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Come sta cambiando la gestione dell’acqua nei Paesi in via di Sviluppo?

di Giulia Angelon

Sono molti i Paesi in via di sviluppo (PVS) che negli ultimi anni hanno fatto significativi progressi nella gestione dell’acqua anche grazie all’implementazione di politiche e programmi volti a migliorare l’accesso all’acqua potabile e alle infrastrutture idriche, nonostante, ad oggi, secondo l’ONU una media del 10% della popolazione mondiale viva in Paesi che registrano uno stress idrico elevato o grave.

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L’utilizzo dell’acqua è aumentato in tutto il mondo di circa l’1% all’anno nel corso degli ultimi quarant’anni (secondo le previsioni il trend continuerà fino al 2050 soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito) e le sfide legate a questa risorsa sono molteplici. A livello umano sono strettamente interconnesse con la qualità dei servizi igienico-sanitari, della salute, dell’istruzione e della produttività economica delle popolazioni. Nel 2020, quasi la metà della popolazione mondiale non disponeva ancora di servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro. Questi e molti altri temi verranno trattati nel 2023 durante la prima grande conferenza delle Nazioni Unite dedicata all’acqua (l’ultima era stata organizzata nel 1977).

Le iniziative di gestione delle risorse idriche comprendono tra le altre cose la costruzione di dighe, sistemi di irrigazione efficienti, reti di approvvigionamento idrico e progetti di conservazione dell’acqua. Queste misure aiutano a garantire un migliore accesso all’acqua per le comunità rurali e urbane, migliorando la qualità della vita e promuovendo lo sviluppo sostenibile. Molte organizzazioni internazionali e ONG stanno lavorando a stretto contatto con i Paesi in via di sviluppo per fornire assistenza tecnica, finanziamenti e formazione nella gestione della risorsa acqua. Ciò contribuisce ad aumentare la capacità dei Paesi di affrontare sfide come la scarsità d’acqua, l’inquinamento e la mancanza di infrastrutture idriche adeguate. Nonostante i progressi, rimangono molte sfide significative da affrontare. Come sottolineato dalle Nazioni Unite, ancora 2,2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro. La popolazione in rapida crescita, l’urbanizzazione e i fenomeni climatici estremi pongono ulteriori pressioni sulle risorse idriche.

L’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 6 dell’Agenda 2030 dell’ONU è quello di “Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti”. Molti Paesi stanno cooperando in ottica di sviluppare interventi in rete e partenariati. Tuttavia, come

Il

Acceleration

(GAF),

• Istruzione e sviluppo di competenze

• Efficientamento raccolta e condivisione di dati e informazioni

• Innovazione (es. citizen science, IA)

• Ottimizzazione dei finanziamenti

• Governance (collaborazione tra Paesi e settori) riportato nel Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2023 “Partenariati e cooperazione per l’acqua”, “sono stati rilevati progressi verso il conseguimento dei traguardi relativi all’Obiettivo di sviluppo sostenibile n. 6 solamente in relazione all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, con accenni solo preliminari e approssimativi per quanto riguarda i progressi in materia di stress idrico, efficienza nell’utilizzo dell’acqua, cooperazione transfrontaliera e gestione integrata delle risorse idriche. Questo significa che per cinque degli undici indicatori non sono disponibili informazioni quantitative sui progressi compiuti. A questo ritmo, i progressi verso il conseguimento di tutti i traguardi dell’Obiettivo 6 risultano insufficienti”.

Il Global Acceleration Framework (GAF), iniziativa che mira a velocizzare i processi per il raggiungimento del sesto obiettivo di sviluppo sostenibile (dedicato all’acqua, appunto) ha identificato cinque fattori fondamentali di accelerazione:

Tra Africa, Asia e Sud America: 5 progetti pionieristici per migliorare la gestione dell’acqua Vari progetti sono stati sviluppati negli anni in quest’ottica, anche antecedentemente alla costituzione del GAF nel 2020. Tra questi:

- “WaterCredit” di Water.org: un programma che fornisce microfinanziamenti alle famiglie nei Paesi in via di sviluppo per l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Questo approccio innovativo combina i principi del microcredito con la gestione dell’acqua, consentendo alle persone di costruire strutture per l’approvvigionamento idrico nelle proprie comunità. Una soluzione a lungo termine che ad oggi ha toccato circa 55 milioni di persone, con 12,1 milioni di prestiti per acqua e servizi igienico-sanitari erogati tramite WaterCredit

Secondo l’ONU una media del 10% della popolazione mondiale viva in Paesi che registrano uno stress idrico elevato o grave.

- Programma panafricano dell’AMCOW (Consiglio dei ministri africani sull’acqua per le acque sotterranee): un progetto che mira a valorizzare le acque sotterranee per la sicurezza idrica e la trasformazione socio economica in Africa. Un’iniziativa che ha visto nascere diverse attività congiunte, tra cui “lo sviluppo di uno strumento di supporto per le acque sotterranee in Namibia, un quadro di finanziamento delle acque sotterranee in Uganda e lo sviluppo del Programma panafricano per la qualità dell’acqua in collaborazione con l’International Water Management Institute (IWMI)”

- Progetto VicInAqua: iniziativa che ha integrato il trattamento innovativo delle acque reflue, l’acquacoltura e l’irrigazione nel bacino del Lago Victoria coinvolgendo 11 partner provenienti da 7 Paesi europei e africani. Il progetto è stato finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’UE.

- Gestione smart dell’acqua piovana nel Brasile nordorientale: progetto nato già alla fine degli anni ’70 in seguito a un lungo periodo siccitoso. Una rete di partner ha intrapreso la ricerca e la diffusione delle tecnologie di raccolta dell’acqua piovana. Rete che negli anni si è ampliata moltissimo con il coinvolgimento di ONG, cooperative, sindacati di agricoltori ecc. e con il lancio della campagna “Nessuna famiglia senza acqua potabile” e il programma “Un milione di cisterne (P1MC)”, in capo alla società civile: un progetto partecipativo che mostra l’importanza dei movimenti dal basso verso l’alto.

- Accesso all’acqua potabile in Iraq: un moderno sistema di filtraggio presso l’impianto di trattamento delle acque di Al-Qa’qa’ completato da UNICEF nel 2021 per consentire l’accesso all’acqua potabile per gli sfollati interni che ritornano nelle loro comunità (beneficiari circa 450.000 persone).

L’impianto serve 300 scuole primarie e secondarie, l’ospedale principale e quattro centri di assistenza sanitaria primaria.

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