Io L'Impresa - Aprile 2013

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APRILE 2013

Anno XXXVI - n.41 del 26/04/2013. Quotidiano

PARMA

Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Po - Dir. Resp. C. Di Gleria - Reg. Trib. BO n° 4686 del 23/11/78 - Dir. e Amm.: soc. Editoriale Artigianato e Piccola Impresa dell’Emilia R. Via Rimini,7 - 40128 Bologna Tel. 051.2133100 - Parma - Via Spezia, 52/a - Tel. 0521.227211 copia: € 1,50 - stampa: Rindi - con I.R.

6 maggio 2013: giornata di mobilitazione in Piazza Le Associazioni che fanno riferimento a Rete Imprese Italia scendono in piazza per sensibilizzare i decisori politici e l’opinione pubblica sugli effetti devastanti della crisi economica sulle imprese

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focus

zoom

L’impresa del mese

La CNA di Parma scrive al Presidente del Tribunale

Cioccolato Vero conquista il cuore del centro storico

L’obiettivo è di segnalare come le sentenze sui concordati preventivi spesso danneggino la Pmi

Start-Over: la bella esperienza di due giovani imprenditori

Strumenti musicali, animaletti, spaghetti, ma rigorosamente tutti a base di burro di cacao

Anche in informatica ciò che conta è la qualità dei prodotti e dei servizi che si offrono ai clienti



EDITORIALE 4

Primo piano Le priorità per tornare a crescere

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focus Per un concordato equo

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news Le PA pagano le imprese Parmaalimenta: un centro agroalimentare in Burundi ASPI e mini ASPI A Pellegrino P.se il pranzo dell’artigiano Fita: bandi e incentivi I 90 anni della SSICA

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zoom Cioccolato Vero

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servizi CAF: perché il modello 730

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credito L’andamento dei tassi

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L’impresa del mese Start-Over

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agenda Il libro

Anno XXXVI - n.41 del 26/04/2013 Quotidiano

Poste Italiane s.p.a. - Sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Po - Dir. Resp. C. Di Gleria - Reg. Trib. BO n° 4686 del 23/11/78 - Dir. e Amm.: soc. Editoriale Artigianato e Piccola Impresa dell’Emilia R. Via Rimini,7 - 40128 Bologna - Tel. 051.2133100 - Parma - Via Spezia, 52/a - Tel. 0521.227211 Comitato di Redazione Per CNA: Domenico Capitelli, Maura Marmiroli, Andrea Mareschi Giornalisti: Fabrizio Furlotti, Erika Varesi redazione@cnaparma.it Progetto grafico e impaginazione: Edicta edizioni Per la pubblicità: pubblicita@cnaparma.it - 0521.227211 CNA Parma - Via Spezia 52/a 0521.227211 - www.cnaparma.it

perché una giornata di mobilitazione in piazza? “Il decreto sui debiti della P.A. verso le imprese “nasconde” un ulteriore e gravoso appesantimento degli oneri amministrativi e burocratici sulle imprese e sui cittadini. A peggiorare le cose, si è persa ancora una volta l’occasione per abrogare la norma che impone la corresponsabilità dell’Iva e delle ritenute negli appalti e nei subappalti. Tutto questo significa che sono in arrivo per le imprese e i cittadini oneri fiscali e costi burocratici per 10 miliardi di euro. La tendenza è immutata. Si caricano sulle imprese e sui cittadini gli oneri dei controlli fiscali, delle inefficienze delle amministrazioni locali, nonché quelli derivanti da esigenze di contabilità pubblica locale, per la gestione del federalismo fiscale”.Questo è quanto denuncia uno studio della nostra Associazione su Tares, Imu e Iva su appalti, pubblicato lo scorso 11 Aprile. In particolare, in materia di Tares, la conferma per il 2013 dell’aumento di 0,30 euro a mq vuol dire quasi 2 miliardi di euro di maggiori oneri, ma ciò che è ancor più grave, è la decisione di lasciare ai singoli Comuni la facoltà di decidere il numero di rate con le quali il tributo debba essere pagato, unitamente alla possibilità, concreta, che i calcoli e la liquidazione del tributo debbano essere eseguiti direttamente dai contribuenti; scelta irresponsabile e fuori dai canoni della comprensibilità, scelta che secondo le stime della nostra Associazione, addosserà sui contribuenti più di 6 miliardi di euro di maggiori oneri. Quanto all’Imu, anche in questo caso è previsto un ulteriore appesantimento burocratico, con la pretesa di obbligare i contribuenti a fare due calcoli distinti per il versamento dell’IMU: prima in acconto e poi a saldo, lasciando mano libera ai Comuni per modificare in corso d’anno le aliquote senza alcuna limitazione. In questo modo si raddoppiano gli oneri amministrativi a carico dei cittadini e delle imprese, che tradotto in cifre, potrebbero far piovere sulle spalle dei contribuenti circa 1,2 miliardi di euro di oneri aggiuntivi. Rete Imprese Italia era già stata estremamente critica sul provvedimento licenziato dal Governo, ma l’approfondimento effettuato dalla nostra Associazione dimostra inequivocabilmente che nelle pieghe del medesimo vi è celato qualche cosa di subdolo che, se approvato, appesantirebbe ulteriormente i già gravosi fardelli a cui sono sottoposte le piccole imprese. Si dimostra purtroppo che non si è ancora compreso che il sistema delle imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e dell’impresa diffusa è al collasso, considerato che dopo ripetute, pressanti e precise indicazioni, si ignorano i due elementi fondamentali per rispondere alle emergenze delle imprese: immediato sblocco e disponibilità delle risorse e modalità semplificate di accesso. Ancora una volta il Governo, ma possiamo affermare la classe politica in generale, dimostra di non comprendere la gravità della situazione. Cari colleghi, fino ad oggi abbiamo sempre teso ad un confronto sereno e costruttivo, portato avanti con convinzione ed abnegazione in ogni sede Istituzionale, ma la sordità del Governo e della classe politica e la gravità della situazione ci impongono di cambiare atteggiamento, di cambiare rotta ed è per questo, che per dar voce alle sempre più pressanti richieste degli imprenditori, che insieme con le altre Associazioni che si riconoscono in Rete Imprese Italia, abbiamo convocato per il prossimo 6 Maggio, una Giornata di Mobilitazione in Piazza Garibaldi, alla quale invito a partecipare tutti gli associati per dare forza e concretezza ad una azione di protesta non più procrastinabile. Gualtiero Ghirardi - Presidente Provinciale

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primo piano Rete Imprese Italia ha condensato in un documento le richieste e le proposte che il mondo della Pmi fa a chi dovrà governare l’Italia nei prossimi anni

Le priorità per tornare a crescere I

n seguito all’esito delle elezioni del febbraio scorso, il Presidente Napolitano ha affidato all’On. Bersani un mandato esplorativo per formare il nuovo governo. Tentativo, come sappiamo, andato a vuoto, ma che ha comunque comportato, non solo come da prassi, ma come esercizio di democrazia reale, l’incontro del presidente del Consiglio incaricato con le rappresentanze di tutti gli schieramenti politici presenti in Parlamento, e delle cosiddette parti sociali. In questo contesto Bersani ha ricevuto Rete Imprese Italia rappresentata dal presidente di turno Carlo Sangalli, accompagnato dai presidenti delle associazioni che la compongono, tra i quali Ivan Malavasi presidente di CNA. Al termine dell’incontro Sangalli ha rilasciato una breve dichiarazione, sottolineando “L’assoluta necessità e urgenza di dare subito un governo al Paese, richiesto dalla drammatica situazione economica che il Paese sta attraversando e dalle imprese che sono al collasso. Il governo si impegni sul versante istituzionale a ridurre i costi della politica e a fare la legge elettorale; sul versante economico a ridurre la pressione fiscale che oggi ha raggiunto livelli insostenibili per le famiglie, i lavoratori e le imprese, incompatibile con il rilancio della crescita e dello sviluppo”. Sangalli ha tra l’altro ribadito la richiesta di evitare l’aumento dell’Iva previsto dal prossimo luglio e insistito sulla necessità di riaprire il credito alle imprese: “Oggi la stretta è altissima. Bisogna ridare liquidità e per questo pagare immediatamente

i debiti della Pubblica Amministrazione. Bisogna inoltre semplificare il sistema fiscale e burocratico barocco e rendere più flessibile l’entrata nel mercato del lavoro. Queste - ha concluso - le priorità per le imprese”. Concetto che è stato ribadito dal documento che la delegazione ha ufficialmente lasciato a Bersani, come un “promemoria” e strumento di lavoro, titolato, appunto,“Le priorità per tornare a crescere”, in cui sono condensate le richieste e le proposte che il mondo della piccola e media impresa, dell’artigianato e del commercio, fanno a chi dovrà reggere le sorti dell’Italia, nel tentativo

“Esiste l’assoluta necessità e urgenza di dare subito un governo al Paese richiesto dalla drammatica situazione economica che sta attraversando e dalle imprese che sono al collasso” Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese Italia

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RETE IMPRESE ITALIA: GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE

di uscire da una crisi che ormai dura da troppi anni e per la quale ancora non si vede il principio della fine. Qui di seguito il documento in versione integrale. Premessa Dal rigore necessario alla necessità della crescita La lezione fondamentale che, a nostro avviso, ha impartito questa grande crisi è la necessità di ripartire dalle buone ragioni dell’economia reale e cioè dalle ragioni, insieme, delle imprese e del lavoro. Il rigore necessario è stato praticato. Ha scongiurato, con un largo ed emergenziale ricorso alla leva fiscale, la crisi di fiducia nei confronti dei nostri titoli del debito pubblico, ma ha concorso, tuttavia, ad aggravare il quadro recessivo della nostra economia. Il compito fondamentale della legislatura che verrà deve essere, dunque, quello di realizzare una compiuta integrazione tra la disciplina fiscale e del pubblico bilancio e le esigenze di crescita ed equità. Perché questa integrazione è la condi-

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Se la politica non dovesse rendersi conto della situazione grave in cui versa il Paese e non dovesse agire di conseguenza, significherebbe che non sente in nessun modo il grido di dolore che arriva da migliaia di lavoratori senza occupazione e da altrettanti imprenditori spinti sempre più verso gesti estremi”.

Così si è espresso il Presidente della Cna, Ivan Malavasi, all’uscita della consultazione con il presidente designato Bersani. Ha poi voluto sottolineare il proprio pensiero in merito alla decisione di Bruxelles di allentare il patto di stabilità affinché vengano utilizzate risorse nuove per far fronte alla mole di debiti che lo Stato vanta con il settore privato. “Abbiamo accolto con grande favore questa decisione, ma nutriamo anche un forte timore. Per realizzare questo programma di pagamenti ci vuole un governo nel pieno della sua forza che realizzi gli atti legislativi che servono. Non vorremmo che dopo una battaglia di anni condotta a livello europeo per ottenere un parziale allentamento dei vincoli di stabilità, ora tutto vada perso per la mancanza di un esecutivo forte. A noi basterebbe già vedere in circolazione i 12 miliardi di euro che arriverebbero dall’Unione europea, gli unici su cui ad oggi, ci sarebbe certezza effettiva. Per il resto, è vero che ci sarebbero accontanate decine di miliardi di euro, ma finché non ci sarà un definitivo allentamento del patto di stabilità, le amministrazioni locali non saranno ancora in grado di smobilitare questi soldi. Se si raggiungesse un accordo per un nuovo governo nei prossimi giorni, io ritengo che nel breve volgere di un mese, ci sarebbe la possibilità materiale di sbloccare questi fondi”.

zione fondamentale per consolidare la credibilità dell’Italia e per ricostruire la fiducia nel suo futuro.

funzione pubblica e della sua ridondante complessità di livelli istituzionali ed amministrativi.

RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE La prossima agenda di governo deve prevedere, come prioritari, interventi volti alla progressiva riduzione della pressione fiscale complessiva a carico dei contribuenti in regola. Ciò non potrà che essere il risultato dell’avanzamento contestuale del con-

Occorre: scongiurare, prima di tutto, l’ulteriore innalzamento dell’aliquota IVA previsto a partire dal 1° luglio prossimo. Si tratterebbe di un aumento che causerebbe un ulteriore crollo della domanda, mettendo a rischio gli esiti del gettito o innescando un ulteriore effetto recessivo;

lotta all’evasione, combattere gli sprechi, ridurre la burocrazia

ridurre l’imposizione Irap, mediante un progressivo incremento della franchigia ed una progressiva eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile, definendo al contempo le imprese non soggette ad Irap perché prive di autonoma organizzazione;

trasto e del recupero di evasione ed elusione (con un “vincolo di destinazione” del gettito derivante dal recupero delle risorse evase ai cittadini e alle aziende), da una parte e dell’avanzamento deciso, dall’altra, di una spending review capace non solo di bonificare inefficienze, improduttività e veri e propri sprechi largamente presenti nella struttura della nostra spesa pubblica, ma anche di stimolare la ridefinizione e la razionalizzazione del perimetro complessivo della

escludere dall’IMU gli immobili strumentali all’attività d’impresa, considerando che si tratta di beni che non rappresentano una forma di accumulo di patrimonio e che subiscono già una tassazione attraverso il loro concorso alla produzione del reddito di impresa; ridefinire il tributo rifiuti e servizi TARES, strutturando un nuovo sistema tariffario che rappresenti al meglio la reale pro-

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primo piano duzione di rifiuti delle varie categorie economiche.

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PROSEGUIRE NELL’AZIONE DI SEMPLIFICAZIONE Bisogna inoltre fare scelte decise di semplificazione normativa e amministrativa: non costa, ma libera risorse per la crescita, favorendo un miglior ambiente imprenditoriale. I costi della burocrazia risultano infatti sempre più gravosi per le imprese e, peraltro, la loro incidenza sul fatturato non subisce variazioni anche a fronte di una riduzione dell’attività imprenditoriale. Per avere contezza dell’importanza del tema per le imprese, basta ricordare che il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha stimato in oltre 23 miliardi di euro l’anno gli oneri amministrativi relativi ad 81 procedure particolarmente rilevanti per le imprese. In tale ottica le imprese non devono - e non dovranno più - subire un sistema come il SISTRI: sistema segnato da profonde disfunzionalità di ordine operativo e tecnologico che ne rendono necessaria una integrale rivisitazione.

sazione secca e diretta tra i debiti degli enti pubblici verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese verso lo stato);

DARE CREDITO ALLE IMPRESE Le MPMI e l’impresa diffusa hanno sempre più difficoltà di accesso al credito e sempre meno capacità di fronteggiare il loro fabbisogno finanziario. È quindi necessario: sfruttare il via libera dato dalla Commissione Europea per risolvere definitivamente il problema dei pagamenti della Pubblica Amministrazione identificando modalità operative semplici, veloci e di impatto immediato (come la compen-

al fine di contrastare il credit cruch in atto che colpisce principalmente le MPMI che ricorrono in modo quasi esclusivo al credito bancario per le loro necessita’ finanziarie, promuovere un intervento concertato con gli altri Stati Europei presso le Istituzioni Europee e, in particolare presso la BCE, affinché quest’ultima eroghi speciali finanziamenti alle banche con vincolo di destinazione a favore del credito alle imprese. In tal modo si aiuterebbe il sistema bancario a reperire la

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liquidità necessaria a tassi favorevoli che però dovrebbe essere obbligatoriamente utilizzata per fornire supporto al sistema delle imprese (quanto meno per le necessità finanziarie a breve termine). SVILUPPARE LE IMPRESE SOSTENENDO IL MERCATO DEL LAVORO Quanto al mercato del lavoro serve una inversione di rotta rispetto ai continui incrementi dei costi diretti ed indiretti sul lavoro, che seguono il progressivo arretramento dello Stato dalla spesa sociale e dai servizi al lavoro. Occorre pertanto: intervenire su costo del lavoro non solo con incentivi a breve, importanti ma non sufficienti, ma con un piano di interventi strutturali da realizzare in un tempo definito e con una riprogrammazione della spesa pubblica; garantire il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per tutto l’anno 2013, individuando le risorse in risparmi di spesa e non come ancora si pensa, utilizzando i contributi che le aziende destinano alla formazione continua da realizzare con i fondi interprofessionali; sviluppare gli incentivi per l’assunzione di giovani e favorirne l’ingresso nel mercato del lavoro anche come imprenditori; al fine di creare nuove opportunità lavorative bisogna consentire alle imprese di utilizzare tutte le forme contrattuali, nel rispetto delle norme di legge, ma senza penalizzazioni.


6 MAGGIO 2013 NOI SCENDIAMO IN PIAZZA! TU CI SARAI? Ti aspettiamo alla giornata di mobilitazione in Piazza Garibaldi a Parma voluta e organizzata dalle Associazioni che si riconoscono in Rete Imprese Italia (CNA, Apla, Confartigianato, GIA, Ascom Confcommercio e Confesercenti) per sensibilizzare ancora una volta la classe politica, i pubblici amministratori e l’opinione pubblica sulla gravissima crisi economica che sta vivendo l’impresa diffusa. Tutti gli associati sono pertanto invitati a partecipare per dare forza e concretezza ad una protesta che non è più procrastinabile. Orari e programma della manifestazione saranno resi noti con successiva comunicazione APRIILE / 13

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focus

Per un concordato equo La CNA di Parma scrive al Presidente del Tribunale per segnalare una situazione che danneggia le Pmi

è

indubbio che il momento che l’economia del nostro Paese sta vivendo è, con ogni probabilità, il più difficile dal dopoguerra ad oggi. Una crisi che orami sta affliggendo in modo trasversale tutti i settori produttivi, coinvolgendo in modo pesantissimo anche le pubbliche amministrazioni, di tutti i livelli istituzionali. Da una recente ricerca voluta da Rete Imprese Italia si ricava un dato che sottolinea la drammaticità della situazione: in Italia, nel 2012, ha chiuso i battenti, nel senso che ha cessato l’attività a causa delle difficoltà di mercato, un’azienda al minuto, tra chiusure volontarie e fallimenti. Scelte spesso dolorose e non di rado con conseguenze drammatiche. Una serie di situazioni che sempre più spesso negli ultimi tempi hanno portato aziende in estrema difficoltà a richiedere al Tribunale di competenza il ricorso al concordato preventivo, vale a dire un accordo coi creditori per un rientro dei debiti, appunto, concordato, la cui consistenza viene di volta in volta decisa dal Giudice delegato della sezione fallimentare. Uno strumento certamente istituito per evitare il fallimento dell’impresa e per consentirle

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così di proseguire nell’attività, salvaguardando in tal modo i posti di lavoro, ma che, soprattutto negli ultimi tempi, sta, per contro, mettendo in difficoltà le piccole e medie imprese fornitrici che fanno riferimento alla CNA di Parma. Per questa ragione, la stessa CNA di Parma ha voluto segnalare tale situazione con una lettera inviata al Presidente e al Giudice Delegato della sezione fallimentare del Tribunale di Parma. Al Presidente Ghirardi abbiamo chiesto le ragioni che hanno portato a questa azione, per molti versi, inedita. ”La lettera è stata scritta tenendo conto delle osservazioni che diversi nostri associati ci hanno fatto in merito al fatto che, così come solitamente si concludono i concordati, ad essere danneggiati sono alla fine proprio le nostre aziende che hanno fornito prodotti o servizi, dal momento che le percentuali riconosciute a questi creditori sono in spesso molto basse. La cosa è stata fatta presente nei nostri organi, per cui abbiamo ritenuto di farla presente al Tribunale, e quindi al Giudice della sezione fallimentare”. Lo strumento del concordato preventivo è comunque previsto dalla legge.

“Indubbiamente, ed è stato istituito con lo spirito giusto, cioè di favorire le aziende attraverso uno strumento in alternativa al fallimento. Purtroppo ci siamo resi conto in fretta, così come tanti nostri associati, che lo spirito di partenza è forse conservato per l’azienda sull’orlo del fallimento, ma per quelle che hanno lavorato e che sono di solito piccole, quindi spesso molto meno strutturate di quelle che il concordato lo hanno chiesto, il riconoscimento è tale, visto anche il tempo che nel frattempo è trascorso, che alla fine si trovano con niente in tasca”. Da qui la scelta di segnalare tale situazione attraverso l’ufficialità di una lettera? “Abbiamo ritenuto che l’unica soluzione percorribile fosse quella di sensibilizzare in modo diretto il Presidente del Tribunale e il Giudice Delegato. In fondo il nostro appello voleva essere semplicemente questo: sappiamo che il concordato è uno strumento valido, che grazie al concordato si salvano l’impresa e soprattutto i posti di lavoro, ma non si dimentichi che dietro ci sono delle piccole imprese che, a conclusione di tutto, sono anche pesantemente danneggiate”. Questo il testo integrale della lettera.


focus

Parma, 26 Marzo 2013 Gent. mo Sig. Presidente, Gent.mo Sig. Giudice Delegato mi rivolgo a Voi in qualità di Presidente di una Associazione di Categoria che rappresenta l’Artigianato e la piccola e media impresa, settore che al pari degli altri sta soffrendo il difficile momento economico, e che oltre al calo delle commesse, all’assenza di credito da parte degli Istituti Bancari, ai cronici ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, deve fare i conti anche con i nefasti effetti dei Concordati preventivi. Qualche tempo fa, alcuni dei più qualificati commentatori economici affermavano che il maggiore ricorso all’istituto del Concordato preventivo, poteva rappresentare per le imprese uno strumento in più per tentare di reagire alla crisi, che le stesse imprese avevano apprezzato la riforma legislativa, la cui reale efficienza andava valutata seguendone gli esiti, tanto da parte delle imprese che ne avessero fatto uso, che per i creditori nell’aver accettato i piani di ristrutturazione. Si era detto che se solo per una quota contenuta, il Concordato avesse rappresentato la premessa di un successivo fallimento, mentre per un numero significativo di imprese fosse stato l’occasione per una ristrutturazione di successo avremmo avuto una valida indicazione della sua efficacia. Non potevamo che essere d’accordo con queste deduzioni, ma a noi oggi, risulta che le cose non stiano andando in questa direzione, anche se l’utilizzo di questo istituto

sta avendo grande successo, ed è per questo che ho deciso di scriverVi questa lettera. Da un po’ di tempo seguiamo, nostro malgrado, con attenzione l’evoluzione quantitativa dei Concordati preventivi concessi, in particolare dopo le modifiche introdotte dal 2006, crediamo di non essere smentiti se affermiamo che per come spesso è utilizzato da chi ne fa richiesta, questo modo di concordare rappresenta uno schiaffo al sistema economico, una penalizzazione per tutti quegli imprenditori che fanno ogni sforzo per non fallire e per onorare i loro impegni con i creditori. Questo Concordato, richiesto e spesso concesso, a nostro avviso con troppa facilità, si sta rivelando un premio per troppi, una comoda alternativa al fallimento, che umilia e lascia nella maggior parte dei casi a mani vuote la stragrande maggioranza dei creditori in particolare quelli medio piccoli. Mi soffermo solo un attimo sul fatto che vi sia, inoltre, chi cavalca quest’onda come un’opportunità per il proprio utile personale, infatti, anche se il piano concordatario verrà successivamente dichiarato inaccettabile o respinto dai creditori (qualche debitore offre percentuali risibili, veri e propri insulti al buonsenso) c’è sempre chi predispone la proposta e che incassa comunque la parcella sottraendo risorse ai creditori, ai lavoratori, cioè a coloro che dovrebbero essere tutelati con questo strumento. Vi scrivo perché mi convinco sempre di più che la tutela della continuità aziendale o la percorribilità di una strada di maggiori

benefici (minori perdite) per i creditori non è garantita dal nuovo rito; la semplice proposizione della domanda congela la situazione aziendale blindandola contro possibili azioni di terzi, rimanda la presentazione del piano lasciando un periodo di tempo dove nessuno garantisce i creditori da azioni improprie messe in essere da chi conduce la azienda in difficoltà, poiché persino i modesti prerequisiti previsti in passato (su tutti la qualità morale del richiedente) non vengono richiesti. I dati pubblicati dagli organi di stampa specializzati ci dicono che è in crescita il numero di Concordati chiusi con percentuali di rimborso dei creditori oltremodo basse. E’ vero che la filosofia del nuovo Concordato è volta a soddisfare l’esigenza di favorire il risanamento aziendale e ridurre i casi di fallimento, ma sempre più spesso credo che lo strumento sia distorto da parte di coloro che, per superare le difficoltà economiche in cui versano, propongono un concordato al 10 -15% del debito e subito dopo, riprendono ad operare sul mercato avvalendosi magari di una Newco; una tendenza che sta dilagando in palese contrasto con il principio della libera concorrenza. Un conto è preservare una realtà produttiva, solo occasionalmente o incidentalmente in difficoltà finanziaria, un conto è utilizzare il Concordato come strumento per ottenere sconti forzati dai fornitori. Quale Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Parma, e quale Giudice Delegato, Vi chiedo di vigilare affinché queste distorsioni non abbiano a verificarsi, ne va della sopravvivenza economica del nostro territorio e della maggior parte delle nostre piccole imprese. Distinti saluti Il Presidente Gualtiero Ghirardi

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NEWS Il Consiglio dei Ministri approva il decreto che stanzia 40 mld in 12 mesi. La critica di Rete Imprese Italia

Via libera al pagamento delle imprese I

l Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che dà il via libero al pagamento di 40 miliardi di debiti della pubblica amministrazione nei confronti di imprese e banche. Un atto dovuto dopo l’avvenuta approvazione da parte del Parlamento, ma che per qualche giorno ha fatto anche trattenere il respiro dopo l’inatteso rinvio sull’approvazione decisa dal Presidente del Consiglio per la necessità espressa di ulteriori accertamenti. Un provvedimento molto atteso che ora si spera sia davvero reso applicativo in tempi brevissimi così come il Presidente Monti e il Ministro Grilli hanno in varie sedi ufficialmente dichiarato. “Quanto ai termini, le Amministrazioni potranno cominciare a pagare i debiti subito dopo la pubblicazione del decreto, che immagino sarà lunedì (8 aprile ndr)- ha affermato il Ministro dell’economia Grilli - inoltre entro il 30 aprile saranno resi noti gli spazi finanziari e entro il 15 maggio la ripartizione delle risorse rispetto alle richieste”. A fronte di queste dichiara-

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zioni esposte in conferenza stampa, (il testo sarà disponibile solo dopo la sua pubblicazione) gli enti locali potranno già cominciare a pagare con il denaro che hanno in cassa. Per i pagamenti per cui non hanno soldi disponibili, i vari enti dovranno fare richiesta al ministero dell’Economia entro il 30 aprile. Entro il 15 maggio il governo comunicherà quali pagamenti saranno approvati: a versare il denaro sarà il Ministero stesso, per le regioni e fino a un massimo di 8 miliardi di euro quest’anno, e la Cassa Depositi e Prestiti, per i comuni e gli altri enti, fino a 2 miliardi. Entro il 31 maggio gli enti della pubblica amministrazione comunicheranno alle aziende i piani di pagamento. In modo schematico elenchiamo i punti principali del decreto. 40 MILIARDI ALLE IMPRESE IN 12 MESI Di uno stock di debito complessivo stimato da Bankitalia in circa 90 miliardi di euro (includendo anche i debiti non scaduti), vengono sbloccati da subito 40 miliardi di debiti

commerciali della pubblica amministrazione nei confronti di imprese, cooperative e professionisti. I pagamenti avverranno nel corso dei prossimi 12 mesi. La programmazione del rimborso delle pendenze restanti sara’ contenuta nella prossima Legge di stabilità. PAGAMENTI subito dopo la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale Le Amministrazioni potranno avviare i pagamenti subito dopo la pubblicazione del dl, prevista lunedì 8 aprile e avranno la capacità propria di provvedere alla spesa per 14 miliardi dei 40 previsti. Per gli altri 26 miliardi lo Stato ripartirà non soltanto gli spazi di liquidità esistenti ma anche le linee di credito. Entro il 30 aprile tutte le amministrazione dovranno far pervenire l’elenco e la richiesta di spazio finanziario al governo, che entro il 15 di maggio provvederà alla ripartizione degli spazi e delle risorse finanziarie pervenute. Di fatto, rispetto alle

richieste che arriveranno (di certo superiori ai 40 miliardi) ci sarà una ripartizione. Si attivà così anche le linee di credito (trentennali ai tassi attuali del Btp a 5 anni) con la Cassa Depositi e Prestiti. Entro fine maggio le amministrazioni pubbliche dovranno comunicare ai propri fornitori il loro piano di pagamenti. Il 15 ottobre, dopo il check up dei debiti il governo stabilirà con la prossima legge di stabilità le modalità di rimborso delle tranche successive, anche attraverso l’emissione di specifici titoli di Stato. I rimborsi diventano così effettivi. Ovviamente questi pagamenti scattano dal 2014. PRIORITà AD AZIENDE E FATTURE PIU’ VECCHIE “Il Governo - ha spiegato il ministro Grilli - ha chiesto alle amministrazioni di seguire un ordine di priorità: prima le imprese e dopo le banche, e prima i crediti piu’ anziani. Si parte dalle fatture piu’ vecchie”.


NEWS SOLO LE BANCHE PAGATE IN TITOLI DI STATO Il pagamento in titoli di Stato sarà limitato alle banche e non riguarderà gli imprenditori. NESSUNO SFORAMENTO DEL PATTO DI STABILITà La mobilitazione di somme così elevate non porterà l’Italia a sforare il Patto di stabilità Ue, che prevede un rapporto massimo tra deficit e Pil del 3%. Il dl prevede infatti misure precauzionali che consentiranno di non superare il limite del 2,9%. A settembre verrà effettuato un monitoraggio mirato per verificare il rispetto dei parametri. ENTI LOCALI: UN FONDO E PIù FLESSIBILITà Nel 2013 i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale (investimenti gi effettuati della p.a.) verranno esclusi dal Patto di stabilità interno per un importo di 5 miliardi di euro per gli enti locali, 1,4 miliardi per le regioni, mezzo miliardo per le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati da fondi Ue. è inoltre prevista l’istituzione di un Fondo da 26 miliardi per il pagamento dei debiti esigibili dagli enti locali (2 miliardi nel 2013 e 2 nel 2014), dalle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 nel 2014) e dalle stesse Regioni per debiti sanitari 5 miliardi nel 2013 e 9 nel 2014). Le erogazioni per rimborsi di imposta salgono infine di 6,5 miliardi (5 miliardi nel 2013 e 4 nel 2014). CENSIMENTO DEI DEBITI, OBIETTIVO AZZERAMENTO. Il decreto obbliga tutte le amministrazioni a compiere un censimento completo di tutti i debiti commerciali scaduti o in scadenza ancora pendenti e a produrre un elenco completo dei debiti ancora da onorare. L’obiettivo finale dichiarato è l’azzeramento di tutti i debiti

la critica di Rete imprese italia

della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Anche le Banche dovranno verificare l’ammontare dei crediti che sono stati loro ceduti con la precedente procedura di rimborso. Solo così si potranno valutare le ulteriori tranche di rimborso. da dove arrivano i soldi Circa 7,7 miliardi arriveranno dall’allentamento del patto di stabilità interno. Sono soldi già accantonati dalle varie amministrazioni, ma che per via del patto di stabilità non potevano essere utilizzati. Altri 26 miliardi arriveranno da un fondo statale che presterà alle varie amministrazioni il denaro da erogare alle imprese. Saranno prestiti trentennali per cui le amministrazioni pagheranno allo stato un interesse pari al rendimento dei BTP quinquennali (3,65% in questo momento). Altri 6,5 miliardi dovrebbero arrivare dall’annullamento tra crediti e debiti degli imprenditori. Era già possibile in passato che certi tipi di crediti in mano agli imprenditori potessero essere scalati da importi dovuti allo Stato sotto forma di imposte.“Con il decreto - ha sottolineato nel corso della conferenza stampa il ministro Passera - questa possibilità si amplia e diviene più facile e immediata. Tutto il piano sarà

finanziato con l’emissione di circa 40 miliardi di nuovi titoli di stato”. Il Ministro Grilli a sua volta ha fatto presente che “Sottraendo gli interessi attivi (quelli che le amministrazioni pagheranno allo Stato) a quelli passivi (quelli che lo Stato pagherà a chi acquisterà le nuove emissioni), abbiamo calcolato che l’aggravio per le casse dello stato sarà di circa 500 milioni l’anno a partire dal 2015”. Tares: aumenti rinviati Per quanto riguarda la Tares, il decreto dà ai Comuni la facoltà di intervenire sul numero delle rate e sulla scadenza delle stesse come previsto dal Salva Italia e prevede che a tutela del contribuente la deliberazione sia adottata dai Comuni almeno trenta giorni prima della data di versamento. Viene inoltre rinviato all’ultima rata relativa al 2013 il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadrato già previsto dal Salva Italia. Fino ad allora resta in piedi il meccanismo della Tarsu per le prime due rate: si pagherà quanto pagato l’anno scorso e non ci saranno sorprese. Il bollettino sarà inviato dalle amministrazioni. Sull’ ultima rata ci potrà essere un conguaglio.

A decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, si sono subito levati i commenti delle rappresentanze di associazioni economiche e di categoria, dai sindacati, dalla politica. Pareri discordi, tra favorevoli e contrari. Tra questi spicca il comunicato di Rete Imprese Italia a firma del Presidente di turno Carlo Sangalli. “Il provvedimento del governo dimostra che non si è ancora compreso che il sistema delle imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e dell’impresa diffusa è al collasso, considerato che dopo ripetute, pressanti e precise indicazioni, si ignorano ancora i due elementi fondamentali per rispondere alle emergenze delle imprese: immediato sblocco, disponibilità delle risorse e modalità semplificate di accesso. Il provvedimento non produrrà alcuno degli effetti auspicati e, se non ci saranno interventi del Parlamento, ci troveremo a dover affrontare gli stessi problemi da qui a pochi mesi. È grave che il Governo oltre a sottovalutare la sofferenza delle imprese, stremate dal credit crunch, consumi in caduta libera e pressione fiscale da record mondiale, abbia disatteso sia la risoluzione del Parlamento che le istanze che il sistema delle imprese ha più volte sollecitato. Infatti il meccanismo che viene riproposto, a conti fatti, rende quasi impossibile alle imprese il recupero dei crediti. Si fa dunque appello al Parlamento affinchè il provvedimento definitivo possa rispondere effettivamente alle esigenze delle Pmi”.

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NEWS Fondata nel 2004, anche col sostegno di CNA Parma, ha costruito in Burundi un centro agroalimentare

Parmaalimenta: il cibo è un diritto di tutti T

ante persone, ogni giorno, attraversano via Garibaldi. Che sia per lavoro, per impegno o per svago, ai margini del loro sguardo scorrono case, negozi, edifici modesti e maestosi, importanti ed anonimi. Muri, mattoni e vetrine, numeri su numeri su numeri, moltitudini di citofoni con targhette ammassate le une alle altre.Tra quelle targhette, la scritta Parmaalimenta. Tra i palazzi intravisti con la coda dell’occhio, la sede operativa di una associazione energica, vitale, che non può e non vuole passare inosservata. È una realtà attiva da quasi dieci anni, impegnata in prima linea nella lotta alla fame e la promozione della collaborazione internazionale. Il suo lavoro si sviluppa in Burundi, soprattutto localizzato nei quartieri nord di Bujumbura,la capitale,dove ha permesso la costruzione di Maison Parma, un centro agroalimentare che costituisce il centro gravitazionale di un esteso progetto di supporto alla popolazione locale. Le preoccupazioni principali

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sono divenute quelle di garantire a tutti il cibo e dare una struttura solida a un’economia che, da sempre di sussistenza, è stata devastata dai conflitti. Quando si ha occasione di parlare con la presidente Silvia Marchelli, ideatrice, e factotum dell’associazione sin dalla prima ora, si percepisce immediatamente il grande entusiasmo di chi crede in ciò che fa e ama, unito alla competenza che viene dall’esperienza e dalla consapevolezza della serietà dell’impegno preso. “Il vero problema – afferma – non è mai stato la mancanza di cibo all’interno del Paese, ma la mancanza della possibilità di accedervi da parte della maggioranza della popolazione. Ciò avveniva perché la guerra impediva la coltivazione diretta su cui si basava la loro economia di autoconsumo, non avendo possibilità di acquistarlo soprattutto a causa dell’impossibilità di gestire le altre problematiche, come le spese per le cure sanitarie e la chiusura dei mercati da parte delle forze politiche. È per permettere alla

popolazione l’autosufficienza che creiamo una cooperativa di consumatori e lavoriamo sul principio di filiera corta”. Proprio secondo questo principio, in netto anticipo rispetto alle dottrine economiche nazionali, già dal 2006 si è cominciato a riorganizzare gli scambi alimentari e promosso la formazione anche di altre cooperative, quelle agricole. Per far fronte alla distruzione delle infrastrutture causata dalla guerra, ci si è dotati di una cella frigorifera e di hangar che permettessero lo stoccaggio di riso, ortofrutta ed altro ancora, lavorando poi sulla commercializzazione, attraverso una boutique di vendita, e sull’indotto. Dalla visione del premio Nobel Yunus, è stata fondata una banca di microcredito, in un mondo in cui un prestito di 50 euro può decidere dell’avvio di un’impresa, dell’indipendenza di intere famiglie, della

sottrazione all’indigenza. Una banca che fa la differenza, con quasi 2000 persone sotto la soglia di povertà che grazie ad essa hanno preso il futuro nelle proprie mani. In un’epoca in cui la donazione fine a sé stessa è di moda, Parmaalimenta ha puntato immediatamente, con lungimiranza, sull’azione sul campo, lo sviluppo delle competenze e la strutturazione di sistema. È riuscita ad ottimizzare i pochi fondi a disposizione, finanziando nel tempo la banca delle sementi per la gestione delle colture stagionali, l’installazione di un laboratorio per la ricerca e centri di trasformazione alimentare, quella delle nuove cisterne per l’acqua. Maison Parma sorge in periferia, ai margini, una scelta che diventa simbolo di un’intera visione cosmologica. Ma l’acquedotto, lì, arriva a fatica, e la fornitura di energia elettrica è intermittente. Dove manca l’acqua,


NEWS dove non c’è luce, è inesistente anche la spinta necessaria alla partenza e così uno degli sforzi più recenti è proprio stato quello dello studio di un sistema di batterie di accumulo, i nuovi

blocchi che si andranno ad affiancare al“vecchio”generatore elettrico a gasolio. Tutto viene gestito direttamente da personale burundese, con cui la sede di Parma si mantiene in contatto giornaliero attraver-

so l’utilizzo di un collegamento skype attraverso la rete satellitare. La stretta collaborazione, l’incentivazione dei progetti e la condivisione di conoscenze e tecnologie, sono sempre finalizzate all’autosviluppo della popolazione locale, alla formazione e alla gestione partecipata di conoscenza e produzione. Ciò che è davvero fondamentale è l’appropriatezza degli aiuti e la loro sostenibilità nel tempo. La distribuzione dei fertilizzanti chimici ad esempio è limitata non solo per ragioni economiche ed ecologiche, ma anche per evitarne una pericolosa dipendenza agli operatori agricoli. E così, tante le attività, tanti sono gli elementi di complessità e le delicatezze da avere. Progetto indispensabile, il centro di formazione e di riabilitazione nutrizionale (finanziato lo scorso anno attraverso i regali di Natale Parmaalimenta) coinvolge l’ospedale di Parma, la pediatria, in particolare, nel percorso formativo di 30 donne che si occuperanno poi della divulgazione all’interno della comunità delle corrette metodologie di nutrizione di bambini e madri, promuovendo anche un confronto diretto tra gli stessi genitori e le loro soluzioni di approccio alle diverse problematiche.

Una popolazione che mangia meglio è una popolazione che si ammala meno, è più ricca e vive di più. “Per ora siamo a un quarto del progetto iniziale - prosegue Silvia Marchelli - ma nel corso degli anni Parmaalimenta ha già conquistato diversi traguardi e ottenuto molti riconoscimenti internazionali”. A partire dal Ministero degli Esteri sono stati aperti partnerariati con altri organismi operanti in Burundi, come la FAO l’IFAD e l’UNICEF, la Delegazione dell’Unione Europea ed i vari Dipartimenti di Cooperazione Internazionale. Una Convenzione Generale di Cooperazione è stata siglata con il Governo della Repubblica del Burundi ed un Accordo di Cooperazione tra gli enti governativi di Parma e Burundi è stato promosso dalla stessa associazione, che viene finanziata tra l’altro anche dai territori francesi della Loira. Tantissimi, insomma, i partner istituzionali e non, ed i collegamenti con governi, ambasciate, comuni, province, che sempre più tendono ad allargarsi ed infittirsi. In questa vera e propria impresa la CNA di Parma, tra i soci fondatori, ha sempre svolto un ruolo di rilievo con il coinvolgimento delle piccole-medie

imprese associate, e ancor più fondamentale diventa oggi la sua funzione amministrativa. Ogni collegamento con ciascun organo necessita una rendicontazione molto attenta, una contabilità via via più complessa e di un’assoluta precisione. Il trasferimento di larga parte dell’amministrazione a Parma è stata effettuata proprio in virtù della crescita dell’associazione all’interno del panorama internazionale, che ha reso essenziale la presenza di un forte controllo da parte nostra. “È particolarmente importante che le capacità organizzative dei nostri concittadini vengano messe in gioco – conclude Silvia – tutto va controllato e seguito come se fosse fatto in Italia”. Il Centro è stato insignito del premio europeo per il miglior progetto di cooperazione per la sicurezza alimentare,e continua a ricevere le visite di gruppi di tutti il mondo, dall’Olanda alla Cina, che con ben altri capitali a disposizione si muovono per trarre insegnamento dalla sua capacità di impatto sul suolo africano. In un Paese che, ben lontano dall’essere un vuoto a perdere, rappresenta un tesoro di risorse materiali, di energie umane e una grandissima opportunità di crescita comune.

Nella foto al centro Silvia Marchelli e il rappresentante legale in Burundi con due membri del Pam. A sinistra in basso: l’essicazione del riso. Qui di fianco il cortile. Sopra a destra: la formazione.

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NEWS Migliaia le attività professionali non comprese negli ordini o negli albi

Riconosciuti per legge dopo 30 anni S

ono oltre 900 i professionisti delle Associazioni professionali coinvolte che si aggiungono ai 2800 già presenti nel sistema CNA dell’Emilia Romagna: in totale 3700 soggetti rappresentati. Da oggi i professionisti che svolgono attività non comprese negli ordini, nei collegi o negli albi dunque sono riconosciute per legge. Si tratta di nutrizionisti, chinesologi, osteopati, naturopati, tecnici emodialisi, bioingegneri, coach, operatori

omeosinergetici, tributaristi, periti e interpreti, per citarne solo alcuni. Una galassia di professioni fino ad oggi non regolamentate, alla quale CNA Professioni ha voluto dare voce e rappresentanza, avviando nell’ultimo anno un intenso confronto con i parlamentari che ha portato all’approvazione della legge n. 4 del 14 gennaio 2013: “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in Ordini e Collegi”, in vigore dal 10 febbraio scorso.

“Dopo 30 anni è arrivato finalmente il riconoscimento per tante attività professionali vitali per il funzionamento della nostra economia e della nostra società”. Lo sottolinea Elisa Muratori coordinatrice di CNA Professioni Emilia Romagna. “Un risultato storico, un passo decisivo che contribuisce alla costruzione di un sistema professionale pienamente rispondente ai principi e ai criteri richiamati dall’Unione Europea nella Strategia di Lisbona; prima di tutto quelli della conoscenza e della formazione, ai quali devono uniformarsi tutti i soggetti che operano nel mercato, dando garanzie e certezze al cittadino-consumatore”. “Un segnale forte di modernizzazione e di liberalizzazione – come spiega il presidente nazionale di CNA Professioni Giorgio Berloffa - di cui il Paese aveva profondamente bisogno per ritornare a crescere. Ora il nostro impegno è quello di spiegare ai professionisti le ricadute operative evidenziando i cambiamenti e le novità per il loro lavoro”. Con questo obiettivo CNA Emilia Romagna ha organizzato una serie di incontri presso le sedi delle CNA provinciali.

LE nuove regole per la climatizzazione

regole in materia di manutenzione, esercizio, conduzione, controllo e ispezione, sia degli impianti per la climatizzazione invernale che per la climatizzazione estiva (e questa è una novità). Per quanto concerne le ispezioni la competenza passerà in toto alle regioni (mentre attualmente è in capo ai comuni con popolazioni superiore ai 40.000 abitanti e alle province per quelli con popolazione inferiore). Il nuovo DPR innova anche su molti

altri punti: dalla nomina del terzo responsabile (non più possibile per gli impianti non a norma a meno che contestualmente non si affidi anche l’incarico per la messa a norma), ai valori massimi di temperatura, e altri punti che verranno affrontati nel corso dell’incontro. Per illustrare in anteprima il nuovo DPR l’Unione Installazione e Impianti di CNA Parma ha organizzato il seminario: “Il nuovo DPR sugli Impianti Termici, Esercizio, Conduzione,

Nello scorso mese di febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo DPR di indubbio rilievo per la categoria. Il nuovo DPR, che nasce da una procedura d’infrazione comunitaria per il non completo recepimento di una Direttiva europea, incide sui Dpr 59/2009 e 412/93 e ridisegna le

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dal 2007 investimenti in caduta libera

Le imprese non hanno risorse proprie e le banche non prestano più soldi se non a tassi proibitivi. Anche per questo il sistema produttivo, da sempre banca-dipendente, si sta fermando e la ripresa non si vede. è quanto emerge da un’analisi realizzata dal Centro Studi della CNA, recentemente pubblicata sul quotidiano “La Repubblica”, da cui si evince che dal 2007 ad oggi si sono persi, in termini reali, 6,7 miliardi di investimenti, il che, in termini di impresa, significa meno innovazione e meno produttività, ridimensionamento delle aziende, riduzione della manodopera e perdita di competitività. È quindi l’economia reale che si spegne e non riesce più a scommettere sul futuro. La ricerca sottolinea un dato scottante: nel 2007 gli investimenti realizzati dall’intero sistema produttivo italiano (escludendo dunque le famiglie, le banche e le società finanziarie) ammontavano a 43 miliardi e 460 milioni di euro. Nel 2012 sono precipitati a 36.768 milioni. Ogni giorno la spesa per investimenti si è dunque ridotta di 3,7 milioni rispetto a quella del 2007. La ricerca individua anche le ragioni di questo per certi versi “sconcertante” dato: un mix micidiale costituito dal crollo della domanda interna, dal credit crunch, da un peso fiscale da record, dalle regole imposte con Basilea III.

Manutenzione, Controllo, Ispezione degli impianti di Riscaldamento e di Condizionamento” che si è tenuto lunedì 8 aprile 2013, alle ore 18,30 presso la Sala riunioni di CNA Parma in Via La Spezia 52/a. Ad illustrare i contenuti del nuovo decreto sarà l’Ing Moreno Barbani Responsabile CNA Impianti Emilia romagna. Al termine della relazione si sono succedute una serie di domande e chiarimenti da parte del dei numerosi partecipanti


NEWS Introdotta dalla nuova “Riforma del mercato del Lavoro” l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASPI)

Dall’Inps le regole per il contributo di licenziamento licenziamenti effettuati in conseguenza di cambi di appalto e nel settore delle costruzioni edili, per completamento o chiusura del cantiere.

L

a “Riforma del merc a to d e l l avo ro” (legge n. 92/2012) ha introdotto, a partire dal 1° gennaio 2013, un nuovo contributo a finanziamento della Assicurazione Sociale per l’Impiego (di seguito ASPI), noto come contributo di licenziamento. L’INPS ha recentemente fornito le istruzioni operative per il calcolo e il versamento del nuovo “contributo di licenziamento”, alla luce delle quali si riepiloga, anche se permangono ancora alcuni punti dubbi, la normativa e i maggiori costi che i datori di lavoro sosterranno. Il contributo di licenziamento è una somma a esclusivo carico del datore di lavoro che risolve, per qualsiasi causa, un rapporto di lavoro a tempo indeterminato che dia teoricamente diritto al lavoratore, indipendentemente quindi dal requisito contributivo a percepire la nuova indennità Aspi o Mini AspI. Il contributo è dovuto nei casi di: - interruzione di un rapporto a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti (incluso il recesso esercitato dal datore di lavoro al termine del periodo di formazione) - risoluzioni consensuali con-

ciliate presso la DTL nell’ambito della procedura prevista dall’art. 7 L. n. 604/66 riservata alle imprese che occupano mediamente più di 15 dipendenti - risoluzioni consensuali conseguenti a trasferimento del lavoratore ad altra sede distante più di 50 km e/o raggiungibile in più di 80 minuti - dimissioni per giusta causa - dimissioni intervenute durante il periodo tutelato della maternità (da 300 giorni prima della data presunta del parto e fino al compimento di un anno di età del bambino) Il contributo non è dovuto: - per dimissione del lavoratore (per ipotesi diverse da quelle di cui al punto precedente) - per risoluzione consensuale del rapporto di lavoro (per ipotesi diverse da quelle di cui al punto precedente) - per decesso del lavoratore - fino al 31/12/2016 per le procedure di messa in mobilità avviate sia sensi dell’art. 4 (dopo un periodo di cassa integrazione straordinaria) sia ai sensi dell’art. 24 (licenziamento di almeno 5 lavoratori nell’arco di 120 giorni) dalle imprese rientranti nel campo di applicazione della mobilità (soggette al contributo dell’indennità di mobilità) - nel periodo 2013/2015 per i

Importo da pagare Il contributo di licenziamento è pari al 41% del massimale mensile ASPI (il massimale per il 2013 è di euro 1.180,00 e sarà rivalutato annualmente) per ogni 12 mesi di anzianità aziendale, fino ad un massimo di 36 mesi. Per l’anno 2013 l’importo è pari a: euro (1.180,00 x 41%) = 483,80 per ogni anno di anzianità, L’importo diventa pari a euro1.451,00 euro per un rapporto di durata di 3 o più anni. È stato precisato che il contributo è dovuto: - in misura intera a prescindere dalla tipologia del rapporto (full time o part-time) - per i rapporti di lavoro di durata inferiore a 12 mesi (ma anche 24 o 36 mesi) il contributo va determinato con riferimento al numero di mesi di durata del rapporto. Va considerato mese intero quello superiore a 15 giorni - nell’anzianità aziendale si computa anche l’eventuale rapporto a tempo determinato trasformato senza interruzione o che abbia dato

luogo alla restituzione del contributo ASpI dell’1,40% (si tratta del nuovo contributo obbligatorio a decorrere dal 1° gennaio 2013 per tutti i rapporti a tempo determinato). Non si tiene conto del periodo di congedo straordinario per gravi patologie dei familiari (art. 42, 5° comma D.Lgs. 151/01). Quando e come pagare Il pagamento deve avvenire in unica soluzione (non sono infatti previste rate) usando l’Uniemens del mese successivo a quello in cui si è interrotto l rapporto di lavoro. Per rapporti che si sono interrotti nei periodi di paga da gennaio a marzo 2013, il versamento del contributo deve essere effettuato, senza somme aggiuntive, entro il 16 giugno 2013. Sanzioni Essendo un contributo obbligatorio, il mancato versamento comporta l’applicazione della disciplina sanzionatoria prevista dall’INPS nei casi di omesso o tardivo versamento dei contributi obbligatori (es. applicazione di sanzioni civili; eventuale DURC irregolare ecc...). Gli uffici CNA sono a disposizione per tutti i chiarimenti necessari.

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NEWS Pellegrino Parmense: nell’occasione è stato premiato Adolfo Baratta

Celebrato il patrono degli artigiani a lezione dalle sorelle fontana

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gni anno, la domenica successiva al 19 marzo, a Pellegrino Parmense si festeggia il patrono degli artigiani San Giuseppe: un’icona che la tradizione ci ha tramandato con l’immagine del Santo falegname artigiano. L’occasione si è presentata domenica 24 marzo con il tradizionale “Pranzo degli Artigiani” di Pellegrino Parmense dedicato a San Giuseppe, celebrato quale patrono sia degli artigiani che del paese. Il ritrovo, presso il Ristorante Lago Blu di Ceriato di Pellegrino Parmense, ha visto la presenza di quasi cinquanta partecipanti tra artigiani, attivi e pensionati, del territorio dei comuni di Pellegrino e di Bore. Nonostante il periodo di grave crisi economica che colpisce sia le aziende che le amministrazioni locali e gli scenari ancora poco chiari circa il futuro dei picco-

li comuni di montagna che riserva l’attuale situazione di trasformazione istituzionale, si è voluto comunque festeggiare insieme, in modo conviviale, il Santo protettore e guardare con speranza al futuro. Tra le autorità che hanno voluto presenziare alla ricorrenza, oltre al Presidente provinciale di CNA Parma Gualtiero Ghirardi, sono stati graditi ospiti i rappre-

sentanti dell’Amministrazione locale di Pellegrino Parmense: il Sindaco Enrico Pirroni, il Vicesindaco Emanuele Pedrazzi e l’Assessore ai Tributi e Protezione Civile Angelo Belli. Presente il parroco della Parrocchia di Pellegrino, reverendo don Romano Marani. Nell’occasione è stato premiato con una targa ricordo della CNA di Parma Adolfo Baratta, artigiano che ha concluso la propria attività alla fine del 2012, dopo decenni di impegno nell’impresa individuale di movimento terra e lavori di edilizia, mentre Giorgio Volpi, assente per motivi personali, verrà premiato con la consegna della targa in una prossima occasione. Foto in alto: la consegna della targa ad Adolfo Baratta. Qui di fianco un momento del convivio

rifiuti: il mud entro il 30 aprile Nonostante l’introduzione del SISTRI (Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti) che, dando vita a una tracciabilità informatizzata continua dei rifiuti, avrebbe dovuto mandare in pensione il MUD, una serie di incertezze, ritardi e proroghe da parte del Minister o ha nei fatti impedito l’avvio del nuovo metodo, mettendo in seria difficoltà

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le imprese. Ora la partenza ufficiale del SISTRI è rinviata al 30 giugno, un posticipo che si era già verificato lo scorso anno e che evidenzia l’incertezza sull’effettiva entrata in operatività del nuovo sistema. Pertanto per il 2013 le aziende dovranno presentare ancora i dati relativi alla produzione e alla gestione dei rifiuti nel 2012 con il sistema MUD entro il 30 aprile. Ci sono però alcune novità. Sparisce la dichiarazione su CD; le denunce vanno presentate solo su supporto cartaceo

o per via telematica. La spedizione cartacea per raccomandata è possibile solo per aziende che producono non più di 7 tipi di rifiuti. Tutte le altre dovranno presentare la dichiarazione telematica, dotandosi quindi di un dispositivo per la firma elettronica. Torna l’obbligo della dichiarazione per trasportatori e intermediari. Anche i Comuni dovranno effettuare ancora per il 2012 la dichiarazione MUD utilizzando il portale www. mudcomuni.it.

Un gruppo di sarte e stiliste associate a CNA Federmoda Parma si è recata in visita il 14 Marzo presso la Fondazione Micol Fontana, a pochi metri da Piazza di Spagna nei locali che un tempo ospitarono l’Atelier delle Sorelle Fontana che con il loro stile ancora oggi attualissimo, segnarono un’epoca. Un aggiornamento importante per le nostre piccole realtà di Parma che mai come in questo periodo hanno bisogno di allargare i propri orizzonti e di investire sulla formazione. Durante il seminario il gruppo CNA Federmoda di Parma ha avuto modo di ripercorrere la storia dell’Alta Moda, dalla partenze delle tre Sorelle Fontana da Traversetolo a Roma, ai primi abiti confezionati tutti a mano, su misura per alcune celebrità come Linda Christian, Ava Gardner Liz Taylor, Audrey Hepburn, Barbara Stanwyck, Jaquelin Kennedy. Oltre alla parte teorica c’è stato un momento di lavoro operativo durante il quale le nostre sarte hanno potuto vedere i figurini originali conservati negli archivi storici, studiarne le tecniche grafiche e prenderne spunto per tradurle in idee rivolte alla realtà attuale. Hanno potuto quindi esercitarsi nella creazione di bozzetti sotto la guida di una Insegnate che ha lavorato a fianco delle Sorelle Fontana e “toccare con mano” i numerosi campioni di tessuto messi a disposizione dalla Fondazione Al termine del seminario è stato assegnato loro un attestato di frequenza.


NEWS In attesa dell’autorizzazione della Banca d’Italia, l’Istituto organizza corsi su credito e finanza

Banca di Parma punta sulla formazione dei soci U

no degli obiettivi di Banca di Parma – Credito Cooperativo è di operare a favore dei propri soci, per questo per l’istituto di credito è molto importante avere soci e clienti in grado di collaborare e la conoscenza costituisce la base per questo apporto. Di qui, l’organizzazione di una serie d’incontri formativi su credito e finanza nell’autunno scorso. Il successo dell’iniziativa è stato tale (oltre 90 iscritti) che i vertici di Banca di Parma hanno pensato di ripetere l’esperienza. «Se la finanza è prima di tutto un servizio, un mezzo e non un fine – ha spiegato il presidente di Banca di Parma Alfredo

Alessandrini - allora alla base di questa impostazione vi è un rapporto non asimmetrico fra banca e cliente . Perché si crei una corrispondenza reale è indispensabile che il cliente sia informato e a conoscenza degli elementi di base, sia dei prodotti di raccolta che d’impiego. La ragione stessa della nascita della Banca – ha proseguito Alessandrini - sta in questo collegamento continuo con i soci e con il territorio. Un rapporto che ha già visto importanti sviluppi attraverso i convegni tematici di approfondimento che abbiamo promosso. Questo è lo spirito, il senso stesso della particolarità, della diversità di Banca di

Parma. Abbiamo potuto realizzare queste attività grazie al sostegno fondamentale degli sponsor, da sempre vicini al nostro lavoro e alle occasioni di comunicazione pubblica». Aspettando dunque l’autorizzazione di Banca d’Italia all’avvio dell’attività bancaria e all’apertura della sede che sarà collocata in via Tanara, questo primo esempio dello stretto rapporto che s’instaurerà fra la banca e i soci, nella tradizione tipica delle banche di credito cooperativo, avrà un seguito costante in futuro. Daniele Quadrelli, direttore Federazione Bcc Emilia Romagna, in una recente intervista ha dichiarato che è ragionevole pensare all’apertura

dello sportello nel prossimo autunno. Nel frattempo è quasi ultimata anche la sede, progettata dall’architetto Aldo Cozzi con la direzione tecnica dell’ingegnere Marco Montani e l’esecuzione dei lavori di Galloni & Marella. Semplice ma funzionale, il progetto punta a creare un modello da replicare anche nelle eventuali filiali future. Fra le recenti novità anche il nuovo sito internet che punta a uniformare la grafica a quella già impiegata in altri strumenti di comunicazione, come la newsletter e agevolare l’utente nel trovare facilmente le informazioni più significative. Nasce così un sito più semplice, a portale che accompagnerà questa fase autorizzativa, fino all’apertura della sede. Intanto i vertici della Banca continuano a ricevere richieste di persone che chiedono la possibilità di diventare soci (quota minima 1.000 euro, quota massima 50.000 euro). Per questa ragione è stata fatta una lista di attesa che consente di organizzare al meglio l’attività e di rispettare l’ordine di ricezione delle richieste.

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NEWS I 24 milioni previsti dal decreto sono suddivisi su cinque diversi obiettivi

Incentivi per intermodalità e Euro 6

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l ministero dei Trasporti ha emanato il decreto attuativo che eroga 24 milioni di euro per contributi destinati all’acquisto di veicoli pesanti con motore Euro 6, la rottamazione di rimorchi e semirimorchi, l’acquisizione di equipaggiamenti intermodali e di sistemi elettronici per la gestione delle flotte e l’aggregazione tra imprese. Il provvedimento è uno dei tre relativi all’innovazione dell’autotrasporto che danno corpo al decreto interministeriale del 13 marzo 2013 relativo all’erogazione del contributo di 400 milioni stanziato dal Governo per l’anno in corso. I 24 milioni sono suddivisi su cinque diversi obiettivi: Acquisto di veicoli industriali con massa superiore a 11,5 tonnellate equipaggiati con motore Euro 6. In questo caso, l’erogazione del contributo avviene tramite contributo diretto e vale solo per gli acquisti effettuati tra la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ed il 31 dicembre 2013 (dopo, l’Euro 6 sarà obbligatorio per legge). Il testo precisa che non saranno presi in considerazio-

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ne veicoli acquistati all’estero e reimatricolati in Italia, anche se a chilometri zero. L’importo per singola unità è pari a 7000 euro (ossia il 60% del sovrapprezzo dell’Euro 6 rispetto all’Euro 5). Rinnovo del parco dei veicoli trainati – rimorchi e semirimorchi – attraverso la rottamazione di unità più vecchie di dieci anni e il contestuale acquisto di unità nuove adibite al trasporto di container o casse mobili di categoria O4, a condizione che siano equipaggiate con sistema di frenata elettronica EBS. Il contributo è pari al 25% del costo di acquisizione (se i veicoli hanno EBS) e vale solo per gli acquisti effettuati tra la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ed il 31 dicembre 2013. Acquisto di beni destinati al trasporto intermodale, ossia combinato strada-mare o strada-rotaia. L’elenco degli equipaggiamenti comprende container, casse mobili, mezzi per la movimentazione ed il sollevamento delle unità intermodali, semirimorchi per il combinato ferroviario che rispondono alla normativa

UIC 596-5. Il contributo è pari al 20% del costo di acquisizione e vale solo per gli acquisti effettuati tra la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ed il 31 dicembre 2013. Realizzazione, anche in forma aggregata, di progetti d’investimento per l’ammodernamento tecnologico delle imprese di autotrasporto destinati ad aumentare la sicurezza e la salvaguardia ambientale. Tra questi, il decreto comprende anche i sistemi elettronici che registrano l’attività del veicolo. Il contributo è pari al 20% del costo di acquisizione e vale solo per gli acquisti effettuati tra la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ed il 31 dicembre 2013. Investimenti per l’elaborazione e l’attuazione in forma aggregata di progetti tra imprese di trasporto e logistica. In questo caso, il contributo copre le spese di consulenza, amministrative e notarili relative alla realizzazione dell’aggregazione. Il contributo è pari al 50% della spesa sostenuta. Anche in questo caso vale solo per gli acquisti effettuati tra la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ed il 31 dicembre 2013. I contributi verranno erogati fino all’esaurimento dei 24 milioni di euro disponibili ed il ministero verificherà con aggiornamenti periodici le disponibilità residue, che saranno pubblicati sul sito web del ministero. I beneficiari sono tutte le imprese di autotrasporto per conto terzi regolarmente iscritte all’Albo degli Autotrasportatori. In tutti i casi, ogni

Parte il bando europeo marco polo Migliorare le prestazioni ambientali del sistema di trasporto europeo senza conseguenze negative per la coesione economica, sociale e territoriale. è l’obiettivo del bando 2013 del programma europeo Marco Polo II 2007-2013, che dal 2007 finanzia progetti che privilegiano il trasporto marittimo, ferroviario e su vie navigabili interne rispetto a quello su strada. Le risorse stanziate per quest’anno ammontano a 66,7 milioni di euro. Il programma prevede azioni di sostegno destinate al settore del trasporto merci, della logistica e ad altri mercati rilevanti, volte a ridurre la congestione stradale, migliorare le prestazioni ambientali del sistema di trasporto, potenziare il trasporto intermodale. Il bando resterà aperto fino al 23 agosto 2013.

singola impresa non potrà ottenere una summa superiore all’1,5% di quella totale per l’acquisto di veicoli Euro 6 e del 2,5% negli altri casi. Le domande devono essere presentate esclusivamente attraverso il modulo allegato al decreto e vanno inviate al Dipartimento dei Trasporti terrestri del ministero dei Trasporti. Quest’ultimo, dopo la fase istruttoria compilerà una graduatoria per l’erogazione dei contributi. L’Ufficio di CNA Fita provinciale è a disposizione per qualsiasi chiarimento e supporto alla compilazione della domanda. Daniela Ottelli responsabile CNA Fita provinciale Tel. 0521 619516 E-mail: dottelli@cnaparma.it


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NEWS Ad aprile la Marai Mec compie sessant’anni

Tantissimi auguri! A

prile ci porta ancora la soddisfazione di poter festeggiare un’azienda che taglia il traguardo dei sessant’anni. Si tratta della Marai Mec di Marai Claudio di via Londra 18/a a Parma, lavorazione meccaniche conto terzi. Anche questo mese sono numerose le imprese che entrano negli «anta». 60 anni di attività • Marai Mec di Marai Claudio Parma (CNA Produzione) 40 anni di attività • SAEL di lanzi Antonio & C Fidenza (CNA Installazione

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e Impianti) • Ferrari&Capelli di Capelli Stefano&C Sas Parma (CNA Installazione e Impianti) • Montelc di Castelli Gianpiero Parma (CNA Produzione) • Razzetti Giorgio Bedonia (CNA Produzione) • Mavilla Michele Parma (CNA Fita) 20 anni di attività • Termoidraulica Foresti di Cuoghi Stefano & C Salsomaggiore (CNA Installazione Impianti) • Bertoletti Maurizio Traversetolo (CNA Installazione e Impianti) • G.R. System srl Traversetolo

(CNA Installazione e Impianti) • Autosrvice srl Parma (CNA Servizi alla comunità) • Bonfanti Antonio Sant’Andrea Bagni (CNA Costruzioni) • Beltrami e Samy Alexandre Snc ingrosso dolciumi Sorbolo (CNA Alimentare) • Samuel Hair Look di Silvestri Samuel Fidenza (CNA Benessere e Sanità) • Autoscuola Anghinetti di Anghinetti Umberto & C Parma (CNA Fita)

10 anni di attività • Green Park Bar di Silvestri Danilo Brescello (CNA Alimentare) • SD Montaggi di Salvanelli Daniele Marzolara (CNA Produzione) • D.I.A. do Bola Dante & C Felino (CNA Costruzioni) • Un’idea da vestire di Barbara G elati Pieveottoville (CNA Federmoda) • Onoranze Funebri Sant’Ilario Srl di Pingani e F. Parma (CNA Fita).


NEWS

Gestione gas fluorurati ad effetto serra: ecco le sanzioni

S

ono state pubblicate le sanzioni relative al mancato rispetto delle disposizioni previste dal regolamento comunitario e dal decreto di applicazione in meri-

to alla gestione dei gas fluorurati ad effetto serra utilizzati a fini di raffreddamento e refrigerazione,inclusa l’aria condizionata. Sanzioni che sono applicabili già dal 12 aprile 2013.

Violazioni in materia di contenimento delle perdite (art. 3) Controlli e registri

Sanzioni (*)

Non effettuazione controlli con frequenza: 1. annuale per applicazioni con 3 kg o più di gas; 2. semestrale per applicazioni contenenti 30 kg o più di gas (annuale se installato sistema rilevamento perdite); 3. trimestrale per applicazioni con 300 kg o più di gas (semestrale se installato sistema rilevamento perdite); 4. annuale per sistemi rilevamento perdite su impianti contenenti 300 kg.

Da 7.000 a 100.000 euro

Utilizzo di persone non certificate per controllo perdite di impianti di cui ai precedenti punti 1, 2, 3.

Da 10.000 a 100.000 euro

Non tenuta o tenuta incompleta o inesatta del registro dell’apparecchiatura o del sistema; Registri apparecchiature/sistemi antincendio non conformi al formato dei modelli del D.P.R. 43/2012.

Da 7.000 a 100.000 euro

Mancata messa a disposizione delle autorità di controllo dei registri delle apparecchiature/ sistemi antincendio.

Da 500 a 5.000 euro

Violazioni degli obblighi delle imprese (art. 5 – 6 - 10) Controlli e comunicazioni

Sanzioni (*)

Utilizzo di personale non certificato per presa in consegna gas da attività di recupero e contenimento perdite.

Da 10.000 a 100.000 euro

Da 10.000 a 10.000 euro Imprese che operano su impianti di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore (Reg. CE 303/2007) o su sistemi antincendio (Reg. CE 304/2007) in assenza di certificato provvisorio/definitivo. Non iscrizione delle imprese al registro fgas.

Da 1.000 a 10.000 euro

Mancata comunicazione annuale, entro il 31 maggio, da parte degli operatori delle quantità di emissioni in atmosfera di fgas; Comunicazione annuale incompleta, inesatta o non conforme.

Da 1.000 a 10.000 euro

Violazioni degli obblighi di etichettatura di prodotti ed apparecchiature (art. 7) Etichettatura

Sanzioni (*)

Immissione sul mercato di: - prodotti ed apparecchiature di refrigerazione contenenti perfluorocarburi o preparati contenenti perfluorocarburi; - prodotti ed apparecchiature di refrigerazione e di condizionamento (diversi da quelli nei veicoli a motore), pompe di calore, sistemi di protezione antincendio, estintori contenenti idrofluorocarburi o preparati contenenti idrofluorocarburi; - commutatori contenenti esafluoruro di zolfo o preparati contenenti esafluoruro di zolfo; - contenitori per fgas; senza la necessaria etichettatura, o con etichettatura non conforme al Reg. CE n. 1494/2007.

Da 5.000 a 50.000 euro

Violazioni degli obblighi di immissione sul mercato (art. 9) Violazioni degli obblighi di produttori, importatori ed esportatori (art. 6) Comunicazioni

Sanzioni (*)

Mancata comunicazione annuale, entro il 31 marzo, delle quantità superiori a 1t prodotte, importate o esportate; Invio comunicazione incompleta, inesatta o non conforme a disposizioni del Reg. CE n. 1493/2007.

Da 1.000 a 10.000 euro

Immissione sul mercato

Sanzioni (*)

Immissione sul mercato di prodotti elencati nell’allegato II al Reg. CE n. 842/2006, in base alle modalità che vi sono riportate (divieti già attivi da diversi anni). Sono esclusi i prodotti con data di fabbricazione antecedente quella di entrata in vigore del relativo divieto.

Arresto da 3 a 9 mesi o ammenda da 50.000 a 150.000 euro

(*) Salvo che il fatto non costituisca reato

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NEWS i novant’anni della Stazione Sperimentale per l’industria delle Conserve Alimentari

SSICA: alla ricerca del futuro del cibo S

e il Prosciutto di Parma ha potuto conquistare il mercato statunitense, lo si deve anche a lei. Se sugli scaffali dei nostri supermercati si può trovare un succo di frutta che “sa davvero” di frutta, lo si deve anche a lei.Se i consumatori aprono una scatoletta di tonno o una confezione di prosciutto cotto sottovuoto sapendo che possono gustarli in tutta sicurezza, lo dobbiamo anche a lei. In definitiva, se l’industria agroalimentare italiana svolge oggi il ruolo che le spetta, lo si deve anche a lei. “Lei”è la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (SSICA): ha sede a un passo dal centro di Parma e da quasi un secolo promuove il progresso scientifico, tecnico e tecnologico dell’industria conserviera italiana per i settori frutta, ortaggi, carni e pesce attraverso attività di ricerca applicata, consulenza, formazione e divulgazione. L’istituzione - che

varata la nuova NUOVA GIUNTA La Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari è divenuta nel 2010 Azienda Speciale della Camera di Commercio di Parma. Il 20 marzo 2013, nel pomeriggio stesso dell’incontro “La ricerca per l’eccellenza dell’agroalimentare” si è insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione della Stazione: ad Andrea Zanlari, Presidente della SSICA dal 2010, si sono quindi aggiunti i consiglieri Gian Paolo Lombardo, Aldo Radice, Simone Legnani e Francesco Mutti.

nel 2010 è divenuta Azienda Speciale della Camera di Commercio di Parma - ha da poco superato il traguardo dei primi novant’anni di attività. Sono infatti gli ultimi anni dell’Ottocento quando la Camera di Commercio di Parma, facendosi interprete delle nuove esigenze del territorio,

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si attiva insieme ad altre istituzioni locali per la creazione di un istituto sperimentale di ricerca a supporto dell’emergente industria agroalimentare. Questo cammino complesso si concretizzerà nel primo dopoguerra: la Stazione Sperimentale viene istituita il 2 luglio 1922 ed entra in funzione nell’anno successi-

“Sono state scoraggianti, commoventi, le parole pronunciate dal Presidente Giorgio Napolitano il 20 febbraio, un

“Bisogna puntare nuovamente su ciò che Settis ha definito la cultura della cultura” Giorgio Marbach, Rettore dell’Universitas Mercatorum

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mese fa: «Quello della ricerca scientifica è uno dei temi su cui mi sono personalmente impegnato, ma hanno vinto le resistenze». In effetti c’è ben poco da stare allegri: se Finlandia e Svezia investono rispettivamente il 3,8% e il 3,4 del PIL in ricerca e sviluppo, l’Italia impiega l’1,3%. Anche le imprese – che pure sostengono il 54% degli investimenti complessivi – sono fanalino di coda a livello mondiale: due multinazionali svizzere come Novartis e La Roche investono, da sole, più di tutto il settore privato italiano. Il problema è ben più che economico, è culturale: la scienza non è uno stabilimento che sforna “prodotti”, ma un processo cognitivo e sociale. Bisogna puntare nuovamente su quella che Salvatore Settis ha chiamato “la cultura della cultura” e occorre avere il coraggio di finanziare la ricerca pura. è un istinto primordiale dell’uomo, soffocando il quale tarpiamo le ali ad ogni possibilità di sviluppo e crescita di questo Paese”.

vo. Fin dalla sua creazione l’istituzione è finanziata attraverso un contributo obbligatorio delle aziende italiane del settore:oggi le ditte a cui la Stazione rivolge i propri servizi sono circa 2900, distribuite in tutte le regioni italiane e operanti nei settori di conserve di carne e vegetali, surgelati e specialità, conserve


NEWS ittiche, estratti e dadi per brodo. Con il suo personale specializzato e i suoi laboratori all’avanguardia, la Stazione si colloca tra le più importanti istituzioni di ricerca applicata nel settore della conservazione degli alimenti in Europa e nel mondo: ancora, come da sempre,“alla ricerca del futuro”. Per festeggiare i suoi primi novant’anni mercoledì 20 marzo 2013 la Stazione e la Camera di Commercio hanno organizzato l’incontro “La ricerca per l’eccellenza dell’agroalimentare ”.“Oggi celebriamo i 90 anni del più antico ed autorevole istituto di ricerca sperimentale per l’agroalimentare in Italia” ha affermato Andrea Zanlari, Presidente della Stazione Sperimentale, che ha aperto gli interventi dei relatori.“Seppure in un momento di festa, non possiamo ignorare le difficoltà economiche che il Paese sta attraversando, e che stanno gravando soprattutto sulla piccola e media impresa. Quella di oggi è, proprio come quella che connotava gli anni della fondazione della Stazione, una situazione difficile: da cui si potrà uscire, come allora, solo rifondando la ricerca per l’agroalimentare.Il“Sistema Italia” potrà riconquistare, all’insegna della qualità, i suoi spazi nello scenario internazionale. La Stazione Sperimentale saprà confermarsi un pilastro nell’ambito agroalimentare e il suo lavoro permetterà alle imprese di aprire, proprio con l’alta qualità dei prodotti, nuove opportunità e nuovi mercati”. La parola è passata quindi allo storico Giancarlo Gonizzi, che ha ripercorso le vicende della ricerca per l’agroalimentare seguendo

IL LIBRO “ALLA RICERCA DEL FUTURO” Il volume “Alla ricerca del futuro” - scritto da Maria Gloria Attolini, Marta Dall’Orto e Andrea Zanlari, con la supervisione di Giancarlo Gonizzi ed edito da Edicta - è frutto di un accurato studio negli archivi della Stazione Sperimentale e ricostruisce le vicende che negli ultimi anni dell’Ottocento portano alla fondazione della Stazione, quando la Camera di Commercio di Parma si attiva insieme ad altre istituzioni locali per la creazione di un istituto sperimentale di ricerca a supporto dell’emergente industria agroalimentare. è disponibile in formato pdf sul sito www.ssica.it

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“Per uscire dalla crisi? Occorre passare ad una visione micro” Giuseppe Tripoli, Capo Dip. per l’Impresa e l’Internazionalizz. del Ministero dello Sviluppo Economico

il fil rouge del costante rapporto tra storia e innovazione che le pervade. A Giorgio Marbach, Rettore dell’Universitas Mercatorum, è spettata una riflessione più complessiva sulla ricerca scientifica in Italia; è seguito quindi l’intervento di Claudio Gagliardi, Segretario Generale di Unioncamere, sulle Stazioni Sperimentali e il ruolo delle Camere di Commercio per la ricerca.Infine Giuseppe Tripoli, Capo Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione del Ministero dello

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“La rete delle Camere di Commercio è prima attrice nel promuovere innovazione sul territorio” Claudio Gagliardi, Segretario Generale di Unioncamere

“In Italia c’è davvero ancora molto da fare per sostenere la ricerca: in termini di qualità delle risorse umane, di agevolazioni fiscali, di internazionalizzazione, di contrasto alla contraffazione, di istruzione tecnico-professionale. Quella che viviamo è una situazione senza dubbio frastornante, da cui si può uscire solo passando da una visione “macro” ad una “micro”: occorre puntare sulle responsabilità di ogni attore, dal più grande al più piccolo, sulle occasioni di “ben fare” di ognuno di noi. Si va avanti solo se ognuno, nel suo micro-contesto (la Stazione Sperimentale, la Camera di Commercio, gli operatori, il Governo, gli imprenditori), dà il proprio miglior contributo. La situazione della Stazione Sperimentale è un importante banco di prova in questo senso: se continuerà a svolgere il ruolo nazionale che le compete, questo andrà a vantaggio dell’intera filiera agroalimentare italiana; e l’unico modo perché assolva questo compito è che resti un punto di eccellenza, che faccia dell’eccellenza il leit motiv della propria attività”.

Sviluppo Economico, ha chiuso l’incontro con una riflessione sul ruolo della ricerca scientifica applicata nel processo di crescita del Paese. La giornata – che si è conclusa con una visita guidata ai laboratori della Stazione - è anche l’occasione di presentare il volume “Alla ricerca del futuro”,scritto da Gloria Attolini, Marta Dall’Orto e Andrea Zanlari con la supervisione di Giancarlo Gonizzi ed edito da Edicta, frutto di un accurato studio negli archivi della Stazione.

“Dal passato si possono trarre lezioni utili per gestire il presente, è una buona regola che vale anche per i temi che trattiamo oggi. In Italia le prime stazioni sperimentali nascono in un momento di crisi – creata peraltro, anche allora, dai mercati internazionali - per le imprese, per i territori, per lo sviluppo dei settori. La risposta al problema, a quei tempi, è stata assai coraggiosa e lungimirante: “Facciamo rete e progettiamo le nostre produzioni, mettiamoci insieme e e rilanciamo i nostri prodotti attraverso la ricerca”. Oggi possiamo affermare senza timore di essere smentiti che quella è stata una risposta vincente. E oggi dobbiamo tornare a ragionare esattamente nello stesso modo; con la riforma del 2010 le Camere di Commercio sono chiamate ad essere primi soggetti attivi in questo senso, sono chiamate ad essere attori promotori dell’innovazione e del trasferimento tecnologico sul territorio. È un grande dovere nei confronti di tutte le imprese: lo stiamo compiendo con assiduo impegno, utilizzando a questo scompo la rete già fitta che compone tutte le Camere del Paese”.

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ZOOM

“Cioccolato Vero” conquista la Piazza Ancora un successo per la più dolce rassegna ospitata nel cuore del centro storico di Parma

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er il quinto anno, il cioccolato ha avuto le sue giornate trionfali nel cuore della nostra città. Gusto, profumi, dolcezza, amaro, gioia per gli occhi e per il palato sono state le irripetibili sensazioni che la quinta edizione di “Cioccolato Vero” ha trasmesso a tutti coloro che tra il 23 e il 25 marzo hanno avuto la fortuna di passare o, meglio ancora, sostare in Piazza Garibalidi dove tredici stand e i loro magici cioccolatieri, tra i quali i “nostrani” Biolzi di Bedonia, Bergamaschi di Noceto e Zanlari di Parma, hanno creato un’atmosfera unica. Buon gusto e fantasia è stato il connubio che ha accompagnato i visitatori per tutta la durata dell’evento, ma avendo come denominatore comune il cioccolato: dagli spaghetti allo“zoo”di animaletti, dalle uova pasquali di ogni dimensione e guarnizione, al cioccolato da passeggio, da stravaganti strumenti musicali alle classiche barrette, ma con aromi ed essenze fascinose.

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ZOOM Al taglio del nastro di sabato il presidente di CNA Parma Ghirardi ha voluto sottolineare come l’iniziativa, oltre a creare un clima di dolcezza, vuol essere una vetrina per quegli artigiani che, come i cioccolatieri, fanno della qualità e della loro maestria, un’arte che rappresenta ed onora il nostro Paese all’estero. Ospiti graditi tra gli stand sono stati il Sindaco Federico Pizzarotti il quale ha particolarmente apprezzato l’alta qualità messa in campo da tutti i cioccolatieri, l’assessore al Commercio Cristiano Casa, l’assessore al bilancio della Provincia Roberto Zannoni, il presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari. Come sempre l’organizzazione è stata della CNA di Parma con la collaborazione di Acai (Associazione Cioccolatieri Artigiani Italiani) col patrocinio del Comune di Parma, il contributo della Camera di Commercio, Prefina ed Ecipar.

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servizi SERVIZI

CAF: perché il modello 730 Maggiore semplicità, comodità e garanzia di conguagli immediati sono solo alcuni dei vantaggi presentando il modello

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l ricorso all’assistenza fiscale tramite il Mod. 730 consente ai contribuenti ammessi di semplificare sensibilmente gli aspetti burocratici collegati alla redazione, al calcolo delle imposte ed alla presentazione della dichiarazione dei redditi; procedere al pagamento delle imposte risultanti dalla dichiarazione, mediante l’effettuazione da parte del sostituto d’imposta di una trattenuta direttamente sulla retribuzione o sulla rata di pensione; ottenere il rimborso di imposte a credito tramite una specifica erogazione effettuata dal sostituto d’imposta in aggiunta alla retribuzione erogata nel mese di Luglio o alla prima rata di pensione in scadenza. Chi si rivolge ad un CAF può consegnare il modello 730 già compilato oppure può chiedere assistenza per la compilazione; qualora la dichiarazione venga consegnata debitamente compilata in ogni sua parte, il CAF deve fornire l’assistenza in forma totalmente GRATUITA. Il CAF, sotto la propria responsabilità, riscontra la corrispondenza dei dati esposti nella dichiarazione alle risultanze della relativa documentazione e alle disposizioni di legge che disciplinano gli oneri deducibili e detraibili, le detrazioni spettanti e i crediti d’imposta, lo scomputo delle ritenute d’acconto e delle eventuali eccedenze d’imposta. I vantaggi dell’utilizzo del Mod. 730 sono: Maggiore semplicità, comodità e garanzia di conguagli immediati, unica possibilità

di effettuare la dichiarazione CONGIUNTA fra dichiarante e coniuge, GRATUITA’ del servizio di assistenza se debitamente compilato l’intero modello con tutti i dati richiesti, esecuzione da parte del CAF del calcolo delle imposte ed apposizione del visto di conformità dei dati risultanti dalla documentazione con quanto dichiarato dal contribuente, comunicazione al sostituto d’imposta (datore di lavoro, ente pensionistico) del risultato della liquidazione delle imposte in modo che possa eseguire i versamenti o concedere i crediti, presentazione della dichiarazione agli uffici dell’Amministrazione Finanziaria tramite trasmissione telematica, garanzia su eventuali errori commessi dal Caf tramite una copertura assicurativa obbligatoria per legge, possibilità di usufruire del servizio di consulenza alla COMPILAZIONE DEL MODELLO BASE tramite personale specializzato delle società convenzionate alle tariffe evidenziate nella sede CAF, possibilità di usufruire di ulteriore servizi (ICI, RED, ISEE) presso lo stesso sportello CAF. Niente più code davanti agli sportelli bancari per il pagamento o per la consegna della dichiarazione, versamenti o riscossione di crediti d’imposta direttamente in busta paga o nella pensione, riservatezza ed assistenza fiscale globale, qualità ed affidabilità. Per informazioni: Tel. 0521 227211 e-mail: caf730@cnaparma.it

RESPONSABILE PROVINCIALE SERVIZI Maura Marmiroli mmarmiroli@cnaparma.it

Servizi fiscali e contabili

Responsabile: Rodolfo Riccò rricco@cnaparma.it

Servizi paghe

Responsabile: Fiorenza Maschi fmaschi@cnaparma.it

Creaimpresa

Responsabile: Giorgio Ferravioli gferravioli@cnaparma.it

Consulenza di direzione

Responsabile: Roberta Lommi rlommi@cnaparma.it

Consulenza ambiente e sicurezza

Responsabile: Giorgio Ferravioli gferravioli@cnaparma.it

Consulenza credito

Responsabile: Lamberto Zolesi lzolesi@cnaparma.it

Consulenza contrattuale lavoro

Responsabile: Graziano Viglioli gviglioli@cnaparma.it

Consulenza informatica

Responsabile: Marina Conforti mconforti@cnaparma.it

CNA Innovazione e internazionalizzazione imprese

Responsabile: Marcello Mazzera mmazzera@cnaparma.it

Previdenza - EPASA Parma

Responsabile: Augusto Marasi amarasi@cnaparma.it

CNA World

Responsabile: Augusto Marasi amarasi@cnaparma.it

Formazione - Ecipar Parma

Responsabile: Roberto Andaloro robertoandaloro@eciparpr.com

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credito prorogata la moratoria per i prestiti bancari La sospensione del pagamento della quota capitale dei finanziamenti a medio termine, grazie al rinnovato accordo tra le associazioni di categoria, l’ABI e il governo è stata prorogata al 30 giugno di quest’anno. Parimenti slitta alla stessa data il piano d’ammortamento, mentre gli interessi sul capitale sospeso devono essere corrisposti alle scadenze originarie. Ammissibili anche richieste di allungamento dei mutui per un periodo pari al 100% della durata residua del piano di ammortamento con un massimo di due anno per i mutui chirografari e di tre per quelli ipotecari. LE banche prenderanno in considerazione anche richieste di allungamento delle scadenze del credito a breve (sino a 270 giorni) per sostenere le esigenze di cassa su operazioni di anticipazione di crediti certi ed esigibili. Per ogni ulteriore informazione le imprese associate a CNA possono rivolgersi all’Ufficio credito (Lamberto Zolesi tel. 0521.227283 oppure 348.5603419).

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Osservatorio dei tassi - APRILE 2013 EURIBOR TASSO DI RIFERIMENTO EUROPEO EURIBOR 3 MESI (m.m.p.) 365 g. EURIBOR 3 MESI (m.m.p.) 360 g.

1,66% 0,209% 0,206%

EURIBOR 6 MESI (m.m.p.) 365 g. EURIBOR 6 MESI (m.m.p.) 360 g. TASSO UFF. SCONTO B.C.E.

0,334% 0,329% 0,75%

convenzione cna-banche: tassi aD aprile 2013 Vi aderiscono: Cariparma Credit Agricole – Banca Monte Parma – Unicredit Banca - Banca Popolare Emilia-Romagna – Credem – Banca Popolare di Lodi – Carisbo – Monte Paschi Siena - Banche di Credito Cooperativo. Scoperto di c/c Effetti s.b.f. Anticipo fatture

Fascia 1 4,459% 2,609% 3,209%

Fascia 2 5,359% 3,109% 3,909%

Fascia 3 6,509% 4,009% 4,909%

Fascia 4 7,709% 5,109% 5,609%

Le imprese che non hanno ancora aderito alla “convenzione per fasce di merito creditizio” usufruiscono, in attesa di entrarvi, delle seguenti condizioni: Cariparma CREDIT AGRICOLE Scoperto di conto corrente Effetti salvo buon fine 5,484% 3,759%

Anticipo fatture 4,359%

Banca Monte Parma Scoperto di conto corrente 4,384%

Anticipo fatture 3,359%

Effetti salvo buon fine 2,759%


L’impresa del mese

Il “nuovo inizio” di due giovani imprenditori Un’iniezione di fiducia nel futuro e nella potenzialità dei prodotti telematici, ma puntando sempre sulla qualità del prodotto offerto

CARTA D’IDENTITà NOME: start-over snc DI: matteo orlandi e andrea puligheddu DOVE SI TROVA: a parma via volturno 6 Tel. 0521.1998382 - fax 1782 71 69 48 Sito: www.start-over.it e-mail: info@start-over.it

D

ue giovani dalle idee chiare, con un progetto forte e ben delineato, con dei valori (quelli giusti), la creatività e la grinta necessaria per sfondare nuove barriere. In arrivo da La Spezia, con l’esperienza di un liceo scientifico informatico alle spalle e formazione universitaria a Parma. Andrea Puligheddu, il programmatore puro, ha da poco superato la soglia dei 24, mentre Matteo Orlandi, l’esperto di grafica è appena di un anno più grande. Entrambi hanno un’invidiabile voglia di mettersi in gioco ed una ferrea fiducia nella forza travalicante della rete; con la consapevolezza di operare in un mercato ancora tutto da dissodare, specialmente a casa nostra. Parlateci un po’ della genesi della vostra impresa. A:“Erano gli inizi dell’estate del 2011 quando girovagando in rete ho trovato l’annuncio di un’azienda di Parma che cercava un programmatore per la gestione di siti internet. Dopo essermi candidato ho cominciato a lavorare per loro, tirando dentro anche Matteo per la grafica,della quale non mi occupo. Sapevo che era andato a Bologna a fare studi in quel campo, così abbiamo cominciato a lavorare insieme. L’idea di svincolarci e metterci in proprio ci è poi venuta l’anno successivo. Avevamo un buon bagaglio, non ci restava che metterlo a frutto e creare qualcosa di nostro. A dicembre abbiamo cominciato a girare per commercialisti. Poi ci hanno consigliato il CNA, e con loro siamo partiti i primi di marzo”. Avete incontrato difficoltà all’inizio? M: “Noi non abbiamo fatto Economia, e

inizialmente abbiamo un po’ arrancato, Al CNA ci ha aiutato molto, a partire dalla decisione della ragione sociale da adottare. Ci hanno spiegato in che modo avremmo dovuto aprire, e anche successivamente all’apertura hanno continuato a darci una mano.Veniamo seguiti tutt’ora molto bene: per qualsiasi problema basta prendere in mano il telefono, e se non si rimedia sul momento si fissa un appuntamento per discuterne con calma e trovare le soluzioni. Sono semplicemente i migliori, anche considerando la concorrenza”. Come vi inserite nel panorama dei servizi telematici? A:“Nel mondo dell’informatica c’è un po’ la tendenza di trattare chi sta dall’altra parte da ignorante, giocando un po’ sul fatto che la materia è ancora abbastanza sconosciuta all’utente medio. Molte ditte ci speculano sopra, sparano prezzi esorbitanti e a volte offrono anche un prodotto scarso. Noi ci differenziamo principalmente nel modo di trattare i clienti.Vendiamo componentistica a prezzo accessibile per chi ha particolari esigenze e creiamo siti internet dedicati principalmente alle aziende. Puntiamo molto sulla qualità del prodotto. Magari prendendoci un giorno in più, ma coin-

volgendo chi ci commissiona il lavoro per rispondere appieno alle sue esigenze, sia dal punto di vista dell’immagine che da quello della funzionalità”. Aprire un’attività in un momento come questo è stato molto coraggioso. A ed M: “Abbiamo pensato da subito che cominciare un’attività anche in un momento come questo volesse dire avvantaggiarsi di una lunghezza rispetto agli altri. Per nostra fortuna questa attività richiede investimenti iniziali molto bassi e l’avvio non è mai eccessivamente pesante. Siamo convinti che una volta usciti da questa crisi, perché ne usciremo, i risultati del nostro lavoro si faranno sentire. C’è già poca fiducia nell’opzione di investire su internet perché molte persone non ne capiscono le potenzialità. Ma la potenzialità c’è eccome, e bisogna sfruttarla. Quasi tutti i costi della pubblicità fisica sono facilmente bypassabili dalla rete, ed il numero dei collegamenti ad internet è in aumento esponenziale. Avere un sito è come possedere una vetrina un più, o addirittura un negozio. Il target raggiungibile è virtualmente illimitato sul locale, e a maggior ragione se si intende puntare sul commercio internazionale”.

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agenda

Come addentrarsi nel web di oggi Scritto da un artigiano che tutti i giorni usa la cassetta deegli attrezzi

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critto con capitoli brevi e linguaggio semplice, porta il lettore ad addentrarsi efficacemente nel web di oggi, cioè i media sociali, i blog e tutte le piattaforme che richiedono presenza, partecipazione e dialogo diretto. Tre sezioni:100 concetti base (Sono 109,lascio?): trattazione rapida delle “cose da sapere”; gli strumenti: quali sono, come usarli e perché diavolo bisogna usarli; esempi di successo: dalla grande azienda alla trattoria (tutti casi italiani). Basato sull’esperienza concreta e appassionata dell’autore, comunicatore e formatore. Con casi di successo di grandi brand (italiani) e testimonianze dirette di piccoli imprenditori e artigiani (italiani). Può essere utile in azienda (imprenditori e manager; responsabili marketing, web marketing,

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commerciali,comunicazione,risorse umane, formazione, servizi), ai professionisti (consulenti di marketing e comunicazione, professionisti delle p.r., giornalisti, webmaster, copywriter,pubblicisti,formatori,insegnanti, coaching managers e chiunque abbia necessità di una“presenza online”favorevole al proprio lavoro), a ogni persona che desideri gestire bene la propria reputazione sul web, traendone vantaggio. Carraro, perché questo libro? Perché non si comunica più come prima, si comunica meglio. Tra persone. Il libro cerca di dare un quadro, chiaro e utile, di questo cambiamento. Perché si intitola così? Perché, finalmente, anche il marketing può parlare come mangia. Perché qualcuno dovrebbe comprarlo? Perché è stato scritto da un artigiano. Qualcuno che usa la cassetta degli attrezzi tutti i giorni. Cosa sono le “100 parole da sapere”, raccontate nella prima parte del libro? Sono le 100 cose necessarie per muoversi bene. Già troppe!

Un etto di marketing (è un etto e mezzo, lascio?)

Da Facebook a Twitter, tutto il web che serve, spiegato con la lingua di tutti i giorni di Massimo Carraro Alpha Test 224 pagine 14,50 euro ISBN: 978-88-483-1191-5

calendario Traversetolo

Domenica 21 aprile ore 10,30 Centro Civico “Bruno Agresti” Convegno Domenica 21 aprile a Traversetolo CNA, Confartigianato Apla, il Comune di Traversetolo, in collaborazione con la Provinciadi Parma, propongono un convegno aperto a tutta la cittadinanza dal titolo “DarCredito al futuro - Il sistema creditizio per le imprese e le famiglie: quali prospettive future”. Sono previsti gli interventi di Ginetto Mari Sindaco di Traversetolo, Pier Luigi Ferrari vice presidente della Provincia, Paola D’Amelio assessore alle Attività Produttive del Comune di Traversetolo, Leonardo Cassinelli presidente provinciale Apla, Gualtiero Ghirardi presidente provinciale CNA, Andrea Gemmi consulente esperto del sistema creditizio, Domenico Menozzi direttore di Unifidi Emilia Romagna. Nella stessa giornata a partire dalle 8,30, nel cortile esterno dello stesso centro civico “Bruno Agresti” si svolge “La Piazzetta dell’Artigianato”, esposizione e presentazione delle attività artigiane del territorio. Per info e adesioni alle iniziative: mmazzera@ cnaparma.it.

Mirandola (MO) Teatro 29 - Palatenda

21 maggio, dalle 9,30 alle 18 Metamorfosi - Come mutare forma per ricostruire il futuro. Organizzato da CNA Next, CNA Giovani imprenditori, CNA Modena, CNA Comunicazione e Terziario Avanzato.



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