Io Come Artista_06

Page 1

“sovversione artistica” Pep Marchegiani

“the objects story...”

Anno 1 N.6 Settembre 2011 - Periodico quindicinale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

i: n o i s s fa indira omanda de dzanti: r ispon igor le de r isi: gabr ie menta erva com ino: oss er dina n

numero 6

www.iocome.it

Cristian Visentin

“ritocchi...” Mauro Mattarelli

Pep Marchegiani Farm Cultural Park 2010 pittoscultura in tecnica mista h 2.50 mt Foto di S.Genovesi


ilsommario

5 6

Pep Marchegiani Artista

Situazione Critica

di Igor Zanti

Domande risposte e approfondimenti su arte, artisti e mercato dell’arte

...punto G

il punto di vista della gallerista Raffaella Silbernagl

Eventi del ½ mese

- Eva dove vai?

Hannes Schick

- Fiamma pilota ... Alessandro Pessoli

- BEAUTY CONTEST Austrian Cultural Forum

“The OBJECTS story...” Cristian Visentin Designer

6

numero

1 2 3 4

Sovversione artistica

7 8 9

Ritocchi ...

di Mauro Mattarelli Fotografo

The Waves

di Dina Nerino Geometrie interiori

Nè in cielo Nè in terra

di Gabriele de Risi Storie di ordinaria follia.

Boudoir

di Indira Fassioni

Domande al gruppo IL FIENO

e


GmG www.mostrartemisia.it

editoriale

giacomo momo gallina

Portava il nome di una pianta officinale e nemmeno maggiorenne venne stuprata da un amico del padre, il quale pur di non perdere il lavoro, non prese le sue difese e finì in un tribunale per infamia all’inizio del 1600 e venne torturata quasi a morte. Con l’istinto animale della sopravvivenza, ricorse a un matrimonio riparatore con un giovane pittore fiorentino. Aveva la forza e la dolcezza di una tigre e il talento di Caravaggio. Giostrava luci e ombre come nemmeno suo padre seppe fare. Il matrimonio finì presto ma con sé aveva una nuova luce, un figlio. Sapeva fare molte cose: cucire, fare le pulizie, cucinare, aiutare chi aveva ancor meno di lei già poverissima. Grazie a uno studio approfondito della Bibbia si mantenne dipingendo scene bibliche e in particolare “Giuditta e Oloferne”. Di quest’ultima opera ne fece innumerevoli versioni, dove lei era sempre Giuditta e Il suo antico e indimenticabile stupratore, il decapitato Oloferne. Con sempre più forza, affondava, sulla tela, quella mannaia che esorcizzava il suo dolore nel collo di Oloferne. Persino la famiglia Medici, Galileo Galilei e Michelangelo Buonarroti se ne accorsero e fu così che entrò nell’accademia di belle arti a Firenze, la prima donna al mondo a potervi accedere. La sua vittoria più grande? Riuscire a perdonare suo padre, sul letto di morte alla corte di Carlo I° a Londra…il suo nome era Artemisia Gentileschi.


a M

p e Pegi h rc

1

Artista


piani

1


Colpisce l’osservatore con la ri-elaborazione originale della composizione cromatica. Sfonda con la irrituale ri-lettura della iconografia ufficiale. La carica di allegria e irriverenza delle “faces” sono energia allo stato puro che indaga da vicino sui personaggi come una handycam e li esalta e li illumina, a volte coronandone una inaspettata plasticità, a volte stigmatizzandone una celata debolezza, a volte esaltandone una effimera futilità. Accostata ora a Gilbert&George ora ad Andy Warhol, ora a Sergio Lombardo ora a Roy Lichtestein la candida ovvietà delle “faces” della pep-art rimanda a tutti e a nessuno: semplicemente coglie l’attimo, quotidiano ed ordinario, del guitto come del suo allestitore, di Superman e del signor Rossi, del servo e del suo padrone, rischiando di rivelare con ingenuità lo straordinario che è nei gesti e nelle pose di tutti i giorni e di ognuno di loro (di noi)?

It strikes the observer with its new and original elaboration of the chromatic composition. It bursts with its nonconformist re-reading of the official iconography. The cheerful and irriverent charge of the ?faces? are pure energy that looks into its characters like a handycam; it exalts and lights them up, sometimens getting an unexpected plasticity, sometimes stigmatizing a hidden weakness, sometimes exalting an ephemeral futility. Compared to Gilbert &George, to Andy Wharol, to Sergio Lombardo and Roy Liechtenstein, the naive obviousness of the faces of pep-art refers to everybody and nobody: it simply catches the daily and ordinary moment of the strolling player and his director, of Superman and Mr Rossi, of the servant and his master, running the risk of revealing unintentionally what is extraordinary in the gestrures an attitudes of everyday and everyone of them (or us)?

Andrea Baldocchi

Andrea Baldocchi

Artist


t

Peegpiani h c r a

M

DildoLisa dimensione/size H100 L60 S 7 pittoscultura anno /Year 2011


Vatigun dimensione/size H 150 L 150 S 7 Pittoscultura in tecnica mista /mixed media anno/year 2011

Papetto dimensione/size H 150 L150 tecnica mista su compensato/ mixed media on playwood anno/year 2010


p e P

Artista Religun dimensione/size H 147 L 236 S 7 Pittoscultura in tecnica mista / mixed media anno/year 2011


p e P

Artist

South Pope Pittoscultura H 50 L 35, anno/year 2010

South Pork - Made in Iran Pittoscultura H 50 L 35, anno/year 2010


p Spazio Pep Marchegiani, via Montanara 13 - Pescara

www.pepmarchegiani.it


Vudi dimensioni/size H 120 L 70 S 10 Pittoscultura, anno/year 2010

Artista

Pep Marchegiani


“Il movimento Neo Pop, figlio della Pop Art, nasce con Giuseppe Veneziano, cresce con i lavori di Max Papeschi e chiude il cerchio con le opere di Pep Marchegiani” “Ironia+Gioco+Denuncia+Provocazione=Pep Marchegiani” Notaio Andrea Bartoli ideatore e fondaore della Farm Cultural Park di Favara “The Neo Pop movement, Pop Art’s son, born with Giuseppe Veneziano, grows with the work of Max Papeschi and closes the circle with the works of Pep Marchegiani” “Irony + Joke + Denunciation + Provocation = Pep Marchegiani” Andrea Bartoli

La parte migliore anno/year 2011


situazione

critica

2

Le sedie musicali Chi di voi non ha giocato, quando era un pargolo, al gioco delle sedie musicali?

Igor Zanti

Ve lo ricordate? Era quel gioco dove si distribuivano sedie in numero inferiore rispetto ai partecipanti e, quando finiva la musica, bisognava sedersi. Chi rimaneva in piedi era eliminato. Ebbene, da questa primavera pare che questo gioco abbia contagiato le poltrone di molti direttori di museo. Barbero lascia il Macro, tra mille polemiche; la Belli il Mart, per emigrare in Laguna. Via alla musica, si inizia a giocare‌ e tutti si affannano intorno alle sedie vuote. I giocatori sono tanti, ma qualcuno è destinato a rimanere in piedi non appena la musica terminerĂ .

IGOR ZANTI


e

I

Per fugare ogni dubbio su eventuali consorterie, lobbismi e raccomandazioni, il Mart, con un comunicato stampa diramato all’inizio di settimana scorsa, fa terminare di colpo la musica e cambia le regole del gioco, affidando la ricerca del meritevole successore della ferrea Gabriella alla Korn Ferry International, nota società di cacciatori di teste. E molti rimangono - scusate il francesismo con il culo a terra… Gentile Dott. Zanti, crede che la crisi economica che sta travolgendo il mondo occidentale avrà ripercussioni sull’arte contemporanea? Francesca Bisucci, Firenze Francamente, credo che la crisi per il mondo occidentale, da un punto di vista artistico e culturale, sia iniziata già qualche anno fa, all’indomani dell’11 settembre 2001. L’attuale crisi economica non farà che accentuare uno spostamento del baricentro mondiale verso est. L’interrogativo vero è, forse, se in oriente si troveranno le energie e se ci saranno le capacità per ricevere un’eredità così pesante.

Caro Igor Zanti, secondo lei l’arte di regime, di tutti i tipi di regime, è veramente arte? Carmelo Trasuti, Trapani Credo proprio di sì. L’arte di regime in molte epoche è stata espressione del pensiero e della cultura di determinati periodi storici. Non rifiuterei a priori l’arte di regime in nome di una libertà talvolta più teorica che reale. Vorrei ricordarle, inoltre, che fra gli ultimi grandi stili nella storia dell’architettura italiana è certamente da annoverare lo stile littorio, espressione culturale ed architettonica del regime fascista. A questo stile si devono capolavori come il quartiere dell’Eur o il Foro Italico di Roma, luoghi che tra l’altro hanno ispirato immensi artisti del calibro di Giorgio De Chirico.


3

...Punto G il punto di vista della gallerista Dove si comprano le opere d’arte? F. come fiera Qualche anno fa nei mie deliri donchisciottesco di gallerista d’arte contemporanea, pensavo che le fiere d’arte potessero essere un luogo dove efficacemente presentare (e vendere) le opere dei propri artisti. Il mulino a vento era l’idea che, alla base del lavoro di ogni buon gallerista, ci dovesse essere un “credo artistico” ovvero un pensiero estetico di fondo, in grado di guidarne le scelte con una certa coerenza. La conseguenza di ciò era l’auspicabile continuità del lavoro con gli artisti di volta in volta presentati. Altro mulino a vento era l’idea, del tutto infondata, che le fiere d’arte, così come le fiere dell’ idraulica e del turismo, del mobile e del casalingo servissero per vendere, e farsi dei clienti… pia illusione! Unico caso nel mondo, molte fiere d’arte italiane si sono ormai da anni votate al sostegno di un mercato fatto di pochi artisti e di ancor meno galleristi che, a spese di organizzatori, sponsor e di malcapitati inesperti colleghi, sostengono di fatto un lavoro che è legato ad

una élite il più delle volte autoreferenziale. Ma nelle fiere ci sono moltissime gallerie … obbietterete… vero, ma quante davvero hanno avuto la libertà di presentare i propri artisti? Laddove il principale discrimine dovrebbe essere la serietà economica delle gallerie (non tutti i galleristi infatti hanno la seria abitudine di pagare artisti e fornitori), i comitati di selezione si affollano nel giudicare il senso estetico delle scelte dei galleristi, in maniera del tutto opinabile, visto che il gusto imperante è sempre, da anni, lo stesso. In buona sostanza si sta lavorando per continuare a vendere i figli dei figli dei traduttori di Marcel Duchamp (non faccio nomi né cognomi) ignorando qualunque proposta veramente giovane ed innovativa, anche se affermata in fiere estere che sono ben liete di accogliere le gallerie italiane più serie. Sono storie di ordinarie “mafiette” in cui l’amico dell’amico che ti ha presentato nella sua galleria l’artista che tu porti avanti (e che probabilmente a lui non interessava) con doverosa spesa di catalogo e critico importante, può fare parte del club delle fiere dorate, mentre chi


seriamente porta avanti un lavoro diverso, e dimostra di saperlo fare, incominciando dopo qualche anno di gavetta, a vendere parecchio, dà veramente un po’ fastidio … Che dire di tutto ciò … io mi ricordo quando ad Artefiera Bologna c’era un trionfo di opere di Carlo Azzinari, e vivaddio benvengano gli onesti pittori commerciali, fatti fuori dai comitati di selezione, ma venduti, sottobanco a quintalate nei magazzini delle fiere, ed utilissimi per pagare il costosissimo, stand dove si presenta “l’artista fico di turno” che qualche “pre potente” ha deciso di lanciare e che verrà certamente abbandonato a se stesso in caso il lancio dovesse fallire. Che dire ora se non: “artisti commerciali che affollate i magazzini e non siete esposti – ribellatevi !!!”, galleristi costretti a presentare cose che non vi rappresentano, non buttate i vostri soldi in fiere che non valorizzeranno mai il vostro lavoro.” Fortunatamente negli ultimi anni sono nate fiere più “amichevoli” (affordable, accessibile, scope), in cui, oltre all’accesibilità del prezzo dell’opera e dello stand, vi è anche l’attenzione per la vendita a quella povera e bistrattata

categoria di collezionisti non milionari e non museali, che disorientati dalla spocchia delle fiere, dove si espone “arte che non è per tutti”, rischiava di disperdersi nei palinsesti delle aste televisive. Belle, valide, ben organizzate, pubblicizzate molto meglio di tante fiere più blasonate, ed anche diciamolo pure, qualitativamente impeccabili, le fiere accessibili sono poco costose ed apprezzate dai giovani galleristi che, con le loro scelte, davvero hanno la possibilità di mostrarci uno sguardo nuovo e originale sull’arte e sul futuro. Quanto alla sottoscritta, sanciopanzescamente costretta a lottare contro i mulini a vento, inizialmente pensava che le fiere d’arte, così come le fiere dell’ idraulica e del turismo, del mobile e del casalingo servissero per vendere… pia illusione! Unico caso nel mondo, le fiere italiane si sono ormai da anni vo-


artistici per ottenere più copertine possibili, dal vendersi l’anima e soprattutto le scelte artistiche al gallerista potente per entrare in questa o quella fiera. L’ambizione altro non è se non una onesta analisi della situazione artistica, con annesse proposte per collezionisti seri ed appassionati, ma anche per chi, considerando un po’ dozzinale il poster di Ikea o la tela stampata di Leroy MerDifficile districarsi ora … cambiamo dunque argomento e parliamo di “mer- lin, desideri avvicinarsi ad un mondo vero e vivacissimo, fatto di tantissimi cato dell’ arte”. artisti, galleristi e critici che amano il A dire il vero ce ne sono vari … quello di mondo e vogliono darne la loro personale happy-logica interpretazione. cui ho parlato poc’anzi lo definirei sinteticamente tristology … pochi artisti, pochi galleristi, pochi collezionisti. Inuti- Tutto questo ha poco a che fare con le dire che se uno ambisce all’extrachic grandi movimenti speculativi, e quindi anche, diciamolo onestamente, con le bisogna riuscire ad entrarci vuoi che si rivalutazioni a dieci zeri che certi artisti sia collezionisti, consigliatissime sono hanno avuto in questi ultimi anni, ma in questo caso le case d’asta, dove, si tratta di qualcosa di molto più viciteniamolo presente, vengono vendute per la maggior parte opere di mercanti, no alla realtà e soprattutto di molto più simile a quanto accadeva negli anni 60 sia che si sia galleristi. In questo caso, e 70 prima che una mania speculativa figlia di papà un po’ estrosa, o moglie simile nelle regole e negli intenti a quella annoiata di manager extrafigo, se vuoi qualche dritta te la fornirò ma in separa- di borsa, non prendesse piede inficiando il mercato extrachic. ta sede. tate al sostegno di un mercato fatto di pochi artisti e di ancor meno galleristi che, a spese di organizzatori, sponsor e di malcapitati inesperti colleghi, sostengono di fatto un lavoro che, è sì internazionale, ma legato ad una élite fatta di pochissimi privilegiati … e il resto è proprio soia.

Vi è poi quello che io chiamo l’ onesto commercio di arte. Normalmente è abbastanza lontano dalle speculazioni, ovvero dal mettere all’asta un quadro e ricomprarselo per farlo aumentare di valore, dal prezzolare riviste, critici e premi

Ma soprattutto cari collezionisti, perché se comprate una macchina, un divano, una cucina non vi aspettate che aumenti di valore, mentre un quadro si? … Raffaella Silbernagl

www.undergallery.it


...Evento

Silbernagl & Undergallery presentano, a cura di Mario Manduzio:

Davide Mancosu

For the love of spinach dal 29 settembre al 22 ottobre

Via Borgospesso 4 Milano Orari: da martedĂŹ a sabato dalle ore 11 alle ore 19 Per informazioni 0276014944 - 3482202587 www.undergallery.it


e

n

4

07 ottobre al 13 ottobre 2011 Ingresso: libero

dalle ore 16.30 alle 20.30

Informazioni:

Spazioriginale via Savona 55/A 20144, Milano

Contatti:

info@spazioriginale.com www.spazioriginale.com


evento del ½ mese

nazionale

“EVA DOVE VAI?”

MOSTRA FOTOGRAFICA DI

HANNES SCHICK

Vernissage 06 Ottobre 2011 ore 18.30 – 22.00

Milano … un viaggio attraverso il mondo interiore, le esperienze, i traguardi, e le conquiste di donne che si sono messe in gioco e hanno cercato il loro posto nel mondo senza fermarsi… Qual è il percorso che Eva ha fatto fino ad oggi? Sono veramente emerse le potenzialità del femminile o la donna ha troppo spesso fatto propri i preesistenti modelli maschili? La mostra è un percorso fotografico interamente dedicato al mondo femminile attraverso gli occhi del fotografo e le sue esperienze in giro per il mondo. Ritratti di donne armoniose nella loro semplicità, sensuali, fragili e forti, ma eleganti anche nei luoghi più remoti; private di tutto tranne che dell’essere donna. Le foto esposte sono in vendita e parte del ricavato sarà devoluto all’associazione AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, organizzazione non governativa senza scopo di lucro fondata nel 1981, a sostegno dei loro progetti per costruire e promuovere i diritti, la dignità, il benessere e la libertà di scelta di tutte le donne. www.aidos.it


e

n 30 ottobre 2011 - 29 gennaio 2012

4

Ingresso: libero

GiovedĂŹ e venerdĂŹ 14.30 - 18.30 Sabato e domenica 10.30 - 18.30 Chiusura: 25-26/12/2011, 01-06/01/2011

Informazioni:

Collezione Maramotti Via Fratelli Cervi 66 42124 Reggio Emilia

Contatti:

tel. 0522 382484 info@collezionemaramotti.org www.collezionemaramotti.org


evento del ½ mese

nazionale

Alessandro Pessoli Fiamma pilota le ombre seguono

Tre grandi tele si richiamano e si rispecchiano evocativamente l’una con l’altra e assumono come matrice, come “fiamma pilota” il complesso soggetto della Crocifissione. La pittura di Pessoli è eclettica, ricca di memorie e sedimentazioni storiche (dalla metafisica, al surrealismo, alla cultura visiva popolare) con le quali intrattiene un’adesione empatica, riuscendo perfettamente a interiorizzare il senso di una continuità nella storia dell’arte. In questa mostra, come in altre opere della sua recente produzione, le immagini appartenenti a una tradizione iconografica religiosa si attualizzano e divengono portatrici di potenziali reinvenzioni figurali. Mantenendo questo registro di fondo, Pessoli reinventa, ricalibra le forme e l’intensità emotiva di queste figure mettendole in stretto dialogo col paesaggio che le accoglie, attribuendo loro una diversa leggerezza, creando un equilibrio fra dramma e giocosità pittorica. Processualmente il suo lavoro è costruito con una fluida eterogeneità di tecniche e di stili: la manualità artigianale del collage e della vernice spray applicata mediante l’uso di mascherine, si compenetra col più tradizionale gesto pittorico, diventandone parte integrante. La pittura di Pessoli si forma pertanto attraverso un processo di costruzione e decostruzione linguistica, simbolica, fisica, in cui spesso le parti cancellate, coperte, sopravvissute costituiscono la struttura portante del dipinto, alla ricerca di una verità interiore, che si manifesta nella vitalità dell’immagine e della pennellata, obiettivo a cui l’artista continuamente tende nel suo lavoro. La pittura è sempre stata per Pessoli un linguaggio di elezione, dal suo inizio, fine degli anni Ottanta, ad oggi. La Collezione Maramotti prosegue con questa mostra l’attività progettuale esponendo opere realizzate ad hoc dagli artisti invitati che divengono parte della Collezione permanente con l’obiettivo di fondere pratiche di acquisizione e di accrescimento del patrimonio iconografico con quelle della sua fruizione pubblica.


eventiinternazionale del ½ mese


ee

Beauty Contest WEDNESDAY SEP 21 - TUESDAY JAN 03 (New York) The Austrian Cultural Forum New York and MUSA Vienna are proud to present Beauty Contest, an exhibition featuring works by 20 internationally acclaimed and emerging artists who reflect critically on contemporary global society’s obsession and fascination with physical appearance. Following its run at the Austrian Cultural Forum New York, the exhibition will then travel to Vienna in February 2012 where it will be shown in the galleries of MUSA Vienna. Beauty Contest deals with one of the most trivial everyday experiences: the daily encounter with human beauty and its social construction. A perennial anthropologic subject dating back to the writings of ancient Greek philosophers the exhibition will present critical viewpoints of some of the most antiquated notions of universal beauty. Evidence from the sexual revolution and feminism, as well as the gay, lesbian and transgender movements have eroded clear definitions of who and what is beautiful – and who and what is not. Through their artworks the artists examine the emancipation of hidden structures of repression toward gender, race, and age. The artworks, which include videos, paintings, sculptures, installations, and performance art, are drawn from the self-examination, self-perception, and self-definition of the individual artists, many of whom are influenced by female avant-garde artists such as Austrian artist Maria Lassnig and New York based Cindy Sherman.

Opening Reception: TUESDAY SEP 20, 2011 | 6PM – 8 PM Artists: Clarina BEZZOLA, Petra BUCHEGGER, Mehmet EMIR, Leslie DE MELO, Sissi FARASSAT, Matthias HERRMANN, Anna JERMOLAEWA, Birgit JÜRGENSSEN, Jakob Lena KNEBL / Hans SCHEIRL, Evangelia KRANIOTI, Maria LASSNIG, Kalup LINZY, MUNTEAN/ROSENBLUM, Rashaad NEWSOME, Maria PETSCHNIG, Lisl PONGER, Katarina SCHMIDL, Cindy SHERMAN Beauty Contest is curated by Andreas Stadler, Berthold Ecker, and Claude Grunitzky, with assistance from Roland Fink and Natascha Boojar. A series of talks will be organized as part of the Walls and Bridges Season 3 (www.wallsandbridges.net) A performance by Maria Petschnig is being organized in conjunction with Performa 11 (www.performa-arts.org) A performance by Clarina Bezzola will take place on September 21st, in collaboration withTimes Square Alliance. > More information For media inquiries, please contact acfny@statepr.com or ksm@acfny.org. Free Admission. No reservations necessary.

Contact: Austrian Cultural Forum 11 East 52nd Street - New York, NY 10022 Phone: (212) 319 5300 • Fax: (212) 644 8660 • E-mail: desk@acfny.org



Vuoi aderire come Artista? Che tu sia scultore, pittore, fotografo, designer... puoi acquisire maggiore visibilità pubblicando su “Io come Artista”

Partecipa è gratis! Fatti conoscere!!! scrivi: g.gallina@iocome.it


Designer

5

Cristian Visentin

Cristian Visentin photo by Gianfranco Bertani


5

“Il racconto degli OGGETTI...”

“The OBJECTS story...”

Ogni progetto ha una storia diversa, piccoli racconti che descrivono il mio lavoro. Mi sono formato al Politecnico di Milano e in parallelo ho avuto la fortuna di frequentare il laboratorio orafo di mio padre dove ho respirato l’atmosfera del mondo artigianale, creativo e affascinante. Alla base del mio lavoro c’è principalmente la curiosità, che mi spinge a capire come funzionano gli oggetti o ad indagare il mondo della natura.

Each project is a different story, small stories that describe my work. I studied at the Politecnico of Milan, and, at the same time, I had the opportunity to work in my father’s goldsmith laboratory where I breathed the creative and fascinating atmosphere of art and craft world. Curiosity is at the basis of my job, because it stimulates me to understand how objects work and to investigate the Nature world.

Il primo racconto di cui vi parlo è POLYP. Ad un certo punto vengo a conoscenza di un concorso organizzato dalla Dainese, un’azienda storica e prestigiosa. Chiedono di disegnare un paio di occhiali da motociclista. Mi butto a capofitto su questo progetto cercando di entrare nella mente della filosofia aziendale. Per loro al primo posto c’è la sicurezza. Riflettendo su questo concetto mi sono immaginato il volto della persona avvolto da un polipo che permettesse di proteggere il motociclista. Il materiale adatto per sviluppare questa idea era la gomma che oltre a proteggere poteva essere facilmente piegata e messa in tasca.

The first story I tell you is POLYP. One day I heard about a competition organized by Dainese, the historical and prestigious company. They ask to design a pair of motorbike goggles. I worked hard on this project and I tried to interpret the philosophy of the company. For them safety is a must. So I imagined a polyp wrapping the face of the person, which is therefore protected and shielded. The most suited material to develop this idea was rubber, which, beside protecting the motorbiker, can be easily bent and kept in the pocket.

POLYP rendering by Cristian Visentin Studio


Designer

Cristian Visentin Un altro racconto riguarda MUSHROOM, un grosso contenitore per la raccolta differenziata che come un fungo si riempie, e metaforicamente si nutre, degli scarti che la famiglia produce nel vivere quotidiano. Oltre a contenere ha anche la funzione di sensibilizzare tutta la famiglia, bambini compresi, verso la raccolta differenziata. Ogni colore rappresenta un particolare materiale di scarto (giallo per la plastica, bianco per la carta, verde per il vetro, azzurro per l’alluminio e neutro per l’organico).

Another story is MUSHROOM, a big recycling container that, like a mushroom, gets full and, metaphorically, feeds itself with the daily discards produced by a family. It is a nice colored object which also sensitizes all the family, children included, towards recycling processes. Each color represents a particular recycled material (yellow for plastic, white for paper, green for glass, light blue for aluminium and neutral for the organics). MUSHROOM rendering by Cristian Visentin Studio


CUTTING BIRDS rendering by Cristian Visentin Studio

CUTTING BIRDS sono una serie di strumenti per l’agricoltura. Tutto nasce dalla città di Maniago distretto della coltelleria che organizza un concorso dove bisognava pensare ad una serie di oggetti come le forbici, il coltello, la falce, etc. Non avendo delle competenze tecniche che potessero innovare dal punto di vista delle lame e degli acciai, la mia innovazione è stata formale e simbolica. Ho pensato di creare una famiglia di oggetti tutti accomunati dal richiamare il profilo degli uccelli. In questo modo potevano essere facilmente riconosciuti all’interno dei negozi ed avere una propria identità.

CUTTING BIRDS are a collection of tools for agriculture. This project was born in Maniago, a small city that is famous for the production of knives. A competition was organized to design objects like scissors, knives, sickle etc. Since I was not technically competent to design something innovative as regards blades and steel, my contribution was formal and symbolic. I created a collection of objects which shared the feature to look like the birds profile. In this way they gained an identity and could be easily recognized in the shops.


Designer

Cristian Visentin Ogni progetto oltre a essere un racconto è sempre una bella sfida. Nel caso di FUSPIRA la sfida è stata quella di disegnare una bottiglia dei giorni nostri che rappresentasse i caratteri del movimento Futurista. Sono partito cercando di capire cosa il Futurismo volesse comunicare e dopo un attento studio ho cercato di sintetizzare il movimento futurista in una parola: dinamicità. La forma che più mi comunicava questa parola è la spirale logaritmica che ho utilizzato per avvolgere la classica bottiglia di vino. Dare una nuova vita ad un materiale che andrebbe scartato è stata un’opportunità che mi ha portato ad autoprodurre una linea di oggetti esposti al Fuori Salone 2011 nell’evento Sparkling in via Tortona 37.

FUSPIRA rendering by Cristian Visentin Studio

Every project, beside being a story, was also a challenging experience. In the case of FUSPIRA the challenge was to design an everyday bottle which could represent the features of Futurism. I tried to understand which message this artistic movement communicated: dynamics. The shape that immediately reminded to me this concept was the logarithmic spiral, which I used to wrap the classic wine bottle. Giving a new life to a material that would be discarded, was an opportunity which led me to auto-produce a collection of objects which was exhibited at Fuori Salone 2001 in the Sparkling event (via Tortona 37).


WINELAMP photo by Patrick Toomey-Neri

In WINELAMP ho recuperato delle bottiglie di vino, ho tagliato la base a fetta di salame e le ho montate rovesciate su una struttura in metallo. In questo modo si può immaginare che il liquido esca dalla bottiglia e il taglio inclinato disegni una fiamma da cui esce la luce. Sono sempre stato affascinato e attratto dalle schede elettroniche dei computer, me le sono sempre immaginate come delle microarchitetture. Nella collezione PIX ho pensato di ritagliare le schede elettroniche come dei pixel di diverse dimensioni e combinarle in modo da ottenere una collezione di bracciale, anello, ciondoli, spille ed orecchini.

In WINELAMP wine bottles were retrieved, cut at the base and mounted on a metal structure. In this way you can imagine that the liquid is poured and that the oblique cut draws a fire from which the light comes out. I have been always fascinated by the computer pcb, they are like micro-architectures. In the PIX collection I thought to cut the pcb like pixels of different sizes and combine them to create a collection (bracelet, ring, brooch, pendants, earings).

info@cristianvisentinstudio.com


Designer

Cristian Visentin

Un oggetto in continua trasformazione, è questa l’idea della sedia GIPSY. Un oggetto che si trasforma all’interno della casa in sedia, tavolino e scaletta. Interamente realizzata in cartone e quindi 100% riciclabile. Nel mio studio ogni nuovo progetto viene affrontato con metodo e passione, con la volontà di creare nuovi racconti.

In GIPSY the idea was an ever-transforming object, i.e. an object that changes from chair to small table to little ladder. It is made of cardboard and therefore 100% recycled. In my studio every new project is thoroughly studied, with method and passion, to create a new story.

www.cristianvisentinstudio.com GIPSY photo by Patrick Toomey-Neri


Seventh art www.seventhart.it info@seventhart.it 349/7271356 Largo Brugnatelli 13/6 Buccinasco (MI)

SEVENTh ART VI OffRE LA POSSIBILITà DI REALIzzARE A PREzzI ASSOLuTAMENTE CONCORRENzIALI VIDEO PROfESSIONALI DI ALTA quALITà PER OgNI TIPO DI ESIgENzE. SCOPRI NEL DETTAgLIO I NOSTRI SERVIzI:

CORTOMETRAGGI e DOCUMENTARI

VIDEOINSTALLAZIONI

VIDEO

video

TEATRALI

titolazione effet i speciali animata AZIENDALI

montaggio video

storyboard

RAPPRESENTAZIONI

motion graphic

allestimento set

progettazione

digital composing studi sull’illuminazione

correzione colore

produzione creazione packaging

realizzazione dvd casting

piani di

LIVE CONCERT EVENTI sceneggiatureV I D E O C L I P




Indira Fassioni

Boudoir

Indira

Fas sio ni w

6 .ro w w

into.net p s sa


intervistando IL FIENO

Tra le tante novità musicali di inizio stagione c’è una band decisamente nuova, che si muove tra rock, pop e new wave. Il loro primo EP è uscito a settembre 2011 e a meno di una settimana dall’uscita del primo video, “Latito” sono stati selezionati da MTV New Generation tra le novità del mese. E non ci sono discografiche di mezzo, no. I ragazzi si muovono da soli, e non hanno altro che un EP, un video online, e tanto talento.

autoscatto

Ecco a voi, IL FIENO.


intervistando IL FIENO

Avete fatto tanta strada in pochissimo tempo. Come ci si sente? Meglio di prima, ma comunque con davanti ancora una montagna da scalare: le attenzioni che stiamo ricevendo ci fanno piacere ma, avendo tutti noi già avuto altre esperienze musicali in passato condite da delusioni assortite, abbiamo la tendenza a tenere i piedi ben piantati a terra. Sappiamo di aver fatto un passo importante, anche se piccolo, e siamo grati a chi ci ha permesso di compierlo: in particolare Enrica Selvini, che ci fa da manager e si fa in quattro per noi, e TooGeniusFreaks di cui fa parte Enrica che ci cura il booking.

più sfumature pop e new wave di quanto non lascerebbero pensare i nostri ascolti principali. Diciamo che ci piacciono sia i Pixies che i Cure dai. Pensate di riuscire a farcela senza una discografica che vi segua? No, quello che stiamo cercando è appunto una discografica.

Il mercato musicale è fermo. Come ci si “arrangia” oggi? A chi vi appoggiate? Noi ci pubblicizziamo tramite i live, o tramite la rete e i social network tentando di arrivare a più persone possibile, ma è difficile: oggi la proposta musicale è spropositata e non c’è l’ombra di un reale filtro qualitativo o di un briciolo di capacità autocritica da parte di chi fa musica, e questo va a sommarsi al fatto che la gente è sempre meno disposta a dare reale attenzione a quello che ascolta. Oltretutto le case discografiche sono Quali sono le vostre aspettative? Sinceramente tentiamo di non averne: sempre meno disposte ad investire, figuquello che sappiamo fare è scrivere can- rarsi su nomi nuovi: di certo tutto questo zoni, ed è su quello che ci stiamo concen- non aiuta gruppi come il nostro. trando. Parliamo del singolo. Ascoltandovi, riI testi sono rigorosamente in italiano, sultate decisamente sinceri, onesti. È ma la musica ha influenze internaziona- una cosa che colpisce. Di che cosa parla, Latito? li. A chi vi ispirate? Siamo musicalmente onnivori e direi che Siamo onesti perché io e Fabio (il batognuno di noi ha un bagaglio musicale terista), che scriviamo i testi, siamo fonvario e differente, anche se ovviamente damentalmente persone che riversano abbiamo numerosi punti in comune; direi in musica quello che non potrebbero alche è davvero difficile definire da dove ve- trimenti esprimere, comunicare in altro niamo, musicalmente: basti pensare che modo: in questo c’è un’urgenza che ci il mio punto di riferimento musicalmen- impedisce di suonare falsi, o di scrivere te parlando è Tom Waits, e nella nostra cose che non ci sentiamo addosso “Lamusica di Waits non vi è assolutamente tito” è sua, e usando parole sue “parla traccia. Fondamentalmente veniamo dal dell’ipocrisia, di quanto sono ipocrita a rock indipendente americano degli anni pensare di essere immortale e a far finta ‘80/’90, ma a conti fatti abbiamo molte che vada tutto bene, e a far finta di non


aver rimpianti. Cerco di far finta di nien- divertito anche il pubblico; oltretutto il mate e cerco di farmi una vita, ma in realtà nager dei Caponord è Stefano Clessi, che ci ha prodotto l’EP e a cui va un grande latito”. abbraccio da parte nostra. Sembra che oggi come oggi il web sia il Dove vi possiamo trovare, e dove si posmodo migliore per farsi notare. Coi locali che chiudono e i live sempre più sono acquistare i vostri brani? appannaggio delle cover band, il web sta A breve comunicheremo le prime date con diventando l’unica vetrina a disposizione cui promuoveremo ed alle quali si potrà di un gruppo emergente, e questo è terri- acquistare l’EP. Altrettanto a breve potrebile: l’anima di una band è sul palco, non te reperire il disco tramite Tomobiki Digital Label, e seguitamente anche nei negozi su myspace. tramite distribuzione Venus. Quanti anni avete? Andiamo dai 32 di Fabio ai 22 di Edoardo LINK: (il chitarrista). Io e Ale (il bassista) 27. http://newgeneration.mtv.it/artisti/il-fieno/ Avete suonato anche al Carroponte www.myspace.com/ilfieno come spalla ai Caponord. Com’è anda- https://www.facebook.com/ifieno http://www.toogeniusfreaks.com/it/2011/ ta? Bene, ci siamo divertiti e speriamo si sia il-fieno/


Autoritratto, Mauro Mattarelli

fotograf0 Mauro Mattarelli


7

Ritocchi ...

Retouching ...

Quando Giacomo mi ha chiesto di raccontarmi in poche righe ho pensato che sarebbe stata un’impresa davvero difficile. Un po’ perché non ci sono abituato e m’imbarazza, rischi sempre quel “falpalà” di aggettivi che dicono tutto e niente. Mi sono invece concentrato su ciò che negli ultimi anni mi evoca una vera emozione, ed è lo stupore. Rimanere stupiti davanti a qualcosa, qualcuno, una canzone, una frase, un’immagine, un’idea. Certo non capita tutti i giorni ma se ti capita lo capisci, lo riconosci. Stupore significa rimanere muti, in silenzio, in una sorta di letargo dei sensi e del moto o come dicono i toscani: rimanere come uno sciocco. Ho iniziato fotografando qualunque cosa diversi anni fa poi, l’approccio al ritocco digitale ha preso di recente il sopravvento, quando giocando con due immagini, se n’è creata una terza che alla prima impressione mi ha lasciato senza fiato, muto, stupito.

When Giacomo asked me to write a few lines of the presentation I thought it would be very difficult undertaking. I’m not used and I feel embarrassed because auto-presentations result in nonsense words write random set on a sheet, there is risks of adjectives that flounced say everything and nothing.I focused instead on what in recent years suggests to me a real thrill. Wonder, be amazed in front of something, someone, a song, a phrase, an image, an idea. Of course it’s not every day but if it happen you understand it, recognize it. Amazement means remaining silent, in silence, in a kind of lethargy of the senses and movement, or as the Tuscans say: stay like a fool. I started taking pictures of everything several years ago, fortunately, I have adjusted a little the shot. The approach to the digital manipulation is a more recent and has gained the upper hand when playing with two pictures, I succeeded to create a third that at first impression it left me breathless, speechless, amazed. From there I started to “create” images by cutting-adding-layeringrecoloring-recreating-desaturating. The predominant picture it is that which dictates the emotion and the boundary image is that which strengthens it. The result is always the same: I am astonished in front of new image that without all those make up would not have had a chance for exist. What I hope instead is that also only a minimal part of the emotions that I feel in front of my “creatures” can arrive to who looks to them, also only for once, also only in order little time. This would be beautiful: to know what thinks and what feels who looks the photography in that moment. If it is what I feel, let me really astonished.

Da li ho iniziato a “creare” immagini tagliando, aggiungendo, sovrapponendo, ricolorando, ricreando, desaturando. L’immagine predominante è quella che detta l’emozione e l’immagine di contorno è quella che la rafforza. Il risultato è sempre quello: mi stupisco davanti all’immagine nuova che senza tutti quei trucchi non avrebbe avuto modo di esistere. Quello che mi auguro invece è che anche solo una minima parte delle emozioni che provo davanti alle mie “creature” possa arrivare a chi le guarda, anche solo per una volta, anche solo per poco tempo. Questo sarebbe bello: sapere cosa pensa e cosa prova chi guarda la fotografia in quell’istante, se fosse quello che provo io, mi lascerebbe davvero stupito.


Dry parte 2, Mauro Mattarelli

fotograf0 Mauro Mattarelli


Dry parte 3, Mauro Mattarelli


www.mauromattarelli.carbonmade.com

Not a skeleton, Mauro Mattarelli

fotograf0 Mauro Mattarelli


Tree knows everything, Mauro Mattarelli


arelli

Matt auro

fotograf0 Mauro Mattarelli

led, M

Untit

Stay for a while, Mauro Mattarelli



relli

,

spirit

fotograf0 Mauro Mattarelli

e Ston

tta o Ma Maur


Stone eyes, Mauro Mattarelli


Casa Capuleti, Mauro Mattarelli


fotograf0

Mauro Mattarelli • 2006: collaborazione con gli autori del reading “La città invisibile” con Lella Costa in programma per Bè BolognaEstate06. • 2007: immagine scelta e pubblicata in “schmap guides” guida on line della città di Bologna • 2007: premio speciale della giuria “5° concorso di Arti Visive” indetto dall’ Associazione Culturale “Perlarte” presso: Galleria La Fornace di Rastignano (Bo) • 2008: prima esposizione personale presso “Stile Libero Concept Bar” di Bologna • 2008: pubblicazione di immagini su Freshcut.it magazine on line come “immagini del giorno” • 2008: immagine selezionata e pubblicata da “daydreaming magazine” per il numero speciale “Eros” • 2008: immagine scelta per il lavoro di ricerca: “La rete partecipata: attivismo mediatico nell’ Italia del 2008, studio etnografico sui meetup degli “amici di Grillo” di Enrico Maria Milic per SWG azienda di ricerche e di opinione di mercato • 2009: immagine scelta dal dipartimento di matematica dell´ Università di Milano e pubblicata nella rivista “perlatangente” numero di dicembre 2009 • 2010: seconda esposizione personale presso “Stile Libero Concept Bar” di Bologna • 2010: premio del pubblico per il concorso “Art-In-Quart”, mostra collettiva per CaseAperte CA • gallery presso Galleria Espositiva Andrea Costa, Bologna • 2010: primo classificato, categoria fotografia al premio “Art-In-Quart”, mostra collettiva per CaseAperte CA gallery presso Galleria Espositiva Andrea Costa, Bologna • 2010: secondo classificato “8° concorso di Arti Visive” indetto dall’ Associazione Culturale “Perlarte” presso: Galleria La Fornace di Rastignano (Bo) • 2010: secondo classificato “Expo Officine Artistiche 2010”, patrocinio Comune di Bologna e Regione Emilia Romagna • 2011: esposizione collettiva “Art-In-Quart is-ONE” Arte Fiera OFF Bologna, CaseAperte CA gallery • 2011: esposizione collettiva “micro2”, Milano presso Circuiti Dinamici • 2011: esposizione collettiva “micro2”, Milano presso Galleria L’Acanto • 2011: esposizione collettiva “Expo San Valentino”, Riccione • 2011: esposizione collettiva “Galleria Wikiarte”, via San Felice 18. Bologna • 2011: esposizione collettiva “micro2”, Milano presso Galleria Zamenhof - Spazio Rothko

mamatt@libero.it - www.mauromattarelli.carbonmade.com


8

Dina Nerino The Waves Ricicli emozionali Lavinia è una ragazza dai mille colori. Oggi si affaccia alla finestra e la città le risponde con i toni della melanconia. Vorrebbe trasmutare tutto quello che le è intorno, lei che è alchimista delle sensazioni, maga in un mondo che le ha esautorato perfino il ruolo di regina del suo universo. Chiude la finestra, lentamente, e si lancia sul letto dove di solito cerca compagnia: un peluche, memoria del suo primo tenero amore, un “cuscino kaleidoscopico” così suole chiamarlo, dove le lacrime diventano viola, un materasso d’acqua dove abbandonarsi per giungere in largo mare. Lavinia oggi decide di perdersi nella città; l’alcova dove solitamente si nasconde non è un buon palliativo a questo bisogno di cieli colorati. E lei di colori ne sa qualcosa. Ogni anno, per festeggiare i 365 giorni volati via nella asettica disperazione esistenziale, si tinge di un colore diverso i capelli. Lavinia, pirotecnica dai mille pigmenti, si chiude la porta dietro le spalle. Cuffie nelle orecchie, i violenti rumori esterni non devono intaccare il rituale che si appresta a compiere, chiavi lanciate alla

dina.nerino@gmail.com


rinfusa nella sua borsa da illusionista, si perde in stradine dove sa di esser già stata. Il quando, però, è un’incognita a cui il suo intuito matematico, oggi, non vuol dare soluzione.

tutta la spina dorsale fino a giungere nel morbido tessuto cerebrale: Lei non sente gli odori, li crea.

Cammina, cammina, la fata dalle fattezze umane, comprende che s’è fatto tardi. C’è da tornare a casa, sorridere a Niente equazioni. Niente “perché” . chi non troverà sotto il suo tetto. Solo il movimento di piedi su quel den- Ai fantasmi che forgia nel bisogno di so catrame che nei suoi occhi diventa aprire almeno una volta, durante la un prato verde. giornata, la sua bocca, smuovere la lingua. Lavinia si guarda intorno sperando che qualcuno, nelle sperdute stradine, vo- Ma prima di tornare, si ferma a guarglia, per pochi secondi, sentire l’odore dare le luci del tramonto tra il grigiore di erba bagnata che la pervade lungo delle nuvole. >> Photo by Dina Nerino


Dina Nerino The Waves >> Apre il suo fagotto magico ed estrae l’album dei ricordi, l’unguento magico al suo incomprensibile dolore. E tra le reminiscenze scova foto dimenticate di viaggi in cui i suoi capelli erano altri, in cui i sorrisi erano solo piccole virgole disegnate sulle sue guance, al tempo del “tutto cambierà” ma che mai cambiò. Lavinia aveva creduto che ieri tutto fosse più bello, tutto perfetto e pieno di sensazioni forti da scuoterle l’intero sensorio. Photo by Dina Nerino

Ma ora quelle foto, quei capelli, le ricordano un ennesimo fantasma, un’ennesima trasmutazione invisibile, una dolcezza idealizzata lasciata nell’iperuranio a rallegrare i giorni muti che si susseguono senza tregua. Del resto i suoi amici immaginari gliel’avevano detto: “Lavinia, ricicla le emozioni, scardina il punto focale, ponilo in altre dimensioni. Quello che non c’è oggi, lo troverai domani, dentro di te. Tutto potrebbe esistere, rivivere lì dentro. Anche questo fantasma che ora ti parla.” Lavinia, domani, quando sarà triste, ricorderà di oggi. Della meravigliosa giornata che le è volata via mentre un mondo di emozioni le marciavano addosso, e la sua fantasia volava. Lontano.


“Bubbles Universe” by Dina Nerino


Né in cielo Né in terra Caro direttore giuro che oggi le parlerò solo di arte, arte e arte!

Gabriele de Risi

Da dove iniziamo? Dal suo nuovo ponte in bocca? Oppure dal naso che si è rifatto? O dalle foto ritoccate che mette in rete? Oggi ho scoperto che lei è più giovane di me! Questo mi frustra perchè prendere ordini da un orfanello della casa di Pony mi mette sempre un po’ di cattivo umore! Devo metterla a disagio e dimostrarle quanto io sia professionale! Lo sa che sono un amante della cultura Giapponese? Ho persino fatto un corso di lingua con la votazione finale di 97/100. Ora so dire: “buongiorno”, “buonasera” e “stronza passami lo stuzzicadente”. Frasi utili da usare al ristorante!

Gabriele de Risi “battitore libero”


Il mio amore per il sollevante è talmente viscerale che cerco di mangiare sushi ogni settimana. Anche la mia banca me lo dice sempre: “sei più rosso di un nigiri di tonno!” Ho talmente la fissa del sashimi che ho deciso di fare come Daikichi Amano, l’egocentrico fotografo giapponese che si crede il nuovo Hokusai. Vado spesso al mercato ittico e compro qualsiasi cosa abbia delle pinne: cefali, spigole, piccoli Nemo, ma anche vongole, cozze e polipi. Poi a casa stendo un telo per terra e inizio a spalmarmi di olio e farina. Infine mi appiccico i pesciolini ovunque, faccio una gonna con i molluschi ed inizio a creare. Daikichi sicuramente non è un artista normale, sprecare tutto quel ben di Dio per fare quattro foto a delle modelle! Ma ha visto dove infila le anguille? Nella mia innocenza pensavo le usasse per fare delle cinture e non dei cateteri! Il sushi con l’anguilla è uno dei miei preferiti! Neanche Valeria Marini nel film di Bigas Luna aveva osato tanto! Però ai giapponesi perdono tutto, anche lo spreco di pesce fresco! >>

Opera di Daikichi Amano


Opera di Daikichi Amano

Gabriele de Risi “battitore libero�


>> Cosa ne pensa caro direttore? Riusciremo a portarlo a Milano per una mostra? Oppure possiamo omaggiarlo con una retrospettiva fatta da noi. Già la vedo con una parrucca di polipo in testa e una tailleur di gamberetti. Per le scarpe potremmo usare delle ostriche e magari possiamo metterle anche delle cozze come unghie finte. Sarebbe bellissimo e poi diventerebbe la prima opera d’arte fatta da me! Non so cosa alberghi nel giovane Daikichi, ma mi piace questa fusione tra animale e uomo. Ibridi che incarnano l’erotismo orientale e le fantasie più perverse. Solo una cosa, quanto puzzeranno le sue modelle dopo la session fotografica? Ha visto che quando voglio so tira-

9

re fuori anch’io i conigli dal cappello e scrivere qualcosa di sensato! Ora la saluto, devo andarmi a togliere il pannolino di seppie e le calze di alborelle! Gabriele de Risi

Gabriele de Risi

www.portinaiodaltrimondi.com


Ăˆ una rivista di Ebookservice Srl Redazione Direttore Responsabile: Giorgio Ginelli Responsabile Editoriale: Giacomo momo Gallina Approfondimenti eventi: Lena Guizzi Ufficio stampa: Comunicarsi Responsabile ufficio stampa: Marika Barbanti Art Director: Lasimo Graphic Designer: Laura Rinaldi Rubriche: Osservatrice: Nadia Ginelli Gallerista: Raffaella Silbernagl Organizzatrice eventi: Indira Fassioni Critico: Igor Zanti Fotografa e scrittrice: Dina Nerino Blogger: Gabriele de Risi


Hai qualche domanda da fare al giornale o al critico? Vuoi aiutarci a migliorare la webzine? Sei un Artista | Fotografo | Designer? Scrivi a: g.gallina@iocome.it Via Po, 44 - 20010 Pregnana Milanese Tel. 02/93590424 - Fax 02/93595614 g.gallina@iocome.it Ufficio Pubblicità: Tel 02/93590424 - Fax 02/93595614 commerciale@iocome.it Hanno partecipato e rigraziamo: Pep Marchegiani, Cristian Visentin, Mauro Mattarelli, IL FIENO. Avvertenza In caso di pubblicazioni parziali del testo, resta l’impegno della Redazione di non modificare i dati o distorcerne il significato. Ebookservice Srl sarà libera di non pubblicare testi in contrasto con le leggi italiane vigenti. Copyright Tutti i diritti di proprietà intellettuali relativi ai contributi inviati alla Redazione (testi e immagini); sono soggetti al copyright dei rispettivi artisti che ne detengono i diritti. Testi e fotografie non saranno restituiti.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.