DM oggetti Design Magazine

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Agosto Settembre Ottobre 2011 Numero 03 | € 3,00

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Il nuovo Vitra Campus Vitra Design Museum Weil am Rhein Le fabbriche dei sogni Triennale Design Museum Milano Venini al Museo Bagatti Valsecchi di Milano The Corning Museum of Glass Notte al Museo Milano. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci 15 0ggetti per 150 anni Milano. Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci Esperienza Italia 150 a Torino Officine Grandi Riparazioni Torino Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale Il Futuro nelle mani. Artieri domani Stazione futuro. Qui si rifà l’Italia Richard Ginori 1735 Arte e design Unicità d’Italia Palazzo delle Esposizioni Roma Collezione Storica Compasso d’Oro ADI New Design from Israel PromiseDesign Cene Regali a Venaria Reale

Sommario

Agosto Settembre Ottobre 2011 N. 03

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MUSEI & MOSTRE 92

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Unicità d’Italia MACRO Roma Museo MACRO Testaccio La Pelanda Mostra XXII Compasso d’Oro ADI 2008/2011 MIC 57° Premio Faenza 2011

DESIGN < DESIGNERS 104 112 114 116 120

Wonderful Marcel Wanders Karl Lagerfeld per Orrefors Michele De Lucchi Le Coppe della Filosofia David Trubridge Seed System Il “rosso” Moretti Le nuove collezioni di Giovanni Moretti

TOP BRAND 129 132 136

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Sommario

Agosto Settembre Ottobre 2011 N. 03

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Trimestrale 03 Agosto Settembre Ottobre 2011 REDAZIONE

EDITORE

Direttore Responsabile Stefania Bosco di Camastra s.bosco@johnsons.it

Johnsons International News Italia Spa Via Valparaiso, 4 20144 Milano Tel 02 4398 2263 Fax 02 4391 6430

Caporedattore Patrizia Tabone p.tabone@johnsons.it

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Vice Presidente Tiziano Magni Produzione Gionata Caimi Distributore in Edicola Esclusivo per l’Italia Press - Di Distribuzione Stampa e Multimedia srl 20090 Segrate (MI) Distributore Esclusivo per l’Estero Johnsons International News Italia Spa Via Valparaiso, 4 20144 Milano Stampa Grafica Editoriale Printing Srl Bologna Servizio Abbonamenti Johnsons International News Italia Spa Via Valparaiso, 4 20144 Milano Logo Testata Glocal Design, Biella

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 662 del 21/12/2010. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P.-D.L. 353/2003(conv. 27/02/2004 L .n.46) art. 1, comma 1, LO/MI.

Vaso “Solitaire” di Fürstenberg Distributore in Italia Corrado Corradi spa Milano www.fuerstenberg-porzellan.com www.corrado-corradi.it

Ai sensi degli Art.7 e 10 del decreto Legislativo 196/2003 Vi informiamo che i Vostri dati personali sono trattati da Johnsons International News Italia S.p.A., Via Valparaiso 4, 20144 Milano, Titolare del trattamento, e che le finalità del trattamento dei Vostri dati sono l’invio del presente periodico e/o di eventuali proposte di abbonamento, e/o l’elaborazione a fini statistici e/o la trasmissione di iniziative editoriali e/o commerciali di Johnsons International News Italia S.p.A. I Vostri dati saranno trattati con le finalità sopra esposte dalle seguenti categorie di incaricati: addetti all’Ufficio Abbonamenti e Diffusione, addetti al confezionamento e alla spedizione, addetti alle attività di Marketing, addetti alle attività di redazione. Vi ricordiamo che in ogni momento avete diritto di ottenere l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione e la cancellazione dei Vostri dati inviando una richiesta scritta a Johnsons International News Italia S.p.A. - Responsabile Trattamento Dati -, Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Tutti i diritti di riproduzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta da parte di Johnsons International News Italia S.p.A., Via Valparaiso 4, 20144 Milano. Iva assolta dall’editore Art. 74 Dpr 633/72 e successive modifiche I comma lettera C. Esente da bollo Art. 6 II comma Dpr 642/72.

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uali gli esempi di successo cui far riferimento in questa lunga stagione di cambiamenti in continuo divenire? Uno fra i pochi è senz’altro il passaggio del Museo da “bene culturale, pubblico ed educativo” anche a “bene economico” attuato a cominciare dall’inizio degli anni Ottanta (leggi apertura del rivoluzionario museo-laboratorio Centre Pompidou nel 1977 a Parigi, e a seguire il Grand Louvre, il d’Orsay fino ai percorsi tematici della Tate Modern di Londra nel 2001, e solo per citarne alcuni). Approdati in Italia, questi modelli internazionali hanno trasformato i nostri storici Musei in spazi eccezionali, progettati da architetti di fama mondiale, in continuo mutamento, con orari prolungati, aperture serali, allestimenti sorprendenti, caffè e ristoranti di tendenza, bookshop. Per vivere il Museo come luogo di incontro e “deposito di emozioni”, come cita Alessandra Mottola Molfino nell’ “Etica dei musei”, in grado di trascinare il cambiamento della società. Un luogo aperto alle sperimentazioni dei giovani e a tutte le arti, laboratorio della creatività sociale e popolare. Musei e mostre amati dai media, che mettono in calendario le più importanti esposizioni dedicate all’arte e al design contemporaneo. Delle numerose iniziative per le celebrazioni dei 150 dell’Unità d’Italia, abbiamo scelto le mostre in cui gli oggetti sono protagonisti, evocando la nostra storia unitaria come la spettacolare “Esperienza Italia 150” a Torino, o rappresentando le nostre migliori capacità come la suggestiva “Unicità d’Italia”, che l’ ADI ha scelto di mettere in mostra a Roma, al Palazzo delle Esposizioni con la Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro e al MACRO La Pelanda con i candidati e i vincitori del premio 2011. Oggetti che fanno cultura, trasmettono emozioni, secondo una filosofia che anche il retail innovativo sta progressivamente adottando, per creare un’interazione tra clienti e prodotto, coniugando design e tecnologia, cultura ed efficienza. E offrendo non più solo merce, ma esperienza, atmosfera, incontro.

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VITRA CAMPUS In questa pagina: in alto e a fianco, la “Vitra Haus” di Herzog & de Meuron, lo showroom di Vitra inaugurato nel 2010. La “Vitra Haus” fonde due temi ricorrenti dell’opera di Herzog & de Meuron, la ‘casa ideale’ e la sovrapposizione dei volumi. In basso, da sinistra, Rolf Fehlbaum, alla guida di Vitra dal 1977 e mecenate di architettura contemporanea, lo spazio espositivo “Fire Station” del 1993, il primo progetto di Zaha Hadid, e pianta del Vitra Campus con tutte le opere finora realizzate, compreso l’edificio circolare progettato da SANAA, destinato a “Vitrashop” e la cui inaugurazione è prevista nel 2012.

Il nuovo Vitra Campus NUOVI EDIFICI E SPAZI ESPOSITIVI PER IL VITRA CAMPUS A WEIL AM RHEIN, SEDE DELL’AZIENDA DAL 1954 E TRASFORMATO DA ROLF FEHLBAUM IN CENTRO INTERNAZIONALE DI DESIGN E ARCHITETTURE CONTEMPORANEE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO VITRA DESIGN MUSEUM 30


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI

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atalità e lungimiranza. Il Vitra Campus di Weil em Rhein è frutto di a tutti per attività culturali, mentre prosegue il percorso coraggioso e entrambe: di un incendio, che nel 1981 devastò gran parte dell’area lungimirante del patron di Vitra nell’architettura contemporanea, con industriale Vitra, e dello spirito innovativo di Rolf Fehlbaum, alla gli edifici commissionati a Tadao Ando (“Conference Pavillon”, 1993), guida dell’azienda dal 1977. Per ricostruire gli edifici destinati Zaha Hadid (“Fire Station”, 1993), Alvaro Siza (edificio produttivo, alla produzione, Fehlbaum decise di coinvolgere i più grandi architetti 1994), Richard Buckminster Fuller (“Dome”, 2000), ancora Frank Gehry contemporanei, iniziando con Nicholas Grimshaw tra il 1981 e il 1986. Una (“Vitra Atelier”, 2003), Jean Prouvé (“Petrol Station”, 2003), Jasper monumentale scultura di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen, intitolata Morrison (“Bus Stop”, 2006), Herzog & de Meuron (“Vitra Haus”, 2010), “Balancing Tools”, dono di Rolf al padre Willi nel 1984, fu l’occasione per Kazuko Sejima e Ryue Nishizawa di SANAA (“Vitrashop”, previsto per l’incontro, determinante, tra Fehlbaum e Frank Gehry, uno dei maggiori il 2012). Da giugno 2011 il “Vitra Atelier” di Frank Gehry è diventato architetti decostruttivisti. A Gehry furono affidati due nuovi progetti, la “Vitra Design Museum Gallery”, inaugurata con la mostra itinerante un edificio produttivo (il primo in Europa per l’architetto californiano), “Ettore Sottsass - Enamels”, già ospitata alla Kunsthal di Rotterdam e costruito tra i due progettati da Grimshaw, e il Vitra Design Museum, compendio della mostra principale del Museo, “Zoom. Il design italiano inaugurato nel 1989 e destinato inizialmente alla collezione di mobili e la fotografia di Aldo e Marirosa Ballo”, in cui Sottsass è presente con contemporanei di Rolf Fehlbaum. Con il Vitra Design Museum, divenuto una ricca esposizione di mobili e altri oggetti. A settembre approderà negli anni uno dei musei più importanti al mondo per la ricerca e la al Vitra Design Museum un’importante mostra dedicata a Rudolf Steiner, divulgazione del design e dell’architettura, si completa la trasformazione il fondatore dell’Antroposofia, nel 150° anniversario della nascita. del Vitra Campus da pura vocazione industriale a luogo di incontro aperto www.vitra.com www.design-museum.de

Dopo la “Vitra Haus” di Herzog & de Meuron, la “Vitra Design Museum Gallery” di Frank Gehry arricchisce gli spazi espositivi al Vitra Campus, in attesa del “Vitrashop” a firma SANAA, previsto per il 2012 VITRA CAMPUS In questa pagina: qui a fianco, una veduta aerea del Vitra Campus e un settore della mostra “Ettore Sottsass Enamels”, che ha inaugurato il nuovo spazio espositivo “Vitra Design Museum Gallery”. Sotto, l’edificio del “Vitra Design Museum” progettato da Frank Gehry e inaugurato nel 1989.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

Le fabbriche dei sogni LA LINEA EDITORIALE MUTANTE DEL TRIENNALE DESIGN MUSEUM SCEGLIE QUEST’ANNO UN ALLESTIMENTO DEDICATO AGLI UOMINI, ALLE IDEE, ALLE IMPRESE E AI PARADOSSI DELLE FABBRICHE DEL DESIGN ITALIANO. CON LA CURATELA DI ALBERTO ALESSI E LE SCENOGRAFIE DI MARTÍ GUIXÉ TESTO ROSELLA CRIPPA FOTO FABRIZIO MARCHESI ARCHIVIO TRIENNALE DESIGN MUSEUM 36


LE FABBRICHE DEI SOGNI In queste pagine: l’ingresso della mostra, con il “Pratone” del Gruppo Strum per Gufram (1971) e una testa di Arcimboldo composta da alcuni noti pezzi di design, tra cui si riconoscono il divano “Bocca” dello Studio 65 per Gufram (1971), le poltrone “Rose Chair” di Masanori Umeda per Edra (1990), il divano “250 MET” di Piero Lissoni per Cassina (1996), le lampade “Falkland” di Bruno Munari per Danese (1964), le sedute “Corallo” dei Fratelli Campana per Edra (2004) e la lampada “Taraxacum 88” di Achille Castiglioni per Flos (1988). Nei riquadri, Silvana Annicchiarico, direttrice del Triennale Design Museum di Milano, Alberto Alessi, imprenditore e curatore della mostra, e Martí Guixé, designer e ideatore dell’allestimento. La mostra è aperta fino al 26 febbraio 2012.

Silvana Annicchiarico

Alberto Alessi

Martí Guixé 37


OGGETTI OGGETTI DESIGN DESIGN MAGAZINE MAGAZINE OCCHIELLO TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

LE FABBRICHE DEI SOGNI In questa pagina: in alto, divano “La cova” di Gianni Ruffi per Poltronova (1973). In basso, da sinistra, divano “Le bambole” di Mario Bellini per B&B Italia (1972), “Sedia per la Sala a chiocciola all’Esposizione di Torino” di Carlo Bugatti (1902), “Cabina dell’Elba” di Aldo Rossi per Molteni & C. (1980), fioriera “Hanahana” di Kazuyo Sejima per Driade (2006) e la seduta “Rose Chair” di Masanori Umeda per Edra (1990).

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LE FABBRICHE DEI SOGNI In questa pagina: lampada “Atollo” di V. Magistretti per OLuce (1977), lampadario “Chandelier” di D. Chipperfield per Fontana Arte (2004), lampade “Falkland” di B. Munari per Danese (1964) e il cane “Puppy” di E. Aarnio per Magis (2005).

Grazie al potere evocativo di oggetti-icona del design italiano, Alberto Alessi ha realizzato una appassionante narrazione dell’incontro di progettisti eccellenti con industriali e artigiani coraggiosi ipensato ogni anno da un personaggio illustre, il Triennale Design Museum di Milano cambia pelle per la quarta volta e dopo “Le Sette Ossessioni del design italiano”, “Serie Fuori Serie” e “Quali cose siamo”, presenta “Le fabbriche dei sogni”, allestimento dedicato alla storia dell’industria italiana e soprattutto al ruolo degli imprenditori, con la curatela di Alberto Alessi. L’innovativa formula, ideata dalla direttrice del museo, l’architetto Silvana Annicchiarico, e sostenuta dal comitato scientifico della Triennale, sarà presto adottata da altri musei del design nel mondo, ma l’istituzione milanese rimane l’unica che di volta in volta cambia non solo gli oggetti, ma anche il contenuto scientifico e l’allestimento. Un racconto per immagini dell’evoluzione del progetto italiano. In occasione del cinquantenario del Salone del Mobile, la scelta di celebrare gli uomini, quelle figure di imprenditori colti e fini intellettuali che, “ispirandosi al modello dell’homo faber e assumendosi il rischio dell’impresa, hanno reso possibile e concreta l’affermazione del design italiano”, spiega la direttrice. Partecipando attivamente al processo creativo come “capitani coraggiosi”, gli imprenditori hanno di fatto contribuito a generare nuove ipotesi progettuali, sempre in bilico fra sicurezza e rischio, successo e fallimento. Con la missione di realizzare oggetti d’uso quotidiano capaci però di soddisfare desideri e sogni, e da tempo

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impegnato in una personale riflessione sul valore etico del design e sul ruolo della produzione industriale nella società dei consumi, Alberto Alessi, da industriale illuminato quale si è dimostrato, ha accettato con entusiasmo l’incarico della mostra, mettendo a frutto le chiacchierate intellettuali con i vecchi maestri e l’esperienza sul campo da imprenditore. Prima di lui Italo Rota (allestimento Peter Greenaway), Andrea Branzi (allestimento Antonio Citterio) e Alessandro Mendini (allestimento Pierre Charpin), il cui lavoro è stato giudicato dal New York Times “la migliore mostra di design del 2010”. Affollato e variopinto, il nuovo allestimento della Triennale conta oltre 200 pezzi, fra icone e sperimentazioni che dal boom economico a oggi hanno rivoluzionato il panorama dell’arredamento italiano: la macchina da scrivere “Lettera 22” di Marcello Nizzoli per Olivetti, la lampada “Arco” di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos, la poltrona “Sacco” di Piero Gatti e Cesare Paolini per Zanotta, il “tavolo con ruote” di Gae Aulenti per Fontana Arte, la seduta “Costes” di Philippe Starck per Driade, la lampada “Tolomeo” di Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina per Artemide, la libreria “Bookworm” di Ron Arad per Kartell. Articolata in capitoli che si succedono lungo la planimetria del museo (vedi elenco a pagina 41), la storia del design tratteggiata da Alberto Alessi illustra le relazioni tra gli oggetti e l’industria da un lato, il pubblico e la società dall’altro.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

Nell’allestimento di Guixé, silhouette, sagome umane e fumetti argomentano sulla qualità artistica e poetica del design, sul ruolo affettivo degli oggetti, sul valore della ricerca sperimentale In una dimensione teatrale che ricorda le ambientazioni delicate e surreali delle opere di Carrol e Saint-Exupéry, l’allestimento proposto da Martí Guixé ruota tutto attorno a un progetto grafico dai molteplici livelli semantici: silhouette, sagome umane, fumetti, appunti scritti a mano argomentano sulla qualità artistica e poetica del design, sul ruolo affettivo degli oggetti, sul valore della ricerca sperimentale. Provocatorio autore di nuove modalità di vedere e pensare che scavalcano le tradizionali interpretazioni della “funzione” e richiedono una partecipazione attiva del pubblico, Guixé mette in scena il mondo fantastico di “Alice nel Paese delle Meraviglie” e del “Piccolo Principe”. In una sorta di conversazione diretta con i visitatori, gli oggetti costruiscono un racconto visuale fatto di metafore, codici estetici, istanze progettuali, sfide tecniche, cambiamenti sociali. Mostro totemico fatto stavolta di mobili e non di verdure, un’enorme testa di “Arcimboldo” campeggia solitaria all’ingresso del museo, introducendo simbolicamente al mondo imprevedibile dell’immaginazione: dodici sezioni tematiche accompagnate da grandi pannelli esplicativi con la calligrafia digitalizzata di Alberto Alessi, la testimonianza di circa sessanta imprenditori per mostrare come il design italiano nasce per dare forma ai sogni e non ai 40


bisogni, in netto contrasto con i diktat della produzione seriale. Ultimo anello temporale di un processo che dall’Art&Craft, passando attraverso la Secessione viennese, il Deutscher Werkbund e il Bauhaus, giunge sino al design scandinavo degli anni Trenta e Cinquanta, quello delle fabbriche del design è per Alberto Alessi un movimento non programmatico dalla forte componente artigianale e dalla profonda impronta culturale. Si tratta di un gruppo storico di aziende che si sono sviluppate prevalentemente nel dopoguerra, operando in maniera pressoché esclusiva in ambiti di prodotto “antichi” come mobili, lampade e oggetti decorativi, e che sono localizzate nel raggio di cento chilometri intorno a Milano. Sono laboratori di ricerca, realtà imprenditoriali tipiche della nostra cultura, diverse per principi e struttura dalle industrie di produzione di massa. Continua Alessi: “Ciò che le caratterizza è l’agire paradossale, ovvero la capacità di mediare tra un fare creativo di tipo poetico-artistico e i vincoli del marketing. Un assurdo dal punto di vista industriale, che predilige le logiche produttive”. Stridente punto di contrasto fra il design, come disciplina creativa fondata sull’arte e la poesia, e il marketing, come scienza rigorosa fondata sui numeri e la statistica, è ciò che Alessi definisce “componente trasgressiva”. Una sorta di costante storica, un leitmotiv di tutte le migliori espressioni del nostro design: “l’accettazione del rischio legato alla trasgressione delle regole vigenti”. Ovvero la pratica consapevole della cosiddetta “Borderline”, quella linea di confine indecifrabile dalle ricerche di mercato che separa i possibili dagli impossibili, i successi dai flop.

LE FABBRICHE DEI SOGNI In queste pagine: in alto, la sezione “La Componente trasgressiva come costante storica del design italiano”, con la sedia “Superleggera” di Gio Ponti per Cassina (1957), la poltrona “Up5&6” di Gaetano Pesce per B&B Italia (1969), l’armadio di Enzo Mari per Simon International, la “Poltrona Proust” di Alessandro Mendini per Studio Alchimia (1978), la libreria “Carlton” di Ettore Sottsass per Memphis (1981), il “Tavolo con ruote” di Gae Aulenti per Fontana Arte (1980) e la seduta “Sacco” di P. Gatti, C. Paolini e F. Teodoro per Zanotta (1969). Qui a fianco, il divano “Kandissi” di Alessandro Mendini per Studio Alchimia (1979), ispirato a Wassily Kandinsky, il fondatore dell’astrattismo. 41


OGGETTI DESIGN MAGAZINE TRIENNALE DESIGN MUSEUM MILANO

La stessa linea immaginaria suggerita dall’allestimento della Triennale, con un’invisibile ma netta demarcazione fra best seller e fallimenti. L’homo faber italiano è assimilato al “buon giardiniere”, sensibile, attento e paziente, che dissoda bene il suo campo per accogliere le nuove messi, dedicando loro tutte le cure necessarie ad esprimere il potenziale che custodiscono. A illustrare la metafora, il “Pratone” realizzato nel 1971 dal Gruppo Strum per Gufram: una distesa fuori scala di erba verde che introduce al pensiero interpretativo dell’allestimento. La teoria che gli “oggetti” siano in realtà dei “soggetti”. Cioè idee, mani e vissuti. E che narrino la storia di chi li ha progettati, desiderati, manipolati. La mostra si concluderà il 26 febbraio 2012. www.triennaledesignmuseum.org 42


LE FABBRICHE DEL DESIGN ITALIANO La mostra si sviluppa in 12 sezioni. IL FENOMENO DELLE FABBRICHE DEL DESIGN ITALIANO

Il gruppo storico di aziende operative attorno a Milano. FABBRICHE DEL DESIGN ITALIANO VS INDUSTRIE DI MASS PRODUCTION

Rischio e creatività contro produzioni ripetitive e seriali. MA COSA SIGNIFICA OGGI IL TERMINE DESIGN?

L’evoluzione del concetto di “design” dalla scuola scandinava all’Italia del dopoguerra. IL RUOLO DEGLI OGGETTI NELLA SOCIETÀ DEI CONSUMI

Il valore funzionale, segnico e poetico degli oggetti. LE FABBRICHE DEL DESIGN ITALIANO COME LABORATORI DI RICERCA

Il ruolo di “mediatore artistico” nell’ambito della produzione industriale svolto dalle fabbriche del design. IL DESIGN INTESO COME ARTE E POESIA

La volontà di rispondere a un desiderio di felicità e ai sogni del pubblico. LA COMPONENTE TRASGRESSIVA COME COSTANTE STORICA DEL DESIGN ITALIANO

L’accettazione del rischio legato alla trasgressione delle consuetudini. I LINGUAGGI DEGLI OGGETTI E DEI DESIGNER

Codice bambino, codice paterno e codice materno per spiegare il rapporto tra funzione ed emozione. LA TECNICA DELL’EPIFANIA DEL DESIGN CONTEMPORANEO

Cos’è accaduto agli oggetti di design negli ultimi decenni. LA PRATICA DELLA BORDERLINE

Separare gli oggetti voluti, amati e posseduti da quelli troppo distanti dai desideri della gente. DESIGNER PARANOICI E DESIGNER METANOICI

L’imposizione di regole di consumo e la volontà di lasciare assoluta libertà di scelta. LA METAFORA DEL BUON GIARDINIERE

L’incessante dialettica fra business e cultura.

LE FABBRICHE DEI SOGNI In queste pagine: da sinistra, lampada “Parentesi” di A. Castiglioni per Flos (1970), cassettiera “Side 1 (serie Progetto Compiuti)” di S. Kuramata per Cappellini (1970), sedie “Costes” di P. Starck per Driade (1985), lettoring “Tawaraya” di M. Umeda per Memphis (1981), chaise longue “LC4” di Le Corbusier, P. Jeanneret e C. Perriand per Thonet (1928), per H. Weber (1959) e per Cassina (1965), poltrona “Wink” di T. Kita per Cassina (1980). Qui a fianco, “Shadowy” di Tord Boontje per Moroso (2008), poltrona in pelle “Joe” di J. De Pas, D. D’Urbino e P. Lomazzi per Poltronova (1971). 43


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

VENINI CASA MUSEO BAGATTI VALSECCHI In questa pagina: sopra in primo piano, vasi “Argo”, design Luca Nichetto. Qui a destra, lampadario “Arnolfini” e lampade “Face”, “Vase”, “Hat”, “Chocolate Pot” e “Candlestick”, design Studio Job; lampada a sospensione “Rhythm”, design I M Lab, e piantana “Fragments”, design Fernando & Humberto Campana.

1921-2011 Venini al Bagatti Valsecchi ULTERIORE CELEBRAZIONE PER IL 90° VENINI PRESSO IL MUSEO BAGATTI VALSECCHI DI MILANO CON UN ALLESTIMENTO D’ECCEZIONE CHE HA VISTO I VETRI DELLA LAGUNA ACCANTO AGLI ARREDI DELLA STORICA CASA-MUSEO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO MARCO CURATOLO ARCHIVIO VENINI

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a mostra “Novantesimo Venini. 1921-2011”, allestita durante il Salone del Mobile presso il Museo Bagatti Valsecchi in via Gesù a Milano, a pochi passi da via Montenapoleone, è stata un avvenimento straordinario che lascerà un’impronta profonda nella memoria di chi ama l’arte, la storia e il design. In mostra le più straordinarie creazioni Venini realizzate dai massimi designer internazionali, pezzi storici firmati da Vittorio Zecchin, Carlo Scarpa, Fulvio Bianconi, Tapio Wirkkala, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Gio Ponti, Gae Aulenti, Fernando e Humberto Campana, i fratelli Bouroullec, Mimmo Rotella, Sandro Chia, Diego Chilò, Giorgio Vigna, Luca Nichetto, Edward Van Vliet e solo per citarne alcuni. Collezioni sia storiche sia contemporanee sono state collocate nell’antica residenza ottocentesca, dove il contrasto tra i vetri ipermoderni e multicolori e gli antichi arredi, perfettamente conservati come ai tempi di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, genera una dimensione multistorica

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in cui passato e presente si valorizzano a vicenda. La qualità noumenica e al tempo stesso estremamente materica del vetro ravviva l’atmosfera viscontiana della magnifica dimora, conservata grazie alla Fondazione Bagatti Valsecchi, alla passione della sua curatrice, la dottoressa Luciana Villa, e del suo team di collaboratori che continuano a prendersi cura di un autentico gioiello d’arte e di storia. In questa cornice prestigiosa Giancarlo Chimento, presidente del gruppo Italian Luxury Industries proprietario di Venini dal 2001, con la figlia Giulia, curatrice della mostra insieme a Roberto Gasparotto, hanno illustrato, con le opere più rappresentative dei decenni dal 1921 al 2011, una sintesi progettuale che, in novant’anni di ricerca, innovazione e qualità nel solco della più consolidata tradizione muranese, ha espresso autentici capolavori, presenti nei grandi musei e nelle più importanti collezioni d’arte nazionali e internazionali. www.venini.com www.museobagattivalsecchi.org


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEI

ollocato nella regione dei Finger Lakes nello Stato di New York, uno dei più importanti distretti del vetro degli Stati Uniti, il “Corning Museum of Glass” nasce con l’intento di far conoscere la storia, le tecniche, l’arte e la scienza del vetro. La sua collezione di vetri storici e artistici è considerata la più completa del mondo, con più di 45.000 oggetti che raccontano l’evoluzione del vetro in 3500 anni di storia. Dal modello in scala reale di una fornace egizia alle grandi fabbriche europee e americane fino alle piccole fornaci che hanno alimentato il movimento internazionale dello “Studio Glass”, iniziato in America negli anni ’60, il Corning Museum offre una panoramica spettacolare sulla cultura del vetro di ogni tempo, luogo e stile. Cerchiamo di dare uno sguardo trasversale ai contenuti della “Corning experience”. Le “Glass Collection Galleries” espongono la più estesa collezione di vetri al mondo ed esplorano la produzione vetraria europea, americana, asiatica e del Vicino Oriente dall’antichità ai nostri giorni. Ma non sono solo gli oggetti a rendere questo museo così particolare. E’ soprattutto il vivace rapporto dialettico con il visitatore, la possibilità di vivere la

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conoscenza come interazione e spettacolo, ricerca e scoperta, che fanno di questo luogo un’autentica istituzione. In che modo? Attraverso lo sviluppo di esibizioni dal vivo, perfette per raccontare la tecnologia che sta dietro a ogni innovazione, con dimostrazioni quotidiane di maestri soffiatori; e poi corsi annuali di lavorazione del vetro per tutti i livelli presso il “Glassworking Studio” del museo, con il programma “Make Your Own Glass”, in cui il visitatore è coinvolto nella creazione del proprio oggetto in vetro. La “Rakow Research Library”, interna al museo, raccoglie una straordinaria collezione di materiali di ricerca sull’arte, la storia, la lavorazione e le tecniche vetrarie; infine il “Glass Market”, uno spazio di 18.000 metri quadri in cui è possibile acquistare ogni tipo di vetro da ogni parte del mondo. L’intuizione geniale del Corning Museum ha dato vita a un luogo in cui il vetro non è semplicemente qualcosa da guardare, o in cui riflettere la propria immagine, ma un mondo da esplorare, toccare, lavorare e soprattutto con cui interagire. Il risultato in termini statistici? Dopo il recente rinnovo degli spazi, 360.000 visitatori all’anno da tutto il mondo. www.cmog.org

Corning Museum of Glass NATO NEL 1951 E RINNOVATO NEL 2001, IL CORNING MUSEUM OF GLASS CONSERVA OLTRE 45.000 OGGETTI DI VETRO DALL’ANTICHITÀ AL DESIGN CONTEMPORANEO ED ESPONE LA PIÙ ESTESA COLLEZIONE DI VETRI AL MONDO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO THE CORNING MUSEUM OF GLASS

CORNING MUSEUM OF GLASS In questa pagina: sopra, da sinistra, il “Corning Museum of Glass”, un visitatore del “Glass Innovation Centre”, la scultura realizzata con 600 tazze di vetro, una fase della fabbricazione della lente da 200 pollici per l’osservatorio di Mount Palomar, affidata nel 1929 al Corning Glass Works, e vaso in vetro filato “Waterspout N° 13” di Toots Zynsky. Qui a fianco, “Red Pyramid” dei coniugi Libensky, vaso “Incantatrice” di Toots Zynsky e un momento del “Hot Glass Show”. 48


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA MILANO

NOTTE AL MUSEO

Notte al Museo

In alto, da sinistra, la sala dedicata alla storia del telegrafo e del telefono, nella sezione riservata alle telecomunicazioni, e la “Galleria Leonardo”, cuore del museo, con la collezione di modelli storici realizzati a partire dai manoscritti leonardeschi. Qui sopra, “L’i.lab Alimentazione”, una nuova area per scoprire, sperimentando, che cosa si nasconde in quello che mangiamo e rispondere alle numerose domande sul tema “Nutrite il pianeta, energia per la vita”, protagonista a Expo 2015, e un gruppo di partecipanti a “Notte al Museo”. A sinistra, la facciata del museo illuminata per “Led”, il Festival Internazionale della Luce di Milano, e l’”Area Nanotecnologie”, un laboratorio in cui osservare i ricercatori all’opera e scoprire il mondo delle nanotecnologie grazie a nano prodotti, exhibit interattivi, installazioni audiovisive e attività educative.

AL MUSEO LEONARDO DA VINCI DI MILANO TORNA “NOTTE AL MUSEO”, L’EVENTO LUDICO DIDATTICO PIÙ AMATO DAI GIOVANISSIMI, CON PERCORSI ALTERNATIVI PER SCOPRIRE LA STORIA DEGLI OGGETTI ESPOSTI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MNST G.CONGIU S.RIZZI

accia alle invenzioni. Ovvero l’appuntamento notturno più atteso dai bambini milanesi e non solo fra i 6 e i 10 anni. Programmato per la notte fra sabato 17 e domenica 18 settembre, un percorso alla scoperta dell’anima più nascosta e affascinante del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Sacco a pelo, materassino da campeggio, torcia elettrica, vestiti e scarpe comode saranno l’occorrente dei piccoli esploratori, mentre nella splendida Sala delle Colonne verrà allestito il “campo base”, proprio all’interno dell’antico monastero olivetano e vicino alla Galleria dedicata a Leonardo da Vinci. Se la notte è il momento dei sogni, delle grandi ispirazioni e dei colpi di genio, il buio può celare racconti fantastici ed esperimenti elettrizzanti. Nelle gallerie più recondite si potranno ascoltare le storie di vecchi inventori, assistere a sorprendenti esperimenti sull’elettricità e scoprire i segreti della navigazione e degli antichi viaggi. Ispirarsi alle idee del passato per trasformarsi in moderni scienziati: prima di andare a dormire, i visitatori avranno infatti la possibilità di cimentarsi in invenzioni contemporanee, scoprendo cosa si nasconde all’interno dei comuni strumenti d’uso quotidiano. Un programma rivolto alle famiglie con bambini dove questi ultimi sono però i reali protagonisti, poiché ogni giovane partecipante non può essere accompagnato da più di due adulti. Un’occasione imperdibile per esplorare il Museo della Scienza di Milano in una dimensione eccezionale e alternativa, una sorta di replica del popolare film con Ben Stiller “Una notte al museo”, pellicola di grande successo che ha ispirato l’iniziativa. La cosiddetta “educazione informale” rappresenta del resto uno dei capisaldi del Museo, la più importante istituzione museale dedicata alla scienza e alla tecnologia in Italia e fra le prime in Europa e nel mondo. Un luogo che vuole essere di scoperta, esperienza, comprensione e ispirazione, accessibile a tutti e pensato per incoraggiare i visitatori a vivere la scienza in prima persona, sviluppandone una conoscenza diretta e mostrandone l’impatto sulle loro vite. Con uno sguardo attento alle giovani generazioni. www.museoscienza.org

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA MILANO

er le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, il “Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci” di Milano, con il contributo della Provincia e della Camera di Commercio di Milano, invita a riscoprire attraverso uno speciale itinerario alcune delle invenzioni, ricerche, tecnologie e industrie italiane, che negli ultimi 150 anni hanno contribuito a cambiare il nostro vivere quotidiano e il nostro modo di guardare e conoscere il mondo. Dal Risorgimento agli anni ’90 del XX secolo, un viaggio fra le storie e i personaggi che hanno segnato importanti momenti di svolta, attraverso brevetti contesi, prestigiosi riconoscimenti internazionali, sperimentazioni in laboratorio e produzione industriale. Inaugurata lo scorso 17 marzo, la mostra comprende 15 oggetti, estrapolati dalle collezioni permanenti del museo e distribuiti in due percorsi tematici: “Tecnologie quotidiane” e “Ricerche sul mondo”, con mappa dedicata a disposizione all’ingresso. Il “motore a scoppio” di Barsanti e Matteucci, primo esempio di motore a combustione interna usato per azionare macchine utensili. La dinamo del “Sistema” Edison di fine Ottocento, proveniente dalla prima centrale termoelettrica dell’Europa continentale, realizzata in via Radegonda a Milano nel 1883. Il “telettrofono” di Antonio Meucci, che solo nel 2002 è stato ufficialmente riconosciuto inventore del telefono dal Congresso degli Stati Uniti d’America. E poi il “settore equatoriale” di Jeremiah Sisson, fra i più antichi telescopi usati all’ Osservatorio Astronomico di Brera e strumento con il quale Giovanni Virginio Schiapparelli, la notte del 26 aprile 1861, fece la prima scoperta scientifica dell’ Italia appena unita, e cioè l’asteroide battezzato “Esperia” dal nome greco della nostra penisola. Per non dimenticare, fra gli altri, l’”elicottero sperimentale “di Enrico Forlanini, nato da sette anni di studi sulle motrici a vapore leggere e sulla forma e il movimento delle eliche, la “camera a nebbia” di Wilson, il “detector magnetico” di Marconi e una ricostruzione dello stabilimento siderurgico di Giorgio Falck, artefice del miracolo economico italiano insieme a Giovanni Battista Pirelli, Giovanni Agnelli, Camillo Olivetti e Guido Donegani. Nel “Padiglione Aeronavale” del museo è inoltre possibile ammirare il “Leone di Caprera”, la goletta costruita nel 1879 a Montevideo e protagonista, tra la fine del 1880 e i primi mesi del 1881, di una straordinaria traversata dell’Atlantico, compiuta da tre italiani immigrati in Uruguay, il Comandante Vincenzo Fondacaro con Orlando Grassoni e Pietro Troccoli. www.museoscienza.org

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15 Oggetti per 150 anni L’ITINERARIO “15 OGGETTI PER 150 ANNI” È UN VIAGGIO ESCLUSIVO NELLA STORIA DELLA SCIENZA, DELLA TECNOLOGIA E DELL’INDUSTRIA ATTRAVERSO LE COLLEZIONI PERMANENTI DEL MUSEO LEONARDO DA VINCI DI MILANO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO MNST

15 OGGETTI PER 150 ANNI In questa pagina: in alto, da sinistra, motore a scoppio per macchine utensili di Barsanti e Matteucci (1896); prototipo, realizzato in una scatola per sigari, del detector magnetico di Marconi (1895); dinamo della prima centrale termoelettrica realizzata a Milano (1883); il “telettrofono” di Meucci (1857) e l’elicottero sperimentale di Forlanini (1877). Al centro, riproduzione del banco ottico di Macedonio Melloni (1830-40) per l’analisi della radiazione infrarossa; il bancone da laboratorio di G. Natta, premio Nobel per la Chimica nel 1963, e la locomotiva Gr 552 (1900). Qui a fianco, ricostruzione dello stabilimento siderurgico di Giorgio Falck, il settore equatoriale di Jeremiah Sisson, uno dei più antichi telescopi dell’Osservatorio Astronomico di Brera, e l’alternatore Siemens Brothers & Co., installato nel 1886 per la linea Tivoli-Roma, una delle prime centrali idroelettriche.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI TORINO

Esperienza Italia 150 a Torino PRESSO LE “OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI” TRE MOSTRE MULTIMEDIALI E INTERATTIVE RACCONTANO L’IDENTITÀ NAZIONALE ATTRAVERSO LA STORIA, LA CREATIVITÀ E L’INNOVAZIONE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO MATTIA BOERO E BREK ARCHIVIO OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI 66


OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI TORINO Le tre mostre in corso. Fare gli Italiani. 150 anni di storia nazionale A cura di Walter Barberis e Giovanni De Luna Progetto artistico e allestimento multimediale di Studio Azzurro

Il futuro nelle mani. Artieri domani Curatore e direttore artistico Enzo Biffi Gentili

Stazione Futuro. Qui si rifà l’Italia A cura di Riccardo Luna In queste pagine: uno scorcio dell’isola tematica “La Chiesa“ dedicata alle radici cristiane, con proiezioni di figure in processione, nugoli di angioletti custodi e San Francesco che parla agli animali. Qui a fianco, gli storici locali industriali delle “Officine Grandi Riparazioni”, oggi adibiti a spazi espositivi. Le mostre di “Esperienza Italia 150”, in corso fino al 20 novembre, hanno già superato il milione di visitatori.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI TORINO

“Fare Italiani. 150 anni di storia storia nazionale” nazionale” pone “Fare gli gli Italiani. 150 anni pone l’accento l’accento sui sui grandi grandi temi temi ee gli avvenimenti sentimento di comune comune appartenenza appartenenza degli Italiani avvenimenti storici storici che che hanno hanno nutrito nutrito il sentimento orino sta vivendo una seconda giovinezza con “Esperienza “Il futuro nelle mani. Artieri domani” (a cura di Enzo Biffi Gentili), Italia 150”, una rassegna di eventi che intendono celebrare aperte al pubblico fino al 20 novembre 2011. “Fare gli Italiani. 150 l’Italia nel 150mo anniversario dell’Unità, avvenuta il 17 anni di storia nazionale” presenta un allestimento multimediale, marzo 1861. E’ dal 2007 che Comitato Italia 150, l’insieme creativo e tecnologico creato da Studio Azzurro, già autore della degli enti fondatori, lavora per realizzare questo ambizioso progetto recente mostra dedicata a Fabrizio De André, specializzato nella che rende Torino, antica capitale sabauda, il fulcro di una serie di progettazione di musei e di esposizioni tematiche attraverso i iniziative a carattere culturale, sportivo, storico ed enogastronomico. linguaggi delle nuove tecnologie. La mostra racconta in modo “Esperienza Italia 150” si articola da marzo a novembre abbracciando critico il primo secolo e mezzo di storia unitaria mettendo in scena l’intero territorio, dalla città alla provincia piemontese. Cuori pulsanti i principali elementi che hanno tenuto insieme gli Italiani, accanto della rassegna sono, in particolare, la Reggia di Venaria Reale e le a quei fattori che, viceversa, hanno mantenuto o alimentato le “Officine Grandi Riparazioni” di Torino. Qui, nell’affascinante complesso divisioni. La mostra invita il visitatore a scegliere il proprio di edifici costruiti tra il 1885 e il 1895, tra le più interessanti percorso e ad esplorarlo in modo interattivo lungo gli avvenimenti testimonianze del passato industriale di Torino, sono allestite tre più importanti della storia italiana, raccontati in tredici “isole a mostre di singolare interesse, che illustrano il passato, il presente e tema”: l’Italia delle città, le campagne, la scuola, la Chiesa, le il futuro della capacità manifatturiera italiana: su una superficie migrazioni, le due guerre mondiali, la partecipazione politica, le di 20.000 metri si snodano i percorsi di “Fare gli italiani. 150 anni mafie, le fabbriche, il mondo dei consumi, dei trasporti e dei mezzi di storia nazionale” (curatori Walter Barberis e Giovanni De Luna), di comunicazione di massa. Una storia di persone reali, in cui i “Stazione Futuro. Qui si rifà l’Italia” (curata da Riccardo Luna) e protagonisti sono gli Italiani tra unificazione e diversità.

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FARE GLI ITALIANI. 150 ANNI DI STORIA In queste pagine: a sinistra, l’isola tematica dedicata alla “Seconda Guerra Mondiale”. In questa pagina, in alto, i busti dei personaggi illustri che hanno fatto la storia d’Italia, come Camillo Benso Conte di Cavour e il Re Vittorio Emanuele II di Savoia. Qui a fianco, i sacchi delle Regie Poste per il tema dei “Mezzi di comunicazione di massa” e, sotto, “L’Italia delle campagne” con i primi trattori prodotti dalla FIAT.

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IL FUTURO NELLE MANI. ARTIERI DOMANI In queste pagine: prospettiva centrale della mostra, in primo piano i “Manichini metalmeccanici” delle Burning Women (Mutoid Waste Company), alle loro spalle la “GT 12” del geniale carrozziere e meccanico Franco Sbarro, Premio Speciale per il Centenario del Salone dell’Automobile di Ginevra. Nella pagina a destra, sospesa in alto la “Autoblindo” di Umberto Cavenago, omaggio alla “Alcova di acciaio” di Filippo Tommaso Marinetti e, a destra dall’alto, “Il tunnel del treno fantasma”, videoambientazione di Bonsaininja Studio, il palco per concerti delle “Officine Sonore Italiane” e l’isola delle “Officine Ceramiche Italiane”.

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Con “Il futuro nella mani. Artieri domani” si racconta l’intelligenza della manualità attraverso le opere eccellenti di alto artigianato, i lavori digitali e la creatività artistica Il primato degli italiani nel saper fare oggetti “hand-made” che siano anche “mind-made” è invece protagonista dell’esposizione “Il futuro nelle mani. Artieri domani”, che racconta l’intelligenza della manualità attraverso le opere eccellenti dell’artigianato, del lavoro digitale e della creatività artistica italiana. La mostra è articolata in tre sezioni: “La galleria delle botteghe”, sorta di “arts and crafts supermarket” occupato a rotazione dall’ “eccellenza dell’eccellenza artigiana” italiana; “Il tunnel del treno fantasma”, che mette in evidenza quella particolare forma di artigianato sofisticato oggi rappresentato dal “lavoro digitale”; e infine “Le nuove officine”, che documentano laboratori, progetti e prodotti di architetti, artisti e

artieri di chiara fama, ma soprattutto di giovani creativi e dei molti emigrati che hanno illustrato questa tipica forma di genio italiano nel mondo, tra meccanica, motori e creazioni di effetti speciali, artefatti tradizionali e sperimentazioni musicali. Tra le molte realtà eccellenti ricordiamo la “Bottega .Fata. .in. .Faenza.”, dove troviamo una parete di 100 foglie di ninfea verdi in ceramica faentina firmate da Fos Ceramiche e scelte da Enzo Biffi Gentili, direttore del Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi (MIAAO) di Torino. “Il futuro nelle mani” rende omaggio anche alle Esposizioni Internazionali delle Industrie e del Lavoro del 1911 e del 1961, organizzate a Torino per celebrare il Cinquantenario e il Centenario dell’Unità d’Italia. 71


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STAZIONE FUTURO. QUI SI RIFÀ L’ITALIA In queste pagine: tuta spaziale di Dainese e, a destra dall’alto, “UAV”, l’aereo a energia solare del Politecnico di Torino, “Case Ricaricabili per Tutti”, la stanza dedicata all’abitare del futuro, e “Beatrice”, il robot di Arneis. Nella pagina a destra, in basso, “Casa 100k”, modello di edificio sostenibile progettato da Mario Cucinella.

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Nella mostra “Stazione futuro. Qui si rifà l’Italia” sono esposti i 130 progetti che cambieranno la nostra vita quotidiana nei prossimi 10 anni, raccontati attraverso installazioni, schermi tattili, video 3D e ologrammi interattivi. Dalla casa lunare di Norman Foster alla bicicletta elettrica controllabile con il cellulare, dalle ossa di legno antirigetto alla fabbrica sostenibile e robotizzata di Renzo Piano per Pirelli, passando per l’auto a levitazione magnetica, l’aereo a energia solare e la pala eolica domestica di Philippe Starck (selezionata per il XXII Compasso d’Oro), idee, prototipi e prodotti sono raccolti in 12 settori tematici, dedicati a energia, protezione del territorio, rifiuti, chimica, tessile, mobilità, casa, cibo e salute, comunicazione, lavoro, robotica e spazio. L’allestimento vuole suggerire una Città delle Idee, con elementi cubici comunicanti tra loro e convergenti verso la Piazza delle Idee, agorà del terzo millennio, dove si aggirano gli ologrammi degli scienziati italiani che interagiscono con i visitatori e comunicano la loro visione del futuro. www.150italia.it

ESPERIENZA DEL GUSTO

All’interno delle Officine Grandi Riparazioni, per iniziativa del gruppo Brek Ristorante si può sperimentare l’evoluzione del patrimonio enogastronomico italiano attraverso “Esperienza del Gusto”, un percorso di ricette-simbolo, che sottolinea il valore di piatti nazionali come pasta, risi, salumi, formaggi, carni, legumi, verdure, pasticceria, vini e birre. Una vera e propria esposizione in cui i piatti sono preparati davanti agli occhi dei visitatori, dalla pizza agli spaghetti, dalle verdure di stagione alle crostate. L’ “Esperienza del Gusto” si avvale inoltre di un Ristorante organizzato a isole, di una focacceria e di un bar gelateria e caffetteria. Il gruppo Brek apre all’interno delle Officine anche un altro spazio, la Terrazza Grill Brek, con due aree distinte: la Lounge per l’aperitivo e il Grill per assaggiare piatti a base di carne piemontese alla griglia. La nuova Terrazza Grill è anche palcoscenico per eventi e serate a tema organizzate dai partner di “Esperienza Italia”, e per appuntamenti ricorrenti durante l’estate, come il “Martini Lounge” del giovedì. www.italia150.it/Officine-Grandi-Riparazioni

Alla “Stazione futuro. Qui si rifà l’Italia” i 130 progetti che cambieranno la nostra vita quotidiana nei prossimi 10 anni, presentati in 12 settori tematici tra installazioni multimediali e ologrammi interattivi

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

RICHARD GINORI 1735 In questa pagina: qui a sinistra, vaso ad orcino “La conversazione classica” di Gio Ponti, ricreato da Richard Ginori per la prima volta dal 1925, e testa in biscuit “Jeune Fille à La Frange” di Amedeo Modigliani, realizzata da Richard Ginori in edizione limitata a 99 esemplari accompagnati dal certificato di autenticità del “Modigliani Institut Archives Légales Paris-Rome”. Sopra, alcune nuove acquisizioni per il Museo della Manifattura di Doccia provenienti dalla casa d’aste “Wannenes” realizzate dall’antica Manifattura Ginori: “Portasigarette” (1890) su modello di Urbano Lucchesi, maiolica policroma, h 21,5 cm; “Portacarte in forma di putto che cavalca un pesce”(1890), maiolica policroma, l. 34 cm, e “Vaso istoriato con episodio di Callisto mutata in orso”(1900), h. 26 cm.

Richard Ginori 1735 Arte e design LE OPERE DI AMEDEO MODIGLIANI E DI GIO PONTI IN MOSTRA NEL NEGOZIO RICHARD GINORI DI FIRENZE E LE 16 MAIOLICHE ACQUISITE ALLA CASA D’ASTE WANNENES PER IL MUSEO DELLA MANIFATTURA DI DOCCIA TESTO LAVINIA EFFE FOTO ARCHIVIO RICHARD GINORI 1735

n viaggio nell’arte e nel design del Novecento attraverso grandi maestri. La mostra conferma la prestigiosa partnership siglata due importanti firme del panorama culturale e artistico circa un anno fa da Richard Ginori e dal “Modigliani Brand” che si è italiano: Gio Ponti e Amedeo Modigliani. E’ questa l’idea concretizzata con la creazione di pezzi d’arte e collezioni tavola in alla base dell’evento “Amedeo Modigliani e Gio Ponti. Il porcellana realizzati dagli artigiani e maestri d’arte della manifattura. segno a confronto”, realizzato dal brand italiano Richard Ginori 1735 L’evento riveste un forte valore culturale e sociale, insito nel DNA di con il supporto di “Modigliani Institut Archives Légales Paris-Rome”, Richard Ginori, in quanto una parte dei proventi delle collezioni ispirate l’istituzione che custodisce e tutela gli archivi legali del grande artista all’arte di Modigliani sarà devoluta al “Modigliani Brand” per realizzare il livornese. La mostra ospitata in maggio nello storico negozio Richard progetto “Casa Modigliani” finalizzato alla creazione di autentiche “case” Ginori di Firenze, in via dei Rondinelli, ha messo a confronto il talento dedicate alla vita e all’opera del genio livornese, destinate a diventare artistico dei due illustri maestri evidenziandone le affinità stilistiche. poli di attrazione culturale. Si arricchisce il patrimonio artistico del Attraverso l’esposizione comparata di disegni originali di Modigliani, in “Museo della Manifattura di Doccia” di 16 mirabili maioliche artistiche esclusiva concessione del Modigliani Institut, quali il “Ritratto di Oscar realizzate dall’ antica Manifattura Ginori nella seconda metà del XIX Miestchaninoff (1915)”, il “Ritratto di Tamara (1919)”, il “Ritratto di secolo, provenienti da una collezione privata, acquisite alla casa d’aste Marc Taloff (1919)” e “Kiki au chapeau (1915)” e i pezzi unici firmati “Wannenes” di Genova. Segnaliamo anche la partecipazione, insieme ad da Gio Ponti, ovvero i vasi ad orcino “La conversazione classica” e altre aziende espressione della miglior creatività imprenditoriale italiana, “Delle donne e delle architetture”, riprodotti per la prima volta dal con i vasi “Nautilus” e la collezione “Galatea” di Giovanni Gariboldi, alla 1925 da Richard Ginori 1735 e presentati in anteprima assoluta, si mostra “Il Palazzo della Farnesina e le sue Collezioni” tenutasi presso il è potuto ammirare e catturare il legame artistico che unisce i due Museo dell’Ara Pacis di Roma. www.richardginori1735.com

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI ROMA COLLEZIONE STORICA DEL COMPASSO D’ORO ADI In queste pagine:

la sezione dedicata a “Il progetto del lavoro”: in vetrina la valigetta “24 ore” di Valextra, design G. Fontana, Compasso d’Oro 1954, i volantini di manovra Elesa, design G. Decursu, premiati nel 1994, sulla destra l’apparecchio ricevente a 6 canali per la traduzione simultanea via radio, design fratelli Castiglioni, Compasso d’Oro 1967, e due “gioielli” Olivetti premiati nel 1970, la calcolatrice scrivente da tavolo “Logos 270”, disegnata da M. Bellini, e la addizionatrice elettrica “MC 19” disegnata da E. Sottsass. Nella pagina a destra, sullo sfondo, l’apparecchiatura odontoiatrica “Isotron”, progetto Giugiaro Design per Eurodent Industrie, Compasso d’Oro nel 1991, e il tecnigrafo “A.90”, design P. Parigi per Heron Parigi, premiato nel 1979. Qui, a sinistra, l’ingresso da Via Nazionale del Palazzo delle Esposizioni a Roma, sede della mostra “Unicità d’Italia” dedicata alla Collezione Storica del premio “Compasso d’Oro ADI”, che resterà aperta fino al 25 settembre. 80


UNICITÁ D’ITALIA MADE IN ITALY E IDENTITÁ NAZIONALE 1961/2011 Cinquant’anni di saper fare italiano attraverso il Premio Compasso d’Oro ADI Roma, Palazzo delle Esposizioni e MACRO Testaccio La Pelanda 31 maggio - 25 settembre 2011 Promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico Realizzata da Fondazione Valore Italia In collaborazione con ADI Associazione per il Disegno Industriale A cura di Enrico Morteo Direzione Artistica Enzo Eusebi

Unicità d’Italia Palazzo delle Esposizioni Roma TRECENTO OGGETTI VINCITORI DEL PREMIO “COMPASSO D’ORO ADI” DAL 1954 AL 2008 RACCONTANO CINQUANT’ANNI DI SAPER FARE ITALIANO NELLA MOSTRA AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI DI ROMA TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI/MOSTRA UNICITÀ D’ITALIA 81

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

COLLEZIONE STORICA COMPASSO D’ORO In questa pagina: in alto, l’area tematica “Tempo libero”, in primo piano gli scarponi da sci “Dolomiti”, design C. Benso Priarollo, premiati nel 1957, e “4S”, premiati nel 1967, entrambi prodotti da La Dolomite, sulla sinistra il dondolo “Astolfo”, design P. Di Giuli per Studio Giochi, Compasso d’Oro nel 1979, e le sedie per bambini “Trioli”, disegnate da Eero Aarnio per Magis e premiate nel 2008. Qui a fianco, il pannello della sezione “Il rigore del poco”, con testimonianze video, documentari d’archivio e immagini di cronaca, spot pubblicitari e frammenti di film. Come gioielli incastonati, alcuni degli oggetti premiati per quest’area tematica: la lampada “Atollo” di Vico Magistretti per OLuce, Compasso d’Oro 1977, e la sedia “Luisa” disegnata da Franco Albini per Carlo Poggi e ora prodotta da Cassina, premiata nel 1955. In primo piano, la panca “Ripples” di Horm, design T. Ito, Compasso d’Oro 2004, e sullo sfondo appendiabiti “Sciangai” di Bruno Munari per Zanotta, premiato nel 1979. 82


COLLEZIONE STORICA COMPASSO D’ORO In questa pagina: il telefono “Grillo” di Marco Zanuso e Richard Sapper per Siemens (1967), la lampada “Eclisse” di Vico Magistretti per Artemide (1967), la penna “Tratto” di Design Group Italia per Fila (1979), la FIAT 500 progettata da Dante Giacosa e premiata nel 1959, la “Lettera 22” di Marcello Nizzoli, la prima macchina da scrivere portatile Olivetti, e il giocattolo in gommapiuma armata “Zizi” di Bruno Munari, entrambi vincitori del Premio Compasso d’Oro nel 1954. Sotto, nell’area tematica “Il progetto del lavoro”, apparecchi e macchine utensili di Olivetti, BM Biraghi e Durst , aziende che hanno saputo coniugare design e innovazione tecnologica nel settore della produzione.

Per la prima volta esposti tutti gli oggetti premiati con il Compasso d’Oro dal 1954 al 2008, per riconoscersi nella storia del design italiano e nella genesi di un’eccellenza unica al mondo ell’ambito delle celebrazioni per il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, che intendono porre l’accento sui temi fondanti dell’unità nazionale e sui valori che hanno costruito la nostra identità nel panorama mondiale, la mostra “Unicità d’Italia. Made in Italy e identità nazionale”, allestita a Roma in due sezioni, una al Palazzo delle Esposizioni e l’altra al MACRO Testaccio La Pelanda, punta sull’unicità del nostro sistema economico e produttivo con un solo, grande protagonista: il design industriale italiano, coniugato nelle sue migliori applicazioni, dalle apparecchiature legate al mondo del lavoro e della produzione ai mezzi di trasporto, dai mobili ai capi d’abbigliamento, dalle lampade ai mezzi di comunicazione, dall’oggetto domestico d’uso quotidiano ai macchinari sofisticati e complessi. La regia di questa eccellenza è il Premio Compasso d’Oro ADI,

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il più importante riconoscimento internazionale al prodotto, al merito e alla ricerca nell’ambito del design industriale, istituito nel 1954 da Gio Ponti e dal 1964 curato da ADI Associazione per il Disegno Industriale. La Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro ADI, che comprende tutti i progetti premiati nelle diverse edizioni e oltre duemila selezionati con la Menzione d’Onore, è custode di un’eccellenza unica al mondo, un autentico patromonio della nostra cultura, di recente riconosciuto “di eccezionale interesse artistico e storico” dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La sezione della mostra “Unicità d’Italia” al Palazzo delle Esposizioni racconta la genesi e l’evoluzione del design italiano esponendo per la prima volta la Collezione Storica nella sua integrità, con i progetti premiati con il Compasso d’Oro fino al 2008, anno della XXIa edizione, mentre la sezione al MACRO Testaccio La Pelanda espone

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

Gli oggetti premiati con il Compasso d’Oro riflettono, spesso anticipandoli, i cambiamenti avvenuti nel nostro stile di vita, nel mondo del lavoro, nella comunicazione di massa e nei trasporti COLLEZIONE STORICA COMPASSO D’ORO In questa pagina: in alto, da sinistra, macchina per caffè espresso “Pitagora”, design fratelli Castiglioni per La Cimbali (1962), lampada “Tolomeo”, design M. De Lucchi e G. Fassina per Artemide (1989), televisore portatile “Doney”, design M. Zanuso e R. Sapper per Brionvega (1962). Qui a destra, la caffettiera “9090”, progettata da R. Sapper e prodotta da Alessi come le posate “Dry” disegnate da A. Castiglioni, vincitori del Compasso d’Oro rispettivamente nel 1979 e nel 1984, e l’orologio da polso “Neos”, design Culdesac per Lorenz (2008). In basso, la macchina per cucire Necchi “BU” disegnata da M. Nizzoli (1954), concept car “Nido” progettata da Pininfarina (2008) e il calcolatore elettronico “Elea 9003”, disegnato da E. Sottsass per Olivetti (1959).

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FONDAZIONE VALORE ITALIA La Fondazione Valore Italia, presieduta da Massimo Arlechino, è stata costituita dal Ministero per lo Sviluppo Economico nel 2005, con la missione di progettare, realizzare e gestire la “Esposizione Permanente del Made in Italy e del Design Italiano”, che dal 2012 avrà sede a Roma presso il Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR, un edificio simbolo della Roma moderna, realizzato per l’Expo del 1942 che non ebbe luogo. La Fondazione ha inoltre il ruolo di ‘laboratorio progettuale’ del Ministero per l’elaborazione di strategie legate all’economia della cultura e della creatività, due settori alla base dell’unicità e del successo del fenomeno Made in Italy in tutto il mondo. In tale direzione, svolge attività di studio e ricerca sull’eccellenza produttiva italiana, organizza mostre, convegni e seminari sul tema del Made in Italy, fornisce supporto didattico agli istituti universitari per l’insegnamento del design, svolge attività di progettazione e realizzazione architettonica.

COLLEZIONE STORICA COMPASSO D’ORO In questa pagina: l’area tematica “La liberazione dei linguaggi”, davanti al pannello lampada “Pipe” di Herzog & de Meuron (2004). Qui a sinistra, l’area tematica “Dalla ricerca al quotidiano”, in cui è esposto il “teleindicatore alfanumerico per aeroporti”, sotto a sinistra (1962).

La Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro ADI è annoverata dal 2004 nel Patrimonio Culturale italiano tutti i progetti candidati al Premio per l’edizione di quest’anno, nonchè i progetti vincitori, dopo la cerimonia di assegnazione del XII° Compasso d’Oro, avvenuta a Roma il 12 luglio. Distribuiti in sei aree tematiche, che riassumono le linee-guida sia applicative che concettuali del nostro design industriale dal 1954 al 2008, gli oggetti esposti raccontano la nostra storia più recente e, sollecitando ricordi personali, nobilitano la nostra quotidianità: abbiamo guidato la FIAT 500 disegnata da Dante Giacosa, Compasso d’Oro nel 1959, abbiamo bevuto un caffè al bar fatto con La Cimbali disegnata dai fratelli Castiglioni e premiata nel 1962, abbiamo scritto con la Tratto Pen della Fila, premiata nel 1979. Nelle nostre case sono passati, talora restandoci, la caffettiera “9090” di Richard Sapper per Alessi, Compasso d’Oro 1979, o il televisore “Doney” disegnato da Marco Zanuso e lo stesso Sapper per Brionvega e premiato nel 1962, oppure le lampade “Eclisse” e “Atollo” di Vico Magistretti per Artemide e per OLuce, premiate nel 1967 e nel 1977. Nei luoghi di lavoro abbiamo tutti usato una macchina da scrivere o una calcolatrice della Olivetti, un’azienda che, sotto la guida lungimirante e innovativa di Adriano Olivetti, fu artefice di geniali intuizioni e prodotti di successo, dalla leggendaria “Lettera 22” di Marcello Nizzoli, Compasso d’Oro 1954, al calcolatore elettronico “Elea 9003”, Compasso d’Oro 1959, al primo personal computer della storia, quel “Programma 101” del 1964, frutto della ricerca e della tenacia di Piergiorgio Perotto e del gruppo di ingegneri da lui diretto. Una storia di eccellenza che ci ricorda la nostra unicità, il valore delle nostre migliori capacità, non solo per farne patrimonio di memoria, ma soprattutto per attingervi consapevolezza e orgoglio, da trasmettere alle forze vitali e innovatrici del nostro futuro. www.unicitaditalia.it www.adi-design.org 85


OGGETTI DESIGN MAGAZINE DESIGN

PROMISEDESIGN In questa pagina: in alto da sinistra, “99” Hanging Lamp” di Aviad Petel, lampade “Light Drawings” di Gila Ben David e “Snow Dust” di Olga Kravchenko, sedie “Alma Chair” di Hagit Pincovici, oggetto luminoso “Homepage” di Vered Zaykovsky, “Low Rez Vaze” di Ayala Bougay e “Bubblicious” di d-VISION, “Alluminium Stools” di Yaacov Kaufman. Qui a sinistra, panoramica dell’allestimento, Vanni Pasca, curatore della mostra, con Orna Nofarber e Gideon Meir.

PromiseDesign New Design from Israel È IN VIAGGIO ATTRAVERSO L’EUROPA LA MOSTRA “PROMISEDESIGN” CURATA DA VANNI PASCA ED ELY ROZENBERG E DEDICATA ALLE ULTIME INTERESSANTI TENDENZE DEL GIOVANE DESIGN ISRAELIANO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ANDREA SEGATO NEREO RAPETTI ARCHIVIO PROMISE DESIGN

resentata lo scorso aprile durante il Salone del Mobile di Milano, la mostra itinerante “PromiseDesign 2011 - new design from Israel” ha raggiunto in questi mesi altri Paesi europei. Dedicata al ruolo del design israeliano nel panorama internazionale, la mostra esplora le ultime tendenze riguardanti il design sperimentale (elaborazioni di parabole, fari per auto e oggetti realizzati con materiali da imballo), l’autoproduzione (sedie e lampade), la produzione in piccole serie (panchina ecologica). In un momento storico in cui il dialogo fra designer e industrie non è sempre facile, molti optano per un ritorno ai più raffinati metodi artigianali, combinando le antiche tecniche alle più sofisticate e innovative tecnologie (produzione di cestini ottenuti con la fotocorrosione); molti altri si ingegnano invece con piccole e originali serie fatte in casa. Ma dal momento che ogni regola vuole la sua eccezione, esistono anche alcune fortunate collaborazioni tra grandi industrie e giovani designer, che hanno dato origine a soluzioni inedite (lampade a led) entrate con successo nel mercato internazionale della produzione seriale. È il caso in particolare del design applicato alla sanità o ai trasporti, dove la progettualità è finalizzata in modo evidente alla risoluzione di problemi complessi attraverso tecnologie adeguate (attrezzature per dentista, monopattino/scooter elettrico, modello di elicottero). Al suo primo esordio ormai sei anni fa presso la Triennale di Milano, il progetto “PromiseDesign” inaugurò interessanti riflessioni sull’esistenza e le peculiarità del nascente design israeliano. I curatori dell’attuale mostra, il prof. Vanni Pasca e il progettista Ely Rozenberg, hanno selezionato per l’evento ben 54 designer israeliani, fra nomi di successo e nuovi talenti: Yaakov Kaufman, Ami Drach e Dov Ganchrow, Chanan de Lange, Shai Barkan, Ezri Tarazi, Tal Gur, Talila Abraham, Ayala Serfati, d-VISION, Bakery, Gal Ben Arav, Mika Barr e Ofir Zucker, per citarne solo alcuni. www.promisedesign.org

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE CENA AL MUSEO

unga 80 metri, larga 12, progettata nel Seicento e ridisegnata da Filippo Juvarra tra il 1716 e il 1718, la Galleria Grande detta “Galleria di Diana” è uno degli ambienti più suggestivi dell’intera Reggia di Venaria. Cardine della vita mondana e sociale della corte sabauda, “teatro di luce” aperto sul Giardino, la Galleria Grande ospita, da aprile a novembre 2011, le Cene Regali: una rassegna di cene a cadenza mensile, ognuna dedicata a una diversa cucina regionale italiana, nell’ambito degli eventi di “Esperienza Italia 150 anni”. Grandi chef, come Annie Feolde e Giorgio Pinchiorri dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, fra gli autori della cena toscana, sono solo alcuni dei nomi che concorrono a fare di questa rassegna un’occasione imperdibile, sia dal punto di vista enogastronomico, sia da quello culturale. Le Cene Regali, che si tengono il venerdì, iniziano alle 20.30, precedute da una visita alla Reggia. Ogni serata ha il costo di 60 euro, ma esistono anche pacchetti da 3 cene (150 euro) e 5 cene (250 euro). Non solo: negli spazi vicini alla Reggia, nei giorni di sabato e domenica, è allestito il “mercato delle eccellenze gastronomiche”, in cui si possono trovare le miglior specialità italiane. www.italia150.it/La-Venaria-Reale

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Cene regali a Venaria Reale UN AUTENTICO TOUR SENSORIALE TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE NELLA REGGIA DI VENARIA RIPORTATA AGLI ANTICHI SPLENDORI. CENANDO COME PRINCIPI NELLA SONTUOSA GALLERIA DI DIANA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO VENARIA REALE

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

Unicità d’Italia MACRO Roma AL MACRO TESTACCIO LA PELANDA, COMPLESSO PERTINENTE AL CIRCUITO DEL NUOVO MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA, LA MOSTRA DEDICATA AL XXII PREMIO COMPASSO D’ORO ADI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ALTROSPAZIO LUIGI FILETICI MASSIMO RIGHETTI RISTORANTE MACRO138 ARCHIVIO MACRO ROMA ARCHIVIO FONDAZIONE VALORE ITALIA ARCHIVIO ADI DESIGN INDEX

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MACRO In queste pagine: alcuni scorci del nuovo MACRO di Odile Decq, con l’auditorium rosso fuoco, i camminamenti interni, l’istallazione nel vano ascensore “Rope” di Arthur Duff, vincitore del concorso “MACRO 2%” (in alto a destra) e il ristorante MACRO 138. Ben visibili le forme dinamiche e sinuose della struttura, che delineano un paesaggio dalle trasparenze complesse e seducenti. Speculare lo spazio esterno, con la grande terrazza panoramica di 2.500 metri quadri direttamente accessibile da via Nizza e da via Emilia. Formata da piani volutamente sfalsati, per costringere chi vi cammina a correggere il passo e ricordarsi del “corpo” e della gravità, la terrazza rappresenta, nelle intenzioni dell’architetto, un vero luogo pubblico, una sorta di inconsueto giardino urbano sospeso sui palazzi adiacenti. Qui a destra, l’ingresso del centro di produzione culturale La Pelanda, ricavato nei padiglioni dell’ex Mattatoio, oggi sede degli spazi espositivi di MACRO Testaccio La Pelanda. 93


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

a sede originaria del Macro, il museo di arte contemporanea capitolino, nasce nel 1999 dalla riconversione dei vecchi stabilimenti della birreria Peroni, realizzati agli inizi del Novecento in via Reggio Emilia, a pochi passi da Porta Pia. Di recente ampliata grazie a un intervento dell’architetto francese Odile Decq, la sede presenta una nuova ala con ingresso all’angolo tra via Nizza e via Cagliari. Una struttura dall’equilibrio dinamico che si integra perfettamente con l’isolato circostante, costruendo un dialogo fra il museo e la città, offrendo ai visitatori e ai cittadini romani nuovi spazi espositivi e urbani, come la terrazza di 2.500 metri quadri, il parcheggio di 161 posti auto, il bookshop, il ristorante MACRO138 e il MACRO café. Vincitore nel 2001 di un concorso internazionale bandito dal Comune di Roma, il progetto dell’archistar più dark del panorama

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MACRO TESTACCIO LA PELANDA XXII COMPASSO D’ORO

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In questa pagina: la seconda della due mostre previste dal progetto “Unicità d’Italia”, organizzato dalla Fondazione Valore Italia per il Centocinquantenario dell’Unità nazionale. Al MACRO Testaccio La Pelanda sono esposti i progetti selezionati nel triennio 2008-2010 dall’Osservatorio Permanente per il Design ADI. E’ in questo contesto che, il 12 luglio scorso, la giuria internazionale presieduta da Arturo Dell’Acqua Bellavitis ha assegnato il XXII Premio Compasso d’Oro ADI: 19 premi a prodotti, 9 alla carriera, 3 internazionali, un premio speciale e 10 premi Progetto giovane. In alto, lampadario “Mercury”, design Ross Lovegrove per Artemide (2008).

mondiale modifica l’approccio tradizionale di integrazione fra vecchio e nuovo in un contesto di carattere storico. L’architettura di Odile Decq si inserisce naturalmente nella struttura preesistente, ridefinendo però al contempo l’intera morfologia e percezione del museo. Un tratto sinuoso che dipinge un paesaggio luminoso e sensuale. Un sistema dinamico in cui l’inedito contamina gli elementi che lo circondano. Tinte forti, il rosso e il nero soprattutto. Vetri e trasparenze in cui si rispecchiano le forme antiche degli edifici adiacenti. “La città, qui, è dentro il museo. I palazzi si affacciano su questa nuova piazza sospesa… un vero spazio pubblico, nelle mie intenzioni. Il pavimento ha lo stesso basalto che si trova sulle vostre strade, sui marciapiedi di Roma”, ha spiegato l’architetto all’inaugurazione. La sorpresa è un vero piazzale sul tetto del Macro, nel cuore della capitale unitaria


XXII PREMIO COMPASSO D’ORO ADI In questa pagina: alcuni dei progetti premiati quest’anno, da sinistra, lampada “Hope”, design F. G. Paz e P. Rizzatto per Luceplan; identità visiva del “Napoli Teatro Festival Italia”, progetto Tassinari/Vetta, L. Sonnoli e P. Tassinari; progetto di identità e comunicazione di “Multiverso. Icograda Design Week Torino 2008”, design Zup Associati. Qui sotto, “Smith”, contenitore multifunzionale trasportabile di J. Olivares per Danese, sistema di divani e poltrone “Yale”, design J.-M. Massaud per MDF Italia, e “Pasta Pot”, design P. Jouin e A. Ducasse per Alessi. In basso, il servizio “Tonale” disegnato da David Chipperfield per Alessi.

umbertina, con rampe che salgono direttamente dalla strada. Un giardino Buren “Danza tra Triangoli e Losanghe”, creata appositamente per il urbano senza piante né fiori, un sistema di piani e superfici oblique museo. Sempre in collaborazione con l’istituto di credito, il progetto che costringono a correggere il passo, a ricordarsi del corpo e della “Così come sono/The Way They Are”: una galleria fotografica con i gravità. Arte contemporanea all’estrema potenza. Al centro del piazzale, ritratti dei principali protagonisti dell’arte contemporanea. In aggiunta la tettoia trasparente che ricopre i nuovi interni, con un auditorium alla sede principale di via Reggio Emilia, il complesso del cosiddetto rosso fuoco e sale espositive dalle pareti bianco candido, per lasciare Nuovo Macro comprende anche i due padiglioni di Macro Testaccio, agli artisti la massima libertà espressiva. La collezione del Macro è del ricavati nella struttura ottocentesca dell’ex Mattatoio, e il Centro di resto concepita come un organismo in continua crescita e trasformazione. produzione culturale La Pelanda. Un vero e proprio circuito dedicato Esposta ciclicamente attraverso percorsi tematici, si arricchisce grazie al contemporaneo, arricchito dalla presenza, sempre all’interno del a prestiti, comodati e donazioni di importanti istituzioni, fondazioni, Mattatoio, dell’Accademia di Belle Arti e della Facoltà di Architettura di archivi e collezionisti privati, senza dimenticare il prezioso contributo Roma Tre. In sintonia con la dinamicità culturale e la forte componente dell’Associazione Macro Amici. La partnership con Unicredit in particolare giovanile che caratterizzano il quartiere, Macro Testaccio si distingue ha permesso la realizzazione dell’installazione permanente di Daniel per le dimensioni e la distribuzione dello spazio, particolarmente adatto

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRE

XXII PREMIO COMPASSO D’ORO ADI In questa pagina: in alto da sinistra, sedia “Frida”, design O. Fioravanti per Pedrali, “Sunset”, casa mobile progettata da Hangar Design Group, e “Elica”, lampada da tavolo a LED di B. Sironi per Martinelli Luce. Qui a destra, la mostra multimediale interattiva “Rossa. Immagine e comunicazione del Lavoro 1848-2006”, progetto N!03, e la nuova FIAT 500 di FIAT Group Automobiles Design. Sotto, da sinistra, la sedia “Myto” di K. Grcic per Plank e la “Steelwood Chair” di Ronan & Erwan Bouroullec per Magis.

In mostra al MACRO Testaccio La Pelanda i prodotti dell’eccellenza contemporanea selezionati nel triennio 2008-2010 dall’Osservatorio Permanente per il Design ADI e premiati nel 2011 con il XXII Compasso d’Oro per presentare quelle espressioni artistiche nazionali e internazionali basate sulla contaminazione estetica, semantica, culturale. Gli originari padiglioni che caratterizzano il complesso architettonico, costruiti fra il 1888 e il 1891 da Gioacchino Ersoch, testimoniano del passaggio dal classicismo alla modernità e rappresentano un importante esempio storico dell’architettura monumentale e razionale di fine secolo. Interessante modello di archeologia industriale, il Mattatoio ricopre una superficie totale di 105.000 metri quadri, di cui 43.000 coperti e 5.000 dedicati a La Pelanda, progetto nato da un’idea di Zoneattive per la promozione di attività espositive, formative e laboratori. Con due sale teatrali, una sala studio, una sala regia e una di registrazione, un appartamento per ospitare artisti e operatori e una zona ristoro,

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La Pelanda si configura come uno spazio innovativo e flessibile, accogliente e dinamico. L’eccellente intervento di restauro conservativo ha permesso poi di mantenere inalterato l’ambiente originario, con le rotaie metalliche lungo le quali scorrevano le carcasse macellate e le vasche in ghisa per il trattamento delle pelli. Uno scenario di rara suggestione progettato come un sistema aperto, modulare nelle sue strutture e interamente attraversabile dal pubblico, con grandi superfici vetrate che ne esaltano volumi e prospettive. Roma diventa capitale anche dell’arte contemporanea: fra Macro, Maxxi e Palazzo delle Esposizioni la città può contare su circa 41.500 metri quadri di spazi espositivi, pensati per trasgredire le più tradizionali modalità di fruizione della cultura. www.macro.it www.unicitaditalia.it


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OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRA PREMIO FAENZA

57° PREMIO FAENZA In queste pagine: qui a destra, “Koz-o Type R” dell’artista giapponese Shigeki Hayashi, vincitore del 57° Premio Faenza. In alto da sinistra, “Chinese ink carousel” di Shih Hsuan-Yu (Taiwan), Premio Assemblea Legislativa Regione Emilia Romagna, e “Terre” di Gionata Ranzoni, Medaglia in memoria di Eleuterio Ignazi, “Poor timing” di Ismet Yuksel (Turchia), Premio d’onore del Presidente della Camera dei Deputati, e “Oops!” di Abdon Zani, Premio d’onore del Presidente del Senato della Repubblica. Qui a sinistra, “The show must go on” di Lana Rakanovic (Serbia), Premio Regione Emilia Romagna. Nella pagina a destra, in alto la sala dedicata al “Novecento europeo” e, sotto, la sala dedicata alle opere che hanno vinto il Premio Faenza nelle passate edizioni. 98


MIC 57° Premio Faenza LA PIÙ GRANDE RACCOLTA TEMATICA DEL MONDO DEDICATA ALLA STORIA E ALLA CULTURA DELLA CERAMICA E IL PIÙ PRESTIGIOSO PREMIO INTERNAZIONALE PER LA CERAMICA D’ARTE CONTEMPORANEA TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO MIC FAENZA 99


OGGETTI DESIGN MAGAZINE MOSTRA PREMIO FAENZA

“Double elice/White twin propeller”, Charlotte Falcini (Francia) Medaglia del Rotary Club di Faenza

“Shadowed White - oil lam series”, Inhwa Lee (Corea) Medaglia della Rivista D’A

“Incubazione”, Cristina D’Alberto Premio d’onore del Presidente della Repubblica

“Opera 1”, Silvia Zagni Premio “Monica Biserni”

“Form 101 Form 7”, Tomoko Sakumoto (Giappone) Premio Cersaie

MIC FAENZA 57° Premio Faenza In questa pagina:

“Corrispondenze cosmiche”, Giovanni Ruggiero Premio Faenza ex aequo

“Core”, Eri Dewa (Giappone) Premio Faenza ex aequo

opere premiate al 57° Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea. La giuria di premiazione del Concorso, edito ogni due anni grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, era composta da Claudia Casali, Direttore del MIC, Franco Bertoni, già Curatore delle collezioni moderne del MIC, Giuliana Ericani, Direttore del Museo Civico di Bassano del Grappa, e dagli artisti Richard Slee e Giorgio Laveri.

Il “Premio Faenza”, conferito con cadenza biennale ai vincitori del Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea, è uno dei massimi riconoscimenti del settore aenza è uno dei luoghi di più antica e radicata tradizione orientata a far emergere la ricerca e l’innovazione, le più attuali ceramica, famosa già dal Rinascimento per le sue pregevoli relazioni tra la ceramica e il design, le contaminazioni con altri materiali, maioliche, al punto da indicare, con il termine “faïence”, la l’esplorazione di inedite frontiere nelle tecniche di lavorazione. In un maiolica per antonomasia. Il MIC, Museo Internazionale delle contesto di libere partecipazioni, la Giuria del Concorso ha voluto Ceramiche in Faenza, trae proprio dalla storia e dalla tradizione artistica segnalare nell’edizione di quest’anno i diversi gradi di sviluppo che e manifatturiera della città le ragioni della sua nascita, nel 1908, e la ricerca ceramica sta registrando nelle aree occidentale ed estremo della sua vocazione, diventare un importante centro culturale di ricerca orientale, assegnando il 57° Premio Faenza ex aequo a tre giovani e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo, mettendo a artisti: ai giapponesi Shigeki Hayashi con l’opera “Koz-o Type R”, per confronto la produzione faentina e italiana con quella delle maggiori “l’alta qualità tecnica esecutiva, che volutamente raggiunge capacità manifatture estere. Orientato alla promozione dei valori artistici e mimetiche nei confronti di altri materiali”, e Eri Dewa per l’opera artigianali nella ceramica contemporanea, il MIC istituì a partire dal “Core”, che “interpreta la solidità della porcellana con effetti di grande 1932 il Concorso della Ceramica d’Arte Contemporanea, dapprima a delicatezza, leggerezza e trasparenza”, e all’italiano Giovanni Ruggiero dimensione regionale, poi nazionale dal 1938 e divenendo “Concorso per l’opera “Corrispondenze cosmiche”, che “interpreta con senso Internazionale” con cadenza annuale dal 1963 e biennale dal 1989. poetico il rapporto tra l’uomo e l’universo utilizzando una commistione Nelle ultime tre edizioni il Concorso è stato riservato agli artisti con di mezzi con esiti di forte integrazione tra linguaggio e tecnica”. Le meno di 40 anni, che meglio incarnano le finalità della competizione, opere sono esposte al MIC fino al 25 settembre. www.micfaenza.org

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al 1890

Rappresentante generale per l’Italia Viale Cirene, 4 - 20135 Milano Tel. 02 54001010 - Fax 02 54001060/20 e-mail: info@bohemia.it


OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS EVENTI

Beijing Design Week Pechino

Il design cinese e internazionale protagonisti a Pechino dal 25 settembre al 10 ottobre, per la terza edizione di Beijing Design Week e la prima edizione di Beijing International Design Triennal con la mostra “Ren: Good Design”, allestita al Museo Nazionale Cinese. L’evento prevede iniziative diffuse nella capitale, trasformata in design hub, coinvolgendo famose aree di shopping come Dashilan e il Sanlitun Village e centri di richiamo internazionale come il China Millennium Monument Arts Center. Ospite d’onore la città di Londra, che presenterà una serie di eventi incentrati sull’eccellenza del design locale, tra i quali la mostra “London-Beijing: Cross Cultural Design Express”. I migliori talenti cinesi e internazionali saranno premiati con il “Design for Beijing Award”. www.bjdw.org.

China New Design Triennale Milano

Rientra nel Programma Ufficiale dell’Anno della Cina in Italia 2010-2011 la mostra “China New Design”, allestita in due spazi espositivi contemporaneamente, il MINI&TriennaleCreativeSet del Triennale Design Museum di Milano e Palazzo Chiablese a Torino. La mostra, a cura di Jérôme Sans, direttore del Centro Ullens per l’Arte Contemporanea di Pechino (UCCA), propone una selezione dei più interessanti lavori dei designer cinesi, offrendo l’occasione di conoscere la cultura cinese contemporanea e tentare un approccio meno superficiale alla progettualità e alle ambizioni di un popolo, la cui economia è in forte crescita e sta trainando il mondo. Un “focus” dedicato al New Far East Design, che prevede, a seguire, mostre analoghe dedicate al design coreano e indiano. www.triennaledesignmuseum.org

Yii Design

Cambiamento e trasformazione. Questo è il significato della parola taiwanese “yii”, un concetto che il Taiwan Craft Research Institute ha voluto adottare per presentare, al Triennale Design Museum di Milano durante la settimana milanese del design, le tecniche e le tradizioni dell’artigianato di Taiwan tradotte nel linguaggio internazionale del design contemporaneo. I designer taiwanesi riflettono il loro modo di vivere il quotidiano in oggetti come servizi tavola in porcellana nelle forme che ricordano i piatti di carta usa-e-getta dei fast food o in specchi realizzati riciclando pezzi di motociclette. La mostra, con la direzione creativa di Gijs Bakker, cofondatore di Droog Design, è stata progettata dallo studio giapponese Nendo. www.yiidesign.com

Slow Hand Design Milano Bangkok

In occasione del 50° Salone del Mobile di Milano, il Dipartimento per le Esportazioni e la Promozione (DEP) del Governo Tailandese ha promosso un’iniziativa di grande respiro per promuovere e valorizzare il design tailandese, patrocinando la mostra “Slow Hand Design: the heart value of Thai products”, replicata in occasione dell’edizione di aprile del “BIG and BIH” di Bangkok. La selezione degli oggetti, inseriti in un scenografico allestimento e in gran parte insigniti del “DeMark”, il premio all’eccellenza per creatività, qualità e design, illustra il percorso di trasformazione del design tailandese, che trae forza e ispirazione da un glorioso passato culturale e da un sapiente know-how manifatturirero. www.thaitradeitaly.com

Helsinki Design Week

Helsinki affronta le prove generali da “Design World Capital 2012” con Helsinki Design Week in programma dal 9 al 18 settembre. La location principale sarà il Katajanokka, lo storico edificio della Dogana, progettato nel 1899 e riaperto al pubblico dopo 40 anni. Trasformato in un centro per mostre ed eventi nel cuore della capitale finlandese, il Katajanokka ospiterà anche gli eventi del 2012. Manifestazione centrale della Design Week sarà la mostra “To Declare”, a cura di Kaj Kalin, affiancata dal temporary shop “Nothing to declare”. In programma anche iniziative di musica e fashion presso l’Helsinki Music Centre e il Design Market, per le anticipazioni di moda e design. www.helsinkidesignweek.com 102


MARCEL WANDERS L’architetto olandese Marcel Wanders durante la progettazione della collezione “United Crystal Woods” di Baccarat. Foto archivio Baccarat.

Design<Designers “DESIGN<DESIGNERS” È LA SEZIONE DEDICATA AGLI INCONTRI CON GLI ARCHITETTTI, I DESIGNERS E GLI ARTISTI INTERPRETI DEL DESIGN CONTEMPORANEO INTERNAZIONALE 103


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MARCEL WANDERS In queste pagine: lampada “Skygarden” di Flos con visioni dell’interno. A destra, interno di una residenza privata e, sotto, un esterno di Villa Amsterdam. L’architetto olandese Marcel Wanders in una foto di Anja Van Wijgerden.

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Wonderful Wanders ROMANTICO, POETICO, IRONICO, GIOCOSO. MARCEL WANDERS È ESATTAMENTE COME APPARE: UN CREATIVO D’ALTRI TEMPI, ELEGANTE, POLIVALENTE ED ESTROSO, CAPACE DI INCIDERE CON IL SUO ‘NEOUMANESIMO PROGETTUALE’ SUL DESIGN DEL NOSTRO TEMPO, RILANCIANDO IL PIACERE DELL’ORNAMENTO IN UN’EPOCA AVARA DI SOGNI E MERAVIGLIE TESTO FRANCESCO MASSONI FOTO COURTESY MARCEL WANDERS STUDIO E ARCHIVIO AZIENDE

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MARCEL WANDERS In queste pagine: candelabro e vasi in cristallo su base in acciaio della collezione “Les Esprits des Bois” di Baccarat, in edizione limitata a 100 pezzi. Sopra, lampade “Can Can” e “Zeppellin” entrambe di Flos, e, sotto, l’edizione in rosso di “Knotted Chair” di Cappellini.

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nche quest’anno Marcel Wanders è stato fra i protagonisti del sera’ con un’opera grafica dal titolo ‘Italy through the Eye of Garibaldi’, Salone internazionale del mobile di Milano, firmando nuove l’Italia vista con gli occhi di Garibaldi. creazioni per Alessi, Cappellini, Flos, Magis, Moooi e Skitsch. Qual è il suo rapporto con il nostro paese? Wanders, poliedrico talento della nouvelle vague progettuale Amo molto l’Italia, non soltanto per la sua bellezza, ma perché è il paese olandese, quella nata sotto le insegne di Droog Design, ha infuso che più di ogni altro ha contribuito a diffondere nel mondo il verbo del nell’arredamento contemporaneo una poesia che trae dal passato, e dalla design. E poi, in Italia ho ricevuto la mia consacrazione internazionale, grande tradizione decorativa europea, le sue prerogative di originalità grazie a Giulio Cappellini che mi ha scoperto e lanciato. Per il tempo e bellezza. Dal prodigioso esordio con la retroavveniristica ‘Knotted che vi trascorro, per le attività che vi svolgo, per la passione che nutro Chair’, poltrona ultraleggera in macramé aerospaziale, egli ha saputo nei confronti della lirica, per la quantità di amici che frequento, posso conquistarsi, grazie alla verve sperimentale e alla multiforme visione dire di sentirmi un po’ italiano. Anche per questo, quando il ‘Corriere’ di trasvolatore del tempo, degli stili, delle tecniche e delle discipline mi ha dato l’opportunità di firmare la copertina dell’inserto speciale creative, la simpatia e la fiducia di autorevoli marchi italiani e stranieri, dedicato al Salone del mobile, sono stato lieto di poter dare il mio

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Le tracce e l’eredità della storia rappresentano una risorsa, le tradizioni hanno ancora tanto da dirci. Amo recuperare il passato valorizzandone la cultura, il gusto per la decorazione e la bellezza

MARCEL WANDERS In queste pagine: in alto, da sinistra, “Fishnet Chair White” della collezione Personal Editions, sedia “Sparkling Chair” di Magis, sedute “New Antiques” di Cappellini. Qui a fianco, l‘architetto Marcel Wanders con il candelabro della collezione “Les Esprits des Bois” di Baccarat e “Wonders Topiary” di Personal Editions.

tra i quali figurano anche Baccarat, B&B Italia, Boffi, Bisazza, Moroso, contributo, evocando poeticamente la figura di un grande italiano del Poliform, rinnovando a modo suo quel gusto per l’ornamento che il passato: Giuseppe Garibaldi. ‘pensiero unico’ della modernità industriale sembrava avere relegato Al Salone e nel Fuorisalone di quest’anno ha presentato interessanti in soffitta. Un’operazione di recupero e rivisitazione di valori culturali, progetti per Cappellini, Flos, Alessi, Magis, Moooi, è soddisfatto del idiomi stilistici e pratiche artigianali che non ha nulla di nostalgico, se lavoro svolto? non l’attualizzazione di una memoria capace di stimolare narrazioni ed Certo, l’evento organizzato da Cappellini nel suo showroom milanese emozioni nel contesto dell’abitare. Ma chi, meglio di Marcel Wanders, e dedicato alle ‘1000 e una Knotted Chair’ è stato molto emozionante: può raccontarci la sua filosofia? Per questo lo abbiamo intervistato insieme abbiamo celebrato 15 anni di collaborazioni a partire da questa all’indomani della gran kermesse milanese. Cominciamo da ieri, ossia prima versione della poltrona che mi ha reso celebre, e che da oggi non dal 50° Salone internazionale del mobile di Milano, in occasione del sarà più in produzione. Nel complesso, il bilancio della mia partecipazione quale ha firmato la copertina del supplemento speciale del ‘Corriere della al Salone del cinquantenario è molto positivo: ho avuto l’opportunità di 107


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presentare nuovi progetti e ‘upgrade’ per molte delle aziende con le quali collaboro. Ma, soprattutto, la gran parte di questi è già in commercio. Cosa che mi rende felice, perché non si vive soltanto di sogni. Per un designer è importante avere riscontri tangibili dal mercato, è importante sapere se ciò che fai piace o non piace. In particolare, per Alessi ha creato il servizio da tavola ‘Dressed’, molto rappresentativo del suo modo di intendere il design… Ho voluto introdurre degli spunti decorativi nella tavola di Alessi, in cui prevale uno spirito più sobrio e razionale, perciò ho pensato a piatti e posate in cui l’ornamento affiora qua e là, suscitando sorpresa ed emozione. ‘Dressed’ è una tavola apparecchiata per le occasioni memorabili, quelle in cui scegliamo di indossare gli abiti più belli, onorando la convivialità come una festa. E questo può accadere ogni giorno. Quando ha deciso che da grande avrebbe fatto il designer? Fin da bambino desideravo fare qualcosa di creativo. Ad esempio, l’architetto del paesaggio. Poi ho deciso che avrei fatto il product designer. Ho scelto la scuola che faceva al caso mio, ma il primo impatto non è stato dei più felici: la trovavo noiosa, mi divertivo soltanto quando potevo frequentare il laboratorio, esercitando la mia manualità. Infine, ho compreso che il design è un medium culturale. E che, attraverso i miei progetti, avrei potuto comunicare agli altri qualcosa che andava oltre la funzione. Questa consapevolezza mi ha aiutato a sviluppare la mia visione del mestiere. Fra i suoi colleghi, chi ammira di più? Gente come Achille Castiglioni, Charles&Ray Eames, Carlo Mollino, Philippe Starck… Sono questi i miei supereroi. Personaggi che, dal dopoguerra ad oggi, hanno saputo fare innovazione. Non solo per la moltitudine di prodotti che hanno creato, ma anche - ed è questa la cosa più importanteper le visioni che hanno saputo forgiare, tracciando nuove strade e dando nuovi impulsi alla cultura del progetto. Nel 1996 ha esordito con la sua ‘Knotted Chair’ per Droog Design, un’icona del nostro tempo. Ci racconta come è nata e come ha avuto inizio la sua collaborazione con Giulio Cappellini? Desideravo realizzare una seduta solida ma leggera, allora mi sono rivolto all’industria aerospaziale, ma non volevo che ne risultasse un prodotto troppo industriale. Perciò ho pensato ad un struttura in corda intrecciata ad effetto ‘macramé’, composta da una robusta anima in fibra di carbonio, rivestita con fibra di aramide e indurita mediante l’impiego di resina epossidica. Così è nata la ‘Knotted Chair’, un’insolita via di mezzo fra

Se l’arte, la musica, la poesia, il teatro, la letteratura, il cinema hanno a che fare con l’amore, perché il design dovrebbe avere a che fare esclusivamente con la funzionalità? l’artigianato e l’high-tech. Un sabato sera, lo ricordo ancora come fosse oggi, mi trovavo a casa di mia madre, squilla il telefono e lei risponde, mi porge la cornetta dicendo: “C’è un signore che chiede di te, ma non capisco bene cosa voglia”. Era Giulio Cappellini, aveva visto la poltrona e voleva inserirla nella sua nuova collezione. Non credevo alle mie orecchie, era un sogno che diventava realtà. L’ornamento e la decorazione occupano un ruolo importante nella sua visione creativa e progettuale. Ce ne può parlare? Il design è nato con l’obiettivo di realizzare cose che durano nel tempo. 108


MARCEL WANDERS In queste pagine: l’ingresso dell’hotel “Kameha Gran Bonn”. Nella pagina a sinistra, dall’alto, lampade “Calvin” della collezione Personal Edition, “The Shop” e la “Spa” del “Kameha Gran Bonn”, e la zona piscina “South Beach” dell’hotel Mondrian di Miami. 109


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MARCEL WANDERS In questa pagina: i complementi tavola della collezione “Dressed”di Alessi, un progetto globale di mise en place della tavola, con decoro sospeso tra floreale e barocco, leggero ed elegante grazie al contrasto tra bassorilievo e parti lucide. Foto Concept & Art Direction Marcel Wanders.

MARCEL WANDERS servizio tavola, posate e calici della collezione “Dressed” di Alessi.

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Purtroppo, nei decenni, questa finalità si è persa per strada, a vantaggio di una corsa alla novità che ha influenzato negativamente la qualità dei progetti, contagiando sotto il profilo psicologico anche i consumatori, costantemente alla ricerca di prodotti nuovi, desiderabili e impeccabili. E tuttavia, molti di questi oggetti risentono delle fluttuazioni del gusto, basta un graffio, un’ammaccatura e perdono tutto il loro appeal. Credo che la colpa sia da attribuirsi ai cultori della modernità ad ogni costo, che hanno rimosso il passato guardando esclusivamente al futuro, che hanno contribuito a creare un mondo fatto di bambini orfani dei loro nonni, immersi in un eterno presente e proiettati in un futuro che non c’è. È inutile che pensiamo di fare dell’ecodesign se prima non risolviamo questo problema. E lo si può risolvere soltanto insegnando alla gente che invecchiare è bello, che le tracce e l’eredità del passato rappresentano una risorsa, che le tradizioni hanno ancora tanto da dirci. Per questo amo recuperare il passato nelle cose che faccio, valorizzandone la cultura, il gusto per la decorazione e la bellezza. È possibile trovare un punto d’equilibrio fra ‘less’ e ‘more’? Se cerchiamo sul dizionario il significato di ‘less’ e di ‘more’, scopriamo che ‘less’ vuol dire meno e ‘more’ vuol dire più. Ma soprattutto, impariamo che meno non può equivalere a più, né surclassarlo. Dunque ‘less is more’ è un paradosso, una bugia. Questo non significa che ‘less’ non possa indicare anche qualcosa di favoloso, ma certo non sarà mai ‘more’. La tecnologia è il contrario della poesia? Quello dell’ingegnere può sembrare un mestiere prosaico e noioso. Eppure, senza gli ingegneri non esisterebbero tante raffinate invenzioni necessarie alla nostra vita. Anche noi designer dobbiamo essere un po’ ingegneri,

altrimenti non faremmo molta strada. La tecnica è un mezzo che ci consente di esprimere la nostra poesia. Dalla tecnica agli artisti, quali sono i suoi preferiti? Ho un debole per il belga Wim Delvoye, ma apprezzo molto anche Claes Oldenburg, Jeff Koons, Panamarenko, Wim Mertens, Philip Glass e Tim Burton, un autentico ‘dream maker’… Per non parlare di Giuseppe Verdi o Giacomo Puccini. Se l’arte, la musica, la poesia, il teatro, la letteratura, il cinema hanno a che fare con l’amore, perché il design dovrebbe avere a che fare esclusivamente con la funzionalità? La funzione è alla base del design, così come le fondamenta sono alla base della casa, ma poi c’è il valore simbolico che noi attribuiamo alla casa e agli oggetti, il loro valore profondo. Dunque, anche il design ha a che fare con l’amore Cosa pensa del futuro? Crede che il design possa cambiare il mondo? Circa il futuro, sono ottimista. Ma non credo che il design possa cambiare o salvare il mondo. Può contribuire a migliorarlo, se viene considerato come parte di una costruzione più ampia. Credo, peraltro, che i pessimisti farebbero meglio a non occuparsi di design. E la casa del futuro, come la immagina? Non mi sento un veggente, preferisco affidarmi alle osservazioni di una cara amica, la trendsetter olandese Li Edelkoort, che cerca piuttosto di cogliere nel presente i segni di un futuro possibile. Mi piace pensare ad un futuro in cui coabiteremo in case simili a castelli, provviste di ogni comfort ma dotate di una tecnologia invisibile, nascosta nei muri, riconquistando così il piacere di abitare. Chissà, forse è una favola. Ma anche nelle favole c’è qualcosa di vero… www.marcelwanders.com

Quella di Wanders è un’operazione di recupero e rivisitazione di valori culturali, idiomi stilistici e pratiche artigianali, l’attualizzazione di una memoria capace di stimolare emozioni nell’abitare

MARCEL WANDERS da sinistra, parete di Villa Amsterdam, “Crochet Table” di Moooi, interno dell’hotel Thor a New York e di Villa Moda. Sotto, da sinistra, pareti di Villa Amsterdam, “Crochet Lamp” di Personal Editions, interno di Villa Moda, “Egg Vase” in argento di Personal Editions, piatto “Wonders Porceleyne Fles Delftware”, omaggio alla porcellana di Delft, della collezione Personal Editions.

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ORREFORS BY KARL LAGERFELD In queste pagine: lo stilista Karl Lagerfeld ritratto con calice e sottobicchiere della nuova collezione realizzata per la cristalleria svedese. Sopra, disegni originali della collezione. Nella pagina a destra, in alto, i vasi, il sottobicchiere con il monogramma KL e i calici champagne e liquore. Sotto, gli stessi vasi, coppa e collezioni di calici e bicchieri, fotografati sotto la direzione artistica dello stilista.

Karl Lagerfeld per Orrefors UNA LINEA DI VASI, CALICI E BICCHIERI IN CRISTALLO CON SOTTOBICCHIERI FIRMATI DAL CELEBRE STILISTA FRANCESE PER LA STORICA MANIFATTURA SVEDESE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO KARL LAGERFELD ARCHIVIO ORREFORS 112


La cifra stilistica di Karl Lagerfeld si esprime nel cristallo trasparente, nero o bianco latte, di Orrefors per una collezione di calici e bicchieri di grande appeal e vasi sospesi su gocce di cristallo opo la moda, gli accessori e i profumi, Karl Lagerfeld firma oggi la sua prima linea di cristalli d’autore, nati grazie alla collaborazione con il marchio svedese Orrefors. Perfezionista ed esigente, Lagerfeld non poteva che scegliere una grande manifattura europea con oltre cent’anni di storia e tradizioni, sempre nel segno dell’eccellenza. La finezza delle incisioni, la precisione dei gesti, la delicatezza e raffinatezza dei decori hanno permesso a Orrefors di divenire negli anni uno dei simboli del design e del lusso nordici. Particolarmente sensibile alla maestria artigianale di Orrefors, paragonabile per certi versi all’universo patinato dell’haute couture, Lagerfeld ha disegnato una collezione a sua immagine e somiglianza, con flûtes e coppe da champagne, calici da vino, acqua, liquore, e bicchieri, completati dai sottobicchieri, un dettaglio inedito che lo stilista ha voluto inserire perchè “se la più comune tazzina ha il suo piattino, perchè un bicchiere non dovrebbe abbinarsi con il suo sottobicchiere coordinato?”. Forme essenziali, un tratto di estrema e

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rigorosa linearità, la cifra stilistica di Lagerfeld trasferita sul cristallo trasparente, nero o bianco latte, a volte segnato dal monogramma KL. Oltre ai calici, Lagerfeld ha disegnato anche due vasi, uno cilindrico e uno quadrangolare, e una coppa rotonda, sostenuti da quattro sferette di cristallo e posati sulle rispettive basi trasparenti. Eleganza scandinava senza tempo, design innovativo e autentiche abilità artigianali sono del resto i tratti distintivi di tutti gli articoli Orrefors. Designer, maestri vetrai, tagliatori, pittori e incisori sono impegnati quotidianamente affinché ogni creazione Orrefors sia una combinazione unica e incomparabile di estro e alto artigianato. Fornitrice ufficiale della Corona di Svezia, la celebre manifattura realizza opere in vetro e in cristallo dal 1898 ed è oggi parte di un’unica società che comprende anche il marchio Kosta Boda. In vendita da settembre, la collezione di cristallo Orrefors firmata Karl Lagerfeld è disponibile anche in confezione regalo, con coppie di flûtes da champagne monogrammate. Orrefors è distribuita in Italia da Messulam. www.messulam.it www.orrefors.com 113


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Le coppe di Michele De Lucchi IL GENIO DI MICHELE DE LUCCHI APPLICATO ALL’ECCELLENZA DEL CRISTALLO DI BACCARAT E DELLA PORCELLANA DI SÈVRES DÀ VITA ALLA STRAORDINARIA COLLEZIONE DELLE “COPPE DELLA FILOSOFIA” TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO GIOVANNI GASTEL ALESSANDRO DIGAETANO ARCHIVIO BACCARAT E SÈVRES

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BACCARAT E SÈVRES In queste pagine: nella pagina a sinistra, l’architetto Michele De Lucchi in una foto di Giovanni Gastel. “Le Coppe della Filosofia” nella versione in cristallo Baccarat e, sotto, fasi della lavorazione delle coppe in porcellana nell’atelier Sèvres - Cité de la Céramique. Qui a destra, “Le Coppe della Filosofia” nella versione in porcellana dipinta “bleu de Sèvres” e decoro in oro 24 carati e, sotto, in cristallo Baccarat a specchio con decoro intagliato interno. Tutte le Coppe hanno il piede in ottone dorato.

Etica, Mistica, Estetica: questi i principi incarnati dalla nuova collezione in cristallo e in porcellana “Le Coppe della Filosofia”, firmata da Michele De Lucchi per Baccarat e Sèvres ue storiche manifatture francesi, Baccarat e Sèvres - Cité de la Céramique, forti del successo di altre collaborazioni con grandi designer contemporanei e condividendo la medesima aspirazione alla perfezione, con una decisione inedita e fuori dal comune, hanno unito le reciproche competenze e il savoir faire per realizzare in contemporanea una straordinaria collezione progettata da Michele De Lucchi, architetto di fama internazionale. Sono le “Coppe della Filosofia”, una serie di tre coppe con piede realizzate in porcellana di Sèvres, pasta dura e ottone dorato, o in cristallo intagliato di Baccarat e ottone dorato. Porcellana e cristallo, due varianti materiche in cui la destrezza del gesto e del soffio diventano cifra stilistica e abito di un significato che va oltre l’oggetto in sé. La “Coppa dell’Etica” è bassa e ampia, la “Coppa della Mistica” alta e sottile, e la “Coppa dell’Estetica”, matrice originaria del progetto, è la sintesi delle due precedenti. Espressioni di un disegno teso e deciso, queste coppe raffinatissime sembrano sbocciare dalla propria base per richiudersi verso il coperchio con un delicato cabochon. L’elevazione di ogni coppa corrisponde simbolicamente alle levitazioni

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e alle meditazioni spirituali. A Sèvres, le forme, ornate semplicemente dal blu eponimo, sono avvolgenti e cesellate in oro puro 24 carati. La condivisione e la complicità createsi tra Baccarat e Michele De lucchi hanno dato vita all’elaborazione di tre pezzi a specchio in cristallo chiaro, con piedi slanciati che sostengono, come per levitazione, i volumi delle coppe oblunghe in cui la trasparenza e la luminosità del cristallo fanno eco alla densità della porcellana e alla profondità leggendaria del “bleu de Sèvres”. Una decorazione intagliata all’interno delle coppe per preservarne la forma perfetta esalta ancora una volta la luminosità del cristallo. Le coppe saranno numerate e commercializzate in esemplari non limitati. In uscita un’edizione sulle fasi di produzione di “Collection Couleurs Contemporaines - Les Cahiers”, editore Bernard Chauveau, con testo del designer. Michele De Lucchi ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Compasso d’Oro, il premio Good Design in Giappone e i Design Plus e Design Team of The Year in Germania. Una selezione dei suoi prodotti è esposta nei più importanti musei d’Europa, degli Stati Uniti e del Giappone. www.baccarat.com www.sevresciteceramique.fr 115


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David Trubridge Seed System CON “SEED SYSTEM” IL DESIGNER INGLESE TRASFERITOSI IN NUOVA ZELANDA HA RIPROGETTATO MOLTE SUE LAMPADE PER ADATTARLE A UN PACKAGING TRASFORMATO IN KIT SET RISPETTOSO DELL’AMBIENTE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO DAVID TRUBRIDGE 116


DAVID TRUBRIDGE In queste pagine: a sinistra, il designer David Trubridge con le lampade “Sola” (al centro) e “Wing”. In questa pagina, sopra, le lampade “Baskets”, in alluminio e in bamboo, e, sotto, “Coral”, “Wing” e “Little Ed”. David Trubridge Design (2011).

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È una progettazione organica, elementare, ecologica, self-made, quella di Trubridge, che permette a ciascuno di montare le lampade unendo strisce di fibre naturali con un clic asce da accurati studi sul ciclo di vita dei prodotti l’innovativo fino a dar loro la forma desiderata. Se i sistemi illuminanti “Koura”, “Seed System” firmato David Trubridge, designer giramondo “Kina” e “Flax” hanno subito alcuni inevitabili adattamenti, la lampada dallo spirito cosmopolita scoperto al Salone Satellite di Milano “Hinaki” nasce invece appositamente all’interno del progetto “Seed nel 2001. Animato dal desiderio di ridurre l’impatto ambientale System”. Di derivazione esotica, “Koura” è il nome maori per i gamberi di dei processi industriali, il sistema prevede la riprogettazione di molte acqua dolce che vivono nei fiumi neozelandesi, “Kina” si ispira ai locali delle lampade Trubridge allo scopo di minimizzarne le dimensioni di ricci di mare, “Flax” riprende la forma di una pianta indigena coltivata imballaggio, con notevoli effetti positivi sull’inquinamento causato per la sua preziosa fibra vegetale e infine “Hinaki” si richiama alle reti dal trasporto delle merci. Ciascuna scatola del vecchio packaging usate per la cattura dei pesci. Ridisegnate anche le lampade “Coral”, corrisponde così a ben 40 delle nuove kitset boxes, contenenti per “Floral” e “Ulu”, nome tahitiano di un albero da frutta tropicale tipico l’appunto un totale di 40 lampade modulari con le istruzioni per dell’oceano Pacifico. “Non disegno per adempiere a una funzione pratica. montarle direttamente a casa propria. Come moderni giardinieri che Disegno per comunicare, per raccontare una storia. Come artista sviluppo dal seme ricavano la pianta, i compratori sono esortati a intervenire nel forme e linguaggi estetici a partire da ciò che vedo e percepisco attorno processo di assemblaggio dei componenti, fino alla soddisfacente meta a me. Come designer ho la possibilità di utilizzare quelle stesse forme finale di una lampada perfettamente funzionante. Così Trubridge porta e quegli stessi linguaggi per costruire qualcosa di originale e inedito. avanti la sua progettazione organica, elementare, ecologica, self-made, Art, craft e design: tutti momenti equamente importanti del processo che permette a ciascuno di montare il suo enorme balloon di luce e creativo”, ha spiegato Trubridge. Le collezioni David Trubridge sono trasparenze semplicemente unendo con un clic piccole strisce naturali distribuite da B.Morone di Milano. www.davidtrubridge.com

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DAVID TRUBRIDGE In queste pagine: le lampade riprogettate da David Trubridge con il “Seed System”: nella pagina a sinistra, “Hinaki”, con kit di montaggio, e “Coral” proposta in diversi colori. In questa pagina, sopra, lampada “Kina” e, sotto, un’allestimento realizzato con lampade “Coral” in diverse dimensioni.

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Il “rosso” Moretti IL ROSSO, COLORE ENERGICO E VITALE, PREDOMINA NELLE NUOVE COLLEZIONI DELL’ATELIER MORETTI, REALIZZATE IN CRISTALLO DI MURANO SU ESCLUSIVO DESIGN DI GIOVANNI MORETTI TESTO MARTA MORETTI FOTO MICHELE BORZONI SERGIO SUTTO ETTORE BELLINI 120


CARLO MORETTI In queste pagine: a sinistra, Giovanni Moretti, fondatore nel 1958, insieme al fratello Carlo, della “fabbrica d’autore” Carlo Moretti e alla guida dell’azienda dal 2008, fotografato nello show-room aziendale in Fondamenta Manin a Murano. Da oltre 50 anni, l’azienda di Carlo e Giovanni Moretti richiama l’attenzione del mercato internazionale per l’inconfondibile formula che coniuga il secolare ”saper fare” dei maestri vetrai muranesi con le istanze progettuali del design italiano contemporaneo. Sotto, il vaso “Sargas” della linea “I Mediani”, la nuova collezione costituita da 15 vasi in cristallo di Murano in edizione limitata a 222 esemplari per tipo.

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CARLO MORETTI In queste pagine: a sinistra, vaso “Markab” e, sopra, bozzetto del vaso “Alioth”, entrambi della nuova collezione “I Mediani”. Nella pagina a destra, altri esemplari della nuova collezione: sopra, da sinistra, i vasi “Polari”, bozzetto per “Mirpak”, “Epsilo” con il relativo bozzetto e “Centau”. Sotto, da sinistra, bozzetto e realizzazione del vaso “Murzim”e i vasi “Alnath”, “Alioth” e “Mirach”. I nomi suggestivi ed esotici, scelti per i vasi di questa nuova collezione, sono tratti dall’elenco delle stelle più lucenti finora conosciute.

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l rosso è uno dei colori fondamentali dello spettro luminoso percepibile dall’occhio umano; con il giallo ed il blu, è un colore primario additivo. Dal punto di vista etimologico la parola rosso deriva dal latino “ru˘ ssum”, corradicale di “ru˘ beum”. E’ il colore del fuoco, del pericolo, del sangue e della rivoluzione ma è anche il colore del cuore, della passione, dell’amore. Ambivalente quindi nel significato, si declina in una infinità di toni e sfumature, quasi virando verso il marrone, da un lato, e verso il rosa e il viola, dall’altro. Ci sono rossi che ricordano la frutta estiva - ciliegia, fragola, prugna - e rossi che suggeriscono piante e fiori - geranio, melograno, carminio, porpora, amaranto, vermiglio, scarlatto, cremisi, e malva. E poi ancora altri che si riferiscono a gemme e pietre - granata, rubino, corallo - e altri che prendono ispirazione dal colore della terra - cotta, ruggine, mattone. Ma se c’è un luogo che più di tutti ha un legame speciale con il colore rosso quello è Venezia con le sue isole. Vista dall’alto, è una macchia rosso-rosata per i suoi tetti di cotto e gli intonaci dei palazzi, un petalo di rosa poggiato Il “rosso Moretti” richiama la tradizione sull’acqua. Non a caso esiste anche una tonalità specifica, il “rosso cromatica delle antiche case veneziane, veneziano”. E’ una pigmentazione luminosa e calda, di tono leggermente reinterpretando con la linea “I Mediani” il più scuro dello scarlatto, di cui si trova traccia nei documenti per la colore della passione, del coraggio e del cuore prima volta sin dal 1753. E prima ancora esisteva un “rosso Tiziano”, una particolare tinta di rosso ideata dal pittore Tiziano Vecellio, nato in Cadore alla fine del Quattrocento ma vissuto quasi tutta la vita a Venezia, dove morì nel 1576. Tale tonalità fu destinata a rimanere un contrassegno di arte veneziana nella pittura europea successiva all’artista. In questo humus fertile e prezioso, nasce un nuovo tipo di “rosso’”che, da oltre cinquant’ anni, identifica il vetro colorato della Carlo Moretti.

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Si può parlare quindi di un “rosso Moretti” per la sua riconoscibilità e per la sua brillantezza, sia che si parli di vetro in pasta che di cristallo colorato trasparente. Una tonalità che deriva da una ricetta segreta, ereditata da più generazioni di maestri vetrai, e che Moretti custodisce gelosamente. Le composizioni del vetro colorato sono infatti esclusive di ciascuna azienda e, per un osservatore attento, non si possono confondere. Il rosso che la Carlo Moretti ha declinato in innumerevoli esemplari e creazioni d’arte, così come in oggetti di uso comune, brilla per lucentezza e calore, gioca con la luce restituendo riflessi e vibrazioni inusuali, contiene i toni dell’arancio ma anche del rubino, mostra e nasconde al tempo stesso la sua anima più profonda e segreta. Seppure presente da sempre nelle collezioni del passato - opaco o lucido, pieno o

liquido - il “rosso Moretti” predomina nella collezione 2012 che è stata realizzata su esclusivo design di Giovanni Moretti. Sarà questo quindi un anno in rosso, dando a questa espressione soltanto la connotazione più positiva e ottimista, allegra e vitale, energica e all’insegna di una ripresa generale che ha visto tutti mettere in discussione le proprie modalità e abitudini e che ha costretto a reinventarsi per proporsi sul mercato in modo nuovo. La combinazione di cristallo di Murano e rosso caratterizza quindi la nuova serie “I Mediani”, un progetto voluto e pensato da Giovanni Moretti. “15 vasi” di uguale dimensione - 27 cm - e riprodotti in soli “222 esemplari per tipo”.Un oggetto che, recuperando la tradizionale purezza del Cristallo di Murano - e che ha visto in Moretti punti di massima espressione - si arricchisce dell’incontro con la vivacità

CARLO MORETTI In queste pagine: in alto, Giovanni Moretti con un maestro vetraio. Sotto, due bicchieri della nuova linea “Tora”, nelle versioni rosso o nero, e coppetta “Le Diverse”. Nella pagina a destra, i nuovi “Calici da Collezione” 2012, e, in basso, i nuovi “Decanter”. In grande, uno dei “Calici da Collezione” 2012 in “rosso Moretti”.

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e il calore del rosso trasparente. Forme inusuali e moderne, quelle de “I Mediani”, che portano un elemento di forza e modernità nelle linee classiche, sperimentando tecniche diverse. Identificati con nomi di grande suggestione - Adhara, Alhena, Alioth, Alnath, Aludra, Centau, Epsilo, Girtab, Markab, Mirach, Mirpack, Mizari, Murzim, Polari, Sargas - tratti dall’elenco delle stelle più lucenti, “I Mediani” vengono proposti insieme a una copia del disegno da cui traggono origine. La mano di Giovanni Moretti traccia con matite colorate il bozzetto, poi interpretato e tradotto dalla manualità del maestro vetraio. Soffiati a bocca in forme di legno di pero selvatico, realizzate appositamente, e poi rifiniti a mano con applicazioni a caldo, “I Mediani” presentano, sulla loro superficie esterna, bugne o gocce di vetro singole o sovrapposte, dischetti di murrine o con lamelle di minerali argentate, spirali di cristallo trasparente e rosso. Ma il rosso e il cristallo prendono le forme anche di calici e bicchieri per il 2012: il tema della “doppia fascia rossa” che, combinata con il cristallo, crea un gioco di forme e di ombre, di rimandi e raddoppi di estremo interesse.

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“I Mediani”, “Bora”, “Tora”, i “Calici da Collezione” 2012 e i nuovi “Decanter”: il linguaggio del cristallo veneziano contemporaneo prende forma nelle originali creazioni di Giovanni Moretti

CARLO MORETTI In queste pagine: in alto, vasi “Adhara” e “Aludra”. Qui a destra, tre bicchieri della nuova linea “Bora” e bicchiere della linea “I Diversi”. Nella pagina a destra, altri vasi della nuova collezione “I Mediani”: dall’alto, “Girtab”, “Mirpak” e “Mizari”, e, alla loro destra, il vaso “Alhena”.

Un effetto che fa pensare a un nastro di seta morbida e lucente caratterizza anche uno dei “Calici da Collezione 2012”, la cui realizzazione richiede il lavoro di “11 maestri all’unisono”; e ancora si ritrova la stessa decorazione in un esemplare de “I Diversi”, il bicchiere che ha reinventato il modo di preparare la tavola riempiendola di colore, o in un “Bora”, ampio bicchiere irregolare che ricorda nel nome il vento forte di nord est. Fasce rosse che si incrociano si trovano anche nel progetto “Tora”, nuova declinazione di bicchiere da bibita che ripropone, rinnovandola, la forma del classico “ovale” della Carlo Moretti, che ha rappresentato un’espressione di grande rilievo nella storia dell’azienda e del design italiano. La serie dei bicchieri si completa con il “Decanter”, che ripete i decori proposti per il 2012. Il progetto del “rosso” per il 2012 rientra anche in una strategia nuova intrapresa dalla Carlo Moretti, che cerca di ottimizzare i punti forti del proprio prodotto adottando, al tempo stesso, modalità di lavorazione che tengano conto di una riduzione dei costi. In un tempo di crisi globale e di mercati rallentati, vanno trovate soluzioni in grado di conciliare il contenimento di sprechi nel ciclo produttivo con la qualità – valore irrinunciabile e da difendere a ogni costo. Riscoprire quindi il cristallo di Murano, nella sua purezza e trasparenza, da combinare con un solo colore per volta, permette di valorizzare quella tonalità nella sua massima espressione di lucentezza e rifrazione, proponendo un oggetto di sicura eleganza e modernità. Carlo Moretti è distribuita da B.Morone di Milano. www.carlomoretti.it 126


CARLO MORETTI La Carlo Moretti è una delle poche “fabbriche d’autore” rimaste attive a Murano, da 53 anni gestita con continuità dai due fratelli Carlo e Giovanni Moretti. Essi hanno riassunto insieme tutti i ruoli del processo creativo, realizzativo e di promozione, offrendo un prodotto e una firma divenuti oggetto di un collezionismo raffinato. Ma la formula della Carlo Moretti è atipica. Con una formazione nata dall’esperienza e da una sensibilità sviluppata negli anni, prima Carlo e Giovanni Moretti insieme, oggi Giovanni, si realizzano progetti creativi che sono entrati nel “linguaggio” delle case italiane e non solo. Hanno imposto un gusto e uno stile riconoscibile e apprezzato Ab ilictur, sequatiorem fugias rem estota voluptati autem da imus collezionisti e museirestempos di tutto il mondo,solupta collocandosiepelliq sul confine tra design industriale e creazione artistica. uuntem doloressi simus et dignimincto od magni rehendae Itae. Nam iducili iducili iducili 127


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B.Morone MEISSEN® Faber-Castell

TopBrand É LA SEZIONE DELLA RIVISTA DEDICATA AGLI INCONTRI, ALLE INTERVISTE E AI FUTURI DIBATTITI CON I PRESIDENTI, GLI AMMINISTRATORI DELEGATI, LA DIREZIONE GENERALE E LA DIREZIONE COMMERCIALE DELLE AZIENDE E DELLA DISTRIBUZIONE DI ALTA GAMMA 128


B.Morone Milano CON L’OBIETTIVO DI CONTINUARE A GARANTIRE AI PROPRI CLIENTI FEDELTÀ, ESCLUSIVITÀ E QUALITÀ, B.MORONE, FONDATA NEL 1968, SOTTO L’INNOVATIVA GESTIONE DI ALESSANDRA MAGNI E ROB VERHOEVEN ENTRA NELLA DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE DEI BRAND RAPPRESENTATI ORGOGLIOSA DEL PROPRIO SERVIZIO PRE E POST VENDITA E DELL’IMPEGNO AD AIUTARE IL CLIENTE A RISPONDERE ALLE NUOVE NECESSITÀ DEL MERCATO LA FOTO DI ALESSANDRA MAGNI E ROBERT VERHOEVEN È DI ALVISE SILENZI

.Morone e il futuro della distribuzione in Italia e in Europa. Bilancio di un progetto di successo dal 1968 e previsioni future sotto la nuova gestione di Alessandra Magni e Robert Verhoeven. Obiettivo della B. Morone è sempre stato e continua ad essere la rappresentanza e la distribuzione di esclusivi marchi di manifattura, con la massima attenzione per il servizio rivolto al cliente. Negli anni la B. Morone ha rappresentato numerosi marchi e tutti sono sempre stati scelti considerando principalmente la qualità e il processo produttivo. Sempre seguendo lo stesso principio, in questo momento stiamo apportando importanti modifiche al nostro portafoglio, che è fortemente supportato da ognuno dei nostri fornitori sia per la sua natura complementare che grazie al costante impegno a mantenere un alto livello qualitativo. Fondamentale per lo sviluppo del nostro portafoglio è creare un equilibrio non solo tra i singoli marchi, ma anche tra negozio, distributore e produttore. E’ criticamente importante lavorare insieme per integrare le necessità locali con i piani globali, piuttosto che imporre dall’alto. La B. Morone è sempre stata orgogliosa del proprio servizio pre e post vendita e dell’impegno ad aiutare il cliente a rispondere alle necessità del mercato. Alcuni dei marchi più recentemente introdotti ci hanno anche offerto la possibilità di espandere la distribuzione a livello internazionale. In questo modo, oltre a consolidare i costi interni, ci permettono una gestione del marchio che protegge il nostro cliente da una distribuzione troppo allargata o da una politica del prezzo sbagliata. Nuove distribuzioni 2011/2012 nel nuovo assetto brand di B.Morone. Ruolo dei brand core business di B.Morone e necessità di ricercare e introdurre nel pacchetto distributivo nuovi marchi allineati al design contemporaneo rivolti a un pubblico giovane e più internazionale. Consapevoli della crisi che sta colpendo il settore più classico delle liste nozze e dello spostamento del settore della tavola verso l’arredamento, stiamo aggiungendo dei marchi che forniscono una connessione tra questi due mondi in modo da dare ai nostri clienti una possibilità per espandersi e afferrare quest’occasione.

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B.MORONE

I Mediani la nuova collezione disegnata da Giovanni Moretti Foto Sergio Sutto www.carlomoretti.com

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In queste pagine: le campagne pubblicitarie di Lobmeyr, Carlo Moretti, David Trubridge, Zanetto, Gaia&Gino, Herend. A destra, Agraria, Halcyon Days e Val Saint Lambert.

Lobmeyr è distribuito da B.Morone Via Soresina 7, 20144 Milano www.bmorone.it www.lobmeyr.at

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Vasi Grid design Jaime Hayon (2010)

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David Trubridge è distribuito da B.Morone Via Soresina 7, 20144 Milano www.davidtrubridge.com www.bmorone.it 2

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www.davidtrubridge.com

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Gaia&Gino è distribuito da B.Morone srl Via Soresina 7, 20144 Milano www.gaiagino.com www.bmorone.it 36

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Non rappresentiamo semplicemente un prodotto, noi proteggiamo e sosteniamo un’ereditĂ , una cultura un’innovazione. Vendiamo un’emozione. Passione è l’ingrediente chiave per una vendita di successo I consumatori piĂš giovani che decidono di spendere nell’elettronica e nei viaggi e che poi decorano la propria casa all’Ikea, sono un’opportunitĂ piĂš che una minaccia, ma dobbiamo riuscire ad offrire un’esperienza nel negozio che soddisfi sia loro che il nostro cliente classico. Anche se su livelli diversi, Armani Casa e Ikea seguono questa strategia, a cui come settore dobbiamo rispondere. Da parte nostra riteniamo che le nostre nuove distribuzioni vadano in questa direzione e abbiano inoltre la potenzialitĂ di spingere anche i nostri marchi piĂš classici in una simile esperienza. Ogni marchio rafforza gli altri, con il fine di fornire un pacchetto completo al punto vendita. Restando sempre su un prodotto di eccellenza, con la qualitĂ che è garanzia della B. Morone, proponiamo uno stile di vita per il consumatore piĂš esigente e che comprende oltre all’articolo per la tavola, il complemento d’arredo, l’illuminazione, il profumo d’ambiente e il sistema audio. Un’esperienza completa che coinvolga tutti i sensi. Quale il ruolo delle fiere di settore nel panorama delle nuove distribuzioni acquisite? L’obiettivo della fiera è cambiato dal prendere ordini alla comunicazione. E’ molto piĂš economico per il negoziante fare l’ordine quando passa l’agente o inviarlo direttamente al nostro ufficio. Visitare una fiera deve rappresentare un valore aggiunto e non deve solo essere l’occasione per mostrare le novitĂ . Lo sviluppo del nostro portafoglio rende indispensabile comunicare la strategia dietro a questi cambiamenti e quindi abbiamo sentito la necessitĂ di partecipare al Macef. Abbiamo progettato uno stand in collaborazione con l’arch. Giambattista Borgonzoni con l’idea di presentare un’integrazione tra tutti i nostri marchi, restando però fedeli all’immagine che le nostre manifatture presentano ad altre fiere come Ambiente e Maison&Objet. Proprietari e responsabili delle nostre aziende saranno presenti nello stand e desiderosi di poter interagire direttamente con il cliente. Scendere sul territorio facilita la comprensione della realtĂ . Quali i mezzi dunque per consolidare il rapporto con il retail qualificato e affiancarlo nella scelta delle strategie migliori da mettere in atto per continuare a essere competitivi sul proprio mercato? 130

Per rimanere competitivi c’è necessitĂ di una consistente strategia di lungo termine, ma allo stesso tempo abbastanza flessibile per ascoltare le necessitĂ del mercato ed adattarsi. Fondamentale per far questo è una forza vendita integrata. Fin dall’inizio abbiamo scelto di lavorare solo con agenti mono mandatari. Gli agenti sono il punto di incontro tra noi e il negozio, sono gli ambasciatori della B. Morone presso i clienti e il loro riferimento. E’ essenziale che rispecchino la filosofia dell’azienda, che non ci sia confusione nel portafoglio dei marchi che presentano e che siano supportati sempre da un unico team di persone, dal servizio clienti alla direzione. Devono mantenere la fiducia del punto vendita e a nostra volta dobbiamo poter contare sul loro giudizio, sono i nostri occhi sul mercato. Questo, oltre ai suoi studi e alla sua competenza, è anche uno dei motivi che ci ha spinto a promuovere Nicola Fratiglioni, nostro agente da diversi anni, direttore marketing della B. Morone. Inoltre abbiamo aumentato le risorse della nostra forza di vendita con l’aggiunta di Mirco Sgarbossa e Marco Berni. Vorremmo anche cogliere l’occasione per ringraziare Renzo Vanni per la serietĂ e l’impegno che ha dimostrato nella sua lunga collaborazione con la B. Morone e augurargli lo stesso successo per il suo futuro. RealtĂ trasformatesi in concept store con assortimenti diversificati e la messa in campo di eventi diretti a far conoscere dal vivo l’uso delle collezioni si dimostrano competitive e vincenti nei confronti della grande distribuzione‌Quali sono i cambiamenti che il Punto Vendita deve mettere in atto per rispondere alle mutate esigenze di un piĂš informato consumatore finale? Il disinteresse del consumatore per il nostro settore era giĂ precedente alla crisi, che ne ha solo accelerato la tendenza. Le persone hanno perso la passione e l’orgoglio di possedere un servizio tavola di qualitĂ . Il nostro settore non è stato ancora in grado di trasmettere il messaggio che un servizio tavola di qualitĂ deve essere usato e diventare un piacere della nostra vita quotidiana. Un piatto Herend resiste molto bene all’uso e alla lavastoviglie, come dimostrato dal certificato TĂœV, e quando, dopo anni, l’oro comincia a sbiadire, la manifattura offre un servizio di ridoratura per pochi euro. E’ un concetto importante nelle


PersonalList Inizia da questo numero un questionario sul modello di quello che Proust aveva ideato alla fine dell’Ottocento per intrattenere, e meglio conoscere, i convitati nei salotti della nobiltà e dell’ alta borghesia dell’epoca. Con lo stesso spirito, quello cioè di approfondire la conoscenza umana e non solo lavorativa degli interpreti del nostro settore, abbiamo chiesto ad Alessandra Magni e a suo marito Robert Verhoeven di stare al gioco e di essere i primi a indicarci tre loro preferenze nel campo della cultura, dei viaggi e degli hobbies. Ed ecco qui di seguito le loro scelte.

The Fine Art of Home Fragrance ®

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Tre Città Istanbul, Roma, Singapore

Tre Musei Moma, New York. Pergamon, Berlino. Musei Vaticani 1

Val-Saint-Lambert è distribuito da B.Morone Via Soresina 7, 20144 Milano www.val-saint-lambert.com www.bmorone.it 3

Tre musicisti Strategia flessibile, forza vendita integrata, life style di qualità per il consumatore più esigente considerazioni d’acquisto, perché definisce il servizio tavola di lusso come un’utilità invece che un oggetto. Questa è la chiave per competere con il livello medio basso: la qualità può essere goduta ogni giorno. E’ un messaggio che va comunicato nel punto vendita, anche con la presentazione. Dobbiamo raggiungere i consumatori più giovani che sono più inclini a ricercare delle idee di uno stile di vita e a comprare una proposta completa. Alcuni dei nostri clienti sono già andati in questa direzione offrendo nel proprio negozio delle proposte di life style in cui i nostri prodotti più classici sono ben integrati e in questo modo anche spiegati. Il negoziante diventa così un interior designer. Da parte nostra, come distributori, dobbiamo garantire ai nostri clienti, come abbiamo sempre fatto, una zona in cui poter lavorare liberamente, a seconda del loro impegno, fornendogli il servizio e il supporto di cui hanno bisogno. La nostra sopravvivenza nel lungo periodo è legata alla nostra fedeltà, alla qualità e all’esclusività. Se competere nel prezzo è vincente, lo è solo per il breve periodo. Il valore della formazione e del confronto con la forza vendita ha sempre più un ruolo determinante di congiunzione fra produzione, distribuzione e dettaglio. Quali gli obiettivi di B.Morone al riguardo? Tutti ci dobbiamo concentrare sul sell-out. Produttori, distributori e negozianti condividono la responsabilità di rispondere al consumatore finale. E’ inutile creare un oggetto che non si vende, ma dobbiamo anche essere sicuri che il dettagliante capisca la rilevanza del prodotto per essere in grado di presentarlo con convinzione. Non rappresentiamo semplicemente un prodotto, noi proteggiamo e sosteniamo un’eredità, una cultura e allo stesso tempo un’innovazione. Vendiamo un’emozione. Passione è l’ingrediente chiave per una vendita di successo. Vediamo la formazione come una doppia strada, dove produttore e dettagliante condividono l’esperienza. I nostri clienti sono sempre invitati a visitare le manifatture che rappresentiamo e i nostri fornitori sono incoraggiati a visitare i punti vendita, per mantenere attivo un dialogo con benefici per tutti. Se il negozio lavora bene, anche noi lavoriamo bene. www.bmorone.it

Bach, Sei Suites per Violoncello Solo Miles Davis da Kind Of Blue a Bitches Brew David Bowie da Space Oddity a Scary Monsters

Tre quadri Guernica, Picasso. Notte Stellata, Van Gogh La lattaia, Vermeer

Tre libri Cent’anni di solitudine, G.G. Marquez Se questo è un uomo, P. Levi Il maestro e Margherita, M. Bulgakov E tutti i libri di Agatha Christie

Tre viaggi Botswana. Scozia. Guatemala

Tre hobbies Concerti. Fotografia. Film

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Christian Kurtzke MEISSEN NewCo DAL 2008 A CAPO DEL NUOVO CORSO DI MEISSEN, HA CONVERTITO LO STORICO BRAND FONDATO A MEISSEN NEL 1710 DA AUGUSTO DI SASSONIA IN UNA IMPRESA GLOBALE DI SUCCESSO DEL LUSSO TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO MEISSEN ANJA FREIS NILS H. MÜLLER PETER GARTEN MONICA MENEZ 132


MEISSEN artCampus® MEISSEN Joaillerie® In queste pagine: il dott. Christian Kurtzke, Presidente e AD di MEISSEN®. I lavori di arte contemporanea su porcellana dell’artista Otto Piene durante il MEISSEN artCampus®. Sotto, anello “Mystery Spade”, Ametista, Drago Viola, Oro rosa 750, 66 diamanti color champagne 0,75 ct. A destra, Anelli “Mystery Farfalle”, “Mystery Spade”, “Mystery” e “Mystery Kiss of a Rose”, Ametista, porcellana bianca, Oro rosa e 124 diamanti. Design Ornella Pasquetti per MEISSEN Joaillerie®.

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Con il nuovo corso avviato da Christian Kurtzke, MEISSEN速 consolida il proprio posizionamento nel lifestyle di lusso con le esclusive piastrelle per bagni e cucine e le collezioni MEISSEN HOME速

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MEISSEN® trategie per il futuro della Manifattura di Meissen, la più antica per storia e tradizione in Europa. Nel 2010 il 300° anniversario dell’azienda ha visto concretizzarsi il nuovo corso, avviato dal dott. Christian Kurtzke, Presidente e AD di Meissen Manufaktur dalla fine del 2008. L’obiettivo: affermare a lungo termine la Manifattura di Meissen come il marchio di lusso tedesco leader nel mondo, non solo nella consolidata fama delle Porcellane d’arte in edizione limitata e dei servizi da tavola, ma anche in altri settorichiave del “lifestyle contemporaneo”, rappresentati dalle architetture d’interni, dalle collezioni d’arredo per la casa, dall’alta gioielleria e dagli accessori personali. Settori tutt’altro che inediti per Meissen, anzi per la Manifattura si è trattato di un “ritorno al futuro”, poiché il suo esordio, avvenuto nel 1710, fu legato anche alla produzione di monili e di mobili creati con sorprendenti mix di porcellana, legni e metalli pregiati. “La maggior parte della gente conosce Meissen grazie alla nostra cultura della tavola. E pensare che 300 anni fa siamo partiti con nobili gioielli e pregiati arredi interni”, afferma Christian Kurtzke, sottolinenando che la sua strategia risiede “proprio in queste due radici della storia aziendale” da riscoprire e rivitalizzare facendo leva sui potenziali di fatturato dell’azienda e sul proprio personale altamente qualificato. Viene così realizzata, in soli sei mesi, la nuova collezione MEISSEN Joaillerie , frutto della cooperazione tra MEISSEN Germania per i lavori di porcellana e MEISSEN Italia per i lavori di oreficeria, affidandone la responsabilità creativa alla nota stilista milanese Ornella Pasquetti. Nel 2011 il lancio internazionale della collezione - che sorprende e affascina per l’elevata qualità, la freschezza e l’originalità delle creazioni - ha sortito “un successo sensazionale, che ha di gran lunga superato le mie aspettative”, dichiara il Presidente dott. Kurtzke, che ha profondamente creduto nelle capacità di crescita della Manifattura, restando fedele alla sua tradizione, puntando ai migliori materiali e alla massima qualità della lavorazione. Insieme al settore Gioielleria e Accessori,

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In queste pagine: nella pagina a sinistra, l’esclusiva collezione di piastrelle in porcellana con rivestimenti anche in oro e platino della linea MEISSEN ARCHITETTURA®. Esempi di pannelli realizzati su misura per il bagno e la cucina, e un interno in stile “Mediterraneo” della linea MEISSEN HOME®, che offre una fonte d‘ispirazione inesauribile per l‘arredamento “su misura” di interi ambienti. Qui sotto, lo stand “MEISSEN Joaillerie®” a Baselworld, la fiera dell’oreficeria di lusso più importante a livello mondiale, collier con ciondolo “Carlino” di “MEISSEN Joaiellerie®”, una tradizione di metà Settecento ripresa e reinventata da MEISSEN®, e foulard in seta “Uccelli del Paradiso” e “Tulipani”.

Con le creazioni MEISSEN Joaillerie® ritorna l’antica tradizione del gioiello in porcellana che include anche una collezione annuale di successo di foulards in seta, il segmento MEISSEN HOME, dedicato all’architettura d’interni, rappresenta la seconda colonna portante della strategia per il futuro della Manifattura. Con gli esclusivi rivestimenti per pavimenti e pareti di MEISSEN ARCHITETTURA, i mobili di lusso, i tessuti per la casa con i classici motivi MEISSEN, fino ai lampadari, ai quadri da parete, agli oggetti e ai complementi d’arredo per la casa e ai servizi da tavola, MEISSEN HOME rappresenta oggi l’esclusività nell’arredamento e la massima qualità grazie a una tradizione antica di secoli. “Vogliamo sviluppare con successo questa azienda e trasformarla nel brand tedesco più importante nel mercato del lusso. Molti marchi oggi vivono della loro storia, noi guardiamo al futuro attingendo al nostro passato: MEISSEN vanta un archivio storico ricchissimo che custodisce 300 anni di storia e di arte, un patrimonio inestimabile da cui prendere spunti e idee, non abbiamo bisogno di inventare nulla, basta interpretare il nostro passato e attualizzarlo”. Questo lo spirito espresso anche da MEISSEN artCampus, felice incontro tra arte e porcellana, inaugurato nel 2010 e diretto da Daniela Lippert. Uno dei primi e più affermati artisti ospitati al Campus è stato il celebre artista tedesco prof. Otto Piene, le cui opere sono presenti nelle più importanti collezioni d’arte del mondo. www.meissen.com 135


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Faber-Castell 1761-2011 IL CONTE ANTON W. VON FABER-CASTELL CELEBRA IL 250° ANNIVERSARIO DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CON UNA CERIMONIA UFFICIALE PER 2000 INVITATI A NORIMBERGA, UNA FESTA GRANDIOSA PER 4000 OSPITI AL CASTELLO DI STEIN ED EVENTI SPECIALI IN TUTTO IL MONDO TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO FABER-CASTELL

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IL GRUPPO FABER-CASTELL Dopo otto generazioni, l’azienda è presieduta dal conte Anton Wolfgang von Faber-Castell, ai vertici dal 1978, insignito nel 2010 della “Croce di Prima Classe dell’Ordine di Merito” della Repubblica Federale Tedesca. Presente in 120 Paesi nel mondo, Faber-Castell impiega circa 7.000 dipendenti in 14 filiali produttive e 23 commerciali, con una produzione pari a quasi 2 miliardi di matite all’anno e con un fatturato che ha raggiunto i 538 milioni di euro nel 2010, con una crescita del 19%. L’Italia occupa il terzo posto per vendite in Europa. Fuori dall’Unione Europea grande impulso è stato dato ai mercati del Sud Est asiatico. Dal 2010 è tornato a fare parte del Gruppo il marchio “Eberhard Faber” con i suoi prodotti del segmento Art&Craft.

FABER-CASTELL In queste pagine: il “Multivision Show”, evento centrale della cerimonia ufficiale per i 250 anni di attività di Faber-Castell, celebrata al Centro Congressi “Frankenhalle” di Norimberga, alla presenza di 2000 invitati internazionali, rappresentanti del mondo politico e impiegati di tutte le filiali del mondo. Nelle immagini proiettate, gli esponenti delle otto generazioni che hanno fatto la storia del brand di matite più famoso al mondo, dal fondatore Kaspar Faber nel 1761 al Conte Anton Wolfgang von Faber-Castell, Presidente e AD dell’impresa di famiglia dal 1978.

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FABER-CASTELL In queste pagine: momenti della cerimonia al “Frankenhalle” di Norimberga, con il videomessaggio della Cancelliera Angela Merkel, la partecipazione di rappresentanti del mondo politico bavarese, dall’ex Primo Ministro Günther Beckstein al Sindaco di Norimberga Ulrich Maly, l’intervento del Presidente e AD Conte Anton W. von Faber-Castell e tutti i membri della famiglia Faber-Castell sul palco d’onore. Qui a destra, il logo del 250° Anniversario e il Castello Faber-Castell a Stein, dove gli impiegati dell’azienda hanno formato il numero 250. Nella pagina a destra, la “Matita Perfetta” e la “Penna dell’anno 2011” della collezione Graf von Faber-Castell, un esempio di “Shop-in-Shop” presso Moschetti di Cremona, Danilo Pecori, AD di Faber-Castell Italia, con la delegazione dei migliori clienti italiani e Mariolina Brovelli, Direttore Marketing Italia, insieme al Conte A. W. von Faber-Castell.

uecentocinquant’anni di qualità. Questo è il traguardo raggiunto nel 2011 da Faber-Castell, leader mondiale nella produzione di matite in legno e brand celebre per gli articoli di alta gamma dedicati alla scrittura, alla pittura e al disegno creativo, che festeggia quest’anno due secoli e mezzo di attività con otto generazioni della stessa famiglia. Fondata nel 1761 da Kaspar Faber, l’azienda di Stein divenne nell’Ottocento uno tra i più importanti produttori al mondo di matite di grafite e colorate grazie al Barone Lothar von Faber, che seppe trasformare una semplice matita nel primo strumento di scrittura a marchio, inaugurando una serie di prodotti che ancora oggi dettano gli standard qualitativi di questo settore. Una dinastia straordinaria, che acquisì l’attuale inconfondibile denominazione nel 1898 attraverso il matrimonio di Ottilie von Faber con il Conte Alexander zu Castell-Rüdenhausen. Dopo otto generazioni, oggi l’azienda è presieduta dal Conte Anton Wolfgang von Faber-Castell, ai vertici dal 1978. A lui è toccato l’onore di celebrare un anniversario che vale un quarto di millennio e festeggiare un successo legato

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alla qualità unica dei prodotti e alla competenza e lungimiranza di otto generazioni di imprenditori. L’8 luglio si sono tenuti, a Norimberga e presso il Castello di Stein, sede storica della Faber-Castell, solenni festeggiamenti per i 250 anni dalla fondazione dell’azienda. Dopo la cerimonia ufficiale con più di 2000 ospiti internazionali al Centro Congressi “Frankenhalle” di Norimberga, presenziata dal Sindaco di Norimberga Ulrich Maly e dall’ex Primo Ministro della Baviera Günther Beckstein e accompagnata dal videomessaggio della Cancelliera Angela Merkel, si è festeggiato al Castello Faber-Castell di Stein con 4000 ospiti, provenienti da tutte le nazioni in cui Faber-Castell produce e distribuisce. In occasione di questo importante anniversario, Faber-Castell ha presentato una straordinaria “Pen of the Year 2011”, ornata di otto preziosi segmenti di giada proveniente dalla Russia e finemente intarsiati, a simboleggiare le otto generazioni della famiglia, con finiture placcate in platino. La giada, lavorata da un maestro artigiano del laboratorio gemmologico Stephan, rispecchia la pluriennale esperienza dei tagliatori di pietre preziose della città di Idar Oberstein, in Renania-


La Matita Perfetta

gomma

matita

temperamatite

Legati alla tradizione legno di cedro naturale o nero con le caratteristiche scanalature; all’estremità della matita un’utile gomma bianca, un allungalapis platinum-plated o argento massiccio con temperamatite incorporato. La versione in Platino è disponibile anche nell’ elegante set da scrivania in legno di ontano con coperchio in metallo cromato.

Il castello Faber- Castell a Stein

Conte A. W. von Faber- Castell

Facama di A.W. Graf von Faber-Castell & C. • Milano • Servizio Cortesia: Tel. 02.430696.36 • Fax 02.48145.66 www.Faber-Castell.it

Palatinato. Una penna speciale, in edizione limitata a 1761 esemplari, a celebrazione dell’anno di fondazione dell’azienda. La linea “Graf von FaberCastell”, la più ricercata ed esclusiva del brand, propone anche la nuova collezione “Elemento Limited Edition”. Composta da quattro strumenti di scrittura – penna a sfera, roller, portamine e stilografica – “Elemento” presenta il tradizionale legno d’ulivo abbinato a un’innovativa lavorazione che fa risaltare le caratteristiche di questo legno attraverso una particolare tecnica a intarsio. La stilografica della collezione è dotata di un sistema di caricamento a cartuccia e di un pennino rifinito a mano in oro 18 carati bicolore, con una tiratura di 2500 esemplari, mentre il roller presenta una punta di precisione in rubino. “Elemento Limited Edition” è disponibile anche in tre set regalo, tutti a tiratura limitata per collezionisti. Allo scopo di esaltare al meglio articoli di scrittura così prestigiosi, l’azienda pone particolare attenzione alla visibilità e all’immagine del marchio presso il punto vendita, con supporti decorativi e sistemi espositivi modulari che si adattano efficacemente agli spazi disponibili secondo la formula vincente

dello “Shop-in-Shop”, un concept style firmato dal designer Heinrich Stukenkemper. Proprio quest’anno si festeggiano infatti i primi dieci anni di attività dello “Shop-in-Shop Graf von Faber-Castell” presso il negozio Burchi & de Sanctis a Roma, il primo ad adottare questo sistema di vendita in Italia. L’impiego di materiali rari e preziosi da parte di Faber-Castell è sempre stato affiancato da un impegno decennale nella difesa dell’ambiente. In tale direzione l’Azienda ha avviato un progetto pionieristico di riforestazione in Brasile: ogni anno vengono piantati circa un milione di semi di Pinus Caribea, una specie di pino tropicale a crescita rapida che soddisfa le esigenze di produzione con riguardo alla salvaguardia del suolo, della flora e della fauna locali. Un progetto che ha ottenuto nel 1999 la certificazione del Forest Stewardship Council (FSC), organizzazione internazionale non governativa che lotta per la conservazione delle foreste in tutto il mondo. Inoltre FaberCastell utilizza vernici a base d’acqua ecologicamente compatibili per la produzione delle sue matite, per offrire ai suoi consumatori, e ai bambini in particolare, prodotti non tossici e sicuri. www.faber-castell.it 139


OGGETTI DESIGN MAGAZINE NEWS CONCEPT STORE

Spazio Sette Roma

Ricavato in un elegante edificio romano con splendidi soffitti stuccati e decorati, Spazio Sette opera da oltre trent’anni nel settore dei mobili e dei complementi d’arredo, con uno show-room nel cuore del centro storico cittadino. I grandi classici del design accanto alle più recenti e innovative proposte del mercato: soggiorni, zone living, divani, poltrone, camere da letto, cucine componibili e una selezione di complementi d’arredo e oggetti d’arte. Autentica fucina di idee, Spazio Sette è concessionario delle più prestigiose firme del settore, sia italiane che estere, e si avvale della consulenza di un vero team di architetti pronti ad assistere la clientela attraverso proposte inedite e su misura www.spaziosette.it

L’Eglise Torino

Nell’ex tempio metodista di via Lagrange, design, scultura e architettura si fondono per dare forma a oggetti da esporre, da toccare e soprattutto da vivere. Lontano da tutto ciò che è prodotto in serie, la collezione di Matteo Casalegno mostra una ricerca costante sulle sensazioni, attraverso l’ultilizzo di materiali naturali carichi di storia e poesia, spesso lavorati a mano. Una linea industrial chic realizzata dallo stesso Casalegno reinterpretando vecchi pezzi di provenienza industriale, una scelta di vasi e tappeti unici nel design e nelle lavorazioni, una collezione di accessori moda e gioielli artigianali: prodotti esclusivi e personalizzabili, che nascono dalla sperimentazione di nuove tecniche e dalla ricerca di artisti e artigiani d’eccellenza. www.matteocasalegno.com

.dd.store Milano

Design d’autore e una sezione riservata alla sposa in uno spazio di 200 metri quadri di fronte all’Arco della Pace. Da un’idea della coppia di imprenditori e creativi Dominika Mala e Filippo Dell’Orto, un innovativo concept store pensato per una casa contemporanea ma non standardizzata, fatta di complementi d’arredo ricercati e personalizzabili, ma anche di pezzi unici in edizione limitata. Una ricca collezione di divani, poltrone e mobili contenitori, una divertente offerta di articoli multifunzionali come la specchiera e il separé che diventano pratici appendiabiti. Prodotti da spHaus, brand italiano di cui Dell’Orto è fondatore e direttore artistico, arredi e accessori sono tutti al cento per cento Made in Italy. www.ddstore.it

Sp.accio San Patrignano

Un’offerta commerciale variegata, con negozio, showroom, vendita di agroalimentari, lounge e una pizzeria & piadineria. Sp.accio di San Patrignano propone una collezione di arredi e complementi di design dalle linee essenziali, realizzati con le tecniche artigianali delle grandi botteghe di falegnameria. E dispone di uno spazio dedicato all’enogastronomia dove comprare e degustare profumi e sapori a coltura bilogica, con vendita al banco e al cestino dei prodotti della comunità e di una selezione di eccellenze provenienti da tutta la penisola. Vini, oli, salumi, formaggi e miele che parlano di competenza, dedizione, passione, ma soprattutto di riscatto sociale. Segnali di una natura che educa e insegna. www.sanpatrignano.org

Spazio Ambasciatori Bologna

Nato dalla partnership fra Eataly, Librerie Coop e Coop Adriatica e dedicato alla qualità del cibo, della cultura e della socialità, Spazio Ambasciatori ha ottenuto la menzione speciale della Giuria degli Esperti al prestigioso Retail Innovation Award 2010 del World Retail Concept di Berlino. Nell’ex mercato ottocentesco della città, una libreria con 66.000 titoli, un caffè, un’enotecabirreria e aree per incontri ed eventi. Su tre livelli per un totale di 1.500 metri quadri, il piano terra ospita la narrativa con lo spazio forum e la caffetteria, il primo livello propone libri sui viaggi e il tempo libero insieme all’osteria e alla gastronomia d’asporto,mentre l’ultimo piano è dedicato ai volumi per ragazzi e alla saggistica abbinati alla birreria www.librerie.coop.it 140


Alessi Milano shop resort ALESSI HA RIAPERTO NELLA NUOVA SEDE DI VIA MANZONI 14 A MILANO. DA UN PROGETTO DI MARTÍ GUIXÉ, 170 MQ SUDDIVISI IN QUATTRO SEZIONI PER PRESENTARE I PEZZI STORICI E LE ULTIME NOVITÀ DI PRODOTTO TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO IMAGEKONTAINER

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE CONCEPT STORE

ALESSI MILANO In questa pagina: la sezione “Museo” richiama l’esperimento dello “Shop Museum” del negozio di Parigi, progettato anch’esso da Martí Guixé nel 2008, che prevede pochi oggetti esposti su mensole bianche a sbalzo. 142


ALESSI MILANO In questa pagina: qui a sinistra, le tre vetrine ad arco su via Manzoni 14/16, e, in alto, prospettive delle sezioni “Museo” e “Set”, lo spazio destinato ad accogliere mostre a tema, raccolte storiche ed esposizioni temporanee. Il nuovo flagship store è stato progettato dal designer catalano Martí Guixé ed è ispirato all’Alessi Shop Museum di Parigi del 2008.

Un Set, un Museo, uno Shop, una Wunderkammer o stanza delle meraviglie per un’esperienza completa dell’universo casa firmato Alessi nel nuovo flagshipstore in via Manzoni a Milano er quasi 24 anni lo showroom Alessi di corso Matteotti a Milano, progettato da Ettore Sottsass, ha rappresentato uno degli indirizzi di riferimento del design italiano. Nell’anno che vede la ricorrenza del novantesimo anniversario dell’azienda, Alessi inaugura un nuovo e coloratissimo flagship store, firmato Martí Guixé, spostandosi da corso Matteotti in via Manzoni 14-16. Dopo l’esperienza dello “Shop Museum” di Parigi del 2008 e la recente avventura della mostra “Le fabbriche dei sogni” al Triennale Design Museum di Milano, la felice sintonia tra Alberto Alessi e Martí Guixé ha portato ad affidare al creativo catalano quello che per molti anni a venire sarà il luogo del dialogo fra l’azienda Alessi e il suo pubblico. Centosettanta metri quadri uniti dal decoro del pavimento – un intreccio di diagonali rosse su fondo grigio – ma suddivisi in “quattro sezioni” distinte per presentare le novità, le curiosità, le collezioni più importanti, i pezzi storici, i suggerimenti e molte altre idee che nasceranno nel variegato mondo

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della Fabbrica dei sogni Alessi. Volumi precisi sui toni del rosso lucido, piccole mensole bianche a sbalzo, arredi istituzionali usati in modo anomalo, pilastri decorati, colonne in ceramica e vetrinette museali accolgono e accompagnano gli oggetti della vasta “Enciclopedia Alessi”, per la meraviglia dei visitatori. Affacciato su una bella piazza privata con vista sul parco del Museo Poldi Pezzoli, il nuovo store Alessi presenta tre grandi vetrine ad arco e, dalla strada sino al muro di fondo, il negozio diventa “Set”, “Museo”, “Shop” e persino “Wunderkammer”. Il Set è destinato ad accogliere mostre temporanee e raccolte storiche. Adiacente al Set è poi il Museo, la sezione che richiama direttamente l’esperimento dello Shop Museum parigino, solo pochi oggetti esposti su mensole bianche, come in un vero allestimento museale. La terza, e più grande sezione, è invece una reinterpretazione dello Shop, con gli arredi istituzionali Alessi disposti a testa in giù. La Wunderkammer è infine la sezione del negozio che chiude il percorso. www.alessi.it 143


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HERMES RIVE GAUCHE

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Il nuovo negozio di Hermès a Parigi, al numero 17 di rue de Sèvres, ricavato in quella che fu la storica piscina “Lutetia”, costruita nel 1935 in stile Art Nouveau. Lo studio di architettura RDAI diretto da Denis Montel, che dal 1978 si occupa dei progetti Hermès nel mondo, ha trasformato gli enormi volumi della location in un suggestivo concept store. Se negli anni Trenta la piscina poteva ospitare nelle sue acque “Les Hippocampes”, uno dei più antichi club di nuoto parigini, nel 1978, otto anni dopo la chiusura, cambia invece aspetto e diventa l’inedito showroom della coppia di creativi Dorothée Bis. All’interno di una struttura originaria praticamente intatta, lo spazio dell’ex vasca è occupato da tre grandi e scenografiche gabbie di legno intrecciato.


Hermès Rive Gauche Parigi SULLA RIVA SINISTRA DELLA SENNA, HERMÈS APRE UN NUOVO LUSSUOSO PUNTO VENDITA, CON FIORISTA, LIBRERIA E SALA DA TÈ. E UNO SPAZIO INTERAMENTE DEDICATO ALLE COLLEZIONI PER LA CASA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO HERMÈS 145 145


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HERMES RIVE GAUCHE In questa pagina: sopra, arredi della nuova collezione home, con le riedizioni di Jean-Michel Frank, uno dei maggiori esponenti dell’Art Déco, capace di coniugare l’arte dell’abitare con il lusso della semplicità. Una raffinata riedizione della linea “Confortable”, nata nel lontano 1924 ma ancora attualissima, con le sue forme basse e massicce e uno spiccato senso per le proporzioni. Qui a destra, divano “Meridienne” di Antonio Citterio, della collezione di mobili per il soggiorno “Matières”.

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HERMES RIVE GAUCHE In questa pagina: in primo piano, il tavolo ovale in marmo Breccia aurora e taurillon liscio gold e la sedia in noce con seduta e schienale rivestiti in pelle di Enzo Mari. Gli articoli fanno parte della collezione di mobili per l’ufficio e la sala da pranzo “Métiers”. La collezione comprende una scrivania in noce Canaletto, due tavoli, una sedia e un contenitore portaoggetti. Sullo fondo, poltrona “Club Confortable” e mobile con segreti in intarsio di paglia naturale di Jean-Michel Frank, a fianco, tessuto “Finish jacquard” in lino e seta terracotta e carta da parati “Fil d’Argent” e “Up and Down”.

Una proposta completa per la casa nel nuovo concept store parigino di Hermès, dall’art de la table alle riedizioni di Jean-Michel Frank, ai complementi d’arredo disegnati da Mari e Citterio mbientazione spettacolare con piscina Art Nouveau. differenti universi firmati Hermès, mentre il mosaico sul pavimento Situata al 17 di rue de Sèvres, nel sesto arrondissement, suggerisce l’effetto luccicante dell’acqua con sfumature di grigio la boutique è il terzo punto vendita Hermès nella e verde intervallate da tocchi di oro e argento. Il prêt-à-porter capitale, dopo quello di Faubourg Saint-Honoré e uomo e donna, il cuoio, i bijoux, gli orologi. E poi gli arredi e i Avenue George V. Inaugurato il 19 novembre 2010, questo spazio complementi per la casa, con un ritorno di fiamma per la linea di 1.400 metri quadri su tre livelli apre un nuovo capitolo nella “Confortable” e le riedizioni di Jean Michel Frank, tra i decoratori storia del prestigioso marchio francese del lusso, con un’area più amati degli anni Venti e Trenta, definito da Cocteau “l’homme appositamente dedicata alle collezioni per la casa. Nella qui mit Paris sur la paille”. Illuminato dalla luce naturale che suggestiva cornice della piscina “Lutetia”, costruita nel 1935 filtra dalle ampie vetrate a lucernario, Hermès Rive Gauche non è da Lucien Béguet e dichiarata Monumento storico nel 2005, lo però solo un negozio, ma anche un fiorista, una libreria (Chaîne studio RDAI di Rena Dumas, responsabile da oltre trent’anni d’ancre) e una raffinata sala da tè (Le Plongeoir), con 17 diverse dei progetti delle boutique Hermès nel mondo, ha realizzato varietà e note di sapore selezionate in esclusiva per il 17 di rue un notevole intervento di restyling, recuperando gli elementi de Sèvres. Dalla nascita di Hermès nel 1837, sei generazioni di architettonici originari e valorizzandoli grazie alla creazione di artigiani intraprendenti e appassionati hanno contribuito alla imponenti strutture in legno che riempiono i grandi volumi della diffusione dei suoi valori: un savoir faire che nasce dalla ricerca location. Costruzioni leggere dalle forme organiche, le cabanes dei materiali migliori, dall’amore per gli oggetti belli creati per sono ottenute dall’intreccio di lamine in legno di frassino a durare nel tempo, dall’inesauribile spirito di innovazione. Hermès doppio raggio di curvatura, per una superficie coperta pari a 70 è guidata da Patrick Thomas, CEO della Maison, e Pierre-Alexis metri quadri l’una. Lo spazio dell’ex vasca è così occupato da Dumas, membro della sesta generazione della famiglia e Direttore tre enormi installazioni che delimitano l’ambiente e accolgono i Artistico del marchio. www.hermes.com

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HERMES RIVE GAUCHE In queste pagine: l’area dello store dedicata alla pelletteria e, in alto, scorcio della sala da tè Le Plongeoir. Ben visibile è il mosaico che ricopriva il fondo della vecchia piscina, con tessere di smalto, vetro e ceramica di colore bianco, grigio, beige e verde, per riprodurre al meglio l’effetto dell’acqua. A destra, l’ingresso del nuovo negozio di Hermès a Parigi, con fiori e piante di Baptiste Pitou, e la libreria Chaîne d’encre, con una scelta di libri d’arte e di design da acquistare o semplicemente consultare. La superficie totale del negozio è di 2.155 metri quadri, di cui 1.400 circa per gli spazi espositivi. Sui tre livelli sono distribuiti tutti i métiers della Maison: abbigliamento, accessori, pelletteria, borse, foulard, gioielli, orologi e profumi.

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THIERRY HERMES Nel 1837, Thierry Hermès apre a Parigi una piccola manifattura di bardature e selle. Nato sulla sponda sinistra del Reno, l’artigiano scopre all’età di vent’anni quella che è destinata a diventare la capitale mondiale del XIX secolo. Attratto dalla laboriosa rive droite, Hermès si stabilisce in quel boulevard des Capucines che tanto risuona del trotto dei cavalli, ritrovandosi di fatto al centro del “grand chemin de toute la cité”, su cui si affacciano caffè, ristoranti, negozi di ogni genere, e dove non mancano certo attrazioni, teatri e novità per stranieri e sprovveduti provinciali. Negli anni dell’apprendistato, Hermès si immerge sapientemente nel movimento frenetico di una Parigi leggera e fluida, cogliendo appieno i vantaggi di una vicinanza irripetibile con l’audacia, l’intelligenza, la spregiudicatezza, la giovinezza della capitale, raccolta sotto lo stendardo della scuola romantica: Hugo, Balzac, Dumas, Sand, Musset, Stendhal, Delacroix, Chopin e un giovanissimo Baudelaire. Le loro muse, presto modelle della moderna pittura, solcano a gruppi il lungo boulevard, posando presso il pittore Alfred de Dreux o il fotografo Nadar e rifornendosi per i loro cavalli proprio presso la vicina selleria Hermès. Una di loro, che si spegnerà nel 1847 con il nome di Alphonsine Plessis al civico 17 rue de la Madeleine, sarà però destinata a vita eterna con quello di Marguerite Gautier, la celebre “Signora delle camelie” di Dumas figlio.

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OGGETTI OGGETTIDESIGN DESIGNMAGAZINE MAGAZINEOCCHIELLO CONCEPT STORE

Gioielleria Passalacqua OTTIMA RISTRUTTURAZIONE CONSERVATIVA QUELLA REALIZZATA DALL’ARCHITETTO ULDERICO LEPRERI PER LA STORICA GIOIELLERIA PASSALACQUA DI TERRASINI, SITUATA IN UN EDIFICIO DI FINE SECOLO, TRASFORMATO IN PUNTO VENDITA D’AVANGUARDIA TESTO CARLOTTA FONTANA FOTO ALLESSANDRO BURROSI 150 150


GIOIELLERIA PASSALACQUA la bella architettura del “giardino d’inverno”, situato al secondo piano, realizzato in acciaio e vetro e pensato come meeting-point per il pubblico, le strutture dell’ascensore e della scala che collegano i tre piani della gioielleria, e il progettista del negozio, l’architetto Ulderico Lepreri. 151


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PASSALACQUA In queste pagine: esterno e interni del “giardino d’inverno”, con espositori “multibrand” sottolineati da cornici luminose. Nella pagina a destra, la tavola in specchio e LED, su cui si alternano le mis en place.

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ntica tradizione e serio impegno professionale legano la Gioielleria Passalacqua a Terrasini e al territorio di Palermo e provincia. Infatti, sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1921 grazie al geniale e intraprendente orafo Michelangelo Passalacqua e a sua moglie, Donna Bettina Orlando, la Gioielleria è stata un importante punto di riferimento sia della storia quotidiana di Piazza Duomo sia della loro clientela, oggi divenuta internazionale. Tre generazioni della famiglia Passalacqua Orlando si dunque sono alternate alla guida di questo storico punto vendita, che ha sempre offerto alla proporia clientela il miglior panorama internazionale di brand di settori diversificati, dai gioielli, gli orologi, gli argenti e le collezioni scrittura di Cartier, Salvini, Montblanc, Baume&Mercier, Gucci, Emporio Armani, D&G, Schiavon, ai cristalli di Baccarat, Carlo Moretti, Lalique, Venini, Cristal Sèvres, Riedel, Tondo Doni, dalle porcellane di Richard Ginori 1735, Wedgwood, Royal Copenhagen, Spode, Bernardaud, Lladrò, alle collezioni di Sambonet, Zanetto e solo per citarne alcuni. Oggi, Margherita La Fata Passalacqua, insieme ai figli Michelangelo, Pietro e Antonino Passalacqua, esponenti della terza generazione,

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hanno affidato alla nota professionalità della sede milanese dello Studio dell’architetto Ulderico Lepreri, esperto da oltre venti anni nella progettazione per il retail del lusso, l’incarico di progettare la ristrutturazione completa dello storico palazzo di famiglia, sempre sede della gioielleria, il restauro delle facciate e l’ideazione dell’arredamento. In collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo, sono state rimosse porzioni non funzionali dell’edificio e costruiti “forme e percorsi attuali” ma neutri, integrati nel contesto preesistente ma dotati di un forte contenuto simbolico. All’interno, ambienti suggestivi e luminosi si prestano all’esposizione dei migliori brand. Capolavoro di architettura espositiva contemporanea è il “giardino d’inverno”, al primo piano, realizzato in vetro e acciaio, integrato con l’ascensore trasparente in vetro, pensato come una scultura volante che collega i tre piani del palazzo, ideato come meeting-point per la promozione e la vendita delle più esclusive collezioni di oggettistica. Il primo piano è caratterizzato da diversi saloni progettati a tema per le diverse merceologie: si affaccia sulla piazza Duomo “il teatro degli oggetti”, costituito da un palcoscenico circolare con gradinate in

Nel giardino d’inverno il modulo ”multibrand” con cornici a sbalzo in vetro espone i marchi all’interno di cubi luminosi e su una tavola in specchio e LED si alternano le mis en place delle manifatture

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vetro luminoso per l’esposizione dell’oggettistica, al centro del giardino d’inverno il modulo”multibrand” mette in mostra i must dei marchi storici all’interno di cubi luminosi dotati di cornici a sbalzo in vetro, e, per finire, il salone “Art de la Table”, i cui arredi presentano su ripiani trasparenti e sospesi, le porcellane e i cristalli per la mis en place delle tavole. Il secondo piano, pensato come attico per le Liste nozze e l’illuminazione, è collegato a terrazzi, attrezzati per le

manifestazioni e le mostre, e si unisce ai piani sottostanti con un scala scenografica che ruota su una sinusoide d’acciaio. La nuova gioielleria Passalacqua si presenta dunque come uno spazio polifunzionale, luogo di incontro e osservazione, unione di elementi commerciali e culturali. Tradizione familiare, competenza e servizio di qualità concorrono poi a farne un polo d’attrazione d’eccellenza per la clientela più esigente. www.gioielleriapassalacqua.it www.uldericolepreri.it

Gli ambienti concavi e convessi del “teatro degli oggetti” con gradinate in vetro luminoso costituiscono un palcoscenico circolare ideale per l’espozione dei brand dell’oggettistica

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GIOIELLERIA PASSALACQUA In queste pagine: vista del “giardino d’inverno”dal piano dell’attico (in foto sotto), situato al terzo piano del negozio, e dedicato alle Liste Nozze, all’illuminazione e ai complementi arredo. È collegato a terrazzi attrezzati per lo svolgimento di eventi. Nella pagina a sinistra, lo scenografico “teatro degli oggetti”.

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Morandin Treviso SITUATO NELLA STORICA VIA PALESTRO CON RETRO AFFACCIO SUL FIUME CAGNAN, MORANDIN REGALI HA RIPERCORSO I SUOI PRIMI CINQUANT’ANNI CON UN NUOVO LOOK ALL’INTERNO DELLA SUA ART GALLERY. SVILUPPATO SU 500 MQ, È STATO PRESENTATO COME UNA GALLERIA DI COLLEGAMENTO TRA TERRA E ACQUA TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO MARCO ZANTA 156


MORANDIN REGALI In queste pagine: l’ingresso di Morandin Regali, situato in Via Palestro, nel centro di Treviso. Sopra si nota la struttura particolare del negozio, che si estende su cinque vetrine, quattro per il punto vendita tradizionale e una come “Art Gallery”.

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Vocazione internazionale e continuità storica fanno di Morandin Regali un’entità originale ed efficace, in grado di rappresentare tutta la complessità del design contemporaneo orandin Regali è da più di mezzo secolo un punto di riferimento irrinunciabile per la cultura della tavola, del design e della casa. Sorge in pieno centro a Treviso, nella vecchia zona del mercato della frutta e della pescheria, in un antico edificio del Trecento. Di concezione moderna ma profondamente legato alla ricchezza e alla bellezza del passato, è un negozio dalle molte anime che è al tempo stesso un punto vendita e una galleria espositiva in grado di ospitare mostre a tema, esposizioni e incontri con i designer. La magia del luogo è dovuta in parte alla magnifica struttura che lo ospita, recentemente restaurata e rinnovata per venire incontro alle esigenze di mercato, mantenendo contemporaneamente il carattere storico dell’edificio che, nel tempo, ha vissuto diverse identità - palazzo e antica fornace,

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e, oggi, sede di Morandin Regali. Uno spazio di 500 mq con cinque vetrine affacciate sul centro di Treviso per i marchi più importanti del design italiano e internazionale: dai cristalli di Venini, Carlo Moretti, Kosta Boda, Baccarat, Lalique, Nason e Moretti, Daum, Villeroy & Boch, agli oggetti per la tavola e la casa firmati Alessi, Meissen, Herend, Christofle, Royal Copenhagen, Bernardaud, Wedgwood, Rosenthal, KPM, iittala, Sambonet e molti altri. Il negozio, oltre all’entrata su Via Palestro, vanta un affaccio diretto sul fiume Cagnan che attraversa Treviso. La recente ristrutturazione ha avuto come risultato uno spazio definito eppure duttile in cui convivono due aree principali: una parte di 400 mq, che comprende il negozio storico, distribuito tra il piano terra, dedicato alla tavola, all’argento e alla cucina, e il primo piano, dove trova posto il settore delle liste nozze.


MORANDIN REGALI In queste pagine: a sinistra, l’affaccio del negozio sul fiume Cagnan, recentemente riaperto grazie al restauro che ha coinvolto anche la barca in primo piano, un “sanpierotto” originale della laguna di Venezia. A destra, dall’alto in senso orario: l’ingresso su Via Palestro, e i diversi ambienti di cui si compone il negozio, disposto su un piano terra e un primo piano per un totale di 500 mq. La struttura, che risale al Trecento, si giova della naturale ripartizione interna dell’edificio che permette di creare spazi e ambientazioni ad hoc a seconda degli eventi in programma, tra negozio, concept store e galleria d’arte.

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Carlo Moretti, Alessi, Kosta Boda, Baccarat, Venini, Meissen, Herend, KPM, Villeroy & Boch. I brand più importanti del design esposti in un negozio dall’identità forte, insolita e multiforme L’altro spazio di vendita consta di 100 mq allestiti soprattutto per dare rilevanza all’oggettistica in cristallo, ma anche per organizzare presentazioni ed eventi, come quello, recente, dedicato a Bertil e Ulrica Vallien di Kosta Boda. Sono in programma per il futuro anche eventi legati alle grandi manifatture di porcellana. Questo tipo di partizione si presta a una rotazione di allestimenti in linea con la stagione e le esigenze della vendita, creando sempre nuovi percorsi e definendo l’identità del negozio attraverso un’arte del mutamento che è al tempo stesso fedele ed eterodossa rispetto al punto vendita tradizionale. La struttura dell’edificio, in solido muro secolare, delimita naturalmente i diversi ambienti. Anche l’esterno possiede il fascino antico e moderno che è la vera cifra stilistica del negozio. “Per conservare la continuità storica abbiamo ripristinato la veduta sul fiume Cagnan. Una fotografia dei primi del ’900 mostra che qui si lavavano i panni” raccontano i titolari. “Abbiamo quindi chiesto il benestare per il ripristino dell’accesso sul fiume, chiuso durante la Prima Guerra Mondiale, ottenendo un insieme di grande effetto”. Ma non è finita qui: “In un secondo tempo 160

abbiamo restaurato un ‘sanpierotto’, tipica barca da pesca della laguna di Venezia. Prossimamente la doteremo anche della vela, che sarà un importante elemento di comunicazione”. Morandin Regali è un luogo in continua trasformazione, con un approccio trasversale anche dal punto di vista dei marchi, che accanto ai pezzi d’arte comprendono i nuovi prodotti per il quotidiano. L’interesse non secondario per gli strumenti da cucina professionale si riflette nell’organizzazione di corsi di cucina, con lezioni di base sulle tecniche di cottura e serate a tema cui il negozio fornisce le stoviglie necessarie, ma anche delle card per accedere a particolari condizioni di acquisto. La famiglia Morandin si è avvalsa di collaboratori interni ed esterni per realizzare questo insieme originalissimo. Tra concept store e negozio trasversale, galleria d’arte e spazio eventi, Morandin Regali è una realtà complessa che riflette la consapevolezza che i modelli di consumo stanno cambiando. “E’ sempre più necessario avere idee, fare ricerca, portare avanti l’innovazione” dice Stefano Morandin. Perché la tavola è un fatto di cultura che implica passione, conoscenza, personalità”. www.morandinregali.com


MORANDIN REGALI In queste pagine: un interno con la sezione dedicata alla porcellana per la tavola. Nella pagina a sinistra, in alto, ancora la sezione tavola e un dettaglio della struttura con vetrate provenienti da un’antica filanda. In basso, la sezione cucina e uno scorcio sulla vetrina di Via Palestro.

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FÜRSTENBERG In questa pagina: la collezione “Blanc Gourmet”, design Mikaela Dörfel 2011 coordinata da gli Chef Sven Elverfeld, Nils Henkel e Tim Raue. Fürstenberg è distribuito in Italia da Corrado Corradi. www.corrado-corradi.it

InTavola IN TAVOLA È LA SEZIONE DELLA RIVISTA DEDICATA ALLE TENDENZE E ALLE NOVITÀ NEL SETTORE DEI COMPLEMENTI PER LA TAVOLA 163


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA&IN CASA

Alessi ridisegna il quotidiano NEW DESIGN DI ICONE DEL BEL PAESAGGIO DOMESTICO DI ALESSI O COSTANTE AVANGUARDIA STILISTICA ALLARGATA ALLA CASA CON GLI SGABELLI, I PORTABIANCHERIA E I PORTAOMBRELLI DELLA SERIE “A TEMPO” TESTO MARIELLA ORLANDO FOTO ARCHIVIO ALESSI

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ALESSI In queste pagine: a sinistra, “Cestino PCH02” e “Vassoio PCH04” in acciaio inossidabile 18/10. In questa pagina, “Il Canif”, coltello pieghevole (cm 19) con manico in acciaio 18/10 ad andamento incavato per favorire la presa e lama in acciaio AISI 420 sulla quale compare il logo Alessi degli anni ‘50, entrambi design Pierre Charpin (2011). Foto Leo Torri.

dalle parole di Pierre Charpin, figura di rilievo del design contemporanea dei classici vassoi “a galleria” del Sette-Ottocento il Cestino contemporaneo francese già in team Alessi dal 2007, che capiamo “PCH02” e il Vassoio “PCH04” realizzati rispettivamente con 104 e 144 il valore del suo non facile esercizio di “re-design” di uno degli elementi verticali collegati alla sommità da una cerchiatura che corre lungo archetipi del panorama domestico, il cestino. “Ho sempre provato il bordo dalla quale sporgono per qualche millimetro. È invece una sorta di un profondo interesse per il design di oggetti già esistenti. Può sembrare oggetto “di compagnia”, il coltello multiuso pieghevole da tasca “Il Canif”, un compito modesto, ma in realtà ridisegnare e aggiornare degli oggetti, nome francese del temperino (in origine veniva utilizzato per temperare “il la cui tipologia e le modalità d’uso sono già definiti, è qualcosa di calamo”, cioè la canna di giunco), dotato di pratico astuccio in alluminio. essenziale. Risponde infatti alla necessità di riappropriarci del mondo già Sulla lama leggermente arrotondata compare lo storico logo Alessi degli esistente, quello di cui siamo inevitabilmente gli eredi”. Sono una versione anni ‘50 inserito per sottolineare la riscoperta di uno strumento antico.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

ALESSI

In questa pagina: l’alzata multipla pieghevole “Anna Gong”, design Alessandro Mendini (2011), re-design di uno storico prodotto realizzato negli anni ‘60 dall’Ufficio Tecnico Alessi. Foto lifestyle Carlo Lavatori. Qui a destra, il famoso volto-icona mendiniano di “Anna Gong” quando è chiusa nasconde all’interno l’“alzata multipla” in acciaio inox 18/10 per il servizio in tavola. Per aprirla, occorre sollevare una parte della “capigliatura” e ruotare in successione 166 i tre piani. Foto still life Elena Datrino.


OFFICINA ALESSI In questa pagina: la ciotola “Nice”, a doppia parete, design Terence Conran (2011), e il centrotavola “Megaptera”, design Andrea Morgante (2011). Tutti in acciaio 18/10.

ALESSI sotto, il nuovo servizio di posate in acciaio 18/10 con decoro in rilievo “Asta Barocca”, design Alessandro Mendini con la designer Young Hee Cha (2011).

Re-design di uno storico oggetto disegnato dall’Ufficio Tecnico Alessi negli anni ‘60 per “Anna Gong” e posate scultura per “Asta Barocca” entrambi di Alessandro Mendini “Anna Gong” re-design di uno storico prodotto di Alessi, l’“art. 898”, disegnato negli anni ’60 dall’Ufficio Tecnico Alessi e sviluppato su indicazioni di Carlo Alessi, allora Direttore Generale dell’azienda, è un omaggio di Mendini a uno dei best seller di quegli anni. È una piccola scultura, il famoso volto-icona mendiniano, che nasconde un’ “Alzata multipla” per il servizio in tavola. Per trasformarla in un’alzata occorre sollevare una parte della “capigliatura” che funge da blocco e ruotare in successione i tre piani. Presentato in anteprima in occasione della mostra “Oggetti e Progetti. Alessi: storia e futuro di una fabbrica del design italiano” tenutasi nel 2010 alla Die Neue Sammlung di Monaco, il servizio di posate “Asta Barocca” è un felice connubio tra la semplicità della forma e l’iperdecorativismo della lavorazione a rilievo. Alessandro Mendini ha saputo giocare abilmente creando un equilibrato contrasto tra la decorazione floreale che richiama alcuni lemmi stilistici del barocco e

la rigorosità della forma. Omaggio di Alessi per l’ ottantesimo compleanno del poliedrico e antesignano Sir Terence Conran, designer, scrittore, retailer, ristoratore, che ha disegnato la ciotola “Nice”, realizzata con la tecnica dell’acciaio a doppia parete, un progetto che si pone in perfetto equilibrio tra valori funzionali ed estetici. E’ un contenitore multi-uso adatto sia per dolci che per cibi secchi o freschi, ideale per mantenere freschi il gelato o la macedonia, contraddistinto all’esterno da un motivo ondulato che ne evidenzia la forma avvolgente. E’ la bella opera prima di Andrea Morgante l’oggetto “Megaptera”, metà vassoio metà centrotavola, con nervature posizionate nella parte centrale del pezzo che assecondano la deformazione di un’unica lastra di acciaio nel modo più naturale possibile. Giovane e fedelissimo assistente di Jan Kaplicky, lo ha affiancato durante le fasi di progettazione del servizio tè e caffè “Tea & Coffee Towers” (2003), del servizio tavola “Bettina” (2008) e delle posate in plastica “Zlin” (2010).

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA

Contenuto ludico e perfetta funzione d’uso per gli oggetti ironici di Eero Aarnio e lavorazione a filo di acciaio per gli sgabelli, i portaombrelli e i portabiancheria “A Tempo” di Pauline Deltour Da oltre mezzo secolo Eero Aarnio progetta con grande coerenza oggetti e arredi dalle forme geometriche, arrotondate, dai colori vivaci che alludono al “codice bambino”. “Credo che i progetti di casalinghi o utensili domestici in genere dovrebbero soprattutto essere funzionali, accattivanti per l’occhio e per il tatto e in grado di fare sorridere chi li possiede. Questo il vero valore aggiunto e la ragione per comprare un oggetto anziché un altro”. I suoi oggetti, quasi tutti realizzati in materiale plastico, sono dei piccoli racconti visivi che uniscono tratti ironici e giocosi a precisi ed espliciti significati funzionali e d’uso. A quasi ottant’anni, sempre pronto a cogliere gli aspetti ludici e paradossali del mondo del design, Aarnio ha disegnato per Alessi i primi progetti di una famiglia destinata ad

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allargarsi. È un ampliamento della serie introdotta nel 2010 la collezione “A Tempo” per la casa disegnata da Pauline Deltour e realizzata con filo di acciaio cromato piegato, tranciato, accostato con un motivo inclinato e fissati con invisibili punti di elettrosaldatura grazie a un concetto produttivo tipicamente industriale, derivato da un’approfondita ricerca tecnologica. Funzionali sia la forma conica “impilabile” dello “Sgabello” sia il contenitore in policarbonato trasparente, decorato con goccioline d’acqua a rilievo, che raccoglie l’acqua nel “Portaombrelli”. Il “Portabiancheria” può essere dotato di coperchio utilizzando il “Vassoio” in ABS già presente in catalogo e disegnato dalla stessa Deltour. www.alessi.com


A DI ALESSI In questa pagina: dalla collezione per la casa “A Tempo”, design Pauline Deltour (2011), “Sgabello”,“Portaombrelli”, realizzati in acciaio cromato o colorato, e “Portabiancheria”, con vassoio in resina termoplastica, bianco, disponibile in acciaio cromato o colorato con interno in tessuto sintetico impermeabile, colori bianco e arancio. Foto lifestyle Emauele Zamponi e still life Elena Datrino. Qui sotto, mortaio “Aroma”, in ceramica stoneware con pestello, e spremiagrumi “Citrus” in resina termoplastica nei colori arancio e trasparente, entrambi design Eero Aarnio (2011). Nella pagina a sinistra, apribottiglie magnetico “Mouse” in acciaio inossidabile 18/10 e resina termoplastica nei colori nero, verde, rosso, bianco, e, sotto, annaffiatoio “Diva” in resina termoplastica capacità 1,5 litri, design Eero Aarnio (2011). Foto lifestyle Fabrizio Bergamo e still life Elena Datrino.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

Villeroy&Boch Il decoro Blueflowers LA LINEA “FARMHOUSE TOUCH” SI VESTE DEL NUOVO DECORO “BLUEFLOWERS”, FRESCO E ROMANTICO, PER UNA TAVOLA DI SAPORE COUNTRY CHE NON RINUNCIA ALL’ELEGANZA TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO VILLEROY&BOCH

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VILLEROY & BOCH In queste pagine: i servizi e i complementi tavola della nuova serie “Farmhouse Touch Blueflowers” con decoro floreale realizzato in differenti sfumature di blu. Fa parte della nuova collezione in porcellana “Farmhouse Touch”.

Il concept di “Farmhouse Touch Blueflowers” si fonde con quello del “viver sano”, in cui il consumo di alimenti naturali e biologici si affianca alla selezione di complementi realizzati con materiali autentici armhouse Touch Blueflowers, il nuovo decoro della collezione intercambiabile e abbinabile alla bella serie base in porcellana bianca, di complementi tavola in perfetto stile country contemporaneo “Farmhouse Touch Blueflowers” è dunque il servizio tavola ideale per Farmhouse Touch, è un’alternativa ancora più attraente assaporare le più classiche ricette della tradizione familiare. Servizi e romantica grazie ai suoi intrecci di motivi di colore blu tavola, calici e posate rievocano il contatto con la natura e l’armonia variamente distribuiti e a forma di fiordaliso. Una creazione fresca, della vita all’aria aperta. Una proposta di articoli per la tavola semplici ispirata ai ritmi lenti e ai cicli rigeneranti della natura, vicina alla e adatti alla quotidianità, ideali per accompagnarsi ad arredi in sensibilità del consumatore contemporaneo e sulla scia dei trend legno massiccio, lino e lana grezza tipici della vita di campagna. Il più attuali del momento. Il concept dell’intera collezione è del resto design della linea prende spunto, infatti, dall’antica ceramica da quello del “viver sano”, in cui il consumo di alimenti biologici si cucina, reinterpretata però in chiave moderna e attuale: i piatti, di affianca alla selezione di arredi e complementi realizzati con materiali grandi dimensioni, sono impreziositi da un fine decoro in rilievo e autentici. Dal sapore delicatamente rievocativo, “Farmhouse Touch” piccoli solchi concavi, che ricordano le impronte delle mani che li definisce un preciso universo tematico che alla frenesia delle città hanno plasmati. Un autentico prodotto artigianale, dalla luminosità preferisce il lento scorrere della vita di campagna. Perfettamente intensa e dall’estetica inconfondibile. www.villeroy-boch.com

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Elleffe Design Nuove collezioni RIGORE FORMALE MA ISPIRAZIONE MATERICA PER LE NUOVE COLLEZIONI DEL MARCHIO PIEMONTESE ELLEFFE DESIGN, CHE SI DISTINGUE PER LA QUALITÀ CERTIFICATA DEL MIGLIORE MADE IN ITALY TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO ELLEFFE DESIGN DAVIDE CARAVAGGIO

i arricchisce di nuove collezioni la produzione del marchio piemontese Elleffe Design, nato nel 2007 dopo un’esperienza trentennale nel settore dell’acciaio. Forme pure tagliate, incise e piegate, ma ispirazione materica, con inserti di elementi naturali come la juta e il legno. Fra le collezioni più recenti, “Taglieri” comprende una serie di taglieri in legno di noce e presa in acciaio inox 18/10, disponibili in quattro varianti, mentre l’originale linea “Juta” include una ricca varietà di articoli per la tavola, che al

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rigore formale dell’acciaio accosta i toni caldi della fibra vegetale più di tendenza, la juta nei colori beige, panna e marrone. Ultime novità anche cestini “Ninfea”, “Sole” e “Geo”, inediti origami in lastra d’acciaio ideati per una tavola allineata al design contemporaneo, e la divertente soluzione “Happy Hour” che segue invece la scia delle mode del momento, proponendo una serie di vassoi e ciotoline per accogliere gli amici con piccole e sfiziose tentazioni da gustare rigorosamente in compagnia. Pensati per una casa contemporanea ma dallo stile essenziale e ricercato,


ELLEFFE DESIGN In queste pagine: taglieri in legno di noce e presa in acciaio inox 18/10 della nuova collezione “Taglieri”, disponibili in quattro varianti. Qui a destra, dall’alto, della collezione “Juta”, portagrissini torre, portapane tris, portapane singolo, sottopiatto e cestini portapane/grissini in acciaio inox 18/10 con presa in juta beige, marrone e panna, e vassoio con portatovaglioli della nuova collezione in acciaio inox 18/10 “Vela”. Tutto disegnato da Studio Interno Design (2010/2011).

Raffinati equilibri formali e materici per la collezione di taglieri in legno di noce e la linea per la tavola “Juta”, all’insegna di un’eleganza mai banale che ben si adatta agli scenari domestici contemporanei gli articoli Elleffe Design sono destinati ai diversi ambienti domestici ma anche all’ufficio, con portalettere, portamatite, portatelefono e tagliacarte di rara eleganza. Estetica raffinata, funzionalità estrema, culto della convivialità e passione per il design sono i valori che ispirano tutte le produzioni Elleffe Design, capaci di combinare con maestria e sapienza materiali e superfici apparentemente contrastanti ma di grande effetto. Elleffe Design controlla l’intero ciclo produttivo dei propri articoli, progettati e realizzati integralmente in Italia e perciò garanzia di eccellente e certificata qualità. Tecniche e attenzione tipicamente artigianali insieme a procedure industriali, per oggetti belli e durevoli, che sanno conquistare gli acquirenti più esigenti. L’azienda è presente alla prossima edizione di settembre del Macef di Milano (Pad1 K-21). www.lfdesignitalia.it 173


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

MODIGLIANI In queste pagine: servizio in ceramica lavorata a mano della collezione “Terre di Chianti” con posate della linea “Trevi”. Nella pagina a destra, calici della collezione “Venezia” con brocca e antipastiera della linea “Terre di Chianti”.

Modigliani Terre di Chianti PERFETTO CONNUBIO TRA ALTO ARTIGIANATO E DESIGN, LE CERAMICHE MODIGLIANI SONO UN EMBLEMA DELL’ECCELLENZA MADE IN ITALY,, DEI VALORI DEL TERRITORIO, DELLA CULTURA E DELL’INNOVAZIONE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO STUDIO INSIDE

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Manualità inimitabile, colori caldi, atmosfere avvolgenti per le ceramiche Modigliani prodotte, lavorate e dipinte esclusivamente in Italia e proposte con bicchieri e posate coordinate no stile senza tempo e forme dinamiche in cui il piacere tattile si sposa con lo stimolo visivo. Un’attenzione artigianale per il dettaglio e colori caldi che evocano la bellezza del paesaggio italiano. Un materiale antico, la ceramica, che ha saputo rinnovarsi pur mantenendo intatte le qualità storiche che la rendono apprezzata in tutto il mondo. Le ceramiche Modigliani sono prodotte, lavorate e dipinte esclusivamente in Italia: l’essere completamente made in Italy è un punto fermo per questo marchio, che nell’ultimo anno ha compiuto importanti investimenti per rafforzare la capacità produttiva, mantenendola nel nostro Paese. In un’epoca in cui l’attenzione al prodotto fatto dall’uomo e alla natura sono in primo piano, la progettazione dei designer si è soffermata sull’esaltazione della manualità, in un riuscito connubio tra creatività, tradizione e innovazione. Per questo gli smalti di Modigliani, nonostante i numerosi tentativi, sono ancora inimitabili. Tra i grandi classici del brand, la collezione “Terre Di Chianti” è ancora oggi tra le più richieste. Sintesi perfetta tra fantasia, divertimento, creatività e tradizione, “Terre Di

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Chianti” presenta un gioco di riccioli, fiocchi e altre rifiniture, che danno a questi oggetti una forte identità. Una linea di grande fascino, dai colori caldi delle colline toscane durante la vendemmia e dalla materialità dirompente creata dagli alti spessori della ceramica, lavorata con forme che mettono in risalto la manualità. Una linea completa, ricca di idee per la tavola e per il regalo: antipastiere, ampolle per l’olio, vassoi, salsiere, formaggiere, centri tavola e grandi pezzi per l’arredamento. Sul versante delle posate, la collezione “Trevi”, dall’elegante impugnatura rastremata, è disponibile in sei colori con un ampio assortimento di pezzi, tutti garantiti lavabili in lavastoviglie: dalla pala lasagne al cucchiaio riso, dal coltello panettone allo spalmaburro, dalle posate pesce alle forchettine dolce, dalla pala torta al prendi spaghetti. Come le ceramiche, anche le posate sono interamente made in Italy. Per completare l’arredo tavola nello stile Modigliani, diverse collezioni di calici danno vita ad allestimenti di grande eleganza, come la collezione di calici “Venezia”, realizzati nello stile dei soffiatori muranesi con attualissime combinazioni di colori. www.modigliani.it 175


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

Il bel Natale di Spode, Portmeirion e Franz ESCLUSIVE COLLEZIONI IN PORCELLANA, SINTESI DI CREATIVITÀ E TECNICA, E ACCESSORI ROMANTICI ED EVOCATIVI PER ACCENDERE DI MAGIA L’ATMOSFERA NATALIZIA IN CASA E SULLA TAVOLA DELLE FESTE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO PORTMEIRION SPODE FRANZ OLIVIERO VENTURI NETWORK ITALIA 176


SPODE PORTMEIRION FRANZ In queste pagine: sono di “Franz” gli addobbi per l’albero di Natale a forma di aeroplano, automobile vintage e scoiattolo e la collezione di piccoli animali in porcellana. Qui a destra, i vassoi a forma di albero e di stella della collezione “The Holly and the Ivy” di Portmeirion. Nella pagina a sinistra, il vassoietto “Albero” e la coppa “Cuore” della linea“Christmas Tree” di Spode.

I classici avvincenti colori del Natale per i complementi tavola e casa “Christmas Tree” di Spode e “The Holly and the Ivy” di Portmeirion e addobbi ispirati ai giochi e agli animali per Franz

iscuote successo da oltre 70 anni la celebre collezione “Christmas Tree” dello storico brand inglese “Spode” e si arricchisce ogni anno di nuovi elementi. Grazie alla qualità superiore dei materiali impiegati, a Spode è attribuito lo sviluppo più importante nella storia della ceramica inglese, ovvero l’elaborazione della formula della Bone China che, grazie al colore brillante e alla delicata trasparenza, ha stabilito nuovi standard qualitativi nell’industria del settore. Fortemente legato al brand Spode è il caratteristico decoro “Christmas Tree” che nasce nel 1938 per soddisfare le richieste del mercato statunitense e diventa negli anni uno dei simboli più classici del Natale, con “Santa Claus” al posto del tradizionale puntale. Spode è oggi di proprietà del gruppo britannico “Portmeirion”, fondato nel 1960 a Stokeon-Trent dalla grande creatività di Susan Williams-Ellis. Produttrice di

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alcuni dei servizi tavola con decoro di fiori e frutta più venduti al mondo, quali “Botanic “Garden” (1972), ”Pomona”(1982) e i più recenti “Eden Fruits and Flowers”, Portmeirion propone una bella linea di complementi tavola quali il vassoio o la stella a forma di albero di Natale e un set di posate, tutti decorati da beneauguranti agrifogli. Attraenti giocattoli e piccoli animaletti in porcellana per le nuove collezioni “Franz”, risultato di oltre una dozzina di procedimenti tecnici eseguiti secondo rigorosi criteri di ecosostenibilità, realizzate con smalti senza piombo e cotte a temperature ridotte per contenere le emisisoni di CO2. Unendo l’antica arte ceramica cinese alle tecnologie d’avanguardia e una formula segreta per la brillantezza dello smalto al sapiente lavoro degli artigiani. Le collezioni Spode, Portmeirion e Franz sono distribuite in Italia da Messulam di Milano. www.messulam.it 177


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN TAVOLA

Fitz and Floyd

Il Natale dal 1960

NUOVE CREAZIONI DEDICATE AL NATALE DALLO STORICO BRAND AMERICANO, SINONIMO DI UNO STILE UNICO E DISTINTIVO NEGLI ACCESSORI COORDINATI PER LA TAVOLA DELLE FESTE TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO PIULUCE.COM TORINO

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FITZ AND FLOYD In queste pagine: a sinistra, figura “Santa” della collezione “Bianco”. In questa pagina, “Renna” e biscottiera “Slitta” della collezione “Bianco”. In basso, vassoi della collezione “Holiday Servers”, piatti e sottobicchieri della collezione “Bianco”.

ondato a Dallas nel 1960 da Pat Fitzpatrick e Bob Floyd, il compaiono, in diverse versioni, su piatti, tovaglioli, cestini, zuccheriere, marchio Fitz and Floyd è da decenni sinonimo di eccellenza o anche come figure a se stanti che completano un paesaggio casalingo nella produzione di articoli da regalo e di accessori per la all’insegna della più pura magia del Natale. Collezioni come “Bianco”, tavola e per la casa. Non solo per l’indiscutibile expertise “Santa’s Forest Friends” e “Town & Country”, composte di eleganti figure, vassoi, dispiegata nella lavorazione di ciascun pezzo, realizzato e dipinto a scatole, campanelle, decorazioni per l’albero, tea light, biscottiere, cestini, mano, e per l’alta qualità della ceramica e della porcellana impiegate, portatovaglioli, piatti panettone e presepi, sono un esempio dello stile ma soprattutto per l’estro, la creatività e la bellezza dei temi trattati, audace e innovativo con cui Fitz and Floyd ha saputo elaborare in modo divenuti nel tempo dei veri e propri “must”, ricercati dai collezionisti ricco e originale gli articoli destinati alla tavola, coniugando felicemente di tutto il mondo e presenti sulle tavole più illustri, dalla Casa Bianca a funzionalità e figure artistiche. Fitz and Floyd è distribuita in esclusiva Buckingham Palace. In particolare le collezioni natalizie, che presentano da Lamart, azienda di Moncalieri presente da quarant’anni nel settore un’inesauribile ricchezza di articoli per la tavola e di allegre figure- degli articoli da regalo e complementi tavola in porcellana e ceramica. simbolo del periodo più fiabesco dell’anno, come i Babbo Natale che lamart@lamart.it www.fitzandfloyd.com

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Fitz and Floyd è stata la prima azienda a delineare una tradizione elegante e raffinata del Natale, con creazioni elaborate in porcellana e ceramica ricercate dai collezionisti di tutto il mondo

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA

ALESSILUX FOREVERLAMP AlessiLux è la prima collezione di una nuova era della ricerca Alessi nel campo dell’illuminazione, in collaborazione con Foreverlamp: una linea di lampadine a tecnologia LED, che abbatte le emissioni di CO², grazie al basso consumo energetico, e consente una grande libertà creativa, rivoluzionando il concetto tradizionale di lampada. Le lampadine ALESSILUX, disegnate da Giovanni Alessi Anghini, Gabriele Chiave e Frederic Gooris, non si nascondono, anzi interpretano la luce in assoluta autonomia, valorizzate dai supporti appositamente progettati dagli stessi designer per la sospensione, applique da parete o base da tavolo. Qui sopra, “Abatjour” bianco con sospensione “DR”. Dall’alto, da sinistra a destra, “Flame” silver, “U2Mi2” rossa e blu, “Vienna” verde, “Polaris”, “Tam Tam”, “Abatjour” gold e base “Lumière”, applique “DR” con lampadine “Flame” silver, “Tam Tam” e “Abatjour” bianco, base “Ricordo” con lampadina “Paraffina”. 180


DAUNEN STEP In questa pagina: il piumino “Starlet” è dotato della garanzia d’igiene e freschezza “Silver Protection”. Grazie alle nanotecnologie, l’innovativo fissaggio “Silver Protection” carica le fibre di tessuto di preziosi ioni d’argento, noti per le loro proprietà antibatteriche: si ottiene così un prodotto estremamente efficace contro funghi e odori, oltre che rispettoso del naturale pH della pelle. www.daunenstep.it

InCasa

È LA SEZIONE DEDICATA ALLE AZIENDE CHE PRODUCONO COLLEZIONI DI OGGETTI E COMPLEMENTI D’ARREDO PER LA CASA REALIZZATI IN MATERIALI DIVERSI

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA

LLADRÒ In queste pagine: in alto, lampadario “Niagara” della collezione “Re-Cyclos” di Bodo Sperlein. Qui a fianco, la nuova lampada con treppiede in acciaio della linea “Litofanie” e, a destra, un’altra versione del lampadario “Niagara” della collezione “Re-Cyclos”. Nella pagina a destra, lampade in porcellana della collezione “Litofanie”. 182


Lladró Luce di porcellana LE POTENZIALITÀ ESPRESSIVE DELLA PORCELLANA COME STRUMENTO DI ILLUMINAZIONE: LA LUCE DIVENTA PREZIOSO ELEMENTO DI ARREDO ATTRAVERSO LE NUOVE CREAZIONI DI LLADRÒ ATELIER TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO LLADRÒ

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN OCCHIELLO CASA

“Metropolis”, “The Fantasy”, “The Parrot Party Collection”, “Meditating Women”, “Litofanie”: amosa in tutto il mondo per le sue figure in porcellana, negli ultimi anni la Manifattura Lladrò ha iniziato a esplorare nuove strade espressive creando oggetti per l’arredo come specchi, lampade, gioielli, contenitori per il bagno e la casa. Particolare attenzione è stata dedicata al mondo dell’illuminazione, con una serie di straordinarie collezioni di lampade in porcellana che al pari delle celebri figure contribuiscono ad arredare l’ambiente con grazia unica e un carattere forte che le rende protagoniste mai invasive, creatrici di grande atmosfera. Il talento immaginifico di designer come Jaime Hayon applicato al mondo della luce dà vita a opere come la “Clown Lamp”, entrata a far parte della collezione

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LLADRÒ In queste pagine: nella pagina a sinistra, la nuova lampada della collezione “Metropolis”, design Atelier Lladrò (2011), e la “Clown Lamp” della collezione “The Fantasy”, design Jaime Hayon. In questa pagina, da sinistra, due lampade di “The Parrot Party Collection”, design Jaime Hayon, e “Meditating Woman”, ispirate all’opera Art Noveau “The Seasons series” (1896) di Alfons Mucha.

collezioni in cui la luce sposa il raffinato splendore della porcellana creando nuovi modi per arredare attraverso l’illuminazione. Con l’arte, l’expertise e la sensibilità degli artisti Lladrò “The Fantasy”: a sostenere il cappello della lampada c’è una testa in porcellana bianca, chioma fluente e viso liscio e privo di lineamenti salvo per il naso dorato che emerge, ironico enigma con una precisa funzione: sfiorandolo, la luce diventa più o meno intensa a seconda della necessità. “The Parrot Party Collection” presenta invece due lampade in linea con la vocazione bipolare della serie, raffinata ed eccentrica al tempo stesso: un paralume di assoluta semplicità e un fusto lineare impreziosito dalla presenza inaspettata di un pappagallino, reso con perizia zoologica e un tocco glamour. Due lampade, le “Meditating Women”, uniscono luce e forma umana con la presenza discreta e quasi metafisica di figure femminili appoggiate

lungo il fusto in posa meditativa. Lo skyline fantasmagorico della collezione di scatole, specchi e vasi “Metropolis” si completa con una lampada dall’architettura di sapore orientale a metà tra una ziqqurat e un grattacielo, mentre la serie delle “Litofanie” presenta nuove lampade in porcellana tra le quali una versione munita di treppiede in acciaio colorato. La linea “Re-Cyclos” firmata da Bodo Sperlein, infine, con il lampadario “Niagara” in porcellana e fibre ottiche, disponibile nella versione con farfalle e in quella con foglie, si conferma ai vertici di una produzione originale e innovativa che fa dell’alchimia tra la luce e la porcellana il nuovo punto d’incontro fra arte e arredamento. www.lladro.com 185


OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA

L’Oca Nera Gold Collection TUTTA LA PREZIOSITÁ DELLA FOGLIA D’ORO O LA TATTILE SENSUALITÁ DELLA SETA PER LE NUOVE ED ELEGANTI COLLEZIONI DI PANNELLI DECORATIVI E DI OGGETTI DAL SAPORE SAVAGE E DAL FASCINO ORIENTALE TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO L’OCA NERA 186


L’OCA NERA In queste pagine: pannello “Kimono” decorato in foglia oro, set di 2 elementi cm.120x120. Portafoto rettangolare piccolo, grande, quadrato e scatola portagioie in seta. Potiche grande e piccola, lampada cm.45x82h decorata in foglia d’oro con abat-jour.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA

Il fascino dell’oro e della seta interpreta le nuove collezioni de L’Oca Nera trasformando portafoto, scatole portagioie, vasi, lampade e salvadanai in eleganti oggetti contemporanei rezioso, sui pannelli floreali decorati in foglia oro. Luminoso, sugli steli slanciati delle abat-jour che si accendono di riflessi dorati. Evocativo, sui vasi bianchi dalla foggia moderna che ritraggono carovane di animali esotici. Inaspettato, sui più comuni oggetti d’uso quotidiano. La nuova collezione per la casa firmata l’Oca Nera sceglie il fascino misterioso del metallo più nobile, l’oro, accompagnato dalla sensualità voluttuosa della seta, che riveste della sua luce cangiante raffinate cornici e portagioie di sapore savage e charme orientale. L’anima de L’Oca Nera è del resto uno spirito cosmopolita, sempre attuale e in continua evoluzione. Capace di interpretare con forme contemporanee oggetti e microarchitetture d’arredo che personalizzano gli ambienti domestici grazie a un lusso discreto e misurato, sensibile alle abitudini e allo stile di vita di chi li abita.

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Filo conduttore di tutte le collezioni è non a caso il focus sul dettaglio lavorato con passione artigianale, dove l’arte incontra il design per dipingere scenari di forte impatto estetico e formale. Creazioni di gusto e bellezza che resistono al tempo ed esprimono armonia di valori, stati d’animo e passioni. Nata nel 1991, L’Oca Nera si afferma da subito per l’originalità dei decori e lo stile sobrio ed elegante, collocandosi nella fascia alta della distribuzione al dettaglio. Sempre attenta a individuare e comprendere le più recenti tendenze di mercato, l’azienda di Montecassiano crea ogni anno nuove collezioni nei materiali più prestigiosi, che si accostano e si mixano in soluzioni innovative e sorprendenti. Oggetti decorativi e complementi d’arredo dalla forte personalità interpretano in modo originale le attuali esigenze dell’interior design, all’insegna di una ricercata eleganza contemporanea. www.locanera.it


L’OCA NERA In queste pagine: a sinistra, collezione di portafoto e scatole portagioie in seta cangiante realizzati in differenti texture. Qui sopra, vasi decorati in foglia oro e, sotto, salvadanai elefante, giraffa e leone.

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Re di Fiori Italia Personalità e stile STILE E DESIGN INCONFONDIBILI RACCHIUDONO AFFASCINANTI FRAGRANZE PER SODDISFARE SENSIBILITÀ DIVERSE E GUSTI RICERCATI: SONO LE NUOVE PROFUMAZIONI PER AMBIENTE DI RE DI FIORI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO PIULUCE.COM TORINO 190 190


a storia delle profumazioni per ambiente deriva da due semplici invece 24 fragranze e diverse linee di diffusori catalitici in porcellana parole: “per”, in latino “attraverso”, e “fumum”, cioè fumo. Gli e vetro, dai nomi ispirati alla lirica: “Tosca”, “Medea”, “Norma”, antichi bracieri colmi di essenze da bruciare hanno lasciato “Aida”, “Nabucco”, “Romanza”, “La Bohème”, “Orfeo”, “Rigoletto” e il posto alle moderne fragranze, tornate in auge grazie a una “Carmen”. La profumazione degli ambienti con la diffusione catalitica rinnovata consapevolezza del fatto che la casa si arreda non solo con delle fragranze è indiscutibilmente il metodo più rapido, efficace mobili e oggetti, ma anche attraverso cioè che è invisibile, cioè il e igienico oggi conosciuto. Combustione catalitica significa infatti profumo. Oggi una nuova eccellenza si affaccia sull’universo della sostituire in un processo chimico l’effetto termico della fiamma profumazione per ambienti: Re di Fiori Italia, che declina il suo stile con quello di un elemento rigido: il catalizzatore, appunto, che è unico con eleganza e immaginazione, in un mondo raffinato fatto di in grado di raggiungere il medesimo risultato a temperature di gran fragranze studiate dai migliori maestri profumieri italiani e francesi e lunga più basse. Il catalizzatore permette quindi all’alcol, sostanza prodotte rigorosamente in Italia. Due le linee principali: “Tentazioni” e combustibile, di reagire a contatto con l’ossigeno dell’aria, sostanza “Incantesimo”. La collezione “Tentazioni” si compone di 36 fragranze e dei comburente, liberando così il piacevole aroma delle profumazioni e diffusori per ambiente “Opale”, “Giada”, “Ambra”, “Corniola”, “Onice” ed attirando, per distruggerli, gli elementi inquinanti e sgradevoli come “Eliodoro”. Le profumazioni sono declinate in bastoncini, spray, pietre il fumo e gli odori. Re di Fiori Italia è un marchio Charme Italia di profumate e olii essenziali. La collezione “Incantesimo” comprende Torino. www.redifioritalia.com

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Le profumazioni Re di Fiori Italia donano personalità agli ambienti che abitiamo, creano atmosfera nelle occasioni di convivialità e delicate sensazioni negli spazi di intimità RE DI FIORI ITALIA In queste pagine: a sinistra, diffusori per ambiente “Carmen” della collezione “Incantesimo”. In questa pagina, profumatori per ambiente “Ambra” della collezione “Tentazioni”.

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE IN CASA

Halcyon Days Smalti da collezione IL LUSSUOSO MARCHIO BRITANNICO, RINOMATO PER GLI SMALTI E LA PORCELLANA FINEMENTE DIPINTI A MANO, PROPONE L’ELEVATA QUALITÀ DEI PROPRI DECORI SU NUOVE FORME E NUOVI MATERIALI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO HALCYON DAYS 192


HALCYON DAYS In queste pagine: nella pagina a sinistra, dalla collezione “Works of Art in Miniature” i carillon “The Royal Albert Hall” e “St Paul’s Cathedral” e coppe con fondo verde o nero della nuova collezione “Kingfisher”. In questa pagina, i nuovi bracciali smaltati in rosso, corallo, nero. Qui sotto, momento della decorazione manuale e il martin pescatore, decoro protagonista della collezione “Kingfisher”.

Da Mayfair nel cuore di Londra la squisita fattura degli smalti Halcyon Days per oggetti da collezione e accessori moda, nei quali rivive la tecnica decorativa britannica di fine Settecento il 1950 quando a Mayfair, nel cuore di Londra, apre i battenti un negozio chiamato Halcyon Days, che diventa subito famoso per la sua collezione di antichi cofanetti smaltati, oggetti prediletti dalla fondatrice Susan Benjamin. La sua passione e la sua determinazione hanno fatto rivivere la tradizionale tecnica britannica di dipingere a mano scatoline di rame smaltate, così dal 1970 Halcyon Days ha cominciato a disegnare e produrre i propri cofanetti, ottenendo presto un riconoscimento internazionale, fino a diventare uno dei pochi marchi ad avere il privilegio di poter apporre tutti e tre i sigilli reali come “Supplies of Objects d’Art”. La determinazione e la passione di un’altra donna, Pamela Harper, che proviene dal mondo dell’alta moda, sta portando Halcyon Days verso un nuovo rilancio. La produzione storica di smalti rimane sempre una parte importante dell’azienda, che per l’orgoglio della sua tradizione ha deciso di riproporre per i colori

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delle sue confezioni l’originario blu nave con oro. Contemporaneamente un giovane team di designers e artisti sta portando l’azienda a esplorare nuove direzioni. L’idea è prendere ispirazione dalle splendide scatole smaltate e sviluppare la varietà dei decori su nuove forme, oggetti per la casa e accessori di moda, e su nuovi materiali, come porcellana, bone china, cristallo, tessuti. Tutto rigorosamente prodotto a mano e della più alta qualità. La prima delle nuove collezioni è dedicata al decoro “Kingfisher”, il martin pescatore, che per Halcyon Days riveste un ruolo fondamentale. Secondo la leggenda, l’Halcyon, ovvero il martin pescatore, era solito deporre le uova nei giorni del solstizio d’inverno in un nido galleggiante sul mar Egeo e il mare rimaneva calmo per permettergli di preparare il nido in tranquillità. Erano i giorni della calma e della serenità, gli Halcyon Days. In Italia è distribuita da B.Morone di Milano. www.halcyondays.co.uk 193


PARTNER EDITORIALE OGGETTI DESIGN MAGAZINE www.oggettidesignmagazine.it

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CARL MERTENS In questa pagina: centrotavola “Seawalk” in acciaio con base in legno. Carl Mertens è distribuita in Italia da Seambe di Milano. www.carlmertens.com

TopGourmet È LA SEZIONE DEDICATA AI PRODUTTORI E AGLI INTERPRETI DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA, ALLE NOVITA NELL’OGGETTISTICA GOURMET, NEI SISTEMI DI COTTURA E NEI COMPLVEMENTI CUCINA 195


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Marchesi Incisa della Rocchetta NELLA TENUTA SAN GUIDO SULLE COLLINE DI BOLGHERI I VIGNETI DEL SASSICAIA, DA TEMPO NELL’OLIMPO DEI PIÙ GRANDI VINI ROSSI DEL MONDO, E L’ALLEVAMENTO DEI PUROSANGUE DI RAZZA DORMELLO-OLGIATA, LA STESSA DEL FUORICLASSE RIBOT, INDIMENTICATO CAMPIONE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO ARCHIVIO TENUTA SAN GUIDO 196


MARCHESI INCISA DELLA ROCCHETTA In queste pagine: il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, proprietario della Tenuta San Guido. Nella pagina a sinistra, la nuova cantina dell’azienda, con le barriques di rovere francese per l’invecchiamento del Bolgheri DOC Sassicaia.


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MARCHESI INCISA DELLA ROCCHETTA In questa pagina: in alto, la nuova cantina della Tenuta San Guido, nel Viale dei Cipressi di Bolgheri e “davanti a San Guido”. Qui a fianco, le barriques per l’invecchiamento del Sassicaia e le bottiglie delle annate più significative, dalla prima annata messa in commercio nel 1968 al conferimento, nel 1994, della Denominazione di Origine Controllata.

Una vocazione tradizionale di famiglia per la viticoltura e una grande passione per i purosangue hanno dato vita a due outsider famosi nel mondo, il Supertoscano Sassicaia e il campione Ribot ’è qualcosa, nel DNA dei Marchesi Incisa della Rocchetta, nobile famiglia piemontese fondata dal capostipite Bonifacio nel XII secolo, che li porta ad affrontare le sfide più ardite con geniale intuizione e gusto del rischio e a scoprire, con innata propensione al successo, i campioni del futuro. Parliamo di autentici e indiscussi fuoriclasse, un cavallo di nome Ribot, entrato nella leggenda del galoppo italiano, e un vino di nome Bolgheri DOC Sassicaia, entrato nella leggenda dei “Supertoscani”, i grandi Cabernet Sauvignon italiani. E parliamo di un uomo, Mario Incisa della Rocchetta, che queste leggende ha saputo creare, con tenacia, passione, fine intuizione e grande attenzione e rispetto per i ritmi della natura e le peculiarità di un territorio. La prima leggenda, Ribot, ha le sue radici alla Tenuta dell’Olgiata, presso Roma, dove Mario Incisa avviò, nel 1932, l’allevamento di purosangue della Razza Dormello-Olgiata, coadiuvato da Federico Tesio, uno dei più grandi allevatori e allenatori italiani di purosangue. Destino volle che Tesio non avesse modo

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di assistere ai successi di Ribot - sedici corse, sedici vittorie-, poiché venne a mancare nel 1954, proprio pochi giorni prima che il fuoriclasse affrontasse, vincendo, la sua prima gara. Furono il Marchese Mario Incisa e i suoi figli, Orietta, Enrico e Nicolò, nati all’Olgiata, ad accogliere Ribot dopo ogni sua strepitosa vittoria, ad Ascot come a Parigi, o a Milano in quell’Ippodromo di San Siro che ancora, passati oltre 60 anni, lo ricorda come un mito. E già potrebbe bastare così, ma un Incisa non si ferma mai, e Mario non si fermò. Dalla Tenuta dell’Olgiata, destinata a perdere alcune delle caratteristiche che avevano affascinato il Marchese, nel primo dopoguerra la famiglia si trasferisce nella tenuta San Guido a Bolgheri, terra natale di Clarice della Gherardesca, consorte di Mario. Colline boscose digradanti verso il mare, macchia mediterranea, il Viale dei Cipressi di carducciana memoria. Nelle sue passeggiate, per osservare la natura e coglierne la più intima essenza, il Marchese Incisa notò che certi suoi terreni, sassosi ed esposti a sud-est al riparo dalle brezze


Per Nicolò Incisa “Le emozioni forti che solo un purosangue al galoppo può trasmettere, sono cose a cui è difficile rinunciare” marine salmastre, replicavano perfettamente le terre di Graves, culla dei grandi Bordeaux. Ed ecco la nuova sfida: dai cavalli di razza ai vini di razza, alla scelta coraggiosa ma sapiente di piantare Cabernet, su quel terreno sassoso tanto simile alle Graves, e produrre il primo vino bordolese su terreno italiano. Dopo anni di esperimenti, innesti, consigli, di tenace convincimento che lasciando la natura libera di esprimersi il tempo avrebbe dato ragione di ogni fatica, ecco un’altra leggenda, di nuovo un oustider che sorprende e spiazza molti blasonati competitori: il Supertoscano Sassicaia. Composto da uve Cabernet Sauvignon (85%) e Cabernet Franc (15%), matura in barriques di rovere francese da 225 litri per 24 mesi e si affina in bottiglia per 6 mesi. Commercializzato dall’annata 1968, ottiene presto i massimi riconoscimenti internazionali e, nel 1994, il conferimento della DOC. Dal 1982 è Nicolò, secondogenito di Mario Incisa, a guidare l’impresa di famiglia con la stessa passione del padre, sviluppando l’attività vitivinicola con l’impianto di nuovi vigneti e la produzione di due nuove etichette, il Guidalberto (Cabernet Sauvignon e Merlot) e Le Difese (Cabernet Sauvignon e Sangiovese), e seguendo la scuderia di purosangue per una sua sfida personale: riportare la Razza Dormello-Olgiata ai fasti del passato. www.sassicaia.com

MARCHESE NICOLÒ INCISA DELLA ROCCHETTA In questa pagina: l’interno della nuova cantina con i locali a temperatura controllata per le diverse fasi di produzione del Sassicaia, dalla vinificazione in tini d’acciaio, all’invecchiamento in barriques di rovere francese per 24 mesi e l’affinamento in bottoglia per 6 mesi. In alto, scorci dei vigneti sulle colline di Bolgheri e, qui sopra, il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta con uno dei cavalli della scuderia Dormello-Olgiata, che ha dato i natali a grandi campioni come Ribot, Donatello e Nearco. 199


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MASSIMO BOTTURA In queste pagine: lo chef Massimo Bottura con alcuni rappresentanti del team di lavoro dell’”Osteria Francescana” di Modena.

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Massimo Bottura Numero Primo DOPO LE DUE STELLE MICHELIN E IL PRIMO POSTO NELLA GUIDA DE L’ ESPRESSO CONFERITI AL RISTORANTE “OSTERIA FRANCESCANA” DI MODENA, MASSIMO BOTTURA È STATO RICONOSCIUTO NEL 2011 “MIGLIORE CHEF DEL MONDO” DALL’ACCADEMIA INTERNAZIONALE DELLA CUCINA DI PARIGI TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO OSTERIA FRANCESCANA PAOLO TERZI LUCIANO CALZOLARI

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La cucina di Bottura è un mélange di tradizione, scienza e arte. Sfida le convenzioni facendo uso di tecniche della gastronomia molecolare, del sottovuoto, della distillazione e dell’essicazione

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MASSIMO BOTTURA In queste pagine: alcuni piatti iconici di Bottura: qui a fianco,“Magnum di foie gras” e sopra, da sinistra, “Maialino laccato al balsamico”, “Sottobosco” e “Mango rottura del confine dolce salato”. Nella pagina a sinistra, in foto grande, “Banco del pesce” e sopra, da sinistra, “Omaggio a Rebuchon”, “Hamburger dolce”, “Tortellini che camminano sul brodo” e “Compressione di pasta e fagioli”.

er capirne qualcosa bisogna esserci stati. Bisogna aver gli dedicano recensioni frementi al limite dell’orgasmo. Unica pecca? assaggiato la sua leggendaria “compressione di pasta e In un blog enogastronomico qualcuno si è lamentato del “rumore fagioli”, le “cinque stagionature di Parmigiano reggiano”, il sgradevole” che si produrrebbe sfogliando la carta dei vini. Tanto “bollito non bollito”, il “croccantino di foie gras”. Bisogna per dire. Ma chi è, Massimo Bottura? Fino a poco tempo fa, secondo essersi seduti all’ ”Osteria Francescana” di Modena, che di un’osteria la guida de L’Espresso, il più grande chef italiano. Oggi è il miglior non ha proprio niente e che ricorda piuttosto una galleria di design, cuoco del mondo nella classifica stilata nel 2011 dalla prestigiosissima con pezzi d’arte contemporanea, elegante e ovattata. Bisogna esporsi “Accademia Internazionale della Cucina” di Parigi che gli ha assegnato il all’entusiasmo di Massimo Bottura, che racconta la genesi dei suoi “Grand Prix de l’Art de la Cuisine”. C’è chi lo considera un prestigiatore, piatti come un poeta, un mistico, un direttore d’orchestra. Bisogna aver un alchimista del gusto, un pittore di estasi culinarie. In ogni caso provato tutto questo, o si rischia di peccare di incredulità, levando il un genio. Fresco del vertiginoso titolo, ha subito dedicato il premio sopracciglio in un brivido snob. O a entusiasmarsi a priori per qualcosa alla sua squadra di lavoro, che gli ha reso possibile quel mélange di di rivoluzionario che tuttavia potrebbe deludere. I siti di alta cucina tradizione, scienza e arte che è la sua cucina.

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Oggi è il miglior chef del mondo nella classifica stilata nel 2011 dalla prestigiosa “Accademia Internazionale della Cucina” di Parigi che gli ha assegnato il “Grand Prix de l’Art de la Cuisine”

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MASSIMO BOTTURA In queste pagine: esempi di piatti icona di Bottura. Da sinistra, “Nero su nero, omaggio a T. Monk”, “Riflessione sull’insalata mista”, “Zuppa di pesce” e “Zuppa inglese caldo freddo”. Massimo e Lara Bottura, il salotto dell’Osteria Francescana di Modena con collezioni di arte contemporanea e arredi di design. Panoramica dell’assortimento di alto profilo della cantina gestita da Beppe Palmieri, celebre sommelier de l’Osteria Francescana.

Che nasce seguendo le orme della madre Lidia ed è stata tenuta a battesimo da Alain Ducasse, approdando infine all’originale definizione di “cucina territoriale vista da una distanza di 10 chilometri”. Un’etichetta coniata da Bottura, che si muove con agilità funambolica tra innovazione e sapori tradizionali, gli stessi che estrae dagli alimenti concentrandoli in pietre filosofali del gusto. Una cucina cerebrale che non lusinga solo il palato ma anche l’intelletto, la vista, il senso estetico. Che osa sfidare le convenzioni facendo uso di “tecniche della gastronomia molecolare”, vera e propria disciplina scientifica che utilizza i meccanismi e le reazioni chimiche alla base delle trasformazioni degli alimenti nel corso della preparazione, e che rivede radicalmente i classici metodi di cottura per migliorare i piatti dal punto di vista gastronomico e nutrizionale. Sottovuoto. Distillazione. Essicazione.

Tecniche che aiutano a proporre alimenti noti con consistenze e sapori nuovi, potenziati, sublimati, concentrati. Nella cucina di Bottura, un risotto non è solo un risotto, è l’essenza di un risotto. Un’insalata riunisce tutti i sapori della terra in una determinata stagione; di più: i profumi dell’aria. Troviamo l’intera gamma olfattiva di un mercato nel piatto di pesce che unisce crudi e cotti, ghiaccio secco e molluschi. Il territorio di Modena è presentato nel piatto “Terra”, che unisce colori, spume, sapori con sapienza alchimistica e consistenza paesaggistica. Il gioco dei volumi, del croccante dove ti aspetteresti una fuggevolezza, del morbido dove ti aspetteresti un’asperità, della leggerezza dove era atteso un peso, del liquido dov’era lecito attendersi il solido, non ha mai fine. Molto più che cibo: arte e design. Tutti italiani. www.osteriafrancescana.it

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Eataly a Genova IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DEL NUOVO MEGASTORE DELLE ECCELLENZE AGROALIMENTARI NOSTRANE NEL PORTO ANTICO DI GENOVA, LA PARTENZA DELLA TRAVERSATA OCEANICA “7 MOSSE PER L’ITALIA”, CAPITANATA DA GIOVANNI SOLDINI E OSCAR FARINETTI TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO EATALY 206


7 MOSSE PER L’ITALIA EATALY GENOVA In queste pagine:

sopra, la nuova struttura Eataly a Genova. La barca a vela utilizzata per l’impresa “7 mosse per l’Italia” e un ritratto di Oscar Farinetti con Giovanni Soldini. L’imbarcazione è un ketch di 22 metri progettato nei primi anni Sessanta da un gruppo di architetti (Van De Stad, Illingworth, Primrose e Giles) che ha dominato per un decennio nelle regate oceaniche. Partita da Genova il 25 aprile, Festa della Liberazione, e conclusasi a New York il 2 giugno, Festa della Repubblica, la traversata oceanica di Giovanni Soldini e Oscar Farinetti è già un libro. Pubblicato di recente da Eataly Edizioni, contiene le proposte e riflessioni dei naviganti: un nutrito gruppo di uomini e donne provenienti dal mondo dello spettacolo, della cultura e dell’industria, accompagnati dalla navigatrice Beatrice Iacovoni e dai velisti e imprenditori Guido Falck, Paolo Novicelli, Bruno Fieno e Luca Baffigo. 207


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Una cornice di scaffali e bancarelle con più di 6.000 prodotti, di cui il 40% circa provenienti dalla Regione Liguria e una buona rappresentanza di Presidi Slow Food n progetto che vanta ormai più di dieci negozi sparsi fra Italia, Stati Uniti e Giappone. Con l’ultima inaugurazione a Genova, lo scorso 25 aprile. Primo megastore al mondo dedicato ai cibi di qualità, Eataly nasce dal desiderio di offrire prodotti freschi e genuini a un pubblico il più possibile vasto ed eterogeneo. Ampia scelta, informalità, prezzi contenuti, offerte speciali: la filosofia di Slow Food applicata alla grande superficie. Dall’individuazione dei produttori di eccellenza fino al reperimento delle migliori materie prime, Eataly persegue un cammino fatto di salvaguardia delle tradizioni ed educazione culinaria, con lo scopo di instillare nel consumatore una corretta percezione della “qualità alimentare”. Merce in bella vista dunque, come in un grande mercato all’aperto, e nessuna persuasione occulta, uno zoccolo duro di prelibatezze agroalimentari capaci di garantire la filiera corta, una proposta integrata di vendita, ristorazione e didattica. Al terzo e ultimo piano della Palazzina Millo, in pieno Porto Antico, ha aperto un negozio di 2.000 metri quadri, dove si mangia, si compra e si impara. Con punti ristoro conviviali, spazi commerciali e aree per eventi e didattica. Una cucina e una scelta di prodotti basate prevalentemente su piatti locali, con la supervisione di

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Piero Alciati, responsabile della ristorazione Eataly e patron del ristorante stellato “Guido” di Pollenzo. Eataly Genova comprende quattro ristorantini tematici (dedicati alla pasta, alla pizza, alla carne e al pesce, a verdure, salumi e formaggi), il ristorante “Il Marin” con le specialità di mare di Enrico Panero, giovane chef emergente, una panetteria con forno a legna, una caffetteria e una gelateria artigianale. Si aggiunge uno spazio riservato alla migliore produzione olearia ligure, con annessa aula per degustare le eccellenze enogastronomiche della regione. Punto di forza del nuovo emporio firmato Oscar Farinetti è poi l’esclusiva terrazza vetrata con vista mare, splendido colpo d’occhio nato da un progetto della Renzo Piano Building Workshop. La collocazione al Porto Antico risulta evidentemente mirata, perché di lì transitavano tutte le merci da e per Genova, facendo della Superba un crocevia di scambi, anche alimentari, unico al mondo. Il Porto è del resto una “piazza sul Mediterraneo”, un punto di riferimento urbanistico, un polo culturale e un soggetto economico. In concomitanza con l’inaugurazione del megastore, la partenza della traversata oceanica “7 mosse per l’Italia”, capitanata da Giovanni Soldini e Oscar Farinetti, che si è conclusa a New York giovedì 2 giugno. Compresa fra due date fortemente


EATALY GENOVA In queste pagine: nella pagina a sinistra, alcune immagini di Eataly Genova. Un punto vendita di 2.000 metri quadri con 70 dipendenti e 3 milioni di Euro di investimento. Aperto tutti i giorni, Eataly Genova ospita 4 ristorantini tematici e informali, il ristorante “Il Marin - Ristoro del Porto Antico” con le specialità di mare dello chef Enrico Panero, una panetteria con forno a legna, una caffetteria e una gelateria artigianale. In questa pagina, gli spazi di Eataly Pinerolo e, qui a sinistra, uno scorcio di Eataly Bologna.

Merce in bella vista come in un grande mercato all’aperto, con punti ristoro conviviali, spazi commerciali e aree per eventi e didattica nei nuovi empori del gusto firmati Oscar Farinetti significative per il nostro Paese, l’impresa ha coinvolto uomini e donne di pensiero e di azione, allo scopo di redigere un documento dal linguaggio moderato ma deciso, con le sette mosse da attuare nell’immediato per migliorare la situazione socio-economica degli italiani. Un’azione politica al di fuori dei soliti scenari partitici, ovvero un ritorno al senso originale e più nobile del termine: occuparsi del bene comune. Un ketch di 22 metri dei primi anni Sessanta. Sulle vele, due grandi scritte: “7 mosse per l’Italia” e “Alla Ricerca del Marino”. Sulla fiancata, “I love Barolo” e “Grana Padano”. Un piano di navigazione inciso a chiare lettere. Un mix vincente di impegno civile, orgoglio nazionale e propaganda delle eccellenze nostrane. Una bella esperienza intellettuale che ha coinvolto personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’imprenditoria. Alessandro Baricco, Riccardo Illy, Daniel John Winteler, Marella Levoni, Antonio Scurati, Mario Brunello, Lella Costa, Luciana delle Donne, Matteo Marzotto, Giorgio Faletti, Piergiorgio Odifreddi, Teo Musso, Simone Perotti, Maria Giua e Francesco Rubino fra i compagni di viaggio. In cambusa gli chef stellati Ugo Alciati, Moreno Cedroni, Davide Scabin e Mario Batali. Per esigenze di navigazione e scelta condivisa dell’equipaggio, il cibo è

stato caricato in scorte razionate, con un budget di 4,50 euro al giorno a persona. “Ho due motivazioni forti”, ha spiegato il mercante utopico Farinetti. “La prima è agroalimentare”. “Il Marino, vento che nasce dagli oceani, filtrato da Gibilterra e Suez, diventa brezza e si posa sulle nostre specialità, incontrando l’aria fresca delle colline e delle montagne. In questo modo le rende ineguagliabili. Si pensi al San Daniele, al Grana Padano, alla Pasta di Gragnano o al Nebbiolo”. Una traversata, quella di Soldini e Farinetti, alla ricerca delle origini di quel vento così speciale, di quella carezza che rende i nostri prodotti così unici, trasformando il sapore in saggezza. La seconda motivazione è invece prettamente “civile”, la proposta di una riflessione collettiva su temi quali la riforma della politica, la spesa corrente, la necessità di migliorare le entrate, l’esercito e la diplomazia, l’Italia nel mondo, la giustizia, l’integrazione, l’ambiente e infine l’energia. Consegnato nelle mani del Console generale d’Italia a New York, il documento redatto dai naviganti vuole essere un atto profondamente simbolico, ma potrebbe rivelarsi anche di grande utilità a chi la politica la fa per davvero, in quanto espressamente nominato a svolgerla. www.eataly.it www.7mosse.it 209


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Il lifestyle di Royal VKB DAL PLURIPREMIATO BRAND OLANDESE ROYAL VKB, UNA GAMMA DI COLLEZIONI PER LA CUCINA, LA TAVOLA E L’OUTDOOR ALL’INSEGNA DELLA FRESCHEZZA, DELLA PRATICITÀ E DEL PIÙ PURO DESIGN TESTO OMBRETTA BERTINI FOTO ARCHIVIO ROYAL VKB 210


ROYAL VKB In queste pagine: nella pagina a sinistra, vassoio antiscivolo “Serving Tray” in acciaio inossidabile e materiale plastico di alta qualità, dal manico inclinato che permette di portarlo con una mano sola, e il designer Gijs Bakker, autore del vassoio. In questa pagina, in alto, portacandele “Mood Flame”, design Jan Hoekstra, e set “Puzzle Dinner Tray” per bambini in melammina. Sotto, pentola del sistema di cottuta all’avanguardia “Boomerang Wok”, design Nikolai Carels”, in alluminio e Teflon® Platinum Plus.

Stile di vita pratico per Royal VKB in cui estetica e tecnologia danno vita a oggetti ergonomici declinati nelle più diverse situazioni del quotidiano: dalla cucina e dalla tavola alla casa, all’outdoor na secolare abilità artigianale combinata con le più moderne di Nikolai Carels, in alluminio e Teflon® Platinum Plus, il cui bordo tecnologie. È questa la cifra creativa del brand Royal VKB, inclinato permette di rivoltare il cibo con estrema facilità, garantendo il cui moderno know-how è profondamente radicato nella una cottura rapida e uniforme. E poi le caraffe “Squeeze Bottle” in cultura olandese. La ditta, che fa parte del gruppo Royal polietilene, disponibili nella versione con top in acciaio inossidabile o in Delft, produce oggetti di design progettati principalmente da designer plastica di alta qualità in diversi colori trendy, adatte a una varietà di usi nordeuropei. Forme lineari e innovative, modellate sulle necessità sia come shaker che come contenitori per succhi o condimenti, il vassoio quotidiane con spirito pratico e giocoso; oggetti che vengono incontro ad “Fruit Bowl” dalla forma organica di goccia d’acqua e il pluripremiato attività che si estendono al di fuori delle pareti domestiche per rendersi vassoio antiscivolo “Serving Tray”, dal manico inclinato che rende possibile indispensabili in giardino o sul balcone. Materiali diversi come vetro, una presa sicura anche a vassoio pieno e con una sola mano. Design ludico melammina, silicone, porcellana, terracotta, concorrono a fare dei prodotti e alto tasso di funzionalità per il set “Funnel Friends”, che include tre Royal VKB una gamma completa che va dalla tavola alla preparazione contenitori per liquidi, cereali e grani, progettati in modo da poter essere e alla cottura dei cibi, ma anche a passioni extra-metropolitane come il riposti uno dentro l’altro, e per il set per bambino “Puzzle Dinner Tray”, giardinaggio e il terrazzo. Nasce così uno strumento d’avanguardia per la completo di piatto, bicchiere e posate, per conoscere il cibo e imparare cottura come “Slow Cooker”, che rivisita con materiali moderni l’antica a stare a tavola divertendosi. Royal VKB è distribuito in esclusiva in tecnica del tajine per la cottura al vapore, o ancora il “Boomerang Wok” l’Italia da Seambe di Milano. www.seambe.it

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Risolì Gourmet Linea Fusjon UN’AMPIA GAMMA DI STRUMENTI DI COTTURA CHE RAPPRESENTANO LA SINTESI OTTIMALE TRA DESIGN DELLE FORME E QUALITÀ DEI MATERIALI PER LA NUOVA LINEA “FUSJON”, ANCHE NELLA VERSIONE “FUSJONSTEEL” TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO RISOLÌ

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RISOLÌ GOURMET In queste pagine: la nuova linea “Fusjon”, design Enrico Azzimonti, in fusioni d’alluminio ad alto spessore e rivestimento antigraffio, e, sotto, la bistecchiera manico fisso “Grill Fox BK Handle Soft Touch”. Al fine di tutelare la qualità e la sicurezza dei propri prodotti, Risolì, insieme ad altre rinomate aziende italiane, ha dato la parola alla scienza. È stato così dimostrato che l’uso di pentole antiaderenti è più sicuro per la salute, più sano per la dieta alimentare e più rispettoso dell’ambiente.

Qualità Made in Italy e struttura produttiva certificata dalla materia prima al design per la linea “Fusjon” di Risolì, azienda bresciana leader nella produzione di pentole antiaderenti di moderna concezione

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na linea nata per esprimere il gusto in tutte le sue possibili accezioni: celebrazione estrema dei sapori, armonia di idee e stile raffinato. La nuova collezione “Fusjon” di Risolì Gourmet riunisce in un unico strumento di cottura tradizioni e sapori di origine diversa, ma dall’impronta decisa e inconfondibile. L’innovativo ed esclusivo design reinterpreta in chiave contemporanea i tradizionali utensili per preparare le ricette nostrane, fondendo di fatto la filosofia di cottura internazionale con quella tipicamente mediterranea. La forma leggermente conica garantisce una cucina sana e nutriente, creando una continuità di diffusione del calore e mantendo i cibi morbidi e saporiti. Le caratteristiche dell’alluminio, l’elevato spessore e il rivestimento antiaderente e antigraffio in “Teflon Platinum” consentono invece di eliminare quasi totalmente i grassi di cottura, assicurando anche un importante risparmio energetico e una facile pulizia dopo l’uso.

Alla consueta qualità firmata “Risolì Gourmet”, fatta di fusioni di alluminio, alti spessori e rivestimenti antigraffio, si aggiunge in questo caso uno scrupoloso studio tecnico delle forme, realizzato in stretta collaborazione con il designer Enrico Azzimonti. Dotata di un fondo di 6 mm e manici ergonomici per una presa sicura, la collezione “Fusjon” si compone di padella, casseruola con coperchio, tegame con coperchio, casseruolino con manico e coperchio. “Fusjon” è disponibile anche nella versione “Fusjonsteel”, con manico in acciao inox, coperchio in vetro e pomello inox resistente al calore. Creatività e concretezza, ovvero tecnologia e armonia, per soddisfare nel modo più gratificante i bisogni del palato. Fondata nella provincia bresciana intorno agli anni Sessanta, Risolì si distingue da subito per l’elevata qualità dei materiali utilizzati, conquistando la parte più esigente del mercato e divenendo rapidamente un marchio di prestigio a livello internazionale. www.risoli.com

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WMF Tecnologia e salute INNOVATIVI SISTEMI DI COTTURA, GRANDE VERSATILITÀ E MASSIMA SICUREZZA D’USO PER LA BELLA LINEA DI PENTOLE “PREMIUM ONE” E LA NUOVA PENTOLA A PRESSIONE “WMF PERFECT PRO®” TESTO ROSSELLA CRIPPA FOTO ARCHIVIO WMF

n eccezionale sistema di cottura con funzioni innovative, capace di garantire cucina ottimale e massima sicurezza in famiglia. Garanzia assoluta di non conduzione di calore fra la pentola e i manici grazie alla tecnologia d’avanguardia “Cool+” e gli indicatori di controllo “Cool Dots”, la serie di pentole “Premium One” di WMF affianca al rigoroso design di Peter Ramminger una lavorazione eccellente made in Germany, per un progetto che prevede una cromatura extra lucida “Cromargan®” in acciaio inossidabile e fondo universale “TransTherm®”, adatto a tutti i piani cottura, anche in vetroceramica e

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a induzione. Sul versante della cottura a pressione, l’ultima novità in ordine di tempo è la bella pentola “WMF Perfect Pro®”, che consente di prepare i cibi in modo semplice e veloce, conservandone intatte le caratteristiche organolettiche e con un notevole risparmio energetico, dal momento che i tempi di cottura si riducono fino al 70%. Punto di forza della pentola disegnata da Metz&Kindler è il pulsante “All-InOne” posizionato sul manico del coperchio, tramite il quale è possibile selezionare uno dei due piani di cottura previsti, azionare il piano automatico di scarico del vapore, aprire e chiudere la pentola. www.wmf.it


WMF In queste pagine: la linea di pentole “Premium One”, con l’innovativa tecnologia “Cool+” e gli indicatori visuali in silicone rosso “Cool Dots”, inseriti nei punti di giuntura fra la pentola e i manici. Qui sopra a destra, la pentola a pressione “WMF Perfect Pro®” e, qui a fianco, la casseruola rettangolare “Vitalis”, con cestelli per cotture differenziate e coperchio in vetro. “Vitalis” è un sistema di cottura aromatica a vapore, riconosciuto in tutto il mondo come il metodo più salutare per cuocere i cibi, che non essendo immersi nell’acqua, mantengono integri i sali minerali e le vitamine. Grazie al vapore i cibi non si asciugano, non bruciano e il loro sapore non subisce alterazioni.



Carlo Amadori e AbitaMi 2011 World Retail Awards Berlino 2011 I 50 anni di Michielotto spa Top Wellness Indirizzi Aziende

ByShop BY SHOP È LA SEZIONE DELLA RIVISTA DEDICATA ALLE INFORMAZIONI SULLE FIERE INTERNAZIONALI, ALLE NOVITÀ, AGLI ANNIVERSARI, AGLI EVENTI, ALLE MOSTRE E AI MEETING ORGANIZZATI DALLE AZIENDE E DAI PUNTI VENDITA 217


OGGETTI DESIGN MAGAZINE INTERVISTE

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na nuova manifestazione fieristica recante il marchio di fabbrica di Acropoli 2, ossia di Carlo Amadori e del suo team, che, per l’occasione, ha trovato in FieraMilano un partner sensibile e motivato. Parliamo di AbitaMi, rassegna autunnale dedicata ai prodotti per l’arredamento, alle tendenze e alla cultura dell’abitare. Sfruttando la sinergia con il Macef - Salone internazionale della Casa, il nuovo evento espositivo rappresenta una scelta strategica importante nel contesto del calendario fieristico mondiale, per il fatto che, finalmente, si completa il quadro d’offerta del tradizionale appuntamento milanese di settembre, integrando tutto ciò che concorre a definire l’abitare nella sua ampiezza e completezza. Per approfondire questi ed altri aspetti riguardanti la sua nuova “creazione”, abbiamo incontrato Carlo Amadori, direttore di AbitaMi alla vigilia dell’inaugurazione. Si sente emozionato? Non posso negare di esserlo. Nonostante l’esperienza maturata nei decenni trascorsi, si tratta pur sempre di un debutto. E per di più sul palcoscenico milanese: il più ambito per chi nutre, come me, la passione per il design e la decorazione nelle loro espressioni d’eccellenza.

Come è nata l’idea di AbitaMi? La qualità, lo stile, la creatività e l’innovazione espressi nella sfera della casa e dell’abitare trovano in Italia le loro vette d’eccellenza e a Milano il loro centro di diffusione su scala mondiale. Perciò ho ritenuto che Milano fosse la sede più appropriata per dare vita a un progetto fieristico nuovo e distintivo. L’obiettivo era quello di creare un appuntamento di livello internazionale con l’abitare e i suoi temi nel secondo semestre dell’anno, particolarmente centrato sul binomio “decor & design”, ossia sul dialogo virtuoso fra tradizione e innovazione, tra produzione e ricerca, tra cultura del progetto e saper fare, artigianale e industriale, capace di fornire validi spunti a tutto il settore e ai suoi protagonisti. Dato che FieraMilano desiderava integrare l’offerta rappresentata dal Macef con tutto ciò che concorre a definire il contesto dell’abitare, ci siamo incontrati e ne abbiamo parlato a lungo, mettendo a punto insieme la formula di AbitaMi. Un laboratorio, dunque, ma anche un’esposizione commerciale in grado di proporre un’offerta integrata ampia e trasversale al mondo del “living”. Come si articola la manifestazione? I padiglioni, messi a nostra disposizione da Fiera Milano nel polo espositivo

Carlo Amadori e AbitaMi 2011 SI APRE LA PRIMA EDIZIONE DI “ABITAMI”, INNOVATIVO SALONE DELL’ABITARE ORGANIZZATO NELL’AMBITO DEL MACEF D’AUTUNNO. NE PARLIAMO CON CARLO AMADORI, DIRETTORE DELLA MANIFESTAZIONE. TESTO FRANCESCO MASSONI FOTO ARCHIVIO ACROPOLI 2 E ABITAMI 218


di Rho sono quattro, per un totale di oltre 70.000 mq. Il padiglione 9 è dedicato all’Alta Decorazione, il padiglione 11 al Modern & Fashion Design, il padiglione 13 è in parte occupato dall’outdoor e in parte riservato ai Laboratori di AbitaMi, e infine, il padiglione 15 è interamente dedicato alle Mostre di Ricerca. Credo che abbiamo raggiunto un equilibrio ottimale fra rassegna commerciale ed eventi di ricerca e sperimentazione. Per quanto riguarda la parte riservata agli espositori, abbiamo compiuto un’attenta selezione fra i migliori marchi italiani ed europei, suddivisi nei vari settori di competenza, e contiamo di superare abbondantemente l’obiettivo minimo che ci eravamo prefissati per l’edizione d’esordio, pari a circa 300 aziende. Quali sono i settori merceologici coinvolti nell’ambito della rassegna commerciale? I mobili, gli imbottiti, l’illuminazione, l’editoria tessile, il tessile e la biancheria per la casa, l’oggettistica e i complementi d’arredo, l’arte della tavola, i complementi d’arredo per l’infanzia e l’outdoor. Insieme, essi compongono un mosaico d’offerta organico, ampio e articolato, che ci consente di competere a pari livello con i maggiori appuntamenti fieristici internazionali.

collezione. Ma l’oggettistica e i complementi d’arredo sono presenti anche nelle varie installazioni d’autore ospiti dei Laboratori di AbitaMi e nelle Mostre di Ricerca. A proposito, ci può fornire qualche anticipazione riguardo alla parte culturale della manifestazione? Il programma è molto nutrito e stimolante. Per ciò che riguarda i Laboratori di AbitaMi, ospiti del padiglione 13, posso dire che si tratta di una esclusiva rassegna di installazioni d’autori italiani, tredici per la precisione, centrate sull’evoluzione dell’abitare e degli oggetti che vi concorrono, in grado di fornire originali spunti di ricerca e d’approfondimento riguardo all’innovazione dei linguaggi, dei materiali e delle tecniche che ne esprimono la qualità. Quanto alle Mostre di Ricerca, il Comitato scientifico, del quale faccio parte assieme ad Alessandro Mendini, Luca Scacchetti e Philippe Daverio, ha dato spazio ad una serie di eccellenti testimonianze dell’importanza della cultura italiana dell’abitare, tra architettura, design e arte. Tra le varie mostre, segnalo: Tre racconti di fantasia, una retrospettiva dedicata allo Studio Alchimia, fondato negli anni Settanta da Adriana e Alessandro Guerriero, cui abbiamo assegnato il premio AbitaMi 2011,

ABITAMI MILANO In queste pagine: alcune mostre di ricerca: a sinistra, “A casa Castiglioni” e “Alberti’s BOX”. Sopra, “Pets Village”, “La Giovine Italia” e “Tre racconti di fantasia”. Qui a destra, “Minimi. Dialoghi Immobili” e “Paradox House”.

AbitaMi è decor&design, dialogo fra tradizione e innovazione, produzione e ricerca, cultura del progetto e saper fare, artigianale e industriale, capace di fornire validi spunti a tutto il settore In particolare, per quanto riguarda l’oggettistica, i complementi e l’arte della tavola, secondo quali criteri sono stati suddivisi gli espositori? Le migliori espressioni dell’Alta Decorazione sono riunite nel padiglione 9, con un importante focus rappresentato dalla mostra Memories, curata da Carlo Ninchi e Vittorio Locatelli e con lo Spazio Artieri, riservato agli espositori interpreti di squisita maestria artigianale. I marchi che concorrono a definire la qualità nella sfera del design contemporaneo sono invece concentrati nel padiglione 11, tra questi Alessi, Villeroy & Boch e Lladró che Patrizia Scarzella ha coinvolto nella mostra Materie di casa, una interessante escursione alla scoperta dei materiali che concorrono a definire la qualità e il gusto degli oggetti domestici. E poi, sempre nel padiglione 11, ci sono le gallerie e gli editori della sezione Contemporary, in grado di riservare piacevoli sorprese agli estimatori del vintage e del design da

a Driade, storica azienda fondata alla fine degli anni Sessanta da Enrico e Antonia Astori con Adelaide Acerbi, e a Produzione Privata, marchio forgiato nei primi anni Novanta dall’architetto Michele De Lucchi; Una stanza tutta per sé, in cui otto donne progettiste esprimono la loro idea di spazio creativo, con un contorno di installazioni firmate da cinque artiste e designer; A casa Castiglioni, a cura di Giovanna Castiglioni, nello Studio Museo Achille Castiglioni, un ambiente domestico e ‘interattivo’ arredato con oggetti, editi e inediti, progettati da Achille e Piergiacomo Castiglioni. Insomma, sembrano esserci tutte le premesse per un debutto lusinghiero… I bilanci preferisco farli sempre alla fine. Per il momento posso senz’altro dire che abbiamo lavorato duro e fino all’ultimo istante per garantire il buon esito della rassegna e che certamente oggi AbitaMi è una realtà importante con grandissime prospettive per il futuro. www.abitami.net 219


OGGETTI DESIGN MAGAZINE BY SHOP NEWS

ltre 1.200 manager retail di tutto il mondo seguiranno dal 25 business alliance internazionale. I sei finalisti selezionati per il format al 28 settembre il fitto calendario dei lavori del “World Retail innovativo sono le catene internazionali “American Eagle”, per il segmento Congress” a Berlino, giunto quest’anno alla quinta edizione. “77kids”, e “Carrefour Planet”, il negozio “The Craftsmans Experience” di In questa occasione verrà presentata la ricerca che ogni anno Chicago, “Disney Store” e “Eataly” a New York e il concept store online seleziona i candidati ai prestigiosi “World Retail Awards”, sponsorizzati “Shoes of Prey”. Nella sezione “Store Design” sono stati selezionati tra i da Oracle e distinti in otto categorie: “Responsible Retailer”, “Store finalisti il concept store “Desigual” di Barcellona, firmato dal designer Design”, “E-tailer”, “Emerging Market Retailer”, “Retail Advertising catalano Martí Guixé, megastore come “Myer” di Melbourne e “Tsvetnoy” di Campaign”, “Retail Innovation”, “International Retailer” e “Retailer Mosca, la catena “eSpoir” di Seoul, of the Year”. Una selezione dell’eccellenza in ogni settore del retail, “Carrefour Planet” e “Disney Store” WORLD RETAIL AWARDS 2011 un’anticipazione sulle tendenze emergenti e sulle scelte strategiche di New York. Le novità della In questa pagina: per innovare con successo anche in tempi di contrazione dei consumi. ricerca internazionale sulle Retail alcuni dei concept retail finalisti per Nell’ambito della categoria “Retail Innovation”, la ricerca e la selezione Innovations, realizzata da Kiki Lab l’edizione 2011 dei “World Retail Awards”: da sinistra, “eSpoir” a dei dodici candidati al “Retail Innovation Award 2011”, sei per format con Ebeltoft, saranno presentate Seoul, “The Craftsmans Experience” a innovativo e sei per “Business Innovation”, è stata curata anche quest’anno al convegno “Retail Senza da Fabrizio Valente, presidente della Giuria di esperti e fondatore di Kiki Frontiere” il 16 novembre a Milano. Chicago, “Myer” a Melbourne, “Eataly” a New York, “Desigual” a Barcellona Lab, un laboratorio specializzato sul Retail e membro di Ebeltoft, una www.worldretailcongress.com

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e “Disney Store” a New York.

World Retail Awards Berlino 2011

58 FINALISTI INTERNAZIONALI, TRA I QUALI IL NUOVO STORE EATALY A NEW YORK, SI CONTENDERANNO IL 27 SETTEMBRE AL WORLD RETAIL CONGRESS DI BERLINO I PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI AI CONCEPT INNOVATIVI E DI SUCCESSO TESTO PATRIZIA TABONE FOTO CHARLES & HUDSON E ARCHIVIO AZIENDE

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OGGETTI DESIGN MAGAZINE ANNIVERSARI

MEETING MICHIELOTTO Attesa e grande aspettativa per il prossimo “Meeting Nazionale” della Michielotto che si svolgerà da sabato 1 a lunedì 3 ottobre nella prestigiosa residenza dell’Hotel Romeo a Napoli, con la tradizionale presentazione della “Prevendita 2012” e la grande “Cena di Gala” domenica 2 ottobre per festeggiare i primi 50 anni dell’azienda insieme al management internazionale delle aziende rappresentate invitate per l’occasione

I 50 anni di Michielotto IL NUOVO AD EDOARDO MICHIELOTTO PROSEGUE IL PERCORSO DI INNOVAZIONE DELLA STORICA AZIENDA CON DINAMISMO, COMPETENZA E PASSIONE

In questa pagina: il dott. Edoardo Michielotto, nuovo Amministratore Unico della Michielotto Rappresentanze spa, seconda generazione di famiglia alla guida della società. Sopra, veduta della sede dell’azienda a S.Antonio di Mantova. La logistica interamente informatizzata del grande magazzino merci garantisce agli oltre 1500 clienti e ai 30 agenti Michielotto la certezza di un servizio di consegna rapido e puntuale.

TESTO LAVINIA EFFE FOTO ARCHIVIO MICHIELOTTO SPA

trategia, preparazione, professionalità, lealtà e cortesia, questi gli asset vincenti che hanno portato la Michielotto di Mantova a festeggiare i primi 50 anni di attività, uniti alla sicurezza della continuità garantita dal cambiamento al vertice del suo Amministratore Unico, il dott. Edoardo Michielotto, figlio di Augusto e Annamaria Michielotto, già formatosi in azienda avendo ricoperto da anni il ruolo di Direttore Commerciale. In attività fin dal 1948 grazie ai fratelli Maria Assunta e Giuseppe Michielotto, che entrano nel mondo dell’arte della tavola con passione e spirito imprenditoriale, la Michielotto ha avuto 4 passaggi aziendali, Michielotto Grossista, Michielotto+, Michielotto Tradizioni e Tendenze fino alla Michielotto Rappresentanze, che ben esplicitano l’evoluzione delle sue strategie aziendali, che l’hanno portata sin dal 1961 a dare vita alla strutturazione di una solida azienda distributrice di complementi tavola, cucina e casa in grado di rispondere alle esigenze di un mercato in continua trasformazione. Un patrimonio di esperienza commerciale e di rapporti con il pubblico che, grazie a una costante strategia market-oriented, si trasforma dunque negli anni in una società consolidata in ogni segmento del settore attraverso un’offerta trasversale e di qualità, rappresentata da marchi quali Royal Albert, Royal Doulton, Narumi, Dartington, Denby, Keltum,

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Mondi, Jean Closé, M Living - Interior design, e solo per citarne alcuni, fino all’ultimo lungimirante ingresso nel settore dell’illuminazione con Sompex, noto marchio tedesco con oltre 60 anni di esperienza nel settore. Divenuta punto di riferimento per il mercato, la Michielotto si avvale di una rete vendita estesa su tutto il territorio nazionale e del prezioso contributo della sezione acquisti, il cui compito è la continua ricerca e selezione delle nuove tendenze a livello internazionale. Un’azienda dinamica, dunque, in grado di interpretare i trend emergenti, che fa della selezione di proposte di alto livello uno dei suoi punti di forza. Altro plus dell’azienda è il servizio ai negozi: l’efficienza del grande magazzino e della logistica interamente informatizzata che garantisce disponibilità e puntualità, e il materiale tecnico informativo che supporta il dettagliante nelle motivazioni di vendita. Grande attenzione è posta al brand merchandising: consulenti professionisti progettano e realizzano l’allestimento delle vetrine e il lay-out degli spazi espositivi, comunicazione e aggiornamento del sito Internet sono costanti. Un grande lavoro di squadra che coinvolge sia tutto lo staff interno all’azienda sia i clienti retailer, veri e propri partner con cui affrontare da protagonisti il futuro mercato dei complementi d’arredo. www.michielotto.it




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Edizione

Rassegna di prodotti e servizi per la cerimonia nuziale

15-16 ottobre 2011 Palazzo Re Enzo - Bologna Orario 10.00-20.00 - ingresso 5 euro

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COCO SPA BODU HITI MALDIVE In questa pagina: il centro wellness “Coco Spa”, per trattamenti di bellezza e benessere con terapie thailandesi, indiane e indonesiane.

TopWellness SEZIONE DELLA RIVISTA DEDICATA AI MIGLIORI WELLNESS E SPA RESORT INTERNAZIONALI PER IL BENESSERE DEL CORPO E DELLA MENTE


OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOPWELLNESS

COCO SPA BODU HITI MALDIVE In queste pagine: il bar “Latitude” sulla spiaggia di Bodu Hiti, con una scenografica vista sulla laguna e sulla grande “infinity pool”, una delle suggestive piscine del prestigioso resort Coco Palm, studiate per confondersi con le acque dell’oceano su cui si affacciano. Nella pagina a destra, dall’alto, due ristoranti del resort, “Breeze” sulla spiaggia e “Air”, e il centro wellness “Coco Spa”, per trattamenti di bellezza e benessere con terapie thailandesi, indiane e indonesiane. 232


Coco Palm Maldive NEL RESORT MALDIVIANO, EDIFICATO TRA LE PALME E LA LAGUNA DI UN’INCANTEVOLE ISOLA PRIVATA DELL’ATOLLO MALÈ NORD, UN ESCLUSIVO SOGGIORNO DI RELAX E BENESSERE TESTO PATRIZIA TABONE FOTO COCO COLLECTION 233


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COCO SPA BODU HITHI MALDIVE In queste pagine: il centro termale accoglie nei padiglioni sospesi sulle acque cristalline e dispone di camere per trattamenti privati, ognuno con piscina, bagno o ponte relax. Abili terapisti offrono una vasta gamma di trattamenti, anche personalizzati, per la mente e per il corpo. Coco Spa dispone anche di due padiglioni di yoga e un attrezzato spazio fitness sull’acqua.

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ituata a circa 40 minuti di motoscafo da Malé, capitale delle Maldive, Bodu Hithi è un’isola privata di spiagge candide, lussureggianti mangrovie e palme da cocco, una piccola perla nell’Oceano Indiano trasformata in un raffinato resort. L’oceano che la circonda è assoluto protagonista, nelle distese sconfinate a perdita d’occhio, nella sorprendenti e variopinte specie marine che lo abitano, nei colori infuocati del cielo che vi si specchia al tramonto, nelle miriadi di stelle che lo illuminano di notte. Ciò che rende unico il resort Bodu Hithi è proprio l’abbraccio dell’acqua, che nei punti meno profondi accoglie le ville su palafitte, due dei quattro ristoranti dell’isola e le strutture del “Coco Spa”, prestigioso centro benessere unico nel suo genere. Il soggiorno a Bodu Hithi si trascorre in una villa, sulla terraferma tra le palme, o in laguna su palafitte. Sotto le palme dell’isola per le “Island Villa”, un grande open space affacciato sulla spiaggia corallina, con patio privato per la piscina, la zona relax e la terrazza per l’angolo pranzo. Nella laguna per le ville su palafitte, nelle tipologie “Water Villa” e “Escape Water Villa”, con ampia zona living interna confinante con la terrazza privata su due livelli e la piscina privata. In una laguna appartata sorge il complesso ad anello delle lussuose “Escape Water Residence”, vere e proprie isole di intimità, esclusività e privacy. Arredate con grande attenzione al design contemporaneo, sono completamente appartate, ognuna con la propria terrazza privata e una


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COCO PALM RESORT MALDIVE In questa pagina: camera da letto, sala da bagno e piscina privata “infinity pool” delle ville sull’acqua “Water Villa” (109 mq) e “Escape Water Residence” (184 mq). Le ville del resort Coco Palm Bodu Hiti consentono una totale privacy, in ambienti arredati con grande attenzione al design contemporaneo, confortevoli spazi esterni, affacciati su un panorama mozzafiato, e servizi esclusivi.

“infinity pool”, le particolarissime piscine di questo resort, studiate quotidiane di comfort e benessere. Oltre al “The Stars”, riservato per confondersi con le acque dell’oceano su cui si affacciano. Oltre agli ospiti delle “Escape Water Residence”, il resort offre un ristoro alla terrazza di legno attrezzata come solarium e zona pranzo, ogni per tutti i momenti e per ogni desiderio con tre ristoranti, “Air”, il villa ha una confortevole camera da letto, un grande soggiorno, il ristorante principale, di cucina fusion, “Aqua” per cene romantiche bagno con doccia interna ed esterna e un’elegante vasca da bagno. sopra l’acqua, e “Breeze” il ristorante sulla spiaggia, dal concept Gli ospiti delle “Escape Water Residence” hanno il ristorante “The innovativo per happening divertenti e socializzanti, inoltre il bar Stars” a loro esclusiva disposizione e godono dei particolari benefit “Latitude” sulla spiaggia, con una scenografica vista sulla laguna del Club Coco Palm: una Club Car dedicata per accompagnarli alla e sulla grande “infinity pool”, e “Altitude Wine Room”, ideale per loro villa, check in e check out discreto e confortevole direttamente degustare vini straordinari godendosi lo spettacolo del tramonto in villa e sorseggiando champagne, un maggiordomo privato al loro maldiviano. Sole, oceano, relax, e trattamenti personalizzati di servizio 24 ore su 24, la possibilità di scegliere il cuscino preferito e benessere nei padiglioni sospesi su acque cristalline del “Coco Spa”, la sua profumazione, un bagno schiuma appositamente preparato per che accoglie al suo interno le cabine per i trattamenti, con piscina, il soggiorno, esclusivi trattamenti al “Coco Spa”, il centro wellness bagno o terrazza di legno per il relax. Abili professioniste offrono del resort, una crociera privata al tramonto e numerose attenzioni una grande varietà di terapie indonesiane, thailandesi, indiane e 236



OGGETTI DESIGN MAGAZINE TOPWELLNESS

COCO PALM RESORT MALDIVE In questa pagina: l’isola di Bodu Hiti con le strutture del resort, le “Water Villa” e “Escape Water Villa” sull’acqua e le “Island Villa” sotto le palme dell’isola, i padiglioni del Coco Spa e l’anello delle lussuose “Escape Water Residence”.

Trattamenti esclusivi e personalizzati di benessere per il corpo e per la mente nei padiglioni sospesi sulle acque cristalline del Coco Spa, il centro wellness del resort Bodu Hiti cure personalizzate per la mente e per il corpo, con una collezione di prodotti per la cura della pelle di ispirazione ayurvedica. Nel centro benessere si trovano anche bagno turco, sauna, due padiglioni per corsi di Yoga e Tai Chi. Per i più sportivi sono a disposizione uno spazio fitness affacciato sull’acqua e, sulla terraferma, la grande “infinity pool”, un campo da tennis e uno da volley ball. Le Maldive sono il regno degli sport subacquei e intorno al Coco Palm Bodu Hithi ci sono punti d’immersione adatti a qualunque livello d’esperienza, con la possibilità, molto elevata, di osservare grandi pesci come la manta. Non poteva quindi mancare un centro attrezzato per le immersioni, il “Dive Ocean Bodu Hithi”, con 4 istruttori multilingua, italiano compreso, per programmi di diving anche per principianti e corsi di certificazione subacquea PADI, dal primo livello fino al pro Level. Si possono praticare anche tutti gli altri sport acquatici, noleggiando o seguendo le lezioni di kayak, catamarano e windsurf, o partecipando a un escursione in catamarano con lo skipper. E chi 238

tanto sportivo non è, ma desidera vivere ogni singola sfumatura di questo posto incantevole, ha solo l’imbarazzo della scelta, tra una magica mattina con colazione all’alba sulla spiaggia sorseggiando champagne, un’escursione a bordo di un dhoni, l’imbarcazione tipica maldiviana, per una battuta di pesca, una crociera al tramonto attorno a Bodu Hithi, un classico del cinema da vedere sotto le stelle, nel cinema all’aperto sulla spiaggia, o un pomeriggio alla scoperta di Malé, capitale delle Maldive, ricca di storia e di cultura. Coco Palm Bodu Hithi è certo il luogo ideale per un viaggio di nozze, ma ci si può addirittura sposare lì, con la tradizionale cerimonia maldiviana sulla spiaggia, preceduta da una giornata di trattamenti e cure di bellezza per gli sposi. Dopo la cerimonia, una suggestiva crociera al tramonto e una romantica cena a lume di candela dove si preferisce. Per ulteriori informazioni e prenotazioni, contattare la Multicom di Mazzo di Rho, Milano. Tel. 02 93909290-02 93902493 info@multicom-mc.it www.cocopalm.com



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Taitù 20085 Locate Triulzi Milano Tel. 02 90780606 Negozio: Via Bigli 16 Milano Tel. 02 76005402 www.taitu.it

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Strada Statale 33 del Sempione, 28 20017 Rho (Milano) Tel. 02 49971 www.macef.it www.abitami.net

Via della Meccanica, 24 37139 Verona Tel. 045 8393511 www.wmf.it

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