6:00AM Skateboard Culture Magazine

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AGOSTO / SETTEMBRE 2011 / ITALY € 4.50 edo paris / fs heel / ph.giuliano berarducci

Anno X bimestrale / Swiss chf 10.00 / Canton Ticino chf 10.50 / E € 7.00 / AT € 7.50 / D € 9.50 Poste Italiane Spa sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n°46) art. 1 comma 1 / DCB Milano








DIRETTORE RESPONSABILE CRISTIANO ZANNI / c r i s t i a n o z @ h i p o w. c o m CAPO REDATTORE ALESSANDRO REDAELLI / a l e r @ 6 a m . i t ART DIRECTOR MATTEO DI NISIO / m a t t e o d @ 6 a m . i t IN REDAZIONE JACOPO ATZORI / j a c o p o @ 6 a m . i t FOTOGRAFI SENIOR CRISTIAN ‘OSDE’ BENZONI, ENRICO RIZZATO & FEDERICO ROMANELLO TESTATA w w w. l u c a b a r c e l l o n a . c o m HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO TESTI / ERIC ANTOINE, FRANCESCO GIRARDI, LORENZO LUPI, DAVIDE MARTINAZZO, ROBERTA TRABATTONI & SIMONE VERONA IMMAGINI / ERIC ANTOINE, GIULIANO BERARDUCCI, HELMUT BERTA, MAURO CARUSO, PAOLO CENCIARELLI, ALAN MAAG, DAVIDE MARTINAZZO, DANIELE MARZOCCHI & GIULIO SERTORI

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contents

davide ‘lerri’ frassine / fs bluntslide / creteil / photo enrico rizzato

10 | WAITING ROOM 12 | FACILITIES | WOOD FOR SUMMER 16 | DC | MONUMENT 22 | NIKE | THE CHOSEN 28 | THE LEGEND | JEFF GROSSO 30 | VERSILIA | SKATEPLAZA REPORT 32 | VANS | SHOP RIOT 34 | ÉS | GAME OF SKATE 36 | EMERICA | WILD IN THE STREET 38 | OUR THING | YEAH SKATEBOARDS 40 | KING OF BARRIOS 42 | NEIGHBORHOODS | CLAUDIO MAJORANA 43 | REPORT 44 | BLAST! | THE BIG ONE 46 | EUROPEAN PROFILE | ROUGER GAUTHIER 54 | ITW | ROLL WITH EDO 64 | ITW | GILBO’S FLOW 72 | EASTPAK | BAGUETTE TOUR 82 | ITW | GILLES GALLICCHIO 90 | PROFILE | CLAUDIO BERNARDINI 94 | DISPLAY 8 | CONTENTS | 6:00AM skateboard culture magazine

96 | SNAPSHOT



word & photo alessandro redaelli C’È UNA COSA CHE IL BUON EDO PARIS SOSTIENE NELL’INTERVISTA CHE SPERO VOI ABBIATE VOGLIA DI LEGGERE, POCHE PAGINE PIÙ AVANTI: LUI DICE CHE PUR RICONOSCENDO CHE IL NOSTRO PAESE VERSA IN UNO STATO PIETOSO E RETROGRADO DAL PUNTO DI VISTA SKATEISTICO E NON, IL ‘FUTURO’, CIOÈ LO STANDARD AMERICANO, È FATTO DI REALTÀ CHE SEMBRANO ASSURDE... Street League, concorsi sulle riviste di massa, pubblicità in ‘prime time’ e in generale le molteplici modalità di vendere lo skateboarding, sono fattori che siamo felici di non ritrovare nello skateboarding nostrano. Nasce però una contraddizione intrinseca ai ragionamenti di molti di noi: pensare di spingere lo skateboard nel tentativo di farlo crescere in maniera sana, senza denaro, è impossibile. Allo stesso modo però, è impossibile pensare che un’eventuale presenza del denaro, non snaturi un po’ alcuni canoni dello skateboaring come lo amiamo. Chiunque viva di skatebord in Italia, anche il più radicale, è destinato a dover accettare i soldi appena arrivano... “Hey altrimenti non si sopravvive!” La ‘popolarizzazione’ dello skateboard è dunque inevitabile fintanto che lo skateboard sarà ‘fuckin’ trendy’. Tutto ciò non è però neccessariamente solo negativo: le aziende investiranno, le amministrazioni magari ascolteranno un po’ di più, e una volta passata la moda le strutture e i privilegi resteranno a coloro che nello skateboard mettono passione.

10 waiting room

Ci sono skateboarder però che sanno volare alto sulle problematiche alle quali facevo riferimanto, uno di questi è Gilbo Canarozzi, che poco più in là vi racconterà del suo modo assurdo e affascinante di vedere lo skateboard e la vita, dimostrando che non esiste un vero e proprio stereotipo nel quale poter incasellare uno skateboarder. Siamo oltre gli sponsor, oltre le stronzate, con la mente incastrata nell’istante: in quel rapidissimo frangente che noi tutti chiamiamo trick. Un signore che si Chiama Gilles Gallicchio dichiara: “Lo skate in testa e ’fanculo il resto”. Anche lui lo trovate fra le pagine di questo magazine. Ora io vi prego, se avete perso tempo a leggere le cazzate che sto scrivendo, non perdetene altro e andate subito a sentire quello che il nostro ‘Warriors’ ha da dire: ‘street poetry made in Swiss’. Niente di più. Siamo al numero cinquantasette, il deserto mentale che accompagna il mese di agosto è alle porte, siamo stanchi di rubare session al traffico delle nostre città. Vi lascio con le parole di Jeff Grosso che è anche lui gradito ospite di queta issue di 6:00AM. “Lo skateboard è eccezzionale perchè è semplice: sei tu, la tua tavola e quello che fai con essa. I media cambiano, le attitudini alle vendite cambiano e cambiano le invenzioni per il business. Possono nascere nuove mode ma alla fine ciò che conta è tornare a casa dopo una lunga giornata ed essere felici per aver skateato con gli amici”...



ALMOST 8.0 daewon blast-distribution.it

ALMOST 7.9 marnell blast-distribution.it

BLIND 7.75 cerezini blast-distribution.it

BLIND 8.25 skatepark of tampa blast-distribution.it

CLICHÉ 7.75 brezinski blast-distribution.it

CLICHÉ 8.0 brophy blast-distribution.it

DARKSTAR 7.9 decenzo blast-distribution.it

JART 7.625 zombie puke jartskateboards.com

ENJOI 7.9 rojo blast-distribution.it

JART 8.125 wieger jartskateboards.com

ELEMENT 7.625 appleyard tree elementskaboards.com

ELEMENT 8.0 appleyard ether elementskaboards.com

ELEMENT 7.625 kershnar gold elementskaboards.com

PLAN B 7.75 pudwill pop art blast-distribution.it

JART 7.5 acosta jartskateboards.com

JART 7.6 anttila jartskateboards.com

JART 7.75 rivado jartskateboards.com

JART 8.0 bastien salabanzi jartskateboards.com

12 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine





NIKE THE CHOSEN OMAR SALAZAR BS SAD WORD ALESSANDRO REDAELLI PHOTO COURTESY NIKE RACCONTARE UNA STORIA INIZIANDO DALLA FINE È UN'IMPRESA COMPLICATA MA IN QUESTO CASO NON POSSO PROPRIO EVITARE DI FARLO. L’ULTIMO RICORDO BEN DEFINITO CHE HO DEL WEEK END DI ‘THE CHOSEN’ A ROMA, È CHE JACOPINO HA FATTO NOLLIE NOSEBLUNT DAL PASSAMANO GROSSO DEL PARK... Voi direte: “Lo sappiamo che Jacopino spacca i culi”, ma io vi rispondo che fare un trick del genere durante una demo del team global di Nike è una cosa che va oltre all’essere un buono skater. Soprattutto se il trick risulta essere il gran finale della demo: no way!!! Sempre per rimanere in tema di demo i signori Salazar e Basley erano presenti e hanno messo in mostra delle ‘skill’ non indifferenti come era logico immaginare. Salazar visto dal vivo è impressionante, skateva ad una velocità a me sconosciuta in uno skatepark relativamente piccolo: è uno skater del tipo ‘art of shredding’, basta guardarlo sgommare per rimanere a bocca aperta. Dopo le demo il mio secondo ricordo a ritroso è il geoide di Nike: non avevo idea di cosa fosse un geoide prima di vedere lo skatepark sovrastato da questa struttura architettonica tubolare dalle dimensioni spropositate e belle fattezze.

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Se non ho spiegato bene cosa sia un geoide non prendetevela, forse non lo ho capito bene nemmeno io. Potete però ben vederlo sopra alla testa di Omar Salazar nella foto inalto... Volto un’altra pagina indietro e penso alla finale del pomeriggio di domenica: credo la finale con il livello più alto visto negli ultimi anni. Tutti in super pompa e con la voglia di distruggere il park. Danov e Caruso rispettivamente primo e secondo, ma non posso non citare Fabio Colombo che è stato il rider che mi ha emozionato di più. Sull’ultimo trick, uno dei numerosi supporter campani amici di Fabio gli grida qualcosa in dialetto stretto, lui si asciuga la fronte e gli grida: “guardatill’Fra!”. Mitico a dir poco... Se non mi sono perso nella mia narrazione al contrario dovrei essere circa a metà... Stiamo quindi parlando della serata del sabato. Dogo Gang con DJ Shablo in prima serata. Lo showcase è assurdo, una roba molto alla moda del momento. Anche qui però subentra la mia mania per i particolari: la cosa che ho notato di più, riguardo agli artisti della serata, è stata senza dubbio la pancia tatuata di Emi ‘lo zio’ della Dogo Gang... Dire che l’enorme Duomo di Milano che gli arreda il ventre oscura tutto il resto, non è un gioco di parole: se non mi credete usate Google Immage...

Come si fa a scrivere il finale ad un’articolo al contrario? Si potrebbe raccontare il viaggio in autostrada, la prima colazione in albergo a base di bacon e uova ed un sacco di altre fregnacce di cui non frega niente a nessuno... Quindi grazie Nike del buon evento, grazie a Salzar delle belle sgommate e grazie anche Emi ‘lo zio’, che se viene a sapere che c’è uno in giro uno che usa il suo soprannome e scrive certe cose sulla sua panza, magari mi ammazza. Ah! Non dimenticate che ‘THE CHOSEN” è l’evento che promuove l’omonimo e celeberrimo concorso, quindi mandate i vostri video e provate a diventare Pro!







DC MONUMENT

toti leone fs nollie heel flip photo alessandro redaelli word jacopo atzori

FORTUNATAMENTE OGNI TANTO, TRA VOCI DI SPOT SKATESTOPPATI, DISTRUTTI E PARK CHIUSI, CI ARRIVA QUALCHE BELLA NOTIZIA: DC SHOES HA REGALATO ALLA CITTÀ DI TORINO UN MONUMENTO SKATEABILE, DISEGNATO APPOSITAMENTE DALL’ARTISTA E DESIGNER TORINESE RAOUL GILIOLI. CHI DI VOI NON ERA PRESENTE ALL’INAUGURAZIONE SI È PERSO UNA GRAN BELLA GIORNATA PER LO SKATEBOARDING TORINESE... La creazione di Raoul è una specie di grande porta, ispirata allo stile Maya, che sulla volta riporta incisa una famosa frase latina palindroma: ‘il sole e il fuoco fanno girare le ruote’. I lunghi muretti di metallo cor-ten e un bankino-jump di cristallo blindato fanno della struttura/monumento una vera e propria chicca, sia dal punto di vista skateistico che da quello estetico. Tutto questo è stato realizzato in collaborazione coi ragazzi di CtrlZ, i designer che hanno curato il lato skateistico e reso il monumento funzionale per lo skateboarding. Sul monumento appena inaugurato, DC e CtrlZ hanno organizzato un best trick contest per rompere il ghiaccio, dove ha spiccato al primo posto il local Robertino Stamerra (tra l’altro flow DC) con uno dei suoi Benjhana supercontrollati fuori dal bank di cristallo. Subito dopo il contest, si lascia spazio al team ufficiale DC Italia, Ale Morandi, Dave Cattaneo e Toti Leone si sono sbizzarriti in una demo tecnica e divertente, coronando una giornata così importante per il connubio tra scena skate e il comune di Torino, speriamo che questo sia solo uno dei primi passi verso un miglior rapporto fra skateboarder, aziende e comuni!

22 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine




N.D.I. TEL: +39 0464 514098 NITRO@NITRO.IT



A4 DISTRIBUTION TEL: +39 0342 683494 WWW.A4DISTRIBUTION.IT


THE LEGEND > JEFF GROSSO ITW + PHOTO ALESSANDRO REDAELLI

“...LO SKATEBOARD È ECCEZZIONALE PERCHÈ È SEMPLICE: SEI TU, LA TUA TAVOLA E QUELLO CHE FAI CON ESSA. I MEDIA CAMBIANO, LE ATTITUDINI ALLE VENDITE CAMBIANO E CAMBIANO LE INVENZIONI PER IL BUSINESS. sigarette con una mano sola, io dovevo avere circa dodici anni. Sfortunatamente poi lui se n’è andato e da quel momento mi hanno sempre tenuto segreto il passato della mia famiglia, forse ha qualcosa a che fare con la guerra... Chissà...

Come ti chiami, da dove vieni e quando hai cominciato a skateare? Il mio nome è Jeff Grosso, vengo da Costa Mesa, in California e skateo da... Oh ‘gosh’... 1977-1978. Come mai hai cominciato? Uhm... Mia madre ha portato uno skate a casa e lo usavo sedendomici sopra e buttandomi giù dalle discese, era emozionante. Poi mia madre ha portato a casa una rivista di skate, ho visto le foto e mi sono innamorato. Ho capito che era la cosa più affascinante di sempre. Ho deciso in quel preciso momento che quello sarebbe stato quello che volevo fare nella vita, quello che avrei voluto essere e che avrei cominciato a perseguire fin da da subito... Il tuo nome suona italiano... Lo è! Mio padre è al cento per cento italiano. Ma non so di dove, mi ha sempre detto ‘del Nord’, ma per qualche strana ragione non mi ha mai voluto dire niente di più preciso. Quindi ti piace l’Italia? La amo da tanto! Ma è la prima volta che vengo qui... Proprio in questi giorni ho chiamato mio padre dicendo: “Sto andando in Italia per un paio di giorni, da dove veniamo?” E lui: “Tutto quello che hai bisogno di sapere, è che veniamo dal Nord!”. Sai, ho conosciuto una volta sola mio nonno, aveva tipo novantacinque anni, un classico ‘uomo italiano’, si rollava le

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Nelle tue più recenti interviste si è parlato molto del tuo passato, ma io sono più interessato al tuo presente... Durante il giorno lavoro per una compagnia per la salute della pelle: sono dirigente di produzione di questa azienda che mantiene le ragazze giovani e belle... Faccio questo ogni giorno e tre o quattro giorni alla settimana vado a skateare coi miei amici. Ho appena chiuso il mio rapporto di skateboarding con Black Label dopo ventisette anni. Vans mi ha dato la possibilità di avere un mio modello di scarpe e Anti Hero mi ha preso sotto la sua ala protettiva inserendomi in quel suo ‘Legend Program’ che per me è un po’ strano... Ma spacca! Bhe sai, la mia storia da pro è stata molto strana: ho avuto sponsor dal 1986 al 1992 ma non ho mai smesso di skateare dal ‘78 ad oggi. Mi sono drogato, sbronzato, insomma ho vissuto quegli anni intensamente... Poi c’è stato un momento della mia vita in cui ho voluto riportarmi sui binari, mi sono sposato sei anni fa, ho comprato una casa l’anno scorso in Costa Mesa, e cerco di stare più possibile fuori dai guai... Quindi non ti senti come una leggenda? La gente ha bisogno di queste cose, ha bisogno di sapere che qualcuno sopravvive sia alle cose troppo belle ed anche a quelle brutte... Ecco, direi che più che una leggenda io mi sento un ‘sopravvissuto’. Del resto mi vedresti a girare per starda dicendo: “I’m a legend!” Ahahaha!!! Sarebbe ridicolo...

POSSONO NASCERE NUOVE MODE MA ALLA FINE CIÒ CHE CONTA È TORNARE A CASA DOPO UNA LUNGA GIORNATA ED ESSERE FELICI PER AVER SKATEATO CON GLI AMICI...”

Cavolo io sono cresciuto guardando tue foto e leggendo le tue interviste: quindi ti vedo come una leggenda... Bhe secondo me guarda... Gente come Duane Peters... Peters è una leggenda. Ma sono convinto che se tu gli facessi la stessa domanda probabilmente ti sputerebbe in faccia! Ahahaha!!! Bhe comunque capisco il significato che la gente attribuisce a questa parola e mi lusinga molto... Giri ancora in vert, rampe e concrete park? Sì, sai più diventi vecchio e più diventa dura. Ci sono sempre più problemi, ma continuo a spingere. Molti miei amici ad una certa età smettono di skateare e si mettono a surfare ma non fa per me... Ti devi svegliare molto presto, prende tanto tempo e fa freddo... E l’oceano mi spaventa, ho visto ‘Lo squalo’ da piccolino e non mi piace il ‘non sapere cosa c’è sotto di me’, anche se nel blu scuro c’è solo altro blu mi spaventa... Ok, qual’è la tua opinione riguardo questa nuova generazione dello skateboarding? È tutto molto diverso dall’idea di street skateboarding che avevo ad esempio io quando ho iniziato. Certo, lo skateboarding è in cambiamento costante, ‘it’s all about the kids’, hanno loro le redini. Quando ero un ragazzino avevo ‘la mia partita’, e facevamo il gioco che volevamo. E poi è il momento di passare la torcia e i prossimi fanno quello che vogliono in nome di essa. È la grandiosa particolarità di non essere ‘una cosa definita’ che differenzia lo skateboarding dal calcio, dal basket, che sono uguali da decenni, definiti sui modi e modalità.

Durante un’intervista Ray Barbee mi ha detto che i media che sfruttano lo skateboarding, dovrebbero ritornare almeno altrettanto in cambio... solo così il rapporto funzionerebbe. Sono daccordo, totalmente. Vedi Vans: loro hanno cominciato nell’ambiente skateboarding e sono rimasti sempre lì, non hanno mai voltato la schiena allo skateboarding. ‘Keep it happy, keep it healthy’, sta tutto nel sostenere questa magnifica esperienza dello skateboarding e diffonderla sempre di più a nuovi ragazzini. Alcune company si tirano indietro per trarre maggiori profitti da altre parti e penso che sia una di quelle cose che rompano l’equilibrio del dare e avere: prendono solamente quello che interessa dallo skateboarding e non danno nulla in cambio, il che non è un bene per l’economia dello skate. Ale Martoriati, skater romano e piccola leggenda italiana, afferma che lo skateboard non potrà mai essere di moda, perchè skateare fà male e il dolore non andrà mai di moda: che ne pensi? Ah! Penso che abbia al cento per cento ragione. E credo che quello che facciamo ci dia molto, ci divertiamo tantissimo e molti di noi ci mettono tanta passione e tanto impegno... Ma abbiamo in cambio un prezzo da pagare. Mia moglie si lamenta sempre perché sanguino dappertutto, sulle lenzuola e sugli asciugamani. L’altro lato del divertimento è infatti il sangue, le botte e la fatica e diciamo che ne risente ‘l’aspetto’. Ahahah!!! “You have to pay in blood!” Lo diceva anche la Black Label! A proposito, parlami della tua esperienza con Black Label? Sì, John Lucero è uno dei miei più cari e vecchi amici e gli voglio un sacco di bene. È una gran persona ma ho ritenuto di voler cambiare strada lo stesso...


È vero che Rag Doll è Lucero si sono picchiati prima che Rag Doll lasciasse il team? Bhe ti dirò, ci è mancato poco: Antony stava avendo un brutto periodo, si faceva un sacco e rubava. Una volta ha tentato di rubare una chitarra dall’Hard Rock Cafè... Ahahah!!! Quando inizi a fare queste cose, intendo dire rubare, essere troppo ‘high’, farsi arrestare ed in generale diventare troppo problematico per chi ti sta intorno, allora è arrivato il momento di smettere!!! Chi è il giovane skater più promettente del momento? Il mio skater preferito è, ed è sempre stato, Lance Mountain. Penso che sia il tipo che lavora più intensamente con lo skateboarding. Spacca, sa skateare di tutto, non dico che sia il migliore al mondo ma è il mio preferito.

Probabilmente però ora come ora è Grant Taylor. Cioè, sono stato in tour con lui e tira bombe ovunque. Non ha problemi, si fa andare bene tutto. È un’ottima persona, ci puoi stare bene insieme per tanto in definitiva: ‘he fucking rips’... C’è qualche europeo venuto in California per skateare che ti ha impressionato? Ho conosciuto Chris Pfanner! Lui è davvero ‘gnarly’, incredibile! L’ho visto skateare e continuavo a pensare: “Oh, mio dio”. Con quei capelli... E giù dalla tavola è così rilassato, per lui non c’è mai un problema, qualunque spot stia skateando... Davanti ad una scala da trenta gli chiedi: “Ma hai paura di morire Chris?”, e lui risponde: “Oh, non c’è problema”... Ahahah!!!

Ok, qual’è secondo te la più grande lezione che hai imparato dallo skateboarding? Ok, forse ‘il non prendere tutto troppo sul serio’. Penso che la mia personalità sia troppo stressata da tutto ed essere stressati e prendere le cose sempre sul serio senza vedere il lato emotivo della cosa, non è mai un bene. Come quando impari un nuovo trick, se sei stressato e non ti rilassi, non ti viene. Quindi bisogna spensierarsi ed essere felici di provare quello che si fa, così ci si può concentrare e motivare positivamente. Occhio a quello che fai e a quello che prendi: come skateboarder ci piace essere ‘high’, ti toglie i pensieri cattivi, le paure e ti rilassa. Può essere un consiglio, ma non prendete la cosa troppo pesantemente, perché si parte con l’erba e si può arrivare troppo in là...

Quindi questo è il tuo consiglio ai giovani skateboarder? Sì, ‘just take it easy’, lo skateboarding è nato per essere divertente. Cioè, se sei bravo, hai l’opportunità e ottieni uno sponsor, lo skateboarding diventa un lavoro e si aspettano certe cose da te: hai delle responsabilità. Ma anche per chi è un professionista è tutto un divertimento: bisogna godersela, non deve mai diventare uno stress o un problema... Grande Jeff, ti auguro di ritrovare le tue radici in Italia!

Scambiare due parole con Jeff Grosso e scattare le foto qui sopra, mi sembrano essere due delle cose più radicali che ho fatto nella mia vita...

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VERSILIA SKATEPLAZA REPORT andrea damiotti 360° alley oop / photo daniele marzocchi / word simone verona

DOMENICA 19 GIUGNO ABBIAMO RECUPERATO IL BEST TRICK CONTEST CHE DOVEVA SVOLEGERSI PER L’INAUGURAZIONE DELLA VERSILIA SKATEPLAZA A LIDO DI CAMAIORE (SALTATO PER MALTEMPO). UN BEST TRICK SU DUE ZONE DEL PARK, UN CONTEST TRANQUILLO CHE PERÒ HA RACCOLTO UN SACCO DI SKATER ATTIRATI DAL BEL CEMENTO DELLA NUOVA PLAZA. Tutti sembravano apprezzare le strutture e gli iscritti ci hanno davvero dato dentro nei due best trick! Alla fine visto che i premi messi in palio dagli sponsors erano tanti abbiamo deciso di premiare i migliori tre trick delle due zone del contest: nella street area vince Leonardo Tonioni di Grosseto con bs noseblunt sul rail in discesa seguito da Davide Del Gaudio di Viareggio con bs lip fs out sul muretto che sgappa e Gilberto Cannarozzi con fs tailslide bigspin flip out sullo stesso ledge. Per quanto riguarda la session sul vulcano gobbato il trick più peso è stato fatto dal viareggino Andrea Damiotti con fs indy 360° dal vulcano alla gobba, seguito da Salaka con bs flip sulla gobba ed il Baro che sempre over gobba, si è fatto un po’ di trick tra i quali benihana e fingerflip.

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Ma raccontare i contest è noioso, vi invitiamo piuttosto a non perdervi i molti altri che organizzeremo adesso che abbiamo un bel park. Voglio invece spendere due parole proprio riguardo al park ed alla sua realizzazione... Quando in una città qualche ente decide di investire nello skateboarding è sicuramente di per se una gran fortuna... Ma da quel momento in poi, il risultato finale dipende in buona parte dall’impegno di tutte le parti in causa. Nel nostro caso grazie ad alcune scelte progettuali concordate con Marco Morigi (progettista del park) è stato possibile ottimizzare il budget ottenendo un maggior numero e varietà di strutture che soddisfano un po’ tutti i gusti, dagli skater più street a quelli che amano le curve. Il parco, prima dei lavori, era già utilizzato come street spot per merito dei lunghi vialetti e delle numerose panche in travertino esistenti, anche queste integrate nella nuova plaza che a sua volta si integra perfettamente nella location che la ospita. Un parco polifunzionale di nuova realizzazione concepito all’interno del Parco della Fratellanza, area verde in gestione alla Misericordia e al CSI Lido di Lido di Camaiore. Il parco si trova a trecento metri dal mare, ha un ampio parcheggio, un bar ed ovviamente un’ampia zona verde dove potersi riposare dopo le session di skateboarding.

Come ciliegina sulla torta c’è da segnalare che la plaza e gli impianti circostanti sono già stati muniti di un ottimo sistema di illuminazione che permetterà in estate delle fresche skateate serali. Insomma, abbiamo sicuramente avuto varie fortune (l’ottima location e persone disponibili al dialogo) ma credo che questa nostra esperienza possa essere un esempio del fatto che con l’impegno si può avere un ottimo park anche con budget non esageratissimi! Quindi l’invito è di seguire con perseveranza ogni possibilità di nuovi skatepark che si presenta nella vostra zona, magari ci vorranno tanti anni e tante delusioni come è successo in Versilia, ma alla fine i risultati valgono gli sbattimenti!!! SCHEDA TECNICA SKATEPARK & REGOLAMENTO Il progetto è stato reso possibile anche grazie ai contributi di Regione Toscana, Comune di Camaiore, Circoscrizione Lido di Camaiore, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Comunità parrocchiale Lido di Camaiore e viene supportato per le spese di gestione da Inside Boardshop, Vans, Dekline, Neff, SkullCandy, Essedi shop, Ipermercato, Spencer e Piadinolandia Lido di Camaiore. Ubicazione / Parco della Fratellanza Via Aurelia angolo Via del Secco, Lido di Camaiore LU Proprietario / Confraternita Misericordia Lido di Camaiore Progettista / Marco Morigi c/o dello Studio Pucci Associati di Viareggio Ditta costruttrice / Impresa edile Bicicchi Felice di Camaiore LU Materiali / cemento realizzato in opera Superficie planimetrica / circa 580 mq Illuminazione / presente Data di apertura / 04 giugno 2011 Orario / inverno dalle 15:00 alle 19:00 - estate dalle 10:00 alle 23:00 Accesso alla struttura / gratuito previo tesseramento Discipline ammesse / skateboard e pattini in linea



VANS

SHOP RIOT

WORD & PHOTO FEDERICO ROMANELLO

“VANS SHOP RIOT AL WAVE PARK DI MOGLIANO VENETO. SE STATE LEGGENDO QUESTO REPORT, PROBABILMENTE NON CI SIETE STATI. BENE, VI DO DIECI OTTIMI MOTIVI PER CUI SARESTE DOVUTI VENIRE. FORSE QUALCUNO VALE SOLO PER ME, MA CHEVVELODICOAFARE...” 1 • La cena della sera prima In un posto consigliato da un amico del Momba, che è un mezzo local avendo familiari in zona. Ok, sono vegetariano e non ho testato le portate più gettonate, ma già quello che ho preso io era veramente super! Se poi ci aggiungete che il tutto era ‘free of charge’ per me, potete capire quanto sia stata pregevole la serata. Ok, ok, parto subito con un motivo che non era proprio per tutti... 2 • La session di mini al park La sera prima del contest, con grigliata. In realtà me la sono persa, perchè il giorno prima ‘l’ho data secca’ e non riuscivo a skateare. Peccato, perchè la mini era proprio figa e le session del genere sono il top! 3 • Lo staff del Wave Park I ragazzi sono tutti gentilissimi, oltre ad essere i capi nel rimontaggio degli skatepark, ma questo ve l’ho già detto. A un certo punto sono rimasto pure senza pile per i flash e uno di loro è andato a prendermi un pacco di stilo al volo. Senza non so se avrei portato a termine la missione. 4 • Le strutture del Wave Park Sono in buona parte quelle dell’Oasi di Ravenna e i ragazzi di Mogliano hanno fatto veramente un lavoro egregio nel rimontarle e rimetterle a nuovo. Sono perfette. 5 • I buoni pasto Due Monster, due bottigliette d’acqua e due panini, per meno di dieci euro. Un ottimo ‘deal’, e io manco l’ho pagato (sì, lo so, sono il solito mafioso)... 6 • Tutti gli amici che becchi ai contest importanti Questo è un classico che vale sempre. Infatti anche se ero lì per fare foto, ho passato mooolto più tempo a chiacchierare che a fare il mio lavoro. Quando poi ho beccato la Gio Serblin è stata la fine, ci siamo messi a parlare delle vacanze surfistiche di agosto e non abbiamo più smesso.

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7 • Il livello di skateboarding C’erano venticinque negozi iscritti quest’anno e hanno spaccato tutti. È sempre bello vedere come il livello di skateboarding agli eventi continua a crescere costantemente... 8 • l fs flip del Bauli sul bankone Di trickoni se ne sono visti tanti, ma questo (nella foto di fianco) è stato il mio preferito. Perchè il bank quando era all’oasi sembrava più piccolo messo in mezzo alle altre strutture, e invece è veramente alto. E perchè sono riuscito a beccare una foto buona per questo articolo! 9 • La finale Flame vs Flame Sì, perchè ogni negozio può partecipare con un solo team, ma il Flame Shop di negozi ne ha due e ha partecipato con entrambi, per Montebelluna skatevanao i ‘pro’ e per Castelfranco i ‘new kids’. E tutti e due i team sono arrivati in finale! Solo magliette nere con la fiamma per l’ultima heat, hanno vinto Montagner, Picozza e Netto che se ne andranno a Parigi a ottobre per la finale europea, ma i nostri complimenti vanno ancora di più alle nuove leve che hanno spaccato un tot. 10 • L’ultimo viaggio con la mia gloriosa Astra Fatto senza marmitta, coi tappi nelle orecchie e le cuffie al massimo per coprire almeno in parte il casino del motore. Questa è una nota personale ma non potevo non menzionarla. Miss u all the time... Insomma, un altro bel weekend di kilometri al caldo, risate e skateboarding, complici Vans, Monster e il Wave Park. Per la prossima edizione prometto di tornare con più foto e con un report più skateboard oriented. Naaah, non succederà, dovrei stare troppo attento al contest e dire meno ‘billate’ con gli amici!



THE ORIGINAL ÉS GAME OF SKATE

ECCO UN PO’ DI NUMERI DI CIÒ CHE VI SIETE PERSI • 76 iscritti • 250 spettatori • più di 70 partite sulle tre corsie • 900 euro di montepremi distribuiti • 40 t-shirt regalate (ai primi 20 iscritti e 20 al pubblico)

word davide martinazzo & photo courtesy blue distribution

Sembra un controsenso portare un evento come il Game of Skate presso lo skatepark/bowl Railway di Brescia. E invece, sembra proprio che funzioni: l’atmosfera, i ragazzi di Frisco, il flat liscio, e soprattutto lo staff super organizzato hanno assicurato l’ottimo risultato...

34 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine

Le partite sembrano tutte molto simili ma, durante la giornata, ogni anno spuntano nuovi talenti e piedi veloci che poi nel tempo, si spera, possano rimanere tali e magari migliorare! Negli anni, ne abbiamo visti passare tanti di finalisti ma quest’anno è stata una grande sfida: vediamo così arrivare Jonathan Gallo e Andrea Colzani dietro al vincitore Francesco Marconato. Avete un anno da ora per preparavi alla prossima grande sfida. Che ne dite? Sarete pronti? The Original éS Game Of Skate vi aspetta per un altra partita. Grazie a éS footwear, Federico e Gianluca di Frisco, i ragazzi del Cookie Bar e tutto lo staff del Railway Skatepark...


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EMERICA

WILD IN THE

STREET

WORD // DAVIDE MARTINAZZO PHOTO // HELMUT BERTA

ANCHE QUEST’ANNO PER CELEBRARE L’ESTATE, IL 21 GIUGNO GLI SKATER DI TUTTO IL MONDO SONO SCESI IN STRADA PER RICONQUISTARLA. DIMENTICATEVI LA COMPETIZIONE, LO SHOW E LE LOGICHE DEL BUSINESS... A Roma, Fidenza, Torino, Lecce, Padova, Palermo e Milano tutti hanno skatetao per la voglia di skateare e basta. A Padova la polizia in tenuta antisommosa ha cercato di bloccare la ‘rivolta degli skate’ poi, per fortuna, hanno capito che si trattava solo di una festa. A Roma l’immortale, tra san pietrini e la scalinata di Piazza Venezia, a Milano la polizia chiamava rinforzi mentre noi urlavamo all’angolo di MC... Ogni città ha la sua di storia e ogni W.I.T.S. ha il suo sapore... Cambiano solo le generazioni: skater sempre nuovi e sempre più giovani. Quello che invece rimane sono le urla di entusiasmo, le strade e la voglia di farlo. Il W.I.T.S. cresce e sta già mettendo via le energie per l’anno prossimo! Vi aspettiamo in strada. Wild In The Street!

WILD WITH

CAMERA

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato al concorso fotografico in collaborazione con Emerica e 6:00AM che è stato vinto dalla foto qui accanto, il vincitore è Helmut Berta che ha scattato la foto di questo bs ollie nella splendida cornice della città di Palermo. Grazie inoltre a tutti gli skateshop che ci aiutano a coordinare migliaia di skater in giro per tutta la penisola, e a tutti coloro che hanno documentato al meglio l’atmosfera di una giornata così speciale...

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OUR THING / ITALIAN RECIPE YEAH SKATEBOARDS WORD LORENZO LUPI / PHOTO CENCIARELLI & SERTORI + OSDE

Anno 2003 Pelota dalla Germania si trasferisce in Italia. Viene scelto da Daniele Fenili (in seguito onorato e ringraziato con l’ingresso nell’ufficiale team di skate) perchè spiccava di bellezza e indubbia intelligenza.

Reperto che ha ispirato quasi un secolo dopo Piero Manzoni, autore del frautolento e odoroso plagio in versione umana. Anno 1922 Nasce la prima crocchetta di cane confezionata, l’inventore è Franco Innocenti da Comenduno, ispirato da Pelota dopo un’amichevole abbuffata passata in compagnia del millenario destriero.

Anno 0 Nasce Pelota. Alcuni studiosi fanno risalire per comodità la nascita contemporanea di un tale Jesus di Nazareth, a questo evento significativo. Tuttavia vi sono differenti versioni.

Anno 1973 Partendo dal sistema dedotto dal meccanismo d’accensione di una motosega e due semplici metà in legno, Manfred Bogdahn realizzò il suo primo guinzaglio avvolgibile. Un invenzione da Pelota definita: “Futile e oltraggiosa nei confronti del buon senso dei cani stessi”.

Anno 1812 In seguito agli studi di Nicolas Appert nasce il primo cibo inscatolato. Questa invenzione presentava numerosi problemi, tra cui la mancanza di metodi autonomi di apertura. Anno 1855 Fu inventato l’apriscatole, alcuni testimoni riportano che un cane indemoniato da un avido desiderio di cibo, tuttavia dalle apparenze grassocce e buffe, si limò le proprie unghie facendole penetrare a fondo nel coperchio delle centinaia di scatole inaperte costruite quarantatre anni prima. Non vi fu traccia residua nè delle scatole nè tantomeno del loro contenuto.

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Anno 1875 Pelota, capo di una prestigiosa squadra di cuochi berlinesi (uno dei suoi allievi era Otto Kuasw, poi inventore dell’hamburger nel 1891) forgiò dalle fucine tedesche il primo Wiener Würstchen, termine che in Hochdeutsch significa insaccato o salsicciotto. Si narrà che innumerevoli test furono effettuati e consumati dallo stesso quadrupede prima di ottenere il primo vero Würstel. I resti del primo prototipo giacciono in un aiuola nel centro storico di Spandau.

Anno 2008 Nasce Yeah Skateboards da un idea di Lorenzo Lupi che inizia a disegnare tavole e le stampa a mano, di seguito le prime tavole prodotte in una factory europea… I primi rider sono alcuni bergamaschi e Cristiano Augusto Caetano, brasiliano stabilito a bergamo! Primissimo tour Yeah a Barcellona.


Anno 2009 Pelota incontra Lorenzo. Quest’ultimo si sottomette al suo volere e viene costretto a diventare suo padrone. Sotto suo consiglio il team si allarga! Fabio Colombo, Massi Baratono e Luca Collu sono i nuovi rider e il filmer Stefano Federici collabora con Pelota e fa da tramite tra i Romani e la lontana Bergamo. Il team torna a Barcellona e fa un altro tour a Salerno, terra natale di Colombo. Nello stesso anno escono il primi due clip ufficiali: ‘The pelota escape Plan’ e ‘The missing link to Yeah Marocco temple’ . Partecipano diversi esponenti del commercio mondiale della tavola a rotelle: Isaias ‘Pavlin’ Pellegrino, Almeida Neto (Brasile) e Jimi Coco (Hawaii).

Anno 2011 Il Filmer Giulio Sertori entra in affari e questo comporta una svolta nella yeahpolitica: più soldi per tutti. Colombo esce dal team e si costituisce Pelotology: il sacro impero di Pelota, del quale pelotology.com è la chiesa, il suo principale e la sua sacra via di diffusione. Progetti 2011 ‘Yunity’: primo video full-team di Yeah. Sempre nell’estate 2009 il team visita Londra. Esce il creativo ‘No skateboarding Here’, video report del viaggio da Bergamo alla capitale britannica e un report fotografico documentato da Paolo Cenciarelli.

Estate 2012 Esce una collaborazione tra Yeah e l’italiana Bastard. Per il resto solo Pelota lo sa… Y.E.A.H.

Anno 2010 Cristiano parte per il Brasile, Igor Cianti e la giovane neozelandese Lottie Borra vengono arruolati alla causa. Panico e Paura Toscana Tour, con video report seguente.

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king of barrios. word / alessandro redaelli mattia turco / ollie up to nollie laser flip photo / osde

BEST LINE 1° ale cesario / 2° jacopo carozzi / 3° marco balestreri

HI CONOSCE IL QUARTIERE DELLA BARONA DI MILANO, SA DI CHE PARLO SE DICO CHE QUESTO È UN QUARTIERE CHE SCOTTA... CHI PENSA CHE IL QUARTIERE BARONA SIA FAMOSO

C

SOLO PER IL MANUAL PAD, FORSE DOVREBBE INFORMARSI DI PIÙ... QUESTO È UN QUARTIERE PERIFERICO E POPOLARE DOVE I ‘MANNY’ SI TENDE A FARLI IN MOTORINO E NON IN SKATEBOARD! Fibol Skateshop di Milano (in collaborazione con Nike SB, Blast Ditstribution, MC skateboards, Chef Skateboards, FVTVRA Skateboards e noi di 6:00AM), ha organizzato un contest che si è tenuto proprio nel famoso ‘ghetto spot’ arricchito e farcito da un buon numero di strutture ALL RAMPS. Non vorremmo sembrare autocelebrativi nel dire che il risultato è stato un successo, ma perchè negare la realtà? Era da tempo che non vedevo gli skater così coinvolti in un evento: le tre skatecompany milanesi hanno messo in sena tre diversi best trick.

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In più il finale prevedeva una best line assoluta con premio in soldini. La formula si è rivelata super vincente, aprendo le porte a tutti gli skater partecipanti al di là del loro livello. La cosa più assurda, è che l’evento praticamente non ha avuto partecipazione di pubblico perchè tutti, e ripeto tutti, seguendo l’andamento delle run, skateavano o erano supporter dei loro amici che stavano skateando. Che si rifaccia il prossimo anno è sottointeso, ci auguriamo di avere risorse ancora più grandi per poter rendere l’evento ancora più appetibile!



NEIGHBORHOODS

CLAUDIO MAJORANA / 50-50 / CATANIA / PHOTO MAURO CARUSO Ciao Claudio, raccontaci da quanto tempo vivi a Catania e da quanto la skatei? Ciao, vivo a Catania da venticinque anni e la skateo da undici... Quali sono i lati positivi e negativi del tipico catanese medio? La gente qui è abituata al modo in cui le cose vanno: certi comportamenti per noi assolutamente normali, risultano assurdi altrove. Questo ha, ovviamente, aspetti positivi e negativi. La città, anzi tutta l’isola, resta comunque una realtà molto diversa dal resto dell’Italia e del mondo. Ma proprio per questo motivo è anche molto affascinante. Pensi che la tua città abbia abbastanza spot da dare in pasto agli skateboarders? Per quanto riguarda gli street spot penso che Catania sia uno dei migliori posti dove abbia skateato fino ad ora. Ce ne sono di tutti i tipi, sempre skateabili, nessun skate stopper o polizia. Quando l’ho detto a Stevie Williams ha esclamato: “Good spots… no cops?! I gotta come!” 42 // 6:00AM Skateboard Culture Magazine

Di contro mancano i grandi skatepark e siamo lontani dagli eventi importanti legati allo skateboarding. Andate sempre alla ricerca di nuovi spot o siete piuttosto abitudinari? Non avendo uno spot fisso, eccetto il piccolo skatepark del Parco Gioeni, siamo sempre in giro in spot diversi. Cambiare spot ti migliora molto. Dove ci sono i grandi skatepark i ragazzini restano fissi lì. Questo è probabilmente, l’unico aspetto positivo di avere uno skatepark pessimo. La scena è compatta o disgregata nei diversi spot? Quando arrivi al park e vedi per terra una scritta fatta con erba e tavolette di legno che dice “Siamo al TWS (Triple White Set)”, ti rendi conto che c’è ancora molta voglia di restare uniti. Generalmente siamo tutti nello stesso spot. Altrimenti, se c’è da fare una mission in uno spot più controllato, andiamo in poche persone.

Cosa faresti come prima cosa per migliorare Catania? Dopo avere creato un’efficiente rete di servizi pubblici e di piste ciclabili, limiterei drasticamente l’accesso delle auto in città. Creerei più spazi verdi dove è possibile fare sport. I ragazzi che giocano a basket a Piazza Nettuno hanno avuto per anni i canestri rotti. È chiaro che con una mentalità del genere da parte delle autorità (sistemare un canestro può costare sì e no cinquanta euro), è difficile che capiscano le nostre esigenze. Ma stiamo ottenendo qualche risultato perché riescono, a volte, ad ascoltarci. Raccontaci di un evento che ti lega particolarmente a questa città. La distruzione di Piazza Europa per costruire un parcheggio con centro commerciale: sicuramente mi ha segnato parecchio. Era lo spot fisso degli skater dagli anni ‘80 ed era anche la piazza dove andavano i catanesi che cercavano un po’ di relax in un polmone verde sul mare.

I lavori sono rimasti fermi per anni perché fin da subito è uscito qualcosa di ‘storto’ nel progetto. In futuro ti vedrai sempre e comunque a Catania? Non ne ho idea, spero di continuare a viaggiare tanto. Se stai troppo in Sicilia ti rammollisci un po’. Ma se stai troppo al nord ti indurisci troppo. Indicaci tre posti sagaci per: skateare, mangiare e fare bordello… La raffinata gastronomia catanese suggerisce il classico panino con la carne di cavallo. Per gli amanti del pesce venite con me, la mattina presto, in pescheria e poi il pesce ve lo cucinerò io con vista sul mare e sull’Etna. Ottima anche l’accoglienza per i vegetariani con i formaggi e le conserve locali. Per fare bordello qui c’è sempre un modo… Il problema è come uscire dal bordello. Skate spot, di tutti i tipi…


report BELIEVERS C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi in quel sempre più snobbato media da cui non ci aspettavamo una novità del genere: la televisione. Believers è un programma che viene trasmesso addirittura giornalmente su DeeJay TV, che riunisce skateboarding, surf e bmx sotto l’ormai radicato appellativo di Action Sport, e visitando le realtà locali in modo alquanto originale, per essere trasmesso su così larga scala. Lo si capisce subito, la libertà data agli skater e alle crew di raccontarsi e di far conoscere la propria scena è qualcosa di davvero innovativo. Registi e sceneggiatori lasciano enorme spazio agli skater e ai vari personaggi, i clip sono proprio quelli filmati dalle ‘nostre’ camere, e le classiche multiinquadrature dal basso di ollie rocket grabbati, sono ridotte al minimo. Sembra proprio una bella svolta! La scena raccontata è quella italiana, sempre, in modo incredibilmente integro. E la latitudine cambia ogni puntata, facendo conoscere ogni puntata varie città e zone dove lo skate ha la propria sgangherata e caratteristica storia. Romagna, Lazio, Piemonte, Sardegna e Sicilia... Fa un certo effetto sentire in televisione le così familiari storie di spot storici, lamentele e lotte per gli skatepark, crew solide e filmaker che collaborano giorno per giorno. Skater che cercano di spiegare perchè continuare, che quello che li spinge a continuare èl più genuino e assuefante divertimento... Le puntate già trasmesse le potete rivedere in streaming sul sito ufficiale di DeeJay TV, sono state trasmesse ogni giorno dopo pranzo, fino a fine luglio, in televisione. Fin’ora si era solo visto, relativo allo skateboarding, qualcosa come reality show peggio-doppiati, o film di serie B decisamente trash, ed ora accendere il televisore e beccarsi la realtà genuina, pure le litigate col vecchietto allo spot riprese di nascosto, fa sorridere di soddisfazione tutta una comunità che ormai prendeva in consderazione solo internet, come media pro-skateboarding. Finalmente siamo visti come siamo davvero, e ciò non può che portare più rispetto dalle nostre parti. E si spera che i ‘Believers’ nello skateboarding non rimangano solo gli skater...

SUICIDAL TENDENCIES

COLORHEADS Sempre piacevole quando spuntano nuovi progetti italiani, autoprodotti, che raccontano di crew, spot storici e mesi passati a filmare. Di full length video non se ne vedono quasi più e i pochi che fioriscono nel panorama dei miniclip sono certamente da valorizzare e apprezzare. CMYK shoes, company italiana di scarpe con un grande (e non solo) skateboard team, ha da poco reso pubblico un gioiellino di cui sicuramente andrà orgogliosa la sua grande famiglia... Si tratta di ‘Colorheads’, il primo skate video italiano dell’estate. Le videopart sono state da poco messe tutte online, sul blog di CMYK Shoes o sul loro canale Vimeo e sarà presto disponibile un download completo. Gli spot che si skateano i ragazzi sono per lo più italiani, con un pizzico di Barcellona e qualche altro spot europeo. Dopo l’intro apre il video Franco Comba, con videopart street e mini, seguito dal sardo Enrico Carta, poi Manolo Rossi e Alessandro Burigo. Lo sloveno Miha Vogrincic e il brasiliano Fabiano Origuela chiudono il video con le parti giustamente più importanti, con trick che profumano di paesi stranieri... L’editing è di Fabio Tabacchi, anche filmer principale, e sicuramente merita menzione: colorato e divertente, riprende lo stile della company e del titolo del video. Beccatevelo online se non siete stati alla premiére!

In occasione del loro ritorno in Italia, i Suicidal Tendencies, in collaborazione con Free Life Skate Shop di Fidenza e Vans Italia presentano, in anteprima mondiale, la prima tappa del Suicidal Skate Slam Contest! L’evento, che continuerà poi in tutto il mondo, prenderà vita lunedì 8 agosto presso lo Skatepark di Carpi, via Sigonio 25 (Mo). Il tutto inizierà in tarda mattinata, dove le strutture del park saranno a disposizione di tutti per il free skating, mentre il contest inizierà nel tardo pomeriggio e si svolgerà a jam-session su diverse heat e potranno partecipare gratuitamente tutti gli skater, previa iscrizione il giorno stesso della gara presso il race-office di Vans. Una giuria selezionerà i migliori rider ed il vincitore verrà premiato da Mike Muir in persona con un full gear di materiale ST Skate Team e materiale Vans. Subito dopo la premiazione Muir sarà a disposizione dei fan per una signing session e poi uno spoken word in cui verrà presentata l’essenza del suo progetto unico al mondo: Suicidal Skate Slam Team.

F.I.H.P. La Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio sta investendo molto anche nel nostro mondo... Dopo il tour a Malaga che vi abbiamo raccontato nello scorso numero, la F.I.H.P. fa viaggiare il suo team a Praga in coincidenza con la Mystic Cup, contest di street e bowl di fama internazionale, che si tiene in un park da paura... Oltre a partecipare al contest, Brian Londono, Massimiliano Baratono e Jacopo Picozza hanno filmato anche in street per portare a casa il più possibile da una delle capitali europee più skateabili... Il team è stato seguito dalla cam di Simone Verona per i vari spot e oltre agli aggiornamenti online del blog F.I.H.P. e della pagina facebook, facebook.com/italianskateboarding, presto uscirà online il video report!

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BLAST!

THE

BIG ONE WORD MARCO BALESTRERI PHOTO OSDE

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COME ORMAI TUTTI SAPETE, L’ORMAI ‘NON PIÙ NUOVA’ SKATEPLAZA DI SEREGNO, TRA LE VARIE STRUTTURE PROPONE DUE GAP PIÙ O MENO PERFETTI, CHE SEPARANO I DUE FLAT DELLO SKATEPARK DALLA ZONA ANFITEATRO SOTTOSTANTE... Mentre il primo ‘serve’ per imparare a buttare giù trick mai fatti prima e potrebbe essere paragonato ad una scalinata da sei / sette scalini, il secondo è un gap un bel po’ più impegnativo paragonabile ad un undici / dodici gradini streettosi, con la differenza che difficilmente in street troverete cemento quarzato sia nella rincorsa che nell’atterraggio... Descritto a parole potrebbe sembrare uno spot alla portata di tutti, ma le dimensioni e la rincorsa un po’ scomoda fanno sì che questo gap ‘naturale’ non pensato nel momento del disegno dello skatepark, non sia proprio alla portata di tutti.

Da qui nasce il suo nome Big One, leggibile sia all’inglese che all’italiana e la conseguenza diretta è il Blast! The Big One, il primo best trick contest italiano che premia i banger da una simil scalinata. I partecipanti di questo evento sono scelti e invitati secondo le caratteristiche adatte a questo tipo di skateboarding: venticinque true gap skater a cui vanno ad aggiungersi i cinque che, dopo aver mostrato il proprio video, si sono meritati la Wild Card e la possibilità di dire la propria in mezzo a skateboarder più conosciuti. L’evento organizzato da Blast! Distribution giunge quindi alla sua seconda edizione e per il secondo anno di fila propone il format di gara che consiste in una session nel park preparatoria alla gap session e una in bowl alla fine di tutto. Sebbene questo ‘riscaldamento’ sembri in effetti quasi necessario, non sembra che gli skater partecipanti siano entusiasti della possibilità di skateare il park, forse perchè già concentrati sul gap non hanno voglia di ‘perdersi via’ tra i muretti.


E così, domenica ventisei giugno è il giorno del contest: tanto caldo e tanto pubblico invadono la famosa skateplaza brianzola e iniziano a vedersi i primi trick sotto la selecta musicale skateboard oriented di Dj Reed... Il gap è impegnativo e i nuovi se ne accorgono subito. Da apprezzare è il fatto che quasi tutti i partecipanti hanno osato, nel senso che hanno provato il tutto per tutto, provando trick magari non a comando, ma che nel caso fossero stati chiusi avrebbero assicurato un interessante piazzamento. La conseguenza però è che una buona percentuale di skater ha finito la run con zero trick in saccoccia nonostante l’impegno e la determinazione di tutti. Il primo trick della giornata lo chiude Ale Morandi: un fs flippone di sicurezza chiuso in pochi tentativi che dà il via alle danze. Piano piano si vedono diverse bombe: Brian Londono chiude tutti i basic con lo stile e il controllo di chi ne ha, Jacopo Carozzi butta giù un perfetto bs 360°, Guido Stazi (vincitore della prima edizione) rompe tre tavole prima di chiudere il suo bs heelflip, Franco

Simoni prova per venti minuti il suo inward heelflip per poi chiuderlo al primo tentativo fuori tempo, Fabio Colombo dopo aver chiuso i suoi trick base (sottolineo suoi perchè stiamo parlando comunque di fakie flip, bs flip e compagnia bella) decide di spingere il livello con il suo bs ollie late shove it che però non riesce a portare a casa. Altre lotte da segnalare sono quella tra Mauro Caruso e il suo sw bs flip, tra Marco Lambertucci e il fakie fs flip e la più lunga di tutte, che dura dalla prima edizione, tra l’indistruttibile Mattia Turco e il suo nollie lazer flip... Il premio Monster per lo skater più versatile lo porta a casa Filippo Baronello. Il Baro sà come ci si comporta di fronte ad un gap e quasi se ne prende gioco, chiudendo trick mai visti e quasi impensabili come il disaster pop out da flat a flat, l’ollie kick over the rail e l’airwalk fingerflip, tutto con controllo e consapevolezza dei propri mezzi. Detto questo manca solo di parlare dei tre trick premiati come i migliori della giornata... Terzo classificato il romano Luca Collu con il suo nollie varial heel chiuso perfetto sulle viti, secondo il

local Ivan inglese che con il suo double flip chiuso in quattro tentativi fa capire a tutti che se il contest fosse un endurance di ventiquattro ore potrebbe chiudere tutti i trick che conosce e primo posto, assegno più ricco e boato più rumoroso per Davi Oliveira (nella sequenza in alto) che chiude ben due volte il suo nollie bs heelflip, la prima volta sporcando l’atterraggio con le mani, la seconda volta sulle viti, ribadendo il concetto e di fatto assicurandosi il primo premio. Prima delle premiazioni ecco che parte la Monster Tricks For Cash Session: trenta minuti di skateboarding kamikaze nella mini bowl del park con banconote alla mano da dare ai migliori trick. Il numero elevato di rider e l’assenza di veri specialisti delle transizioni hanno però condizionato la session limitando di parecchio il numero di trick che si sarebbero potuti vedere. Premiazioni e tutti a casa soddisfatti, consapevoli di aver visto per un pomeriggio un concentrato del miglior skateboarding della penisola e già fantasticando con la testa alla prossima edizione del Blast! The Big One...

Skateboard Culture Magazine 6:00AM // 45


54 // Edo Paris Interview


PHOTO & INTRO / GIULIANO BERARDUCCI ITW / ALE REDAELLI QUESTA CON EDO È STATA UNA DELLE IMPRESE MENO ‘CORPORATE’ DELLA MIA ‘CARRIERA’ DI FOTOGRAFO DI SKATE. QUESTA INTERVISTA È STATA SCATTATA GIRANDO QUASI ESCLUSIVAMENTE IN SCOOTER CON TUTTA L’ATTREZZATURA CHE RIUSCIVAMO A PORTARCI. NON CI SONO STATI SPONSOR NÉ RIMBORSI SPESE COINVOLTI...

Tutto fatto nei ritagli di tempo, sere, weekend, feste comandate e via dicendo, visto che appunto non era intesa come una vera e propria ‘attività lavorativa’. E questa in realtà è stata la parte bella, mi ha fatto riscoprire il gusto e il divertimento di fare queste cose, due trentacinquenni che ancora si sbattono così tanto per raccontare un po’ della loro passione, mentre a volte giri con i ragazzini e gli devi pagare il grip, il gelato e coccolarli se si fanno la bua...

La parte meno bella è che ci siamo fatti un culo così, un’altra settimana e ci rimanevano secchi. Edo è una persona genuina, piena di idee fresche e cazzare, il suo bambino interiore non si è per nulla sopito a differenza di molti di noi... Ha anche un ‘dark side’ piuttosto pronunciato, ma in questo debbo dire che mi ci ritrovo anch’io... È bello girare con lui, poi se non è sotto pressione da intervista ancora più bello! E allora, ecco a voi Edo Paris, 34 anni e non sentirli, più o meno...

Edo Paris Interview // 55


“Siamo sempre stati abituati ad aspettare, soffrire e a vedere le cose che ci spettano di diritto, quasi come un premio...” Dimmi chi sei? Mi chiamo Edoardo Paris, ho quasi trentaquattro anni, vivo a Milano e faccio skate da poco più di vent’anni, cioè dall’ottantanove... Qual’è il tuo rapporto con lo skateboarding? Ho una sola frase per definirlo: per me lo skateboarding è ossigeno, mi serve per sopravvivere. La vita moderna offre un sacco di motivi per essere tristi, in particolare questa città che ti risucchia nel suo grigiore, nel suo vortice di lusso e stress. Credo fortemente che se non avessi lo sfogo dello skateboarding sarei già andato fuori di testa e sarei fottuto. A meno che non incomincino a piacermi il calcio e la moda... e sarei fottuto lo stesso! Ho visto che ti sei preparato dei bigliettini tipo a scuola: dimmi quello che vuoi assolutamente dirmi sullo skateboarding nella tua città natale? Cazzo a Milano c’è una situazione strana: è moderna ma allo stesso tempo siamo indietro anni luce. Qualcuno ogni tanto mi dice che Milano è vista come ‘la mecca’ e questo è tragico. Resta il fatto che comunque la scena è in crescita... La storica crew di Piazza Borromeo: Stefano Panfili, Giò Onorato, Edo, Gianluca Mariani e Massimino Panfili.

Skateboarding e Italia: dopo tutti questi anni sulla tavoletta ti sarai fatto un’idea precisa riguardo questo binomio... Siamo sempre stati abituati ad aspettare, soffrire e a vedere le cose che ci spettano di diritto, quasi come un premio, siamo costretti ad aver a che fare con persone incompetenti che non c’entrano un cazzo e con una burocrazia da medioevo. Questa è l’idea che mi sono fatto! Tu sei convinto che gli skaters italiani siano stati propositivi negli anni, ma non sono mai stati ascoltati? Siamo stati più volte coinvolti in progetti per i quali abbiamo magari atteso anni, per poi alla fine vedere fondi e risorse sprecati a caso per progetti inutili o sbagliati. Ti porto come esempio il Railway di Brescia che potenzialmente è un posto esagerato, ma sfruttabile solo in piccola parte purtroppo, come i vari Area Motta e roba del genere non all’altezza di un livello europeo. E questo lo sapete tutti credo...

56 // Edo Paris Interview

Non sono convinto, usiamo come esempio Milano: non mi sembra che si sia fatto più di tanto, i vecchi come me si accontentano del parco Lambro ed i giovani skateano in MC oppure aspettano di venir imboccati dai più grandi facendosi le seghe davanti alla ‘Street League’. Sì non hai torto, si potrebbe fare molto di più. C’è da dire che l’Italia spezza davvero le gambe agli skater. Io ho sempre consigliato a tutti di non aspettare troppo ad andarsene da un paese che non ci aiuta, anzi direi che non ci merita. È inutile raccontarsi favole, in Italia uno skateboarder è destinato a non combinare nulla. Questa però non deve nemmeno essere un’attenuante, noi che in ogni caso non vogliamo muoverci nostro paese dovremmo fare di più! Mi sto persuadendo che l’Italia non ami proprio i giovani: ieri sera siamo stati insieme al concerto dei Cypress Hill. Le birre da 33cl costavano cinque euro (calde), i bagarini napoletani gridavano come allo stadio ed in generale si viene maltrattati dalle organizzazioni... e dire che era un festival patrocinato dal comune ed il ticket costava una mezza (50 euro). Italian style? Fuck that! Gli artisti hanno messo a tacere tutto... Vedere i Cypress, gli House of Pain ed i Public Enemy nella stessa sera è e resta un privilegio. Che rapporto hai con la musica? Io amo proprio l’hip-hop di quel periodo, e cioè l’old school anni ’90. La ascolto principalmente quella roba perchè era VERA... belle liriche, belle basi ed head bangin’ a manetta. Per il resto sono davvero onnivoro in fatto di musica. Unico appunto zero rap moderno, puzza di plastica!!! Torniamo allo skateboarding. Abbiamo appena perso l’unico park indoor italiano: come possiamo andare avanti in maniera credibile secondo te? La prima cosa che voglio dire riguarda Angelo Magni, che a parer mio è davvero degno del nome che porta... è saltato fuori dal nulla, nessuno sapeva chi era e per tre anni ‘ci ha portato la salvezza’. La gente non gli ha dato un cazzo in cambio e nessuno si è sbattutto per difenderlo... solo quando si sono resi conto che era andato, hanno cominciato con un’inutile serie di R.I.P. che in realtà non servivano un a un cazzo...


BS TAIL SLIDE MILANO

Edo Paris Interview // 57


FRONTSIDE BIGSPIN MILANO

Ok, ma quali sono gli skatepark che ti piacciono? Secondo me l’unico posto costruito con logica alla fine è L’Elbo di Bologna, dove le persone sono state pignole che hanno saputo dire: NO, io lo skatepark lo voglio così e basta. Dove sono stati coinvolti dei professionisti internazionali che si occupano solo di quello, ed infatti lo skatepark è una bomba. Allora mi spieghi come mai pochissimi tra rider in vista ci va a skateare? Me compreso, mi verrebbe da dire che Storelli può essere strano quanto vuole, può avere scazzi con la gente però lui alla fìne lo skatepark di livello ce l’ha e come direbbe qualcuno, gli altri sucano! Ahahah! Sono daccordo con te, allora mandiamo un messaggio a Bologna... Aiutateci! No scherzo, non ho niente da dire, la gente in Italia usa le risorse che ha per infangare e litigare con gli altri e questo lo fanno tutti... a me dispiace ma è un dato di fatto! Una cosa che mi sta davvero piacendo è la nascita dei park D.I.Y. come il Creedence, la Knodel bowl di Brescia, la Bastard Bowl e altre realtà indipendenti stanno facendo quello che le amministrazioni non fanno!!! 58 // Edo Paris Interview

Credo che questo sia il vero futuro. Grazie Kendal, Seba Rossi e Canela!!! A Milano è recentemente cambiata l’amministrazione ed i programmi elettorali parlavano addirittura di costruire uno skatepark in tutti i maggiori parchi della città! In realtà ne basterebbe uno fatto bene, cazzo per quelli della mia generazione era impensabile iniziare a skateare in uno skatepark, ci siamo massacrati il culo su tutti i marciapiedini e mini curb della città, prima di vedere un quarter costruito per noi. Ad oggi nonostante i momentanei passi in avanti, i ragazzini di questa cazzo di città non hanno uno skatepark di livello europeo. Hanno diecimila campi da calcio, centomila negozi di moda e altrettanti club e discoteche... ma non un maledetto skatepark... Chi sono gli skateboarder italiani? Ci sono degli skater che definirei istituzionali cioè quelli che spaccano da sempre: Daniel Cardone, i fratelli Zattoni, Mauro Caruso, Fabio Montagner, Luca Crestani... poi ci sono quelli giovani e talentuosi: quelli che definirei skateboarding puro... loro sono Nikolai, Edo Maule, i Giordano’s, Mattia Turco...

Ma anche gente come DGD che pur facendo parte di un’altra generazione spinge da sempre senza pietà, skatea da paura e sà insegnare ai giovani e farsi rispettare. C’è una cosa che si tende a dire sempre, e cioè che i ragazzini di oggi non hanno rispetto, però se penso a quello che facevamo noi ai tempi del Borromeo, mi persuado che eravamo peggio allora. Davamo fuoco alle tavole della gente che non conoscevamo, cacciavamo la gente dallo spot e puttanate del genere... Lo so, me lo ricordo bene, avevo dodici anni ed avete spezzato una tavola anche a me, diciamo che l’influenza dei primi video Blind si faceva sentire e voi eravate quelli che imitavano quello stile. Esatto, un po’ come l’‘attitude’ da tossico del ragazzino di oggi che scimmiotta lo stile Shake Junt, che sembra essere un must del momento! Credo però che questi siano periodi della vita che necessariamente passano... Infatti nonostante tu fossi un casinista, oggi sei uno dei personaggi più easy della scena... Sì, sono arrivato al nirvana, ho maturato le mie convinzioni, skateo per divertirmi e per lo spirito di aggregazione che caratterizza lo skateboarding... questo è il bello: skateare e stare insieme.


Postilla: mi stanno sul cazzo le cuffie e gli I-pod mentre si skatea, ma ti rendi conto che arrivi allo spot e si sta in cinque persone ognuno con le sue cuffiette... e c’è gente che non può farne a meno! Fuck them headphones! Parlami del progetto MC... Voglio fare una introduzione a questa risposta: noi portiamo avanti il progetto MC e lo sentiamo nostro. Ma non ci dimentichiamo di riconoscere che il merito della crescita di Milano Centrale negli ultimi anni è stato seguito e curato da Diego e Renè che sono stati il vero punto di riferimento della scena milanese. Detto questo vi dico che da qualche tempo a questa parte ho deciso di dare una mano a Giò Onorato con MC: avevo bisogno ‘di credere in qualcosa’, e Giò mi sembrava la persona più vicina a me visto che lo conosco da vent’anni. Ho iniziato a dargli una mano con il video e con il team e da poco sono stato, tra virgolette, promosso a team manager. Giò è un po’ ‘di manica larga’ e continua a prendere gente nel team... quindi mi mette in difficoltà, non riesco a star dietro a tutti... ma io ce la metto tutta: provo a filmare e a star dietro ai ragazzi. Chiaro che siamo ancora una piccola company...

Nonostante questi presupposti mi sembra che il team MC sia una bomba... Il team è una bomba! Stiamo cercando di dare il massimo ma non sempre è possibile. Ti faccio un esempio: i soldi dell’ultimo tour programmato di sette giorni, sono alla fine stati investiti nell’ultima produzione di ruote... abbiamo dovuto usare quei soldi per cose più importanti. Diciamo che abbiamo dovuto pensare alla qualità dei prodotti piuttosto che a tutto quello che c’è dietro... nel senso che è inutile avere una comunicazione esagerata se poi i prodotti sono scadenti. Io e Giò abbiamo sempre preferito lasciare che i prodotti si pubblicizzassero da soli: le nostre pubblicità sono i commenti del team che skatea le nostre cose... Detto questo abbiamo intenzione di spingere forte il team e stiamo pianificando nuove strategie di comunicazione. Personalmente penso che stia andando bene, ma spero in un’evoluzione in futuro. Il nostro mercato è buono e il riscontro è ottimo... “...La vostra soddisfazione è il nostro miglior risultato...” Ahahah!

Ahahah! So che ultimamente ti sei messo a filmare e fare un po’ di foto... Sì perchè sto pensando a quello che farò quando non potrò più skateare... Filmare e far foto mi appassiona, mi piace l’idea di far qualcosa che nasca nello skateboard ma che possa trasformarsi in qualcosa di fine a se stesso. Ho iniziato con un’attrezzatura in analogico, tipo VX1000 e un programma per PC. Poi ho nel giro di poco avuto esigenza di incrementare la qualità. Visti i miei budget ridotti mi son preso una Canon 550D che è il modo più economico per far foto e filmare insieme... passerà del tempo prima di avere l’attrezzatura completa... ma penso che anche quando avrò l’attrezzatura completa Full HD, mi mancherà di passare il tempo a ‘rippare’ le cassettine, anche quello ha un suo fascino... Cosa stai facendo per vivere? Questa è una domanda un po’ critica, ora sto lavorando per la Bastard, nel negozio all’interno della sede ed ho un po’ di tempo libero per skateare. Sono entrato nella famiglia, anche se è pesante a livello economico, ho deciso di fare un tempo ridotto nello store per avere più tempo per skateare. Vivo principalmente con mia madre e con la mia ragazza ma mi piacerebbe avere uno spazio mio da solo, ma non si può aver tutto... Edo Paris Interview // 59


SWITCH POLE JAM MILANO

60 // Edo Paris Interview


Edo Paris Interview // 61


FRONTSIDE TAIL SLIDE BASTARD BOWL MILANO

Ma alla fine, da Piazza Borromeo ad oggi, qual’è la cosa più seria che hai imparato skateando? Ho imparato ad essere ciò che sono. A quindici anni, quando sei un ragazzino, skatei e fai cazzate: non ti interessa di molto altro. Ora mi sento un esempio per i bambini che iniziano e quindi sento di voler trasmettere loro un messaggio. Mi fa piacere l’idea di poter essere stato un esempio per quei giovani che fanno qualcosa di buono a bordo delle loro tavolette. Mi fa piacere pensare di essere parte della mente di uno skateboarder talentuoso! Immagina che io sia uno skater straniero: dammi un buon motivo per venire a skateare a Milano per una settimana. A Milano? Non so se ti consiglierei proprio Milano... ahahah! Milano per un paio di giorni va bene, poi senti il bisogno di uscire, almeno nei dintorni. Comunque ti posso dire che si mangia bene come in tutto il resto dell’Italia... Per uno che non è mai venuto è una bella esperienza tra feste e spot, però penso che un tour di tre giorni possa bastare... Ti direi sì, vai in Centrale, in Bicocca, vai a Gratosoglio, vai qui, qui e qui... E poi vaffanculo! Ahahah!

62 // Edo Paris Interview

So che hai un odio particolare per i televisivi e pubblicitari che ti chiedono performance per i loro scopi... A Milano succede che cercano di scritturati per qualunque cosa, sfilate, pubblicità, show televisivi e cazzate del genere. Ti offrono una miseria pretendono il massimo e non capiscono un cazzo di quello che fai. Per loro che sia lo yo-yo, il finto rap, la fuckin’ bici fissa o lo skateboard è uguale, l’importante è che tu sia la loro scimmia ammaestrata. Io per queste cose vado fuori di testa... Tu mi parli della televisione esterna allo skateboard ma i fenomeni tipo la ‘Street League’ cioè la TV interna allo skateboard? Siamo arrivati alla follia, come fai ad immaginare ad un contest un trick alla volta... Con gli spettatori fermi seduti sui seggiolini come le finali NBA. La prima volta che lo ho visto ci sono rimasto male. Abbiamo sempre idealizzato lo skate americano come quello ideale e quando ci confrontiamo con questi fenomeni ci scandalizziamo come se non sapessimo che con i soldi di mezzo, le cose perdono la loro genuinità... Se il futuro dello skate deve essere questo preferisco restare nel paleolitico italiano.

Tutti però cercano di ‘vendere’ lo skateboarding anche gli skater stessi, vedi il ‘Berrics’. Io quello lo vedo diverso... fratello loro sono skateboarder veri, gente che ha fatto la storia. Tu ti sentiresti di dire qualcosa a Koston?!? Ahahah! Ringraziamenti? Ringrazio innanzitutto mio padre che riposa in cielo da quasi quattro anni (non ti dimenticherò mai!), mia madre e tutta la mia famiglia, la Lisa che mi sta sempre vicino anche se la faccio sclerare, Giuliano per questo mega sbattimento dell'intervista, Giò Onorato per la fiducia che mi concede, Geppo, Anna e tutti i ragazzi di Bastard, i miei amici più stretti come Canella, Zaza e i ragazzi di Pleasure, i ragazzi di Vans, Mombelli, Pomo, Lucio e Ale per il supporto, tutta la cricca del Lambro, i boys di Chef e tutti quelli che mi vogliono bene!


FRONTSIDE AIR BERGAMO

Edo Paris Interview // 63


Fango, avversità e scomodità dello spot fanno di questo BS BOARDSLIDE un trick veramente Radicale... 64 / gilbo itw


photo daniele marzocchi itw alesssandro redaelli intro simone verona

ualche anno fa avevo già scritto un’intro per il Gilbo, al tempo del suo primo check out... Intorno al Gilbo sono cambiate un sacco di cose nel frattempo, vive e studia a Firenze, è fidanzato, ha la patente, ha i rasta sempre più lunghi, etc etc... Sono tutte evoluzioni che avvengono più o meno naturalmente con il passare degli anni...

Q

Ciò che mi piace del Gilbo è che non ha lasciato che il peso di queste trasformazioni scalfisse minimanente la sua passione e visione dello skateboarding! È esattamente il root street skater che era al tempo! Può sembrare una cosa banale ma non lo è per niente e me ne rendo conto ogni volta che facciamo una session insieme e la fotta è la stessa di anni fa! Cosa rara! gilbo itw / 65


GILBO PRESENTATI: PARLAMI DELLA TUA VITA, DI DOVE VIVI, DI CHI FREQUENTI E DI COSA FAI PER SBARCARE IL LUNARIO... Ciao sono Gilberto Cannarozzi e vivo a Viareggio, frequento surfisti, puttane, spacciatori e papponi, sto cercando di studiare architettura ma non ce la sto facendo molto e al momento scrocco qualche spicciolo ai miei genitori... CREDO CHE TU SIA PREPARATO PER QUESTA DOMANDA: HAI IN TESTA UNA SELVA DI DREADLOCK MA OGNI VOLTA CHE CERCO DI PASSARTI ‘UNA GRASSA’ MI DICI DI NO. PARLAMI UN PO’ DELLA TUA FILOSOFIA DI VITA...

Ahahah! Ci avrei scommesso le palle che mi avresti fatto questa domanda! Nonostante sia sempre stato interessato alle culture caraibiche e in particolare da quella giamaicana, non mi è mai piaciuto l’atteggiamento che alcuni hanno nel fumarsi le canne. Crescendo ho notato che c’era una certa tendenza a vantarsi di fumare; c’era chi si esaltava perché aveva più roba degli altri o perché era più stonato. Questo per me non è mai stato un motivo di vanto: non ho niente contro chi fuma ma non condivido l’atteggiamento di alcuni nel farlo. Se poi ci aggiungi che l’odore mi fa schifo e che mi piace essere sempre lucido (infatti non bevo neanche alcolici) visto che sono già rincoglionito dalle cose normali… A questo aggiungi l’educazione dei miei genitori e la fotta che avevo per lo skateboard durante l’adolescenza: questi potrebbero essere alcuni dei motivi per i quali non fumo. Per me il fatto di pensarla così non esclude l’essere appassionato alla cultura rastafariana, non mi piace l’equazione rasta (dreadlock) uguale fumatore di canne e mi dispiace che di una cultura per me così affascinante la gente conosca solo questo tipo di stereotipo. Basta pensare ad Adelmo Jr. che pur non essendo un fumatore è sempre stato rastafariano, anche adesso che gli hanno tagliato i dreadlock. Ciò nonostante sarei per la legalizzazione dato che non capisco perché debba essere legale bere alcolici e non lo debba essere fumare gli spliff... TI HO CONOSCIUTO DURANTE UN WEEKEND DI SESSION MILANESI: TU ERI MIO OSPITE ED IN VESTE ‘DI TURISTA’ COME PRIMA META MI HAI CHIESTO DI PORTARTI IN VISITA AL LEONKAVALLO. VUOI FORSE DIRMI QUALCOSA IN MERITO ALLE TUE IDEE POLITICHE? Ahahah! Ma io di politica non ci capisco mica un cazzo! Ti ho chiesto di andare al Leonkavallo perché un mio amico mi aveva detto che era figo... E comunque ci tengo a dire che mi fanno schifo la politica, il calcio e la chiesa. Non voglio neanche sapere che cose losche e pesanti ci siano nascoste dietro queste tre cose!!! DIETA QUOTIDIANA? Mangio circa sei volte al giorno tra colazione, pranzo, cena e merende varie... Colazione con latte e biscotti, pranzo con un piatto unico, frutta e forse dolce, merenda con troiate varie, cena un po’ a caso e latte e biscotti prima di andare a letto obbligatori!!! Se poi mi alzo abbastanza presto faccio anche un’altra merenda a metà mattinata...

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Questo BS FLIP TO FAKIE WALLRIDE era semplicemente un prestesto per mettere in mostra i dreadlocks... Mr Adelmo, show me the way! gilbo’s flow / 67


QUANTI LITRI DI LATTE CONSUMI AL GIORNO? Ahahah!!! Quasi un litro al giorno, dipende da quanto ‘sono infottato’... E senza contare tutti i latticini che mangio a pranzo e cena!!! TI HO SENTITO SEMPRE MOLTO ENTUSIASTA NEL PARLARE DI MILANO E DELLA SUA SCENA: TI TROVI COSÌ MALE A FIRENZE? Pensavo di trasferirmi ‘in una città’, invece mi sembra grande tanto quanto Viareggio. I locali sono troppo ignoranti e cafoni e se provi a girare in skate la gente ti guarda malissimo neanche tu avessi una siringa nel braccio. La città è scomodissima: all’interno del centro storico c’è quella pavimentazione tutta in ciottoli talmente sconnessa a volte, che vai male persino in bici! C’è sempre un botto di traffico ed è talmente piccola che la sera vedi comunque sempre la stessa gente. Quando vengo a Milano è diverso: per me è tutto nuovo, spot, gente, strade e negozi. Ma magari mi troverei male anche a Milano perché sono un bel viziato per certe cose. Comunque non sono il solo ad avere questo parere di Firenze, ho un sacco di amici (anche non skater) che la pensano come me: provate a chiedere ad Amerigo OC cosa pensa di Firenze!!! IL TUO MODO DI SKATEARE È MOLTO PARTICOLARE: PREDILIGI I BANK SPOT E I NATURAL QUARTER INCAZZATI MA POI LA SCELTA DEI TRICK È SUPER STREETTOSA... AMBIGUITÀ ANCORA UNA VOLTA. MI PIACEREBBE SAPERE QUALI SONO GLI SKATER CHE TI HANNO INFLUENZATO, DA DOVE HA ORIGINE IL TUO STILE E CAZZATE DEL GENERE...

Sono un tipo a cui piace skateare tutto (o almeno ci provo): muretti, bank, scalini e quarter...

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Tutto ciò che è possibile, mi piacerebbe skateare i passamani ma sono troppo fifone! Non mi piace skateare un’unica tipologia di spot: mi piace variare e scovare spot che per molti neanche lo sono. Diciamo che il mio idolo è sempre stato Tosh Townend da quando ci skateai insieme un paio di giorni in Inghilterra... È stato amore a prima vista!!! (anche mia madre era infottatissima). Sono sempre stato influenzato da tutta la banda di Satori Movement e I Path... Da tutte queste marche un po’ rasta e fricchettone, e ogni anno aspetto in gloria i nuovi video Static: adoro quel tipo di skateboarding.

Non mi piacciono il punk rock e tutti quei generi che la gente si prende bene a ballare tipo tecno, house, goa, commerciale, etc... Li ascolto solo per divertirmi e fare il cretino quando vado quelle rarissime volte a ballare, ma musicalmente mi piacciono meno del punk. Ascolto anche musica etnica indiana, peruviana e roba simile. Come nel mio modo di skateare: mi piace variare genere come mi piace variare spot, anche se nello skate non è poi così semplice farlo...

SO CHE LA MUSICA HA UNA GROSSA IMPORTANZA NELLA TUA VITA: TI MUOVI SEMPRE PER ANDARE AI CONCERTI ED HAI ORECCHIO FINO. DACCI LA ROTTA PER NAVIGARE ALL’INTERNO DEI TUOI GUSTI MUSICALI... Diciamo che prediligo la musica nera quindi rap, reggae, soul, funk e afro beat; ascolto anche molto progressive rock grazie a mio padre che fin da piccolo me l’ha fatto ascoltare.

LA COSA PIÙ ASSURDA CHE TI È SUCCESSA DURANTE LA REALIZZAZIONE DI QUESTA INTERVISTA? Guarda in realtà a questo giro non ne sono successe di bellissime: vedessi per girare il video che cosa non è successo! Ahahah! Qualcosa avete visto ma un sacco di roba Amerigo non l’ha messa... Comunque una cosa abbastanza buffa è successa mentre provavo il boardslide: siamo partiti presto nonostante il


Sopra: Gilbo non è snob nella sua maniera di skateare e non disdegna quindi gli spot classici... questo SW HEEL ne è la prova...

Sotto: se ogni singolo trick di Gilbo rappresenta un’idea, cosa c***o pensava mentre faceva questo FEEBLE GRIND TO QUICK FS OLLIE...

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sole, perchè dovevamo scavare la fossetta con tanto di tappa e vanga per far sì che la tavola non si piantasse nella terra; dopo mille tentativi comincio a slidearla tutta e capisco che dobbiamo fare la fossa più lunga perchè con la velocità della discesa riuscivo ad arrivare oltre a dove avevamo inizialmente scavato. Ci fermiamo un attimo, prendiamo (io e Marzo) gli attrezzi in mano e ricominciamo a scavare, dopo un po’ chiedo a Marzo di continuare mentre mi allontano per poter prendere la rincorsa... Poco prima di ripartire per provare il trick mi chiama dicendomi che zappando ha rotto il tubo dell’irragazione del giardino! Alla fine del muretto si era creata una pozza d’acqua mista a fango tanto per rendere le cose più divertenti... Fortuna che la fotta era talmente alta che sono riuscito a chiuderlo lo stesso! SE POTESSI CAMBIARE TRE COSE DELLA SCENA ITALIANA? Farei skateare tutti più in street e meno in park, cambierei l’attitudine della gente che skatea solo e sempre nello stesso spot e farei arrivare altri marchi nella distribuzione... RADIOGRAFIA DELLA SCENA VERSILIESE E TOSCANA IN GENERALE? Credo che in Versilia ci sia gente che ha molte potenzialità ma allo stesso tempo non abbia voglia di pompare come dovrebbe, per vari motivi... Poi abbiamo il signor Verona che ormai ha fatto la storia della Versilia, della Toscana e direi anche delle mini rampe (ma non solo) italiane. Mi sembra che comunque un tempo c’era più fotta nel produrre materiale e di girare, sarà che ora Romanello e Verona sono sempre impegnati con eventi e cazzate varie e che il Venosa si è trasferito... Di fatto si skatea sempre nei soliti spot. Per il resto della Toscana non conosco a fondo le diverse realtà di ogni città: posso dirti che a Firenze, considerando il numero di spot (alcuni molto sketchy), i local preferiscono stare in quel ‘bellissimo’ skatepark che hanno da poco rifatto. D’altra parte ci sono i veterani come il Fiore, Squit, l’Aglietti (anche se non è di Firenze ci bazzica spesso) e Raffa, che nonostante l’età, continuano a pompare in giro negli spot. Ultimamente ho conosciuto la scena grossetana e mi sembra che i ragazzi siano infottatati nel girare tra eventi, spots, etc... TRE COSE DA FARE DOPO AVER CHIUSO UN BEL TRICK? Godersi tutto il ‘feeling’ del trick chiuso, festeggiare con gli amici e ricompensarsi con un bel gelato... Le tre cose da non fare mai? Perdere il footage, lanciare la tavola dalla gioia e vantarsi... GRAZIE GILBO ABBIAMO FINITO: SALUTI E RINGRAZIAMENTI DI ORDINANZA? Per prima cosa vorrei ringraziare i miei due principali sponsor: mamma e papà. Ringrazio ancora 6:00AM per l’intervista e tutti coloro che ne hanno direttamente o indirettamente partecipato. Saluto tutti ma proprio tutti i miei amici, conoscenti ed ‘haters’; siete troppi ed è faticoso fare la lista! Grazie ancora a tutti! :-)

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L’aggettivo per questo trick è ‘fragile’ come è scritto sugli scatoloni delle porcellane. Skateare il cristallo non è mai sicuro, soprattutto non lo è incastrasi in una combo di ollie per andare a ‘rubare’ questo BS BLUNTSLIDE... gilbo’s flow / 71


72 // eastpak tour in paris


Eastpak Baguette Tour

DAVIDE ‘LERRI’ FRASSINE / SALAD photo & intro / enrico rizzato word / grancesco girardi

“Ma quanto se la tirano sti francesi?” Pensateci bene, quante volte vi è passata per la testa questa frase dopo essere stati in Francia o aver avuto a che fare con dei francesi? Dai, non fate i modesti... L’ho pensato più volte anch’io e lo penso tuttora: i francesi hanno questa tendenza a sentirsi superiori, soprattutto con lo straniero, soprattutto con lo straniero made in Italy...

le sembianze di un’immagine, un fatto particolare, uno spot, un trick oppure una sensazione. L’etichetta con la quale io continuo a catalogare quei cinque incredibili giorni di tour, una miriade di spot, un ottimo livello di skate e trick portati a casa, km di spinte, kg di baguette e tanta ma tanta gnagna, ha la sembianza di una sensazione ed è quella di familiarità e senso di appartenenza.

Quando si mette in moto il cervello per andare a ripescare i ricordi legati ad un’esperienza, in questo caso un tour, man mano che il tempo passa, si tende a catalogare il tutto sotto un’unica ‘etichetta’, che può prendere

Grazie al nostro contatto, l’ormai local Francesco Girardi, siamo entrati fin dal primo giorno nelle grazie dei boys di Jemmapes: la crew dei locals coi quali Francesco gira.

Durante la nostra permanenza si sono sbattuti a portarci in giro per i loro spot, chiamarci per sapere i nostri programmi e darci delle dritte, farci da guida quando Francesco non poteva, cenare assieme e bere le birre alla sera lungo il fiume. Questo è uno dei ricordi più importanti che ho di questo tour: non essermi sentito così lontano da casa quando in realtà stavo a mille km di distanza e in una città con due milioni di persone; non essermi sentito del tutto un estraneo, anche al di fuori dello skateboarding...

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Eastpak Baguette Tour

UP / FABIO BOTTELLI / FIVE - O DX / SIMONE VERONA / BOMB DROP OGNI TANTO PENSO A QUANTO SIA SOTTOVALUTATA PARIGI PER GLI SKATE TOUR... ANCH’IO NON LA CONOSCEVO SOTTO QUESTO PUNTO DI VISTA PRIMA DI STABILIRMI QUI; CONOSCEVO SOLO BERCY E LE DOME, I DUE SPOT STORICI DELLA CITTÀ, MA CHE CON TUTTO IL RISPETTO NON SONO ASSOLUTAMENTE I MIGLIORI...

Ho avuto la fortuna di conoscere delle ottime persone, sempre motivate a mille per andare a

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skateare quando il lavoro e gli acciacchi lo permettono... non abbiamo più vent’anni purtroppo. A Parigi la quantità e tipologia differente di spot è impressionante, bisogna solo aver voglia di muoversi e delle volte affrontare anche un’ ora di metro. Avevo parlato un po’ con i miei amici francesi prima dell’arrivo del team Eastpak, e c’eravamo detti che sarebbe stato interessante eliminare tutti gli spot più conosciuti, e girare dove NOI andiamo a skateare. Arrivano la sera, notte in effetti, appoggiano valigie varie e si esce subito

in skate... birrette sul canale St.Martin (dove sono state girate molte scene del film ‘Il favoloso mondo di Amèlie’ per capirsi). Una piccola intro di Parigi. Il giorno dopo, uno squillo a Johan, local della Defense, per confermare l’appuntamento, e via cinquanta minuti di metro. La Defense è una zona super conosciuta all’estremo ovest della città. Zona di uffici, grattacieli, spazi giganteschi ed il più grosso centro direzionale di tutta Europa; ma come si era detto: “ci si scalda ma non si skatea qui”.


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SIMONE VERONA / FS TAIL

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Eastpak Baguette Tour Quindi si parte per un grosso downhill nella cittadina dove abita Johan, nonché il comune più ricco di Francia, in quanto il 30% degli stabili della Defense pagano le tasse a questa ‘frazione’, il restante 70% a Parigi. Potete ben immaginare che effetto abbia sull’architettura di un paesino di circa 40000 persone. Si skatea e parecchio.

• GIORNO 1 Contatto Baptiste, mio carissimo amico e buon skater e si riparte, un’ora di metro e si arriva a Creteil estremo sud est. Ci si scalda nella piazza del comune, tutti la conoscete credo: un enorme piazza piastrellata con un disegno di onde bianche blu e rosse ma ‘non è qui dove si va’! Siamo a Creteil per skateare i ‘briques rouges’. Posto super conosciuto ma altrettanto difficile da trovare, all’interno di una cité: dei grandi agglomerati di torri dove in linea di massima è abba-

stanza pericoloso installarsi per via dell’ambiente un po’ teso, che di solito aleggia in questi luoghi... d’altro canto è sempre la banlieu parigina. In questo particolare caso la zona è abbastanza tranquilla, si passa tutto il pomeriggio qui perché lo spot merita parecchio (personalmente lo reputo uno dei migliori street spot mai visti, e dopo quindici anni su sta cazzo di tavola credo di avere un po’ di esperienza per dirlo). Non contenti ci si sposta in un wall vicino, sempre mattoni e suolo orrendo. Lerri vola e comincia a fare buio.

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Eastpak Baguette Tour

DAVIDE FRASSINE / WALLRIDE

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Eastpak Baguette Tour Meglio andarsene, Creteil non è proprio conosciuto come uno dei luoghi più sicuri di Parigi durante la sera. • GIORNO 2 La casa comincia a prendere l’odore di pomate varie (santi i miei coinquilini!). Si resta ‘in centro’ oggi e ci si ritrova con Baptiste, si skaeta nel ‘19simo’ dove abito, ci si scalda, Fabio mangia il ‘flan nature’ n°157621539172 e ci si muove un po’ più a sud tra il ‘20simo ed il quinto’. Non c’ero mai stato, Baptiste sì. Quantità di spot pazzesca, la tranquillità di uno street gap coccolati dall’ombra degli alberi di café Emporter e con la tipica architettura Haussmaniana parigina come sfondo. I ragazzi spingono per cose un po’ più grosse e quindi il grosso ledge di Dugommier, straconosciuto ma non per questo super skaetato, fa a caso nostro...

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UP / SIMONE VERONA / HALFCAB BLUNTSLIDE REVERT DX / FABIO BOTTELLI / BS OLLIE

Alla fine dopo i mille tour e i rail skateati assieme sapevo che Fabio l’avrebbe adorato. Finiamo lungo la Senna, spot rinomato più per gli aperitivi che per lo skate, di fianco alla cattedrale di ‘Nostra Signora’. Senna, Notre Dame sullo sfondo, lontano dalle macchine. Il luogo è talmente tranquillo e bello che ci siamo concessi le due. Quindi aperitivo, baguette n°21319531967419 di Fabio e skate... la sensazione delle cose semplici in luoghi magnifici... • GIORNO 3 La pomata comincia a prendere l’odore della casa. Ci si sposta verso nord nel ‘18simo’. Questa volta è Zeb, altro mio caro amico e skater di ottimo livello che ci fa da guida diretti alla vague de Batignolles.

Spot incredibile costituito da un’enorme onda bianca in un parco (ah c’è anche un skatepark di fianco... inutile). Si skatea e poi si sale a nord, verso la banlieu, quella vera... e si skatea quarter naturali e manual pad. Poi si scende a Concorde, per fare un check ad una fontana vuota ma era solo per ritrovarsi con gli altri, e si riparte per St.Germain de Pres; la zona più borghese di Parigi, quella da cartolina, per skaetare la scultura/fontana, attorniati da turisti e borghesi incuriositi. Ore 22:00, si è skaetato molto. Riusciamo a permetterci anche di andare a bere una birra con gli altri e nel ritorno prendere degli apprezzamenti razzisti dai tipici barboni alcolizzati e violenti che potete incrociare nelle metro parigine... anche questa è Paname.


• GIORNO 4 Lavoro e Baptiste no, quindi sarà lui la guida. Li porta nel famoso bank/drop-in del Point Ephemere nel ‘11simo’ al limite con il ‘19simo’, di fronte al canale St.Martin vicino a questo club ormai superconosciuto. Zona di concerti expo, gran bel posto. Spot grezzo come bisogna: pavè della taglia di una pizza. Comincia a piovere, finisco il lavoro e li raggiungo. Piove sempre di più... finalemente dopo quattro giorni di sole incredibile i ragazzi conoscono il vero tempo parigino. Sessione finita. Tour finito.

Giro obbligatorio alla torre Eiffel e a Belleville, quartiere popolare multietnico con mille bar e luoghi alternativi per l’arte e l’architettura, per la cena e per delle birre con amici e amiche per, come dicono qui: ‘se faire plaisir’... E come diceva quel titolo: ‘Appuntamento a Belleville’ no? Parigi la si vive così secondo me, girandola. Conoscendone i suoi lati da cartolina e quelli della vita vera. Vedendone i problemi ma anche tutte le cose fantastiche che offre. Spero di essere ruscito a dare questo ai ragazzi, perché alla fine lo skate va con la città, e la città può essere conosciuta in skate. Spero di aver fatto vivere un po’

Parigi a modo mio: i miei amici, i miei quartieri, le boulangerie, les epiceries... un po’ la mia vita qui. Di avergli fatto capire quanto bello sia spingersi per una città splendida, dai marciapiedi liscissimi ed enormi, dimenticandosi degli skatepark e monstrandogli quanto Paname se uno ha voglia, secondo me, non abbia nulla da invidiare a Barcellona. Ringrazio i ragazzi per essere passati qui in tour e ringrazio soprattutto Baptiste, Johan e Zeb e tutti i local per la loro disponibilità, per le skateate assieme e per aver fatto vedere come l’ambiente parigino non sia poi così freddo come si dice. A bientot les gars...

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BACKWARD NOSEGRIND


“LO SKATE IN TESTA E ’FANCULO AL RESTO” ITW ALE REDAELLI & PHOTO ALAN MAAG

Ciao Gilles, raccontaci come ti sei avvicinato al mondo dello skateboarding... Ho chiesto il mio primo skate come regalo di Natale dopo aver visto un ragazzo del mio paesino ollare i cinque gradini di fronte alla scuola che frequentavo, passati i primi mesi a litigare con me stesso per alzare la tavola da terra mi sono innamorato e la mia vita è cambiata: ho iniziato ad affrontare ogni giorno con lo skate in testa e ’fanculo al resto! Quello che ho sempre apprezzato, forse all’inizio inconsciamente e pian piano in maniera sempre più consapevole, è la libertà che si può provare skateando. Lo skate non è uno sport, non è una moda, non è un passatempo, per me è avere la possibilità di vivere liberi senza orari, obblighi, appuntamenti, regole, doveri e ogni altro aspetto della vita che caratterizza la maggior parte dei nostri gesti quotidiani quando non stiamo sulla tavola. Per me skateare significa superare i limiti mentali e fisici personali oltre che di spazio in quanto per me, che sono nato e cresciuto in street, lo skate rimane quello che facevo quando ho iniziato: girare per cercare spot senza barriere o confini, fottendosene della proprietà privata, dei cancelli, dei cartelli, dei securitas, dei poliziotti, delle leggi…

E fare quello che si vuole stando insieme per divertirsi, discutere, confrontarsi e mettersi in gioco. Skateare è vivere gli spazi a contatto con noi stessi, gli amici e gli altri, sentirsi legittimi proprietari di ogni luogo che ci circonda, privato o pubblico che sia. Skateare è emozionarsi come un bambino vedendo un passamano, un bank, o una scalinata, é dare uno sguardo alla parte più grigia e triste del mondo e riuscire a vederci un parco giochi. Mi sono avvicinato allo skate in maniera piuttosto casuale, ma dal momento che ne ho avuto un assaggio ho capito che era uno dei pochi ‘mondi al mondo’ che mi avrebbe dato l’opportunità di esprimere me stesso e sentirmi felice. Per me lo skate è vita e la vita va vissuta come lo skate: in maniera sincera e spontanea ma soprattutto libera! Va affrontata come quando un coglione in divisa ci manda via da uno spot pretendendo di dirci cosa si può o non si può fare: si sorride, lo si prende per il culo e si torna più tardi. In skate e nella vita ognuno faccia quello che vuole!

Hai sempre avuto uno stile così aggressivo nello skateare? Sono cresciuto skateando montacarichi o garage e giravamo spingendoci per i paesini vicino a casa con il metro tascabile per cercare il gap più alto. Trick non se ne facevano molti: ollie, 180°, flip ed ogni tipo di grab (anche in fakie). Penso il mio stile sia stato influenzato dagli spot skateati all’inizio e dal fatto che gli unici video che avevo erano quelli Zero e Yama! Ognuno tramite lo stile ed il suo modo di skateare, ha la possibilità di esprimere se stesso: io sono una persona apparentemente tranquilla che, per svariati motivi, porta dentro un mare di rabbia, lo skate mi permette di incanalarla e forse questo è uno dei motivi per il quale il mio stile è così aggressivo: ha una funzione terapeutica e di sfogo, dopo aver skateato sto bene con me stesso e di conseguenza con gli altri ed il mondo. Skateo spot grossi perché mi piace superare i miei limiti e mettermi in gioco, sono soddisfatto quando fatico a portarmi a casa un trick, cado e mi rialzo distrutto cercando di convincermi che ce la posso fare fino a farcela, mi piace vincere e dominare la paura: il fatto di affrontarla con determinazione, tenacia e convinzione porta il mio stile ad essere aggressivo.

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Qual’è la cosa più bella del far parte della famiglia dei Warriors? Come in ogni famiglia una delle cose più belle è provare il senso di appartenenza a qualcosa che ha cambiato e segnato il percorso di vita, il fatto di aver vissuto un’infinità di emozioni e momenti significativi insieme e la consapevolezza ed il desiderio di volerne vivere ancora in futuro. Un’altra cosa che ho sempre apprezzato tocca il discorso fatto nella prima domanda: alla maggior parte dei Warriors interessa divertirsi e vivere in maniera leggera e spontanea ogni aspetto della vita. È bello quando in una famiglia si può essere sboccati sapendo che c’è chi capisce e condivide il proprio modo di essere sincero e la propria attitudine alla vita con la certezza di poter avere un supporto. Penso che non vi sia una cosa oggettivamente più bella del fare parte dei Warriors, molta gente potrebbe non trovare nulla di positivo in noi vedendoci come una banda di immaturi, di grezzi, disorganizzati, sporchi puzzoni, alcolizzati... ma chi sta bene con noi o chi si impegna a capire chi siamo realmente solitamente apprezza, ognuno a suo modo anche se capisce che non fa per lui essere un Warrior. Dove e come ti vedi tra dieci anni? Vivo giorno per giorno, tra dieci anni forse sarò morto. Raccontaci qualcosa riguardo ai Warriors tour... Tour Warriors: fare party e skateare finché il corpo e la mente reggono, improntare ogni momento per ridere e scherzare, vivere ed esplorare altre nazioni e città sentendosi a casa, conoscere

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altri skater e farsi portare in giro per i loro spot ed i loro locali, dormire praticamente sempre per terra ed ammucchiati come pinguini in spiaggia, non fare la doccia e non cambiare i boxer e le calze per nessun motivo a meno che non si voglia fare la figura del frocio (a volte siamo froci), tirare la corda fino all’ultimo, a volte avere qualche discussione con la polizia, raramente venir arrestati, una volta per due di noi passare qualche giorno in cella con un conseguente divieto di entrare in Spagna per due anni… Qualche ricordo: Fra che gira mezzo nudo per il porto di Barcellona con una bottiglia di Jack quasi vuota in mano rifiutandosi di darla al poliziotto, il poliziotto che si arrabbia, Fra che scappa mentre Arthur si picchia con gli altri poliziotti giunti sul luogo, vengono arrestati entrambi e poi picchiati e tenuti in cella, Igor che deve tornare in Svizzera con tutti i bagagli di per poi avvertire i genitori di entrambi. Martino alle prime armi con l’alcol che, in mezzo ai prati più morbidi d’Olanda, va a dormire sotto il furgone posteggiato sulla ghiaia. Gigi scomparso a Berlino dopo un party della morte, noi, al risveglio in un parco, capire di aver dormito con i barboni. Martino a Berlino che rompe i coglioni ad una battona tirandole addosso un piccione morto. Fra a Bologna che caga in un sacchetto, Yari che butta la merda sul vetro della macchina di Richi mentre lui ci sta dormendo dentro e, aprendo il sacchetto, vomita sui fanali, accende i tergicristallo e, il giorno seguente, lo svegliamo tutti insieme gridandogli “sveglia merdaccia!” con un megafono puntato nelle orecchie. Un pedofilo nelle campagne francesi che cerca avventure sessuali con noi (anche a pagamento), noi che ridiamo e scherziamo come se capitasse ogni giorno e poi ci salu-

tiamo augurandoci buona continuazione. Due settimane in giro per l’Europa a dormire in Autogrill, i cinque giorni a Berlino trovare un albergo abbandonato di fianco ad una delle aree di sosta ed invitare gente conosciuta in giro a dormire nel ‘nostro albergo’ (per terra sul cemento sotto il porticato d’entrata). Vans Svizzera che l’ultimo anno a Basel ci paga l’albergo in un bordello, dormiamo in più di dieci in una stanza da due e l’ultimo giorno, mentre tutti sono a fare colazione, il proprietario cerca di entrare in stanza mentre Yari butta borse e sacchi a pelo fuori dalla finestra in mezzo alla strada. Martino a Barcellona che rompe naso e polso con una balta sola (che combo!), gira per più di un’ora in metro per arrivare in ospedale e, quando ci arriva, l’infermiera lo insacca perché non sa parlare spagnolo. In Olanda ad un contest, essere talmente sfatti e poveri da mangiare i resti degli altri dalla pattumiera. Alla dogana austriaca scoprire che Alex, nostro amico da dieci e passa anni, in realtà si chiama Alexander Mark Treter de Lubomierz. Elia che viene arrestato il primo giorno a Monaco: 800 euro di multa in contanti o detenzione a tempo indeterminato dovuta al fatto di possedere una targa italiana (il resto lo hanno inventato). Elia che il secondo giorno a Monaco si fa vedere a rubare uno shot nell’albergo di fianco al nostro, il securino se la prende con me, io ubriaco cado di faccia sul marciapiede rompendomi un dente, arriva la polizia, scappiamo nella nostra stanza dove chiaramente dormono il doppio delle persone paganti, la polizia entra in stanza, mi vesto scendendo dalle scale in boxer (sono scappato subito a letto), mi arrestano dicendomi che sono comunque colpevole perché io sono svizzero ed il securino è tedesco, 250 euro di


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Quali sono i terreni che preferisci skateare? In generale mi divertono gli spot grossi come passamani, ledge, bankoni, oltre a questi apprezzo un sacco fare downhil, andare veloce o girare in mezzo alla gente nelle città. Mi piace skateare in strada, cercare spot dietro ogni palazzo, casa, fabbrica... amo scoprire gli spazi e skatearli. Meglio ancora quando si trova un posto nel quale costruirci il proprio spot, rubare i sacchi di cemento e conquistarsi il proprio spazio in mezzo ad un rudere o un piazzale dimenticato. Skateare un angolo che ci si è presi senza troppi compromessi nel quale si ha avuto l’iniziativa e la voglia di sudare per costruire insieme qualcosa è una delle soddisfazioni più grosse che consiglio a tutti. Quanti edifici abbandonati e dimenticati ci sono in giro pronti per venire occupati? Sono tutti luoghi morti in attesa che qualcuno ridia loro un’anima.

operare il crociato ed il menisco ad agosto, quindi di skate non se ne parlerà per un po’. O meglio se ne parlerà un sacco ma se ne farà poco, pochissimo. Così l’anno che viene lo organizzerò in funzione della mia ripresa fisica investendo in altre passioni: per esempio disegnerò e cercherò di imparare a tatuare, filmerò i miei amici e andrò a cementare spot che skateerò l’estate prossima. Cercherò di racimolare qualche soldo con lavoretti di ogni tipo e mi preparerò a partire per quando starò meglio. Come ho scritto prima non mi piace pianificare la mia vita, preferisco vivere giorno per giorno, non voglio cercare un posto di lavoro fisso, nonostante io ami il mio lavoro che è un’altra delle mie passioni, perché non credo sia giusto inserirmi nel sistema come se fossi un ingranaggio che spesso, dal momento che inizia a girare, fatica a fermarsi e pensare di essere altro. Probabilmente quest’idea comporta una vita molto precaria e con meno certezze ma è sicuramente più sincera verso me stesso: io voglio vivere a caso senza troppi paletti, regole, doveri o costrizioni e alla domanda “di cosa ti occupi della vita?” mi piace rispondere, anche se potrà sembrare egoistico (sano egoismo dal mio punto di vista), che nella mia vita mi occupo di me stesso...

Per il resto di cosa ti occupi nella vita? Mi trovo in un momento di svolta: sto finendo gli studi come operatore sociale e ad ottobre se tutto va bene, sarò laureato. Ciò nonostante non credo che inizierò a cercarmi un lavoro o una casa adattandomi al percorso omologato che fa la maggior parte delle persone. La mia idea sarebbe stata quella di raccogliere i soldi necessari per partire a skateare a tempo indeterminato, ma purtroppo ho fatto una balta del cazzo e mi tocca

Dove ti piacerebbe vivere se ti dovessi trasferire? Ci sono molti posti che vorrei visitare, per esempio oltreoceano, ma fin’ora, per quel che ho visto, vivrei volentieri a Barcellona, Berlino e in Belgio per qualche tempo. Come spiegato non mi piace l’idea, almeno per il momento, di mettere radici in un posto solo. Apprezzo scoprire gli spazi, la gente, le abitudini, i ritmi... vorrei poter stare in un posto finché ci

multa in contanti o detenzione a tempo indeterminato. Due giorni all’ISPO,1050 euro di multe dovute alla nostra nazionalità, HEIL MONACO! Il terzo giorno a Monaco, tutti vestiti da pirati, a fare party, ridere e scherzare come se non fosse successo nulla! ...WARRIORS TOUR!

sto bene e lo sento mio e poi, quando la vita diventa troppo monotona o scontata, partire cercandone uno nuovo. Lo skate non ha limiti né barriere e mi piace pensare che gli skater di tutto il mondo sono una grossa famiglia, mi piacerebbe vivere ovunque posso sentirmi a casa accolto in questa grossa famiglia come accogliamo noi chi arriva a Lugano: Birra, skate e divano! Come giudichi la scena italiana vista da fuori? Non avere pietà!!! Con me e con noi Warriors, gli italiani di qualsiasi zona sono sempre stati più che accoglienti, ogni contest ed ogni tour in Italia è sempre stato una goduria: mi sono sempre sentito a casa e la nostalgia spesso veniva tornando in Svizzera. Ho un sacco di bei ricordi vissuti skateando in Italia con gli skater italiani. Per quello che è invece per me lo skate e quello che penso dovrebbe essere mi dispiace che in Italia molte marche e una buona fetta del mercato siano in mano a chi non sa un cazzo di skate, vende truck indi, tavole creature, scarpe da calcio, palloni da basket ...tutti nella stessa vetrina. Mi fa schifo, non solo in Italia, chi si fa i soldi sullo skate senza avere la passione e rovinandone l’essenza, come da voi per esempio fa il Treesse e da noi molti negozi e singole distribuzioni... mi fa cagare solo pensarci! In Italia mi sembra che le persone che skateano si conoscono tutte, venire a trovarvi è un piacere perché ci si ritrova ogni volta e sappiamo chi incontreremo. Ciò nonostante ho l’impressione che spesso tra gli skater delle varie regioni vi siano alcuni personalismi che, nella scena italiana, limitano la bellezza spontaneità che vi potrebbe essere.

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La gente che skatea, dal mio punto di vista, non dovrebbe remarsi contro e mettersi i bastoni tra le ruote, facciamo tutti parte della stessa famiglia, certamente ognuno a suo modo ma tutti per lo stesso amore verso lo skate. Sentirsi tutti parte della stessa cosa, chiaramente con sfumature differenti, forse potrebbe aiutare a migliorare una scena già molto piacevole e sincera e potrebbe togliere un po’ di potere ed influenza alle teste di cazzo che non sanno neanche lontanamente cos’è lo skate ma mangiano dai nostri piatti! Plus & minus del vivere e skateare in Svizzera... La Svizzera è pulita, ordinata, regolata, organizzata, repressiva, di mentalità chiusa, un po’ tradizionale e parecchio razzista, e stigmatizzante, ha molte categorie e molto rigide anche se ci fa pensare che ognuno a più di un’opportunità, in Svizzera o sei di qua o stai di là... le parole in Svizzera prendono più significati: le opportunità diventano obblighi, la singolarità si trasforma in omologazione, il sociale non è altro che controllo per garantire la sicurezza, la pulizia ed il decoro Svizzero che non ammette sbavature o opinioni differenti, la democrazia ne prevede una per tutti dopo ogni votazione. Ciò nonostante, per chi le cerca e si inserisce come la Svizzera lo pretende, viverci garantisce molte sicurezze e di conseguenza tranquillità. A calza stretta, le sicurezze non mi piacciono come non mi piacciono gli schemi rigidi, le leggi inflessibili e la vita monotona e routinaria che devi avere per vivere in Svizzera. Per avere devi dare molto, resta poco tempo per sè stessi nonostante sia sicuro e strutturato.

Lo skate in Svizzera non è male, dal mio punto di vista la scena migliore la si trova a Lugano, a Coira e a Zurigo. Ci sono un sacco si spot fighi di ogni tipo oltre che skater, vecchi e giovani, con un ottimo livello e dal quale imparare molto. Un grazie di cuore negli ultimi anni va dato ad Alan, che fotografando ovunque e facendoci conoscere sempre meglio tutti, sta migliorando molto la scena di skate svizzera. Il nostro paese è molto piccolo e lui fa da tramite per ogni cantone. Negli ultimi anni il clima generale mi sembra che stia migliorando un sacco grazie ai contatti più frequenti ed ai vissuti comuni anche tramite il suo lavoro. Ciò nonostante il contesto influenza chi vi è inserito e anche molti degli skater sono rigidi, vivono lo skate come uno sport... per me nello skate non c’è competizione se non con me stesso, in Svizzera molti skater mi sembra che la provino verso gli altri. Un esempio potrebbero essere alcuni dei contest: iniziano alle 10:00 quando noi siamo ancora sbronzi e abbiamo la testa nel culo, molti degli skater si sono preparati la run allenandosi per settimane nello skatepark, durante il giorno non girano quasi birre e la maggior parte sono nostre,…per molti skater in Svizzera l’attitudine è la stessa che si può avere giocando a calcio e questo non lo condivido affatto. D’altra parte ci sono skater che hanno fatto parte della storia, skater per il quale nutro un rispetto infinito e con il quale è sempre un piacere bere una birra o un the e farsi qualche ollie insieme fiero che ci siano e di aver condiviso con loro parte del mio percorso. Personalmente penso che la scena svizzera sia piccola e molto densa, per il futuro vi sono ottimi presupposti per creare qualcosa di importante e puro più di quello che c’è ora ed io, noi Warriors, saremo i primi ad impegnarci per far sì che questo avvenga.

Hai già skateato il nuovo park di Lugano? Com’è l’area street? L’area street è una figata, c’è dentro ognuno di noi Warriors in quanto il progetto lo abbiamo costruito tutti insieme. È uno skatepark difficlie, incazzato, veloce,…nel quale le prime volte si fatica a portare a casa trick semplici, ma che anche dopo un anno e più offre comunque l’opportunità di migliorarsi e costruire linee nuove. È uno degli skatepark migliori che ho mai visto dal vero! Per il momento l’ho skateato come posso skatearlo con un menisco ed un legamento crociato rotto: male, poco, in maniera precaria e frustrante ogni volta….non aspetto altro che operare, riprendermi, tornare ad impare nuovi trick, spaccare tutto il park, spacarmi di continuo e rifare tutto quello che amavo e che ora non posso vivere. Sono sei mesi che skateo precario con un ginocchio rotto aspettando di poter operare, questo tempo è stato una tortura perché non riesco a sfogare tutta la rabbia raccolta fin’ora, quando starò meglio e riuscirò di nuovo ad incanalare tutte le emozioni e la voglia di skateare il park nuovo farà di me un altro skater. Non vedo l’ora di sentirmi di nuovo un tutt’uno con la tavola, in un altro mondo, sentire l’adrenalina che sale al cervello ed entra nei muscoli, il male ovunque, il bruciore sulla pelle sotto la doccia, la felicità, quella vera, dopo ogni trick chiuso e dopo ogni skateata soddisfacente, la tranquillità interiore e con il mondo ogni volta dopo aver dato me stesso per una skateata! Lo skate mi ha insegnato a pagare il prezzo, lo sto pagando e lo pagherò, senza però non c’è guadagno e quando potrò tornare a skateare uscirà tutto quello che ho covato in questo tempo!!! Non vedo l’ora! Buon divertimento e buona vita! FS 5-0 Gilles Gallicchio Interview 89



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PHOTO GIULIANO BERARDUCCI . ITW MATTEO DI NISIO

40 ANNI? NO DAI, GIURO, PENSAVO DI AVERNE MENO...

Ciao Geppo... intanto raccontaci com’è nato il tuo soprannome... Il mio soprannome è nato quando frequentavo la scuola media e vivevo in periferia di Torino; i fumetti di Geppo ‘il diavolo buono’ erano popolari e io li leggevo. I miei compagni di scuola trovavano parecchie analogie tra me e il personaggio. Quando ho iniziato a skateare a Milano in prima liceo, Alex Colombi ha iniziato a chiamarmi così... era dell’idea che ognuno della nostra crew al muretto dovesse avere un soprannome. Tra poco compirai i ‘tuoi primi quarant’anni’ e skatei ancora (quasi) come un ragazzino... Qual’è il tuo segreto? In realtà skateo pochissimo ma è una delle cose che più mi piace fare. Gran parte delle giornate le passo seduto davanti a un monitor e fumo un sacco di sigarette. Diciamo che non sono proprio un modello da seguire... eh! Forse ho la fortuna di avere un metabolismo aggressivo e un corpo che, tra alti e bassi, mi segue ancora. Penso anche che non mi sono mai lasciato andare alla nostalgia e al trend old-school... brrr inorridisco a pensarci. Voglio imparare cose nuove e skateare con gente che ha voglia di spingere i suoi limiti sempre oltre, non è questione di livello ma di attitudine... molti skater ad una certa età smettono di voler imparare e io smetto di frequentarli, così mi capita di passare più tempo con persone molto più giovani di me. Ricordo le tue prime foto agli albori della scena, dove insegnavi l’ollie e persino nose ollie! Da allora sei sempre riuscito a skateare nonostante gli infortuni? Beh il primo infortunio al ginocchio mi ha fermato per un paio di anni ma poi bene o male ho sempre skateato, magari con periodi di stacco, anche di parecchi mesi. Col tempo cambi i trick, lasci cose vecchie e ne impari di nuove... anche per pigrizia, però skateando per così tanto tempo hai sempre nuovi amici con cui girare e nuovi stimoli. Se a questo aggiungi che negli ultimi dieci anni hanno finalmente iniziato a comparire le strutture che sognavo più di vent’anni fa... come posso smettere?

Dicci della tua esperienza con New Deal... Non c’è stata un esperienza diretta con New Deal, ma con Angelo Zambito di Action Now, che ne era il distributore italiano e mi passava il materiale. Ho anche viaggiato un po’ in Europa per partecipare a qualche contest o per passare a trovare gli skater che erano stati in Italia per tours e demo. Purtroppo l’esperienza è durata pochissimo perchè mi sono infortunato presto e ho smesso per un po’ di girare.

Gli alti e bassi tipici del mercato skate in Italia sono ancora più accentuati dalla nostra propensione a lasciarci affascinare dalle mode: oggi è super-figo, presto tutti sul carrozzone; domani è tutta-merda, presto abbandonare la nave. In questo su è giù quelli veri chiaramente rimangono, la coerenza è un valore. Penso che se nella mia città avessi almeno dieci amici miei coetanei che skateano, quello sarebbe un buon indice e anche il mercato sarebbe più costante come in tanti paesi europei.

E di Bastard che ci racconti? Com’è nata? Bastard è nata nel 1994 quando gli skater iniziavano ad andare in montagna e portavano con sè la loro cultura. È stata una necessità, qualcuno doveva pur farlo e GroS e Max Bonassi hanno dato il via. Non so se ti ricordi SSB (la rivista Skate Snow Board) che pubblicava lo skate che conosciamo e a fianco lo snowboard di allora fatto di paletti (da slalom), atleti in tutina, carving e altre stranezze. Io e altri in montagna volevamo andarci ma lo spirito e il background era di tutt’altra natura. Non a caso in quel periodo è nata la rivista Freezer che ha cambiato un po’ tutto.

Che nuovi progetti avete per Bastard? Stiamo ritornando in montagna e di conseguenza è ritornata l’attenzione per le tavole e l’abbigliamento da snowboard. Lukas Goller sta lavorando con noi, lui è uno snowboarder e skater con una visione molto analitica del mondo che gli sta attorno e un approccio ai problemi decisamente creativo. Insieme stiamo sviluppando nuovi progetti. Poi stiamo lavorando con alcune scuole (da quelle medie alle università a quelle per i grandi che già lavorano) aprendo gli spazi della nostra sede e condividendo risorse e conoscenze su iniziative e progetti molto interessanti.

Quali sono i pro e i contro del lavorare nello skate business? I pro sono sicuramente che stai a contatto con un sacco di persone interessanti che skateano e che condividono con te la passione incondizionata per lo skateboarding. Poi è pieno di personaggi di tutte le età che hanno un approccio creativo agli ostacoli e ai problemi. Quasi direi che amano i problemi perchè forse rappresentano il mezzo per continuare a confrontarsi con sè stessi e rimanere vivi. I contro sono che è un mercato in continua start up qui in Italia e di conseguenza devi mettere in campo tantissima energia e moltissime risorse. Gli attori dello skate business sono in gran parte molto giovani e se questo da un lato è molto bello, dall’altro porta con sè qualche problema dovuto alla poca esperienza nella gestione del business vero e proprio perchè per quello serve studiare e non soltanto essere uno skater. Quanti skaters quarantenni girano al park? Qui da noi c’è un gap generazionale molto particolare e tipico italiano...

Avresti mai immaginato che Bastard potesse diventare quella che è oggi come oggi? Matte... sinceremente immaginavo molte altre cose che ancora non abbiamo realizzato! Qualche anno fa abbiamo investito molto sul ‘Bastard store’ che oltre a essere il nostro spazio di lavoro e di divertimento è un po’ il collettore di tutte le persone e le cose che orbitano insieme a noi. Il progetto è stato curato da Studiometrico e l’arch. Lorenzo Bini con cui abbiamo sviluppato il progetto, è nella mia cerchia di amici ancora prima che studiassimo insieme alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Lo spazio che ha trovato e riadattato per noi è un cinema storico milanese degli anni ’40 - il Cinema Istria di Via Slataper - che comprende lo store vero e proprio dove vendiamo i nostri prodotti e altri che ci piacciono, i nostri uffici di design e amministrazione, lo showroom e il magazzino con sopra sospesa una bowl in legno di 144mq. dove skateiamo insieme ai nostri amici e dove accogliamo gli skaters che vogliono passare a trovarci.

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CLAUDIO ‘GEPPO’ BERNARDINI IN BS SMITH NELLA FAMIGERATA BOWL DELLA BASTARD Happy Birthday Jep! on Vimeo filmed by Andreo Lopes: check it! http://goo.gl/1er0s

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Sappiamo anche che ti piace viaggiare: dove ti piacerebbe vivere ora come ora se potessi scegliere? Viaggiare mi piace molto ma a Milano io ci sto bene. È una città che mi piace e non penso vorrei vivere da un altra parte. Sicuramente vorrei cambiasse sotto alcuni aspetti ma nell’ultimo periodo ci sono segnali importanti in questa direzione... non vorrei andare via proprio adesso. E i posti più assurdi dove sei stato? Mmm... sono stato sulle colline di Salvador (Bahia) dove vive un po’ la classe media brasiliana, perdonami il termine brutto. Dalla finestra dell’appartamento dove stavo vedevo lo skatepark, il parco, il quartiere, le feste nelle piscine sottostanti... dovevi solo scegliere a vista la situazione che più ti piaceva vivere in quel momento. Me lo ricordo come ‘il benessere’. Un altro posto assurdo dove sono stato per lavoro è Las Vegas... Dopo tre giorni hai una tal voglia di scappare che sei disposto a farti tutto il deserto in macchina per arrivare in California. Poi sono stato in una città non lontanissima da Shanghai dove i bambini in un centro commerciale venivano a vedermi da vicino e toccarmi perchè non avevano mai visto un europeo. Hai attraversato tutti i diversi periodi della scena italiana: qual è per te il più significativo? A differenza di Max Bonassi il primo periodo io lo ho attraversato solo marginalmente ed ero troppo preso da altre attività... il secondo (1987-1991) è quello che penso abbia lasciato il segno più profondo su di me. Non ho nostalgia perché so quanto eravamo indietro con lo skate qui da noi, ma ho sicuramente un bel ricordo. Penso di averti conosciuto nel ’91 a Pescara mentre skateavi di sera i portici del centro con Luca Dell’Elce e mi hai talmente impressionato che non appena sono tornato a casa ho chiamato Paolo Nelzi della Graw (la prima skate company italiana) perchè facesse in modo che vi arrivasse del materiale per skateare. Penso che tu sia uno di quelli che più ha contribuito al nuovo skateboarding e influenzato lo street in Italia.

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Sei appassionato da un sacco di cose, dal design all’architettura, dai coltelli da sushi alla musica in generale, dai libri al web, dalla grafica all’arte, dalle collaborazioni nel lavoro... Di cosa non potresti mai fare a meno? Mi piace anche molto la cucina, quella semplice e non troppo elaborata ma fatta con ingredienti di qualità... chi mi conosce più da vicino lo sa. Non potrei mai fare a meno di fare progetti e di studiare per realizzarli... di imparare. Non sto parlando di grandi imprese o chissachè, ma di cose anche piuttosto quotidiane. Studiare mi piace tantissimo e se potessi farei solo quello. Adesso sto coltivando peperoncini piccanti di specie provenienti un po’ da tutto il mondo con sementi che mi sono procurato sul web... come dice il mio amico architetto: “Ma cosa cazzo scatta nella testa di un quarantenne che di punto in bianco si mette a coltivare piantine di peperoncino?”. Forse semplicemente mi piace mangiare piccante e non potrei mai rinunciarci!

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display SX > DX • s h i r t A LTA M O N T b a c a w w w. b l u e d i s t r i b u t i o n . c o m • t e e E M E R I C A b a s i c w w w. b l u e d i s t r i b u t i o n . c o m • t e e É S a m a z e d w w w. b l u e d i s t r i b u t i o n . c o m • s h o e s N I K E S B j a n o s k y m i d w w w. n i k e s k a t e b o a r d i n g . c o m • s h i r t E T N I E S t a y l o r s e r i e s w w w. b l u e d i s t r i b u t i o n . c o m • j e a n s E T N I E S s h e c k l e r w w w. b l u e d i s t r i b u t i o n . c o m • s h o e s VA N S a u t h e n t i c s c h a a f w w w. v a n s . c o m • j e a n s É S a r r i v a l w w w. b l u e d i s t r i b u t i o n . c o m • s h o e s E M E R I C A r e y n o l d s c r u i s e r s t i w w w. b l u e d i s t r i b u t i o n . c o m • t e e B A S TA R D h e g e m o n y w w w. b a s t a r d . i t • v e s t M AT I X b e e r t h e m a t i x w w w. f r e s c o d i s t . c o m • b e l t D V S b r e w b e c t w w w. f r e s c o d i s t . c o m

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