, questo permette un eccellente utilizzo freestyle wave. MODEL KRANZ 100 KRANZ 85 KRANZ 75 KRANZ 68 KRANZ 64 KRANZ 58 RE STUBBY 110 QUAD 85 QUAD 75 FREEWAVE 95 FREEWAVE 105 CONCRETE WAVE 76 CONCRETE WAVE 83 CONCRETE WAVE 91

LENGTH (cm) 228 222,7 231 235 234 240 236 230,8 228 236 236 232 232 232

WIDTH (cm) 100 85 75 69 64 58 64 57 54,2 64 66 56 58 60

VOLUME (L) 166 135 120 106 96 89 110 85 75 95 105 76 83 91

SAIL RANGE -


HAWK: Il mix perfetto tra velocità e manovrabilità è il segreto che ha fatto vincere a Fanatic i test ed i cuori dei riders in giro per il mondo. Velocità altissime, un universo di curve perfette e slashate stilose sono dietro l’angolo, tutte in un unico pacchetto perfetto. Derivate dai migliori shape Fanatic sia di freestyle che di slalom, Sebastian Wenzel, con l’ausilio del suo software CAD ha creato dei nuovi profili mozzafiato, spalmati su 4 diversi stili per quei riders più avanzati ed intraprendenti. I nuovi 110 & 135 presentano profili molto più longilinei per adeguarsi al meglio al resto della gamma, con profili più sottili e rails più fini. Tutti e 4 i modelli sono disponibili sia in costruzione Wood Sandwich Light con legno a vista o in costruzione LTD Carbon Kevlar / Basalt Sandwich Light a rispetto dell’ambiente. Caratteristiche principali: larghezza massima maggiore; poppa a pintail a 75° con profilo più stretto per diminuire l’attrito, aumentando la velocità in andatura e strambata; rails sottili per strambare con facilità e potenza; bi-concavo a prua per una planate anticipate e controllo nei chop; chiglia power V per maggiore controllo e comodità. SHARK: Questo nuovo branco di squali all’avanguardia presenta uno scoop rocker rifinito con l’ausilio del CAD, permettendo di bilanciare al meglio i profili per ottenere il rapporto ottimale tra controllo e comodità. I rinati 105 & 120 si sono adattati all’outline più corto e compatto, tipico della gamma. Rocker più alto, bi-concavo, chiglia power V e coperta a dorso d’asino comportano curve più veloci e pulite. Tutte e cinque le misure sono realizzate nella costruzione iper-resistente High Resistance Skin (HRS), perfetta per l’utilizzo giornaliero. RAY: I riders esigono velocità ed è per questo che i nuovi Ray 2011 sono le tavole freerace più veloci, funzionali, e pulite che Fanatic abbia mai realizzato. Per evitare che le vostre ossa si fracassino, il database CAD ha aiutato Sebastian Wnzel a scolpire questi 4 nuovi modelli che permettono di godere al massimo del nuovo scoop rocker preparato per il Race, rails più sottili, bi-concavi rifiniti e potenza ed accelerazione anche nel chop. Disponibile sia in costruzione clear wood optic, più accessibile e rispettosa dell’ambiente, e la nuova tecnologia LTD Edition, con rails e chiglia smerigliati, con coperta in Carbon Kevlar (Carbon Kevlar / Basalt Sandwich Light). Caratteristiche principali: più largo con outline più corto; scoop rocker

sviluppato direttamente dal Race Team; Poppa pintail a 75° per diminuire l’attrito e facilitare le strambate; rails più sottili per curvare meglio; bi-concavo a prua per entrare in planata velocemente e fare a fette i chop; nuova chiglia Power V per massimo controllo anche ad alta velocità; design pulito e funzionale con alto comfort e performance. FALCON: Un missile supersonico per quei riders che osano provarlo. Per il 2011 Fanatic presenta 6 tavole senza compromessi e pronti alla gara che traggono tutti vantaggi da rails più pieni, linee di rocker ridisegnate e maggiore volume a poppa, il tutto sommato al nuovo track del piede d’albero, ribassato. Con più di 4 modelli ideali per il vento forte, i 148 e 134 sono stati alleggeriti ed hanno poppe più larghe. Il 134 ha anche un maggior punto di larghezza massima, per poter generare al meglio accelerazione e potenza anche con vento leggero. Sono tutti disponibili esclusivamente nella costruzione iper-tecnologica Biax Carbon Sandwich Light construction. MODEL Hawk 100 / LTD Hawk 110 / LTD Hawk 120 / LTD Hawk 135 / LTD Ray 100 / LTD Ray 115 / LTD Ray 130 / LTD Ray 145 / LTD Falcon SL 85 Falcon SL 101 Falcon SL 111 Falcon SL 121 Falcon SL 134 Falcon SL 148

LENGTH (cm) 245 245 245 245 240 240 235 235 240 235 235 230 230 230

WIDTH (cm) 62 65 68 73 61 67 73 81 58 63 69 75 82 85

VOLUME (L) 100 110 120 135 100 115 130 145 85 101 111 121 134 148

SAIL RANGE 4.5 – 7.5 5.0 – 8.0 5.5 – 8.5 6.0 – 9.0 5.8 – 8.3 6.2 – 8.8 6.8 – 9.5 7.0 – 10.0 4.5 – 7.0 5.5 – 8.0 6.0 – 8.5 6.5 – 9.0 7.0 – 9.5 7.5 – 10.0 55


MODEL Manic 3,3 / HD Manic 3,7 / HD Manic 4,0 / HD Manic 4,2 / HD Manic 4,5 / HD Manic 4,7 / HD Manic 5,0 / HD Manic 5,3 / HD Manic 5,7 / HD Poison 4,0 Poison 4,2 Poison 4,5 Poison 4,7 Poison 5,0 Poison 5,4 Poison 5,8 Poison 6,2

IQ La nuovissima e migliore edizione della vela firmata da Thomas Traversa. Questa macchina dal boma corto ed outline compatto, assicura al rider accelerazione immediata con manovrabilità senza rivali! È morbida tra le mani e potente anche con vento leggero... una vela perfetta per qualsiasi utilizzo! La struttura a 4 stecche riduce notevolmente il peso ma genera ancora più potenza. Ha un comportamento molto gestibile e controllato, con possibilità immediata di annullare la potenza per un controllo inimitabile. Il Low aspect ratio è perfetto per tutti i riders di wave e freestyle. La forma della finestra è stata ottimizzata per potere visualizzare meglio l’onda e dove andare ad impattare il lip. Il pannello di carico centrale ha una forma triangolare, assicurando un rapporto perfetto tra potenza, resistenza e peso. Thomas Traversa dice: “Cosa posso dire... questa è la vela che ho sempre sognato! Riesco a piazzarla ovunque voglia, curve più strette, entrate più aggressive e rotazioni più facili. La adoro!”.

MANIC Le Manic di quest’anno sono state completamente rifatte. La bugna è stata accorciata, e la penna è stata allargata per compensare. La Manic riprende alcuni aspetti di design della IQ, mantenendo però le caratteristiche fondamentali che le hanno dato così tanto successo in passato, creando una vela perfetta per qualsiasi rider. Il design completamente nuovo non compromette minimamente la qualità a cui si è abituati dai modelli precedenti di Manic. Il pannello d’albero in Dacron assicura una sensibilità notevole e spinta costante e morbida. La potenza è concentrata nella parte anteriore, quindi il rider è sempre in pieno controllo. Il profilo più piatto ed un twist perfetto rendono la vela davvero facile da gestire e molto divertente. Puoi neutralizzarla in un secondo. La Manic quindi, sebbene completamente rinnovata, rimane fedele alle sue origini, una vela su cui contare in qualsiasi condizione. Kevin Pritchard dice:

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LUFF(cm) BOOM(cm) 340 142 365 146 377 152 390 157 403 158 411 162 417 167 426 172 448 178 377 153 388 159 404 161 409 165 418 170 435 176 447 185 458 193

“Sono davvero soddisfatto delle nuovissime Manic. La sensazione tra le mani è di maggiore controllo e sensibilità, permettendomi di andare a distruggere il lip ancora più velocemente! Funziona alla perfezione col mio Quad e mi sembra di utilizzare una vela più piccola ma con potenza parecchio superiore.”

MANIC HD La Manic HD f ail suo ingresso sul palcoscenico con un outline completamente ridisegnato. Costruita per resistere agli impatti anche più violenti contro rocce, reef, strada e coste sconnesse, la HD si mangia qualsiasi ostacolo le mettiate davanti. La lunghezza d’albero è stata ridotta, e di conseguenza la penna allargata per compensare. La Manic HD riutilizza anche alcune idee progettuali della IQ, mantenendo però le caratteristiche che l’hanno resa celebre in passato, dando vita ad una nuova vela ideale per qualsiasi rider. La vela è realizzata completamente con una griglia in X ply che tiene tutto perfettamente a posto anche sotto notevole carico. Il pannello dell’albero in Dacron permette una risposta molto morbida ed una potenza elastica e costante. A prova di bomba!

POISON La Poison rimane la vela più potente di casa Gaastra che fa volare anche i riders più pesanti. Parti in planata in men che non si dica grazie alla potenza generata dal profilo e della cucitura twinstripe che connette il pannello X ply dell’albero. Il boma è stato allungato e l’outline ridisegnato, rendendo la Poison una vela unica nel suo genere. La combinazione perfetta tra potenza e controllo, che ti fa muovere senza il minimo sforzo anche con vento leggero e rafficato. La Poison genera potenza grazie al boma più lungo ed al nuovo sistema orientato di cuciture. Il pannello dell’albero in twinstripe X ply conferisce al rig intero una sensibilità senza precedenti. La bugna ha un taglio più alto che, combinato alla balumina più rigida, garantisce potenza costante ma gestibile tra le mani.


CUSTOM QUAD PRO: Benvenuti alla nuova frontiera del Windsurf, queste GURU: PVC Wave Series. Guru tavole cambieranno per sempre il vostro modo di surfare. Da condizioni di waveriding down the line a completamente on-shore, i nuovi shape e setups di pinne assicurano un piazzamento ottimale in qualsiasi sezione dell'onda, dandoti l'impressione di usare una tavola da surf da onda. ONE PRO: Dal momento che è stata fondata la Goya Windsurfing, il loro obiettivo primario era quello di creare prodotti di qualità che fossero accessibili a tutti gli utenti e diretti da utilizzare. Nel 2007 è stata introdotta la linea di tavole One. Il concetto alla base di tutto è riassunto nel nome stesso. Gli shape ora si sono sviluppati ed evoluti. Queste tavole sono le preferite di Francisco Goya per surfare ad Ho’okipa o ovunque ci sia acqua ed un po' di vento, dimenticando i limiti e pregiudizi delle varie nomenclature e categorie. MODEL CUSTOM QUAD 72 PRO CUSTOM QUAD 78 PRO CUSTOM QUAD 84 PRO CUSTOM QUAD 92 PRO ONE 68 PRO ONE 72 PRO ONE 78 PRO ONE 86 PRO ONE 94 PRO ONE 102 PRO

LENGTH (cm) 226 228 230 232,2 226 230 232 234,5 236 238,5

WIDTH (cm) 53,4 55,6 57,6 59,5 52 53,6 55,4 58,7 60,5 62,8

VOLUME (L) 72 78 84 92 68 72 78 86 94 102

SAIL RANGE 3,3 - 5,3 3,7 - 5,7 4,0 - 5,7 4,2 - 6,2 3,0 - 5,0 3,3 - 5,3 3,7 - 5,7 4,0 - 6,2 4,5 - 6,5 4,7 - 7,0

VELE NEW! Sistema di Bugna Poly Crew. Questo nuovo sistema di tensione della bugna permette di posizionare il boma più in alto, allungandolo, ed offrendo maggiore portanza e spinta, o una posizione più bassa per maggiore manovrabilità e flessibilità delle vele. Questa innovazione è presente sia nelle linee Guru, Eclipse, Nwexus che Storm.

2011 è la vela wave performance per eccellenza. Le innovazioni tecnologiche nei materiali e componenti permettono alla nuova Guru di avere maggiore portanza anche con vento leggero, diminuendone il peso ed aumentandone la maneggevolezza. La vela è facilissima da gestire e neutralizzare anche nelle condizioni più radicali, senza però intaccare lo standard di comfort ed accessibilità che sono ormai peculiarità tipiche della Guru. ECLIPSE: World Wide Power Wave. Eclipse 2011 Pro garantisce una performance senza rivali nella categoria di vele power wave perfette per gli spot in giro per il mondo. Ispirata dallo stile progressivo e tecnico di Levi Siver, la vela è stata realizzata per garantire accelerazione immediata e potenza costante, con una maneggevolezza senza precedenti, che la rendono la vela ideale per una grande varietà di condizioni wave e freestyle. Le innovazioni in termini di materiali e componenti poi rendono veramente la Eclipse 2011 una vela wave senza limiti.

MODEL Guru 2,7 Guru 3,0 Guru 3,3 Guru 3,7 Guru 4,0 Guru 4,2 Guru 4,5 Guru 4,7 Guru 5,0 Guru 5,3 Guru 5,6

LUFF(cm) BOOM(cm) 310 128 327 134 348 140 376 145 393 150 397 155 407 159 417 163 427 167 437 175 447 179

MODEL Eclipse 3,4 Eclipse 3,7 Eclipse 4,0 Eclipse 4,2 Eclipse 4,5 Eclipse 4,7 Eclipse 5,0 Eclipse 5,3 Eclipse 5,7 Eclipse 6,2 Eclipse 6,8

LUFF(cm) BOOM(cm) 352 142 372 148 380 151 387 155 397 160 407 165 417 170 427 171 442 180 457 189 472 199 57


è stata aumentata rispetto alla Evo2, diminuendone però la larghezza in penna, senza alterare la lunghezza del boma, risultando in un’ottima performance in bolina. • La lunghezza del boma è rimasta quasi inalterata rispetto alla EvoII eccetto sulla 8.6 e 9.5, in cui è stata diminuita per migliorarne la maneggevolezza sul campo di regata. • Curva dell’albero: Diminuita per ottenere maggiore tensione superficiale e maggior stabilità del profilo. • Altezza della bugna: Aumentata per avere più spinta e supporto nella zona centrale.

RS:SLALOM MKIV: Veloce col minimo sforzo. Velocità massima ed accelerazione con una sensazione di leggerezza. La RS:Slalom è stata progettata per dare la massima performance, facilità di utilizzo e pura gioia al rider, grazie alla sua velocità immediata ed accelerazione istantanea anche con pochissimo vento, arrivando a velocità notevoli anche in condizioni marginali. • Bugna compatta integrata – Una bugna rientrante e perfettamente integrata col profilo della vela permette al rig di dare il meglio. Grazie a questa struttura, la vela risulta molto più stabile, maneggevole e con un range di vento più ampio, mentre il profilo omogeneo della vela dirige la tensione e la potenza proprio dove sono necessarie, mantenendo stabile la parte intermedia della vela e facendo twistare la balumina al minimo, in modo che la vela non perda nemmeno un minimo di potenza. • Albero più corto sulle misure medio-piccole (dalla 8.6 in giù) per abbassare il centro di spinta e rendere il rig più bilanciato in condizioni di vento forte. La 9.5 invece è rimasta quasi invariata rispetto alla MKIII, riducendo leggermente il boma per facilitarne la maneggevolezza. • La lunghezza del boma è rimasta molto simile a quella della MKIII, tranne che sulla 8.6 e 9.5, dov’è stata ridotta per aumentare la maneggevolezza delle misure più grosse. • Curva dell’albero: Diminuita per ottenere maggiore tensione superficiale e maggior stabilità del profilo. • Altezza della bugna: Aumentata per avere più spinta e supporto nella zona centrale. RS:RACING EVO III:

Racing puro, nessun compromesso, un solo scopo: vincere! Questa è la vela giusta per tutti coloro che vogliono il top della performance. Questa è una macchina da racing al 100%. Come per la RS:Slalom queste le caratteristiche principali. • Bugna compatta integrata. • Albero più corto sulle misure medio-piccole (dalla 8.6 in giù) per abbassare il centro di spinta e rendere il rig più bilanciato in condizioni di vento forte. La 9.5 è rimasta quasi uguale alla Evo2, mantenendo un boma relativamente corto, criterio discriminante sul campo di regata. Sulle misure da Formula, la lunghezza dell’albero 58

BUGNA COMPATTA INTEGRATA: Sulle nuove RS:RACING EVOIII e RS:SLALOM MKIV, Neil Pryde ha introdotto un nuovo sistema di bugna integrata che, rispetto al moderno sistema Dynamic Compact Clew, elimina il cutout sulla bugna e permette alla balumina di funzionare al meglio, senza lasciarsi sfuggire nemmeno una singola raffica. MINI BATTEN: La mini batten appena sotto la Integrated Compact Clew (ICC) è stata messa solo per rendere la parte posteriore della vela più stabile, rendendo l’intero profilo più omogeneo e morbido. La tensione superficiale si focalizza sul perimetro della vela, e questo sistema permette alla balumina di essere più stabile, aumentando il range di vento e la performance. Grazie al sistema Integrated Compact Clew, in cui la bugna è posizionata più internamente rispetto al bordo di uscita della vela, il profilo dietro la bugna può sventare quando il vento aumenta ulteriormente. La vela quindi tende a sistemarsi automaticamente, scaricando la potenza in eccesso. Inoltre si viene a creare un profilo ad ‘S’ sulla stessa, che spinge il punto di massima profondità del profilo più in avanti, evitandone l’arretramento qualora sovrainvelati, permettendo quindi al rider di gestire al meglio la pressione e di mantenere il profilo nella parte bassa della vela, permettendo così di risalire al massimo anche con poco vento.

ROBERT STROY - SAILS DESIGNER NP “Ho cominciato a pensare a questo sistema di bugna dal mio primo momento in ART. Dopo l’introduzione della Compact Clew sulla prima gamma RS5 a fine 2004, speravo di riuscire a portare questo concetto al livello successivo ed utilizzare tutti i benefici della Compact Clew senza dovere minimamente compromettere il profilo della vela. Rispetto alle vele normali, che hanno la bugna sul bordo esterno della balumina, il profilo della EVOIII e MKIV traggono tutti i vantaggi del sistema Dynamic Compact Clew: balumina più corta e molto più stabile che riesce a creare un ottimo reflex dietro il boma che rilascia la potenza in eccesso e fissa il profilo in avanti. Il vero vantaggio di questo nuovo concetto è l’ottima tensione che si ottiene tra la bugna, la balumina, fin giù al piede d’albero. Ciò assicura un controllo notevolmente maggiore, impedendo che la balumina si deformi sotto raffica e fa anche sventare meglio l’intera vela, più armonicamente, sviluppando una potenza ed una stabilità ancora maggiore rispetto alla normale Dynamic Compact Clew. Per finire, l’intero profilo della vela risulta più armonico e pulito, e quindi più aerodinamico e potente con l’utilizzo della ICC rispetto al vecchio sistema di Dynamic Compact Clew, eliminando la necessità di un cutout.” MODEL RS:Slalom MkIV 5,5 RS:Slalom MkIV 6,2 RS:Slalom MkIV 7,0 RS:Slalom MkIV 7,8 RS:Slalom MkIV 8,6 RS:Slalom MkIV 9,5

LUFF(cm) BOOM(cm) -

MODEL LUFF(cm) BOOM(cm) RS:Racing EVO III 5,5 399 181 RS:Racing EVO III 6,2 423 191 RS:Racing EVO III 7,0 451 201 RS:Racing EVO III 7,8 476 211 RS:Racing EVO III 8,6 500 220 RS:Racing EVO III 9,5 526 230 RS:Racing EVO III 10,0 RS:Racing EVO III 10,7 RS:Racing EVO III 12,0 -


RACING. RAMF11: Novità: aspect ratio più basso che incrementa l’accelerazione alla partenza ed in uscita dalla strambata. INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT per aumentare la rotazione, controllo ed accelerazione della vela. TWIN.TRIM.CLEW permette regolazioni individuali per aumentare notevolmente il range di utilizo. HYPER.CAM: il primo camber rigido che gira come un camber morbido. L’ultimissima RAM F11 è come il fratellino bastardo della World Cup WARP F2010! Ancora più resistente, con un’accessibilità maggiore che però mantiene circa il 90% delle performance della WARP più veloce che è stata mai realizzata. Durante il processo di sviluppo nel 2010 due elementi sono stati migliorati notevolmente su tutta la gamma: la maneggevolezza in manovra e la performance, in tutto il range di utilizzo. 7 stecche, tasca d’albero più stretta e peso ridotto rendono la RAM F11 molto più maneggevole della WARP F2010. Il nuovissimo INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT è il concetto alla base di questa realizzazione. Invece di utilizzare una sola tecnica e forma per l’intera vela (superficie alare e tasca d’albero), Kai Hopf, per la prima volta, ha combinato due diversi profili 3-D separati per la vela e per la tasca d’albero. Il range di utilizzo è stato drasticamente ampliato del 25%. Anche il nuovo sistema TWIN.TRIM.CLEW influenza positivamente il range di utilizzo. Il segreto dietro al TWIN.TRIM.CLEW sta nel posizionare orizzontalmente gli occhielli della bugna. La posizione esterna garantisce maggiore potenza ed immediatezza, mentre quella più interna rende la vela più morbida e controllabile. Il TT.TOP, la costruzione super rigida delle stecche BOX.BATTEN e la larga tasca conica AERO.SLEEVE, assicurano alla nuova RAM F11 una velocità di punta mozzafiato, sia per competizioni di GPS o Racing. Un missile di questo calibro non è mai stato così facile da usare, ed è per questo che sta riscuotendo tanto successo. S_T YPE: Novità: possibilità di scegliere tra 3 o 2 camber. 3 cams per massima performance, 2 cams per maggiore maneggevolezza. MINIMUM.MAST.CONCEPT: un solo albero (460-25) per tutte le misure. La S_ TYPE è una delle vele che ha riscontrato il maggior successo nei test in tutte le riviste internazionali ed è considerata la vela di riferimento per l’intera categoria. Per il 2011, è stata completamente ridisegnata per avere uno shape più compatto con la stecca centrale CROSS.BATTEN leggermente più lunga, ricordando sempre più la premiata WARP F2010. Questa combinazione incrementa notevolmente l’accelerazione della vela! Il risultato del nuovo shape è che la nuova S_ TYPE abbia una spinta ancora maggiore anche ai bassi regimi, riuscendo a combinare accelerazione esplosiva e performance notevole con un’alta velocità di punta, il tutto senza intaccarne minimamente la maneggevolezza e controllo! Appena il rider la prende tra le mani, si rende conto che questa vela deriva dagli anni di esperienza del team North Sails Racing, ma ha anche la potenza e le nuove caratteristiche della RAM F10. Il SWITCHABLE.CAM.OPTION permette di scegliere se utilizzare la vela con 3 o 2 cambers. Ora il camber estraibile è quello inferiore. Il sistema CUTAWAY.CLEW, aumenta notevolmente la maneggevolezza della vela, grazie al boma più corto che permette al rig di girare più agevolmente. Un’altra peculiarità a favore è la tasca dell’albero CONICAL.AERO.SLEEVE.DESIGN. Questa realizzazione è il compromesso ideale tra spinta esplosiva e ottima capacità di partire dall’acqua. Che si voli ad alta velocità o si plani in relax, la S_ TYPE ha ottime caratterisitche – la perfetta vela universale. X_T YPE: CARATTERISTICHE PRINCIPALI: La vela NoCam per eccellenza ha aumentato ulteriormente le proprie performance. Il segreto sta nell’aspect-ratio ridotto, che è stato inizialmente introdotto Warp F2010, e poi riadattato su questo modello, mantenendo un’alta tensione superficiale che permette un’ottima potenza e profilo anche senza l’ausilio di camber. Rispetto al modello precedente, la nuova X_ TYPE ha ancora più potenza ed accelerazione, permettendo al rider di planare prima che mai. Tutto questo senza toccare minimamente la lunghezza del boma, grazie all’utilizzo della CROSS.BATTEN più pronunciata. Questa versatilità aggiunta combina performance elevate con un’ottima velocità di punta, offrendo tutti i vantaggi di maneggevolezza tipici di una vela NoCam. Grazie alla PROGRESSIVE.BATTEN. CONFIGURATION, tutti i modelli di X_ TYPE hanno un numero di stecche proporzionale alla metratura. Kai Hopf ha trovato il mix perfetto, mettendo solo 6 stecche sia sulla 6.0 che sulla 5.4. Ciò riduce notevolmente il peso complessivo, favorendone la maneggevolezza. Tutte le vele X_ TYPE possono essere armate con un solo albero 460, un albero, tutte le misure! 59


MODEL Swell 3,7 Swell 4,1 Swell 4,4 Swell 4,7 Swell 5,0 Swell 5,3 Swell 5,7 AC-X 5,2 AC-X 5,8 AC-X 6,5 AC-X 7,0 AC-X 7,5 AC-X 8,0 AC-X 9,0 AC-K 5,8 AC-K 6,5 AC-K 7,2 AC-K 7,8 AC-K 8,5 AC-K 9,4

SWELL

AC-K

Nata nella base invernale di Point-7 a Tenerife, è la vela wave radicale per tutte le condizioni. Messa a dura prova nelle condizioni estreme side on-shore del Cabezo, e consumata nelle radicali surfate nel side off della Baja di El Medano, con i venti da sud. La balumina più chiusa regala un feeling più morbido, ma allo stesso tempo molto più reattivo e potente per partire all'istante all'attacco del bottom turn. Rimane comunque neutra durante tutta la surfata, il nuovo outline è stato ridisegnato per garantire alla balumina una ripresa di vento più immediato per dare cosi una spinta frontale per un uscita più veloce dal cutback. La nuova struttura rende la vela non solo più robusta nei punti cruciali, ma anche più leggera, grazie alla gestione metodica dei materiali. Abbiamo anche migliorato la visibilità durante la surfata, in qualsiasi condizione di onda e colore dell'acqua. La base più lineare regala più libertà durante i cut back più radicali e slasciati.

La AC-K era una vela necessaria per completare il range delle vele camberate: 1,2,3 o 4 camber? Non è questa la questione, ma la necessità di portarsi oltre ai limiti con un versione semplificata di una vela racing. La AC-K è la sorella minore della AC-1, è stata vestita da un outline molto compatto e potente, con una prestazione molto simile. Più facile da armare e da gestire in manovra intorno alle boe, o per il semplice divertimento: pronta ad assorbire qualsiasi raffica tramutandola in pura accelerazione e trasformare il chop in asfalto liscissimo. Se volete dominare il vostro spot, questa è la vostra vela.

AC-X La AC-Zero e la Square uniscono le forze: AC-X. La nuova AC-X è la novità assoluta che porta a fine carriera l'era di due classiche vele della gamma Point-7: AC-Zero diventata famosa per aver da subito vinto il campionato italiano slalom e la Square nota per la sua potenza e stabilità, vincitrice di numerosi test sulle riviste più prestigiose. Prendendo e unendo le miglior qualità della cross over e della slalom no cam, è nata la nuovissima e super compatta AC-X. Una combinazione unica di potenza, velocità e comfort. Disponibile dalla 5.2 alla 9.0, con le misure 5.2 e 5.8 con 6 stecche e dalla 6.5 in su con 7. Se prima poteva esserci qualche dubbio tra la scelta della Square e della AC-Zero, da oggi non c'è più: non ci troviamo di fronte a un compromesso, ma a una fuoriserie migliorata sia di stabilità che di potenza che sorpassa la AC-Zero o qualsiasi no cam in qualsiasi condizione. Planata migliore e tenuta di più vento in pieno controllo. La AC-X è pronta a sfidare nuovamente anche qualsiasi vela camberata.

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LUFF(cm) BOOM(cm) 306 399 154 407 157 412 163 418 166 430 172 441 175 415 163 433 176 447 192 464 200 472 206 489 215 513 225 434 174 449 193 467 205 483 214 503 223 517 238

ANDREA CUCCHI "La AC-K, AC-X e la Swell sono progetti che abbiamo iniziato 2 anni fa e sono le uniche novità che presenteremo per questo autunno. Per dare una vera innovazione su prodotti già vincenti ci vuole molto lavoro di sviluppo. Limitare lo sviluppo ad un periodo più breve o con annualità, porta a cambiamenti più estetici che reali e senza la possibilità di avere dei veri feedback da parte degli utenti finali: poco importanti per motivare il cambio vela. Per questo in Point-7 abbiamo deciso di portare sul mercato nuovi modelli solo nel momento in cui ci fosse una vera innovazione sul prodotto e in base alla reale necessità del cliente. Questa nuova era di sviluppo porterà molti vantaggi a tutti i surfisti, come ad esempio una maggiore tenuta del valore dell'usato, il fatto di non avere un prodoto obsoleto dopo pochi mesi, un prodotto che dà veramente dei vantaggi rispetto al modello precedente... sono moltissimi i vantaggi per non parlare poi della superiorità nella qualità della struttura testata veramente per tantissime ore in acqua, e non solo nei 3-5 mesi che il sistema annuale permetteva di fare."


MODEL Gator 3.7 • 4.0 • 4.2 • 4.5 • 4.7 • 5.0 • 5.3 • 5.5 • 5.7 • 6.0 • 6.5 • 7.0 • 7.5 • 8.0 Mojo 5.3 • 6.0 • 6.7 • 7.5 Ncx 5.5 • 6.0 • 6.5 • 7.0 • 7.5 • 8.0 • 9.0 Turbo 6.0 • 6.5 • 7.0 • 7.5 • 8.1 • 8.6 • 9.2

L’idea primaria alla base di tutte le vele Severne è sempre stata di garantire la massima leggerezza, funzionalità e longevità. Tutte le gamme hanno potuto usufruire delle notevoli conoscenze acquisite nel Racing, per poi venire riadattate a tutti range, dal freeride alle vele wave. Di conseguenza, tutte le vele risultano più veloci, leggere tra le mani e coprono un enorme range di condizioni, specialmente nel 2011. La GATOR ha un nuovo design dei pannelli, con evidenti benefici sia in termini di longevità che di pura performance. I nuovi materiali utilizzati non hanno solo permesso di raggiungere gli obiettivi primari del design, ma anche di rendere le vele più appariscenti ed aggressive. Il range freeride è un misto tra conoscenze consolidate e testate che hanno fatto vincere svariati test alle vele, ora ancora più performanti e con due nuove gamme per soddisfare le necessità di ogni rider. La CONVERT è una vela interamente in X-ply per i freeriders alle prime armi, ad un prezzo incredibile. La TURBO rimpiazza la ELEMENT, in quanto la nuova vela twin cam offre maggiore velocità di punta e maggiore range di vento, mantenendo però la stessa leggerezza tra le mani.

GATOR Crossover orientata alle manovre - Wave/Freemove/Freeride. La gamma Gator copre qualsiasi condizione windsurfistica in qualunque spot in giro per il mondo. Le peculiarità primarie della vele sono l’eccelsa manovrabilità, longevità e performance, che permettono al rider di dare il massimo in qualsiasi tipo di condizione. Per il 2011 il layout dei pannelli è stato ottimizzato per avere ancora maggiore durata ed aggiungere colore nella parte alta della vela. Ora le misure sono realizzate con HD Dyneema X-ply sia sulla bugna che sui pannelli della balumina, assicurando maggiore resistenza. Ridotto il numero di stecche da 6 a 5 nelle misure da freemove, 5.5-6.0, per migliorare la manovrabilità, diminuendo sia peso che costo. Range di vento ancora più ampio con controllo migliore anche con vento forte grazie all’utilizzo di una penna più composta.

MOJO Power Freeride. Realizzata appositamente per garantire montagne di potenza per andare sempre più veloce e più in alto, la Mojo è la scelta ideale per i riders che vogliono potenza. Profilo più accentuato con penna larga per accelerare e volare a tutta birra. Vela identica alla versione 2010.

NCX Freerace senza camber . La NCX, vincitrice di molteplici test, offre velocità spaventose, stabilità e risposta immediate per un’accelerazione senza rivali che è assolutamente inusuale per una vela senza camber. Le innovazioni e scoperte nel campo del racing sono state incorporate immediatamente nel nuovo range NCX grazie all’input diretto di Bjoern Dunkerbeck e Steve Allen. Maggiore tensione superficiale per garantire maggiore stabilità e minore movimento del rig con acqua choppata. Range di condizioni più vasto grazie alle modfiche della penna, che permette una resa ancora maggiore anche con poco vento. Grazie all’aumento della tensione, quando il vento aumenta, la vela sventa più facilmente assicurando ancora il massimo controllo anche con vento rafficato.

TURBO Freeride a due camber. La Turbo è una delle vele con Camber più accessibili al rider medio. Questa combinazione di spinta con vento leggero, maneggevolezza e velocità spaventosa, la rendono la scelta perfetta per I surfisti medi che però cercano una vela che dia il massimo della performance. Realizzata partendo dalla Element ma con tensione superficiale notevolmente superiore che, combinata alla tecnologia di shaping delle vele race, permette di aumentare vertiginosamente la performanza e la velocità di punta, mantenendo però controllo e maneggevolezza. Sulla Turbo viene utilizzato il concetto di “Stecche Omogenee”. Le misure più piccole (6.0 – 7.0) hanno 6 stecche, riducendo il peso in rotazione al minimo. Sulle misure più grosse invece (7.5-9.2) ci sono 7 stecche per una maggiore stabilità. 61


FUTURA La quarta generazione delle Futura: tavole da freeride per riders di livello avanzato, con un range di vento enorme, ingresso in planata anticipato e velocità massima da brivido. In men che non si dica, le Futura si trasformano in tavole stabili ed facilmente accessibili anche ai riders alle prime armi, che possono sfruttarne la larghezza ed il nuovo setup di straps più interne e comfortevoli per affinare la propria tecnica. Una macchina da corsa al top della performance che può diventare una tavola stabile per i freeriders meno esperti. Le Futura sono state progettate mantenendo lo stesso rapporto tra volume e larghezza di tutte le moderne tavole grosse da Slalom. Questo comporta quindi che siano larghe (maggior stabilità) e sottili (maggior reattività). Rispetto alle classiche tavole da freeride, le future sono circa il 15% più sottili. La coperta è molto arrotondata. Questa forma assicura il massimo comfort per qualsiasi posizione delle straps. Le Futura hanno un Range di vento immenso.

ISONIC Dal momento della sua introduzione nel 2006, ogni nuova generazione di iSonic presentava almeno 2 o 3 innovazioni l’anno. Dal 2010 al 2011, tuttavia, le iSonic hanno ricevuto ben 6 modifiche notevoli. Queste innovazioni sono state rese possibili da un nuovo approccio del team di R&D, che ha permesso ai riders di cominciare le ricerche ed i test in anticipo. Remi Vila, nuovo capo del reparto di sviluppo del racing alla Starboard, ha collaborato con Cyril Moussilmani, Björn Dunkerbeck, Kevin Pritchard e Jimmy Diaz per iniziare il 2011 in quarta ed incanalare tutta questa nuova energia per realizzare e testare nuove idee, già ad inizio stagione. Combinando il tutto con la vasta esperienza di R&D di Tiesda You, Svein Rasmussen e Jim Drake, gli iSonic 2011 sono delle vere macchine da guerra. Ecco la presentazione delle 6 principali innovazioni sulla sesta generazione delle iSonic. UPGRADE NUMERO UNO: Rails più affilati a poppa. Avendo bordi più affilati, le tavole creano meno turbolenza, rilasciando l’acqua più velocemente: questo 62

aumenta notevolmente la velocità di punta, permettendo accelerazioni più esplosive sotto raffica, favorendo l’ingresso in planate e migliore anche l’inerzia della tavola, che continua a planare anche nei buchi di vento. Sulle misure 107, 117, 117 Wide, 127 e 137, la superficie a contatto è stata allargata ed accorciata, per migliorare il rendimento anche con vento leggero. Il bordo di rilascio più netto permette alle iSonic di mantenere maggior inerzia nelle strambate. UPGRADE NUMERO DUE: Concavi sulla coperta molto scavati. Le iSonic 2011 hanno dei concavi molto profondi sulla coperta. Sono così scavati per massimizzare il controllo e la rigidità della tavola. Il punto di contatto e rotazione tra vela e tavola viene così mantenuto il più basso possibile. UPGRADE NUMERO TRE: Regolazione individuale dei cutaway. I cutaway direttamente sotto la strap posteriore, sulla chiglia, sono stati regolati su ogni singolo modello. Questa regolazione individuale minimizza l’attrito della chiglia sull’acqua, facendo aumentare notevolmente la velocità di punta e garantendo un’accelerazione più esplosiva. Il risultato finale è quindi una tavola più reattiva e nervosa, che però è sempre sotto perfetto controllo, anche nelle condizioni più difficili. UPGRADE NUMERO QUATTRO: Finitura senza vernice. La vernice è stata eliminata sia sulla coperta che sui bordi della tavola, in modo da minimizzare il peso di tutti i modelli di iSonic, sia WoodCarbon che Carbon. È stato utilizzato un pigmento grigio, che assicura massima protezione contro i raggi UV e garantisce un look più aggressivo. È stata anche ridotta al massimo la dimensione dei Pad, per risparmiare ogni singolo grammo superfluo. UPGRADE NUMERO CINQUE: Straps più strette. I tasselli delle straps anteriori sono stati avvicinati per permettere un’apertura massima di 14.5cm, più stretta del solito. L’angolo della strap anteriore è stato anche cambiato per essere più parallelo all’asse longitudinale della tavola. Queste due modifiche fanno sì che il piede anteriore calzi perfettamente nella strap anteriore, permettendo al rider di poter correggere più velocemente il suo assetto per raggiungere e mantenere la massima velocità. UPGRADE NUMERO SEI: Nuovo 80 Concept e nuovo 117 Wide Concept. Due nuovissimi modelli e misure sono stati aggiunti al range esistente. La iSonic 117 Wide è larga 80.5cm, riempiendo alla perfezione il grande scalino tra i due modelli larghi 75cm ed 85cm. Basandosi sul design dell’85cm, il concetto del 117 Wide ha il rapporto spessore-volume più basso della gamma, massimizzando il range di utilizzo. Questo shape così sottile è diventato immediatamente uno dei preferiti, facendo diventare il 117 una delle tavole più raccomandate nel quiver dei rider slalom.L’iSonic 80 è una versione più magra della vecchia iSonic 87, ottenuta rendendo i rails più morbidi e sottili, in modo da aumentare il range di utilizzo anche con vento forte ed aumentarne il controllo in curva anche con acqua molto mossa e choppata. Questo modello rappresenta il nuovo punto di riferimento anche per il vento leggero per quei riders più magri. MODEL LENGTH (cm) FUTURA 93 Technora / Wood 238 FUTURA 101 Tec./W. Carb./Wood 240 FUTURA 111 Tec./W. Carb./Wood 240 FUTURA 122 Tec./W. Carb./Wood 246 FUTURA 133 Tec./W. Carb./Wood 248 FUTURA 141 Tec./W. Carb./Wood 246 ISONIC 80 Wood 243 ISONIC 87 Wood 243 ISONIC 90 Wood / Wood Carbon 241 ISONIC 97 Wood / Wood Carbon 234 ISONIC 107 Wood / Wood Carbon 235 ISONIC 117 Wood / Carbon 232 ISONIC 117 Wide W. / Wide Wood 228 ISONIC 127 Wood/ Carbon 228 ISONIC 137 Wood / Carbon 231 UltraSONIC 147 Wood / Carbon 240

WIDTH (cm) 61,5 65,5 68 72 76,5 80,5 56,5 56,5 60 64 68,5 75 80,5 85 85 93,2

VOLUME (L) 93 101 111 122 133 141 80 87 90 97 107 117 117 127 137 147

SAIL RANGE 4,0 - 7,0 4,5 - 7,5 5,0 - 8,0 5,5 - 9,0 6,0 - 9,5 6,5 - 10,0 4,5 - 6,5 5,0 - 7,0 5,2 - 7,8 5,5 - 8,5 5,8 - 9,0 6,0 - 9,5 7,0 - 9,5 7,5 - 10,0 8,0 - 10,0 9,0 - 11,0


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Š Roberto Foresti


Windsurf Fun Race nelle turchesi acque di San Teodoro.

Come ogni anno arriva la fine dell’estate e per il mondo del windsurf si avvicina l’appuntamento in Sardegna per l’E…Vento di San Teodoro. È la quinta volta che ho l’opportunità di partecipare a questa manifestazione e Renzo Mancini e Sergio Cantagalli, gli organizzatori, riescono sempre a sorprendermi piacevolmente con la loro organizzazione impeccabile. Guardandomi indietro posso solo che vedere il continuo evolversi di questa manifestazione, che da semplice gara di windsurf con qualche stand espositivo, ha soppiantato negli anni successivi tutte le altre fiere dedicate al nostro mondo rimanendo l’unica in Italia; è ormai d’obbligo esserci! Infatti sono presenti tutti i principali marchi del windsurf, ad eccezione di qualche grosso nome… E tutti i migliori atleti italiani si sono presentati a San Teodoro per fare promozione, dare spettacolo in acqua e aiutare i propri sponsor. Il colpo d’occhio appena si arriva in spiaggia a la Cinta è davvero spettacolare, una miriade di stand che espongono le nuove vele e tavole, bandiere, striscioni, un mega palco, lo stand Coca-ColaZero con free drink per tutti, i test drive BMW, una quantità infinita di kite (troppi) e tantissima gente, sia surfisti che turisti. Insomma si respira proprio l’aria dei grandi eventi, e così è stato. La prima cosa che vorrei sottolineare è che quest’anno ho visto arrivare appositamente per la manifestazione tanti surfisti comuni, sia dal “continente” che dalla Sardegna, molti di più rispetto alle edizioni precedenti. Il richiamo dell’E…Vento

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ormai è irrinunciabile, e quale migliore occasione di poter vedere dal vivo e toccare con mano tutte le novità? Se poi ci aggiungiamo gare di tutti i tipi e per tutti, sia pro che amatori, feste e intrattenimento continuo, la bellezza del posto e la location ideale… ecco che si crea il mix perfetto. Veniamo ora all’aspetto tecnico. San Teodoro è uno spot ideale per lo Scirocco e le previsioni per i primi due giorni sono proprio di venti dai quadranti meridionali. Purtroppo il vento non ha mai raggiunto intensità decenti, tranne per una oretta il primo giorno in cui non si è riusciti a far partire le gare per tempo. A questo proposito ho sentito parecchie lamentele con tanti “se si fosse…” “se avessero…”. Vi rendete conto però di cosa vuol dire gestire 150 atleti di diverse discipline e varie gare in programma e con solo un’ora di vento? È praticamente impossibile. Quindi la Long Distance è partita ma non si è riusciti a concluderla, e gli atleti del freestyle si sono dovuti accontentare di fare le manovre trainati dal Grinch. E qui apro e chiudo una parentesi a favore dei ragazzi del freestyle che hanno partecipato all’esibizione… e si perché non era una gara, ma solo una “esibizione ad inviti”. Un invito un po’ particolare in quanto i ragazzi hanno dovuto pagare l’iscrizione! Secondo me si poteva evitare questo “invito a pagamento”. Ad ogni modo dopo due giorni di Grinch Session per i ragazzi del freestyle, finalmente arriva domenica e soffia un bel Maestrale. Non posso raccontarvi nulla


della gara perché ho deciso di disertare e andare a fare wave a Cala Pischina per poi ripresentarmi a San Teodoro nel pomeriggio a gara conclusa. Vi posso solo dire che ha vinto Filippo Bestetti, e questo mi fa molto piacere, ma ho sentito molte lamentele sull’organizzazione della gara, svolta anche in un momento di vento molto leggero e rafficato. Dal mio punto di vista le lamentele non ci stanno in quanto non era una gara ma una esibizione. Quindi una volta accettato di partecipare, pagando la “ingiusta” iscrizione, si sapeva che era solo una dimostrazione senza nessuna valenza. Quindi concludo dicendo che anziché criticare, come spesso accade, bastava fare un po’ di show, con vento o senza, l’importante è andare in acqua… invece ho visto alcuni rider, sponsorizzati, non entrare mai in acqua nei giorni precedenti… Tanti altri invece sono rimasti in acqua dal mattino alla sera, utilizzando qualsiasi cosa a loro disposizione che gli permettesse di dare un po’ di spettacolo e di promuovere lo sport, motivo per il quale hanno il materiale dai loro sponsor! Lo stand di Funboard!

GLI ATLETI E LE GARE Più di 60 stand, 150 atleti iscritti alle gare, pubblico delle grandi occasioni, competizioni di kite, windsurf, Stand up paddle, Beach Tennis, Canoe e tanto divertimento con test drive BMW, show, concerti e bellissime feste. Questa l’edizione 2010 del San Teodoro E…vento che per il quinto anno consecutivo ha regalato un fine settimana diverso dal solito a tutti i partecipanti e curiosi che numerosi hanno invaso la bellissima spiaggia “la Cinta” di San Teodoro. Protagoniste assolute delle tre giornate, insieme al kite e windsurf, tavole e pagaie della neonata disciplina del SUP. Le gare disputate: la Long Distance Sup Special Edition by Surfing Italia & Bmw, valida per il campionato italiano Surfing Italia, vinta da Leonard Nika seguito da Fabrizio Gasbarro e Pietro Fazioli; la Sup Sprint (1 Km) conquistata da Leonard Nika seguito da Pietro Fazioli e Nicola Abatescianni; la Sup staffetta con al primo posto il team composto da Fabrizio Gasbarro – Giuseppe Cuscianna – Giordano Capparella, al secondo la squadra Daniele Scarpa – Mirco Babini – Nicola Abatescianni ed al terzo il trio Carlo Nut Rotelli – Leonard Nika Corinne Betty. Per il windsurf, invece, le competizioni disputate hanno visto vincitore per la disciplina freestyle di Windsurf Filippo Bestetti (Rrd), seguito da Stefano Lorioli (Rrd) e Nicola Spadea (Starboard/Gunsails/MaverX). Per la categoria Wind vincitore della Fun Race windsurf è stato Giorgio Giorgi, davanti a Matteo Iachino e Andrea Rosati. Notevole lo spettacolo offerto dagli atleti di windsurf con la gara di Grinch Freestyle by Black Hole aggiudicata da Jacopo Testa (Starboard/Severne) seguito a pari merito da altrettanti grandi atleti come Raimondo Gasperini (Starboard/Severne), Livio Spadea e Filippo Bestetti (Rrd). Ma non solo questo al San Teodoro E…vento. Per tutti i tre giorni il Campione Olimpionico Daniele Scarpa ha solcato le acque della Cinta con i suoi Oc1, Supersky, Outrigger e le due grandiose canoe polinesiane pagaiate da due team composti di sole ragazze dell’associazione Forza Rosa, l’associazione internazionale che attraverso questo sport si impegna nella prevenzione e il recupero psico-fisico delle donne colpite dal tumore al seno. Al termine delle competizioni sul palco è salito il team “Butterfly” (Ivana Politi, Magda Macchi, Edi Maroccu, Carla Schiattone, Valentina Meloni) seguito dal team “Pink” (Maria Grazia Punzo, Barbara Prantera, Evelina Viola, Laura D'aprile, Carla Bolasco). Infine il Torneo di Beach Tennis con formula A+B (esperto + amatore) che si è concluso con la premiazione del duo Giuliano Indragoli (Italia) – Alex Indragoli (Italia), seguito dal team internazionale Franco Scardino (Belgio) – Flavia Lodi (Argentina) e dalle coppie Renato Pintore (Italia) – Francesco Gianpietruzzi e Piero Olivieri (Brasile) – Antonio Columbano (Italia). Sabato sera tutti all’Ambra Day per vedere “The Windsurfing Movie II”.

Roberto Ricci e la sua crew.

Lo stand Neil Pryde e MaverX. Le nuove vele North Sails.

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Filippo Bestetti, vincitore del Freestyle Exihibition Coca-Cola Zero.

Raimondo Gasperini

VENERDI’ 17 SETTEMBRE Un successo di pubblico e grande spettacolo la prima giornata del San Teodoro E…vento 2010! Tantissime le persone che hanno popolato la spiaggia per assistere alle esibizioni dei più famosi atleti italiani e stranieri e visitato i 60 stand espositivi delle più importanti aziende di settore con le attrezzature e le novità del mercato surfistico. Stand, gazebo, gonfiabili e un’ampia varietà di tavole, vele, abbigliamento e tutto l’occorrente per gli appassionati di sport acquatici. Il leggero vento di scirocco non ha permesso di dare il via alle gare in programma (col Vento...) ma il divertimento e lo spettacolo con le gare di SUP e di Grinch Freestyle è arrivato comunque! Ma non solo sport! Gli amanti delle quattro ruote ma anche tanti curiosi hanno potuto provare i nuovi modelli di BMW (tra cui la nuovissima 520d Touring) con il BMW Test Drive, affiancati dai piloti professionisti della scuola di guida sicura “Promodrive”. A fare da cornice alle esibizioni infine un grande programma di intrattenimento! Il pomeriggio ha visto protagonista lo show su due ruote dei rider Valerio Sauda e Michael Piccolo con le loro Bmx Flatland, la musica di Riccardo Moretti "TribalNeed" ed in serata si attende la festa in spiaggia con il concerto del gruppo jazz funk dei bluavio e il dj set con Leo Tolu!

Nicola Spadea

SABATO 18 Dopo aver incantato sportivi e vacanzieri sulle spiagge di mezzo mondo e stregato California e Hawaii, lo Stand Up Paddle è sbarcato alla Cinta per diventare il protagonista assoluto della seconda giornata del San Teodoro E…vento 2010! Dopo una mattinata di calma piatta ed onde lunghe, cavalcate per ore dagli amanti del paddle, si sono aperte le danze con la Long Distance Special Edition di 10 km valida per il campionato italiano Surfing Italia.

DOMENICA 19 È iniziato con la “Fun Race” di windsurf e kitesurf il terzo e ultimo giorno del San Teodoro E…vento 2010: una gara a batterie dalla Cinta a Puntaldia con più di 50 partecipanti e forti raffiche di maestrale che hanno raggiunto i 30 nodi!

FREEST YLE EXHIBITION, E-VENTO COCA-COLA ZERO BY FABIO FERRARI DAY 0: Arrivo a S’Teodoro con una giornata di anticipo per preparare lo stand accoglienza dell’Xray e sistemare tutto il necessario per ricevere gli atleti invitati all’evento. Purtroppo, l’ottima organizzazione curata da Sergio Cantagalli e Renzo Mancini, mi informa che lo stand verrà consegnato solo la sera, quindi opto per una session di Freestyle a Porto Pollo, dove incontro i fratelloni Spadea ed altri atleti in allenamento. Vedendoli in acqua, capisco che ci aspetterà un evento ad altissimo livello.

DAY 1:

Finalmente inizia l’evento! Arrivano i riders invitati e si procede all’iscrizione. Diciotto sono gli atleti che si sfideranno nelle acque di S’Teodoro insieme a tre wild card. La direzione di gara, per spettacolarizzare l’esibizione, decide per un’estrazione a sorte durante la riders presentation sul palco principale

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Francesco Cappuzzo


Quelli del freestyle...

Il podio della Fun Race, da destra: Giorgio Giorgi, Matteo Iachino e Andrea Rosati.

magistralmente condotta dallo speaker ufficiale Luca Gentilini, delle posizioni nel tabellone, con le tre wild card che si sfideranno in una heat per l’accesso al tabellone principale. Nel primo pomeriggio si alza un timido scirocchetto e, vedendo gli atleti che iniziano a planare, il Race Director chiama la prima heat, che, dopo tre tentativi e vedendo il vento calare inesorabilmente, viene annullata. Non ci perdiamo d’animo! Cinque minuti per organizzare un nuovo tabellone e preparare il Grinch messo a disposizione dalla Black Hole. Armando è pronto ed inizia a trainare gli atleti. Grande spettacolo, esaltato dall’ottimo speakeraggio di Luca Gentilini che commenta le move degli atleti. Dopo due ore di manovre tirate a pochi metri dall’affollatissima spiaggia della Cinta, la giuria decreta la classifica: primo il giovane Iacopo Testa ed al secondo posto Raimondo Gasperini, Livio Spadea e Filippo Bestetti. Bravo anche il giovane atleta palermitano Francesco Cappuzzo che, anche se fuori contest, chiude con il grinch un altissimo Ponch.

DAY 2: Come il giorno precedente, la mattina, San Teodoro ci accoglie con calma piatta fino all’ora di pranzo quando si riaffaccia nuovamente lo scirocco, ma, nuovamente, dopo alcuni tentativi di far partire la prima heat, decidiamo di annullare l’Exhibition e di procedere con un divertente e sempre spettacolare “Aperigrinch” e, sempre grazie alla disponibilità dei ragazzi di “Black Hole” i riders iniziano una serie di move che verranno premiate da una Coca-Cola Zero in versione “modificata” con Rum di qualità offerto dal Bar del Villaggio.

Renzo Mancini e Sergio Cantagalli con lo speaker Luca Gentilini.

San Teodoro vi aspetta per la prossima edizione dell’E... Vento. © Roberto Foresti

DAY 3: Sveglia non facile alle 7.30, specialmente dopo il party della notte precedente e Skipper meeting alle ore 10. Questa mattina, finalmente, soffia un forte vento di maestrale, peccato che molto da terra. Parte la prima heat con il regolamento imposto dal Race Director, ovvero l’obbligo da parte dei riders di effettuare due move imposte. Le batterie si susseguono una dopo l’altra ed il compito della giuria è difficile visto l’alto livello degli atleti e la lontananza dalla spiaggia delle performance, ma, dopo lunghe discussioni e conteggi sulle manovre, escono fuori i quattro atleti che accederanno alla finale: l’evergreen Raimondo Gasperini, il campione italiano Stefano Lorioli, il neo dottore Nicola Spadea e Filippo Bestetti reduce da un grave infortunio ma in splendida forma. Ci spostiamo davanti al palco centrale per rendere più visibile la finale al folto pubblico e, con il commento di Luca e la musica di sottofondo, parte la heat con nuove move radicali imposte dalla giuria: Funnel e Speed Loop. Alla fine dei cinque minuti di entusiasmante spettacolo i giudici si ritirano per il difficile compito di decretare il podio. CLASSIFICHE SAN TEODORO E…VENTO 2010 - WINDSURF Freestyle 1) Filippo Bestetti (Rrd) 2) Stefano Lorioli (Rrd) 3) Nicola Spadea (Starboard/Gunsails/MaverX) 4) Raimondo Gasperini (Starboard/Severne) 9) Federico Infantino, Francesco Cappuzzo, Dario Troiani, Gabriele Varrucciu, Mattia Fabrizi, Iacopo Testa, Pietro Albano, Nicola Terenzi, Luigi Madeddu

Grinch Black Hole Freestyle 1) Jacopo Testa (Starboard/Severne) 2) Raimondo Gasperini (Starboard/Severne) Livio Spadea - Filippo Bestetti (Rrd)

Fun Race 1) Giorgio Giorgi (Drops/Challenger Sails) 2) Matteo Iachino (JP/Gaastra) 3) Andrea Rosati (RRD/Neil Pryde) 4) Sebastiano Patuelli 5) Federico Crotti 6) Eddy Piana

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Ciao Steven, in questo momento ti trovi a Sylt per l’ultima tappa freestyle PWA di quest’anno e vi sto controllando con il video in streaming sul sito del PWA. Vedo che non c’è vento da diversi giorni, ti faccio qualche domanda così avrai qualche cosa da fare... Quando hai iniziato a fare windsurf e perchè? Ho cominciato a fare windsurf quando avevo 9 anni. Mia sorella ha imparato per prima ed anch’io ho subito voluto provare perchè mi sembrava davvero interessante, anche su un piccolo lago vicino a casa mia. Quando avevo 13 anni mi sono trasferito sulla costa ed ho cominciato a planare e me ne sono veramente innamorato. Dove vivi? In una piccola cittadina in Belgio, Lommal, lontano dalla costa e almeno a 2 ore di macchina da qualsiasi spot di windsurf. Quando hai iniziato a partecipare alle gare di freestyle? Quando avevo 18 anni ho cominciato a gareggiare in piccoli eventi locali in Belgio ed Olanda. Nel 2008 ho debuttato nel Tour Europeo EFPT e l’ho fatto tutto classificandomi al 4° posto. Stessa cosa per il PWA nel 2009. E quando si può dire che sei diventato un professionista? Sono diventato windsurfista professionista nel 2009. Ti ho conosciuto 2 anni fa durante la tappa del Tour Europeo EFPT in Sardegna. Ora sei Campione Europeo Freestyle 2009 e 2010. Raccantoci la tua esperianza sia nel tuor EFPT che in quello del PWA e le differenze? L’EFPT è stato il primo tour che ho fatto. Mi sono divertito un sacco ed ho imparato a far surf anche in gara, vedendo di poter ottenere risultati discreti, tanto da incoraggiarmi a continuare gli anni successivi. Il passo successivo è stato ovviamente passare dall’ EFPT al PWA. Le differenze principali tra EFPT e PWA sono sia il criterio di giudizio, che le location delle gare. Nell’EFPT si usa ancora l’overall impression mentre in PWA adesso c’è il format best move. La maggior parte degli spots delle gare PWA hanno vento forte, mentre nell’ EFPT c’è più diversità, ma in generale sono posti con vento più leggero. Nel PWA se sei tra i primi 5 puoi fare più soldi, mentre nell’EFPT spendi di più di quello che vinci. Hai un fisico da vero atleta. Ti alleni molto anche fuori dall’acqua? Hai fatto altri sport in passato? Grazie. Principalmente mi concentro sul windsurf, ma a volte vado anche a correre o a nuotare. Ti alleni anche in wave o sei solamente concentrato sul freestyle? Sono più concentrato sul freestyle ma mi diverto un sacco anche a fare un po’ di wave. Passerò un po’ più di tempo tra le onde in modo da migliorare così, se volessi, potrei anche partecipare al Tour wave senza fare proprio brutta figura. Puoi descriverci il tuo anno in giro per il mondo per riuscire ad allenarti e a fare tutte le gare del PWA e dell’EFPT? Ho cominciato l’anno nuovo a Cape Town, Sud Africa. Sono stato giù 6 settimane, poi sono tornato a casa per una settimana e poi sono andato 4 settimane a Bonaire. Un’altra settimana a casa e poi sono andato in Francia per la prima tappa (EFPT) poi a Podersdorf (PWA). Dopo Podersdorf sono andato un po’ a casa e poi in Sardegna (EFPT). Mi sono poi spostato a Lefkada (EFPT) prima di tornare a casa qualche giorno. Poi Lanzarote (PWA), Gran Canaria (allenamento), Fuerteventura (PWA), Egitto (allenamento). Dopo un mese e mezzo in Egitto sono tornato a casa una settimana e poi sono andato a Sylt (PWA). E una tua tipica giornata di windsurf? Una tipica giornata di windsurf per me sarebbe un’uscita a base di bodydrags, duck tacks, push tacks, loops, etc. Ma non riuscirei mai a fare una burner o una culo. A meno che... controllo le previsioni, mi sveglio presto, guido, guido, guido e guido, armo e poi sto in acqua finchè è buio e poi torno a casa o dormo in furgone sullo spot per surfare anche l’indomani.

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Steven in atterraggio da una Culo in piena potenza. Questa è una di quelle manovre che fa sempre in ogni sua heat perchè sicuro di non sbagliarla!

Hai uno stile potente ed esplosivo, soprattutto nelle nuove manovre come Kono, Culo e Burner... cosa ti piace di più nel freestyle? Adoro la sensazione che ho quando giro velocissimo o sento un sacco di potenza allo stacco sottovento alla vela. E qual è la tua manovra preferita? La mia manovra preferita à la Kabikuchi into Chankletta (Kabikuchi into Spock spinnata, senza risaltare). E quella più difficile che hai dovuto imparare? Il Backloop mi sta dando davvero un sacco di problemi. La manovra che vorresti fare? Ultimamente ho chiuso la mia nuova variazione di Burner, la “Burner senza mani”. Hai mai inventato una nuova manovra? Si, la Burner No Hand. Sei nel team international di F2, in quale modo ti aiutano i tuoi sponsor? Sono davvero orgoglioso di essere un rider F2. I miei sponsors mi supportano al meglio, permettendomi di allenarmi e rappresentarli nel miglior modo possibile. Qual è secondo te il miglior spot al mondo per il freestyle? Non penso ci sia un solo spot per eccellenza per il freestyle in tutto il mondo. Ci sono davvero un sacco di posti spettacolari in giro per il globo e sicuramente ce ne sono un sacco ancora da scoprire. E il miglior evento? Finora il mio risultato migliore è stato a Fuerteventura. L’action lì fa veramente spavento ed il livello di tutti i partecipanti è davvero altissimo, con salti e manovre new school. La tua perfetta session di freestyle? La mia migliore session in assoluto in freestyle è stata in un secret spot su una laguna in Egitto con acqua piattissima ed azzurra, con pochi amici ed il nulla introno. Condizioni perfette, vento forte e una scelta tra acqua piattissima o piccoli chop. È stata la session della mia vita. Puoi descriverci una tua heat? Ogni heat è diversa. Dipende dal vento, dall’acqua, e da chi ho contro. Di solito però 74

in ogni batteria faccio Burner, Culo, Kono, Shaka, Ponch e Shove-it Spock. Queste sono le manovre che non sbaglio praticamente mai e che chiudo in ogni batteria. Sei contento delle decisioni che hai preso fino ad ora o hai qualche rimpianto? Sono davvero contento della mia situazione attuale e non cambierei una virgola di quello che ho fatto per arrivarci. Cerco di rilassarmi, vedere come va e vivere un giorno alla volta. Per me funziona bene. Il tuo sogno nel cassetto? Il mio sogno è diventare campione del mondo.

BREAKING NEWS Appena terminata la gara di Sylt, Steven è ancora riuscito a risponderci a qualche domanda. Ci puoi raccontare qualche cosa dell’ultima gara della stagione? So che il vento era veramente leggero durante le vostre heat? Sono arrivato 3° nell’evento e 4° nel ranking 2010 con gli stessi punti di Kiri, terzo, e Taty, secondo. Il vento qui a Sylt era davvero leggero e rafficato, per questo motivo le heat duravano 12 minuti, così abbiamo avuto abbastanza tempo per prendere qualche raffica e fare 3 manovre per mura. Non è certamente il modo migliore di fare le gare ma io sono comunque molto felice di aver ottenuto un risultato, questo è quello che importa. Abbiamo anche fatto 2 session di tow-in, e sono state un grande successo con tanta gente a guardarci. Ho vinto la prima, ma nella seconda, di notte, sono caduto un po’ troppo. La tua stagione 2010, i principali successi e le maggiori difficoltà? Il 2010 è stato un grandioso anno per me, ma sarebbe potuto andare meglio perché ero così vicino al secondo posto, che avrebbe fatto una bella differenza. Il miglior momento per me è stato a Fuerteventura dove abbiamo fatto due Double, nel primo non sono andato tanto bene con un 5° posto, ma nel secondo Double sono andato due volte in finale contro Gollito arrivando 2° ed ero 3° in totale. L’evento più radicale della stagione. Il peggiore momento invece a Lanzarote dove ero così vicino a battere Tonky ma un giudice non ha visto una mia manovra e quindi non mi ha dato abbastanza punti e ho terminato la gara in 5° posizione, che comunque non era così male. Nel 2009 hai finito la stagione PWA in 5° posizione, nel 2010 sei arrivato 4° ma a pari punti con il 2° e 3°, cosa è cambiato rispetto all’anno precedente? Ti sei allenato di più o hai una maggiore esperienza in gara? Si, avrei potuto arrivare secondo… sicuramente ho avuto un anno migliore e sono cresciuto a livello competitivo, ho anche avuto la possibilità di viaggiare di più.


Con vento o senza, Steven decolla sempre! Quando fa il passaggio in Duck per manovre come questa Kono, Steven riesce ad acquisire talmente tanta potenza da decollare letteralmente dall’acqua, piÚ di qualunque altro suo avversario, con un mix perfetto di potenze e stile.

FAST INTERVIEW: Bionde o more: bionde Destra o sinistra: destra Europa o Hawaii: Europa Waveriding o salti: salti Musica disco o musica rock: musica rock Dunkerbeck o Naish: Naish, Dunkerbeck ha troppi caddy Podersdorf o Fuerte: Podersdorf Gollito o Kiri: Kiri Slalom o kite: slalom Macchina o furgone: furgone grosso Pepsi o Cola Cola: Coca Cola Red Bull o Gatorade: chiunque mi voglia sponsorizzare Competizione o surf con gli amici: surf con gli amici ovviamente Backloop o Pushloop: Pushloop Kono o Culo: Culo into Kono.

SCHEDA TECNICA Data di nascita: 27/09/85 Dove: Lommel (Belgio) Altezza: 187 Peso: 83 Sponsor: O'neill, ChocoFins, CoolShoe, Canon Boards Quiver: F2 Sails Quiver: Gaastra Professione: Profescional Windsurfer 75


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Camille Juban perde il controllo in un very high jump!

Thomas Traversa, sempre uno dei pi첫 radicali.

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Francisco Porcella vola sopra il tubo di Ravigne Blanche.

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Camille Juban guarda dritto in faccia il fotografo Gilles Calvet in un Aerial da manuale.

Julien Taboulet, sempre uno dei protagonisti in acqua grazie al suo stile radicale.

Non potremmo quindi chiedere di meglio per questa seconda edizione che ha offerto condizioni davvero spaziali per 8 giorni di fila. Lo spettacolo è stato davvero mozzafiato e indimenticabile, dal puro waveriding down the line con onde glassy tubanti ad Etang Salé, ai salti stratosferici e le onde potenti ed insidiose di Ravine Blanche. L’audience s’è goduta appieno lo spettacolo e non si poteva chiedere di meglio! Sebbene la conferma di questa seconda edizione della Reunion Wave Classic sia rimasta in dubbio fino all’ultimo, fortunatamente gli organizzatori sono riusciti a rendere tutto possibile, riuscendo a fare circolare del materiale mozzafiato di questo spot di livello mondiale, con campioni da tutto il mondo che si sono riuniti per una causa, sia sociale che ecologica, promuovendo al meglio lo sport e lo sviluppo della destinazione che li ha ospitati. Come direbbe Pierre Godet, co-organizzatore, eletto “Miglior rider locale” per la seconda volta quest’anno: “L’isola di Reunion è stata recentemente dichiarata patrimonio UNESCO. Ora può anche entrare a far parte del patrimonio dei migliori spots windsurfistici al mondo!”. Ci vediamo il prossimo anno per un’altra edizione mozzafiato della Reunion Wave Classic!

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Chi salirà di più? Julien Taboulet o Camille Juban...

STEVE PALIER Organizzatore della Wave Classic Invitational Grazie agli sponsor & partner: Région Réunion, Orange Réunion, Peugeot, Quatro, Association Bleu Océan, Nestlé, la Cilam, Oxbow, Reunion Windsurfshop.

RISULTATI FINALI: • • • • • • •

Team vincitore: Pierre Godet / Fabrice Beaux / Julien Taboulet - 39 punti Seconda posizione: Nicolas Zabala / Camille Juban / Jamie Hancok - 35.5 punti Terza posizione: Steven Pichot / Thomas Traversa / Zane Schweitzer - 28 punti Quarta posizione: Loïc Frappat / Francisco Porcella / Jean-Baptiste Caste - 20.5 punti Miglior rider (votato dagli altri rider): Thomas Traversa Miglior rider locale (votato dagli altri rider): Pierre Godet Miglior manovra (votato dall’organizzazione): Thomas Traversa, che ha chiuso una Grubby off the Lip! • Miglior crash (votato dal pubblico in spiaggia): Fabrice Beaux • Miglior rookie (votato dall’organizzazione): Zane Schweitzer, 16 anni!

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FRANCISCO PORCELLA CI RACCONTA LA SUA RWC 2010 Dopo essere tornato dalle isole Fiji mi preparo per un’altra grande e lontana avventura, l'evento che l'anno scorso ha avuto un grande successo e a cui quest'anno non potevo mancare, il mitico Reunion Wave Classic. All’ultimo momento prima della partenza da Maui decide di venire con me il nipote dell'inventore del windsurf, Zane Schweitzer, e ci imbarchiamo sull’aereo consapevoli che Reunion è praticamente il punto più lontano da raggiungere sulla faccia della terra, praticamente dall'altra parte del mondo. Il viaggio è estenuante e siamo arrivati a Reunion dopo tre giorni e 27 ore di volo con scalo a Parigi. Una volta giunti sull’isola siamo molto provati ma quando usciamo dall’aeroporto ci sembra di essere tornati a casa, con la montagna vulcanica tropicale molto simile al West side di Maui e con la stessa temperatura: calda e umida. Per questa edizione della RWC siamo 8 rider internazionali, con i 4 migliori local,

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per formare un gruppo di 12 rider suddivisi in 4 squadre. Come l’anno scorso abbiamo fatto l’Opening Ceremony al Longboard bar, il pub surfistico di fronte al mare nella cittadina di San Pier, dove sono state sorteggiate le squadre del RWC 2010. Il giorno dopo come da programma iniziamo subito il primo round a Ravigne Blanche con 2/3 metri d'onda e 25 nodi, a palla con la 4.2 e dritti per la bolla tubante di Ravigne, un’onda molto tecnica che colpisce violentemente il reef, e se non leggi bene, ti frantuma e ti spedisce sul reef pieno di ricci… e come da copione durante questo primo giorno ci sono state bellissime surfate e dei wipeout indimenticabili. Sfortunatamente per me, ma non per la mia attrezzatura come tanti altri, mi sono slogato la spalla nella mia prima heat dopo aver atterrato l'Aerial più grande della giornata sul un lip cattivo di 3 metri mentre stava chiudendo… e che dopo mi ha chiuso mentre cercavo di risalire l’onda per uscire fuori dalla zona d’impatto. Va bene ugualmente e arrivo secondo nella heat, solamente dietro a


Francisco Porcella con la sua tavola 99NoveNove Pro Model.

Julian Tabulet “Wesh” che ha surfato un’onda migliore della mia e mi sorpassa per poco. Il giorno seguente sono costretto a stare a riposo e purtroppo sarebbe stata la migliore session della competizione con un “logo to mast high” a Etan Sale', un’onda favolosa, lunga 300 metri full down the line con vento sideoff creata da Dio stesso per il puro windsurf wave riding! Con sezioni perfette per uno o due snepponi prima di volare come un treno down the line colpendo le sezioni create appositamente per l’Aerial dove puoi farne 3 sulla stessa onda seguiti da molteplici snepponi. Immaginatevi la tortura per me lì in spiaggia facendo il giudice e guardando tutti i miei amici che si stanno godendo la migliore session dell'anno e io col ghiaccio sulla spalla e probabilmente fuori dall'acqua per altri 4 o 5 giorni. Comunque è stato un giorno indimenticabile con grandi performance di Camille, Traversa, Pierre (il local più forte), Wesh e anche tutti gli altri, che hanno “spadacciato” alla grande su un’onda veramente World Class!!!

Il giorno dopo la perturbazione è ancora molto attiva e si decide di svolgere il terzo round di nuovo a Etan Sale', con 2/3 metri d'onda e 20 nodi sideoff. In spiaggia tutti i rider sono estasiati e pronti per il nuovo round; ci penso un po’ e anche se mi fa male la spalla non posso dire no! So che sarebbe stato un altro giorno storico e non potevo mancare, parte di me diceva: “Sono arrivato fino a qui da Maui per cavalcare queste onde perfette”. E l’altra parte di me diceva: “Non andare che ti fai più male alla spalla e poi sei fuori per mesi e non settimane”. Era difficile decidere ma alla fine scelgo di andare in acqua, mi fasciano la spalla e vado a fare la mia heat soffrendo un po’ e non essendo al 100% ma col sorriso e delle onde indimenticabili dove sono riuscito a fare degli Arial e dei Cutback nonostante non fossi al massimo delle mie potenzialità. Così riusciamo a terminare anche il terzo round nei primi tre giorni di competizione, tutti sono estremamente soddisfatti e abbiamo prodotto dell’ottimo materiale fotografico e video dell’evento.

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HOW TO DO Vai al traverso a tutta velocità, con buona potenza nella vela preferibilmente non sovrainvelati. Cerca un piccolo chop ripido leggermente sopravento e davanti a te, su cui poter staccare la parte iniziale e più spettacolare del trick, lo Shove it. La velocità in questa manovra è davvero un fattore discriminante, non si può mai andare troppo veloci! Sposta il tuo peso sui talloni per far orzare bruscamente la tavola nel vento, tirando contemporaneamente col braccio posteriore in modo da portare la bugna verso poppa. Spingi sulle gambe e sul braccio posteriore per far staccare la tavola dall’acqua, buttandoti con tutto il peso sulla vela, in modo che la spinta contraria ti sollevi letteralmente fuori dall’acqua.

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Gira testa e spalle sottovento e spingi con violenza sul braccio posteriore per innescare la rotazione in aria. Gira testa e spalle verso poppa, scalciandola sottovento con la gamba posteriore in modo da tweakkare la tavola il più possibile, rendendo il trick molto più radicale. Una volta che senti che la rotazione è iniziata, devi sbilanciarti bruscamente in avanti in modo da restare il più centrale possibile col peso, che nella fase precedente era molto più arretrato. Rannicchia la gamba posteriore, in modo che la prua tocchi per prima e faccia da perno. Prendi l’albero con la mano posteriore e tieni il peso il più centrale possibile, in modo che la tavola possa slashare liberamente e girare come per una normale Spock. Passa sulle nuove mure il più velocemente possibile, in

quanto la rotazione risulterà anche particolarmente veloce e difficile da controllare. Non ti resta che scaricare il peso nel boma e spingere le gambe verso poppa, in modo che la tavola slashi liberamente la seconda parte della combinazione. Una volta che la rotazione di 540 gradi sta per terminare, sposta il peso leggermente all’interno della curva, in modo che appena la bugna riprende potenza, non ti strappi sottovento. Che dire... Lo Shock lascia tutti in shock!!!

STEP BY STEP Foto 1: Questa foto è vitale per capire la dinamica dello stacco. Buttati con violenza sui talloni in modo da far orzare bruscamente la tavola sul chop, tirandoti la bugna verso la gamba posteriore ma restando col


peso centrale in modo da non perdere velocità. Fletti le gambe e preparati ad esplodere verso l’alto. Foto 2-4: Butta il peso sulla vela e spingi con violenza sul braccio posteriore in modo che ti faccia staccare bruscamente per la spinta controvento. Scalcia la poppa sottovento alzando le gambe e tenendo testa e spalle sbilanciate verso prua. Molla la mano posteriore e vai a prendere l’albero, continuando però a scalciare la tavola sottovento in modo da completare i 180° della fase aerea dello Shove it. Foto 5-6: È fondamentale riuscire a star centrali alla rotazione, specialmente quando le gambe sono così lontane dal baricentro. Bisogna quindi equilibrare il

tutto, sbilanciando il torso molto verso prua, in modo che poi la tavola possa girare la seconda parte della combinazione senza intoppi.

questa però è praticamente fantascienza... In ogni caso qualcuno sarà rimasto Shock–ato!

Foto 7-10: Se sei riuscito ad imprimere la giusta inerzia al momento dello stacco in Shove it, non ti resta che restare col peso sbilanciato verso prua e le gambe stese sottovento. Gira testa e spalle nel senso di rotazione, verso poppa, e non spingere assolutamente sulla bugna o fermerai la parte conclusiva della rotazione della Spock. Puoi chiudere il trick come una normale Spock a 360° oppure farlo 540... se puoi vuoi esagerare puoi anche fare il passaggio in Diablo o perfino saltare nuovamente per chiudere uno Shove it into Double Spock...

Per questa manovra è importante trovare le condizioni di acqua giuste, possibilmente con vento non troppo forte. Se c’è l’acqua choppata è difficile riuscire a far girare la tavola senza intoppi e risulta difficile gestire il materiale con una mano sola. Non staccare troppo di bolina altrimenti non avrai abbastanza potenza nella vela e velocità per andare alto nello Shove it e ruotare correttamente la Spock. È molto frustrante all’inizio, ma ti assicuro che la sensazione che hai appena la chiudi ne vale ampiamente la pena.

DRITTE ED ERRORI

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HOW TO DO Vai al traverso a tutta velocità, con buona potenza nella vela ma preferibilmente non sovrainvelati. Per eseguire correttamente una Kono è fondamentale saper far il passaggio della Duck Tack ad occhio chiusi, in modo da potersi trovare sottovento alla vela con i piedi nelle straps ancora in posizione normale. Lasca leggermente fino ad arrivare a circa 45° tra traverso e lasco e sbilanciati leggermente in avanti, in modo che la tavola mantenga una buona velocità. Cazza la vela col braccio posteriore, spingendo l’albero in avanti e leggermente sopravento con quello anteriore, in modo che l’albero si abbassi leggermente verso l’acqua. Molla la mano anteriore e, facendola passare sopra a quella posteriore, vai a prendere la fine del terminale del boma in modo da aver controllo maggior sulla vela al momento del passaggio. Continua a spingere la vela in avanti col braccio

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posteriore, per poi lasciarlo andare e tirare il rig verso poppa e sottovento con la mano anteriore che era andata a prendere la bugna. Così facendo, la vela non scenderà troppo e galleggerà magicamente sopravento a voi per qualche secondo, prima di tornarvi in mano (o in faccia o nell’acqua sopravento, a seconda di come l’avete lanciata… cosa che succede spesso e volentieri). Una volta che vedi che la vela sta tornando su, afferrala con entrambe le mani in modo da non perdere troppo potenza in andatura controvento, altrimenti farai più fatica a staccare e completare correttamente la parte aerea della rotazione. Sposta il peso bruscamente sui talloni in modo che la tavola orzi per andare a staccare su un chop, facendo anche prendere più potenza alla vela. Lo stacco avviene combinando la spinta del braccio posteriore sulla bugna e la gamba posteriore verso l’alto. Rannicchia la gamba posteriore girando testa e spalle verso bugna. Tieni

il fisico vicino al boma in modo da restare nel baricentro della rotazione e completare la fase aerea più velocemente e senza intoppi. Durante la fase discendente, tira col braccio posteriore cominciando nuovamente a stendere le gambe per anticipare l’impatto all’atterraggio. Cerca di scaricare il peso sul piede d’albero, appendendoti nel boma e non atterrando con tutto il peso sulle ginocchia, che a volte può essere davvero notevole. Riparti bugna in avanti oppure gira la vela come una normale Spock. Stranamente, la parte più critica della manovra è proprio il passaggio sottovento alla vela. È fondamentale infatti che la vela sia piena allo stacco, tutto il resto verrà quasi automaticamente. Dopo migliaia di passaggi errati, finalmente sono riuscito a capire il trucco, potendole chiudere su entrambe le mure, a volte anche in piena planata, come in questo caso. Che dire… con tutti questi Koni… potrai aprire una gelateria!


STEP BY STEP Foto 1-2: Vai leggermente al lasco spostando il peso sulle punte, ed inizia a spingere l’albero verso prua e sopravento come per una Duck Tack, restando però con i piedi normali e nelle straps. Sbilanciati in avanti e cerca di far tutto velocemente. Molla la mano anteriore e vai a prendere la bugna, continuando a spingere in avanti con quella posteriore. Foto 3-4: Questa fase è davvero critica ed è fondamentale mantenere una buona velocità. Tira la bugna dietro alla tua testa verso poppa e sottovento, in modo da poter riafferrare il boma sottovento alla vela con entrambe le mani. Resta centrale col peso ed abbassati leggermente per prepararti allo stacco, controllando la potenza della vela mantenendo le mani abbastanza larghe. Foto 5: Questa foto è vitale per lo stacco. Spingi con

violenza sul braccio posteriore e spingi la gamba anteriore verso l’alto in modo che la tavola decolli con la prua nel vento. Gira lo sguardo sopravento per innescare la rotazione. Foto 6-7: Se sei riuscito a far il passaggio correttamente ed hai ancora velocità, la potenza nella vela ti aiuterà sia nello stacco che nella rotazione della fase aerea, a questo punto sarai in aria sottosopra ed in piena rotazione. Gira la testa verso bugna, rannicchiando la gamba posteriore sotto il sedere in modo da accelerare la rotazione. Tieni le braccia piegate in modo da restare nel baricentro della rotazione e girare più in fretta. Foto 8-9: Se hai fatto tutto correttamente, avrai ancora abbastanza velocità ed inerzia per continuare la rotazione aerea anche nella fase discendente, per completare la seconda parte della manovra senza

intoppi. Comincia a distendere nuovamente le gambe per anticipare ed attituire l’atterraggio. Foto 10 -11: La manovra è praticamente finita. Non ti resta che stendere leggermente le gambe per anticipare l’atterraggio, restando leggermente a poppa in modo da ammortizzare l’impatto. Resta centrale col peso e riparti bugna in avanti potendo chiudere il trick in 540 o rigirando la vela come una normale Spock.

DRITTE ED ERRORI Per questa manovra è importante trovare le condizioni di acqua giuste, possibilmente con vento non troppo forte. Se c’è l’acqua choppata è difficile riuscire a far girare la tavola senza intoppi e risulta difficile gestire il materiale con una mano sola. Non staccate troppo al lasco altrimenti non avrete abbastanza potenza nella vela per saltare abbastanza alto.

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Gianmario Pischedda, super local di Cala Pischina e Campione Italiano Wave. © Emanuele Cauli

L’arena di Cala Pischina. © Francesca La Croce

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Fede La Croce con la sua nuova 99NoveNove Pro Model entra con decisione in una sezione critica. © Francesca La Croce

Fabio Calò in Forward... prendendo la giusta rincorsa da sopravento si possono fare dei buoni salti anche a Cala Pischina. © Francesca La Croce

DOMENICA 19 SETTEMBRE Un dubbio assilla i miei pensieri durante la notte di sabato quando le prime raffiche di vento iniziano a farsi sentire in quel di San Teodoro. Vado a Cala Pischina a fare wave o rimango per l’esibizione di freestyle dell’E… Vento? Il mio dovere sarebbe stato di rimanere a San Teodoro… ma alla fine al cuore non sono riuscito a resistere. Così domenica mattina di buon ora mi sono svegliato e ho diretto il furgone verso il famoso spot wave della costa Nord della Sardegna, in modo tale da avere il tempo per fare la mia bella uscita tra le onde e ritornare nel pomeriggio alla manifestazione per adempiere ai miei doveri. Radunato il mio team composto da Tommy Carletto, giovanissimo freestyler gardesano alla sua prima volta a Cala Pischina, Federico La Croce che a tutti i costi doveva provare le sue nuove tavole 99NoveNove LaCroix Pro Model, e le nostre amiche/fotografe Francesca e Emanuela, alle 9:00 partiamo dal nostro albergo; il Mr. LaCroix in Goyter sull’onda!!! © Emanuela Cauli

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navigatore segna 1,30 h all’arrivo, perfetto saremo sullo spot in 1 ora e 15 minuti… L’emozione è forte e più ci avviciniamo alla destinazione più le piante si muovono e le nuvole corrono veloci. Perfetto, il vento è assicurato, speriamo ora nelle onde! Dopo aver preso la scorciatoia per Rena Majore ci immettiamo sulla litoranea e dopo qualche chilometro ecco comparire la famigerata baia di Cala Pischina. Si le onde ci sono! Arrivo per primo e dopo poco mi raggiungono Federico e Gianmario, poi arrivano anche Andrea Mariotti e Fabio Beozzi. Purtroppo il vento dopo essere partito con una bella direzione side, si mette un po’ da mare e così rimane per l’intera giornata. Nonostante questo ci si diverte alla grande, poca gente in acqua, essendo ancora mattina, buone onde da surfare e anche qualcuna da saltare. Ovviamente Cala Pischina non è uno spot facile e alla portata di tutti. Gli scogli sono ovunque e se sbagli è molto probabile finirci sopra. Per divertirti veramente


Jack, altro local, sdraia la vela e guarda dritto in faccia il bombolone. © Marco Piro

devi surfare le onde sopravento e si rischia sempre un po’. Si surfa letteralmente attaccati alle rocce, e soprattutto nelle giornate di bassa marea e di onda piccola molte volte durante il Bottom si vedono le bolle d’acqua che segnalano le rocce affioranti! Ciononostante è uno spot unico, con una buona qualità dell’onda e un paesaggio suggestivo. Se avete buone capacità wave dovete provare ad uscirci, al massimo potete rischiare meno surfando sulla spalla dell’onda vicino al canale di uscita! Verso le 14:00 termino la mia session, mentre Federico finisce un’altra volta sugli scogli con la sua tavoletta nuova… dopo un’entrata in una sezione davvero critica, bravo Fede! Alle 15:30 sono di nuovo a San Teodoro e esco ancora per una mezz’oretta con il freestyle… prima di dare una mano a smontare i vari stand. Ancora una volta Cala Pischina mi ha regalato delle forti emozioni, ci credo, con tutte quelle rocce che ti aspettano hai sempre il cuore in gola in ogni surfata!

Pischedda vola in Back Loop. © Emanuela Cauli

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Marco Lopa attacca un lip bello verticale. © Marco Piro

Fede La Croce: premiato e poi punito Ho sempre snobbato la costa Nord della Sardegna convinto che la condizione non meritasse le mie attenzioni: "Io esco solo sulla West Coast della Sardegna" dicevo… che presuntuoso! Quest'estate, per una serie di coincidenze (complici le volontà delle mie bellissime donne) mi sono ritrovato a passare giugno (tranquilli, solo i weekend!) ed agosto nel nord della Sardegna, a Canniggione, lontano dalle mie amate onde di Funtana Meiga e Capo Mannu, e così mi sono dovuto "accontentare" di Cala Pischina. Tralasciando la brevissima uscita durante la tappa del campionato italiano wave l'anno scorso a novembre, durata quattro bordi in condizioni al limite del proponibile e finita a rocce, questa è stata la prima vera occasione per provare lo spot e definitivamente abbandonare i miei preconcetti. Nelle cinque uscite tra giugno e settembre ho avuto modo di scoprire ed apprezzare una condizione, che seppur non perfetta, è stata in grado di regalarmi forti emozioni (nella stessa uscita ho chiuso il mio primo Goyter e Wave 360 Forze della natura e un paesaggio mozzafiato si fondono in questo suggestivo spot, Gianmario Pischedda in Bottom. © Marco Piro

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perfettamente nell'onda) ed in cambio ha solo voluto che sacrificassi la mia attrezzatura, del resto una punizione me la meritavo! Gianmario Pischedda: parole del local La prima cosa da sapere è che i kite non sono ammessi! Detto questo, vi do qualche dritta sullo spot. Cala Pischina è uno spot assolutamente wave per esperti che lavora con Ponente e Libeccio, la direzione del vento è side mure a sinistra con onde che vanno dal metro e mezzo a massimo tre e mezzo, oltre diventa impraticabile e anche molto rischioso. Arrivati sul parcheggio che domina lo spot si ha una vista incredibile, con onde che frangono sulla sinistra, canale al centro e altre onde sulla punta di destra (conosciuta come Bomba Point), in particolar modo queste ultime sono assolutamente da evitare, specie se grosso, in quanto, oltre ad essere molto potenti sono completamente on shore e imprevedibili: spesso frangono lontano dal point cogliendoti di sorpresa. Per quanto riguarda l'entrata in acqua si può entrare

dalla spiaggia sopravento, facendo attenzione ad uno scoglio che si trova ad una trentina di metri da riva, o direttamente dalle rocce stando attenti ai vari scogli semi affioranti e alla colonia di ricci che li popolano. Pericoli: in caso di rottura o perdita dell'attrezzatura da windsurf si deve fare parecchia attenzione ad una corrente molto forte che dalla spiaggia di destra porta in fuori e costeggia le onde di Bomba Point. L'unico modo per uscirne è quella di non farsi prendere dal panico, di non nuotare contro corrente perchè tanto è una battaglia persa ma bensì cercare di nuotare parallelamente alla costa e raggiungere le onde per farsi trasportare a riva. Può capitare di surfare a Bomba Point mure a dritta con scaduta di Maestrale e vento da Grecale... una libidine, ma questa è un'altra storia...

SPOTGUIDE CALA PISCHINA LO SPOT: Cala Pischina funziona con i venti da ovest, ovest/sud-ovest. È il miglior spot wave della costa nord della Sardegna. Il vento ha una direzione side-shore


Federico LaCroce durante una session estiva. © Emanuela Cauli

mure a sinistra, si surfa sulla sinistra della baia, dove le onde rompono su un fondale roccioso. Con il Maestrale le condizioni peggiorano e il vento diventa side, onshore, mentre con il Libeccio il vento ruota a side-off ma è molto rafficato sotto riva. Fate attenzione al fondale, ci sono rocce dappertutto ed in caso di frullata fatevi trascinare dalla corrente nel canale d'uscita. COME ARRIVARCI: sbarcati ad Olbia dirigetevi verso Palau, poi per S.Teresa di Gallura. Una volta arrivati fino a qui, dopo circa 45 minuti in macchina, seguite le indicazioni per Castel Sardo e dopo circa 10 km, quando la strada costeggia una spiaggia in corrispondenza del cartello Rio Pischina, siete arrivati. Si parcheggia sulla destra, su un piccolo piazzale. D’estate è possibile trovare anche un chiosco ambulante proprio nel parcheggio per sfamarsi e bere una Icnusa al tramonto dopo la surfata. DOPO IL SURF: per un’ottima cena andate senza dubbio all’agriturismo "Li Espi" a Porto Pollo. La cucina è tipicamente sarda con un’ottima selezione e abbinamento di vini locali. Per info: tel 0789.705032, email info@liespi.it. Potete anche andare a Palau dove troverete dalla pizzeria al ristorante di pesce. Vi consiglio di parcheggiare al porto e farvi una passeggiata, è tutto nel raggio di 5 minuti a piedi e avrete l’imbarazzo della scelta per la cena. Per il dopo cena ci sono un paio di pub carini sempre nella piazza del porto. Il Grillo è quello con più movimento e ha anche la connessione Wi-Fi. In stagione non perdetevi l’aperitivo allo Sporting Club Sardinia di Porto Pollo, con musica, ottimo cibo, belle ragazze e un’atmosfera unica. D’estate il bar rimane anche aperto di sera e la scuola si trasforma in una vera e propria discoteca, assolutamente da provare! SCUOLA DI SURF: se il vento cala, approfittatene per fare un giro in Freestyle o Slalom a Porto Pollo allo Sporting Club Sardinia. Per info: tel 0789.704016; e-mail info@portopollo.it; website www.portopollo.it. Oppure

la scuola a Murta Maria, ideale con i venti da sud e lo Scirocco. Per info: Windsurf Center Marina Maria, antoinegarrucciu@tiscali.it; www.marinamaria.it NEGOZI: direttamente a Porto Pollo, in località Barabisa, c’è il negozio 60knots di Fabio Beozzi. Per info tel: 0789.704112; sixtyknots60@yahoo.it. Di recente è stato aperto anche un altro punto vendita a Palau. DOVE DORMIRE: a Porto Pollo se volete la tranquillità e la comodità andate all’Hotel Le Dune, con vista panoramica mozzafiato. Per info: tel 0789-704013; www.hotelledune.it; info@hotelledune.it. Se invece preferite stare in appartamento contattate Paesana Vacanze a San Pasquale, il piccolo paese caratteristico nelle vicinanze della Coluccia. Se prendete uno degli appartamenti vista mare non ve ne pentirete. Immobiliare Paesana Vacanze: Via Toselli 07020 San Pasquale (OT) – Sardegna; Tel./Fax: +39.0789.752594; Mobile: +39.339.6785122; www.paesanavacanze.it info@paesanavacanze.it La scogliera che sovrasta lo spot, ideale per gli spettatori. © Francesca La Croce

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