Missione compiuta PLUS 4 - Percorsi semplificati

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PERCORSI SEMPLIFICATI Linguaggi Tipologie testuali Percorsi tematici Verifiche Accoglienza PLUS Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi Oltre l’insegnamento Educ Ability
INDICE
RITORNARE A SCUOLA 2 Camelia e… 3 …Milo 4 Un bambino “da sistemare” tipologie testuali testo narrativo 6 La mia scuola americana 8 Paese che vai… scuola che trovi! 10 La scuola con la S maiuscola 11 Nella biblioteca della scuola 12 Studiare? Sì, ma… L’arte di leggere 13 La maestra “spiona” Verifica testo descrittivo 14 l babbo e io al mercato 15 Dalla mia finestra 16 Un cameriere molto originale 17 Valentina e Simona 18 Il grifone 19 Le foche • La mia foca 20 Il pentolino e il fornelletto 21 Vacanze ai Caraibi 22 Vi presento Sherlock Holmes • Verifica GENERE AVVENTURA 24 I filibustieri ai Caraibi 25 Gilliver a Lilliput 26 Achab e Moby Dick 27 L’avventura della balena bianca 28 Nelle terre selvagge GENERE MITO 29 La cattura di Cerbero 30 La cintura di Ippolita 31 La lotta per il regno 32 Ulisse e la sfida di Eolo Verifica GENERE FANTASY 34 Oltre la porta di luce 35 La sorpresa dell’armadio 36 Le Terre di Incanto in pericolo 38 Non tutto è perduto 40 In viaggio per liberare l’isola • Verifica GENERE BIOGRAFIA 42 Clive Granger 43 Samantha Cristoforetti 44 Ipazia GENERE AUTOBIOGRAFIA 45 Come sono diventata una scrittrice 46 Io, Charles Darwin Charles Darwin Verifica GENERE DIARIO 48 2 maggio • 12 maggio • 23 maggio 49 2 marzo • Martedì, 7 ottobre 50 6 luglio GENERE LETTERA 52 Lettera a Babbo Natale 53 Lettera alla Befana 54 Il diario di Giulio Verifica TESTO TEATRALE 56 Alla stazione di King’s Cross 57 Stazione di King’s Cross 58 Per soldi o per amore? 60 Il Re dei sogni 62 Incredibile… oppure vero? • Verifica TESTO INFORMATIVO 64 Le Olimpiadi 66 Che cos’è un dinosauro 68 L’effetto serra 70 Un cervello straordinario • Verifica Percorsi tematici CORAGGIO 72 Nel corridoio della scuola 73 La tigre bianca 74 Il salto più alto 76 Il sette 78 In un inferno di fuoco SOGNO 80 L’acchiappasogni 81 La fata del sonno 82 I sogni in cielo 84 Un bambino difficile? 85 Il coraggio di sognare 86 L’astronave dei sogni 88 I sogni volano in alto ESPERIENZE 90 Dal dentista 91 Voglio un cane 92 Il bicchiere di aranciata 94 Vieni con noi al forte! 95 Le bugie hanno le gambe corte 96 Quando vivevo in India 97 Un cagnolino di peluche 98 Sotto le bombe AMICIZIA 100 La mia amica Chiara 101 Il mio amico Simone 102 La tristorabbiezza 104 La rana e il topo 106 Sono speciale! (a volte) 107 Il mio amico ideale 108 È mio amico, ma… EMOZIONI e sentimenti 110 H come Happy 111 T come tristezza Tristezza 112 Uno scoiattolo nella pancia 114 Sono timida 115 Rabbia birabbia 116 Mi è venuto da piangere 117 Il pianto è una cosa sana 118 Il gioco dei contrari CURIOSITÀ 120 La scatola arrugginita 122 Sono curioso: che cosa farò? 124 Galileo Galilei 125 Margherita Hack LE STAGIONI 126 Mille colori dell’autunno 127 1 dicembre, ore 20:02 128 Il carbone, una tradizione sbagliata
Percorsi semplificati

CAMELIA E...

Camelia non vedeva l’ora di andare a scuola.

Prima che sorgesse il sole già saltellava per la casa. – Andiamoooo?!

Aveva svegliato la mamma, il papà, Wladimiro (fratello) e Olivia (sorella), il cane e due gatti.

I vicini avevano già battuto contro il muro per chiedere silenzio. Alla fine, papà si era alzato. Badava che non urlasse troppo.

Guardò Camelia.

Era fresca come una rosa, vispa come un’ape.

Il papà disse: – Nessuno ha mai così tanta voglia di andare a scuola.

Perché tu non sei come gli altri bambini?

Camelia spiegò: – Ho voglia di vedere i miei compagni! Di usare i quaderni nuovi! Di scoprire chi saranno i miei vicini di banco.

Camelia aggiunse: – Sono curiosa di vedere come saranno messi i banchi e se le bidelle sono ingrassate. E… ho voglia di fare matematica!

All’ora giusta per uscire di casa, il papà le chiese: – Pronta?

Camelia: – Prontissima!

Annalisa Strada, Ma quanto urla la maestra?!, Mondadori

2 Ritornare a SCUOLA Lettura semplificata corrispondente alla pagina 10 , Letture 4

MILO

All’angolo della strada la aspettava il suo migliore amico Milo.

Milo non aveva l’aria molto felice.

Si mangiava un’unghia. Si guardava attorno sospettoso.

Camilla gli chiese: – Va tutto bene?

Lui rispose con un filo di voce: – Per niente.

Con Milo era sempre così, fin dalla Scuola dell’Infanzia.

L’anno precedente per arrivare a scuola Milo impiegava

cinque minuti.

Quest’anno sembrava che la scuola si fosse avvicinata.

Così diceva l’orologio di Milo.

– Non si sarà accorciata la strada? – chiese Milo.

Camelia gli disse: – Ti si sono allungate un po’ le gambe.

Videro i loro compagni di scuola che facevano una gran confusione.

Camelia urlò: – Manchiamo solo noi. Andiamo!

– Se proprio non possiamo farne a meno… – disse Milo.

Annalisa Strada, Ma quanto urla la maestra?!, Mondadori

MINDFULNESS

Per Camelia e Milo il ritorno a scuola è molto diverso.

Per te, com’è? Sei più simile a Camelia o sei più simile a Milo?

Come ti senti?

3 Ritornare a SCUOLA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 11 , Letture 4
...

UN BAMBINO “DA SISTEMARE”

Se avete un amico che:

• non riesce a stare fermo sulla sedia,

• si tuffa nei fumetti mentre tutti gli altri risolvono i problemi,

• fischietta mentre la maestra corregge i compiti… … avete vicino a voi un bambino da “sistemare”.

Oggi la mamma è andata a parlare con la maestra e ha detto al papà: – La maestra mi ha detto che Massimo è intelligente, ma un po’ da sistemare.

Stavo scartando le buste delle figurine degli animali.

Speravo di non avere il doppione dell’ornitorinco.

A un tratto sento che dice a papà: – Non hai sistemato la persiana?

Ma non avevi detto che oggi, cadesse il mondo, l’avresti aggiustata?

“Cadesse il mondo” è una frase tipica di papà che mi fa ridere.

Ma in questo momento no perché, cadesse il mondo, secondo tutti io sono da sistemare. Devo avere qualcosa di rotto da qualche parte, come la persiana.

Vado nella mia camera: è il posto ideale per avere le idee migliori.

Mi metto a pensare. Non ho ossa rotte, come Michele che durante l’allenamento di calcio si è rotto un braccio.

Allora è dentro di me che c’è qualcosa da sistemare. È davvero preoccupante.

Se qualcosa si rompe dentro di te, come si fa?

Sento un rumore. Vado in soggiorno. Vedo papà che lavora con chiodi e cacciavite. Sta sistemando la persiana.

Forse dopo sistemerà anche me!

Chiodi e cacciavite per Massimo… bambino da sistemare!

Loredana Frescura, Marco Tomatis, Massimo da sistemare, Giunti Junior

4 Ritornare a SCUOLA

COMPRENSIONE

1 Rileggi nella parte iniziale del testo le frasi accompagnate da un puntino.

Qual è il personaggio a cui si riferiscono?

Al protagonista che parla di sé.

A un bambino che si è rotto un braccio.

2 Segna con X se la frase è vera (V) o falsa (F).

• La maestra non è contenta del comportamento di Massimo. V F

• La maestra pensa che Massimo possa migliorare. V F

• I genitori sono molto arrabbiati con Massimo.

VISIONE MENTALE

1 Quale tra questi animali è un ornitorinco?

V F

5 Ritornare a SCUOLA Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 14-15 , Letture 4

LA MIA SCUOLA AMERICANA

Era una scuola tutta di vetro vicino a New York.

C’erano corridoi molto luminosi.

Non credevo che quella fosse proprio una scuola. Le larghe vetrate davano su di un immenso prato verde.

Quando mi iscrissero, in America, mi sentivo tanto infelice. La mia scuoletta era vecchia, ma così simpatica. Avevo dovuto lasciare i miei compagni.

Il direttore della nuova scuola mi accompagnò nella mia classe. Lungo i corridoi c’erano pannelli con disegnati tanti cuori rossi, verdi, viola, neri.

Pensavo: “A casa mia i cuori sono sempre rossi”. Sui cuori c’era scritto “San Valentino”, “Vuoi essere il mio Valentino?”, “Vuoi essere la mia Valentina?”.

Pensavo: “Qui sono tutti matti”. Mi sentivo sperduto. Avrei voluto allungare la mano in quella del direttore. Con la mia maestra l’avrei fatto. Ma quel signore mi trattava come se fossi stato grande.

Mi ricordavo le risatine con le quali, l’anno prima, avevamo accolto un bambino che aveva cambiato scuola. Gli avevamo fatto un sacco di dispetti.

– Sai che cos’è il giorno di San Valentino? – mi ha chiesto il direttore.

– No.

– È un giorno in cui si regala un cuore a chi si vuole bene. Sul pannello vicino alla mia classe c’erano decine di cuori incrociati.

Su ogni cuore c’era scritto: “Giorgio, vuoi essere il mio Valentino?”. Il direttore ha sorriso dicendo: – È per te.

Sono entrato in classe. – Hip, hip, hurrà! – strillavano i ragazzi.

E io piangevo senza saper che dire.

6 testo REALISTICO testo narrativo

Loro non capivano che tanta amicizia potesse far piangere. Io non capivo come si potesse essere così amici senza conoscersi, senza essersi fatti nessun piacere e nessun dispetto.

La nostalgia della mia vecchia scuola era stata battuta dal sorriso dei miei nuovi compagni.

Lucia Tumiati, Saltafrontiera, Giunti Junior

VISIONE MENTALE

1 Colora i cuori con i colori di quelli appesi ai pannelli.

ANALISI

Il narratore è la persona che racconta i fatti.

1 In questo testo il narratore è:

Lo scopo è il motivo per cui l’autrice ha scritto questo testo.

L’autrice vuole raccontare un avvenimento e comunicare le sue emozioni.

2 Sei d’accordo? Sì. No.

Il contenuto di un testo narrativo può essere realistico o fantastico.

3 Questo testo è: realistico. fantastico.

Gli elementi di un testo sono: luogo, tempo, personaggi.

4 Il luogo, il tempo, i personaggi di questo racconto sono: realistici. fantastici.

Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 22-23 , Letture 4

7 testo REALISTICO testo narrativo

PAESE CHE VAI... SCUOLA CHE TROVI!

Quando Paolo partì per il Giappone con i genitori, la nonna gli regalò nove paia di pantofole.

In viaggio chiese ai genitori: – Come sarà la scuola?

Come saranno i nuovi amici? Come sarà la casa?

La casa era di legno con il giardino.

Le pareti che dividevano le camere erano di carta, scorrevoli.

C’era la stanza del tatami, con il pavimento ricoperto di stuoie di paglia.

Ciò che stupì Paolo fu che all’ingresso occorreva togliersi le scarpe e indossare le pantofole.

Le pantofole si dovevano assolutamente togliere per entrare nella stanza del tatami.

La padrona di casa disse: – Usciti dalla stanza del tatami dovete di nuovo indossare le pantofole da casa. Nel gabinetto dovete indossare quelle da gabinetto.

Paolo chiese: – Perché?

La padrona di casa rispose: – Pulizia significa bellezza! Anche a scuola indosserai le pantofole.

– Le pantofole da scuola? – sottolineò Paolo.

A scuola Paolo indossò le pantofole.

I maestri e i compagni parlarono soprattutto a gesti, perché Paolo non capiva il giapponese.

Lo portarono nello sgabuzzino delle scope e degli stracci e mimarono i movimenti che si fanno quando si pulisce.

Paolo pensò che fosse uno scherzo.

8 testo narrativo testo realistico

Un insegnante spiegò: – Oggi è il giorno delle pulizie. In Giappone sono i maestri e i bambini che puliscono le aule perché lì trascorrono molte ore del giorno.

Paolo, i maestri e i bambini entrarono nell’aula. E iniziarono a pulire con gioia.

Emanuela Nava, I bambini del mondo, Einaudi Ragazzi

VISIONE MENTALE

1 Qual è la stanza del tatami?

ANALISI

In un testo, il racconto dei fatti può avvenire in modo diverso.

Per questo si possono individuare diversi tipi di sequenze, cioè parti brevi del racconto.

1 Osserva i colori delle barre per riconoscere i diversi tipi di sequenze di questo racconto. Poi scrivi di che tipo di sequenza si tratta.

Sequenza:

narrativa: racconta un fatto che accade nel racconto; descrittiva: descrive un personaggio, un luogo o una situazione in modo che sia rappresentabile nella mente;

dialogica: riporta i dialoghi che avvengono tra i personaggi; riflessiva: riporta i commenti, i pensieri, i giudizi, le riflessioni dell’autore/dell’autrice o di un personaggio.

9 testo narrativo testo realistico Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 24-25 , Letture 4

LA SCUOLA CON LA S MAIUSCOLA

Quell’estate gli operai costruirono una scuola nuova.

Il primo giorno di scuola arrivarono gli insegnanti e i bambini.

Una bambina piccola con le lentiggini non voleva entrare.

“Devo essere proprio orribile” pensò la Scuola.

La maestra disse: – Quando è il vostro turno, direte il vostro nome.

Era il turno della bambina con le lentiggini, ma non disse nulla.

Sussurrò: – Non mi piace la scuola.

La Scuola pensò: “Magari nemmeno tu piaci a lei…”.

Più tardi la bambina disegnò la scuola con i pastelli e i brillantini.

La Scuola pensò: “È proprio uguale a me”.

La maestra disse alla bambina: – Il tuo disegno è il più bello.

E lo appese sul muro con una puntina.

– Ahi! – disse la Scuola.

Alle tre i genitori vennero a prendere i bambini.

– È stato un grande giorno per te – disse Custode alla Scuola.

La Scuola chiese: – Potresti farli ritornare anche domani?

Soprattutto quella bambina con le lentiggini.

Adam Rex, Un grande giorno per la scuola, Giunti

1 Qual è la bambina? VISIONE MENTALE

1 Il contenuto del racconto è: fantastico. realistico.

la costruzione di una scuola. ANALISI

2 L’argomento del racconto è: la Scuola.

10 testo narrativo testo FANTASTICO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 26 , Letture 4

NELLA BIBLIOTECA

DELLA SCUOLA

La Maestra ha portato la classe a fare un giro della scuola.

Ognuno ha dovuto scegliersi un compagno per la fila.

La mia compagna era Lucilla.

Davanti a noi c’era un bambino molto antipatico.

Il suo compagno era Giovanni. Lo odio, quel Giovanni.

Il primo posto che abbiamo visto è stata la biblioteca.

– AHI, CI SONO TRILIONI DI LIBRI QUI! – ho gridato.

La bibliotecaria mi ha detto di abbassare la voce.

– CERTO…. A ME PIACCIONO TANTISSIMO I LIBRI

CON LE FIGURE. QUANDO DIVENTERÒ GRANDE

MI PIACERANNO ANCHE QUELLI CON LE PAROLE.

Il bambino antipatico ha detto: – Sssssh!

Gli ho mostrato il pugno e lui si è voltato.

Dopo la biblioteca siamo andati alla mensa.

– Che profumino! Sento odore di polpette al sugo! – dissi.

Giovanni si è tappato il naso.

– Sai una cosa? ...Puzzi! – ha detto.

Lucilla si è messa a ridere, perciò ho smesso di darle la mano.

Barbara Park, Giulia B. e il primo giorno di scuola, Mondadori

ANALISI

1 In questo testo l’ introduzione presenta:

i personaggi. un luogo.

2 La conclusione : invita a riflettere.

spiega come finisce l’episodio.

VISIONE MENTALE

1 Dopo la biblioteca, le bambine e i bambini sono andati:

11 testo narrativo Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 28 , Letture 4 testo FANTASTICO

Leggi questo testo insieme a una compagna o a un compagno.

Ti aiuterà a dare espressività alla lettura.

STUDIARE? SÌ, MA...

– Buongiorno, maestro Angelo. Come va a scuola Valentina?

– Devo contenerla un po’, signora Castelli.

– Disturba in classe?

– Oh, no. È curiosa. Non smette mai di fare domande.

– Lo fa anche a casa. Dev’essere un “difetto” di famiglia.

– Ma non è un “difetto”. Meglio essere curiosi.

– Studia volentieri?

– Sì, ma solo ciò che le interessa.

– Non capisco.

– Studia poco ciò che non le interessa. Ciò che conta è che sua figlia conservi il gusto di imparare. Io provo a far innamorare i miei alunni della scuola.

– E ci riesce bene. Valentina non ha mai finto di star male per non venire a scuola. Speriamo che continui così anche alle medie e alle superiori.

– Sono sicuro che si impegnerà al massimo anche quando sarà più grande. Immagino che lei e suo marito siate fieri di lei. Angelo Petrosino, Aiuto, ho un debito in mate, Piemme

ANALISI

1 Il contenuto di questo testo è il colloquio tra: una mamma e il maestro. due genitori e un maestro.

2 Il luogo è:

3 I personaggi sono: il maestro e una mamma. il maestro e Valentina.

4 Il testo è: realistico. fantastico.

12 l’ A r t e di... LEGGERE Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 29 , Letture 4

LA MAESTRA “SPIONA”

Come ogni mattina, prima di entrare, la maestra Giuditta sbirciò in quarta A dalla porta socchiusa.

Le piaceva spiare i suoi ragazzi. Così aveva scoperto molte cose.

Quel giorno c’erano proprio tutti. A cominciare dalle gemelle Anna e Lisa. I loro genitori pronunciavano un unico nome, Annalisa.

Dietro di loro c’era Francesco. Aveva una paura terribile dell’acqua. Al mare o in piscina si immergeva solo fino alle ginocchia.

Pensava che se l’acqua fosse entrata dalle orecchie, sarebbe arrivata al cervello.

Cinzia riempiva di cuori una pagina del suo diario.

Federico cercava battere il record con il suo videogame.

Caterina sognava a occhi aperti.

Giuditta entrò. I ragazzi la salutarono in coro.

Posò il registro sulla cattedra. Il brusio continuava. Giuditta lanciò un fischio da marinaio per dire di stare attenti.

Giancarlo Oliani, Alla ricerca della memoria perduta, La Spiga Edizioni

ANALISI

1 Il testo è: realistico. fantastico.

2 Riconosci gli elementi del testo.

• Il luogo è

• Il personaggio principale è: la maestra. la classe.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo narrativo?

Sì. No. In parte.

3 Riconosci la struttura del testo. Colora le barre:

• in per l’introduzione;

• in per lo svolgimento;

• in per la conclusione.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

13 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alla pagina 31 , Letture 4

IL BABBO E IO AL MERCATO

Il babbo camminava saltellando, proprio come chi è incuriosito. Lungo la strada c’erano tante case. I piccoli negozi mostravano le loro merci.

Vendevano i meloni e le banane, le tazze, i vasi e i cesti, le ciambelle e le focacce, i teli di cotone e le stoffe di seta ricamate d’oro e d’argento, le collane di semi.

La merce non era solo nei negozi. Era anche appesa a dei pali sopra la nostra testa, per la strada.

I venditori stavano seduti sui tappeti, all’interno. Nag camminava come un principe fra la gente. E noi eravamo dietro. Accanto alla strada principale c’erano stradine e vecchie case. Sui marciapiedi c’erano animali da cortile, gruppi di persone ferme con i loro carretti.

Lasciavano passare una mucca, che qui è sacra.

Lucia Tumiati, Saltafrontiera, Giunti Junior

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo .

Questa è la descrizione di un ambiente .

Il narratore descrive il luogo: senza tanti particolari. con tanti particolari.

VISIONE MENTALE

1 Questa descrizione ti ha permesso di “vedere” il mercato? Disegnalo sul quaderno.

14 ambienti testo descrittivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 36 , Letture 4

DALLA MIA FINESTRA

Dalle finestre della cucina della mia casa vedo un grande capannone. Lì entrano ed escono i camion. Io mi diverto a guardarli perché è un po’ come stare davanti alla TV.

Osservando bene, ho visto che nel muro sopra la saracinesca c’è una lunga fessura. A me sembra nera.

Adesso è primavera e sono arrivate le rondini.

Guardando bene, ho visto che molte di loro entrano attraverso quella striscia nera.

Le vedo entrare e uscire indaffarate. Sento i loro strillini.

Certe hanno fatto i nidi dentro al capannone.

Un giorno ho visto un gatto rosso appostato davanti alla saracinesca chiusa.

“Aspetterà un topo”, ho pensato.

Ma il gatto era sempre là, fermo.

Ho visto una scena incredibile. D’improvviso dalla fessura nera sono uscite delle rondini. Si sono avventate contro il gatto rosso, mettendolo in fuga.

Lucia Tumiati, La pace è bella, Giunti Junior

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo.

Questa descrizione è:

soggettiva, perché chi scrive parla anche dei suoi sentimenti e di ciò che pensa.

oggettiva, perché chi scrive descrive solo l’ambiente.

LESSICO

15 ambienti testo descrittivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 37, Letture 4
Qual è la
?
1
fessura

UN CAMERIERE MOLTO ORIGINALE

Rocco ha un fast food a Firenze. È una persona semplice. È spiritoso.

Serve velocemente i clienti, chiacchiera con tutti. Quando parla in fiorentino stretto non si capisce una parola. È abbastanza magro, una faccia con dei baffettini grigi, la testa un po’ pelata e due occhi neri molto espressivi.

Ha quasi sempre un gilè marrone sopra una felpa scura e dei semplici pantaloni. Ai piedi calza un paio di calzettoni color verdognolo marcio e due scarpe con le stringhe nere.

Ha circa cinquant’anni, ma sembra quasi un ragazzino di vent’anni. Si muove agilmente, parla di cose spiritose.

Alice Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli

ANALISI

1 Scopri come si descrive una persona . La descrizione di una persona deve comprendere:

l’aspetto fisco.

l’abbigliamento.

il carattere.

il comportamento.

VISIONE MENTALE

1 Qual è

il cameriere?

2 Per “farci vedere”

il cameriere, l’autrice

descrive:

aspetto fisico, abbigliamento, carattere, comportamento. solo l’aspetto fisico.

16 testo descrittivo PERSONE Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 38 , Letture 4

VALENTINA E SIMONA

Mia sorella Valentina ha cinque anni più di me e si crede la più bella del mondo.

Da grande vuole fare la modella. Con questa scusa sta in bagno delle ore a provarsi i trucchi della mamma.

Valentina ha un’amica del cuore che si chiama Simona.

Simona sta sempre a toccarsi i capelli. Li butta indietro, e se uno le sta vicino, paf!, in faccia.

Simona ha paura di tutto: dei criceti, delle cavie, delle mosche, dei ragni e anche delle lumache.

Quando viene a casa, Simona e Valentina si chiudono in camera.

Dicono che devono studiare, ma non è vero. Loro parlano di ragazzi e tengono un diario segreto.

Io un giorno sono stata un’ora ad ascoltare.

Quasi quasi mi addormentavo dalla noia.

Angela Nanetti, Veronica ovvero “I gatti sono talmente imprebedibili”, Edizioni EL

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo . Questa descrizione è: soggettiva. oggettiva.

2 Osserva:

Non puoi riconoscere chi delle due è Simona perché nel testo manca la descrizione: del suo aspetto fisico. del suo carattere.

17 testo descrittivo PERSONE Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 39, Letture 4

IL GRIFONE

Il Grifone è metà leone e metà aquila. Il corpo e la coda sono identici a quelli di un leone. La testa e le ali sono come quelle di un’aquila. Le sue orecchie appuntite ricordano quelle di un cane.

I Grifoni vivono in regioni montuose disabitate o in paesi desertici. Fanno il nido su rocce ripide, da cui scendono in picchiata in cerca di cibo.

Alcuni Grifoni aiutano agli dèi, come i cavalli aiutano gli uomini.

I lunghi artigli del Grifone sembrano le corna di un bue. Si scuriscono a contatto del veleno.

Questi animali sono fieri. È praticamente impossibile catturali.

Capita che qualche persona incontri un Grifone che si è ferito. Se questa persona è abbastanza coraggiosa da curarlo, il grifone, riconoscente, gli regalerà un suo artiglio.

Alison Lurie, Lo zoo della fantasia, Mondadori

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della descrizione di un animale .

Nella descrizione si usano similitudini . Completa.

• Le orecchie dei Grifoni sono simili a quelle di ………………………………………….….....………………

• Gli artigli del Grifone sembrano

le corna di …………………………………………..................………………

Nella descrizione si usano paragoni . Completa.

• I Grifoni aiutano gli dèi, come i cavalli aiutano gli …………….....................................……

VISIONE MENTALE

1 Qual è il grifone?

18 testo descrittivo ANIMALI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 40 , Letture 4

Le foche sono mammiferi adattati alla vita acquatica. Hanno un corpo allungato, rivestito da uno spesso strato di grasso ricoperto da un fitto pelo corto, impermeabile all’acqua.

Hanno la testa piccola e leggermente appiattita.

Il muso ha baffi lunghi e robusti.

Gli arti anteriori sono due pinne mentre quelli posteriori sono uniti in una sola pinna posteriore.

Sulla terraferma sono lente e goffe. La loro andatura è buffa: fanno movimenti a zig-zag. Ma quando nuotano sono formidabili. Si muovono con agilità in acque gelide e coperte dai ghiacci. da focusjunior.it

LE FOCHE LA MIA FOCA

Lora aveva occhi blu, quasi neri, grandi e lucidi, con lunghe ciglia. I suoi occhi erano dolci ed espressivi.

Un suo sguardo bastava a farmi correre a riempire la sua bottiglia di latte e olio. Mi faceva capire che desiderava essere presa in braccio. La cosa divenne difficile quando, da adulta, pesava 136 chili ed era alta un metro e mezzo.

Aveva un udito finissimo. Adorava ascoltare la musica. Qualche volta accompagnava la melodia con sbuffi, fischi e strani miagolii.

E si dondolava con tutto il corpo.

Rowena Farre, Il cucciolo del mare, Longanesi

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo descrittivo .

I due testi descrivono:

solo l’aspetto fisico.

l’aspetto fisico e le abitudini.

19 testo descrittivo ANIMALI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 41 , Letture 4

IL PENTOLINO E IL FORNELLETTO

Era un fornellino di terracotta.

Sul fornellino vi era un pentolino di terracotta rossa con il corpo spesso e il beccuccio ricurvo.

Dentro il pentolino la bevanda stava bollendo. Il coperchio traballava per via del vapore. Sbuffo dopo sbuffo il vapore si disperdeva nella stanzetta, riempendola di un buon profumo.

Il fornelletto di terracotta trasmetteva a Sang Sang un senso di calore, quando si sedeva a osservare le nuvolette di vapore azzurrino.

Quando fu l’ora giusta, Weng versò la bevanda in una scodella. Aggiunse poi un po’ di acqua fredda nel pentolino per preparare la seconda dose di bevanda.

Cao Wenxuan, La scuola dal tetto di paglia, Giunti

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della descrizione di un oggetto . Colora nello stesso modo.

Nel testo sono state sottolineate descrizioni relative a: materiale colore forma rumore odore

VISIONE MENTALE

1 Qual è il pentolino?

ANALISI
20 testo descrittivo OGGETTI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 42 , Letture 4

VACANZE AI CARAIBI

Dal finestrino dell’aereo, le isole San Blas sembrano lenticchie galleggianti sul blu del Mar dei Caraibi. La pista di atterraggio è una sottile striscia grigia.

Arriviamo alle casette di legno su palafitte che ci ospiteranno. La pioggia tamburella sul tetto. Con il sole la sabbia è bianchissima e il mare ha sfumature verdi e azzurre. L’umidità filtra tra le canne di bambù che formano le capanne. Passando una mano sulle pareti sentiamo il fresco sotto le dita. L’odore dell’umidità si unisce al profumo dei pesci alla griglia. È il giorno di Natale. Il proprietario delle casette ci offre alcuni dolcetti, per noi un po’ troppo dolci. All’improvviso un pappagallino verde si appollaia sulla mia spalla.

Il proprietario ci dice come sia bella la sua isola e buonissimo il profumo che viene dalle piante.

rivista Argonauti explorers, n. 18

ANALISI

1 Quale tra queste è una similitudine ?

Arriviamo alle casette di legno su palafitte.

Le isole San Blas sembrano lenticchie galleggianti.

2 L’autore utilizza i diversi sensi per descrivere.

Non sono stati sottolineati i dati relativi al senso della vista.

Collega il senso utilizzato al colore della sottolineatura.

Udito

Gusto

Tatto

Olfatto

21 testo descrittivo OGGETTI Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 43 , Letture 4

VERIFICA VI PRESENTO SHERLOCK HOLMES

Voglio parlarvi di un uomo speciale.

Io sono il dottor John Watson. Sono vissuto per molti anni con questo signore in un appartamento a Londra.

Era un appartamento piccolo ma elegante e ben curato.

Quando arrivò il mio amico il salotto si trasformò in una giungla di oggetti, libri e strumenti di ogni forma.

Il mio compagno di appartamento era l’investigatore più famoso d’Inghilterra.

Il suo nome era Sherlock Holmes. Lui non era un investigatore come gli altri.

Non sembrava un segugio. Non inseguiva i criminali per la città, non frugava tra i cassetti in cerca di prove. No. Lui osservava, le tracce. Ad esempio le impronte sulla scena del delitto, un pelo di barba trovato sotto un bottone, una stringa slacciata.

Tutto ciò che sembrava senza significato, per Sherlock Holmes diventava molto importante.

Lui diceva: – Le cose più piccole sono di gran lunga le più importanti.

Era alto, magro, senza barba né baffi. Aveva mani magre, ma forti. Indossava una giacca di lana.

Voleva sapere tutto. Leggeva e studiava. I suoi occhi aguzzi come spilli non facevano capire che cosa pensasse.

Era un genio del travestimento.

Holmes era un uomo eccezionale e curioso.

Per me era straordinario.

Sarah Rossi, da Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes il mastino dei Baskerville, Edizioni EL

22

ANALISI

1 In questo testo si descrive: solo una persona. una persona e una casa.

2 Nella descrizione di Sherlock Holmes puoi trovare: solo l’aspetto fisico. le abitudini, il carattere e l’aspetto fisico.

1 La persona che vedi rappresentata NON è Sherlock Holmes. Quali sono i due particolari che te lo fanno capire?

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo descrittivo? Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a? Molto. Abbastanza. Poco.

23
VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 46-47, Letture 4
1. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………. 2.
VISIONE MENTALE

I FILIBUSTIERI AI CARAIBI

Questo racconto parla di “filibustieri”: erano i pirati che vivevano nelle isole del Mar dei Caraibi, in America Centrale.

I filibustieri erano giunti nella folta foresta.

Il Catalano si gettò dietro il tronco di un albero. Si sentì un fischio. Una freccia si conficcò in un ramo basso.

– Una freccia! – gridò il Catalano e sparò con il suo fucile. Quattro o cinque frecce passarono sopra le teste dei Filibustieri. Poi ogni rumore cessò.

– Ci assalteranno ancora? – chiese il Corsaro Nero al Catalano.

– Sì – rispose il Catalano. – Non lasciamo questo posto. Le frecce sono avvelenate.

Un altro pirata suggerì: – Camminiamo sparando fucilate a destra e a sinistra.

– Buona idea! – rispose il Corsaro Nero.

Il Corsaro Nero apriva la via tagliando le liane che impedivano il passo.

Quel rumore fece nascondere i nemici.

Emilio Salgari, Il Corsaro Nero, Newton Compton

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere avventura .

In questo racconto il luogo pericoloso è: una foresta. un’isola.

L’evento pericoloso è l’assalto di nemici armati di

I racconti di avventura parlano di coraggio e di paura. 24 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 54 , Letture 4

GULLIVER A LILLIPUT

Mi chiamo Gulliver. Fin da bambino ho sempre avuto la passione di viaggiare.

Faccio il medico a bordo delle navi. Ho visitato Paesi misteriosi.

Come quella volta a Lilliput… Viaggiavo sulla nave. La nave incominciò ad affondare.

L’uragano ci scaraventò in mare.

Nuotai. Le forze mi abbandonarono. Quando mi svegliai vidi sabbia ovunque. “Sono salvo!”, pensai. Poi mi addormentai. Mi svegliò uno strano grido.

Provai a muovermi, ma qualcosa mi bloccava.

– Ooooooh! – erano mille vocine insieme. Il mio corpo era legato con sottilissimi fili.

Sentii tantissimi passi.

Mi voltai e rimasi a bocca aperta: ero circondato da tantissimi uomini e donne piccolissimi, armati di archi e frecce.

Vidi un ometto con una divisa verde che mi puntava contro la sua spada e gridava.

Pensai che non fosse niente di buono e… una nuvola di piccole frecce volò verso il mio viso.

Gianluca Agnello, Gulliver a Lilliput, La Spiga Edizioni

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere avventura .

Il protagonista è Gulliver. È un personaggio : fantastico. realistico.

Gli altri personaggi sono: fantastici. realistici.

25 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 55 , Letture 4

ACHAB E MOBY DICK

Quando ero giovane mi imbarcai su una baleniera. Un giorno il capitano Achab ci volle tutti sul ponte. Disse che avremmo dato la caccia a Moby Dick, una gigantesca balena bianca.

Una mattina Achab avvistò Moby Dick.

Le piccole barche di salvataggio furono messe in acqua. La balena bianca scomparve. Poi risalì e distrusse la barca di Achab.

La caccia continuò il giorno dopo. La balena bianca riuscì a sfuggire di nuovo.

Al terzo giorno Achab colpì la balena bianca con il suo rampone. Moby Dick urtò la lancia e i marinai finirono in mare. Poi si gettò contro la nostra nave, e con la fronte aprì uno squarcio. L’acqua cominciò a entrare. Si capì che la nave stava affondando. Io fui l’unico a salvarmi: mi aggrappai a un pezzo di legno e rimasi lì per un giorno e una notte, in mezzo ai pescecani. Finalmente arrivò una nave che mi salvò.

Herman Melville, raccontato da Stefano Bordiglioni, Moby Dick, Edizioni EL

LESSICO

1 Qual è il rampone ?

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del genere avventura .

Chi crea una situazione di pericolo ?

Il capitano Achab. La balena.

2 Rileggi le parti evidenziate per capire come si crea la suspense .

26 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 56 , Letture 4

L’AVVENTURA

DELLA BALENA BIANCA

– Una balena! – gridò l’uomo. La nave si lanciò su di me.

– La balena è enorme! – La voce degli uomini era piena di odio. Provai un dolore terribile. L’arpione mi si era conficcato nel dorso.

Discesi nell’acqua cercando di liberarmi da quell’arpione. Ma erano sforzi vani.

Mi immersi. Poi risalii. Con una testata spezzai in due una loro barca. Gli uomini caddero in acqua fra urla di terrore. Io li colpii con colpi di coda.

Non sapevo se era più forte il dolore per ciò che avevo visto o il dolore per l’arpione nella mia schiena. Riemersi. A una a una distrussi tutte le barche. I balenieri gridavano aggrappati ai resti delle barche.

Poi puntai contro la nave grande. Al primo assalto provocai un grosso buco nello scafo. Gli uomini misero in acqua l’ultima barchetta. La nave cominciò ad affondare.

La scialuppa si stava allontanando. Li lasciai andare.

Luis Sepùlveda, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, Guanda

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del genere avventura . Chi è il protagonista ?

Una balena. Un marinaio.

LETTURA CRITICA

2 Rileggi le parti evidenziate per capire come si crea la suspense . Questo testo e il precedente raccontano lo stesso episodio, visto, però, da punti di vista differenti: quello di un baleniere e quello della balena.

27 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 57, Letture 4

NELLE TERRE SELVAGGE

Brian dopo la caduta del suo aereo si trovò da solo nelle selvagge terre del Canada.

Era in un fitto bosco e udì un rumore alle spalle. Si voltò e vide l’orso.

Non riuscì a fare niente. La lingua gli si attaccò al palato.

L’orso era nero, vicino a lui, enorme.

L’orso era alzato sulle zampe posteriori. Osservava Brian.

L’orso si abbassò e si spostò mangiando bacche.

Poco dopo, sparì. Brian restò immobile. Gli occhi erano sbarrati.

Brian emise un suono: – Nnnggghhh.

Era un verso di paura.

L’orso era riuscito ad arrivargli vicino. Volendo, se lo sarebbe mangiato, senza dargli la possibilità di difendersi.

Le gambe di Brian cominciarono a correre nella direzione opposta all’orso, verso il rifugio.

Gary Paulsen, Nelle terre selvagge, Piemme

VISIONE MENTALE

1 Chi mangia

le bacche?

ANALISI

1 Analizza il genere avventura .

Le parti sottolineate in rosso indicano: la paura del protagonista. la pericolosità dell’orso.

Le parti sottolineate in verde indicano: la paura del protagonista. la pericolosità dell’orso.

28 GENERE AVVENTURA Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 58 , Letture 4

Sono imprese straordinarie, impossibili per i comuni mortali.

LA CATTURA DI CERBERO

Cerbero era un grande cane nero con tre teste.

Era il guardiano del Regno dei Morti. Il re di Micene ordinò a Ercole di catturare il bestione.

Era un’impresa difficile anche per Ercole, figlio del dio Zeus. Ercole scese nel Regno dei Morti. Riuscì a raggiungere il re dei morti, che gli disse: – So perché sei qui. Cerbero è tuo a un patto: non dovrai usare né la clava né l’arco e le frecce per prendere il mio cucciolino! Ercole affrontò il mostro a mani nude. Cerbero scattò inferocito, con un ringhio spaventoso.

Ercole lo afferrò per la gola e strinse. Cerbero cercò di ferirlo con un colpo della coda a pungiglione. Ma Ercole era protetto dalla sua fedele pelle di leone.

E alla fine, Cerbero si arrese. Seguì il suo nuovo padrone docile come un agnello. Il re dovette accettarlo in dono, anche se non sapeva proprio dove metterlo.

Beatrice Masini, Ercole e le 12 fatiche, Bompiani

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del mito . Ercole è un eroe dei miti perché: è figlio di un dio. combatte contro Cerbero.

Quale prova pericolosa deve affrontare Ercole?

Andare nel Regno dei Morti. Catturare Cerbero.

I miti sono
avventure vissute da divinità, da eroi/eroine.
29 GENERE MITO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 60 , Letture 4

LA CINTURA DI IPPOLITA

Il re di Micene aveva una figlia capricciosa.

Un giorno la principessa andò da suo padre e gli disse: – Io voglio la cintura d’oro di Ippolita.

Ippolita era la regina delle Amazzoni, le donne guerriere.

In battaglia erano più brave di tutti i guerrieri.

Il re di Micene disse: – Questa è una cosa che può fare solo Ercole. Ercole giunse nella terra delle Amazzoni.

Ippolita disse: – Benvenuto, Ercole, figlio del dio Zeus.

Ippolita promise a Ercole che gli avrebbe regalato la cintura d’oro. Ma prima della partenza la dea Era, moglie di Zeus, decise di mettere in difficoltà Ercole.

Si trasformò in un’Amazzone e andò in giro dicendo che Ercole voleva rapire Ippolita.

Infuriate, le Amazzoni assalirono le navi.

Ercole, per fermarle, uccise Ippolita. Le sfilò la cintura.

Riuscì a partire con la nave. Tornò dal re di Micene con un regalino luccicante per la sua vanitosa figlia.

Beatrice Masini, Ercole e le 12 fatiche, Bompiani

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del mito .

In questo mito Ercole deve compiere una difficile impresa . Quale?

Combattere contro le Amazzoni.

Prendere la cintura di Ippolita.

VISIONE MENTALE

1 Qual è Ippolita?

30 GENERE MITO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 61 , Letture 4

LA LOTTA PER IL REGNO

Horus, il dio falco, sfidò suo zio, il malvagio dio Seth.

Voleva conquistare il trono d’Egitto.

Seth propose a Horus una gara. Entrambi dovevano trasformarsi in ippopotami e immergersi nelle acque del Nilo.

Il primo che fosse riemerso, avrebbe perso il trono. Iside, la madre di Horus, temeva per la vita del figlio. Sospettava che il malvagio Seth volesse uccidere Horus.

Iside scagliò nel Nilo un arpione per colpire Seth, ma colpì Horus. Iside lanciò di nuovo l’arpione. Questa volta colpì Seth.

Seth sfidò di nuovo Horus. Dovevano fare una gara sul Nilo a bordo di barche di pietra.

Horus sapeva che la pietra non galleggia sull’acqua. Costruì, perciò, una barca di legno. La dipinse perché sembrasse di pietra.

Seth fabbricò la propria barca con le pietre di una montagna. La sua barca affondò. Seth capì l’inganno di Horus.

Seth si trasformò allora in ippopotamo e si gettò contro la nave di Horus.

Ma gli altri dèi, per far finire la guerra, incoronarono Horus faraone di tutto l’Egitto.

Sarah Quie, Miti e civiltà degli antichi Egizi, De Agostini Ragazzi

ANALISI

1 Analizza il mito .

L’avventura di Horus e Seth è affrontare: una situazione pericolosa. imprese impossibili per gli umani.

L’elemento che fa capire che questo è un mito è: la sfida tra due divinità. la gara sul fiume Nilo.

Chi risolve il litigio tra Horus e Seth? Iside. Gli dèi.

31 GENERE MITO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 62 , Letture 4

ULISSE E LA SFIDA DI EOLO

Ulisse giunse con le sue navi all’isola Eolia. Qui regnava Eolo, il dio dei venti.

Ulisse gli domandò: – Che cosa posso fare perché tu creda al mio valore?

Eolo rispose: – Entra con la tua nave in quella baia. Io giocherò un po’ con i miei venti. Vedremo come te la cavi!

Eolo e i suoi figli avevano un vaso tra le mani con un coperchio d’oro. Lo tenevano chiuso.

Eolo gridò: – Se la tua nave toccherà terra, anche solo un poco, io non ti ospiterò.

Eolo tolse il coperchio d’oro al suo vaso e un forte vento spostò la nave di traverso.

Ulisse manovrò la nave, che tornò verso il centro della baia.

Eolo rimise il coperchio al suo vaso e fece cenno a uno dei suoi figli. Quello aprì il vaso e un vento nuovo fece sbandare la nave.

Ulisse riprese il controllo della nave.

Subito Eolo scatenò altri due venti.

Ulisse tirava funi, dava ordini ai rematori. Eolo faceva scoprire e ricoprire i vasi ai suoi figli, scatenando venti sempre diversi. La nave girava e sbandava. Ulisse, però, riusciva a tenere la nave nel centro della baia.

Al tramonto, Eolo fece un gesto e il vento si placò.

Una brezza leggera spinse la nave di Ulisse sulla spiaggia.

Roberto Piumini, Ulisse, il re dei viaggi, Nuove Edizioni Romane

LESSICO

1 Qual è la baia ?

32 VERIFICA

ANALISI

1 Riconosci la struttura del testo, colorando la barra laterale: introduzione, svolgimento, conclusione.

2 Riconosci gli elementi del testo.

Il protagonista è: Ulisse. Eolo.

Gli altri personaggi sono: Eolo e i suoi figli. i compagni di Ulisse.

3 Riconosci il contenuto del testo.

L’evento pericoloso che deve affrontare Ulisse è: affrontare i venti di Eolo. arrivare all’isola Eolia.

COMPRENSIONE

1 L’ idea principale è: la sfida tra Eolo e Ulisse. l’arrivo di Ulisse a Eolia.

2 Dove doveva entrare Ulisse con la sua nave?

In una baia. In un lago.

3 Dove erano contenuti i venti?

In vasi. In scatole d’oro.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo racconto di avventura-mito? Sì. No. In parte.

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a? Molto. Abbastanza. Poco.

33 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 64-65 , Letture 4
COME STO?

Nel genere fantasy i protagonisti “passano” in mondi immaginari e lottano contro il Male.

OLTRE LA PORTA DI LUCE

Arthur vede cinque ombre immense. È spaventato. Accende la torcia.

Illumina il guerriero che gli dice: – Non c’è un minuto da perdere!

Arthur, agitato, chiede: – Non venite con me?

Il guerriero gli risponde: – Può passare solo una persona. Tu sei il migliore per combattere il Malvagio.

– Il Malvagio? – chiede il bambino.

Subito i cinque guerrieri si mettono il dito davanti alle labbra. Uno dice: – Quando sarai dall’altra parte, non dire mai il suo nome.

Arthur, preoccupato, ripetè: – D’accordo. Dirò solo Emme!

Il guerriero dichiara solenne: – Tuo nonno era andato là per combattere proprio lui. Ora tocca a te portare a termine la sua battaglia. È tempo di andare.

Il ragazzino prende il foglietto con mano tremante e lo legge.

Il capo dei guerrieri annuncia: – La porta di luce è aperta!

Il passaggio dura solo pochi minuti!

Luc Besson, Arthur e il popolo dei Minimei, Mondadori

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere fantasy.

Nei racconti fantasy i protagonisti lottano contro

il Male per il trionfo del Bene.

Chi è il protagonista che deve lottare contro il Male ?

Quale passaggio magico porta Arthur nel mondo del Malvagio?

34 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 70 , Letture 4

LA SORPRESA DELL’ARMADIO

La villa era un vero labirinto. Peter, Susan, Edmund e Lucy trovarono una stanza quasi vuota: c’era solo un grosso armadio.

– Uffa, qui non c’è niente! – brontolò Peter. Uscì deciso, seguito a ruota dagli altri.

Lucy pensava: “Perché non apriamo l’armadio?”. La porta dell’armadio si aprì con facilità. Dentro c’erano appesi alcuni cappotti.

Lucy entrò.

Scoprì che là dentro si poteva andare oltre.

Era buio. Lucy teneva le braccia in avanti per non sbattere contro la parete di fondo.

A un tratto sentì uno scricchiolio sotto i piedi. Si chinò e sfiorò con le dita una pappa farinosa e fredda. Qualcosa di duro e pungente le grattò il viso.

A quel punto vide una luce davanti a sé.

Intanto le piovevano addosso candidi fiocchi. Un attimo dopo si ritrovò in un bosco coperto di neve, fra cristalli di ghiaccio che danzavano nell’aria. Era buio. Aveva paura. Ma vinse la curiosità.

Clive S. Lewis, Le cronache di Narnia, Mondadori

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del genere fantasy.

I personaggi sono: realistici. fantastici.

Il passaggio dal mondo reale al mondo fantasy avviene: per opera di un personaggio magico. attraverso un armadio.

35 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina ??, Letture 4 attività corrispondenti pagina 71 , Letture 4

LE TERRE DI INCANTO IN PERICOLO

Una leggenda narra che nelle Terre d’Incanto, dove oggi sorge

l’Accademia Reale, arrivò un potente mago in fuga da una minaccia.

Era il Mago dell’Alba. Per difendere il suo potere dalle Forze Oscure, decise di nasconderlo nella natura.

Da allora il suo potere è diventato il Potere di Incanto. Riposa in ogni foglia, in ogni granello di sabbia.

LE GUARDIANE DI INCANTO

Quando arriva un nuovo attacco, il Potere di Incanto si risveglia.

Sceglie CINQUE GUARDIANE dall’animo coraggioso.

Ora il malvagio EGOR ha deciso di attaccare le Terre d’Incanto. Le nuove Guardiane di Incanto, insieme a cinque ANIMALI

MAGICI, dovranno proteggere la pace del loro mondo. Sono cinque principesse e sono sorelle.

ASPETTANDO L’ECLISSI

Le cinque sorelle aspettavano l’eclissi di luna, quando i principi e le principesse dell’Accademia Reale avrebbero partecipato al Ballo. Era una festa dedicata alla luna e alle sue antiche leggende. Una leggenda raccontava che, durante la notte di eclissi, potevano accadere eventi straordinari. Spesso anche spaventosi.

Al termine della festa una delle sorelle non riusciva a prendere sonno. Durante la festa aveva avvertito un presentimento.

Adesso era inquieta: si sentiva osservata!

Nessuna delle cinque sorelle si accorse del corvo malvagio che entrò dalla finestra e si posò sul pavimento.

Tea Stilton, Incanto – La notte dell’eclissi, Piemme

36 genere fantasy

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del genere fantasy. Qual è il luogo fantasy in cui si svolge la vicenda?

Le Terre di Incanto.

La Luna.

Chi è il personaggio malvagio ?

Il Mago dell’Alba. Egor.

Chi lotta contro il malvagio?

Le cinque guardiane.

Solo gli animali magici.

2 Osservando le immagini, scrivi quale animale appartiene a ciascuna guardiana.

Guardiana di Incanto Animale

Saman .......................................................................

Kalea Yara Nives

Diamante .......................................................................

37 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 72-73 , Letture 4

NON TUTTO È PERDUTO

La Gola Nascosta era una valle che separava il Reame dei Maghi dalle Terre d’Inverno.

C’era una battaglia tra l’Esercito Oscuro e l’Esercito della Magia.

Ailos, il Generale dell’Esercito della Magia, cavalcava il suo unicorno. Guidava i suoi alleati, ma erano rimasti in pochi.

Ailos sollevò la spada di cristallo e gridò: – Dobbiamo impedire che le creature del Male raggiungano la Cittadella dei Maghi! Esercito della Magia! Combattiamo per la salvezza del nostro mondo!

Tre Avvoltoi del Buio volarono sopra di lui, pronti a colpirlo.

Ailos, con la sua spada, uccise il primo. Poi trafisse il secondo e schivò gli artigli del terzo.

Intanto Ilian, il mago aiutante di Ailos, lottava con la lancia contro due Mannari.

Attorno a loro, Fate e Cavalieri combattevano con coraggio. Poi Ilian gridò: – Sono in troppi! Dobbiamo ritirarci!

Aveva ragione, e Ailos lo sapeva.

Le Fate, i Cavalieri e i Maghi non riuscivano a fermare le terribili creature dell’Esercito Oscuro. L’unica soluzione era ritirarsi.

Ailos vide due Fate delle Lande attaccate da un Dragone Nero. Il cuore gli batteva forte nel petto. Gridò: – Ritirata!!! Rifugiamoci dentro le mura della Cittadella dei Maghi!

In quel momento, due ali immense attraversavano il cielo.

Ailos trattenne il fiato.

Un corpo gigantesco, ricoperto di squame scure come la notte, volteggiava sull’Esercito della Magia. Aveva denti appuntiti come spine, artigli affilati e taglienti come lame.

Sprizzava scintille dalla bocca.

38 genere fantasy

Il suo corpo mostruoso oscurò il cielo. Era pronto ad attaccare.

Ailos gridò: – Il Drago Nero attacca il Reame dei Maghi!

Poi il drago spalancò la bocca e una sfera di fuoco avvolse tutti quanti.

Geronimo Stilton, Il segreto del lupo, Piemme

ANALISI

1 Analizza il genere fantasy.

La caratteristica del genere fantasy è la vittoria del Bene sul Male.

Come si chiama l’esercito del regno del Bene?

Esercito Oscuro.

Esercito della Magia.

Come si chiama l’esercito del regno del Male?

Esercito Oscuro.

Esercito della Magia.

2 L’autore presenta personaggi positivi e personaggi negativi.

Completa la tabella segnando con X .

personaggio del Male personaggio del Bene Drago Nero

Ailos

Ilian

Avvoltoi del Buio

39 genere fantasy Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 74-75 , Letture 4

VERIFICA IN VIAGGIO PER LIBERARE L’ISOLA

L’elfa Spica guardava verso l’acqua: sulle rocce c’era un mucchio di alghe verdi. In fretta Ombroso raggiunse Spica.

Dalle acque emerse una donna. Spica sussurrò: – Una fata?

La figura del mare disse: – Sono Marea, la custode dei Mari Orientali. Proteggo ogni creatura che attraversi queste acque in pace. So che tu sei l’elfo Ombroso. Sei il coraggioso cavaliere che ha sfidato Stria, la perfida Regina delle Streghe. So che sei ancora destinato a sfidarla per liberare l’Isola.

Spica chiese: – Come mai sei qui?

La fata rispose: – Questo è il mio mare. Io ho vegliato sull’Isola da quando è caduta sotto il dominio dele streghe. Solo io posso aiutarvi. Ombroso domandò: – Che cosa ci aspetta sull’Isola?

Marea rispose: – Da quando sono giunte le streghe, il Male regna nell’Isola. Se il vostro destino vi porta in quel luogo, io non vi fermerò. Quando sarete là, nessuno potrà aiutarvi. Però posso fare una cosa per voi!

La fata mosse la mano. Un’onda più potente delle altre bagnò lo scoglio. Apparve una grossa conchiglia a spirale.

– Una conchiglia? – domandò Ombroso. E la prese.

– Una delle mie conchiglie. È il Richiamo dei Mari. Quando non saprai dove andare, suona soffiando forte stando con i piedi nell’acqua. L’acqua obbedisce a me e anche a questo richiamo. Il mare vi mostrerà dove andare.

Geronimo Stilton, L’Isola Pietrificata, Piemme

VISIONE MENTALE

1 Qual è la conchiglia di cui si parla nel testo?

40

ANALISI

1 Riconosci gli elementi del testo.

Quali sono i personaggi che dovranno sconfiggere il Male?

Spica e Ombroso. Marea.

Sono personaggi: realistici. fantastici.

Qual è il luogo in pericolo a causa delle forze del Male?

L’Isola.

Il mare.

2 Riconosci il contenuto del testo.

Quali sono le forze del Male di cui parla la fata?

I Mari Orientali.

Le streghe del Male.

Quale oggetto magico dovranno usare i due elfi in caso di pericolo?

Le alghe.

La conchiglia.

COMPRENSIONE

1 Chi è Marea?

Un’elfa.

Una fata.

2 Chi andrà in aiuto di Ombroso e Spica se suoneranno la conchiglia?

Marea.

Il mare.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo fantasy?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

41 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 78-79 , Letture 4

Nella biografia o nell’autobiografia sono narrati esperienze ed episodi della vita di personaggi famosi.

CLIVE GRANGER

Clive Granger nacque nel Galles, il 4 settembre 1934. Suo padre venne trasferito in un’altra città e la famiglia lo seguì.

In seguito allo scoppio della Seconda guerra mondiale, il padre si arruolò nell’esercito. La famiglia si trasferì ancora.

Alla fine della guerra, la famiglia Granger si spostò in un’altra città. Nella nuova scuola, la bravura di Clive in matematica divenne evidente.

Dati gli ottimi voti, la famiglia decise che Clive avrebbe frequentato l’università.

E così fu. La facoltà era, naturalmente, matematica.

Dopo essersi laureato, Granger decise di specializzarsi in Statistica. Questa la sua motivazione: – Era una materia della quale conoscevo molto poco.

Il motto di Granger era: se non lo so, lo voglio sapere.

Marco Malvaldi, La direzione del pensiero (Matematica e filosofia per distinguere cause e conseguenze), Raffaello Cortina Editore

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici della biografia .

Lo scopo di questo testo è: scrivere un racconto.

far conoscere la vita di un personaggio famoso.

I luoghi sono quelli in cui è vissuto:

il narratore.

il personaggio di cui si parla.

42 GENERE biografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 86 , Letture 4

SAMANTHA CRISTOFORETTI

Di notte, Samantha guardava il cielo pieno di stelle. Pensava a quanto sarebbe stato bello poterlo esplorare.

Si laureò in Ingegneria Meccanica. Poi compì il primo passo verso quel cielo. Nel 2001, infatti, venne ammessa all’Accademia aeronautica e divenne pilota militare.

Ora Samantha era pronta a conquistare lo spazio. Fece domanda per entrare a far parte del Corpo Astronauti. Fu scelta tra oltre ottomila candidati. Ce l’aveva fatta, era un’astronauta! Prima di partire in missione, Samantha si addestrò per tre anni tra Russia, Europa e Stati Uniti.

Fece ciò per conoscere alla perfezione la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Questa è il gigantesco laboratorio in orbita a 400 km dalla Terra, dove lei avrebbe vissuto e lavorato.

AstroSamantha è stata la prima donna italiana a essere selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea. Nel 2022 è stata la prima donna in Europa (e la terza nel mondo) a ricoprire il ruolo di Comandante della Stazione Spaziale Internazionale.

Storie della buonanotte per bambine ribelli, 100 donne italiane straordinarie, a cura di Elena Favilli, Mondadori

ANALISI

1 Analizza la biografia .

Quali sono i dati oggettivi in questa biografia?

La laurea conseguita.

Le curiosità di Samantha da bambina.

La data e il luogo di nascita.

L’ordine della narrazione è: cronologico. non cronologico.

43 GENERE biografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 87, Letture 4

IPAZIA

Nell’antica città di Alessandria d’Egitto c’era la più grande biblioteca del mondo.

Vi si trovavano migliaia di rotoli di papiro.

Erano scritti a mano dagli scribi.

Matematica e filosofa

370 circa - 8 marzo 415 (Alessandria D’Egitto)

Infatti, a quel tempo si scriveva sui papiri. Erano grandi fogli che si ottenevano da una pianta e venivano ripiegati in rotoli.

Nella biblioteca, Ipazia e suo padre studiavano insieme. Ipazia trovava nuove regole di geometria e aritmetica. Cominciò a scrivere dei papiri tutti suoi.

Costruì l’astrolabio: uno strumento per calcolare la posizione del Sole, della Luna e delle stelle.

Ipazia insegnava astronomia. Durante le sue lezioni si rifiutava di indossare l’abito femminile. Si vestiva da studiosa, come gli altri insegnanti.

La biblioteca fu distrutta da un incendio. Le sue opere andarono perdute. Per fortuna, i suoi studenti scrissero di lei e delle sue idee.

Grazie a loro anche noi conosciamo questo genio. Ipazia diceva: – Difendi il tuo diritto di pensare.

Perché anche pensare in maniera sbagliata è meglio che non pensare affatto.

Elena Favilli, Francesca Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della biografia .

Nel testo ci sono date precise ?

Sì.

No.

44 GENERE biografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 88 , Letture 4
ANALISI LESSICO Astrolabio

COME SONO DIVENTATA UNA SCRITTRICE

Cari bambini,

mi chiamo Erminia Dell’Oro e sono nata il 4 aprile 1938, ad Asmara, in Africa. Qui si era trasferito mio nonno.

Sono vissuta per vent’anni tra bambini di culture diverse.

Alle elementari leggevo tanti libri e scrivevo raccontini. Dicevo che volevo fare la scrittrice, ma anche la giornalista o l’esploratrice.

Con i miei amici e mio fratello esploravamo le grotte e durante le vacanze mio nonno mi portava a pescare. Nel Mar Rosso si potevano incontrare anche dei piccoli squali!

Allevavo leprotti orfani con il biberon, avevo due piccoli struzzi, cani, gatti e una tartaruga gigante sulla quale mi sedevo a leggere. Ora vivo a Milano.

Ho cominciato a fare la scrittrice molti anni fa, scrivevo libri per i grandi.

Poi ho scoperto che scrivere per i bambini è bellissimo.

Mi permette di andare, con la fantasia, anche tra i dinosauri!

Erminia Dell’Oro, La pianta magica, Piemme Junior

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici dell’autobiografia .

L’autrice narra in: prima persona. terza persona.

2 Completa.

Le frasi in cui l’autrice dà riferimenti di:

• tempo sono sottolineate in

• luogo sono sottolineate in

45 GENERE autobiografia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 89 , Letture 4
ANALISI VISIONE MENTALE

IO, CHARLES DARWIN

Sono Charles Darwin.

Ho scoperto la selezione naturale.

Sono nato a in Inghilterra, il 12 febbraio 1809. Mamma Susanna è morta quando avevo otto anni.

Mio padre Robert è un medico.

Spesso si arrabbia con me: dice che non m’interesso di nulla. Sono un ragazzino vivace e curioso, ma per nulla studioso.

Ho un hobby: colleziono tutto, ma soprattutto conchiglie e minerali. Nelle sere d’inverno sfoglio i libri di scienza e di natura di papà.

La mia seconda vita comincia il 27 dicembre 1831. Quel giorno parto su una piccola nave da guerra. Dobbiamo fare un viaggio lungo le coste del Perù, del Cile, della Terra del Fuoco, tra le isole del Pacifico.

Io sono il naturalista della spedizione.

Luca Novelli, Darwin e la vera storia dei dinosauri, Editoriale Scienza

CHARLES DARWIN (1809-1882)

L’infanzia di Darwin è quella di un monello che non ama molto la scuola. Si appassiona, invece, alle collezioni: piante, uova, minerali, insetti, conchiglie, Suo padre gli ripete: – Non ti interessi di niente.

Charles inizia gli studi di medicina, ma poi li abbandona per dedicarsi ad altri studi.

La sua occupazione principale è la caccia ai coleotteri. Diventa amico di un botanico che nel 1831 informa Darwin che il governo ha organizzato un viaggio di studio intorno al mondo, per mare. Il capitano della nave cerca un giovane studioso della natura. Darwin accetta e si imbarca per un lungo viaggio.

46 VERIFICA

Quando ritorna, scrive una grande opera che, una volta pubblicata, metterà in subbuglio il mondo intero. Si tratta di “Dell’origine delle specie attraverso la selezione naturale”.

Gli scritti di Darwin rivoluzioneranno il mondo scientifico.

Ai suoi tempi, alla fine del XIX secolo, si sosteneva che il mondo non è il risultato di una lenta evoluzione. È stato creato come noi lo conosciamo.

Darwin proverà il contrario.

René Ponthus, Francois Tichey, I grandi viaggiatori, Jaca Book

ANALISI

1 Analizza la biografia e l’autobiografia .

In queste pagine ci sono due testi che trattano lo stesso argomento: la vita di Darwin.

Quale è narrato in prima persona ?

Io, Charles Darwin. Charles Darwin.

Quale è narrato in terza persona ?

Io, Charles Darwin. Charles Darwin.

Quale è una biografia ?

Io, Charles Darwin. Charles Darwin.

COMPRENSIONE

1 Individua le informazioni esplicite .

Quale avvenimento cambia la vita di Darwin?

Collezionare conchiglie e minerali.

Essere imbarcato come studioso su una nave.

CHE COSA SO?

Ho capito la differenza tra biografia e autobiografia?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

47 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 92-93 , Letture 4

genere diario

Sul diario di scuola scrivi i compiti.

Il diario personale serve per scrivere ciò che ti accade, la tua rabbia e la tua gioia. Lo dovresti leggere solo tu.

2 maggio

Caro Diario,

chi farà la principessa nella recita di fine anno? Naturalmente Chiara. Io ci sono rimasta male. Mara invece no. Dice che la principessa non apre la bocca. Sta seduta sul suo trono e alza un paio di volte la mano. Io faccio il viandante! Nemmeno io dirò tanto, ma almeno non devo studiare. Dirò solo: – È ancora lungo il mio cammino. Addio!

12 maggio

Senti questa, caro diario!

La principessa ci guarda tutti dall’alto in basso. Mi è venuta una bella idea per sistemarla! Mi è venuta mentre schiacciavo la pancia dell’oca di gomma. QUA! QUA!

23 maggio

Caro diario, oggi è il giorno della vendetta! Oggi pomeriggio ho messo sotto il cuscino l’oca di gomma. Quando domani Chiara ci appoggerà il suo regale sedere, si troverà in una situazione imbarazzante! QUA! E il viandante riderà sotto i baffi! Maria Vago, Pizza, pidocchi e un genio nell’astuccio, La Spiga Edizioni

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del diario .

Quale elemento della struttura ti fa capire che queste sono pagine di diario?

La suddivisione in introduzione, svolgimento e conclusione. Le date che cambiano.

48
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 98 , Letture 4

2 marzo

Caro diario,

Questa faccenda del “caro diario” mi fa un po’ ridere.

Ma caro di che? Di prezzo, forse?

Ti scrivo da un paio di giorni e quindi “caro” mi sembra un po’ troppo.

Siamo ancora degli estranei, quindi sostituirò il “caro” con qualcosa di più adatto. Poi, forse, in un futuro, vedremo… Insomma, “se son fiori fioriranno e se son rospi rosperanno”, come dice sempre Vincenzo, il mio migliore amico.

Che cosa vuol dire questo proverbio? Non lo so.

Credo che se lo sia inventato lui.

Stefano Bordiglioni, Diario di Giulio. Top secret, Edizioni EL

Martedì, 7 ottobre

Stamattina sono stata svegliata da un suono strano. Sembrava che stessero accoppando qualcuno.

Ma questo ormai è normale, da quando mi occupo di Annibale.

Annibale è il pappagallo della signora Iole, che è in ospedale.

Fino a poco tempo fa, mi sarebbe piaciuto un sacco avere un animale:

Per tre settimane, almeno.

I pappagalli mi strapiacciono, ma purtroppo Annibale grida.

E morde anche! Quello strarompi!

Alice Pantermüller, Le (stra)ordinarie (dis)avventure di Carlotta. Fuori dal gregge, Sassi Junior

ANALISI

1 In quale dei due testi vengono utilizzati disegni ed espressioni gergali?

Nel primo testo.

Nel secondo testo.

49 genere diario
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 99 , Letture 4

6 luglio

Succede qualcosa di strano.

Questo mi sono detto quando mi sono svegliato. Anzi quando LORO mi hanno svegliato.

Dico LORO, perché questo diario è ultrasegreto e non andrà mai in mano a qualcuno, salvo catastrofi.

LORO, sono i miei genitori. Hanno cominciato a litigare presto.

Da tre settimane litigano per le vacanze.

Di solito le vacanze rilassano la gente. Non a casa nostra. Non quest’anno.

Tutto è cominciato un lunedì a cena, subito dopo la pasta al forno.

Mia madre ha detto: – Quando andiamo a Salins? a salins abita nonna annie. ci passiamo sempre tre settimane di vacanza.

Mio padre ha risposto: – Quando vuoi tu. Potrebbe essere l’8, è un lunedì. Ci sarà meno traffico.

Mia madre: – L’8? È un giovedì.

Mio padre: – No, l’8 luglio è un lunedì, guarda il calendario.

Mia madre: – Noi andiamo in vacanza in agosto!

Mio padre: – Ma che dici? Io ho preso tre settimane in luglio!

In breve: mio padre ha preso le ferie in luglio e mia madre in agosto.

Mia madre è convinta che mio padre l’abbia fatto apposta, e viceversa.

Tutti i giorni ricominciano e urlano: – Te l’avevo detto! – e – Tutta colpa tua!

Risultato: io non andrò in vacanza!

Chi fa le spese delle loro liti? Io! Ben Cardin.

Preciso: Ben è il mio vero nome, non un diminutivo.

Bernard Friot, Il libro delle mie vacanze disastrose e degli scarabocchi, Edizioni Lapis

50 genere diario

1 Analizza il diario .

Segna con X le due caratteristiche del diario: è personale.

deve essere scritto tutti i giorni. può essere scritto in modo strano e originale. deve essere scritto in modo ordinato.

2 Quale frase ti fa capire che questo bambino è sicuro di poter esprimere tutto ciò che pensa?

Questo diario è ultrasegreto e non andrà mai in mano a qualcuno. Ben è il mio vero nome, non un diminutivo.

3 Questo brano NON è scritto come un normale testo. Che cosa lo rende diverso?

I disegni.

Le parole scritte in modo particolare. Il nome del bambino.

4 Le parole scritte in modo particolare ti fanno capire che il bambino: si sta sfogando. scrive sempre in fretta.

51 genere diario Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 100-101 , Letture 4
ANALISI

Una volta per comunicare con gli amici e con le amiche si usava scrivere la lettera.

Oggi si scrivono messaggi brevi con il telefono o le mail.

Ma alcune lettere non passeranno mai di moda…

LETTERA A BABBO NATALE

Caro Babbo Natale, mi chiamo Michele.

È un nome che non si usa più.

Perciò non ti capiteranno tanti Michele e quindi ti ricorderai di me.

Finalmente ho avuto il tuo indirizzo. Se solo l’avessi saputo prima ti avrei evitato la fatica di leggere nel mio pensiero.

Avere la lettera dentro la buca è sicuramente più comodo.

La mia domanda è questa: nella lettera che ti manderò devo metterci solo i desideri più importanti?

Tu come ti regoli? Vedi che cosa ti resta in magazzino? Tiri a sorte?

Ti faccio queste domande perché non vorrei più un pigiama.

Quello dell’anno scorso aveva degli orsetti gialli non adatti alla mia età. Potresti evitare di mandarmi un pigiama?

Quante cose posso chiederti? Devo farti dei disegni per farti capire meglio?

Non è che non mi fido, ma vorrei toglierti i problemi.

Ti saluto: fammi sapere, mi raccomando!

Tuo affezionatissimo Michele

Anna Vivarelli, Caro Babbo Natale, Interlinea Junior

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici della lettera .

Sottolinea:

• in la formula d’apertura;

• in la formula di saluto;

• in il nome di chi scrive.

52 genere lettera Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 102 , Letture 4

LETTERA ALLA BEFANA

Samarcanda, 17 dicembre.

Carissima Befana,

le scriviamo in anticipo a causa dei numerosi impegni che ci aspettano nel mese.

Le scriviamo per salutarla, ma anche per avere sue notizie. Lo scorso fine settimana abbiamo partecipato a una conferenza su “Il pacco regalo e le nuove tecnologie”. Abbiamo parlato con Babbo Natale, che era lì.

Il sig. Natale ci ha detto che lei è un po’ stanca. Il suo lavoro è pesante. Faremo il possibile per aiutarla.

Abbiamo deciso di aumentare la cifra che le spediamo tutti gli anni per le sue spese.

Speriamo le faccia piacere.

Le mandiamo tanti cari saluti e una foto del nostro ultimo viaggio in Brasile.

Gaspare, Melchiorre e Baldassarre

Lo Scaramazze, Io credo che la Befana, Edizioni Lapis

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici della lettera .

Chi sono i mittenti , cioè chi scrive questa lettera?

Tre bambini. I re Magi.

Chi è il destinatario, cioè chi riceverà la lettera?

Da dove è stata inviata la lettera?

Dal Brasile. Da Samarcanda.

Quando è stata scritta la lettera?

Il 17 dicembre. Il 6 gennaio.

53 genere lettera Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 103 , Letture 4

VERIFICA

30 marzo

Buonasera Diario!

IL DIARIO DI GIULIO

Eccoci al nostro appuntamento di tutti i giorni

Oggi ti scrivo una cosa simpatica e una no.

Quella simpatica: ho mangiato il primo gelato di quest’anno.

Sono entrato nel bar Arcobaleno e ho chiesto un cono super, con quattro gusti.

Avrei potuto farlo anche ieri. Ma non c’era questo bel sole di oggi.

La voglia di gelato non mi era ancora venuta.

La notizia invece poco simpatica è Vincenzo, il mio amico, si trasferisce.

Va a vivere in Lombardia, perché suo padre è stato promosso direttore di non so bene che cosa.

Vinc se ne va e a me dispiace da morire. Lui è pigro, ma è il mio migliore amico.

Senza di lui la mia vita non sarà più la stessa.

Domani Vinc parte.

Questa cosa mi dispiace.

Però anche mi incuriosisce. Dovrò fare qualcosa nel tempo che una volta passavo in compagnia di Vincenzo. Un nuovo amico?

O magari un’amica? O addirittura Anna-grandi-occhi? E se la famiglia di Anna, per magia, si trasferisse qui nella casa che Vinc lascia?

Lo so, diario, sono solo fantasie.

Vinc invece sarà lontano e non ci si vedrà più.

Ha detto che mi scriverà, però non ci credo troppo. È pigro e se prende una penna in mano gli viene la febbre.

Be’, almeno il gelato era buono: pistacchio, limone e nocciola.

Stefano Bordiglioni, Diario di Giulio, Top Secret, Edizioni EL

54

ANALISI

1 Quali sono i due avvenimenti accaduti al protagonista?

Il trasferimento del suo amico.

L’arrivo di Anna.

Il primo gelato della stagione.

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite .

Il protagonista non crede che Vinc gli scriverà perché Vinc: si ammalerà.

è pigro.

va ad abitare lontano.

Vinc:

si trasferirà il giorno dopo. si sta trasferendo nel giorno in cui il bambino scrive.

2 Metti in relazione le parti del testo. Nel testo si legge: “non ci si vedrà più”.

“Ci” si riferisce a:

Vinc e il portagonista. la famiglia di Vincenzo.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di diario e lettera?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

55 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 106-107, Letture 4

un testo

che ha una particolare struttura.

Le battute sono le parole pronunciate dai personaggi.

La scenografia è la riproduzione dell’ambiente.

ALLA STAZIONE DI KING’S CROSS

La famiglia Potter attraversò la strada verso l’enorme stazione.

Due grandi gabbie erano in cima ai carrelli spinti dai genitori.

La famiglia si aprì la strada verso la barriera tra i binari nove e dieci. Harry udì la voce di suo figlio Albus che discuteva con il fratello James.

– Non voglio essere un Serpeverde! – disse Albus.

Intervenne Ginny, la mamma: – James, piantala!

Ribatté James: – Non c’è niente di male. Potrebbe essere un Serpe…

James vide lo sguardo della madre e tacque. I Potter si avvicinarono alla barriera. James cominciò a correre. Un attimo dopo era sparito.

Albus chiese ai genitori: – Mi scriverete?

– Tutti i giorni, se vuoi – rispose Ginny.

Albus disse: – Non proprio tutti. James dice che gli altri ricevono lettere una volta al mese.

Ginny precisò: – Noi scrivevamo a James tre volte la settimana.

Aggiunse Harry: – A tuo fratello piace scherzare.

Quando arrivarono alla barriera, Albus trattenne il fiato.

La famiglia emerse sul binario nove e tre quarti.

Joanne Kathleen Rowling, Harry Potter e i doni della morte, Salani

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo teatrale .

Colora le barre:

• in per le parti descrittive-narrative;

• in per le parti dialogiche.

Un testo teatrale
è
narrativo
56 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 114 , Letture 4

STAZIONE DI KING’S CROSS

Una stazione affollata. Due gabbie sono in cima a due carrelli pieni di bagagli. I carrelli sono spinti da due ragazzi: JAMES e ALBUS POTTER. La loro madre, GINNY, li segue. Un uomo, HARRY, porta la figlia LILY in spalla.

ALBUS: Papà. Continua a dirlo.

GINNY: James, lascialo stare.

JAMES: Ho detto solo che potrebbe finire in Serpeverde. Ed è poss…

ALBUS: Mi scriverete, vero?

GINNY: Tutti i giorni, se vuoi.

ALBUS: James dice che gli altri ricevono lettere una volta al mese.

GINNY: L’anno scorso scrivevamo a tuo fratello tre volte alla settimana.

HARRY: A tuo fratello piace scherzare.

GINNY: Albus, devi andare dritto contro il muro tra il binario nove e il binario dieci.

HARRY: Non ti fermare e non aver paura, altrimenti sbatterai contro il muro.

ALBUS: Sono pronto.

Joanne Kathleen Rowling, Harry Potter e la maledizione dell’erede, Salani

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti della struttura del testo teatrale .

Le parti scritte in azzurro rappresentano: la scenografia (come deve apparire l’ambiente). le battute che devono recitare gli attori/le attrici.

Le parti scritte in nero rappresentano: la scenografia (come deve apparire l’ambiente).

le battute che devono recitare gli attori/le attrici.

57 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 115 , Letture 4

PER SOLDI O PER AMORE?

Atto 1

Scena 1

L’avaro: – Ho due cantine piene d’oro. Ma mia figlia chi ha scelto per fidanzato? Lino Picco, uno che non ha un soldo. Isabellaaaa!

Isabella: – Eccomi, papà.

L’avaro: – Non devi vedere più quel figlio di un soldo bucato.

Isabella: – Ma io voglio sposarlo.

L’avaro: – Stupida. Sposa invece un sacco di soldi.

Isabella: – I soldi non parlano, invece Lino Picco mi racconta tante belle storie. Ih!, Ih! (piange).

Scena 2

Lino Picco (di nascosto): – La povera Isabella piange? Sarà colpa di quel vecchio avaro. Ora lo metto a posto io. (Forte) Permesso?

L’avaro: – Chi è?

Lino Picco: – Un bandito!

L’avaro (spaventatissimo): – Sono un povero vecchio senza un soldo.

Lino Picco: – Voglio il denaro. (Piano a Isabella) Fingi di non riconoscermi!

L’avaro: – Mi lasci il denaro.

Lino Picco: – Hai una bella figlia. Dammela.

L’avaro: – Isabella cara, va’ con questo signore che vuole prendere i soldi del tuo papà.

Isabella: – Ma io voglio sposare Lino Picco!

L’avaro: – Io sono suo padre e mi dovrà ubbidire. Isabella è sua moglie.

58 testo teatrale

Atto 2

Scena 1

(Si sente battere la porta.)

L’avaro: – Chi è adesso?

Il bandito: – Sono un bandito.

L’avaro: – Ce n’è già qui uno!

Il bandito: – Se non apri subito la porta la butto giù.

Lino Picco: – Apra la porta e lasci fare a me.

Il bandito: – Dunque, dove sono i soldi?

Lino Picco: – In cantina, venga con me: glieli do subito.

L’avaro: – Il mio denaro!

(Lino Picco e il bandito escono. Poi Lino Picco torna indietro.)

Scena 2

Lino Picco: – Ho rinchiuso il bandito in cantina.

L’avaro: – Grazie, signor bandito numero uno!

Lino Picco: – Ora ho Isabella.

Isabella: – Sì, andiamo subito, mio carissimo Lino.

L’avaro: – Come hai detto?

Lino Picco: – Ha detto bene, io sono Lino Picco.

L’avaro: – Ah, mi avete ingannato.

Lino Picco: – Se vuole vado giù ad aprire la cantina.

L’avaro: – No, no, per carità, andatevene pure tutti e due.

Gianni Rodari, Fiabe lunghe un sorriso, Einaudi Ragazzi

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo teatrale .

Un testo teatrale può essere:

• una commedia, se racconta fatti divertenti.

• un dramma se racconta avvenimenti tristi.

Questo testo teatrale è:

una commedia. un dramma.

59 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 116-117, Letture 4

Foresta misteriosa.

IL RE DEI SOGNI

Alti alberi incutono terrore.

La foresta è ai piedi di alte montagne.

Scena prima

Damjan (il principe, preoccupato): – Principessa, dietro questi monti c’è il passo dei Falchi del Califfo. È lì che si è perso il mio amico Kafir.

Chitral (la principessa, sospettosa): – Qualcuno ci sta guardando. (Damjan e Chitral non riescono più a camminare)

Damjan: – Principessa, non riesco a muovermi!

Chitral: – I miei piedi sono di pietra! È un incantesimo!

Scena seconda

Gli alberi sono spariti. Una strana luce illumina la scena. (Entra il Re dei Sogni)

Damjan: – Chi siete?

Re dei Sogni: – Io sono il Re dei Sogni. Trasformo in sogni tutte le persone che passano di qua. Ma prima di trasformarvi farò un gioco con voi. Un sogno può vincere un altro sogno. Io dirò il nome di tre sogni. Voi direte il nome di tre sogni. Se vincerò io, vi trasformerò. Se vincerete voi, io diventerò il vostro servo e tutti i sogni saranno liberi. Vediamo un po’, io dico… il Sole!

(Entra, danzando, il Sole.)

60 testo teatrale

Damjan: – … la Notte (Entra la Notte.)

Re dei Sogni: – La Notte vince il Sole, ma il Sole vince la Notte.

Adesso io dico: il Denaro! (Entra il Denaro)

Damjan: – La Morte!

Re dei Sogni: – La Morte vince il Denaro! Sto perdendo. Io dico: il Tempo.

Il Tempo vince tutto. (Entra il Tempo)

Chitral: – Damjan, dammi la tua pietra magica! (Damjan gliela dà)

La partita non è finita! Io dico: il Ricordo (Entra il ricordo, che è Kafir).

Re dei Sogni: – Il Tempo vince tutto, ma il Ricordo vince il Tempo!

Ho perso! Siete liberi. Io sono il vostro servo.

(Chitral e Damjan muovono le gambe)

Damjan: – Abbiamo vinto, principessa!

Francesco Firpo, La Bella e la Bestia e altre commedie di teatro per ragazzi, Erga Edizioni

i pensieri dei personaggi. ANALISI

1 Analizza il genere teatrale .

Le parole scritte tra parentesi indicano:

il modo di recitare e il modo di muoversi.

61 testo teatrale Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 118-119 , Letture 4

INCREDIBILE... OPPURE VERO?

Scena 1

Narratore: In classe tutti i bambini e le bambine fanno baccano.

Arriva il maestro Zuretti e tutti i bambini e le bambine si siedono silenziosi.

Maestro: Bravi, bambini!

Tutti i bambini: (in coro) Buongiorno, maestro.

Maestro: Allora, ieri siamo arrivati a pagina…

Tutti i bambini: 31

Un bambino: A casa dovevamo imparare a memoria la poesia.

Maestro: (sorpreso) Proprio così! Chi l’ha imparata?

Tutti i bambini alzano la mano.

Maestro: Chi vuole provare a leggere la poesia?

Berardo e Camilla: (insieme) Io!

Berardo: (gentile) Leggi tu, Camilla.

Camilla: (gentile) No, no, fa’ pure.

Scena 2

Bussano alla porta

Maestro: Avanti.

La preside entra in classe, sembra molto preoccupata.

Tutti i bambini: (in coro) Buongiorno, signora preside.

La preside: (al maestro) Fanno così anche con lei? Non capisco!

Maestro: Neppure io! Sono tutti gentili! Se mi parlassero di… di un incantesimo… quasi quasi ci crederei!

La preside: (preoccupata) Ed è la stessa cosa in tutte le classi!

Ma che cosa sta succedendo?

Si girano verso la classe e si scopre che hanno entrambi un grosso pesce d’aprile attaccato alla schiena.

Tutti i bambini: (in coro) PESCE D’APRILE!!!

Sophie Balazard, Elisabeth Gentet-Ravasco, Scenette a scuola, Gremese

62
VERIFICA

1 Questo testo teatrale è: una commedia. un dramma.

2 Analizza gli elementi . Il protagonista è:

Gli altri personaggi sono:

1 Il maestro è sorpreso perché: i bambini e le bambine sono gentili/e e attenti/e. entra in classe la preside. tutte le classi della scuola hanno lo stesso comportamento.

2 La preside è preoccupata perché: la classe del maestro Zuretti si comporta in modo strano. tutte le classi si comportano in modo strano. pensa sia successo un incantesimo.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo teatrale?

Sì. No. In parte.

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a? Molto. Abbastanza. Poco. COME

63 VERIFICA
STO?
ANALISI
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 122-123 Letture 4
COMPRENSIONE

LE OLIMPIADI

L’origine delle Olimpiadi

Quasi tremila anni fa qualche greco antico ebbe la bella idea di sfidarsi in uno stadio, anziché con lance e spade. Sarebbero stati meglio quattro anni di sport e un mese di battaglia, al posto di quattro anni di guerre e un mese di divertimento.

Dal 776 avanti Cristo, la città di Olimpia è il sinonimo di tutti gli sport messi insieme.

Non a caso il matematico Eratostene, per contare gli anni, usò come anno zero proprio quello delle prime Olimpiadi dell’antichità.

Le Olimpiadi oggi

I giochi Olimpici dell’antichità si svolsero per oltre mille anni. Poi, più nulla per secoli e secoli.

I primi Giochi Olimpici moderni iniziarono nella primavera del 1896.

Li volle un nobile francese, Pierre de Coubertin. Si svolsero ad Atene, proprio per ricordare i giochi antichi. Vi furono gare di scherma e di tennis, di atletica leggera e di sollevamento pesi, di lotta, di nuoto e di tiro a segno. E lungo le vie della città si corse anche la maratona.

La maratona ieri

Nelle prime Olimpiadi dell’antichità non era in programma la maratona. Infatti, la battaglia di Maratona si combattè quasi trecento anni dopo. Oggi, la maratona è una corsa di più di quaranta chilometri. Ricorda l’impresa del giovane Filippide, che corse fino ad Atene per annunciare la vittoria dei Greci.

Il tuo sussidiario è un insieme di
informativi-espositivi. 64 testo informativoespositivo
testi

La maratona oggi

Nei Giochi Olimpici dei tempi moderni vi è sempre stata la maratona nel programma delle gare.

Moltissime città in tutto il mondo, ogni anno, organizzano una corsa di quarantadue chilometri e centonovantacinque centimetri lungo le loro strade.

La più famosa è forse di quella di New York. A essa partecipano oggi decine di migliaia di corridori, veloci e lenti.

Alla prima edizione si presentarono poco più di cento atleti, che corsero all’interno di Central Park per non recare disturbo al traffico.

Oggi, invece, il traffico si ferma a guardare e a fare il tifo per gli atleti.

Andrea Valente, Così per sport, Edizioni Lapis

ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo informativo-espositivo . Lo scopo dell’autore è: raccontare una storia sulle Olimpiadi. dare informazioni sulle Olimpiadi e la loro storia.

Un testo informativo serve per: avere informazioni su un argomento. conoscere il pensiero dell’autore o dell’autrice.

Il testo informativo spesso presenta differenti paragrafi : per evidenziare le sequenze narrative. per evidenziare le informazioni.

65 testo informativoespositivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 128-129 , Letture 4

CHE COS’È UN DINOSAURO?

Come fa uno studioso dei fossili a dire: – Questo è un osso di dinosauro?

I dinosauri hanno tre caratteristiche che li distinguono dagli altri rettili.

Quando sono vissuti i dinosauri?

MESOZOICO

Triassico Giurassico Cretaceo

I dinosauri sono vissuti in un’era precisa della Preistoria, il Mesozoico.

Qualunque osso fossile più antico o più recente, non è di dinosauro.

Dove vivevano i dinosauri?

I dinosauri erano tutti terrestri. Non volavano né vivevano nei mari. Erano, però, capaci di attraversare piccoli fiumi o laghi. I rettili volanti e i rettili marini dal collo lunghissimo, che spesso si vedono nei libri di Preistoria, non erano dinosauri. Erano loro cugini, come i coccodrilli o le tartarughe.

Le ali dello Pterosauro si estendevano dalle caviglie al quarto dito della mano che era allungato e resistente.

I Plesiosauri vivevano nel mare come altri rettili marini. Avevano quattro zampe simili a pinne.

66 testo informativoespositivo

Qual era la disposizione delle loro zampe?

La disposizione delle zampe è ciò che differenzia i dinosauri dagli altri rettili.

I dinosauri avevano le zampe come quelle di un elefante, poste verticalmente sotto il corpo.

Per capire come si muovessero i dinosauri, bisogna pensare a un elefante, non a un coccodrillo.

I dinosauri non sono solo animali enormi e terrificanti. Sono animali “nuovi” che bisogna sforzarsi di immaginare. Oggi la ricerca sui dinosauri ci fornisce dati sulla loro vita quotidiana. Questo aumenta la nostra curiosità.

Piero e Alberto Angela, Il pianeta dei dinosauri, Arnoldo Mondadori

3 In questo testo si è utilizzato: un grafico a torta. una linea del tempo. ANALISI

1 Scopri alcuni aspetti caratteristici del testo informativo-espositivo . Questo testo informativo ha una particolare struttura : è diviso in paragrafi .

I titoli dei paragrafi di questo testo sono:

• Quando sono vissuti i

• Dove vivevano i

• Quale era la disposizione delle loro

In un testo informativo le didascalie sono spiegazioni delle illustrazioni.

2 Colora in giallo le didascalie.

Alcuni testi informativi sono accompagnati da grafici e tabelle che servono a rendere più chiare le informazioni.

67 testo informativoespositivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 130-131 , Letture 4

L’EFFETTO SERRA

L’effetto serra è un fenomeno naturale. Noi umani lo stiamo cambiando. In che modo?

I raggi del Sole attraversano l’aria e inviano energia. 1

Una parte di questi raggi è torna verso lo spazio. 2

Un’altra parte di raggi viene rinviata verso lo spazio ma resta intrappolata nell’atmosfera. L’atmosfera è una specie di “coperta” che avvolge la Terra. 3

Questa “coperta” è composta dai gas a effetto serra, come l’anidride carbonica (CO2). 4

La superficie terrestre si riscalda in media fino a circa 15°C. 5

Questa temperatura va bene per la vita e per l’uomo. Infatti, se non ci fosse l’atmosfera, la Terra si raffredderebbe troppo. Sarebbe interamente ricoperta da ghiacci.

68 testo informativoespositivo
………………………………………………………………………………………………………………………………
SOLE ENERGIA SOLARE 1 ENERGIA RI-EMESSA DALLA TERRA VERSO LO SPAZIO 2 ENERGIA INTRAPPOLATA DAI GAS SERRA CHE RISCALDA LA TERRA 3 GAS NATURALI A EFFETTO SERRA CO2 CH H2O 4
5 ATMOSFERA 2
TEMPERATURA MEDIA 15°C, IDEALE PER LA NOSTRA
VITA!

Nell’ultimo secolo gli uomini hanno bruciato molto carbone, petrolio, gas.

Così nell’aria si sono liberate moltissime tonnellate di anidride carbonica, la nostra “coperta” è diventata più spessa e riscalda chi ci sta sotto, cioè noi!

Troppa CO2, infatti, intrappola il calore. Così la temperatura della Terra aumenta e l’ambiente soffre per il troppo caldo. Se l’uomo continua a inquinare così tanto, nei prossimi anni il clima diventerà sempre più difficile da sopportare.

Luca Mercalli, Uffa, che caldo, ElectaKids

ANALISI

1 Riconosci alcuni aspetti caratteristici del testo informativo-espositivo .

Le prime righe (quelle evidenziate) sono: una spiegazione scientifica. un’introduzione.

I paragrafi di questo testo sono due.

Dai un titolo a ciascun paragrafo, scegliendo tra i seguenti.

• Le conseguenze dell’effetto serra

• Come si forma l’effetto serra

Nel testo si trovano alcuni numeri. Essi servono per: facilitare la lettura. collegare l’illustrazione al testo.

Questo testo viene considerato un testo misto perché: nel testo ci sono alcuni numeri. anche le illustrazioni danno informazioni.

69 testo informativoespositivo Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 132-133 , Letture 4

UN CERVELLO STRAORDINARIO

Pensa a quello che stai facendo. Leggi delle parole e capisci il loro significato.

Questo succede grazie al nostro potentissimo cervello.

Un cervello in crescita

I primi esseri umani sapevano usare le mani e comunicare i propri pensieri. Con il passare del tempo, il cervello divenne sempre più grande e potente.

Australopiteco Homo habilis Homo sapiens

Che cosa ci caratterizza

Con l’evoluzione, gli esseri viventi sviluppano caratteristiche che li aiutano a sopravvivere: artigli, spine o la capacità di volare. Gli esseri umani sviluppano l’intelligenza. Noi ci siamo evoluti anche lavorando in gruppo.

L’uso degli strumenti

Camminare su due piedi permise ai primi esseri umani di avere le mani libere.

Poterono così costruire oggetti.

70 VERIFICA

Aree specializzate

Un cervello più potente ci ha aiutato a procurarci più cibo, soprattutto carne. Ciò ha permesso di avere maggiore energia. Così il cervello si è evoluto ancora di più.

Anna Claybourne, Meravigliosa evoluzione – Il viaggio della vita, Editoriale Scienza

ANALISI

1 Analizza gli elementi e la struttura del testo informativo-espositivo.

Questo testo è un testo misto perché:

dà informazioni diverse.

è accompagnato dalle immagini.

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite .

Che cosa ha facilitato la sopravvivenza degli esseri umani?

L’intelligenza.

La forma diversa della testa.

Le mani libere permisero di: amminare su due piedi. costruire oggetti.

La testa dei primi esseri umani era: più grande di quella di oggi. più piccola di quella di oggi.

CHE COSA SO?

Ho riconosciuto il contenuto, la struttura, gli elementi di questo testo informativo?

Sì. No. In parte.

COME STO?

Sono riuscito/a a stare tranquillo/a?

Molto. Abbastanza. Poco.

71 VERIFICA
Verifica semplificata corrispondente alle pagine 136-137, Letture 4

NEL CORRIDOIO DELLA SCUOLA

È stata colpa del medico. Ha voluto guardare le tonsille di Gigi alle otto del mattino.

Così quel giorno Gigi entrò a scuola un’ora più tardi.

Vide Mariano in corridoio che frugava nelle tasche dei giubbotti appesi fuori dall’aula.

Si guardarono per un attimo. Poi Mariano, con lentezza, entrò nei gabinetti dei maschi.

Gigi rimase in corridoio: le ginocchia gli tremavano e aveva paura. Si domandò: “Mariano avrà visto che ho visto?”. Ma era impossibile che non avesse visto.

Gigi pensò: “Non sono fatti miei”. Appese il giubbotto all’attaccapanni. Svuotò le tasche e mise tutto nello zainetto. Poi entrò in classe.

Mentre si sedeva al proprio posto pensò: “Chissà, forse non ha rubato niente”.

Guido Quarzo, Anna Vivarelli, Amico di un altro pianeta, Einaudi Ragazzi

COMPRENSIONE

Le informazioni esplicite sono quelle chiaramente espresse nel testo.

1 Sottolinea nel testo le frasi che danno queste informazioni esplicite.

Gigi entra in ritardo a scuola.

Gigi vede Mariano vicino ai giubbotti.

Gigi pensa che non sono affari suoi.

2 Il protagonista è: Mariano. Gigi.

3 L’altro personaggio è: Mariano. Gigi.

72 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 158 , Letture 4

LA TIGRE BIANCA

Un pomeriggio d’estate stavo leggendo una favola divertente. Nonna era immersa nei suoi pensieri.

Dissi: – Sei stanca, continuiamo domani.

La nonna mi disse: – Voglio farti vedere una cosa. Arrivammo al fiume. Un colpo di vento e dalle cime delle piante si alzò in volo una nube scura. Erano tanti falchi.

La nonna mi spiegò: – Vanno a domare la tigre bianca. È il loro compito in questa foresta.

Poi aggiunse: – Ognuno di noi ha la sua tigre da combattere.

La mia è la mia malattia. Un giorno anche tu incontrerai la tua tigre. Credi sempre in te stessa. Non ci sarà tigre che potrà sconfiggerti. Sentii il suo sguardo dolce: – Nella vita puoi scegliere ciò che vuoi essere. Puoi decidere di essere una tigre potente e aggressiva, una veloce antilope, un topo timoroso. Oppure puoi essere un falco, saggio e libero.

Mi fissò e disse: – Sii un falco.

Elisa Castiglioni Giudici, La ragazza che legge le nuvole, Il Castoro

COMPRENSIONE

Le informazioni implicite o inferenze sono informazioni che non sono chiaramente espresse nel testo. Le puoi però ricavare riflettendo su ciò che hai letto.

1 Quale inferenza puoi dedurre?

La nonna dice “Sii falco” perché invita la nipote a essere: potente e aggressiva. saggia e libera.

La tigre bianca della nonna è la sua malattia. Questa è: un’informazione esplicita. un’inferenza.

73 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 159 , Letture 4

– Moc-ciooo-soo!

IL SALTO PIÙ ALTO

Il moccioso si alzò in piedi in mezzo al campo.

Gridò: – Dillo ancora, se hai il coraggio!

– Se ho il coraggio? M-o-c-c-i-o-s-o!

Subito tutti seppero che Albin e Stig erano di nuovo sul piede di guerra!

Tra di loro c’era una gara che durava da quando i due bambini erano piccoli.

A scuola Albin e Stig erano diventati compagni di banco. Avrebbero dovuto essere amici per la pelle. Ma erano sempre impazienti di fare a gara l’uno contro l’altro. Ognuno dei due doveva essere il migliore.

Ora Albin stava seduto sull’albero a gridare “moccioso” a Stig.

Prima Stig l’aveva battuto nella gara di salto in alto.

Albin saltò giù dall’albero.

I ragazzini del paese guardavano che cosa stava accadendo.

– Sai fare di meglio, Albin – gridò uno degli “albinisti”, cioè uno dei suoi fan.

– Forza, Stig – urlarono gli “stigomanni”, i fan di Stig.

– Io sono capace di saltare dal tetto della stalla – disse Albin.

Si arrampicò sulla scala. Guardò giù nel vuoto.

No, faceva troppa paura!

Allora anche Stig si arrampicò sul tetto.

– Salta, Stig! – urlarono gli stigomanni.

– Stig sarà battuto – urlarono gli albinisti.

Stig e Albin chiusero gli occhi e insieme fecero un passo nel vuoto.

– Ma come avete fatto? – chiese il dottore che aveva ingessato

la gamba destra di Stig e quella sinistra di Albin.

74 CORAGGIO

– Volevamo vedere chi riusciva a fare il salto più alto – disse Stig.

Poi rimasero uno accanto all’altro nei loro letti. Si sbirciavano e ridacchiavano.

Alla fine Albin chiese: – Ma che senso aveva poi saltare dal tetto della stalla?

Astrid Lindgren, Greta Grintosa, Iperborea

COMPRENSIONE

Alcune informazioni sono importanti per capire la trama del racconto.

1 Segna con X l’informazione che NON è importante per capire la trama.

Stig ed Albin facevano sempre le gare.

I ragazzi del paese si dividono in albinisti e stigomanni.

I protagonisti si sfidano nel “salto dal tetto”.

I protagonisti si fanno male.

Il medico è stupito.

Per capire il significato di parole o espressioni a volte devi mettere in relazione alcune parti del testo.

2 Nel testo si legge: “Erano di nuovo sul piede di guerra”.

Quali parole nel testo ti spiegano che cosa significa?

Subito tutti seppero…

Erano sempre impazienti di fare a gara...

VISIONE MENTALE

1 Chi è Stig?

75 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 160-161 , Letture 4

IL SETTE

Jordi era nato in una famiglia di artisti del circo. Gli piaceva guardare i suoi cugini fare gli esercizi al trapezio-altalena.

Jordi sbagliava spesso: era un bambino.

Ma anche i cugini grandi sbagliavano. Nel tendone del circo stendevano una rete perché nessun acrobata, cadendo, si facesse male.

I cugini gli dicevano: – Non devi avere paura dei tuoi errori, Jordi.

Jordi ogni giorno si esercitava. Aveva iniziato a cinque anni a lanciare tre palline. A sei era passato a cinque palline.

Adesso, a otto anni, era pronto per affrontare il sette.

Sette birilli da lanciare senza farli cadere.

Jordi, quella sera, indossava un abito con lune e stelle.

Sui capelli aveva una polvere d’oro che brillava.

Per vincere l’emozione, Jordi aveva stretto il suo orso di pezza.

Aveva asciugato bene le mani, perché gli attrezzi

non gli scivolassero dalle dita.

I tre cugini presentatono Jordi.

– Signore e Signori, per la prima volta, ecco a voi Jordi!

Jordi si inchinò.

Jordi iniziò: tre palline volarono in aria.

Dopo l’applauso, passò a cinque palline e poi a cinque birilli.

Quando cadde il primo birillo il bambino sentì un tuffo al cuore.

Ma ricominciò.

Quando fece volare i cinque birilli e non caddero per terra, Jordi uscì.

76 CORAGGIO

Pensava di aver fatto un disastro. Gli applausi non gli davano nessun sollievo. Voleva solo il suo orso di pezza.

I cugini gridarono: – Sette, sette!

Jordi doveva terminare con l’esercizio del sette.

Jordi capì per la prima volta cosa volesse dire avere il coraggio di sbagliare.

Ce ne voleva molto di coraggio.

Ma tornò in pista e dopo due squilli di trombe lanciò in aria, uno dopo l’altro, i sette birilli. L’esercizio riuscì subito.

Emanuela Nava, Bambini del mondo, Einaudi Ragazzi

VISIONE MENTALE

1 Jordi fa volare:

COMPRENSIONE

1 Lo scopo dell’autrice è far capire che è possibile: diventare giocolieri. affrontare con coraggio le difficoltà.

2 L’ idea principale è parlare di paura e coraggio raccontando: l’esibizione di Jordi. la vita nel circo.

77 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 162-163 , Letture 4

IN UN INFERNO DI FUOCO

Il piccolo albergo prende fuoco.

Le persone, svegliate dalle fiamme, si buttano urlando verso l’unica porta.

Si spingono. Ognuno cerca di salvarsi prima degli altri.

Si sentono le invocazioni di aiuto. In pochi attimi la casa

si trasforma in una terribile trappola.

Dario, fuori, scruta ansioso la porta dell’albergo.

Esci! Che cosa aspetti!

Ma Ingrid non esce e le fiamme diventano sempre più alte.

Dario corre, disperatamente, verso l’albergo.

Appena dentro trova una specie di tunnel di fumo.

– Ingrid! Dove sei?

Dario non ci vede.

Si sente urlare.

– Via! Tutti fuori!

Drio non si ferma. Va avanti verso la camera dove aveva lasciato l’amica.

– Ingrid! – chiama.

Le travi cominciano a crollare.

Si sente un sussurro: – Dario!

Lui non capisce da dove arrivi. Torna indietro.

Finalmente sente il corpo di Ingrid. È stesa nel corridoio.

– Appoggiati a me… ti porto fuori.

Dario, sostenendo Ingrid cerca di raggiungere la porta.

Le fiamme li inseguono sempre più vicine.

La ragazzina sembra svenuta. Dario trascina l’amica, accecato dal fumo.

Finalmente esce, un attimo prima che la trave della porta crolli.

Janna Carioli, Nato straniero, Fatatrac

78 CORAGGIO

VISIONE MENTALE

1 Qual è la trave?

COMPRENSIONE

1 Leggi le due frasi. Scrivi:

1, se è l’ idea principale della prima parte del racconto;

2, se è l’ idea principale della seconda parte del racconto.

• La paura di Dario di non riuscire a salvare Ingrid ➝

• Il coraggio di Dario ➝

2 Scrivi “perciò” o “perché”.

• C’è un’enorme confusione è impossibile farsi sentire.

• Dario sente attorno a sé rumori paurosi la casa comincia a cedere.

3 Scrivi il nome dei due protagonisti .

79 CORAGGIO Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 164-165 , Letture 4

L’ACCHIAPPASOGNI

Il suo mestiere era qualcosa a metà fra il guardiano notturno e l’accalappiacani. Andava in giro di notte ad acchiappare i sogni. Prendeva solo i sogni spaventosi. Così la gente poteva dormire tranquilla.

Acchiappava anche i sogni smarriti. Erano quelli che non avevano trovato l’indirizzo della persona a cui erano destinati. In questo caso, li consegnava all’Ufficio Sogni Smarriti.

Il suo era un lavoro faticoso. C’erano sogni che facevano i capricci, non volevano farsi acchiappare.

C’erano sogni piccoli piccoli che quasi non si vedono. C’erano sogni così violenti, che doveva prenderli con il laccio. Il suo stipendio, però, era buono, sicuro. Poteva fare carriera: diventare accalappiacani e lavorare solo di giorno. Ma non fece carriera, anzi, fu licenziato per disonestà. Il capoufficio disse che si era appropriato di nascosto di alcuni sogni.

Infatti, si scoprì che rubava i sogni più belli per portarli ai suoi figli. Lui negò. Non sapeva però spiegare perché i suoi figli amassero tanto stare a letto a dormire.

Marcello Argilli, Una storia al giorno, De Agostini

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite .

A quale domanda corrispondono? Colora nello stesso modo.

Quali sogni acchiappava?

Perché acchiappava i sogni brutti?

Perché non fece carriera?

80 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 170 , Letture 4

LA FATA DEL SONNO

Di solito si dice che il sonno è una polvere portata in un sacco dal Nano o dal Mago Sabbiolino. Lui ne tira fuori una manciata e la soffia dentro gli occhi dei bambini per farli dormire. Ma non è per niente piacevole. Se ti soffiano la sabbia negli occhi brucia un sacco ed è un gran fastidio. Quindi perché credere a una storia così strana? La verità è un’altra. È una fata che si occupa del sonno: la Fata del Sonno.

Lei usa un impasto magico. È fatto di lacrime di neonato (che sono piccole e profumate), camomilla tritata, acqua di rose e miele.

Prepara l’impasto tutte le mattine. Quando comincia a venire sera, la Fata del Sonno mette l’impasto in una pentolina e l’appoggia sulla sua testa. Poi parte a cavallo di una libellula.

Sceglie le libellule perché volano veloci, a scatti. Le vedi e dopo un attimo sono già scattate da un’altra parte.

In questo modo, nessuno fa caso alla piccola fata.

Beatrice Masini, Che fata che sei, Einaudi Ragazzi

VISIONE MENTALE

1 Qual è la libellula?

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite .

A quale domanda corrispondono? Colora nello stesso modo.

Da che cosa è formato l’impasto magico della fata?

Quando la fata prepara l’impasto magico?

Perché la fata cavalca le libellule per spostarsi?

81 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 171 , Letture 4

I SOGNI IN CIELO

A Roma accadde una cosa strana. I sogni passavano nel cielo, come nuvolette. Chi voleva poteva fare un salto, allungare la mano e prendere il sogno preferito.

I più abili e coraggiosi erano i bambini, abituati a saltare.

Loro avevano capito subito che quei batuffoli morbidi e bianchi erano sogni!

C’era chi stringeva il sogno di una pizza con i wurstel. C’era chi sventolava il sogno di un robot. C’era chi mostrava un sogno da cavaliere che uccide il drago.

Alcuni, un po’ vergognosi, nascondevano subito in cartella un sogno di coccole.

C’erano bambini più modesti, che prendevano sogni di un bicchiere d’acqua fresca o di una calda coperta di lana. Non tutti hanno queste cose, sapete.

I più ambiziosi afferravano il sogno di fare da grande la dottoressa o il maestro o il calciatore.

Quando i grandi capirono di che cosa si trattava, si misero a saltellare anche loro.

Saltavano anche i più anziani. Infatti, non si smette mica di sognare quando si è vecchi, seppure con qualche dolorino alla schiena.

A Roma in quel momento c’era una folla di persone sospese a mezzo metro da terra a catturare sogni.

I più prepotenti, che non mancano mai, davano spintoni. Ma non serviva mica, perché c’erano sogni per tutti. Un evento straordinario!

82 sogno

Qualcuno disse che i sogni passano tutti i giorni per il cielo e basterebbe pigliarli.

Però, siamo così distratti che non ce ne accorgiamo. E io gli do ragione.

Cristina Bellemo, 25 Storie di Natale, Edizioni Messaggero Padova

VISIONE MENTALE

1 Quale mestiere NON è nominato?

COMPRENSIONE

1 Gli elementi del testo sono realistici o fantastici? Colora.

• Il luogo: realistico fantastico

• I personaggi: realistici fantastici

• I fatti: realistici fantastici

2 Rispondi per evidenziare le informazioni esplicite .

• Che aspetto avevano i sogni che passavano sopra la città?

• Chi furono i primi a capire nel cielo c’erano i sogni?

3 Segna con X l’ idea principale .

I sogni sono difficili da realizzare.

Tutti hanno dei sogni.

83 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 172-173 , Letture 4

UN BAMBINO DIFFICILE?

Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva il perchè.

Solo quando diventò grande Peter capì. La gente lo considerava difficile perché stava sempre zitto. Gli piaceva stare da solo, ma non sempre. Gli piaceva stare almeno un’ora tranquillo in qualche posto.

A Peter piaceva sognare a occhi aperti. A scuola però gli insegnanti, se non li conoscono bene, considerano un po’ tonti i sognatori a occhi aperti. Nessuno riesce a vedere le cose fantastiche che vi passano per la testa. Se un insegnante vedeva Peter guardare fuori dalla finestra pensava che non sapesse la risposta al compito. Ma la realtà era ben diversa.

I genitori di Peter sapevano che lui non era né stupido né pigro.

Per fortuna alcuni insegnanti si resero conto che nella sua testa succedevano tante cose interessanti.

Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi Ragazzi

COMPRENSIONE

1 Colora le barre:

• in per l’introduzione;

• in per lo svolgimento;

• in per la conclusione.

2 Rispondi o segna con X per trovare le informazioni esplicite .

• Chi è il protagonista?

• Perché Peter era considerato un bambino “difficile”?

Perché stava spesso zitto e gli piaceva stare da solo.

Perché guardava fuori dalla finestra.

• Che cosa pensavano gli insegnanti quando Peter guardava fuori dalla finestra?

84 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 174 , Letture 4
………………………………………......................................................................................................………………………… ……………

IL CORAGGIO DI SOGNARE

Quando doveva andare a dormire, a Camilla spariva il coraggio.

Lo cercava sotto al letto.

Lo cercava nella cesta dei giochi.

Lo cercava nel buco del lavandino, perché non si può mai sapere dove si nasconda il coraggio!

Ma era tutto inutile.

La mamma le diceva: – Camilla, se chiudi gli occhi, si apre la porta dei sogni!

A queste parole, però, gli occhi della bambina si spalancavano.

Camilla aveva paura dei sogni!

Una notte Camilla si ritrovò tra morbide nuvole.

Vide un omino piccolo.

Camilla chiese: – Buonasera! Chi sei?

L’omino rispose: – Chi sei tu? Sei in casa mia!

– Mi chiamo Camilla.

– Io sono Carlo, l’omino dei sogni! Ah, tu sei la noiosina che si lamenta dei sogni che fabbrico con tanto impegno.

– Che cosa stai facendo? – domandò Camilla.

Carlo rispose: – I sogni!

La bimba precisò: – I miei sogni non sempre sono bellissimi! Sei tu che mi soffi i sogni neri che mi fanno paura.

Carlo disse: – Scusa, ma non ce l’hai il coraggio? – Sì, ce l’ho, ma di sera lo perdo.

Ilaria Mattioni, La porta dei sogni, Paoline Editoriale Libri

COMPRENSIONE

1 Segna con X le informazioni implicite .

Carlo dice a Camilla: “Sei in casa mia”, perché: vuole consolare Camilla.

Camilla è nel mondo dei sogni.

85 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 175 , Letture 4

L’ASTRONAVE DEI SOGNI

La mamma e il papà di Marco un giorno decisero di andare a vivere in campagna.

Trovarono una casetta con un prato intorno, vicino a una vecchia quercia.

Il giorno del trasloco, una signora portò le chiavi e disse: – Una leggenda racconta che quella quercia è magica. Chi dormirà una notte intera sotto di lei, al mattino vedrà uno dei suoi sogni realizzato.

Il giorno del suo compleanno Marco espresse il suo desiderio: – Vorrei dormire sotto la grande quercia, così al mattino il mio sogno sarà realizzato!

La mamma e il papà di Marco, stupiti, accettarono.

L’accompagnarono sotto la grande quercia. Lo lasciarono con il suo sacco a pelo e il cuscino.

Scese la notte. Quando arrivò l’alba la mamma e il papà corsero verso la grande quercia.

Dissero a Marco: – Come è andata?

Marco, tranquillo, disse: – Vorrei una bustina di tè.

Quando la ebbe in mano, sorrise: – Mamma, papà, devo partire, ma tornerò presto.

La mamma chiese: – Dove vuoi andare?

Marco mostrò la bustina di tè e disse: – Questa è la mia astronave.

Voglio FARLA VOLARE.

E subiro cominciò a camminare.

Arrivò vicino a un bosco e vide un boscaiolo.

Marco gli mostrò la sua bustina di tè.

– Signor boscaiolo, io vado a far volare la mia astronave!

– La tua astronave… che sciocchezze!

Gli strappò la bustina di mano e un pezzetto si ruppe.

86 sogno

– Non mi importa. La mia astronave volerà anche senza il portellone!

Incontrò poi un pescatore e una vecchina. Lo presero in giro e gli strapparono la bustina di tè. Gli rimase solo la cartina vuota.

Marco continuò a camminare.

In mezzo a un campo vide una ragazzina che gli disse: – Ciao Marco! Che fantastica astronave hai!

Marco era sbalordito.

La bambina gli disse di seguirla.

Raggiunsero la grande quercia magica dove i sogni si avverano.

La ragazzina prese quel che era rimasto della bustina da tè.

Con le mani la fece diventare un cilindro.

La appoggiò a terra e… cinque, quattro, tre, due, uno… l’astronave volò!

L’astronave portò con sé i sogni di molte persone, perché diventassero veri.

La bambina disse a Marco: – Ora andiamo. Abbiamo altre astronavi sognate da far volare.

Loredana Frescura, L’astronave dei sogni, Editoriale Scienza

COMPRENSIONE

1

Segna con X le informazioni esplicite .

Da chi viene aiutato Marco?

Da un boscaiolo.

Da un pescatore.

Da una vecchina.

Da una bambina.

87 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 176-177, Letture 4

I SOGNI VOLANO IN ALTO

Ogni sera Leo e Dino si addormentavano e facevano un sogno. Quella notte una vocina li svegliò.

– Ciao, ragazzi, come va?

– E tu chi sei? – chiese Leo.

– Non mi avete riconosciuto? Sono Dreamy, il vostro Sogno.

Dino continuò: – Noi non abbiamo un unico sogno. Ogni notte viviamo avventure diverse.

– Secondo voi, io sarei un sogno qualsiasi? Davvero non mi riconoscete? Su, dai, fate un piccolo sforzo.

L’essere apparso davanti ai loro occhi era piccolo, cicciottello, con un marsupio simile a quello di un canguro.

– Io sono Dreamy Il Sogno, quello vero. Ho pochi difetti e tante qualità. E ho fretta. Con me bisogna volare altissimo.

I due bambini si guardarono confusi: che cosa diceva quello strano bambolotto parlante?

Leo continuò: – Scusa, perché dovremmo avere fretta di sognare?

Perché dovremmo volare?

– Perché i sogni veri come me sono le ali della mente. Le ali della mente volano più in alto, dove osano le aquile.

Dreamy chiese a Leo: – Ricominciamo: chi sono io?

– Mmm… un sogno?

– No! Sono Dreamy, IL Sogno. Leo, qual è il tuo sogno più grande?

Io sono qui per trasformare il vostro sogno in realtà. Il Sogno tirò fuori dal suo marsupio un sacchettino trasparente pieno di sabbia dorata. Sembrava polvere d’oro. Fece tre fischi.

Un’aquila reale si presentò sul davanzale della finestra.

Dreamy disse: – Bambini, fidatevi di me. IO SONO IL VOSTRO

SOGNO. Quest’aquila vi condurrà in ogni luogo…

Licia Colò, Alessandro Carta, Leo, Dino e Dreamy alla ricerca della medusa eterna, Fabbri Editori

88 sogno

VISIONE MENTALE

1 Chi è Dreamy?

COMPRENSIONE

1 Per rispondere a queste domande devi fare delle inferenze .

Dreamy si presenta a Leo e Dino per far capire loro che: i sogni si possono avverare. ogni notte si fa lo stesso sogno.

Dreamy si definisce Il Sogno, con le iniziali maiuscole, perché: sa farsi obbedire da un’aquila. trasforma i sogni in realtà.

89 sogno Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 178-179 , Letture 4

DAL DENTISTA

Una volta la mamma ha portato me, mio fratello Jonas e mia sorellina Lotta dal dentista.

La mamma ha detto a Lotta: – Se fai la brava, ti faccio un regalo.

La mamma è rimasta in sala d’aspetto.

Il dentista ha controllato la bocca a me, ma non avevo carie e mi ha fatto uscire.

Abbiamo dovuto aspettare un sacco Jonas e Lotta.

La mamma ha chiesto a Lotta: – Sei stata brava? Che cos’ha fatto il dentista?

– Ha tolto un dente – ha risposto Lotta.

– E non hai pianto? Ma che brava!

– No, non ho pianto.

La mamma ha detto: – Sei stata proprio brava. Ecco il regalo.

Io ho detto: – Fammi sapere se sanguina. Lotta ha aperto la bocca, ma non le mancava un dente.

– Non l’ha tolto – ho detto.

– Sì… a Jonas – ha risposto Lotta.

Quando il dentista è uscito ha indicato Lotta: – A questa signorina non ho potuto fare niente, perché si è rifiutata di aprire la bocca.

Astrid Lindgreen, Lotta Combinaguai, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite .

Il narratore è:

il dentista. uno dei fratelli di lotta.

Quanti bambini e bambine la mamma accompagna dal dentista? ………………..

Chi si accorge che Lotta ha detto una bugia?

Il narratore. La mamma.

90 esperienze
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 184 , Letture 4

VOGLIO UN CANE

Da una settimana tengo il muso ai miei genitori.

Oggi è il mio compleanno. Avevo chiesto un unico regalo: un cane.

E per una settimana loro mi hanno spiegato:

✔ che non abbiamo spazio (intorno alla casa c’è un grande giardino);

✔ che sono allergico al pelo degli animali (abbraccio tutti i cani che incontro e non mi è mai scappato uno starnuto);

✔ che non sapremmo dove lasciarlo (conosciamo una signora che fa la dog-sitter, cioè la bambinaia per cani).

Risultato: ho messo su il muso. Non voglio tute, puzzle, computer…

VOGLIO UN CANE!

Oggi è il gran giorno. Torno da scuola. Non spegnerò le candeline in segno di protesta. I miei genitori e mia sorella Paoletta sono sulla porta.

Papà dice: – C’è una sorpresa!

Non posso crederci!

Paoletta spalanca la porta e…

… nessuna creatura pelosa a quattro zampe mi corre incontro.

Ma che cosa vedo? Una gabbia con due minuscoli uccelli.

Paoletta mi comunica: – Sono bengalini.

Nonostante tutto, sorrido. Mi piacciono. Non sono un cane, ma si possono accarezzare.

Mando giù la delusione e bacio papà, mamma e Paoletta.

Mi ripeto che sono felice. Felicissimo.

Ivano Benini, Ma un cane è un’altra cosa, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni implicite .

Il bambino dice: “… sono felice. Felicissimo”, ma non è vero.

Quali parole te lo fanno capire?

Mando giù la delusione.

Bacio papà, mamma e Paoletta.

91 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 185 , Letture 4

IL BICCHIERE DI ARANCIATA

Nonna Marta mi ha sempre stupito. Sembra sempre convinta che tra me e mia sorella Penelope possono finire le litigate.

Una volta la nonna tolse dal frigorifero una bottiglia di aranciata quasi vuota e ci invitò a bere.

Avevamo appena finito di piantare un cespuglio di rose ed era stata una faticaccia.

Qualcosa di fresco ci stava proprio bene.

Nonna Marta ci fece fare merenda con il gelato.

Quando stavamo per sparecchiare il tavolo, la nonna disse, appoggiando l’aranciata sul tavolo: – Ehi ragazze, dai che la finite!

Prese un solo bicchiere, ci rovesciò dentro tutta la bibita rimasta e disse: – Fate a metà!

Penelope fu più rapida di me a prendere il bicchiere.

E assicurò: – Stai tranquilla, nonna.

Penelope portò il bicchiere alle labbra.

Mia sorella prese un lungo sorso e poi un secondo e poi un terzo.

Alzai le mani per fermarla e gridai: – Penny!

Lei mi tenne lontana puntandomi contro un gomito. Intanto continuava a bere. Ormai era sparita più di metà dell’aranciata!

Strillai: – Nonna, guarda!

Quando la nonna rientrò dal giardino, il bicchiere era vuoto.

Io ero in lacrime: – Penelope si è bevuta tutto!

Mia sorella si offese: – Non è che l’ho bevuta tutta. L’ho dovuto fare: la mia metà era quella sotto!

Non riuscii a picchiarla, perché la nonna mi fermò.

Per punizione, Penelope dovette pulire le mattonelle della cucina.

Se penso a quell’aranciata che non ho bevuto, ho sete ancora adesso!

Annalisa Strada, Quella serpe di mia sorella, Mondadori

92 esperienze

COMPRENSIONE

1 Metti in relazione le parti del testo . La frase: “dai che la finite!” si riferisce: alla litigata. all’aranciata.

2 Individua l’ordine in cui avvengono i fatti, numerando.

La nonna offre l’aranciata.

Penelope beve tutta l’aranciata.

La protagonista si arrabbia.

Le sorelle piantano un cespuglio di rose.

93 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 186-187, Letture 4

VIENI CON NOI AL FORTE!

Mi ero appena svegliata, quando Toni mi ha chiamata. Mi sono affacciata al balcone e lui ha gridato: – Vieni con noi al forte?

È da quando sono in vacanza in questo paesino che Toni e Company mi parlano di un vecchio forte militare.

– Cinque minuti e vengo! – ho gridato. Ho preso due panini, un pezzetto di formaggio, una mela e una stecca di cioccolata e li ho ficcati nello zaino. Ho baciato la mamma. Come al solito si è raccomandata di non cacciarmi in posti pericolosi.

La gita è stata bellissima. Il vecchio forte era uno sballo.

Però ci abbiamo messo tanto ad arrivare. A Eleonora sono venute le vesciche a piedi. Perciò, abbiamo deciso di tornare un’altra volta.

Il bello è che il forte si può raggiungere comodamente con una Jeep!

Infatti, l’abbiamo trovato invaso da un branco di gitanti.

Ma noi ci torneremo a piedi.

Così ha deciso per tutti Leonardo. Con lui non si discute.

Lui è il più vecchio, e io, che sono l’ultima venuta, non posso protestare!

Però l’ho battezzato Gran Capo AugSotuttoio.

Vanna Cercenà, Diario allo specchio, Edizioni EL

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite .

Che cosa ti fanno capire? Colora nello stesso modo.

La bambina pensa di non tornare a casa per il pranzo.

Il motivo per cui decidono di tornare un’altra volta.

Perché la bambina accetta la decisione di Leonardo.

94 esperienze
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 188 , Letture 4

LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

Ieri ho detto una bugia.

Cecilia piangeva.

La mamma mi ha chiesto: – Che cosa è successo, Edo?

Ho detto: – L’ha morsicata un ragno.

Cecilia è la mia sorellina e quando piange tutti corrono da lei.

Ero stato io a rubarle il ciuccio, ma poteva anche essere stato un ragno.

– Era un ragno nero peloso.

La mamma ascoltava solo me. Quella bugia mi piaceva tanto.

L’ho raccontata anche alla nonna. La nonna ha visto che avevo in mano il ciuccio.

Mi ha detto: – Edo, le bugie hanno le gambe corte.

Sono andato a letto.

Mi è venuto un sospetto. E se il ragno fosse tornato per mangiarsi tutta la mia sorellina?

Dopo sarebbe venuto anche da me.

Mi è piovuta la paura!

Sono corso da Cecilia. Mi sono infilato nel lettino accanto a lei.

Qualcuno doveva pur proteggerla!

Annamaria Gozzi, Una bugia vera, La Spiga Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite . Il ragno esisteva davvero oppure no? ………………………

Edo va nel letto della sorellina: perché ha paura. per proteggerla.

95 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 189 , Letture 4

QUANDO VIVEVO IN INDIA

Quando vivevo in India mi arrampicavo sull’albero di mango per mangiare i suoi frutti.

Quando pioveva forte correvo a piedi nudi sotto la pioggia e giocavo con le pozzanghere.

Se non c’era abbastanza legna per accendere un fuoco, bruciavo la cacca secca della mucca e mi scaldavo.

In Italia, i bambini dicono che la cacca fa schifo. Ma non sanno che è un ottimo concime per far crescere i pomodori e l’insalata.

Vicino alla mia casa c’era un lago grandissimo. Io e gli altri bambini andavamo sempre lì a giocare e a fare il bagno.

Pescavo con i miei amici in uno stagno, con un galleggiante. Quando il pesce abboccava, io prendevo un ramo e lo acchiappavo. Adesso che vivo in Italia, i pesci sembrano nati e cresciuti nel frigorifero del supermercato.

La mamma mi dice: – La luna che si vede dall’India e dall’Italia è sempre la stessa.

Emanuela Nava, Kurshid Mazzoleni, Sognando l’India, Piemme Junior

VISIONE MENTALE

1 Con che cosa pescava il bambino?

COMPRENSIONE

1 Trova le inferenze .

Il bambino racconta ciò che faceva in India perché vuole: solo fare capire che cosa faceva in India. spiegare che gli mancano alcune cose che faceva là.

96 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 190 , Letture 4

UN CAGNOLINO DI PELUCHE

Una bambina stringe un cagnolino di peluche.

Ci dice che il cagnolino si chiama Teresa. Vicino a lei c’è il fratellino più piccolo. Tutti e due hanno lo zainetto con dei pupazzi.

Ai bambini piacciono ovunque le stesse cose.

I due fratelli sono scesi dal pullman dopo 45 ore di viaggio. Sono con la mamma e guardano timidi le persone che li accolgono. Sono in una città che non conoscono.

Poi vanno in un ostello. Mettono Teresa sul cuscino. Lunedì non andranno a scuola.

Non vedranno il loro papà andare al lavoro.

Sono dovuti fuggire dalla guerra.

Domenica sera è arrivato il primo pullman dall’Ucraina. A bordo 6 mamme e 10 bambini.

I profughi scendono dal pullman e ringraziano. Sono al sicuro, ma preoccupati per i loro parenti lontani e per il loro Paese. È tempo di abbracci, ma anche di rabbia perché due bimbi devono scappare dal loro Paese. www.ladige.it

LESSICO

1 Un ostello è:

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni implicite . I bambini sono timidi perché: hanno fatto un lungo viaggio. arrivano in un luogo che non conoscono.

97 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 191 , Letture 4

SOTTO LE BOMBE

Sono nata da poco nella casa del Vecchio Saggio. Mamma gatta abita con lui da molto tempo. Lei ci insegna la lingua degli umani.

Dormiamo in una cesta nella stanza più grande della casa. Le pareti sono piene di piccole scatole che il Vecchio Saggio chiama “libri”. Oggi, all’improvviso, sento un rumore fortissimo.

Mamma gatta si alza e ci spinge verso la porta.

Il Vecchio Saggio ci apre solo la porta e grida: – Presto, scappate!

Mamma gatta ci manda giù per le scale e poi ci fa attraversare il vicolo.

La gente urla ed esce sulla strada. Vedo la nostra casa cadere giù. Non trovo più la mamma. Scappo. Sono troppo piccola per correre e mi fermo senza fiato.

Miagolo: – Mamma, mamma! – ma nessuno mi risponde. Perché lei non mi cerca? È la prima volta che sono sola.

Seduta per terra, vedo una bambina. La mamma mi ha sempre detto di stare lontana dai bambini. A volte mi fanno i dispetti. Ma lei ha un sacco pieno di libri. Deve essere amica del Vecchio Saggio. Anche lei trema di paura. Salto sulla sua pancia. La bambina mi accarezza la testa. Io comincio a fare le fusa per farle capire che le sono amica.

Arriva una donna correndo. La bambina grida: – Mamma, mamma! – come avevo fatto io.

Allora anche i bambini hanno la mamma come noi!

La donna stringe forte la bambina senza far caso che lì in mezzo ci sono anch’io.

Miagolo: – Mi state soffocando!

Arriva un uomo.

– Papà! Papà! – la bambina gli corre incontro e mi tiene stretta. L’uomo dice: – Stai bene? Sei ferita?

98 esperienze

– No, ho solo preso una grande paura!

– C’è stata una battaglia nei quartieri fuori dalle mura. Hanno sparato cannonate e lanciato razzi e bombardato. Ma ora è tutto finito, torniamo a casa.

Vanna Cercenà, Una gatta in fuga, Giunti

VISIONE MENTALE

1 Dove viveva la gattina?

COMPRENSIONE

1 Nel testo sono sottolineate alcune informazioni esplicite e implicite .

Che cosa ti fanno capire? Colora nello stesso modo.

Come mamma gatta fa capire ai gattini la situazione di pericolo.

Come la gattina capisce che anche la bambina ha paura.

Perché la gattina e la bambina sono scappate.

La gattina e la bambina dicono tutte e due: – Mamma, mamma!

In questo modo l’autrice vuole farci capire che entrambe: hanno una mamma.

hanno paura.

La gatta si fida della bambina perché la bambina: è spaventata. ha con sé tanti libri, come il Vecchio Saggio.

99 esperienze Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 192-193 , Letture 4

LA MIA AMICA CHIARA

Notai Chiara da subito. Rispondeva alle battute dei maschi. Forte!

Organizzava giochi nel giardino della scuola. Forte!

Mi guardava come per dirmi: MI PIACCIONO LE SFIDE.

SEI UNA DA SCOPRIRE.

Vicino a lei non mi sentivo giudicata.

Era perfetta in quel momento, perché:

1. mi avrebbe aiutata parlando al posto mio;

2. la maestra ci faceva lavorare in coppia.

Forse la maestra la proteggeva come faceva con me.

Forse Chiara era un po’ strana, come me. Ma non si vedeva.

Era come se la maestra fosse una bussola che puntava

l’ago sui quattro punti cardinali:

• a nord c’ero io, che non parlavo,

• a sud Sasà, che picchiava tutti,

• a est Dami, che si tappava le orecchie a ogni piccolo rumore,

• e a ovest… Chiara.

Chiara diventò la mia unica amica. Perfetta.

Sabrina Mengoni, Non parlo più, La Spiga Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova le inferenze .

La protagonista si sentiva tranquilla e non giudicata da Chiara perché:

Chiara l’accettava così com’era.

Chiara voleva far contenta la maestra.

Chiara è un’amica perfetta per la protagonista perché: la fa ridere. la capisce.

LESSICO

1 Qual è la bussola ?

100 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 198 , Letture 4

IL MIO AMICO SIMONE

Io e Simone siamo amici.

Con uno scatolone vuoto abbiamo costruito una nave pirata.

Come veri pirati assaltiamo le navi, poi nascondiamo il bottino in un’isola deserta.

Un mattino, però, mi sveglio con la luna storta. Sono triste!

Simone è andato in vacanza.

Si diverte anche senza di me?

Io sono qui a casa e non mi diverto per niente.

Passa il postino e la mamma mi chiama: – È arrivata una cartolina per te!

Il cuore mi fa un salto nel petto. La cartolina è di Simone!

Allora ha nostalgia di me come io di lui!

Mi metto a cantare: – Simone è mio amico…

La vita è bella, quando si ha un vero amico… anche se è lontano!

Un pomeriggio suonano alla porta. È Simone! È tornato finalmente!

– Ciao Giorgio! C’è ancora la nostra nave pirata? – mi chiede.

Io gli rispondo: – Certo!

E lui: – Vieni, salpiamo per l’isola del tesoro!

Ivana Jokl, Il mio migliore amico, Nord-Sud Edizioni

COMPRENSIONE è triste e di cattivo umore Il cuore mi fa un salto nel petto.

1 Collega l’espressione figurata al suo significato.

è contento ed emozionato Mi sveglio con la luna storta.

2 Qual è il bottino dei pirati?

101 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 199 , Letture 4

LA TRISTORABBIEZZA

Margherita era offesa. Offesa, arrabbiata e triste.

Forse la parola tristorabbiezza non bastava. Ogni volta che si arrabbiava troppo le veniva da piangere. Le dispiaceva di non essere stata abbastanza brava da trovare subito la risposta migliore.

Adesso le venivano in mente un sacco di cose che avrebbe potuto dire.

Sarebbe stato bellissimo se il calcio, anziché alla sedia, lo avesse dato a Max.

Sarebbe stato fantastico se fosse riuscita a prendere una manciata di terra per tappare la boccaccia di Daniela. Purtroppo quei due, ormai, se la stavano ridendo alle sue spalle.

Si sentiva più arrabbiata con Max che con Daniela. Daniela e lei si erano sempre state antipatiche.

Quindi, le cose tra loro due erano chiare: l’una dall’altra si aspettavano solo dispetti.

Con Max erano stati amici. Avevano giocato insieme, si erano scambiati segreti. E adesso? Un colpo basso da un amico non te lo aspetti e per questo fa più male.

Margherita voleva riuscire a trattenere le lacrime. Però, già una lacrima le attraversava la guancia. E, si sa, le lacrime sono come le formiche. È raro che ne esca una sola, di solito si mettono in fila.

Era triste. Ma sentiva che stava iniziando a sbocciare il fiore rosso della rabbia. Ecco di nuovo la tristorabbiezza.

Si fermò. Aspettò che gli occhi smettessero di versare lacrime e decise di tornare indietro. Poteva tornare al parchetto e trovare Max e Daniela.

102 amicizia

Come un generale che guida le proprie truppe, camminò a passi

lunghi e testa bassa.

Con i pugni chiusi, guardavala punta delle sue scarpe di tela blu.

Una bicicletta frenò davanti a lei e la costrinse ad alzare la testa.

– Dove vai?

E chi poteva essere se non Paolo?

Le sembrava di aver ritrovato la calma.

Paolo era l’unico con cui potesse piangere senza vergognarsi.

Annalisa Strada, Allora non scrivo piu!, Piemme

COMPRENSIONE

1 Rispondi per trovare le informazioni esplicite .

Chi è?

Max. Paolo.

Margherita è più arrabbiata con Max perché:

Max era un suo amico. era riuscita a dargli un calcio.

Margherita è meno arrabbiata con Daniela perché:

Daniela parlava troppo. non erano mai state amiche.

2 Rispondi per trovare le informazioni implicite . Che cos’è la tristorabbiezza?

Una rabbia molto forte.

Un misto di tristezza e rabbia.

103 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 200-201 , Letture 4

LA RANA E IL TOPO

Un giorno un topino cercava qualcosa da mangiare.

Vide una ranocchia che saltellava.

Era una rana affamata come lui. Cercava di catturare le zanzare.

Il topo e la rana si osservarono sospettosi, cercando di capire se l’altro fosse un pericolo.

Poi il topolino sorrise. I due affamati fecero amicizia.

La rana esclamò: – Io ho fame! Qui si trova poco da mangiare.

Il topino disse: – Anch’io ho fame.

La rana gridò: – Ho un’idea! Uniamo le nostre forze. Cerchiamo il cibo insieme. Ne troveremo di più!

Il topino esclamò: – È un’ottima idea! Ci legheremo l’uno all’altra con una corda, per non perderci.

E così fecero.

Legati insieme, i due si misero al lavoro.

Quando la rana trovava cibo chiamava il topino e lo divideva con lui. Altrettanto faceva il topo.

Alla fine della giornata erano tutti e due soddisfatti della loro idea: avevano trovato tanto cibo.

Decisero di tornare ognuno a casa propria.

Vicino allo stagno, la ranocchia ci si tuffò dentro.

Però i due erano ancora legati con la corda. La rana si portò dietro il topino, che non sapeva nuotare.

Un uccello che volava sopra di loro pensò di fare un bello spuntino.

Si tuffò in picchiata e afferrò il topo.

La rana, all’altro capo della corda, si ritrovò a volare.

Il topino iniziò a mordere le zampe del grosso uccello.

Questo, per il dolore, aprì gli artigli e lasciò andare il topino e la rana.

104 amicizia

Furono fortunati. La corda s’impigliò nei rami di un cespuglio.

Il topino e la rana non si fecero male.

I due amici slegarono la corda.

Una volta liberi, il topino e la rana si abbracciarono da amici.

Le più belle favole di Esopo, per i piccoli (raccontate da Roberto Piumini e Stefano Bordiglioni), Edizioni EL 1 Questo testo narrativo è: una favola. un mito.

COMPRENSIONE

2 Trova lo scopo dell’autore. Scrivi SÌ oppure NO.

L’autore vuole far capire che:

• le amiche e gli amici devono essere sempre molto vicini.

• aiutandosi si affrontano meglio le difficoltà.

3 Trova gli elementi del testo. Completa.

• I protagonisti sono un ……………………………………… e una ………………………………………

• L’altro personaggio è ……………………………………….....……………………………………

4 Individua l’ordine in cui avvengono i fatti, numerando.

Un topo e una rana cercano cibo.

Un uccello afferra il topo.

Si legano uno all’altra per cercare cibo insieme.

Il topo e la rana cadono su un cespuglio.

Il topo morde le zampe dell’uccello e si libera.

Il topo e la rana si abbracciano da amici.

105 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 202-203 , Letture 4

SONO SPECIALE! (A VOLTE)

“Si divertono tutti”.

Quando tutti si divertono io vorrei scomparire.

Infatti:

1. non mi diverto alle feste;

2. non mi diverto nei luna park;

3. non mi diverto quando devo fare i tornei di tennis, dove non vinco mai;

4. non mi diverto quando mia madre organizza cose divertenti (secondo lei).

C’è sempre qualcuno che mi dice: – Si divertono tutti! Perché tu no?

E che ne so? Ero sicurissimo che fosse colpa mia.

Poi Annalaura è diventata la mia migliore amica.

Un giorno lei mi dice che è stata invitata a una festa e... che noia le feste!

Magari inventerà una scusa, ma proprio non ha voglia di andarci. Non ero poi così strano, ho pensato.

Le ho detto: – Credevo di non essere come gli altri…

Lei ha risposto: – Infatti hai ragione. Tu non sei come gli altri.

Tu sei speciale.

Anna Vivarelli, Preferirei chiamarmi Mario, Piemme Junior

COMPRENSIONE

1 Segna con X per trovare le informazioni esplicite .

Il bambino si sente diverso dagli altri perché: non lo divertono le cose che divertono tutti. se non si diverte è colpa sua.

Il bambino è felice quando conosce Annalaura perché: non si diverte mai. ha i suoi stessi gusti.

106 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 204 , Letture 4

IL MIO AMICO IDEALE

Vorrei conoscere qualcuno che sia originale, saggio e spiritoso.

Queste sarebbero le principali caratteristiche del mio amico ideale.

Il mio amico dovrebbe essere sempre vicino a me.

Io ho bisogno di qualcuno che mi faccia sorridere se sono triste.

Qualcuno che mi dia una mano nei momenti in cui sono in difficoltà.

Io e questa persona dovremmo sempre aiutarci. Forse vorrei che questa persona fosse un maschio, perché così sarebbe diverso da me e non verrebbe a noia!

Dovrebbe avere qualcosa di speciale. Non un occhio solo o tre gambe. Dovrebbe tirarmi su se ho l’umore a terra.

Altre volte invece dovrebbe essere calmo per darmi una regolata quando sto sbagliando.

A me piacciono le persone generose.

Per essere perfetta, questa persona dovrebbe avere sempre

il sorriso sulle labbra, dovrebbe non essere bugiarda.

Forse ho trovato questa persona: è la Cami.

Alice Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli

COMPRENSIONE

1 Rifletti sul contenuto e sulla forma di questo testo. È un testo: descrittivo. autobiografico.

107 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 205 , Letture 4

È MIO AMICO, MA...

Giacomo è il mio migliore amico.

Facciamo tutto insieme: scuola, calcio e musica.

Sua mamma lavora in ufficio. Quando la nonna non può andare a prenderlo, Giacomo viene da noi a passare il pomeriggio.

Io e Giacomo non parliamo tanto, ma facciamo tante cose insieme.

Siamo tutti e due figli unici, perciò è quasi come avere un fratello. Da un po’ non vado tanto d’accordo con Giacomo. È per colpa di Juri, quel ragazzo nuovo che è arrivato una settimana fa.

Prima stava in un paese lontano.

Giacomo dice che non devo fidarmi di lui.

Ma lui mi mi fa pena. Non conosce nessuno. Nessuno gli rivolge la parola.

Neanche lui, però, parla con gli altri.

Io sono andato a chiacchierare con lui durante la ricreazione.

Ma è stato difficile, perché rispondeva solo sì o no.

La maestra ci aveva chiesto di fare amicizia. Però fare amicizia in quinta, quando tutti si conoscono, è una missione impossibile. Giacomo ha detto che non capiva perché proprio io dovevo fare amicizia con Juri.

Certe volte Giacomo riesce proprio a essere cattivo. È cattivo con me quando è di umore nero.

È geloso di tutti e certe volte mi fa venire i nervi.

Si arrabbia se combino qualche pomeriggio con gli altri miei amici.

Anna Vivarelli, Tre paia di occhi, Parapiglia

108 amicizia

1 Trova le informazioni implicite ed esplicite .

Che cosa fanno insieme il protagonista e Giacomo? Segna con tre X .

Segna con X se l’informazione è vera o falsa.

Il protagonista, Juri e Giacomo frequentano la stessa classe.

Juri abitava in un paese lontano. Giacomo litiga spesso con Juri. Giacomo ha un fratello.

2 Come completeresti il titolo di questo racconto? È mio amico, ma:

è geloso. a volte mi fa arrabbiare. non capisce Juri.

È vero È falso

109 amicizia Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 206 , Letture 4
COMPRENSIONE

Questa mattina mi sono svegliato presto!

Ho infilato il cranio sotto il rubinetto. Ho lasciato che l’acqua mi schiarisse le idee. E invece niente: ero proprio di buonumore.

Ho fissato il mio bel faccione allo specchio.

Ho detto alla mamma: – Latte e biscotti. Non ho tempo da perdere. I momenti di allegria vanno vissuti dal primo all’ultimo. Latte e biscotti è un gran piacere!

Quando si è happy si è happy!

La cosa più incredibile è che all’una sono uscito da scuola ed ero molto allegro.

Infatti, a pranzo mi sono pappato due piatti di spaghetti con il sorriso sulle labbra.

Come potevo starmene per conto mio?

L’allegria va spartita, come una tavoletta di cioccolato.

Va condivisa con chi, se ti vede felice senza nessun motivo particolare, non ti prende per matto.

Allora io ho pensato a te.

Non posso fare a meno di prendere carta e penna e dedicarti un po’

della mia allegria. Mi auguro e ti auguro un contagio.

Ora scappo, che ho voglia di fare mille cose!

Andrea Valente, Firmato: Pecora Nera, Fabbri editori

COMPRENSIONE

1 Che cosa fa il bambino per schiarirsi le idee?

2 Che cosa vuole dire questo testo?

Chi si sveglia felice, sarà felice per tutto il giorno.

L’allegria è bella e va condivisa con gli altri.

110 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 212 , Letture 4
H COME HAPPY

T COME TRISTEZZA

La tristezza è un sentimento bruttissimo. Si sente un magone alla gola che a poco a poco diventa sempre più forte. Non riesci a trattenerti e scoppi in lacrime.

Io l’ho provata quest’estate in colonia, al mare, con mia sorella. Una sera ero triste, perché pensavo alla mamma.

Tutti i bambini ballavano. Io di solito ballo per tutta la sera.

Ma quella volta proprio non ne avevo voglia. Ero così triste pensando alla mia mamma. Mi mancavano le le sue coccole. Per fortuna, c’era mia sorella che mi ha consolato.

Amnesty International, Il Grande Libro di Diritti dei Bambini, Edizioni Sonda

TRISTEZZA

Non so perché

ma mi viene voglia di piangere.

Non so che c’è

ma mi viene voglia di piangere.

Non so cos’è

ma mi viene voglia di piangere.

Uffa, ho finito le lacrime

ma mi viene voglia di piangere.

Janna Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

COMPRENSIONE

1 Riconosci la forma del testo .

I due brani sono di due tipologie testuali diverse.

• Qual è una poesia?

• Qual è un racconto?

111 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 213 , Letture 4

UNO SCOIATTOLO NELLA PANCIA

Che giornata! Mi sembrava di avere uno scoiattolo nella pancia.

Mamma la chiama “scoiattolite”.

Appena sono arrivato a casa ho aperto il rubinetto della vasca.

Ci ho versato dentro le Bolle Magiche.

Due minuti dopo ero immerso nelle bolle di sapone.

Lo faccio sempre quando ho bisogno di calmarmi.

È stata un’idea di mamma, quand’ero piccolo.

Mamma è entrata in quel momento. Ha chiesto: – Scoiattolite?

Ho risposto: – Sì.

Lei ha detto: – Ed è solo il primo giorno di scuola.

– Non ho mai avuto un primo giorno di scuola così brutto.

Lei mi ha soffiato addosso una manciata di schiuma. Io ho riso.

Lo scoiattolo si stava calmando.

La mamma mi ha chiesto: – Vuoi dirmi di che si tratta?

Le ho raccontato della maestra Simms: – Io continuavo a fare battute, senza nemmeno alzare la mano.

Lei era sorpresa: – Davvero? In classe non fai mai il buffone. Ho risposto: – Ma oggi sì.

Poi le ho raccontato del nuovo ragazzino, Joey. – Penso che sia un combinaguai. Parla come un ragazzino grande. Non penso che lui abbia paura della maestra. Non ha paura di nessuno.

Mamma non era sconvolta: – Credo che la signora Simms non avrà problemi.

Io ho aggiunto: – Ma ha fatto anche una cosa più grave.

– E qual è stata?

Ho fatto un respiro profondo: – Joey ha detto a Judy che sono innamorato di lei.

Mamma ha sollevato le sopracciglia: – E allora? Qual è il problema?

Ti piace Judy dalla prima elementare!

Ho strillato: – Mamma!

112 emozioni e sentimenti

Lei mi ha fatto una carezza sulla testa: – Calma. Ho detto una bugia forse? Non succederà niente di brutto. Judy non riderà di te.

Mi sono sentito sollevato.

La mamma se n’è andata.

Sono sprofondato ancora di più tra le Bolle Magiche. Lo scoiattolo se n’è andato.

Jerry Spinelli, Terza elementare, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite . Che cosa sono le Bolle Magiche?

Il bambino è preso dalla “scoiattolite” perché: è iniziata la scuola. è agitato.

Lo “scoiattolo” è: un giocattolo. la personificazione di un sentimento.

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1 “Scoiattolite” è un nome: primitivo. derivato.

2 “Riso” è una parola che ha: un solo significato. più significati.

113 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 214-215 , Letture 4

SONO TIMIDA

Timmi ha cambiato scuola.

Pensa al momento di entrare nell’aula. Ci saranno quaranta occhi tutti puntati su di lei. Lei diventerà rossa come un pennarello rosso.

Tutti le dicono: – Non immaginarti le cose più grandi di quelle che sono.

Ma questa è proprio la specialità dei timidi. Chi non è timido non lo può capire.

Che cosa sarà mai per un non-timido salire su tram e cercare un posto? Magari sorriderà beato.

Per un timido, passare davanti alle persone sedute è come affrontare dei nemici con le lance pronte a colpire.

Il non-timido camminando sorride, il timido arrossisce. Il non-timido cerca un posto per stare seduto comodo. Il timido cerca un posto per diventare invisibile.

Domani, nella classe quarta dove Timmi dovrà entrare, tutti si conoscono benissimo.

Lei sarà “la nuova”.

Vivian Lamarque, La timida Timmi cambia scuola, Piemme

COMPRENSIONE

1 L’ idea principale di questo testo è: descrivere le sensazioni di una persona timida. il primo giorno di scuola di Timmi.

114 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 216 , Letture 4

RABBIA BIRABBIA

Ho conosciuto un tale ch’era sempre arrabbiato per il caldo del fuoco il freddo del gelato perché c’era silenzio perché c’era rumore per il troppo profumo per il cattivo odore in inverno in estate d’autunno a primavera pomeriggio e mattino a notte fonda a sera.

Un giorno s’arrabbiò anche con la sua rabbia e senza alcun rimorso la chiuse in una gabbia però ne tenne un mucchio che mise in certe buste per farne largo uso contro le cose ingiuste. Giuseppe Pontremoli

COMPRENSIONE

1 Comprendi lo scopo dell’autore.

Il poeta parla di una persona che si arrabbia anche per nulla. Però, come conclude la poesia? Dicendo che:

la rabbia è sempre inutile.

la rabbia deve essere rivolta verso le ingiustizie.

115 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 217, Letture 4

MI È VENUTO DA PIANGERE

Cara Giovanna, come stai?

Mi ricordo quando in classe, Vito ha chiesto: – Perché noi ti chiamiamo maestra e tu invece non ci chiami alunno?

Hai fatto un sorriso e hai detto: – Che bellissima domanda, Vito!

Tu dicesti (vedi, uso il passato remoto!): – Chi vuole chiamarmi Giovanna, lo può fare.

Ti racconto quello che nell’ultimo mese è capitato.

Una sera guardavamo un film alla TV. La storia di una a cui succedono cose sfortunate.

A me è venuto da piangere. Papà mi ha detto che piangere è una cosa da femminucce.

Io ci sono rimasto male. Mi è venuto da piangere ancora di più, però ho cercato di non farlo.

Perché uno si deve vergognare, se gli viene da piangere?

Quando papà mi ha detto quelle cose, ci sono rimasto male. Beh, adesso te l’ho detto.

Un abbraccio, Dario

Roberto Piumini, Non fare la femminuccia, Abbasso gli stereotipi di genere, Manni Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e le inferenze .

Le parole sottolineate in rosso indicano un pianto: di commozione per una situazione triste. di rabbia per le parole del papà.

Le parole sottolineate in blu indicano un pianto: di commozione per una situazione triste. di rabbia per le parole del papà.

116 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 218 , Letture 4

IL PIANTO È UNA COSA SANA

Caro Dario,

tutte le emozioni appartengono agli esseri umani: non c’è nessuno che non le provi.

Ci sono molti modi di esprimere le emozioni.

Piangiamo per tristezza, solitudine, rabbia, malinconia, ma anche per la felicità...

Il pianto nasce nell’animo umano, senza distinzione tra maschi e femmine.

Il pianto è una cosa sana. Permette di sciogliere nodi che ci portano dolore.

Tuo padre ti chiede di non piangere perché sei maschio. Questa è una mentalità antica, in cui è il maschio a comandare, a decidere. Tuo padre parla come se le emozioni fossero una debolezza.

Pensare che il pianto sia una cosa da nascondere è un pensiero buio. Tu preferisci la luce, vero, carissimo Lampa Dario?

Un grande abbraccio, Giovanna

Roberto Piumini, Non fare la femminuccia, Abbasso gli stereotipi di genere, Manni Ed.,

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e le inferenze .

Chi esprime questi pensieri?

“I maschi non devono piangere”: Dario.

Il papà di Dario.

“Piangere non è una debolezza”:

Il papà di Dario.

La maestra Giovanna.

117 emozioni e sentimenti
Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 219 , Letture 4

IL GIOCO DEI CONTRARI

Un giorno la mia amica Federica lesse in un libro che tutte le cose non potrebbero esistere senza il loro contrario.

Il caldo non esisterebbe senza il freddo. Nessuno sarebbe alto, senza qualcuno più basso di lui. Niente sarebbe bianco senza il nero. E così via.

Federica cominciò il gioco dei contrari. Cercava ogni giorno una parola e il suo rovescio. Rovescio è il contrario di diritto. Cominciò proprio da inizio, il cui contrario è fine.

Lunedì Federica scrisse sul suo taccuino la parola allegria e accanto la parola tristezza.

Martedì scrisse lento. Scrisse questa parola lentamente. Poi, in fretta, scrisse veloce.

Mercoledì scrisse coraggio e paura.

Arrivò a domenica mattina.

Scrisse la parola amore. L’amore è il re dei sentimenti e la regina delle parole.

Accanto, però, avrebbe dovuto scrivere la parola contraria di amore che è...

La sua mano non riusciva a scrivere odio.

Che cosa ci vorrà a scrivere quella parolina? Ha soltanto quattro lettere.

Ma Federica non aveva più voglia di scrivere.

Federica pensò: – Per amare qualcuno devo anche odiare qualcun altro?!

Di odiare, Federica non aveva nessuna voglia. Non ne aveva neppure l’intenzione.

Andrea Valente, Eh! Come emozione, Edizioni Lapis

118 emozioni e sentimenti

RIFLESSIONE SULLA LINGUA

1 Taccuino si scrive con “cc”. Scrivi:

• la parola che si scrive con “qq”: ..............................................................................................................................

• tre parole che si scrivono con “cq”:

• tre parole che si scrivono con “cu”

seguito da vocale: ..............................................................................................................................

COMPITO NON NOTO

1 A quale tipologia testuale assoceresti ciascuna di queste emozioni?

Scegli tra le seguenti: avventura, horror, poetico, umoristico, fantasy.

paura coraggio

amore allegria odio

119 emozioni e sentimenti Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 220-221 , Letture 4

LA SCATOLA ARRUGGINITA

In questa vacanza i miei compiti sono: fare la spesa, fare i letti e aiutare mia mamma nel suo lavoro.

Devo tirare fuori dagli armadi le cartelle e metterle in ordine secondo la data.

Oggi piove a dirotto. Ho deciso di cominciare la mia fatica di tutti i giorni.

Sono salita su un panchetto per arrivare agli scaffali più alti.

Ho tolto la prima fila di cartelle.

Dietro a queste ho scoperto una scatola di latta, mezza arrugginita.

L’ho posata sulla tavola. Che cosa ci poteva essere dentro?

La scatola era chiusa da una piccola serratura.

Non mi sono certo fatta fermare. Infatti, mi chiamano Curiosik!

Ho guardato nel cassetto.

Ho trovato un mazzo di chiavi. Ce n’era una piccola piccola. Infatti, la scatola si è aperta.

In quel momento è rientrata la mamma.

Non mi piaceva che mi vedesse frugare senza permesso tra i suoi documenti.

Così, ho rinchiuso e nascosto il tutto.

Per tutto il giorno non ho potuto tirar fuori la scatola.

La mattina dopo ho messo la sveglia alle sei sul cellulare.

Quando l’ho sentito vibrare, mi sono alzata.

DOVEVO guardare che cosa c’era nella scatola.

E se ci fosse stato un tesoro? Avremmo potuto tenercelo io e la mamma?

Vanna Cercenà, Diario allo specchio, Edizioni EL

120 curiosità

LESSICO

1 Qual è il panchetto ?

COMPRENSIONE

1 Individua l’ordine in cui avvengono i fatti, numerando, per ricostruire la trama del racconto. Segui gli esempi.

1. La bambina è in casa perché piove.

2. La bambina comincia a prendere le cartelle dalla libreria.

La bambina richiude la scatola.

La bambina trova una scatola arrugginita.

La bambina trova la chiave per aprire la scatola.

La mamma entra nella stanza.

7. Al mattino seguente la bambina si sveglia molto presto.

121 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 226-227, Letture 4

SONO CURIOSO: CHE COSA FARÒ?

Che cosa vuoi fare da grande?

Quand’ero piccolo volevo fare il biologo.

A dieci anni, desideravo diventare un dottore specializzato in malattie gravi. Strano?

No! Seguivo la curiosità del momento.

La mia curiosità mi ha fatto conoscere tante cose.

Il mio fratellino voleva diventare un’auto della polizia.

Non un poliziotto, ma proprio la macchina!

A diciassette anni cambiai di nuovo idea.

– Che cosa ti piace? – mi chiese mia madre. Risposi: – La natura.

– Allora occupati di quello. Trova un mestiere che ti faccia sorridere ogni giorno.

Disse: – Vai ed esplora tutte le strade. Prova cose diverse. È quello che ho sempre fatto.

Ho svolto lavori diversi. Adesso scrivo libri sui dinosauri per voi bambini.

Non so che cosa farò l’anno prossimo. Non ho ancora idea di che cosa farò “da grande” (e grande credo di esserlo già da un po’).

Vorrei che voi faceste lo stesso. Provate quante più cose potete per scoprire quello che vi piace. Forse volete salvare le aquile (allora iniziate da subito a osservare gli uccelli).

Magari volete progettare robot (iniziate a studiare come funzionano i circuiti elettrici).

Volete diventare paleontologi (andate a caccia di fossili).

Spesso si finisce per fare qualcosa di diverso da quanto avevate pensato. E anche questo va bene.

La scienza è divertente, perché si tratta di un viaggio strano e meraviglioso.

Non sapete mai che cosa scoprirete.

Ben Garrod, Sai proprio tutto del Triceratopo?, Piemme

122 curiosità

LESSICO

1 Scrivi a quale scienziato/scienziata si riferisce ciascuna immagine.

• Biologo/Biologa.

• Paleontologo/Paleontologa.

COMPRENSIONE

1 Il testo è narrato in: prima persona. terza persona.

2 Trova le informazioni implicite . Un mestiere che “faccia sorridere ogni giorno” è un mestiere: che piace e arricchisce le conoscenze. che fa stare a contatto con la natura.

123 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alle pagine 228-229 , Letture 4

GALILEO GALILEI

Galileo Galilei spalancò la finestra per ammirare le stelle. Non riusciva a trattenere la sua curiosità.

Pensò allora di provare a usare uno strano strumento che aveva battezzato con il nome di “cannocchiale”.

La Luna pareva tre volte più grande, vicina più che mai, con il suo faccione rotondo e pallido.

Afferrò una matita e, su un foglio, cominciò a disegnare tutto ciò che osservava lassù: crateri, valli, monti, pianure. Da quella notte, le scienze cambiarono, grazie alla grande voglia di scoprire.

Quel tubo che Galileo utilizzò con grande successo non è una sua invenzione.

Un anno prima, un ottico olandese aveva inventato quello strumento, riuscendo a vedere attraverso il tubo immagini molto ingrandite.

Gli scienziati, da allora, ringraziarono Galileo e la sua curiosità. Lui, invece, ringraziava l’ottico olandese e il suo ingegno.

Andrea Valente, Un’idea tira l’altra, Lapis Edizioni

COMPRENSIONE

1 Trova l’ inferenza . Un ottico è colui che: osserva le stelle. costruisce strumenti per vedere bene.

2 Trova le informazioni esplicite .

Chi inventa il cannocchiale?

Un ottico olandese. Galileo.

Chi lo utilizza per guardare le stelle?

Un ottico olandese. Galileo.

LESSICO

1 Qual è il cannocchiale ?

124 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 232 , Letture 4

MARGHERITA HACK

C’era una volta una bambina che amava giocare all’aperto. Quando vedeva passare un elicottero, immaginava di attraversare il cielo a bordo del piccolo velivolo.

Margherita era curiosa. Osservava il mondo attorno a lei e si riempiva la testa di domande.

Quando frequentò la facoltà di Fisica, Margherita iniziò a interessarsi alle stelle e all’universo.

Da allora, Margherita non smise mai di ammirare stelle e pianeti attraverso l’enorme telescopio dell’Osservatorio dove lavorava.

Margherita decise di raccontare, a chiunque volesse ascoltarla, quanto fosse bello l’universo. Iniziò a viaggiare ovunque. Al suo pubblico spiegò la verità più importante che avesse scoperto: tutti gli esseri viventi sono fratelli, perché hanno tutti origine dalle stelle. Con il suo linguaggio semplice riuscì a rendere l’astronomia interessante per adulti e ragazzi.

Margherita continuò sempre a porsi domande e a cercare risposte.

Storie della buonanotte per bambine ribelli, 100 donne italiane straordinarie, a cura di Elena Favilli, Mondadori

COMPRENSIONE

1 Trova le informazioni esplicite e implicite .

Margherita:

amava imparare osservando della realtà.

da piccola amava giocare all’aperto.

non voleva spiegare agli altri le sue conoscenze.

LESSICO

1 Qual è il telescopio ?

125 curiosità Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 233 , Letture 4

MILLE COLORI DELL’AUTUNNO

Un orologio invisibile segna il tempo delle stagioni.

Nessuno può sentire il suo tic-tac.

Arriva l’autuno. Gli animali si danno da fare per ingrassare.

Gli alberi mostrano il loro vestito più bello.

Le foglie si staccano una a una e cadono.

Si posano sul muschio e formano un mantello colorato.

La foglia appassita dell’acero non sopporterà il peso del moscardino.

Per il piccolo roditore è giunta l’ora di trovare un rifugio in un albero e andare in letargo.

Gli scoiattoli fanno scorte di ghiande. In autunno ne mangiano tante.

Mangiano anche funghi, semi, frutti, insetti. Quando il vento si fa più freddo e le giornate più corte, lo scoiattolo porta il suo cibo nella tana.

Lo copre con la terra e ci butta sopra qualche foglia. Così lo nasconde.

Quando comincia a piovere, un profumo si diffonde per i boschi. I funghi spuntano qua e là tra i muschi.

Beatrice Fontanel, Il girotondo delle stagioni, L’ippocampo Junior

VISIONE MENTALE

LESSICO

Muschio

Scoiattolo

Moscardino

1 Qual è l’animale in letargo?
126 stagioni Lettura e attività semplificate corrispondenti alla pagina 250 , Letture 4

1 DICEMBRE, ORE 20:02

Caro Babbo Natale, ma hai un cellulare?

Mi pare strano che un tipo come te non si sia fatto regalare un telefonino.

Non ti fanno mai le offerte telefoniche? A casa mia chiamano ogni giorno.

Dovresti procurartene uno.

È molto comodo, quando non rompe. E se rompe, lo stacchi.

Tornando a noi, visto che non hai ancora il cellulare, sono costretto a scriverti.

La maestra Marilena ci ha “consigliato” di scriverti una letterina al giorno.

Da oggi (1 dicembre) fino alla vigilia di Natale (24 dicembre) io devo scriverti “un messaggio quotidiano”.

Vedi? Se tu avessi un cellulare, ti spedirei un sms. Risparmierei un sacco di fatica...

E tu che sei un po’ vecchietto, potresti riposarti la vista.

Potresti leggere qualcosa di più interessante delle mie lettere.

Perciò, cercherò di essere breve.

Intanto ti auguro buona notte. A domani.

Fabrizio

Emanuela Da Ros, Il numero di telefono di Babbo Natale, Parapiglia

127 stagioni Lettura semplificata corrispondente alla pagina 256 , Letture 4

IL CARBONE, UNA TRADIZIONE SBAGLIATA

La Befana guardò fuori. La scopa era pronta, il sacco – pieno di carbone per i cattivi e doni per i buoni – era davanti alla porta. Prese il sacco e gridò: – Ahi! – Un dolore fortissimo alla schiena la piegò in due.

Un colpo della strega proprio adesso!

Ahi, quale delle sue amiche streghe le aveva fatto quello scherzo?

– Lo so! Dondomelia! – e la chiamò.

– Che cosa vuoi? – chiese la strega

– Che ho fatto per meritare la tua punizione?

Dondomelia disse: – Hai fatto tutto come sempre. Hai sbagliato.

Ti pare giusto portare il carbone ai bambini?

La Befana spiegò: – È la tradizione: i doni ai buoni, ai cattivi il carbone.

La strega disse: – Sbagliatissimo! Non ci sono bambini cattivi.

La Befana chiese: – Tu che cosa ricevevi dalla Befana quand’eri piccola? – Carbone!

– Perché eri cattiva!

La strega si arrabbiò: – Non ci sono bambini cattivi! Solo bambini vivaci!

La Befana disse: – Caspita, non ci aveva pensato! E allora?

Dondomelia rispose: – Il carbone bisogna portarlo agli adulti cattivi. Sappiamo che se continueranno a fare le guerre, a uccidere, a inquinare il mare e l’aria, trasformeranno questo bellissimo pianeta in un pezzo di carbone.

Tea Ranno, La Befana e il colpo della strega, Armando Curcio Editore

128 stagioni Lettura semplificata corrispondente alla pagina 257, Letture 4

Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio

Coordinamento e redazione: Valentina Dell’Aprovitola

Responsabile di produzione: Francesco Capitano

Progetto grafico: Carmen Fragnelli

Impaginazione: Graphika di Pier Franco Battezzati

Copertina: Carmen Fragnelli

Illustrazioni: Archivio Spiga

Referenze iconografiche: Shutterstock, Archivio Spiga

Font: leggimi©Sinnos - www.sinnos.org

Stampa: Tecnostampa - Pigini Group Printing Division

Loreto – Trevi 24.83.130.0

Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto tutelati dalla legge per eventuali e non volute omissioni o errori di attribuzione.

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