Blitz

Page 1

Blitz Newsletter trimestrale dell’Associazione Pensiero e Azione numero 0 - Aprile 2021


Blitz

Introduzione

?

perchè una newsletter

Dopo aver raggiunto un ottimo risultato alle Elezioni Comunali del 2020 con una percentuale di consensi vicina al 10%, tutti noi, candidati nella lista civica Sandro Parcaroli Sindaco, abbiamo pensato di dare seguito al nostro impegno costituendo l’associazione “Pensiero e Azione”. “Blitz newsletter”, sua emanazione, nasce quindi con l’intento di sviluppare la precedente esperienza a sostegno del nostro Sindaco, degli assessori e dei consiglieri della Giunta Comunale. L’associazione conta per il momento trentacinque aderenti, praticamente tutti gli iscritti alla lista elettorale. È composta dalle più variegate personalità con competenze nel mondo del lavoro, politico e sociale. Scopo dell’iniziativa quindi è informare, attraverso la newsletter, quante più persone possibili circa l’attività in Giunta ma non solo. Promuovere le istanze dei cittadini, favorire lo sviluppo di nuove idee per il territorio, incoraggiare attività inerenti la cultura e il turismo, sostenere in trait d’union i nostri rappresentanti, poiché nessuno di loro, tranne in un caso o due, ha mai calcato le sale del Consiglio Comunale. A questo proposito, “Blitz” si propone di offrire un valido supporto ai nostri delegati perché possano, in serenità e competenza, affrontare i mille problemi quotidiani.

Blitz, etimologicamente dal tedesco “lampo”, si propone come incursore esterno nella buona gestione della Polis, nella salvaguardia dell’etica, nella trasparenza, termine ormai sempre più opacizzato, della politica cittadina. E, appunto come un lampo, ha la pretesa di irrompere nelle situazioni più controverse con tempestività, concretezza e buonsenso. Blitz è anche un contenitore di parole e di idee in libertà, di dialettica filosofica e morale, di arte e architettura, cinema e teatro, immagini e fotografia. Di doveri e di sostanziale diritto di parità rispetto ai cittadini maceratesi, di dialogo e di inclusione sociale delle persone meno fortunate. Blitz avrà cadenza trimestrale, i suoi contenuti redazionali sono a libera e totale discrezione di ogni componente dell’associazione circa la scelta dell’argomento, le modalità di espressione e la propria sensibilità. Ci auguriamo che posssa essere un servizio utile alla comunità e una concreta opportunità di reale collaborazione tra gli eletti e gli elettori. Solo insieme potremo infatti contrastare i vizi del malcostume, del clientelismo, dell’intransigenza ideologica. Buon lovoro a tutti!


Blitz

Statuto

principi fondamentali dell’associazione 4) Gli iscritti di Pensiero e Azione hanno il dovere di tenere sempre una condotta pubblica dignitosa e non possono tenere comportamenti o manifestare pensieri in modo tale da poter ledere all’ immagine, all’autorevolezza, alla credibilità dell’associazione. Il ruolo deve essere sempre rivestito all’insegna della traspa2) Chi aderisce a Pensiero e Azione dichiara di essere con- renza, della lealtà, dell’onestà, della coerenza e del rispetto. sapevole che l’iscrizione non gli attribuirà nessun vantaggio L’azione dell’associazione deve essere sempre congrua, riod interesse personale e nessuna situazione di privilegio, spettosa dei ruoli e delle funzioni ed in linea con i programsalvi i diritti partecipativi alla vita democratica dell’associa- mi, le posizioni e le mozioni condivise negli appositi organi zione, e che Pensiero e Azione rifiuta ogni forma di violenza associativi. e di discriminazione. 5) Gli iscritti a Pensiero e Azione perseguono la credibili3) Chi aderisce a Pensiero e Azione si professa contrario ad tà della politica, perché rafforzi il rapporto di fiducia con i ogni sfruttamento per finalità improprie dell’appartenenza cittadini. Ritengono che la politica debba assolvere la sua associativa, condannando ogni forma di millanteria, favori- funzione pubblica senza essere subalterna ad alcuno. tismo, promessa indebita, perseguimento di interessi parti- Al tempo stesso, concepiscono la politica come aperta all’acolari a discapito di quelli generali, ancor di più se posti in scolto della cittadinanza e dei suoi bisogni, rispettosa delle altre autonomie, non autoreferenziale e soprattutto lontana essere per raccolta di consenso personale. L’associazione si riconosce negli ideali propri delle espe- da qualunque pretesa di invadenza e di lottizzazione. rienze democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste e si ispira ai valori universali di libertà, giustizia 6) L’iscritto a Pensiero e Azione è un cittadino che si impee solidarietà concretamente operando a difesa del primato gna in prima persona al miglioramento ed alla crescita del della persona in ogni sua espressione. L’azione dell’asso- territorio in cui vive e/o interagisce. ciazione si basa su un sistema di valori ispirato, oltre che Partecipa e favorisce la partecipazione, valorizza la dialetal primato della persona, anche alla dignità di ogni essere tica ed adotta atteggiamenti propositivi nei confronti di umano, alla centralità della famiglia, alla solidarietà, al di- questioni relative al proprio territorio offrendo il proprio ritto di sicurezza di ogni cittadino in una visione di sviluppo contributo a prescindere dagli eventuali incarichi politici o amministrativi ricoperti. sostenibile, all’etica della responsabilità e della legalità. 3 1) Gli iscritti scelgono di aderire a “Pensiero e Azione” per perseguire il bene comune nella gestione della cosa pubblica, per promuovere la crescita e la rappresentanza dell’associazione nelle strutture democratiche della città e del territorio.


Blitz

Scuola

mense scolastiche Il 15 febbraio 2021 si è animato il dibattito consiliare sulla riorganizzazione delle mense scolastiche di Macerata per effetto di una mozione presentata dalla consigliera di opposizione Stefania Monteverde. In particolare la promotrice proponeva all’amministrazione di sospendere la riorganizzazione in atto e di aprire un tavolo di confronto. La risposta è stata puntuale e dettagliata, in quanto sul servizio a domanda individuale delle mense scolastiche l’attuale amministrazione si prefigge un obiettivo molto ambizioso dopo aver coinvolto tutte le parti interessate, gli esperti di settore e l’Asur. La mission principale è soddisfare il fabbisogno nutrizionale dei bambini, dotare le mense di strumentazione che aumenti la sicurezza e la conformità delle norme, nonché la qualità del cibo cotto con strumentazione che ne mantenga gusto e proprietà, attraverso una strumentazione che conserva tutte le proprietà organolettiche in modo da fornire il giusto nutrimento e gli elementi nutrizionali, promuovere l’acquisto di derrate alimentari bio, a km zero e a filiera corta.Tutto ciò comunque orientato verso la meta di promuovere l’educazione alimentare sana e corretta dentro e fuori la scuola, coinvolgendo bambini, docenti, genitori e cuochi in percorsi di formazione, anche con il coinvolgimento dell’Università di Macerata, di nutrizionisti e dietologi esperti. L’istruzione alimentare non è così diffusa e non c’è spesso coerenza nelle scelte alimentari richieste alla scuola e poi attuate a casa, il cibo va raccontato ed è importante spiegare cosa c’è nel cibo e a cosa fa bene, perché non deve essere sprecato. In due parole: educazione alimentare. E, a farci da maestri, forse saranno proprio i nostri bambini. Nello specifico, l’amministrazione comunale ha pensato ad una riorganizzazione che permetterà di ridurre le ore lavorative, senza licenziare nessuno, e questo avverrà non sostituendo i prossimi pensionamenti e riducendo le ore di scodellamento. Le risorse che si riusciranno a risparmiare con questa nuova riorganizzazione permetteranno di svolgere corsi di formazione, di acquistare attrezzature per la sicurezza, l’adeguamento alla normativa di conformità vigente e di organizzare un più efficace controllo. C’è la consapevolezza che l’alimentazione e l’attività fisica sono gli strumenti indispensabili per una vita sana e longeva ed è per questo che si è presa la decisione di occuparsi delle mense sin dall’inizio del mandato. Si è cercato di capire come le mense classificate ai primi posti della classifica di Foodinsider gestiscano le loro mense e quali siano i punti forti per poter migliorare anche le mense di Macerata. 4

Dal sito del Comune di Cremona primo classificato della classifica di Foodinsider si evince che il servizio è dato in gestione ad una società esterna al comune, la Camst e che quindi i pasti vengono trasportati nelle scuole. Il Comune di Macerata continuerà invece a far preparare i pasti dai cuochi comunali utilizzando le sei strutture più attrezzate, ci saranno pertanto mense serventi e mense riceventi. Da tenere presente che comunque il primo piatto sarà preparato internamente da tutte le mense, le quali poi riceveranno il condimento e il secondo piatto dalle mense serventi. La cottura del cibo veicolato è effettuata contemporaneamente sia per la cucina servente che per la mensa servita, i tragitti sono brevi e saranno a ridosso del momento della somministrazione, saranno traportati in contenitori idonei al mantenimento della temperatura, entro ristretti limiti temporali che permetteranno di non far perdere le proprietà organolettiche degli alimenti, così come avviene anche alla mensa di Cremona prima classificata. Nel sito del comune di Cremona si può leggere quanto segue: “Tra gli elementi distintivi presenti nell’organizzazione della ristorazione scolastica a Cremona oltre ai menù <<più equilibrati>>, il Comitato Scientifico ha evidenziato la presenza di un’ ampia offerta (scelta tra due menù) e una particolare attenzione alla formazione dei cuochi volta allo scopo di cucinare in modo sano, ma con molta attenzione anche al gusto.” È evidente che il servizio mense scolastiche di Cremona, che lo si ricorda è il primo classificato per la qualità, ha focalizzato l’attenzione su un menù più equilibrato, con doppia scelta e sulla formazione dei cuochi, questo è quello che si prefigge questa amministrazione comunale, si punta al miglioramento per poter diventare un’eccellenza. In più rispetto all’organizzazione del comune lombardo, questa amministrazione non intende esternalizzare il processo di preparazione dei pasti, quindi questo rimarrà totalmente in gestione diretta e nessuna mensa esistente verrà smantellata. Per garantire la qualità del cibo trasportato, è stato stilato un aggiornamento del Piano di autocontrollo che prevede le nuove procedure da osservare scrupolosamente in cucina da parte del personale, l’indicazione dell’attrezzatura da usare, la rilevazione puntuale delle temperature del cibo presso la mensa di destinazione, con la massima trasparenza e il massimo coinvolgimento anche dei comitati mensa.


Blitz

Scuola

Sicuramente è d’obbligo valutare anche l’aspetto economico visto che questo servizio a domanda individuale delle mense dal 2015 al 2019 hanno determinato in media un disavanzo annuo di 1 milione e 200mila euro e complessivamente nei 5 anni un importo totale pari a 6 milioni di euro. Costi a carico di tutti i cittadini maceratesi. In conclusione la riorganizzazione del servizio mensa porterà a un risparmio dei costi finalizzato a migliorare la qualità dei cibi, alla formazione dei cuochi addetti alla loro preparazione, all’acquisto di attrezzature per la maggiore sicurezza e al controllo della qualità dei prodotti trasportati, mantenendo il carattere biologici delle materie prime. Assessore Katiuscia Cassetta – Consigliere Romina Leombruni

Katuscia Cassetta, Assessore alla cultura e all’istruzione, cambia look! Sceglie un outfit più consono alle nuove esigenze.

Blitz

Attualità

cronaca di una pandemia (e di istantanee) che non ti aspetti Da qualche giorno il telefono mi ripropone nella sezione “Ricordi” una foto che, anche senza il suo supporto, non potrei dimenticare. Un’istantanea che mi ritrae allo specchio nell’ascensore della farmacia in cui lavoro. Non amo essere fotografata, ancor meno farmi dei selfie, ma quel giorno di circa un anno fa fotografarmi è stato un atto spontaneo. Per questioni logistiche io e i miei colleghi saliamo e scendiamo da quell’ascensore innumerevoli volte al giorno per raggiungere il magazzino, una corsa di una manciata di secondi in cui non riesci nemmeno a sbirciare il telefono o a ricomporti i capelli, presi dalla fretta di ritornare al banco. Il 9 marzo 2020 mentre la porta dell’ascensore si chiude dietro di me c’è fila fino a fuori, i pazienti ci assalgono ininterrottamente da giorni. Lascio un gran confusione alle mie spalle.

“Distanziati per favore, ha letto il cartello? Si entra uno alla volta!” “Alcool ne avete? Amuchina?”. “Signora non deve appoggiarsi al bancone, rimanga dietro la linea!” Il telefono squilla in continuazione. “Dieci confezioni di vitamina C”, “Ci dispiace è terminata”, “E la vitamina D, posso prenderla? 3 litri di spray all’alcool basteranno?”. “Mascherine ne avete? Chirurgiche? FFP2, FFP3?”, “Ci dispiace signore, sono finite”, “Eh ma lei ce l’ha!”. Vorrei rispondere a tono a quell’ultima frase, vorrei dire al signore in questione che quella che indosso è l’unica mascherina che ho e che nella migliore delle ipotesi la dovrò tenere per giorni, gridargli che vorrei aiutarlo ma non so come, dirgli che anche io ho paura, per me, per la mia famiglia, per i genitori anziani. 5


Blitz

Cederei la mia mascherina se potessi, ma mi occorre per poter restare lì, per rispondere a domande che non hanno risposta, per ascoltare timori e dubbi senza aggiungerne altri, per comprenderli senza capire, per servire come posso. Nel silenzio che mi regala l’ascensore, la rabbia e il senso d’impotenza evolvono in sconforto, cerco allora il mio sguardo allo specchio per dire a me stessa di non cedere a quella tentazione. Lì, in quel momento, per la prima volta vedo il mio volto coperto da una mascherina, sola con i miei pensieri realizzo che mi sembra di vivere un brutto sogno. Scatto d’istinto quella foto perché purtroppo è tutto vero e non lo voglio dimenticare. Voglio ricordare per sempre lo smarrimento e la paura di quel momento, come monito per il futuro, come lezione di vita. Mi riprometto di imparare da tanti errori fin lì compiuti, come dare tutto per scontato e non accorgersi della bellezza delle piccole cose, della loro importanza nella mia vita. Pranzare in famiglia, abbracciare i nipoti, passeggiare nella natura: voglio la mia normalità e un poco di leggerezza. Rivoglio tutto e sono disposta a qualsiasi sacrificio pur di riuscirci, se come dicono in molti questa è come una guerra, io sono pronta a combattere. Nel mio piccolo, ma con tutte le mie forze. Papa Francesco in una recente intervista ci ricorda che nessuno si salva da solo, che da una crisi si esce sempre cambiati, sottolineando che solo abbandonando la logica egoista dell’io anteponendole quella del bene comune, del noi, ne usciremo migliori e non peggiori. E se questo vale nella vita personale lo è ancor più in quella politica, «tutta la classe dirigenziale non ha diritto di dire “io” … deve dire “noi” e cercare unità di fronte alla crisi». La solitaria salita del Papa sul sagrato della Basilica di San Pietro, la sua preghiera di affidamento a Maria e il suo “non lasciarci in balia della tempesta”, impressi per sempre nelle nostre menti, consegnano alla storia un’altra istantanea indimenticabile, non solo per me ma per il mondo intero: una piazza vuota e silenziosa ma incredibilmente piena di tutta l’umanità, tutti “sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”.

6

Attualità

Ho indossato quella stessa mascherina per giorni e tante altre ne sono susseguite, nelle farmacie di tutta Italia si è cercato di reggere il colpo, riadattandosi nei modi ma senza mai perdere professionalità e serietà. Studi autorevoli oggi riconoscono la centralità del presidio farmacia durante l’emergenza sanitaria, divenuta più che mai punto di riferimento per la collettività. Non ho mai abbassato la guardia, al lavoro come a casa, ho rispettato le regole e creduto fortemente nella ricerca e nella scienza. Con queste armi continuo la battaglia, guardando con fiducia al futuro, mentre aspetto con ansia di ricevere il vaccino.

Consigliere Cristina Cingolani


Blitz

Attualità

i colori delle donne In data 25/02/2021 si è insediato il nuovo Consiglio delle Donne. Si sono riunite le componenti del Consiglio delle Donne alla presenza della nuova Presidente Sabrina De Padova, della lista civica Sandro Parcaroli, votata ad unanimità. La Presidente invita l’assemblea ad un minuto di silenzio per commemorare la morte dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista Mustafà vittime di un agguato nella Repubblica Democratica del Congo. Ha espresso inoltre solidarietà nei confronti dell’onorevole Giorgia Meloni vittima, nei giorni scorsi, di insulti sessisti da parte del docente dell’Università di Siena Giovanni Gozzini. Si dà poi lettura all’O.d.G., la Presidente del Consiglio delle donne, Sabrina De Padova, insegnante da 25 anni nelle scuole medie superiori, frequentando una particolare fascia d’età, comunica l’importanza di affrontare nelle scuole argomenti come la parità di genere, i sani rapporti di coppia. Pertanto illustra un punto all’O.d.G., la presentazione nelle scuole di incontri programmati sulla tematica “il sano rapporto di coppia”. La Presidente sostiene che, dalla scuola materna fino alle scuole superiori, è importante sviluppare un pensiero sano sui rapporti di coppia, utilizzando gli strumenti a disposizione in ogni fascia di età (letture favole, testi, libri), soprattutto alla luce dei numerosi femminicidi di cui la cronaca ci dà notizia. Gli incontri previsti in questo periodo saranno a distanza, poi se sarà possibile in presenza. Un altro punto all’O.d.G. sono le proposte, inerenti alla Giornata Internazionale della Donna: - la prima proposta è “I colori della Donna”, consiste nell’illuminazione dello Sferisterio di fucsia, per omaggiare tutte le donne con le loro mille sfumature, gli sguardi, le speranze, i mille ruoli che ricoprono; - la registrazione e divulgazione di un video “Parole e musica” con la partecipazione di un trio musicale composto da violoncello e violini, che eseguirà dei brani intervallati dalla lettura di alcuni testi, saggi e poesie; - presentazione della mostra fotografica “Il Lavoro della donna nella storia” con illustrazione della mostra fotografica tratta dall’archivio Balelli. Link e QR Code dove è possibile visionare le proposte realizzate: https://fb.watch/4eOY0NRSqW/ https://fb.watch/4eP1IdWH9w/ 7


Blitz la gloriosa storia dell’arena e le nuove prospettive con l’amministrazione parcaroli. Non vi è alcun dubbio che le nostre stagioni liriche, lo Sferisterio, da sempre, costituiscano il punto di forza della nostra città, una sorta di “fulcro”, un biglietto da visita ben distinguibile e che oltrepassa la Provincia, la Regione, rimandando la propria immagine all’estero. Ma non è tutto: dai tempi della sua nascita assistiamo ad una sorta di ambiguità, come ben vedremo, ad un sottile e più o meno evidente filo rosso, che chiamerò “fuoco amico”. La stessa vicenda del progetto tra l’architetto Innocenzi e il più “introdotto“ Aleandri, dei lavori durati anni e, a ben vedere, all’insegna della generosità di alcuni e del mero calcolo di altri, risulta emblematica. E tuttavia nasce in questo clima il più importante monumento della nostra città, uno dei maggiori esempi di neoclassico nazionale e, dal punto di vista acustico,un tempio della musica, lirica e non solo, che può rivaleggiare con altre famose arene come Verona. Tra giochi di palla al Bracciale ed altre attività, agli inizi dello scorso secolo, dopo la Grande Guerra, un ricchissimo e colto mecenate, il conte Conti, si invaghisce del soprano Francisca Solari e per lei allestisce, a sue spese, il magnifico spettacolo dell’Aida, con enorme afflusso di persone da tutta Italia, di cui quest’anno ricorrono i cento anni, ed una seconda stagione, nel 1922, che non ripete però i fasti dell’Aida dell’anno precedente. In seguito l’Arena, priva di veri mecenati e della volontà politica del Governo cittadino, subisce un ingiusto periodo di oblio, a cui pone fine il Sindaco Elio Ballesi il quale, siamo nella seconda metà degli anni sessanta, dà il via al periodo aureo dello Sferisterio: sul nostro palcoscenico passano tutte le grandi star del bel canto (Del Monaco, Pavarotti, Ricciarelli, Bruson, Caballè, Corelli, Kabaivanska), del Balletto (Nureyev), della musica “profana” e del Jazz, soprattutto grazie al Direttore artistico Perucci e fino alla sovrintendenza Orazi. Appartengono alla storia della musica la Bohème di Ken Russell dell’84, la Traviata di Svoboda del ’92, la Turandot del De Hana del ’96. Non sono da trascurare le innumerevoli occasioni di lavoro che da sempre lo Sferisterio rappresenta per tanti giovani e non di Macerata e non solo: elettricisti, carpentieri, falegnami, professionisti delle luci e del suono, sartoria, mascherine, coro, grafici, addetti al movimento delle “masse”, fino a costituire una cosiddetta ”Scuola maceratese”.

8

Il futuro dello Sferisterio


Blitz

Le stagioni si sono susseguite, con alterne vicende, con grandi registi e sovrintendenti, ma ferma è rimasta la linea di fruttuosa solidarietà e lavoro, di professionalità e di “biglietto da visita”, e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Ma i tempi, da un ventennio o forse più, sono cambiati,e qui ritorniamo al concetto del “fuoco amico”. All’inizio degli anni novanta infatti, si accende un dibattito importante che riguarda la nostra Arena e, su iniziativa del giornalista e poeta Guido Garufi, da sempre interessato al mondo dello Sferisterio ed in rapporti con esponenti di spicco della Scuola maceratese come i Craia, Giampaolo Proietti, Stefano Vecchioni, l’avvocato ed assessore Mandrelli, il direttore Carletti e con organizzazioni sindacali della lirica, prende forma concreta la possibilità di trasformare l’Arena da Teatro di tradizione nella ben più importante figura di Ente lirico: se ne interessa persino l’allora potentissimo Segretario della DC Arnaldo Forlani che, in un incontro nei pressi dello Sferisterio con il Garufi ed altri, dà l’ok per la nostra Arena ed auspica addirittura la creazione di un altro Ente lirico, quello di Bari. Tutte le forze politiche e le associazioni locali in apparenza sono entusiaste di questo progetto, che avrebbe portato più risorse pubbliche e una consacrazione definitiva per l’Arena: il progetto sfuma all’improvviso in quanto bloccato dal “fuoco amico”. La città perde un altro treno anche durante la breve legislatura Menghi: in qualità di Presidente della Commissione Cultura Guido Garufi si adopera affinché oltre al Sovrintendente Orazi venga nominato un Direttore Artistico che non sia lo stesso Orazi, il quale fino ad allora deteneva entrambi i ruoli, anche recependo una giusta istanza di molti, per un pluralismo decisionale e culturale all’interno dell’Arena. A tal fine, il Garufi contatta un nome non da poco, il figlio del direttore della SIAE Roman Vlad, Alessio, il quale, nel corso di un incontro a Roma, si rende disponibile alla proposta: inutile dire che anche questo progetto sfuma per un secondo “fuoco amico”, ed insieme alla rinuncia dello scenografo Dante Ferretti, sempre durante l’amministrazione Menghi, costituisce un danno incalcolabile per la nostra comunità. La scarsità delle finanze in seguito e, a volte, una gestione sopra le righe, obbligarono i soci dell’ Associazione Arena

Il futuro dello Sferisterio

Sferisterio (va ricordato che prima dell’ era Orazi la stagione lirica era gestita autonomamente dall’Assessorato alla Cultura del nostro Comune) ad accedere a mutui per “sanare” alcuni deficit (più o meno fisiologici). Di danaro, insomma, ce ne era di meno. Ma la stagione lirica riesce a reggere, magari rinunciando alle grandi scenografie (quelle meravigliose sotto la Sovrintendenza Orazi), declinando verso registri più minimali e puntando, magari, a sperimentazioni e ad alcune “grammatiche” di avanguardia. Ma di questo non si vuole discutere nel contributo che scrivo. A mio avviso la questione è altra e diversa. Partendo dal breve excursus fatto sopra per inquadrare in estrema sintesi la questione Sferisterio,veniamo alla vittoria del Centrodestra, che indubbiamente costituisce una novità per Macerata, in quanto la coalizione che ha vinto ha in sé un orientamento liberale, e pertanto non può non dare un segno, una sterzata, proprio dirigendosi verso fini e mete inedite: non si tratta solo o tanto di cambiare “cartellone”, o “scenografia”, la questione è più profonda e radicale. Appare a tutti che, non solo in Italia, la confluenza di pubblico e privato, ovvero la sinergia virtuosa tra i due segmenti, non possa che giovare alla pubblica Amministrazione. Si potrà dire che, comunque, il privato, nella sua qualità di sponsor, sempre ha aiutato le magnifiche sorti e progressive della nostra Arena. Ma bisognerà ricordare, storicamente parlando, quanto accadde in Consiglio comunale nel 2011. Il Consiglio, dopo alcuni mesi di ampio e proficuo lavoro delle due Commissioni (I e IV), alla quale partecipavano, quindi, maggioranza e minoranza (è il caso di ricordare gli apporti giuridici, ad esempio, dei consiglieri Fabio Pistarelli, Giorgio Ballesi, Bruno Mandrelli, e tutti gli altri) licenziò un testo definitivo e votato alla unanimità, sia dalle due Commissioni e poi, doverosamente, dal Consiglio comunale. Fu la prima volta, dunque, che si trovò un comune intento e una compattissima e decisa volontà consiliare. La delibera di indirizzo del Consiglio tracciò la via del passaggio da “Associazione” a Fondazione. La filosofia interna all’atto era semplice e virtuosa. Non si trattava e non si tratta di privatizzare lo Sferisterio ma, più semplicemente, di chiamare “privati” all’interno di una nuova “struttura giuridica” (Fondazione o altro), affinché possano far sentire la loro voce in modo non semplicemente ausiliativo, ma con diritto al voto.

9


Blitz

Tale indirizzo votato all’unanimità, è bene ricordarlo, non fu “casuale” e neppure “superficiale”: consiglieri, giuristi, avvocati e commercialisti, apportarono contributi in modo da mettere il Consiglio nella condizione di votare un oggetto non effimero. La delibera consiliare, per iter fisiologico, deve essere approvata dalla Provincia. Non a caso, infatti, nel 2012 (un anno dopo la delibera del Consiglio) alcuni consiglieri di minoranza (Nascimbeni, D’Alessandro, Conti e diversi di maggioranza, Garufi) chiedono che fine ha fatto la delibera che avevano votato l’anno precedente. Come si dice: interrogato il morto non rispose. Nel 2017, in un summit poco pubblicizzato, la Provincia fa sapere che non è possibile trasformare l’Associazione in Fondazione. Tale presa di posizione del “socio” comunale non viene affatto recuperata dalla stampa locale, e non si hanno tracce di un dibattito consiliare al riguardo: siamo all’ennesimo caso di “fuoco amico”.

Il futuro dello Sferisterio

Tutto questo per dire che è arrivata l’ora, politicamente, di lanciare qualche reale segnale di discontinuità, magari recuperando la vecchia delibera consiliare, invertendo la tendenza e spegnendo definitivamente eventuali fuochi amici, aprendo un dibattito franco, leale ed operativo, non fatto di chiacchiere ed inspiegabili ripensamenti: per “fuoco amico” si intendono infatti non entità indefinite ed oscure, ma precise forze del mondo politico ed associazionale, che hanno bloccato nel tempo qualsiasi innovazione in ogni campo, da quello della grande viabilità a quello economico o culturale, tesa allo sviluppo e alla crescita della nostra città. Il nostro Sindaco Sandro Parcaroli, che professionalmente ha in sé la struttura e la cultura liberal democratica dell’iniziativa e dello sviluppo, è l’uomo giusto per dare attuazione a quanto fin qui scritto: infatti, ha già dato un primo importante imprinting con la nomina del nuovo CDA dello Sferisterio in cui, tra molteplici ed ottime professionalità, spicca di certo la figura dell’ing. Malgrande, della cui specifica esperienza e del cui alto profilo la città intera saprà approfittare. Con il passaggio a Fondazione lo Sferisterio si gioverà di maggiori responsabilità e la stessa politica, in parte arretrando virtuosamente, non potrà che vantarsene, anche di fronte alla città.

Giovanna Matteucci

10


Blitz

Rioni e dintorni

un viaggio tra le frazioni, luoghi meno conosciuti che possono riservare sorprese. tappa a sforzacosta. Case sparse che gravitano intorno ad un centro storico, zone che fanno parte di un territorio comunale o anche contrade più distanti. Sono le frazioni, luoghi che, quando si parla di ciò che val la pena vedere in un Comune o in una città, spesso passano inosservate. Un errore che si fa quando si pensa che questi “microcosmi” non siano parte integrante di un centro abitato più grande e che non riservino comunque qualche aspetto interessante da scoprire e conoscere. Proprio a causa di ciò, con il primo numero di questo progetto, inizia anche un viaggio fatto di parole e suggestioni che comincia da quelle zone, forse meno note, di Macerata per arrivare poi al centro storico. Un tour tra le frazioni per scoprire dei mondi nuovi, dei luoghi dove la gente abita e vive, posti che hanno tanti aspetti che val la pena sottolineare e tanti altri che forse si potrebbero cambiare È Sforzacosta il teatro dell’inizio del tour: una frazione della città (raggiungibile anche in treno, per la presenza della stazione ferroviaria) raccontata da chi la vive da qualche anno e da chi è nato e cresciuto in questo quartiere. Uno spaccato di città condiviso grazie all’aiuto di Stefania Pisello, che dal 1992 ha deciso di spostarsi con la famiglia qui e di Sara Mandolesi che ci è nata, vissuta e ha aperto un negozio. Sforzacosta: un luogo che nel nome conserva la sua storia antica. Sembra infatti che si chiami così perché un componente della famiglia maceratese dei Costa chiamato Sforza Antonio Costa ai primi anni del ‘700 aprì un’hostaria in quello che un tempo era un piccolo borgo già nato lungo la strada per Roma, così la gente prese ad indicare il locale come l’osteria di “Sforza Costa” e la stessa denominazione identificò l’intero borgo. C’è chi, invece, riporta che il nome Sforzacosta derivi dalle due famiglie – Sforza e Costa – che avrebbero avuto qui le loro dimore. Un’ipotesi che però non trova riscontro in nessun documento. Lo stesso luogo dove – e questo è più certo - nella storia ci fu un campo di internamento per i prigionieri, un vecchio opificio presente in zona che nel 1940 fu trasformato in un campo di concentramento.

Sforzacosta è anche il luogo di posti insoliti, particolari e di grande interesse storico e culturale. Come Villa Boschetto Ciccolini Ricci, proprietà del Sovrano Militare dell’Ordine di Malta. Un edificio neoclassico in contrada Borschetto Ricci, dal nome della famiglia che ne entrò in possesso nel 1592. Spostando il pensiero ai giorni moderni basta nominare Sforzacosta per aver subito in mente il Cosmari, il consorzio di smaltimento rifiuti che insiste non molto lontano e che provoca non pochi disagi, tra puzze e inquinamento. Una frazione che mescola in sé tanti pro e contro: da una parte c’è la tranquillità, la posizione strategica e i tanti servizi che qui certo non mancano. Punti di forza per chi nella zona vive e passa la propria quotidianità. Un posto tutto sommato abbastanza comodo anche per crescere una famiglia con bambini, anche se mancano centri ricreativi per piccoli e per gli anziani e zone verdi, quelle esistenti sono molto vicine ad incroci con alta densità di traffico. La frazione è anche il luogo dove grazie alla Parrocchia molto attiva, non mancano eventi (in tempi normali) come la fiera del Patrono San Giuseppe e quella dell’8 dicembre. Sforzacosta è anche, storicamente, un luogo di grande passaggio. Avere qui un’attività commerciale, come conferma Sara Mandolesi, dà grande visibilità anche se, nonostante la piccola dimensione e il ricordo di un borgo raccolto, i clienti arrivano più da fuori che dalla frazione stessa. Un quartiere dove chi ci abita da tempo sogna di vedere più aree verdi, magari anche con l’avanzamento del progetto della pista ciclopedonale lungo il fiume Chienti. La realizzazione di un parco naturale che renderebbe più attrattiva la frazione per i cittadini delle zone limitrofe ed anche qualche luogo di ritrovo per i ragazzi adolescenti e, magari, delle scuole di maggior livello che possano offrire servizi più adeguati alle famiglie che scelgono questa zona di Macerata per crescere i propri figli

Erika Mariniello

11


ASSOCIAZIONE

Macerata, via 8 Marzo, 9 - mail: pensieroazionemc@gmail.com C.F. 93087930439

Comitato di redazione Art director Alberto Bigelli Copywriter e Social media marketing Erika Mariniello Hanno collaborato Stefano Settimi Katiuscia Cassetta Romina Leombruni Cristina Cingolani Sabrina De Padova Giovanna Matteucci Stefania Pisello Sara Maldolesi


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.