Report LAB STS Area Flegrea 28.03.13

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PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1

CAMPANIA Linea A.2 – PROGETTARE

Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance

REPORT LABORATORIO STS “F2 Area Flegrea”

“Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)”

Terme Stufe di Nerone a Bacoli – Napoli 28 marzo 2013 – ore 9,30-17,00


INDICE INTRODUZIONE .................................................................................................................... 2 1. Il Laboratorio: L'ideazione e gli obiettivi ............................................................................ 3 1.1 La proposta e il progetto generale ..................................................................................... 3 1.2 La selezione dei territori .................................................................................................... 4 1.3 La metodologia di lavoro ................................................................................................... 4 1.4 Il programma del percorso complessivo del Laboratorio ..................................................5 2. Il Sistema Territoriale Area Flegrea ....................................................................................5 2.1 Il contesto locale .................................................................................................................5 2.2 Lo sviluppo dei lavori ........................................................................................................ 6 3. L'attività di analisi .............................................................................................................. 10 3.1 L'analisi strategica partecipata SWOT sullo stato dell’arte dell’organizzazione del STS Area Flegrea ........................................................................................................................... 10 4. Considerazioni finali .......................................................................................................... 19 5. Allegati ................................................................................................................................ 19 •

Allegato 1 - Programma .............................................................................................. 18

Allegato 2 - Elenco partecipanti ................................................................................ 20

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INTRODUZIONE

Il progetto Capacity SUD, finanziato dal Programma Operativo Nazionale "Governance e Azioni di Sistema" (PON GAS), ha la finalità di migliorare la capacità istituzionale delle amministrazioni delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza supportandole nella programmazione di interventi che rispondano alle loro esigenze prioritarie e nel rafforzamento delle competenze necessarie per la loro efficace attuazione. La Capacità Istituzionale, Asse del Programma, oltre a fornire un supporto strategico per una gestione maggiormente efficiente dei Programmi Operativi, assume un rilievo fondamentale in prospettiva della programmazione comunitaria nel quadro di Europa 2020. In particolare, la Linea A.2 di Capacity SUD, denominata PROGETTARE ha l’obiettivo di sviluppare le competenze di programmazione delle politiche, di progettazione degli interventi dei PO e di miglioramento organizzativo delle amministrazioni, attraverso un approccio che valorizzi il raccordo coi territori, l’integrazione delle politiche e degli attori e l’innovazione gestionale, con uno sguardo attento agli orientamenti nazionali ed europei. Il progetto si muove in contemporanea sui due fronti delle politiche e delle organizzazioni, con l’obiettivo di sostenere un miglioramento della programmazione (soprattutto in vista della nuova programmazione) e della progettazione degli interventi attraverso l’utilizzo di metodologie consolidate a livello europeo (GOPP e Project Cycle Management - PCM). La linea progettuale promuove il concetto di progettazione partecipata e si articola in due dimensioni: da un lato intende sostenere la partecipazione e la collaborazione di dirigenti e funzionari della Regione, dall’altro vuole realizzare anche il coinvolgimento degli attori-chiave del territorio. In particolare, PROGETTARE si articola in 2 azioni: sviluppo della cultura del PCM (Linea A.2.1 – Progettare le politiche) e Progetti mirati per il miglioramento del ciclo di programmazione e di gestione (Linea A.2.2 – Progettare lo sviluppo organizzativo). All'interno della Linea FormezPA e Regione Campania, Assessorato agli Enti Locali, hanno strutturato un percorso di attività laboratoriale volto all'analisi dello stato di attuazione all'interno del territorio regionale dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (in seguito STS), ambiti territoriali previsti nel Piano Territoriale Regionale (LR 13/2008), prefigurati come unità minime di programmazione, avviando un processo di affiancamento e supporto agli attori istituzionali, economici e sociali del STS. Lo scopo è di verificare l’utilità e l’opportunità della evoluzione dei STS in forme più avanzate di cooperazione tra i Comuni e, dunque, con caratteri normativi, giuridicoformali, organizzativi, più coerenti con i principi e gli indirizzi comunitari 2014-2020, ai fini di una progettazione dello “sviluppo orientato ai luoghi” in chiave partecipata ed integrata. Un percorso sicuramente innovativo all'interno del panorama delle regioni italiane. Il processo del PTR consente di capitalizzare l’esperienza della vecchia programmazione che è stata alla base della identificazione dei STS, che permettono non solo di ereditare ambiti territoriali per la nuova programmazione, ma soprattutto di ereditare i “luoghi della concertazione “ del POR 2000-2006. Molti STS, infatti, grazie all’esperienza pregressa sono dotati di forti coalizioni partenariali, della capacità di costruire un unico condiviso progetto collettivo e di un notevole patrimonio di progettazioni definitive già disponibili e coerenti con il disegno di sviluppo del territorio. Oggetto del presente report è la descrizione del processo di ideazione del percorso laboratoriale, la sua struttura, le attività previste e i risultati attesi del processo, nonché i risultati della prima giornata di attività già realizzata.

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1. Il Laboratorio: L'ideazione e gli obiettivi

1.1 La proposta e il progetto generale L'attività di Capacity Sud in Campania è stata preceduta da un lavoro condiviso di progettazione, realizzato da luglio a ottobre fra FormezPA e l’Assessorato Regionale agli Enti Locali. La fase “pubblica” del Laboratorio è stata aperta da un seminario iniziale di presentazione, aperto agli enti locali campani e a diversi assessorati regionali, in cui è stato sollecitata, con metodologie partecipative, la possibilità dei partecipanti di proporre idee progettuali coerenti con lo spirito e gli obiettivi del Progetto Capacity Sud e della Linea A.2 PROGETTARE in particolare. L'esigenza espressa dall'Assessorato Enti Locali è stata aprire una riflessione su un elemento centrale della programmazione regionale-europea orientata allo sviluppo territoriale, vale a dire l'adeguatezza delle previsioni del PTR e dei STS in esso ipotizzati, ai fini di un'efficace e funzionale concertazione e integrazione programmatica per lo sviluppo dei territori e alla conseguente definizione dell'organizzazione formale e sostanziale dell'ente sovracomunale che dovrebbe derivarne a tali scopi. Ogni STS è visto come una rete di relazioni e, dunque, sua componente fondamentale è la rete dei soggetti locali che interagendo all’interno del contesto territoriale svolgono il ruolo di interfaccia tra le potenzialità specifiche del sistema e il livello di programmazione sovra-locale. Le potenzialità specifiche sono l’identità dell’STS che serve non solo a stimolare processi di sviluppo endogeno ma anche a selezionare gli stimoli innovativi esterni, ed è quindi la guida all’azione progettuale. La Regione Campania già dal 2001 ha avviato un processo di “lettura” e analisi di sistemi territoriali che trovassero, in una vocazione specifica data dalla natura dei luoghi, dalle risorse in essi esistenti, dalle consuetudini alla cooperazione tra Enti Locali che amministrano il medesimo ambito, una chiara direttrice che ne giustificasse l'aggregazione in un territorio omogeneo. Tale percorso ha avuto un suo esito conclusivo con l’approvazione della LR 13/2008 che però non ha trovato coerente applicazione nelle programmazioni regionali 2000-2006 e 2007-2013 e, dunque, non ha ancora sperimentato la sua funzionalità a regime. Da queste considerazioni è nata l'idea di un Laboratorio che avesse ad oggetto le politiche "per i luoghi" della Regione Campania. Si è proceduto quindi alla realizzazione di un primo Workshop “Europa 2020: strategia, organizzazione, metodi e strumenti le Politiche per i luoghi della Regione Campania”, finalizzato a raccogliere l'interesse dei territori intorno al tema. Dai risultati di questa attività svoltasi il 14 e 15 novembre 2012 è nato il Laboratorio “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)”, finalizzato a condividere il processo aggregativo dei Comuni in Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) da parte della Regione Campania e le implicazioni tecnico – organizzative che ne sono derivate, e a rispondere e dare continuità alle proposte dei partecipanti al workshop sulle possibili azioni da mettere in campo per avviare il processo di territorializzazione delle politiche, utilizzando come ambito di riferimento i STS. Esso si caratterizza per lo stretto raccordo valutazione/progettazione; infatti si parte da un’analisi di quanto realizzato sul territorio per arrivare a una progettazione che disegni un'organizzazione amministrativa efficace del STS e individui nuove prospettive e soluzioni operative, per l’accesso alle opportunità della programmazione 2014 - 2020.

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1.2 La selezione dei territori

Un'approfondita riflessione che ha coinvolto referenti regionali, esperti di programmazione partecipata e referenti FormezPA, ha portato a selezionare due fra i 45 STS costituiti in Regione Campania da sottoporre all' analisi sperimentale del Laboratorio. I criteri di selezione hanno riguardato anzitutto il grado di avanzamento delle forme di governance e government presenti negli STS esaminati. La scelta ha privilegiato ambiti territoriali in cui – per effetto dell’attuazione di precedenti programmi integrati di sviluppo quali Patti Territoriali e PIT siano state attuate azioni ispirate alla cultura di coesione e sviluppo. Lo scopo del Laboratorio, infatti, è la riflessione e la ricerca partecipata con gli attori locali, di misure in grado di conferire agli STS i necessari caratteri stabili di coesione, competitività e affidabilità amministrativa. La scelta, condivisa con l’Assessorato regionale, è caduta sui due Sistemi territoriali “Area Flegrea” e “Vallo di Diano” che, per differenti motivi, sono stati individuati quali esempi di territori che avevano già implementato un sistema di lavoro comune consolidato che si esprime in programmi, progetti o strutture istituzionali che abbiano effettivamente contribuito a “catalizzare” le forze del territorio in maniera integrata e concertata. Infatti, nel primo caso (Area Flegrea), sugli obiettivi e indirizzi strategici definiti nel Patto Territoriale negli anni ’90 è stato attuato il PIT più impegnativo di risorse degli anni 2000-2006, pur in mancanza di forme istituzionalizzate di government; nel secondo caso (Vallo di Diano), gli strumenti di sviluppo locale sono stati utilizzati anche con l’apporto di una forma associata tra i Comuni già istituzionalizzata (la Comunità Montana Vallo di Diano). Lo studio dei due Sistemi diversi per vocazione del territorio, tipologia di partenariato e modelli organizzativi è sembrato rappresentare un processo comparativo di particolare interesse per poter analizzarne il processo di aggregazione e i punti di forza e di debolezza del percorso evolutivo in vista della possibile azione di ribaltamento dei risultati in altri territori e poterne fare una best practice. La scelta del STS Vallo di Diano è motivata dal fatto che la coincidenza del territorio della Comunità Montana Vallo di Diano da tempo operativa, con il territorio dei comuni del STS (eccetto il comune di Pertosa) abbia costituito uno degli elementi di coesione degli stessi e ha di fatto anticipato lo spirito del disegno territoriale del Piano Territoriale Regionale (PTR) approvato con Legge Regionale 13/2008. Inoltre, la Comunità Montana ha una struttura organizzativa consolidata che funziona da raccordo tra i diversi Comuni operando in stretta sinergia con il partenariato socioeconomico e pertanto, in questa prima fase di attività, ha assunto un ruolo nel raccordo con gli altri Comuni. Al contrario il STS dei Campi Flegrei, nel quale la natura vulcanica rappresenta l'elemento caratterizzante ed unificante del territorio, è un esempio di aggregazione "dal basso", trovando nella vivacità del partenariato socio-economico, nella presenza di un Luogo istituzionale per la partecipazione costituito dal Forum previsto dallo Statuto del Parco regionale, e nella particolare strutturazione del territorio una spinta autonoma all'aggregazione al di là dell'esistenza di un soggetto sovracomunale formalmente costituto e riconosciuto.

1.3 La metodologia di lavoro La metodologia di lavoro utilizzata nel Laboratorio nel suo complesso è quella dell'analisi e della progettazione partecipata e dei suoi strumenti. In particolare è stata utilizzata nella fase di analisi il Metaplan®, una tecnica di visualizzazione e clusterizzazione delle idee espresse in maniera partecipata da tutti i partecipanti all'attività assistiti da una consulenza esperta. Nella fase successiva invece saranno sperimentati gli strumenti da anni adottati a livello europeo

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per i processi di sviluppo locale e per la progettazione territoriale delle politiche, PCM (Project Cycle Management) e GOPP (Goal Oriented Project Planning) in primo luogo, che permettono di discutere di problemi e obiettivi concreti dei territori nonché di definire un quadro logico delle azioni da realizzare in modo condiviso e con opinioni “esperte”, con l’obiettivo di migliorare i processi decisionali di programmazione/progettazione e innalzare la qualità degli interventi nel territorio.

1.4 Il programma del percorso complessivo del Laboratorio Il Laboratorio è articolato in tre moduli della durata complessiva di cinque giornate per ciascun STS: 1° modulo: Analisi strategica partecipata sullo stato dell’arte dell’organizzazione del STS ad oggi con l’ausilio della matrice SWOT. Ricerca/discussione partecipata sui problemi e le difficoltà che hanno impedito al STS di “portare a valore” più efficacemente le risorse endogene e di realizzare più compiutamente i risultati attesi. 2° modulo: a) Presentazione del nuovo scenario della Programmazione 2014 – 2020 e delle implicazioni organizzative per i sistemi territoriali di sviluppo; b) Workshop integrato fra i due STS, di confronto dei risultati delle analisi SWOT e individuazione delle possibili azioni e/o strutture organizzative “di sistema” da realizzare nei due ambiti territoriali per conferire ad essi caratteri di maggiore efficienza, efficacia, economicità e, dunque, di competitività rispetto agli scenari della nuova programmazione (ciò a prescindere dalle differenti caratteristiche, vocazioni e potenzialità di sviluppo dei due ambiti territoriali). 3° modulo: Workshop PCM – GOPP (Goal Oriented Project Planning), presentazione degli strumenti di progettazione partecipata suggeriti dalla Unione Europea e applicazione del metodo.

2. Il Sistema Territoriale Area Flegrea 2.1 Il contesto locale Il Sistema Territoriale di Sviluppo F2 “Area Flegrea” è stato individuato dal Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR) quale Sistema a dominante paesistico culturale. Il STS comprende 4 comuni: Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto Flegreo. Tre dei quattro comuni rientrano nella competenza territoriale ed operativa del Parco Regionale dei Campi Flegrei. Quarto ha chiesto formalmente alla Regione Campania, di farne parte. Nel territorio c'è una forte sinergia tra il pubblico e il privato e i Comuni si muovono nel rispetto del disegno territoriale del Piano Territoriale Regionale (PTR) approvato con Legge Regionale n.13/2008 e nella logica del STS . Ad oggi, comunque, non è stato costituito l’ufficio di copianificazione come previsto dall’art. 7 del PTR. Nel territorio dell’Area Flegrea è presente un partenariato economico e sociale ricco e vivace nel cui ambito va sottolineata la presenza di molte Associazioni, Onlus e Consorzi di privati che vantano un affermato riconoscimento sul territorio (Malazè, Bussate alla porta degli Inferi, A corto di donne, Pozzuoli Jazz festival, Vivi l’estate, ecc…).

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Sono stati attivati sul territorio diversi strumenti programmatici, in particolare il Patto Territoriale, il PIT GAC Campi Flegrei, l'Accordo di reciprocità Bandiera Blu', il PIRAP Campi Flegrei (Progetti Integrati Rurali per le Aree Protette) di cui il Parco Regionale è l’ente capofila ed il Grande Progetto Laghi di cui Pozzuoli è il comune capofila e presso cui è in corso di sperimentazione per la prima volta, la costituzione di un Ufficio comune per la gestione del Grande progetto.

2.2 Lo sviluppo dei lavori La prima giornata del Laboratorio “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)”. Per l’STS Campi Flegrei si è svolta il giorno 28 marzo 2013 dalle ore 9.00 alle ore 17.00, presso il complesso termale “Stufe di Nerone” di Bacoli. Complessivamente all’attività hanno partecipato 49 persone di cui alcuni sono soggetti istituzionali (comuni, soprintendenze, ecc) altri sono soggetti del partenariato economico e sociale (associazioni, consorzi, ONLUS, ecc). In allegato l’elenco completo dei partecipanti con indicazione dell’ente di appartenenza (all. 2). Con la guida di una esperta facilitatrice, si è proceduto alla valutazione dell’organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Campi Flegrei, attraverso l'analisi strategica partecipata sullo stato dell’arte dell’organizzazione del STS ad oggi, con l’ausilio della matrice SWOT ovvero la valutazione dei punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce. L’obiettivo è stato quello di avviare con gli attori locali una riflessione sul disegno organizzativo degli STS, attraverso un’autovalutazione del percorso fatto ad oggi e l’individuazione di nuove prospettive e soluzioni operative, per l’accesso ai benefici della programmazione 2014 - 2020.

2.2.1 Interventi e saluti istituzionali della Regione Campania Maria Caristo, dirigente regionale del servizio “Promozione delle politiche istituzionali e attività di comunicazione a favore degli enti locali - conferenza permanente regione-autonomie locali della Campania” apre i lavori ringraziando i presenti per la partecipazione e le terme Stufe di Nerone per l’ospitalità, la disponibilità e la collaborazione dimostrata. Ripercorre poi brevemente il percorso che il Settore ”Rapporti con Province, Comuni. C.M. Consorzi (EE.LL)” della Regione Campania, ha intrapreso in ordine alla riorganizzazione del sistema delle AALL alla cui base c’è l’idea radicata che una maggiore economicità, efficacia ed efficienza del sistema pubblico regionale può essere conseguita mediante l'integrazione delle politiche di sviluppo con le misure per il decentramento e l'innovazione amministrativa in particolare la costituzione degli STS. In quest’ambito è chiara la volontà dell’Amministrazione regionale di rispondere all’esigenza, imprescindibile, di rafforzare la capacità istituzionale del sistema delle AALL per promuovere un'amministrazione pubblica efficiente a livello regionale e locale che, tra l’altro, è un obiettivo proprio della programmazione 2014-2020.

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In tale contesto il Settore ha ritenuto strategica l’adesione al Progetto Capacity Sud al fine di migliorare, attraverso il percorso laboratoriale progettato, le competenze proprie e degli attori locali nell’ambito della nuova programmazione. Paola Canneva, funzionario regionale, responsabile dell’attività del progetto, interviene per ringraziare tutti della partecipazione e della “collaborazione” nell'organizzazione della giornata, ricordando che quest’attività è in continuità del Convegno organizzato dall’Assessorato alle Autonomie Locali il 26 marzo 2012 sul tema di “Territorializzare le politiche di coesione e sviluppo con il decentramento e l’innovazione amministrativa della PA, regionale e locale - Gli obiettivi del 2014-2020” da dove è emerso che anche nel sistema delle Autonomie Locali, occorre definire un sistema di governance che riorganizzi le funzioni e superi il sistema verticale “a colonna”. Introduce, poi, l’Assessore ai Rapporti con il Sistema delle Autonomie Locali Pasquale Sommese, il quale sottolinea l’importanza e l’utilità del Progetto Capacity Sud rispetto alle attività in cui si sta impegnando il Settore “Rapporti con Province, Comuni, C.M., Consorzi (EE.LL)”, per sviluppare attività tese al miglioramento ed all’adeguamento delle capacità di attuazione e progettazione dei Comuni. Infatti, i percorsi laboratoriali avviati con i due STS Vallo di Diano e Area Flegrea sono coerenti sia con la riorganizzazione del sistema delle Autonomie Locali sia con il nuovo ruolo a cui sono chiamati i Comuni nell’ambito della strategia Europa 2020. La riorganizzazione, in particolare, si basa sull’articolazione dei Sistemi Territoriali di Sviluppo previsti nel PTR (L.R. 13/2008) quali "unità minime di programmazione" e questo comporta, da un lato, la necessità di politiche e interventi rivolti non più a singoli enti ma a territori più ampi, dall’altro un’azione volta a rafforzare la Capacity building a livello di STS per la migliore implementazione delle politiche regionali ed europee di sviluppo.

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2.2.2 La presentazione del Progetto Capacity SUD Elena Tropeano, Responsabile del progetto Capacity, Sud Linea A.2 – PROGETTARE presenta, per linee generali, le caratteristiche del progetto, che ha come obiettivo la realizzazione di interventi di capacity building rivolti alle amministrazioni pubbliche. Si sofferma, in particolar modo, sul concetto di capacity building per sottolineare come la capacità istituzionale si fonda sulla costruzione di competenze tecniche, trasversali, di comunicazione, di relazione e comprenda in sé i temi dell’integrazione di politiche e attori. Passa quindi a presentare gli obiettivi specifici della Linea A.2 – PROGETTARE sottolineando la continuità e la coerenza delle azioni previste con le indicazioni del Ministro Barca nel documento “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”. In particolare, mette in evidenza come il Ministro Barca, nel documento, suggerisca forti innovazioni metodologiche sul “come spendere” efficacemente, tra queste “valutare per programmare” ovvero non si può programmare il futuro senza valutare ciò che è stato fatto nelle azioni precedenti; altro principio importante è quello della copianificazione, in ragione del quale tutte le fasi del Laboratorio sono state definite in maniera condivisa con la Regione e con il territorio.

2.2.3 La descrizione della struttura del laboratorio Anna Pina Cuccurullo, responsabile della Task Force Campania, presenta la struttura della giornata e gli appuntamenti successivi previsti nel percorso di Laboratorio. Inoltre, chiarisce che si è scelto di avviare un percorso sperimentale con gli STS Campi Flegrei e Vallo di Diano perché questi rappresentano i sistemi più maturi e consapevoli nel senso che hanno una struttura organizzativa che funziona meglio sul territorio e rientrano in ambiti territoriali precisi con una storia evolutiva più sviluppata che conferma la dominante individuata dal PTR. In particolare il STS Area Flegrea si caratterizza per l’esistenza di una forte spinta aggregativa dal basso. Francesco Escalona, referente territoriale Area Flegrea per la Regione Campania, salutando la

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platea dei partecipanti molto variegata e rappresentativa del territorio, ripercorre in rapida sintesi il processo di evoluzione di questo territorio, a supporto di quanto espresso negli interventi precedenti relativamente alle motivazioni che hanno portato a scegliere i Campi Flegrei quale territorio di sperimentazione del laboratorio. Sottolinea come è già negli anni ’90 che si avvia il processo di costruzione del Patto Territoriale dei Campi Flegrei che sebbene non abbia avuto esiti in termini di attuazione degli interventi tuttavia è stato un momento strategico di trasformazione del territorio perché a partire da quella riflessione è partita la riconversione territoriale. Erano gli anni della crisi del sistema industriale e il territorio era stato chiamato a fare una riflessione su quell’importante momento storico. I Campi Flegrei si caratterizzavano per essere un importante polo industriale che dava lavoro a molte persone e che caratterizzava il territorio culturalmente. Erano gli anni in cui importanti realtà industriali chiudevano quali Italsider e Olivetti. Il Patto ha inizio quando comincia a crescere la diffusa convinzione che nell’area Flegrea, accanto ai molti problemi irrisolti si concentrino anche un gran numero di opportunità di sviluppo legate ai beni ambientali, culturali, paesaggistici. Questa crescente consapevolezza consente di disegnare una strategia di sviluppo possibile, sostenibile e fortemente concertata. I Consigli comunali flegrei Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto (più Procida) e la Provincia di Napoli approvano unitariamente il Documento di Indirizzi del Patto, risultato di un processo di animazione e concertazione, che metteva al centro la risorsa terra, la risorsa mare e la risorsa scientifico-creativa, dove il partenariato socio-economico molto attivo e partecipe, raccorda tutta la più interessante realtà socio economica dell’area: comuni, parti sociali, grandi e piccole imprese, associazioni ambientalistiche e di categoria, università ecc. Si era in una fase in cui gli strumenti della programmazione negoziata erano ancora all’inizio. La sottoscrizione del Documento di Indirizzi rappresentava la nascita di un nuovo Progetto collettivo foriero di risultati positivi forse più di qualsiasi pianificazione a tavolino, dando il via alla storica riconversione territoriale. Si chiude, con questo atto voluto e costruito “dal basso”, una contraddizione durata più di mezzo secolo. Purtroppo il trasferimento delle competenze sui Patti Territoriali dal Ministero dell’Economia alle Regioni hanno rallentato e successivamente congelato il Patto ed il processo di riconversione territoriale in atto. L’esperienza del Patto viene riversata nel PIT Campi Flegrei (Progetti Integrati Territoriali). Alla fine del 2000 con la programmazione 2000-2006 ed in particolare con i Progetti Integrati Territoriali (PIT) vengono identificati i territori dei sei “Grandi attrattori culturali” e degli otto “Itinerari culturali” ovvero i territori ad alta valenza culturale dove attuare le politiche di valorizzazione dei Beni culturali campani. Il territorio dei Campi Flegrei viene riconosciuto tra i sei Grandi attrattori culturali e la coraggiosa scelta regionale di puntare sulla valorizzazione delle risorse flegree è un importante riconoscimento del percorso di progettazione e di programmazione concertata svolta dal Patto Territoriale. Il PIT Campi Flegrei prevedeva un sistema di interventi, materiali ed immateriali volti al restauro, recupero, riqualificazione e valorizzazione dei beni monumentali, delle aree archeologiche e dei percorsi storici di collegamento che erano state completamente abbandonate. Il PIT si è sviluppato con il Parco Regionale e con il Forum del Parco ed ha visto una grande partecipazione del territorio e ha creato una forte sinergia. Tuttavia, Francesco Escalona sottolinea un punto critico della programmazione europea che presta poca attenzione al funzionamento e alla gestione dei sistemi di government. Essa si caratterizzata

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in cicli di 6 anni e 2 di attuazione e permette la realizzazione delle infrastrutture fino all’ultimo giorno della programmazione. Tutta l’attenzione è centrata sulla spesa e sulla realizzazione delle opere dimenticando appunto l’aspetto importantissimo che è la gestione ed il funzionamento dei sistemi di government. Questo aspetto si augura verrà poi affrontato nel corso del laboratorio. Si sofferma poi sulla descrizione della situazione del territorio nel ‘95 quando è cominciato il processo del Patto Territoriale. Il territorio era in degrado, il Comune di Bacoli scaricava le fognature direttamente nel Lago Miseno, il castello di Baia era completamente abbandonato, le spiagge erano invase da concessionari abusivi, il territorio non aveva fognature ma c’erano i pozzi neri; anche il Monte Nuovo era in uno stato di abbandono e degrado. La condizione di partenza deve far riflettere in maniera critica su quello che è stato fatto e non fatto e sulle opportunità future di questo territorio. Sicuramente il PTR con gli STS rappresentano una opportunità. Il gruppo di persone che ha lavorato alla redazione del PTR era composto da funzionari regionali e strutture universitarie. La realtà del territorio della regione Campania non era più quella delle cinque province. Negli ultimi dieci anni, attraverso i GAL, i PIT, i Patti Territoriali, il territorio si è autodefinito e gli STS sono stati disegnati proprio a partire dalle storie territoriali e, di conseguenza, il territorio si riconosce in quella definizione geografica. Il Sistema Territoriale Area Flegrea è un caso unico in quanto i Comuni che ne fanno parte si riconoscono intorno al vulcano e il paesaggio, la natura e l’ambiente ma anche la grande ricchezza culturale sono naturalmente al centro del sistema definendone bene la dominante. Ora obiettivo del STS Area Flegrea è diventare un distretto culturale evoluto. L’aspetto culturale e ambientale in questo territorio, che come si è detto si caratterizzava quale polo industriale, non era valorizzato ed è stato riscoperto durante il percorso di riconversione che l’Area Flegrea sta attuando. L’associazionismo è stato un motore di evoluzione sociale e culturale in questo senso e negli ultimi anni si è sentita l’esigenza di trasformare le strutture associative in cooperative e associazioni onlus che potessero trasformare questo sistema in una microeconomia; attualmente si è in una fase in cui si sta tentando di far sì che il sistema dell’associazionismo si muova nella direzione di un’“economia totale” ovvero verso una struttura produttiva sostenibile, anche se questo momento di crisi sicuramente rende difficile tale processo.

3. L'attività di analisi Come descritto precedentemente, la giornata di lavoro ha previsto un'analisi approfondita dello stato di consapevolezza dell'integrazione territoriale condotta in maniera partecipata attraverso il coinvolgimento di tutti i presenti con l’uso di tecniche di visualizzazione e della matrice SWOT.

3.1

L'analisi strategica partecipata SWOT dell’organizzazione del STS Area Flegrea

sullo

stato

dell’arte

Serenella Paci, progettista/facilitatrice - consulente di FormezPA, apre il lavoro della giornata dedicato all'analisi strategica partecipata sullo stato dell’arte dell’organizzazione del STS con l’ausilio della matrice SWOT dopo aver illustrato gli obiettivi e le regole del lavoro partecipato da realizzare. L’obiettivo è realizzare un’autovalutazione della situazione del STS, individuando in maniera condivisa i punti di forza e di debolezza, le minacce e le opportunità del Sistema Territoriale Area Flegrea, definendo lo stato dell'arte di tale sistema rispetto ad alcuni temi di discussione posti dalla facilitatrice.

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Formez PA Progetto Capacity Sud Regione Campania

Governance e organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea

Napoli 28 marzo 2013

agenda Obiettivi del lavoro insieme: Aprire uno spazio partecipativo di confronto e discussione sul disegno organizzativo dei Sistemi Territoriali di Sviluppo Elaborare un’analisi strategica SWOT partecipata relativa al STS Area Flegrea Individuare nuove prospettive e soluzioni operative anche in vista della nuova programmazione comunitaria 2014-2020 Ogni segmento della discussione si svolgerà attraverso:

confronto tra i diversi punti di vista confronto tra la situazione auspicata e le situazioni reali ricerca di una sintesi e di direttrici d’azione

regole di discussion e tutti gli interventi che si desidera, ma brevi la discussione a voce è supportata un solo dalla discussione argomento in per iscritto ogni cartoncino più di una parola, non più di tre righe si può dissentire... ...ed aggiungere argomenti pagina 1


L'analisi SWOT, conosciuta anche come Matrice SWOT, è uno strumento di analisi strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un determinato contesto territoriale e ambito tematico. L'analisi riguarda il contesto interno (punti di forza e debolezza) ed esterno (opportunità e minacce).

ANALISI SWOT

S

STRENGHTS

Punti di Forza

W

WEAKNESSES

Punti di debolezza

O

OPPORTUNITIES

Opportunità

T

THREATS

Minacce

La metodologia Metaplan® L’approccio utilizzato per la facilitazione dei workshop si basa sulla metodologia Metaplan®, una tecnica di discussione basata sulla visualizzazione, utile per affrontare e risolvere in forma condivisa specifici problemi. Essa consente, infatti, di gestire una discussione di gruppo e raccogliere, selezionare e omogeneizzare i diversi contenuti espressi dai partecipanti (esperienze, opinioni, soluzioni, domande, risposte). L’obiettivo della metodologia è evidenziare i punti di vista di un gruppo di individui su un determinato tema, per arrivare a d un’analisi che consideri le affermazioni di tutti e mantenga la ricchezza delle proposte individuali portando il gruppo verso un risultato operativo. Il metodo fornisce una versione sinergica e collettiva determinata dal processo di gruppo.

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Il primo tema sul quale è stata avviata la discussione è “STS Area Flegrea” con l'obiettivo di delineare l’anagrafica del territorio in maniera condivisa con i partecipanti. Dalla discussione emerge il seguente quadro: Il STS Area Flegrea è a dominante paesistico culturale e comprende 4 comuni (Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto Flegreo). Dall’analisi dei partecipanti emerge che, nel territorio, sono presenti, diversi organismi responsabili di processi di programmazione socio-economica locale oltre un partenariato economico e sociale ricco e vivace: Parco regionale dei Campi Flegrei; sopraintendenza – MIBAC; Azienda soggiorno e turismo di Pozzuoli; Autorità di Bacino; GAC Gruppo di Azione Costiera; Parco sommerso archeologico di Baia e Gaiola, Consorzi di privati ma riconosciuti sul territorio (Malazè, Bussate alla porta degli Inferi, A corto di donne…) . Inoltre, sono stati attivati sul territorio diversi strumenti programmatici: il PIRAP Campi Flegrei (Progetti Integrati Rurali per le Aree Protette) in cui il Parco Regionale è l’ente capofila; il Progetto Grandi Laghi in cui Pozzuoli è il comune capofila e presso cui è stato costituito un ufficio comune per la gestione del progetto, il Forum dei Campi Flegrei (consorzio di soggetti privati creato dal Parco regionale che nonostante risulti essere ancora attivo, non viene convocato da anni ecc….). Infine, emerge che non è stato ancora attivato il Laboratorio di pianificazione partecipata previsto dall’art. 7 della legge regionale 13 del 13 ottobre 2008 del PTR.

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Il Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea

Dominante Territoriale: paesistico-culturale

Comuni STS Area Flegrea 1) Bacoli 2) Monte di Procida 3) Pozzuoli 4) Quarto Flegreo

Altri organismi responsabili di processi di programmazione socio-economica locale: Altri strumenti

" ParcoRegionale dei Campi Flegrei " DR MiBAC " Azienda Soggiorno e Turismo di Pozzuoli " Autorità di Bacino " GAC – Gruppo di Azione Costiera " Parco sommerso di Baia e Gaiola " Partenariato Istituzionale e socioeconomico

PIRAP

Progetto Grandi laghi (capofila: Comune di Pozzuoli)

Ufficio comune

Campi Territoriali Complessi

Campi Flegrei + Napoli (porzione)

Laboratorio di pianificazione partecipata (Art. 7 PTR)

È stato attivato?

Piano Sociale di Zona (4 comuni)

Forum del Parco dei Campi Flegrei

Consorzi di soggetti privati

Non viene convocato da anni

Strettamente coordinati

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Il secondo momento di riflessione si è concentrato sui punti di forza di “governance e organizzazione del STS”. In realtà le osservazioni raccolte tra i partecipanti hanno riguardato non solo aspetti di governance, ma anche le risorse proprie del territorio. I punti di forza rilevati, sotto l'attenta guida della facilitatrice, sono stati riuniti in cinque cluster: 1. Associazionismo: il territorio si caratterizza per avere un elevato numero di associazioni, ma ciò che manca è un coordinamento delle stesse, che agiscono quindi come soggetti isolati. Tuttavia, molte di queste hanno capito l’importanza di fare rete e numerosi sono gli eventi organizzati sul territorio che mettono insieme associazioni e cooperative importanti, ma ciò che manca è il supporto allo start-up di molte associazioni che hanno buone idee ma non riescono a portarle avanti. In questo territorio l’associazionismo è forte perché genera coesione sociale, consapevolezza, partecipazione culturale attiva, ecc. ed è un patrimonio e una risorsa su cui bisogna puntare e cercare di capire come far in modo che produca valore. Spesso le associazioni si sostituiscono alle carenze dei soggetti istituzionali e politici e, quindi, sono un punto di forza. Dalla discussione, emerge però che non per tutti l’associazionismo è un punto di forza, poiché non è ancora così incisivo come dovrebbe. La situazione è differenziata sul territorio. Emerge la necessità di un luogo di incontro e confronto delle associazioni (es. il Forum del Parco che però da due anni non è più convocato) che le indirizzi, e di un’organizzazione delle associazioni (rete istituzionalizzata). Elena Tropeano, tuttavia, interviene sostenendo che è importante il riconoscimento di un soggetto ma spesso l’istituzionalizzazione fa perdere valore aggiunto. 2. Partenariato economico e sociale: l’associazionismo, secondo Francesco Escalona, è un grande motore verso il partenariato socio-economico e deve diventare una struttura produttiva sostenibile. Il partenariato socio-economico vive auto sostenuto e rappresenta un punto di forza. Si deve parlare di istituzionalizzazione del partenariato e non delle associazioni del STS. Il partenariato socio-economico deve diventare il luogo del confronto e della costruzione delle politiche ovvero il luogo della governance. Tuttavia, è importante non solo l’apporto di molte forze del territorio ma anche sperimentare nuove forme per il migliore raccordo con le forze politiche e con le istituzioni di governo. 3. Esperienze di sviluppo locale sostenibile: numerose sono le iniziative di sviluppo locale, progettazioni partecipative, realizzazione di progetti volti alla valorizzazione del territorio. 4. Patrimonio materiale e immateriale: l’area Flegrea si caratterizza per la ricchezza e la diversità di risorse materiali e immateriali. Tuttavia, emerge, che il bene naturale, di cui l’area Flegrea è ricca, è ancora poco percepito. Le aree naturali devono essere preservate e valorizzate affinché producano valore aggiunto e possano così sviluppare un turismo culturale forte (al pari dell’enogastronomia e delle bellezze archeologiche). Lo stesso discorso vale per l’archeologia che non è ancora vista da tutti come una risorsa importante del territorio; occorre, tramite le associazioni, lavorare sulla cultura e la mentalità della popolazione dei Campi Flegrei. Infine, il sistema di trasporto, visto inizialmente quale punto di forza, viene poi incluso tra i punti di debolezza. Sicuramente potrebbe diventare un punto di forza perché la rete sul ferro collega i luoghi di valore ed è quindi una grande opportunità ma è ormai obsoleto; le infrastrutture ci sono ma funziona poco il sistema, vecchio e degradato. 5. Identità: viene discusso il tema se l’area industriale è un punto di forza del territorio,

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tuttavia emerge che nel medio-lungo periodo non rappresenta la chiave di sviluppo del territorio. È in atto un lungo processo di riconversione. L’identità è una forza in evoluzione, c’è una consapevolezza diffusa delle potenzialità del territorio.

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Governance e organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea

Quali punti di forza possiamo evidenziare?

Associazionismo Volontariato

Partenariato socio economico

Associazioni

Numero alto di soggetti attivi sul territorio

Capacità degli attori locali di fare rete Cittadini

Impegno individuale e associativo

Lunga storia di cooperazione tra i soggetti attivi sul territorio

Iniziative sociali Intraprendenza

Associazionismo locale Propensione alla partecipazione culturale attiva

Associazioni di base ed iniziative culturali

Necessità di un supporto di start-up per le associazioni C’è necessità di un luogo di confronto (es: forum) Il luogo delle associazioni può essere anche «luogo delle sperimentazioni» C’è bisogno di una organizzazione delle associazioni (rete istituzionalizzata) ? Spesso le associazioni si devono sostituire al ruolo politico

Spinta competitiva tra gli stakeholders del territorio (Associazioni di promozione sociale) Forte associazionismo poco coordinato

La rete unisce Alcune associazioni hanno capito che devono fare rete

La situazione è differenziata sul territorio È necessario investire sulla comunicazione e sulla promozione C’è da lavorare prevalentemente sulla mentalità dei giovani dei Campi Flegrei

Forte rete partenariale auto organizzata

«Percezione» della necessità dell’agire integrato

Mettendosi insieme si creano organizzazioni complesse Non è ancora incisivo il ruolo dell’associazionismo come dovrebbe

Questa deve diventare un struttura produttiva sostenibile

Vivace partenariato socio economico

Associazionismo

Associazioni con debole senso dell’associazionismo Mancanza di politiche rispetto all’associazionismo

L’associazionismo grande motore verso il partenariato socio economico

Forze associative

Il partenariato socio economico vive autosostenuto e rappresenta una forza

In che modo questa pluralità di risorse produce valore aggiunto? Istituzionalizzazione del partenariato

Spinta dal basso sincera e forte verso il miglioramento Esistenza di energie locali positive, ma marginali ed emarginate

Grandi professionalità locali (ma cervelli in fuga) Esperienza di apertura dell’Anfiteatro di Pozzuoli con i volontari Opposizione dei sindacati

Il partenariato socio economico deve diventare il luogo della costruzione delle politiche Il luogo di governance

Esperienze di sviluppo locale sostenibile Realizzazione di progetti (seppur isolati) volti alla valorizzazione del territorio Progettazioni partecipative Molteplicità di iniziative di sviluppo locale

Ospitalità Esperienza di Adriano Olivetti (da recuperare!)

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Governance e organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea

Quali punti di forza possiamo evidenziare?

Patrimonio materiale ed immateriale Grande ricchezza ed eterogeneità delle risorse

Patrimonio materiale ed immateriale

Tipicità eno-gastronomiche

Archeoenogastronomia

Presenza di eccellenze culturali (teatro, musica, arte e letteratura) capaci di «comunicare» il territorio

Percorsi ambientali

Beni culturali

Varietà di ambienti di pregio e di alto valore naturalistico Patrimonio archeologico naturalistico, culturale, enogastronomico Ricchezza di monumenti aree verdi naturalistiche paesaggio Risorse: mare (biodiversità) paesaggio, archeologia, storia, costume (cuccina)

Arte

Beni archeologici

Geotermia Possibilità di sfruttare la geotermia come energia alternativa rinnovabile del territorio

Bellezze paesaggistiche e naturalistiche Risorse archeoenogastronomiche e paesaggistiche

Coste, laghi, beni culturali e ambientali Alta concentrazione di elementi attrattivi: - turistici, - scientifici, - produzioni autoctone

Territorio e beni archeologici Peculiarità del territorio flegreo (storia e siti archeologici, tradizioni locali e gastronomia)

Archeologia Bellezza Bellezze del paesaggio

Senso della bellezza da poter organizzare in sistema partecipato

Il mare e i laghi come pesca e turismo e molto altro

Identità

Forte connotazione identitaria (appartenenza)

Consapevolezza diffusa delle potenzialità territoriali

Territorialità

Riconoscibilità della definizione «Campi Flegrei» al di fuori del territorio

Potenza della storia e dei miti riconosciuti a livello mondiale

Posizione geografica

Opportunità aree: SIC, approdi naturali, beni immateriali (unicità) Il bene naturale è ancora poco percepito e valorizzato! L’area industriale è un punto di forza del territorio?

(conformazione del territorio, attrattiva turistica, posizione logistica)

Esportazioni di modelli di impresa artigianale (terziario) di eccellenza

Nel medio e lungo periodo non è la chiave di sviluppo del territorio È in atto un lungo processo di riconversione

Sistema di trasporto

Sistema ferroviario (obsoleto) che collega il territorio Il sistema della cumana corrisponde con i luoghi di valore Ci sono le infrastrutture, ma funziona poco il sistema!

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Il terzo momento di riflessione è stato dedicato al secondo step dell'analisi SWOT, cioè all'individuazione dei punti di debolezza del STS. In particolare i diversi punti di debolezza emersi sono stati riuniti nei seguenti cluster: 1) Sistema della mobilità: la gestione del servizio dei trasporti risulta inadeguata ed è quindi un problema, tuttavia è un’asse portante su cui improntare lo sviluppo. Sebbene molti esperimenti sulla mobilità turistica (progetto sperimentale “le vie del mare”, “Gli Itinerari di eccellenza, “Retour nei Campi flegrei”) sono falliti a causa della non sostenibilità economica, atteso anche il momento di crisi, occorre tener presente le esperienze passate per cercare nuove soluzioni. Numerosi sono i problemi legati al trasporto: assenza dei treni, linee di trasporto che non funzionano, ma soprattutto una cattiva organizzazione tra chi gestisce il servizio pubblico e le attività sul territorio. In passato il servizio dei trasporti era gestito in gran parte da privati, poi non sono state date più le concessioni. Qualche anno fa era stato attivato un servizio di archeobus che collegava i principali siti archeologici presenti sul territorio, ma attualmente tale servizio è stato sospeso e non è stato sostituito, neanche da trasporti privati. Il problema riguarda anche la viabilità in quanto a causa del troppo traffico e delle cattive condizioni delle strade mancano stazioni di interscambio e le poche che ci sono non sono valorizzate. Le linee di trasporto esistenti sono comunali e non possono quindi attraversare gli altri comuni, e questo crea grandi difficoltà poiché i comuni dell’Area Flegrea (che sono dislocati sul territorio ad anelli concentrici) non sono collegati tra di loro. C’è anche una forte richiesta di mobilità ecosostenibile che viene dal territorio, a fronte di strade mal tenute che non consentono di soddisfare ciò. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che sta per partire il Progetto dei Grandi Laghi, che ha come obiettivo la riqualificazione dell’area attraverso un unico intervento fognario, ma che comporterà l’apertura di 10 grandi cantieri nelle strade flegree. In definitiva manca un Piano della mobilità del territorio Flegreo sia al proprio interno che nei confronti della città. Va fatto un ragionamento di valore sul sistema dei trasporti che deve basarsi sul concetto di area metropolitana estesa come modello formalizzato e che deve partire da quanto è stato avviato in passato. Infatti la soluzione non può ( il PTR non lo consente) e non deve essere quella di costruire nuove strade ma di rinnovare ciò che già c’è e di incentivare le vie del mare (ad esempio, con risorse comunitarie negli anni scorsi è stato avviato il raddoppio dei binari della ferrovia Cumana, poi i lavori sono stati sospesi e attualmente ci sono i binari ma mancano le Stazioni…). 2) Comunicazione esterna: nel territorio flegreo c’è un potenziale attrattivo poco sfruttato, manca una strategia di comunicazione. Uno dei principali problemi è la mancanza di una politica Promozione turistica. Attualmente c’è una associazione di operatori che si sta occupando della promozione. In questo campo, emerge dalla discussione l’incapacità delle amministrazioni di fare rete e di comunicare tra loro. Per creare reali sinergie tra le amministrazioni locali è stata richiesta l’istituzione di un Sistema Turistico Locale (STL). Manca, infatti, un sistema turistico integrato. Emerge inoltre l’assenza di un Portale turistico di promozione del territorio. 3) Gestione del patrimonio: la gestione dei beni archeologici e la loro valorizzazione è una grande criticità. I Beni culturali recuperati in grande quantità con il PIT Campi Flegrei, , spesso sono ancora chiusi e inaccessibili. Il Ministero dei BBCC dopo aver usufruito di ingenti finanziamenti comunitari e regionali, non ha provveduto, come previsto dall'Accordo di programma

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sottoscritto con la regione, a dotare i Siti del personale di custodia e per le biglietterie necessari a tenerli aperti ed alla loro mantenzione ordinaria. Questo rende ancora inaccessibili gran parte dei Beni restaurati, negando la crescita del sistema socioeconomico legato alla valorizzazione dei BBCC Emerge inoltre un’incapacità di fare marketing turistico nel modo giusto, e l’assenza di una strategia in grado di far arrivare il messaggio in maniera intelligente al potenziale fruitore. Il modello di gestione del patrimonio deve consentire al territorio di raccontare i beni dell’area. È fondamentale consentire anche ai privati la fruibilità di questi beni. 4) Governance del territorio: da circa dieci anni si cerca un soggetto capofila del territorio e il Parco dei Campi Flegrei poteva esserlo in quanto era un luogo di lavoro e progettazione partecipata ed in cui c’era una visione comune. Purtroppo, anche la realtà del Parco è venuta meno. 5) Visione strategica e volontà dei decisori: il territorio dell’Area Flegrea ha sicuramente una visione strategica comune da perseguire tuttavia manca ancora una adeguata comunicazione con e tra le amministrazioni, cosa che denota, tra l’altro, una forte miopia amministrativa in relazione alle spinte provenienti dal basso. Non si tratta di incapacità ma di una non volontà della classe politica di cambiare le cose rinunciando ai benefici pregressi. Manca la volontà e la convenienza a costruire una visione comune. 6) Criminalità: emerge forte la commistione tra malavita organizzata e politica. 7) Degrado del territorio: inquinamento del mare, carenze strutturali, spreco di risorse, viabilità impraticabile, scarsa tutela dell’ambiente pubblico, ecc.

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Governance e organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea

Quali criticità e punti di debolezza possiamo evidenziare? Incapacità di una visione economica delle risorse del territorio

Sistema della mobilità

Mobilità

Gravissimo deficit sulla mobilità verso il territorio

Servizio pubblico trasporti

Mobilità

Mobilità

La gestione dei trasporti è inadeguata

Un tempo c’era un sistema di archeobus Non esiste un sistema privato per collegare i siti archeologici

Cattiva organizzazione tra chi gestisce il servizio pubblico e le attività sul territorio Viabilità

Territorio a rischio sismico

Abusivismo edilizio ed azione di contrasto ad esso insufficiente

Comunicazione esterna

Traffico e strade che non consentono interscambio

C’è un potenziale attrattivo poco sfruttato

Le zone di interscambio non sono valorizzate

Scarsa manutenzione delle strade

Manca una strategia di comunicazione

Manca un piano della mobilità del territorio flegreo Progetto sperimentale «Retour nei Campi Felgrei» Progetto sperimentale «Le vie del mare» Esperienze da tener presente per cercare nuove soluzioni Sostenibilità economica delle scelte sulla mobilità

Progetto MUSA (studio di fattibilità mobilità urbana sostenibile)) Grande progetto di riqualificazione dell’area Saranno aperti 10 cantieri nelle strade

Un unico intervento sul sistema fognario Con il PIT c’è stato un intervento di raddoppio della ferrovia della cumana Successivamente abbandonato Carenze infrastrutturali (comunicazioni via mare/ terra)

Gestione del patrimonio archeologico naturale Strutture ed aree archeologiche negate alla valorizzazione delle associazioni

Territorio flegreo non rientra nei pacchetti turistici dei tour operator

Erano presenti 5 linee per raggiungere Napoli, ora solo 1 mezzo

Non c’è collegamento perché sono linee comunali

Gestione del patrimonio

Modello di gestione del patrimonio

Il sistema associazionistico deve consentire al territorio di «raccontare i beni della zona»

Mancanza di uffici pubblici preposti allo Manca una politica sviluppo turistico, turistica ambientale, paesaggistico Attualmente un’Associazione di operatori si sta occupando della promozione Mancano portali turistici di promozione del territorio Manca la rete per creare reali sinergie tra le amministrazioni locali Richiesta di istituzione STL (Napoli, Pozzuoli, M.te di Procida,Quarto) Attività di promozione turistica del P.co Archeologico di Baia

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Governance e organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea

Quali criticità e punti di debolezza possiamo evidenziare?

Governance del territorio Mancanza di comunicazione e condivisione

Miopia amministrativa in relazione alle spinte dal basso

Mancanza di comunicazione tra le istituzioni territoriali

Inadeguatezza della classe politica locale

Mancanza di comunicazione tra le istituzioni e gli attori territoriali Scarso coordinamento tra istituzioni e associazioni Scarso dialogo tra istituzioni, soprintendenza, comuni Amministrazioni (Regione, Provincia, Comuni)

Scarse capacità di interazione tra stakeholders Scarsa cultura di cittadinanza

Mancanza di gestione sistemica

Eccessiva burocrazia Non volontà della classe politica

Campanilismo politico Conservazione dei benefici pregressi

Divisioni localistiche

Soprintendenze

Incapacità strutturale degli enti

Scarsa collaborazione tra le diverse realtà (pubblico/private) Da circa 10 anni si cerca un soggetto capofila del territorio

La rete forse è insufficiente, ma c’è! Frammentarietà dell’associazionismo locale Poca differenziazione nel partenariato socio economico (schiacciato sul turismo)

Incapacità di coinvolgimento delle giovani generazioni Mancato coinvolgimento dei giovani flegrei nei processi decisionali di sistema

Mancanza di una sinergia nella valorizzazione delle singole peculiarità positive territoriali

Non volontà (no capacità) istituzionale di perseguire una Manca la volontà e la convenienza nel visione comune costruire una visione comune Nella P.A. ci sono tante persone preparate e motivate

Scarsa partecipazione degli amministratori

Scarsa coesione etica degli attori politici coinvolti

Mancanza classe dirigente

Visione e volontà dei decisori

Progetto di riqualificazione delle terme (sono passati 10 anni)

Es: vita e storia del Parco

Poca trasparenza

Crisi del Parco Criminalità Poteva essere il Parco

Debole coesione (sociale, politica, etc….)

Assenza di un luogo di lavoro comune per sintesi di iniziative di sviluppo locale Carenza di spazi istituzionalizzati di partecipazione (es.: forum, agenda 21, etc…) Scarsi spazi di attivazione culturale e creativa

Camorra

Criminalità

Criminalità organizzata Commistione tra malavita organizzata e politica

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Governance e organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea

Quali criticità e punti di debolezza possiamo evidenziare?

Degrado del territorio

Poca cura del bene comune

Inquinamento del mare

Difesa dell’ambiente pubblico (pulizia) spiagge pubbliche sporche e scarse

Difficoltà nel rispetto delle norme di tutela ambientale (connivenze, scarsa consapevolezza dell’importanza dei beni ambientali)

Scetticismo diffuso

Fatalismo atavico (storico – geografico)

Strutture ricettive turistiche viabilità, parcheggi e porto turistico

Mediocrità delle strutture pubbliche

e agricoltura moribonda Basso livello culturale in campo naturalistico ambientale

Spreco di risorse

Carenze strutturali che determinano il non coordinamento delle istituzioni Mancanza della manutenzione di quanto messo in atto

Viabilità Impreparazione Comunicazione del territorio Scarsa cultura dell’accoglienza Mancanza di turisti

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L’ultimo momento di riflessione è stato dedicato a completare l’analisi SWOT individuando le minacce e le opportunità. Un’importante opportunità è data dalla nuova Programmazione 2014-2020 e soprattutto dagli strumenti previsti (ITI, GAL, Organismi intermedi, ecc..). Tuttavia, può diventare una minaccia se non c’è una programmazione regionale che attui le decisioni dei territori ovvero che realizzi un reale processo di decentramento. Altra opportunità sono gli STS previsti dalla Legge Regionale del PTR che organizzano i territori e si muovono in direzione della nuova Programmazione. È questa un’opportunità per le nostre amministrazioni che sono così costrette a fare coalizioni territoriali e provvedere alla creazione dell’Ufficio unico. È necessaria quindi una visione unitaria. Ancora, tra le varie opportunità c’è il Programma “Creative Europe” imprese culturali creative che sostiene l’attivazione di luoghi evoluti di incubazione per le nuove generazioni. Infine, altre opportunità potrebbero essere l’esistenza di un Polo termale, la globalizzazione e la crisi (in quanto inducono i territori ad attivarsi verso un cambiamento positivo per evitare di soccombere). Tra le minacce emerge il fatto che l’Area Flegrea si sta caratterizzando sempre più per un’economia monosettoriale basata sul turismo, infatti sul territorio c’è una grande capacità creativa che però è addormentata in quanto si va solo nella direzione del turismo. Al contrario, è necessario coltivare la produzione di valori culturali di cui è ricco il territorio e produrne di nuovi. Infine, l’alta sismicità del territorio (bradisisma) rappresenta una forte minaccia naturale rispetto alla quale non c’è una adeguata organizzazione.

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Governance e organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea Quali opportunità possiamo individuare?

Programma «Creative Europe» Imprese culturali creative

Programmazione 2014 - 2020

PTR - STS

Opportunità per i territori (ITI, GAL, Organismi intermedi)

2014-2020 Integrazione e territorio

ITI Investimenti Territoriali Integrati La globalizzazione e la crisi

Polo termale

Quali minacce possiamo individuare?

Le nuove risorse comunitarie potrebbero richiamare

Attuazione della programmazione non prevedeva un reale processo di decentramento

malavita organizzata (progetti incompleti)

Lentezza e mancanza di efficacia

Economia monosettoriale sul turismo Coltivare e produrre cultura

Alta sismicità del territorio Nessuna organizzazione del territorio

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Di seguito si riportano in schema i risultati dell’analisi SWOT: PUNTI DI FORZA - Associazionismo - Partenariato economico e sociale - Esperienze di sviluppo locale sostenibile - Patrimonio materiale e immateriale - Identità

PUNTI DI DEBOLEZZA - Sistema della mobilità - Comunicazione esterna - Gestione del patrimonio - Governance del territorio - Visione strategica e volontà dei decisori - Criminalità - Degrado del territorio

OPPORTUNITA’ - Programmazione 2014/2020 (ITI, GAL...) PTR – STS - Programma “Creative Europe” - Polo termale - La globalizzazione e la crisi

MINACCE - Programmazione regionale che non preveda un reale processo di decentramento - Economia monosettoriale sul turismo - Alta sismicità del territorio - Intervento malavita organizzata con le nuove risorse comunitarie

Dall’analisi SWOT emerge in maniera chiara che solo se si riesce ad andare nella direzione di una coalizione territoriale è possibile risolvere le problematiche rilevate e il Sistema Territoriale di Sviluppo e la nuova Programmazione sono una opportunità in questo senso. È opinione condivisa che il STS Area Flegrea è il più dotato di risorse territoriali che sono ben percepite dal tessuto associativo locale. Dall’analisi emerge tuttavia che queste risorse non producono ricchezza e benefici sociali commisurati alla loro grandezza e che non si riesce a fare integrazione tra risorse endogene ed esogene, strutture e strumenti. Quindi va capito come organizzare il territorio affinché diventi sistema. Dall’analisi è emerso che tre sono le cose che servono al territorio: 1) un partenariato socio-economico istituzionalizzato, 2) uno scenario di sviluppo sostenibile, 3) un soggetto responsabile locale. La programmazione regionale purtroppo non è ancora ispirata alla Legge Regionale del PTR che prevede gli STS, però, nella nuova Programmazione c’è un ritorno forte alle politiche di sviluppo orientate ai luoghi che permette di valorizzare le risorse endogene del territorio. Questo approccio dello sviluppo orientato ai luoghi è alla base della nuova Programmazione e individua anche lo strumento che è rappresentato dagli ITI. Il bilancio comunitario previsto dalla nuova Programmazione stanzia circa 26 miliardi di euro, di cui una parte rilevante è destinata alla regioni meridionali e si può spendere solo se i territori sono in grado di organizzarsi. In sintesi, occorre fare in modo che questo territorio si organizzi e il STS può esser l’unità minima di programmazione e può proporsi come unità minima per fare progettazione e azione integrata.

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Il Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea Campi operazionali a scala territoriale: Le risorse di questo STS sono tante, eppure

Pianificazione territoriale

la ricchezza che si riesce a produrre non è proporzionata

a scala del sistema territoriale

Cosa manca a questo territorio?

Programmazione dello sviluppo locale economico

Le risorse forse sono mal organizzate

Inclusione sociale e lavorativa

Non si riesce ad integrare risorse, strutture e strumenti Serve:

Organizzazione ed innovazione dell’STS

Serve un organismo di gestione

1) Partenariato socio economico istituzionalizzato 2) Scenario di sviluppo possibile

3) Soggetto responsabile locale

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4. Considerazioni finali La prima giornata del laboratorio ha avuto un esito positivo in termini di partecipazione ed interesse ed i presenti hanno manifestato la loro soddisfazione rispetto all’andamento dei lavori, apprezzando la metodologia utilizzata. In particolare, molti sono rimasti favorevolmente colpiti dalla modalità di lavoro, che ha permesso a tutti di esprimere la propria opinione e di lavorare in maniera partecipativa. 5. Allegati •

Allegato 1 - Programma

Allegato 2 - Elenco partecipanti

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Allegato 1 - Programma PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1

CAMPANIA

Linea A.2 – PROGETTARE

Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance

LABORATORIO “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)”

Terme Stufe di Nerone, Via Stufe di Nerone, 37 Bacoli (Na) 28 marzo 2013 - ore 9.00 - 17.00 Il Laboratorio “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS)” è il primo evento aperto a tutti gli attori del territorio di un percorso di progettazione partecipata avviato all’interno del Progetto Capacity SUD con l’obiettivo di sviluppare competenze di programmazione delle politiche, di progettazione degli interventi dei PO e di miglioramento organizzativo delle amministrazioni. Le metodologie e l’approccio utilizzati intendono valorizzare il raccordo coi territori, l’integrazione delle politiche e degli attori, l’innovazione gestionale, con uno sguardo attento agli orientamenti nazionali ed europei. La giornata in programma intende realizzare la valutazione dell’organizzazione del Sistema Territoriale di Sviluppo Area Flegrea, attraverso l'analisi strategica partecipata sullo stato dell’arte dell’organizzazione dell’ STS ad oggi, con l’ausilio della matrice SWOT. Lo strumento proposto permette di valutare i punti di forza – Strengths, di debolezza – Weaknesses, le opportunità – Opportunities e le minacce – Threats di un progetto o di ogni altra situazione in cui un'organizzazione deve prendere una decisione per raggiungere un obiettivo. Programma 9.00 – 9.30

Welcome coffee e Registrazione dei partecipanti

Introduzione ai lavori: dott.ssa Maria Caristo – Regione Campania 9.30 – 10.00

Saluti On. Pasquale Sommese – Assessore al Personale ed alle Autonomie Locali della Regione Campania arch. Paola Canneva – Regione Campania dott.ssa Elena Tropeano – FormezPA

10.00 – 10.20

Il Laboratorio “Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo” dott.ssa Anna Pina Cuccurullo – FormezPA


10.20 – 10.30

L’esperienza di progettazione partecipata sul territorio della Regione Campania arch. Francesco Escalona – Regione Campania

10.30 – 13.30

Workshop Metaplan: presentazione del programma e metodo di lavoro; presentazione dei partecipanti; analisi strategica partecipata SWOT dott.ssa Serenella Paci – FormezPA

13.30 – 14.30

Light Lunch

14.30– 16.30

Analisi strategica partecipata SWOT dott.ssa Serenella Paci – FormezPA

16.30 – 17.00

Riflessioni conclusive e presentazione delle prossime giornate di lavoro

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Allegato 2 - Elenco partecipanti COGNOME

NOME

ENTE

COMUNE DI BACOLI

AGOSTINIANO

ANTONIO

ARIANI

GIULIA

BORGHESE

FABIO

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SALERNO

DIRETTORE

BRAMANTE

DONATO

COMUNE DI QUARTO

PROGETTAZIONE - D.L.

BUONOCORE

FRANCESCA

LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI DELLA CAMPANIA

RICERCATRICE

CANNEVA

PAOLA

REGIONE CAMPANIA

ARCHITETTO

CANORO

CRISTINA

LEGAMBIENTE POZZUOLI CAMPI FLEGREI ONLUS

PRESIDENTE

CAPUANO

SALVATORE

COMUNE DI BACOLI

CAPUANO

EMANUELA

ASSOCIAZIONE SOSTENITORI OSPEDALE SANTOBONO ONLUS

COORDINATRICE FUND RAISING, COMUNICAZIONE E PROJECT MANAGEMENT

CAPUTO

MATTEO

COMUNE DI BACOLI

RESPONSABILE

CARANNANTE

MONICA

ASSOCIAZIONE VIVI L'ESTATE

RAPPRESENTANTE

CARANNANTE

ANNA

REGIONE CAMPANIA

COLLABORATORE

CARISTO

MARIA

REGIONE CAMPANIA

DIRIGENTE

CECERE

GIULIO

COMUNE DI QUARTO

DIRIGENTE

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RESPONSABILE

FACILITATORE ENTI LOCALI

RUOLO


COGNOME

NOME

ENTE

CERINO CONTE

NUNZIA

THEMIS CONSULTINGg Srl

CONSULENTE

COGLIANO

VINCENZO

PROVINCIA DI AVELLINO

(EX) RESPONSABILE TECNICO PI

COLUTTA

PASQUALE

STUFE DI NERONE

PRESIDENTE

COLUTTA

ERNESTO

STUFE DI NERONE

D'ORSI PISANI

MARIANNA

TOURING CLUB ITALIANO

CONSOLE TOURING PER I CAMPI FLEGREI RESPONSABILE TOURING CLUB NAPOLI

DANIELE

ANTONIO

LA CITTA'FLEGREA

PRESIDENTE

DATO

GIUSEPPE

COMUNE DI BACOLI

RESPONSABILE

DI COSTANZO

GIULIO

ASSOCIAZIONE ALBERGATORI DEI CAMPI FLEGREI

DI MEO

ADELAIDE

LICEO SENECA BACOLI

DOCENTE

ESCALONA

FRANCESCO

REGIONE CAMPANIA

FUNZIONARIO

ESPOSITO

LUIGI

ASSOCIAZIONE ALBERGATORI DEI CAMPI FLEGREI

ESSE

ELIO

ASSOCIAZIONE STUDI ORNITOLOGI ITALIA MERIDIONALE ONLUS

GIALANELLA

COSTANZA

SOPRINTENDENZA SPECIALE BENI ARCHEOLOGICI NAPOLI E DIRETTORE ARCHEOLOGO POMPEI

SEGRETERIA

GUARDASCIONE GIOVANNI

COMUNE DI BACOLI

RUP AUTORIZZAZIONIPAESAGISTICHE

GUIDA

COMUNE DI MONTE DI PROCIDA

SUPPORTO AGLI ORGANI DI DIREZIONE POLITICA

DANILO

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RUOLO


COGNOME

NOME

ENTE

GUIDA

MARCO

COMUNE DI MONTE DI PROCIDA

PRESIDENTE DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE

ILLIANO

SALVATORE

COMUNE DI BACOLI

CONSIGLIERE COMUNALE

IOVINE

RAFFAELLA

COMUNE DI QUARTO

ARCHEOLOGA

LANGELLA

CINZIA

COMUNE DI POZZUOLI

CONSULENTE

MARTUSCIELLO

ELENA

GROTTA DEL SOLE

PRESIDENTE

MASTRONARDI

DANILA

ASSOCIAZIONE STUDI ORNITOLOGI ITALIA MERIDIONALE ONLUS

VICEPRESIDENTE

MATTERA

ROSARIO

ASSOCIAZIONE MALAZE’

PRESIDENTE

NAPOLITANO

FRANCO

COMUNE DI BACOLI

RESPONSABILE MEDIAZIONE FAMILIARE

PELUSO

RUGGIERO

RISTORANTE LA CUCINA DI RUGGIERO

CHEF

RUOCCO

ANTONIO

COMUNE DI QUARTO

VICECOMMISSARIO

RUSSO

PIETRO

REGIONE CAMPANIA

WEBMASTER

SAPORITO

GAETANO

LEGA AUTONOMIE

DIRETTORE

SCHIANO DI COLA

VINCENZO

PRO LOCO MONTE DI PROCIDA

VICE SEGRETARIO

SCOTTO DI VETTA

GIANNANTONIO ASSOCIAZIONE "L'INIZIATIVA"

COMITATO DI REDAZIONE

SCOTTO DI VETTA

GIUSEPPE

ASSESSORE

COMUNE DI BACOLI

22

RUOLO


COGNOME

NOME

ENTE

SCOTTO LAVINA

ANDREA

COMUNE DI MONTE DI PROCIDA

CONSIGLIERE DELEGATO

SOMMESE

PASQUALE

REGIONE CAMPANIA

ASSESSORE AL PERSONALE E ALLE AUTONOMIE LOCALI

URBANI

GIOVANNI

COMUNE DI BACOLI

RESPONSABILE MEDIAZIONE FAMILIARE

VOLPE

SIMONETTA

REGONE CAMPANIA

ARCHITETTO

VOLPE

RENATO

COMUNE DI POZZUOLI

FUNZIONARIO UNITA MONITORAGGIO INTERVENTI

23

RUOLO


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