Lotte Unitarie 10/2015

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Lotte unitarie Periodico della CGIL di Alessandria

Novità sulle pensioni e sugli armonizzatori sociali pag. 5

Anno XL • n. 5

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 24/02/2004 n° 46) art. 1, c. 2, DCB/AL

In ricordo di Gianfranco Marchesotti

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Contrattare il sociale

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Trasporto pubblico

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La Cgil con i suoi valori Punto di riferimento per tutti Tonino Paparatto Segretario Generale Camera del Lavoro di Alessandria

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conflitti in Africa, le tensioni in Asia, la fame e la miseria esistenti in tanta parte del mondo fanno tornare l’incubo della guerra. Masse di disperati si mettono in movimento, scappano dalle guerre o dalla fame. Il problema dovrebbe essere di tutti, dall’Europa all’Onu. In realtà, vengono in evidenza la ‘fragilità’ e le contraddizioni di questa Europa e l’impotenza delle Nazioni Unite. Il muro degli ungheresi può essere definito in un solo modo: vergognoso. in assenza di una proposta politica dell’Onu, le iniziative di alcuni paesi (Russia, Francia) rischiano di aumentare il pericolo di guerre. In questo quadro le strumentalizzazioni di alcuni ‘partiti’ hanno grande spazio. Idee razziste rischiano di diffondersi, fortemente, in tutta la società: nei territori come nei luoghi di lavoro. Le coscienze e le convinzioni delle persone rischiano di essere condizionati dalle, vergognose, campagne politiche. Bisogna saperlo: i muri (materiali o culturali), il razzismo, la xenofobia, l’indifferenza, non risolvono i problemi. Il perdurare della crisi economica, che dal 2008 ha coinvolto il mondo occidentale e che ha visto l’Europa e l’Italia particolarmente esposti, aumenta le difficoltà. Tuttavia in Europa alcuni segni di ripresa ci sono; anche in italia qualcosa si muove. Il governo, con molto ottimismo, vanta l’uscita dalla crisi. Alcuni dati ‘Istat’ segnalano una riduzione della disoccupazione e una ripresa dell’economia, ma nei fatti la ripresa appare ancora ‘fragile’. I dati sull’occupazione cambiano di mese in mese; in compenso le politiche portate avanti da governo non danno risposte ai lavoratori, ai pensionati, alle fasce più deboli della società. I tagli agli enti locali rischiano di ridurre, ulteriomente,i servizi; a maggior ragione, appare incomprensibile l’ipotesi di togliere la tassa sulla prima casa per tutti (continuiamo a pensare che non sia la stessa cosa possedere una villa o un monolocale); dal no-

stro punto di vista, sarebbe necessario prendere misure a favore del lavoro, delle imprese, delle pensioni, del rinnovo dei contratti pubblici. Ritorna il problema della progressività nel pagamento delle tasse. La presentazione della Legge di Stabilità (ex Finanziaria) deve essere l’occasione per un confronto, con il governo, a partire da fisco e pensioni. La cosa come sappiamo non è semplice; ormai è passata l’idea che con il sindacato non si parla. Noi, però, non ci rassegniamo; faremo sentire le nostre ragioni. Ci auguriamo che le ‘necessarie ‘ iniziative siano intraprese insieme a Cisl e Uil a partire dalla piattaforma unitaria discussa nel 2014. Le scelte che saranno fatte nella legge di stabilità avranno ricadute su gli enti locali. Da troppi anni, i vari governi tagliano le risorse agli enti locali con il conseguente aumento delle tasse locali e/o la riduzione dei servizi. Il sindacato attraverso la contrattazione sociale (confonto con gli enti locali) sui temi dei servizi e delle tariffe ha provato a ridurre l’impatto sui cittadini. In questi mesi, anche in provincia di Alessandria, Cgil, Cisl e Uil hanno firmato accordi su questi temi con i principali comuni (importante aver fatto l’accordo anche al Comune di Alessandria). La provincia di Alessandria sta pagando

Tonino Paparatto, Segretario della Camera del lavoro di Alessandria

un grosso tributo alla crisi economica, non ci sono segnali di svolta decisiva; con Cisl e Uil intendiamo provare a costruire proposte ‘concrete’ da portare al confronto con le altre forze sociali e le istituzioni locali. Pensiamo vadano difesi gli insediamenti produttivi esistenti; ma valorizzare, anche, le risorse esistenti sul territorio. Il museo Borsalino, il Museo Marengo, lo studio di Pellizza da Volpedo, le terme di Acqui, il distretto dell’oro, potrebbero (a nostro avviso), se valorizzate, diventare elementi per un progetto di sviluppo del territorio sul piano del turismo culturale e enogastronomico. L’azione di difesa dell’esistente si deve accompagnare a qualche sperimentazione; ciò vale anche per la Cgil.

Il 24 giugno la Cgil di Alessandria ha tenuto la conferenza di organizzazione nei giorni 17 e 18 settembre si è tenuta quella nazionale. La scelta più importante è quella di essere più presenti nei territori e nei posti di lavoro per sviluppare un’azione in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati. Ma, l’obiettivo è di essere anche punto di riferimento per l’insieme delle persone, in particolare per coloro che la crisi rende più deboli, più fragili, più soli. Quindi, una Cgil ‘luogo’ non solo di tutela, ma di ascolto. I tempi non sono facili, la crisi ha aumentato i disagi, le sofferenze, le incertezze, le paure; la Cgil con i suoi valori di eguaglianza, solidarietà, vuole essere un punto di rifermento per tutti.


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Attualità

La Cgil che cambia davvero Alla conferenza di organizzazione nazionale tenutasi a Roma erano presenti: 921 delegati, di cui 426 donne e 459 uomini. Il 60.94% dei delegati erano espressione dei luoghi di lavoro o delle leghe dello SPI. 50 interventi tra delegate e delegati. Sono state circa un centinaio le conferenze territoriali nel mese di giugno, alle quali hanno partecipato 19.851 delegate/i I temi fondamentali: 1. Per una contrattazione inclusiva. 2. Democrazia e partecipazione. 3. Territorio e strutture. 4. Profilo identitario e formazione sindacale.

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a conferenza di organizzazione della Cgil ha prodotto dei cambiamenti che diventeranno subito esecutivi. Lavoratori e pensionati eleggeranno la segreteria. Il governo vuole imbavagliarci, ma noi ci rinnoviamo per continuare a batterci per il lavoro. Il direttivo ha approvato un dispositivo per cui tutte le decisioni assunte dalla Conferenza sono diventate immediatamente esecutive, e ha anche avviato la procedura di approvazione delle modifiche allo statuto necessarie per attuare alcune di queste decisioni.’ La nuova assemblea generale dovrà essere composta obbligatoriamente del 50% più uno di iscritti provenienti dai luoghi di lavoro e dalle leghe dello Spi’.In questo modo i lavoratori e pensionati hanno la maggioranza assoluta e la facoltà di decidere anche sui propri organismi dirigenti a tutti i livelli.

È un cambiamento fondamentale per la Cgil Le assemblee, quindi, eleggeranno i vertici sindacali. Mentre il comitato direttivo continuerà a mantenere la sua funzione di indirizzo politico. Continuerà a fare il proprio mestiere, che è quello di avere in mano la direzione ordinaria della struttura che è chiamato a dirigere. Continuerà ad approvare i bilanci, a discutere le iniziative, ad approvare le proposte della segreteria. Farà le cose che fa sempre tranne che dare l’indirizzo generale. Questo lo farà l’assemblea generale che eleggerà o sfiducerà, nel caso ci sia un problema di sfiducia, il segretario generale e la segreteria. Negli interventi di Cisl e Uil alla nostra conferenza si sono letti segnali importanti e sinceramente orientati. In-

terventi tesi, a costruire le condizioni per una iniziativa unitaria. Li abbiamo molto apprezzati per il tono e per la scelta degli argomenti. Non si è passato un colpo di spugna sulle differenze che esistono fra Cgil, Cisl e Uil, ma i due segretari generali hanno scelto di ragionare sulle cose che ci possono unire a partire dal tema delle pensioni. La legge Fornero è una ferita aperta per tanti pensionati, lavoratori e soprattutto per i giovani. Chiedere che la riforma, il cambiamento della Fornero entri in legge di stabilità significa occuparsi di quelli che oggi lavorano, di quelli che oggi sono in pensione e dei giovani. È un’operazione che tiene assieme le generazioni e dà una ragione di mobilitazione, un obiettivo vero, concreto all’insieme di coloro che rappresentiamo.

Jobs Act: ma ce la raccontano giusta? Al di là Daniela Emiliani Segreteria Generale CDLT Alessandria

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el mese di dicembre 2014 è stata approvata la c.d. Legge delega sul Jobs Act (Legge 10 dicembre 2014, n. 183) che - proprio in quanto Legge delega - ha stabilito l’adozione da parte del Governo, nei mesi successivi, di ulteriori provvedimenti sulle materie individuate (riforma degli ammortizzatori sociali e riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, semplificazione e razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese, riordino delle discipline delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro, misure volte a tutelare la maternità e le forme di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro).

La cancellazione dell’Articolo 18 e lo scambio fra le tutele e i (pochi) soldi A partire dal mese di marzo sono entrati via via in vigore i decreti attuativi: in tutto otto provvedimenti, fra i quali il più noto è il decreto legislativo sul cosiddetto contratto a tutele

crescenti, che, sotto un titolo all’apparenza accattivante (e fuorviante) ha al contrario cancellato per i lavoratori coinvolti (in primo luogo quelli assunti dal 7 marzo 2015, ma anche altre tipologie di lavoratori) l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e quindi il diritto ad essere reintegrati nel posto di lavoro a seguito di un licenziamento illegittimo. In ‘cambio’ è stato introdotto il principio della monetizzazione dell’ingiustizia subita, stabilendo, in caso di licenziamento illegittimo, un risarcimento commisurato all’anzianità di servizio (risarcimento in molti casi inferiore a quello previsto dalle norme precedenti): quindi non di tutele crescenti bisognerebbe parlare, ma di monetizzazione crescente, in uno scenario in cui il lavoratore è destinato, nei fatti, a rimanere precario a vita. Il decreto in questione è stato accompagnato dalla norma che ha istituito un ulteriore regalo alle aziende (con un costo rilevantissimo per i contribuenti), regalo rappresentato dallo sgravio contributivo per tre anni nei confronti dei datori di lavoro che nel corso del 2015 abbiano effettuato assunzioni a tempo indeterminato (con un risparmio fino a euro 8.060

annui per ciascun lavoratore). In altri termini, i datori di lavoro per tre anni non verseranno i contributi per i lavoratori neoassunti, ma la copertura previdenziale a favore dei lavoratori interessati sarà comunque riconosciuta, con aggravio della fiscalità generale: un regalo da 5 miliardi di euro che ha premiato tutti i datori di lavoro che hanno deciso di avvalersene, quelli che lo meritavano e quelli che, per così dire, hanno fatto i furbi: ■ chi ha creato nuova occupazione, ■ e chi invece ha licenziato chi era già dipendente, lo ha tenuto a bagnomaria per sei mesi (magari facendolo transitare da una agenzia di lavoro interinale per avvalersi comunque della sua prestazione) per poi riassumerlo avvantaggiandosi degli sgravi, pagati da tutti noi; ■ chi intende dare continuità al rapporto di lavoro anche quando i tre anni di sgravio saranno conclusi, ■ e chi invece licenzierà (per tornare a sfruttare lavoratori precari) perché, anche in caso di licenziamento ingiusto, potrà cavarsela con due soldi (o per la precisione con un risarcimento di

Periodicamente ci vengono propinate statistiche sull’occupazione che ci mostrano i benefici effetti di queste misure: dopo la figuraccia da parte del Ministero del lavoro che aveva sfornato numeri gonfiati e, dopo essere stato smascherato, era stato costretto ad ammettere l’errore, è evidente che un bilancio attendibile dei risultati della riforma potrà essere compiuto solo nei prossimi mesi, quando saranno disponibili i dati anche territoriali sulla disoccupazione, in particolare giovanile.

sei mensilità al massimo), dopo aver risparmiato anche 24.000 euro.

Gli altri decreti del Jobs Act di riforma del mercato del lavoro Quello appena descritto è lo scenario realizzato dal decreto di gran lunga più noto; ma altri provvedimenti sono stati emanati, e, forse ancor più del decreto sulle ‘tutele’ crescenti, smentiscono i proclami circa una presunta lotta alla precarietà che sarebbe tra le priorità dell’esecutivo. Se una lotta è messa in campo sembrerebbe quella nei confronti dei lavoratori e dei loro diritti. Una disamina approfondita delle varie misure richiederebbe uno spazio anche più ampio: ci limitiamo qui ad alcuni cenni, in particolare ai decreti che riguardano gli ammortizzatori sociali, il riordino delle tipologie contrattuali, i demansionamenti e i controlli a distanza.

La riforma degli ammortizzatori sociali Gli ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria Nei fatti, alla progressiva precarizzazione di quello che una volta era il contratto a tempo indeterminato non si è neppure contrapposto un adeguato sistema di protezione sociale nei confronti di coloro che perdono il posto di lavoro.

Esempio per retribuzione media lorda di 1.500 euro Confronto fra la precedente misura (ASpI) e la NASpI nell’ipotesi che siano corrisposte entrambe per 18 mesi a un disoccupato che avesse in precedenza percepito una retribuzione media lorda di 1.500 euro. Le celle con sfondo grigio evidenziano i casi in cui la differenza è penalizzante: alla fine del periodo saranno stati riconosciuti circa 430 euro in meno. ASpI

NASpI

Differenza

1° mese 2° mese 3° mese 4° mese 5° mese 6° mese 7° mese 8° mese 9° mese 10° mese 11° mese 12° mese 13° mese 14° mese 15° mese 16° mese 17° mese 18° mese

972,69 972,69 972,69 972,69 972,69 972,69 826,78 826,78 826,78 826,78 826,78 826,78 680,88 680,88 680,88 680,88 680,88 680,88

972,50 972,50 972,50 943,33 915,03 887,57 860,95 835,12 810,07 785,76 762,19 739,32 717,14 695,63 674,76 654,52 634,88 615,84

-0,18 -0,18 -0,18 -29,36 -57,66 -85,11 34,17 8,34 -16,72 -41,02 -64,59 -87,46 36,27 14,75 -6,12 -26,36 -46,00 -65,04

Totale

14.882,08

14.449,61

-432,47 Importi lordi

La ‘nuova’ misura introdotta dal decreto con il nome di NASpI, la cui durata è commisurata ai periodi coperti da contribuzione nei quattro anni precedenti, penalizza in particolare i cosiddetti lavoratori discontinui: inoltre il meccanismo di progressiva riduzione (a partire dal quarto mese) può comportare rispetto alla precedente indennità una diminuzione dell’importo complessivo erogato (v. esempio in tabella).

Gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro: la riforma della cassa integrazione Facciamo una premessa per quanto ovvia: la cassa integrazione è una misura che consente all’azienda di affrontare periodi di difficoltà (garantendo un sostegno economico ai lavoratori la cui prestazione è sospesa o ridotta) con l’obiettivo di evitare soluzioni più traumatiche (licenziamenti).


Attualità

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degli annunci proviamo a vederci chiaro Quale strategia adotta il Governo nella sua iniziativa di riforma degli ammortizzatori sociali in una fase in cui la crisi appare ancora grave? «La logica che pervade il riordino degli ammortizzatori va nella direzione di una stretta sul loro utilizzo.»: ha commentato ‘Il Sole 24 Ore’ di venerdì 10 settembre. Caratterizzano la riforma della cassa integrazione riduzione della durata, minore flessibilità nell’utilizzo, e, inoltre, aumento dei costi per le imprese che vi fanno ricorso: il Governo con il consueto paternalismo ha definito quest’ultima scelta «un meccanismo di responsabilizzazione delle imprese». In realtà si tratta di una misura destinata a disincentivare il ricorso alla cassa, con il rischio di favorire l’espulsione dei lavoratori attraverso meno onerosi licenziamenti. La revisione delle tipologie contrattuali Una effettiva lotta alla precarietà presupporrebbe una stretta nei confronti delle tante forme di lavoro precario a partire da una limitazione delle possibilità di farvi ricorso per arrivare all’abolizione delle tipologie contrattuali più subdole. Il decreto sulle tipologie contrattuali, e prima di esso il c.d. decreto Poletti dello scorso anno, vanno nella direzione esattamente opposta: quella di una ulteriore liberalizzazione. Alcuni esempi: ■ Aumenta la possibilità di ricorrere ai contratti a termine e alla sommini-

strazione di lavoro (il cosiddetto lavoro interinale). ■ Vengono preservate e ulteriormente precarizzate le collaborazioni coordinate continuative (quelle che il Presidente del Consiglio aveva promesso di superare annunciando trionfalisticamente «Restituiamo ai pollai i cococo, cocopro e coco vari»). ■ Si amplia la possibilità di utilizzo del lavoro accessorio, nel quale la liquidazione del compenso si fonda sul sistema dei buoni lavoro (o voucher): una forma di lavoro nella quale il datore di lavoro rimane svincolato da qualsiasi rapporto con il lavoratore che abbia una sia pur minima continuità: in altri termini il datore può disporre di un lavoratore ‘usa e getta’, che non matura diritti rispetto alla malattia, la maternità, gli assegni familiari e la disoccupazione. ■ Nel lavoro a tempo parziale aumenta la facoltà del datore di lavoro di richiedere che la prestazione lavorativa sia svolta anche oltre l’orario concordato e di imporre una modifica permanente dell’orario di lavoro. La libertà di demansionare Ma davvero in tema di mansioni si era in presenza di rigidità eccessive che mal si conciliavano con i cambiamenti imposti dalla crisi? Noi pensiamo di no, in primo luogo perché anche la normativa precedente

consentiva in alcuni casi il demansionamento: nei confronti del lavoratore divenuto inabile a seguito di infortunio o malattia e non più in grado di svolgere le mansioni precedenti; nei confronti della lavoratrice in gravidanza nel caso in cui le mansioni precedenti rientrassero tra le mansioni a rischio o vietate proprio in relazione al suo stato; nei casi previsti dagli accordi sindacali sottoscritti al termine di trattative legate a esuberi di personale, allo scopo di evitare licenziamenti. Quest’ultima possibilità è stata percorsa durante le fasi di crisi, ma governata attraverso accordi collettivi tra aziende e rappresentanti dei lavoratori, a tutela di questi ultimi. Ora la libertà di demansionare viene consegnata all’insindacabile giudizio del datore di lavoro, libero di assegnare mansioni inferiori in caso di modifica degli assetti organizzativi dell’azienda, e di ridurre anche inquadramento e retribuzione in virtù di accordi (accordi?) individuali che il lavoratore potrà essere indotto (volente o nolente) a sottoscrivere: per timore di essere licenziato, perché gli viene posta come alternativa al demansionamento un trasferimento anche a centinaia di chilometri di distanza… gli esempi possono essere innumerevoli. I controlli a distanza La nuova normativa dei controlli a distanza è sintetizzata nello schema.

Impianti audiovisivi e altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dei lavoratori

COMPUTER, TABLET, TELEFONINI messi dall’azienda a disposizione dei dipendenti

Badge e altri strumenti per misurare accessi e presenze al lavoro

NECESSARIO Accordo sindacale, o (in mancanza) autorizzazione della Direzione territoriale del lavoro o del Ministero del lavoro

NON SONO NECESSARI NÉ ACCORDO SINDACALE NÉ AUTORIZZAZIONE DELLA DIREZIONE TERRITORIALE DEL LAVORO O DEL MINISTERO DEL LAVORO

Le informazioni raccolte potranno essere utilizzate ‘a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro’.

In primo luogo va osservato che anche nei casi in cui continua ad essere previsto il confronto con i rappresentanti dei lavoratori (installazione di telecamere), qualora l’accordo sindacale non fosse raggiunto, per il datore di lavoro si amplia la possibilità di ottenere comunque l’autorizzazione all’installazione. Ma ben più gravi sono le novità introdotte in relazione all’uso di computer, tablet, telefonini, GPS aziendali, per i quali «l’accordo sindacale o l’autorizzazione ministeriale non sono necessari... pur se dagli stessi derivi anche la possibilità di un controllo a distanza del lavoratore». Le informazioni raccolte potranno essere utilizzate «a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro» (comprese quindi le sanzioni disciplinari fino al licenziamento).

Si tratta di un provvedimento molto grave, in contrasto con le più recenti indicazioni europee secondo le quali è necessario ridurre il rischio di violazione di diritti e libertà fondamentali dei lavoratori e, in particolare, il loro diritto alla privacy anche in ambito lavorativo, adottando le seguenti cautele: ■ la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori prima dell’adozione o della modifica di qualsiasi sistema di monitoraggio; ■ l’obbligo di consultazione dei Garanti nazionali della privacy. In Italia proprio il Garante della privacy, nei giorni successivi all’emanazione della bozza di decreto, aveva colto il rischio che si realizzasse «una indebita profilazione delle persone che lavorano» e aveva quindi auspicato che il decreto legislativo all’esame

delle Camere sapesse «ordinare i cambiamenti resi possibili dalle innovazioni in una cornice di garanzie che impediscano forme ingiustificate e invasive di controllo». Auspicio che puntualmente è caduto nel vuoto. La filosofia che si è voluto affermare è quella che pretende di affidare tutte le questioni inerenti al lavoro alle imprese, estromettendo qualsiasi soggetto a cui il lavoratore prima poteva rivolgersi a tutela dei propri diritti, a partire dal Sindacato (non a caso oggetto di continui tentativi di delegittimazione e denigrazione). Si vuole far diventare il datore di lavoro depositario di un potere assoluto: dare il lavoro e toglierlo, dare le mansioni e cambiarle, decidere se, come e chi controllare. È questa la modernizzazione di cui il Paese aveva bisogno?


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Attualità

La Conferenza di Organizzazione L

a Conferenza di Organizzazione della Camera del Lavoro territoriale di Alessandria riunita il giorno 24 giugno, assume la relazione introduttiva del Segretario Generale Provinciale Tonino Paparatto, gli interventi e le conclusioni del Segretario Generale della CGIL Piemonte, Alberto Tomasso. La Conferenza di Organizzazione considera che il nostro territorio è stato attraversato in questi anni da una profonda crisi del tessuto produttivo e sociale, che ha reso economicamente deboli i pensionati/e e le lavoratrici/tori dipendenti con una precarizzazione del lavoro e una crescita vertiginosa della disoccupazione che ha colpito il paese e in particolare i giovani e le donne sulle quali si concentrano fenomeni di violenza quotidiana scarsamente contrastata. La Conferenza di Organizzazione, considerando che i governi dell’austerità hanno favorito la recessione e la recente introduzione della riforma del lavoro riduce i diritti fondamentali della persona, afferma che la confederalità è caratteristica fondante del nostro agire e di quello delle nostre strutture; dai luoghi di lavoro, alle categorie, ai servizi, al sindacato pensionati. Pertanto questa Conferenza di Organizzazione propone l’avvio di una ricerca-azione finalizzata a comprendere quali cambiamenti organizzativi sono necessari per dare maggiore concretezza alla confederalità e far sì che la ‘casa Cgil’ sia sempre più accogliente per coloro che vogliamo rappresentare e per chi ci lavora; ripensare le presenze del-

le categorie e la sistemazione logistica delle nostre sedi; coordinare l’attività dei servizi integrando le varie funzioni e costruendo figure con professionalità polivalenti per produrre nella quotidianità del nostro operare l’idea del sindacato come luogo della tutela e dell’ascolto e dell’accoglienza, un percorso nel quale la nostra Organizzazione provinciale ha mosso dei passi, con l’attribuzione della responsabilità delle zone a compagni e compagne che sommano il loro impegno a quello dovuto alle categorie o servizi di appartenenza e che dovrà proseguire e migliorare, congiuntamente a una discussione sulle risorse economiche da destinarsi alle attività e sulla formazione, elemento fon-

damentale per le evoluzioni organizzative. La Conferenza di Organizzazione ritiene necessario cominciare a dare attuazione al piano per il lavoro, anche attraverso la costruzione di laboratori di innovazione economico sociale, già presenti nelle elaborazioni della CGIL, un percorso sperimentale su aree territoriali di vario tipo ( Asl, distretto socio – sanitario, distretto industriale, consorzio o unione dei comuni, ecc. ) in cui attivare sedi di analisi, confronto, elaborazione e proposta, con la partecipazione dei delegati di tutte le categorie e con il coordinamento della confederazione; questi laboratori, oltre che utili a conoscere meglio le caratteristiche e le modifiche intervenute nel corso degli anni

in ciascun territorio, consentono di costruire reti di relazioni con altri soggetti attivi in campo economico e sociale. Il rapporto e la conoscenza del territorio è fondamentale per l’elaborazione di proposte condivise che sappiano unire la contrattazione territoriale con quella di secondo livello nelle aziende, potenziando la nostra capacità di includere in una vera ottica di filiera i lavoratori e le lavoratrici partendo dalla difesa di chi è più debole nel sistema degli appalti, discutendo di servizi, sanità, trasporti, nidi, proposte quindi che sappiano legare i problemi del lavoro e della vita delle persone, per la riconquista e l’ampliamento di un welfare pubblico che includa tutte le cittadine e i cittadini. La

Conferenza di Organizzazione ritiene questa la strada utile a ricostruire la partecipazione di lavoratrici e lavoratori anche precari, disoccupati, migranti studenti e anziani, per realizzare la rappresentanza sindacali di nuovi soggetti sociali e dare slancio alla nostra capacità di lotta, contrastando quell’idea di lavoro vecchia, senza qualità e diritti che il Jobs Act conferma ad ogni approvazione di decreto attuativo. La Conferenza di Organizzazione identifica nel CCNL lo strumento di garanzia democratica irrinunciabile e quindi non sostituibile per la tutela collettiva delle norme e del salario. La Conferenza di Organizzazione ritiene necessario: ■ riuscire a promuovere la CGIL fra i giovani, partendo dalla scuola e dall’inserimento nel lavoro, sviluppando quel rapporto avviato con l’università di Alessandria attraverso un contributo concreto e utile alla visione del futuro del territorio. ■ riuscire ad assumere la rappresentanza e la tutela del lavoro atipico coordinando l’azione di categorie, servizi e RSU per realizzare una contrattazione inclusiva. ■ contrattare il sociale partendo dalle conoscenze ed esperienze accumulate in questi anni in termini confederali riqualificandone i contenuti attraverso l’apporto delle categorie, oltre a quello fondamentale dei pensionati. ■ proseguire il lavoro di coordinamento dei rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza per non abbassare la guardia su un territorio ad alto rischio di incidente rilevante mantenendo e potenziando la nostra capacità di intervento su i temi della salute della sicurezza e dell’ambiente. Nell’assumere questi impegni la conferenza di organizzazione di Alessandria da mandato al Direttivo Provinciale CGIL per individuare strumenti, percorsi e tempi necessari alla loro realizzazione.


Attualità

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Novità per le pensioni e gli ammortizzatori sociali Marisa Valente Direttore INCA CGIL Alessandria

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a parecchi anni nel ns. paese la legislazione previdenziale, le tutele del lavoro rappresentate dagli ammortizzatori sociali, la regolazione dei contratti di lavoro e molte altre norme sono soggette a continui cambiamenti. Per i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, i giovani diventa sempre più difficile capire su quali diritti poter contare. Le riforme sempre evocate come necessità per ‘modernizzare e rendere competitiva l’Italia’ hanno avuto sempre un unico soggetto, o meglio bersaglio, durante gli anni della crisi economica: i diritti sociali, previdenziali e del lavoro. La riforma Monti-Fornero, varata repentinamente e senza confronto con le parti sociali e sindacali a fine 2011, ha modificato profondamente le regole per andare in pensione cambiando in peggio gli orizzonti e le previsioni sulle scelte di vita per milioni di persone. Negli anni successivi, dal 2012 al 2014, abbiamo assistito ad ulteriori e continue modifiche, ogni legge di stabilità ha introdotto nuovi correttivi, a volte anche peggiorativi, a volte parzialmente positivi, contribuendo a determinare un clima di disorientamento generale e di instabilità, perché nessuno più oramai si sente sicuro di quali siano i diritti e le regole su cui contare. Anche la riforma del mercato del lavoro dell’ex ministro Fornero del 2012, è stata recentemente e profondamente modificata da quel complesso di leggi e decreti che prendono il nome di Jobs Act. Cambiano ancora gli ammortizzatori sociali, vengono introdotte novità sulle politiche attive

Universalità e inclusione sono ancora disattese del lavoro, ma l’obbiettivo più importante che la CGIL ha indicato, l’universalità e l’inclusione delle prestazioni è stato ancora disatteso.

I nuovi ammortizzatori sociali Dal 1° maggio le norme sulla disoccupazione sono state modificate, con un potenziale ampliamento della platea dei beneficiari, ma con una penalizzazione degli importi rispetto ai precedenti ammortizzatori sociali, è prevista una riduzione del 3% mensile dell’indennità a partire dal 4° mese. Inoltre a distanza di tre mesi dall’applicazione della nuova naspi, abbiamo riscontrato una serie di ingiustizie inaspettate per alcune tipologie di lavoratori, in particolare quelli meno protetti soci di cooperative apprendisti ecc. Il Dlgs, insieme a quello sul ‘contratto a tutele crescenti’ è uno degli atti duramente contestati dalla CGIL, perché il governo anziché procedere verso la stabilizzazione del lavoro, amplifica le divisioni esistenti, tra chi è precario e chi invece continuerà ad avere le vecchie tutele, senza peraltro ridurre le tante tipologie di contratti atipici, dietro cui si nasconde un esercito infinito di precari, nonostante le dichiarate intenzioni di volerle eliminare a cominciare dai co.co.co., false partite IVA. ■ N.B. dal 1 gennaio l’indennità di mobilità per gli aventi diritto ultra cinquantenni è passata da 36 mesi a 24!!! ■ La NASPI (nuova assicurazione sociale per l’impiego) sostituirà l’ASPI e la MINI-ASPI nei

casi di perdita involontaria del posto di lavoro interesserà tutti i lavoratori dipendenti esclusi quelli a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni, i lavoratori agricoli, si applica alla stessa platea di beneficiari dell’aspi e mini aspi; ■ DIS-COLL: in via sperimentale per l’anno 2015 in relazione agli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre è riconosciuta ai collaboratori coordinati e continuativi e a quelli a progetto iscritti alla gestione separata privi della partita IVA, una indennità di disoccupazione mensile denominata dis-coll sostituisce la precedente Unatantum, non risolve il problema della universalità dei trattamenti perché esclude alcune tipologie di lavoratori. Inoltre da evidenziare che per i periodi di fruizione della Dis-Coll non sono riconosciuti i contributi figurativi e dire che il ns. governo si vanta di rappresentare gli interessi dei giovani e si preoccupa delle loro pensioni future!!

Novità Pensioni 2015 La legge Monti-Fornero n. 214/2011ha modificato il sistema pensionistico. Le conseguenze sono state pesanti per il brusco innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi, producendo anche il fenomeno degli ‘esodati’, che ha generato sei salvaguardie per consentire a circa 170 mila lavoratori di accedere alla pensione con i vecchi requisiti, ciononostante il capitolo esodati non è ancora chiuso ci sono ancora migliaia di lavoratori rimasti senza

lavoro e senza pensione! Delle molte novità annunciate (uscita flessibile vecchia proposta Damiano ) nella legge di stabilità 2015 l’unico elemento positivo è l’aver soppresso fino al 1 gennaio 2018 la penalizzazione percentuale prevista dalla Fornero per coloro che conseguivano il requisito dell’anzianità 41/42 anni più aspettativa di vita, ma nell’arco della propria carriera lavorativa avevano dei periodi di contribuzione figurativa (cigs, congedi ecc.) e non avevano compiuto 62 anni, resta confermata invece la riduzione per chi andrà in pensione dal 1 gennaio 2018 dell’1% per i due anni mancanti al compimento dei 62 e il 2% per i mancanti anni ad arrivare ai 60 anni.

Regime sperimentale, opzione donna Riguardo l’opzione donna, a seguito di sollecitazioni e ricorsi sulla interpretazione della norma, l’Inps con messaggio n. 145949 del 14/09/2015 ha chiarito che le lavoratrici che intendono usufruire del regime sperimentale, con ‘finestra di accesso’ aperta il 31 dicembre 2015, possono scegliere di andare in pensione in qualsiasi momento successivo, previa presentazione della relativa domanda e della cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

Sentenza n. 70 del 30/04 sulla rivalutazione delle pensioni Com’è noto la Legge Fornero stabiliva l’ennesima ingiustizia quella di aver bloccato la rivalutazione delle pensioni di impor-

to complessivo fino a tre volte il minimo. A seguito dei ricorsi presentati, la Corte Costituzionale con sentenza n°70 ha ritenuto illegittima tale disposizione, il governo si è visto costretto a porre rimedio e con un decreto ad hoc ha ristabilito una parte della perequazione dovuta ai pensionati, infatti la norma prevede che il rimborso sia erogato in percentuale minore del 100% spettante ed in misura diversa rispetto all’importo della pensione. La percentuale varia dal 10% al 50% ed esclude le pensioni superiori 6 volte il minimo. Tale decisione è oltre che discutibile iniqua ed ingiusta per questo il sindacato pensionati sta valutando eventuali iniziative.

Congedi parentali Sono stati elevati i limiti temporali di fruibilità del congedo parentale da 8 a 12 anni ed elevazione dei limiti indennizzabili da 3 a 6 anni. Si evidenzia che l’art. 26 del decreto dispone tale possibilità per il solo anno 2015, per gli anni successivi, il riconoscimento dei benefici previsti potrà avvenire solo previa copertura finanziaria. Mentre l’eventualità di poter godere dei congedi ad ore è ancora in itinere e molto confusa.

IMPORTANTE! Per informazioni, infortuni e danni da lavoro, consulenza previdenziale, verifica posizione contributiva e controllo pensioni, rivolgersi al patronato Inca-Cgil in tutte le sedi di zona e nelle permanenze nei giorni e negli orari indicati sul sito della Camera del Lavoro di Alessandria


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Attualità

Più servizi al Cristo Nuova sede e nuovo segretario per la Lega dei Pensionati Spi Cgil

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al 1° settembre la Lega dei pensionati Cgil del Cristo ha traslocato: da via San Giovanni Evangelista 13 a Corso Acqui 110. Tra la vecchia e la nuova sede passano solo 300 metri ma la differenza è enorme: ambienti più ampi, luminosi, accoglienti e una visibilità mille volte superiore sia per la superficie vetrata sia perché Corso Acqui è l’arteria centrale del Cristo. Perché questo trasloco? La risposta dello Spi è molto chiara. «Vogliamo essere presenti al Cristo in modo adeguato all’importanza di quel quartiere - dice la segretaria provinciale d’organizzazione Giancarla Guerci. - Se consideriamo la popolazione del Cristo, tra l’altro in espansione, e vi sommiamo i sobborghi e i paesi serviti da quella Lega, superiamo i 30.000 abitanti, ovvero l’equivalente, o anche più, di molti centri zona della nostra provincia. Per questo abbiamo voluto potenziare la nostra presenza, la nostra attività e la nostra offerta di servizi e la nuova sede va in questa direzione». I servizi a cui si riferisce la segretaria organizzativa sono quelli fiscali del Caaf e quelli previdenziali e assistenziali del patronato, che le rispettive strutture (Società dei servizi e patronato Inca) sono impegnate a rafforzare. Va sottolineato che tali servizi sono rivolti non soltanto ai pensionati iscritti allo Spi Cgil, ma a tutti i cittadini, in pensione o in attività o disoccupati. «Si tratta in pratica - ribadisce il segretario generale provinciale Marino Boido di una sede decentrata della Cgil, della Camera del Lavoro. Del resto anche nelle camere del lavoro zonali sono sempre i volontari pensionati che ‘accolgono’ i cittadini che si rivolgono alla Cgil». L’apertura della nuova sede ha coinciso quasi perfettamente con il rinnovamento del vertice della Lega Spi del Cristo. Infatti, il segretario uscente Michele Palma, che ha concluso il suo man-

Michele Palma, segretario uscente, e Gianni Marenco, nuovo segretario lega SPI Cristo dato statutario, è stato sostituito da Gianni Marenco, eletto dal direttivo di Lega il 24 settembre. Anche il nuovo segretario, che fra

La nuova sede della Lega Spi Cgil del Cristo è aperta tutti i giorni, dal lunedì al giovedì mattina e pomeriggio (9-12 / 15/17:30) e il venerdì mattina (9-12). Ovviamente l’orario potrà essere e sarà ampliato nei periodi in cui la domanda di servizi diventa più intensa, come ad esempio durante la campagna fiscale da aprile a giugno. Telefono, fax e posta elettronica non sono variati: tel. 0131-343972 fax 0131-348300 spi.cristo@cgil.al.it

l’altro si è formato nel corso per ‘collaboratori sociali’ dell’Inca e ha al suo attivo quasi due anni di sportello presso la sede Spi Cgil

di via Righi (di fronte all’Inps), ha sottolineato nel suo intervento da neo-eletto, quanto sia importante accogliere i cittadini,

ascoltare e capire i loro bisogni, e offrire loro l’aiuto di cui necessitano per veder riconosciuti i loro diritti.

Promessa mantenuta! C

ome promesso nel nostro giornalino del giugno scorso, dal 1° di settembre abbiamo aperto la nostra nuova sede in Corso Acqui 110. Abbiamo voluto offrire ai pensionati e pensionate, ma anche a tutti i cittadini e le cittadine del popoloso e popolare quartiere del Cristo, locali più ampi e confortevoli, dove rivolgersi per avere un aiuto nel disbrigo delle tante pratiche previdenziali, assistenziali, fiscali che sono richieste nei nostri tempi. A prestare questo aiuto troverete i volontari del sindacato pensionati Spi Cgil che già operavano nella vecchia sede e che settimanalmente si recano nei paesi circonvicini (Abazia, Bergamasco, Cantalupo, Carentino, Cuccaro, Felizzano, Fubine, Lu, Masio, Oviglio e Quattordio) per offrire il proprio servizio direttamente sul posto. Ma vi troverete periodicamente anche personale specializzato del Caaf Cgil e del patronato Inca in grado di offrire un servizio di alta professionalità. Come sempre accade, all’inizio si incontrano inconvenienti e difficoltà, e vi chiediamo perciò di avere un po’ di pazienza e di comprensione. Abbiamo bisogno di un po’ di rodaggio per la nuova organizzazione. Ma passo dopo passo intendiamo dare alla popolazione del Cristo un’offerta di servizi sempre più completa e di qualità, all’altezza dei bisogni di questo quartiere che è una vera e propria cittadina, dotata di una propria identità, ricca di storia e di iniziativa. Alcune delle pratiche in cui possiamo aiutarti:

Patronato ■ Domande di Pensione (Vecchiaia, Anzianità, Reversibilità); ■ Domande di Assegno Sociale; ■ Domande di Assegno al Nucleo Famigliare; ■ Variazione di indirizzo; ■ Variazione di Ufficio Pagatore; ■ Ricostituzione di Pensione; ■ Domande di Invalidità Civile; ■ Domande di Bonus Gas ed Energia; ■ Domande di Carta Acquisti; ■ Domande di riduzione del canone telefonico; ■ Modelli Ap70 (dopo riconoscimento dell’assegno di accompagnamento); ■ Domande e ricostituzioni della 14° mensilità.

Caaf ■ Modelli 730; ■ Red Inps; ■ Dsu - Dichiarazione sostitutiva unica per Isee; ■ Dichiarazione annuale ricovero invalidi civili; ■ Dichiarazione annuale titolari di assegno o pensione sociale; ■ Imu e Tasi; ■ Dichiarazione famigliari a carico.

lotte unitarie | PERIODICO DELLA CGIL DI ALESSANDRIA DIRETTORE RESPONSABILE Pier Massimo Pozzi Tel. 0131.3081 Fax 0131.254689 Reg. Trib. di Alessandria n. 315 del 17/07/1984 Via Cavour, 27 Alessandria alesssandria@cgil.al.it

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Tonino Paparatto ( Segretario generale ) Daniela Emiliani (Fisac) Marisa Valente (Inca)

Antonio Nigro (Auser) Massimo Pozzi (Segretario regionale) Franco Armosino (Segretario organizzativo ) Marco Malpassi (Flai) Marco Maugeri (Filt)

Giancarlo Topino (Filt) Anna Poggio (Fiom) Francesca Voltan (FP) Marco Sali (Slc) Massimo Cogliandro (Fillea)

Fabio Favola (Filcams) Paolo Parodi (Filctem) Serena Morando (Flc) Sonia Barbierato (Vertenze) Stefania Magrassi (Caaf)

COORDINAMENTO Giuseppe Amadio Franco Armosino Daniela Causa GRAFICA E IMPAGINAZIONE Ivan Abonante STAMPA Sarnub srl Cavaglià (Bi) Tel. 0161.996411


Attualità

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Auser: per questa volta non gioco

Antonio Nigro Presidente provinciale AUSER Alessandria

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ra le tante iniziative che AUSER ha messo in campo nell’ultimo anno vogliamo segnalare l’adesione al progetto ‘Io non gioco: una scommessa vincente’. Come è ormai noto da tempo, il gioco d’azzardo è diventato un problema sociale al punto da entrare fra le dipendenze patologiche da seguire con trattamenti di ‘disintossicazione’ vera e propria. Il progetto presentato dall’associazione di promozione sociale PARCIVAL di Alessandria si propone di agire su vari livelli: prevenzione con l’individuazione dei fattori di rischio in giovane età e dei comportamenti di gioco problematici, informazione con campagne rivolte soprattutto ai giovani, insegnanti e ge-

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nitori anche con interventi negli Istituti Superiori, sostegno psicologico, sociale e legale per chi è preda di questa terribile dipendenza. AUSER, partner del progetto, ha allestito nei propri locali, in via Cavour 29, uno sportello di ascolto specializzato: l’accesso è anonimo e gratuito, la finalità è quella di fornire ai giocatori patologici e alle loro famiglie la possibilità di chiedere aiuto superando imbarazzi e vergogne e di fare filtro per il passaggio verso il servizio istituzionale del SERT.

Chi vorrà utilizzare lo sportello troverà la disponibilità di psicologi, educatori e avvocati telefonando al 333 9337827. Gli incontri si svolgono in forma riservata in un locale predisposto e come abbiamo già detto in forma anonima. Con l’adesione al progetto ‘Io non gioco: una scommessa vincente’Auser intende impegnarsi anche sul terreno della cura e della prevenzione di una dipendenza che tanti danni sta facendo fra persone in situazione di disagio e alle loro famiglie.

Prosegue poi l’attività ‘classica’ di Auser, consolidata nel tempo e dall’esperienza: servizi di trasporto per anziani, malati, diversamente abili; assistenza su scuolabus, distribuzione pasti, corsi di alfabetizzazione informatica per anziani, corsi di lingua italiana per cittadini stranieri, sportelli migranti presso alcune sedi di camere del Lavoro della provincia. È sempre più evidente come in tempi di crisi economico-sociale l’apporto del volontariato sia importante e necessario: tante pic-

cole azioni fanno alla fine un risultato apprezzabile. Infatti lo scopo della nostra attività è quello di dare socialità, contrastare la solitudine, mettere ‘insieme’generazioni diverse, fornire anche un aiuto a chi si trova in difficoltà. Le sedi Auser si trovano a Alessandria, Acqui Terme, Casale Monferrato, Tortona, Serravalle Scrivia: a ottobre l’Auser Provinciale di Alessandria aprirà un nuovo circolo a Trino denominato ‘Centro d’incontro per la terza età’.

Orazione funebre per Gianfranco Marchesotti Massimo Pozzi Segretario Regionale CGIL Piemonte

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ggi è un giorno triste, salutiamo Gianfranco nel modo antico in cui si salutano i compagni. In noi prevale il dolore per una scomparsa troppo prematura ma, il ricordo di Gian, rimarrà in ognuno di noi che gli siamo sopravvissuti e che gli abbiamo voluto bene. Io mi soffermo ricordando quella parte della sua vita più pubblica di sindacalista. Credo sia stato sempre molto discreto, timido e al contempo geloso degli affetti privati, comunque i più importanti per lui. La sua attività sindacale inizia come delegato del Consiglio di fabbrica della Schiavetti, azienda metalmeccanica. Venne poi distaccato dalla FIOM a cavallo degli anni 70 e 80 diventando segretario di una lega FLM. Dopo qualche anno abbiamo cominciato a lavorare assieme, Gianfranco era segretario di lega della FLM di Tortona io di quella di Alessandria. È stato per noi un periodo di grande apprendimento, abbiamo fatto assieme l’università del sindacato di allora, arrivavamo da diverse esperienze, lui ha fatto il percorso canonico nella CGIL da delegato a funzionario e per lui l’appartenenza alla FIOM è sempre stata fondamentale. Nella CGIL in quei tempi organizzata per componenti Gianfranco aderiva

alla terza componente essendo politicamente dell’area del Manifesto. La più piccola e la meno componente di tutte. Gianfranco, nelle discussioni che in CGIL facciamo nei Congressi, si schierava quasi sempre in minoranza, scelta che lo ha sicuramente penalizzato nel percorso sindacale. La sua collocazione nelle aree di pensiero che caratterizzano le regole democratiche in CGIL era sempre frutto esclusivo delle sue convinzioni sindacali. Infatti, una delle cose che credo ritenesse tra le più importanti era il diritto di critica. In effetti non ha mai lesinato le critiche sulle cose che non lo convincevano però senza mai cedere al settarismo. Tantè che non ha mai lesinato critiche, aperto dibattiti, contestato i vertici all’interno delle componenti o aree in cui militava. Penso che per lui la discussione, il confronto di opinioni su proposte diverse, che invocava quasi sempre nei suoi interventi, era uno dei modi con cui poter far fare dei passi in avanti al sindacato, per trovare il modo migliore di difendere gli interessi dei lavoratori. Il confronto anche aspro con lui non era mai distruttivo ed era sempre leale. Alla fine comunque cercava ogni volta che era possibile l’accordo, sapeva contrattare e mediare, era un sindacalista. In effetti se ci si accontenta dello status quo non si progredisce e per questo Gianfranco era indubbiamente un progressista for-

temente impegnato per far progredire le condizioni materiali delle persone che il sindacato vuole rappresentare. La sua esperienza sindacale dopo i metalmeccanici è proseguita da segretario degli alimentaristi della FLAI in due periodi differenti ed è stato in diverse segreterie della Camera del Lavoro. Più volte siamo stati in segreteria assieme. Chi come me lo ha conosciuto anche in quei ruoli sa con certezza che per lui comunque la CGIL si poteva criticare ma la si doveva sempre difendere. I suoi comportamenti sul lavoro erano irreprensibili ma mai si ergeva da moralista. Gianfranco anche per la formazione avuta, per la sua cultura da autodidatta, era un sindacalista che si documentava, studiava, non prendeva posizioni per sentito dire e se pensava di non sapere una cosa non aveva problemi a chiedere a chi su quel tema ne sapeva di più per essere sempre preciso nelle risposte e indicazioni sui problemi che gli ponevano. Si imbestialiva quando si imbatteva nei modi di fare raffazzonati di qualche sindacalista. Anche per questo voglia di capire, per questa curiosità sui cambiamenti nei fenomeni sociali, la sua prematura scomparsa ci priverà di una voce importante, di una analisi e di un pensiero utile, in un momento come questo di profondissimi cambiamenti nella società nella politiche e quindi nel sindacato.

Un sindacato che per lui non poteva che essere pluralista e quindi anche per questo unitario purché rappresentativo e democratico. Spesso quando ci incontravamo in questi ultimi anni, comportandoci come reduci di tempi che ritenevamo migliori, forse anche perché semplicemente eravamo più giovani, ci lamentavamo dell’abbassamento del livello nella politica e anche nel sindacato. Concordavamo, sulla necessità anche e sopratutto oggi che il Sindacato abbia più coraggio nello scegliere cosa difendere e cosa cambiare di fronte agli enormi mutamenti che stanno avvenendo nella società, nel lavoro, nella politica. Naturalmente entrando più nel merito, come spesso capitava, registravamo qualche dissenso. Non voglio cadere nella retorica che detestava ma è giusto dire che Gianfranco sapeva da sempre da che parte stare per lottare per l’emancipazione, i diritti e la dignità dei più deboli. E anche per questo era interessato ed impegnato sui temi internazionali, sulla pace, il diritto all’autodeterminazione dei popoli, l’immigrazione. Voglio citare su questo solo un piccolo ricordo su una esperienza che lo aveva affascinato. Il suo viaggio di cooperazione internazionale in Nicaragua che lui, sostenitore dei Sandinisti, fece se ricordo bene, a metà degli anni 80. Un’esperienza di cui parlava con entusiasmo sia ri-

portando degli aneddoti, come quando raccontava di come, durante un trasferimento vicino alla foresta, un suo accompagnatore armato sparò ad un iguana ma per fortuna la sbagliò. E Gianfranco fu contento di non dover assaggiare la prelibata coda di Iguana. Sia per le cose più importanti di una esperienza politica e sociale Latino Americana significativa per la sinistra, in un viaggio intrapreso comunque con una certa dose di coraggio. Interesse Internazionale e legame con il territorio due cose per Gianfranco fondamentali. È stato fino a pochi mesi fa, il segretario della Cdl di Novi, un prezioso punto di riferimento di sindacalista sul territorio che cerca di risolvere i problemi dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, degli immigrati, che vengono nelle nostre sedi. Giafranco poi è sempre stato curioso e attento a quello che si muoveva nelle realtà giovanili, naturalmente quelle più affini alle sue idee politiche. E, con una grandissima attenzione all’autonomia della CGIL si occupava della politica, in senso lato, partecipava alle battaglie che riteneva giuste, recentemente nel movimento contro il terzo valico, ed era da sempre un sostenitore della Comunità di San Benedetto al Porto, fondata dal suo amico Don Gallo, alla quale la sua famiglia ha chiesto di destinare eventuali offerte in sua memoria.

Gianfranco che difficilmente riusciva a non intervenire in un dibattito, però sapeva ascoltare oltre che parlare, una cosa molto importante per chi ha a riferimento la polis, cioè l’attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica, modello dell’antica Grecia, suo riferimento ancor prima di Tsipras. Una visione alternativa a quella che oggi pare vada per la maggiore e che ritiene che la partecipazione si risolva solo con il voto ad un partito o peggio ad un leader politico e, tutto sommato, meno gente và a votare meglio è. Gianfranco ci mancherà ma ha lasciato un segno in noi, nella CGIL e nel sindacato Alessandrino e Piemontese per questo, di lui rimarrà una impronta, non solo un ricordo. Mancherà ancor di più alla sua famiglia, a Natalina, a Emiliano, a Carlotta, a cui, parlo a nome di tutti i compagni e le compagne della CGIL, siamo vicini e cercheremo di stare vicini. Ciao Gianfranco, ti sia lieve la terra.


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Sindacato

Primo maggio Quando la soli Contrattare il sociale Franco Armosino Segretario organizzativo Camera del lavoro di Alessandria

C’

è bisogno di contrattazione nella società italiana, c’è bisogno di luoghi dove discutere come proteggere le persone dagli effetti di una crisi economica devastante quanto lunga che ha colpito il mondo del lavoro e i pensionati,che ha indebolito le famiglie, azzerato i risparmi, in una Italia sempre più anziana che cancella una generazione di giovani, a cui avremmo dovuto consegnare il futuro, emarginandoli da tutti gli ambiti che gli appartengono di diritto: la produzione, la gestione delle risorse, la politica, la cultura. Abbiamo una lunga tradizione sindacale con cui ci siamo conquistati il ruolo di collante del paese attraverso la difesa del lavoro, dei salari, dei diritti, delle pensioni, e dei servizi alle persone, e questo compito ci deriva dalla rappresentanza, dai tanti milioni di uomini e donne che prendono come riferimento nei diversi momenti della loro vita il sindacato, e con loro i figli e i nipoti. Abbiamo quindi deciso, come Sindacato unitario di dare maggiore slancio alla contrattazione sociale, per andare oltre alla fondamentale ma non sufficiente richiesta di salario nei posti di lavoro. Sono partite lettere indirizzate a tutti i Sindaci della nostra provincia per chiedere un confronto che anticipasse la previsione di bilancio, rispettando il ruolo di chi amministra un territorio in quanto democraticamente eletto, ma pretendendo di analizzare la povertà delle risorse disponibili per destinarle verso i bisogni delle persone. Mantenere le risorse destinate alla spesa sociale proteggendo chi oggi è più esposto al rischio della solitudine e della povertà, anziani, disabili, giovani e migranti. Innalzare la soglia di esenzione per accedere gratuitamente ai servizi comunali, progressività nell’applicazione delle tasse lo-

cali con criteri di equità e buon senso senza mollare neanche un centimetro nella lotta all’evasione fiscale per non permettere che la furbizia di pochi generi sofferenze a chi le tasse le paga da sempre, i lavoratori dipendenti e i pensionati. Ad ogni municipalità chiediamo garanzie e impegni precisi sulla conduzione di appalti che vogliamo trasparenti e rispettosi delle leggi e dei contratti nazionali, chiediamo attenzione verso le famiglie e i loro bisogni: scuola,trasporti, mense, luoghi per lo sport e per la cultura, attenzione alla disabilità e alla terza età, e un impegno forte verso i problemi che stanno travolgendo le nostre comunità. La carenza di lavoro e l’emergenza abitativa per chi non si può più permettere un tetto sulla testa. Abbiamo ottenuto accordi, non senza difficoltà, nei principali comuni della provincia con risultati anche importanti in Alessandria e a Novi Ligure su i temi delle esenzioni e fondi speciali per gli affitti. Abbiamo raccolto le preoccupazioni dei Sindaci su i temi della salute, delle strutture ospedaliere e della attuazione dei distretti sanitari, per un sistema sanitario pubblico che deve essere razionalizzato per reggere economicamente ma senza lasciare le persone senza certezze sul loro diritto alla cura. Siamo soddisfatti del percorso fatto in questi primi mesi di lavoro perché lo stiamo facendo unitariamente con Cisl e Uil e con leghe del nostro Sindacato pensionati che danno un contributo di esperienza e competenza straordinaria. C’è tanto da fare in questa Italia dei campanilismi che deve imparare ad unirsi, a consorziare, rinunciando all’idea del ‘piccolo è bello’ e noi ci siamo, e vogliamo condividere con la nostra gente questo lavoro per arrivare a produrre nel tempo trattative sempre più articolate e rispondenti ai bisogni di chi vive nei territori così diversi e così complicati della nostra provincia.

La Camera del Lavoro di


Sindacato

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o unitario a Novi Ligure idarietĂ fa la differenza

Alessandria manifesta contro il Jobs Act


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Categorie Rinnovato l’accordo integrativo alla Mondelez (ex Saiwa)

Marco Malpassi Segretario provinciale Flai Cgil Il 17 settembre 2015 i lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento Mondelez di Capriata d’Orba (gruppo Kraft) hanno approvato, tramite referendum vincolante, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto integrativo. I voti favorevoli all’intesa sono stati 184, i no 24 e le schede nulle cinque. I contenuti dell’accordo sinteticamente sono i seguenti: ■ Relazioni industriali: intensificazione dei momenti informativi attraverso incontri annuali sugli investimenti industriali, sulla situazione occupazionale, nonché sul monitoraggio di aspetti finora non previsti negli degli incontri periodici, come monte ore ferie arretrate con relativi piani di smaltimento e incidenza straordinari. ■ Ingresso 3 componenti RSU nel coordinamento italiano Mondelez e nel relativo osservatorio. ■ Istituzione bacheca sindacale elettronica ed accesso alla rete per la RSU. ■ Politiche istituzionali: avranno diritto di precedenza all’assunzione i tempi determinati che al termine di 6 mesi lavorativi abbiano ricevuto valutazione positiva. Mentre avranno diritto di precedenza nella trasformazione a tempo indeterminato i full time verticali. ■ Appalti: l’azienda conferma la propria vocazione industriale e conferma la propria volontà di non terziarizzare sia le attività di trasformazione sia quelle legate ai magazzini e alla manutenzione. ■ Formazione professionale: l’azienda si rende disponibile ad organizzare corsi aggiuntivi di inglese ed informatica per tutti i dipendenti a tempo indeterminato, nonché ad introdurre 8 ore aggiuntive di corsi di formazione professionale. ■ Sicurezza e ambiente di lavoro: l’azienda rifinanzierà i propri progetti ‘Zero infortuni’, ‘Work Play, Live Safe’ e ‘Health, Safety and Enviroment’. ■ Microclima: le parti si impegnano a trovare soluzioni idonee per il miglioramento delle condizioni di lavoro. ■ Inoltre l’azienda si impegna a: risolvere il problema della copertura dei parcheggi dei motocicli; ristrutturare l’area esterna di ingresso e di deter-

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minate aree di igiene all’interno dello stabilimento; l’illuminazione nel parcheggio. A tal fine verranno calendarizzati incontri entro il 2015 per definire modalità e tempistiche di suddetti interventi. ■ Pari opportunaità e welfare: viene confermato il sostegno al genitore con figli che abbiano seri problemi di salute mettendo a disposizione venti giorni di permesso non retribuito nel caso in cui avesse esaurito tutti i rol e le ferie. Viene aggiunta la possibilità di 8 ore di permesso retribuito (frazionabile in due permessi da 4 ore) per visite pediatriche del figlio sempre nel caso in cui siano stati esauriti tutti i permessi e le ferie. Viene istituito un congedo speciale di paternità di tre giorni consecutivi di calendario per la nascita del figlio. Inoltre viene stabilito che, nei limiti dell’organizzazione del lavoro, dipendenti genitori che debbono inserire i propri figli all’asilo nido o alla scuola materna possano discutere una diversa turnistica che agevoli vita familiare e vita lavorativa. Maggiore possibilità di farsi anticipare il TFR in particolare per eventuali problemi di salute e spese mediche per i famigliari a carico nonché per l’estinzione del mutuo. ■ Salario: viene aumentato di 40 euro il premio consolidato annuale che si attesterà quindi su circa 370 euro, mentre il premio di risultato aumenta di 60 euro per il 2015 e 80 euro per il 2016 determinando le seguenti cifre: 1760 euro (2015); 1840 euro (2016). L’accordo stipulato a Capriata D’Orba è da ritenersi l’ultimo contratto integrativo di Capriata D’Orba. Dal prossimo accordo il sito farà parte del coordinamento sindacale nazionale, di conseguenza la parte normativa sarà oggetto della trattativa di gruppo. Allo stato attuale lo stabilimento alessandrino può vantare condizioni normative e salariali migliori, che andranno logicamente armonizzate e conservate, rispetto agli altri siti italiani della Mondelez. Le RSU di Capriata D’Orba, alla luce dell’ottimo lavoro svolto fini qui, dovranno ambire ad avere un ruolo trainante all’interno del futuro coordinamento.

Colpita ma non rassegnata

FLC Una legge che disegna un’organizzazione scolastica ingestibile, autoritaria e verticistica. Una legge demagogica che colpisce le buone pratiche educative, la collegialità e umilia le professioni. Serena Morando Segretaria provinciale FLC CGIL Alessandria rmai il danno è fatto e l’anno scolastico appena iniziato è l’anno zero di una legge fortemente voluta dal governo a cui è stato dato il nome di ‘Buona Scuola’. Ora si tratta ora di capire quali saranno le conseguenze e cosa si possa fare per contrastarne le implicazioni più negative. Il nostro giudizio sicuramente non è cambiato, era ed è fortemente negativo in quanto la riforma della scuola approvata con questa legge va nella direzione esattamente opposta ad un discorso che abbia connotati riformatori. Tanti sono gli aspetti che non condividiamo e quindi ci limiteremo a prendere in esame quelli più eclatanti. Secondo la legge 107, i docenti verranno scelti non in base ad una graduatoria,ma in base a valutazioni discrezionali del dirigente scolastico. La nostra opposizione e dovuta a varie ragioni tra cui la prima è la sua palese incostituzionalità perchè mette in discussione la libertà di insegnamento asservendola alle aspettative, al pensiero, all’ideologia del dirigente scolastico. Questo meccanismo colpisce i principi costituzionali che vogliono che ‘l’arte e la scienza sono liberi e libero ne è l’insegnamento’ e porterà a breve scuole orientate ideologicamente, conformiste prone all’orientamento politico imposto dall’alto. La legge, inoltre stanzia 200

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milioni di euro, in media 1518.oo per scuola, per ‘premiare’ i docenti più bravi. Le modalità con cui verranno assegnati i fondi è autoritario e discrezionale in quanto congegnato in modo tale da mettere, ancora una volta, tutto il potere nella figura del dirigente che diverrà, unico caso nel pubblico come nel privato, autorità salariale. Si va costruire così un meccanismo di stampo autoritario che si pone al di fuori delle regole contrattuali e del confronto con le parti sociali, in quanto si tratta di una procedura che arbitrariamente taglia fuori le RSU ancora in contrasto con il giudicato costituzionale oltre che con la normativa vigente. Oltre al potere di scegliere gli insegnanti, di premiarli a discrezione, la legge attribuisce al dirigente un ruolo determinante nell’individuazione dei criteri del Piano dell’Offerta Formativa che è il cuore didattico di ogni istituzione scolastica. Si passa, così, da una scuola intesa come ‘comunità educante’ basata sulla partecipazione e la condivisione ad un modello di scuola verticistica, autoritaria e conformista. Tutta la campagna mediatica del governo si è giocata sul piano straordinario di assunzioni, proprio per distogliere l’attenzione dagli altri contenuti della legge che avevano suscitato una forte opposizione. Anzi, con il passare del tempo, questa è divenuta una vera e propria arma di ricatto senza con ciò risolvere il vecchio problema del precariato endemico e dell’organico funzionale. Pochi mesi dopo che la Corte di Giustizia Europea, a seguito di un ricorso portato avanti dalla FLC, ha ribadito il principio che stabilisce che quando un lavoratore è stato assunto per più di 36 mesi va considerato assunto a tempo indeterminato, la ‘Buona Scuola’ stabilisce che chi raggiunge 36 mesi non avrà più accesso a supplenze. A dir poco una beffa. Infine nel progetto governativo manca qualsiasi cenno al personale ATA che è, al contrario, essenziale al progetto d’istituto. Nel testo gli ATA vengono citati o per ammonire sull’applicazione dei tagli, o per ribadire delle ovvietà o ancora con intenti punitivi. Mentre c’è la totale esclusione dal piano di assunzioni e da

qualsiasi progetto di valorizzazione. I dirigenti, da parte loro, si troveranno da soli a presidiare questa brutta riforma, dovendo fare i conti con le conseguenze dei tagli introdotti dalla legge di stabilità 2015: con 2020 ATA in meno, forte contenimento delle supplenze senza poter neppure contare ad oggi sull’organico potenziato U un bluff ) che se si sarà arriverà a metà anno scolastico. Nel frattempo l’anno scolastico è cominciato all’insegna della confusione e dell’incertezza e con alcuni dati non troppo confortanti : 18 scuole prive di dirigente scolastico e quindi andate in reggenza (circa un terzo delle istituzioni scolastiche della nostra provincia) esoneri e semi esoneri dei collaboratori del dirigente a scadenza trimestrale, segreterie sguarnite dove non si può nominare un amministrativo supplente neppure per mesi, difficoltà a coprire tutti i plessi per assenza dei collaboratori scolastici. A tutto ciò corrispondono una serie incessante di proclami del premier e della ministra Giannini che non fanno altro che confondere le acque e alimentare ulteriormente questo clima di incertezza. Da parte nostra rimaniamo nella convinzione che un sistema complesso come la scuola non potrà sopportare la deformazione semplificatrice e banalizzante che viene proposta da questa legge il cui nome ‘La Buona Scuola’ tradisce il vuoto da senso comune. Continueremo questa battaglia di civiltà e democrazia convinti che la partita non possa e non debba essere considerata chiusa: difesa della libertà di insegnamento, garanzia di un diritto allo studio non finalizzato al mercato ma al sapere, riconquista degli spazi contrattuali e di rapporti equilibrati tra le diverse componenti scolastiche, un sistema di valutazione per migliorare e non per classificare, saranno le bandiere della nostra battaglia. La mobilitazione continua, quindi, con assemblee in tutti i centri zona della provincia, contrasto in ogni scuola nell’applicazione dei meccanismi più deleteri come il premio senza regole dato ai docenti, impugnative legali a livello nazionale.


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Lotte Unitarie OTTOBRE 2015

Buon Appetito... spezzatino FS

Marco Maugeri FILT CGIL Alessandria ome in tutto il mondo del lavoro, anche nel gruppo F.S. stiamo vivendo un momento di mutamento e nuova organizzazione in tutti i suoi settori, profondo cambiamento, ma sicuramente l’attenzione deve essere posta nelle ultime vicenda che hanno portato, i lavoratori delle Ferrovie e lavoratori degli Appalti Ferroviari del Piemonte, ad intraprendere due azioni di sciopero il primo di 8 ore ed il secondo di 24 ore, per le gare del Trasporto Ferroviario Regionale con la Frammentazione in 3 lotti, con l’inevitabile rischio del futuro del servizio Ferroviario in Piemonte. La Regione Piemonte con delibera n. 24/2014 ha posto le basi per l’avvio di procedure di gara volte all’affidamento dei servizi sulla rete ferroviaria regionale piemontese suddividendoli nel: lotto 1 SFM Torino ‘bacino metropolitano’ di Torino coincidente con l’attuale Servizio Ferroviario Metropolitano; lotto 2 SFR Piemonte ‘bacino centro-nord’ che comprende la direttrice Torino-Milano e le linee ad essa afferenti; il lotto 3 SFR Piemonte ‘bacino centro-sud’ che comprende le direttrici Torino-Genova, Torino-Alessandria, Torino-Cuneo,

C

Torino- Savona e le linee ad esse afferenti, questa scelta avrà, sicuramente, ricadute sulla qualità e quantità del servizio offerto penalizzando e marginalizzando ulteriormente i bacini provinciali dell’Alessandrino, del Cuneese e del Novarese. Contrariamente a quanto auspicato dalla Regione il frazionamento in lotti e la potenziale presenza di TRE diverse aziende di trasporto ferroviario, risponde solo all’esigenza della Regione di fare cassa e sopperire alla esiguità delle risorse pubbliche stanziate a livello Nazionale e Regionale per il TPL senza un reale beneficio per gli utenti. Il 19 gennaio 2015 è stata sottoscritta una lettera di intenti tra Trenitalia e GTT finalizzata alla costituzione di una NEWCO a cui la Regione affiderebbe direttamente la gestione del nodo di Torino, rimandando la gara ad un momento successivo, solo per Il Lotto 1 Torino coincidente

con il bacino metropolitano di Torino, unico appetibile perché realmente remunerativo, in modo da consentire ad eventuali competitors interessati di poter concorrere all’aggiudicazione del servizio. Ma perché siamo contrari alla lottizzazione? Tale operazione che al momento è stata interrotta dalle nostre azioni di sciopero, al suo nascere non ha previsto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Altresì c’è stata la più totale assenza di necessarie informazioni dato che questa NEWCO rende di fatto irreversibile la procedura di gare su TRE LOTTI; avrà ricadute sul personale che transiterà nella NEWCO in quanto, in assenza di clausole sociali concordate, non avrà certezza sul tipo di CCNL che gli verrà applicato nè tantomeno sulla tipologia di contratto con cui verrà assunto nella nuova società (viste anche le recenti mo-

difiche introdotte dal Governo alla normativa sul mercato del lavoro); avrà ricadute sul personale dell’indotto ferroviario. Tutto questo non può che farci preoccupare per lo scenario che si va delineando, per i lavoratori interessati. Il procedere sulle gare (con questo sistema!!) e la frammentazione in lotti del servizio ferroviario del Piemonte, produrrà tutta una serie di effetti negativi tra cui le diseconomie e disagi per la mancanza di sinergie e integrazione fra i servizi nei diversi lotti, la mancata integrazione con le modalità di trasporto e con la rete nazionale, l’assenza dell’integrazione tariffaria con un inevitabile aumento delle tariffe; creerà l’ulteriore inevitabile riduzione dei servizi che marginalizzerà ulteriormente i territori ‘non appetibili’ che sono già stati gravemente colpiti da tagli e ridimensionamenti negli anni passati; la mancanza di un

reale piano dei trasporti che metta al centro la qualità e l’efficienza dei servizi attraverso una vera integrazione delle diverse modalità di trasporto su tutto il territorio regionale; la politica dell’amministrazione Regionale che punta a risanare le proprie casse alle spalle dei cittadini utenti e lavoratori del settore Trenitalia con ricadute su tutti i lavoratori del Trasporto Regionale e sui lavoratori degli Appalti in assenza di clausole sociali concordate. Per questi ed altri motivi ci siamo mobilitati chiedendo un confronto serio, basato su dati reali e non su slogan pubblicitari che sono tanto di voga in questo periodo, per scongiurare scelte diseconomiche, insostenibili e deleterie per lavoratori ed utenti. Come sempre, per difendere il livello e la dignità occupazionale in Piemonte ed aumentare l’efficienza del sistema di Trasporto Regionale.

TRASPORTO PUBBLICO

La Regione Piemonte tra quelle che hanno tagliato maggiormente Giancarlo Topino FILT CGIL Alessandria egli ultimi anni abbiamo assistito ad un notevole taglio di risorse nel trasporto pubblico da parte dei vari governi che si sono succeduti generando una forte crisi nel settore stesso. Senza mai affrontare i reali problemi legati a questo settore, si è pensato esclusivamente a sottrarre fondi destinati al servizio pubblico, provocando una contrazione dello stesso e generando disagi al servizio svolto per la popolazione. Le vere problematiche del settore su cui ormai da anni si discute, devono ancora essere tutt’oggi affrontate seriamente, come per esempio l’applicazione di costi standard a livello nazionale o almeno a livello regionale e una vera integrazione gomma ferro; la politica dei trasporti, insomma, in questo momento, risulta essere del tutto assente nel nostro paese. Tra le regioni italiane, la Regione Piemonte risulta

N

essere quella che ha effettuato un maggior numero di tagli e una tra quelle che hanno aggiunto il minor numero di risorse proprie. La politica dei trasporti di questi anni è risultata inadeguata e confusa. I tagli lineari effettuati a loro volta dalle Province senza una seria e vera riprogrammazione, hanno creato notevoli disservizi all’utenza. La recente modifica alla legge regionale 1/2000, senza l’inserimento di clausole sociali per l’occupazione, fa comprendere come ad oggi la riorganizzazione del settore avvenga solo con la riduzione della spesa e molte volte sulle spalle dei lavoratori di questo settore. è ormai da anni che la FILT-CGIL rivendica una politica dei trasporti seria. Le circa 120 aziende sul territorio piemontese sono troppe e si deve ragionare se non per l’intera regione, per lo meno per bacini, come avviene in molte altre nazioni europee ad un unico gestore. I consorzi di aziende in questi anni hanno dimo-

strato tutte le proprie lacune. Le gare per l’affidamento del servizio, inoltre, non possono essere fatte al massimo ribasso, ma devono avere regole nelle quali si garantisca un buon livello del servizio, l’occupazione e non avvenga quel dumping salariale che in molti casi si è già verificato. È anche per questo che si è cercato, voluto e ottenuto, il protocollo d’intesa sull’occupazione con la Regione Piemonte, nel quale si tutela sia l’occupazione e sia il salario dei lavoratori del settore in vista delle future gare. Anche la nostra Provincia, ormai prossima alle gare, vede il proprio futuro incerto perché non si sa se il comune di Alessandria entrerà a far parte del bacino o otterrà la deroga richiesta dell’affidamento diretto. Tale deroga, è stata richiesta per fare in modo di dare una prospettiva futura all’ATM poiché nella ricerca di un partner che riesca a sanare la situazione di pre-fallimento azien-

dale, sembrerebbe che abbiano richiesto un garanzia minima della gestione del servizio. Nel frattempo il Comune ha chiesto al C.d.A., un piano industriale credibile per abbattere il debito che genera ancora l’azienda. è con l’amaro in bocca che vediamo, nonostante i continui sacrifici richiesti ai propri dipendenti, che l’azienda sia ancora in questa situazione; con due anni di cassa integrazione fatta fare ad una parte dei lavoratori, non sono stati in grado di sanare tale situazione. La FILT in un primo momento firmò con le altre sigle sindacali la C.i.g. in deroga credendo che potesse servire ad avviare un risanamento aziendale. In seguito decise di non rinnovare più tale accordo poiché non era convinta di quella operazione in considerazione appunto che i sacrifici richiesti, erano solo in un’unica direzione e se non vi era un progetto al quale legarli, sarebbero stati vani. Avevamo ragione!

L’ispezione effettuata dal MEF rimarca in alcuni punti le stesse problematiche evidenziate dalla FILT. è anche vero ciò che sostiene la dirigenza aziendale cioè che si é in difficoltà dopo i tagli delle contribuzioni da parte delle istituzioni (Comuni, Provincia) poiché il servizio non è stato ridotto in modo proporzionale: praticamente il servizio erogato dall’azienda risulta essere superiore a quello effettivamente retribuito. Questo però non basta a giustificare l’ attuale situazione e alcuni errori di gestione come la presenza di contratti di collaborazione, le esternalizzazioni di alcune lavorazioni al posto dell’utilizzo di risorse interne, aumenti di livello assegnati mentre alcuni lavoratori erano in C.I.G in deroga e lo stesso utilizzo della C.i.g non utilizzata in modo equo tra gli stessi lavoratori. Il vero problema ATM è quello di molte ex municipalizzate d’Italia, ritenute oramai dei carrozzoni da una buona parte della po-

litica. Si fanno proclami, ma nessuno interviene fino a quando la situazione non si aggrava a tal punto da ritenere che la privatizzazione sia l’unica soluzione possibile. Ultimo esempio è l’Atac di Roma, in queste aziende c’è bisogno di una maggiore trasparenza e chi sbaglia nella gestione se non ha il ritegno di dimettersi, dovrebbe essere invitato a farlo e se ciò non bastasse, bisognerebbe pensare anche di richiedere in qualche modo un risarcimento danni per l’operato svolto e non liquidarli con dei compensi astronomici! Una domanda pare ovvia: ma se in due anni di tempo non sono riusciti a risolvere la situazione con gli ammortizzatori sociali, era opportuno richiedere oggi, alle stesse persone, un piano di risanamento? Spero che questo piano industriale non ricalchi errori già commessi in passato e non si richieda solo sacrifici ad una parte di lavoratori che di certo ancora una volta, risulteranno vani.


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Nuovo integrativo provinciale per gli edili di Alessandria

FILLEA Massimo Cogliandro Segretario provinciale FILLLEA CGIL Alessandria a FILLEA CGIL di Alessandria annuncia che il 3 settembre 2015 è stata apposta la firma sull’Integrativo Provinciale del settore Edile al termine di una lunga e complessa trattativa, durante la quale non sono mancati momenti di tensione e scontro con le controparti. Si tratta di un accordo importantissimo, all’avanguardia in tutto il Paese, infatti al momento Alessandria è la prima e sola provincia in Italia ad aver rinnovato il Contratto Integrativo Provinciale degli Edili con importanti benefici per tutti quanti i lavoratori. Il CCPL appena siglato, riguarda oltre 6000 addetti tra operai, apprendisti ed impiegati ed è stato raggiunto in uno dei momenti storici di massima crisi del settore e proprio per questo la FILLEA di Alessandria esprime grande soddisfazione per averlo sottoscritto con tutte le controparti datoriali comprese quelle dell’artigianato che avevano avviato una discussione separata a livello regionale. Tra le principali novità contrattuali, oltre agli aumenti economici, vi è l’aumento di tutte le Prestazioni Cassa Edile in favore dei lavoratori : Il massimale dei rimborsi dentistici e delle protesi in generale aumenta da 750 euro annuali a 1080 annuali, anche la percentuale di spesa che la Cassa Edile rimborsa al lavoratore, cresce dal 50% della spesa al 60% della stessa. Per quanto riguarda il rimborso di occhiali e lenti a contatto, anche in questo caso la percentuale da rimborsare al lavoratore aumenta dal 50% al 60% su un massimale che anche in questo caso cresce da 150 a 240 euro. Il contributo scolastico a vantaggio di quei lavoratori che hanno figli che vanno a scuola, cresce, infatti, per le Medie aumenta da 200 a 250 euro, per le Superiori il contributo passa da 250 a 300 euro annuali, per l’università da 820 a 850 euro. Sulla parte economica in busta paga, importanti aumenti, l’indennità di mensa aumenta del 17% passando da 0,30 centesimi l’ora lavorata a 0,35. L’indennità di trasferta aumenta del 14%, passando da 0,15 centesimi al Km dal cantiere di assunzione, a 0,17. L’indennità sostitutiva pasto in crescita, passa da 9 euro al giorno a 10. Per quanto riguarda il salario variabile provinciale è previsto un aumento legato all’andamento del settore in provincia, fino ad un massimo del 4%. È stato un lavoro lungo, difficile e qualche volta aspro ma è sta-

L

to chiuso un accordo che, speriamo, possa essere un contributo utile a tutto il dibattito che c’è

sui rinnovi degli integrativi provinciali nel paese. Per questo bisogna ringraziare per questo tut-

ta la struttura della Fillea di Alessandria, tutti i delegati e i lavoratori che negli ultimi mesi hanno

dimostrato grande vicinanza con l’adesione alle lotte e con l’adesione all’organizzazione.

OPERAI Livello

Paga base

Conting E.D.R.

Indennità mensa

E.V.R.

Indennità Totale 1 territoriale

18,50%

Riposi

4° livello 6,80 3,07 0,35 1,61 11,83 2,19 0,59 3° liv. Spec. 6,31 3,06 0,35 1,50 11,22 2,08 0,56 2° liv. Qual 5,68 3,05 0,35 1,35 10,43 1,93 0,52 1° liv. Man 4,86 3,02 0,35 1,16 9,39 1,74 0,47 N.B. L’E.V.R. non ha incidenza sui singoli istituti retribuitivi previsti dal vigente contratto, trattamento di fine rapporto compreso. Lavoro straordinario 35% Lavoro festivo 45% 4° livello 15,50 4° livello 16,65 3° liv. Spec. 14,68 3° liv. Sp. 15,76 2° liv. Qual. 13,61 2° liv. Qu. 14,62 1° liv. Man. 12,21 1° liv. Ma. 13,11 Armamento ferrov.: 15% del totale 1; caposquadra operai: 10% del totale 1

Totale 2

14,20%

14,61 13,85 12,88 11,60

1,68 1,59 1,48 1,33

IMPIEGATI Livello

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Stipendio mensile

Conting. EDR

Premio produz.

Mensa

Totale

7° Livello 6° Livello 5° Livello 4° Livello 3° Livello 2° Livello 1° Livello

1° Super 1° Cat. 2° Cat. Ass. Tec. 3° Cat. 4° Cat. 4° Cat 1° as

1.680,71 1.512,63 1.260,52 1.176,51 1.092,46 983,22 840,36

544,15 539,96 533,68 531,58 529,49 526,76 523,20

377,45 345,39 286,97 260,34 238,63 212,89 183,05

51,90 51,90 51,90 51,90 51,90 51,90 51,90

2.654,21 2.449,88 2.133,07 2.020,33 1.912,48 1.774,77 1.598,51

Conting.

Indennità territ.

Totale 1

18,50%

Totale 2

La firma del rinnovo integrativo provinciale

APPRENDISTI Semestre

Paga base

14,20%

Riposi annui

1° (60%) 3,41 1,83 0,81 6,05 1,12 7,17 0,86 0,30 2° (65%) 3,69 1,98 0,88 6,55 1,21 7,76 0,93 0,32 3° (70%) 3,98 2,14 0,95 7,06 1,31 8,36 1,00 0,35 4° (75%) 4,26 2,29 1,01 7,56 1,40 8,96 1,07 0,37 5° (80%) 4,54 2,44 1,08 8,06 1,49 9,56 1,15 0,40 6°, 7°, 8° (85%) 4,83 2,59 1,15 8,57 1,59 10,15 1,22 0,42 Festività: le festività infrasettimanali verranno retribuite nella misura di 8 ore con la maggiorazione del 18,50% ; quelle cadenti di domenica, 8 ore senza maggiorazione. Trasferta: oltre i 7 Km dal cantiere di assunzione spettano Euro 0,17 (diaria) sia per l’andata che per il ritorno. Rimborsi uso mezzo privato: Auto euro 0,30 al Km. Motocicli e motociclette euro 0,09 al Km. Erogazione pasto: erogato a carico della ditta (un primo piatto, un secondo piatto, contorno acqua e frutta); per i lavori stradali oltre i 10 km, per le costruzioni civili oltre i 22 km (importo sostitutivo euro 10.00). Trattenute: INPS 9,49 % per i dipend. di imprese con più di 15 addetti. INPS 9,19% per i dipend. di imprese sino a 15 addetti. INPS su CIG e apprendisti 5,84%.


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Perché

I

I coordinamento nasce con lo scopo di stimolare un dibattito tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle tematiche della Salute, della Sicurezza e dell’Ambiente in ambito lavorativo. Non possiamo dimenticare che le ripercussioni di quanto accade all’interno delle nostre aziende hanno certamente un forte impatto anche sulle comunità circostanti. I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, Salute e Ambiente contribuiscono in maniera decisiva al rag-giungimento di condizioni di lavoro sostenibili, qualora la loro azione risulti determinata, attiva e propositiva. La nostra organizzazione, su proposta dei vari delegati sindacali, ha deciso di formare questo gruppo di lavoro al fine di soddisfare le esigenze dell’intera comunità.

I R.L.S.S.A.

l 2016 sarà, per circa un milione e mezzo di metalmeccanici, l’anno del rinnovo contrattuale. La FIOM, che come è noto non aveva firmato il contratto in scadenza, ha avviato un calendario di assemblee nei luoghi di lavoro per costruire, insieme ai lavoratori, la piattaforma che sarà ratificata dall’Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate il 23-24 ottobre a Cervia e votata successivamente da tutti. Il percorso che sta attuando la FIOM è stato proposto a FIM e UILM che hanno preferito fare una piattaforma separata votata solo dai loro iscritti. Inoltre la FIOM sta chiedendo l’applicazione dell’accordo di gennaio 2014 sulla certificazione della rappresentanza che dovrebbe dare il peso reale di ciascuna sigla all’interno del settore e scongiurare l’esclusione

I

del sindacato più rappresentativo al tavolo delle trattative. Dai primi dati a disposizione degli Uffici del Lavoro provinciali, il sindacato più rappresentativo è la FIOM, sia per numero di iscritti che per voti nei rinnovi delle Rsu. Le linee guida su cui la FIOM CGIL sta facendo le assemblee sono: utilizzo dei contratti di solidarietà in termini difensivi ma anche espansivi per difendere e incrementare i livelli occupazionali, rafforzare l’uso del part time anche tra i lavoratori prossimi alla pensione, definire un fondo nazionale di sanità integrativa con contributi interamente a carico dell’azienda per i lavoratori ed i propri familiari a carico, formazione permanente, riaffermazione del tempo indeterminato e contrasto al job act, garantire l’applicazione dei minimi salariali a tutti i lavoratori delle aziende degli appalti o con forme simili di lavoro precario (collaborazioni, ecc.).

Sul salario si propone la defiscalizzazione degli aumenti nazionali e la possibilità di discutere anno per anno l’incremento in base all’andamento medio del settore. Il tutto riaffermando il mantenimento dei due livelli contrattuali tra loro distinti e integrativi, con la validità erga omnes del ccnl e soprattutto scongiurando il rischio dell’applicazione del ‘modello FIAT’, cioè la possibilità da parte delle aziende di applicare un solo livello contrattuale. Certo l’assenza di una proposta sul modello contrattuale da parte della CGIL non aiuta ad affrontare una trattativa che evidentemente si apre in un momento difficile ancora per il settore, ma la FIOM è determinata nel dare battaglia per difendere il livello nazionale del contratto ed il potere di acquisto dei salari dei metalmeccanici colmando il vuoto di iniziativa da parte dell’organizzazione che è ferma allo sciopero generale dell’anno scorso.

Convenzioni 2015/2016 ■ STUDIO ‘LE METE’ Piazza G. D’annunzio, 1 Alessandria Tel.: 0131 253602; www.lemete.it Si applicano le seguenti agevolazioni: Primo incontro gratuito. Successive prestazioni a tariffa agevolata: 60,00 € per area medica 40,00 € per area psicologica, ri-abilitativa, benessere, salute

■ LIBRERIA MONDADORI Via Trotti, 58 Alessandria Tel.: 0131 261423 Sconto del 10% su tutti i libri (esclusi i libri di testo) ■ GOLD PC Spalto Rovereto, 10 Alessandria Tel.: 0131 226188 Sconto del 10% su tutti i prodotti

■ CARTOLERIA CARTOSERVI Via Bergamo, 24 Alessandria Tel.: 0131 264546 Sconto del 10% su tutti i prodotti (esclusi i libri di testo) ■ ERBORISTERIA ‘AGLI ANTICHI RIMEDI’ Corso Acqui, 133 Alessandria Tel.: 0131 240920

OTTOBRE 2015

Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro

Scade il CCNL industria metalmeccanica

Anna Poggio Segreteria FIOM CGIL Alessandria

Lotte Unitarie

I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, Salute e Ambiente devono essere consultati preventivamente e tempestivamente in ordine alla Valutazione dei Rischi, all’individuazione, programmazione, realizzazione e verifica della prevenzione nell’azienda o unità produttiva. Volendo creare una rete di comunicazione sempre più estesa, rapida e capilla-

re nei luoghi di lavoro, ci siamo dotati di un sito web raggiungibile digitando il seguente indirizzo: www.rls-cgil-al.com All’interno troverete informazioni sulla normativa riguardante la Salute, la Sicurezza e l’Ambiente in ambito lavorativo, i verbali prodotti dal coordinamento, ma in particolare proposte e discussioni tese al miglioramento dell’attuale situazione. II nostro indirizzo di posta elettronica a cui inviare quesiti o comunicazioni è il seguente: rls-cgil-al@gmail.com

Hanno aderito Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza salute e ambiente che hanno già aderito: A.M.C Casale, A.M.V. SPP, Enel Distribuzione, Guala Closures, Michelin Italia, Nuova Solmine, Roquette, Sapsa Bedding, Solvay, Tubi Gomma Torino, Valeo, Vitop, Huhtamaki. Gli RLS CGIL non compresi nell’attuale gruppo di lavoro e che intenderanno aderirvi, dovranno far pervenire la loro richiesta al gruppo di coordinamento inviando una mail all’indirizzo: rls-cgil-al@gmail.com. [Coordinamento CGIL rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, salute e ambiente Alessandria]

Si ricorda ai gentili iscritti che per usufruire delle convenzioni è necessario mostrare la propria tessera di adesione alla CGIL prima che venga emesso lo scontrino

Sconto del 10% su tutti i prodotti (esclusi i prodotti alimentari e le erbe) ■ OLMO ‘LA BICICLISSIMA’ Spalto Gamondio, 43 Alessandria Tel.: 0131 252588 Sconto del 10% su tutta l’accessoristica e sconto del 7% sulle biciclette (non cumulabile con altre promozioni o saldi)

■ LA BICI Corso C. Alberto, 64 Alessandria Tel.: 0131 249839 Sconto del 10% su tutti i prodotti ■ CENTRO OTTICO REVERCHON Corso Roma, 101 Alessandria Tel.: 0131 250020 Sconto del 30% su occhiali da vista e da sole

■ EUROTTICA Via Parma, 39 - Alessandria Tel.: 0131 251425 Sconto del 5% su prezzi già scontati di laboratorio (del 50%) ■ OTTICA TECHNÈ Via Mazzini, 37 Alessandria Tel.: 0131 267895 Sconto del 20% su tutti gli articoli di oculistica, contattologia, ipovisione e geodesia.


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Blocco del contratto nel pubblico impiego

Francesca Voltan Segreteria FP CGIL Alessandria a Corte Costituzionale ha cancellato un ingiustizia nei confronti dei dipendenti pubblici. In un paese come l’Italia dove si continuano a varare leggi e norme incostituzionali, le sentenze dei tribunali diventano fondamentali per ristabilire le regole su un piano di giustizia e di democrazia. Per la Consulta, il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego negli ultimi sei anni è illegittimo. Il blocco è stato inserito da vari governi in decreti per il risanamento dei conti pubblici a partire dal 2009 e confermato poi per il 2014 dal governo Monti. La norma è illegittima quindi, non intervenendo sul passato che, in caso contrario, avrebbe comportato un esborso per lo stato di almeno 35 miliardi per la vacanza tra il 2010 e il 2015 e un effetto strutturale di 13 miliardi anni a partire dal 2016. La Corte Costituzionale salva i conti dello Stato, ma oggi la sen-

L

tenza obbliga il governo a riaprire la partita dei contratti che interessa oltre tre milioni di lavoratori con una spesa che potrebbe aggirarsi intorno ai 5/8 miliardi di euro, anche se sul costo dell’operazione c’è ancora molta incertezza. Soddisfatte le Organizzazioni Sindacali, per prima la Funzione Pubblica CGIL che ha sempre espresso l’illegittimità costituzionale del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico e ha da tempo rivendicato l’apertura di un tavolo con il governo per il rinnovo dei contratti. Ed è per questo che lo scorso 29/07 la Funzione Pubblica CGIL unitamente a Cisl Fp, Uil fpl e Uilpa hanno dato luogo alla grande manifestazione nazionale per il rinnovo dei contratti e una vera riforma della P.A. che ha visto la partecipazione di tantissimi lavoratori, mobilitazione che le OO.SS. continueranno finchè il governo non aprirà il confronto. Nel contempo il ministro della funzione pubblica Marianna Madia ha fatto sapere dell’intenzione di avviare lo sblocco dei contratti del pubblico impiego a fine estate anche se, si starebbe valutando che lo sblocco, non avvenga per tutti i lavoratori allo stesso tempo e che in primo luogo si partirebbe dagli stipendi più bassi. Per il sindacato però, una decisione del genere, la volontà di applicare gli aumenti ai dipen-

La delegazione FP Alessandria

La Funzione Pubblica CGIL ha sempre espresso l’illegittimità costituzionale del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico e ha da tempo rivendicato l’apertura di un tavolo con il governo per il rinnovo dei contratti. denti pubblici in modo diseguale, non è accettabile. Diventerebbe un’operazione discriminatoria che farebbe permanere milioni di stipendi al di

sotto degli aumenti del costo della vita. La Funzione Pubblica CGIL unitamente alle altre OO.SS. sono pronte a contrastare anche le-

galmente questo modo di procedere, sollevandolo per legittimità costituzionale, con la possibilità di rivendicare all’interno del ricorso anche la restituzione delle somme relative al blocco dell’indennità di vacanza contrattuale che avviata nel 2008 è stata addirittura procrastinata sino al 2018 attraverso l’ultima Legge di stabilità, la 190/2014. È nel mese di Ottobre ‘15 quando si dovrà parlare di Legge di Stabilità che si dovrebbe sapere con certezza cosa si farà per i dipendenti pubblici. Una data importante sarà quella del 20 Settembre ‘15 quando in calendario è previsto l’ aggiornamento del DEF (Documento Economia e Finanza) per capire quanto il Governo stanzierà e quanto prenderanno gli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici che aspettano da anni gli aumenti, ma soprattutto a questo punto come verranno divisi. Quindi non ci tocca che aspettare ancora... anche se «Il blocco di sei anni non è più tollerabile» per usare le stesse parole della Consulta. Staremo a vedere quanto ancora i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego saranno costretti a rivendicare il pieno diritto al contratto. La Funzione Pubblica CGIL vuole esercitare il diritto di contrattare le giuste retribuzioni anche per i lavoratori della pubblica amministrazione e proseguirà le in iniziative in tutte le sedi.

Ridisegnare il Paese attraverso gli utili d’azienda

SLC Marco Sali Segretario generale SLC CGIL Alessandria ontinuiamo a denunciarlo da tempo. L’assenza di una politica industriale, i danni delle politiche neo-liberiste declinate all’italiana, la mancanza assoluta di visione, la pochezza dei governi tecnici e non, dove il «non» sta x «non si sa cos’altro», hanno modificato la cultura generale, il sentire individuale ed hanno lasciato margini di manovra enormi x chiunque: che siano o meno individui qualificati o che le iniziative siano o meno qualificanti. Così si è lasciato campo libero alle multinazionali di fare o disfare quanto acquisito dall’imprenditoria italiana (in barba all’italianità del nostro produrre ampiamente sventolata in passato), così abbiamo vissuto una nuova vergognosa Caporetto in sede di parlamento europeo in

C

materia di produzione del cemento, politiche agroalimentari, acciaio e chissà cos’altro ancora. E ora ci fanno concentrare sull’immigrazione di massa dai paesi africani o del medio-oriente come se fosse la madre di tutti i mali. La verità è che le cause che scatenarono la crisi nel 2007 non sono mai state sconfitte, tutt’altro, tutto è cambiato affinché tutto si preservasse: privilegi, cattive abitudini, concentrazione della ricchezza. Quando parliamo di privilegi è chiaro non siano quelli dei lavoratori. Così si è deciso di lasciare campo libero al mercato e alle decisioni dei cda d’azienda di determinare come i consumi devono cambiare, come deve essere orientato il consumatore fu cittadino e come deve essere riprogettata la società per servire allo scopo. Aperture domenicali e festive, massima flessibili-

tà dell’occupazione, potere contrattuale dei lavoratori ridotto al minimo, etc Ora Poste Italiane spa ridisegna il Paese, cosa che dovrebbe fare la buona politica, decidendo come e quando consegnare la corrispondenza, dove e quali paesi lasciare senza un ufficio postale, decidendo che l’Italia deve entrare nel terzo millennio attraverso la digitalizzazione dei servizi, decidendo di snaturarsi rivolgendo la propria attenzione alle attività e settori aziendali maggiormente profittevoli. Comprendiamo l’esigenza di riordinare i conti e di rinnovare l’azienda. Comprendiamo più in generale le logiche d’azienda. Contestiamo ancora una volta l’assenza di una visione complessiva del Paese. Contestiamo la fretta che sospinge talune operazioni volte a far rapidamente cassa in favore del MEF. Le Poste non sono un’azienda qualsiasi. Ce lo

insegna la storia di un Paese complicato come il nostro. Un ufficio postale aperto o chiuso in un paesello di montagna può significare la morte di quel borgo e del suo territorio. Digitalizzare i servizi di colpo significa togliere la possibilità di accedere ad un servizio fondamentale alle fasce più deboli della popolazione, in special modo i pensionati, in special modo dei pensionati residenti nei borghi dove a malapena arriva il servizio elettrico! Con questo non siamo contro il futuro. Avremmo voluto vedere almeno una volta una cabina di regia politica, specialmente dopo avere toccato con mano la debacle sulle fonti rinnovabili lasciate agli appetiti di piccole signorie o grandi feudatari che non hanno portato al Paese l’attesa emancipazione energetica ne tantomeno un beneficio ai privati cittadini (e non vogliamo dir nulla sullo sconcio ambientale che i campi fotovoltaici sorti un po’ ovunque senza regola alcuna hanno portato sotto gli occhi di tutti).

Questo sì ci avrebbe sorpreso. Invece ancora una volta spostiamo il problema un po’ più in là sempre sperando che altri lo risolvano al posto di chi questo compito dovrebbe competere. Ci saremmo aspettati che un governo indirizzasse i suoi cittadini attraverso i suoi uffici o a politiche di sensibilizzazione e promozione all’utilizzo dei mezzi informatici, supportasse attraverso un complesso di infrastrutture a completa copertura del territorio nazionale e quindi realizzasse così la digitalizzazione di cui si parla. Cosa invece che sta avvenendo commercialmente a spese dei consumatori e neanche tutti. La tornata di chiusure e razionalizzazioni nella provincia di Alessandria è comunque passata, agevolata dalla decisione presa dall’Agcom e soprattutto agevolata da una forte volontà politica di percorrere una certa direzione. Tutto ciò nonostante la forte opposizione nostra e dei sindaci dei paesi coinvolti. L’avverso contesto politico non ci ha comunque im-

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pedito di tutelare i lavoratori interessati da questo percorso e di far sì che tutto venisse gestito ad impatto zero. Ancora una volta, come accade sullo scenario nazionale, il dialogo costruttivo col quale le organizzazioni dei lavoratori hanno potuto gestire crisi e riorganizzazioni delle imprese su tutto il territorio salvando così migliaia di posti di lavoro è stato relegato ad optional da esibire come elemento qualificante di un modello di impresa precostituito e molto rigido in merito agli spazi di discussione su temi dirimenti come un piano industriale. In barba all’articolo 46 della Costituzione della Repubblica Italiana e a tutti i proclami che l’attuale politica fa ogni santo giorno dalle televisioni o dalle pagine amiche. A questo siamo regrediti, ad attenderci da un amministratore delegato qualche buona idea (cogitata per la sua azienda) da trasferire al sistema Paese. Ad attendere il conforto di un utile positivo che consacri la strada giusta scaricando la politica del suo difficile fardello. Ma il bilancio che salverà l’Italia per chi sarà in utile?


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Lotte Unitarie OTTOBRE 2015

In trincea per la conquista dei diritti Una stagione di rinnovi contrattuali per la difesa del salario e per la dignità del lavoro Fabio Favola Segreteria FILCAMS CGIL Alessandria n’ intensa agenda per la Filcams dove gli impegni assunti sono tanti. Tanto è stato fatto e tanto c’è da fare. Un’attività quasi interamente programmata con iniziative e appuntamenti per rimettere al centro la qualità del lavoro e migliori condizioni di tutela, in attesa della tanto proclamata uscita dalla crisi. Tra i maggiori impegni presenti e futuri della Filcams, vi è indubbiamente la risoluzione dei diversi tavoli contrattuali. La situazione dei contratti è ancora molto complicata. Nel 2014 si è concluso nel Turismo l’accordo di rinnovo con Federalberghi. Nel 2015 si sono chiusi due importanti contratti, quello del Terziario, distribuzione e servizi con le parti datoriali aderenti a Confcommercio e quello degli Studi professionali, con una consistente platea di lavoratori coinvolti. Risultanti importanti, ai quali fanno da contraltare i nove tavoli negoziali aperti, di cui molti da più di 18 mesi; addirittura il settore termale è in attesa di un contratto da più di tre anni. In sofferenza anche i settori delle pulizie/multiservizi e della vigilanza privata, con i tavoli di trattativa aperti ma senza risultati concreti e postivi. Le soluzioni per portare a casa i rinnovi rischiano quotidianamente di essere compromesse. Sono passati troppi mesi e in alcuni casi, sia-

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mo vicini alla condizione di saltare una tornata contrattuale. Tra l’altro, non riuscire a chiudere il cerchio dei rinnovi ci impedisce di dare risposte concrete e omogenee ai nostri iscritti e ai lavoratori e rischia di indebolire proprio quei segmenti che il rinnovo lo hanno sottoscritto. Si sta creando uno squilibrio legato al dumping contrattuale, soprattutto nei due maggiori comparti, turismo e terziario, dove migliaia di lavoratrici e lavoratori sono in attesa di risposte sia sul profilo salariale che normativo. E se ogni tavolo contrattuale ha una diversa storia, nostro obiettivo comune è quello di interrompere il continuo dilazionarsi del tempo, perché le condizioni sono ormai mature per comprendere se realmente c’è la volontà e la determinazione delle controparti di arrivare a un punto di svolta. Non si può non considerare la crisi economica che ha colpito l’Italia in questi ultimi anni, ma soprattutto una ripresa che tarda ad arrivare, in particolare nel settore del commercio. È vero, la crisi non ha colpito nello stesso modo tutte le aziende e le aziende non hanno reagito allo stesso modo alla crisi. È evidente però che davanti alla proiezione di un ottimismo messo in campo dal governo, diversi comparti continuano a vivere una complessiva sofferenza. A consumi che non crescono corrisponde un giro d’affari stazionario o in decremento che lascia inalterato quel rapporto negativo costo del lavo-

ro/fatturati che inchioda e costituisce il paradigma su cui ci scontriamo ai tavoli di trattativa. Mentre si invoca la crescita, si continua a penalizzare il lavoro, cercando di intervenire sul contenimento dei costi che altro non fa che peggiorare le condizioni di lavoro e la qualità di prodotti e servizi. Inoltre, i negoziati si sono svolti, e continueranno a svolgersi, in una condizione che vede una progressiva frammentazione delle associazioni di rappresentanza delle aziende e diversi orientamenti sul ruolo della contrattazione e sulla sua struttura che rappresentano un dato di ulteriore complicazione. Mobilitazioni, scioperi, manifestazioni, nazionali e territoriali hanno reso faticoso, impegnativo e difficile il nostro percorso. Le nostro lavoratrici e i nostri lavoratori, nonostante le difficoltà quotidiane e i sacrifici cui sono stati chiamati, hanno dato un contributo fondamentale. Come nel settore Turismo dove lo sciopero e le mobilitazioni del mese di settembre hanno ottenuto che la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) tornas-

se sui suoi passi con la revoca della disdetta del Contratto nazionale. Una decisione che va nella direzione giusta per una ripresa della trattativa e la definizione di un accordo, con non poca soddisfazione della FILCAMS e dei lavoratori che hanno sostenuto le buone ragioni della lotta sindacale. Passi avanti che non registriamo sui tavoli della grande distribuzione organizzata e la distribuzione cooperativa. Un negoziato, quello finalizzato alla definizione di un contratto collettivo nazionale di lavoro per la grande distribuzione, che si protrae da ormai due anni e che continua a scontare posizioni di assoluta rigidità da parte di Federdistribuzione. Federdistribuzione inoltre, nonostante il recente rinnovo contrattuale sottoscritto da Filcams, Fisascat e UuiTuCs con Confcommercio lo scorso 30 marzo, ad oggi, continua a dichiarare indisponibilità rispetto all’erogazione degli aumenti previsti, con la conseguenza che l’ultimo incremento salariale corrisposto ai lavoratori risale ad ottobre del 2013. A questo si aggiunge la continua di-

Rinnovi CCNL

Paolo Parodi Segretario generale FILCTEM Alessandria el corso del mese di settembre si sono svolte le assemblee nazionali di settore che hanno varato le piattaforme per il rinnovo dei rispettivi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, in particolare per i settori più grandi della categoria: ■ Chimicofarmaceutico (171 mila addetti, 123 euro di richiesta salariale) ■ Gomma plastica (140.000 addetti, 105 euro di richiesta salariale) ■ Gasacqua (48.000 addetti, 128 euro di richiesta salariale) ■ Elettrico (60.000 addetti, 140 euro richiesta salariale)

N

■ Energiapetrolio (37.000 addetti, 134 euro di richiesta salariale), È stato un lungo lavoro di costruzione quello svolto nei mesi scorsi, iniziato all’indomani della richiesta di Federchimica di una restituzione salariale di 82 euro/mese, a fronte della deflazione che si registrava in quel momento nel paese. La stagione contrattuale che si apre non sarà quindi ‘ordinaria’, tanti sono i fattori che concorrono a determinare un quadro inedito, almeno per la storia recente, che non consente nessuna facile previsione sul-

l’epilogo finale. Anni di recessione o bassa crescita con bassi consumi interni, richiederebbero uno sforzo per riconoscere una valenza anticlica alla contrattazione, dopo le ricette neoliberiste che hanno favorito una crescita smisurata delle disuguaglianze, al contrario ci sono soggetti che vogliono sfruttare questa fase per un ulteriore indebolimento del lavoro, in particolare: ■ il Governo, che dopo l’intervento nefasto sul tema dei diritti individuali (mercato del lavoro) dichiara la sua volontà di intervenire a gamba tesa in

materia di contrattazione, in mancanza di accordi tra Confindustria e Organizzazioni Sindacali, con ipotesi di reddito minimo per legge che farebbe saltare diversi CCNL e lascerebbe spazio solo alla contrattazione aziendale, dove si ha la forza per farla; ■ la Confindustria che attraverso il suo Presidente manifesta una debolezza evidente tentando di scimmiottare il modello ‘FIAT’ e stoppando l’avvio dei rinnovi contrattuali a partire proprio dal Contratto Chimico, una radicalità che ha alla base il tentativo di recuperare in associazione il più grande gruppo industriale, (la FIAT appunto), o di impedire ulteriori fuoruscite. Propone di riconoscere gli aumenti in base all’inflazione ma solo a consuntivo, cioè solo dopo che si è verificata. Per la prima volta dopo molti anni in cui, specie nel settore chimico, si rinnovava il contratto in tempi ragionevoli o addirittura prima della

sdetta degli integrativi aziendali con un forte arretramento di salario, diritti e tutele. Queste le ragioni che hanno condotto FILCAMS, unitamente a FISASCAT CISL e UILTUCS, a proclamare due giornate di sciopero: il 7 novembre e il 19 dicembre. Una fase di mobilitazione che vedrà la Filcams impegnata a tutti i livelli. Considerata la gravità della situazione, per la conquista del contratto nazionale e per la difesa dei diritti, è necessario il massimo coinvolgimento dei lavoratori e la riuscita delle iniziative di lotta che verranno messe in campo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Oltre ai tavoli contrattuali aperti la Filcams combatte ogni giorno con tante difficili situazioni, come la definizione di un concreto futuro per le lavoratrici e i lavoratori degli appalti, per non citare il complicato mondo delle cooperative e le tante forme di lavoro irregolare e precario, che il Jobs Act non ha minimamente risolto. Siamo quindi in una stagione di conflitto e di lotta con in campo una FILCAMS di trincea ma quanto mai determinata.

scadenza, potremmo trovarci nella condizione di doverci conquistare un tavolo di confronto. In questo difficile contesto Filctem Femca Uiltec hanno scelto di provare a ricomporre un’unità d’azione proprio a partire dai rinnovi contrattuali, lo hanno fatto costruendo le piattaforme ma anche dandosi regole sulla gestione del percorso che impegnano le organizzazioni sindacali ad una gestione unitaria che eviti firme separate. In ogni caso è chiaro alle Organizzazioni Sindacali, e ai lavoratori, l’esigenza di avere un rinnovo dignitoso del CCNL, ponendo l’esigenza di recuperare sui diritti alcuni elementi fondamentali in tema di licenziamenti disciplinari e collettivi, messi in discussione dalle recenti innovazioni legislative del governo, per questo sono state costruite piattaforme rivendicative che ‘si fanno carico’ del contesto e dell’andamento inflattivo registrato negli scorsi mesi che obbliga le parti ad un riallineamento, ma senza restituzioni, impossibili da condividere. Mentre andiamo in stampa è stato convocato il tavolo di trattativa del Contratto Chimico


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Servizi

Campagna Red-Icri 2015 Stefania Magrassi Società Servizi CGIL n linea con la prassi ormai consolidata dall’INPS, anche quest’anno i pensionati interessati non hanno ricevuto la lettera di richiesta delle dichiarazioni

I

RED e ICRI (sigla che racchiude la totalità delle prestazioni per Invalidi Civili erogate dall’Istituto pensionistico). Quest’anno però i pensionati dovranno fare i conti con una pesante novità che, letta nell’ottica della spending review, porterà sicuramente un grosso risparmio alle tasche dell’INPS ma, come spesso accade, sta comportando e comporterà notevoli disagi a tutti coloro che sono chiamati a presentare una dichiara-

zione reddituale pur non essendone a conoscenza. L’Istituto, infatti, era solito non inviare la richiesta ai pensionati in prima battuta ma, nei mesi di settembre/ottobre, postalizzava il cosiddetto ‘bustone’, contenente il sollecito, a coloro che non avevano provveduto a trasmettere la dichiarazione entro il 30 agosto. Ecco, invece, cosa succederà quest’anno. L’INPS invierà le lettere a parti-

Corso di formazione sindacale La contrattazione e le possibili azioni contro le discriminazioni e i licenziamenti sui luoghi di lavoro Il Corso prende in considerazione forme di discriminazione nei confronti di lavoratrici e lavoratori. ■ Mobbing ■ Deroghe e sanzioni ■ Discriminazioni per motivi sindacali ■ Discriminazioni fra uomini e donne ■ Tutte le discriminazioni

Controllo buste paga e Trattamento di fine rapporto al fine di verificare la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro e integrativi;

CONTEGGI Conteggi e assistenza per recuperi salariali, spettanze di fine rapporto;

Primo incontro 15 ottobre 2015

FALLIMENTI

■ ore 9.00-14.00 ✓ UN APPROCCIO EMOZIONALE AL PROBLEMA Inquadramento generale Monica Lanfranco (giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere).

Assistenza ai lavoratori coinvolti nelle procedure concorsuali (fallimento, concordato preventivo, amministrazione controllata e straordinaria, liquidazione coatta amministrativa delle cooperative) : insinuazione al passivo e pratiche presso l’Inps per ottenere l’anticipo del Tfr e ultime mensilità dal fondo di Garan-

Secondo incontro 5 novembre 2015 ■ ore 9.30-13.00 ✓ CONTRATTARE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE IN TEMPI DI CRISI. Anna Salfi (segreteria regionale CGIL Emilia Romagna) ✓ UN ESEMPIO DI CONTRATTAZIONE FUORI DAL JOBS ACT Sonia Sovilla (segretaria S CGIL Bologna) NEL SETTORE PUBBLICO. ✓ NUOVE FORME DI LAVORO: IL TELELAVORO Stefania Frigerio (segreteria FISAC Alessandria)

■ ore 9.30-13.00 ✓ I VARI CASI DI DISCRIMINAZIONE ✓ I licenziamenti discriminatori Alida Vitali (avvocato - Consigliera di parità Torino); ✓ Jobs Act Anna Poggio (segreteria CGIL Alessandria);

UVL CONTROLLI

PROGRAMMA

Terzo incontro 11 novembre 2015

re da OTTOBRE 2015 solamente ai soggetti interessati da sollecito 2013 redditi 2012 e da sollecito 2014 redditi 2013 mentre non invierà la comunicazione relativa al modello RED 2015 ordinario. Per questo motivo è importante che i pensionati che negli anni scorsi sono sempre stati chiamati a presentare i modelli RED e/o ICRI si rechino quanto prima presso le sedi del CAAF CGIL per verificare l’obbligo dichiarativo anche per il 2015.

Ufficio Vertenze: attività e orari zia, ricorsi all’Inps e assistenza legale in caso di respinta da parte dell’Istituto;

VERTENZE Assistenza per mancata applicazione CCNL e normative di legge (differenze salariali, mancato riconoscimento livello, differenza ferie o permessi, ore di lavoro straordinario non retribuito, rapporti non regolarizzati) : elaborazione conteggi, convocazione dell’azienda per tentativo di conciliazione in sede sindacale, assistenza legale tramite convenzioni con Avvocati.

DANNO BIOLOGICO Risarcimento richiesto al datore di lavoro in seguito a infortunio o malattia professionale che presuppongono responsabilità del datore di lavoro;

ALESSANDRIA - TEL. 0131 308213 / 308214 Lunedì 8.30-13.00 15.00-17.00 Martedì 8.30-13.00 Mercoledì Chiuso Giovedì mattino su appuntamento 15.00-18.00 Venerdì 8.30-13.00 Sabato 1° o 3° del mese 9.00- 12.00 (con appuntamento) ACQUI TERME - TEL. 0144 322471 Ultimo mercoledì del mese CASALE MONFERRATO - TEL. 0142 336816 Lunedì 9.00-12.30 Martedì 9.00-12.30 Mercoledì Chiuso Giovedì 9.00-12.30 Venerdì 9.00-12.30 ✓ Presentazione di casi concreti (discriminazione sindacale e mobbing) Renata Bianchi (FILCAMS CGIL Alessandria). Quarto incontro 19 novembre 2015 ■ ore 9.30-13.00 ✓ LE AZIONI ✓ Vertenze

Roberta Forlenza (avvocato legale CGIL Alessandria; ✓ Le azioni legali Sonia Barbierato (responsabile ufficio vertenze CGIL Alessandria); ✓ Presentazione casi concreti di vertenza che hanno avuto esiti diversi Pinuccia Coscia (ufficio vertenze CGIL AL).

15.00-18.00

15.00-18.30 15.00-18.30

NOVI LIGURE - TEL. 0143 2061 Lunedì e giovedì 9.30-13.00 OVADA - TEL. 0143 80366 1° e 3° mercoledì del mese TORTONA - TEL. 0131 816414 Lunedì e giovedì 9.00-12.30 Sabato Terzo del mese 9.00-12.00 VALENZA - TEL. 0131 941143 Giovedì

15.00-18.00

15.00-18.30

16.30-18.30


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