Report WS Vibo Valentia 4-5.12.12

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PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1

CALABRIA Linea A.2 – PROGETTARE Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance

REPORT WORKSHOP “L’inclusione sociale degli anziani nella Regione Calabria” Qualificazione dei servizi semiresidenziali e integrazione con l’ADI Biblioteca Comunale di Vibo Valentia, Via Jan Palach 4 dicembre 2012 – ore 9.00 – 17.00 5 dicembre 2012 – ore 9.00 – 14.00


INTRODUZIONE ......................................................................................................................... 3 CAPITOLO I - Il workshop nella strategia della Regione Calabria sulle politiche dell’inclusione sociale degli anziani in relazione alle direttive M.I.S.E. ................................. 4 1.1 La programmazione regionale 2007 - 2013 nei servizi di cura: le policy di riferimento e la strategia di attuazione .............................................................................................................. 4 1.2 L’obiettivo del workshop ........................................................................................................ 6 1.3. I Partecipanti al workshop ................................................................................................... 7 CAPITOLO II- L’idea progettuale “Centro diurno integrato con ADI a Vibo Valentia” ......... 7 2.1. La metodologia di lavoro ...................................................................................................... 7 2.2. La situazione dei servizi per gli anziani nel Comune di Vibo Valentia ............................. 7 2.3. L’idea progettuale “Centri diurni per anziani a Vibo Valentia” ......................................... 8 2.4 La valutazione del workshop da parte dei partecipanti ................................................... 11 ALLEGATI E TABELLE ............................................................................................................. 12 Allegato I - Programma workshop ............................................................................................ 12 Allegato II - Elenco dei partecipanti ......................................................................................... 13 Allegato III - Le tabelle .............................................................................................................. 14 Tabella 1 – Caratteristiche e servizi dei Centri diurni per anziani ..................................... 14 Tabella 2 – Il Quadro Logico del progetto sperimentale “Centri diurni per anziani a Vibo Valentia” .................................................................................................................................. 15 Tabella 3 - Le questioni/azioni da affrontare per lo sviluppo della progettazione .......... 16 Tabella 4 - Il piano di azione per la stesura del progetto ........................................................ 17 Allegato IV - Breve descrizione del Quadro Logico (QL) ........................................................ 18 Allegato IV - Le foto ................................................................................................................... 20


INTRODUZIONE Il progetto Capacity SUD, nell’ambito del quale è stato realizzato il workshop di Vibo Valentia, è finanziato dal Programma Operativo Nazionale "Governance e Azioni di Sistema" (PON GAS) ed è finalizzato ad accrescere l’innovazione, l’efficacia e la trasparenza delle amministrazioni delle regioni dell’obiettivo convergenza. In particolare, la Linea A.2 di Capacity SUD, denominata PROGETTARE, si pone l’obiettivo del miglioramento dei programmi, dei progetti, del ciclo di gestione delle politiche e delle organizzazioni che quelle politiche realizzano. Il workshop di Vibo Valentia rappresenta il quarto step di un processo di progettazione partecipata iniziato nel corso del Seminario di presentazione del PON GAS Capacity SUD (Lamezia Terme, 5 luglio 2012) e più precisamente del tavolo di lavoro in cui i partecipanti, attraverso una discussione guidata, hanno individuato ambiti di intervento delle politiche regionali su cui sarebbe stato interessante realizzare laboratori di progettazione, coerentemente con lo spirito e gli obiettivi della Linea PROGETTARE di Capacity SUD. In quella sede era emersa la tematica dell’invecchiamento attivo come tematica strategica, a livello europeo, nazionale e regionale, con l’indicazione di perseguire un rapporto di collaborazione in tal senso con l’Amministrazione Regionale . Ai primi di ottobre lo staff di Progetto ha incontrato i Dirigenti regionali – AdG FSE e Dirigente Politiche sociali- condividendo con loro tale orientamento e addivenendo alla decisione di avviare tempestivamente la progettazione di un Centro diurno per gli anziani nelle 5 Province calabresi. Il workshop di progettazione partecipata di Vibo Valentia si è tenuto, di concerto con l’ Amministrazione Regionale e col Comune di Vibo Valentia, rappresentato dalla Dirigente del Settore Politiche Sociali e dal Responsabile Ufficio Programmazione Comunitaria. Il report che segue ha una doppia “identità”:  

Quella di report in quanto riproduce lo sviluppo del lavoro realizzato dal gruppo di partecipanti, pubblici e del privato sociale, contestualizzato all’interno degli indirizzi di policy della Regione e delle scelte operative del Comune di Vibo Valentia. Quella di idea progettuale in quanto definisce poi il Quadro Logico di Progetto necessario ai responsabili delle politiche sociali comunali di costruire il progetto secondo metodologia PCM.

E’ il risultato quindi di un processo di messa in comune di riflessioni, opinioni e idee, sistematizzati all’interno di una metodologia di progettazione riprodotta in un documento che ha valore in sé come prodotto auto consistente ma che vuole essere soprattutto un prodotto utile alla progettazione esecutiva da parte dell’amministrazione del Comune di Vibo Valentia. La parte discorsiva del documento riproduce il contesto di policy del lavoro svolto, il processo delle due giornate, i passaggi delle varie fasi dell’idea progettuale man mano che andava definendosi. Gli allegati riproducono gli aspetti di dettaglio dell’attività e la progettazione così come definita dal Quadro logico e dai contributi di tutti i partecipanti, dalle relazioni introduttive alle sessioni di lavoro. 3


CAPITOLO I - Il workshop nella strategia della Regione Calabria sulle politiche dell’inclusione sociale degli anziani in relazione alle direttive M.I.S.E. Una maggiore cura per gli anziani è una delle priorità della riprogrammazione dei fondi comunitari per il Mezzogiorno che il Ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca ha destinato alle Regioni Obiettivo 1. Non solo il sostegno per permettere ad una persona anziana di continuare a vivere nel proprio domicilio, ma anche misure (decise a livello locale) per favorire il mantenimento di legami con il resto della società. Perché il rischio di restare fuori dalla società cresce con l'incremento del proprio disagio economico. Le Direttive del M.I.S.E. puntano a:  Mantenere e incrementare il livello di presa in carico in ADI da parte della Regione e delle aziende sanitarie in particolare nei territori che presentano livelli ancora inadeguati.  Perseguire l’integrazione tra distretti sanitari e ambiti sociali nell’erogazione dei servizi (eventuali protocolli, dove sono stati attivati e con quali risultati, aggiornamento sulla situazione dei PUA) e rafforzare la collaborazione. In tale direzione puntano quindi i suggerimenti dello stesso Ministero: •

definizione (o rafforzamento se già esistenti) di accordi tra distretto sanitario e ambito sociale, in cui le parti si impegnano a garantire un determinato livello di servizi e a coordinare la presa in carico e l’erogazione;

inclusione in tali accordi di un programma integrato di interventi di acquisto di attrezzature (ed in minima parte servizi) da finanziare con risorse FSC-ODS (Fondo sociale di coesione – Obiettivi di servizio - premi intermedi e/o residui);

utilizzo delle risorse FSC-ODS per coprire parte del fabbisogno finanziario per l’erogazione dei servizi socio-assistenziale e altri interventi coerenti con il programma elaborato a livello locale.

Da qui, l’importanza della condivisione come approccio metodologico non solo di risultato ma anche e soprattutto ex ante, nella definizione e nella costruzione del modello di politiche e di scelte condivise da tutti i soggetti e i settori istituzionali. 1.1

La programmazione regionale 2007 - 2013 nei servizi di cura: le policy di riferimento e la strategia di attuazione In Calabria, il Piano di riforma dei servizi d’integrazione socio- assistenziali previsto dalla Legge 328/00 e dalla LR.23/ 2003 che ne ha recepito i contenuti, non ha trovato completa attuazione e, il percorso che avrebbe dovuto portare alla realizzazione dei Piani di Zona, non è giunto a conclusione. Inoltre, la progressiva riduzione delle risorse finanziarie statali destinate alle politiche sociali ha determinato un azzeramento dei fondi destinati alla non autosufficienza come evidenziato dalla tabella di seguito riportata.

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Figura 1- I principali fondi statali a carattere sociale ( Mln euro)* PRINCIPALI FONDI STATALI A CARATTERE SOCIALE (Mln €)

RISORSE

FONDO NAZIONALE POLTICHE SOCIALI

FONDO POLITICHE PER LA FAMIGLIA

2010

2011

453,3

185,3

2012

275

70

52,5

32

0

0

39

40

,

FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA

400

FONDO SERVIZI PER L’INFANZIA

40

,

*Fonte: Istituto Ricerche Sociali 2011

La strategia regionale è quella di costruire il WELFARE TERRITORIALE:     

rafforzando l’integrazione socio-sanitaria (piani di zona, regolamenti, uffici di piano, coprogettazione con il no profit); stimolando i territori e le comunità a divenire “imprenditori di rete”; mettendo in atto processi finalizzati a rinnovare l’identificazione positiva con l’organizzazione pubblica ( responsabilizzando sugli esiti delle attività); aumentando il capitale sociale e rendendo condi-visibili i servizi; investendo nella conoscenza dei problemi, partendo dai dati territoriali quantitativi relativi alla popolazione anziana autosufficiente e non autosufficiente, ma soprattutto su quelli qualitativi relativi ai servizi offerti che consentano di definire il grado di miglioramento nella qualità della vita delle persone anziane.

L’opportunità offerta dal “Piano di Azione e Coesione” (cd. “Piano Barca”) può essere l’occasione per realizzare un modello di integrazione di servizi replicabile sul territorio. L’obiettivo della Regione Calabria, è quella di realizzare, sulle cinque province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria, 5 progetti pilota nell’ambito dei servizi per gli anziani, immediatamente cantierabili, contestualizzandoli in un’ottica di Sistema, intesa come logica di cooperazione e coordinamento tra Istituzioni e privato sociale. I progetti dovranno avere la garanzia della sostenibilità . Infatti, dopo una prima fase che prevede il sostegno ai costi di investimento e di gestione con i Fondi del “Piano Barca”, sarà necessario mettere a sistema il progetto. Ciò significa considerare, già in fase progettuale, tutte le possibili forme di finanziamento, coinvolgendo gli attori territoriali che dovranno partecipare alla sostenibilità dei costi di gestione. anche attraverso forme di sostegno con risorse private dei fruitori del servizio. Per l’attuazione di tali Progetti integrati per l’inclusione sociale di persone non autosufficienti e disabili la Regione Calabria concorrerà in parte al sostegno dei costi con l’ausilio di specifiche risorse provenienti dal Dipartimento di Politica della Famiglia. Le attività che potranno essere 5


sostenute dovranno rientrare tra le seguenti azioni: •

il sostegno ai costi di gestione delle attività dei Centri diurni per anziani e dei servizi per le persone non autosufficienti, anche attraverso il finanziamento di enti no profit per l’erogazione dei servizi;

la promozione dei servizi e acquisto dei mezzi di trasporto per favorire la domiciliarità e le necessità di socializzazione degli anziani non autosufficienti e dei disabili;

l’attivazione di voucher per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per l’acquisizione di servizi di cura per gli anziani;

il sostegno agli EELL per la gestione dei Punti Unici di Accesso, anche attraverso finanziamento di enti no profit per l’erogazione dei servizi.

il

Tutto quanto sopra richiede azioni di sistema che agiscano sulla capacità istituzionale delle amministrazioni coinvolte aiutandole, oltre che a programmare interventi che rispondano alle loro esigenze prioritarie, a dotarsi delle competenze, degli strumenti e delle tecnologie necessarie per una loro efficace attuazione.

1.2 L’obiettivo del workshop L’invecchiamento attivo ha assunto un grande valore aggiunto nell’ambito della programmazione comunitaria 2007 – 2013, in particolare, l’Anno 2012 è stato proclamato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell'Unione Europea, Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. “Rafforzare l’offerta dei servizi per gli anziani non autosufficienti”, è uno degli obiettivi fondamentali della programmazione regionale e nazionale con l’obiettivo di favorire la crescita e l’inclusione sociale con un intervento diretto al rafforzamento della componente socio assistenziale, tipicamente erogata dai Comuni (attraverso gli ambiti sociali), in un’ottica di integrazione sociosanitaria e di presa in carico globale dell’anziano. E’ importante sottolineare, inoltre, come l’integrazione sociale rappresenti una priorità nella strategia Europa 2020, e diventa quindi di fondamentale importanza consolidare ulteriormente il ruolo attivo degli anziani per la comune realizzazione di politiche di sviluppo attive e integrate con il territorio. Alla luce di quanto sopra esposto, il Dipartimento 10 – Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato della Regione Calabria ha ritenuto opportuno agire in modo condiviso sulla programmazione e progettazione di interventi pilota innovativi finalizzati alla qualificazione dell’offerta dei servizi semiresidenziali, attraverso la creazione di strutture specializzate all’assistenza degli anziani, leggere e rispettose della dignità e della libertà individuale. Il workshop ha avuto quale obiettivo principale la condivisione tra gli attori coinvolti di un metodo di lavoro efficace nella definizione di un modello “ideal-tipico” dei Centri diurni per anziani in integrazione con l’ADI (“il Centro e i servizi che vogliamo”) che sarà successivamente oggetto di approfondimento da parte di esperti e da parte dell’amministrazione regionale, con la quale si pianificherà il percorso dei laboratori in cui l’elemento caratterizzante del disegno realizzato potrà essere sviluppato. Il programma del workshop è riportato nell’Allegato I.

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1.3. I Partecipanti al workshop Ai lavori hanno partecipato, oltre al Gruppo di Lavoro FormezPA, che ha condotto e coordinato i lavori, referenti istituzionali appartenenti alle seguenti strutture: -

Comune di Vibo Valentia – Assessorato ai Servizi Sociali e Ufficio Programmazione Comunitaria

Per quanto riguarda il privato sociale erano presenti: -

Unione Italiana Ciechi

-

Cooperativa Guardo Oltre

-

Centro Aggregazione Anziani Vibo

-

CSV Vibo Valentia

-

Associazione la Goccia

-

Cooperativa Sociale Gianfranco coop

-

Associazione “Il Percorso” VV

-

Associazione Corrado Alvaro

L’elenco dei partecipanti al workshop è riportata nell’Allegato II.

CAPITOLO II-

Valentia”

L’idea progettuale “Centro diurno integrato con ADI a Vibo

2.1. La metodologia di lavoro Le sessioni di lavoro partecipative sono state condotte da un facilitatore professionista che ha avuto il compito di gestire la discussione favorendo il loro coinvolgimento attivo finalizzato al raggiungimento dei risultati attesi. Il facilitatore ha utilizzato un sistema di visualizzazione per organizzare i contributi dei partecipanti in uno schema chiaro e condiviso e per ottenere alla fine di ogni sessione dei “prodotti” utili per il lavoro del gruppo (obiettivi dei Centri, caratteristiche operative, iniziative per attivarli, ecc.). I paragrafi che seguono riportano i risultati emersi nelle sessioni partecipative del workshop. 2.2. La situazione dei servizi per gli anziani nel Comune di Vibo Valentia Il workshop è iniziato con una breve panoramica dello “stato dell’arte” dei servizi per anziani nel Comune di Vibo Valentia. Stando a quanto detto dai partecipanti, il Comune fornisce ad anziani non autosufficienti un’assistenza domiciliare integrata (ADI) in convenzione con una cooperativa, tuttavia le ristrettezze di bilancio fanno sì che solo una porzione dell’utenza potenziale sia interessata da questo servizio. Dal canto suo la ASP fornisce i servizi assistenziali di tipo sanitario alla popolazione anziana. Per quanto riguarda i servizi rivolti esplicitamente a un’utenza anziana autosufficiente, esistono nel Comune due Centri di Aggregazione Sociale (uno dei quali a Vibo Marina), situati in stabili di proprietà comunale, nei quali gli anziani di fatto si auto-organizzano per svolgere attività ricreativa e di socializzazione. Il Comune di Vibo Valentia ha partecipato all’avviso pubblico “Centri diurni per anziani” dell’inizio del 2012. Pertanto, è risultato chiaro che attualmente non esistono Centri diurni per anziani secondo le caratteristiche richieste dalla Regione (servizi per una utenza non autosufficiente e autosufficiente, integrazione tra servizi socioassistenziali e socio-sanitari). 7


2.3. L’idea progettuale “Centri diurni per anziani a Vibo Valentia” Il chiarimento effettuato poco prima sulla situazione attuale dei servizi per anziani ha permesso di chiarire le caratteristiche fondamentali dei centri diurni per anziani oggetto del presente lavoro di progettazione. Queste caratteristiche riguardano due aspetti fondamentali: da un lato il fatto che i Centri diurni saranno rivolti sia all’utenza autosufficiente sia a quella non autosufficiente e dall’altro che nei Centri dovranno convivere i due “segmenti” principali di servizio, vale a dire quello socio-assistenziale gestito dal Comune e quello socio-sanitario gestito dalla ASP. Inoltre è necessario chiarire che l’utenza non autosufficiente include anche persone con disabilità psichica, aspetto questo particolarmente frequente tra le patologie dell’età senile. In questa prima parte, inoltre, gli esperti del Formez hanno chiarito il contesto in cui si colloca l’attività di progettazione oggetto del workshop: la Regione Calabria sta sollecitando i Comuni capoluogo di Provincia a redigere, in ogni area, un progetto pilota per la creazione di centri diurni per anziani con le caratteristiche sopra richiamate. Tale progetto sarà sostenuto dalla Regione Calabria nell’ambito dei fondi messi a disposizione dal Ministero per la Coesione Territoriale nell’ambito del Piano di Azione e Coesione. Per quanto riguarda il metodo di lavoro, la definizione dell’idea progettuale è stata effettuata attraverso la matrice del Quadro Logico (QL), della quale si fornisce una breve descrizione nell’Allegato IV. Questo esercizio ha comportato un processo articolato in due momenti: una prima fase di “visioning” e cioè di identificazione delle caratteristiche funzionali e dei servizi del “Centro e dei servizi che vogliamo” (v. Tabella 1) e una seconda fase in cui queste idee sono state riorganizzate e collocate all’interno della matrice del QL (v. Tabella 2). Nelle righe che seguono si riporta la descrizione del risultato finale di questo lavoro, vale a dire la matrice del Quadro Logico, e i principali passaggi della discussione che hanno portato a questo risultato. L’obiettivo principale del progetto sperimentale di Centri diurni per anziani è la loro integrazione come protagonisti nella vita della comunità. L’anziano deve essere soggetto attivo nel e dell’invecchiamento e non passivo. Inoltre è stato sottolineato che sebbene si parli di anziano al maschile per designare l’intera categoria, è importante che il Centro diurno sia capace di coinvolgere nelle sue attività anche le anziane, predisponendo servizi e attività rivolte anche all’utenza femminile, la quale potrebbe essere, per ragioni culturali, meno propensa a rivolgersi a un Centro diurno in generale. Per quanto riguarda gli obiettivi generali di questo progetto, la valenza sociale è rappresentata dai seguenti fattori:   

la riduzione dei costi sanitari, dovuta a un miglioramento dello stato di salute della parte meno giovane della società; una diminuzione del “carico” familiare, e cioè del lavoro di cura e/o della spesa che grava oggi sulle famiglie, sia grazie a una maggiore autosufficienza degli anziani sia in termini di servizi che gli anziani possono offrire alle famiglie; una ricaduta positiva sull’economia locale a fronte di una maggiore capacità di spesa dell’anziano stesso dovuta al miglioramento del suo benessere psico-fisico.

Per quanto concerne i risultati attesi e le relative attività, un Centro diurno per anziani in integrazione con l’ADI e le ASP dovrebbe presentare le seguenti caratteristiche: 

offrire agli anziani una struttura idonea; l’aspetto strutturale di un Centro anziani è stato ritenuto molto rilevante dai partecipanti. Innanzitutto, è stata indicata come importante la disponibilità di spazi esterni “verdi” nei quali gli anziani possano soggiornare e svolgere attività ricreative e di palestre o luoghi simili dove svolgere attività fisica. I partecipanti hanno raccontato che l’attività fisica e sportiva è molto richiesta e praticata dagli anziani a Vibo Valentia. In un Centro siffatto non dovrebbero mancare anche altre 8


dotazioni, come quella di una lavanderia, di una cucina e di una sala di lettura e TV. Altri aspetti importanti riguardano la dotazione di ausili e strumentazioni specifiche per l’utenza anziana (rampe per disabili, letti per il riposo o strumenti speciali per esempio per ipovedenti) così come di spazi idonei per la lettura e il ballo; inoltre, esiste un problema legato alla mobilità degli utenti da e verso il Centro, aspetto questo che dovrà essere opportunamente risolto per garantire una fruizione efficace del servizio; infine, il Centro dovrebbe essere ospitale e pulito; per ottenere questi risultati le attività individuate sono state le seguenti: l’individuazione delle strutture da parte del Comune (resta da valutare in che misura gli attuali CAS possano essere ristrutturati per diventare Centri diurni; a questo proposito è stato fatto notare come la popolazione anziana a Vibo Valentia sia costituita, da circa 17.000 unità, non ponendosi quindi un problema di eventuale duplicazione delle iniziative); la conseguente ristrutturazione di queste sedi; la riqualificazione dei Centri in termini di strumenti e di servizi; 

dotare il Centro di una capacità di gestione efficiente e di figure professionali adeguate; le figure professionali citate di cui un Centro anziani avrebbe bisogno sono psicologi, assistenti sociali, fisioterapisti, psicologi e animatori; tali figure non sono sempre oggi immediatamente disponibili pertanto sarebbe opportuno procedere anche a una riqualificazione delle figure esistenti per poter adeguare al meglio le professionalità esistenti verso le particolarità dell’utenza “terza età”. Inoltre il Centro dovrebbe essere gestito in modo efficiente secondo criteri di managerialità senza rinunciare tuttavia al fondamentale apporto del volontariato, una componente essenziale di tutto il “sistema” dei servizi per gli anziani; le attività in quest’ambito riguardano fondamentalmente: la definizione delle modalità di gestione dei Centri; la stipula di contratti e convenzioni per assicurare un gestione adeguata (il Comune non è tenuto a gestire direttamente i Centri ma lo può fare in diverse forme, quali per esempio l’affidamento a cooperative o la creazione di società miste);

attività volte alla socializzazione e all’integrazione dell’anziano nella comunità; in quest’ambito dovrebbero ricadere le attività di animazione rivolte agli anziani, articolate in tre macro-categorie: attività turistiche (i partecipanti hanno ribadito che l’attività escursionistica riscuote alti livelli di gradimento tra gli anziani); attività culturali, intendendo con questo la ampia gamma di eventi culturali nei quali si può coinvolgere l’utenza anziana (ballo, feste, mostre, enogastronomia ecc.) e infine le attività di “rapporto con il territorio”, vale a dire tutte quelle forme in cui l’anziano interagisce con la comunità che gli sta intorno: si è citato l’esempio dei corsi sugli antichi mestieri rivolti ai giovani a cui fa riscontro il corso per alfabetizzazione informatica erogato dai giovani in favore degli anziani oppure il coinvolgimento delle famiglie nelle attività del Centro diurno; è interessante rilevare che alcuni partecipanti sostengono che gli anziani nei Centri dovrebbero essere aiutati a intrattenersi con i giochi che facevano nella loro infanzia e anche proporli ai giovani. Le attività di socializzazione dovranno anche essere rivolte a un’utenza anziana portatrice di specifiche disabilità (es. non vedenti);

favorire il benessere psicofisico degli utenti tramite l’integrazione sociosanitaria: questa integrazione è alla base del funzionamento dei Centri diurni e ne costituisce la principale sfida. Le prestazioni sanitarie legate alla riabilitazione sono un elemento fondamentale di questi servizi. L’aspetto fondamentale nella prestazione di servizi socio-sanitari efficaci è la personalizzazione del percorso di attivazione/riattivazione dell’anziano, nel senso che a ogni utente dovrebbe corrispondere un percorso individualizzato basato sulle specifiche esigenze di ogni persona. Tra le altre attività rientranti in quest’ambito, alcuni partecipanti hanno indicato i seminari informativi rivolti al pubblico degli anziani su questioni particolarmente rilevanti per loro (patologie o problematiche tipiche della terza età). 9


L’elemento, non certo secondario, dell’integrazione tra servizi sanitari e servizi socio-assistenziali è una delle caratteristiche fondamentali per il finanziamento del progetto sperimentale a valere sui fondi del Piano di Azione e Coesione. 2.5. Il piano di lavoro per lo sviluppo dell’idea progettuale Una volta definita la proposta progettuale relativa ai Centri diurni per anziani, il gruppo dei partecipanti ha riflettuto su come procedere ulteriormente per perfezionare la progettazione e realizzare le attività progettuali. E’ importante chiarire che l’eventuale finanziamento previsto dal Piano di Azione e Coesione coprirà in larga misura le opere di ristrutturazione delle strutture. Il lavoro svolto in quest’ultima sessione si è articolato in due parti: una prima parte in cui ai partecipanti è stato chiesto quali fossero tutte le questioni/azioni ancora irrisolte o da chiarire o da realizzare in vista dello sviluppo dell’idea progettuale, quindi tutte queste azioni/questioni sono state suddivise secondo la suddivisione temporale “adesso” (questioni urgenti da definire subito o entro pochi giorni) o “in fase di progettazione esecutiva” o “in fase di realizzazione” (il risultato di questo lavoro è riportato nella Tabella 3); una seconda parte in cui, sulla base delle sole questioni/azioni delle colonne “adesso” e “in fase di progettazione esecutiva” e di altre idee, il gruppo ha proceduto a definire un piano di lavoro (v. Tabella 4) per rendere possibile la presentazione del progetto “Pianeta anziani a Catanzaro” nell’ambito del Piano di Azione e Coesione. Per quanto riguarda le questioni più urgenti (colonna “adesso” della Tabella 3), esse riguardano due esigenze fondamentali:  la necessità di verificare quali altri strutture nel Comune di Vibo Valentia siano adatte a diventare i Centri anziani;  la necessità di addivenire a un accordo (protocollo d’intesa) con la ASP per rendere operativo il progetto. Per quel che concerne le questioni e le azioni da tenere presenti nella fase di progettazione esecutiva, esse fanno riferimento a:  le risorse umane da impiegare nei Centri: è opportuna una valutazione della quantità e della tipologia delle figure professionali da impegnare nei Centri e conseguentemente la definizione delle modalità operative (attivazione e valorizzazione delle risorse del privato sociale) nell’ambito delle quali le diverse figure opereranno;  il raccordo tra assistenza sociale e assistenza sanitaria, nella linea di integrazione già richiamata;  il materiale di arredo e le soluzioni architettoniche interne, nel senso di verificare attentamente quali siano gli strumenti e le opere di ristrutturazione necessarie;  le modalità di gestione dei Centri (soprattutto una valutazione dei costi), con particolare riguardo alla sostenibilità economica dell’iniziativa. Per quanto riguarda infine le questioni/azioni che possono essere demandate alla fase di realizzazione, queste attengono fondamentalmente al coinvolgimento dei giovani nelle attività dei Centri diurni. L’identificazione di queste azioni ha permesso ai partecipanti di condividere un piano di azione (v. Tabella 4) per completare il progetto nei tempi richiesti dalla Regione. Questo piano prevede in sintesi le seguenti azioni: -

Delibera di Giunta Comunale di presa d’atto sia del nostro lavoro di progettazione sia in merito all’individuazione delle strutture destinate a diventare Centri diurni; Redazione di un protocollo d’intesa tra Comune e ASP per la gestione operativa del Centro; Sottoscrizione del protocollo d’intesa tra Comune e ASP; Predisposizione di un progetto esecutivo per ciascun Centro ad opera del Comune di Vibo Valentia e della ASP. 10


2.4 La valutazione del workshop da parte dei partecipanti Al termine del workshop il facilitatore ha chiesto ai partecipanti una valutazione del workshop stesso. Questi in sintesi i giudizi espressi: “Il facilitatore ci ha condotto bene nel percorso di progettazione, è importante però trovare i locali adatti. Creare i Centri non sarà facile, ci vorrà il contributo fattivo di tutte le istituzioni”. “Si è creato un clima molto costruttivo”. ”Incontro molto positivo, è quello che ci vuole per partire, ora la palla passa alle istituzioni”. ”Incontro importante”. “Mi auguro che qualcosa si possa realizzare. Abbiamo lavorato bene, peccato la scarsa partecipazione”. “Ci siamo trovati bene, incontro positivo”. “Workshop molto positivo, soprattutto dal punto di vista formativo per noi partecipanti”. “Incontro molto costruttivo, tutti hanno partecipato attivamente”.

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ALLEGATI E TABELLE

Allegato I - Programma workshop1

4 dicembre 2012 9.00 – 9.30

Accoglienza e registrazione dei partecipanti

9.30 – 10.00

Saluto e introduzione ai lavori Bruno Calvetta – Dirigente Generale – Dipartimento 10 Lavoro, Formazione Professionale e Politiche Sociali – AdG POR Calabria FSE 2007 – 2013 del Settore Politiche Sociali – Regione Calabria Pasquale Luzzo – Responsabile Ufficio Programmazione Comunitaria – Comune di Vibo Valentia Lorella Vivona – Referente della task force Calabria – Progetto Capacity SUD Linea A.2 – FormezPA

10.00 – 11.00

Programmazione regionale 2007 – 2013 nei servizi di cura Alessandra Celi – Dirigente di Servizio – Dipartimento 10 Lavoro, Formazione Professionale e Politiche Sociali – Regione Calabria Renato Scordamaglia – Consulente – FormezPA

11.15 – 11.45

Principi fondamentali del PPCM (Programme and Project Cycle Management) per una progettazione di qualità Federico Bussi – FormezPA

11.45 – 13.30

Creazione di una visione comune degli obiettivi e delle attività del Centro diurno in integrazione con l’ADI (Sessione partecipativa – I parte) Federico Bussi – FormezPA

13.30 – 14.30

Light Lunch

14.30 – 17.00

Creazione di una visione comune degli obiettivi e delle attività del Centro diurno in integrazione con l’ADI (Sessione partecipativa – II parte) Federico Bussi – FormezPA

5 dicembre 2012 9.00 – 14.00

Definizione di azioni comuni per lo sviluppo del Centro diurno in integrazione con l’ADI (Sessione partecipativa) Federico Bussi – FormezPA

Il programma ivi riportato è quello inviato agli invitati al WS. Gli interventi della giornata non hanno visto la partecipazione dei referenti regionali per impegni sopraggiunti ed improrogabili. Le tematiche della programmazione regionale nei servizi di cura sono stati illustrati dal Dott. Scordamaglia come illustrato nel capitolo I. 1

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Allegato II - Elenco dei partecipanti

Cognome

Nome

Ente/Organizzazione di appartenenza

Ruolo

Avallone

Oscar

Unione Italiana Ciechi

Collaboratore Volontario

Monteleone

Carmela

Cooperativa Guardo Oltre

Piscologa

Maragò

Maria Stella

Comune di Vibo Valentia

Consulente Comune di Vibo

La Rocca

Fernando

Daniele

Maria Giovanna

Centro Aggregazione Anziani Vibo Cooperativa Guardo Oltre

Segretario Collaboratrice

Luzzo

Pasquale

Comune di Vibo Valentia

Responsabile Ufficio Programmazione Comunitaria

Scaramozzino

Francesco

CSV Vibo Valentia

Associato

Napolitano

Michele

Associazione la Goccia

Presidente

Moniaci

Giovanna

Facciolo Rubino

Giuseppina Rosamaria

Murone

Antonio

Callipo Corrieri Barillà Andronaco Lo Reggio

Ilenia Francesca Ludovica Alba Chiara Mariagrazia

Cooperativa Sociale Gianfranco coop Comune di Vibo Valentia Comune di Vibo Valentia Associazione “Il Percorso” VV Istituto magistrale VV Istituto magistrale VV Istituto magistrale VV Istituto magistrale VV Istituto magistrale VV

Teti

Adriana

Comune di Vibo Valentia

Dirigente

Fiorillo

Rita

Comune di Vibo Valentia

Funzionario politiche sociali

Scaramozzino

Maria

Ceravolo

Giuseppe

CSV Vibo Valentia Associazione Corrado Alvaro

Presidente

E-mail uicvib@uiciechi.it carmenmonteleone @tiscali.it stellamarago78@e mail.com laroccafernando@y ahoo.it marygio81@hotma il.com luzzopa@gmail.co m franco.scaramozzin o@libero.it lagocciaassociazion e@tiscali.it g.moniaci@yahoo.i t

Dipendente Dipendente Presidente

antonio.murone@l ibero.it

Studente Studente Studente Studente Studente adrianateti@libero. it servizisocialli@co mune.vibovalentia. vv.it

Associato Presidente

circoloalvaro.pizzo @hotmail.com

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Allegato III - Le tabelle Tabella 1 – Caratteristiche e servizi dei Centri diurni per anziani GESTIONE Formazione degli operatori

STRUTTURE / ATTREZZATURE Spazi aperti e tante stanze dove poter svolgere attività

SOCIALIZZAZIONE

SERVIZI SOCIO SANITARI

Giochi di società

Riabilitazione

Volontariato

Palestre con tutte le macchine

Gite turistiche, culturali e religiose

Volontariato

Locali atti alla comunicazione

Pacchetti di turismo mirato

Opere per superamento barriere architettoniche

Socializzazione (autoaiuto, gite, feste) Intrattenimenti vari per anziani non vedenti

Gestione competente (managerialità) Figure professionali specifiche Deve essere attivo e soprattutto ben organizzato Equipe specializzata capace di rilevare il bisogno e creare un progetto individualizzato

Spazi verdi Sale lettura e letti

Giochi antichi e tecnologie moderne

Struttura con verde

Socializzazione per anziani disabili

Ausili per anziani disabili

Avvicinamento ai giovani per tramandare tradizioni

Un centro spazioso e pulito con uno spazio verde rivolto anche alle ANZIANE con una bella cucina e un laboratorio

Turismo mirato giochi di società

Attività fisiche, musicoterapia (percorsi a 360° personalizzati) Seminari informativi per utenti & famiglie

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Tabella 2 – Il Quadro Logico del progetto sperimentale “Centri diurni per anziani a Vibo Valentia” Obiettivi generali Riduzione di spesa delle famiglie

Riduzione spese sanitarie Anziano soggetto di spesa

Obiettivo principale Risultati

ANZIANI PROTAGONISTI R.1. Anziano usufruisce di strutture idonee

R.2. Servizi per gli anziani più efficienti

R.3. Anziani integrati nella comunità

R.4. Benessere psicofisico

Attività

A.1.1. Individuazione delle strutture

A.2.1. Verifica modalità di gestione A.2.2. Convenzioni contratti

A.3.1. Turismo

A.4.1. Servizi sociosanitari

A.1.2. Ristrutturazione delle sedi A.1.3. Riqualificazione (strumenti/servizi)

A.3.2. Attività culturali A.3.3. Rapporto col territorio


Tabella 3 - Le questioni/azioni da affrontare per lo sviluppo della progettazione

ADESSO Vibo Marina Carenza di servizi per anziani e ammalati Locali Protocollo d’intesa con ASP Il Centro deve essere ubicato fuori dal centro urbano I locali: Vibo Valentia e frazioni

IN PROGETTAZIONE ESECUTIVA Prevedere il futuro al termine dei fondi per la continuazione delle attività Personale volontario per sezione sociale e sezione sanitaria In tutta la struttura mettere un palazzetto dello sport Figure di coordinamento Protocollo d’intesa con ASP Coinvolgimento delle associazioni e famiglie La struttura dovrebbe avere la parte sociale separata dalla parte sanitaria Lavanderia e cucina Vibo Marina servizio domiciliare di assistenza per anziani Fare partecipare le famiglie Occorre mezzo di trasporto per non deambulanti Distribuzione medicine Parrucchiere perché l’anziano deve essere ordinato Dotazione di pronto intervento e di primo soccorso Come si arriva al Centro? Affidato a cooperative con le figure professionali Servizi igienici adatti a tutti Trasporto Volontari preparati ad assistere le varie disabilità Figure professionali Garanzia sulla manutenzione ordinaria dei servizi idrosanitari e della struttura Corso di formazione per tutti gli operatori

IN FASE DI REALIZZAZIONE Coinvolgere i giovani


Tabella 4 - Il piano di azione per la stesura del progetto AZIONE

RESPONSABILE

PRODOTTO

Delibera di Giunta Comunale di presa d’atto sia della progettazione sia dei locali

Giunta Comunale VV

Delibera di giunta

Stesura protocollo d’intesa

Ass.to Politiche Sociali

Protocollo d’intesa

Sottoscrizione protocollo d’intesa Comune - ASP

Comune VV e ASP

Protocollo d’intesa sottoscritto

Progetto esecutivo per ciascun Centro

Comune + ASP

Progetto esecutivo

DATA SCADENZA


Allegato IV - Breve descrizione del Quadro Logico (QL)

La matrice di progettazione del Quadro Logico Il Quadro Logico è una matrice di progettazione, largamente usata nei programmi promossi dalla Commissione Europea e da altri organismi internazionali, molto utile per definire in maniera chiara i diversi elementi di un intervento progettuale e per visualizzarli in modo efficace, favorendo quindi anche una riflessione comune sul progetto. Essa è lo strumento di progettazione usato nella metodologia GOPP (Goal Oriented Project Planning), parte integrante dell’approccio PPCM (Programme and Project Cycle Management). Prima di presentare il Quadro Logico nel suo formato standard completo, è opportuno spiegare qual è il significato della sua parte più significativa, la logica di intervento. La logica di intervento è articolata in quattro livelli, legati tra loro da un rapporto di causa-effetto in senso verticale, dal basso verso l’alto, secondo il quale le attività portano ai risultati, i risultati conducono al raggiungimento dello scopo del progetto e lo scopo contribuisce al raggiungimento degli obiettivi generali. Significato e definizione dei livelli del Quadro Logico LOGICA DI INTERVENTO

Obiettivi Generali

DEFINIZIONE (Che cos’è ?)

I benefici sociali ed economici di medio e lungo termine al Perché il progetto è raggiungimento dei quali il importante per la società ? progetto contribuirà

Il beneficio “tangibile” per i beneficiari (il miglioramento Scopo del progetto di una condizione di vita dei (Obiettivo beneficiari o di una aspetto specifico) importante di una organizzazione) Risultati

Attività

SIGNIFICATO (A che domanda risponde ?)

I servizi che i beneficiari riceveranno dal progetto Ciò che sarà fatto durante il progetto per garantire la fornitura dei servizi

Perché i beneficiari ne hanno bisogno ? Cosa i beneficiari saranno in grado di fare, di sapere o di saper fare grazie alle attività del progetto Cosa sarà fatto per fornire i servizi ?

Di seguito vengono illustrati con maggiore dettaglio i quattro livelli della logica di intervento di un progetto. 

Obiettivi generali. Essi sono i benefici sociali e/o economici di lungo termine per la società in generale (non solo e non tanto quindi per i beneficiari del progetto) ai quali il progetto contribuirà. Questi obiettivi non vengono raggiunti esclusivamente tramite il progetto ma con il contributo di altri interventi o progetti o programmi. Essi sono attinenti a diversi aspetti di carattere sociale ed economico, pertanto il singolo progetto potrà prevedere più obiettivi generali. E’ importante sottolineare come il progetto non sia responsabile di raggiungere questi risultati.

Scopo del progetto. (Anche definito come obiettivo specifico). Esso indica i benefici o il


beneficio tangibile che i beneficiari otterranno mettendo a frutto i servizi che riceveranno nell’ambito del progetto. In particolare, lo scopo del progetto definisce l’aspetto o condizione della vita dei beneficiari che registrerà un miglioramento a seguito dell’utilizzo dei servizi forniti nell’ambito del progetto. Di norma, è opportuno che il progetto stabilisca un solo obiettivo specifico. A differenza degli obiettivi generali, a cui il progetto può contribuire insieme ad altri fattori, il progetto è direttamente responsabile del raggiungimento dell’obiettivo specifico. Per beneficiari di un progetto si intendono gli individui i cui problemi sono affrontati dal progetto e non il personale delle organizzazioni impegnate nella sua realizzazione. 

Risultati. Questi si riferiscono ai servizi che i beneficiari, o altri soggetti facenti parte del contesto specifico, otterranno a seguito delle attività realizzate nell’ambito del progetto. Essi definiscono cosa i beneficiari saranno in grado di fare, di sapere o di saper fare grazie alle attività del progetto. I risultati non riguardano le infrastrutture realizzate ma i servizi offerti nell’ambito di tali infrastrutture.

Attività. Tale termine indica le azioni che saranno realizzate nell’ambito del progetto per fornire i servizi necessari ai beneficiari o ad altri soggetti.

E’ importante sottolineare che mentre il progetto non è direttamente responsabile di raggiungere gli obiettivi generali (che ne costituiscono piuttosto la “giustificazione sociale”), esso è responsabile di conseguire l’obiettivo specifico, il cui raggiungimento determina l’efficacia del progetto stesso. L’obiettivo specifico di norma viene raggiunto dai beneficiari dopo che il progetto è stato portato a termine. Ciò che resta sul campo, a progetto appena terminato, sono i risultati, vale dire quello che i beneficiari sono in gradi di fare, di essere o di saper fare grazie alle azioni del progetto. Di norma il Quadro Logico è, nella sua versione completa, presentato secondo il seguente formato: Formato completo del Quadro Logico LOGICA DI INTERVENTO

INDICATORI

FONTI DI VERIFICA

IPOTESI

Obiettivi Generali Scopo (Obiettivo specifico) Risultati Attività Precondizioni Per ciascuno dei quattro livelli già descritti, che insieme rappresentano la logica di intervento del progetto, si identificano gli indicatori di raggiungimento, le fonti presso le quali reperire i dati a essi relativi e soprattutto le ipotesi, definibili come quei fattori o condizioni esterni al progetto ma importanti per raggiungere i risultati e gli obiettivi del progetto. L’esistenza delle ipotesi scaturisce dalla considerazione che gli interventi progettuali, spesso per mancanza di risorse o di competenza degli attori, non possono operare in più settori allo stesso tempo. Questo fa sì che per raggiungere certi obiettivi cosiddetti finali, il progetto debba appunto “ipotizzare” che altre condizioni, assolutamente esterne e indipendenti dal progetto, si verifichino.


Allegato IV - Le foto


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