I.OVO n°021 - Febbraio 2013 (EXTENDED)

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febbraio 2013 c u l t u r a

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è in preparazione il catalogo generale di

Tino Stefanoni Per informazioni:

Viale della Repubblica n° 64/66/68, Prato Tel. + 39 338 5924449 / +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 - studiomarchi@tin.it www.armandagoriarte.com


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

i.ovo Direttore: Massimo Tonietti m.tonietti@iovo.it cell. +39 327 5303110; Direttore responsabile: Marco Zucchini; Caporedattore: Gabriella Di Tanno (gabrielladitanno@yahoo.it); Progetto grafico: Alexandra Barbieri; Responsabile progetto web: Andrea Angeloni ; Guida al Contemporaneo: Serena Vanzaghi; Dentro al Contemporaneo: Gabriella Di Tanno; Oltre lo specchio: Alessandra De Bianchi; Coolinaria: Camilla Innocenti & Serena Trinchero; 16mm: Francesca Versienti Bis!!!: Gabriella Di Tanno Recensori di “Dentro al Contemporaneo” e altre rubriche: Déborah Allegranti, Stefania Basso, Serena Bedini, Giovanni Bondi, Yan Blusseau, Mattia Branca, Matteo Brighenti, Giulia Bucci Tommaso Capecchi, Francesco Ceni, Eleonora Ciambellotti, Ilaria D’Adamio, Diana Di Nuzzo, Costanza Focardi, Giulia Fonnesu, Elisa Frego, Linda Giusti, Eleonora Lombardini, Martina Marolda, Isabella Martinelli, Elena Molini,

Stefania Rinaldi, Gala Rotelli, Elena Santoni, Ottavia Sartini, Danilo Solimeno, Caterina Tiberi, Sarah Venturini. Ufficio stampa: Alessandra Petrelli alessandra.petrelli@hotmail.it cell. + 39 338 2946943 www.iovo.it info@iovo.it Tel. +39 055 011 99 77 Fax +39 055 011 99 81

i.ovo Arte e Cultura Contemporanea n°021 - FEBBRAIO 2013 aut. trib. n. 5825 del 15/03/2011 distribuzione gratuita Editore incaricato: NARDINI PRESS S.R.L. Via Cavour n°15, 50129 Firenze Stampa: Nuova Grafica Fiorentina, Via Ambrogio Traversari n°64/r, 50126 Firenze www.facebook.com/iovoarteeculturacontemporanea http://twitter.com/IovoArteFirenze/

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è in preparazione il catalogo generale di

Salvatore Magazzini Per informazioni: Viale della Repubblica n° 64/66/68, Prato Tel. + 39 338 5924449 / +39 335 303142 Fax + 39 0574 604901 - studiomarchi@tin.it w w w. a r m a n d a g o r i a r t e . c o m


indice

n.021 - febbraio 2013

dentro al contemporaneo

THE DALÍ UNIVERSE di Costanza Focardi CINDY SHERMAN: EARLY WORKS di Martina Marolda ITINERE di Sarah Venturini SCENARI di Deborah Allegranti GUY BOURDIN - A MESSAGE FOR YOU di Elena Santoni Raymond Hains/Mimmo Rotella. ARTY PÒ DECOLLAGES SAFFA di Giulia Bucci Break Up

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di Lorenzo Tore The Player di Stefania Rinaldi

oltre lo specchio 16 mm

Dialogo con il regista e interprete Giancarlo Cauteruccio di Alessandra De Bianchi INTERVISTA A PAOLO BENVENUTI di Tommaso Capecchi Intervista Haider Rashid di Andrea Angeloni

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EDITORIALE

DREAM “Dobbiamo trattare i sogni tenendo conto delle sfumature, dobbiamo trattarli come un’opera d’arte; non in modo logico e razionale… ma con un certo ritegno e una certa delicatezza. È l’arte creativa della natura a creare il sogno, e quindi dobbiamo essere alla sua altezza quando tentiamo di interpretarlo”. (Analisi dei Sogni - Jung)

Nel Sogno tutto è possibile: libertà, immaginazione, creatività, volontà di disegnare realtà opposte a quelle reali. Momenti tragici e immateriali generano opere straordinarie: le tele bianche si tingono dei colori più variopinti, forme e simboli divengono arte immaginaria e vicina, la fotografia diventa reale, l’oggetto trucca il soggetto. Non ingenue illusioni, perché la Fantasia, che oggi sembra vivere una condizione di povertà, non trama alle spalle dell’uomo, e l’artista, con ogni suo gesto, fa sì che la sua opera racconti ogni dato ambiente, una data società, e alla loro luce, tutte le sue precedenti e future opere, appaiono come tappe di una faticoso successo. In una sola unità di tempo, i sentimenti mostrano la loro essenza, e in quella atmosfera dilatata, solo la luce, potente e lucente, può risolvere tutto in una nuova coscienza: permette di viaggiare nel mondo della fantasia, quelle semplici linee colorate proiettate su fondale nero, esaudiscono la richiesta di un nativo bisogno. Una corsa contro tutto e tutti, contro chi vuole fermarsi perché c’è chi ancora ha bisogno di correre; un pizzico di follia per un sogno che ha il potere di svelarci chi realmente siamo, e dove dimora il nostro potenziale. Un breve viaggio nelle arti che affascinano: bisogna cogliere l’opportunità data, fatta di impressioni e turbamenti che plasmano e che distruggono, ma che perdurano nel tempo perché riescono ad evocare memorie che la mente ha registrato, e di cui, nessuno di noi, può fare a meno. Mettiamo in scena i sogni, perché l’origine della fantasia discende dal gioco dei bambini, e per poter recuperare il “sogno perduto”, dobbiamo riconoscere il nostro rifugio, l’importanza del dubbio, quello che risiede in fondo all’Io, perché è lì che vive quel flusso creativo che dà anima alle cose. “ Se puoi sognarlo, puoi farlo”, perché “ i sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor, nel sonno ci sembrano veri e tutto ci parla d’amor....se credi chissà che un giorno non giunga la felicità, non disperare nel presente, ma credi fermamente che il sogno realtà diverrà”. Gabriella Di Tanno


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febbraio 2013

IN ARTE…Valentina Dal 16 Febbraio al 30 Marzo 2013 BABELE – Boutique d’Arte e Libri - Via delle Belle Donne n°41/r, Firenze UNCANNY FAIRY TALES Dal 26 Febbraio al 5 Aprile 2013 F_AIR – Florence Artist in Residence - Via San Gallo n°45/r, Firenze L’orma della sirena fino al 26 febbraio 2013 La Corte Arte Contemporanea - Firenze - Via dei Coverelli n°27r, Firenze Omaggio a Renato Guttuso fino al 28 febbraio 2013 La Soffitta - Sesto Fiorentino - Piazza Rapisardi n°6, Sesto Fiorentino) Guy Bourdin - A Message for You fino al 10 marzo 2013 Museo Nazionale Alinari della Fotografia - Firenze Piazza Santa Maria Novella n°14A, Firenze The player - viaggio nelle passioni contemporanee fino al 06 aprile 2013 Museo Marino Marini - Firenze - Piazza di San Pancrazio, Firenze The Dalì Universe fino al 25 maggio 2013 Palazzo Medici Riccardi - Firenze - Via Camillo Cavour n°1, Firenze Cindy Sherman: Early Works fino al 09 giugno 2013 Gucci Museo - Firenze - Piazza della Signoria n°10, Firenze



PROVINCIA DI FIRENZE C 0% M 100% Y 80% B 4%


LINEA Spazio Arte Contemporanea - firenze

guida al contemporaneo L'attuale Geografia Artistica di Firenze e Oltre. A cura di Serena Vanzaghi


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

Associazione Nazionale Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea L’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea è costituita tra le Gallerie e le Associazioni culturali che operano nel settore dell’arte moderna e contemporanea e che esercitano l’attività di esposizione, promozione e/o vendita al pubblico di opere d’arte. L’ANGAMC ha lo scopo di rappresentare e tutelare, in ogni sede, gli interessi morali, economici e culturali della categoria rappresentata. L’obiettivo principale è quello di qualificare sempre più il mercato dell’arte e le sue potenzialità con la migliore preparazione professionale e culturale degli operatori, anche con interventi nell’ambito giuridico e amministrativo; inoltre promuove dibattiti e conferenze su temi d’interesse per gli associati. Il Delegato territoriale della Toscana è Mauro Stefanini: cell. 335 7054800 GALLERIE ASSOCIATE DELEGAZIONE TERRITORIALE TOSCANA ANGAMC GALLERIA CONTINUA

Routes and Stars; fino al 26/02/13. Autore: Giovanni Ozzola. • AI WEIWEI; fino al 16/02/13. Autore: Ai Weiwei. Sede: Via del Castello n° 11, 53037 San Gimignano (Si), Tel. +39 0577 943134. Orario: dal martedì al sabato 14:00 19:00, o su appuntamento. La galleria rimarrà chiusa il 1° e il 6 gennaio. Biglietti: ingresso libero. Ufficio stampa: Silvia Pichini, press@galleriacontinua.com. Web: info@galleriacontinua.it www.galleriacontinua.com

ELEONORA D’ANDREA ARTE CONTEMPORANEA

Sede: Via Vincenzo Gioberti n° 14, 59100 Prato, Tel. / Fax +39 0574 574670 / Cell. +39 345 2816111. Orario: dal lunedì al venerdì 16:00 - 19:00, sabato 10:30 - 13:00 / 16.00 - 20.00 (per tutti gli orari e i giorni non specificati su appuntamento al numero +39 345 2816111). Biglietti: ingresso libero. Web: gallery@elexpo.it www.elexpo.it

SANTO FICARA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

Artisti della galleria: Accardi, Alviani, Asdrubali, Bonalumi, Castellani, Chiari,


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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Dorazio, Jori, Impellizzeri, Mainolfi, Morellet, Mondino, Nunzio, Parra, Pinelli, Sanfilippo, Turcato, Viallat, Volpi, Zappettino. Sede: Via Ghibellina n° 164r, 50122 Firenze, Tel. +39 055 2340239 / Fax +39 055 2269190. Orario: dal lunedì al sabato 09:30 - 12:30 / 15:30 - 19:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@santoficara.it www.santoficara.it

FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA

Sede: Via Val di Marina n° 15, 50127 Firenze, Tel +39 055 410153 / Fax +39 055 4377359. Orario: dal lunedì al sabato 10:30 - 13:00 / 15:30 - 19:30, domenica e festivi su appuntamento. Web: info@frittelliarte.it www.frittelliarte.it

GESTALT ART GALLERY

Sede: Via Stagio Stagi n° 28, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 790900. Orario: 10:30 12:30 – 18:30 00:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gestaltgallery.it www.gestaltgallery.it

GALLERIA GIRALDI

TRANSCULTURA – c/o Sala Sant’Ignazio Centro Arte Moderna e Contemporanea Arezzo; fino al 24/02/13. Autore: Elio Marchegiani. Curatore: Fabio Migliorati. Sede mostra: via Carducci n° 7, Arezzo. Tel. +39 0575 377508 / Fax +39 0575 299255. Orario mostra: dal venerdì alla domenica 11:00 – 13:00 16:00 – 19:00. Mostra promossa da: Comune di Arezzo con la collaborazione di Galleria Giraldi. Ufficio stampa: Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo, www.comune.arezzo.it ufficio@comune.arezzo.it. Sede galleria: Piazza della Repubblica n° 59, 57123 Livorno, Tel. +39 0586 883022 / Cell. +39 329 8626020 / Fax +39 0586 887778. Orario: dal lunedì al sabato 10:00 - 13:00 / 17:00 - 20:00, domenica su appuntamento. Web: info@galleriagiraldi.it www.galleriagiraldi.it

ARMANDA GORI ARTE

Sede: Viale della Repubblica n° 64/66/68, 59100 Prato, Cell. +39 335 303142 - +39 338 5924449 / Fax +39 0574 604901. Orario: dal lunedì al venerdì 15:30 19:00 o su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: studiomarchi@tin.it www.armandagoriarte.com


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

GUASTALLA CENTRO ARTE

Sede: Via Roma n° 45, 57126 Livorno, Tel. +39 0586 808518 / Fax +39 0586 813514. Orario: dal lunedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 16:30 - 20:00, sabato 10:00 – 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@guastallacentroarte.com www.guastallacentroarte.com

GALLERIA N° 38

Sede: Via del Battistero n° 38, 55100 Lucca, Tel. +39 0583 491104 / Fax +39 0583 491104. Orario: dal martedì al sabato 10:00 13:00 – 16:00 19:30. Biglietti: ingresso libero. Web: info@gallerianumero38.com www.gallerianumero38.com

GALLERIA OPEN ART

Mostra collettiva con una selezione di opere degli artisti della galleria; 01/02/13 – 28/02/13. Sede: Viale della Repubblica n° 24, 59100 Prato, Tel. +39 0574 538003 / Fax +39 0574 537808. Orario: dal lunedì al venerdì 16:00 - 20:00, sabato 10:30 13:00 / 16:00 20:00, chiuso domenica e festivi. Biglietti: ingresso libero. Web: galleria@openart.it www.openart.it

GALLERIA SUSANNA ORLANDO

Sede: Via Carducci n° 10, 55042 Forte dei Marmi (LU), Tel. / Fax +39 0584 83163. VETRINA: Via Sauro n° 3, 55045 Pietrasanta (LU). Orario: tutti i giorni 10:00 - 13:00 / 16:00 - 20:00, escluso lunedì e martedì mattina. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriasusannaorlando.it www.galleriasusannaorlando.it

BARBARA PACI

Sede: Piazzetta del Centauro n° 2, Piazza Duomo n° 25, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. / Fax +39 0584 792666. Orario: dal martedì alla domenica 10:00 13:00 - !7:00 20:00. Biglietti: ingresso libero. Ufficio stampa: Alessia Luppoli info@alessialupoli.it. Web: info@barbarapaciartgallery.com www.barbarapaciartgallery.com


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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GALLERIA POGGIALI & FORCONI

ZHIVAGO DUNCAN – PAPILLON; fino al 07/02/13. Autore: Zhivago Duncan. Catalogo: disponibile in galleria, con testo critico di Saskia Neuman e intervista di Flavio Arensi. Sede: Via della Scala n° 35/A, 50123 Firenze, Tel +39 055 287748 / Fax +39 055 2729406. Orario: dal martedì al venerdì 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:00, sabato 10:00 13:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@poggialieforconi.it www.poggialieforconi.it GALLERIA IL PONTE

Raymond Hains, Mimmo Rotella. Artypò decollages saffa; fino al 15/03/13. Autori: Raymond Hains, Mimmo Rotella. Curatore: Mauro Panzera. Sede: Via di Mezzo n° 42/b, 50121 Firenze, Tel +39 055 240617 / Fax +39 055 5609892. Orario: dal lunedì al venerdì 15:30 - 19:00, sabato su appuntamento. Ufficio Stampa: Susy Fabiani. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriailponte.com www.galleriailponte.com SANGALLO ART STATION

Sede: Via Fra’ Giovanni Angelico n° 5r (fra il n°47 e il n°49), 50121 Firenze, Tel. +39 055 0517157 / Fax +39 055 0517518. Orario: dal martedì al sabato 10:00 - 13:30 / 15:00 19:00. Biglietti: ingresso libero. Patrocinio: Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Web: e.sarti@sangalloartstation.it www.sangalloartstation.it GALLERIA LA SUBBIA DI PAOLA RAFFO

Sede: Via Barsanti n° 11, 55045 Pietrasanta (LU), Tel. +39 0584 283338 / Fax +39 0584 71647. Orario: tutti i giorni 10:00 - 12:00 / 17:00 - 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: gallerialasubbia@gmail.com TORNABUONI ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE

Maestri moderni e contemporanei - Antologia scelta 2013. Sede: Lungarno Cellini n° 13/a, 50125 Firenze, Tel. +39 055 6812697 / Fax +39 055 6812020. Orario: dal lunedì al venerdì 09:00 – 13:00 / 15:30 – 19:30, sabato su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: info@tornabuoniarte.it www.tornabuoniarte.it


dal 9 febbraio

2013

Ideografismo contemporaneo

Sun Lian Gang

GALLERIA ANTICHITĂ VIA DEI FOSSI Via dei Fossi 55R - Firenze tel : 055-219306 in collaborazione con

FYR gallery Info: 3286852612

Sabato 9 febbraio, in occasione della celebrazione del Capodanno Cinese sarĂ offerto un aperitivo ai visitatori.


Chiara Camoni Luca Bertolo fino al 7/04 2013 PRESSO IL RISTORANTE Sciat贸 A Serravalle

Via Garibaldi, 49 - Serravalle Pistoiese - PISTOIA TEL. 0573 51301 - WWW.SCIATO.IT - INFO@SCIATO.IT


OVERGROUND

AFTER ART GALLERY di Frederik Ivanaj

Sede: Via Ghibellina n° 38r, 50122 Firenze, Tel. +39 328 7156628. Biglietti: ingresso libero. Web: frederik.ivanaj@tin.it www.ivanaj.com ANTONELLA VILLANOVA – Contemporary art jewellery

Manfred Bischoff; fino al 02/02/13. Autore: Manfred Bischoff. Catalogo: disponibile in galleria, edito da Antonella Villanova. • Group Show; 05/02/13 – 30/03/13. Autori: artisti della galleria. Curatore: a cura della Galleria Antonella Villanova Sede: Palazzo Ricasoli, Piazza Goldoni n°2, Firenze, Tel./Fax +39 055 213372 +39 055 6802066, 50123 Firenze. Orario: lunedì 15:00 – 19:00, dal martedì al sabato 10:00 – 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: antonellavillanova@gmail. com www.antonellavillanova.it ARIA ART GALLERY

ITINERE. Compenetrazioni d’artista; fino al 17/03/13. Autori: Mustafa Sabbagh, Drusilla Foer, Sara Bencini. Curatori: Antonio Buretta e Federica Cirri. Catalogo: disponibile in mostra, testi critici di Carla Tosi Panphili e Antonio Mancinelli. Sede: Borgo Santi Apostoli n° 40/r, 50123 Firenze, Tel. +39 055 216150 / Fax +39 055 4641406. Orario: dal lunedì al sabato 10:30 13:30 15:30 19:30, domenica su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Web: info@ariaartgallery. com www.ariaartgallery.com BABELE - Boutique d’Arte e Libri

IN ARTE… Valentina; 16/02/2013 - 30/03/13. Autore: Guido Crepax. Curatrice: Laura Accordi. Vernissage: sabato 16 febbraio alle ore 17.30. Sede: Via delle Belle Donne n° 41/r 50122 Firenze, Tel./Fax +39 055 283312. Orario: dal martedì alla domenica 10:30 - 19:30. Ufficio stampa: Carlo Gattai press@ babelefirenze.com. Biglietti: ingresso libero. Web: babele@babelefirenze.com. www.babelefirenze.com


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI

George Woodman, Heroines; fino al 16/02/13. Autore: George Woodman. Curatore: a cura della Galleria Alessandro Bagnai. Sede: Palazzo Ricasoli, Piazza Goldoni n° 2 Tel./Fax +39 055 213372; Tel +39 055 6802066, 50123 Firenze. Orario: lunedì 15:00 – 19:00 / dal martedì al sabato 10:00 – 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@galleriabagnai.it www.galleriabagnai.it BASE / PROGETTI PER L’ARTE

Sede: Via San Niccolò n° 18r, 50123 Firenze, Tel +39 055 602102 / Fax +39 055 2207281. Orario: dal martedì al sabato 18:00 – 20:00 (dalle 20:00 alle 24:00 come vetrina). Biglietti: ingresso libero. Patrocini: Attività promossa dagli artisti del collettivo BASE X BASE e con il contributo della Regione Toscana/ Toscanaincontemporanea 2011. Web: info@baseitaly.org www.BaseItaly.org DOLORES ART LABORATORY

Sede: Palazzo Viti Sala Musica e Sala Mostre, Via dei Sarti n° 41, 56048 Volterra (Pi), Tel. +39 0588 84047 Cell. 333 4508779. Orario: tutti i giorni 10:00 13:00 – 14:30 18:30 . Biglietti: entrata libera al DoloresArt Laboratory. Visita a pagamento a Palazzo Viti. Web: doloresart@libero.it www.doloresart.it/galleria F_AIR - FLORENCE ARTIST IN RESIDENCE

Would you marry me?; fino al 16/02/13. Autore. Nicolas Henri Muller. Curatrice: Lucia Giardino. • Uncanny Fairy Tales; 26/02/13 – 05/04/13. Autore: Andrea Salvatori. Curatrice: Elena Magini. Vernissage: martedì 26 febbraio alle ore 18.30. Sede: Via San Gallo n° 45/r, 50129 Firenze. Orario: dal lunedì al giovedì 15:00 – 20:00, venerdì 12:00 – 17:00. Ufficio Stampa: Ufficio Stampa Palazzi communications@palazziflorence.com. Web: fair@fua.it www.fair.palazziflorence.it FRASCIONE ARTE

Sede: via Maggio n° 60r, 50123 Firenze, Tel. +39 055 2399205. Orario: dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 15:00 – 19:00, lunedì 15:00 – 19:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@frascionearte.com www.frascionearte.com


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GUIDA AL CONTEMPORANEO

10. GALLERIA I.A.C. -Impruneta Arte Contemporanea-

Il segno e la forma: questioni di sfumature; 02/02/13 -17/02/13. Autori: Monia Grassi, Angiolo Bombardini, Franco Margari, Angiolo Pergolini, Diana Polo, Daniela Rosi. Vernissage: sabato 2 febbraio alle ore 17.00, presentazione di Sonia Salsi. • NEW ENTRY – mostra collettiva di fotografia, pittura, scultura; 23/02/13 – 10/03/13. Autori: Antonella Bardi, Renato Focili, Monia Grassi, Bryan Holt Moore, Francesca Lessona, Marco Merciai, Aldo Meschini, Tiziana Salvatici, Bianca Vivarelli. Vernissage: sabato febbraio alle ore 17.00, ospite d’onore Luigi Mariani. Curatore: Consiglio Direttivo Associazione Art-Art. Sede: Via della Croce n° 41, 50023 Impruneta (Fi), Cell. +39 333 7405522. Orario: dal martedì alla domenica 16:00 – 19:00. Patrocinio: Comune di Impruneta. Biglietti: ingresso libero. Ufficio Stampa: inpiaz@alice.it +39 339 7854375. Web: artart@artartimpruneta.it www.artartimpruneta.it LINEA Spazio Arte Contemporanea

Sede: Via delle Porte Nuove n° 10, 50023 Firenze, Tel. +39 055 3249173 / Fax +39 055 333540. Orario: dal lunedì al venerdì 11:00 – 18:00 e il sabato solo su appuntamento. Biglietti: ingresso libero. Ufficio Stampa: Giulia Coli +39 339 5069593 giuliacoli@gmail.com - Francesca Puliti +39 392 9475467 francesca.puliti@gmail. com. Web: info@spaziolinea.org www.spaziolinea.org CASA MASACCIO -Centro per l’Arte Contemporanea-

Sede: Corso Italia n° 83, 52027 San Giovanni Valdarno (Ar), Tel. +39 055 9126283 / Fax +39 055 942489. Orario: giorni feriali 15:00 – 19:00, festivi 10:00 12:00 – 15:00 19:00, lunedì chiuso. Biglietti: ingresso libero. Web: casamasaccio@comunesgv.it www.casamasaccio.it SCIATO’ DI SERRAVALLE

Chiara Camoni e Luca Bertolo; fino al 7/04/2013 Sede: Via Garibaldi n° 49, 51030 Serravalle Pistoiese (Pt), Web: info@sciato.it www.sciato.it SIMBOLI ART GALLERY

Sede: Via di San Giuseppe n° 6/r, 50122 Firenze, Tel. +39 055 0502418, Cell. +39 349 1438941. Orario: lunedì 16:30 – 20:00, dal martedì alla domenica 10:00 – 13:00 15:00 – 20:00. Biglietti: ingresso libero. Web: info@simboliartgallery.com www.simboliartgallery.com


GUIDA AL CONTEMPORANEO

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FLORDESIGN via Benedetto Dei, 100 - FIRENZE

MONsignor e Tonino Mastr angelo

flordesign by

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flordesign . it www.flordesign.it


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MAPPA DEL CONTEMPORANEO - FIRENZE 1 / After art gallery Via Ghibelina n°38/r 2 / ARIA ART GALLERY Borgo Santi Apostoli n°40 3 / GALLERIA ALESSANDRO BAGNAI Via del Sole n° 15/R, Firenze Piazza Goldoni n° 2, Firenze 4 / BASE / PROGETTI PER L'ARTE Via San Niccolò n°18/r 5 / GALLERIA BIAGIOTTI ARTE CONTEMPORANEA

Via delle Belle Donne n°39/r 6 / GALLERIA CIVICO 69, Via Ghibellina n°69/r 7 / Galleria La Corte Arte Contemporanea Via Dei Coverelli 27r 8 / linea - spazio arte contemporanea Via delle Porte Nuove n°10 9 / F_AIR FLORENCE ARTIST IN RESIDENCE

Via San Gallo n°45/r 10 / SANTO FICARA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Via Ghibellina n°164/r 11 / FRASCIONE ARTE Via Maggio n°60/r 12 / FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA Via Val di Marina n°15 13 / GALLERIA d’ARTE MENTANA Piazza Mentana n°2/3/4r


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14 / MNAF. MUSEO NAZIONALE ALINARI PER LA STORIA DELLA FOTOGRAFIA Piazza Santa Maria Novella n°14/ar 15 / PALAZZO PITTI Piazza Pitti n°1 16 / GALLERIA POGGIALI & FORCONI Via Della Scala n°35/a 17 / GALLERIA IL PONTE Via Di Mezzo n°42/b

18 / SAN GALLO ART STATION Via Fra' Giovanni Angelico n°5/r 19 / Simboli art gallery Via di San Giuseppe n°6/r 20 / C.C.C.S. Centro di Cultura Contemporanea Strozzina Palazzo Strozzi Piazza Degli Strozzi n°1 21 / STUDIO N.B. & ENTR’ARTe POSSIBILIT IES OF ART Via De’ Serragli N°79/r,

22 / GALLERIA DEL TEATRO ROMANO Via Portigiani n°34/36, Fiesole 23 / TORNABUONI ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE Lungarno Cellini n°13/a 24 / ANTONELLA VILLANOVA Contemporary art jewellery Piazza Goldoni n°2 Via della Spada n° 36/R


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THE DALÍ UNIVERSE a cura di Beniamino Levi Palazzo Medici Riccardi, Firenze

fino al 25 maggio 2013 Diceva “soy un puerco”, perché come i maiali andava sempre avanti, incapace di voltarsi indietro. Un passo dopo l’altro fino ad oltrepassare l’orizzonte del reale. Fino a contemplare il plus ultra, il regno delle cose inutili e sacre. Fino a fare di un sogno un mondo intero…

Malgrado la strutturale instabilità delle sue crisalidi antropomorfe, degli orologi molli, degli elefanti dalle gambe lunghe e sottili, Salvador Dalí (Figueres, 1904 – Figueres, 1989) aveva tutto perfettamente chiaro. Sapeva cosa non era - non era un pazzo, ad esempio - e cosa invece era - un surrealista, anzi, il surrealista; l’orgoglio di se stesso, epicentro di un terremoto lisergico (sebbene ci tenesse a specificare di non far uso di droghe, non avendone alcun bisogno); un piccolo-immenso big bang e il suo universo apparentemente senza leggi, ma dominato nei fatti da una “monarchia metafisica” delle cose inutili e sacre. The Dalí Universe mostra il risultato dell’esplorazione da parte dell’artista del proprio stesso immaginario e dei

suoi limiti (oltrepassabili, sempre e comunque), di temi e tecniche diversi, fino a varcare la soglia della bidimensionalità. Le sue illustrazioni per celebri opere letterarie – dal poeta francese Ronsard alle novelle del Boccaccio – sfuggono alla codifica popolare e si fondono imprescindibilmente con l’interpretazione del maestro catalano che ne esalta i concetti metafisici dell’amore e della morte; le grandi sculture in rame cristallizzano i soggetti surrealisti più ricorrenti e offrono ogni propria angolazione a chi almeno una volta ha fantasticato di passeggiare tra quegli orologi da taschino, nati da un sogno di camembert filante ed estranei al concetto artificiale di “tempo”, o di dare un’occhiata nei cassetti che sporgono semiaperti dai voluttuosi

Nella pagina a fianco: Salvador Dalí, Woman Aflame, bronzo, 176 cm, ideato e prima fusione nel 1980. © IAR


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Salvador Dalí, Dance of Time II, bronzo, 150 cm, ideato nel 1979, prima fusione nel 1984. © IAR

corpi femminili, simboli delle freudiane componenti dell’inconscio; infine le sculture in vetro - materiale che rappresenta, secondo lo stesso Dalì, il mezzo perfetto per l’“espressione della metamorfosi”, della violenza fisica dello spazio sulla materia – ispirate alle linee fluide dei legni levigati dal mare. A chiudere il percorso espositivo Alice in Wonderland, una visione più che una scultura. Un punto di arrivo, potremmo dire, anche se con Dalí punti non ce ne sono. Ma Alice è riuscita a

varcare lo specchio, ad oltrepassare l’orizzonte del reale, a contemplare quello che l’artista spagnolo chiamava in latino il “plus ultra” e a ritornare poi inalterata. Spensierata, salta ancora la fune e lascia da una parte la gruccia, scomodo ancoraggio alla realtà. Come se tutte le assurdità fossero solo semplici verità. Come se ogni miraggio avesse qualcosa di sacro, Dalí aveva qualcosa di sacro per ogni miraggio. Costanza Focardi


3/28 febbraio

2013 Omaggio a

Renato Guttuso La Soffitta Spazio delle Arti Casa del Popolo di Colonnata - Circolo ARCI Piazza Rapisardi, 6 - Sesto Fiorentino

orari:

feriali 21.00/23.00 festivi 10.30/12.30 sabato 17.00/19.00 lunedĂŹ chiuso


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CINDY SHERMAN: EARLY WORKS a cura di Francesca Amfitheatrof Gucci Museo, Firenze

fino al 9 giugno 2013 “Quando andavo a scuola cominciava a disgustarmi la considerazione religiosa e sacrale dell’arte, e volevo fare qualcosa … che chiunque per strada potesse apprezzare … Ecco perché volevo imitare qualcosa di appartenente alla cultura, e nel contempo prendermi gioco di quella stessa cultura. Quando non ero al lavoro, ero così ossessionata dal cambiare la mia identità che lo facevo anche senza predisporre prima la macchina fotografica, e anche se non c’era nessuno a guardarmi, per andare in giro” (Cindy Sherman) Si può essere se stessi e al contempo altro da sé? L’opera dell’artista statunitense Cindy Sherman (Glen Ridge, New Jersey, 1954) ruota tutta intorno a questo interrogativo, in una presa di posizione e di rimessa in discussione del proprio io, della propria identità e in una pratica che porta se stessa ad essere costantemente ed immancabilmente l’oggetto dei suoi lavori, in un fare performativo e fotografico, oltreché cinematografico. In occasione di Pitti Immagine Uomo 83, va in scena presso i locali del Museo Gucci, nel cuore di Firenze, la terza tappa nel ciclo di esposizioni temporanee di opere dalla collezione di François Pinault, interamente dedicata ai primi lavori della Sherman, pioniera della

fotografia come forma d’arte, attrice e al tempo stesso regista delle proprie opere. Chissà cosa direbbe il profeta dell’età matura degli artisti, Kenneth Clark, in riferimento a questa suggestiva ed incredibile personale che documenta l’attività giovanile, la primissima dell’artista statunitense immediatamente dopo la laurea e l’uscita dal college. Autentica “trasformista” della fotografia, già dalle prime opere emerge la volontà forte di elevazione a forma artistica del travestimento, in un lavoro costante ed irrimediabile su se stessa, che impersona i ruoli più disparati e diversi tramite un uso astuto e non convenzionale di costumi, maquillage, pose e location.

Nella pagina a fianco: Cindy Sherman, Untitled (Bus Riders I), 1976-2000, fotografia in bianco e nero, 25.4 x 20.3 cm. Courtesy Artist and Metro Pictures. © Cindy Sherman


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Cindy Sherman, Untitled (Murder Mystery People), 1976-2000, fotografia in bianco e nero, 25.4 x 20.3 cm. Courtesy Artist and Metro Pictures. © Cindy Sherman

Il percorso si snoda attraverso un video e due serie di scatti, rigorosamente in bianco e nero e su pellicola, opere dapprima perdute ed in seguito ristampate. vere e propri capolavori fotografici sceneggiati come se fossero film, nei quali tutti i ruoli sono interpretati dalla stessa Sherman, in una sorta di congelamento di istantanee performance che risultano bloccate, catturate per sempre nel tempo. L’atmosfera poliziesca ed anni Trenta emerge dai personaggi, descritti così minuziosamente da risultare stereotipati: “Murder Mystery People” (19762000), è la storia di un’attrice che si in-

namora del regista, in un vero film che la stessa Sherman aveva sceneggiato e del quale riprende 17 dei personaggi originali in un miscuglio di spietatezza e umorismo, che mostrano la metodologia meccanica e scrupolosa del suo lavoro anche a venire. Agli stessi fondamentali anni di formazione presso “Hallwalls”, lo spazio d’arte da lei creato a Buffalo, risale la coeva serie di “Bus Riders” (1976-2000), nata per la prima mostra fotografica allestita sul Metro Bus 535 della città. Qui Cindy Sherman interpreta magistralmente le tipiche persone che sono solite utilizzare questo mezzo per i loro spostamenti quotidiani: sempre diversa per posa ed espressione, sempre attenta al dettaglio ed al legame indissolubile con la cultura cinematografica di quegli anni: dalla studentessa all’intellettuale fino all’impiegato, in una casistica tanto variegata quanto realisticamente resa. Per concludere “Early Works”, immancabile è la pellicola animata del 1975 “Doll Clothes”, nella quale la Sherman appare come protagonista ancora una volta indiscussa, vestita di sola biancheria intima ed impegnata nel provare diversi abiti, spostata da una parte all’altra da una mano enorme che diviene il simbolo di una società sempre pronta a manovrare e a mettere la figura femminile in costante confronto con la propria identità, in un profondo, acuto, lucidissimo studio sui generi che l’artista fin dall’inizio sviluppa e porta strenuamente avanti. Martina Marolda


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febbraio

2013

Ideografismo contemporaneo

Sun Lian Gang

GALLERIA ANTICHITà VIA DEI FOSSI Via dei Fossi 55R - Firenze tel : 055-219306 in collaborazione con

FYR gallery Info: 3286852612

Sabato 9 febbraio, in occasione della celebrazione del Capodanno Cinese sarà offerto un aperitivo ai visitatori.


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Mustafa Sabbagh - Drusilla Foer - Sara Bencini

ITINERE a cura di Antonio Budetta e Federica Cirri Aria Art Gallery, Firenze

fino al 17 Marzo 2013 Nell’ottica di una sempre più diffusa impollinazione incrociata tra le discipline, un collettivo di cavalieri creativi senza macchia, ci mostra come elevare l’arte eso-terica, appannaggio di pochi eletti, ad esso-terica e comunemente condivisa, senza per questo intaccarne la valenza simbolica, interpretando stimoli di identità e sessualità primordiali, che hanno nel corpo l’ossessivo comun denominatore.

Uno dei fattori che nel corso dei secoli ha reso la società diffidente nei confronti dell’artista è stato di certo il modo in cui egli sia riuscito a testimoniare la libertà con la sua azione, il modo di vivere, comportarsi e agire. L’opera d’arte è la quintessenza di questo sentire esistenziale di rottura. C’erano una volta le invenzioni e i templi antichi. Erano opere che illustravano una storia, una genesi, un tracciato, un percorso; oggi invece è grazie all’emancipazione da tutti questi retaggi che ci è consentita un’esperienza individuale davvero autentica, tra quello che è visibile e quello che non lo è. Occupandosi dell’estetica fine a se stessa, e trascendendola, l’arte ha reso tutti i soggetti

potenzialmente liberi, pensanti, creativi, e in grado di esprimere un’identità personale autonoma e svincolata dal funzionalismo massificante in cui siamo implosi. Lontana dalla logica che solo la merce prodotta, l’oggetto di scambio, possa avere un reale valore di trasformazione sociale, è perciò vittima di emarginazione, in quanto ritenuta inutile e improduttiva. Siamo di fronte alla sublimazione massima di un simile pensiero: un lavoro a sei mani di tre personalità (più una) che incarnano a pieno titolo l’arte dell’effimero, tre eretici dell’apparenza e dell’opulenza. Mustafa Sabbagh (Amman), Drusilla Foer (Firenze) e Sara Bencini (Firenze) sotto l’egida del


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1. Mustafa Sabbagh, Untitled#6,Photographic print, 100x80. Courtesy Aria Art Gallery, Firenze. 2. Mustafa Sabbagh, Untitled#18, Photographic print, 100x80. Courtesy Aria Art Gallery, Firenze. 3. Mustafa Sabbagh, Untitled#11, Photographic print, 100x80. Courtesy Aria Art Gallery, Firenze.

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Mustafa Sabbagh, Untitled#10, Photographic print, 100x80. Courtesy Aria Art Gallery, Firenze.

sapiente stylist Simone Valsecchi. Fotografia, moda e gioiello si incontrano in un “Itinere”, un controverso viaggio di affermazione/negazione dell’inconscio in nome del valore feticistico che l’abito, inteso come abitazione del corpo, ma anche come habitus, abitudine/attitudine di pensiero, rappresenta per le loro anime, a dimostrazione di quanto tre discipline vittima di pregiudizi e velleitarie subordinazioni possano essere vettori di un messaggio antropologico, sociologico e filosofico altamente profondo, barometri di cambiamento di una società in crisi, espressioni di un desiderio che da intimo si fa universale. La prima impressione che emerge dai 12 scatti in mostra (più due installazioni), al di là dell’indiscussa resa tecnica, è infatti proprio questa evanescente dimensione di ritorno all’ancestrale, quando creatività e spiritualità collimavano e l’artista era considerato alla stregua di un profeta, uno stregone quasi, capace di rendere manifesto ciò che non era percettibile, di svelare l’ar-

cano altrimenti impossibile da cogliere. E chi meglio di una creatura fittizia poteva personificare alla perfezione un messaggio che in fondo è ancora più rarefatto della stessa? Ecco allora una donna, Drusilla Foer (al secolo Gianluca Gori), che non esiste, pur essendo più palpabile e significante del corpo che la ospita. Lei vive e comunica il disagio di noi tutti, sia quando si divincola tra gabbie corvine di lattice e corpetti neo-vittoriani, barocchi gioielli-gabbia e corone di piume soffocanti, sullo sfondo di una natura tanto silenziosa quanto connivente; sia quando sembra cercare riparo tra ingannevoli cure di bende color cipria che finiscono per imprigionarla. Drusilla non riesce a trovar quiete neppure sotto i vestiti, nell’accogliente tepore della ottocentesca lingerie ricamata. La si può identificare con una musa, una ninfa, una martire, poco importa. È prima di tutto un simbolo, l’(alter) Ego freudiano per eccellenza. È l’ambasciatrice austera e fragile dei nostri impulsi più reconditi, l’unica mediatrice in grado di controllarli senza reprimerli. Le sue sembianze artefatte non sono un ostacolo, bensì un ponte tra noi e il mondo, in virtù di quel singolare potere caratteristico del “diverso” di riuscire a toccare le corde dell’esplicito, pur non scendendo a compromessi con le tristi leggi livellatrici che lo regolano. Non resta che lasciarci traghettare in questo viaggio allora, alla ricerca della Drusilla che è in ognuno di noi. Sarah Venturini


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SCENARI Plus Florence Progetto artistico Internazionale ideato e diretto dal Prof. Carlo Franza

fino all’11 aprile 2013 Sei artisti, sei mostre, sei scenari in continuo turnover. Realtà in viaggio, visioni complici e contrastanti, identità plurali alla continua ricerca di sé e del mondo.

Plus Florence offre i suoi spazi a “Scenari”, un progetto che si propone come specchio dello stato dell’arte oggi, nell’epoca del movimento, della velocità e dell’emozione estetica. Un’idea giovane e all’avanguardia che coinvolge artisti e viaggiatori, curiosi o passanti, tutti coinvolti nella continua evoluzione espressiva delle forme e delle relazioni. Ideatore del progetto lo Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale e sostenitore della “arte nuova”, dei suoi protagonisti e dei loro processi creativi. “Scenari” presenta, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali: i sei di questo capitolo sono Lucia Tramontana, Roberto Russo, Pietro Forno, Giampiero Poggiali Berlinghieri, Federico Marcoaldi, Elisa Rescaldani. Lucia Tramontana - magistrato, Sostituto Procuratore - nata a Carate Brianza nel 1967 - con la sezione “Forse per guizzi rapidi”, abbina ad un approccio cromati-

co espressionista un clima quasi kafkiano della drammatica situazione dell’uomo massificato e disumanizzato. Roberto Russo - nato a MontesardoAlessano nel 1955 – è autore della sezione “Per gioco di parti”. L’uso vivace e dinamico del colore scompone e ricompone figure, fondendo l’impressione di una casualità accidentale all’intuizione estetica. Un linguaggio informale che da vita a nuovi alfabeti dalla violenta intensità lirica. Le tracce dell’esperienza si esprimono attraverso i colori e si ricompongono in figure e spazi a più dimensioni. Pietro Forno, piemontese, 66 anni, magistrato, Procuratore Aggiunto, vive e lavora a Milano. Presenta la sezione “Mimetico il sussurro dell’universo”, una selezione di fotografie che raccontano il mondo della natura e i mille particolari di essa. Ogni cosa nella fotografia di Pietro Forno è svelata dalla luce, ogni particolare acquista senso proprio a seconda del punto di vista dell’osservatore.


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Giampiero Poggiali Berlinghieri, nato a Firenze nel 1936, partecipa con la sezione “Il primo fischio del giorno”. Ready - made e non solo, ritagli, cuciture, assemblaggi, uno spazio riempito di forme e segni, composizioni al limite dell’improvvisazione e di una casualità narratrice. Un’estrema semplificazione dinamica che combina natura e invenzione umana in un continuo gioco di rimandi e associazioni. Federico Marcoaldi nasce a Bolzano nel 1973, cresce tra Pisa, Vicenza e prevalentemente Milano. La sua arte, fortemente improntata al disegno e alla pittura, si raffina a Roma presso la bottega di Ninì Santoro. Nella sezione “La memoria degli echi dispersi”, esprime passioni in-

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tense alla continua ricerca di un’identità molteplice, tasselli di un immaginario che cerca di ricomporsi nell’astrazione dei colori. Pieghe e frammenti di una realtà in continua evoluzione, un gioco di tentativi e corrispondenze. Elisa Rescaldani - nata a Milano nel 1981, dove vive e lavora - nella sezione “La consecutio delle ombre”, espone opere dove il colore avvolge segni e forme, il paesaggio si svuota mentre la mente esclude ciò che esiste e si disperde. L’artista si fa medium, mezzo attraverso cui far fluire l’energia vitale e creativa da cui tutto trae senso e ragion d’essere. Deborah Allegranti


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GUY BOURDIN - A MESSAGE FOR YOU A cura di Nicolle Meyer e Shelly Verthime MNAF, Museo Nazionale Alinari della Fotografia

Fino al 10 Marzo 2013 Fotografie dense di contenuti comunicativi e allusioni di significato in un gioco di doppi sensi visivi e letterali che crearono un mix sofisticato di “messaggio” ed immagine, nel segno di una fotografia contraddistinta da forme nette, da audaci abbinamenti cromatici ed effetti luministici.

Il lavoro fotografico di Guy Bourdin (Parigi, 1928- Parigi, 1991) esposto nella sede fiorentina del Museo Nazionale Alinari della Fotografia, comprende un corpus fotografico di settantacinque stampe realizzate durante l’intero arco degli Anni Settanta. Un decennio in cui il fotografo francese realizzò le sue maggiori campagne: per Vogue France, Versace, il Calendario Pentax. La particolarità della mostra è di inserire anche alcuni tra gli scatti inediti provenienti dall’archivio personale di Guy Bourdin. Il titolo scelto per questa importante mostra temporanea è tratto proprio da una stampa mai pubblicata: A Message for you è un inedito di Bourdin del febbraio ’79, di sofisticato erotismo, che reca, dove normalmente compare il destinatario della lettera, una triplice sequenza di gambe femminili divaricate, dalla calze nere, non troppo trasparenti, nere le scarpe, un tocco di colore nei tacchi in rosa. Le foto sono predisposte

in sei sale tra loro comunicanti, come a voler indicare un percorso unico nel suo genere: un viaggio all’interno dell’immaginario colorato, lussuoso e sofisticato dell’artista. Già, perché Guy Bourdin può essere a ragione definito uno dei maggiori artisti del xx secolo e non semplicemente un fotografo di moda, mero realizzatore immagini pubblicitarie. Il suo lavoro si contraddistingue per raffinati contrasti, spesso immersi in una luce azzurrina, una tonalità caratteristica dal tocco poetico, che sa di riflessione, di introspezione, un colore che diviene una marca inconfondibile di stile. Oppure per audaci bilanciamenti complementari in cui splende l’arancio, per linee nette che evocano sintetismi post cubisti o la pura essenzialità dei quadri di Mondrian e di Rothko. Non solo abiti, inoltre, ma anche storie, micro - narrazioni evidenziate nella loro qualità di racconto nella disposizione in sequenze di pochi scatti. Ogni foto, ciascuna serie, è


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1.Guy Bourdin, Charles Jourdan, Spring 1978, immagine fotografica, 1978. Courtesy © Estate of Bourdin. Credits Art + Commerce, Michael Hoppen Gallery. 2.Guy Bourdin, Vogue Paris, June,1979, immagine fotografica, 1979. Courtesy © Estate of Guy Bourdin. Credits Art + Commerce, Michael Hoppen Gallery.

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Guy Bourdin, Charles Jourdan Spring 1979, immagine fotografica, 1979. Courtesy © Estate of Guy Bourdin. Credits Art + Commerce, Michael Hoppen Gallery.

permeata dal valore dinamico dell’azione: si può avvertire lo scorrere del flusso del sentimento, un’idea di pensiero, la scenografia di una situazione o immaginare, volare con la propria fantasia, lasciarsi andare alle nostre emozioni e inventare personali versioni, autonome possibilità di lettura. Protagonista indiscussa di tutte le immagini è Nicolle Meyer, non solo una modella, anche una collaboratrice del fotografo francese, donna dalla bellezza perfetta, un’icona di fascino, assunta a modello di ispirazione, nonché curatrice della mostra. Sempre in tacchi alti, sempre con i vaporosi capelli castani, sempre con una nota di rosso: sulla bocca, sulle unghie laccate dei piedi e delle mani. In Chalrles Jourdan, Spring 1978, Nicolle Meyer è immersa in un’estraniante sovrapposizione temporale che la rende illusoriamente artefice della composizione: è presente, guarda se stessa come si fosse

realizzata un autoscatto in un momento del passato, commenta, riflette, elabora il vissuto. Il bianco e nero riportato come un riquadro sul colore sembra evocare un istante trascorso all’interno del presente, i due tempi si fondono nella monocromia tonale dell’immagine, mentre il gesto della mano che tiene la foto rimanda ad una situazione attuale. In una foto del ’79, Nicolle Meyer posa per Vogue Paris: la vediamo sotto la forma di tre donne, sempre lei, sempre la stessa. Bourdin la immerse in un’atmosferica onirica, si potrebbe dire surreale. L’immagine oltre ad essere un capolavoro estetico rimanda probabilmente a quegli stadi del sonno in cui svanisce la razionalità e la natura umana assume svariate proiezioni. Ma è un’interpretazione, un messaggio lasciato dalla foto di Guy Bourdin. Elena Santoni


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Raymond Hains/Mimmo Rotella. ARTYPÒ DECOLLAGES SAFFA a cura di Mauro Panzera Galleria Il Ponte, via di Mezzo 42/b - Firenze

fino al 15 marzo 2013 Le opere del francese Hains e dell’italiano Rotella riunite in una mostra che ripercorre quarant’ anni di attività artistica. L’attrazione per i manifesti e le immagini pubblicitarie. Di cui gli artisti si appropriano ricomponendone i frammenti.

La mostra allestita alla galleria Il Ponte riunisce i lavori di due artisti che hanno partecipato, durante gli anni Sessanta, al movimento del Noveau Réalisme: Raymond Hains (Saint Brieuc, 1926 – Parigi, 2005) e Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006). Le opere presentate sono in tutto sedici, tra décollages, manifesti strappati, installazioni e “art-typo” (prove di stampa fotografica su cui sono sovraimpresse altre immagini), a ricostruire il percorso che i due artisti hanno seguito dagli anni Cinquanta fino alla fine degli anni Ottanta. Ad accogliere il visitatore all’ingresso dei luminosi spazi della galleria, c’è l’installazione di Hains che riproduce una scatola di fiammiferi, Saffa (1970), mentre alle pareti sono disposti i lavori più conosciuti di entrambi gli artisti, i décollages. Essi sono creati at-

Raymond Hains, Hommage à Dubuffet, manifesto strappato su tela, 100x84cm, 1971. Courtesy Galleria Il Ponte, Firenze.


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Mimmo Rotella, La rapina, sovrappittura su décollage su lamiera, 150x300cm, 1987. Courtesy Galleria Il Ponte, Firenze.

traverso un processo opposto a quello del collage: mentre questo aggiunge elementi all’opera, i décollages agiscono invece per sottrazione, eliminando ciò che appare ridondante di un’immagine già esistente e conservandone solo alcuni frammenti. Il procedimento adottato da Hains, Rotella e dagli altri affichistes (dal francese “affiche”, manifesto) è quello dell’appropriazione, del “furto” dei lacerti di manifesti strappati dai muri delle città (Parigi, come Roma): remota conseguenza del ready-made dadaista, questa tecnica si allontana da esso per la fascinazione nei confronti dell’universo urbano, che viene tradotto in opera d’arte. A volte i frammenti non sono manipolati, ma semplicemente disposti su un nuovo supporto, altre volte, invece, essi vengono modificati e interpretati, come nel manifesto strappato e ridipinto La rapina (1987), opera in cui Rotella si impadronisce addirittura del sostegno in lamiera destinato alle

affissioni pubblicitarie della città. Mentre i lavori di Hains si caratterizzano spesso per una nota di intellettualismo e di interesse politico, come testimonia il décollage intitolato Nixon Hitler (1973), Rotella costruisce una mitologia del divismo attraverso i décollages realizzati con i frammenti dei manifesti pubblicitari del cinema (La dolce vita… di Marcello, 1964-98). La mostra ricostruisce l’intera fenomenologia dell’uso del frammento messo in atto dall’artista italiano, esponendo un “retro di affiche”, un “art-typo” e una “copertura di affiche”, dove il manifesto pubblicitario è ricoperto da un foglio nero, e quindi azzerato. Ciò che in fondo accomuna i due artisti è l’adesione a quella che si può chiamare una “poetica del frammento” che elegge lo scarto, e dove l’immagine, destinata al macero, diviene opera d’arte. Giulia Bucci


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Break Up a cura di Lorenzo Tore in collaborazione con la Galleria Zak (SI)

fino al 28 febbraio 2013 Interruzione e frammentazione onirica attraverso l’indagine dei sottili punti d’incontro tra realtà ed immaginario, tra tangibile ed immateriale penetrando nelle opere dei più significativi rappresentanti della nuova generazione artistica Italiana e Brasiliana. Un lungo viaggio tra l’esperienza e la messa in atto, la conoscenza diretta ed eccezionale intraprendenza di queste otto fantastiche personalità.

Circondati da una sempre più frenetica società post – moderna, ormai essenzialmente rivolta alla sintesi emotiva dell’individuo; si necessitano con sempre maggior richiesta, ambienti, gallerie e mostre capaci di ricongiungere quelle necessità primarie che il cittadino pensante sembra aver perso da tempo. La rinuncia al nostro più forte desiderio, al nostro sogno rinchiuso nel cassetto ci avvicina sempre più ad una permanenza vissuta come idiomi numerici e produttivi spingendoci verso una sempre meno affinata capacità critica verso il mondo che ci circonda. L’eccezionale variabilità espositiva della Galleria Zak di Monteriggioni (SI), in collaborazione con la cattedra di Antropologia dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, permette a tutti gli interessati, amanti ed appassionati,

curiosi ed intraprendenti, d’inserirsi in un magico ed onirico viaggio attraverso le opere dei nuovi artisti del panorama nazionale e d’oltre oceano. Curata dal teorico e critico d’arte Antonello Tolve; gli artisti (Bianca Bernardo, Adriana Io, Pierpaolo Costabile, Andrea Galdo, Beniamino Strani, Livia Moura, Laura Paoletti e Mattia Ammirati) rappresentano differenti concezioni di vita dell’individuo all’interno della collettività, le incomprensioni e la possibilità di cambiare registro attraverso l’immaginazione e creatività più sfrenata. La molteplice eterogeneità artistico – rappresentativa inscenata dai giovani virtuosi, dalle complesse griglie estetiche agli schizzi di studio sulla natura; dallo studio dello spazio di un apparentemente immobile scultura alla riqualificazione urbana per mezzo


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1. L. Moura , Frammenti di paesaggio o immanenza ritrovata, 2012, tecnica mista su ceramica. 2. Beniamino Strani, Senza titolo, 2012, 366 cuscini in cera rossa, misure variabili 3. Adriana Io, O Coração Puro, 2012, stampa su carta mozzarella, 42x60cm.

dell’auto coscienza dell’individuo; obbliga lo spettatore ad entrare a far parte dell’opera stessa, aggirandosi per bianchi ed austeri corridoi circondato dai pensieri materici dei sognanti realizzatori dell’opera d’arte. Tutto questo è Break Up: distanza dal pensiero precedente, dalla critica e dalla categoricità. Attraverso l’esperienza dei giovani artisti (dai ventitré ai quarant’anni), il pubblico

entra a far parte di un enorme circuito di ricostruzione analitica della realtà. Realtà che non potendo prescindere dall’immaginazione, affida all’idea del singolo individuo il suo significato più nascosto e primordiale. La comprensione del passato e l’ipotesi del futuro attraverso la sintesi degli strumenti del presente. Lorenzo Tore


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The Player Viaggio nelle passioni contemporanee A cura di Alberto Salvadori Museo Marino Marini, Piazza San Pancrazio, Firenze

fino al 6 aprile 2013 La prima esperienza di The player: il Museo Marino Marini, nel suo percorso espositivo, racconta, di volta in volta, la passione del collezionista nella ricerca personale delle opere e degli artisti, un tramite tra lo studio dell’artista, la galleria e il pubblico. La collezione in mostra è quella di Sandra e Giancarlo Bonollo: il filo che lega la scelta delle opere, nella prestigiosa ala del Museo, è incentrato sul viaggio, un pellegrinare fisico e mentale che, percorso in primo luogo dagli artisti, in un secondo momento invita il pubblico ad osservare, a fermarsi per riflettere, per interagire con le opere stesse. La mostra si apre con l’orologio da muro di Darren Almond (Londra,1971), in cui il viaggio temporale è affrontato non solo come un concetto fluido, ma come una manipolazione dello scorrere del tempo che genera uno spazio mentale, una profondità. In “Traffic III” di Mona Hatoum (Beirut,1952), c’è il tema della mobilità, intesa come continuo spostamento di pensiero e concetti, che ha come conseguenza un forte senso di angoscia, dove l’oggetto valigia è come un racconto, una migrazione, e l’elemento estraneo, i capelli umani, sembrano provenire da un corpo non

ben nascosto all’interno; il viaggio in “Fortuitos Rotation” di Damián Ortega (Città del Messico, 1967) rappresenta, invece, l’esplorazione e il caos negli oggetti contemporanei. La collezione presenta anche una molteplice selezione di opere fotografiche: l’immagine di femminilità ribelle di Sarah Lucas (Londra,1962), “Cemetery” di Gabriel Orozco (Jalapa, 1962), il quale descrive una serie di paesaggi del Mali con la misteriosa presenza di oggetti di ceramica ritrovati, gli scatti “documentari” di Jeremy Deller (Londra,1966), e quelli rielaborati di Simon Starling (Epson, 1967). Rineke Dijkstra (Sittard,1959) ritrae “Maya”, due foto scattate a tre mesi di distanza di una adolescente israeliana che diventa soldato e “Kora”, una sequenza di scatti che raccontano la vita della bambina, documentata nel passaggio dall’infanzia all’età adulta. “Baobab” è una serie fotografica realizzata da Tacita Dean (Canterbury,1965), che


DENTRO AL CONTEMPORANEO

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Veduta della mostra. Courtesy: collezione Sandra e Giancarlo Bonollo. Photo: Dario Lasagni.

ha per soggetto i grandi alberi africani; le foto accompagnano una trilogia di film sui “Grandi vecchi”, in cui gli alberi accumulano l’esperienza del mondo, e ne vengono segnati nella conformazione fisica, come accade nell’occhio della top model Stephanie Seymour, ingigantito e riprodotto da Piotr Uklanski (Varsavia, 1968), o nel particolare anatomico sospeso nel vuoto, che richiama con ironia l’iconografia classica di Urs Fischer (Zurigo,1973). Nelle scarpette di lana colorata, disposte in fila su una base di cemento, il corpo viene solo citato, perché richiami la condizione umana sia nella fattura che nella funzione di Pavel Althamer (Varsavia 1967); la moderna Venere botticelliana dell’opera di Keith Edmier (Chicago, 1967), nasce dalla collaborazione con l’attrice e artista statunitense Farrah Fawcett, in cui le orme della stessa, sono racchiuse in un’enorme conchiglia blu. La manipolazione di materiali ripresi dal

quotidiano, mutano forma, diventano materia organica e scultorea nell’opera di Stefano Arienti (Mantova 1962), con le intricate piegature di pagine colorate a fumetti, e in “Pinauna”, dell’artista brasiliano Marepe (1970), realizzata con crine di cavallo e ferro. L’idea stessa della potenzialità della materia, come un luogo aperto alla possibilità e all’immaginazione, si ritrova in “Untiled” di Giuseppe Gabellone (Brindisi,1973): un cubo di rafia, (che fa parte della serie di “sculture doppie”), viene esposto in alternanza aperto o chiuso perché in continua mutazione. I materiali semplici, combinati con lo spazio circostante, diventano i mezzi finiti nell’opera di Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) : un parallelepipedo, con una lente prismatica specchiante che ruota su se stessa, crea nello spettatore una nuova visione, perché muta nello spazio, perché mutata è la sua percezione. Stefania Rinaldi


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OLTRE LO SPECCHIO

FINALE DI PARTITA dal 5 al 10 febbraio 2013 in prima nazionale al Teatro Studio di Scandicci

Dialogo con il regista e interprete Giancarlo Cauteruccio Alessandra De Bianchi: “Al centro, coperto da un vecchio lenzuolo, seduto sulla sedia a rotelle, Hamm”. Ecco l’inquadratura con cui Beckett dà inizio a Finale di partita. Cosa ti ha spinto, dopo quindici anni, a riproporre – in italiano e non in dialetto calabrese, come invece fu nel ‘98 – e a interpretare nuovamente proprio nel ruolo di Hamm questa pièce “molto difficile ed ellittica […] più disumana di Godot”, aggettivi che Beckett stesso le attribuì in una lettera al regista americano Alan Schneider? Giancarlo Cauteruccio: La cosa che mi ha spinto a ritornare a Beckett è semplicemente il fatto che Beckett ritorna. È un universo che contiene in sé una sorta di consapevolezza dell’esistenza, che ci insegna a convivere con il vuoto. In Beckett non ci sono personaggi ma creature in una condizione di disumanità, di estremizzazione dell umano. Nel ’98 decisi di fare Finale di partita nella mia lingua madre per restituire una dimensione metafisica che incontrasse la carnalità, l’esperienza reale delle creature. Oggi, con la maturità di quindici anni di lavoro,

non ho scelto di partire dall’operazione linguistica ma di andare dentro le ferite di questo testo e perciò c'è bisogno della parlata più diffusa, l'italiano. Ritorna però anche il calabrese come forza, come fatto reale; in questa edizione ci sarà infatti un’oscillazione linguistica legata al bilinguismo di Beckett, che scrisse Finale di partita in francese e lo tradusse in inglese apportando variazioni, continuando ad approfondire il suo lavoro. A.D.B: “Non c’è niente di più comico dell’infelicità” dice Nell, la madre di Hamm, sbucando dal bidone. Come interpreti questa frase in relazione all’intera opera beckettiana, che sempre ha accompagnato il dipanarsi della tua carriera? G.C.: Credo sia la frase che ha caratterizzato questo testo e l’intera letteratura del ‘900. Passa quasi inosservata perché Beckett la affida alla creatura meno importante della pièce, ma invece porta con sé l’ammissione di una consapevolezza dell’esistenza umana, dei suoi aspetti negativi fondamentali. Quando l’infelicità diventa comica siamo di fronte ad una


OLTRE LO SPECCHIO

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Teatro Studio Krypton, Finale di partita, foto dalle prove del nuovo allestimento. Foto di Carlo Cantini.

consapevolezza del destino. Beckett non è nichilista ma consapevole del destino, mentre noi tendiamo a fuggirne. A.D.B: Nel 1982 hai dato vita a Krypton, compagnia tra le più importanti del teatro d'arte in Italia. Cosa significa oggi, a distanza di trent’anni, la dicitura “teatro elettronico” e “drammaturgia della luce”, sensi immanenti di quella nuova utopia che Krypton ha voluto veicolare? G.C.: Krypton, proprio perché non si fonda su un motivo fantascientifico ma su un motivo scientifico, sul rapporto tra arte e scienza – il krypton è uno dei gas mobili e non solo il pianeta di Superman –, offre la possibilità di continuare a far interagire le estetiche tecnologiche con le problematiche della sensorialità e del corpo. Sono ancora convinto che avere una conoscenza della tecnologia, dell’estetica della luce, rimanga di grande attualità se gestita con una logica non spettacolare ma drammaturgica e linguistica. Negli anni ‘80 c’era la necessità di spettacolarizzare, ma l'esperienza elettronica a me serviva

a decodificare l’architettura del testo. A.D.B: Regista, scenografo, autore, attore, con una formazione di studi d’arte e di architettura… Quale appellativo, quale mestiere fra tutti, attribuiresti oggi nel profondo a Giancarlo Cauteruccio? G.C.: È molto semplice, un artista. Il mio è sempre stato un percorso interdisciplinare e l’artista rappresenta una poliedricità di sguardo. Il mio teatro è fatto di continua osservazione, costante riferimento alle arti visive, all’architettura, alla musica come elemento strutturale e non di commento all’opera. Questa posizione non è inventata da me, ma significa riportare il teatro alla dimensione originaria di incontro di tutte le discipline. Giancarlo Cauteruccio (Marano Marchesato, Cosenza, 1956) è regista teatrale, docente e Direttore artistico del Teatro Studio Krypton. Vive e lavora a Firenze. Alessandra De Bianchi è laureata in Filosofia Teoretica-Estetica, vive e lavora a Firenze


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INTERVISTA A PAOLO BENVENUTI “Sarà Paolo Benvenuti, come alcuni profetizzano, l’uomo di un solo film? O, invece, è nato un regista disposto a preferire la traversata del deserto alle varie compromissioni del consumismo?” Tullio Kezich

Quel critico cinematografico si pose il dubbio nel 1988 dopo aver visto “Il Bacio di Giuda” che sentenziava il tradimento di Giuda e l’ uccisione di Cristo come salvezza per tutta l’umanità. Allora quel film fu boicottato dal Vaticano e da tutti i suoi organi. Tre anni fa (2009) è stato ritrovato il Vangelo Apocrifo di Giuda Iscariota. Paolo Benvenuti è stato chiamato dalla Cei per ripresentare il film nelle stanze addette di Città del Vaticano, perché quel suo primo film arrivava alle stesse conclusioni del Vangelo Apocrifo del Cainita. Tommaso Capecchi: In che modo coniughi il contenuto della storia e il linguaggio cinematografico nei tuoi film? Paolo Benvenuti: Ogni storia è per me una scoperta. E la scoperta sta appunto nella “forma” con la quale ogni storia si esprime. Io sono un ricercatore che, scoprendo punti di vista inediti, lavora affinché questi diventino patrimonio collettivo. Faccio dei film per far conoscere al pubblico le mie scoperte. Mi sento come un archeologo che scopre una tomba etrusca e la rende visitabile.

T.C.: Da dove proviene la bellezza delle tue immagini? P.B.: Dall’angolazione da cui osservo ciò che filmo. Osservare una cosa da una certa angolazione significa anche mostrarla da quel determinato punto di vista ed assumersi la responsabilità di quella posizione rispetto a ciò che si sta filmando. È fondamentale perché diventa la propria posizione morale, ideologica, culturale ed estetica di fronte al mondo. E per poter fare quello che faccio senza alcun vincolo ho accettato il mio destino di emarginato. Ma mi capita spesso di incontrare registi di successo che confessano di invidiare questa mia libertà. T.C.: Cosa ti spinge a fare film come i tuoi (Il bacio di Giuda e Segreti di Stato, in particolare)? P.B.: La mia ricerca è la conservazione, la rivisitazione della memoria, la difesa di coloro che, nella storia, non hanno avuto il diritto di affermare la propria verità, il proprio punto di vista: Giuda Escariota e Salvatore Giuliano in questo sono simili. Gli uomini non sono dei mostri. La mostruosità sta nell’apparato di potere. Gli uomini


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Fotogrammi tratti dai film di Paolo Benvenuti. Nell'ordine: Il bacio di Giuda, Gostanza Da Libbiano, Puccini e la fanciulla, Segreti di stato.

sono delle vittime. Sempre. Anche quando sono dei carnefici.

dai registi, dai politici e dagli operatori culturali.

T.C.: Che impegni ha un regista nei confronti del pubblico? P.B.: Un impegno morale. Con il pubblico io non mi stanco mai di ripetere che il cinema non è la realtà, ma è una sua rappresentazione. Oggi, purtroppo, la confusione tra realtà e rappresentazione è totale. Inoltre, quando posso, spiego loro che non faccio film verità, non credo nemmeno alla verità. Sono solo curioso e credo al valore dell’interpretazione oltre che all’intelligenza delle persone, costantemente sottovalutata dai produttori,

T.C.: Cosa pensi della produzione del Cinema Italiano oggi? P.B.: Tolto pochi rari esempi, tutto il peggio possibile. C’è molta differenza fra la legge e la giustizia e, per quanto vorrebbero farci credere, l’ uomo ama di più la seconda. Così come esiste differenza fra il dare ed il rubare; sappiamo tutti che solo la prima opzione porterà alla realizzazione di noi stessi. Sui due livelli, cosa abbia scelto Paolo Benvenuti, è noto al milite. Tommaso Capecchi


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Sta per Piovere

Intervista a Haider Rashid Said, è un ventiseienne nato e cresciuto a Firenze da genitori algerini, in seguito alla perdita del lavoro del padre, alla sua famiglia viene negato il permesso di soggiorno e, dopo trent’anni di permanenza in Italia, arriva il decreto di espulsione. Il giovane perde tutte le sue certezze sentendosi respinto dal paese che ha, da sempre, considerato suo, inizia così una estenuante battaglia legale e mediatica contro le autorità italiane, che vorrebbero rispedirlo in Algeria, paese che non ha mai neppure visitato. Haider Rashid, regista italo-iracheno classe 1985, sta per uscire col suo terzo lungometraggio, il primo distribuito nelle sale italiane. Il film sarà presentato in anteprima martedì 12 febbraio al teatro Puccini di Firenze. Andrea Angeloni.: Cominciamo con una domanda marzulliana, che importanza ha il sogno nel tuo modo di lavorare? Haider Rashid.: Il cinema è per definizione arte onirica e per me non potrebbe essere altrimenti, il primo corto che ho girato era ambientato a metà fra sogno e realtà. In Sta per Piovere un momento fondamentale, quando il protagonista raggiunge una consapevolezza più profonda di ciò che gli sta accadendo, è rappresentato da un sogno,

che altro non è se non l’autentica figurazione della sua condizione. A.A.: La storia che racconti somiglia più a un incubo, una vera e propria perdita d’identità. C’è qualcosa di autobiografico in tutto questo? H.R.: E’ il tema centrale del film e anche quello che affronto più spesso nel mio lavoro. Arrivi ad un certo punto dell’adolescenza quando, a differenza degli altri che si pongono mille domande, tu ti chiedi semplicemente <<di dove sono?>>. E’ un interrogativo che, verso i vent’anni, mi ha turbato molto, facendomi arrivare alla conclusione che probabilmente non appartenevo a nessun luogo in particolare, o forse a tutti quelli che hanno contribuito a determinare la mia storia personale. A.A: A proposito di percorsi personali, come si diventa registi? H.R.: La mia passione è nata molto presto, già da bambino muovevo i primi passi sul set e fin dall’adolescenza mi sono cimentato come operatore e montatore. Fare cinema è sempre stato il mio obiettivo principale. A diciannove anni mi sono trasferito a Londra per studiare cinema e, anche se ho lasciato i corsi quasi subito, ho continuato a lavorare nel settore, riuscendo, nel 2010 a dirigere e far distribuire in Inghilterra il


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mio primo lungometraggio, “Tangled up in Blue”. A.A.: Pensi che le cosiddette Seconde Generazioni possano destare un qualche “fermento culturale” in un paese, come il nostro, da troppi anni in declino? H.R.: Certamente, faccio spesso riferimento all’importanza simbolica di avere Balotelli in nazionale, o Malika Ayane nella musica. Nel mio campo posso citare il docu-film dedicato al tema della cittadinanza “18 IUS SOLI”. I ragazzi di seconda generazione hanno molto più da ottenere nel raccontare le proprie storie e probabilmente è per questo che riescono a tirare fuori quella particolare energia che manca agli autoctoni. Il loro apporto, anche di obiettività, è fondamentale per una nazione dalla memoria corta, incapace di ricordarsi che la migrazione fa parte del suo DNA. A. A.: Torniamo al film: Cosa ti ha dato l’impulso per scriverlo? H. R.: Da tempo stavo pensando a un film di questo tipo, la molla è scattata in me in seguito ai tragici fatti accaduti in Piazza Dalmazia nel dicembre del 2011, ero letteralmente sconvolto. Appena ho

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capito che i tempi erano maturi mi sono messo al lavoro, in circa sei settimane, a partire da maggio 2012, abbiamo steso la sceneggiatura e nei mesi successivi abbiamo effettuato le riprese fra Firenze e Dubai. A. A.: Sta per Piovere è stato accolto molto positivamente all’ultimo Dubai International Film Festival, quando potremo vederlo in Italia? H. R.: E’ andata davvero bene e ne siamo tutti molto orgogliosi, soprattutto se consideriamo che tratta una realtà, quella italiana, che rappresenta una novità assoluta per il festival. In Italia dovrebbe arrivare nelle sale fra la fine di marzo e l’inizio di aprile. A.A.: Grazie mille Haider, a questo punto non vediamo l’ora di metterci comodi e goderci il film, cogliamo l’occasione per invitare tutti i lettori di i.OVO all’anteprima di martedì 12 febbraio al teatro Puccini di Firenze. Andrea Angeloni Una versione estesa dell’intervista sarà pubblicata su www.iovo.it


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die mauer

arte contemporanea

MIMESI di Andrea Marini

Sabato 16 Febbraio ore 18,30

DIE MAUER arte contemporanea Via Pomeria n째71 - Prato


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