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8.7 La co-somministrazione nel trattamento delle patologie del coniglio

8.7 La co-somministrazione nel trattamento delle patologie del coniglio

Con il termine “co-somministrazione” si intende la somministrazione contemporanea di due specialità veterinarie contenenti principi attivi appartenenti a due classi antimicrobiche diverse. La co-somministrazione può avvenire attraverso due diverse vie di somministrazione (es. orale e parenterale) o due diversi veicoli assunti per via orale (es. medicazione dell’alimento e dell’acqua). Sebbene il ricorso alla co-somministrazione debba essere per quanto possibile evitato, può trovare giustificazione razionale nel caso in cui ci si trovi a gestire (i) una sindrome sostenuta da agenti patogeni batterici diversi (ad es. sindrome enterica multifattoriale) o (ii) più sindromi sostenute da agenti patogeni diversi (ad es. sindrome enterica e respiratoria). In tali situazioni la “co-somministrazione” può essere sostituita dalla somministrazione di un’unica specialità veterinaria contenente un antimicrobico non-CIA (ad es. sulfamidico o tetraciclina) registrato per il trattamento delle patologie sostenute dai due microrganismi, qualora questi ultimi non si siano dimostrati resistenti sulla base di test di sensibilità recenti o di informazioni epidemiologiche rese disponibili dalla rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. Qualora si ravvisi la necessità di ricorrere alla co-somministrazione, è necessario che la scelta venga adeguatamente supportata da rilievi clinici documentati (ad es. tramite le schede di mortalità) e da accertamenti di laboratorio (esami batteriologici e test di valutazione della sensibilità agli antibiotici). Il tema della “co-somministrazione” è affrontato nel documento EMA/CVMP/508559/20197. La presenza di agenti eziologici diversi, ad esempio nelle forme enteriche, è accertabile solo attraverso esami di laboratorio che, spesso, richiedono tempi non compatibili con la tempestività d’intervento richiesta dalla situazione clinica dell’allevamento. In questo caso dovrebbe essere possibile stabilire gravità e urgenza di entrambe le patologie e, ove possibile, trattare prioritariamente con un unico principio attivo la malattia che ha un impatto sanitario non accettabile dal punto di vista del benessere animale. In linea di massima si considera non accettabile una mortalità giornaliera ≥ 2 ‰, documentata dalle schede di mortalità, alla quale dovrebbe sempre seguire il ricorso alla diagnosi di laboratorio tramite conferimento di animali sintomatici o di carcasse di animali preferibilmente non trattati. In caso di sindrome enterica e respiratoria concomitanti, oltre al quadro clinico tipico delle forme enteriche del coniglio (diarrea, meteorismo addominale, inappetenza, ecc.), il veterinario dovrà rilevare la presenza di animali con sintomatologia respiratoria e/o lesioni dell’apparato respiratorio, associati ad un’elevata mortalità giornaliera (ad es. ≥ 2 ‰). Qualora vi siano le condizioni per accedere alla co-somministrazione, prima della prescrizione il veterinario, sulla base dei foglietti illustrativi e delle proprie conoscenze farmacologiche, dovrà escludere eventuali incompatibilità/antagonismi fra i due principi attivi. Relativamente ai tempi di sospensione si dovranno osservare le indicazioni riportate nel foglietto illustrativo di ciascun medicinale.