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Gabiano e dintorni

Il mensile dal Nost MunfrĂ

G&d

Sommario Nost MunfrĂ Alfiano Natta: il restauro del vecchio forno e le nostre radici Pontestura: Il teatro Verdi Personaggi: Riccardo Gualino e Cesarina vite vissute intensamente

maggio 2012

Tamburello serie C e D


Nost Munfrà Caro G&d

Cari amici

Siamo tre giovani gabianesi, nati e cresciuti tra queste colline, con tanta voglia di fare, proporre, studiare idee per valorizzare e migliorare il nostro bellissimo territorio. Tempo fa il direttore di questo periodico, ci ha lanciato l'idea di creare un gruppo per dare vita ad alcune iniziative di promozione della nostra zona. Subito ci sono balzate in mente molte idee, aventi come obbiettivo questo: organizzare eventi culturali, musicali, sportivi ecc., i quali possano dare risalto a quanto abbiamo la fortuna di possedere. Viviamo in luoghi ricchi di ogni genere di bellezza, dalla natura, all'arte, alla cucina. Quello che vogliamo è dar luce alle mille sfaccettature di questo immenso patrimonio che è il nostro territorio, creando un'associazione di volenterosi che abbia voglia di fare. Le idee sono molteplici. Noi amiamo il nostro paese e quindi vogliamo farlo risplendere. Occorre che la gente riscopra il piacere di visitare i nostri luoghi, trovi gusto nel farlo, e voglia di ritornarci. Serate musicali, passeggiate, mostre... tutto ciò non può che portare lustro al nostro paese, quando a muovere il motore è lo spirito di unione; e come si direbbe dalle nostre parti "pi tanc ca suma. mei a l'è ". Questo a grandi linee il nostro programma, lo schema su cui vorremo basarci per dar vita a questo gruppo. Per concretizzare queste idee, abbiamo bisogno di tanta collaborazione da parte di tutti, giovani e non giovani, che abbiano a cuore la nostra realtà.

Innanzitutto grazie per aver condiviso l’idea di “fare” qualcosa per il nostro territorio. Ci fa particolarmente piacere vedere questa attenzione da parte di giovani che più di altri dovranno affrontare e vivere il futuro della nostra terra. Come è a tutti noto sono anni difficili e una iniezione di buona volontà e attivismo credo siano, non solo utili, ma necessarie. Non resta quindi che incontrarci con tutti coloro che si vogliono unire a noi. E’ sufficiente contattare i promotori alle mail o cellulari indicati o su facebook o, ancora la redazione di G&d: posta@gabianoedintorni.net cell. 335-7782879. Organizzeremo quanto prima un incontro, faremo sapere dove e quando. Per quanto ci riguarda l’invito a costituire gruppi si estende anche a tutti gli altri Comuni in cui G&d viene distribuito. Il nostro mensile resta a disposizione per segnalare, collaborare, promuovere, pubblicizzare, suggerire ogni iniziativa a sostegno del nostro Monferrato. Ciao e... a presto!

Alessandro Bossetto ale-j89@hotmail.it cell. 3270684286 Alessandro Coggiola garadan@libero.it cell. 3343131343 Pier Garimanno frangar1@tiscali.it cell. 3489156495

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Enzo Gino Comuni in cui viene distribuito G&d Comunità Collinare Colli e Castelli 1- ALFIANO NATTA, 2- CAMINO, 3- CERESETO, 4- MOMBELLO M., 5- MURISENGO, 6– SOLONGHELLO, 7- VILLADEATI Comunità Collinare Valle Cerrina 1- CASTELLETTO MERLI, 2- CERRINA, 3- GABIANO, 4- MONCESTINO, 5- ODALENGO GRANDE, 6- ODALENGO PICCOLO, 7- PONZANO 8- SERRALUNGA DI CREA, 9- VILLAMIROGLIO Altri Comuni 1 – CONIOLO, 2 - VERRUA SAVOIA 3 - PONTESTURA

E’ stato riaperto lo Story Park Dopo alcuni mesi di chiusura, con nuovi gestori, è stato aperto lo Story Park. Nella struttura situata a Gabiano è possibile vedere nella sala multimediale la raccolta di documentari sulla storia, i personaggi, e altro ancora del Monferrato. E’ inoltre disponibile una sala per riunioni e convegni. E’ stato riavviato il servizio bar che funzionerà per ora solo dal venerdì alla domenica. La cooperativa Sociale Nuova Vita che ha sede a Torrazza Piemonte oltre a gestire i servizi dello Story Park gestirà anche l’ostello di Varengo. Gino Abrigo e Patrizia Becchio rispettivamente presidente e vice presidente della cooperativa conducono insieme ai soci anche il -Laboratorio della Fabula- associazione culturale. Abrigo conosce bene Gabiano, dal 1992 al 1996 è stato il Responsabile del progetto sperimentale proprio in questo Comune per l’inserimento lavorativo terapeutico/ riabilitativo per utenza psichiatrica – Coop. Incontro di Torino. Auguriamo quindi buon lavoro ai nuovi gestori. Per informazioni: direzionecooperativa@libero.it 011-6984390 - cell. 392.9390181

G&d www. gabianoedintorni.net www.collinedelmonferrato.eu Autorizzazione n° 5304 del 3-9-99 del Tribunale di Torino Direttore Responsabile Enzo GINO - Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Cantavenna 15020 Gabiano - Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Editore: Associazione Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Conto Corrente Postale 001002690764; Banca di Legnano: filiale di Gabiano Conto Corrente n° 195. IBAN: IT26S0320448290000000000195 Per informazioni e pubblicità cell. 335-7782879; e-mail: posta@gabianoedintorni.net


Il restauro del vecchio forno a Sanico di Alfiano Natta

Recuperare un forno è anche recuperare il senso della comunità

Fu costruito su terreno donato dal cav. Egidio Beccio (che ha offerto anche il terreno dove è stato edificato il monumento ai caduti di Sanico). Inizialmente appartenente alla Chiesa locale, poi una bolla napoleonica ne trasferì la proprietà al paese. Nel corso dei secoli la proprietà venne disputata più volte fra la Chiesa parrocchiale e gli abitanti, benché il 17 settembre 1877 ne fosse stata riconosciuta ufficialmente la proprietà degli abitanti, tutt'oggi ancora valida. Alla Chiesa fu sempre assegnato il reddito del forno, amministrato dalla reggenza. Nel XIX secolo la Chiesa doveva già ricorrere all'autorità per costringere i debitori morosi al pagamento del fitto (allora cento lire per semestre, benché si trovino testimonianze di affitti postumi di trecentocinquanta e più lire). Nel 1910 venne ricostruito dalla ditta Beccio Egidio, ma la pignatta (il forno di cottura) era troppo bassa: infatti il pane che era prodotto in campagna risultava più grosso di quello della città, pertanto, in

quelle condizioni, la cottura non era ottimale. Nello stesso anno, il forno, fu dato a mezzadria a Capra Carlo, furné. Ognuno si portava la propria la legna per cuocere ed era necessario prenotare un giorno prima. Tutte le donne del paese si davano appuntamento al forno per raccontarsi le novità mentre facevano il pane una volta alla settimana. L’impasto del pane si faceva a casa "sull'erca", si metteva un po' di farina con lievito e acqua il "sent" e si lasciava fare "l'alvà" cioè si lasciava riposare per 4 ore, poi si aggiungeva ancora farina e acqua e si preparava l'impasto che si metteva di nuovo a riposare per tutta la notte. La mattina si avvolgeva l'impasto nelle "mantile", si metteva in una cesta del pane e si caricava sulla carriola e così si andava al forno. Qui sul ripiano dove si facevano le forme, le tipiche "grissie" e il panettiere le infornava. I panettieri sono stati il Francesco Capra "Cichinot", Capra Tommaso "dal Sandrotu" e il Carmelo Vasino "al Melu". Finito di fare il pane, si faceva il pan di Spagna e tutte le donne si sfidavano per la buona riuscita di questa ricetta che era il dolce classico del dì d'la festa. L'affittavolo del forno oltre al pagamento del fitto alla chiesa parrocchiale, "resta obbligato" a far da sacrista. Da tempo è stata avviata una interessante iniziativa da parte dell’amministrazione di Alfiano Natta per il restauro del vecchio forno in frazione Sanico. Come si legge nella determinazione dell’Ufficio tecnico risalente al 20 giugno 2011 con cui so-

L’edificio del forno di Sanico con il caratteristico alto camino a torretta (foto E. Franceschet)

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no stati approvati gli atti del progetto il costo dell’operazione risulta di poco meno di 30.000 €. Attualmente è stato restaurato solo il tetto per evitare che le infiltrazioni d’acqua producessero ulteriori danni allo storico edificio, per il resto l’amministrazione guidata dal noto sindaco Gabriella Paletti ha cercato contributi dai diversi enti pubblici e privati, ma solo la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria si è dimostrata sensibile all’iniziativa. Da qui l’avvio di una sottoscrizione popolare per il recupero del forno pubblico in cui, sino a parte del secolo scorso, le famiglie della frazione si recavano a cuocere il pane. Al fine di conseguire l’obiettivo vengono organizzate iniziative per la raccolta fondi, in questi giorni nel corso della manifestazione Riso e Rose il comune ne ha organizzato una dedicata al pane, ai dolci, alle attività culinarie ed enogastronomiche. Riteniamo che queste iniziative siano molto utili per valorizzare il nostro Monferrato, i motivi sono tanti: recuperando opere legate alla storia ed alla tradizione delle nostre terre si crea e tramanda cultura, si fanno conoscere alle generazioni giovani ed a quelle che verranno ciò che eravamo e da dove veniamo. Ma la memoria non serve solo a ricordare più o meno passivamente o intimamente il passato, la memoria lega unisce ed in altri casi, purtroppo, può anche dividere. La comunità si basa, anzi è essenzialmente, le sue esperienze comuni condivise. Conterranei, compaesani, amici, famigliari sono tali perché hanno condiviso fra loro storie, conoscenze, esperienze, accumulando nella miniera della memoria momenti comuni. Immaginate una folla di persone proveniente da ogni angolo del mondo, provate a dire loro la parola Bagna cauda. Chi e quanti

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la capiranno? Solo coloro che hanno una esperienza, una memoria comune, lo potranno fare, perché quelle persone hanno una conoscenza che le lega, quelle persone si possono intendere, quelle persone possono essere o diventare una comunità. Immaginate di ripetere l’esperienza con tante altre parole, ma anche con paesaggi, luoghi, vicende, persone: ognuna di queste cose attraverso la memoria condivisa crea una conoscenza e quindi una coscienza comune. Ecco perché scrivere e diffondere questo sapere, queste storie, questi paesaggi, ed ancor più salvare dall’oblio qualcuno dei tanti oggetti della storia passata comune che ci circondano serve a unirci ed a rafforzare la nostra comunità. E da sempre nella storia la comunità, il senso di appartenenza, la solidarietà che da essa scaturisce sono stati elementi indispensabili per superare difficoltà e ostacoli, il motivo è semplice insieme si può riuscire dove l’individuo non basta. E se si guarda alla storia si potrà notare come sino a circa un secolo fa il senso di solidarietà era molto più presente. Non solo il pane veniva cotto in un forno comune, ma si

collaborava per la vendemmia, per battere il grano, si aiutavano i nuovi arrivati a costruire la casa, si accorreva in soccorso quando capitava una disgrazia, se bruciava una casa i vicini correvano a spegner l’incendio, oggi al massimo si chiamano i pompieri, col telefonino, se abbiamo tempo. Il bisogno unisce, accomuna là dove l’abbondanza e la ricchezza dividono perché l’aiuto non serve, si può comprare ciò di cui c’è bisogno. L’iniziativa del restauro del forno del pane diventa quindi una occasione o se preferite una prova per misurare il tasso di appartenenza alla comunità. Purtroppo non c’è da meravigliarsi se oltre un secolo di dominante cultura dell’individualismo e del consumo ci hanno portato a credere che si può sempre comprare ciò che ci serve, non è vero, e forse in questi tempi con la crisi economica, dei servizi e delle istituzioni ce ne stiamo accorgendo. Chissà che la risposta non sia la riscoperta delle nostre radici, naturalmente per chi quelle radici conosce e sa di averle. Per chi vuole contribuire alla ricostruzione del forno il numero di Conto corrente è il seguente:

Comune di Alfiano Natta Tesoriere Comunale - Cassa di Risparmio di Asti IBAN : IT 97 N 06085 10316 000000020148

La bocca del Forno di Sanico


Pontestura: il teatro Verdi In una sorta di “Paese metropolitano” scopriamo di avere a pochi minuti d’auto (meno di quelli che ci vorrebbero ad attraversare un grande città) un osservatorio astronomico, un mercato ortofrutticolo, un museo dei carabinieri, uno degli alpini ed uno delle miniere, teatri, ma non solo...

Il teatro di Pontestura

L’inaugurazione del Salone Verdi ebbe luogo domenica 1 corr. (n.d.r. dicembre 1907) alle ore 18 circa, con un sontuoso banchetto di oltre 150 coperti, apparecchiato e servito dal bravo albergatore signor Giuseppe Meda. Al dessert si alzò l’egregio avv. Ettore Manganelli, nostro pretore, a dire con forbite ed erudite parole della Gloria di Giuseppe Verdi e della genialità artistica italiana, alla fine del suo discorso, volgendosi col bicchiere colmo al ritratto del grande maestro – dipinto nel centro della parete sovrastante alla galleria, dal valente quanto modesto dott. Agostino Redoglie, un dilettante che cela all’ombra del dilettantismo rare doti di vero artista – invitò gli intervenuti ad acclamare alla gloria di Verdi dell’Italia e del risveglio di Pontestura. Una lunga ovazione accolse la fine del suo discorso. Applaudite furono pure le brevi, ma commosse e belle parole del signor Nono Gonella, laureando in giurisprudenza. Una parola di sincera lode va data ancora alla brava ed antica banda dell’Unione liberale, che avendo preceduto il corteo dei commensali, recantisi al salone, volle pure eseguire, a chiusura del banchetto e alla simpatica festa, due marcie bellissime, composte per l’occasione, dal maestro Giuseppe Guaschino, di Grazzano e alle marcie seguirono un valzer del maestro Ferdinando Devasini di Casale ed altri pezzi svariati. Dopo di che la festa ebbe termine e la lieta riunione si sciolse per cedere il posto alle danze, che animatamente

si protrassero fin oltre mezzanotte. Un pontesturese Così la descrizione dell’inaugurazione del teatro di Pontestura avvenuta 105 anni fa (abbiamo conservato anche la grammatica dell’epoca). Ma chi furono gli artefici del Teatro?. Leggendosi gli atti depositati preso il Comune di Pontestura che gentilmente ha messo a disposizione di G&d, risulta che il 20 aprile 1907 in una camera al primo piano della casa Gabba in via Umbero I numero 6 a Pontestura si riunirono il notaio Avv. Leone Vellano di Morano con Romanello Luigi di Pietro pittore e decoratore; Cattaneo Francesco di Carlo, proprietario; Cerrano Eligio fu Giuseppe proprietario; Romanello Giuseppe fu Luigi proprietario; Pastore Federico fu Pietro negoziante; Gabba Luigi di Pietro proprietario e Bernasconi Carlo di Giacomo capo mastro, tutti di Pontestura che si riuniscono il società o comugnone allo scopo o sotto le norme seguenti: La società ha per iscopo di costruire un fabbricato in Pontestura, da adibirsi a uso teatro, salone da ballo o conferenze e trattenimenti pubblici. Il capitale comune e stabilito nella complessiva somma di Lire 9.000 (novemila) la quale viene conferita nel modo che segue: per lire 500 dal sig. Romanello Luigi; per lire 1.000 dal sig. Catteneo Francesco; per lire 2.000 dal sig. Cerrano Eligio; per lire 500 dal sig. Romanello Giuseppe; per lire 1500 dal sig. Pastore Federico; per lire 1.000 dal sig. Gabba Luigi; per lire1.000 dal sig. Bernasconi Carlo. Il sig. Gabba Luigi inoltre conferisce alla società l’area su cui dovrà erigersi il fabbricato. Sito il terreno in Pontestura regione castello di are 3 e centiare 70 in mappa ai numeri 6p. 7p. 8p. consorti (n.d.r. confinanti) Romanello Angela e sorelle lo stradale della

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Caserma e Quagliotto Giovanni Terreno stessa località di metri quadrati 54 consorti Imerico Giuseppe fu Pietro, Romanello Giuseppe fu Pietro e Consorte Romanello Angelo e Giuseppe. (….) detta area è stimata in lire 1.500. Così dalla volontà e dall’investimento di 7 cittadini è stato realizzato il teatro di Pontestura che da oltre un secolo eroga arte, cultura, servizi e piacere a tante persone. Il teatro è un’opera che solitamente viene realizzata in città di medie e grandi dimensioni, nei dintorni sorgono a Casale Monferrato e Moncalvo città ben più grandi del paese monferrino ma, nonostante ciò, ogni stagione si può assistere a spettacoli e manifestazioni molto interessanti, oltre naturalmente ad utilizzare la struttura per iniziative e manifestazioni di vario genere previa autorizzazione dell’ammini-

strazione che la concede a prezzi modici o per iniziative di carattere sociale da parte di associazioni senza scopo di lucro, anche gratuitamente. La platea non è grande ma contiene 160 posti con le balconate Vi sono poi le attrezzature audio video necessarie e tutti i servizi del caso, dai camerini per gli attori, al bar, ed al guardaroba. Una struttura al servizio della collettività che dovrebbe essere valorizzata al massimo, sia per partecipare come promotori o spettatori, alle iniziative che in essa si tengono stagionalmente nella veste di teatro sia come centro per convegni e incontri pubblici attraverso i quali il popolo del Monferrato può incontrarsi per discutere delle questioni che interessano il territorio. Così al Verdi di Pontestura si sono tenute giornate dedicate alla “eterna” lotta contro le zanzare,

agli spettacoli con protagonisti di Zelig, ai balletti classici, commedie, sino alle serate di beneficienza per citarne solo alcuni. In una sorta di “Paese metropolitano” scopriamo di avere a pochi minuti d’auto, meno di quelli che ci vorrebbero ad attraversare un grande città, un Osservatorio astronomico ad Odalengo Piccolo, un mercato ortofrutticolo di Gabiano, un teatro di Pontestura, un museo dei Carabinieri a Camino, un museo degli alpini a Cantavenna di Gabiano, un museo delle miniere a Coniolo, e siamo solo all’inizio, presto vi parleremo della esposizione permanente di Colombotto Rosso, della raccolte di stufe d’epoca, della raccolta di auto e moto d’epoca che andremo a “scovare” insieme. Che dire poi del santuario di Crea… o del parco fluviale del Po delle biblioteche (a proposito quanti sanno che a Ponzano c’è la biblioteca regionale dei Sacri Monti?), e certamente anche tanto altro ancora di cui nemmeno noi siamo a conoscenza. In collaborazione con l’UNICEF l’atletico PonteOltre naturalmente a stura organizza una staffetta sportiva di calcio percorsi da fare a piedi con il calendario sotto riportato. in mountain bike a cavallo, o lungo il Po con il soft rafting, o in canoa, e se vi piace un po’ di sana competizione agonistica incontri del “nostro” sport tradizionale: il “tambass”, e se non vi basta, allora andate a visitare castelli, cantine che producono vino, aziende che producono salumi o formaggi, ristoranti, bed&breakfast, alberghi, ostelli… il tutto immerso in una natura che sprigiona vita da tutte le parti con lepri, fagiani, volpi, cinghiali e quant’altro che non di rado vi capita di incontrare… talvolta anche nel giardino di casa. Che dire?

Gran bel Munfrà

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Personaggi: Riccardo Gualino e Cesarina vite vissute intensamente Fra i numerosi personaggi che amarono il nostro Monferrato vi fu il celebre ed eclettico finanziere che operò in Europa ed America e che costruì il castello di Cereseto... Sul sito di G&d www.gabianoedintorni.net potrete leggere e, se volete scaricare e stampare, il libro di Mirko Carzino Cereseto Monferrato Dalle origini al XXI secolo da cui sono tratte queste pagine

All'inizio del secolo il dott. Giuseppe Giorcelli, scriveva: “Il viaggiatore

che nei tempi nostri visita il circondario di Alba, di Acqui e di Casale, che insieme formano il Ducato di Monferrato, in ogni villaggio che incontra trova dei ricordi dell'antica dominazione feudale. Infatti in alcuni, e questo è caso raro, esiste ancora il Castello ben conservato, in molti rimangono solo dei ruderi, ed in altri poi tutto è scomparso, ma si legge sui muri la iscrizione di Piazza Castello o Via al Castello, che ricorda al viaggiatore che colà un tempo esisteva un castello e padroneggiava un feudatario”. Ai tempi del Giorcelli il castello di Cereseto non era ancora sorto e la parte alta dell'abitato, interamente occupata dalla palazzina dei marchesi Ricci, era circondata dalle rovine di un'antica fortificazione. “Dell'antico castello feudale - osservava nel 1877 Giuseppe Niccolini -

non resta oggi giorno pietra sopra pietra; sonvi bensì tuttavia pochi ruderi delle vecchie mura di cinta, ma là sull'alto ove prima esso torreggiava avvì ora uno spazioso, ricco e pulitissimo giardino all'inglese il quale attornia ed accarezza l'elegante palazzina della nobil Donna la Contessa Sannazzaro De Maistre”. Il castello di Cereseto fu costruito grazie a tre uomini: l’architetto francese Eugenio Viollet Le Duc, il finanziere Riccardo Gualino e l’ingegnere casalese Vittorio Tornielli. Eugenio Viollet Le Duc (1814-1879), oltre ad essere stato l’autore del famoso “Dictionnaire raison-

nè de l’architecture Francaise du XI au XVI Siècle”, influenzò notevolmente sia l’800 che il ‘900 per quanto riguarda i restauri degli edifici medioevali europei ed in seguito anche in Piemonte (Borgo Medioevale

Torinese - 1884). Per la costruzione del castello di Cereseto fu presa a modello la scuola francese del Viollet le Duc, quindi secondo i canoni architettonici quattrocenteschi francesi, anche se in parte venne seguito lo stile degli architetti italiani Alfredo D’Andrade e Giuseppe Nigra. Il finanziere Riccardo Gualino Riccardo Gualino nacque a Biella il 25 Marzo 1879, figlio di Giuseppe e di Luigia Colombino (i genitori sono sepolti ad Oropa – Bi), decimo figlio. Suo padre, piccolo industriale orafo, desiderava che Riccardo intraprendesse la carriera d’insegnante (lettere e filosofia), visto che il giovane figlio amava molto la lettura (Dumas, Ponson du Terrail, Verne, …), mentre la domestica di casa Gualino, Domenica, sognava di vedere Riccardo come parroco del paese. Durante la sua giovinezza, il futuro finanziere trascorreva molte ore del suo tempo libero con l’amato cane Plick, un volpino che non lo abbandonava un solo minuto. Terminati gli studi superiori a Biella presso il Liceo, si trasferì a Sestri Ponente. Si laureò in Legge presso l’università di Genova e nel 1901 si impiegò a Milano, presso un’importante azienda importatrice di legname di abete dalla Carinzia e dal Tirolo. Dal 1903 il Gualino iniziò a conoscere il Monferrato e nei primi anni d’inizio secolo, fondò proprio a Casale Monferrato la ditta Riccardo Gualino & C., avente per fine l’industria e il commercio di legnami e cemento. Nel 1905 trasformò la ditta privata in una società ed in brevissimo tempo fece costruire il grande stabilimento di Morano Po con la produzione record, per quel periodo, di 400.000 quintali annui di cemento; fu inoltre Presidente del Consorzio e del Sindacato dei Cementieri. L’otto Settembre 1907, a Casale

Gualino in un dipinto di Felice Casorati

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Monferrato, Riccardo Gualino sposò Cesarina Gurgo Salice; come testimoni Gian Battista Risso di Biella e Luigi Ottina di Quarona Sesia. All’uscita dalla chiesa dell’Addolorata, anzichè confetti, i coniugi gettavano manciate di “ventini” (i noti “quattro soldi”). Riccardo Gualino, a ventidue anni, pubblicava presso l'editore bolognese Zanichelli un volume di poesie intitolato «Domus Animae», dove ricorda Cesarina come un'estrosa fanciulla “…dal profilo greco,

e nel ribattere, temibile avversaria nelle discussioni, è compagna di viaggio deliziosa. Mai ammalata, d’umore quasi perennemente ottimo, sempre disposta a mutarsi dall’oscure in sereno, afferra prontamente i lati comici della vita e ci fa su ogni volta una magnifica risata. Essa fu la compagna ideale della mia vita, e vivificò la mia giornata con la sua perenne freschezza. In seguito al mio matrimonio, i cugini Pierina e Tancredi Gurgo Salice diventarono i miei suoceri…”.

quale fiordaliso… Poi se i denari verranno su a palate dalle cento fonti che ora sto per far scaturire, quanti bei sogni da realizzare! Io te lo dico subito, voglio un bel castello! Un bel castello di quelli medioevali con le cinte merlate e gli spalti turriti, con le gronde protese e gli archi acuti o penduli, con gli ombrosi parchi pieni d'acque e di frescura, con le mute dei cani impazienti, coi bei puledri scalpitanti, con le sale illuminate dai vetri colorati, con gli alti soffitti a cassettoni…”.

Partirono poi per il viaggio di nozze diretti ad Istambul, sull’Orient Express. Cesarina Gurgo Salice, nata a Torino (anche se alcune biografie indicano come luogo di nascita Casale Monferrato) il 3 Maggio 1890, figlia di Tancredi (allora pianista e violoncellista, ma che inizialmente lavorava nel settore della calce e dei cementi) e di Pierina Fiorio, studiò la lingua francese, la composizione musicale e la tecnica pittorica nel castello di San Giorgio Monferrato, presso il collegio delle Suore francesi della Sapienza. Di quella formazione, non provinciale, resta ancora un quaderno di accurati disegni scolastici firmati Cesarina con l' “é” accentato alla francese. Al ritorno dal loro viaggio di nozze presero alloggio in Via Guazzo, nella città di Casale Monferrato, nella casa riattata in stile gotico dall’ing. Vittorio Tornielli. Dalla coppia nacquero due figli: Listvinia (nata nel 1908) e Renato (nato nel 1912). Nel 1908 acquistò l’antica residenza dei Ricci di Cereseto, sulla quale, nel decennio successivo, sorse l’attuale maniero. Tra il 1908 e il 1914, il Gualino si dedicò al taglio delle foreste nei Carpazi tra la Transilvania AustroUngarica e la Romania. Costruì un villaggio con immense segherie e la produzione di legname era talmente alta che furono costruite 20 linee ferroviarie per il trasporto dai Carpazi al porto di Galaetz, dal quale la mer-

Un anno prima del matrimonio, nel 1906, il giovane industriale così scriveva alla futura sposa: “Io sen-

to che un giorno non molto lontano (dieci, vent'anni forse) tu sarai la suprema regina d'un nuovo reame. Non d'un reame che dagli antichi stemmi e dall'armi arrugginite toglie la gloria; ma d'un reame di popolo, di neri operai, di operosi contadini... S'io vivo tu così sarai. E nostro sarà il turrito castello che compreremo. Là, fra la pace dei faggi e un po' di silenzio, ogni anno tempreremo le forze…”. In “Frammenti di Vita” troviamo: “La giovinetta che sposai nel 1907, Cesarina Gurgo Salice, aveva allora diciassette anni; né cinque lustri ormai quasi interamente trascorsi modificarono sensibilmente l'esile sua figura. Mi ha fatto pensare spesso al giunco che non si schianta, neanche quando la bufera abbatte la quercia. E non è a dire che non si schianti perché si pieghi: resiste. La sua individualità è difficilmente definibile. Contenta di un nulla, è indifferente a un tutto; di spirito vivace, pronta nel percepire

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Cesarina Gurgo Salice in un dipinto di Felice Casorati

ce partiva per tutto il mondo; l’azienda valeva molti milioni, per cui Gualino contattò, per la cessione, un gruppo finanziario inglese che ne fu entusiasta. Poiché notò analoghe possibilità di sfruttamento in terra russa, acquistò 23.000 ettari di foresta di roveri e pini a Listwin, nel Governatorato della Volinia, ed anche là creò enormi stabilimenti. A Pietroburgo, con l’appoggio del generale Ranch (aiutante di campo dello Zar), acquistò un vasto terreno chiamato Golodaj ai margini della città, vicino al mare. Là vi fece costruire nuovi fabbricati lussuosissimi, facendo nascere la “Nuova Pietroburgo” con un appoggio finanziario di 2.800.000 sterline da parte della banca inglese di Austin Chamberlain. Ma nel primo semestre del 1914, quando il nuovo sobborgo era stato già inaugurato dallo Zar in persona ed i contratti di cessione erano quasi tutti firmati, l’amico generale gli telefonò dicendo semplicemente: “Prendi il treno che partirà fra due ore: sarà l’ultimo!”. Era infatti scoppiata la guerra. Riuscì con la moglie ad entrare in Germania, ma non potè passare in Francia; attraverso la Svizzera rientrò in Italia. I suoi capitali in Russia erano perduti per sempre. L’otto Dicembre 1919 i coniugi si trasferirono da Casale Monferrato a Torino. Finita quindi la prima guer-


ra mondiale, organizzò dall’America il trasporto di carbone per il governo italiano. Riccardo Gualino ebbe inoltre partecipazioni in banche francesi ed inglesi, nel Credito Italiano, in giornali, in aziende italiane fra cui la Fiat di Giovanni Agnelli di cui diventò socio e vice presidente, acquistò e potenziò importanti cantieri navali nel Texas ed a Pascagoula sul Mississipi, fondò la Snia (- Società Navigazione Italo Americana - che allora si occupava di navi e di commercio) l’Unica (industria del cioccolato) e specialmente stabilimenti per la fabbricazione della seta artificiale a Venaria Reale, a Viscosa di Pavia, a Cesano, ad Abbadia di Stura. In seguito creò la nuova ditta Snia-Viscosa, azienda specializzata nella fabbricazione della seta artificiale. Nel 1926 fondò a Parigi, con il banchiere Albert Oustric, la Banca Oustric attraverso la quale finanziò e risanò varie aziende nelle quali aveva immesso il suo dinamismo: industrie di tessuti, di lane, di cuoio, di linoleum, di calzature e di cementi. Gualino riuscì a crearsi una posizione tanto solida da esser considerata nel 1925 fra le più potenti d’Europa. In quegli anni si fece costruire la grandiosa villa sulla penisola di Sestri Levante (oggi adibita ad albergo) e grandi fabbricati a Torino. Amante d’ogni forma del bello, si fece mecenate di attività artistiche, tanto da costruirsi una ricchissima pinacoteca, donata poi alla Galleria Sabauda di Torino.

Finanziò spettacoli teatrali d’altissimo livello. Nel 1929, a causa della crisi americana che portò i sui effetti negativi anche in Europa, la banca crollò e su richiesta dello stato Francese, il Governo italiano arrestò il Gualino il 19 Gennaio 1931; il testo della comunicazione inviato a Riccardo Gualino mentre si trovava nel carcere di Torino era: “ QUESTURA DI

TORINO – POLIZIA GIUDIZIARIA Si comunica alla S.V. che il Ministero dell’Interno l’ha destinata alla colonia di Lipari per scontare cinque anni di confino di polizia, come da deliberazione della locale Commissione Provinciale in data 24 corrente – Torino, 25 Gennaio 1931”. Fu quindi confinato a Lipari ed i suoi beni vennero sequestrati, compreso ciò che possedeva a Cereseto; fu coinvolto in scandali di cui egli stesso si meravigliò. Fu sottoposto ad inchiesta di un’apposita Commissione Ministeriale avanti la quale non potè neppure difendersi, anche perché, contrariamente alla maggior parte degli industriali, non aveva tenerezze verso il fascismo. Il suo immenso patrimonio si sciolse come neve al sole. La moglie Cesarina lo seguì nel suo esilio forzato a Lipari e poi a Cava dei Tirreni; si preoccupò di arredargli le misere case da confinato con tocchi di surreale eleganza. Tornati dal confino e voltate le spalle a Torino, i Gualino ritrovarono il successo economico con la Rumianca, le molte iniziative parigine ed entrarono con decisione nel campo, quasi vergine per l'Italia, dell'industria cinematografica. Fondò la Lux Film, la più importante delle imprese di produzione italiane degli anni ‘40 e ‘50. Si stabilirono prima a Parigi, poi a Roma dove acquistarono e restaurarono il palazzetto medioevale di piazza in Piscinula, poi a Firenze, dove sulle colline di Arcetri costruirono una grande casa che ospitò Berenson, Venturi, Croce. Passarono le estati a Portofino, nella villa di lord Carnavon. Inoltre diedero alle stampe la traduzione di una raccolta di versi della poetessa italo-scozzese, Ale-

xandra Mitchell. Il Gualino non si dimostrò solo un ottimo finanziere, ma anche un grande amante dell’arte: su consiglio di Lionello Venturi, mise in atto la celebre Collezione Gualino. Come scrittore pubblicò nel 1901 una raccolta di versi intitolata “Domus animae”, nel 1931 “Frammenti di vita”, un libro di memorie che divenne la sua opera più famosa e nel 1932 il romanzo “Uragani”. A Cesarina è dedicato "Solitudine", volume di memorie pubblicato nel 1945. Riccardo Gualino morì a Firenze il 7 Giugno 1964, mentre Cesarina Gurgo Salice nel 1992 all’età di 102 anni (ben 28 anni dopo la morte del marito). Claudio Bermond, docente di Economia e Commercio all’università di Torino, presentò al terzo Convegno nazionale della Società Italiana degli Storici dell'Economia (Torino 22-23 Novembre 1996) una relazione intitolata

"Formazione e dissoluzione di un patrimonio industriale e finanziario nel primo trentennio del secolo XX: il trust Gualino" dove afferma che

Riccardo e Cesarina nel giorno dell’inaugurazione del Castello (foto del 1912) 9


secolo, "ha occupato una posi-

Gualino, nell'ambito della storia italiana della prima metà di questo

zione indubbiamente rilevante e ciò è avvenuto in quattro principali campi: 1) Gualino diede un consistente contributo allo sviluppo industriale del nostro paese con la creazione e la gestione di alcune imprese di primaria importanza, quali la Snia Viscosa, l'Unica, l'Unione Italiana Cementi, la Rumianca e la Lux Film che, con le loro vicende più o meno felici, hanno scritto una parte rilevante della storia economica nazionale; 2) Gualino giocò un ruolo di primo attore sulla scena finanziaria italiana - e talvolta anche europea – di quegli anni, con una molteplicità di spericolate e azzardate avventure che andarono dalle operazioni forestali e immobiliari nell'Est Europeo, alla scalata delle banche italiane nel primo dopoguerra ai legami con il banchiere francese Albert Oustric

(...) fino al collasso finanziario della Banca Agricola Italiana; 3) Gualino é diventato uno dei simboli dell'opposizione liberale alla dittatura mussoliniana (anche se, annota Bermond, il suo dissenso venne esternato in una lettera al Duce solo il 28 Giugno 1927, dopo che venne toccato direttamente nei suoi interessi con la rivalutazione della lira); 4) Infine, Gualino seppe

tradurre il suo profondo amore per l'arte in una serie svariata di iniziative rivolte alla valorizzazione di alcuni filoni artistici, quali il teatro, la musica, la danza, le arti figurative, l'architettura, il cinema. Riccardo Gualino fu quindi un uomo geniale, originale, innovativo, anticipatore (usò una holding domiciliata nel paradiso fiscale di St. John di Terranova) e grande. Ma fu anche un personaggio molto spericolato e commise qualche errore di rilievo. A causa del crollo della banca francese Oustric, subì anche l'affronto del carcere in Francia.

Da Cereseto a Torino: rinasce la danza e il teatro L’amore di Cesarina per la danza fu il motore che portò a Cereseto e poi a Torino grandi novità e addirittura alla costruzione di un teatro ancora oggi attivo. Cesarina Gurgo Salice dedicò parte della sua vita alla passione per l’arte, soprattutto per la danza. Cesarina sboccerà come danzatrice dopo l'incontro con la giovane russa Bella Hutter. Figlia della ricca borghesia russa, in fuga davanti alla rivoluzione, Bella è assai più emancipata delle coetanee europee di pari censo. Salpa da Odessa, cercando la salvezza da sola, in una nave del Lloyd triestino diretta a Brindisi. Ha in tasca solo l'indirizzo torinese dei Gualino, dato da un suo zio che di Gualino è stato l'agente per Pietroburgo e la Russia. I racconti di Cesarina e di Bella convergono su quel fatidico giorno del tardo inverno 1920 quando la giovane russa, con poco bagaglio, cappellone di velluto e scarpe di stoffa suona alla porta dei Gualino. Il suo inserimento nella famiglia e

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nel mondo dei Gualino è facile. Nel castello di Cereseto, la sera, anfitrioni ed ospiti improvvisano balli e recite, nei ricchi costumi che i padroni di casa hanno acquistato nei viaggi in Russia e Romania. Animatrice delle serate è l'inglese Jessie Boswell che vivrà con i Gualino per una diecina d’anni prima di entrare a far parte del gruppo dei “Sei pittori di Torino”. Bella Hutter danza in quelle occasioni, conquistando Cesarina e molte delle sue amiche grazie all'arte del movimento ritmico e plastico che sta rivoluzionando il balletto in Europa, sulla scia della scuola di Jacques Dalcroze e Mary Wingman. Insieme, Cesarina e Bella s'iscrivono al collegio ginnico del capitano Hébert, a Trouville; in questa città trovano Marcelle de Montziarly,

1912 - Festa in maschera al castello a sinistra Cesarina a destra Riccardo

futura direttrice d’orchestra ed appassionata danzatrice. Attraverso di lei arrivano a Clotilde e Alessandro Sakharoff, la coppia più celebrata della danza mondiale, che saranno, più volte, ospiti al castello di Cereseto. Riccardo Gualino, Guido Maria Gatti, Lionello Venturi e Gigi Chessa vengono rapidamente conquistati dal fascino di Bella e della sua danza. Saranno loro gli auspici della scuola di ginnastica e danza che Bella apre nel 1923 a Torino in Via Arsenale 14.


Tamburello serie C e D di Riccardo Bonando Proseguono i campionati di tamburello di serie C e D, che vedono impegnate alcune compagini della zona. Nella serie C risulta ancora difficile delineare un vero e proprio leader. Infatti, Grillano, Gabiano B, Viarigi e Camerano sembrano avere una marcia in più rispetto alle altre contendenti per la conquista del titolo regionale. Nel primo girone della serie D le astigiane Cocconato e Chiusano conducono la classifica, mentre nel secondo girone il Gabiano B e l’Azzano sembrano avere una marcia in più degli avversari. Sicuramente l’avvicinarsi della bella stagione (finalmente) ed il notevole aumento della temperatura potranno dare nuove indicazioni sulle varie favorite, consentendo alle contendenti di esprimere un gioco molto più regolare.

Serie D – Girone B. Quarta Giornata. Passeggiata nell’alto Monferrato per il Gabiano B. Nel monumentale sferisterio di Ovada, i baldi giovani del Gabiano infliggono un sonoro 3 a 13 in loro favore. Troppo netto il divario fra le due compagini. Mombellese – Camerano rinviata per maltempo. Quinta Giornata. Bella affermazione della Mombellese, corsara sul campo del Cerro Tanaro. Una vittoria netta per i ragazzi di Vito De Luca, che lasciano ai locali 8 giochi. Il Gabiano B riposava. Sesta Giornata. La Mombellese si abitua al dolce sapore della vittoria e

centra la seconda affermazione consecutiva. Questa volta a farne le spese la compagine dell’Ovada, che seppur potendo contare sul fattore campo ha dovuto arrendersi alla formazione valcerrinese dopo una lunga battaglia terminata ai tie-break. Risultato finale 5 a 8. Rallenta la corsa il Gabiano B. Sul terreno amico, Mazzola & C., hanno buttato alle ortiche una ghiotta occasione di confermare in solitaria la prima posizione in classifica. Troppo nervosismo e perdita di concentrazione nelle fasi cruciali del gioco, hanno permesso alla squadra ospite, il Viarigi di imporsi al tie – break per 7 a 9. Settima Giornata. Si riprende prontamente il Gabiano B, liquidando il Settime di Accomasso con un perentorio 13 a 5. Buona prestazione collettiva e poche sbavature. La Mombellese riposava. Ottava Giornata. Il maltempo la fa da padrone, rinviando l’intero girone a data da destinarsi.

Serie D – Girone A. Quarta Giornata Giornata storta per la formazione del Real Cerrina al cospetto dei giovani ospiti astigiani, la formazione della Pro Loco Settime. Falli evitabili, ma ancor più la maggior reattività negli spostamenti dei settimesi, ha reso poco proficuo l’immobilismo dei giocatori del presidente Chiappino. Risultato finale di 6 a 13 e qualche recriminazione da parte dei locali per la poca verve propositiva.

Ancora pochi giochi racimolati per il Gabiano A in casa del Callianetto. Un 13 a 1 senza repliche a tanto lavoro ancora da fare. La gioventù è dalla loro. Il Solonghello riposava. Quinta Giornata. Derby dagli antichi sapori anni ’70. Infatti l’incontro tra Real Cerrina e Gabiano A ha rappresentato un classico per la storia tamburellistica, dividendo centinaia di sostenitori durante il boom di questo sport. Vince la formazione di Cerrina per 13 a 6. Segnali incoraggianti dalla giovane formazione de Gabiano, però troppo altalenante e discontinua. Il Solonghello riposava. Sesta Giornata. Perde in casa il Gabiano A contro i pari età della Pro Loco Settime. La maggior esperienza a giocar partite di livello ha permesso l’affermazione degli astigiani. Partita comunque gradevole e risultato finale di 8 a 13. Cede le armi il Solonghello al forte Chiusano. In terra astigiana, il team di Ariotti non riesce a scardinare il fortino della Valrilate. Punteggio finale di 13 a 8. RealCerrina riposava. Settima Giornata. Assapora il gusto amaro della sconfitta il RealCerrina. Neppur il campo casalingo ha permesso ai monferrini di tener testa al blasonato Torino. Carosso in battuta faceva la differenza e lasciava al RealCerrina solo 6 giochi. Si impone senza troppa fatica il Solonghello nell’ennesimo derby, que-

Per informazioni e prenotazioni: 0141.922370 - cell. 333.2796444 osteriavineriamunfra@hotmail.it


sta volta contro il Gabiano A. Partita a tratti combattuta ma sempre sotto controllo della formazione di Ariotti. Qualche fallo di troppo per la giovane formazione gabianese. Risultato finale di 6 a 13 per il Solonghello. Ottava Giornata. Il Solonghello perde in casa contro il sempre più sorprendente Torino. Il maggior tasso tecnico, ha permesso alla formazione metropolitana di battere i giovani Valcerrinesi con il punteggio di 8 a 13.

Serie C. Quarta Giornata. Non ingrana il Gabiano B di Surian contro l’ottima formazione del Grillano. Nemmeno l’entrata in campo di Gamarino al posto del volenteroso Mazzola riesce a far cambiare l’andamento del match. Risultato finale di 6 a 13 per gli ovadesi. Qualche patema per il Gabiano A di Bossetto ospite del non irresistibile Cerro Tanaro. Il maggior tasso tecnico del Valcerrinesi permette di ottenere il bottino pieno. Risultato finale di 8 a 13. Quinta Giornata. Bella partita a Gabiano fra la formazione A e i giovani del Viarigi. Ottimi scambi da ambo le parti. Sul nove pari 40 pari, risulta decisivo il gioco vinto dai giovani astigiani. Risultato finale di 9 a 13 e ottimo incontro. Si riscatta subito il Gabiano B. Questa volta a farne le spese il Rilate dell’esperto Bosco. Sul Campo di Montechiaro i Valcerrinesi ottengono tre punti preziosissimi per rimanere in alto. Risultato finale di 8 a 13. Sesta Giornata. Dopo molta parlare, si è disputato sullo sferisterio di Gabiano, attesissimo derby fra le due compagini. Gabiano B più solido e con più punti in classifica, Gabiano A sciupone in qualche incontro, ma si sa i derby sono una storia a parte. Incontro molto nervoso, caratterizzato da errori grossolani da entrambe le parti. Il Gabiano A che non ti aspetti si ritrova in vantaggio al tiebreak dopo una gara condotta di pari passo con gli avversari. Manca però la lucidità giusta per conclu-

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dere, e il Gabiano B riacciuffa il risultato e vince con il minimo scarto. 9 a 7 il risultato finale che premia la formazione di Surian. Classifiche Serie C: Grillano 16, Gabiano B e Viarigi 14, Camerano 12, GabianoA 10, Rilate 7, Alfiano e Cinaglio 6, Cerro Tanaro 4, Mombello Torinese 1 punto Serie D - Girona A: Classifica: Cocconato e Chiusano 15, Torino 14, Settime 13, Solonghello 8, RealCerrina 7, Callianetto 3, GabianoA 0 punti Serie D Girone B: Gabiano B ed Azzano 19, Settime 14, Viarigi 12, Camerano 11, Callianetto-B e Mombellese 5, Ovada 3 e Cerro Tanaro 2 punti


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