Elementi 26 - Luglio - Novembre 2012

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Tariffa Regime Libero - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Roma

Philip Lowe Mario Catania Gli Stati UE applichino

forestale a difesa laPatrimonio legislazione concordata di biodiversità, clima e territorio

Connie Hedegaard Francesco Profumo Clima, regime vincolante per tutti

Sviluppo delle filiere produttive è la parola d’ordine Alberto Biancardi Gas, separazione delle reti De Vincenti eClaudio un mercato spot più libero Non chiamatelo “Piano Energetico Nazionale” Stefano Caldoro Le fonti energetiche volano Angelo Alessandri di sviluppo e di crescita Rinnovabili, no rendite, ma sviluppo competitivo Nicola Zingaretti Rinnovabili, tutela dell’ambiente, Sergei Komlev meno CO2, è la nostra sfida Contratti take or pay? Garanzia per l’Italia Francesco Ferrante/Stefano Saglia Graziano Rioun efficiente Le scelteDelper

Su incentivi e liberalizzazioni, sistema energetico l’occhio vigile dell’ANCI Il mondo di Corrente Alessandro Cremonesi Le eccellenze italiane

Fv, serve parità competitiva

SPECIALE Mini Elettrico

Giordano Bruno Guerri Erri De Luca Creatività, voglia di bello e di cultura.

Cosa mi commuove diparte più? da qui La rinascita dell’Italia La fragilità dei vecchi

Periodico del GSE Luglio - Novembre 2012

Ridurremo le emissioni di CO2 Energia, serve approvvigionamento sicuro e prezzi accessibili

Elementi

Corrado Clini Günter Oettinger

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lavoriamo in pi첫 di 80 paesi, per portarvi energia

eni.com


Un ulteriore aumento del vincolo estero per l’Italia, accanto ad un eventuale peggioramento delle situazioni di deficit commerciale, potrebbe ancor più raffreddare le nostre capacità economiche di crescita, con riflessi negativi anche per l’occupazione. E poi c’è da rilevare l’evidente difficoltà del Paese sia a raggiungere un’autonomia energetica fondata sulla tecnologia, essenziale per il miglioramento funzionale del comparto tutto e in particolar modo per l’uso e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, sia nell’impegno di spesa per la ricerca.

ORA UN PIANO PER L’ENERGIA Ma occorre investire di più su ricerca e sviluppo tecnologico Mai come in questo periodo si è parlato tanto di energia. Vuoi per i fatti riguardanti la tragedia di Fukushima, vuoi per le vicende del nord Africa, vuoi per le decisioni a seguito del referendum sul nucleare. Ma l’energia è un settore cruciale del nostro vissuto, capace di condizionare, nel bene e nel male, l’economia di una Nazione, ed è dunque logico che si discuta, si dibatta, ci si appassioni all’argomento, e, soprattutto s’individuino le strade opportune per far sì che un comparto così delicato abbia sviluppo, stia al passo con i tempi, diventi competitivo e produca ricadute positive in termini economici, lavorativi e sociali. Il boom delle energie alternative in Europa nel periodo 2005-2010 se da un lato ha visto il nostro Paese allineato agli altri Stati comunitari sul fronte dello sviluppo e delle politiche sugli incentivi alle rinnovabili, dall’altro ha evidenziato un segno negativo nell’innovazione tecnologica, nella ricerca pubblica e nella filiera industriale. Un deficit che fa levitare la dipendenza dell’Italia nelle nuove energie dalle importazioni dall’estero, in particolar modo dalla Germania e dalla Cina. Nel fotovoltaico, infatti, l’andamento del nostro deficit commerciale è stato caratterizzato dallo straordinario aumento delle importazioni, divergente da quello riferito alla media dell’Europa a 15. Nel 2010 il deficit ha superato gli 11 miliardi di dollari, un valore corrispondente a circa quattro volte quello del 2009. Un quarto di tale deficit è da imputarsi all’interscambio con la Germania, mentre più del 40% è dovuto alla Cina.

Ricerca e sviluppo tecnologico sono imprescindibili per una società moderna che voglia essere in grado di rispondere positivamente alle sfide continue poste dal mercato, ma prima ancora alle esigenze delle persone. In questa ottica si muove, ormai da tempo, RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), la società del GSE che opera per lo sviluppo dei progetti strategici nazionali d’interesse pubblico generale. L’azienda, che si avvale della competenza di circa 400 persone tra tecnici e operatori, rappresenta un patrimonio di eccellenza dell’intero comparto energetico nazionale. Le future scelte energetiche, che ci auguriamo ponderate ed efficaci al superamento delle lacune manifestate fin qui dal comparto, saranno dunque indicative per determinare il livello di crescita competitiva dell’industria italiana, il segmento di spesa delle famiglie e il miglioramento degli standard ambientali per le generazioni future. Bene farà il Governo, come ha annunciato il ministro Passera, ad attuare presto un Piano Energetico Nazionale o, come preferisce chiamarlo Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo Economico, intervistato in questo numero di Elementi, una Strategia Energetica Nazionale. Solo così si potrà offrire ai cittadini di oggi e soprattutto a quelli di domani, un futuro energetico più certo e uno sviluppo sostenibile di qualità.

l’E

l’Editoriale di Emilio Cremona / Presidente GSE

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Direttore Responsabile Romolo Paradiso Redazione e Amministrazione Viale M.llo Pilsudski, 92 00197 Roma Editore GSE Segreteria di redazione e pubblicità Gabriella Busia gabriella.busia@gse.it tel. 06. 80114648 Collaborazione redazionale Mauro De Vincentiis Comitato di redazione Romolo Paradiso Gabriella Busia Livia Catena Natascia Falcucci Guido Pedroni Luca Speziale Editing Maria Pia Terrosi Progetto grafico e impaginazione Imaginali Realizzazione impianti e stampa Arti grafiche Tilligraf Via del Forte Bravetta, 182 00164 Roma

Foto Fototeca Elementi Fototeca Andrea Amato iStockphoto.com Fotolia.it Hanno collaborato a questo numero Simone Aiello Andrea Amato (La Foto) Roberto Antonini Edoardo Borriello Alessandro Buttà (Illustrazione E+ e Bizzarre energie )

Erika Cannata Fausto Carioti Livia Catena Valter Cirillo Maurizio Cuppone Sabina Delle Rose Mauro De Vincentiis Eleonora Egalini Vittorio Esposito Natascia Falcucci Jacopo Giliberto Piergiorgio Liberati Carlo Maciocco Noemi Magnanini Fabrizio Mariotti (La vignetta di Fama)

Gabriele Masini Romina Maurizi Giusi Miccoli Estella Pancaldi Michele Panella Alberto Pela Ilaria Proietti Sallie Sangallo Gabriele Sorace Maria Pia Terrosi Francesca Maria Trapani

Si ringraziano per la collaborazione alla realizzazione di Elementi Anev Ansa Archimede SRL Attackit Banca Intesa San Paolo Banca Popolare di Sondrio Bosch Centro Documentazione Giornalistica Day 4 Energy Ediltevere Egl E-On Enel Eni Hfv I Casco Jinko Solar KeyEnergy Klimaenergy Leitwind Monte dei Paschi di Siena Punto Com REpower Sogin Studio Bartucci S.r.l Yingli Solar 4-noks Vestas Zero Emission

­­­­Un

particolare ringraziamento a Sandro Renzi ­­­­Per le riproduzioni dei testi, anche se parziali, è fatto obbligo di citare la fonte

Direttore Editoriale Fabrizio Tomada

Rivista ad Impatto Zero®. Compensate le emissioni di CO2 generate per la produzione e stampa. In copertina “Sogno rosso” 2003 Olio e pigmenti su tela di Karen Thomas Registrazione presso il Tribunale di Roma n.105/2001 del 15.03.2001

GSE Viale M.llo Pilsudski, 92 00197 Roma T +39 0680111 F +39 0680114392 info@gse.it www.gse.it

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Chiuso in redazione l'8 giugno 2012

AU Guidubaldo Del Monte, 72 00197 Roma T +39 0680101 F +39 0680114391 info@acquirenteunico.it www.acquirenteunico.it

Elementi è visibile in internet ai siti www.gse.it corrente.gse.it

GME Largo Giuseppe Tartini, 3/4 00198 Roma T +39 0680121 F +39 0680124524 info@mercatoelettrico.org www.mercatoelettrico.org

RSE Via R. Rubattino 54 20134 Milano T +39 0239921 F +39 0239925370 www.rse-web.it

Elementi

Anno 2012 n. 26 luglio - novembre 2012

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La mancanza di sensibilità spiega molti dei conflitti interni ed esterni all’uomo. I suoi regressi civili, le sue crisi di orientamento, il suo operare in modo istintivo, zigzagante, nevrotico. Come sta accadendo adesso. In questo nostro tempo, dove il trionfo del tecnicismo e dello scientismo, accompagnato dallo strapotere della finanza e dell’economia e dalla perdita del senso di responsabilità, ha introdotto e favorito regole, logiche, comportamenti che ci allontanano dal pensare e dall’agire per il vero bene della persona, che non alberga nel vivere nella comodità, o nel solo benessere economico, ma nell’essere in armonia con se stessa, con gli altri e con la natura di cui fa parte. Fuori da questi contorni, non c’è che l’effimero, il superficiale, il momentaneo. Quindi la fragilità di un tutto pronto a rompersi, a disintegrarsi da un momento all’altro. Macerie sulle quali si tenta poi di costruire altri edifici, nuovi di zecca, luccicanti di bellezza esteriore, ma vuoti all’interno e con fondamenta di sabbia. Non ci può essere sviluppo sociale, né progresso in alcun campo se non si fondi su un pensiero che tenga conto dell’uomo e del rispetto della sua dignità. è così nell’uso della scienza, della tecnica, dell’economia, della finanza, della politica e dell’energia, che è il nostro settore. Perché il pensiero torni a governare l’agire, è necessario però che di cultura, e prima ancora di sensibilità, si parli nei luoghi deputati all’umano sviluppo: nelle case, nelle scuole, in azienda, nei media, in parlamento. Ci può essere civiltà senza cultura? Se non s’inizia da qui, dalla parola del genitore, da quella La risposta è no. Impossibile. L’una cosa dell’insegnante, dall’esempio del manager, da una nuova non può prescindere dall’altra. idealità, non si potrà pensare di alimentare il sogno di Quando l’uomo ha agito guidato dalla cultura è riuscito un progresso vero, di una nuova civiltà. a raggiungere mete che gli hanno spalancato orizzonti di Alleniamoci dunque al pensiero progresso umano, sociale e tecnologico e aperto frontiere attraverso il verbo dell’arte, della che hanno sfiorato il mistero dell’essere. Cultura che si filosofia, della letteratura, della storia, appalesa, sia chiaro, là dove la sensibilità è forte e guida della poesia. Solo così potremmo lo sguardo delle persone, lo fa attento a quanto procuri immaginare un presente e un futuro in emozione e quindi interesse, e le spinga a domandarsi, a cui ogni cosa, dalla più piccola alla più cercare, a scoprire, a tentare di far nascere bene e bellezza per fini non individuali ma comunitari. L’antitesi dell’egoismo, grande, una volta compiuta, agisca nel segno dell’uomo e del suo bene. dell’utilitarismo, del profitto fine a se stesso.

NON C’E’ PROGRESSO SENZA SENSIBILITA’ E CULTURA

Virgolette di Romolo Paradiso

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primo piano

rubriche

03 l’E l’Editoriale 05 “” Virgolette 08 P° il Punto 78 Mc il Mondo di Corrente 84 En Elementi Normativi 88 Be Bizzarre Energie 98 Bi Biblioteca 101 Mp Mondo Piccolo 101 Fn Filo di Nota 103 E+ Energia, letteratura, umanità 105 Fo La Foto di Andrea Amato 106 Co la Copertina Elementi

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Di Gutenther H.Oettinger

Approvvigionamento energetico sicuro e prezzi accessibili

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Confronto con Mario Catania

Difendiamo le biodiversità, clima e territorio

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Dialogo con Francesco Profumo

Sviluppo filiere produttive è la parola d'ordine

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Intervista a Claudio De Vincenti

Non chiamatelo "Piano Energetico Nazionale"

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Incontro con Angelo Alessandri

No rendite, ma sviluppo competitivo

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Intervista a Sergei Komlev

I contratti take or pay? Una garanzia per l'Italia energia rinnovabile

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Dialogo con Graziano Del Rio

L'occhio vigile dell'ANCI

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Quattro chiacchiere con Alessandro Cremonesi

FV, serve parità competitiva

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I prodotti emblematici di RSE


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Il pensiero di Federico Vecchioni

Settore agricolo autosufficente? Sfruttiamo le biomasse

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A confronto con B. Caravita di Toritto

Il burden sharing ci aiuterà, ma...

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A colloquio con il Prof. Georgescu-Roegen

Astronave Terra energia e medicina

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Intervista a Ugo Amaldi

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La fisica al servizio dell'oncologia il GSE per il sociale

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genera energia

RES 4 MED dà la scossa! A tu per tu con Francesco Toso

Il fotovoltaico? Può riqualificare il settore edilizio speciale minielettrico

54 Piccoli Impianti, grandi benefici mercato elettrico

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76 La condivisione che concorso d'idee

86 I vincitori della 2 edizione a

energia del pensiero

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La cosa che mi commuove di più? La fragilità dei vecchi

I consumatori veri protagonisti del mercato energetico

lavoro

energia

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Il punto di vista di Chicco Testa

Obiettivo rinnovabili termiche ed efficienza energetica

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Conversazione con Stefano Ciccone

La ricerca nell'energia frenata dai servizi pubblici locali

Un caffè con Erri De Luca

Parla Michele La Rosa

Post-fordismo, welfare e mercato, l'equilibrio da ricercare

So Sommario


Modeste per un elettrico più Mi sento in qualche misura – e senza averne la caratura come uno dei “filosofi flemmatici” del Settecento, come il senatore pococurante del Candido di Voltaire o come il don Alfonso dell’opera lirica Così fan tutte, i quali osservano con distacco il mondo e, tra le fiutate di tabacco e le tazze di caffè, esprimono commenti algidi e disincantati. Osservo. Soprattutto noto la difficoltà delle aziende energetiche di fronte a due fenomeni che fino a pochi anni fa sembravano improbabili: la crisi economica e la velocità della crescita delle fonti rinnovabili di energia. Due fenomeni che nel mercato elettrico si manifestano in un modo univoco: l’eccesso di offerta (crescente) rispetto alla domanda (calante). Ciò dissesta i conti. Molte aziende che anni fa avevano puntato con forza nell’aumento della produzione termoelettrica, ora devono rientrare dall’investimento ma le loro centrali stanno spesso ferme e gli incassi ritardano. E alcune grandi società che avevano programmato importanti investimenti nella produzione di corrente, ora mantengono questi progetti solamente sul cartellone esposto al pubblico, ma in cuor loro li hanno congelati sapendo che non usciranno mai più dal cassetto. Mi sembra che anche il settore delle “municipalizzate”, cioè le cosiddette utilities, meglio dette aziende di servizi pubblici locali, fatichi a trovare un’identità meglio definita. Al fenomeno che coinvolge tutto il settore dell’energia (eccesso di capacità rispetto ai consumi), per i servizi pubblici locali si aggiungono le conseguenze dell’innamoramento per la “finanziarizzazione” e per i processi di aggregazione (processi ancora lumeggiati dai grandi studi di consulenza),

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aggregazioni che non sempre hanno dato esiti felici e spesso hanno vuotato le casse generando debiti imponenti. Gli investimenti in produzione elettrica, alternativi a quelli finanziari, si sono rivelati spesso fallimentari. Inoltre la maggior parte di queste società locali continua ad avere ambiguità con la politica. Il rapporto con i sindaci-azionisti è contrastato e troppo spesso ancora le aziende non sono solo la palestra di tante persone di altissima capacità, ma il parcheggio di politici dalle non sempre palesi capacità. Qualche idea. L’Acquirente Unico, per esempio, potrebbe oggi avere un ruolo ancor più importante se acquisisse compiti meglio intessuti con il mercato elettrico. Per esempio, se fosse costretto ad approvvigionarsi di chilowattora solamente con contratti a lungo termine, l’Acquirente dovrebbe rivolgersi quasi esclusivamente a produttori con centrali alimentate da fonti rinnovabili di energia, che non soffrono la volatilità del prezzo. Così una parte considerevole di energia verde uscirebbe dal mercato, rasserenando i produttori termoelettrici che ne soffrono la concorrenza. Conseguenze? Il Mercato elettrico potrebbe rilevare la minore offerta e, senza più la mitigazione fatta nella formazione del prezzo dalle fonti rinnovabili, crescerebbero i costi di fornitura per le imprese italiane che si rivolgono al mercato borsistico. Le famiglie, invece, potrebbero avere bollette della corrente meno sensibili alle pazzie di greggio, metano e ai rapporti valutari dell’euro. Altrimenti, per rasserenare i produttori termoelettrici si potrebbe dare un cosiddetto capacity payment. In altre parole riconoscere al produttore termoelettrico un ruolo anche quando la sua centrale resta spenta. E si potrebbe pagare una tariffa anche alla centrale


proposte mercato efficiente spenta. A chi non conosce il segmento dell’energia questa soluzione sembrerà stravagante. Perché devo pagare una “fabbrica di chilowattora” anche quando non produce? Spiegazione succintissima. Oggi il peso delle fonti rinnovabili di energia (sole, vento, acqua, legna e così via) è pari a circa un quarto del fabbisogno. Quando il vento cala di colpo, quando una nuvola di passaggio oscura la centrale solare, per non lasciare senza corrente i consumatori ci dev’essere una centrale termoelettrica pronta ad accendersi. Questo è il servizio di capacity payment (pagamento della capacità produttiva tenuta pronta a entrare in funzione). Si paga in bolletta non solamente il chilowattora, ma anche la disponibilità a produrre chilowattora.

calibratura perfetta. Con un mercato borsistico di alta sensibilità. In alternativa il pagamento della riserva termoelettrica potrà essere a carico dei produttori di fonti rinnovabili. Oppure, se non sarà un meccanismo di domanda-offerta, dovrà essere pagata solamente – e non un chilowatt di più – la capacità termoelettrica tenuta ferma per sostituire quell’energia rinnovabile venuta a mancare (energia misurabile fino al dettaglio più piccolo). Ogni chilowatt pagato di troppo, è un regalo alle rendite di posizione e un furto ai consumatori. Perché il mercato è già cambiato, e non è fatto di acciaio e chilowattora. Il mercato già oggi è fatto dal servizio.

P° il Punto di Jacopo Giliberto

Quando ci saranno le smart grids che bilanceranno di continuo tutta la rete (se non c’è vento qui, ce n’è molto altrove. Se una nuvola oscura un pannello fotovoltaico, il sole splende altrove) la capacità di riserva sarà sempre più marginale. Questo strumento del pagamento della capacità è molto pericoloso e potrebbe prestarsi alle pressioni più fastidiose. Difatti, se ci fosse questo strumento, potrebbero essere risarciti tutti i produttori che hanno sbagliato gli investimenti costruendo centrali inutili. I consumatori domestici e industriali non devono pagare sulla loro bolletta gli errori delle imprese elettriche. Sono gli azionisti, e non i clienti, a pagare quando non si è saputo prevedere la crisi dei consumi e la velocità tumultuosa con cui sarebbero cresciute le fonti rinnovabili di energia; quando non ci si è dotati di strumenti di gestione del rischio prezzo; quando non si ha diversificato il rischio con coperture assicurative e con tecnologie diverse. Per questo motivo un capacity payment – se dovesse essere adottato – dovrà essere misurato con

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primo piano Per un sistema economico europeo competitivo

Approvvigiona energetico e prezzi acces di Günther H. Oettinger

Commissario Europeo per l’Energia

Il dossier Energia è una delle sfide principali per l’Europa: per questo l’Unione Europea ha assunto un ruolo guida nella lotta ai cambiamenti climatici. I sistemi energetici dovranno avere dimensioni continentali e basarsi su combustibili a basso contenuto di carbonio e rinnovabili. La competitività del nostro sistema economico dipende interamente da un approvvigionamento energetico sicuro e da prezzi accessibili. Siamo pronti come Europa a fronteggiare questa sfida? Riusciremo entro il 2050 a ridurre almeno dell’80% le emissioni di gas climalteranti e a conservare competitività? La Commissione Europea ha avviato il dibattito con il lancio della Energy Roadmap al 2050.

Günther H. Oettinger

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mento sicuro sibili Energy Roadmap per il 2050, gli obiettivi Trasformare il sistema energetico è tecnicamente ed economicamente possibile, se effettuiamo le scelte appropriate. La Roadmap delinea i percorsi per la decarbonizzazione del sistema energetico europeo. Lo scopo è identificarne i tratti comuni e salienti per sviluppare nuovi modelli di investimento e formulare adeguate politiche. Cinque le principali direttrici che la Roadmap delinea: Centralità dell’efficienza energetica È ampio il ventaglio delle potenzialità ancora inesplorate. La domanda di energia primaria (con riferimento ai dati 2005 2006) che dovrà calare tra il 16-20% entro il 2030 e tra il 32 41% entro il 2050. Per questo, l’efficienza energetica riveste un ruolo centrale nella trasformazione del sistema energetico sia nella produzione sia per l’uso finale. Rebus sic stantibus, non raggiungeremo ambiziosi obiettivi. Nella proposta di direttiva per l’efficienza energetica, la Commissione ha ben indicato le direttrici per un’azione tempestiva. Ma occorre adottare rapidamente la nuova direttiva ed essere ulteriormente ambiziosi. Ad esempio, è fondamentale avere edifici, sia nuovi sia esistenti, più efficienti. A zero emissioni dovrebbero costituire

la norma, così come prodotti ed apparecchiature rispondenti a elevati standard di efficienza energetica. Nei trasporti, c’è bisogno di veicoli efficienti e servono incentivi per un cambio di condotta. Ciò richiede un maggiore coordinamento a livello europeo e tra gli Stati membri. Il contributo delle rinnovabili Nel 2050 le rinnovabili saranno la base per la maggior parte delle tecnologie per la produzione energetica. Entro il 2030, tutti gli scenari per la decarbonizzazione suggeriscono una crescente quota delle rinnovabili, quantificabile in circa il 30% del consumo finale lordo di energia. Nel 2050, le fonti rinnovabili raggiungeranno quota 55%, 45 punti percentuali sopra il livello attuale. Ciò costituisce una sfida e un cambio radicale. Le rinnovabili rivestiranno un ruolo cardine nel mix energetico europeo, dallo sviluppo alla produzione di massa e diffusione delle tecnologie, dalla piccola alla grande scala, riducendo progressivamente il bisogno di sussidio. Tutto ciò richiede cambiamenti nelle politiche. Gli incentivi devono divenire più efficienti, bisogna favorire economie di scala e condurre a una maggiore integrazione dei mercati.

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Centralità delle infrastrutture Lo sviluppo di un mercato elettrico sempre più europeo e il crescente radicamento delle rinnovabili da qui al 2050, stanno rendendo più urgente lo sviluppo di infrastrutture funzionali alla distribuzione, all’interconnessione e alla trasmissione su lunga distanza. Dobbiamo sviluppare reti elettriche intelligenti ed esser in grado di gestire una generazione variabile e distribuita, favorendo nuove modalità per la gestione della domanda e l’offerta di energia elettrica. Verso una maggiore integrazione dei mercati energetici europei Il mercato unico dell’energia dovrà essere completato entro il 2014. Un mercato europeo garantisce la dimensione adeguata per assicurare l’accesso alle risorse e attrarre gli investimenti necessari. Un’ulteriore sfida è rappresentata dalla necessità di avere risorse flessibili nel sistema elettrico, posto il contributo intermittente delle fonti rinnovabili, ad esempio per la gestione della domanda, capacità di stoccaggio, centrali di riserva, etc. Un’altra sfida è rappresentata dal valutare l’impatto della produzione di energia elettrica da rinnovabili sui prezzi al mercato all’ingrosso. A prescindere dalla risposta, è importante che la struttura di mercato offra soluzioni efficaci ed efficienti sotto un profilo economico. L’impatto transfrontaliero dello sviluppo di un mercato interno europeo richiede rinnovata attenzione: ora più che mai il coordinamento è necessario. Lo sviluppo delle politiche energetiche richiede di tener in considerazione l’impatto oltre confine di ciascun sistema nazionale.

Investire in tecnologie a basso contenuto di carbonio Riconoscere un prezzo sulla base del contenuto di carbonio costituisce un incentivo per la diffusione di tecnologie low carbon in Europa. Il sistema europeo per lo scambio di quote di emissione è condizione necessaria per la trasformazione del sistema energetico ma non è sufficiente. Sono inoltre importanti maggiori investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo ed innovazione tecnologica per velocizzare la commercializzazione e la modernizzazione delle tecnologie pulite. Dal 2030 l’Europa dovrà sviluppare ulteriormente la tecnologia della cattura, trasporto e stoccaggio del biossido di carbonio (CCS) nel settore termoelettrico, così da poter raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.

Nuove opportunità per l’Europa È in realtà conveniente e più facile raggiungere l’obiettivo se l’Europa avanza unita. Il mercato europeo offre economie di scala ed impulso ai mercati delle tecnologie a basso contenuto di carbonio. Tra oggi e il 2050, dovrà esserci una sostituzione su larga scala nelle infrastrutture e delle apparecchiature presenti sul mercato, inclusi i beni di consumo nelle case. Modernizzare il sistema energetico favorirà elevati livelli d’investimento nell’economia europea, una crescita che creerà nuove opportunità di lavoro e una migliore qualità della vita. Un’economia a zero contenuto di carbonio potrà inoltre costituire un vantaggio per l’Europa, conferendole un beneficio nel crescente mercato globale dei beni e servizi connessi all’energia. Ciò ridurrà la dipendenza dall’importazione e l’esposizione alla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili.

I prossimi passi Potenza degli impianti fotovoltaici nei principali Paesi nel 2011 (MW) 24.700

7.500

12.773 17.200 9.304 4.700

2.500

2.900

4.200 1.600

4.200 400

1.100

1.500 1.000

2.000 900

2.600

3.800

3.600

3.470

Francia

Cina

USA

Spagna

Giappone

Italia

Germania

Totale MW a fine 2011 Entrati nel 2011 Installati a fine 2010

Fonte: European Photovoltaic Industry Association EPIA

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Il dibattito è stato lanciato per definire obiettivi e politiche per il 2030. Ciò garantirà a Stati membri e investitori il necessario grado di certezza. Non si può più aspettare: occorre agire per il futuro. Stiamo riducendo il nostro carbon footprint ma occorre intensificare i nostri sforzi: più rinnovabili, più tecnologie pulite, maggiori investimenti in reti, un più elevato grado d’integrazione e maggiore efficienza energetica. Abbiamo bisogno di decisioni, investimenti e di una volontà politica.



primo piano Il patrimonio forestale italiano

A difesa delle del clima

Mario Catania

Confronto con Mario Catania Ministro delle Politiche Agricole e Forestali 14

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biodiversità, e del territorio di Roberto Antonini Negli ultimi venti anni il patrimonio forestale italiano è aumentato di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie, con 12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell`intero territorio nazionale. E sono circa 1,2 miliardi le tonnellate di carbonio, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di CO2, trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste. Il suolo forestale svolge un ruolo fondamentale nello 'stoccaggio' di carbonio organico. 'Elementi' parla con il ministro delle Politiche agricole Mario Catania di questo importante 'asset naturale' del Paese. E: Saranno le foreste la 'carta' cruciale dell'Italia nella lotta ai mutamenti climatici? MC: Come dimostrano anche i dati dell’ultimo “Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio” del Corpo forestale dello Stato, il patrimonio forestale italiano è una risorsa fondamentale per contribuire alla lotta contro i mutamenti climatici. Ancora più importante se consideriamo anche il suo ruolo nella difesa della biodiversità e del territorio. Ma il valore delle nostre foreste non è solo di carattere ambientale, è anche economico, paesaggistico e storico. è quindi evidente l’importanza strategica di una buona gestione delle foreste e della cura del territorio in generale e anche delle funzioni svolte dai nostri agricoltori. E: Le foreste non sono solo 'pozzi del carbonio' ma anche fonte di biomasse e materie prime per biocombustibili di seconda generazione: è pronto il settore agro-forestale italiano? Quali sono le linee di sviluppo? MC: L’attuale sistema di incentivi, sia per la valorizzazione energetica delle biomasse forestali sia per la seconda generazione di biocarburanti, favorisce uno sviluppo del settore mirato al recupero dei sottoprodotti della filiera, che derivano dalla cura e manutenzione del bosco. Occorre però trovare delle forme complementari che permettano lo sviluppo e la partnership di tutti gli attori della filiera, anche negli ambiti territoriali che presentano difficoltà strutturali di ostacolo alla gestione del patrimonio forestale. Un contributo

prezioso sarà fornito anche dalle specifiche attività di ricerca che il Ministero delle Politiche agricole ha finanziato relativamente ai biocombustibili di seconda generazione e alla produzione di energia dalle biomasse agricole. E: Sostenere la diffusione delle energie rinnovabili, ma in modo equilibrato e con meno oneri a carico degli utenti: ci stiamo riuscendo? MC: Il Decreto di revisione del sistema di incentivi che, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico e con il Ministero dell’Ambiente abbiamo messo a punto e che ha avuto parere positivo da parte della Conferenza unificata, prevede importanti modifiche che ci permetteranno di proseguire nell’incentivazione delle rinnovabili e al tempo stesso di limitarne gli oneri a carico dei cittadini, grazie anche a sistemi di controllo della spesa che eviteranno distorsioni verificatesi in passato. L’obiettivo è quello di basare la nuova strategia energetica nazionale su criteri di sostenibilità, sia economica che ambientale. E soprattutto di evitare la sottrazione di terre utili per la produzione dei prodotti agricoli a finalità alimentare. Per questo motivo già nel decreto legge liberalizzazioni varato lo scorso gennaio abbiamo fermato gli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli. Ora con il nuovo sistema di tariffe per l'energia elettrica da biogas e biomasse stiamo dando grande impulso allo sfruttamento dei sottoprodotti e residui di lavorazione, per garantire un nuovo slancio alle filiere agroalimentari e alle imprese agricole.

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E: Come impatteranno le nuove misure sull'incentivazione delle rinnovabili in agricoltura? MC: Consentiranno un’integrazione del reddito delle aziende agricole, evitando che l’attività agricola sia sostituita con quella di produzione di energia elettrica. Agli imprenditori agricoli saranno date importanti opportunità di investimento attraverso un sistema di incentivi che premia le produzioni complementari alle tradizionali attività agricole, come i sottoprodotti. (ndr Vedi box) E: È ora di aprire - anche in collaborazione con il ministro dell'Ambiente Clini - una discussione per individuare un modello di sviluppo sostenibile che tenga presente il ruolo dell'agricoltura? Quali sono le basi da cui partire? MC: Il lavoro svolto con Clini e Passera per la revisione degli incentivi costituisce un'ottima base da cui partire per arrivare a un modello di sviluppo che consenta il mantenimento delle attività agricole, la loro reddittività e conservazione e il miglioramento del patrimonio ambientale e paesaggistico italiano. Nei prossimi mesi sarà importante ridare slancio alla ricerca per lo sviluppo di innovazioni capaci di sfruttare al massimo le peculiarità e le potenzialità del nostro sistema produttivo. Penso alle opportunità legate ai piccoli e micro impianti che possono essere realizzati direttamente dalle imprese agricole, in una logica integrata aziendale, anche nelle aree marginali e con difficoltà economiche e competitive.

MISURE DEL PROVVEDIMENTO A FAVORE DEGLI INVESTIMENTI NEL SETTORE AGRICOLO All’interno del provvedimento sono state previste una serie di specifiche per salvaguardare le possibilità di investimento del settore agricolo:

Un premio per gli impianti a biogas legato alla rimozione di azoto nel digestato con condizioni di accesso che premiano gli impianti di piccole dimensioni tipicamente agricoli.

Per gli impianti a biomasse è stata introdotta una taglia fino a 300 kW, di particolare interesse per il settore forestale e per le potature delle colture arboree.

Per gli impianti a biomasse superiori a 1 MW l’utilizzo di biomasse dedicate è stato limitato, riducendo la tariffa base e prevedendo una serie di bonus (riduzione emissioni e particolato, produzione in filiera) fortemente selettivi.

Per gli impianti a biomasse che utilizzano sottoprodotti è previsto un bonus specifico di 30 euro a MWh se operano in regime di teleriscaldamento.

Nel decreto sono stati fissati dei contingenti annuali di potenza installabile, suddivisi per fonte (per il triennio 2013-2015, per biogas e biomasse 145 MW/anno). Per l’accesso a tale contingente è prevista una priorità per gli impianti di dimensione ridotta (inferiore 600 kW) e che siano di proprietà di aziende agricole e gli impianti alimentati a sottoprodotti.

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Elementi 26


L’energia eolica è parte della storia di questo Paese. Il vento è una ricchezza dell’Italia. Ed è per questo che noi di REpower vogliamo offrire le nostre risorse affinché non venga perduta. Ad oggi, la nostra gamma di turbine comprende le più potenti sul mercato italiano e assicura soluzioni per ogni regime di vento, garantendo investimenti sicuri grazie ad un elevato livello tecnologico e ad un servizio di manutenzione attento ad ogni bisogno. Perché il vento è un dono che ci appartiene sin dal passato. Vogliamo utilizzarlo al meglio per costruire il nostro futuro.

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primo piano

Sviluppo delle filiere produttive, è la parola d'ordine Dialogo con Francesco Profumo Ministro dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca

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Francesco Profumo

Così si risponde alla crescente domanda interna di tecnologie e si può competere a livello internazionale con una buona capacità di export. Bisogna puntare sui biocombustibili di nuova generazione: il fotovoltaico organico, le tecnologie marine, il geotermico di terza e quarta generazione, l’eolico offshore. E soprattutto partire con importanti investimenti per lo sviluppo di nuove tecnologie per l’accumulo di energia, la base per consentire la programmazione della produzione energetica sul territorio da fonti intermittenti. L’Italia destina alla R&S nel settore delle rinnovabili meno del 20% dei fondi per la ricerca pubblica energetica, contro l’oltre 30% della Germania e il 35% del Regno Unito.


di Fausto Carioti

per le fonti rinnovabili e per la gestione ‘intelligente’ della rete elettrica”.

“Si fa sempre più evidente il peso determinato dal sistema energetico sul sistema economico e sociale. L’obiettivo della decarbonizzazione, in particolare nei settori della generazione elettrica e dei trasporti, deve essere una priorità anche per la ricerca”. Chi parla è Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca. Fino a pochi mesi fa Presidente del Cnr, Profumo ha una solida cultura in materia di energia. Se gli si chiede quali saranno le priorità della ricerca energetica durante il suo mandato, la risposta non si fa attendere: “Occorre sviluppare tecnologie che possano accelerare l’uscita da un sistema che è – e sarà ancora per alcuni decenni – dominato dalle fonti fossili verso un sistema che in prospettiva vedrà le rinnovabili come fonti prevalenti di energia. Nel caso della generazione elettrica parliamo delle tecnologie che consentano un uso più sostenibile delle fonti fossili, come la cattura e il confinamento della CO2, e di tecnologie di nuova generazione

E: Quali sono le fonti rinnovabili che, viste dalla prospettiva italiana, necessitano dei maggiori investimenti in ricerca? E quali le altre tecnologie energetiche su cui puntare? FP: Bisogna puntare sulle tecnologie che non sono ancora mature, come i biocombustibili di nuova generazione, il fotovoltaico organico, le tecnologie marine, il geotermico di terza e quarta generazione, l’eolico offshore. E si deve partire subito con importanti investimenti per lo sviluppo di nuove tecnologie per l’accumulo di energia, che costituiranno la base per consentire la programmazione della produzione energetica sul territorio da fonti intermittenti. E: Gli incentivi per le energie rinnovabili in vigore negli ultimi anni hanno finito in gran parte per finanziare l’industria cinese e tedesca produttrice di pannelli solari. FP: L’industria italiana nel complesso, non solo nel fotovoltaico, soffre di un ritardo tecnologico dovuto non alla

mancanza di capacità d’innovazione, ma alla scarsa visione di lungo termine che c’è stata negli anni passati a causa di una carenza di politiche industriali, come avvenuto invece nei maggiori paesi europei. E: Come se ne esce? FP: Bisogna sostenere, prima ancora della produzione di energia, gli investimenti per la nascita e lo sviluppo di filiere produttive che possano rispondere in maniera adeguata alla crescente domanda interna di tecnologie, e allo stesso tempo competere a livello internazionale attraverso una buona capacità di export. E: Come giudica la situazione della ricerca sull’energia in Italia, anche in rapporto agli altri Paesi? FP: è necessario distinguere la situazione della ricerca pubblica da quella privata. Su quella pubblica l’Italia è sostanzialmente allineata alla media europea quanto a volumi complessivi di investimento rapportati al Pil, ma si discosta per una maggiore prevalenza di spesa in alcuni settori, come quello della fusione nucleare e dell’efficienza energetica.

La filiera fotovoltaica italiana (Dati in MW e % sul totale mondiale) Silicio e Wafer

6%

Celle e Moduli

6%

Inverter

6%

52%

Distribuzione

10%

42%

47%

Progettazione Installazione

15%

20%

43% 80%

88%

85%

Impresa estera Impresa estera con filiale italiana Impresa italiana

Fonte: Epia, ATKlearney, GSE - Politecnico di Milano

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L’Italia appare, invece, sotto alla media europea per quanto riguarda gli investimenti nei settori delle fonti rinnovabili. Destina infatti alla R&S nelle rinnovabili meno del 20% dei fondi per la ricerca pubblica energetica, contro l’oltre 30% della Germania e il 35% del Regno Unito. E: E la ricerca privata? FP: Nei settori energetici appare deficitaria. Ciò si collega a una debolezza complessiva del sistema industriale nazionale, concentrato su settori a media e bassa intensità tecnologica. E: Al Gse fa capo Ricerca sul Sistema Energetico, società che sviluppa attività di ricerca con particolare attenzione ai progetti strategici nazionali. Che ruolo può svolgere Rse nel rilancio della ricerca italiana sull’energia? FP: Il principale contributo che Rse fornisce al sistema nazionale della ricerca energetica è da riscontrare nel Programma "Ricerca di sistema elettrico", cui partecipa con Enea e Cnr. Tale Programma prevede varie attività di ricerca che hanno come obiettivo la riduzione del costo dell'energia elettrica per gli utenti finali, il miglioramento dell'affidabilità del sistema elettrico,

la qualità del servizio, la riduzione dell'impatto del sistema elettrico sull'ambiente e sulla salute, al fine di consentire un utilizzo razionale delle risorse energetiche. E: Gli alti costi energetici italiani sono dovuti anche alla scarsa efficienza degli edifici, e quelli pubblici non fanno certo eccezione. Renderli efficienti da un punto di vista energetico è indispensabile, ma molto costoso. FP: Tali interventi non vanno valutati solo dal punto di vista dei costi, perché costituiscono un vero e proprio investimento. Sono misure che possono generare ricadute positive sui costi energetici delle famiglie, delle imprese e della pubblica amministrazione, il cui patrimonio edilizio comporta oneri energetici molto elevati. Tali interventi incidono, inoltre, sulla riduzione delle emissioni e possono determinare importanti ricadute sull’occupazione e sui fatturati delle imprese che operano nei comparti in cui l’Italia occupa una posizione rilevante. Un esempio significativo ci viene dagli esiti della detrazione del 55% per gli interventi di efficientamento degli edifici, le cui ricadute sul settore delle costruzioni sono state valutate nettamente superiori ai costi sostenuti dallo Stato sotto forma di mancato gettito fiscale.

L'occupazione in Italia per aree di business Silicio e Wafer

Celle e Moduli

10.900

Inverter

Altri componenti Installatori

1.500

2.135 2.050 1.050

System integrator

Grossisti

350

Dist.puri

Fonte: Epia, Atkearney, GSE - Politecnico di Milano

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Epc


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primo piano

Non chiamatelo Intervista a Claudio De Vincenti Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega per l’Energia

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"Piano Energetico Nazionale"

Claudio De Vincenti

Meglio “Strategia Energetica Nazionale”. Obiettivi? Mantenimento degli standard di qualità e di impatto ambientale, competitività in termini di costi energetici, maggiore sicurezza ed indipendenza di approvvigionamento. Gli interventi prioritari per l’efficienza energetica, lo sviluppo dello hub del gas sud-europeo, lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili (biocarburanti inclusi), il rilancio della produzione nazionale di idrocarburi e la modernizzazione del sistema di governance. Le rinnovabili, un pilastro fondamentale del pacchetto clima-energia europeo. Vogliamo superare l’obiettivo del 17% del consumo complessivo. In particolare nel settore dell’energia elettrica la quota dovrà arrivare al 32-35%. Indispensabile sviluppare il settore della “green economy”, che ha importanti ricadute sulla filiera economica nazionale. E, per lo stesso motivo, quello dell’efficienza energetica. Nel gas vanno potenziate le infrastrutture di approvvigionamento con altri rigassificatori (uno offshore sarà operativo già nel 2013 e sono state concesse tre nuove autorizzazioni per impianti a Porto Empedocle, Gioia Tauro e Falconara) e con gasdotti che portino altro gas dal Nord Africa e dal Mar Caspio. Servono nuove capacità di stoccaggio da destinare al consumo industriale. Obiettivo: favorire il collegamento con gli hub europei già operanti, dove i prezzi sono minori, perché legati a contratti di fornitura di breve periodo e a un maggior apporto di GNL.

di Fausto Carioti Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega per l’Energia, è bene informato sui precedenti. «Quando sono arrivato al ministero», racconta ad Elementi, «tra le prime cose che mi sono state dette è di evitare di pronunciare le parole “piano energetico nazionale”, perché portano male. Io non sono superstizioso, però ho apprezzato la novità linguistica: “Strategia Energetica Nazionale”, in sigla SEN».

E: Quando sarà pronta? CDV: Riteniamo ragionevolmente che il lavoro possa arrivare in porto entro l’estate. Attualmente al ministero è in corso l’attività di analisi ed elaborazione. L’idea è di impegnare i mesi di giugno e luglio in un confronto con tutte le parti interessate: altri ministeri, l’Autorità, le associazioni di categoria.

> Elementi 26

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E: Per arrivare a quali risultati?

E: Il nodo della dipendenza dal gas è una costante del sistema energetico italiano.

CDV: Gli obiettivi saranno quelli del mantenimento degli standard di qualità e di impatto ambientale, di una maggiore competitività in termini di costi energetici, di una maggiore sicurezza ed indipendenza di approvvigionamento. Per raggiungerli, tenendo conto dei nostri naturali punti di forza, gli interventi che consideriamo prioritari includono l’agenda per l’efficienza energetica, lo sviluppo dell’hub del gas sud-europeo, lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili (biocarburanti inclusi), il rilancio della produzione nazionale di idrocarburi e la modernizzazione del sistema di governance. E: Che target prevedete per le energie rinnovabili? CDV: Le rinnovabili sono un pilastro fondamentale del pacchetto clima-energia europeo (il cosiddetto 20-20-20) e, in questo contesto, l’obiettivo italiano rispetto alle rinnovabili è pari al 17% del consumo complessivo. Sono obiettivi che l’Italia intende confermare, anzi superare. In particolare nel settore dell’energia elettrica, per il quale la quota del 26% sarà rivista al rialzo arrivando fino al 32-35%. In questo modo ci proponiamo anche di sviluppare un settore, quello della “green economy”, che ha importanti ricadute sulla filiera economica nazionale, come il settore dell’efficienza energetica, sulla quale la SEN intende puntare.

CDV: Per un verso l’Italia è in Europa il Paese maggiormente dipendente dal gas; per altro verso l’insufficiente concorrenza e il peso dei contratti “take or pay” implicano prezzi mediamente più elevati rispetto agli altri Paesi, con un effetto pure sul prezzo dell’energia elettrica. Per uscire da questa situazione intendiamo agire su più versanti. Innanzitutto occorre potenziare le infrastrutture di approvvigionamento con altri rigassificatori (uno offshore sarà operativo già nel 2013 e sono state concesse tre nuove autorizzazioni per impianti a Porto Empedocle, Gioia Tauro e Falconara) e con gasdotti che portino altro gas dal Nord Africa e dal Mar Caspio. Servono poi nuove capacità di stoccaggio da destinare al consumo industriale. E: Così faremo arrivare in Italia più gas di quanto ce ne serve. CDV: Solo creando una overcapacity di importazione avremo maggiore concorrenza e potremo disporre di una capacità di contro-flusso, in modo da far transitare gas verso il Nord Europa già dal 2014. L’obiettivo è favorire il collegamento con gli hub europei già operanti, dove i prezzi sono minori, perché legati a contratti di fornitura di breve periodo e a un maggior apporto di GNL.

Produzione degli impianti fotovoltaici in Italia (GWh)

10.795,7

E: Dal punto di vista regolamentare quali novità dobbiamo attenderci sul mercato del gas? CDV: Nei prossimi mesi sarà data attuazione alla normativa sui nuovi servizi di rigassificazione e stoccaggio integrati e sarà presentato il regolamento per una borsa del gas. Stiamo anche lavorando a livello europeo sulle regole di transito e di risoluzione delle congestioni nei gasdotti trans-frontalieri. E: Uno dei compiti del governo è attrarre investimenti stranieri. Eppure, a causa del lungo iter autorizzativo, poche settimane dopo l’inizio del vostro mandato, British Gas ha abbandonato il progetto del rigassificatore di Brindisi, che arrancava da 11 anni. Come avete vissuto questa scelta? CDV: Il caso British Gas è stato del tutto particolare. L’autorizzazione, rilasciata in quattordici mesi, è stata di fatto sospesa dal procedimento giudiziario innescato da un successivo contenzioso che ha portato ad una nuova valutazione favorevole di impatto ambientale ma con numerose prescrizioni. Il protrarsi del contenzioso ha determinato infine l’esito che conosciamo. Per fortuna le cose vanno anche in maniera diversa. Negli scorsi mesi, infatti, sono state rilasciate le nuove autorizzazioni per impianti di rigassificazione che ho già ricordato, dove il procedimento ha avuto una durata di alcuni anni, ma ha inglobato in sé, ex ante, tutte le autorizzazioni necessarie, realizzando quel processo unificato che è anche oggetto di una proposta di regolamento comunitario. E: Come si eviterà il ripetersi di altri casi tipo quello di British Gas?

1.905,7

39,0

193,0

2007

2008

676,5

2009

2010

Fonte: GSE

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Elementi 26

2011

CDV: Sarà fondamentale avere una stretta collaborazione con Regioni ed enti locali, dato che spesso l’espressione dei pareri ha tempi d’attesa lunghi. Un’accelerazione delle procedure potrà arrivare dall’attuazione delle norme emanate in recepimento del cosiddetto “terzo pacchetto” sul mercato interno del gas e dell’energia elettrica, per le quali le infrastrutture coerenti con la Strategia Energetica Nazionale godranno di una sorta di “corsia preferenziale”, in raccordo con le amministrazioni decentrate, per il loro iter autorizzativo.


Elementi 26

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primo piano Rinnovabili

Basta rendite, uno sviluppo competitivo

Angelo Alessandri

Incontro con Angelo Alessandri Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati di Gabriele Masini I nuovi incentivi alle fonti verdi, l’ipotesi di una Carbon tax, le contestazioni territoriali, l’auto elettrica. Un confronto con Angelo Alessandri (Lega Nord), presidente della Commissione Ambiente della Camera, sui temi caldi dell’energia. E: I costi dell’energia elettrica sono al centro del dibattito politico e mediatico. Come giudica la soluzione del governo rispetto agli incentivi alle rinnovabili? È sufficiente per tutelare la competitività delle imprese e gli interessi del settore della green economy? AA: La componente A3 è pari a circa il 62% del totale degli oneri di sistema per l'utente domestico tipo, pagati da tutti i clienti finali del servizio elettrico. Bene ha fatto il ministro Passera a segnalare queste criticità visto che le nostre famiglie versano in condizioni drammatiche e l’incremento del costo dell’elettricità aggrava il loro stato di sofferenza.

26

Elementi 26

Mi pare doveroso ricordare che le stesse questioni furono evidenziate al momento di deliberare il parere delle Commissioni VIII e X della Camera sullo schema di decreto legislativo n. 28/2011, quando si discusse dell’andamento quasi esponenziale che avrebbe assunto la traiettoria prevista dal Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili dell’Italia. Se il valore degli incentivi fosse rimasto rigido e slegato dai fattori della concorrenza e dallo sviluppo delle tecnologie, era evidente che sui cittadini si sarebbe riversato un costo davvero insopportabile. Proprio per questo furono ben accolte dal governo le indicazioni tese a prevedere, nei successivi decreti ministeriali di attuazione, forme di incentivazione che avessero lo scopo di assicurare una equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio, ma diversificati per fonte e per scaglioni di potenza, al fine di commisurarli ai costi specifici degli impianti. Criteri di incentivazione che


E: Auto elettrica. Sta prendendo piede l’idea che questo sarà l’anno dello “start up”. È questa la soluzione per la mobilità del futuro?

serve - superate determinate soglie di potenza - prevedessero specifiche aste al ribasso gestite dal Gse. Si è voluto così, tutelare i consumatori e stimolare lo sviluppo competitivo del settore della green economy, evitando inopportune forme di rendita e facendo emergere il meglio delle nostre competenze industriali.

AA: è una delle soluzioni, non l’unica. A livello di ricerca e di sperimentazione il nostro Paese è tra i più avanzati nel mondo. In alcuni settori - come la trazione elettrica, le celle a combustibile o l’uso commerciale del vettore idrogeno le nostre università e i centri di ricerca e sperimentazione sono arrivati ad un punto di maturità: per questo occorre passare alla fase di industrializzazione dei prototipi. Quando questo avverrà, quelli che oggi sono costi ancora elevati, in pochi anni sarebbero oneri ampiamente recuperati e riconducibili alle normali spese di acquisto e gestione. L’auspicio è che il governo attui una vasta strategia sui trasporti alternativi, favorendo la nascita di nuovi soggetti che vogliano puntare su motori innovativi o stimolando le industrie nazionali a riconvertire le loro produzioni su quelle strategiche del futuro come le auto elettriche, ad idrogeno o a celle a combustibile.

E: La Lega ha fatto del presidio del territorio la propria ragione d’essere. Come coniugare la progressiva diffusione delle forme di produzione di energia decentralizzate con il rispetto delle comunità e delle identità locali?

E: Il governo sta studiando l’introduzione di una Carbon tax, anche per alleggerire il peso in bolletta degli incentivi alle rinnovabili. Pensa che sia una soluzione efficace, finanziare lo sviluppo delle rinnovabili con le tasse sui carburanti?

AA: Non credo che le due esigenze siano in contrapposizione, anzi. Spesso l’avversione delle popolazioni locali ai grandi impianti alimentati da fonti rinnovabili è motivata dall'essere state escluse dalle decisioni sulla necessità e finalità di tali opere. In molti casi mega impianti che hanno avuto impatti ambientali, paesaggistici e sociali profondi sulle comunità in cui sono sorti, sono stati realizzati non già per i bisogni locali e secondo le vocazioni delle aree direttamente interessate, ma per scopi economici o per speculazioni sugli incentivi ottenibili. La dicotomia non sta quindi sulla realizzazione locale e diffusa degli impianti a fonti energetiche rinnovabili, ma nell’assenza del coinvolgimento dei cittadini, nella mancata conoscenza degli scopi e dei benefici collettivi.

AA: Prima di introdurre nuove tasse, farei il punto sull’entità attuale del carico fiscale applicato ai carburanti. Fino a quando non saranno presenti sul mercato tecnologie e mezzi alternativi, concreti e largamente disponibili, un ulteriore incremento delle accise sarebbe pericoloso, sia per i singoli automobilisti, sia - soprattutto - per il sistema economico nazionale. Per rendere sopportabile un ulteriore incremento dei prezzi dei carburanti servirebbero segnali di buona volontà sul fatto che una eventuale nuova tassa sulla CO2 servirebbe per avvantaggiare i consumatori e le imprese. In caso contrario si tratterebbe solo di una misura tesa a fare cassa e che andrebbe banalmente a sommarsi a quelle della medesima natura già presenti ed applicate in materia di emissioni di CO2.

Utenti industriali Imprese con consumi da 500 a 2.000 MWh/anno (euro/MWh)

Utenti industriali Imprese con consumi da 20.000 a 70.000 MWh/anno (euro/MWh)

128 128

Italia Italia

54 54

95 95

167 167

Germania Germania 97 97

104 104

Italia Italia 48 48

119 119

151 151

Spagna Spagna

26 26

121 121

Germania Germania 77 77

46 46

123 123

Spagna Spagna 108 108

24 24

132 132

Francia Francia

79 79

17 17

96 96

Francia Francia 63 63

19 19

59 59

82 82

21 21

80 80

Regno Unito Regno Unito

Regno Unito Regno Unito 103 103

Prezzo netto Tasse Prezzo netto Tasse

20 20

Media Ue 27 Media Ue 27

91 91

123 123

16 16

105 105

Fonte: AEEG

Elementi 26

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primo piano

I contratti take Una gara Sergei Komlev

Intervista A Sergei Komlev Direttore Gazprom Export di Piergiorgio Liberati

Cercare di prendere in castagna Sergei Komlev, capo della Direzione prezzi e contratti di Gazprom Export, è pressoché impossibile. Dati alla mano, sostiene che i prezzi del gas in Europa siano bassi, che i take or pay, il cui prezzo è una sorta di terzo segreto di Fatima, siano in realtà una manna per l’Italia e che lo shale gas non sarà mai una valida alternativa al metano convenzionale. Infine, sulle ripetute crisi russo-ucraina, Komlev rassicura: tutto cesserà con la partenza del South Stream.

E: Direttore Komlev, quest’anno, anche se in maniera meno intensa rispetto agli anni passati, abbiamo assistito all’ennesimo scontro tra Russia e Ucraina sulle forniture di gas, ed è stata l’Europa, con l’Italia in testa, a farne le spese. Cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo inverno? SK: Gazprom progetta di completare nel 2015 la costruzione di South Stream, grazie al quale l’Ucraina perderà il monopolio sul transito del gas russo destinato all’Europa. Ciò avvicinerà a zero i rischi di “cattivo comportamento” dei nostri partner ucraini. È interesse dell’Europa fornire pieno supporto alla realizzazione di tale gasdotto. E: I prezzi del gas in Europa, e ancor di più in Italia, sono più alti rispetto a quelli degli USA o di altre realtà

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Elementi 26

extraeuropee. Servirebbe più concorrenza e andrebbero rivisti i contratti take or pay? SK: Il mondo del gas naturale non è così semplice. Il prezzo attuale all’Henry Hub è un disastro dal punto di vista dei produttori americani del gas. Esso, infatti, è 2-3 volte più basso dei costi attuali di produzione, compresi quelli del gas non convenzionale. Le compagnie energetiche hanno sviluppato tecniche sofisticate per “proteggere” i loro prezzi, e questa è la sola ragione per la quale ad oggi non vi sono stati casi rilevanti di bancarotta. E: E in Europa? SK: Quello europeo è un mercato a due livelli, dove la maggior parte del gas viene messo a disposizione da pochi


or pay? nzia per l’Italia importanti fornitori in competizione l’uno con l’altro – Algeria, Norvegia, Russia e Qatar – attraverso contratti di lungo periodo, che garantiscono agli europei sicurezza delle forniture e prevedibilità dei prezzi indicizzati al petrolio. Nello stesso tempo, i contratti di lungo periodo garantiscono ai produttori la sicurezza della domanda che è necessaria per poter investire in infrastrutture e nuove produzioni. E: I prezzi, però, sono più alti. SK: Se lo si compara con altre fonti energetiche (carbone a parte), il gas in Europa non costa tanto. Il prezzo del gas russo, pari a 12 dollari per MBTU (Million British Thermal Units), è più basso se paragonato a quello di altri carburanti quali gasolio (27 dollari), Brent (22 dollari) e dell’elettricità che costa circa 22 dollari MBTU. Riteniamo che il ruolo del mercato spot in Europa rimarrà di supporto, e non di base. Il mercato europeo, che è caratterizzato dai contratti di lungo periodo, è competitivo e ha i propri vantaggi. Assicura una situazione sostenibile, affidabile e accessibile a tutte le parti. E: Gazprom è azionista della società che cura lo sviluppo del North Stream e insieme all’Eni ha costituito la società South Stream AG, per la costruzione dell’omonimo gasdotto. La sua società è contraria alla costruzione del Nabucco? SK: Gazprom recentemente ha testato con successo la seconda linea di North

Stream e prevede di iniziare la costruzione di South Stream entro la fine del 2012, in modo da anticipare la prevista crescita della domanda europea di gas. Ciascuno è libero di costruire gasdotti, e riteniamo che una più alta domanda europea in futuro possa giustificare l’esistenza di varie rotte che trasportano gas verso l’Europa da differenti fonti. Di conseguenza, non siamo “contro Nabucco” o contro ogni altro gasdotto o fornitore. Alla luce della nostra lunga esperienza, possiamo dire che per costruire un gasdotto di successo, dal punto di vista commerciale, è necessario avere una risorsa di base e dei clienti. Gazprom assicura ambedue gli elementi prima di procedere con tali tipi di progetti. Per quanto comprendiamo, Nabucco, ad oggi, non ha ancora trovato una risorsa base e non è in grado di assicurare alcuna diversificazione delle forniture di gas all’Europa. E:Secondo il WEO 2011 a breve ci sarà una nuova età dell’oro del gas e secondo i tecnici dell’IEA l’Europa sarà sempre più dipendente dalla Russia… SK: Nelle relazioni di lungo periodo, qual è il business del gas, non vi può essere una dipendenza in un solo verso: intendo dire che la Russia dipende più dall’Europa, che viceversa. L’Europa riceve circa il 27% del gas che consuma dalla Russia, mentre assicura il 75% delle esportazioni di gas russo e dei ricavi dal gas. Gazprom si impegna a fornire il gas russo all’Europa in maniera affidabile

ed accessibile, offrendolo attraverso rotte di trasporto nuove e più sicure. E alla luce delle sempre più ridotte risorse dell’Europa, il continente è destinato a incrementare le proprie importazioni. Ad ogni modo, la Russia non è il solo fornitore dato che il gas arriva in Europa da molte altre parti del mondo quali Norvegia, Algeria, Qatar. Il graduale processo di uscita dal nucleare e di abbandono del carbone in alcuni paesi dell’Unione Europea, unitamente ai costi elevati delle energie rinnovabili, sono elementi che spingono a favore del gas. Siamo d’accordo con l’affermazione della IEA, ma pensiamo che vi debba essere un impegno più forte in Europa relativamente al ruolo del gas al di là del 2030. E: Riusciranno lo shale gas, del quale gli Stati Uniti sono grossi produttori, e il GNL a scalfire la posizione di primo esportatore europeo detenuta da Gazprom? SK: No. Come ho già detto, la domanda europea di gas è destinata a crescere nel tempo. Di conseguenza c'é spazio per tutte le forme di gas. Lo stesso Gazprom è già impegnato nella produzione e nell’esportazione di GNL, così come nel “tastare il terreno” per l’uso del GNL nel settore dei trasporti. Tuttavia, il potenziale di importazione del GNL è ristretto dalle capacità oggettive, e anche il GNL viene destinato al più promettente mercato asiatico. Il mercato del GNL è destinato a ridursi in Europa, a causa di una politica dei prezzi caotica e per nulla attraente.

> Elementi 26

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Vendite di gas naturale in Italia (milioni di Standard metri cubi a 38,1 MJ/m3) Anno 2011 - valori provvisori

INDUSTRIA AGRICOLTURA E PESCA RESIDENZIALE & TERZIARIO USI NON ENERGETICI CENTRALI TERMOELETTRICHE AUTOTRAZIONE CONSUMI E PERDITE E DIFFERENZE STATISTICHE TOTALE

Gen

Febb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Sett

Ott

Nov

Dic

Totale

1.328

1.398

1.484

1.274

1.297

1.172

1.202

941

1.366

1.375

1.376

1.261

15.474

32

26

20

9

6

11

1

2

2

7

15

27

159

6.281

4.846

4.136

1.284

957

826

796

645

750

1.680

3.713

5.160

31.074

61

51

51

41

47

50

43

32

14

47

41

44

521

2.672

2.485

2.605

2.128

2.220

2.078

2.403

2.132

2.699

2.205

2.199

2.143

27.970

69

66

74

75

77

74

76

66

70

75

74

77

872

149

129

160

161

136

155

119

154

199

136

176

171

1.846

10.593

9.002

8.530

4.972

4.740

4.365

4.640

3.972

5.100

5.525

7.595

8.883

77.917

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l'Energia - DGSAIE

Per quanto concerne lo shale gas, Gazprom ha vagliato le proprie opzioni sia in Russia che all’estero, ma ha abbandonato l’idea per i prossimi decenni. La ragione è che le nostre riserve tradizionali sono dieci volte più efficienti e meno costose da sviluppare, considerando i rischi ambientali connessi al fracking. La Russia potrebbe iniziare a produrre shale gas tra 100 anni. In Europa, la situazione è molto diversa rispetto agli USA, i quali sono meno densamente popolati e hanno un sistema legale differente. In Polonia, ad esempio, i test di perforazione hanno confermato i costi elevati di tale tipo di gas.

E persino negli USA, il prezzo dello sviluppo dello shale gas non riesce a coprire le spese per le perforazioni, tanto che nel primo trimestre del 2012, le principali compagnie americane hanno iniziato a tagliare la loro produzione. Per questo l’attuale sviluppo dello shale gas in Europa è destinato a rimanere, per il momento, un punto interrogativo.

Paesi esportatori di gas 90 80 70 60 50 40 30 20 10

Algeria Algeria (GNL)

Russia Libia Norvegia Paesi Bassi Altri Altri (GNL)

Fonte: AEEG

30

Elementi 26

2010

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www.esicomm.it

opera di:

Alberto Storari www.albertostorari.it

Diamo energia all’efficienza EfficiEnza EnErgEtica industrialE - cErtificati bianchi - innovazionE di procEsso audit EnErgEtici - stratEgic carbon & EnErgy managEmEnt Studio Bartucci srl è una società E.S.Co. accreditata con 41 progetti di efficienza energetica industriale approvati presso l’aEEg e oltre 200 siti industriali seguiti con strategic carbon management Soave 045 6190818 Milano 02 6700364 Roma 06 85303003

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energia rinnovabile Su incentivi alle rinnovabili e liberalizzazioni dei servizi pubblici locali

L'occhio vigile dell'ANCI Dialogo con Graziano Del Rio Presidente ANCI

Graziano Del Rio

di Ilaria Proietti

E: Presidente, qual è la sua valutazione sul merito dei contenuti dei decreti attuativi sulle rinnovabili? GDR: Premesso che i maggiori costi delle fonti rinnovabili in Italia sono spesso legati alla complessità amministrativa e alle lungaggini burocratiche delle procedure autorizzative, sarà necessario – in sede di Conferenza Unificata – garantire l’introduzione di un adeguato meccanismo di transitorietà per evitare che il sistema di obbligo di iscrizione al registro con graduatoria possa escludere

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dall’accesso agli incentivi quei progetti cantierabili sulla base del IV Conto energia e per i quali molti Comuni hanno già sostenuto ingenti spese (per esempio, per l’acquisto di terreni idonei). Inoltre l’introduzione della soglia di 12 kW (50 kW per le fonti di energia non fotovoltaiche) per l’obbligo di iscrizione al registro, ci sembra essere un forte ostacolo alla realizzazione di installazioni fotovoltaiche sugli edifici pubblici: l’ANCI proverà a far innalzare tale soglia, quantomeno per gli impianti sugli edifici pubblici.

Elementi 26

In riferimento al testo di decreto di incentivazione alle altre FER non fotovoltaiche, sono importanti i provvedimenti per lo sfruttamento delle biomasse, mi riferisco al Decreto di incentivazione alle rinnovabili termiche e le specifiche tecniche per l’immissione in rete del biometano.


GDR: Il ruolo dell’ANCI in sede di CU sarà quello di difendere gli interessi più immediatamente riconducibili ai Comuni, puntando in particolare alla semplificazione delle procedure di accesso agli incentivi per le Autorità Locali, all’innalzamento del contingente annuo per gli impianti idroelettrici e a biomassa iscritti a registro, all’innalzamento della soglia per l’obbligo di iscrizione al registro per accedere agli incentivi per il fotovoltaico, al riconoscimento di un premio sia per le installazioni presso i piccoli Comuni che per la rimozione dei tetti in eternit, data la minaccia che l’amianto costituisce alla salute della popolazione. Sulle altre fonti rinnovabili elettriche, l’ANCI si batterà affinché si rafforzino gli incentivi per la cogenerazione e il teleriscaldamento a partire da impianti alimentati da biomasse che valorizzino l’attività economica dei territori limitrofi ai punti di consumo dell’energia. E: Crede che la revisione della struttura degli incentivi possa bloccare gli investimenti sul territorio e in che termini? GDR: Ritengo che il maggior freno agli investimenti sia da attribuirsi non tanto all’abbassamento delle tariffe unitarie – per certi aspetti giusto e dovuto all’evoluzione delle tecnologie e dei costi di produzione – ma al passaggio da un sistema di incentivazione ad un altro, senza la previsione di adeguati meccanismi transitori che tutelino le decisioni di investimento già

intraprese. Il meccanismo dell’iscrizione a registro, poi, introdurrà un ulteriore fattore di rischio nelle decisioni di investimento, in quanto nessun progetto potrà avere a priori la garanzia di accedere al sistema degli incentivi. Tutto ciò porterà ad un aumento dei costi del finanziamento, in un periodo in cui l’accesso al credito è già una grande barriera all’investimento, esacerbata dai vincoli imposti alle amministrazioni locali dal patto di stabilità. E: Altro tema è quello della liberalizzazione dei servizi pubblici locali. GDR: Il Governo ha previsto la costituzione di un osservatorio presso la Conferenza Unificata all'interno dello Schema di regolamento del Ministero degli Affari regionali, inerente la definizione dei criteri per la verifica della gestione concorrenziale e per la redazione della delibera quadro, recentemente esaminato in Conferenza

unificata. è chiaro però che rispetto a questa apertura del Governo, stante la situazione critica ed i continui mutamenti in materia sarebbe auspicabile un piano d'azione nazionale sui servizi pubblici locali, basato sulla cooperazione interistituzionale, che guidi le amministrazioni locali rispetto agli adempimenti normativi, alla onerose procedure previste dalla norma e ai dubbi interpretativi derivanti dalla stratificazione normativa generale e di settore. E: Qual è la sua posizione sulla cosiddetta ‘privatizzazione delle municipalizzate’? In che misura questo processo e i tempi per la sua realizzazione potrebbe de-valorizzare il patrimonio dei comuni?

i necessari investimenti. Osservando i bilanci delle oltre 3.000 imprese partecipate inserite nel nostro data base, 1.800 hanno prodotto nel 2009 utili per un totale di 825 milioni di euro, facendo ottenere risultati netti di esercizio positivi per quasi 245 milioni di euro. Sul versante dei tempi è evidente il rischio di un depauperamento del valore aziendale nel momento in cui ci sono termini perentori di vendita dei pacchetti di capitale: servono pertanto strumenti e procedure che mettano i Comuni al riparo dalla speculazione e che non lascino al pubblico la gestione dei soli servizi non profittevoli.

GDR: Credo che non sia pertinente imporla per legge. Va prevista per quelle situazioni relative a società pubbliche in continua perdita che messe in tutto o in parte sul mercato troverebbero privati interessati ad apportare know how e capitali per realizzare

La Vignetta di Fama

E: Le associazioni di settore chiedono fortemente una modifica dei testi in sede di conferenza stato regioni. Fate vostra questa posizione?

Elementi 26

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PUBBLIREDAZIONALE

In Puglia soffia il vento di Leitwind LEITWIND 2012: 200 milioni (+22,5%).

L’azienda italiana specializzata nell’eolico installerà 16 aerogeneratori nel parco eolico di “Deliceto”, in provincia di Foggia sarà il 54esimo impianto realizzato in Puglia dal leader dell’eolico italiano. La commessa è stata data da Elce Energia SpA, società che opera nell'ambito della produzione di energia da fonti rinnovabili. La consegna delle turbine avverrà entro settembre e il completamento del parco entro fino anno. L’investimento ammonta a 45 milioni di euro. Le turbine collocate in una delle zone più ventose d'Italia saranno in grado di generare a pieno regime 57 GWh/anno di energia elettrica rinnovabile, pari al fabbisogno di oltre 18.000 famiglie e un risparmio di emissioni di CO2 di circa 49.000 tonnellate all’anno. L’accordo comprende fornitura, trasporto, installazione e messa in esercizio delle turbine, e un servizio di gestione e manutenzione “full service” della durata di quindici anni. «Siamo molto soddisfatti di questa importante commessa – dichiara Anton Seeber, amministratore delegato di LEITWIND – che si concretizza Italia.

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Elementi 26

È motivo d’orgoglio in quanto unici produttori italiani di aerogeneratori con tecnologia innovativa italiana. Ottenere un risultato così importante nel nostro Paese e in periodi come questo, rappresenta un grande successo con notevoli risvolti anche a livello occupazionale”. A oggi LEITWIND ha realizzato 54 impianti in Puglia, 82 in tutto il territorio italiano. A fine 2011, dopo solo 5 anni di attività, furono installati 200 impianti in tutto il mondo, di cui la metà nel solo 2011, anno in cui il fatturato è stato di 163 milioni di euro (+19%), con 691 collaboratori e 5,8 milioni di euro investiti in ricerca e sviluppo. Ulteriori impianti LEITWIND saranno realizzati in Puglia e in Basilicata, in Bulgaria, in India, in Thailandia e Sri Lanka. Il turnover 2012 previsto è di 200 milioni (+22,5%). LEITWIND fa parte del Gruppo altoatesino Leitner, leader mondiale negli impianti di trasporto a fune. Il Gruppo Leitner ha un fatturato consolidato 2011 di 795 milioni, +13,5%, oltre 3200 dipendenti in tutto il mondo e l’investimento 2011 del Gruppo era 49,1 milioni, di cui 24,8 in ricerca e sviluppo.) Nel 2012 il consolidato del Gruppo sfiorerà, secondo le attese del management, quota 900 milioni.


Elementi 26

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energia rinnovabile

Fv, serve parità competitiva Quattro chiacchiere con Alessandro Cremonesi Presidente del Comitato Ifi di Gabriele Masini In un momento convulso del settore del fotovoltaico, dopo l’intervento di Valerio Natalizia, presidente del Gifi, apparso sull’ultimo numero di Elementi, parliamo dei principali nodi del comparto con Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato Ifi, l’associazione dei produttori fotovoltaici che riunisce le aziende italiane rappresentanti l'80% della capacità produttiva di energia fotovoltaica nel Paese.

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E: C’è ancora spazio, dopo il crollo dei prezzi e il taglio degli incentivi, per un’industria nazionale? Riusciamo a essere competitivi con i colossi tedeschi, statunitensi e asiatici? AC: Lo spazio c’è se si ristabilisce un sistema di regole certe, sostenibili nel tempo e uguali per tutti. Il taglio degli incentivi è arrivato anche troppo tardi considerando gli effetti distorsivi dei quali negli ultimi due anni hanno beneficiato le componenti speculative del mercato. L’industria nazionale è attrezzata ma ha bisogno di stabilità per operare con piani d’investimento di medio-lungo termine. Occorre ristabilire in tempi strettissimi

Elementi 26

Alessandro Cremonesi

una parità competitiva rispetto ai concorrenti cinesi che negli ultimi anni hanno invaso con una quota di poco inferiore all’80% il mercato europeo grazie a pratiche di dumping dovute alle forti sovvenzioni governative ed a una facilità di accesso al credito che consente loro di operare anche a marginalità negativa. La competitività non si gioca solo sulla dimensione d’impresa. In Italia siamo abituati a confrontarci con realtà di grosse dimensioni e a essere nonostante tutto competitivi. D’altronde nel nostro sistema industriale circa il 90% di aziende ha meno di dieci dipendenti. E: Quale modello di business potrà ancora affermarsi da noi? AC: Abbiamo immense opportunità da sfruttare. Siamo tra i primi a livello europeo in termini d’irraggiamento. Incoraggiando la generazione elettrica distribuita si avvantaggiano i piccoli e medi impianti. Dobbiamo puntare sulla flessibilità delle soluzioni, sulla qualità del servizio e sullo studio di


sistemi efficienti di accumulo che portino i singoli utenti all’indipendenza energetica dalla rete. E: Si dice che, con il crollo dei prezzi, il modulo diventerà sempre più una commodity. È d’accordo? AC: Un prodotto che ha una vita utile di oltre venti anni, che genera produzione elettrica e al quale è associata una garanzia di producibilità puntuale per oltre venticinque anni, non può definirsi una commodity. Probabilmente il futuro del modulo sarà di incorporare dell’elettronica, per rendersi intelligente e autonomo rispetto al sistema fotovoltaico nel quale viene inserito. Ripeto, l’innovazione richiede investimenti e questi si fanno se si ha certezza normativa e se i governi promuovono un tipo di sviluppo industriale. Noi imprenditori ci abbiamo creduto fin dall’inizio, ora è il governo che deve fornire dei segnale. E il primo sarà proprio il contenuto del V Conto Energia. E: La frammentazione non fa bene al settore. C’è speranza di arrivare in tempi brevi all’unità? E perché questa divisione? AC: Il settore è giovane e ha dovuto affrontare da subito grandi difficoltà,

Distribuzione territoriale delle ore di utilizzazione equivalenti

ancor prima di potersi strutturare e di trovare un suo assetto ed equilibrio per una lobby unitaria. Al suo interno ci sono numerose fonti di energia, ognuna delle quali spesso ha obiettivi opposti. C’è chi opera privilegiando il lato della finanza, chi quello dello sviluppo dell’economia reale. In questo contesto ha trovato terreno fertile una lobby di vecchia e forte tradizione - quella dei produttori di energia da fonte fossile - che ha individuato nella nostra immaturità il punto debole per far passare messaggi che non abbiamo contrastato con vigore. Ad esempio, come è possibile che abbia fatto più presa sull’opinione pubblica l’aumento annuale della bolletta elettrica di circa € 50 a famiglia a causa degli incentivi per il fotovoltaico, piuttosto che quello della benzina del 20% in soli tre mesi…

E: Come incentivare le produzioni Ue e ridurre il dumping? AC: Se la situazione rimane quella attuale, c’è il rischio di far scomparire in pochi anni l’industria nazionale ed europea. Sono state già annunciate le chiusure di storiche industrie tedesche, quali Solon AG e QCells. Ristabilire la parità competitiva significa promuovere con forza l’utilizzo della componentistica Made in Europe. IFI ha proposto per l’attuazione del V Decreto Energia un documento unitario sottoscritto dalla quasi totalità delle sigle associative rappresentanti degli operatori del fotovoltaico (APER/ ASSOSOLARE/AES) per ristabilire un premio che vada in questa direzione. Promuovere il made in europe ha un senso nella ricaduta positiva per il nostro territorio, per le nostre industrie e per l’occupazione nazionale. Noi italiani paghiamo la bolletta elettrica, ma oggi tale sforzo va a beneficio dei ricavi di multinazionali provenienti dal Far East…

E: Quali i margini di miglioramento dell’efficienza per il fotovoltaico? AC: Non infiniti. Ma siamo a un buon livello di efficienza per celle e moduli. Occorre lavorare sempre di più sull’efficienza del sistema, il cosiddetto BOS (Balance of System) partendo dalla progettazione, fino ai sistemi di controllo della producibilità, passando per la qualità delle singole componenti e delle migliori tecniche d’installazione.

Evoluzione della potenza e della numerosità degli impianti fotovoltaici in Italia MW

14.000

330.196 12.773

350.000

12.000

300.000

10.000

250.000

8.000

200.000

Ore di utilizzazione equivalenti 1.100 1.300 1.800

155.977 6.000

150.000

4.000 71.288 2.000

0

32.018 87

7.647

2007

100.000

3.470

50.000

1.144

431 0 2008

2009

2010

2011

Potenza Installata (MW) Numero Impianti Fonte: GSE

Fonte: GSE

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energia rinnovabile Verso la conclusione del triennio di ricerca 2009-2011

Stefano Besseghini

I prodotti emblematici di RSE di Stefano Besseghini

Amministratore Delegato RSE Dopo tre anni di impegno importante si è riusciti a consegnare agli stakeholder nazionali una serie di obiettivi raggiunti ed alcuni spunti strategici per lo sviluppo del sistema elettrico nazionale. I deliverable sono consultabili sul sito di RSE (www.rse-web.it) o su quello a ciò appositamente dedicato dalla Cassa Conguaglio del Settore Elettrico (www.ricercadisistema.it ). Si tratta di risultati di elevato valore scientifico e di interesse per gli operatori ma che nella loro ampiezza e specificità possono far perdere di vista il senso generale del risultato e il contesto in cui sono collocati. Per questo RSE ha scelto di metterne a fuoco alcuni che possono meglio rappresentare il valore generale della ricerca e la loro importanza in un processo di trasferimento al sistema industriale. Ora prenderemo in considerazione alcuni di questi risultati emblematici, con l’obiettivo di esemplificare il ruolo che l’attività di ricerca può svolgere a supporto dello sviluppo del Paese.

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Limitatore di corrente di cortocircuito a superconduttore (SFCL) Laboratorio per la crescita di celle multigiunzione Lo svilupparsi della generazione distribuita e una crescente richiesta nella qualità della tensione aprono nicchie applicative ai materiali superconduttori ad elevata temperatura critica in particolari dispositivi di protezione dei sistemi elettrici come i SFCL. Si tratta di dispositivi in grado di intervenire a protezione delle linee elettriche in decine di millisecondi evitando la propagazione dei disturbi o danni alle strutture. In tempi altrettanto brevi questi dispositivi possono ripristinare l’operatività del sistema. RSE nel corso del triennio ha progettato e sviluppato un dispositivo nuovo, utilizzando come nastro superconduttore una piattina di BSSCO in guaina di argento. Il componente, qualificato e verificato da RSE, è stato installato - grazie alla disponibilità di A2A - in una stazione della rete di Milano, rimanendo in esercizio un tempo adeguato al fine di verificarne le reali caratteristiche operative. La sperimentazione è ancora in corso e i primi risultati sono incoraggianti. RSE – grazie alla propria capacità tecnologica e realizzativa – è riconosciuto tra le poche strutture a livello internazionale in grado di realizzare su scala prototipale dispositivi a superconduttore con un approccio verticalmente integrato. Le crescenti esigenze di qualità della tensione in contesti industriali critici lasciano intravedere spazi di mercato per dispositivi di taglia analoga; a tal fine sono in corso contatti con alcuni gruppi industriali italiani interessati al loro sviluppo.

Per diversificare il nostro mix energetico è dalla ricerca sullo sviluppo di nuovi metodi di generazione da fonti rinnovabili che ci attendiamo le maggiori novità. Il fotovoltaico ha permesso lo sviluppo di una realtà industriale avviata verso la grid-parity principalmente basata sulla tecnologia del silicio, ma la ricerca sta comunque sviluppando linee di studio fondate su presupposti diversi. Uno è focalizzato sulla massimizzazione dell'efficienza di conversione ricorrendo alle più sofisticate tecnologie di material engineering; un secondo è collegato all'impiego di materiali a basso costo - magari polimerici - con efficienze non elevate, ma con la possibilità di un impiego diffuso e su larga scala. In RSE si è scelto di perseguire la prima strada, alla luce dell’esperienza maturata in ambito spaziale in CISE e CESI e per le prospettive di sviluppo che il Fotovoltaico ad alta concentrazione sembra avere per applicazioni di produzione su larga scala. Sfruttando la contemporanea attivazione del progetto europeo Apollon, RSE ha realizzato a Piacenza un laboratorio attrezzato per la crescita, il trattamento post-crescita e la caratterizzazione di celle multigiunzione per la conversione fotovoltaica. La principale apparecchiatura del laboratorio è il reattore MOCVD per la crescita delle celle. È caratterizzato da una particolare conformazione della camera di crescita che - grazie a soluzioni tecnologiche messe a punto da RSE ed implementate dai partner del progetto europeo permetteranno di realizzare crescite degli strati con un controllo molto elevato.

Foto a destra Reattore MOCVD Laboratorio di Piacenza

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Nuove tecniche di sequestro della CO2 Lo sviluppo di nuove fonti di conversione dell'energia è un tema di grandi aspettative, ma ancora per qualche tempo dovremo chiedere alle tecnologie basate su combustibili fossili l'approvvigionamento di energia nel rispetto degli impegni ambientali intrapresi. La cattura ed il confinamento geologico della CO2 appaiono - pur nella loro complessità e costo soluzioni necessarie e da percorrere. L'idea è quella di sottrarre dai fumi di una centrale termoelettrica frazioni significative della CO2 prodotta e confinarle in strutture geologiche sotterranee. A tal fine RSE ha sviluppato un processo innovativo che consiste nella deposizione del materiale attivo su un supporto solido poroso formato da piccole sfere di materiale inerte ospitate in cartucce che vengono attraversate dai fumi di centrale e che, una volta esauste, possono essere rimosse e rigenerate per rientrare nuovamente nel processo. Nel dicembre del 2011 un primo prototipo dimostrativo è stato installato nella centrale Enel di Brindisi Sud. La sperimentazione ha permesso di valutare la tecnologia in condizioni reali acquisendo elementi per lo scale-up.

Conclusioni

14 dicembre 2011: posizionamento dell'impianto S2C2 nella Centrale Termoelettrica Enel di Brindisi

Sorbente solido collocato all’interno dell’Unità (De= 3 mm; Porosità=1 ml/g)

I tre presentati sono prodotti emblematici sviluppati da RSE che riguardano le tecnologie avanzate di rete, la generazione da rinnovabili e lo sviluppo di tecniche per un uso più efficace delle tecnologie da fonti fossili. Tutti hanno due punti in comune su cui vale la pena soffermarsi. Ovvero:

a)

Si tratta di risultati che hanno un forte potenziale applicativo, nello spirito della legge istitutiva della RdS (DM 26.01.2000) il cui impiego porterebbe a un beneficio per la generalità degli utenti del sistema elettrico;

b)

con all’interno il carico di sorbente solido (160 kg)

Attuano l’interazione con i soggetti industriali su progetti concreti. Questo aspetto permette - oltre al trasferimento di tecnologia - una migliore focalizzazione dei risultati di ricerca alle reali necessità del sistema produttivo nazionale. Oggi RSE è impegnato nella definizione dei progetti di ricerca del prossimo triennio che, oltre a proporre l’ulteriore sviluppo di argomenti in essere, lancerà nuovi temi di indagine secondo il piano della RdS (Ricerca di Sistema) elaborato dal Comitato Esperti (CERSE) sulle indicazioni strategiche fornite dal MSE. Il fondo RdS rappresenta uno dei pochi esempi di fondo strutturale a supporto della ricerca attivo peraltro su un tema centrale per lo sviluppo del Paese quale quello del sistema energetico.

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Una delle quattro unità

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Vi diamo le chiaVi del mercato elettrico oggi la domanda espressa dalle grandi aziende industriali e l’offerta dei produttori termoelettrici e rinnovabili possono incontrarsi e generare valore. eGl, attraverso le attività di gestione del portafoglio energetico, del prezzo e dei rischi correlati, consente un accesso diretto al mercato energetico con la garanzia della competenza e dell’esperienza di un leader europeo.

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Una societĂ del Gruppo

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energia rinnovabile

Settore agricolo autosufficiente? Sfruttiamo le biomasse Il pensiero di Federico Vecchioni Presidente di Terrae Federico Vecchioni

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Elementi 26


di Ilaria Proietti

“Se riuscissimo a sfruttare tutte le biomasse disponibili nel nostro Paese, il settore agricolo sarebbe autosufficiente e non avrebbe più bisogno di andare a petrolio”. Parola di Federico Vecchioni, l’ex presidente di Confagricoltura oggi tra i principali animatori di Terrae spa, la società per azioni che ha le proprie radici in Finbieticola, società finanziaria di partecipazione agricola nata nel 1985. Ma è nel 2006 che si è dato corpo alla possibilità di investimento nel settore della produzione di energia mediante l’utilizzo di prodotti agricoli. Una possibilità resa ancora più urgente dopo l’adozione da parte della Commissione Europea della riforma dell’OCM zucchero che ha imposto a Finbieticola il riposizionamento della propria funzione passando da holding pura a holding operativa. “Siamo l’unico soggetto impegnato a riunire in un’unica compagine la filiera agricola, la componente industriale e quella finanziaria” dice Vecchioni che è anche coordinatore nazionale di Italiafutura, oltre ad essere presidente di Agriventure (gruppo Intesa San Paolo).

Con un investimento di circa 280 milioni di euro e oltre 400 mila aziende agricole e 30 mila aziende agroindustriali, Terrae punta a mobilitare partner industriali e finanziari con una leva complessiva di un miliardo e mezzo di euro. “Lo sfruttamento del patrimonio boschivo in maniera più efficiente e proficua e il recupero degli oltre 800 mila ettari incolti presenti in Italia, oltre alla valorizzazione dei sottoprodotti consentirebbe un risparmio di 4,3 milioni di tonnellate di equivalente petrolio” precisa Vecchioni che punta il dito contro la burocrazia e gli altri ostacoli che non consentono di sfruttare al massimo questa risorsa. “Abbiamo a disposizione un vero e proprio giacimento verde: tra i soggetti che producono energia siamo gli unici a non aver problemi di approvvigionamento della materia prima, peraltro tutta italiana. Ma oggi ogni ipotesi di investimento si scontra con la prospettiva di Conferenze di servizi che vedono coinvolti 25 soggetti, con autorizzazioni per impianti di piccola taglia che richiedono mesi se non anni.”.

Poi c’è il problema degli allacci alla rete “per una produzione fortemente distribuita come la nostra o le opposizioni agli impianti che vengono dal territorio a causa della mancanza di conoscenza dei benefici che essi possono produrre. D’altra parte però gli agricoltori sono fortemente motivati e le aziende hanno svolto il ruolo di spin-off di tecnologie applicate tradizionalmente in altri settori”. Insomma nessuna resistenza culturale dal settore che ha subito intravisto nella produzione di energia “un’eccellente possibilità di integrazione delle proprie attività, in alcuni casi un’integrazione del reddito agricolo pari al 25-30%”. Semmai il problema sono le tecnologie necessarie per lo sfruttamento ottimale delle risorse che possono venire dalla filiera. E che invece non sono ancora disponibili. “Abbiamo bisogno di nuove tecnologie sul biogas in relazione alla produzione di energia elettrica e termica dalle colture legnose. Così come servono tecnologie industrializzabili come nel caso della pirogassificazione e o della pirolisi” – prosegue Vecchioni rammaricato per il mancato ruolo del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA) “che pure ha a disposizione 1200 ricercatori. Attualmente utilizziamo i contributi che vengono dal Sant’Anna di Pisa o dal centro di ricerca sulle biomasse di Perugia, oltre che dai centri studi degli operatori industriali. Questo accade quando la ricerca è slegata dal comparto produttivo”.

Elementi 26

Ciò appare particolarmente penalizzante anche alla luce dei nuovi incentivi al settore delle biomasse che sono vincolati alla capacità innovativa dei processi “sulla cogenerazione, la CO2, la valorizzazione dei sottoprodotti. Queste premialità possono essere raggiunte attraverso specifici accordi, specie su tecnologie italiane” sottolinea Vecchioni. Circostanza che ha indotto Terrae a presentare il 15 giugno a Milano un adeguamento della strategia tale da poter cogliere al meglio le nuove prospettive delineate dal decreto sugli incentivi. “Stiamo riformulando il piano industriale in linea con le nuove proiezioni: è giusto che l’incentivo sia legato alla tecnologia perché solo cosi si alimenta l’indotto con ricadute positive sul tessuto produttivo del Paese. In quest’ottica la revisione è stata corretta, anche se colpevolizzare gli incentivi è in sé fuorviante e politicamente sbagliato”. “Restiamo convinti che l’agricoltura può svolgere un ruolo da protagonista, anche alla luce delle indicazioni che vengono dall’Europa, per quel che riguarda la strategia energetica nazionale”. A condizione che lo sviluppo delle agro energie passi per l’integrazione in un unico soggetto della filiera agricola, di quella industriale con la partecipazione della finanza. In questo senso va letta la partecipazione nella società di Enel Green Power (15%), Generali (15%), Gavio (8%), mentre il 40% è detenuto dalle associazioni agricole. Il resto sono azioni proprie in attesa, a breve, di collocamento.

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energia rinnovabile

Il burden sharing ci aiuterà, ma... Beniamino Caravita di Toritto

A confronto con Beniamino Caravita di Toritto Docente di Istituzioni di diritto pubblico, facoltà di Scienze Politiche, Università La Sapienza di Roma di Romina Maurizi La crescita irrazionale degli incentivi alle rinnovabili e la necessità di correzione del debito pubblico rende inevitabile un intervento di riordino del sistema. Ma come conciliare il cambio di regole con la tutela dell’iniziativa economica privata? Il burden sharing e le difficoltà autorizzative: uno strumento importante ma non basta. Parla Beniamino Caravita di Toritto, Ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma.

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E: Il Governo ha avviato una radicale riforma degli incentivi alle rinnovabili ritenendo “non ottimale” l’approccio fin qui seguito, soprattutto nel fotovoltaico. Cosa non ha funzionato?

Per valutare la legittimità di tali interventi occorre decidere se far riferimento in maniera meccanica ai principi – sicuramente restrittivi – che disciplinano gli interventi retroattivi, ovvero ai principi e alla giurisprudenza relativi ai BCdT: In Italia, come in Francia, Spagna cosiddetti rapporti di durata. In linea e in Germania, negli ultimi anni è stata teorica, infatti, le condizioni di un rapporto di durata si possono modificare lanciata e sostenuta una campagna di incentivi per alcune energie rinnovabili, successivamente, senza incorrere nei in particolare il fotovoltaico, che ha dubbi di costituzionalità che di per sé avuto effetti insperati, conducendo creano gli interventi retroattivi. ad una sovrapproduzione di energia Ciò nell’ipotesi che vi sia uno stringente da tali fonti. interesse pubblico, espressione di principi Un ulteriore problema è dato dal fatto che di rango costituzionale, e a condizione la legislazione in materia di produzione che il mutamento non conduca a di energia da fonti rinnovabili ha subìto un annichilimento degli interessi molti stravolgimenti, non sempre contrapposti, in questo caso del privato all’insegna della linearità e della coerente investitore. programmazione, che hanno messo in difficoltà i cittadini, le imprese e le E: Con il nuovo sistema l’accesso agli incentivi non sarà più automatico, pubbliche amministrazioni. ma passerà attraverso aste e registri. E: Più che il taglio delle agevolazioni, Un eccesso di burocratizzazione, come gli operatori lamentano il nuovo accusano le aziende, o la risposta cambio di regole e la possibile messa alla necessità di uno sviluppo ordinato in discussione dei diritti acquisiti. ed economicamente sostenibile del settore, Come si può conciliare la libertà di come sostiene il Governo? iniziativa economica con le esigenze di programmazione e di controllo BCdT: Vista la crescita irrazionale degli della spesa? incentivi alle rinnovabili e la necessità di correzione del debito pubblico, era, BCdT: In tema di incentivi alle rinnovabili, ed è, inevitabile un intervento di riordino entrano sicuramente in gioco, tra gli altri, del sistema. la tutela dell’iniziativa economica Detto ciò, l’eventuale rallentamento non privata di cui all’art. 41 della Costituzione dipende dallo strumento astrattamente e il valore, di sicuro rango costituzionale, individuato, ma dalle modalità con dell’affidamento. Operatori privati, le quali lo stesso viene disciplinato grandi e piccoli, hanno investito risorse, e attuato. confidando in un determinato trattamento economico da parte dell’autorità pubblica. Su questo regime hanno valutato se, come, quanto e quando investire, anche al fine di capire come e quando sarebbe stato raggiunto il break even point. L’attuale congiuntura economica, tuttavia, rende necessario rivedere alcune strategie, anche mutando in corsa - con alcune attenzioni particolari - le condizioni originarie.

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E: I nuovi oneri burocratici rischiano di mal adattarsi a un Paese che sconta iter autorizzativi lunghi che spesso finiscono davanti ai giudici amministrativi. Come si può intervenire? Basterà il burden sharing rinnovabili? BCdT: Il burden sharing è uno strumento molto importante che, assegnando a ogni Regione e Provincia autonoma una quota minima di incremento dell’energia prodotta dalle rinnovabili, consentirà loro di scegliere le tecnologie su cui puntare e gli strumenti da utilizzare, in sinergia con le incentivazioni nazionali, per far crescere il contributo delle rinnovabili in vista degli obiettivi europei prefissati per il 2020. Ogni Regione può in tal modo adattare le proprie scelte alle specifiche caratteristiche dei rispettivi contesti territoriali. Ciò, tuttavia, non credo riuscirà ad impedire l’accesso alla giustizia amministrativa, fisiologico nel settore, da parte dei privati. Per completare il quadro occorre, comunque, la rapida approvazione dei decreti attuativi sugli incentivi a tutte le fonti rinnovabili, in ritardo di diversi mesi. E: Crede che la soluzione ai ritardi infrastrutturali del Paese sia la riforma del Titolo V della Costituzione, riportando al centro la competenza esclusiva in materia di energia? BCdT: La giurisprudenza della Corte Costituzionale ha già temperato l’irragionevolezza del dettato costituzionale laddove attribuisce alla competenza concorrente il settore dell’energia. Un ritorno alla competenza legislativa statale è auspicabile, tenendo presente che rimane una competenza legislativa regionale concorrente in materia di governo del territorio, che di sicuro impatta sulle politiche energetiche.

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energia rinnovabile Rinnovabili nei Paese del Mediterraneo

RSE4MED

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Elementi 26


dà la scossa! di Natascia Falcucci e Noemi Magnanini

I dati 2011 dell’OME (Observatoire Méditerranéen de l‘Energie), analizzati nel Mediterranean Energy Perspective (MEP) pubblicato alla fine dello scorso anno, confermano uno scenario ormai noto agli addetti ai lavori ovvero una significativa crescita della domanda complessiva di energia nel bacino del mediterraneo, soprattutto dettata dal fabbisogno energetico della sponda sud. Le stime fatte dall’Osservatorio di cui il GSE è membro dal 2007 - prevedono che in questa area geografica la domanda di energia elettrica crescerà in media del 4,6% annuo, con un trend che dovrebbe rimanere costante fino al 2030, per un totale di 1.385 TWh. Nei prossimi 20 anni sarà necessario lo sviluppo di nuove infrastrutture e un incremento di potenza pari a 370 GW, il 68% della quale destinato alla riva sud, per far fronte alle esigenze di una popolazione destinata a crescere di circa 80 milioni. Della nuova potenza, che in ogni caso rimarrà coperta in misura preponderante dalle fonti fossili, si può auspicare che un ruolo importante, nel mix energetico, possa essere giocato dalle fonti rinnovabili che rappresentano la risposta più immediata alle esigenze di uno sviluppo sostenibile dell’intera regione, garantendone al contempo la sicurezza degli approvvigionamenti. È con questa consapevolezza che il GSE ha abbracciato l’idea di RES4MED – Renewable Energy Solutions for the Mediterranean, (associazione internazionale con sede a Roma, costituita a fine 2011) in relazione sia al ruolo di soggetto attuatore delle politiche di promozione e incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili in Italia, sia come parte attiva sui diversi tavoli internazionali a cui partecipa (IEA Renewable Energy Working Party, Energy Community Treaty, Unione per il Mediterraneo). RES4MED nasce per il GSE - così come per gli altri soci fondatori Cesi, Edison, Enel Green Power, il Politecnico di Milano e PwC come una risposta concreta a queste cruciali sfide energetiche che, se affrontate già da oggi potranno garantire, nel lungo periodo, la stabilità economica e politica dell’intera area,

> Elementi 26

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Gli obiettivi dei nuovi piani rinnovabili dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo

Targets

22 GW (10 GW for export)

20 GW Wind 600 MW Geothermal 600 MW Solar

About 7GW of wind 1GW of solar and other RES

2.500 MW wind 3.000 MW solar

2.000 MW solar 2.000 MW wind

1.750 MW solar 800 MW wind 210 MW biomass

2.000 MW wind 7.000 MW CSP 150 MW PV

600 MW wind, 300 600 MW solar, 30 50 MW of biomass

350 MW wind. 110MW solar 25 MW biomass

Time Frame

2030

2023

2020

2030

2020

2020

2020

2020

2016

4

951

MW 25.000

20.000

15.000

10.000

5.000

1.5

517 1

274 25

6

54

Jordan

Tunisia

0 Algeria Actual installed capacity

Egypt

Turkey

Syria

Target

Israel

Libya

Fonte: OME based on national data sources

considerando che il mercato energetico europeo si caratterizza per essere a oggi il più esteso mercato regionale al mondo (oltre 500 milioni di consumatori) e il maggior importatore di energia. Scopo di RES4MED – cui aderiscono anche Asja Ambiente Italia, Fondazione Bordoni, Terna Plus, RSE, Aper ed Althesys – è contribuire alla creazione delle condizioni normative, infrastrutturali e finanziarie per la diffusione su larga scala di impianti e di sistemi di energia rinnovabile nonché all'integrazione dei mercati elettrici del Mediterraneo, ricomprendendo non solo il Nord Africa ma anche i Balcani. A tal fine si prevede di svolgere attività di analisi complementari a quelle già in atto, con particolare attenzione ai bisogni locali, e che favoriscano la realizzazione di investimenti. Questo sarà possibile anche grazie alla capacità dell’associazione di coinvolgere e integrare in modo sistematico competenze tecniche, economiche, del campo della ricerca e innovazione mettendo assieme mondo industriale, accademico e istituzionale. Una particolare attenzione sarà, inoltre, rivolta alla formazione dei giovani. Il GSE, in particolare, ritiene che RES4MED possa rappresentare il naturale punto d’incontro internazionale del mondo istituzionale e delle imprese di settore per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nel Mediterraneo. Secondo questa logica la società si propone di condurre analisi di carattere regolatorio e di mercato, in collaborazione con le attività che gli altri partner hanno dichiarato di voler approfondire e di sviluppare studi di fattibilità per la realizzazione di progetti concreti. Il successo dell’iniziativa richiederà un notevole impegno specie sul fronte finanziario. Basti pensare che le stime preliminari del MEP 2011 attestano il fabbisogno di investimenti, che al 2030, per le sole centrali solari ed eoliche pari a circa 120-160 miliardi di euro, il 68% dei quali sarà destinato ai paesi del Sud

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Marocco

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del Mediterraneo. Per questo, essere capaci di attrarre i fondi delle istituzioni internazionali e del settore privato è cruciale e potrà concretizzarsi solo attraverso la sinergia con le altre esperienze già attive nella regione. In questa prospettiva, RES4MED si pone come un “network di networks” in cui mettere a fattore comune le competenze acquisite anche da altre iniziative internazionali quali DESERTEC Dii, MedGrid, OME, l’associazione dei regolatori mediterranei MEDREG e la neonata Med-TSO. A livello locale, un passo nella giusta direzione è già rappresentato dall’adozione da parte di molti paesi come Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e Giordania di programmi nazionali per favorire lo sviluppo di centrali rinnovabili, in particolare solare ed eolico, accompagnate da piani di sviluppo industriale che vedono, in loco, la costruzione della componentistica, aumentando la catena del valore a creando nuove opportunità di occupazione. Per quanto riguarda RES4MED fa piacere sottolineare che la risposta positiva all’iniziativa non viene solo dal crescente numero richieste di adesione, ma è stata anche data dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini in occasione dell’evento di lancio dell’associazione, lo scorso 3 maggio. Per il Ministro, RES4MED mette in evidenza un dato di fatto inconfutabile ovvero il posizionamento geografico dell’Italia quale hub energetico naturale - sia come potenziale importatore che come potenziale paese di transito - che necessariamente deve giocare un ruolo di primo piano nell’integrazione e interazione della sponda nord e sud del Mediterraneo. Da non dimenticare, inoltre, che l'Italia può offrire anche soluzioni tecnologiche innovative ed efficienti, capaci di rispondere alle esigenze dettate dallo sviluppo e RES4MED ne può rappresentare un buon trampolino di lancio.


Elementi 26

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energia rinnovabile

Il fotovoltaico? A tu per tu con Francesco Toso Responsabile Cresme area EEE e FER di Maria Pia Terrosi

Nel 2011 gli investimenti pubblici e privati negli impianti fotovoltaici in Italia hanno toccato la cifra record di 39 miliardi di euro. Quasi il doppio rispetto ai 19,8 miliardi del 2010 e molti di più rispetto ai circa 6 miliardi investiti nel settore appena due anni fa. Le stime sono del Cresme (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato) che sull’andamento del mercato fotovoltaico ha presentato qualche mese fa uno specifico Rapporto: "Impianti fotovoltaici in Partenariato pubblico privato" . È evidente che l’entità degli investimenti raggiunta lo scorso anno difficilmente potrà ripetersi. Sia perché sono scesi – e continueranno a scendere – i prezzi della componentistica, sia perché il recente Decreto Legge sulle liberalizzazioni di fatto ha fermato gli incentivi per gli impianti su aree agricole rallentando gli investimenti in quelli di grandi dimensioni.

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“Un rallentamento della corsa al fotovoltaico – ci spiega Francesco Toso Dirigente del Cresme e Responsabile dell’area EEE e FER che ha partecipato alla stesura del Rapporto - non è un evento catastrofico nell’ipotesi in cui spinga ad adottare soluzioni innovative sia in termini tecnologici, sia in termini di ubicazioni degli impianti. Mi spiego: l’ampia disponibilità di incentivi non invita a percorrere la strada dell’innovazione e dell’invenzione, tale strada è incoraggiata caso mai dalla permanenza nel tempo dei provvedimenti incentivanti. Probabilmente nel breve termine vedremo un rallentamento del mercato fotovoltaico dovuto anche alla relativa perdita di attenzione di alcuni grandi investitori, magari attratti da mercati emergenti. Allo stesso tempo però, con uno sviluppo prevedibile nel medio periodo, potremmo assistere ad una crescita dei segmenti

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“difficili”, come i tetti degli edifici esistenti. Non solo residenziali ma anche capannoni, pensiline, centri commerciali e parcheggi”. Se il patrimonio immobiliare italiano rappresenta un grande potenziale a disposizione per il fotovoltaico, al contempo il fotovoltaico può determinare una forte spinta in direzione della sua riqualificazione dal punto di vista energetico. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha richiamato l’attenzione sull’importanza del settore edilizio e della sua possibile riqualificazione non solo in termini di risparmio energetico ma anche sotto il profilo economico e occupazionale, tanto più considerando la crisi in cui si dibatte il settore delle costruzioni che secondo alcune stime ha perso – in termini di investimenti – 27 miliardi di euro tra il 2007 e il 2011.


Può riqualificare il settore edilizio Le innovazioni tecnologiche legate non solo al fotovoltaico ma più complessivamente al tema della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, possono dunque rappresentare un volano per il suo rilancio. In Italia - al riguardo - c’è molta strada da fare se si pensa che circa i tre/quarti del nostro patrimonio edilizio è sotto il profilo delle dispersioni termiche un vero e proprio colabrodo. Edifici obsoleti che disperdono rapidamente il calore d’inverno ed altrettanto rapidamente si riscaldano d’estate, costosi da riscaldare e raffreddare. Migliorare le prestazioni dell’edificio significa intervenire sulle pareti, sugli infissi e riqualificare dal punto di vista energetico, riducendo i consumi fino al 40%.

Ma non solo: l’obiettivo è di avere case ad impatto zero, completamente autosufficienti nel soddisfare i propri (ridotti) consumi energetici e in grado di produrre energia. “Il patrimonio immobiliare italiano – precisa Toso – è molto “vecchio”: oggi il 55% delle abitazioni appartiene ad edifici che hanno più di 40 anni e necessita di essere rigenerato. Occorre però considerare la riqualificazione del patrimonio immobiliare come un mix di interventi equilibrati. Una casa non isolata termicamente anche se ha finestre isolanti e una caldaia a condensazione resta un colabrodo energetico. Stessa cosa per il fotovoltaico:

se non si realizzano reti in grado di gestire la produzione da fotovoltaico si perde efficienza e si rischia di non utilizzare l'energia prodotta istantaneamente. L’orientamento strategico punta da una parte a potenziare gli interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, dall’altra ad accelerare la ricerca e l’applicazione verso le smart grid e i distretti energetici in cui si produca da più fonti (eolico, solare termico e fotovoltaico, cogenerazione, trigenerazione, teleriscaldamento, biomasse) per utilizzatori diversi (calore, freddo, energia elettrica a bassa e media tensione)“.

Valore complessivo in impianti per l'energia da fonti rinnovabili all'entrata in esercizio Milioni di euro (prezzi correnti) 2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011 (1)

672

834

890

754

661

995

2.463

5.092

9.614

22.469

41.946

169

895

2.586

6.235

19.814

39.139

eolico

319

142

186

432

567

559

1.055

1.280

1.595

1.236

1.340

bioenergie

353

691

704

322

94

267

513

1.226

1.784

1.419

1.467

138,8%

99,6%

86,3%

129,1%

83,5%

Energia: impianti nuove fonti rinnovabili fotovoltaico

Variazioni % a prezzi costanti Energia: impianti nuove fonti rinnovabili

19,8%

3,1%

-19,2%

-15,7%

45,5%

409,3%

179,0%

137,7%

210,9%

94,1%

-56,9%

26,2%

121,9%

26,1%

-4,8%

81,9%

17,0%

22,7%

-24,0%

6,6%

89,2%

-1,6%

-56,4%

-72,0%

174,2%

85,4%

130,5%

43,4%

-22,0%

1,6%

fotovoltaico eolico bioenergie

(1) Proiezioni su dati provvisori e parziali

Fonte: elaborazioni CRESME da fonti varie (GSE, Terna, Anev, ecc.)

Elementi 26

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speciale mini elettrico

Piccoli impianti grandi benefici di Valter Cirillo

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Da diversi anni l’Agenzia Internazionale dell’Ambiente (Iea) non perde occasione per ribadire che l’attuale scenario energetico internazionale è insostenibile. È - infatti - in aumento la popolazione mondiale e soprattutto la domanda di benessere e di beni materiali da parte di miliardi di persone.

Elementi 26

Di conseguenza sono destinati a crescere anche i consumi mondiali di energia: di almeno il 30% nei prossimi 20 anni, secondo le previsioni dell’Iea, percentuale che sale a oltre il 50% nel caso dell’energia elettrica. Ma questa forte domanda supplementare di energia si sta soddisfacendo soprattutto

con le fonti di energia disponibili al minor costo, cioè con i combustibili fossili, in particolare con il carbone. Con rilevanti problemi ambientali, sia locali sia per l’intero pianeta, e alla lunga minaccia anche l’affidabilità delle forniture energetiche.


Le rinnovabili in Italia La soluzione a questo stato di cose è costituita da un insieme complesso di opzioni e tecnologie, nessuna singolarmente decisiva. In ogni caso, però, un ruolo fondamentale sarà svolto dal diffuso sviluppo delle energie rinnovabili, che si basano su una fonte (il sole) diffusa in abbondanza ovunque, liberamente accessibile e con impatti ambientali minimi. Diverse sfide – tecnologiche, economiche e organizzative – devono ancora essere superate affinché le rinnovabili possano manifestare tutte le loro potenzialità. Non a caso, benché esse comprendano numerose tecnologie e da alcuni anni abbiano conosciuto uno sviluppo straordinario, il loro contributo è ancora limitato: pari, in Europa (2010) al 12,4% dei consumi di energia. In Italia la percentuale è praticamente la stessa: 12,2% dei consumi lordi di energia (dati Mse relativi al 2010). Nel nostro Paese il contributo delle rinnovabili è legato soprattutto alla produzione di energia elettrica, generata per il 52% da 302 grandi centrali idroelettriche (di potenza superiore ai 10 MW) e per la metà rimanente da 3.616 impianti di varia tecnologia e taglia, più una miriade di impianti fotovoltaici (155.977 a fine 2010) diffusi nel territorio.

Negli ultimi due anni l’Italia ha probabilmente conosciuto la maggiore accelerazione delle rinnovabili al mondo: nel 2010, per esempio, il numero delle piccole centraline idrauliche (fino a 1 MW) è aumentato del 36%, gli impianti a bioenergie del 60%, le centrali eoliche del 66% e gli impianti fotovoltaici di ben il 119%. E la crescita è proseguita impetuosa anche nel 2011, in particolare per il fotovoltaico: mentre scriviamo gli impianti fotovoltaici allacciati alla rete nazionale hanno raggiunto il numero di 347.300 unità. La gran parte di questi impianti ha però dimensioni modeste, fino ai pochi kW della maggior parte di quelli fotovoltaici. Sicché, a fronte della straordinaria crescita quantitativa - di oltre il 100% nel complesso - l’incremento di potenza nel 2010 è stato “solo” del 14% e quello di energia generata del 9,9%. Questo fatto va sottolineato. Non perché sia poco: in effetti la quota rinnovabile sul consumo nazionale di elettricità è passata dal 21% del 2009 al 22% nel 2010, e si stima che sia salita al 24% a fine 2011. Il fatto nuovo è che in Italia il numero degli impianti in esercizio è ormai tale che si può affermare di essere entrati nell’era di una diffusa e stabile generazione distribuita.

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speciale mini elettrico La generazione distribuita In effetti, pur con il prevedibile rallentamento dovuto alla revisione degli incentivi, l’ulteriore diffusione della generazione distribuita è destinata a proseguire. E non solo con le fonti rinnovabili. Convenzionalmente nella generazione distribuita vengono considerati solo gli impianti di potenza inferiore a 1 MW. Il che vuol dire che molte centrali a fonti rinnovabili non ne fanno parte, mentre vi rientrano numerosi impianti convenzionali. A fine 2010 gli impianti di generazione distribuita in Italia erano 159.876, di cui 616 da fonti non rinnovabili (prevalentemente termoelettrici a gas) e 57 ibridi o di altro tipo. Questi impianti “non rinnovabili” hanno prodotto nell’anno il 25,4% dell’intera elettricità da generazione distribuita. Il nuovo scenario che si prospetta promette diversi vantaggi. La generazione distribuita può - infatti - garantire maggiore sicurezza delle

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Le sfide da vincere forniture, dovuta ad una accentuata diversificazione dei vettori energetici e al maggiore sfruttamento delle risorse nazionali. Inoltre i piccoli impianti sono di regola situati vicino ai punti di consumo finale. Il che vuol dire minore trasporto dell’energia (oggi, fino al 10% dell’elettricità prodotta si perde nel trasporto) e l’ottimizzazione delle dimensioni degli stessi impianti con il beneficio di una maggiore efficienza produttiva. L’intero sistema energetico potrebbe quindi beneficiarne in termini di efficienza e di costi, migliorando l’incontro tra domanda e offerta in termini di tempi, qualità e quantità. Infine c’è il fondamentale aspetto ambientale, anche in relazione agli impegni di riduzione delle emissioni presi in sede internazionale, legato al fatto che la generazione distribuita si realizza – in prevalenza - con fonti a bassa o nulla emissione di CO2.

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Questo in teoria. In pratica, affinché tale scenario si concretizzi è necessaria una rivoluzione strutturale e tecnologica che prevede la realizzazione delle Smart Grids, le reti elettriche intelligenti in grado di ottimizzare l’efficienza dell’intero sistema e di offrire nuovi servizi energetici ad alto valore aggiunto. Su questo percorso abbiamo appena compiuto i primi passi. Alcuni importanti, come nel caso della leadership mondiale acquisita dall’Italia nel campo dello Smart Metering (grazie ai progetti “contatore elettronico” e “telegestore” realizzati da Enel), ma la gran parte del lavoro resta ancora da fare, ad esempio per lo stoccaggio dell’elettricità e per il controllo dei flussi di rete. Inoltre occorre prevedere (e trovare) investimenti enormi. E su più fronti. In attesa che le Smart Grids si realizzino, infatti, occorre garantire in ogni caso l’affidabilità del sistema elettrico attuale. Il che, in presenza di flussi crescenti di elettricità prodotta da rinnovabili non programmabili, ma privilegiate nel dispacciamento, vuol dire prevedere consistenti capacità di accumulo elettrico come backup alle rinnovabili, nonché intervenire nelle reti per renderle comunque più flessibili e in grado di gestire situazioni di instabilità e variazioni repentine dei flussi di energia. Il tutto considerando che l’ulteriore sviluppo delle rinnovabili richiede ancora di essere incentivato, in presenza di una persistente incapacità del nostro sistema Paese di stimolare e sostenere nuove filiere industriali di settore. Questo fatto ha costi salati. Secondo l’ultimo rapporto “Energia e Ambiente” dell’Enea, ad esempio, la straordinaria crescita del fotovoltaico nel solo 2010 ha causato all’Italia un deficit commerciale di circa 8,5 miliardi di euro. Di questi dati occorre tenere conto. È necessario proseguire nello sviluppo delle rinnovabili e, più in generale, di un sistema energetico sostenibile e pulito. Ma per farlo è indispensabile un maggiore slancio in ricerca e sviluppo tecnologico, nonché nuove politiche industriali volte a orientare il sistema industriale verso settori a maggiore intensità tecnologica, così come è già avvenuto nei Paesi europei più avanzati.


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mercato elettrico

I consumatori veri protagonisti del mercato energetico

In Europa

di Paolo Vigevano

Amministratore Delegato Acquirente Unico S.p.A. Per il buon esito della liberalizzazione dei mercati retail dell’energia elettrica e del gas è fondamentale far crescere la fiducia dei consumatori nei meccanismi di mercato. Anche l’emanazione di carte della qualità dei servizi da parte degli operatori va in questa direzione, perché il consumatore nello scegliere il proprio fornitore vuole essere certo della bontà di tutta una serie di prestazioni post-contrattuali. Gli operatori auspicano che, superata la fase iniziale, si possa via via ridurre l’incidenza dell’approccio interventista e “paternalistico” del regolatore che oggi fissa determinati standard di qualità delle prestazioni, con parallelo incremento dello spazio di autonomia privata nella definizione dei rapporti fornitore/cliente. Ciò sarà possibile solo se nel frattempo si rafforzerà la capacità del consumatore di divenire un attore dinamico del mercato e se - oltre alle azioni di empowerment del consumatore - ci saranno interventi ulteriori diretti a migliorare il funzionamento del mercato retail. Tra questi ai fini di una reale concorrenza sono importanti le azioni dirette al superamento delle asimmetrie informative per i nuovi venditori entranti.

Paolo Vigevano

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dell’Italia, comprova che il mercato di maggior tutela per i piccoli consumatori è coerente con i principi delle direttive UE. Infatti, ad un più attento esame la Commissione ha riconosciuto che i prezzi dell’energia elettrica per i consumatori tutelati sono in sostanza la traslazione con media trimestrale dei costi di acquisto dell’energia elettrica, sostenuti da AU, operando nel mercato all’ingrosso italiano ed estero. Grazie alla presenza di AU, i piccoli consumatori beneficiano di condizioni di prezzo che si determinano nel mercato all’ingrosso, con il valore aggiunto di una mitigazione della volatilità grazie alla diversificazione del portafoglio di acquisti (contratti di lungo termine a prezzo fisso, acquisti in Borsa con copertura del rischio di prezzo, etc.). Inoltre, il poter disporre di un benchmark di prezzo per il mercato libero costituisce un fattore di tutela del consumatore e di promozione della concorrenza all’interno delle politiche di empowerment del consumatore. Che la soluzione italiana non sia di ostacolo al progredire del processo di liberalizzazione, lo dimostra, a quattro anni dal completamento dell’apertura del mercato dal lato della domanda, la percentuale di clienti domestici serviti al di fuori del regime di maggior tutela, che – al 31 dicembre 2011 - ha raggiunto il 18%. Anche le difficoltà di interazione tra sistemi informativi diversi di distributori e venditori incidono negativamente sulla tempestività e correttezza con le quali vengono espletati i procedimenti amministrativi per il trasferimento di un consumatore da un venditore a un altro. Da qui l’attribuzione ad Acquirente Unico (AU) del compito di realizzare e gestire il Sistema Informativo Integrato (SII), basato su un nuovo disegno di standardizzazione dei processi di comunicazione e scambio di informazioni tra gli operatori. Di recente, il decreto legge c.d. “liberalizzazioni” n. 1/12, in linea con la recente segnalazione dell’Antitrust in materia, attribuisce ad AU il compito della gestione delle misure di consumo dei clienti finali, quale estensione delle funzionalità del SII. Riguardo all’esigenza di una trasparente, corretta e completa informazione del consumatore, insidie possono derivare anche da messaggi fuorvianti della stampa generalista, dei “nuovi” mezzi di comunicazione (internet) e più in generale dalla stessa promozione commerciale. Tra gli strumenti di informazione istituzionale che l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas in questi anni ha introdotto, sono particolarmente rilevanti lo Sportello del consumatore, gestito da AU, il “Trova Offerte” e l’Atlante dei diritti del consumatore. AU e la Florence School of Regulation, lo scorso febbraio hanno promosso a Firenze un seminario sulle best practices presenti a livello internazionale in tema di tutela del consumatore, da cui è venuta una conferma della bontà dei sistemi di regolazione vigenti in Italia. Anche la recente archiviazione della procedura di infrazione che la Commissione Europea aveva avviato nei confronti

La situazione presenta connotati diversi se si guarda alle piccole imprese. A fine 2011 la percentuale di consumatori che ha optato per il mercato libero è stata del 27%, ma va ricordato che il processo di apertura del mercato in questo segmento è in una fase più avanzata. Un fenomeno interessante, che caratterizza particolarmente il segmento delle piccole imprese, è il rientro dal mercato libero al servizio di maggior tutela di un certo numero di consumatori. Al 31 dicembre 2011 il tasso di rientro è stato pari al 6,5%. Da ultimo è opportuno ribadire che non basta operare per migliorare quantità e qualità dell’informazione a disposizione dei consumatori. È necessario fare in modo che un numero crescente di essi abbia effettivamente le competenze per utilizzare tali informazioni. Operare una scelta consapevole non è agevole in una materia come l’energia elettrica, la cui complessità non ha paragoni con altri servizi, come ad esempio la telefonia o il credito.

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energia

Obiettivo termiche Chicco Testa

Il punto di vista di Chicco Testa Esperto energetico Ci siamo troppo concentrati sulle rinnovabili elettriche, arrivate oltre il 20%. Su rinnovabili termiche ed efficienza energetica si può fare di più e con molta meno spesa. Nel mondo, negli ultimi quindici anni, le fonti rinnovabili elettriche sono cresciute dello 0,2 %. Mentre aumenta l’utilizzo del carbone e del metano e la disponibilità di gas. Il dominio dei combustibili fossili è quindi destinato a durare per molti decenni. Le inevitabili riduzioni nell’uso dell’energia nucleare, dopo l’incidente di Fukushima, aggravano questa situazione.

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rinnovabili ed efficienza energetica di Edoardo Borriello Raggiungere e superare gli obiettivi europei per le energie rinnovabili che sono stati fissati per il 2020, attraverso una crescita basata su un sistema di incentivazione equilibrata capace di ridurre l’impatto sulle bollette non solo dei cittadini ma anche delle imprese industriali. è questa in sintesi la finalità principale dei due schemi di decreti che sono stati varati dal ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera. Decreti che stabiliscono i nuovi incentivi per il fotovoltaico e le fonti rinnovabili elettriche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas). Funzionerà il “Piano Passera”? Dare una risposta non è cosa facile. Tuttavia poniamo il quesito a uno dei principali protagonisti delle vicende energetiche italiane: Chicco Testa, le cui prese

di posizione hanno a volte suscitato polemiche, ma anche alimentato un dibattito quanto mai necessario per il futuro delle fonti energetiche in Italia. In passato Testa è stato presidente di Legambiente, fiero antinuclearista, deputato del Pci, del Pd per due legislature e presidente dell’Enel. Convertito al nucleare nel 2008 ha presieduto il Forum Nucleare. Da alcuni anni è impegnato con la storica banca d’affari delle cinque frecce, la Rothschild, nella cui sede di Roma svolge un ruolo di primo piano. E: Dottor Testa, il Piano Passera consentirà all’Italia di raggiungere e superare gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili fissati per il 2020? CT: In realtà abbiamo già fatto più del dovuto in questo campo, concentrandoci però prevalentemente sulle

rinnovabili elettriche, dove siamo ben oltre il 20%. Abbiamo invece trascurato le fonti rinnovabili termiche e l’efficienza energetica. Dove si può fare certamente di più e con molta meno spesa. E: è vero che il ruolo delle fonti rinnovabili è cresciuto in Italia, come dimostra il recente rapporto dell’Enea su Energia e Ambiente. Ma è altrettanto chiaro che allo stato attuale esse non sono veramente alternative a quelle fossili. A suo avviso la produzione di energia mediante l’utilizzo di petrolio e carbone rimarrà dominante? E per quanto tempo ancora? CT: I dati mondiali parlano chiaro: negli ultimi quindici anni le fonti rinnovabili elettriche sono cresciute dello 0,2 %. Mentre continua ad espandersi l’utilizzo

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del carbone e del metano. Soprattutto la disponibilità di gas sta aumentando vertiginosamente. Il dominio dei combustibili fossili è quindi destinato a durare per molti decenni. Le inevitabili riduzioni nell’uso dell’energia nucleare, conseguenti al grave incidente di Fukushima in Giappone, non fanno che aggravare questa situazione. E: L’utilizzo delle fonti fossili pone però dei gravi problemi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i combustibili fossili sono responsabili della morte di circa un milione di persone l’anno. è una cifra impressionante. è sostenibile questo? CT: No. Ma questo è il mondo reale, purtroppo. La crescita dei consumi energetici porta certamente benessere e il benessere riduce le malattie e la mortalità. Soprattutto in un momento di grave recessione economica, tenere bassi i costi dell’energia è una priorità. E i combustibili fossili rispondono a questa priorità. E: Oggi ci sono 3 miliardi di nuovi consumatori di energia - Cina, India, Brasile e altri paesi - ma non sono state ancora trovate nuove tecnologie capaci di produrre energia pulita in quantità rilevanti. Vede soluzioni adeguate in prospettiva? CT: Le linee evolutive sono abbastanza chiare: migliorare l’efficienza dei processi energetici in ogni campo, a cominciare dall’utilizzo delle fonti fossili nella produzione di elettricità e nei trasporti, insistere nell’innovazione delle fonti rinnovabili, puntando sulla ricerca, tenere bassi i prezzi creando concorrenza. Ma i miracoli non esistono. Oggi dobbiamo necessariamente dare la priorità alla crescita economica.

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energia

La ricerca nell’energia frenata dai servizi pubblici locali Stefano Ciccone

Conversazione con Stefano Ciccone Docente UniversitĂ Tor Vergata >

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di Carlo Maciocco E: L’Italia investe troppo poco nella ricerca. Qual è lo stato dell’arte nel settore energetico? SC: L’Italia è agli ultimi posti per investimenti in ricerca e innovazione: il nostro paese è il più lontano tra quelli dell’Europa a 25 dall’obiettivo del 3 % di PIL investito in ricerca stabilito dalla strategia di Lisbona. Ma questo ritardo è ancor più grave per la sua componente privata. Le imprese italiane hanno investito poco nell’innovazione di processo e di prodotto, limitandosi spesso ad adottare nuove soluzioni tecnologiche. Le società del settore energetico si distanziano in parte da questo scenario mostrando una maggiore propensione all’innovazione e molte sono le aziende innovative sorte negli ultimi anni. C’è, però, un grande ritardo culturale nei servizi pubblici locali che hanno visto il passaggio al mercato più come occasione di finanziarizzazione (con i conseguenti rischi di esposizione alla crisi dei mercati) che non come spinta ad innovare. E: Non sarebbe il caso di creare un maggiore coordinamento tra tutti gli attori (Stato, Enti locali, Università, Enea, imprese, ecc.)? SC: è un problema fondamentale ma tuttora irrisolto. L’assenza di coordinamento crea sovrapposizioni, spreco di risorse e un”effetto rumore” che disorienta le imprese. Per questo nell’area romana abbiamo avviato la rete dei promotori dell’innovazione: per superare logiche meramente competitive, migliorare il dialogo con il sistema delle imprese e i ricercatori, condividere modelli e approcci nel campo del trasferimento tecnologico. Questa integrazione può aiutarci ad acquisire nuova visibilità e capacità di interlocuzione con il mercato internazionale dei capitali. Oggi la consapevolezza è cresciuta e le reti nazionali come l’APSTI (l’Associazione dei Parchi Scientifici) e il NEtval (il network degli uffici di valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica) stanno svolgendo un lavoro molto importante. E: Su quali progetti energetici dovrebbero focalizzarsi maggiormente gli investimenti? SC: Ci sono alcune direttrici: acquisire maggiore capacità produttiva nelle rinnovabili, realizzare interventi sulla rete che riducano gli sprechi e permettano l’integrazione di diversi impianti di produzione (fonti e taglie diverse), ridurre la dipendenza dal silicio, controllare l’impatto paesaggistico e urbano degli impianti per il solare, ridurre la mobilità privata. In questi ambiti sono già impegnate le imprese presenti nel nostro incubatore e che dimostrano come gli spin off universitari (imprese innovative basate sulla valorizzazione dei risultati e del know how derivante dalla ricerca pubblica) possano interpretare le tendenze del mercato e dare risposte concrete. Dal fotovoltaico organico, alle biomasse algali, allo sviluppo di competenze nella progettazione di impianti integrati e smart grid, fino all’efficentamento dei bruciatori industriali assistiamo a una grande capacità propositiva e concretezza della ricerca universitaria.

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E: Tutela dell’ambiente, rinnovabili ed efficienza energetica sono obiettivi imposti dalla Ue. Gli incentivi hanno dato luogo in Italia a un’esplosione del fotovoltaico ma senza valorizzare le tecnologie nazionali. L’efficienza è ancora una carta da giocare da questo punto di vista? SC: L’efficienza è tra le “fonti” con maggiore potenzialità. Mi riferisco a questo termine con tre diverse accezioni: l’efficienza degli impianti di produzione, l’efficienza nel campo della trasformazione (l’uso razionale dell’energia e l’efficentamento nell’uso privato e industriale) e non ultima l’efficienza della rete che ha rappresentato in questi anni un collo di bottiglia per lo sviluppo di impianti di produzione diffusa con immissione nella rete e con enormi costi per la dispersione. E: Nucleare: dopo il no referendario val la pena secondo lei di proseguire nella ricerca per il reattore di quarta generazione? SC: Rispettare il risultato del referendum credo sia non solo doveroso ma ragionevole. Non si tratta solo di aumentare la sicurezza. Se affrontiamo il tema del modello energetico in termini di sistema vediamo che il nucleare continua a non rappresentare un’alternativa. Resta la necessità di approvvigionamento di una materia prima costosa e limitata, resta la necessità, con tutte le implicazioni di gestione e i relativi costi economici e sociali, di un sistema di sicurezza straordinario, resta il problema insoluto di smaltimento delle scorie. La sicurezza non è, infatti, solo un dato tecnologico: la necessità di prevenire attentati o manomissioni, la determinazione di siti di stoccaggio per periodi lunghissimi che superano la vita delle generazioni presenti comporta una militarizzazione del territorio con un conseguente impatto sulle popolazioni interessate. Il tutto in un paese con un territorio fortemente antropizzato e con valenze ambientali, artistiche e paesaggistiche di pregio. Il nucleare continua ad essere un modello fortemente centralistico, con enormi costi infrastrutturali e di gestione a monte e a valle. Proseguire su questa strada vuol dire rinviare quella “transizione energetica” che deve investire il modo di produrre, i consumi privati, l’organizzazione delle città. Senza rinviare allo sviluppo di una tecnologia che non darebbe risultati concreti prima di due decenni.


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L’intervista impossibile

Astronave Terra

A colloquio con il Prof. Georgescu-Roegen padre della Bioeconomia

“…la Terra va considerata una navicella spaziale, nella quale la disponibilità di qualsiasi cosa ha un limite, sia per la possibilità di uso, sia per la capacità di accogliere i rifiuti…”

di Michele Panella E: Professore, sono passati 50 anni dalla celebre metafora del suo collega economista Kenneth Boulding, che paragonò la Terra a un’astronave. In una certa misura, la “Bioeconomia” che lei ha sviluppato parte da questa metafora... Figura 1 GR: Certamente, perché è proprio partendo dalla considerazione della limitatezza delle nostre risorse che si potevano riconoscere i limiti del modello economico “standard” allora in voga: il processo produttivo era visto come una sorta di flusso perpetuo circolare tra imprese che producono beni e acquistano fattori produttivi e consumatori che acquistano prodotti e offrono lavoro e risparmi alle imprese (fig. 1). Questo flusso non rappresenta la realtà delle cose.

Capitale

Risparmi

Produzione

E: E come stanno davvero le cose? GR: è evidente che la produzione di qualsiasi bene, oltre a produrre capitale, lascia un segno indelebile sul nostro pianeta: minori scorte di materie prime, degradazione dell’energia impiegata nel processo produttivo e produzione di rifiuti, fra cui occorre includere anche i prodotti finali, che prima o poi diventeranno rifiuti! (fig. 2). Insomma, anche la sua bella automobile diventerà un rottame di cui ci dovremo prendere cura...

Lavoro

Consumi

Fig. 1

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Fig. 1

Materie prime + energia

Lavorazione

Prodotti finali

Uso

Figura 2

Fig. 2

E: Fin qui è chiaro, anche perché la mia auto è già… da prendere in cura. Ma come allineare il modello economico alla realtà delle cose? GR: è necessario integrare nell’economia le leggi della Stock terrestre termodinamica... di materia e energia

E: La cosa si fa difficile... GR: Ma no, in sostanza qui nasce la Bioeconomia, così chiamata perché si fonda sulle leggi della fisica e della biologia.

E: Ma possiamo sfruttare l’energia del sole per almeno altri Capitale Risparmi 5 miliardi di anni! E poi la natura è in grado di trasformare la materia e di immagazzinare energia sotto forma di materia, pensi alla fotosintesi... GR: In effetti, l’energia solare costituisce un flusso continuo, che non può essere aumentato a piacere o consumato in Produzione anticipo, a differenza della dote terrestre di energia e materia che, almeno in teoria, potremmo decidere di consumare tutta in una volta oppure di ripartire nel tempo. Questo flusso rappresenta l’unico apporto esterno di energia per la nostra astronave e alimenta processi biologici Lavoro fondamentali come la fotosintesi. Il problema, però, Consumi è che i processi naturali favoriti dal sole sono “lenti” rispetto alla velocità dei consumi dell’uomo, che è il solo essere vivente capace di creare strumenti per aumentare la produzione di beni e lo sfruttamento delle risorse. E: Ci faccia esempio Fig.qualche 1 GR: Prendiamo l’agricoltura, quella meccanizzata, essa non è altro che “agricoltura del petrolio” (trattori, fertilizzanti chimici ecc.) che comporta un maggiore consumo delle riserve energetiche, senza che la terra si rigeneri a pieno… Vede, non solo non è “naturale” che crescano due spighe dove prima ne cresceva una sola, ma anche ottenere una sola spiga dallo stesso pezzo di terra senza sosta è, per così dire, contrario alle leggi della natura che, invece, ha bisogno dei suoi tempi…

Energia dal Sole

E: Mi sto perdendo... GR: Guardi, continuando con la metafora dell’astronave, Materia e energia degradate l’umanità ha una sua dote di fonti pregiate: l’energia e le materie prime disponibili all’uomo, contenute nella Terra, a cui occorre aggiungere l’energia proveniente dal sole. Purtroppo, la produzione di qualsiasi bene comporta anche la degradazione Fig. 3 delle materie prime. E non è possibile ricostituirle, poiché la Terra non riceve materia utile dall’esterno né l’uomo sa trasformare l’energia in materia, almeno non in quantità significative. E: Eppure la materia si può riciclare… GR: Anche il riciclaggio ha un suo costo energetico e non può essere fatto al 100%: non è certo possibile ricostituire i pneumatici di un’automobile raccogliendo tutte le molecole di gomma sparse per le strade del mondo! In questo senso è corretto postulare un ulteriore principio della termodinamica: anche la materia, come l’energia, si degrada fino a non essere più utilizzabile. Per esemplificare, è come se l’umanità avesse una grande clessidra contenente la dote di energia e materia che si degrada inesorabilmente a seguito dei processi produttivi (fig. 3): alla fine non sarà possibile capovolgere la clessidra e ricominciare da capo.

Materie prime E: Così sembra che la sorte dell’Astronave Terra sia Lavorazione + energia ineluttabile. Ma è proprio sicuro della validità del suo “quarto” principio della termodinamica? Prodotti

GR: Il discorso è lungo e complesso. Le risponderò come fece finali il mio amico e premio Nobel Ilya Prigogine quando gli chiesi cosa ne pensasse: non disse né che era vero né che era falso… semplicemente sospese il giudizio. Il mio non vuole essere un messaggio di disperazione: in fin dei conti, la Bioeconomia non èUso che il tentativo di conformare le leggi dell’economia a quelle della natura, riducendo gli sprechiFig. e le 2 spese inutili e passando, così, da una pura economia dei soldi a un’economia più umana, capace di garantire alle generazioni future la possibilità di continuare il viaggio sulla nostra meravigliosa astronave chiamata Terra.

Figura 3 Stock terrestre di materia e energia

E: Però con il progresso tecnologico si potranno sostituire materie rare con altre e magari migliorare l’efficienza dei processi...

Energia dal Sole

GR: Sì, ma anche il progresso e il miglioramento dell’efficienza costano, senza considerare che possono esistere limiti al progresso, così come esistono limiti fisici all’efficienza.

Materia e energia degradate

Fig. 3 70

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Con l’adesione di

Con il patrocinio di

Presidente della Repubblica Italiana

Ministero dello Sviluppo Economico*

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

*

La Giornata Mondiale del Vento è una campagna internazionale di sensibilizzazione volta a promuovere l'energia eolica, fonte di energia pulita ed inesauribile. In Italia la manifestazione è coordinata dall’ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), in collaborazione con EWEA (European Wind Energy Association) e GWEC (Global Wind Energy Association), che ha contribuito alla diffusione di informazioni e dati scientifici su risparmio energetico, fonti rinnovabili, questioni ambientali. A fronte di questo impegno l’evento ha ricevuto in questi anni i Patrocini dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, del Comune di Roma e l’adesione del Presidente della Repubblica. Storica location è stata finora Villa Borghese a Roma, nel “Palaenergia ANEV” dove sono stati organizzate iniziative quali Corsi di Formazione e Convegni sull’eolico, Mostre Fotografiche e proiezioni audiovisive, Laboratori per bambini, Esibizioni degli sport del Vento. Quest’anno, in occasione del suo decimo compleanno, l’ANEV ha scelto una location di grande prestigio per celebrare la Giornata Mondiale del Vento del 15 giugno: la splendida Regione della Basilicata, che ospita numerosi Parchi Eolici in un territorio ricco di attrazioni storico - artistiche e naturali.

Gli eventi organizzati e coordinati dall’Associazione si svolgeranno tra Roma e Policoro (MT) con il programma che segue: 5-8 giugno “Corso di Formazione Eolico di Base: Tecnica, normativa, ambiente ed esperienza sul campo” Sede ANEV – Via Palestro, 1 Roma – Visita al Parco eolico di Piansano (VT).

6 giugno 2012 Convegno “Non c’è vento da perdere. Un anno dopo” ore 15.00 presso la Biblioteca del Senato in Piazza della Minerva 38, Roma

12 giugno 2012 Convegno presso GSE, Gestore dei Servizi Energetici, a cura di ANEV 13 giugno 2012 Seminario "La sicurezza sul lavoro nei parchi eolici" – Best practise, problematiche e soluzioni evento General Elettric UNA Hotel Roma

14 giugno 2012 Giunta Esecutiva, Consiglio Direttivo Assemblea Generale soci ANEV con serata di Gala (evento privato) Resort Marinagri Policoro

15 giugno 2012 GIORNATA MONDIALE DEL VENTO Convengo a cura di ANEV 16 giugno 2012 Convegno su meccanismi di incentivazione e meccanismi di Borsa ore 15.00 Resort Marinagri Policoro**

16-17 giugno 2012 Kite surf sulla spiaggia Resort Marinagri Policoro

18 giugno 2012 Serata di Gala e premiazione dei giornalisti vincitori del Premio Giornalistico indetto da ANEV “Energia del Vento” Resort Marinagri Policoro

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energia e medicina

Vi spiego come la fisica si mette al servizio dell’oncologia Intervista a Ugo Amaldi Scienziato di PgL e Michele Panella Recentemente era stato cauto sulla notizia del fotone superato dal neutrino, ipotizzando, in ogni caso, non la fine della teoria della relatività, bensì l’esistenza di una quarta dimensione, una sorta di scorciatoia “imboccata” dal neutrino. Da pioniere, più di venti anni fa, ha iniziato a sperimentare, con l’avvio del “Progetto Adroterapia” e l’istituzione del Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO), l’applicazione della fisica delle particelle alla medicina, per la cura dei cosiddetti “tumori solidi”. Oggi Ugo Amaldi scienziato di fama mondiale, è uno dei fiori all’occhiello della fisica italiana, che divide il suo tempo tra Bruxelles, il CERN di Ginevra e Novara, dove presiede il TERA, l’organo scientifico della Fondazione CNAO. Ugo Amaldi

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Il ciclotrone di bassa energia e alta corrente di IDRA pediatrico è anche utilizzato per produrre nuovi radiofarmaci. L’acceleratore lineare (linac) porta i protoni all’energia necessaria al trattamento dei tumori solidi.

Il sincrotrone di 25 metri di diametro del CNAO invia fasci di ioni carbonio (o di protoni) a tre sale di trattamento, dove si trovano i lettini dei pazienti. La sala centrale è anche dotata di un fascio verticale.

E: Professore, come si è arrivati a verificare l’errore di misurazione della velocità del neutrino? E quali sono le conseguenze? UA: La scoperta annunciata era di una tale portata che non si poteva che essere molto prudenti. Del resto questo fu l’atteggiamento degli stessi autori, che dissero di voler sottoporre alla critica del mondo scientifico ciò che i loro strumenti avevano rivelato. Uno di questi aveva una connessione difettosa. Molti rimproverano loro di non aver controllato a sufficienza l’apparato, ma la mia esperienza mi ha insegnato che è arduo sapere quando si è controllato abbastanza. Evidentemente in questo caso sarebbe stato meglio fare un altro giro, ma è facile dirlo a posteriori. Circa le conseguenze, poiché i neutrini viaggiano alla stessa velocità della luce, non c’è bisogno di ipotizzare una loro propensione a scegliere scorciatoie fuori dallo spazio dell’ordinario. Tuttavia la domanda circa l’esistenza di altre dimensioni resta un tema centrale nelle ricerche in fisica delle particelle.

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E: Può spiegare meglio? UA: Secondo la teoria delle ‘corde’ (o ‘stringhe’ secondo la traduzione del termine inglese ‘strings’) ci sono sei o sette dimensioni spaziali, arrotolate su se stesse su scale piccolissime, oltre alle tre nella quali ci muoviamo a nostro agio. Questa teoria è la migliore che abbiamo per descrivere in modo unificato sia le forze che agiscono nel mondo subatomico sia la forza di gravità, che agisce su scala cosmica. Vi sono anche altri schemi teorici che prevedono dimensioni spaziali aggiuntive ma più distese. Gli esperimenti sono molto difficili perché richiedono energie irraggiungibili con gli acceleratori odierni nelle collisioni di particelle, oppure precisioni di misura fuori della nostra portata. Comunque molti fisici continuano a cercare nuovi approcci in grado di mettere in luce altre possibili dimensioni dello spazio.

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E: Lei è anche Presidente di TERA, una fondazione che si occupa di ricerca scientifica e di fisica applicata alla medicina. Di cosa si tratta? UA: Da vent’anni la fondazione TERA sviluppa, nei laboratori del CERN, nuove tecnologie di adroterapia – mutuate dalla ricerca fondamentale in fisica delle particelle – per il trattamento dei tumori con radiazioni diverse dai raggi X. Poiché i fisici chiamano ‘adroni’ le particelle fatte di quark, ‘adroterapia’ è un termine che individua le forme di radioterapia che utilizzano fasci di adroni. I più usati sono i protoni, nuclei degli atomi di idrogeno e gli ioni di carbonio. E: In pratica come funziona l’adroterapia? UA: Un fascio di protoni, accelerato da un ciclotrone o da un sincrotrone, penetra nel corpo del paziente e rilascia la maggior parte della sua densità di energia alla fine del percorso, lí dove si trova il tumore solido, senza praticamente irradiare i tessuti attraversati e quelli posti al di là del bersaglio. Con i protoni si possono quindi risparmiare i tessuti sani vicini al tumore più che con i raggi X. Questa terapia conservativa è stata utilizzata nel mondo su 90.000 pazienti. Inoltre gli ioni carbonio hanno una maggiore efficacia biologica e con essi sono stati trattati circa 7.000 pazienti per la cura dei tumori ‘radioresistenti’, cioè dei tumori insensibili ai raggi X

e ai protoni. Secondo gli studi europei ENLIGHT, si avvantaggerebbe dei trattamenti con protoni circa il 12% dei 120.000 pazienti italiani che ogni anno sono trattati con i raggi X. Circa 14.000 soggetti, mentre i pazienti della terapia con ioni carbonio sono circa 3.500 all’anno. E: Quali passi in avanti sono stati compiuti in questo settore in Italia? UA: Negli anni ’90, TERA ha progettato il CNAO, il cui cuore è un sincrotrone di 25 metri di diametro disegnato in collaborazione con il CERN. Il centro è stato realizzato dalla Fondazione CNAO con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Si tratta del primo centro italiano di terapia profonda e il secondo che, fuori dal Giappone, accelera ioni carbonio. Il primo paziente è stato trattato a settembre del 2011 e a regime si irradieranno, sia con ioni carbonio sia con protoni, più di 2.000 pazienti all’anno. Negli ultimi quindici anni TERA ha sviluppato un nuovo tipo di acceleratore di protoni – un acceleratore lineare – che è più flessibile degli acceleratori convenzionali e produce anche nuovi radiofarmaci per la diagnostica di precisone dei tumori. Il primo Istituto per la Diagnostica e la Radioterapia Avanzata (IDRA) sarà realizzato a Biella, grazie alla collaborazione del Comune e alla donazione del terreno vicino al nuovo ospedale da parte di un gruppo di industriali illuminati. Lo abbiamo chiamato ‘IDRA pediatrico’ perché sarà prevalentemente dedicato alla cura dei tumori solidi dei bambini, per i quali è fondamentale il risparmio dei tessuti sani.


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GSE per il sociale

La condivisione che genera energia A cura del gruppo di lavoro Gse. Energie per il sociale

C’è un’energia che aiuta a sperare, a ricominciare, a guardare con fiducia oltre il momento. è l’energia della solidarietà, della mutualità, della condivisione. Sono questi gli intenti di “GSE. Energie per il sociale”, iniziativa promossa dal Gestore dei Servizi Energetici in collaborazione con le Imprese del settore energetico. Obiettivo, promuovere e facilitare, presso realtà che operano nel sociale, la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili di alta qualità e interventi per l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e l’illuminazione intelligente. Tra le prime organizzazioni destinatarie del progetto presentato l’11 aprile scorso in Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ai Ministri Corrado Passera e Corrado Clini, l’Istituto Penale per Minorenni di Nisida, la Comunità di San Patrignano di Coriano, l’Associazione Gruppo di Betania Onlus di Milano, l’Associazione Libera - Gruppo Abele Fabbrica delle “e” di Torino, l’Istituto Giannina Gaslini di Genova e la Fondazione Whitaker di Mozia.

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“L’iniziativa - ha dichiarato il Presidente del GSE, Emilio Cremona - ha visto l’importante partecipazione delle aziende aderenti a Corrente, la rete delle realtà italiane operanti nel settore. I primi progetti sono stati realizzati grazie a Enel, Enel Green Power, Ecofor, E.On, Kinexia, F2I e Cogip Power.” “Con “GSE. Energie per il sociale” - ha affermato Nando Pasquali, Ad del GSE - sono stati realizzati, presso organizzazioni che operano nel sociale, interventi di efficienza energetica e impianti a fonti rinnovabili, contribuendo al risparmio di CO2 a beneficio dell’ambiente. L’aiuto concreto delle Imprese energetiche dimostra che anche il mondo imprenditoriale può scegliere di stare al fianco di realtà operanti nel sociale.” Dall’impegno condiviso tra Istituzioni, mondo delle Imprese e delle Organizzazioni di utilità sociale, è nato un modello nuovo di responsabilità sociale d’impresa consapevole e partecipata, in grado di creare valore. Grazie a questi primi sei interventi realizzati si produrranno circa 500.000 kWh all’anno di energia da rinnovabili, riducendo le emissioni di CO2 di 250 tonnellate. Obiettivo dell’intervento realizzato con il contributo di E.On all’Istituto penale per Minorenni di Nisida (che accoglie circa 60 adolescenti tra i 14 e i 21 anni) è fare della struttura un centro per la dimostrazione e la sperimentazione dell’innovazione tecnologica sulle fonti rinnovabili.

Cinque gli interventi realizzati nella Comunità di San Patrignano, grazie al supporto di Enel ed Enel Green Power. La creazione di una tettoia fotovoltaica, la realizzazione di un pergolato fotovoltaico sopra la terrazza, di un impianto sul parcheggio, la sostituzione di 150 dei 200 lampioni presenti con apparecchi di ultima generazione e, infine, la dotazione di veicoli elettrici per gli spostamenti degli addetti. Presso la struttura dell’Associazione Gruppo Di Betania Onlus, con il contributo di Kinexia è stato installato un impianto fotovoltaico da 20 KWp e uno solare termico da 12 metri quadrati per la produzione di acqua calda sanitaria. Gli interventi che riguarderanno Libera, Gruppo Abele, sostenuti da Ecofor prevedono, l’inserimento di brise-soleil fotovoltaici sulla facciata dell’edificio e l’installazione di moduli fotovoltaici sul padiglione interno e nell’officina di falegnameria. Per l’Istituto Giannina Gaslini di Genova, F2I e GSE firmeranno il protocollo d’intesa per realizzare, nel padiglione d’ingresso dell’ospedale, un brise-soleil fotovoltaico. Per il nuovo padiglione “Ospedale di Giorno”, che garantirà le cure a oltre 500 bambini al giorno, si realizzeranno: un impianto fotovoltaico sull’edificio principale, pensiline ombreggianti nelle aree di gioco e moduli fotovoltaici nell’area verde. La Fondazione Whitaker beneficerà, con il sostegno di Cogip Power, di coperture fotovoltaiche per il piccolo borgo, tettoie leggere ospitanti moduli fotovoltaici per le aree archeologiche, elementi di arredo urbano da fonti rinnovabili per l’ombreggiamento di aree sosta e di informazione turistica e mini e micro impianti eolici fotovoltaici per la produzione di energia e l’illuminazione dei percorsi.

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Il GSE e i suoi partners, per restituire risorse ed energie alle realtà che operano nel sociale, intendono attivare processi di informazione/formazione per i giovani, per diffondere la cultura dell’uso dell’energia compatibile con le esigenze dell’ambiente, sostenere la crescita e la “diversificazione” culturale nella green economy e promuovere lo sviluppo di nuove professionalità nel settore. La proposta si sviluppa, a seconda dei casi, sul piano teorico e pratico, con l’obiettivo di offrire opportunità di integrazione sociale. L’impegno e i contenuti della formazione sono modulati sull’eterogeneità degli ospiti delle Comunità, le diverse situazioni di disagio sociale e il differente livello di scolarizzazione dei giovani, prevedendo, per i bambini, didattiche ludiche e di esperienza. Programmi formativi ad hoc sono stati individuati per i diversi interlocutori. Obiettivo: avvicinare ai temi delle rinnovabili, potenziare lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze energetiche, permettere il trasferimento e la condivisione delle intelligenze specialistiche. “GSE. Energie per il sociale” vuole agire attraverso l’innovazione e la solidarietà - che, come ha ricordato il Presidente Giorgio Napolitano in occasione della presentazione del Progetto “rappresentano due direttrici fondamentali dell’azione pubblica e sociale del nostro Paese”.

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Il mondo di Corrente A cura di Maurizio Cuppone e Alberto Pela (Progetto Corrente)

Corrente, progetto del GSE rivolto alle imprese e ai centri di ricerca italiani attivi nella green economy, con la rubrica “Il Mondo di Corrente” intende promuovere e valorizzare le eccellenze italiane del settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. La rubrica rappresenta un’opportunità per tutte quelle società nazionali interessate a far conoscere la propria esperienza di successo. Le realtà italiane – impresa e centri di ricerca - che desiderano essere presenti su Elementi, possono inviare la propria richiesta a corrente@gse.it, allegando una descrizione dell’azienda e della sua attività, indicando in oggetto: Candidatura per “il Mondo di Corrente”. Le testimonianze dovranno rispettare alcuni requisiti: il contributo deve essere un’espressione di Made in Italy che abbia generato risultati scientifici/occupazionali/ industriali in Italia o all’estero; il testo

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non deve superare le 2500 battute (spazi inclusi); deve essere allegato un logo o immagine in alta definizione oltre che i contatti del referente. Corrente – nel mese di giugno 2012 – ha superato la quota dei 1630 aderenti (l’adesione è volontaria e gratuita su http://corrente.gse.it) che beneficiano di numerosi servizi e iniziative volte a promuovere, valorizzare e internazionalizzare la filiera italiana delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.

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Bandi di gara, missioni di sistema e giornate informative sono alcuni dei tanti servizi offerti quotidianamente a tutto il panorama industriale e scientifico italiano dell’energia. Per conoscere le opportunità e le iniziative dedicate ai propri aderenti, iscriviti e segui la… “Corrente”!


Alcune iniziative realizzate tra marzo e aprile 2012

Il Marocco incontra le eccellenze italiane dell’energia solare Roma 23 Aprile – Durante la giornata informativa UNIDO sono state presentate all’Agenzia Marocchina per l’Energia Solare MASEN le migliori tecnologie disponibili in Italia nel settore del solare termodinamico e del fotovoltaico. Nel corso dell’evento, ogni operatore italiano ha presentato la propria attività e tecnologia, mentre la delegazione di MASEN ha esposto le opportunità offerte dal settore del solare in Marocco fissate a seguito dello sviluppo del Piano Solare marocchino (2 GW entro il 2020).

Corrente e la ricerca sulle Smart Grids: Tecnologie di elettronica di potenza e di comunicazione Milano 27 marzo - L’evento promosso da RSE Ricerca sul Sistema Energetico SpA ha illustrato alle imprese di Corrente le opportunità offerte dai programmi di ricerca comunitari e dai fondi di sviluppo sull’innovazione e competitività, al fine di sviluppare potenziali collaborazioni scientifiche e tecnologiche con gli operatori Corrente interessati. “Corrente incontra la ricerca sulle Smart Grids: Tecnologie di elettronica di potenza e di comunicazione” si è focalizzato sui finanziamenti europei e sui progetti nei settori Smart Grid, tecnologie di elettronica di potenza e di comunicazione nel controllo delle reti attive.

Iniziativa Matchmaking Corrente presso la Fiera ENERGYMED “Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica”

Per saperne di più http://corrente.gse.it corrente@gse.it

Napoli 22-24 marzo - L’iniziativa ha favorito le opportunità di collaborazione tra le imprese e i centri di ricerca espositrici in fiera con le imprese italiane delle rinnovabili e dell’efficienza energetica aderenti a Corrente. Lo stand Corrente, a disposizione delle sue aziende per incontrare gli espositori fieristici di interesse, ha permesso di svolgere i B2B tra le parti secondo un’agenda di incontri prestabilita e dedicata.

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il mondo di Corrente Rossato Group

Sistema integrato per l’efficienza energetica L’azienda Rossato Group da circa quarant’anni si occupa di impiantistica, produzione di sistemi e di efficienza energetica. I loro prodotti, progettati e realizzati in Italia, hanno lo scopo di creare confort ambientale risparmiando energia, rispettando l’ambiente e utilizzando le fonti rinnovabili. L’esperienza acquisita negli anni e la ricerca costante di soluzioni innovative hanno consentito all’azienda Rossato Group di raggiungere un elevato standard di qualità nella progettazione e produzione di impianti radianti in abbinamento con pompe di calore ad alta efficienza. Le pompe di calore rappresentano una valida soluzione per ridurre l’impatto inquinante dovuto alla climatizzazione. Sono in grado di coprire gli interi fabbisogni di riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria, utilizzando in larga parte energia termica presente in natura, nell’aria, nell’acqua e nel terreno, e una quota ridotta di energia elettrica che può provenire da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico e l’eolico.

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Le pompe di calore Rossato Group si combinano perfettamente con qualsiasi tipo di impianto, fan coils, radiatori. Il massimo risparmio energetico si ottiene, però, nell’abbinamento con gli impianti radianti che, funzionando con acqua a bassa temperatura (25-40°C), consentono di aumentare la resa della pompa di calore e di ridurre notevolmente il consumo di energia. Gli impianti radianti Rossato Group possono essere installati a pavimento, a parete o a soffitto, a seconda delle esigenze. Garantendo così ambienti più confortevoli grazie alla diffusione uniforme del calore e alla costante temperatura, e a un’aria più salubre per l’assenza di spostamenti di masse d’aria e polveri.

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Per ottenere le più elevate classi di efficienza energetica è necessario affiancare ai bassi consumi per il riscaldamento una riduzione delle dispersioni termiche, grazie ad un buon isolamento e attraverso un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero del calore, altrimenti disperso con l’aria espulsa. Le unità di VMC Rossato Group abbinano all’alta efficienza di recupero un’elevata silenziosità, versatilità di applicazione e un sistema completo di distribuzione d’aria. Inoltre tutte le componenti interconnesse sono gestite da sistemi di regolazione avanzati e di semplice utilizzo.


fondazione siee

A novembre a Napoli il SIEE evento di scambio con la Cina su Smart Cities ed energie rinnovabili Ripensare il modello di sviluppo è un mantra che ha conquistato ampie fasce di popolazione e di decisori pubblici. Il problema è che, al dunque, nella vecchia Europa spesso si finge di cambiare. Eppure, se guardiamo allo scenario globale qualcosa sembra muoversi. Lo dimostra la Cina che nel Piano 2011-2015 ha messo al centro della propria programmazione strategica risparmio energetico, fonti alternative e la tutela ambientale. Con l’obiettivo di coprire - entro il 2020 - il 15% del proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili. è una sfida che l’Europa e l’Italia devono cogliere. La fase di espansione degli investimenti prevista dal governo cinese fa intravedere interessanti possibilità anche per le aziende italiane delle rinnovabili, a patto che si presentino sul mercato cinese valorizzando il know how innovativo e facendo “sistema” con le altre eccellenze italiane e con le iniziative attivate dal governo. Questa visione sinergica rappresenta il carattere distintivo del Sino-Italian Exchange Event – SIEE, evento di scambio tra Cina e Italia che quest’anno si terrà dal 19 al 21 novembre a Napoli,

con il sostegno del Ministero degli Esteri e con un comitato promotore di cui fanno parte – tra gli altri - il GSE, l’Enea, il CNR. Il SIEE 2012 è dedicato alle Smart Cities, con un focus sulle rinnovabili curato dal Gestore Servizi Energetici: incontri B2B programmati sulla base di un’attività di matching preliminare, ma anche tavoli di lavoro per affrontare le potenzialità di cooperazione e business tra Italia e Cina.

Città della Scienza 2020 Città della Scienza 2020 è un programma avviato dalla Fondazione Idis in collaborazione con il Comune di Napoli ed in sinergia con importanti players ed operatori tecnologici. L’obiettivo è promuovere un modello di sviluppo della città – Napoli Smart City 2020 - che possa essere esteso a scala urbana. In questa fase, Città della Scienza ha attivato un’azione di ricerca scientifico-tecnologica, mettendo a disposizione le proprie strutture come test bed ideale per la sperimentazione di nuovi prodotti e servizi “intelligenti”. In collaborazione con il GSE, Città della Scienza ha lanciato un’iniziativa per la realizzazione di un sistema dimostrativo delle tecnologie più avanzate per l’efficientamento energetico. Per informazioni e iscrizioni alla manifestazione: www.cittadellascienza.it/siee - siee@cittadellascienza.it - tel. 081 7352455

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www.e-gazette.it

il settimanale

internet di ambiente ed energia Il più diffuso notiziario internet dedicato all’ambiente e all’energia, liberamente accessibile in rete. Sette aree tematiche che coprono tutti i settori rilevanti: l’inquinamento, i rifiuti, il riciclo degli imballaggi, le energie tradizionali e rinnovabili, le utilities, l’industria. Ogni settimana più di cento articoli di cronaca sui fatti, le novità, gli scenari italiani e internazionali. Un’area di approfondimento arricchita da interventi autorevoli di protagonisti del settore, testi di legge e documenti inediti.

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In tutto il mondo, Bosch Soluzioni innovative che migliorano la vita

Bosch è fornitore leader a livello internazionale di tecnologie e servizi, volti a migliorare la qualità della vita. Questo è reso possibile grazie agli oltre 280.000 collaboratori in tutto il mondo, ai 3,5 miliardi di euro investiti in ricerca e sviluppo e ai 3.800 brevetti registrati ogni anno. I prodotti e le soluzioni innovative che ne derivano hanno un obiettivo comune: quello di rendere migliore, giorno dopo giorno, la vita delle persone. www.bosch.com

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Elementi Normativi La rubrica ha l’intento di aggiornare i lettori sui principali aspetti normativi del settore energetico.

A cura di Piergiorgio Liberati in collaborazione con l’Osservatorio Normativo del GSE

Fonti rinnovabili, il MiSE propone i decreti Via libera al Quinto Conto Energia e alle nuove disposizioni per le altre rinnovabili elettriche. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato lo scorso 17 aprile i nuovi schemi di decreti sulle FER, sui quali sono intervenuti anche i pareri della Conferenza Stato-Regioni e dell’AEEG. L’avvio del V° Conto Energia è stimato ad ottobre 2012, quando verrà raggiunto il tetto di 6 miliardi di euro/anno di incentivi per il fotovoltaico. Per quanto riguarda le altre fonti, il nuovo regime si applicherà a partire da gennaio 2013 e prevederà un costo indicativo cumulato pari a 5,5 miliardi di euro l’anno. Con queste misure il Governo intende superare gli obiettivi comunitari posti al 2020 nel settore elettrico (passando dal 26 a circa il 35%) e contenere l’impatto degli incentivi in bolletta.

Componente A3, l’Autorità rivede a rialzo la quota destinata al GSE Con la Delibera 158/2012/R/COM, l’Autorità per l’energia ha aggiornato, a partire dal 1° maggio, la componente tariffaria A3, in particolare per garantire copertura agli incentivi per le fonti rinnovabili e assimilate. Con i nuovi valori è previsto che il cliente tipo domestico, con potenza di 3 kW e consumi annui pari a 2.700 kWh, abbia un esborso annuo di circa 515 euro, dei quali 77 sono riconducibili al rincaro della A3. Nello specifico, 67,3 euro (86,9%) sono ascrivibili alle fonti rinnovabili e il resto (13,1%) alle fonti assimilate. Infine, la quota parte dell’A3 destinata alle attività gestite dal GSE è aumentata del 32,5% mentre il valore totale della componente è aumentato dell’33,6% (parte fissa e parte variabile).

Sì definitivo al Decreto “Golden share” anche per l’energia L’atto conferisce poteri speciali dello Stato relativamente alle aziende che operano in settori strategici (Difesa, Energia, Comunicazioni, Infrastrutture), indipendentemente dall’assetto societario. Il testo mette al sicuro l’Italia da una procedura d’infrazione avviata dall’Europa e definisce le condizioni di esercizio dei poteri speciali. Entro il 9 settembre un Dpcm specificherà l’ambito di applicazione nel settore della Difesa, mentre sarà un Regolamento a definire i paletti di applicazione nei campi dell’energia, delle comunicazioni, dei trasporti e dei servizi pubblici essenziali.

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Enti pubblici e fonti rinnovabili, arriva il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate Con la risoluzione 32/E in materia di “Trattamento fiscale della produzione di energia elettrica da parte dell’ente pubblico mediante impianti fotovoltaici” l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che gli impianti, di cui sia soggetto responsabile un ente pubblico, non devono essere considerati cumulativamente quando ciascuno di essi non superi i 20 kW e sia destinato a soddisfare le necessità energetiche di una specifica sede nella quale l’ente svolge la propria attività istituzionale. La risoluzione precisa inoltre che la gestione di una pluralità di impianti non costituisce, per l’ente pubblico, esercizio di attività commerciale (e quindi non rilevante ai fini Iva) anche qualora gli stessi impianti, complessivamente considerati, superino la potenza massima di 20 kW.

Ricerca sul Sistema Energetico, dall’AEEG sì ai conti del 2011 Via libera dell’Autorità per l’energia ai conti di RSE Spa. Con la delibera 94/2012/RDS di marzo è stato approvato lo stato di avanzamento dei progetti del piano di realizzazione 2011 di RSE, che hanno consentito di determinare in poco più di 19,5 milioni di euro il costo delle attività svolte al 31 ottobre 2011. Le attività di ricerca di RSE includono 9 progetti, sviluppati nell’ambito dell’Accordo di programma 2009-2011 MiSE-RSE. L’AEEG ha anche riconosciuto ad RSE una quota di contribuzione, a carico del Fondo dei progetti di ricerca del piano annuale di realizzazione 2011, di oltre 13,6 milioni di euro, importo corrispondente alla differenza tra il costo determinato dal comitato di esperti individuati dall’AEEG e l’acconto già erogato a RSE a dicembre 2011.

Irena, disco verde al Senato Anche il Senato ha approvato il disegno di legge che ratifica lo statuto dell’Agenzia Internazionale Irena, sottoscritto nel 2009 a Bonn. IRENA sarà finanziata da contributi volontari e finanziamenti ripartiti tra i 148 Paesi firmatari. Per quanto riguarda l’Italia, confermato nel testo approvato dal Senato l’onere di circa 570.000 euro annui a carico del bilancio dello Stato. Obiettivo principale dell’Agenzia è quello di diffondere la conoscenza tra i Paesi firmatari, in ambito sia tecnologico e normativo che regolamentare, di tutte le forme di energia da fonti rinnovabili. IRENA ha sede ad Abu Dhabi.

Revisione della spesa anche per le società partecipate dallo Stato Anche le Spa pubbliche dovranno tirare la cinghia. È quanto stabilito dal Decreto che a maggio scorso ha introdotto l’obbligo di “Spending Review”, cioè di riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica. Per il 2012 è previsto un risparmio di circa 4,2 miliardi. Saranno soggette alla revisione di spesa tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche, incluse le società a partecipazione pubblica diretta e indiretta. In tema di energia è previsto che, entro 24 mesi dall’entrata in vigore del decreto, le amministrazioni pubbliche adottino misure finalizzate al contenimento dei consumi di energia e all’efficientamento degli usi finali della stessa, anche attraverso il ricorso ai contratti di servizio di energia.

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concorso d’idee internazionale

I vincitori a della 2 edizione Ingegneria e architettura al servizio dell’ambiente e del paesaggio di M. P. e Gabriele Sorace

Coniugare innovazione tecnologica con ambiente e paesaggio: due facce della stessa medaglia, destinate a influenzare l’intero settore della progettazione specie in quei paesi, come l’Italia, dove l’ambiente e il paesaggio costituiscono beni di primaria importanza. Questo l’obiettivo della seconda edizione del Concorso d’idee Internazionale Le energie rinnovabili per isole minori e le aree marine protette italiane, la cui cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 16 maggio a Roma, nella splendida cornice della Sala dello Stenditoio del Complesso Monumentale di San Michele a Ripa, presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti di tutti gli enti promotori del concorso (Marevivo, presieduto dal Gestore dei Servizi Energetici, i Ministeri per i Beni Culturali e dell’Ambiente, l’ENEA e il CITERA dell’Università “La Sapienza”) oltre al Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Ing. Tullio Fanelli, e alla dott.ssa Giannina Usai, segretario generale dell’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori. Questa edizione si è caratterizzata sia per l’ampliamento dell’ambito territoriale in cui i partecipanti hanno potuto localizzare le loro soluzioni progettuali - con l’aggiunta delle aree marine protette – sia per l’estensione della gamma di tecnologie utilizzabili per la produzione di energia. Dalle più “classiche” tecnologie solari o eoliche a quelle più “innovative”, quali quelle alimentate dal moto ondoso, ancora poco sviluppate in Italia e che richiedono un maggiore impegno progettuale e realizzativo. Nell’ideazione dei nuovi componenti o sistemi impiantistici alimentati da fonti rinnovabili i partecipanti dovevano rispettare alcuni criteri: quello – fondamentale - dell’integrazione territoriale, declinato nei due aspetti del corretto inserimento paesaggistico e del miglioramento dell’impatto ambientale; il criterio

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dell’innovazione tecnologica espressa dalle modalità di assemblaggio ovvero dai materiali impiegati e, laddove possibile, il criterio della replicabilità delle idee progettuali proposte. Diciannove i progetti, tutti caratterizzati da una forte vena creativa, che sono stati valutati dalla Giuria costituita dai rappresentanti degli enti promotori del concorso. Dei quattro progetti premiati, due riguardavano applicazioni di micro/mini eolico, mentre altri due applicazioni di tecnologie che sfruttano il moto ondoso.

Ecodehor (fig. 3) ha, invece, ottenuto il primo premio per la categoria riservata ai sistemi impiantistici. Propone la realizzazione di manufatti per servizi portuali e turistici, alimentati dal moto ondoso e da energia solare, che consentono di riqualificare un contesto ambientale di non particolare pregio. è stata, peraltro, giudicata positivamente la replicabilità della soluzione progettuale, grazie all’integrazione della camera di captazione dell’impianto a moto ondoso (tecnologia OWC - Oscillating Wave Column) all’interno dei moli portuali.

In dettaglio: La tesi sulla Riserva naturale Isole dello Stagnone di Marsala (fig. 1) ha ottenuto una menzione per la proposta di un componente di micro generazione eolica, pensato come marcatore del territorio con caratteristiche polifunzionali: parcheggio bici, ricarica di dispositivi portatili, pensiline ombreggianti, pannelli informativi ecc. Il progetto è inserito in un percorso naturalistico teso a valorizzare il contesto storico e culturale locale, anche grazie all’approfondita analisi territoriale che è stata effettuata.

Figura 3

- RICCISPAINI Architetti Associati S.r.l. - Ecodehor

Manufatti per servizi portuali e turistici, alimentati dal moto ondoso e da energia solare

Un’applicazione fondata su una tecnologia analoga alla precedente è alla base del progetto E-Piers (fig. 4). La soluzione proposta ha guadagnato la seconda posizione della categoria con un progetto che prevede la produzione di energia dallo sfruttamento del moto ondoso (tecnologia OWC), con un impianto da inserire nei pontili marini esistenti da ristrutturare.

Figura 1 - Dott.ssa Chiara Agosti - Riserva Naturale Isole dello Stagnone di Marsala. Componente di micro – generazione eolica polifunzionale, inserito in un percorso naturalistico

Massimo riconoscimento nella categoria riservata ai componenti di un impianto generatore di energia per Wind Trees (fig. 2). Il progetto propone elementi innovativi di captazione del vento, aventi anche funzione di torri di segnalazione portuale. E riesce a trasformare un obbligo di legge - la segnalazione portuale - in un’opportunità, la possibilità cioè di produrre energia elettrica per le utenze portuali. Figura 2

- Costen S.r.l.

Wind Trees Elementi innovativi di captazione del vento, aventi anche funzioni di torri di segnalazione portuale

Figura 4

- Gruppo UNIPR – E-Piers

Produzione di energia tramite sistemi che sfruttano il moto ondoso, inseriti in pontili marini esistenti

Nel corso della cerimonia di premiazione è stata presentata la terza edizione del concorso, il cui bando ufficiale sarà pubblicato nei prossimi mesi. Diversa l’impostazione della prossima edizione: i partecipanti al concorso dovranno proporre soluzioni progettuali partendo da esigenze energetiche specifiche, presentate ad hoc dagli enti locali interessati dal concorso. Obiettivo immediato, quindi, è di agevolare il processo di “traduzione” in applicazioni pratiche delle idee progettuali, rispondendo alle necessità del territorio, nel rispetto imprescindibile del contesto ambientale e paesaggistico del nostro paese. Ovviamente l’idea di base è sempre quella di far sì che, attraverso il successo dell’iniziativa, venga veicolato un messaggio fondamentale: i sistemi di produzione di energia dovranno sempre più coniugarsi con la sostenibilità e la salvaguardia ambientale e paesaggistica.

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Bizzarre energie

A cura di Sallie Sangallo

Da i nano alberi idrocarburi sostenibili

Energia dall’aquilone degli abissi 500 kw è la quantità di energia cinetica stimata, che si potrebbe produrre dagli abissi con l’istallazione di un sistema chiamato Deep Green. Si tratta di una sorta di aquilone marino composto da una turbina di circa un metro, collegata a un timone e a un’ala dell’ampiezza di 12 metri, legata al fondale grazie a un cavo lungo circa 100 metri. L’aquilone spinto dalle correnti marine percorre una traiettoria a 8, producendo energia ma senza emissioni di gas serra. Unico neo sono le prestazioni più alte di produzione energetica che si potranno avere solo nei fondali della Gran Bretagna, in cui le correnti – a una profondità fino a 120 metri – sono pari a 1-2 metri al secondo. A riprova della validità del progetto il finanziamento di 350.000 sterline da parte della Carbon Trust, compagnia no profit del governo inglese per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Una foresta di nano alberi simulerà la fotosintesi clorofilliana e utilizzerà la CO2 catturata per convertirla in idrocarburi sostenibili. Le piccole strutture verticali, corredate di ramificazioni per catturare una maggiore quantità di energia, hanno un diametro di un milionesimo di millimetro e sono composte da silicone e/o ossido di zinco. La realizzazione di questo progetto – curato dalla facoltà di ingegneria di San Diego, California – costituirebbe un progresso per la produzione di energie sostenibili, in quanto attualmente l’idrogeno (considerato combustibile pulito poiché non immette carbonio) non è però generato in modo ecosostenibile come farebbe la piccola foresta sopracitata.

I pannolini usa e produci Il nuovo sistema di riciclo di prodotti assorbenti per la persona, operativo già dal prossimo settembre, porterà alle province di Treviso e Belluno, zone in cui sarà attivo, un risparmio di 1.874 tonnellate di CO2 annue e una riduzione di circa 4.600 tonnellate di rifiuti in discarica. Dagli studi effettuati è emerso che da una tonnellata di pannolini usati e riciclati si ottengono quasi 150 kg di plastica, riutilizzabili per creare

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arredi urbani o oggetti, oltre a più di 350 kg di materia organico-cellulosica destinata alla produzione di cartoni o a diventare fertilizzante capace di restituire nutrienti a terreni depauperati. Ideatrice del progetto è l’azienda Fater, leader nella produzione di prodotti assorbenti per la persona, affiancata dalla partnership del Comune di Ponte delle Alpi (BL) e il centro di riciclo di Vedelago. L’idea nasce da una riflessione sui costi del mancato riciclo di questo tipo di rifiuti e dal conseguente ingombro. Infatti in Italia si stima che il peso corrispondente in discarica è di circa 900.000 tonnellate l’anno. Con il recupero dei primi rifiuti la Fater realizzerà, a Ponte delle Alpi (BL), un parco giochi con materiali interamente provenienti dal riciclo dei pannolini. Un segno di riconoscimento per gli abitanti di uno dei Comuni più “ricicloni” d’Italia. Anche il costo del centro di smaltimento sarà pari a zero, in quanto i ricavi derivanti dal recupero supereranno le spese del trattamento dei rifiuti.

Quando sole e vento si “sposano” Il designer finlandese Arttu-Matti Immonen ha cercato attraverso la creazione di un sistema ibrido, di unire l’energia eolica a quella solare. Si tratta di una sfera roteante composta da 8 pannelli fotovoltaici, che producono energia elettrica successivamente immagazzinata in batterie, posta alla sommità di un sostegno alto circa 5 metri. La produzione di energia aumenta con l’insorgere del vento, in quanto il generatore a forma di sfera ha le stesse funzioni di una turbina eolica. Una struttura dalle forme avveniristiche che unisce design e sostenibilità.

Il caffé accende stufe e caldaie Dal Dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Università La Sapienza, due ricercatori hanno individuato un sistema utile al riciclo della moka del caffè. Attraverso l’impiego di un solvente, formato da acqua e metano, sono riusciti ad estrarre dalla moka, già utilizzata per la preparazione del caffè, il 95% dei polifenoli (sostanze antiossidanti). Da questo processo si è ricavato un efficace solvente per la rimozione di metalli pesanti. Inoltre si è preso atto del significativo potere calorico dei residui del caffè, superiore a quello del legno, che potrebbero essere utilizzati come materiale combustibile per stufe e caldaie. Anche ai ricercatori dell’Università del Nevada-Reno, non sono passate inosservate le proprietà dei fondi di caffè dal quale ipotizzano si possa ricavare un’ottima fonte di biodiesel. Soluzione economica e sostenibile, se si pensa a tutti gli scarti di caffè che si potrebbero recuperare da abitazioni e caffetterie.

Moda “riciclabile” Garbage lab è un’azienda creata da due giovani milanesi con esperienza nel mondo dello spettacolo e della comunicazione e molta creatività. I due osservando i cartelloni pubblicitari destinati a diventare rifiuti non riciclabili, hanno avuto l’idea di riutilizzarli e creare un marchio di borse, interamente prodotte con materiali riciclati. Dal 2009 data di creazione dell’azienda ad oggi, si sono specializzati nel riciclo di materiali creando tre linee di prodotti: la Total Pvc, come suggerisce il nome è creata da PVC recuperato; la Re-Pet che utilizza la plastica recuperata dalle bottiglie e la Seat Belt che propone borse realizzate con cinture di sicurezza dismesse. E così anche la moda cerca di andare incontro alle esigenze del nostro pianeta logorato dal consumismo.

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energia del pensiero

La cosa che mi commuove di più? La fragilità dei vecchi Un caffé con Erri De Luca Scrittore di Romolo Paradiso

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“Il poeta è un pescatore involontario del mistero” (Leo Mistheric)

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Cosa si può dire di Erri De Luca? Che è uno scrittore lontano dal tempo presente, quello dell’apparire, dell’esserci a tutti i costi. Che ama il silenzio e le voci che porta con sé; la parola che arriva leggera e lascia nell’animo l’impronta indelebile del suo peso. Che scruta la natura e la vive con l’attenzione e il rispetto che si ha per una parte che ci appartiene. Che sa attendere l’attimo per parlare, quello per ascoltare e quello per riflettere e cercare di comprendere. Che sa del limite, orizzonte dell’essere, visione che non scolora agli occhi di chi è capace di rendere ogni momento il più importante del suo giorno. Cosa si può dire di Erri De Luca? Che trova ristoro e vitalità nelle pagine di un libro, che si commuove davanti alla fragilità di un vecchio, e che non sa se ciò che avverte di misterioso nell’uomo, nella natura, nel cosmo, provenga da una mano superiore chiamata Dio. Cosa si può dire di Erri De Luca? Forse ciò che mi disse tempo fa Giordano Bruno Guerri parlando di lui: “Che è un uomo di pensiero e azione, uno dei pochi nel suo specifico che sa impegnarsi e lottare con tutto se stesso per ciò in cui crede”.

E: De Luca, so che le piacciono la solitudine e l’ascolto del silenzio. Perché? EDL: La solitudine è un termine poetico, nel mio caso si tratta di isolamento e riesco a realizzarlo anche nella confusione intorno. Ci sono cresciuto, è un sistema difensivo. Il silenzio che mi serve è interiore e abitato da voci.

“Le parole che leggo e che scrivo mi fanno compagnia” E: Quanto le fanno compagnia le parole?

E: Nella solitudine e nel silenzio, anche il tempo acquista una dimensione diversa, più interiore.

EDL: Mi sono tenuto e mi tengo la migliore compagnia con le parole che leggo e che scrivo.

EDL: Il tempo è una condizione esterna, su di me influisce il ritmo luce/buio, il ciclo del giorno.

E: Che valenza ha per lei l’ascolto?

E: Qual è il “tempo giusto”, quello da salvare?

EDL: è la premessa, la condizione per ricevere, per essere arricchito dall'esperienza altrui.

EDL: Per me è stato il tempo opposto a quello venduto per salario. La scrittura in margine a una giornata di forza lavoro consumata, è stato il mio tempo festivo, breve e opposto all'altro.

E: C’è bisogno di riposare lo sguardo sulla natura per riscoprire la lezione che essa, silente, continua a impartirci, malgrado la nostra indifferenza, e, soprattutto, il nostro agirle contro.

E: Nella sua narrazione, pesano di più la fantasia, la voglia cioè di far esistere qualcosa che avrebbe voluto o vorrebbe vedere nel reale, o i fatti della vita?

EDL: Sulla natura il mio sguardo non si riposa, anzi è in agitazione per scorgere i pericoli, per intendere le mosse che fanno il vento, la neve, il mare, la vita che ci brulica intorno. La specie umana è in contrasto con il pianeta che abita.

EDL: La mia scrittura dipende interamente dalla vita svolta. Di fantasia ne ho poca e ne diffido.

E: So che legge ogni mattino l’Antico Testamento, e che in viaggio porta con sé il libro dei Salmi. Quale il motivo?

E: Il racconto è la migliore sintesi della vita? EDL: Per me lettore sì, ma credo che sintesi di vita possa essere un albero.

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EDL: Leggo scritture sacre per procurarmi una distanza dal tempo presente. Non le sfoglio per avere oroscopi, pronostici, ma per starmene lontano finché dura la pagina.


E: L’attenzione alle manifestazioni della natura, il silenzio, la meditazione, l’ascolto, la ricerca di un tempo interiore, la lettura dei libri sacri. E’ un percorso in cerca della verità? è un percorso alla scoperta di Dio? EDL: Non sono credente e non posso rivolgermi a una divinità. Non mi attribuisco una capacità di meditazione. E quanto alla vita svolta, non chiamerei percorso il suo zigzag. E: Avverte bagliori di fede nel suo cammino verso la verità?

“Sono il risultato di molte stazioni saltate per errore o apposta”

EDL: No. E: Che Dio ha adottato oggi l’umanità? EDL: Una molteplicità di divinità si sono affacciate e continuano a farlo, per uno slancio che investe tutte le civiltà umane. Non forniscono risposte, ma danno peso alle domande. La specie umana ha bisogno di porsele. E: La memoria, il passato. Sono ricchezze per l’uomo. Ma quello attuale sembra vivere le situazioni con la leggerezza e l’instabilità di un aquilone, che smarrisce al vento l’essenza del vissuto, senza ricordare di questo, immagini, volti, voci, gesti ed emozioni. Cosa stiamo smarrendo?

E: Leggendo una poesia di Ezra Pound, o una di D’annunzio, o un libro di Ferdinand Celine, o un verso di Gottfried Benn, un aforisma di E. Cioran, un saggio di Giovanni Gentile, un racconto di Giuseppe Berto, una pagina di Giovannino Guareschi, di Giuseppe Prezzolini, di Giovanni Papini, o, ancora vedendo un quadro di Sironi, Balla, Marinetti, non ha mai pensato che in Italia si è tenuta, e ancora si cerca di tenere, nascosta una fetta importante di cultura per un insano e incivile motivo di fazione, dal quale sembra affannoso poterne uscire, in netto contrasto con la tanto sbandierata “importanza delle diversità”, e in barba al senso di libertà?

EDL: Si smarrisce il passato e si rafforza l'aspettativa di futuro. è un effetto secondario della sazietà provvisoria del nostro angolo di pianeta. Altrove le cose stanno diversamente.

EDL: La cultura nel nostro Paese, di recente alfabetizzazione, è ancora un bene di lusso, con l'aggravante che non è di facile acquisto, pur disponendo di liquidità. Il potere comunque ne diffida sempre.

E: So che spesso si cimenta con la musica. Non crede che negli stati più profondi dell’essere, nella sfera del ricordo, ci sia soprattutto la musica? La musica quindi come reminiscenza?

E: Di questi tempi, c’è ancora spazio per il sogno? O siamo talmente avvolti nella materialità da non sapere più immaginare e vivere il nostro momento con il sorriso e lo sguardo lieve di chi del sogno sa?

EDL: La musica è antica come il mondo. E' incisa nella memoria dell'udito come il rumore di un 'onda in una conchiglia vuota.

EDL: Sognare capita a chi dorme. L'immaginazione, la visione, la profezia riguardano invece lo stato di veglia e queste sì, scarseggiano.

E: Quanto è presente il dubbio nel suo giorno? E: Cosa la commuove di più nell’uomo? EDL: Il dubbio di vivere fino a sera. EDL: La fragilità dei vecchi. E: Cos’è per lei il destino, e quale valore gli attribuisce? EDL: La presunzione di avere uno scopo prescritto e diretto da un governatore dei fili: se c'è, non me ne sono accorto. E: Lei ha detto che il secolo scorso è stato quello degli scrittori e dei poeti. L’attuale non lo sarà più?

E: C’è una stazione nel suo cammino dove si sarebbe voluto fermare e non l’ha fatto? EDL: Le occasioni perdute per me contano più di quelle acciuffate. Mi sento il risultato provvisorio di molte stazioni saltate per errore o apposta.

EDL: L'attuale deve ancora esprimere la sua specialità. Per ora resta il cinema la sua arte maggiore.

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UNA SOCIETÀ DEDICATA A CAPTARE ENERGIA DAL SOLE

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lavoro

Post-fordismo, welfare e mercato l’equilibrio da ricercare PARLA MICHELE LA ROSA Direttore della rivista“Sociologia del lavoro”, già docente ordinario di “Sociologia del lavoro” Facoltà di Scienze Politiche di Bologna di Giusi Miccoli

E: Quali sono le possibili chiavi di lettura per conoscere e interpretare l’attuale mondo del lavoro e le più recenti trasformazioni? MLR: Sicuramente l’internazionalizzazione, la finanziarizzazione dell’economia, le nuove tecnologie e la differenziazione funzionale. Per differenziazione funzionale si intende la volontà delle persone di avere un prodotto su misura e la capacità delle imprese di soddisfare tali richieste, mentre in passato con il fordismo veniva prodotto un bene uguale per tutti. Un’altra chiave di lettura è il passaggio dalle professioni tradizionali alle competenze. Oggi le imprese non chiedono profili rigidi, ma soggetti in possesso di competenze. Accanto a quelle si stanno sviluppando le metacompetenze, competenze trasversali che consentano di lavorare in situazione di turbolenza e di trasformazione in una società complessa. A ciò è collegata la necessità delle aziende di investire nella formazione continua dei propri lavoratori. È fondamentale non solo la formazione in ingresso, ma anche l’aggiornamento sul lavoro collegato al mutamento rapido dell’organizzazione e della società.

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E: Il mercato del lavoro si presenta con due facce: sicurezza e certezza per i lavoratori a tempo indeterminato, flessibilità e instabilità per quelli a tempo determinato, a progetto ed occasionali. Questo comporta conflitti tra generazioni e tra fasce della popolazione. Quale il suo punto di vista? MLR: La flessibilità è un elemento ineliminabile a causa della mutabilità dei mercati, delle trasformazioni e delle differenziazioni funzionali. La flessibilità diviene un elemento fondamentale sia per il modo di rapportarsi con l’esterno sia per l’organizzazione interna. A tal proposito le riflessioni da sviluppare sono due. Negli anni recenti da un lato abbiamo fatto dello sviluppo un’idolatria, dall’altro abbiamo pensato che il mercato si gestisse da solo, mentre va governato. In realtà il mercato con il suo orientamento alla finanziarizzazione e quindi al limitato investimento in ricerca, innovazione e sviluppo ha profondamente mutato i termini dell’organizzazione del lavoro. Secondo aspetto: non credo che ci sia contraddizione di fondo tra tipologie di contratto. La questione è che i contratti “non standard”, come io li definisco, andrebbero usati correttamente. Va incentivato il loro uso in modo coerente con le esigenze delle imprese e incentivata una qualche forma di pulizia all’interno del mercato. La situazione ideale vede, da un lato, una base costituita da lavoratori a tempo indeterminato e, dall’altro, lavoratori non standard realmente legati a oscillazioni del mercato e in funzione delle effettive necessità. Invece oggi - a causa dell’ingessatura propria dei contratti a tempo indeterminato si ricorre in misura eccessiva ai contratti non standard.

E: Come il paradigma postfordista può trasformare la struttura sociale e organizzativa dell’economia, influenzando il futuro lavorativo delle persone e in generale lo sviluppo socio - economico?

E: Quale il nesso tra lavoro e welfare state, con riferimento alle attuali dinamiche economiche e lavorative?

MLR: La prima caratteristica del postfordismo è rappresentata dalla pluralizzazione delle condizioni, dell’offerta e della domanda. Non si parla più di classe operaia o di ceto medio, perché c’è una pluralizzazione delle condizioni che caratterizza la società e l’organizzazione aziendale. Poi c’è l’individualizzazione. Le aziende chiedono alle persone più responsabilità e coinvolgimento; questo crea maggiore individualizzazione e specificità. Un’altra chiave di lettura è la qualità. Se prima le aziende producevano in serie, oggi ci si rivolge a determinati segmenti di mercato e a specifici consumatori, puntando sulla qualità e sulla personalizzazione. Quindi non abbiamo più un prodotto in serie uguale per tutti, ma un prodotto personalizzato. Da non dimenticare, inoltre, il ruolo della conoscenza. Le imprese che vogliono stare sul mercato e avere futuro, devono puntare su formazione, conoscenza, innovazione, sviluppo. La conoscenza è sempre più un patrimonio fondamentale. Gli stessi lavoratori della conoscenza sono il futuro. La Cina e l’India puntano sul salario basso. Noi dobbiamo competere sulla conoscenza.

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MLR: Nel fordismo il lavoro e il welfare nascono in una logica precisa del mercato del lavoro. Il mercato chiedeva sviluppi senza confini della propria organizzazione e, se creava problemi, si aspettava che fossero risolti dal welfare e dallo stato. Oggi occorre che lavoro e welfare si auto-governino e auto-gestiscano. Il mercato del lavoro dovrebbe avere maggiore attenzione alle opportunità che si creano. Il welfare dovrebbe orientarsi a elementi fondamentali come i diritti e le tutele, non solo del lavoro, ma dei cittadini in quanto tali. è utile ricordare la tripartizione di Polanyi: mercato, stato e società civile. Il mercato si gestisce con lo scambio. Lo stato con l’autorità centrale che si fonda sulla redistribuzione non solo dei redditi ma anche dei diritti. La società civile si fonda sulla reciprocità e sul dono. Tutti e tre gli elementi devono avere una loro autonomia e una loro validità.


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Il Pianeta Divorato (Da Rifkin a Mercalli, da Paganetto a Pratesi: come fermare il folle assalto all’ambiente)

2030. La Tempesta Perfetta (Come sopravvivere alla grande crisi) di Gianluca Comin e Donato Speroni

La Consulenza giuridica nelle fonti rinnovabili (Guida teorico-pratica agli incentivi giuridici, economici e fiscali)

di Edoardo Borriello, Tower Books,

di Luca Speziale

Rizzoli, 2012, pag.235

di Andrea Quaranta, Flaccovio Dario,

Società Editrice Fiorentina, 2012,

2012, pag.118, Euro 10,00

Euro 18,50

2012, pag.225, Euro 25,00

pag.148, Euro 12,00

Nella prefazione, Romolo Paradiso (direttore di “Elementi”) scrive che “l’uomo finirà per distruggere se stesso e l’ecosistema di cui fa parte, se non ritroverà quelle energie che lo spingano a concepire, attuare e difendere un agire fondato sulla responsabilità dei propri atti, in una visione che non si fermi al momento, ma sappia oltrepassarlo”. Per l’Autore (è stato una delle principali firme delle pagine di economia de “la Repubblica”) è superata l’era della seconda rivoluzione industriale, fatta di combustibili fossili, di enormi emissioni di CO2 e di grandi centrali elettriche. La nuova epoca dovrà basarsi sulle energie rinnovabili, sulle auto elettriche e sui modelli di gestione a rete. Borriello ricorda che Jeremy Rifkin ne è fermamente convinto. “Se entro la fine del secolo – afferma Rifkin – la temperatura del pianeta dovesse aumentare di 3 gradi centigradi, rischieremo di assistere all’estinzione del 70% della biodiversità del pianeta entro il 2100”.

Nei prossimi 40 anni la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi. Come potrà il pianeta reggere i consumi attuali, tanto più se estesi ad altri due o tre miliardi di persone che aspirano a omologarsi allo stile di vita dei Paesi più ricchi? Serviranno 2 miliardi di nuovi posti di lavoro, ma contemporaneamente le riserve energetiche si esauriranno; l’acqua diventerà un bene prezioso; il pianeta continuerà a riscaldarsi e sarà colpito spesso da catastrofi naturali. Presentando dati di fatto sconcertanti e ricorrendo agli apporti di diverse discipline, dall’economia alla politica, Comin e Speroni evidenziano che nel 2030 i problemi che oggi cominciano a manifestarsi potrebbero combinarsi in una “tempesta perfetta” di impatto devastante.

Il manuale fornisce una chiave di lettura tecnico-operativa, per orientarsi nel settore della produzione di energia elettrica da FER (Fonti Energetiche Rinnovabili). Con chiarezza, l’Autore analizza il “divenire” della legislazione nazionale e regionale e dell’interpretazione della giurisprudenza (costituzionale e amministrativa), aiutando il lettore con tabelle dei profili autorizzatori e degli incentivi finanziari per ogni tipologia di FER.

Il volume raccoglie le storie di persone trovatesi improvvisamente di fronte al coma, il post-coma, lo stato vegetativo, la riabilitazione. Sono le voci di chi ha toccato il fondo e trovato la voglia di rialzarsi, perché si è accorto di non essere solo.

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La forza della vita (Quando è lo “stato vegetativo” ad aver paura)

“La vita è una consapevole incoscienza” (Fëdor Jarlowsckj)

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Biblioteca a cura di Mauro De Vincentiis


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50 GW E’ l’energia capace di alimentare 19 milioni di case europee, evitando l’emissione nell’ambiente di 55 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.

Nel primo trimestre 2012, Vestas ha raggiunto un traguardo storico: 50 GW di potenza eolica installata in tutto il mondo, il risultato di anni di lavoro con clienti e partner e una pietra miliare nell’industria eolica. Vestas è orgogliosa del suo ruolo di pioniera del settore e di aver utilizzato i suoi trent’anni di esperienza, il know how e la passione per tagliare il traguardo dei 50 GW che oggi fanno la differenza per il nostro pianeta e i suoi abitanti. Per maggiori informazioni, visita: vestas.com

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Mp Mondo Piccolo

Il tempo dell’essere Guardo la natura sconvolta dalla neve che ha abbattuto alberi, scompaginato luoghi, devastato raccolti, distrutto tane di piccoli animali. Eppure in questa bella giornata di sole, la natura ferita sembra sorridere e sperare. La disperazione ha lasciato il posto al nuovo sogno. è bastato un raggio di sole. è bastato un caldo rifolo di vento. Mi meraviglio e prendo esempio. Sono contento di questo tempo rubato alla carriera, al successo, al potere, che mi porta nel cuore delle cose e mi spalanca orizzonti di meraviglia e lampi di verità. Quale denaro, quale potere, quale fama possono darmi di più? E quale miglior fine è quella nella quale si può dire: “addio, sono stato un uomo contento!” lo Smilzo

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Filo di Nota a cura di Mauro De Vincentiis

“La società della stanchezza” (Ed. Nottetempo) è il titolo di un recente saggio del sud-coreano Byung-Chul Han, professore di Filosofia e Teoria dei Media alla Staatlichen für Gestaltung di Karlsruhe, che ha pubblicato saggi e studi sulla cultura della globalizzazione e sulla ipercultura. In poco più di ottanta pagine, l'autore analizza il disagio dell’individuo “tardo-moderno” nell’odierna società della prestazione e della competizione. L’ossessione dell’iperattività

e dell’eccesso produttivo crea disturbi di natura depressiva e nevrotica, nel quadro di una generale incapacità di gestire la “negatività” dell’esperienza. L’uomo iperfrenetico, concentrato in più attività e con molteplici schermi accesi (cellulare, pc, iPad) non rappresenta un’evoluzione. Una denuncia, dunque, della “società della stanchezza”, in cui ogni reazione al modello sociale dominante rischia di essere inibita da un senso d’impotenza.

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Ci occupiamo del passato Proteggiamo il presente Garantiamo il futuro

Sogin è la società di Stato che si occupa della bonifica dei

Nel Parco Tecnologico sarà realizzato il Deposito Nazionale

siti nucleari italiani e della messa in sicurezza di tutti i rifiuti

dove saranno definitivamente sistemati e mantenuti in

radioattivi provenienti dalle attività industriali, mediche e di

sicurezza i rifiuti radioattivi: un diritto degli italiani.

ricerca. Per Sogin la sostenibilità è: È impegnata nella più grande opera di bonifica ambientale della garantire

la

storia

sicurezza

del

nostro

Paese,

per

dei cittadini, salvaguardare

l’ambiente e tutelare le generazioni future.

dei loro effetti sul domani; • tecnologia, know how, salvaguardia dell’ambiente e sicurezza.

Sogin ha il compito di localizzare, realizzare e gestire il Parco Tecnologico, un centro di eccellenza internazionale in cui verranno sviluppate nuove tecnologie e progetti di ricerca per la gestione dei rifiuti radioattivi.

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• responsabilità nelle scelte di oggi e consapevolezza

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Sul sito istituzionale www.sogin.it è disponibile il bilancio di sostenibilità del Gruppo Sogin dove sono riportate le informazioni e i dati sul decommissioning e sulla gestione dei rifiuti radioattivi.


E+ Energia, letteratura, umanità

Le gole dell’Alcàntara solo da qualche decennio sono diventate famose in tutto il mondo. Non c’è persona che venga a Taormina e non senta la curiosità di visitare questo luogo e non provi magari il brivido di immergersi nelle acque gelide, che escono dalla pietra lavica. …Quelle acque non erano libere di andare dove volevano, ma erano costrette a fare un percorso forzato, incanalate in grosse tubazioni, dentro cui un uomo poteva camminare “additta” (in piedi), tanto era largo il loro diametro; venivano condotte a mezza costa, per poi discendere impetuose, e forse anche incavolate, per andare “a mmuttare” (a spingere) le turbine di una centrale idroelettrica, che per noi era l’Officina Elettrica o più semplicemente l’Officina. Il fascino di quell’impianto per noi ragazzi era indescrivibile; la sua sirena, che si sentiva a distanza di chilometri, ci dava gli orari essenziali per le nostre giornate di lavoro nei campi. Quella di mezzogiorno, soprattutto d’estate, era una liberazione; mentre i grandi si riposavano, dopo il fugace pasto, noi potevamo andare a giocare. Giuseppe Mannino* (in “Dalle gole dell’Alcàntara a Berlino ed oltre”, 2007) *È nato a Graniti (Messina) alle gole dell’Alcàntara, nella Valdemone. Pubblicista, poeta, pittore e scultore. Suoi i testi nella “Cantata per la pace”, insieme a quelli di Papa Wojtyla e di Salvatore Quasimodo, per il concerto di chiusura del Giubileo.

Immagine di fondo ideata e realizzata da Alessandro Buttà

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Fo La foto di Andrea Amato

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Karen Thomas La ricerca della pittrice tedesca Karen Thomas è stata sempre indirizzata verso l’astrattismo inteso come sintesi di forma e colore che ricrea, grazie alle tonalità squillanti e al tempo stesso morbide dei colori, il suo stato d’animo e lo stupore di fronte ai misteri del cosmo e della natura. Nelle sue opere la solidità delle forme della tradizione naturalistica, sollecitate da “immagini” esterne, è trasformata in una intensa gamma cromatica grazie ad una personale interpretazione dell’espressionismo astratto. Karen Thomas usa il colore come metafora della luce per mantenere intatte tutte le premesse strutturali della tessitura, del disegno e dell’espressione con le quali realizza la raffigurazione della sua dimensione interiore e spirituale che si rapporta, in una sorta di autonomia, alla realtà esterna. All’interno del suo repertorio linguistico, ampio e suggestivo, ha trovato una sintassi formale univoca sviluppata con una materia pittorica sapientemente controllata dalla quale sprigiona energia. Sfruttando le infinite possibilità offerte dalla sua tavolozza, Karen Thomas riesce a “catturare” la luce e fare di questo elemento luministico una priorità che accentua il ritmo della superficie pittorica nell’indagare la realtà che intende raffigurare, più che nella forma, nelle componenti coloristiche orchestrate secondo straordinari equilibri tonali. Nata a Berlino, Karen Thomas dopo essersi laureata in Letteratura e Filosofia all’Università di Kiel, compie viaggi di studio a Gottingen e Parigi e svolge attività artistica e didattica anche a Lubecca, New York, Los Angeles e Amburgo, dove ha insegnato Pittura e Storia dell’Arte alla Hamburger Kunsthalle, Museo dell’Arte Moderna di Amburgo. Si trasferisce a Roma dove ottiene nel 2000 la cattedra di Tecniche Pittoriche alla RUFA - Rome University of Fine Arts. Tra le numerose mostre personali allestite in Italia, Germania e America e rassegne internazionali alle quali è stata invitata – che scandiscono i più significativi momenti della sua ricerca sugli “effetti” della luce sulla materia – ricordiamo la personale “Il Fascino della Luce” allestita nel 2007 a Roma nel Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo e le partecipazioni alla ARTBASEL di Miami (Florida) nel 2007 e alla Word Expo Shangai (Cina) nel 2010.

“Sogno rosso”, 2003 Olio e pigmenti su tela cm. 60x120

Co Copertina a cura di Vittorio Esposito

Karen Thomas

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